Una farsa per Colette

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Le pillole d’Ercole

luglio 2015


Farsa insolita in due atti,

dal sapore frizzante, ma con un punto d’amaro

di  Mario Pozzoli

1ª rappresentazione:      Buccinasco,  19 marzo 2016

                                      Auditorium della Fagnana – via Tiziano

Questa commedia è tutelata dalla SIAE  (codice SIAE:  920080 A)


P E R S O N A G G I

(in ordine di apparizione)

       01)    COLETTE   

       02)   IVAN

       03)   PAPÁ       (di Colette)

       04)   CESARE CHLESTAKOV

       05)   LUIGI      (fratello di Ivan)

       06)   BARBARA   (moglie di Luigi)


E L E N C O  S C E N E

ATTO  PRIMO

Antefatto - In riva al fiume

           (E’ circa mezzanotte)        Colette Ivan

Scena 1  (E’ circa mezzanotte)        Colette Ivan   Papà  Cesare   Luigi  Barbara

Scena 2  (La mattina seguente)       Colette Ivan                     Luigi  Barbara

Scena 3  (Una settimana dopo)        Colette Ivan                     Luigi  Barbara

Scena 4                                          Colette Ivan          Cesare   Luigi 

Scena 5                                       Colette Ivan          Cesare   Luigi 

Scena 6  (Alcuni giorni dopo)           Colette                          

Scena 7                                          Colette Ivan                     Luigi  Barbara

ATTO  SECONDO

Scena 8  (Alcuni mesi dopo-

             Prima di cena)                Colette Ivan                     Luigi  Barbara

Scena 9                                          Colette Ivan   Papà                                    

Scena 10                                     Colette Ivan                     Luigi  Barbara

Scena 11                             Colette Ivan                     Luigi  Barbara

Scena 12  (La mattino seguente)     Colette Ivan                     Luigi  Barbara

Scena 13                                        Colette          Papà                  

Scena 14                                        Colette Ivan                                     

Scena 15                                                                                         Luigi  Barbara

Finale - In riva al fiume

           (E’ circa mezzanotte)        Colette Ivan   Papà


ATTO   PRIMO

NOTE:                  Il 1° atto si svolge in un soggiorno molto disordinato, nulla è al suo posto.

                               Sul fondo a dx: l’entrata della casa.

                               Sul fondo a sx: verso le altre stanze.

                               L’Antefatto si svolge su un ponte o su una strada in riva ad un fiume.

Esso dovrebbe essere allestito anteriormente alla scenografia del 1° atto senza la separazione del sipario.

Avanti a dx l’entrata dell’antefatto..

Antefatto - In riva al fiume

(E’ circa mezzanotte)

NOTE:                  Gli interpreti, in questo Antefatto, devono dimostrare una età di circa vent’anni la donna e alcuni anni in più l’uomo. 

-Rumore torrente

-Rumore di auto che si ferma e non riparte

                               Dopo pochi istanti entra Colette da dx, sconsolata.

L’auto le  si è fermata in mezzo alla strada, di notte, da sola.

COLETTE             Non è possibile... non è possibile! A mezzanotte... da sola!

(si avvicina alla ringhiera e guarda il fiume)

-Rumore di auto che si ferma

COLETTE               C’è qualcuno! (fingendo indifferenza, si gira verso il fiume e si appoggia alla ringhiera)

COLETTE             Ma quanta acqua passa in un fiume?

IVAN                     (entrando da dx)  Tanta. E passa tutto il giorno, per tutti i giorni dell’anno! E quando non  guardiamo il fiume, l’acqua non si ferma.

                               Colette è sollevata: qualcuno la può aiutare. Già, ma che tipo sarà? Ci si può fidare?

COLETTE             Banalmente ovvio.

                               I due si guardano per qualche istante. In entrambi è “scattato” qualcosa.

IVAN                     Potrebbe anche non essere “banalmente ovvio”.

COLETTE             Una cosa del genere non l’ho proprio mai pensata.

IVAN                     Cioè?

COLETTE             Che quando si è a letto a dormire, l’acqua si ferma.


IVAN                     No?

COLETTE             No.

IVAN                     Però come si fa a controllare?

COLETTE             Ci si fida.

IVAN                     Giusto. (la guarda un istante) Ha bisogno?

COLETTE             Sì.

IVAN                     Sono contento.

COLETTE             Io un po’ meno. Mi si è fermata la macchina.

IVAN                     Con me può essere sincera: lei sì è fermata CON la macchina e ha sepolto un cadavere.

COLETTE             Come ha fatto a capirlo?

IVAN                     Il suo aspetto è poco rassicurante.

COLETTE             (si guarda) Davvero?

IVAN                     Pensi che quando l’ho vista, non sapevo se fermarmi o no.

COLETTE             E ha rischiato!

IVAN                     Nella vita ogni tanto bisogna farlo.

COLETTE             Voglio dirle tutta la verità: non è vero che avevo un cadavere nel bagagliaio. Mi sono fermata perché mi scappava la pipì.

IVAN                     Accidenti! Arrivo sempre tardi!

COLETTE             Non è che adesso mi chiede il punto preciso in cui l’ho fatta?

IVAN                     Ero tentato...

COLETTE             La mia auto non va più. La batteria credo.

IVAN                     E’ sfortunata: io di motori non ci capisco un tubo.

COLETTE             Come sono felice!

IVAN                     Anch’io, perché così posso darle un passaggio fino a casa.

COLETTE             Lo sapevo!

IVAN                     Non è una buona offerta?


COLETTE             L’offerta è buona, ma... (lo guarda un istante) non è che cercherà di stuprarmi?

IVAN                     No, basta! Ne ho già violentate troppe!

COLETTE             Ti pareva!

IVAN                     Da questa sera voglio cambiar vita: cerco collaborazione.

                               Si guardano un istante.

COLETTE             E’ bello sapere che ha messo la testa a posto!

IVAN                     E domani mattina posso cercare dei cavi per la batteria.

COLETTE             Data la sua competenza in materia, sarà meglio chiamare l’elettrauto.

IVAN                     E’ un’ottima idea!

COLETTE             Me l’avevano detto che la batteria era da cambiare.

IVAN                     E ogni tanto si devono controllare anche acqua e olio.

COLETTE             Non è che poi mi chiederà delle pastiglie dei freni e delle candele?

IVAN                     Sa cosa sono?

COLETTE             Deve farsene una ragione: non ci sono più le donne di una volta!

IVAN                     Poco, ma sicuro.

                               Si guardano un istante.

IVAN                     Avrei una proposta.

COLETTE             A quest’ora sarà senz’altro pericolosa.

IVAN                     Dove abita?

COLETTE             A Porto nuovo.

IVAN                     Bene. A un chilometro prima del bivio abito io. Ci si ferma, un bicchiere di vino, due chiacchiere davanti al camino.

COLETTE             (alza lo sguardo verso il cielo)  Questa sera c’è la luna piena.

IVAN                     Non era una proposta simpatica?

COLETTE             Sì, molto. Però l’avverto che quando c’è la luna piena mi sento sempre un po’ strana.

IVAN                     Ahia! E le crescono lunghi peli neri sulle orecchie.


COLETTE             Se è per quello anche sulle gambe.

IVAN                     E i bambini che sapore hanno?

COLETTE             Deliziosi!

IVAN                     E’ un rischio, ma posso correrlo. E quando si sente così strana, c’è qualcosa che non mangia?

COLETTE             Gli uomini.

IVAN                     Peccato!

COLETTE             A volte sono indigesti e poi faccio i brutti sogni.

IVAN                     Beh, se dovesse cambiare idea sugli uomini, le potrò sempre mostrare la mia collezione di farfalle.

COLETTE             L’ubicazione precisa?

IVAN                     In camera mia.

COLETTE             Posizione strategica!

IVAN                     Ciò che si immagina è sempre peggio della realtà.

COLETTE             Può darsi, ma l’avverto: mai al primo invito.

IVAN                     Se è per questo anch’io “mai al primo invito”. Cosa crede? Sono un ragazzo serio.

COLETTE             Se passa vicino a quel lampione, stia attento alla distanza che tiene, potrebbe sbatterci contro il naso.

IVAN                     (toccandoselo)  Mi è cresciuto molto?

COLETTE             Eh, un po’ sì. (si guardano) Però! Dopo solo tre minuti, di notte, approfittando di un’auto in panne... Non immaginavo che un animale di sesso maschile potesse arrivare a tanto.

IVAN                     Cosa?

COLETTE             La proposta del vino e delle farfalle.

IVAN                     Rispetto all’altro sesso siamo sempre pieni di pregiudizi. Anch’io per anni ho pensato che le donne non avessero un’anima.

COLETTE             Guardi che aveva ragione.

IVAN                     I maschi hanno SEMPRE ragione!

COLETTE             Parente di Casanova? (si appoggia alla ringhiera guardandolo)


IVAN                     Solo un amico...

                               Si guardano un istante.

IVAN                     Faccia due passi verso di me.

COLETTE             Perché?

IVAN                     Poi glielo dico.

COLETTE             Spero ci sia un buon motivo, sono un po’ stanca. (è vero)

IVAN                     Alla sua età?

COLETTE             Ho qualche problema di cuore...

Colette si stacca dalla ringhiera e gli si avvicina.

                               Anche Ivan accenna un passo o due, mentre entrambi si guardano molto intensamente.

                               Ivan le prende il viso tra le mani.

                               Colette non accenna ad una reazione, lo lascia fare.

                               Ivan la bacia un solo istante, sulla bocca. Poi lentamente le lascia il viso.

COLETTE             E mi ha fatto fare tutta questa strada solo per questo?

IVAN                     Se l’aperitivo è troppo sostanzioso, poi passa l’appetito.

COLETTE             Forse per chi ce l’ha scarso.

IVAN                     Lei che tipo di donna è?

COLETTE             Non saprei. Il suo tipo?

IVAN                     Direi proprio di sì. Ogni sua frase mi provoca un brivido lungo la schiena. Credo di avere tutti i sintomi di un malessere che si chiama “attrazione irresistibile”.

COLETTE             Mi dispiace, ma per questa malattia non ho rimedi.

IVAN                     Il rimedio è lei.

COLETTE             Sono diventata una medicina!

IVAN                     Già, ma quale tipo di medicina? Fredda, timida, moderata, libertina, depravata...

COLETTE             Non riesco a scegliere.

IVAN                     Male! Così non posso sapere se faccio bene ad insistere o no; se saltarle addosso o tenermi a distanza...

COLETTE             (un tempo) C‘è qualcuno nella sua vita?


IVAN                     In questo momento c’è lei.

                               All’improvviso Colette porta una mano al petto, poi allo stomaco e al braccio. Sta male, un infarto.

IVAN                     Cos’ha?

COLETTE             (sta male, inizia a parlare con voce non più chiara, rallentando)

Ho paura che sia qualcosa che assomiglia a... a un infarto.

IVAN                     Come?!

COLETTE             Lo sapevo che prima o poi...

IVAN                     Infarto? No, scusi... Come fa a dirlo?

COLETTE             Forse se mi siedo... Ah... (si adagia al suolo)

IVAN                     Non avrà digerito! Alla sua età! Un infarto...

COLETTE             I dottori l’avevano... previsto... Una probabilità molto alta... Ah...

IVAN                     (si inginocchia) Oh cavolo! Venga, la porto al pronto soccorso.

COLETTE             Mi abbracci.

IVAN                     Come?

COLETTE             Mi abbracci.

                               Ivan si inginocchia e la prende tra le braccia.

IVAN                     Come sta?

COLETTE             Così sto meglio. (guarda il fiume)  Quant’acqua... E pensare che per dissetarmi ne basterebbe un bicchiere...

IVAN                     Ha sete?

COLETTE             Tanta.

IVAN                     Cerchi di rialzarsi...

COLETTE             No, mi lasci tranquilla... Non manca molto...

                               Ivan fa alzare Colette, ma ora l’ Antefatto è finito e stiamo entrando nella prossima scena.

Quindi molto teatralmente, senza più sorreggerla, la prende per mano e l’accompagna fino al limite del soggiorno, dove la lascia.

                               Ivan esce a dx, da dove era entrato all’inizio.


scena  1

(E’ circa mezzanotte)

                               Colette raccoglie in scena, nel disordine del soggiorno, dei vestiti, qua e là, quelli che le servono per cambiarsi.

Poi, dietro al paravento, o in scena, a piacere, si cambia e si trucca.

                               La sua età passa dai venti ai trent’anni circa, così come quella di Ivan.

PAPÁ                    (entra da sx. Indossa pantaloncini corti colorati, calzettoni bianchi, sandali da mare, canottiera bianca.)

Anche se è quasi mezzanotte, fa ancora caldo. Mi sono messo leggero.

                               Papà va al proscenio e sposta o toglie la scenografia dell’antefatto.

                               Papà è un uomo intelligente, allegro, ma un po’ “partito”.

Vive solo, ma ogni tanto viene a sistemare la casa dove la figlia Colette convive con Ivan, per aiutarla. Ma poiché è come la figlia, finisce per spostare gli oggetti da una parte all’altra della casa, facendo ancora più disordine.

Questi movimenti li farà sempre, insieme a quelli che saranno indicati, anche mentre parla con qualcuno.

                               Ora, quando parlerà con Colette, non la guarderà mai, anche se Colette è all’esterno del paravento, come se fossero in due stanze diverse.

Il fatto è reciproco e allora la voce dei due sarà un po’ “sopra le righe”.

