Una coppia aperta, anzi, spalancata

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UNA COPPIA APERTA

ANZI SPALANCATA

Commedia

di  Dario FO e Franca RAME

Personaggi

Antonia               - la moglie

Un uomo             - il marito

Il professore          - l’amante

Prima rappresentazione:

trieste, Teatro Sloveno – 30 novembre 1983

II edizione


Interno di un appartamento medio-borghese: divano, lampada, poltrona. Davanti al divano un tavolo basso lungo 2 metri circa, registratore, sedie, ecc… In proscenio lo spezzato di una finestra. Alla quinta di proscenio sulla sinistra, è appoggiata una stampella- possibilmente non a vista del pubblico.

All’inizio dell’atto la scena è completamente buia. Vediamo solo la testa di un uomo – il marito – illuminata dalla luce che proviene dalla porta a vetri smerigliati del bagno. La porta è chiusa dall’interno.

L’uomo è molto in ansia. Quando toccherà alla donna prendere la parola, ci apparirà illuminata dall’occhio di bue in proscenio sul lato opposto rispetto a dove si trova il marito.

Uomo              - Non fare fesseria…. Antonia, esci…parla! Che stai facendo? Senti, forse hai ragione, la colpa è mia, ma esci ti prego… apri ‘sta porta! Ne parliamo, no… Perché devi buttare tutto sul tragico, Cristo! Possibile che non possiamo risolvere ‘ste robe da persone che ragionano? (sbircia dal buco della serratura) Che stai combinando? Sei una pazza incosciente, ecco quello che sei!

Antonia           - La pazza incosciente rinchiusa nell’altra stanza, che poi sarebbe il bagno, sono io! L’altro, quello che mi urla e mi supplica di non fare fesserie, è mio marito…

Uomo              - (parla sempre come se la donna fosse in bagno) Antonia vieni fuori, ti prego!

Antonia           - Sto mandando giù un cocktail di pillole varie: Mogadon, Roipnol, Optalidon, Femido! Veronal, Cibalgina, e 18 supposte di Nisidina a pezzetti, tutto per bocca .

Uomo              - Antonia, dì qualcosa.

Antonia           - Mio marito ha già chiamato l’autombulanza. Tra poco arriveranno…sfonderanno la porta….

Uomo              - Stanno arrivando quelli del Pronto soccorso… Butteranno giù la porta. Cristo! È la terza volta in un mese!

Antonia           - Quello che mi scoccia di più, nel salvataggio, sono le lavande gastriche… ‘sto tubo infilato in gola… e il rincretinimento per giorni, e l’espressione imbarazzata con cui ti guarda la gente che gira per casa. E poi fatalmente mi costringono ad andare dallo psicanalistaò…. Pardon, dall’analista… un pirla che mi sta a guardare per due ore in silenzio con la pipa in bocca e poi all’improvviso mi fa. “Pianga, Signora, pianga!”

Uomo              - Antonia, dì qualche cosa! Fai almeno un rantolo, così capisco se non altro a che punto stai! Io adesso me ne vado e non mi vedi più! (si china a sbirciare dal buco della serratura)

Antonia           - A dire la verità non è la prima volta che voglio morire.

Uomo              - Non ingoiare le pillole gialle! Sono le mie pastiglie per l’asma!

Antonia           - Un’altra volta ho tentato di buttarmi giù dalla finestra… lui mi ha abbrancata al volo… (la donna corre alla finestra posta in proscenio e sale sulla balaustra. L’uomo l’acchiappa tenendola per la caviglia. Luce piena).

Uomo              - Ti prego, scendi di lì! Sì, hai ragione, sono un bastardo, ma ti giuro, è l’ultima volta che ti metto in una situazione simile…

Antonia           - Ma cosa vuoi che me ne importi… lo capisci che a me non interessa proprio niente di te, delle tue storie, delle tue donne stronze!

UOMO            - Beh, perché… se erano intelligenti ti sarebbero andate meglio? Scendi… parliamone… a pianoterra….

Antonia           - No! Io me ne sbatto! Io mi butto!

Uomo              - No!

Antonia           - Sì!

Uomo              - Piuttosto ti spezzo la caviglia!

Antonia           - Lasciami!

Uomo              - Te la spezzo!

Antonia           - (urlo terribile) Ahhh! (rivolgendosi al pubblico) E me l’ha spezzata per davvero ‘sto coglione! (scende dalla finestra; il marito le passa la stampella) Un mese con la gamba ingessata! Ingessata ma viva! È tutti che mi chiedevano: “Sei stata a sciare?” una rabbia! (zoppicando, posa la stampella e dal cassetto del tavolo o da altro mobile, estrae una pistola) Un’altra volta ho tentato di tirarmi un colpo con la pistola…

Uomo              - No, cazzo, fermati! Non l’ho ancora denunciata!... Vuoi farmi arrestare?

Antonia           - (parla al pubblico, quasi staccata dall’azione scenica) La ragione della mia voglia di morire era sempre la stessa: lui non mi desiderava più… lui non mi amava più! E la tragedia scoppiava tutte le volte che scoprivo una nuova relazione di mio marito.

Uomo              - (cercando di strappare la pistola alla donna) Ma cerca di capire, con le altre è un fatto di sesso e basta!

Antonia           - (divincolandosi) Già. E con me non c’è più nemmeno il sesso!

Uomo              - Ma con te è diverso… per te ho una grande stima…

Antonia           - Ah, beh, allora se c’è la stima! Cosa c’è di più importante fra un uomo e una donna? La stima, no? Vaffanculo!

Uomo              - Ohou!

Antonia           - (al pubblico) Sì, in quelle situazioni diventavo davvero triviale… ma erano le banalità sue, di mio marito, che mi facevano andar fuori dai gangheri. No, così non si poteva più andare avanti, lui con me non faceva più l’amore da un pezzo….

Uomo              - Non vedo proprio il gusto che ci provi nel mettere tutto in piazza….

Antonia           - Ah, ti secca, eh!... (al pubblico) In principio credevo fosse ammalato, esaurito… (fa per passare davanti alla finestra, il marito la blocca)

Uomo              - Attenta, c’è il vuoto!

Antonia           - No, c’è il proscenio…

Uomo              - Sì, ma la scena finisce qui.

Antonia           - Certo, ma io sono nella finzione, sto raccontando, quindi esco dal personaggio e posso uscire anche dalla scena. (al pubblico) Dicevo, temevo fosse esaurito… poi ho scoperto che aveva una vita sessuale intensissima, con altre donne naturalmente. E quando gli chiedevo di spiegarmi cosa gli fosse capitato… (direttamente al marito) Ma perché non mi desideri più….. perché non vuoi più fare l’amore con me?” lui scantonava.

Uomo              - Io scantonavo?

Antonia           - Sì, tu. Una volta hai tentato persino di dare la colpa alla politica.

Uomo              - (si siede sul davanzale con le gambe a penzoloni fuori dalla finestra) Io?!

Antonia           - (spaventata) Attento! C’è il vuoto!

Uomo              - Sono nella finzione..

Antonia           - No, tu no! Tu sei al quarto piano! (il marito scende dalla finestra; al pubblico) Dicevo che ha tentato di dare la colpa alla politica… ha tirato fuori il riflusso… i fascisti…

Uomo              - Beh? Questo fatto del riflusso, mica me lo sono inventato io, è un fatto reale. Perché non è vero forse che con il fallimento di tante lotte ci siamo sentiti un po’ tutti come frustrati, col vuoto sotto i piedi? Ti guardi intorno e cosa vedi? Disimpegno, cinismo!

Antonia           - Bravo! C’è chi, deluso dalla politica, pianta famiglia e figli e si butta a fare il verde fanatico dell’ecologia… chi pianta l’ufficio e si apre un ristorante macrobiotico, e chi pianta la moglie e si organizza un casino ad uso proprio! Tutta colpa della politica.

