Una femmina per marito

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Tonnarella, 13 Agosto 2014

UNA FEMMINA PER MARITO

Commedia brillante in due atti di: Rocco Chinnici

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            Spaccati di storie di vita quotidiana, dove prevale l’arte del sapersi arrangiare anche nelle cose più assurde; e Alfio, in questo campo, sembra saperne una più del diavolo, tanto che alla fine dimostra di essere un abile artista, inventandosi finanche….

PERSONAGGI

                       

                        Alfio                                      capo famiglia

Apollonia                                moglie

Filomena                                comare

                        Peppe                                     marito di Filomena

                        Zingara

                        Croce                                     fattucchiera

 APOLLONIA

(Alfio, uomo con tendenze bisessuali, essendosi tolto il vizio di fumare, ogni pelo gli sembra una trave; passeggia nervosamente accentuando parte della sua femminilità) Ancora con questa sfilata di moda! Con questo andare avanti e in dietro! Sembri Naoma di Campobello. Fermati cinque minuti dico! Stai rovinando tutto il pavimento! Cos’hai, cos’hai, che sei cosi agitato?

ALFIO

(Nervosissimo e con la voce da gay) Proprio non riesci a vedere quello che ho, santo Iddio!

APOLLONIA

(Alludendo alla mancata mascolinità del marito) Eh, avoglia! E’ da tempo che mi sono accorta di quello che hai! E dovrei essere io a parlare, a fare avanti e indietro dai nervi! Che sembra d’essere entrata in un convento di clausura da poi che ebbi la fortuna di conoscere te… (ironica) madamoaselle! Ma oramai cosa devo fare…l’ho voluta la croce, e allora devo portarla sino al calvario.

ALFIO

(Avrà sempre gli atteggiamenti consoni al suo personaggio) Si puo’ sapere di quale croce parli? Perché, non ti piaccio così come sono? Guarda, (facendo delle pose), guarda che figurino!

APOLLONIA

Bella sei! (Si corregge) Anzi no, volevo dire bello sei!

ALFIO

Che cosa ho che non va! Non è a te che son piaciuto? Non sei stata tu a dire: “si”  a don Carlino padre parroco?

APOLLONIA

Senti statti muto e non parlare di padre parroco! Perchè… se avessi saputo, che tu eri… (alludendo l’altra sponda) più di là che di qua; e ora che dicevo “si” a padre Carlino!

ALFIO

E continua!

APOLLONIA

Come, continua!

ALFIO

Non vedi t’ho detto che sembro un pupetto!

APOLLONIA

E come se vedo! E che profumo che fai!

ALFIO

Sono come una rosa di maggio!

APOLLONIA

Sempbri una bambolina del cariollon. Questo, matrimonio lo chiami? Questo è un attentato che m’hai fatto! A prova, a prova dovrebbero essere i matrimoni, e no, così, che invece (allusiva) di… pesce, ho comprato baccalà!

ALFIO

Ancora con questa storia del pesce e del baccalà! Pare che teniamo una pescheria! E smettila con questo tuo linguaggio che mi fa impressione. Io non mi riferisco a questo genere di cose alle quali tu alludi; sporcacciona!

APOLLONIA

Ah, no gioia! E a cosa, a cosa ti riferisci allora?

ALFIO

(Facendo sempre avanti e in dietro) Al fatto che sono nervoso, non vedi? Guarda bene, non ti accorgi proprio di niente di ciò che abbia?

APOLLONIA

Senti, ci sto lasciando gli occhi e non riesco a vedere niente di niente.

ALFIO

Io sono convinto che se tu riuscissi a guardare meglio, vedresti quello che ho.

APOLLONIA

Ah, si! Così è? E allora senti; tu vedi me?

ALFIO

E certo che ti vedo! Che cosa credi che sia cieca come te!

APOLLONIA

E allora guarda, che ho?

ALFIO

(Si ferma guardandola sempre nervoso) Senti, non metterti pure con gli indovinelli, sai! Come faccio a sapere cos’hai, solo a guardarti!

APOLLONIA

Ah, non lo sai! E allora come faccio… a sapere, io, quello che hai, solo a guardarti, me lo vuoi dire!

ALFIO

Perché da me, se guardi bene, e… (mostrando la mano destra) specie la mano, sono sicuro che riesci a vdere!

APOLLONIA

Ho capito, aspetta, vuol dire che metterò gli occhiali (Inforca gli occhiali presi la vicino e comincia a guardarlo mentre lui fa avanti e indietro. Gli andrà dietro cercando di vedere ciò che ha). Adesso vuoi fermarti un attimo che stai facendomi venire il torcicollo con questo tuo avanti e indietro e ti fai guardare meglio se vuoi che veda quello che hai.

ALFIO

(Si ferma di botto e lei, che le camminava dietro un po’ abbassata perché intenta a guardarlo da capo a piedi, gli va a sbattere contro e cade per terra). Ahi! Che fai, mi investi!