COLETTE             Più tardi verrà qualcuno.

PAPÁ                    Mi aiuteranno a togliere la tappezzeria. Si sta scrostando tutta.

COLETTE             Papà, guarda se lo spumante è in frigo. Però stai attento ai vassoi con le tartine.

PAPÁ                    Si poteva fare una spaghettata...

COLETTE             Questa sera è la prima della nuova commedia di Ivan. Se è andata bene ci saranno parecchie repliche.

PAPÁ                    E incasserà un po’ di soldi.

COLETTE             Speriamo.

PAPÁ                    Quindi, parlavi di attori. Verranno qui degli attori, dici? Allora sarà meglio nascondere l’argenteria e mettere il lucchetto al frigo. I nostri portafogli li sotterro nei vasi.

COLETTE             Verranno solo un paio di persone. Infilati una camicia.

-Campanello


PAPÁ                    Allora rimango ad aiutarti. Chissà se a casa ho spento il gas?

COLETTE             Speriamo!

PAPÁ                    Solo attori o anche creditori?

COLETTE             A quest’ora mi auguro di no.

PAPÁ                    Hanno suonato alla porta. Vado io. (ma esce a sx)

-Campanello

PAPÁ                    (rientra subito)  Hanno suonato alla porta. Vado io. (ma non va)

                               In questa casa vengono solo due categorie di persone: quelli che devono avere dei soldi da Ivan e quelli a cui Ivan li deve...

COLETTE             Ivan ha le mani bucate, purtroppo. Adesso ha messo un sacco di soldi in quest’ultima commedia. Non so neanche dove li ha presi. E io tremo...

PAPÁ                    Finirà male. E tu con lui.

COLETTE             E’ per questo che sono sempre in ansia.

PAPÁ                    Però a me sta simpatico.

COLETTE             E io lo amo, papà.

PAPÁ                    Io invece amo mia figlia.

-Campanello

PAPÁ                    Amo questa bella signorina da più di trent’anni. Nel bene e nel male.

Né la pioggia, né la grandine, né il gelo, né uragani, possono fermare il mio amore.

COLETTE             (dovunque sia, si affaccia o si ferma dal fare e guarda papà commossa)

                               Papà...

PAPÁ                    Ho tutte le mani screpolate, devo stare attento quando stringo la mano a qualcuno.

COLETTE             Papà, quello che hai detto è bellissimo! Sai, la stessa cosa io la provo per Ivan, oltre che per te, naturalmente.

PAPÁ                    Lo so.

-Campanello

PAPÁ                    Hanno suonato alla porta. Vado io. (ma non va) Colette, un consiglio su questa gente di teatro: non prestargli mai niente, soprattutto i vestiti.


-Campanello

PAPÁ                    Il campanello continua a suonare. Ma quanta gente sta arrivando! Non avevi detto: solo un paio di persone?

COLETTE             Prova ad aprire la porta, papà! Io vado un attimo in camera. (esce a sx)

PAPÁ                    Fai pure. Alla porta vado io. (ci pensa)  E’ aperto!

                               Da destra entra Cesare.

PAPÁ                    Accomodati e dimentica i tuoi problemi. Ma dimmi chi sei.

CESARE              Cesare Chlestakov.

PAPÁ                    Attore.

CESARE              Autore. Come Ivan. A volte lavoriamo in coppia.

PAPÁ                    In più Ivan recita.

CESARE              E io in più gli faccio da factotum.

PAPÁ                    Quindi tu sei Cesare Chlestakov.

CESARE              Esatto.

PAPÁ                    Bel nome Chlestakov. Chlestakov... Chlestakov, c’è uno spazzolino nuovo da denti, in bagno.

CESARE              Terrò presente.

PAPÁ                    Sarebbe il mio. Ma la coabitazione non mi spaventa. Quindi tu mi confermi che non devi avere dei soldi da Ivan.

CESARE              Devo avere, devo avere... Come tutti!

PAPÁ                    Colette! C’è un creditore! Guardi che Colette è molto felice con lui, lo ama. E’ un bel tipo Ivan. Sempre allegro, spensierato...

CESARE              Fin troppo!

PAPÁ                    Chi non ha denari, non ha pensieri.

COLETTE             (entra da sx)  Hai conosciuto Cesare? Ciao, Cesare.

CESARE              Ciao, Colette.

PAPÁ                    (mentre esce da sx)  Io e  Cesare Chlestakov condividiamo il nuovo spazzolino da denti.

COLETTE             (guarda papà con tenerezza) Ivan?


CESARE              Dovrebbe arrivare.

COLETTE             E’ andata bene?

CESARE              Per essere una prima, egregiamente. Se la sono cavata molto bene, soprattutto quando Ivan è uscito dalla finestra. La porta non si apriva più. «Prendo la scala antincendio» ha detto. Una bella presenza di spirito.

COLETTE             Le porte si incastrano, il telefono non suona, o suona anche quando hai già alzato il ricevitore. Chi deve entrare da destra, entra da sinistra, o non entra affatto. La pistola che serve all’omicida, tra le quinte non si trova più. E’ il teatro!

PAPÁ                    (entra da sx con vassoio di tartine) Chlestakov, se ne metti in bocca una prima che arrivino tutti gli invitati, sarò costretto a tagliarti una mano.

(e ne mangia una)

COLETTE             Papà! Scusa un attimo, Cesare. (esce a sx)  

PAPÁ                    Anche lei nel suo studio ha dei poster di ragazze in topless che bevono sulla spiaggia?

CESARE              No, non proprio, sa, io...

PAPÁ                    (lo interrompe)  Ho capito, è gay.

CESARE              Ma no, io...

PAPÁ                    Non si preoccupi. Fa bene, sa, alle donne piace andare in giro a spezzare i cuori.

-Campanello

PAPÁ                    Hanno suonato alla porta. Vado io. (ma non va. Ci pensa)  E’ aperto!

                               Entra Ivan.

PAPÁ                    Entrate, entrate tutti! Ecco le stars!

IVAN                     Papà. Ciao, Cesare.

CESARE              Ivan.

PAPÁ                    Siate gentili con Chlestakov, è nuovo di qui. (uscendo a sx)  Ed è anche gay.

IVAN                     Da quando?

CESARE              (sorridendo)  Lascia perdere! E’ andata bene, mi pare.

IVAN                     Sì, per essere la prima.


PAPÁ                    (rientra da sx con un altro vassoio di tartine)  Oggi è venuto un tizio, Bertoni.

IVAN                     Oddio!

PAPÁ                    Ha un brutto carattere. Mi ha sventolato sotto il naso un assegno a vuoto. Ha parlato di San Vittore. Sia chiaro che le tartine non si toccano fin che non sono tutti qui. (ne mangia una ed esce a sx)

IVAN                     Bertoni mi ha anticipato i soldi da investire in questa commedia. Sono nei guai con quell’assegno.

CESARE              Quando non sei nei guai?

IVAN                     Quell’assegno ha una girata di mio fratello Luigi...

CESARE              Allora ci penserà tuo fratello Luigi. Quello di soldi ne ha.

IVAN                     Una girata falsa.

CESARE              Cosa!?

IVAN                     L’ho fatta io. Quel Bertoni, un assegno firmato solo da me, non lo voleva.

CESARE              Concordo con il tizio in questione.

COLETTE             (entra da sx)  Ivan!

IVAN                     Colette, mia Colette...

                               Si abbracciano con trasporto e Ivan la bacia su una tempia, con molta tenerezza.

CESARE              E’ da dieci anni che siete insieme, ma c’è qualcosa nel vostro rapporto che è sempre uguale.

COLETTE             Un amore sconfinato, Cesare, altrimenti l’avrei già mollato.

IVAN                     Colette, mia piccola Colette, ascoltami bene: amami, soprattutto quando lo merito meno, perché sarà quando ne avrò più bisogno.

COLETTE             Fino ad ora ce l’ho fatta, vedremo in futuro. Magari mi cerco qualcosa di più riposante di un ipocrita traditore come te o di un assegno con girata falsa. Ma sei pazzo?

CESARE              Direi di sì.

COLETTE             Liquidi?

IVAN                     (guarda Cesare)  Liquidi?

                               Cesare lo guarda come dire: «Ma quando mai?»


IVAN                     (a Colette)  Non ne abbiamo.

COLETTE             Imploralo.

IVAN                     (mostra un foglio)  Già fatto. Questa è la risposta.

COLETTE             (legge) “Non ti dò un soldo. Dovresti solo vergognarti della vita vergognosa che conduci...”

IVAN                     Il mondo dello spettacolo per lui è degradazione, sesso e promiscuità.

PAPÁ                    (entrando da sx)  Ha ragione. (depone due ciotoline con stuzzichini ed esce a sx)

COLETTE             (legge)  “Non sei che un fannullone...”

IVAN                     Gli scrittori per lui non lavorano.

COLETTE             (legge) “Libertino, scialacquatore...” Ragionissima su entrambi gli aggettivi! (legge)  “E concubino...”

CESARE              (a Colette) Qui parla di te.

-Campanello

PAPÁ                    (entrando da sx e uscendo a dx) Hanno suonato alla porta. Vado io.

COLETTE             Ivan, ascolta, domani mattina vai da tuo fratello e strisci per terra...

PAPÁ                    (rientrando) Non ce n’è bisogno, è qui!

IVAN                     Chi?

PAPÁ                    Tuo fratello. (esce a sx)

CESARE              Si è commosso.

IVAN                     (spingendo fuori Colette a sx)  Se trova una donna qui, sono rovinato. E poi questa roba...! (copre con una coperta o vestiti la tavola allestita)

LUIGI                     (entra da dx. E’ molto sulle sue. Secco) Ciao.

IVAN                     Luigi! Che bella sorpresa!

CESARE              Buongiorno.

LUIGI                     (secco) Buongiorno. Ci lasci soli.

                               Cesare esce a sx, guardando Ivan.

IVAN                     Caro il mio Luigino, come sono contento di vederti!


LUIGI                     Lascia perdere. Cos’è questa storia della rovina di una intera famiglia? Io cosa c’entro? Anche se, purtroppo, sono tuo fratello...

IVAN                     Sono nei guai.

LUIGI                     Tu sei sempre nei guai.

IVAN                     (si mette in ginocchio)  Mi devi aiutare.

LUIGI                     Certo, ti dò un bell’impiego nella mia ditta. C’è libero un posto di pulizie...

IVAN                     Ma sono tuo fratello!

LUIGI                     Tu per me, più che un fratello, sei sempre stato come un figlio: egoista, viziato, fannullone.

IVAN                     La situazione è seria.

LUIGI                     L’unica situazione seria che conosci è il dover restituire dei soldi a qualcuno.

PAPÁ                    (entra da sx e guardando i muri)  La tappezzeria sta venendo giù.

IVAN                     Luigi, questa volta non è molto...

LUIGI                     Neanche poco! Basta, non ti aiuto più!

PAPÁ                    Dove sarà finito quel signore gay? (esce a sx)

LUIGI                     Convivi con un gay! Adesso anche dell’altra sponda!

IVAN                     Ma no, Luigi...

LUIGI                     Io che ho sempre condotto una vita onesta, di lavoro e di risparmio; io che sono l’uomo di una donna sola, mia moglie; io che ho avuto solo un sogno: avere dei figli...

IVAN                     Senti, ognuno vive come vuole.

LUIGI                     Sì, ma poi non va a chiedere aiuto agli altri. Certo se tu avessi una famiglia, regolare, una moglie, un figlio, visto che io non ne ho, allora la cosa sarebbe diversa...

                               Ivan rimane a bocca aperta, folgorato.

LUIGI                     Cos’hai adesso?

IVAN                     E tu che ne sai?

LUIGI                     Cosa?

IVAN                     Che io non abbia... una figlia.


LUIGI                     Tu? Ma se non sei sposato!

IVAN                     Luigi, nostro padre non ti ha mai parlato di come nascono i bambini?

LUIGI                     (sorpreso, ma anche addolcito) Hai una figlia...?

IVAN                     Ebbene: sì! (tra sé) Non la beve.

LUIGI                     Una bimba...

IVAN                     Beh, non proprio, è già grandicella. (tra sé) Possibile che la beva?

LUIGI                     Ma non mi hai mai detto niente. La madre?

IVAN                     Una ballerina.

LUIGI                     Lo sapevo!

IVAN                     Morta. (tra sé) Così non se ne parla più. (forte)  Una sera mi ferma...

LUIGI                     La morta?

IVAN                     La ragazza! E mi dice: «Sono tua figlia».

LUIGI                     E chi gliel’aveva detto?

IVAN                     Sua madre.

LUIGI                     Ma se è morta!

IVAN                     Dalla tomba.

LUIGI                     Dalla tomba?!

IVAN                     Luigi! Prima di morire, no? (tra sé) La sta bevendo?

LUIGI                     Ma tu perché mi hai detto: «La rovina di una intera famiglia»? Questa è una bella notizia.

IVAN                     (tra sé) Forse la beve. (forte) E perché... perché frequenta delle compagnie che non mi piacciono. Sai, sesso, droga...

LUIGI                     Oh, Signore! La riporteremo sulla retta via. Ma perché non chiedermi aiuto?

IVAN                     (tra sé) L’ha bevuta! (forte) E’ quello che sto facendo, no? Si è messa in un pasticcio. Soldi. Racket della droga. Deve dare cinquantamila...

LUIGI                     (lo interrompe) Voglio vederla!