Uomo              - Sì, è un diversivo imbecille, lo ammetto, proprio da collezionista della scopata… ma ti giuro, con te è diverso… l’unica donna di cui non posso fare a meno sei tu… (si avvicina ad Antonia) la più cara che ho al mondo… il mio rifugio sicuro… (abbracciandola) come mia madre!

Antonia           - (furibonda) La mamma! Lo sapevo! La mamma! Grazie, mi hai avanzato di grado! Grazie! Le mogli sono come i burocrati dell’amministrazione statale, quando non servono più si promuovono, si eleggono presidenti di qualche ente inutile: “mamma onoraria” appunto! Beh, io preferiscoessere degradata al ruolo di amante di passaggio”! sbattuta sul letto… desiderata! Me ne frega assai di farti da cuccia calda! Teta tenera! La mamma! Ma non ti rendi conto di quanto sei pesante, rozzo! Di quanto mi stai umiliando! Cosa sono? Una ciabatta vecchia da sbattere al cesso? La mamma! Guarda che io mi posso trovare gli uomini che mi pare e piace.

Uomo              - (sorride, sfottente)

Antonia           - Hai poco da fare quel sorriso da imbecille sicuro di sé! Te lo dimostro: ti apro un casino… (altra reazione del marito) sì, un casino davanti al posto dove lavori. Batto il marciapiede avanti e indietro con un cartello in testa con su scritto: “Qui, lavata, profumata, in offerta speciale, si offre la moglie del dottor Mambretti. Sconti favolosi CRAL, ENAL e ARCI”.

Uomo              - Ecco cos’hai di bello tu, che riesci a mandare in vacca anche i miei momenti di onestà e di commozione sincera… Io cerco di aprirmi, di parlare…

Antonia           - E allora perché non parli? Parla! Spiegati… fammi capire… Cos’è questa smania  che t’è presa… Tutte ‘ste storie di letto… letto… sempre letto…! Con tutti i mobili che ci sono per casa…. (mentre Antonia, parla, l’uomo cerca di toglierle la pistola che lei ha sempre tenuto tra le mani) E molla ‘sta pistola!... Ti giuro che non mi sparo…

Uomo              - Parola d’onore?

Antonia           - Parola d’onore che non mi sparo… m’è passata la voglia. (l’uomo la lascia libera) Ho cambiato idea… è a te che sparo! (punta la pistola verso il marito)

Uomo              - Non fare scherzi!

Antonia           - Non scherzo affatto! (spara un colpo di pistola “quasi” verso il marito)

Uomo              - (allibito dallo spavento) Ma sei impazzita? Hai fatto partire un colpo! Per poco non mi prendi! Ma per me la finzione non c’è mai?

Antonia           - Zitto! Mani in alto, faccia al muro! Fermo così! Parlo con loro e poi ti ammazzo. (rivolta al pubblico, tenendo sempre la pistola puntata verso il marito)  E allora un giorno mio marito ha contrattaccato.

Uomo              - Cos’hai fatto tu per evitare che tutti si riducesse al pancotto? E quando ho reagito e ho cercato emozioni fuori dall’ambito familiare, incentivi, passioni, storie diverse, cosa hai fatto tu per capirmi?

Antonia           - Storie diverse? (al pubblico) Una mattina l’ho scoperto, con me in casa…lavata e profumata…pronta! L’ho scoperto in bagno che si masturbava come un ragazzino. Fuori orario! Anche quella era una passione diversa?

Uomo              - Sei meschina… Che piacere ci provi a sputtanarmi a ‘sto modo! Va bene sì, ogni tanto sono intimista! È sano! Mi scarica… specie quando soo teso e depresso… quasi come farsi una sauna!

Antonia           - Sì, la sauna del c… Non farmi dire volgarità!

Uomo              - Ecco sì evitalo, ci sono un sacco di uomini…

Antonia           - (minacciandolo con la pistola)Zitto! Mani in alto o sparo… (punta la pistola in direzione del sesso maschile) e so io dove! (al pubblico) Dicevo che mio marito ha contrattaccato, e cosa non è riuscito a tirare fuori: “Bisogna cheparliamo di più io e te… il nostro rapporto si salva solo se cambia il nostro atteggiamento culturale…” Ha tirato fuori l’ipocrisia delle convenzioni borghesi, il moralismo infame…

Uomo              - Certo! La fedeltà è una cognizione indegna, incivile! L’idea di coppia chiusa, di famiglia, è legata alla difesa di grossi vantaggi economici… di patriarcato. Insomma, quello che tu non vuoi capire è che io posso benissimo avere una relazione con un’altra donna e mantenere al tempo stesso con te un rapporto di amicizia… avere amore per te, tenerezza e soprattutto rispetto!

Antonia           - Leggi Alberoni? Hai detto 18 banalità, una dietro l’altra. Ho capito, chiuso con le cosiddette “corna” italiane all’antica.. ora ci si comporta da persone moderne, civili… politicizzate! E sono nate le corna democratiche! No, non ci sto. Non ce la farei mai col mio carattere… sono possessiva… sono un “cancro” ascendente stronza… Non ce la farei mai… Già mi vedo: suona il campanello, vado ad aprire. Chi è? Ah, è il marito. “Ciao, caro… e questo graziosa chi è?” Permetti: mia moglie… la mia fidanzata”… “Molto lieta. Ma com’è graziosa! Che classe fai cara? Accomodatevi, la cena è pronta… spero ti piaccia la nostra casa… ecco questa è la vostra camera da letto… che sarebbe poi la nostra… ma io ve la cedo volentieri… dormirò sul divano rattrappita con le ginocchia in bocca. Mugolate, urlate… non preoccupatevi per me… mi metto la cera nelle orecchie. Calmo!” Questo vorresti? Non ci sto! La coppia aperta è un bidone! Ci hanno fallito in tanti…

Uomo              - E chi se ne frega… proprio nel momento in cui gli altri falliscono, ci sbattono il musom noi ci dobbiamo buttare, reinventarla per noi!