APOLLONIA

Ahi, ahi, povera me, mi son rotta la schiena! (Rimproverandolo) Ma non è che si ferma e mi aiuta ad alzare!

ALFIO

(Continuando a manifestare movimenti nervosi). Avanti, così va meglio? (Lei lo guarderà attentamente, mentre lui è irrequieto).

APOLLONIA

E adesso cos’hai, pure il tichet t’è preso?

ALFIO

Si, lo scontrino del supermercato ciò! E allora, niente vedi?

APOLLONIA

Senti, manca solo che ti faccia le lastre, e se proprio vuoi saperlo, io non vedo nemmeno un (alludendo); e già, quello come faccio a vederlo se dorme sempre! Ti serve solamnete per andare a fare il… bisognino; vero… (ironica) gioia?

ALFIO

E finiscila ti ho detto, con questo… gioia! Oh, Signore! Ancora continua! Non vedi, non vedi invece che non fumo più!

APOLLONIA

Ah, per questo è che sei nervoso! E allora? Non pensi, invece che avresti di che essere contento che abbia smesso di fumare! La prima cosa è quella che ci guadagni in salute, e l’altra è che risparmi in denaro.

ALFIO

Si, però, subito mi saltano i nervi e comincio a vedere tutte cose storte; (a cantilena e con la voce ancora più effeminata) storte, storte e storte! e… mi prende sempre la voglia di fumare; vuoi dirmi che cosa devo fare?

APOLLONIA

Allora è per questo che sei nervoso, che vedi tutte cose… storte? E io, io cosa dovrei dire che tu non (allusiva) me l’hai matta veder una volta dritta! (Ironica) Gioia! E’ da due anni che ci siamo sposati, ed è da quel giorno che sembra di dormire in una cella di clausura e con una monaca accanto. Ti sembra giusto quanto mi hai combinato? Ti sembra giusto che come mi infilo sotto le coperete, ti giri subito dall’altro lato? Non potevi dirmi che eri… così, invece di sposarci per salvare la faccia dalla gente per quanto pensassero che saresti sasto… maschio?

ALFIO

Perchè, non ci sono!

APOLLONIA

Tu… a un maschio… diciamo maschio, gli somigli solo perché porti i pantaloni; per il resto sei più femmina di una femmina! Come, io ti ho sposato pensando di costruirmi una famiglia e avere figli! Questo era tutto il bene che mi volevi, quello di voler salvare la faccia dalle persone!

ALFIO

Io lo stesso te ne voglio di bene.

APOLLONIA

E allora? Questo non vuol dire niente! I figli non arrivano per virtù dello Spirito Santo, o soltanto perché tu mi voglia bene. Ci vuole… impegnarsi anche con… quell’attrezzo; mettersi all’opera… (alludendo all’atto sessuale) con quel discoroso…

ALFIO

Oh, Signore! Sempre li ha la testa! Ho capito, forse è meglio che ricominci fumare, e sai che faccio? Esco e vado a comprare le sigarette. Vuo dire che fumo, fumo e fumo! (esce).

APOLLONIA

(Sbalordita lo guarda uscire) Era meglio se mi fossi stata muta, quanto meno risparmiavamo i soldi delle sigarette. E pensare che non mi ero accorta che abbia smesso di fumare! Che terno al lotto che ho fatto, signori miei, con questo signorino! E che bel matrimonio! Ma che avevo gli occhi chiusi quel giorno! (Pensierosa) Eppure non sembrava per niente così! Sicuramente mi ero ubriacata di lui per le sue… cortesie, gentilezze, per i suoi modi garbati… e certo, io li avrei dovuto capire che tipo era! Da tutte queste gentilezze! Un uomo normale è difficile che faccia tutte queste moine a una donna. Certo, avrò anche visto che era Professore… il futuro assicurato e… ci sono cascata. Anche dalla (facendo il verso della camminàta) camminata, dal modo di parlare, avrei dovuto dovutu capirre che… (bussano). E chi è ora? (Si ricompone di corsa e va ad aprire. E’ la comare). Entri, entri pure.

FILOMENA

Buon giorno comare. (Alludendo e ironica su compare Alfio) Non c’è la… comare? (Filomena rimane impietrita a guardare la comare curiosa).

APOLLONIA

Sono qui, scusi,  mi ha appena salutata! E allora chi sono io se non le sembro più la comare?

FILOMENA

Che c’entra, a lei la vedo; è… (alludendo ad Alfio per la sua femminilità) l’altra… comare che non vedo; insomma, le chiedevo della… (ironica) donzelletta.

APOLLONIA

Senta, non si metta pure lei con questo discorso della donzelletta che già basta e soverchia tutto quello che sto passando con mio marito… diamo marito!