IVAN                     Chi?

LUIGI                     Tua figlia.


IVAN                     E dove la pesco? Cioè, volevo dire: a quest’ora dove la pesco? Chissà dov’è...

LUIGI                     Trovala e portala a casa. Io torno domani mattina per conoscerla. Dobbiamo aiutarla e farle vivere una vita onesta. Vado. Ciao. (esce a dx)

IVAN                     Oh, cavolo! Sì, l’ha bevuta alla grande, ma io dove la trovo per domani una figlia?

PAPÁ                    (entra da sx con lo spumante seguito da Cesare)  S’è commosso?

IVAN                     Anche troppo!

CESARE              E sgancia?

IVAN                     Mi sa che alla fine mi sgancerà qualche pedata. Ho inventato di avere una figlia.

CESARE              Ottimo! Bella trovata.

IVAN                     Un corno! Vuole vederla. Che casino! Dove la trovo una che...

PAPÁ                    Voglio iscriverti a un seminario anti stress.

COLETTE             (entrando da sx. In ansia) Allora?

IVAN                     (la guarda un istante)  Eccola!

CESARE              Chi?

PAPÁ                    Chi?

COLETTE             Chi?

IVAN                     Mia figlia! Colette, per spillare i soldi a Luigi, mi sono inventato una figlia. Lui la vuole vedere. Sei tu! Domani ti vede, si commuove, sgancia e siamo a posto!

COLETTE             (buttando le braccia al collo di Ivan. Con trasporto) Papà!

- BUIO

                               Escono tutti tranne Ivan che siede sul divano, girato di spalle.

                               Intanto Colette, dietro al paravento, “ringiovanisce”...


scena  2

(La mattina seguente)

- LUCE

PAPÁ                    (entra da dx) Ciao, Ivan.

IVAN                     (pensoso) Buongiorno, papà. Come andiamo?

PAPÁ                    Andiamo. Non so dove, ma andiamo. (lo guarda) Non ti disperare, in ogni party c’è sempre una persona che fa da tappezzeria. (urla) Ciao, Colette!

COLETTE             (da fuori) Ciao, papà.

PAPÁ                    Dov’è la mia piccola?

IVAN                     Sta ringiovanendo. Deve fare mia figlia. Colette, sbrigati, mio fratello sarà qui da un momento all’altro!

COLETTE             Sto facendo più presto che posso.

PAPÁ                    Sono venuto a darvi una mano a sistemare un po’ qui... (e da ora porterà via dalla scena tutto il rinfresco della sera prima)

COLETTE             (si mostra, ringiovanita) Allora?

IVAN                     Caspita!

                               Si abbracciano.

PAPÁ                    (a Ivan)  Guarda che ti ama.

IVAN                     Chi?

PAPÁ                    Colette.

IVAN                     Lo so.

PAPÁ                    E tu?

IVAN                     Anch’io.

CESARE              (entrando da dx)  Ciao, ragazzi.

PAPÁ                    Era aperto!

CESARE              Sì, ma forse disturbo...

PAPÁ                    Si amano. Mentre Chlestakov ama un uomo.

COLETTE             Un giorno, se ti lascerò, sappi che non per questo ti amerò di meno.


CESARE              Guardate che mi sto dannando per cercare un aiuto nel caso tuo fratello non sganci.

COLETTE             Oh, Cesare... (gli dà un bacio)

                               In quel momento entra da dx Luigi, seguito dalla moglie Barbara.

LUIGI                     Ivan, volevo dirti... Lo sapevo! La decenza non abita in questa casa. Barbara, non guardare!

BARBARA           No, Luigi.

IVAN                     Luigi... Ecco mia figlia Colette!

COLETTE             Zio! (gli butta le braccia al collo)

LUIGI                     Barbara, non guardare!

BARBARA           No, Luigi.

LUIGI                     Fatti  guardare. (ne è subito attratto) Però, è una bella figliola...!

IVAN                     Non c’è male.

LUIGI                     Bene, bene. Cia, un altro bacio! (la bacia un po’ più...)

BARBARA           Luigi, non esagerare. Ivan, come stai?

Da sempre Barbara è annoiata per la vita monotona e senza nessun slancio emotivo, vissuta finora insieme a Luigi. 

Ivan l’attrae con la sua spregiudicatezza, con la sua allegria, e diciamolo pure, con la sua vita dissoluta.

Bacia Ivan, ma l’avvicinamento e il bacio non avvengono come tra due amici o parenti, c’è qualcosa di più, almeno da parte di Barbara.

Mentre lo bacia, sottovoce:

BARBARA           Tradisci sempre Colette?

IVAN                     Io?

BARBARA           Dai, dai, che a me non la racconti...

LUIGI                     (prendendo Ivan in disparte) Ma scusa, come mai in tua presenza si sbaciucchiava quel giovane?

IVAN                     Te l’avevo detto che è una ragazza di facili costumi.

LUIGI                     Sì, ma in casa tua come puoi tollerare?

IVAN                     No, ma è perché lui... lui è il suo fidanzato!

PAPÁ                    Ma se è gay!


LUIGI                     (un po’ deluso) Ah... Un fidanzato...

Luigi e Ivan guardano Cesare.

CESARE              (a Papà) Perché mi guardano in quel modo?

PAPÁ                    Non saranno d’accordo sulla tua particolare “inclinazione”.

LUIGI                     Proprio una bella ragazza, e come ti assomiglia!

IVAN                     Sì... un po’...

LUIGI                     (a Cesare, burbero) E lei come si chiama?

CESARE              Cesare, Cesare Chlestakov. Ma ora è meglio che vada, non vorrei disturbare.

LUIGI                     No, resti pure. Dopo quel che mi ha detto Ivan, lei è quasi di famiglia...

CESARE              (interdetto) Oh... troppo buono... (a Papà) Che cavolo gli avrà detto?

PAPÁ                    Gli avrà parlato della tua “tendenza”.

LUIGI                     Piuttosto mi stringa la mano. E veda di farla felice.

CESARE              Io?... Chi?

                               Ivan gli dà una gomitata.

LUIGI                     Inutile fare misteri. Ivan mi ha detto tutto.

CESARE              Ma cosa?

IVAN                     (sottovoce a Cesare) Taci! Dopo ti dico.

BARBARA           Su, parlami un po' di te, nipotina!

COLETTE             Ah, zia, la mia infanzia è stata triste... Ero sola al mondo...

BARBARA           E tua madre?

COLETTE             La povera mamma, senza un padre, si logorava con lavori faticosi per mantenermi. E intanto io crescevo... crescevo... crescevo....

                               «Mammina dov'è il papà?». «È partito per un viaggio tanto lungo... ».

BARBARA           Oh, cara, che commozione!

COLETTE             Poi, un bel giorno, in una pro­cellosa notte di carnevale, mia madre, ahimè, mia madre morì!

CESARE              (sottovoce a Ivan) Questa frase l’ho già sentita.

PAPÁ                    Mia moglie non è morta durante il Carnevale!


BARABARA        (lacrime agli occhi) Rimasta sola! Che storia triste! E poi cos’hai fatto?

COLETTE             Cosa potevo fare? Crescevo... Crescevo... Crescevo... (ha una idea)

                               “La mia infanzia è sbocciata nel fango e la mia giovinezza si è trascinata così, pallido fior della strada, senza un sorriso di madre, senza un sorriso di padre...”

CESARE              (sottovoce a Ivan) Ma questa è la tua commedia!

IVAN                     Meno male che serve a qualcosa!

LUIGI                     Ma ora tutto ciò finirà. Ci penso io, tuo zio!

COLETTE             Zietto...

IVAN                     (a Cesare) Arrivano i soldi!

BARBARA           (guardando Ivan intensamente) Tuo padre è un tipo spe­ciale e fa una vita che mi piace... cioè: che non mi piace...

LUIGI                     Ivan, hai fatto bene a non nascon­dermi niente, ora so qual è il mio dovere.

IVAN                     Certo. Quella somma che ti avevo detto, anche con un assegno...

LUIGI                     Vedremo come fare, vedremo come fare.

BARBARA           La terremo lontana (ma non ci crede) dagli influssi negativi di suo padre. Le troveremo un impiego e faremo tutta una famiglia!

PAPÁ                    Le belle famiglie italiane!

LUIGI                     Allora andiamo. (a Cesare) S'intende che lei potrà venire a trovare Colette quando vorrà.

CESARE              Troppo gentile. Grazie

                               Luigi e Barbara escono da dx, dopo che entrambi hanno baciato a lungo Colette e Ivan.

                               Intanto, come sottolineando quanto avviene in scena in fatto di baci, che dovrebbero essere più casti...

PAPÁ                    Il problema dell’amore è tutto qui: se al mio posto ci fosse un altro, per te sarebbe la stessa cosa, oppure no?

Sono veramente insostituibile, oppure la persona insostituibile non c’è?

CESARE              (usciti Luigi e Barbara, a Ivan) Ma si può sapere cosa gli hai detto?

IVAN                     Che Colette è la tua fidanzata.

CESARE              Io fidanzato? Con Colette?! Ma cosa ti è saltato in mente?

PAPÁ                    Un gay non si fidanza con una donna.


CESARE              Io ho moglie e tre figli!

PAPÁ                    Come? Chlestakov, figliolo mio, noi due dobbiamo fare quattro chiacchiere!

- BUIO

 


scena  3

(Una settimana dopo)

- LUCE

                              

Colette è seduta al tavolo insieme a Luigi e guardano un album di foto.

Ivan è seduto sul divano e regge una matassa di lana.

                               Barbara sta facendo un gomitolo di lana, seduta di fronte ad Ivan.

BARBARA           Un po’ più alte la mani, caro.

IVAN                     (annoiato) Sì, scusa.

BARBARA           Io ti scuserei sempre, tesoro. Sai, esistono persone amate da tutti, alle quali tutti riservano un sorriso caloroso. Ecco, tu sei una di quelle.

LUIGI                     E questo è tuo nonno.

COLETTE             (sfinita) Che barba! ... Sì, dico: che bella barba! Un bell’uomo!

LUIGI                     E questa è la tua povera zia Teresina.

BARBARA           (a Ivan) Mi sembra di essere come in quella commedia “Quattro personaggi in cerca d’autore”.

IVAN                     Sei, personaggi.

BARBARA           Hai ragione, sei personaggi. Goldoni.

IVAN                     Pirandello.

BARBARA           Ah, giusto, Pirandello, quello dell’Amleto. “Essere o non essere”.

Luigi me ne parlato proprio l’altro giorno. (più sottovoce) Colto, ma noioso e pedante. E poi non mi lascia mai parlare.

LUIGI                     (a Colette, sottovoce) Certo che tu e Ivan, più che padre e figlia, sembrate quasi coetanei.

COLETTE             Eh, sì... papà era giovanissimo quando mi ha avuta...

BARBARA           Ivan, ti parlo col cuore in mano: non sei più giovane.


IVAN                     Beh, neanche vecchio.

BARBARA           E tutte queste scorrazzate occasionali sono poco dignitose.

IVAN                     Scorrazzate! Ma di cosa stai parlando?

BARBARA           Dai, che mi capisci! Non è da un punto di vista moralistico che dico questo. E’ per la tua dignità, la tua posizione e, ribadisco, per l’età.

IVAN                     Ti piacerebbe che io vivessi su una poltrona a rotelle?

BARBARA           No certo, ma essere un po’ meno scapestrato. (si riferisce a lei stessa) Guardarti intorno e capire per chi veramente sei importante.

LUIGI                     (sempre mostrando l’album) Ecco e questa è la cugina della sorella...

COLETTE             (scocciata) Zietto, è da una settimana che mi propini... (non finisce la frase)

LUIGI                     Cosa ti propino, mia cara?

IVAN                     Abbi pazienza, Luigi, forse Colette non si diverte troppo con quelle foto.

LUIGI                     Pensavo le potesse piacere conoscere i membri della sua famiglia.

COLETTE             Ma se sono tutti morti! (a Barbara) E tu zietta, cosa fai con quella lana?

BARBARA           Faccio dei golfini per i miei piccoli rachitici.

LUIGI                     Tua zia è patronessa dell’Opera Pro Infanzia Rachitica e anche presidentessa dell’Ospizio dei Piccoli Sordo Muti...

COLETTE             Ma che brava!

BARBARA           Almeno mi distraggo un po’... (a Ivan, sottovoce) Certo, se non mi fossi sposata con tuo fratello... (a voce più alta) Le mani, caro. Come sono felice di fare tutta una famiglia. Si sta più allegri, no?

IVAN                     Allegri? Euh... Ah, sì, molto!

COLETTE             Vado in bagno. (uscirà da sx)

LUIGI                     Quando hai finito, ti faccio vedere un regalo che ti ho preso. (esce da sx)

IVAN                     Luigi continua a farle regali, ma...

BARBARA           Ha trovato una figlia, una nipote... Forse è anche un po’ troppo attratto da questa nipote...

IVAN                     Lo penso anch’io.

BARBARA           Non dobbiamo assolutamente preoccuparci, con Luigi non corre nessun pericolo!


IVAN                     Butta via i soldi in regali e non capisce che Colette deve saldare le famose cinquantamila. E quella è gentaglia, senza scrupoli.

BARBARA           Te le darò io!

IVAN                     Cosa?

BARBARA           I soldi.

IVAN                     Tu?

BARBARA           Io. Visto che tuo fratello tergiversa... (alzandosi per compilare l’assegno) Ho giusto quattro soldini sul conto... Ti faccio un assegno.

