Una favola senza lieto fine

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Una favola senza lieto fine

(ma sarà proprio così?)

NARRATORE – Siamo in una casa del quartiere di Saint-Cloud a Parigi ed è la sera del 6 maggio del 2000. Théo è appena arrivato dall’ufficio dove lavora ormai da parecchi anni al Ministero dell’Agricoltura in rue de Varenne. Sta finendo di apparecchiare la tavola per la cena quando…

(squilla il telefono)

NICOLE -  Théo, puoi rispondere tu al telefono?

THEO    -   Sì, vado io.Pronto…

ALAIN    -   Théo, sono Alain, come stai? Camille e i bambini?

THEO      -   Tutto ok! E da te? Cosa si dice a Calais?

ALAIN     -    Puoi immaginare…beh c’è un po’ di…fermento, siamo tutti un po’ eccitati per domani sera…saremo parecchi lì a Parigi sai? Gli amici della brasserie “Le Ch’timi” ci saranno tutti, rimarrà a casa solo Cédric, perché non può chiudere il locale, ma sarà davanti alla TV…

THEO       -   Bisogna proprio che uno di questi week-end torni a trovare i vecchi amici…sì qui a Parigi si sta bene e mi sono fatto anche molti amici ma il cuore…beh il cuore è rimasto lì…

ALAIN       -  Théo, ti sei ricordato del mio biglietto vero?

THEO        -  Oh, no, mio Dio, me ne sono scordato e adesso non credo se ne trovino più…

ALAIN   -    Nooo, non puoi avermi fatto questo, brutto f…non ci posso credere!

THEO    -    Calma…calma…scherzavo…figurati se mi dimenticavo del mio amico più caro, lo sai che tu per me sei come un fratello, non vedevo l’ora di averti qui a Parigi da me…Nicole ha già comprato il maroilles per la Flamiche. Sa che è il tuo piatto preferito

ALAIN    -      Sei sempre il solito, Théo, non cambi mai. Comunque sappi che io ho già pronta da portare lì la birra Ch’ti bionda, che è la tua passione

THEO     -      Allora ti aspettiamo domani per pranzo

ALAIN    -      Ok, a domani, Théo

THEO      -     A domani, Alain

NARRATORE – Ma che cosa doveva succedere di così importante a Parigi il7 maggio 2000?  

   Allo Stade de France due anni prima, il 12 luglio, Didier Deschamps e compagni si erano laureati campioni del mondo di calcio con uno squillante 3 a 0 rifilato al Brasile di Ronaldo e quella sera, in quello stesso stadio, davanti a circa 78000 spettatori veniva assegnata la Coppa di Francia 2000. Sarebbe stata consegnata al vincitore dal presidente della repubblica Jacques Chirac. Una delle due finaliste era il detentore della Coppa, il Nantes, squadra di Ligue 1(la serie A francese). Nel campionato di quell’anno per l’FCNA(che sta perfootball club Nantes Atlantique) le cose non erano andate molto bene. Avrebbe dovuto aspettare l’ultima giornata, il 13 a Le Havre, contro la squadra locale già matematicamente retrocessa, per essere sicuro di non retrocedere in Ligue 2 (la serie B d’oltralpe).

   Il Nantes era il favorito, anche se i suoi tifosi facevano gli scongiuri perché nel calcio non sempre le cose vanno secondo le previsioni della vigilia e questo è uno dei fattori che rende così bello questo gioco.

   Fin qui niente di strano…

   I“Canaris” (i Canarini) che quella sera indossavano una maglia bianca al posto della loro solita maglia gialla entrarono in campo tra gli incitamenti dei loro tifosi…ma ecco la sorpresa…è incredibile…l’altra squadra in maglia giallorossa a strisce verticali con pantaloncini neri era il Calais…sì, proprio i giallorossoneri del Calais…ma perché era incredibile? Si sarebbe chiesto uno spettatore straniero…ma perché il Calais era ed è tuttora una società del CFA2, la quinta categoria del calcio francese…

(inno del Calais 2’52’’)

     Alain e Thèo erano eccitatissimi come tutti i calaisiens presenti allo stadio o davanti alla TV. Per i giocatori del Calais trovarsi di fronte a 78.717 spettatori non era proprio abituale,  per avere un pubblico così numeroso avrebbero dovuto esserci tutti gli abitanti di Calais, vecchi e neonati compresi e forse non sarebbero bastati, ma loro non si dimostrarono per nulla intimoriti.