FILOMENA

Ecco, vede che lo dice anche lei! Io mi sono permessa di dire così soltanto per sdrammatizzare. La capisco comare, e come se la caisco!

APOLLONIA

Però è strano tutto questo, perché mi ricordo benissimo che non era così! Com’è potuto diventarlo? Forse sono disgrazie che capitano; cose che arrivano come tuoni e fulmini dal cielo…

FILOMENA

Puo’ essere, comare, che c’è l’aria infetta del virus della finocchite?

APOLLONIA

(Non capisce) Della fino… chi?

FILOMENA

No chi, cchite, cchite, fi-no-cchi-te; quel discorso (facendo il verso di gay) insomma! E… ha contaggiato pure il compare?

APOLLONIA

E chi lo sa; può pure essere, con tutte queste influenze e microbi infetti d’inquinamento! Quello che non capisco è: proprio lui dovevano infettare!

FILOMENA

E… quindi per quel… (alludendo ai rapporti sessuali) discorso s’è dovuta pulire il… muso? O…

APOLLONIA

Ah, guardi quello non me lo sono sporcato proprio! Magari le ragnatele si son fatte!

FILOMENA

(Gioiosa) Meglio!!!

APOLLONIA

(La guarda stupita) Uhm!!!!

FILOMENA

(Cerca di riparare la falla) No, niente, che cosa ha capito! Io… volevo solo dire… meglio nel senso di…

APOLLONIA

Comare, si sente bene? Cosa ha inteso dire con questo… meglio?

FILOMENA

Ma niente! Dicevo meglio nel senso che… la notte la lascia dormire tranquilla, può dormire sogni beati…

APOLLONIA

Perché suo marito la tiene sveglia tutta… la notte?

FILOMENA

Non mi lascia un minuto in pace!

APOLLONIA

Ecco, chi ha troppo, chi niente!

FILOMENA

E…, ora, dov’è adesso, a scuola?

APOLLONIA

Chi, mio marito? Può mai essere a scuola che oggi è domenica! E’ andato a comprare le sigarette. Lei pensa sia impossibile che a questa infezione non ci sia rimedio? Una cura per quanto torni ad essere… come dire… normale e che possa aprirsi la speranza di potere avere figli?

FILOMENA

Cosa vole che ne sappia io. Io credo che questi siano tram, comare, sicuramente qualche tram che il compare porta con se da quando era piccolo, e ora…

APOLLONIA

Che cosa dice, comare, il tram! Allora mio padre che era ferroviere e portava i treni! E pure ha avuto sette figli!

FILOMENA

Perché suo padre aveva pure il tram?

APOLLONIA

No, i treni, portava i treni… li conduceva insomma; non gliel’ho detto che era ferroviere!

FILUMENA

Ma che cosa ha capito! Io non dicevo che suo marito porta il tram… come guidare (facendo il verso di girare lo sterzo). Ma… di avere un tram.

APOLLONIA

Senta comare, ma oggi non aveva proprio nulla da fare in casa? E’ da mezz’ora che parla di tram; vuole spiegarmi che cosa c’entra mio marito con il tram, se fa il Professore?

FILOMENA

(Delusa) Allora… lei dice che suo marito non ha il… tram?

APOLLONIA

E ancora con questo tram! Senta, mio marito non ha né treni e né tram, e, se proprio ci tiene a saperlo, non ha nemmeno la macchina! Le è bastato?

FILOMENA

Ma quando mai!

APOLLONIA

E ancora insiste! Meglio di me vuol saperlo che non abbiamo né macchina e ne bicicletta!

FILOMENA

Io non mi riferivo al tram come mezzo di trasporto! Ma tram (indicando la testa) qui! Ha capito adesso?

APOLLONIA

Niente meno! Allora, forse voleva dire. trauma, no tram!

FILOMENA

Si, si, quello li! E le volevo pure dire, che questo… tram di suo marito…

APOLLONIA

Ah, ma allora è davvero grulla! Trauma, comare, trauma si dice! Perchè… se avesse avuto davvero un tram come lei dice, me ne sarei fuggita di notte e notte da questo paese di zizzanieri e ciarlatani! E… dica… nulla pensa che si possa fare?

FILOMENA

Una cosa credo che ci sia da fare, ed è quella di andare da uno psicoccolo…

APOLLONIA

(Non capisce) Ps…che?

FILOMENA

No che; coccolo, coccolo; è quello che tira fuori tutti i vermi dalla pancia. Lui sa come fare a guarire suo marito e toglierci queste infezioni del tram. Se no, deve ricorre da zia Croce la fattucchiera, magari lei s’intende di queste cose. Le prepara un bel miscuglio di lozioni magiche e suo marito è bello e guarito, e così passa questo… tram che ha.

APOLLONIA

…E ce ne andiamo tutti in città a fare sciopping! (Errori sempre voluti) Ancora, con questo benedetto tram Trauma, trauma le ho detto!