IVAN                     Barbara, ti ringrazio, ma non so se posso accettare.

BARBARA           Accetta! Accetta.

IVAN                     Hai ragione, per il bene di mia figlia... Sei veramente carina.

BARBARA           Solo carina, Pussi?

IVAN                     Pussi chi?

BARBARA           Da oggi, quando saremo soli, ti chiamerò Pussi.

IVAN                     L’ho sempre sognato!

BARBARA           E’ il nome dell’essere più caro che io abbia mai avuto nella mia vita.

IVAN                     (sorridendo) Tuo marito!

BARBARA           No! Il mio cane.

IVAN                     Ah!

BARBARA           Non offenderti. I cani sono umanissimi, creature perfette. Per me Pussi era tutto.

IVAN                     Morto?

BARBARA           Di cimurro. Vennero quelli della Protezione Animali e lo uccisero.

IVAN                     Bel modo di proteggere gli animali!

BARBARA           (gli dà l’assegno) Ecco. E cerca di non fare più debiti.

IVAN                     Io? Ma guarda che sono per Colette...

BARBARA           E tu guarda che io non sono tonta come mio marito. Chissà quando Luigi capirà che è tutta una messinscena per spillargli dei soldi?

IVAN                     Ma come? Tu sai...?


BARBARA           Io so, ma non parlo. E magari Luigi di soldi te ne dà degli altri.

IVAN                     Vorrei finanziare un progetto teatrale in Francia...

BARBARA           Sto zitta soprattutto perché così possiamo stare insieme. Sai, sono felice in un modo addirittura ridicolo.

IVAN                     Sono tanto contento...

BARBARA           Anche tu?

IVAN                     (guardando l’assegno) Beh... Sì, certo...

BARBARA           Ivan, devo confessarti una cosa.

IVAN                     Confessati.

BARBARA           Da ormai molto tempo è scoccata una scintilla. Una fiamma è divampata nel mio cuore. E una felicità meravigliosa mi ha afferrato. Ivan, io...

IVAN                     No! Fermati!

BARBARA           Io ti amo!

IVAN                     L’hai detto!

BARBARA           L’ho detto.

IVAN                     Barbara, ascoltami, tu non sei innamorata di me, del mio vero io. Tu ami l’illusione di quando mi vedi sul palcoscenico, l’illusione della vita spensierata che ti sembra che io conduca, completamente opposta a quella di Luigi. Ma non sei l’unica.

Tutti mi applaudono e mi credono quello che io non sono. Ecco la vera ragione per cui a volte sono tanto solo, disperatamente solo!

BARBARA           Io ti aiuterò!

IVAN                     Se fosse possibile... Ma è troppo tardi!         

BARBARA           (aggrappandosi a lui) Come fai a dire che sono innamorata solo di un’illusione?

IVAN                     Perché è vero. Io recito sempre e mi osservo continuamente, mentre mangio, mentre bevo, mentre amo, mentre soffro… A volte mi sembra d’impazzire!

BARBARA           Oh, caro...

IVAN                     No, non amarmi, Barbara!  Saresti solo infelice. Nulla di buono può venire dall’amare uno come me. Non lo merito, davvero non lo merito. Colette ne sa qualcosa.


BARBARA           Già, Colette... E la tua amante, vero? Chissà cosa pagherei perché non esistesse.

IVAN                     Potrei ucciderla...

BARBARA           Saresti capace di farlo? Pensa che prova d’amore: uccidere una donna per un’altra donna.

IVAN                     (sorridendo) Bambina pazzerella!

BARBARA           Non sono una bambina!

IVAN                     Ah, se fossi più giovane…

BARBARA           Non sei poi così tanto vecchio.

IVAN                     (risentito) Non ho detto di essere un vecchio! Ho detto soltanto che ormai non sono più un ragazzo!

BARBARA           Certo. Ma che importa l’età quando ci si ama?

IVAN                     Guardami, Barbara, sinceramente, onestamente. Queste rughe…

I capelli... Fra poco sarò calvo, e allora...

BARBARA           E allora sarò felicissima. Quando avrai un bel parrucchino in testa, ci saranno meno ragazze di buona famiglia disposte a perdere la loro purezza con te.

 

IVAN                     (pensieroso) Parrucchino? No, non porterò mai un parrucchino! Mai! Anche se diventerò completamente calvo. Forse, se necessario, sulla scena, ma nella vita mai! Voglio invecchiare con distinzione.

BARBARA           Ivan, ma tu non mi ami almeno un poco?

IVAN                     (guardando l’assegno) Ascolta, non è che io non ti ami, ma la mia vita non mi appartiene. Non sono libero, c’è Colette.

BARBARA           Colette non è un ostacolo!

IVAN                     E poi io appartengo al pubblico, al mio lavoro, la sola cosa a cui debbo essere fedele.

BARBARA           Tu parli e la tua voce mi penetra nelle vene e scorre col mio sangue. Entrambi sappiamo che quando l’istinto ci spinge con tutte le sue forze in una direzione, è insensato e doloroso correre verso un’altra.

IVAN                     Ma... Luigi?

BARBARA           Non importa quel che ne seguirà, quali circostanze combatteranno contro di noi, quali lacrime saranno versate! Questa è una magia, il più piacevole incanto che io abbia mai conosciuto!

IVAN                     Oh, Signore!


BARBARA           Mi ami? Dimmelo!

                               Ivan guarda ancora l’assegno.

BARBARA           Ivan!

IVAN                     (accondiscendente) Ma sì, un po’ sì...

BARBARA           Ti ho sempre desiderato. Ho sempre sentito istintivamente che eravamo fatti l’uno per l’altra. Ora il momento giusto è arrivato.

(comincia a trascinarlo verso l’uscita di sx)

Io ho bisogno di te. E tu hai bisogno di me.

La gente che hai intorno non ti basta più. Colette non ti basta più!

Tu sei pane per i miei denti e io per i tuoi! (lo trascina fuori da sx)

IVAN                     (da fuori) Ma Barbara... Barbara!

-Campanello

Ivan rientra da sx e va a dx per aprire

 

BARBARA           (da fuori) Ivan, non aprire!

IVAN                     Aspettami, arrivo subito!

(da fuori a dx) Ah, sei tu. (e rientra seguito da Cesare)


scena  4

CESARE              (ha in mano diverse lettere) Come va?

IVAN                     Come quando bevi un caffè che sa di catrame.

CESARE              Poetico.

IVAN                     Barbara mi ama.

CESARE              E’ un male?

IVAN                     Non lo so. Sembra sia piena di soldi.

CESARE              Ottimo!

IVAN                     Tutti mi adorano. E’ una cosa nauseante.

CESARE              Barbara ti ama. E tu?

IVAN                     Io? Barbara? Beh... Cos’è quella lettera colorata?

CESARE              E’ di Silvia, la costumista. Dice che ha bisogno di vederti prima che parta.


IVAN                     Non mi vedrà.

CESARE              Questa è di Peschini. Colazione venerdì o pranzo martedì.

IVAN                     Con quello scocciatore, ne l’uno ne l’altro.

CESARE              (porgendogli una lettera) Questa è di quel giovanotto che hai costretto ad andare all’Accademia delle Belle Arti. È molto infelice.

IVAN                     Non l’ho affatto costretto. Mi ha chiesto un consiglio e glielo ho dato.

CESARE              Ha telefonato Tony. Vuol sapere la tua opinione sulla prima della sua commedia di ieri sera!

IVAN                     Si sarebbe capita un po’ meglio se avesse accluso un riassunto al programma.

CESARE              C’è questa che dice...

IVAN                     Basta!

CESARE              Ne sono rimaste solo due. Un invito di Gertrude che dà un ballo per sua figlia, sai quella piena di foruncoli...

IVAN                     Rifiutare cortesemente, grazie.

CESARE              E poi una lettera di non so che giovani esploratori. Pare che tu sia il “patrono” del loro circolo filodrammatico. Danno una rappresentazione. Vorrebbero due righe da leggere prima dello spettacolo.

IVAN                     Mandagliele.

CESARE              Io? E cosa devo dire?

IVAN                     Non mi dire che sei giunto alla tua età senza saper scrivere due righe di circostanza. E ora vado da quell’insulsa persona.

CESARE              Chi?

IVAN                     Barbara.

CESARE              Ah! Aspetta. Ho una splendida brutta notizia da darti.

IVAN                     Sentiamo.

CESARE              Non sei più un ragazzo brioso e irresponsabile. Sei un uomo che, pur in modo riluttante, va verso la mezz’età.

IVAN                     Che Dio ti perdoni!

CESARE              Tutti noi conosciamo il tuo fascino irresistibile. Lo vediamo operare monotonamente da vent’anni.


IVAN                     Non sono assolutamente un tipo monotono!

CESARE              Scusa il predicozzo, ma è da tempo che volevo parlarti.

IVAN                     Non scuso!

CESARE              Secondo il mio modesto parere, tutte queste scorrazzate occasionali sono poco dignitose.

IVAN                     Questa è la mattinata più irritante della mia vita!

CESARE              Credo che sia giunto per te il momento di riflettere e vedere quanto ti giovi questo folleggiare.

IVAN                     Se le donne mi stanno tutte addosso, cosa ci posso fare?

CESARE              Prova per un po’ di tempo a non essere così affascinante. Pensa come può essere divertente rendersi antipatico per un minuto o due. Secondo me ci riusciresti a meraviglia!

IVAN                     (melodrammatico) Oh, mio Dio, mio Dio! Sei la seconda persona nel giro di pochi minuti che mi fa la predica. Aspetto la terza.

CESARE              Ecco che reciti di nuovo!

IVAN                     Io non sto recitando!

CESARE              Tu reciti sempre. È questo il problema. Sei talmente abituato che neppure te ne accorgi!

IVAN                     Ho recitato con troppa enfasi?

CESARE              Sì, ma succede spesso. Invecchiando, reciti con troppa enfasi anche quando sei sul palco.

IVAN                     Vorresti dire che sto diventando un attore mediocre?

CESARE              Più o meno.

IVAN                     Benissimo! Tutti contro di me! Nessuno ha un briciolo d’affetto. Io sono soltanto quello che guadagna il pane.

CESARE              Non sempre. E quando lo guadagni, lo butti via. E ora dimmi: hai intenzione di lasciare Colette?

IVAN                     Le voglio bene. Ma certo i soldi di Barbara mi farebbero piacere.

CESARE              Sei tremendamente immorale.

IVAN                     Verissimo!

CESARE              E’ da più di dieci anni che ti approfitti di Colette. Lei ti ama, ti sostiene, sempre. E quando hai bisogno, ti è sempre vicina.


LUIGI                     (entrando da sx) Oh, ecco qui il fidanzato di Colette!

CESARE              Non sono il suo fidanzato!

IVAN                     (dandogli un calcio) Ma cosa dici?

LUIGI                     Noo?

CESARE              No!

LUIGI                     Ma allora cosa mi avete raccontato?

COLETTE             (entrando da sx) Un sacco di balle!

IVAN                     E’ una congiura!

COLETTE             Ivan, scusami, ma non ne posso più! Soffoco. Io divento idrofoba! Vado a fare un giro. Sbrigatevela tra di voi. (uscendo da dx) Ah, Luigi, guarda che io non sono sua figlia (indicando Ivan). Sono la sua... cosa sono?

CESARE              Compagna? Amichetta? Fidanzata? Morosa?

COLETTE             Sono la sua amante!

IVAN                     Ultimamente: zero!

COLETTE             Eh, ci credo! Quando per tutta la giornata si chiama un uomo «Papà, papà!», alla fine si resta un tantino suggestionati! (esce a dx)

IVAN                     Lo sapevo!

CESARE              Ivan, non ci badare. Dio è lassù e il mondo va a gonfie vele!

- BUIO


scena  5

- LUCE

                               Ivan è seduto sul divano. Luigi in piedi, gli gira intorno.

                               Cesare li guarda.

LUIGI                     Avrei dovuto aspettarmelo da uno come te! Comunque sappi che non ti darò un soldo. Ma soprattutto ti impediremo di continuare nelle tue stravaganze e nelle tue spese folli.

CESARE              Sono appena riuscito ad impedirgli di finanziare “Casa di bambola”.

IVAN                     Ibsen mi ha detto che hai sbagliato!


CESARE              Sì, dalla tomba!

IVAN                     Lui vuole che io lo metta in scena ad ogni costo.

LUIGI                     Non con i miei quattrini, però!

IVAN                     Me ne infischio dei tuoi quattrini! Credi che abbia bisogno del tuo denaro per metter su una commedia? Ci sono decine di impresari che sarebbero ben contenti di appoggiarmi in qualsiasi cosa decidessi di fare.

CESARE              Decine...

LUIGI                     E poi, Dio mio, non sei più un ragazzo brioso e irresponsabile. Sei un uomo che, pur in modo riluttante, va verso la mezz’età.

IVAN                     Ecco, Cesare, la terza predica è arrivata! E ho il tragico presentimento che non sia l’ultima

LUIGI                     Tutte queste scorrazzate occasionali sono poco dignitose. E’ da più di dieci anni che prendi in giro Colette.