Antonia           - Reinventare la coppia aperta? Fuori di casa! (al pubblico) Ma alla fine mi ha convinta. Per salvare il nostro matrimonio, la nostra amicizia, il nostro privato, bisognava rendere pubblico il nostro letto! (si siede sul davanzale della finestra e ci posa sopra la pistola) C’era il problema dei figli… “Ma i figli capiranno…” diceva lui. Incredibile, è stato proprio mio figlio Roberto che mi ha dato il coraggio di tentare: “Mamma basta, voi due non potete continuare in questa maniera, finirà che vi ammazziate! Dovete inventarvi qualcosa di diverso! Per cominciare, tu non puoi continuare a vivere come un’appendice del babbo… devi costruirti una tua autonomia! Il papà va a donne, e tu non per vendetta ma perché è giusto, sano, umano… ti trovi un altro uomo…” “Ma che dici… Roberto, figlio mio?!” Non so perché parlavo napoletano. “Mamma piantala! Ti trovi uno simpatico, magari più giovane di papà, possibilmente un compagno, non socialista che se no, quello lottizza anche te, ti aiuto io!”. “Oh Roberto,ma sono discorsi da fare alla tua mamma… guarda, son qui tutta sconvolta, sudata… Ma figurati se io, alal mia età, mi metto intorno a cercare uomini…”. No, - fa lui – basta che ti dichiari disponibile… vivi per te, mamma. Tenta almeno, mamma!” e io, all’appello del “mamma”, non ho saputo resistere ed ho tentato. (scende dal davanzale e si dirige verso la stanza da bagno). Per prima cosa, ho preso tutti i miei indumenti matrimoniali e li ho sbattuti via! Mi sono precipitata a rifarmi il guardaroba… sono andata all’UPAIM, detto anche UPIM… (entra nel bagno continuando a parlare) mi sono comperata pantaloni sbragosi… gonne pirlose… (entra in scena, indossa un maglione e sopra le calze degli scaldamuscoli. Ha una gonna in mano che posa sul tavolo) Mi sono fatto un trucco: viola! Ero orribile! E i capelli… taglio pazzo! Punk! Tutti i capelli in piedi! Parevo la reclame delle penne bick! E anche la camminata… sì, perché qualcuna di voi lo sa come ci si riduce quando il marito tradisce… quando “lui” non ti vuole più… tristiii!... brutte! Piangiamo!... diventiamo perfino gobbe! Io per esempio mi ero completamente dimenticata di avere i fianchi… Abbandonata sì, ma i fianchi ci li avevo anch’io, no? Camminavo senza un minimo di ancheggio… dura! Un baccalà! Camminavo per caduta, così: (esegue una camminata in avanti) un cammellone artritico! Guardavo sempre per terra… chissà… forse nella speranza di trovare un cento lire che mi portasse fortuna… soltanto cacche di cane! Che periodo nero! L’incredibile è che appena mi sono sforzata di essere un po’ alla mano, di accorgermi… di ricambiare sguardi di simpatia… beh, trovavo! Ma perché non l’ho saputo prima! Ma mi cascavano le braccia, dopo un po’ andavo in crisi. Erano tutti più giovani.. troppo più giovani di me. Ma cosa cercavano? La seconda mamma col rapporto edipico? Via! Via! Ci sono cascata soltanto una volta. Un amico di mio figlio… sui 27. bello, ma bello! L’occhio blu… no, ne aveva due di occhi. Blu!.. denti? 114! (un caimano… pareva un caimano) Innamorato pazzo… piangeva….mi telefonava… alzavo la cornetta: singhiozzi e basta… io sono una mamma. Un giorno ho detto: “Va bene, non piangere più caro”. Gli ho dato appuntamento. Estrema periferia. Terrore che mi vedesse qualcuno, volevo mettermi perfino dei baffi finti. Arrivo lì… dopo quattro ore di tram, ne ho cambiati tre, emozionata, come una cretina, col cuore che mi batte: TON, TON. Ci sediamo, arriva il cameriere: “La signora cosa prende? E suo figlio?”. Ma perché vogliono sempre stabilire le parentele! Stravolta “Fernet doppioM per lui, una gazzosa col biberon!”. C’erano anche degli uomini della mia età, ma sarà la scalogna, mi capitavano intorno dei personaggi tristi, ma così tristi! Vinti, avviliti, abbandonati, traditi dalle mogli e dalle amanti, dai figli, dai nipoti, perfino dal droghiere!

Uomo              - Insomma, proprio una festa!

Antonia           - Invece questo mio marito, dopo che gli avevo dato l’ok: “Vai, coppio aperto, fai l’amore in pace”, dovevate vederlo!

Uomo              - Beh, sì, era l’effetto “coppia aperta”. Non mi sentivo più perseguitato dal complesso di colpa… ero libero!

Antonia           - Libero! Non camminava più neanche per terra… volava! Io andavo in paranoia doppia, lui sempre pieno di avventure travolgenti. Mi raccontava…

Uomo              - Ma scusa, eri tu che mi dicevi sempre: “racconta, racconta!” e io ti raccontavo.

Antonia           - Sì, sono masochista! In quel tempo lui aveva una relazione con una ragazza sui trenta, ma tanto intelligente e sprediudicata… un’intellettuale di sinistra, conoscete il tipo, no?

Uomo              - Sì, era un’intellettuale, e allora? Perché lo dici con quel tono di disprezzo?

Antonia           - Io disprezzare l’intellettuale? Ero onorata di averla per casa! C’è stata solo una settimana un po’ faticosa. Era andata a New York – otto giorni andata e ritorno – e quando è tornata non si ricordava più una parola d’italiano! “Vorei… please…una taza?... tazina? Di acqua bolente nera!”. “Caaffè?”, “Oh, yes” Coffee!”.

Uomo              - Sei cattiva.

Antonia           - Lei lo amava in un modo, al contrario di me, non possessivo. Infatti aveva un altro uomo che a sua volta aveva una relazione con un’altra donna, la quale altra donna era sposata con un altro uomo che aveva… insomma, la catena di S.Antonio delle coppie aperte! Un lavoro! Nello stesso tempo aveva anche una storia con una ragazzina, molto carina… una golosona… mangiava sempre gelati, anche d’inverno, con la quale stava quasi per scherzare… lei andava a scuola e lui l’aiutava a fare i compiti.

Uomo              - Beh, era come un gioco, ci giocavo proprio con quella ragazzina!

Antonia           - Sì, sì giocavano… a nascondino sotto le lenzuola: Nau! Cettete! Lui mi raccontava:

uomo               - Mi piace perché è matta, imprevedibile, fa i capricci, ride, piange, vomita i gelati ancora interi. Mi fa sentire un ragazzo a mia volta e nello stesso tempo un padre…

antonia            - Un ragazzo padre!

Uomo              - Battuta facile…

Antonia           - Stai attento che non resti incinta, gli dicevo io. E lui: “Sì, certo, io ci faccio attenzione, ma quando lei va con gli altri ragazzi io mica ci posso stare appresso a controllare… lei non vuole!”. Dì che non è vero!

Uomo              - Sì, ma l’ultima era una battuta, è ovvio.

Antonia           - (al pubblico) Un giorno mio marito viene da me e tutto imbarazzato mi fa:

Uomo              - Senti, queste sono cosa da donna… perché non accompagni tu Piera….

Antonia           - Piera era la ragazza dei gelati…

Uomo              - …dal ginecologo a farsi mettere la spirale… forse tu riesci a convincerla… anzi, con te ci viene di sicuro…

Antonia           - (finge di acconsentire) Ma sì, faccio da mamma alla Pierina… sì…l’accompagno dal ginecologo e gli dico: “Signor ginecologo, sia gentile, metta la spirale alla fidanzata di mio marito”. (cambia tono) La infilo a te la spirale… nel prepuzio!così fai la pipì a girandola!

Uomo              - (al pubblico) E cco come ha reagito! E questo è niente! (alla moglie) Racconta, racconta cosa hai fatto!

Antonia           - (al pubblico) Sì, non sono stata niente di spirito… avevo appena aperto una scatola di pomodori pelati, cinque chili. Gliel’ho versata in testa e gli ho calcato giù, TRACCHETE! Il barattolo fino al monto. Pareva Lancillotto, pronto per il torneo, sponsorizzato dalla “Cirio”… Poi, approfittando del suo momentaneo imbarazzo, gli ho infilato una mano nel tostapane acceso! (ride divertita) Ah, ah…..

Uomo              - (al pubblico) Mi sono rimaste le righe. Sembrava una “paillard”. Ho camminato una settimana con due foglie d’insalata tra le dita per non dare nell’occhio. E poi le urla, gli insulti, proprio una bella coppia aperta, democratica!

Antonia           - E che pretendevi? (al pubblico) Avevo già fatto dei passi giganteschi verso la libertà centrifugata del sesso, ma pretendere che io, la moglie, mi mettessi addirittura a svezare le sue amanti infantili… Non so cosa gli fosse preso, prima non era così… un assatanato! Passava da una donna all’altra con una velocità! Sempre arrazzato! Io ho parlato con altre donne, amiche mie, ho fatto un’inchiesta…anche tutti i loro mariti, sempre arrazzati! Deve essere un virus: l’arrazzococco. Anche il nostro portiere è un arrazzatto! Sempre in cerca! Il fatto è che mio marito, non solo cerca, ma trova anche! È maniacale! Come certi cercatori di funghi, fissati, che van sempre per boschi e ne raccolgono tanti… li mettono sott’olio, li fanno seccare… soltache che lui colleziona…funghette…passere, passerine, topole. Giuro, ormai per me è diventata un’ossessione. Sono come pazza! Mi vedo la casa piena di sessi femminili, usati e ahbandonati, che occhieggiano tristemente dai portaceneri pieni di cicche. In bagno e, al posto della saponetta: “Oh, una passerina: buongiorno!”, mi metto una scarpa: “Aiuto, un topo!” no, è una topina! Sono passerine giovani, intelligenti, banali, stupide, buone, cattive, stupende, magre, bionde, brune, grasse. Io le tengo vive. Le annaffio. Il liquido apposito, vivificante, me lo passa la banca del seme di cui mio marito è socio onorario.