FILOMENA

E va bene, non serve che si adiri tanto; per quello che ha il compare, cosa vuole che importi se sia tram o trauma come dice lei? Ora vuole che corra a chiamare zia Croce? A me non può dire di no, è mia madrina e viene subito…, certo, se non è impegnata in altri posti a sciogliere qualche altra infezione di malocchio. Che cosa dice, vado e la chiamo?

APOLLONIA

Lei non pensa che sarebbe meglio parlare con padre Carlino, quanto gli dice quattro messe e gli fa pure qualche buona benedizione a questa casa e anche a mio marito?

FILOMENA

Non sia mai! Il prete lo sbandierebbe a tutti!

APOLLONIA

Lei dice che padre Carlino…

FILOMENA

E come, no! Il prete, prima di dire la messa, sicuramente dirà a tutti: ”fratelli e sorelle, oggi preghiamo per nostro fratello Alfietto che ha la finocchite e pende dall’altro lato”. Perché deve saperlo tutto il paese? Può prenderla a male il compare! Certo, può pure essere che, essendo posseduto dal diavolo, il prete possa fargli l’esorcismo…, però io direi di parlare prima con zia Croce, viene qui a casa vostra e nessuno saprà mai niente.

 

APOLLONIA

Forse ha ragione, non è bello che gli altri vengano a sapere, specie i ragazzi dove lui insegna. Vada, vada a chiamarla e vediamo ciò che mi consiglia.

FILOMENA

Allora vado? (Fa per avviarsi) E… in casa a tutto ciò che serve? Che so: aglio, olio prezzemolo, peperoncino…

APOLLONIA

Se è per questo, ho anche una bella forma di formaggio pecorino di quello stagionato!

FILOMENA

(Meravigliata) Formaggio… ha detto?

APOLLONIA

Solo che… gli spaghetti non li ho! Vuol dire che le do i soldi e li prende al negosio di donna Provvidenza, lo incontra strada facendo.

FILOMENA

Ma quale formaggio e spaghetti! Cos’ha capito, che dovevamo fare una tavolata, un festino! Io dicevo di preparare le cose che serviranno a zia Croce per fare i miscugli e scacciare il malocchio!

APOLLONIA

Ah, niente meno. Che sciocca sono stata!

FILOMENA

Piutosto, se dovesse venire il compare, non gli faccia capire niente che io e mia madrina veniamo in forma di visita, così… una parola tira l’altra e il compare non immagina nemmeno il vero motivo della nostra venuta, e quindi…

APOLLONIA

Vero è, ha ragione! Lasci fare me (Filomena esce). Speriamo non si accorga di niente e che siauna cosa combinata. Forse è meglio che prepari l’occorrente prima che viene zia Croce. Però, ora che ricordo, non penso d’avere tutto in casa, perché ci vogliono magari… (pensierosa) aspetta, aspetta, come si chiamano… (bussano). E chi è adesso? La comare è impossibile perché è andata via adesso… (Va ad aprire; è una zingara). E lei chi è?

ZINGARA V.F.S.

Posso entrare?

APOLLONIA

Si accomodi pure. (Entra la zingara vestita con indumenti che la rappresentano).

ZINGARA

Buon giorno signora.

APOLLONIA

Buon giorno a lei. Cerca me, o mio marito?

ZINGARA

Non cerco nessuno dei due.

APOLLONIA

E allora qual è il motivo della sua visita?

ZINGARA

Sono una zingara che vado in giro in cerca solo di che mangiare e, in cambio, leggo il destino di tanta gente; posso leggere la mano anche a lei?

APOLLONIA

Oggi mancava solo lei in mezzo ai piedi perché si completasse l’opera. Aspetti, aspetti che le do qualche soldo e se ne va; non ho nessun tempo da perdere con queste cose.

ZINGARA

Sbaglia signora a dire questo, il tempo non è mai perso; perchè… anche le cose che sembrano avere poca importanza aiutano ad arricchire il nostro sapere, ed io (cattedratica e misteriosa) tengo tante cose da dire da sconvolgerle persino la mente. Su signora non dica di no e mi porga la mano.

APOLLONIA

(Imbarazzata nel non saper che fare) Ma io… credo non ci sia niente di che voi possiate meravigliarmi; e poi… (preoccupata) a momenti arriva mio marito!

ZINGARA

Se è per suo marito, stia tranquilla perché ancora tarda ad arrivare, non stia in pensiero, ne abbiamo tanto di tempo! Magari quello di potere scrivere un libro di centinaia di pagine!

APOLLONIA

Eh no, non è possibile ciò che dice. Forse lei non sa che mio marito è appena uscito per comprare le sigarette, e il tabaccaio è appena si gira l’angolo, quindi faccia conto che a momenti è qui.

ZINGARA

Lasci stare e stia a sentire me. Le ho appena detto che di tempo ne abbiamo da buttare. Ora siede e mi porga la mano che cominciamo proprio da suo marito.