IVAN                     Ma vi siete passati un copione? Dite tutti le stesse parole. Però mi sembra che tu, Luigi, sia il meno aderente al testo. Beh, ragazzi, sono stufo di predicozzi. Ci vediamo. (esce da dx)

CESARE              Va bene, vado anch’io. (esce da dx)

LUIGI                     (estrae un biglietto e lo legge come per prepararsi a un discorso) «Colette, entrambi sappiamo che quando l’istinto ci spinge con tutte le sue forze in una direzione...».

COLETTE             (entrando da dx) Cosa sta combinando Dio?

LUIGI                     (imbarazzato) E uscito.

COLETTE             Dovrò fargli una predica. In fin dei conti ha passato (a soggetto) la quarantina. Sarebbe tempo ormai di mettersi tranquillo.

LUIGI                     Colette, io devo dirti una cosa... importante.

COLETTE             Zitto! Cerca d’essere leale.

LUIGI                     Come Ivan?

COLETTE             Lascia perdere!

LUIGI                     Perché ho sposato Barbara? Non lo so. Forse per farmi una famiglia, una casa, ma l’amore non c’era. Anche se ora le voglio più bene di quanto lei ne voglia a me. Barbara è un tesoro; andiamo perfettamente d’accordo. Ma da quando i nostri destini si sono incrociati, tu sei la donna che amo veramente.

COLETTE             Luigi, taci!


LUIGI                     Sei la donna più affascinante, più intrigante, più appassionatamente attraente che io abbia mai conosciuto in vita mia.

COLETTE             Ti ringrazio...

LUIGI                     Devi staccarti da Ivan. Finirà con l’ucciderti. Il tuo cuore non reggerà a lungo. Con me avrai una vita serena e, perché no?, anche la tranquillità economica.   (si gira di spalle a Colette, estrae il biglietto e lo legge)

«Colette, entrambi sappiamo che quando l’istinto ci spinge con tutte le sue forze in una direzione, è insensato e doloroso correre verso un’altra.

                               E la cosa più insensata che si possa fare è colmarsi di rimpianti. Colette, sii sincera: a chi potremmo fare del male, io e te, amandoci un poco? A Ivan, che ti fa soffrire? A Barbara, che non mi vuole più?».

COLETTE             Sì, Ivan mi è stato leggermente infedele. Solo in questi ultimi tre anni, undici volte di cui ne sia certa, più quelle che non conosco.

Probabilmente anche in questo momento si sta spupazzando qualcuna.

LUIGI                     Ma come fai...?

COLETTE             Gli voglio bene.

LUIGI                     Anche l’amore ha un limite!

COLETTE             Hai ragione, anche l’amore ha un limite.

- BUIO


scena  6

(Alcuni giorni dopo)

- LUCE

                               Colette entra da sx. Ha in mano una camicia o una maglietta. Si porta al proscenio, rivolta verso il pubblico, e parla come se avesse di fronte Ivan.

COLETTE             (furibonda) Basta, Ivan, basta! Chi è questa volta? Chi è la zoccola con cui mi stai facendo le corna? O è forse un uomo? No, perché da te ci si può aspettare di tutto!

Di chi è questo rossetto?

                               E’ da dieci anni che stiamo insieme, e da dieci anni mi tradisci!

                               (un poco più calma) Ho sempre fatto finta di nulla, ho sempre chiuso gli occhi, perché ti amo e perché so che nel mondo dello spettacolo e facile... Te ne ho perdonate tante, ma ora basta, basta! (gli lancia addosso la camicia)

                               (ironica) Ah, sentitelo! Un po’ spensierato! No, mio caro, tu sei pazzo, un farabutto pazzo e bugiardo...


(si svincola come se Ivan avesse cercato di prenderla tra le braccia)

E lasciami stare! Non mi toccare! Tu non mi devi più toccare! Sono stufa! (un tempo)

                               (triste) No, non è vero che mi ami, le tue sono solo parole; il tuo non è amore... (piange) Non è amore... (un tempo per piangere)

                               (un urlo di rabbia) Aaaah... Fossi almeno ricco! Farei la mantenuta, ma tu sei capace solo di fare debiti su debiti...

Guarda, ho sempre pensato che vivere con te fosse un inferno, ma mi dicevo “E’ un inferno a cui tengo; c’è calduccio... e c’è il mio posto”.

Conoscevo solo il terrore di rimanere senza di te e allora preferivo qualsiasi umiliazione all’abbandono.

Che stupida! Stupida! Stupida...

                              

- BUIO


scena  7

                               In scena, da una parte, ci sono Colette e Ivan, uno di fronte all’altro. Dalla parte opposta del palco si trovano Luigi e Barbara, sempre uno di fronte all’altro.

BARBARA           Luigi, io ti voglio bene, ma non posso più stare con te.

                               Ogni giorno, sempre di più, sprofondo in una depressione che mi sta uccidendo.

COLETTE             Ivan, io ti amo, ma non posso più stare con te.

                               Ogni giorno, sempre di più, l’ansia che mi procuri mi sta uccidendo.

BARBARA           Con te vivo un’esistenza monotona e mi attanaglia la noia di sapere che sarai sempre uguale, oggi, domani, sempre...

                               I medici mi dicono che ho bisogno di distrazioni, di svago, di qualche imprevisto, di evasione...

COLETTE             Con te vivo in uno stato di ansia perenne e mi attanaglia l’angoscia di non sapere cosa combinerai, anche solo fra un’ora, domani, sempre...

                               I medici mi dicono che ho bisogno di tranquillità, di certezze, e sì, anche un po’ di monotonia...

BARBARA           Luigi, la mia psiche è molto malata, tu lo sai, e non riesco più a sopportare un uomo come te, cupo, noioso, pedante, maniacale...

COLETTE             Ivan, il mio cuore è molto malato, tu lo sai, e non riesco più a sopportare un uomo come te, dissennato, imprevedibile, infedele, scriteriato...

BARBARA           Insomma, mio caro, la mia salute mi chiede qualche scossa che mi rimetta in pista, lontana da te.


COLETTE             Insomma, mio caro, la mia salute mi chiede un periodo di riposo che mi rimetta in pista, lontana da te.

BARBARA           E allora ho deciso. Lui non lo sa ancora, ma...

COLETTE             E allora ho deciso. Lui non lo sa ancora, ma...

BARBARA e COLETTE (insieme)          

Sposo tuo fratello!

- BUIO

FINE   DEL   PRIMO   ATTO


ATTO   SECONDO

NOTE:                  Il 2° atto si svolge su una terrazza comune a due diverse suite di un hotel di lusso prospicente il mare. C’è un divisorio perpendicolare al pubblico che separa lo spazio di pertinenza delle due suite, ma non deve impedire né la vista né la possibilità di passare da destra verso sinistra e viceversa.

Tutta la scenografia e l’arredamento sono bianchi.

                               Sul fondo a dx: l’entrata dalla camera della coppia Ivan & Barbara.

                               Sul fondo a sx: l’entrata dalla camera della coppia Luigi & Colette.

                               Avanti a dx e a sx un tavolino con due sedie per parte.

scena  8

(Alcuni mesi dopo - Prima di cena)

-Rumore di mare

BARBARA           (entra da dx, guarda verso il mare) Ivan, Ivan, vieni a vedere che spettacolo! (va alla ringhiera di dx)

-Orchestrina 1

BARBARA           Oddio, che bello! (guarda il mare) Ivan, in quella rotonda sul mare c’è un’orchestrina che suona!

                               Ivan entra da dx. Viene alla ringhiera di dx e guarda il panorama. Barbara è accanto a lui e infila il braccio nel suo.

BARBARA           Allora? Romantico, no?

IVAN                     Non c’è male.

BARBARA           Non c’è male? E’ splendido! Guarda le luci di quel panfilo che si specchiano nell’acqua! Oh, caro, sono così felice! Io e te, qui, finalmente sposati!

IVAN                     Sì, dai, le cose si mettono benino.

BARBARA           Non prendermi in giro! (gli si avvicina col viso) Baciami!

IVAN                     (esegue) Ecco.

BARBARA           Hum, che entusiasmo!

IVAN                     E’ che sono un po’ provato dalla cerimonia di questa mattina.

 

BARBARA           Scommetto che con Colette eri molto più focoso.

IVAN                     Molto!


BARBARA           Antipatico! (un tempo) Era carina, Colette?

IVAN                     Sì.

BARBARA           Più carina di me?

IVAN                     Molto.

BARBARA           (risentita) Ivan!

IVAN                     Era graziosa, snella; aveva mani e gambe lunghe e sottili; e ballava come un angelo. A propo­sito, tu balli piuttosto maluccio.

BARBARA           Lo so. Ma lei sapeva suonare il pianoforte così bene come lo suo­no io?

IVAN                     Non lo sapeva suonare affatto.

BARBARA           (trionfante) Ah! E aveva il mio talento di organizza­trice?

IVAN                     No, non lo aveva.

BARBARA           E poi io non ti farò mai infelice come ha fatto Colette.

IVAN                     Ci facevamo infelici a vicenda.

BARBARA           E’ stata una stupida a perderti.

IVAN                     Ci siamo perduti a vicenda. Ma è un tema poco piacevole per la nostra prima sera di nozze, no?

BARBARA           Credi che potresti amarla ancora?

IVAN                     Finiamola di parlare di Colette.

BARBARA           Dimmi solo questo: lo potresti?

IVAN                     No. Ora amo te.

BARBARA           Sì, ma in un modo diverso da lei, lo so.

IVAN                     Forse più saggiamente.

BARBARA           Preferisco questa specie d’amore.

IVAN                     Un amore saggio potrebbe anche essere noioso.

BARBARA           Con te non soffrirò mai di noia.

IVAN                     (guardando il mare) Domani mattina facciamo un bel bagno.

BARBARA           Ci sto! Hai qualche preferenza sul costume da bagno, ne ho portati tantissimi.


IVAN                     Il burka va benissimo.

BARBARA           Ti odio!

IVAN                     Lo so. Ora andiamo a cambiarci.

BARBARA           Vuoi cenare in hotel o al Casinò?

IVAN                     Al Casinò.

BARBARA           Ti piace giocare, eh?

IVAN                     Qualche volta.

BARBARA           Mi metterò a sedere dietro di te e ti porterò fortuna.

IVAN                     Sarà fatale!

                               Escono a dx.

LUIGI                     (quasi subito entra da sx. Annusa l’aria, guarda il panorama) Colette!

COLETTE             (dall’interno) Cosa c’è?

LUIGI                     Vieni fuori: il panorama è magnifico.

COLETTE             Sono ancora bagnata; sono appena uscita dalla doccia.

LUIGI                     Non fa freddo.

COLETTE             (entra da sx. Ha in mano anche un asciugamano che dimenticherà sul terrazzo) Mi prenderò una polmonite, ecco tutto!

LUIGI                     (guardandola) Dio!

COLETTE             Che c’è?

LUIGI                     Sei meravigliosa!

COLETTE             Grazie, tesoro.

LUIGI                     Come una bella pubblicità. Stento a credere che sia vero! Io e te, qui, finalmente spo­sati! Ti prego, baciami.

COLETTE             (esegue) Certo.

LUIGI                     Hum, che entusiasmo!

COLETTE             E’ che sono un po’ provata dalla cerimonia di questa mattina.

LUIGI                     Mi ami?

COLETTE             Perché mai sarei qui?


LUIGI                     Più di quanto hai amato Ivan?

COLETTE             Eh no, eh! Non ne parliamo!

LUIGI                     Vorrei rompergli il collo, che il diavolo se lo porti!

COLETTE             (ridendo) Perché?

LUIGI                     Perché ti ha reso infelice.

COLETTE             Ci facevamo infelici a vicenda.

LUIGI                     E’ stato uno stupido a perderti.

COLETTE             Ci siamo perduti a vicenda. Ma è un tema poco piacevole per la nostra prima sera di nozze, no?

LUIGI                     Ha cominciato a tradirti fin dall’inizio, vero?

COLETTE             Ancora? Non lo so. Ho sofferto molto e mi si è spezzato il cuore. Il mio povero cuore, sempre traballante.

LUIGI                     Credi che potresti amarlo ancora?

COLETTE             Finiamola di parlare di tuo fratello!

LUIGI                     Dimmi solo questo: lo potresti?

COLETTE             No. Ora amo te.

LUIGI                     Sì, ma in modo diverso da come amavi lui.

COLETTE             Forse più saggiamente. (un sorriso) Una volta gli ho persino rotto in te­sta quattro piatti! Ma, ti prego, non parliamone più. E poi, scusa, siamo qui, con la luna che sorge e la musica che suona, e non sai fare altro che parlarmi di Ivan!

LUIGI                     No, potrei fare altro. (le si avvicina e la prende tra le braccia)

COLETTE             Calma, bambino mio. Abbiamo tempo.

LUIGI                     Ok, ok. (guardando il mare) Domani faremo un bel bagno.

COLETTE             Sì, voglio abbronzarmi per benino.

LUIGI                     Sei bellissima anche così. (la stringe ancora a sé) Vedrai, io ti farò felice.

COLETTE             Ne sono sicura. Ora andiamo a cambiarci.

LUIGI                     Vuoi cenare in hotel o al Casinò?

COLETTE             Credo che al Casinò sia più divertente.


                               Mentre escono a sx. Le voci andranno morendo.

LUIGI                     Alla fine sei diversa da come ti pensavo.

COLETTE             Come mi pensavi?

LUIGI                     Ma... più... sfrenata, forse.

COLETTE             Più sfrenata? Lascia che mi ambienti e poi vedrai...


scena  9

 

PAPÁ                    (entra da sx voltandosi verso l’entrata, osservando i due che escono)

Nessuno al mondo sa dove finisca il volersi bene e dove cominci l’amore.