Uomo              - No, questo è troppo. Adesso non ci sto più. Per il piacere di mandare in estasi quelle tre o quattro fanatiche antimaschiliste viscerali, mi stai facendo addirittura il linciaggio!         

Antonia           - Beh, sì… forse per troppo amore del paradosso ho esagerato…

Uomo              - Chiamalo paradosso! Eccomi qua, ridotto ad un macchiettone collezionista di…funghette. Il classico Priapo-genitale assolutamente incapace del minimo sentimento… tutto fotti-fotti! Ma prima ti sei guardata bene dall’accennare al fatto che io, per esempio, con molte di quelle donne mi ci ritrovo anche solo per parlare e non necessariamente a letto.

Antonia           - Ma se sei tu che mi hai sempre detto: sesso! È soltanto sesso!

Uomo              - Certo, perché sono sicuro che se ti dico che fra di noi c’è soprattutto del sentimento ti incazzi ancora di più (esce di scena)

Antonia           - Sì, forse… devo ammettere che ogni volta che io gli raccontavo del mio blocco stronzo e moralista, (indossa la gonna) dell’impossibilità di avere un rapporto con altri uomini, lui mi dava la spinta, proprio da vero compagno, da amico comprensivo.

Uomo              - (entra in scena, si porta alle spalle di Antonia e con enfasi da teleromanzo dice) Dal momento che hai scoperto che io non sono l’uomo giusto per te, fatti un’altra vita. Devi trovare uno come si deve, perdio! Te lo meriti, sei una donna straordinaria, intelligente, generosa, piena di fascino.

Antonia           - (al pubblico) “Dallas” (al marito) No, no, ti prego… io non posso… io sto bene così…se tu non vuoi più stare con me… sola piuttosto, preferisco… sono tranquilla, credimi, sto bene…qui… nella mia casa… sono serena.

Uomo              - (al pubblico) E poi scoppiava a piangere e si voleva ammazzare! (Antonia salta di nuovo sul davanzale della finestra afferrando la pistola che aveva precedentemente posata, ben decisa a buttarsi) Fermati! Ragiona, non fare pazzie! (nel tentativo di bloccarla l’afferra per la gonna che scende fino ai piedi).

Antonia           - Non farmi morire senza la gonna! Voglio morire! Non ce la faccio più. Anzi, scusami se ti metto sempre di mezzo a darti angoscia… stavolta la faccio davvero finita: mi butto e intanto che precipito mi sparo!

Uomo              - Antonia, ragiona! Ma perché non cerchi di guardare le cose con un po’ di distacco… comportandoti  da persona normale (dopo le prime battute di Antonia, esce di scena)

Antonia           - (scende dalla finestra, al pubblico) Ed è arrivato il giorno che finalmente l’Antonia si è comportata da persona normale. (si leva la gonna e mentre parla fa esercizi ginnici) Mi sono trasferita in questa casa. Mi sono trovata un lavoro. Via! Fuori! Sono uscita. È importante lavorare. Vai in mezzo alla gente. La mattina esci di casa, prendi il tuo bell’autovus. Ma sai la gente che conosci in autobus!... Nessuno! Ti danno spintoni, ti toccano il sedere e pure ti scippano! Ma vedere, già la mattina presto, tutta ‘sta umanità incazzata…. Ristora… La sera no, la sera morivo. Televisione! Pubblicità: “Fa bene all’amore, far bene l’amore”: “Ackuel: pianificazione familiare”: e io ero lì sola come una cane! E allora sono andata al centro tossicodipendenti della zona.. Non è che fosse una gran festa, ma mi sentivo utile. Mio marito (entra in scena il marito indossando un soprabito ed una lunga sciarpa bianca) che, nonostante tutti i suoi grandi amori, non aveva mai smesso di venire per casa, si era accorto che di giorno in giorno apparivo più distesa.

Uomo              - Beh, soprattutto mi ero stupito del fatto che non ti interessassero più le storie delle mie avventure….

Antonia           - (al pubblico) In compenso, era lui che mi chiedeva…

Uomo              - E lei negava sempre!

Antonia           - Più che negare, io svincolavo come facevi tu in principio, ricordi? Non mi andava di parlarne, era una reticenza naturale… il marito è sempre il marito! (al pubblico) Poi però un giorno, mi sono decisa, gli ho detto: (al marito) “Sai caro, forse ho trovato l’uomo giusto!”.

Uomo              - Ah, sì? E chi è?

Antonia           - Fa lui, e di botto è andato in apnea, col fiato mozzo!

Uomo              - (seccato) Per forza! Mi hai preso in contropiede, mi sono sentito strizzare lo stomaco e mi si è gonfiata la pancia….

Antonia           - (al pubblico) Ah si, dimenticavo… mio marito ha una malattia bizzarra: aerofagia nervosa. Quando ha una forte emozione… anche il giorno del matrimonio ero così preoccupata! Gli si gonfia il ventre e… prot…prot!

Uomo              - Piantala! (getta il soprabito con rabbia) Già che ci sei, perché non lo fai ascoltare in stereo! (canta) prot, prot, prot, prot!

Antonia           - Avanti, rifacciamo tutta la scena per loro.

Uomo              - Sì. Stavamo giocando a carte… il mazzo lo facevo io. (si siedono al tavolo; il marito mischia le carte nervosamente)

Antonia           - La prima battuta è la mia. Ho detto: “Sai caro, forse ho trovato l’uomo giusto”.

Uomo              - Ah, come mi fa piacere…. Credimi, sono proprio contento per te! (dal nervosismo le carte gli cadono di mano).

Antonia           - Prima caduta di carte

Uomo              - L’uomo giusto. Finalmente! E chi è? Cosa fa? (raccoglie le carte)

Antonia           - Non immagini nemmeno… tanto per cominciare, non è del nostro ambiente.

Uomo              - Ah, no? Beh, preferisco.

Antonia           - E’ un professore…di fisica…

Uomo              - (con malcelato disprezzo) Insegnante? Beh, non si può avere tutto dalla vita!

Antonia           - Stai attento! Ha una cattedra alla Normale di Pisa.

Uomo              - Un libero docente? Caspita!

Antonia           - E lavora come ricercatore nucleare all’Euratom di Ispra.

Uomo              - Nucleare? (gli ricadono le carte)

Antonia           - Seconda caduta di carte…

Uomo              - (raccoglie le carte e le distribuisce) Interessante…Quindi avrai imparato tutto sulla sicurezza e i vantaggi delle nostre centrali atomiche. T’avrà anche convinta che il posto più sicuro per installare una nuova megacentrale atomica è Pozzuoli.

Antonia           - Ironico! Pozzuoli, un terremoto ogni quarto d’ora. No, lui è contrario a tutte le centrali che si impiantano da noi. Dice che sono progetti vecchi, messe su con materiale già scartato dagli americani, catorci molto pericolosi… e che i nostri governanti, quelli che hanno accettato di impiantare le centrali nucleari, sono dei grandi mascalzoni perché si sono fatti corrompere, ma soprattutto sono più pericolosi in quanto imbecilli. M’ha detto un suo collaga che solo perché è insostituivile al Centro, se no l’avrebbero già fatto fuori da un pezzo.