APOLLONIA

Ah! Perché… allora lei… lo conosce?

ZINGARA

(Con fare misterioso) Sono una zingara di grandi poteri e conosco storie di tutta la gente, so persino dove va, da dove viene e dove si trova tutte le ore e i minuti. Aspetti a sentirmi parlare e poi capirà meglio.

APOLLONIA

(Curiosa) E vuole spiegarmi come fa a conoscerlo?

ZINGARA

Sieda, sieda pure e mi porga la mano che le risposte arrivano da se; non gliel’ho detto che conosco le storie di tutti!

APOLLONIA

(Siedono e Apollonia le porge la mano titubante). Ho capito bene? Allora vuol dire che… conoscete pure la storia di… mio marito?

ZINGARA

(Sempre con fare misterioso) La conosco meglio delle mie tasche.

APOLLONIA

(Volendo capire se essa asserisse la verità, s’inventa d’avere due figli) Davvero dice? Allora lei… sa pure… come si chiamano i suoi figli?

ZINGARA

I miei dice?

APOLLONIA

Che c’entrano i suoi! Mi riferivo a mio marito, giacchè dice di conoscerlo bene, e le ho chiesto se sa anche quanti figli ha e come si chiamano.

ZINGARA

E certo che so! Ha due gemelli, di nome: Marco e Agnese…

APOLLONIA

(Ritrae la mano piena di sgomento e la guarda immobile; poi, adirata…) Si alzi ed esce subito da questa casa, prima che cominci a gridare e fare accorrere tutto il vicinato! Lei è solo una impostore e menzognera! Mio marito, non solo non ha figli, ma non può nemmeno averne. 

ZINGARA

Sapevo che lei doveva dirmi questo. Non s’apettava una simile cosa vero? E pensare che questo sia solo l’inizio di quanto ho da dirle!

APOLLONIA

Quale inizio e inizio! Vada, vada via le ho detto che già lei è arrivata alla fine!

ZINGARA

Ah, se sapesse, signora! “Spesso il pegno abbiamo da pagare per i capricci della comare”. (Apollonia la guarda sbigottita) Non mi crede, vero?

APOLLONIA

Vada, le ho detto! E non s’avvicini più a casa mia.

ZINGARA

Vado, si, ma è troppo tardi quando verrà a cercarmi. Però… lei mi è simpatica, ed io, un regalo voglio farglielo ugualmente: è solo un piccolo segreto, lo tenga a mente e non dimenti; disse san Pietro: “L’uomo si misura a spanna e non a metro, e suo marito ha l’arte del teatro”. La saluto, e che Iddio le facci dono di tanta forza per continuare ad andare avanti e… sopportare (esce sotto lo sguardo sbigottito di Apollonia).

APOLLONIA

(Sempre sconvolta e adirata verso la zingara) Oh, Signore, Signore! Che donnacce che ci sono! Basta una di questa per rovinare una famiglia in tempo niente! Aspetta che prenda un po’ di sale e lo getto dov’è uscita questa megera (va a prendere un po’ di sale e lo butterà dicendo scongiuri). “Fora malocchio e dentro buon occhio, accqua calda e sugo d’approcchio. Acqua davanti, vento da dietro, possa cadere ad ogni metro”. Oh, finalmente è andata via questa donnaccia! Pazza, pazza e brutta fattucchiera! (Pensierosa) Tu vedi che cose ho da sentire! Marco e Agnese, du gemelli! Con mio marito in quelle condizioni! Cosa ho da sentire dopo che faccio magari astinenza come una monaca di clausura! (Riprende a pensare) Anche se certi momenti sembrava dicesse la verità! E che cosa c’entra che debba guardarmi della comare, come quella mi sta aiutando a risolvere l problema di mio marito… è corsa persino a chiamare zia Croce, e lei… però c’è qualcosa che non mi garba in tutto questo, ma cosa? Di come parlava, il suo dire, sembrava fosse oro colato! E certo, questo è il suo mestiere di andare prendendo in giro la gente. (Ancora pensierosa) Ma intanto come faceva a sapere che mio marito tardasse ad arrivare e potevamo persino scrivere libri? E cosa abbia voluto dire “che l’uomo si misura a spanna e non a metro e che mio marito abbia pure l’arte del teatro?” Che forse egli abbia fatto l’attore da giovane e non l’ho mai saputo! (Riflettendo) Certo, in un punto non ha sbagliato, ed è quello che Dio ha da darmi la forza per continuare ad andare avanti, perché ce ne vuole da sopportare l’avere accanto una femmina per maritoun marito! Ma… a proposito di marito; è strano che tardi così tanto! Nemmeno se doveva fabbricarsele lui le sigarette! Tanto ci vuole per fare così poca strada… o pure ha sempre impegato tutto questo tempo ed io non ci avevo mai fatto caso! (Bussano) Vuoi vedere che sia ancola lei, la zingara! Giuro che se fosse ancora le lei, (prende la scopa che era li nei presi e la alza, pronta a colpire) gliene devo dare una qui da aprirle la testa in due come fosse ricotta! (Va ad aprire. E’ compare Peppe, balbuziente). Oh, lei compare! Entri, entri pure. Cos’ha per essere così agitato?