(si avvia alla ringhiera di sx. Prima guarda il mare, poi alza gli occhi al cielo)  Non pensare che mi consolerò mai del tuo “abbandono”. Né che ti dimentichi, né che ti sostituisca.

                               Abbiamo condiviso insieme la primavera, l’estate, l’autunno della nostra vita e ora che viene l’inverno, te ne sei andata, lasciandomi solo.

COLETTE             (entra da sx per prendere l’asciugamano che ha dimenticato)

Papà, cosa guardi?

PAPÁ                    Sto guardando il cielo per vedere dove mi posso sistemare. Qui sulla terra, dopo che tua madre è morta, mi sento un po’... a disagio...

Pensavo che col tempo... e invece...

Ma è giusto così, perché se uno si riprende, vuol dire che non ne valeva la pena; da un amore totale non ci si riprende mai più!

COLETTE             (commossa) Papà...

PAPÁ                    La cerimonia è stata magnifica. Tu eri magnifica. Spero di esserti stato di aiuto. Torno al mio albergo. Domani prendo il treno e torno a casa.

COLETTE             (baciandolo) Ok, papi, vado a finire di cambiarmi. (si avvia) Grazie di tutto. (uscendo a sx) Ti voglio bene!

PAPÁ                    (guardando la spiaggia) Certo che se fossi intrappolato su un’isola deserta con quella ragazza, non manderei nessun biglietto di aiuto in bottiglia! (e velocemente esce a sx mentre)

                               Entra Ivan da dx, con due bicchieri di aperitivi che depone sul tavolino di dx. Poi si sofferma alla ringhiera di dx a guardare il mare.

                               Entra Papà da sx con due ciotole di salatini, li depone sul tavolo principale, poi si accorge di Ivan e si blocca stupito. Quindi arretra di qualche passo, nascondendosi alla vista di Ivan, dietro al muro di separazione tra le due suite.

IVAN                     (chiamando e uscendo a dx) Barbara!


PAPÁ                    Ivan! Sarà meglio stare zitti. Salutare tutti e andare a fare una passeggiata sulla spiaggia. (esce a sx)

 


scena  10

IVAN                     (rientrando) Ho portato qui i cocktail. Fa presto!

BARBARA           (da fuori) Ancora un attimo e arrivo.

                               Ivan siede al tavolino di dx girato verso il mare.

                               Colette entra da sx con due bicchieri di aperitivi che depone  sul tavolino di sx e siede con le spalle voltate a Ivan.

-Orchestrina

                               Ivan, dopo un istante, sen­za accorgersene, comincia a canterellare il motivo che l’or­chestra sta suonando.

                               Colette lo sente e si porta la mano alla gola co­me se stesse soffocando. Si gira, come alzandosi un poco sulla sedia, guarda Ivan.

                               Siede nuovamente, rilasciandosi con gesto quasi di disperazione. Guarda ansiosamente verso la sua camera, a sx, dove si trova ancora Luigi. Poi, con un piccolo sorriso, comincia anche lei a canterellare la me­lodia.

                               Ivan s’interrompe e rimane senza fiato; balza in piedi, si gira e la guarda.

                               Colette continua a cantare, fin­gendo di non accorgersi della sua presenza. Poi si volta lentamente alzandosi. I due ora sono uno di fronte all’altro.

COLETTE             Suonano bene, vero?

IVAN                     (con voce soffocata) Che cosa ci fai qui?

COLETTE             Sono in viaggio di nozze.

IVAN                     Anch’io.

COLETTE             Ah! E sei felice?

IVAN                     Felicissimo.

COLETTE             Meno male.

IVAN                     E tu sei felice?

COLETTE             Infinitamente.

IVAN                     Bene. Siamo entrambi felici.

COLETTE             Felici. Ciao. (esce da sx senza più voltarsi)


IVAN                     (con fermezza) Addio!

                               Ivan la segue con lo sguardo e un’espressione di orrore sui volto.

                               Barbara sopraggiunge gaiamente.

BARBARA           Aperitivo, per favore, ho una sete! (vede il volto di Ivan) Ivan, che c’è?

IVAN                     Dobbiamo partire subito!

BARBARA           Partire?

IVAN                     Immediatamente!

BARBARA           Sei impazzito?

IVAN                     Ascoltami, tesoro, bisogna che tu sia molto dolce, pa­ziente, comprensiva, non ti agiti e non faccia domande o al­tro.

Ho l’assoluta certezza che la nostra felicità fu­tura dipenda dalla nostra partenza immediata.

BARBARA           Perché?

IVAN                     Non te lo posso dire il perché.

BARBARA           Ma se siamo appena arrivati!

IVAN                     Lo so.

BARBARA           Che cosa è successo?

IVAN                     Niente.

BARBARA           E allora hai perso il ben dell’intelletto!

IVAN                     Non l’ho perso; ma lo perderò se rimarremo qui.

BARBARA           Non sei mica ubriaco, vero?

IVAN                     No.

BARBARA           Scendiamo a cenare, vedrai che dopo ti sentirai meglio.

IVAN                     Parlo sul serio.

BARBARA           Amore, sii ragionevole: ho già disfatto i bagagli, è la nostra prima notte di nozze; non possiamo andar via adesso.

IVAN                     A Parigi!

BARBARA           A Parigi? Ora? E quando arriviamo?


IVAN                     (facendo grandi sforzi per essere calmo) Senti, Barbara, so che ti sembrerà una pazzia, un’assoluta mancanza di logi­ca e di buon senso, ma ti assicuro che ho il presentimento di un disastro imminente.

BARBARA           (con fermezza) Stupidaggini isteriche.

IVAN                     Pensa a quella donna che an­nullò il viaggio sul Titanic. Tutto per un presentimento.

BARBARA           Vuoi dire che sta per accadere un terremoto o qualcosa del genere?

IVAN                     Possibilissimo. Ma è più probabile che sarà una violenta esplosione.

BARBARA           Non capisco.

IVAN                     Ascoltami, Barbara...

BARBARA           Ma perché ti comporti in questo modo, perché, perché, perché?! (decisa) Figurati se voglio partire stasera! Sempli­cemente ridicolo! Per oggi ho già viaggiato abbastanza e sono stanca.

IVAN                     Sei ostinata come un mulo!

BARBARA           Ti dirò che mi piace essere cosi.

IVAN                     (violentemente) Hai piantato i tuoi piedini per terra e non intendi smuoverli di un centimetro, è così?

BARBARA           Proprio così!

IVAN                     Se c’è una cosa che mi fa uscir dai gangheri è un’ostinazione così capricciosa. Avrei voglia di... stritolarti!

BARBARA           Come ti permetti di parlarmi cosi, la prima sera del­la nostra luna di miele!?

IVAN                     Accidenti alla nostra luna di miele! Accidenti, acciden­ti, accidenti!

BARBARA           (scoppiando in lacrime) Oh, Ivan...

IVAN                     Smettila di piangere. Vuoi venire con me a Parigi, sì o no?

BARBARA           Non sono mai stata cosi infelice in vita mia! Sei odio­so, brutale...! Tu non mi ami affatto! Vorrei essere morta!

IVAN                     Vuoi venire o no, a Parigi?

BARBARA           No, non voglio venire!

IVAN                     Oh, santo Dio! (esce a dx, arrabbiato)

BARBARA           (lo segue, in gemiti) Oh Ivan, Ivan...


                               Entra da sx Luigi a passi pesanti, seguito da Colette.

LUIGI                     Ti stai comportando come una pazza.

COLETTE             Ti sto chiedendo solo un piccolo favore, un piccolo favore.

LUIGI                     Un piccolo favore?!

COLETTE             Se partiamo adesso potremo essere a Parigi fra po­che ore.

LUIGI                     Se attraversassimo la Siberia in treno, saremmo in Cina fra due settimane, ma non vedo la ragione di farlo.

COLETTE             Oh, Luigi, caro... ti prego, ti prego... Mostrati ra­gionevole, per amor mio!

LUIGI                     Ragionevole!?

COLETTE             Tu non desideri che io sia infelice durante tutta la mia luna di miele, vero?

LUIGI                     Perché hai tanta smania di partire?

COLETTE             Ti arrabbierai se ti dico la verità.

LUIGI                     Tu prova a dirmela.

COLETTE             Tuo fratello è qui.

LUIGI                     Come?

COLETTE             L’ho visto.

LUIGI                     Quando?

COLETTE             Ora, mentre tu eri in bagno.

LUIGI                     Dov’era?

COLETTE             Lì. (Indica al di là della balaustra)

LUIGI                     Sei sicura?

COLETTE             Non mi credi?!

LUIGI                     Non so...

COLETTE             Quindi mi credi una stupida?

LUIGI                     Non dico questo, ma..

COLETTE             Ma, ma, ma! Ma non capisci che situazione antipatica? E’ la cosa più imbarazzante che sia mai accaduta in vita mia. Dobbiamo partire subito!


LUIGI                     Ma perché?

COLETTE             Come si fa ad essere cosi terribilmente ostinati!

LUIGI                     Non ho paura di lui.

COLETTE             Nemmeno io. Non si tratta di aver paura. E’ solo una situazione antipatica e molto, molto sgradevole.

LUIGI                     Che mi venga un colpo se riesco a capire perché la nostra luna di miele dev’essere turbata dalla presenza di Ivan.

COLETTE             Lo sarà!

LUIGI                     Mi rifiuto assolutamente di cambiare all’ultimo momento tutto il nostro programma, solo perché tu credi di aver visto Ivan.

COLETTE             Credo?

LUIGI                     Magari non era lui.

COLETTE             Ma se era lì! Sono nella camera accanto alla nostra.

LUIGI                     Anche se fosse qui, non vedo che importanza potrebbe avere. Probabilmente si sentirebbe molto più imbarazzato di te. E quindi...

COLETTE             (interrompendolo) Non vuoi partire?

LUIGI                     No! Se comincio così presto a cederti, la nostra vita sarà insopportabile.

COLETTE             Sono stata una pazza a sposare un vecchio signore che non vuole scomodarsi dalla sua poltrona!

LUIGI                     E’ inutile arrabbiarsi.

COLETTE             Sei un asino presuntuoso!

LUIGI                     (inorridito)  Colette!

COLETTE             (arrabbiatissima)  Asino presuntuoso: l’ho detto e lo ripeto! Pedante, noioso, e senza un briciolo di brio!

LUIGI                     (esce a sx)  Io sono al bar. Quando sarai pronta per andare a cena, me lo farai sapere.

COLETTE             (girandosi verso il mare)  Vattene, vattene!

                               Luigi esce a sx nello stesso momento in cui dall’altra parte entra Ivan, seguito da Barbara in lacrime.

IVAN                     Smettila di piangere!


BARBARA           Vorrei non averti mai conosciuto! Non mi meraviglio che Colette ti abbia lasciato, se  ti sei comportato con lei come ti comporti con me. Ora scen­do a cenare per conto mio. Tu fa pure quel che vuoi.

(esce a dx in lacrime)


scena  11

                               Ivan si appoggiai alla balaustra di dx cercando di padroneggiare i suoi nervi. Colette si gira verso di lui.

COLETTE             Sono furibonda!

IVAN                     Anch’io.

COLETTE             Cosa possiamo fare?

IVAN                     Non lo so.

COLETTE             Quanto vorrei essere a bordo di quel panfilo!

IVAN                     Quanto vorrei che fosse così!

COLETTE             Carino!

IVAN                     Hai combinato un bel guaio!

COLETTE             Io? E tu?

IVAN                     Vuoi un aperitivo? Qui ce ne sono due. (le porge un bicchiere)

COLETTE             Anche qui ce ne sono due. Perché non ubriacarci e gridare come due ossessi?

IVAN                     Non credo che sia un buon rimedio.

COLETTE             Appena ti ho visto, ho cercato di convincere tuo fratello a par­tire, ma niente.

IVAN                     Anch’io con Barbara.

COLETTE             (alzando il bicchiere) Alla sa­lute! No, anzi: al signor Luigi e signora Colette. Povera ragazza! Che Dio la aiuti!

IVAN                     (brindando) Al signor Ivan e signora Barbara. Povero ragazzo! Che Dio lo aiuti!

COLETTE             Cin. (beve)

IVAN                     Cin. (beve) Sei innamorata di lui?

COLETTE             Certo.


IVAN                     Non ci credo.

COLETTE             Perché tu non sei innamorato di Barbara?

IVAN                     Certamente.

COLETTE             Non ci credo.

IVAN                     Bionda, molto graziosa, e suona deliziosamente il piano­forte.

COLETTE             Gran consolazione!

IVAN                     Che bel quartetto! E sullo stesso balcone! Mio fratello sa che sono qui?

COLETTE             Gliel’ho detto. E Barbara sa che io sono qui?

IVAN                     No. Ho cercato di convincerla a partire per Pa­rigi.

COLETTE             Parigi? (scoppia a ridere) Oddio, anch’io! Meno male che non ci siamo riusci­ti, altrimenti ci saremmo probabilmente ritrovati sulla Torre Eiffel.

IVAN                     E avrei potuto buttarti giù!

COLETTE             Mi è sempre piaciuto volare! Luigi è sceso al bar.

IVAN                     E Barbara sarà già in sala da pranzo.

-Orchestrina

IVAN                     Questa orchestra ha un repertorio notevolmente limi­tato.