Uomo              - Insostituibile? Ah, è un gran cervellone!

Antonia           - Sì, lo è, ma non si da mai arie da padreterno! È delicato, intelligente. Dice di quelle frasi che andrebbero scolpite nel marmo… passeranno alla storia. Quando ne dice una… lui gira la testa e io tiro fuori un taccuino e scrivo tutto. L’altro ieri mi ha detto: “Il più basso livello intellettivo ce l’hanno senz’altro i politici, ma subito dopo arriviamo noi scienziati….è così infatti che, insieme, abbiamo combinato Hiroshima”:

uomo               - Caspita, che grinta!

Antonia           - Grintoso, nucleare, politicizzato, spiritoso… mi fa impazzire! Passo delle giornate stupende. Poi ho scoperto che è stato proposto per il premio Nobel. (butta le carte sul tavolo) Chiuso in mano!

Uomo              - (butta le carte per aria con malcelata stizza) L’amante di mia moglie quasi Nobel! È bello scoprire di avere dei geni in famiglia. Sono molto onorato.

Antonia           - Sì, ma l’altra volta non l’avevi detto con quel tono così sciolto. Tìè cascato il labbro sinistro, che ho dovuto tirartelo su. Sembrava ti fosse venuta una paresi.

Uomo              - (molto imbarazzato) Scusa la domanda indiscreta… Siete già stati insieme… voglio dire… avete già fatto l’amore?

Antonia           - (al pubblico) E formulando questa domanda, lui, il marito spregiudicato e sciolto, il “coppio aperto”, è andato di nuovo in apnea….prot….prot…

Uomo              - Finiscila con i dettagli! E rispondi alla domanda.

Antonia           - Vorrei dirti di sì… ma è no!

Uomo              - (con malcelata soddisfazione) Niente amore? Perché? Cosa c’è che non va?

antonia            - Niente. Lui mi piace molto… se sento anche il desiderio, ma non me la sento ancora. Lui è stato straordinario… ha capito subito…

Uomo              - Ha capito? Cosa ha capito?

Antonia           - Che ero a disagio. Mi ha detto: “Eurenia….”

Uomo              - Perché Eurenia? Non ti chiami più Antonia?

Antonia           - Sì, ma lui mi chiama Eurenia… è una particella vitale del plutonio. È un fisico… cosa vuoi che mi chiami “tesoro” come l’idraulico?

Uomo              - Perché, l’idraulico ti chiama tesoro?

Antonia           - Ma no! È per dire che non è banale… “Eurenia, è una cosa troppo importante questa nostra storia, per bruciarla così. Abbiamo bisogno di fiato… abbiamo bisogno di respiro”. “Sì, ho aggiunto io – se noi facciamo subito l’amore, rischia di risolversi in una scopata e via. Già mi è successo un’altra volta… poi mi sono sentita uno straccio!”.

Uomo              - (agitatissimo e aggressivo) Quando è successo una scopata e via uno straccio? L’altra volta non me ne avevi parlato!

Antonia           - E’ stato un rapporto senza alcun valore, credimi… sesso, soltanto sesso!

Uomo              - Ma che, mi fai il verso? Questa era una battuta mia di prima.

Antonia           - Non è affatto una battuta per me, tu lo sai… se non c’è amore, poi mi sento svuotata, mi sento triste.

Uomo              - (perentorio) E chi era quello della svuotata triste?!

Antonia           - E che t’importa?

Uomo              - M’importa si! Io ti racconto sempre tutto di me.

Antonia           - E io no! Io sono riservata! Anche col professore ho fatto fatica a dirglielo.

Uomo              - Ah, a lui l’hai raccontato!

Antonia           - Ah, sì, al professore sì. Mi sembra giusto, onesto, non nascondergli niente, mostrarmi a lui così, come sono.

Uomo              - E con me invece puoi mostrarti anche come non sei che tanto… (preoccupato) E’ una cosa seria allora con l’atomico…

Antonia           - Penso proprio di sì. Perché? Preferiresti fosse da morire dal ridere?

uomo               - (con calma) Ma perché? Sono stato io a darti i consigli… e sono stato io a dirti come ti dovevi comportare. So essere anch’io un essere civile sai… democratico e comprensivo. (fa un urlo, perdendo il controllo di sé) AHAHAHHA! Sono uno stronzo! Guarda qui: sono tutto sudato! Mmi sento proprio il prototipo perfetto del maschio di merda!

Antonia           - Eh sì, bisogna dire che la coppia aperta ha i suoi svantaggi. Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola: quella del maschio! (trattenendo a fatica il riso) Perché se la coppia aperta è “aperta” da tutte e due le parti ci sono le correnti d’aria! (ride a crepapelle).

Uomo              - L’hai detto. Tutto mi va bene finchè sono io a mollarti: ti uso, ti butto, ti scarto, ma guai, se qualcuno si permette di raccoglierti! Se un figlio di puttana si accorge che tua moglie è ancora affascinante, se pur abbandonata, e la desidera e l’apprezza, allora c’è da impazzire dal rodimento! Per di più scopri che il raccoglitore infame è anche più intelligente di te, plurilaureato, spiritoso… democratico…

Antonia           - Non ti sbattere giù così…

Uomo              - Cristo! Manca nacora che suoni la chitarra e canti il rock!

Antonia           - (allibita, dopo un attimo di pausa) Lo conosci?!

Uomo              - Conosco chi?

Antonia           - Aldo, il professore… Mi hai fatto pedinare!

Uomo              -- Pedinare? Ma che dici?

Antonia           - E come fai allora a sapere che suona la chitarra e canta il rock?

Uomo              - (sbalordito) Perché…. Canta il rock davvero?

Antonia           - Sì, chi te l’ha detto?

Uomo              - Ma nessuno! L’avevo detto così, per caso… e ho indovinato! ma porca di una miseria! L’atomico che canta. E io sono pure stonato! Ad ogni modo, un cervellone della sua età che si mette a fare il verso a Lou Reed…

Antonia           - Perché alla sua età? Ha trentotto anni… sette meno di te. E poi non fa affatto il verso a Lou Reed. Ha uno stile tutto suo… suona il pianoforte come un angelo… la tromba… con la bocca… imita lo slang americano: (canta alla Armostrong) ai ui scia nu do ne old girl i my drink…

Uomo              - Ah sì? Rifà lo slang americano… è libero docente a Pisa, è dirigente all’Euratom di Ispra… scommetto che dorme sul pomo del letto, come Eta-beta!

Antonia           - Compone anche…

Uomo              - Me lo stavo chiedendo: chissà se compone?         

Antonia           - Sì, musica e parole… ne ha scritte due o tre di grande successo (con un certo imbarazzo) Ne ha composta anche una dedicata a me. Mi vergogno un po’, ma tu sei il mio grande amico… se vuoi te la canticchio.

Uomo              - Continua pure a vergognarti.

Antonia           - Ti ringrazio tanto di non aver insistito… mi sarei sentita in grande imbarazzo a cantare a mio marito una canzone che il mio nuovo uomo ha scritto per me… Fa così: (accende il registratore, la voce che canta è quella di Dario Fo).

                        -          - “E tu eri già lì…

                        -          - Non avevo ancora formato il numero

                        -          - Il numero dei miei desideri

                        -          - E tu eri già lì…splendida…

                        -          - Sul quadrante dei miei pensieri

                        -          - Con la velocità d’un componitore telefonico

                        -          - Tu sei arrivata

                        -          - Interferenza bellissima

                        -          - Splendida..

                        -          - M’hai mandato in tilt tutti i relè

                        -          - M’hai mandato in tilt tutti i relè… Oh yes!”

Uomo              - Bella. Sembrava Dario Fo! Più che da un ingegnere nucleare sembra scritta da un tecnico della Sip….