PEPPE

(Impaurito dalla scopa alzata che teneva la comare, cerca di pararsi la botta) Che-che fa-fa co-con questa scopa aaaalzata, co-co co-co…

APOLLONIA

Apposto siamo!

PEPPE

Co-comare?!

APOLLONIA

(Cocomeri) Cocomeri si! Altro che cocomeri, compare! Sono (allusiva) i cetrioli che mancano!

PEPPE

(Alla comare che teneva ancora in alto la scopa) Aaabassi pu-pure que-quella scopa! Pri-prima che mi-mi prende in te-testa! Pe-perché ha de-detto che le ma-mancano i ce-cetrioli?

APOLLONIA

(Si vergogna a dirglielo direttamente) E come faccio a spiegarglielo, è perchè…

PEPPE

Ah, ora ca-capisco! Che fo-forse il compare, per ora… (fa con la mano e il muso socchiuso il gesto di niente sesso). Pe-per questo allora le-lei è co-così aaaarrabbiata? Va-vabene, no-non si pre-preoccupi, può anche da-darsi che a mo-momenti iiiil co-compare è apposto. Pa-pazienza ci vuole!

 

APOLLONIA

E certo, a lei viene facile dire pazienza perché con la comare, lei…

PEPPE

(Si adira) La-la co-comare co-cosa? E’-e-e-e da-da quando vi-vi siete sposati vo-voi che pu-pure io… ni-ni ni-ni ni-ni…

APOLLONIA

(Cerca d’aiutarlo trovando qualche parola) Ninetta?

PEPPE

Ma-ma qua-quale Ninetta e ni-ninetta! Vo-vo vo-volevo dire che pu-pu pure io… ni-nix!

APOLLONIA

(Sbalordita) Ma… nix, vuol dire… niente?

PEPPI

Ni-ni ni-ni niniente di ni-niniente!

APOLLONIA

Pure lei? E’ possibile! Come, sua moglie dice che lei non dorme più la notte perchè…

PEPPE

(Adiratissimo) E ce-certo! No-non do-dormo più pe-perché so-sono sempre ad aspettare che-che lei si-si decida!

APOLLONIA

(Pensierosa) Quante cose strane oggi! Il compare, la zingara, ora pure la comare… (insospettita) aspetta, aspetta… cosa ha detto poco fa, che è da poi che ci siamo sposati che… (fa segno con la mano di pulirsi il muso) lei…

PEPPE

(Precedendola) Ni-nix? (Lei asserisce) Pro-proprio da allora! (Vede la comare preoccupata e s’incuriosisce) Pe-perché mi-mi dice questo? Che-che fo-forse ci entra il co-co co-co…

APOLLONIA

(Sdrammatizza) Quale compare e compare! Io volevo dire che forse in quel periodo abbia potuto esserci l’aria infetta di qualche microbo, e contaggiò mio marito e sua moglie! Tu guarda che coincidenza! Ci crederebbe nessuno! E… mi dica, è sicuro che è proprio da quando mi sono sposata io che… nix?

PEPPE

Aaaancora, co-comare! Se-se le ho detto co-così è perché è co-cosi! So-sono si-sicurissimo! Giorno più, gi-giorno me-meno.

APOLLONIA

Sarebbe stato meglio se fossi rimasta nubile!

PEPPE

Eeee pe-perchè?

APOLLONIA

Perché così non venivo a rovinare anche lei! E poi… perché dico io, proprio da quando mi sono sposata?

PEPPE

E co-come faccio a sa-sapere! A-anzi a proposito, le volevo di-dire ma-ma ma-ma lei qui è stata?

APOLLONIA

Lei… chi?

PEPPE

Mi-mia mo-moglie si-s’intende!

APOLLONIA

Si, qui, qui è stata; è andata via da poco. Le ho dato un servizio da fare e a momenti sarà di ritorno, per questo è aggitato?

PEPPE

Eeeee ce-certo! A che-che se-serve avere uuuuna mo-moglie non po-poterne fa-fare uso?

APOLLONIA

A Me lo dice! E come se la capisco! (Sospettosa) Ma… proprio di niente ne può fare… uso?

PEPPE

Di-di ni-nix ni-nix!

APOLLONIA

Non è che la comare abbia qualche disturbo… (facendo cenno con la testa in quesl basso posto) li, in quel posto, e non le dice niente per non metterle paura?