(tredici anni dopo, i due amici sono seduti al tavolino di un bar con una birra davanti)

ALAIN -   Sono passati tredici anni ma mi sembra ieri…tutta quella gente…la partita…quel gol di Dutitre al 34’ del primo tempo, quel tiro in diagonale, deviato leggermente da un difensore del Nantes, che passa sotto le gambe di Landreau…

THEO   -    Dopo il fischio della fine del primo tempo con il Calais in vantaggio per 1 a 0 devo proprio dire che avevo sperato nell’ennesimo miracolo.

ALAIN   -    E non eri il solo…eravamo tutti quanti immersi in quel sogno…mah!

THEO   -      Che momenti! Comunque il gol di Sieberski dopo quattro minuti dall’inizio del secondo tempo ci portò con i piedi per terra…

ALAIN   -       Il secondo tempo fu una vera sofferenza ma i nostri ragazzi non mollarono mai…furono dei veri eroi…e poi…

THEO    -        Mancava un minuto alla fine…e…c…quel rigore!…Ma c’era davvero? Non ne sono ancora convinto adesso, dopo aver visto la scena infinite volte… E va beh…è andata così e credo che di più non fosse possibile fare per i nostri, tutta gente che lavorava tutta la settimana e si allenava nel tempo libero, non erano mica dei professionisti quelli…ah, sai che mi ricordo ancora la formazione?

ALAIN    -      E credi che io l’abbia dimenticata? Schille, Merlen, Deswarte, Baron, capitan Becque; Jandau, Lefebvre, Hogard, Dutitre; Vasseur e Gerard

THEO   -      Che momenti! Poi quando Mickaël Landreau andò a prendere il nostro capitano Réginald Becque e lo portò a ricevere con lui la coppa dal presidente Chirac…e poi quando la sollevarono al cielo insieme…beh…mi vengono ancora le lacrime agli occhi…Quello è il calcio vero…lo sport fatto di lealtà, di sana competizione…di valori non solo sportivi ma anche umani…e Chirac, che dopo la partita scese negli spogliatoi dei Calaisiens…A Calais quella notte la festa fu incredibile, la città sembrava impazzita…e ti ricordi quando i giocatori al loro ritorno furono ricevuti in municipio e si affacciarono sulla piazza gremita da una folla incredibile…

Ah! La sai l’ultima di Becque?

ALAIN    -   No, che cosa gli è successo?

THEO      -    Sai che adesso allena i ragazzi del Gravelines, no?

ALAIN     -    Certo che lo so e allora?

THEO      -     Beh, a febbraio ha preso il volo per Las Vegas!

ALAIN   -   Questo mi era proprio sfuggito. Non sapevo che avesse la passione per il gioco d’azzardo

THEO         -     Ma che cos’ hai capito? C’è andato con una quindicina di ragazzi della nostra zona per partecipare ad un torneo internazionale giovanile…l’ho letto su “Le Phare” di Dunkerque. Naturalmente ha dovuto prendere un periodo di ferie…il calcio è proprio tutto per lui.

(ripetizione dell’inno del Calais)

NARRATORE -   Si trattò proprio di una bella favola…senza lieto fine…ma sarebbe cambiato qualcosa se avesse vinto il Calais? Io credo di no e i giocatori vollero che la favola finisse lì. Non accettarono le offerte che inevitabilmente arrivarono dopo quell’impresa. Ognuno tornò a svolgere il suo lavoro di tutti i giorni, chi l’insegnante, chi il portuale, chi l’impiegato, il commesso, l’imbianchino…

ALAIN        -   Sono proprio contento che tu e Nicole, dopo che sei andato in pensione, siate tornati a vivere qui a Calais, non sarà la città più bella del mondo ma è quella dove sei nato e la città in cui sei nato è quella dove vive il tuo cuore…per sempre, dovunque la vita ti porti…

THEO       -   Sei il solito sentimentale, Alain, ma…hai perfettamente ragione…ma, bando ai sentimentalismi, adesso finisci la tua birra, manca poco alla partita, non vorrei arrivare in ritardo. L’avversario di oggi dovrebbe essere alla nostra portata…speriamo sia anche una bella partita.

ALAIN        -   E tu sei il solito impaziente, stai tranquillo che arriviamo in tempo, se ascoltassi te arriveremmo sempre un’ora prima della partita…(butta giù d’un fiato quanto rimane nel bicchiere)…adesso possiamo andare, caro il mio Théo…

(ancora l’inno del Calais mentre i due si allontanano sorridendo tra loro e cantando l’inno con Alain che cinge col braccio le spalle di Théo)