Antonia           - (divertita) Ah, ah, hai ragione, non ci avevo pensato, glielo voglio proprio dire appena lo vedo!

Uomo              - Quando lo vedi?

Antonia           - Fra poco a colazione.

Uomo              - A colazione? Di già? (si mangia nervosamente le unghie)

Antonia           - Sì, passiamo insieme il week-end! Ti spiace? Ho solo un’ora per vestirmi. (entra in bagno)

Uomo              - Ma perdio, se è così importante per te, se ci stai bene insieme, cosa aspetti ad andare a vivere con lui?

Antonia           - (dal di dentro) No, no per carità… Non farò mai più la fesseria di rimettermi in coppia fissa con un uomo. Basta!

Uomo              - Neanche se… faccio così per dire… se te lo riproponessi io?

antonia            - Mai! Scusami ma ho sofferto troppo.  Ma che ti prende? (entra in scena vestita a metà) Ti sento nervoso. Ti stai mangiando le unghie da un’ora. Sei arrivato alla seconda falange amore… Beviti un po’ di Schnaps danese… distende… (rientra nella stanza da bagno)

uomo               - Che schifo!

Antonia           - (dal di dentro) La Schnaps?

Uomo              - No, la Schnaps è buona, sono io che faccio schifo. (si versa da bere) Del resto l’ho voluto io… mica ci posso fare niente. Sono stato io a proporti la coppia aperta, e mica posso pretendere che tu torni indietro solo perché a me secca. È un tuo diritto sacrosanto organizzarti una tua vita! (tra sé) Dio le stronzate che sto dicendo! Ma scusa, a te il rock non faceva vomitare? Roba da psicopatici, deficienti, dicevi. Appena sentivi il bam-bam-batapang trun trun del sound, ti veniva il mal di stomaco!

Antonia           - (esce dal bagno quasi vestita) Sì, è vero. Era il classico rifiuto ottuso di tutto quello che è nuovo, che non si riesce a capire…

Uomo              - E non è che adesso dici che ti piace il rock perché è di moda? Perché fa giovanile, vivace e lo suona il professore. Tutti  ‘sti cambiamenti sul postmoderno. Dì la verità: è lui che ti ha dato la dritta.

Antonia           - (va a raccogliere le carte che erano rimaste a terra) E già, se una donna migliora, si trasforma, dietro ci deve essere sempre l’uomo, il Pigmalione di turno… Che mentalità cogliona! (squilla il telefono)

Uomo              - Se è qualcuna delle mie donne, rispondi che non ci sono, che non sono qui.

Antonia           - Perché?

Uomo              - Così… non mi va di parlare.

Antonia           - Si nega all’harem! (risponde al telefono) Pronto? (con voce ispirata) Ciao… santo cielo, perché telefoni? Sono in ritardo? Ah, che spavento! (al marito, coprendo con la mano la cornetta del telefono) E’ lui!

Uomo              - Lui chi?

Antonia           - Va via! (al telefono) Sì, sono quasi pronta… (spaventata) Vieni tu? Qui a casa? Quando? Mezzora… (imbarazzata) No… sono sola… sono solissima… (sempre più imbarazzata) Sì… te lo dico: “tanto”. Sì, va bene, te lo dico per intiero: ti amo tanto! Ciao… ciao… (quasi miagolando) ciao… (sbatte violentemente la cornetta sul telefono) Potevi fare anche a meno di stare a guardarmi con quegli occhi lì, maledizione! Mi hai messo in un imbarazzo tremendo! Sembravi il Minotauro! Sembravi Pietro Longo nei suoi momenti migliori!

Uomo              - Perché hai detto che sei sola? Ti seccava forse fargli sapere che c’ero io?

Antonia           - No… anzi sì, hai indovinato: mi secca.

Uomo              - Hai capito! Scopriamo che il cervellone è geloso!

Antonia           - Geloso! Non dire cazzate! Beviti la tua Schnaps e vattene.

Uomo              - Andarmene? Perché?

Antonia           - Non hai sentito? Sta per arrivare qui “lui”.

Uomo              - Ma che è? Si scamviano le parti adesso? Il marito che deve sparire per non farsi sorprendere dall’amante? Allora è vero: è geloso di me!

Antonia           - Non è affatto geloso. Non mi va che vi incontriate.

Uomo              - Ah! Hai paura scopra che non è poi quel fenomeno che dici…anzi… che non mi piaccia: “E’ tutto qui? Che delusione!

Antonia           - Prima di tutto alza la mano perché l’atomico non è un nano! Se vuoi sapere la verità, ho paura che sia tu la delusione, che sia tu a non piacergli.

Uomo              - Come, come?

Antonia           - Vedi, io gli ho fatto un ritratto di te molto lusinghiero… ti ho descritto come un uomo superintelligente, spiritoso, spregiudicato, generoso…

Uomo              - Ah, perché io, invece, non sarei affatto…

Antonia           - No, hai i tuoi pregi, anche tu… ma ecco, diciamo che ho un po’ esagerato, non sono rimasta fedele al modello reale… Si sa, ognuno ha i suoi difetti… io ti voglio bene anche con tutti i tuoi lati peggiori. Ci conosciamo da una vita… ti ho sposato che ero una ragazza… non capivo niente… ma oramai sono talmente cambiata che uno, conoscendomi come sono oggi, non può immaginare come una donna come me abbia potuto vivere per tanto tempo con un uomo come te!

Uomo              - (sbalordito) Ma ti rendi conto di come mi stai offendendo?

Antonia           - Cerca di capire caro… (entra nel bagno e ne esce subito vestita di tutto punto)

Uomo              - Ma  chi ti credi di essere?

Antonia           - Sono un’altra donna! (va a sedersi per infilarsi gli stivali)

Uomo              - (non riesce più a frenare la sua ira) Sì, ma nel senso che ti sei stravolta, ti ha dato di volta il cervello! Ti sei montata la testa per via che frequenti i cervelloni, gli snob che fanno canzonette rock. Ma io me ne frego di te… e dei tuoi snob stronzi con sopra la creme-caramel!

Antonia           - (al pubblico) Che signore! (al marito) Me l’aspettavo la scenata. Adesso per favore vattene via! A parte che con quella sciarpa lì… mi fai ridere, scusa, pare una stola… sembri un prete che va a benedire le case per Pasqua…

Uomo              - Basta, basta! Io non ce la faccio più, basta! (l’uomo da di dietro mette la lunga sciarpa bianca che aveva addosso intorno al collo di Antonia e tenta di strozzarla, poi di colpo di blocca) Dio mio, che ho fatto?

Antonia           - (allibita e spaventata) Ma dico? Ma sei scemo?! Disgraziato…. Mascalzone! Venire a suicidarmi in casa mia!

Uomo              - E’ colpa tua! Guarda, guarda… cosa mi hai fatto fare! Tu non fai altro che provocarmi.

Antonia           - Io?!

Uomo              - Ma io ti volevo ammazzare…. Capisci? (gli tremano vistosamente le gambe)

Antonia           - Ho avuto il dubbio! Beh, adesso piantala! Vattene via, non voglio più vederti! Uxoricida! E non far tremare le gambe, tanto non mi commuovi! Smettila! Guarda ti si sta gonfiando il ventre a vista d’occhio… Adesso da bravo… vai in bagno e ti scarichi….

Uomo              - (esasperato) Finiscila!

Antonia           - Se ti offende tanto andare in bagno, scaricati qua. È un po’ d’aria dopo tutto. (indica il pubblico) Mi dispiace per loro! Per me non preoccuparti… io per te sono la mamma! Anzi ti metto uno slow che ti aiuta a rilassarti…

Uomo              - Basta! Sei una carogna!