PEPPE

(Adirato) Le-lei, il di-disturbo no-non ce l’ha so-sotto, ce ce-ce l’ha so-sopra! (Indicando la testa) E’ la te-testa che no-non le fu-funziona.

APOLLONIA

E basta compare, si calmi, cosa va ha pensare!

PEPPE

Io so-sono co-convinto che questa è uuna fe-femmina che poteva fa-fare te-teatro!

APOLLONIA

(Alludendo alla zingara) Pure lei!

PEPPE

Pe-perché, ma-magari lei fa te-teatro, o il co-compare?

APOLLONIA

Ma chi vuole che faccia teatro con tutti i pensieri che abbiamo! Io? Il compare? A proposito di compare, mi fa un favore? Avvicina al tabaccaio e vede se c’è mio marito? E’ andato per comprare le sigarette e non è più tornato! E non stia in pensiero per la comare, che non è donna da farle un torto.

PEPPE

Spe-speriamo che-che le sue pa-parole arrivino in ci-cielo! Se-se no le ga-gambe le rompo! Pe-però so-sono co-convinto se-sempre che sia una attrice!

APOLLONIA

E basta, basta. Ora veda se trova il compare, che come viene la comare cercheremo di capire meglio su quanto mi ha appena detto.

PEPPE

Va-vado a ce-cercare il co-compare (esce).

APOLLONIA

Che sarà mai questo discorso di attori e attrici… non è che la comare… (facendo le corna con la mano), al compare… (Sollevata) Meno male che mio marito si trovi in questo stato! Se no anch’io avrei potuto pensare che sarebbe potuto essere lui il secondo attore di teatro che mi accennò la zingara e che avrebbe potuto recitare con la comare! Forse è meglio che mi sbrighi a preparare quanto serve per zia Croce. Allora, (va prendendo le cose che si trovavano nella vetrinetta del soggiorno) questo è l’olio e il piatto, questo è il sale… ora che ricordo, non ho prezemolo.. però mi sembra d’avere un po’ di basilico fresco, credo sia la stessa cosa (bussano). Puo’ essere che siano già loro. (Va ad aprire) Oh, zia Croce! Entri, entri pure lei comare.

ZIA CROCE

(Vestita con indumenti zingareschi, parlerà un linguaggio a rima e misterioso) Buon giorno Apollonia, dimmi tutto senza cerimonia / qual’è il male che ti pesa? / che uscire lo faccio da questa casa!

FILOMENA

E non glielo dissi qual è, madrina!

ZIA CROCE

Tu ora stai muta e non parlare / per evitare di non sbagliare. / E’ lei che ha da dire, / se il malocchio ho da guarire. / Parla t’ho detto e non aver paura, / che uscire ha il male da queste mura.

APOLLONIA

(Trema impaurita da quel misterioso parlare) Zia Croce ho paura a sentirla parlare così, non può parlare come noi?

ZIA CROCE

Calmati figlia e non tremare come la foglia, / paura devi solo avere di quell’uomo che t’imbroglia. / Tutto so e parlare non posso; / ho paura che il mondo ti cada addosso. / Guardati ti dico dagli amici, / che spesso sono solo grandi attrici. (Meravigliata, Apollonia, si ferma a guardare la comare).

FILOMENA

Perché mi guarda così sbalordita comare? Si sente bene?

ZIA CROCE

(Invita Filomena a stare zitta) Muta t’ho detto devi stare, / se assistere vuoi a questo male da cacciare. (Si sente arrivare qualcuno).

APOLLONIA

Lui, lui è, mio marito!

ALFIO

(Sempre da gay) Lei qui, zia Croce! Che fu, che cosa è successo? Forse, comare Filomena ha qualche spirito incorporato? O mia moglie…

‘MPILLONIA

(Va a guardare, ma il compare non c’è) Solo sei? E… il compare, dov’è il compare?

ZIA CROCE

(Guarda sbalordita, Alfio) Che tono strano, sentite? Ditemi è falso, o mentite?

APOLLONIA

Ma no zia Croce; è da un bel po’ che parla così! (Bussano). Entri pure!

PEPPE

Sa-sa sa-salute a voi zia Cro-Croce. Che-che fu, che è su-successo? (Alla moglie in tono di rimprovero) Ah, tu-tu qua sei!

FILOMENA

Non te lo dissi che venivo dalla comare.

PEPPE

Co-compare, ma-ma dov’era? L’ho ce-cercata per tu-tutto il paese e non l’ho po-potuto trovare!

ALFIO

Sono andato a comprare le sigarette...

PEPPE

(Sentendolo parlare in quel modo sbalordisce) E pe-perché ca-cammina co-così e pa-parla in quel mo-modo? Ha pre-preso quuuualche po-po’ di fre-fresco?

ALFIO

Perché non cammino bene così? E come parlo non le piace?

PEPPE

Se-sembra che pe-penda (allusione a gay) da-dall’altro la-lato! (Poi alla comare) No-non le sembra pu-pure a le-lei co-comare?