COLETTE             Già.

IVAN                     Partirò domani, qualsiasi cosa accada.

COLETTE             Sei molto gentile.

IVAN                     Ti auguro che nella vita tutto ti sorrida e che tu sia molto felice.

COLETTE             (acida) Grazie, altrettanto. (un tempo) E’ straordinario il potere della musica. Mi ricorda la pista di pattinaggio del Palace Hotel e tu che mi sorreggevi.

IVAN                     Eri caduta sul culetto pochi minuti prima.

COLETTE             E’ stato ignominioso da parte tua ridere in quel mo­do! Mi sono sentita così umiliata...

IVAN                     Povero tesoro!

COLETTE             E’ piacevole pensare che abbiamo avuto tanti momenti meravigliosi.

IVAN                     Sono stato uno sciocco a sciupare tutto.


COLETTE             (stancamente) Già.

IVAN                     Eravamo così stupidamente innamorati.

COLETTE             Eravamo...

IVAN                     E invece eccoci qui a ricominciare con due persone completamente diverse. Nuovamente innamorati, non è vero?

                               Si guardano intensamente perché non è vero.

IVAN                     Come va il tuo cuore?

COLETTE             Male. Come sempre.

IVAN                     Quindi la medicina “Luigi” non ha fatto molto effetto.

COLETTE             A volte ho la sensazione che abbia peggiorato la situazione

IVAN                     Devo andare a cercare Barbara.

COLETTE             Devo andare a cercare Luigi.

                               Si guardano. Entrambi si avviano ed escono nella propria stanza.

                               Dopo un mo­mento Luigi entra da sx e si guarda attorno ansio­so. Quindi rientra e si sente la sua voce che chiama: «Colette!».

                               Torna infine sulla terrazza e viene ad affacciarsi alla ba­laustra di sx.

                               Luigi sente Barbara che dalla sua stanza chiama «Ivan» e si volge a guardare mentre lei entra da dx.

                               Barbara al vederlo, sobbalza leggermente.

BARBARA           Ah, ecco, ora si spiega tutto!

LUIGI                     Tutto. (ride nervosamente) Una vera coincidenza...

BARBARA           (ironica) Cercavo mio marito.

LUIGI                     (ironico) Davvero curioso: io cercavo mia moglie. (un tempo) E’ molto che siete arrivati?

BARBARA           Oggi. Questa mattina c’è stata la cerimonia.

LUIGI                     Anche noi.

BARBARA           Divertentissimo, davvero.

LUIGI                     Uno spasso!

BARBARA           Sono furibonda!

LUIGI                     Anch’io.


BARBARA           Cosa dobbiamo fare?

LUIGI                     Non lo so.

BARBARA           Quanto vorrei essere a bordo di quel panfilo!

LUIGI                     Quanto vorrei che fosse così!

BARBARA           Carino!

LUIGI                     Hai combinato un bel guaio.

BARBARA           Io? E tu?

LUIGI                     Vuoi un aperitivo? Qui ce ne sono due. (le porge un bicchiere)

BARBARA           Anche qui ce ne sono... ce n’erano due!

LUIGI                     Qualcuno ci ha preceduto. Alla tua sa­lute!

BARBARA           Tuo fratello ha cercato di convincermi a par­tire.

LUIGI                     Anche Colette.

BARBARA           (alzando il bicchiere) Al signor Ivan e signora Barbara. Speriamo di non dover dire: “Povera ragazza!” Altrimenti: che Dio l’aiuti!

LUIGI                     (brindando) Al signor Luigi e signora Colette. Speriamo di non dover dire: “Povero ragazzo! ” Altrimenti: che Dio lo aiuti!

BARBARA           Cin. (beve)

LUIGI                     Cin. (beve) Sei innamorata di lui?

BARBARA           Certo.

LUIGI                     Non ci credo.

BARBARA           Perché tu non sei innamorato di Colette?

LUIGI                     Certamente.

BARBARA           Non ci credo.

LUIGI                     Un bel quartetto!

BARBARA           E sullo stesso balcone!

LUIGI                     Colette voleva andare a Pa­rigi.

BARBARA           Parigi? (scoppia a ridere) Oddio, anche Ivan! Meno male che non ci sono riusci­ti, altrimenti ci saremmo probabilmente ritrovati sulla Torre Eiffel.


LUIGI                     E avrei potuto buttarti giù!

BARBARA           Mi è sempre piaciuto volare! Ero scesa per cenare da sola.

LUIGI                     Anch’io. Aspettavo Colette al bar. Comunque partirò domani, qualsiasi cosa accada.

BARBARA           Sei molto gentile.

LUIGI                     Ti auguro che tutto ti sorrida nella vita e che tu sia molto felice.

- Orchestrina

BARBARA           E’ straordinario il potere della musica. Mi ricorda la prima volta che siamo andati a pattinare e tu che mi sorreggevi.

LUIGI                     Eri caduta sul culetto pochi minuti prima.

BARBARA           E’ stato ignominioso da parte tua ridere a quel mo­do! Mi sono sentita così umiliata...

LUIGI                     Povero tesoro!

BARBARA           E’ piacevole pensare che abbiamo avuto tanti momenti meravigliosi.

LUIGI                     Sono stato uno sciocco a sciupare tutto con la mia pedanteria.

BARBARA           (stancamente) Già.

LUIGI                     Eravamo così stupidamente innamorati.

BARBARA           Eravamo...

LUIGI                     E invece eccoci qui a ricominciare con due persone completamente diverse. Nuovamente innamorati, non è vero?

                               Si guardano intensamente perché non è vero.

LUIGI                     Come va la tua depressione?

BARBARA           Male. Come sempre.

LUIGI                     Quindi la medicina “Ivan” non ha fatto molto effetto.

BARBARA           A volte ho la sensazione che abbia peggiorato la situazione.

LUIGI                     Devo andare a cercare Colette.

BARBARA           Devo andare a cercare Ivan.

                               Si guardano. Entrambi si avviano ed escono nella propria stanza.

- BUIO

scena  12

(La mattina seguente)

- LUCE

                               Entra da sx Luigi con vassoio contenente due brioche, due cappuccini e due bicchieri di spremuta. Li depone sul tavolino di sx. Prende i bicchieri con gli aperitivi della sera prima, e si avvia nella sua camera.

                               In quell’istante entra Ivan da dx con un vassoio identico a quello Luigi, che depone sul tavolino di dx.

IVAN                     (ironico) Com’è andata la prima notte di nozze?

LUIGI                     (uscendo) Non credo che la cosa funzionerà.

                               Ivan prende i bicchieri con gli aperitivi della sera prima, e si avvia nella sua camera.

                               In quell’istante entra Luigi da sx con due tazzine di caffè che depone sul tavolino di sx .

LUIGI                     Come si potrebbe vivere senza il caffè della mattina? (beve un caffè)

IVAN                     (uscendo) Me lo sono chiesto molte volte.

LUIGI                     (ironico) Com’è andata la prima notte di nozze?

IVAN                     (fermandosi un istante) Ottimamente! Un letto e un divano! (esce a dx)

LUIGI                     Oggi farà molto caldo, un tantino troppo forse.

                               In quell’istante entra Ivan da dx con due tazzine di caffè che depone sul tavolino di dx .

IVAN                     Puoi metterti a mollo nel mare tutto il giorno. Magari ammorbidirà un po’ la tua impeccabilità.

LUIGI                     Hai un senso dell’umorismo molto tarpato.

IVAN                     Tarpato?

LUIGI                     Spuntato, stupido.

IVAN                     Beh, meglio che non averne affatto. (beve un caffè)

LUIGI                     Non capisco che cosa ci sia di divertente nel compor­tarsi sempre senza serietà.

IVAN                     Tu non riusciresti ad essere spiritoso neanche se ci provassi con tutte le tue forze.

LUIGI                     Infatti non ci provo.


IVAN                     Dev’essere molto triste, essere incapace di vedere il lato divertente delle cose.

LUIGI                     Ami Colette?

IVAN                     Vuoi una sigaretta?

LUIGI                     Rispondi alla mia domanda: ami Colette?

IVAN                     Domanda non pertinente, vostro onore.

LUIGI                     Ami Colette?

IVAN                     Un po’ sciocca anche, se la analizzi nei dettagli.

LUIGI                     Ami Colette?

IVAN                     Ummh, che noioso! Risponderò alla tua domanda: questa mattina non molto in tutta sin­cerità. Ti dirò che mi piacerebbe tirarle il collo. Tu l’ami?

LUIGI                     Questo non c’entra.

IVAN                     Al contrario: è proprio il nocciolo dell’intera faccenda. Se l’ami, potrai vivere con lei in pace e armonia fino al novantottesimo anno.

                               Ma forse lei non arriverà mai così in là con gli anni. Credo che il suo cuore non glielo permetterà.

LUIGI                     Sì, lo penso anch’io.

IVAN                     Comunque anche tu non hai risposto alla mia domanda.

LUIGI                     Ho l’impressione che ieri mattina abbiamo celebrato un doppio matrimonio che non funzionerà.

IVAN                     Ah, ecco!

LUIGI                     Ci hanno quasi costretto.

IVAN                     Senza quasi.

LUIGI                     Barbara voleva evadere insieme a te dalla mia pedanteria e dalla sua depressione.

IVAN                     Colette cercava con te una vita più tranquilla per il suo cuore, e anche una sicurezza economica. Ah, a proposito di matrimoni, grazie per i soldi. Senza il tuo aiuto non avrei potuto pagare tutte le spese della cerimonia.

LUIGI                     L’ho fatto per Barbara non per te. Comunque Barbara non ha problemi economici, anzi.

IVAN                     Ti prometto che con lei metterò la testa a posto.

LUIGI                     Vedremo. Ma ora che si fa?


IVAN                     Come “che si fa?”. Si fa colazione. (sedendosi) E io comincio, visto che Barbara non viene. Tu?

LUIGI                     (si siede, sconfortato) Ho lo stomaco chiuso.

IVAN                     Beato te! Puoi stare a dieta.

LUIGI                     Cerca solo di non spezzare il cuore a quella povera creatura.

IVAN                     Chi?

LUIGI                     Barbara, chi altro?

IVAN                     Nessun cuore spezzato. Fra un anno si stuferà di me e mi di­menticherà completamente.

LUIGI                     Lo spero sinceramente, per il suo bene.

IVAN                     (tragico) Anche Colette mi dimenticherà. Tut­ti mi dimenticheranno.

LUIGI                     Stai recitando.

IVAN                     Si vede?

LUIGI                     Sì, e neppure troppo bene.

IVAN                     E’ perché mi sento piutto­sto depresso. (esce a dx)

LUIGI                     Depresso tu? Ma fammi il piacere! (esce a sx)

BARBARA           (entra da dx mentre Luigi esce) Caffè! (si siede e beve)

COLETTE             (entra da sx) Caffè! (si siede e beve) 

BARBARA           Come si potrebbe vivere senza il caffè della mattina?

COLETTE             Me lo sono chiesta molte volte.

BARBARA           Com’è andata la prima notte di nozze?

COLETTE             Non credo che la cosa funzionerà. E tu?

BARBARA           Ottimamente! Un letto e un divano!

COLETTE             Sciambola!       

BARBARA           Ami Ivan?

COLETTE             Oggi farà molto caldo, un tantino troppo forse.

BARBARA           Perché non rispondi alla mia domanda? Ami Ivan?


COLETTE             Domanda non pertinente, vostro onore. Anche un po’ sciocca, se la analizzi nei dettagli.

BARBARA           Ami Ivan?

COLETTE             A furia di stare con Luigi sei diventata anche tu un po’ noiosetta. Risponderò alla tua domanda: questa mattina non molto in tutta sin­cerità. Mi piacerebbe tirargli in testa una sedia. Tu l’ami?

BARBARA           Questo non c’entra.

COLETTE             Beh, direi che se hai intenzione di vivere con lui, è fondamentale.

BARBARA           Ho l’impressione che ieri mattina abbiamo celebrato un doppio matrimonio che non funzionerà.

COLETTE             Lo penso anch’io.

BARBARA           Forse siamo state un po’ affrettate.

COLETTE             Forse sì.

BARBARA           Non ne potevo più di Luigi.

COLETTE             E io non ne potevo più di Ivan.

BARBARA           Ivan mi ha detto che metterà la testa a posto.

COLETTE             Alla sua età? Sai il lupo... il pelo...

BARBARA           Già. Ma ora che si fa?

COLETTE             Come “che si fa?”. Si fa colazione.

BARBARA           Ho lo stomaco chiuso. (esce a dx)

COLETTE             Beata te! La tua dieta ne beneficerà.


scena  13

PAPÁ                    (entrando da sx con un giornale in mano e, mentre parla con Colette, lo sfoglia) Ho l’impressione che ieri mattina sia stato celebrato un doppio matrimonio che non funzionerà.

COLETTE             Papà! Ciao. Fai colazione con me?

PAPÁ                    Il bombolone alla crema e il cappuccino al cacao che ho nello stomaco mi dicono di non accettare.

COLETTE             Siediti.


PAPÁ                    Non preoccuparti, sto in piedi anche quando lavo i piatti!

COLETTE             Perché hai detto quella cosa del matrimonio?

PAPÁ                    Ho incontrato Ivan al bar e suo fratello nella hall. Non mi sembravano molto entusiasti. E ora il tuo viso non è dei migliori.