Antonia           - Sono io la carogna, eh? Io cerco di buttarla in ridere, di sdrammatizzare per non farti sentire in colpa… vuoi che ti dica la verità? Sto morendo di paura. Avessi visto gli occhi che hai fatto! Sembravi Wojtyla quando gli parlano degli antifecondativi…

Uomo              - Sì, lo immagino, ma mi sono sentito stroncato… all’idea che tu mi volessi piantare per sempre mi sono sentito così disperato… Antonia, io ti amo. (cerca di abbracciarla)

Antonia           - No, che fai… devo uscire… lasciami….

Uomo              - Ti prego, spogliati… baciamoci…

Antonia           - Ma stavo uscendo, caro… ho un appuntamento.

Uomo              - Facciamo l’amore subito… ti aiuto a spogliarti… (le toglie la gonna, gli stivali e la distende sul tavolo senza accorgersi del telefono che si trova proprio sotto la schiena di Antonia)

Antonia           - Il telefono…. Il telefono….

Uomo              - (risponde al telefono) Pronto? (alla moglie) Non c’è nessuno. (riprende ad assaltare Antonia) Io ho bisogno che tu mi dimostri…

Antonia           - Che ti dimostro cosa? (ora i due sono in piedi vicinissimi)

Uomo              - Che io valgo ancora per te…

Antonia           - (abbracciandolo strettamente) Sì, hai ragione… è questione di amor proprio…. (mentre Antonia parla, l’uomo standole avvinghiato, si slaccia i pantaloni e se li lascia scivolare fin sulle scarpe) Sì,… io ti amo! Tu sei il solo… tu sei l’unico. Tu sei il più grande….stronzo!

Uomo              - (si stacca da Antonia allibito) Ehi, ma sei impazzita?

Antonia           - Ma guardati lì, con giù i pantaloni… fai pietà! Ma cosa ti credi di essere? … il vescovo di “Uccelli di rovo?”

Uomo              - Ma io ti amo! Che ho fatto dopo tutto? Ho chiesto solo di fare l’amore con te!

Antonia           - Ha chiesto niente, eh? Quanti anno sono che non sai nemmeno se sono al mondo… e adesso perché c’è l’atomico… il pericolo atomico, il… day after… bisogna fare l’amore di corsa… sul tavolo corto… col telefono infilato nella schiena. E poi parla di coppia aperta! No, tu vuoi solo ritornare in possesso di quel che è tuo per legge! Tu puoi imprestarmi se lo stabilisci tu, ma non cedermi! Se tu potessi, mi metteresti un marchio a fuoco sul sedere con le tue iniziali, come a una manza! Proprietà privata! (si riveste)

Uomo              - Esagerata! Parli come una di quelle femministe vecchia maniera… che fai, ti rivesti? Allora non vuoi proprio? Ma dico, allora è finito davvero? Tutto chiuso? (perentorio) Antonia, si può sapere cosa ti sta prendendo?

Antonia           - Chissà cosa mi prende!

Uomo              - Mi sembri completamente partita per la tangente.. .mi sembri diventata… non so come dire…. Ecco, completamente estranea, di un altro mondo. Io ti voglio come prima. (addolcendosi) Cerca di ritrovarti. La stessa che mi insulta… che dice parolacce… che si vuole buttare dalla finestra, che mi spara… senza prendermi. Questa è l’Antonia che preferisco… ritrovati!

Antonia           - Ritrovati! Torna ad essere la mia Antonia disperata… buttati giù dalla finestra il giovedì, impiccati il venerdì… sabato riposo, che devo andare a donne. Ritrova il tuo io! Come sei banale! Tutto l’illuminismo imbecille, da carta dei cioccolatini.”Non posso uscire oggi… non trovo il mio “Io”. L’Ego! Chi mi ha toccato l’Ego?... chi me l’ha preso? Signora, ha visto passare me stessa? Si, era in bicicletta, col suo complesso di Edipo sulla canna!”.

Uomo              - Senti, senti! Che ironia, che linguaggio, che lessico! E poi s’incazza se dico che quel professore le ha fatto scuola.

Antonia           - Accidenti, mezz’ora è già passata da un pezzo….. Tutta colpa tua, che mi hai fatto chiacchierare come una scema. Su, vattene! (l’uomo si dirige alla porta d’ingresso) No, non da lì, esci dalla porta della cucina, che se no rischi di incontrarlo per le scale.

Uomo              - (risentito) Ah, pure dalla porta di servizio mi vuoi scaricare. Da marito sono sceso al ruolo di fornitore: il ragazzo del salumaio!

Antonia           - E va bene, se sei tanto permaloso esci da dove ti pare, ma sbrigati!

Uomo              - No!

Antonia           - Cosa no?

Uomo              - Non mi muovo. Ci ho ripensato. Lo aspetto, voglio proprio vederlo in faccia!

Antonia           - Ma sei pazzo? Mi avevi promesso…

Uomo              - Non ti avevo promesso un bel niente. È mio diritto sacrosanto conoscere l’amante di mia moglie. Voglio vederlo negli occhi e se, quando mi guarda, accenna una smorfia di disprezzo e fa la pantomima del rokettaro che schitarra, gliela spacco in testa la chitarra!

Antonia           - Ti prego, non rovinarmi tutto, vattene…

Uomo              - No!

Antonia           - Sei un bastardo! Ma come, prima fai di tutto… una testa tanta, per convincermi ad accettare ‘sta schifezza della coppia aperta, per essere moderni e civili. A me viene da vomitare, ma per farti piacere, accetto. Sto male, ma dai e dai, anche perché tu insisti, mi adatto a cercarmi un uomo. Lo trovo. Mi piace. Me ne innamoro… e adesso tu, figlio di puttana, mi vuoi sbattere tutto all0aria e ti vuoi mostrare a lui come sei: triviale e meschino… e gli vuoi spaccare anche la chitarra in testa! Ma allora dillo, che mi vuoi morta. D’accordo, sai che ti dico? Stavolta mi ammazza davvero! Il gas, apro il gas… (corre verso la cucina)

Uomo              - (bloccandola) No, ferma! Risparmia il gas. Me ne vado, ma dalla finestra, così ti levo il fastidio di presentarmi, per sempre! (l’uomo sale sul davanzale della finestra)

Antonia           - Non essere ridicolo! Scendi di lì… fai solo pena!

Uomo              - Ma come, quando ci Sali tu, sul davanzale, è tragico, sconvolgente… ci monto io ed è ridicolo e penoso?

Antonia           - Certo, è sempre questione di stile. Avanti, scendi!

Uomo              - Per forza! Se tu non collabori, non c’è drammaticità. Io ti davo sempre una mano… ti trattenevo per una caviglia, ti imploravo…

Antonia           - Ma io cosa ti trattengo, cosa? Che se ti butti giù, pesante come sei, tiri giù anche me. E io adesso non voglio morire neanche morta. Sono felice. Su scendi, ti prego… fallo almeno per le tue donne… Pensa alla cerimonia funebre… tutte le tue donne in corteo… BRUM!BRUM! Una manifestazione! Pensa al disagio… a litigarsi il ruolo della più disperata a gomitate… Te ne cascano due dentro la fossa… quella col gelato in mano che ti sporca tutta la bara nuova.

Uomo              - Ah sì, mi sfotti pure? (scende dalla finestra) E va bene, allora, stai a vedere (afferra la pistola) quando facevi la sceneggiata tu, era quasi sempre scarica, ma stavolta i proiettili ce li metto io… il caricatore è pieno! (esegue)

Antonia           - Ma perché ‘sto spreco? Ne basta uno! Ma piantala! Ma io ero ridicola come te? Dai qua, non fare il pazzo, ti potrebbe scappare un colpo per davvero… (cerca di togliergli la pistola)

Uomo              - Lasciami andare, m’ammazzo! (parte un colpo)

Antonia           - Cretino! Hai fatto partire un colpo!

Uomo              - Beh, niente di male, è andato a vuoto!

Antonia           - Mica tanto a vuoto… m’hai beccato in pieno un piede!

Uomo              - Oh, mi dispiace! (le passa la stampella)

Antonia           - Quello che c’è di buono in questa casa è che una stampella non manca mai… Sei un disastro, un incapace! Non sei nemmeno in grado di suicidarti per tuo conto senza coinvolgere la moglie. (si va a sedere)

Uomo              - Hai ragione, sono un fallito.

Antonia           - Senti, fallito. Siccome qui sanguina e fra l’altro sto macchiando il tappeto, ti dispiace andare in bagno a prendere un asciugamano….. una benda… .qualcosa.

uomo               - Sì, sì, vado subito. Meno male… dev’essere solo di striscio. (entra in bagno e torna immediatamente con lo scaldamuscoli che indossava Antonia. Le si avvicina e glielo annoda intorno al piede. Si percepisce il rumore dell’acqua che riempie la vasca)

antonia            - Sì, sì, è solo una graffiatura, proprio come nei films, la protagonista non viene mai colpita in modo grave, se no… (guarda lo scaldamuscoli intorno al suo piede) Sono contenta! Sono molto contenta…. Lo scaldamuscoli per le ferite di arma da fuoco è quel che Dio fece! Speriamo mi venga un’infezione! Sei tu che hai aperto l’acqua della vasca?

Uomo              - Sì, io.

Antonia           - E perché? Se ti scappa di lavarti, vattene a casa tua!

Uomo              - (drammatico) A casa non ho una vasca, e con la doccia non funziona.

Antonia           - Cosa non funziona? Adesso basta, vattene! Vuoi capire che non mi va che ti trovi qui!

Uomo              - Non ti darò molto fastidio, vedrai. Quando il tuo cervellone arriva, ti potrai far aiutare da lui a tirarmi fuori dalla vasca (inizia a togliersi la giacca e entra in bagno)

Antonia           - Ma guarda che io col cervellone ho ben altro da fare.. e poi perché mai io e il cervellone dovremmo tirarti fuori dalla vasca?

Uomo              - (affacciandosi alla porta del bagno) Perché da sola non ce la faresti: i cadaveri pesano.

Antonia           - (finge disperazione) Ohooohh!... mio marito che si affoga nella mia vasca da bagno… con in testa la mia cuffietta di plastica a fiorellini per non bagnarsi i capelli! (cambia tono) Senti, guarda che per affogarsi nella vasca da bagno ci vuole una forza  di volontà sovrumana! Figurati, riuscire a startene sott’acqua col naso tappato, e autosoffocarti… ci vuole una determinazione! Non ce la farai mai col tuo carattere!

uomo               - (affacciandosi alla porta del bagno con in mano il fon) Non temere, non ci saranno ripensamenti. Una volta dentro la vasca con in mano l’asciugacapelli con la spina inserita sul 220, mi basterà far scattare la qui presente levetta e: PATAFLAMM! Una gran fiammata e oplà, fulminato!

Antonia           - Ho capito: ieri sera in TV hai visto “Goldfinger” sul nostro canale 5.

Uomo              - No, non ho bisogno di films, né di professori di fisica io, per farmi venire delle ideem le ho da solo io, le idee!

Antonia           - Le idee stronze!

Uomo              - Va bene, adesso scusa, ma mi devo preparare. (entra in bagno chiudendosi la porta alle spalle) Mi devo spogliare.

Antonia           - (sfottendolo) Ti suicidi da nudo? (si avvicina alla porta del bagno)

Uomo              - (dal di dentro) Certo, ho anch’io il mio stile! Mica pretenderai che entri nella vasca con giacca e pantaloni!

Antonia           - (bussando alla porta del bagno) Basta scherzare, adesso esci di lì ti prego… Va bene, forse ho sbagliato, ho esagerato nell’umiliarti. Esci, ragiona! Parliamone… da gente civile. Esci! (sbircia dal buco della serratura)

Uomo              - Troppo tardi cara… e non sbirciare dal buco della serratura! Non ti vergogni?

Antonia           - (continuando a sbirciare dalla serratura) Pazzo, pazzo… ha inserito davvero la spina dell’asciugacapelli! Fermati!

Uomo              - Certo, così impari a umiliarmi senza pietà! Voglio morire! Ahoo! Come è fredda l’acqua! Ma non funziona mai il boiler in questa casa?

Antonia           - No, fermati! Non è vero niente! Ho inventato tutto io. Il professore non esiste!

Uomo              - (facendo capolino dal bagno) Hai inventato Eta-beta? E il trillo del telefono poco fa? L’hai fatto tu con la bocca? (entra in scena avvolto alla meglio in un telo da bagno; ha in mano il fon che ogni tanto punta verso la moglie)

Antonia           - No, qualcuno aveva sbagliato numero, ha riattaccato e io ho continuato a far finta che ci  fosse lui.

Uomo              - Complimenti, che attrice! No, no… non sta in piedi. Tu stai solo cercando di distrarmi e di farmi perdere tempo, così quando arriva il professore insieme mi saltate addosso e mi bloccate. (Antonia fa per bloccarlo, l’uomo indietreggia puntando il fon come una pistola) Ferma lì! Non venirmi vicino sai… o mi butto!

Antonia           - Ti prego, non suicidarti a colpi di fonate… Ora chiamiamo l’Euratom di Ispra. Adesso faccio il 12 e chiedo il numero. (esegue) Voglio ridere quando dirai: “Pronto, scusi, da voi c’è un capo delle ricerche che fa il rockettaro?”. Voglio ridere che cosa  ti risponderanno. (al telefono) Pronto? Scusi, mi dà il numero dell’Euratom di Ispra? (l’uomo blocca il telefono) Non telefoni?

Uomo              - Allora ci sono cascato come un fesso? Hai inventanto proprio tutto?

antonia            - Mamma mia, che spavento ho preso! Sei calmo adesso? Sì, ho inventato tutto, ma era per farti capire come si soffre… Sì, ci sei cascato come un fesso, ma poi …. Risorgerai!

Uomo              - No, sei tu che ci sei cascata!

Antonia           - Cascata dove?

Uomo              - Nella balla del suicidio.

Antonia           - Era una balla?

Uomo              - Guarda qui, la levetta del contatore…. Era abbassata… è  tutto spento. Per il gusto di fare la sceneggiata mica volevo rischiare di finire flambè come un bonzo. Adesso torna la luce.

Antonia           - Hai inventato tutto?

Uomo              - Sì! È stato tutto uno spasso, ah,ah, ad ogni modo ti devo ringraziare… mi hai divertito un mondo! Come fa quella canonzina? (canta sgangherato) “Mi sei apparsa sulla linea telefonica….”

Antonia           - Sei un bastardo infame! Questa me la paghi! Ed io che mi affanno a farti credere che il professore non esiste. Mascalzone, farabutto!!!!

Uomo              - Eurenia, basta! (suonano alla porta) Vai tu ad aprire che io me la sto facendo sotto… (continua a cantare sfottente) “E sei apparsa tu… sul mio quadro dei relè… sono andato in tilt….”

Antonia va ad aprire; entra in scena un uomo sulla quarantina: è il professore.

Professore       - Scusami, sono un po’ in ritardo… (i due si abbracciano)

Uomo              - Chi è?

Professore       - E’ tuo marito? Sbaglio o sta canticchiando la mia canzone?

Uomo              - Scusim lei chi è?

Antonia           - Ma caro, chi deve essere… è il professore rockettaro!

Uomo              - Lui? Noo! Eta-beta esiste! (l’uomo afferra il fon e corre come un disperato verso il bagno, entra, si sente un tonfo; gran fiammata)

Antonia           - Oh, noooo!!!!

Stacco musicale

BUIO