COLETTE             Ma, sai, Ivan è stato il primo amore della mia vi­ta e malgrado tutti i dolori che ho patito per causa sua, dev’esserci rimasta una piccola scintilla che ha fatto fiamma quando ieri mi sono ritrovata faccia a faccia con lui.

PAPÁ                    (leggendo) “Sagittario. Prima di mettere in pratica qualsiasi azione, andate alla ricerca della vostra calma interiore. Eviterete di commettere errori.”

COLETTE             A volte penso che quella sera, se non si fosse fermata la macchina...

Ma già, il destino...

PAPÁ                    Non è vero che il destino si intromette alla cieca nella nostra vita.

Lui entra dalla porta che noi stessi gli abbiamo spalancato, facendoci da parte per farlo entrare.

Perché l’hai lasciato?

COLETTE             Papà, ho sempre cercato il lato buono in tutte le cose e, grazie al mio candore, l’ho sempre trovato. Ma lui continuava a combinarmi una vigliaccata dietro l’altra, così grosse che anche una tonta come me alla fine ha dovuto ribellarsi!

PAPÁ                    Un uomo, anche se l’ama, tradisce la moglie solo perché lei non è perfetta: e cioè moglie, figlia, amante, amica e... puttana.

COLETTE             Con lui ho sempre cercato di essere tutto questo, ma...

PAPÁ                    Ma ora sei infelice. E sai perché? Perché quando l’hai visto quella sera, hai subito capito che era... LUI. Lui e nessun altro.

E se ti avessero chiesto il perché, non avresti saputo rispondere.

«E’ lui! E’ così e basta!»

COLETTE             Papà, sei forte!

PAPÁ                    Lo so.

Il mio treno parte a mezzogiorno.

                               Vado a bermi un caffè; e poi devo fare due spesette.

Sai alla mia età si diventa molto amici del farmacista.

COLETTE             (alzandosi) Un bacione, papi.

PAPÁ                    (la bacia in fronte, teneramente) Prima di partire, magari vengo a salutarti.

COLETTE             Ciao, papà.


PAPÁ                    Ciao. Ah, (estrae un biglietto e glielo porge)  dammi retta, fa come ti dico: lasci due righe a Luigi e a Barbara, raccatti il tuo Ivan, e ve ne andate a Parigi.  (esce a sx)

COLETTE             (sorridendo e seguendo con lo sguardo suo padre) Parigi...

 


scena  14

                               Ivan entra da dx con una valigia.

COLETTE             Dove vai?

IVAN                     Australia.

COLETTE             Povera Barbara. Suppongo che sarà terribilmente infelice.

IVAN                     L’istante stesso in cui tu e io ci siamo rivisti, abbiamo compreso che era inutile continua­re in questa farsa.

COLETTE             E se non ci fossimo mai più incontrati? Non saresti stato felice con Barbara?

IVAN                     Senza il minimo dubbio!

COLETTE             Odioso!

IVAN                     Sarebbe stato lo stesso per te con Luigi. La nostra vita con loro sarebbe stata senza inciampi; amichevole e piacevolissima. Non credi?

COLETTE             (un tempo) Squallida.

IVAN                     (un tempo) Una prigione.

                               Si guardano un istante.

IVAN                     Fuggiamo?

COLETTE             (lo guarda, spalanca gli occhi) Insieme?

IVAN                     Sì, certo, subito!

COLETTE             A Luigi si spezzerà il cuore.

IVAN                     Anche a Barbara, probabilmente. Ma pensa che inferno sarebbe la loro vita se ri­manessimo con loro.

COLETTE             E’ vero. La nostra sarebbe una bella crudeltà!

IVAN                     Far finta di amarli, mentre...

COLETTE             Mentre ci amiamo, l’un l’altro, così...


IVAN                     Disperatamente...

COLETTE             Non si può sfuggire al proprio destino. E tu sei il mio destino.

Sei il mio uomo nei miei ricordi, nei miei sogni, nelle mie speranze.

Io ti amo, malgrado me stessa, malgrado le tue ombre, contro tutto e tutti. Amo i tuoi desideri, le tue qualità, amo il male che mi fai, un male che passa subito e non lascia tracce.

IVAN                     Una dichiarazione d’amore che avrei dovuto farti io.

COLETTE             Forse sì.

IVAN                     Hai molto da perdonare.

COLETTE             Farò tutto un pacchetto.

IVAN                     Ti ho fatto soffrire troppo.

COLETTE             Mi va bene anche soffrire, se è il prezzo da pagare per noi due.

IVAN                     (un tempo) Però dovremmo dirglielo.

COLETTE             Ho giusto qui un biglietto. (scrive)

IVAN                     Sei ancora più spietata di me.

COLETTE             Non sarei mai stata felice con Luigi. Sono stata una sciocca a prenderlo anche solo in considerazione.

IVAN                     Hai fatto qualcosa di più di una semplice considera­zione, l’hai sposato.

COLETTE             E tu? Come hai potuto sposare Barbara, dopo che non hai mai sposato me in tutti questi anni?

IVAN                     Colette, io non ti sposerò mai!

COLETTE             Peccato! Ti perdi un’emozione: vedermi con l’abito da sposa. Ero bellissima!

IVAN                     Mi perdo l’emozione, ma non ti sposo. Voglio amarti per sempre.

COLETTE             Il matrimonio te lo impedirebbe?

IVAN                     Con un tipo come me, sì. Sai il famoso detto...?

COLETTE             La tomba...

IVAN                     Dell’amore!

COLETTE             Va bene, resterò zitella! E ora cosa proponi di fare? Pensa che da un minuto all’altro possiamo vederceli davanti.


IVAN                     Dobbiamo decidere: o andarcene insieme, adesso, o restare con loro e non vederci mai più.

COLETTE             La seconda è un’assurdità.

IVAN                     Allora vieni... (e prende la mano).

COLETTE             Dove?

IVAN                     A Parigi, è un classico.

COLETTE             Me ne pentirò!

IVAN                     Ma sarai felice!

COLETTE             Ricominciare con tutte...

IVAN                     No, no; metterò la testa a posto, te lo prometto.

COLETTE             C’è sempre la faccenda del lupo... del pelo...

IVAN                     Anche i lupi invecchiano; e diventano più saggi.

COLETTE             Fammi ragionare.

IVAN                     Assolutamente no! Vieni!

COLETTE             Cosa faremo se scendendo incontreremo uno di loro?

IVAN                     Correremo come cervi!

Fuggono insieme nella camera di Ivan a dx.


scena  15

BARBARA           (entra da sx, infuriata) Come ti permetti di parlarmi con questo tono?!

LUIGI                     (entra da sx) Perché sei una delle donne più stupide che io abbia mai conosciuto!

BARBARA           Come osi?! Come osi? Non sono mai stata così insultata in vita mia!

LUIGI                     E’ quello che ti meriti!

BARBARA           E tu sei l’uomo più ottuso, noioso, pedante, che io abbia mai incontrato! Una cosa sola ti dico: avrai quello che ti meriti!

LUIGI                     E cioè?

BARBARA           Lo sai benissimo! E ti sta bene! Sei così debole di testa da permettere che quella donna ti raggiri tanto facilmente!


LUIGI                     Ah! E tu? Tu che ti sei lasciata plagiare da quello sfaccendato immorale? (vede il biglietto) Guarda, un biglietto. (lo legge, intanto)

BARBARA           Mi sento così sconvolta... Dove saranno?

LUIGI                     Leggi, e lo saprai. (intanto che Barbara legge, si porta alla balaustra) Sono tornati insieme il giorno dopo che si sono sposati con noi.

BARBARA           Mi ci vorrebbe un whisky, altro che cappuccino! (scoppia in lacrime)

LUIGI                     Vado a prenderlo?

BARBARA           Lascia perdere!

LUIGI                     Dai, non piangere! (va verso di lei, tendendole la mano) Dammi la mano.

BARBARA           (afferrandola) Eccola.

LUIGI                     Più serena?

BARBARA           Molto di più.

-Orchestrina, valzer

LUIGI                     Sei impegnata per questo bal­lo?

BARBARA           Strano a dirsi, lo ero; ma il mio cavaliere si è sentito male tutto ad un tratto.

LUIGI                     E’ questa male­detta epidemia di vaiolo.

BARBARA           In realtà si è trattato di acciacchi D’AMORE.

LUIGI                     Allora lo ballerai con me?

BARBARA           Ne sarò deliziata. Però sai che io ballo come un’anatra.

LUIGI                     Non preoccuparti.

                               Ballano. Lui è passionale. Lei completamente tra le sue braccia.

BARBARA           Sai una cosa?

LUIGI                     Dimmi.

BARBARA           Ritorno con te, per sempre!

LUIGI                     Non voglio che ritorni con me! Sono felicissimo così!

BARBARA           Non hai alternative, visto che siamo ancora innamorati!

 

LUIGI                     Barbara, ti prego, no! Non hai un po’ di cuore?


BARBARA           Smettila di fare il disinvolto!

LUIGI                     Non ha mai pensato che la disinvoltura possa coprire un vero e proprio imbarazzo?

BARBARA           (civetta) Ti aiuterò io a farti diventare più... sciolto... Ma soprattutto ti farò rigare dritto e farai quello che dico io. Ti avviso: non sarò più quella di prima, arrendevole, remissiva... Da oggi comando io!

LUIGI                     Ecco!

BARBARA           (staccandosi) Però, ti rendi conto che viviamo nel peccato?

LUIGI                     Secondo i cattolici no, perché non ricono­scono il divorzio. Per loro noi due siamo ancora sposati, come prima.

BARBARA           Sì, tesoro, ma noi siamo cattolici?

LUIGI                     Non lo so; non importa, ma è piacevole pensare che loro in certo qual modo ci sostengono. Prima eravamo uniti in matrimonio al cospetto del cielo e lo siamo ancora.

BARBARA           Può darsi che al cospetto del cielo siamo in perfetta regola, ma al cospetto della società ho l’impressione che sia­mo in un grosso pasticcio.

LUIGI                     A dire il vero, credo che questa si­tuazione sia assolutamente senza precedenti. Manchiamo di una precisa etichetta a cui fare riferimento.

BARBARA           Secondo te cosa si può fare?

LUIGI                     Due cose banalissime, anzi tre: io divorzierò da Colette, tu da Luigi. E poi ci sposeremo di nuovo.

BARBARA           Le cerimonie mi hanno sempre elettrizzata!

                              

Luigi e Barbara escono.

- BUIO


Finale

(E’ circa mezzanotte)

- LUCE

IVAN                     (entra da dx, l’entrata dell’Antefatto e si ferma subito, rivolto al pubblico, quasi urlando, come se Colette fosse lontana)

Colette, devo dirti una cosa. Però non ridere!

COLETTE             (entra da dx, l’entrata dell’Antefatto e si ferma subito, in fianco a Ivan, rivolta al pubblico, quasi urlando, come se Ivan fosse lontano)

                               Non garantisco!


IVAN                     (sempre quasi urlando, come se Colette fosse lontana)

Sono parole terribilmente antiquate, banali, senza nessuna fantasia, ma non ne hanno ancora inventate di meglio: Colette, io ti amo!

COLETTE             (sempre quasi urlando, come se Ivan fosse lontano)

Di tutte le bugie che mi mi dici,  “ti amo”  è sempre la mia preferita!

PAPÁ                    (entra da dx, l’entrata dell’Antefatto e si ferma subito, in fianco a Ivan e Colette, con un giornale in mano, rivolto al pubblico, quasi urlando, come se Colette fosse lontana. Leggendo)

“Sagittario. Certe parole a volte si rivelano migliori di qualsiasi medicina.”

A volte...

                               (butta il giornale e riposiziona il lampione, il muro e la ringhiera come in Antefatto. Intanto:)

-Rumore torrente

                               Intanto Ivan e Colette, che si sono rivestiti come nell’Antefatto, assumendo l’età iniziale, riprendono le stesse posizioni: Colette accasciata a terra e Ivan che la tiene tra le braccia.

IVAN                     Come sta?

COLETTE             Così sto meglio. (guarda il fiume)  Quant’acqua... E pensare che per dissetarmi ne basterebbe un bicchiere...

IVAN                     Ha sete?

COLETTE             Tanta.

IVAN                     Cerchi di rialzarsi...

COLETTE             No, mi lasci tranquilla... (sul finire della musica) Non manca molto...

                               Fa freddo...

                               Ivan si toglie un indumento e la copre.

COLETTE             Il mio papà... andrà un po’ via di testa...

                               Tuo fratello... ricco, noioso, pedante...

                               Dovrò trasformarmi in tua figlia...

                               Il nostro amore... grande, che se ne strafotte di tutto...

                               Ci scambieremo le coppie... ma non funzionerà.

                               E così fuggiamo insieme...

                               Ma tu non vorrai sposarmi, mai... Sei pazzo tu...

 

IVAN                     (accondiscendente) Io? Sì, certo... Non va un po’ meglio?

COLETTE             No, sto malissimo... E’ la fine...

IVAN                     Ma cosa...

COLETTE             Dicono che prima di morire ti passi davanti tutta la vita, come una serie di flash...


IVAN                     (coccolandola)  Sst, non si agiti, stia calma...

COLETTE             Dicono, ma non è vero, sa? A me non è successo.

In questi brevi istanti non mi è passata davanti agli occhi la breve vita che ho vissuto... ma la vita che avrei potuto avere... (con te...)

                               E io me la perdo tutta!

                               Colette muore, tra le braccia di Ivan.

- BUIO

F I N E