APOLLONIA

Ancora con questi cetrioli! Perché non sapeva lei che lui parlasse così?

PEPPE

Ve-veramente, no! E… da-da molto è che cammina e pa-parla co-così?

APOLLONIA

Non glielo dissi poco fa che è da poi che le capitò anche a lei la disgrazia! Tu guarda che coincidenza!

FILOMENA

(Al marito) Disgrazia! Ma di quale disgrazia parla comare?

PEPPE

Se-senti, no-no mi fa-fare aprire la-la bocca, sai!

ZIA CROCE

Scusate, è me che dovete far parlare, / pensate che vi possa aiutare? / Prima che tutto si scioglie, / (a Peppe) dimmi, ami tua moglie?

PEPPE

Eeeee ce-certo, che-che domande so-sono! L’ho se-sempre vo-voluta bene più di me-me stesso! E se ve-venissi a sapere in te-tempo che stai per arrivare uuuun ma-le a uno dei du-due, pe-per esempio. Uuun mal di te-testa; pre-preferisco ve-venga a me anziché a lei…

APOLLONIA

Complimenti al compare! Questo è voler bene!

PEPPI

…Un mal di pa-pancia? Pre-preferisco averlo io anziché lei…

ZIA CROCE

Questo è voler bene, / togliere la moglie dalle pene!

PEPPE

…Che-che so, un to-torcicollo? Pre-referisco averlo io, aaaaanziché lei. Ci-ci sarebbe da di-diventar ve-vedovo, me-meglio io aaaanzichè le-lei!

FILOMENA

(Indispettita, fa segni di scongiuro contro il marito) Tiè, tiè! A tua sorella questo!

APOLLONIA

(Sbalordita) Come, compare, tutte quelle belle parole, e ora…

PEPPE

Co-comare, se-sempre per lei de-devo pensare! Aaaanche pe-per me oooogni ta-tanto.

ZIA CROCE

Ora statti zitto e muto, / che qui c’è bisogno del mio aiuto. / Prima ad Alfio togliamo il male; / prendete l’olio, il piatto e il sale.

ALFIO

(Meravigliato) A me ha detto di togliere il male? E quale? (Fa dei saltellini di diniego) Io non ho nessun male. Per questo è venuta quindi?

ZIA CROCE

(Col tono da incutere timore, tanto che Alfio acconsente a fare ciò che lei gli chiede). Siedi adesso e statti muto, / sino a quando non ho fnito. / Prendete ognuna una cosa in mano / e girate dietro con me pian piano. (Distribuisce ad ognuno, tranne Alfio che siede, le cose che aveva portato lei dentro una borsa: Trecce d’aglio, cipolle, peperoncini… Poi si rivolge a Peppe) Tu cammina con la sedia in testa, / come fosse uno stendardo in festa. / Con me ripetete le parole / che guarire ha, se Dio vuole.

PEPPE

Io… ve-veramente, aaaavre-vrei tante cose da da fare, e… (stava per andarsene e lei lo chiama di gran lena).

ZIA CROCE

Fermati, e gira con noi, / che il suo male riguarda anche voi!

PEPPE

O-ognuno si-si tiene iiiil su-suo di male.

ZIA CROCE

Zitti ho detto e non parlate! / Sulla testa metti la sedia e con noi girate. (Esegue e si mette in coda alle altre già pronte a girare attorno ad Alfio) Testa di monaco castrato; / fegato di parroco assatanato. / Capelli di monache malate; / girate assieme a me e ballando saltate. (Faranno tutti dei piccoli saltelli).

PEPPE

Iiiiio no-non so ba-ballare.

ZIA CROCE

(Un po’ adirata) Salta t’ho detto e non parlare, / che qui non si tratta di cantare. / Salta e ripeti insieme con me, / che il male riguarda pure te.

ALFIO

(Trema impaurito) Oh Madonna! Che mi sta succedendo zia Croce! Fermatevi, ho paura, ho paura!

ZIA CROCE

Non è di me che ti devi spaventare, / ma di quanto a tua moglie fai passare! / Ora zitto e pensa quello che hai fatto, / perché con me ora scenderai a patto. / Occhio di scimmia figliata, / prima che si condisca l’insalata, / un consiglio ti do, Alfietto mio, / se vuoi davvero fare il marito come vuole Dio: / se vuoi che Apollonia finisce di penare, / le comari tutte devi abbandonare. / A tua moglie, ora, amore le bisbigli, / sperando che dimentichi i due figli. (Apollonia, a quelle parole, ferma il gruppo e, adirata, prende la sedia che aveva in testa il compare e ne vuole di conto e ragione del marito che fuggira inseguito da lei con la sedia alzata).

APOLLONIA

Aspetta, aspetta! (Alla zingara) Ma di quali figli parla?

ZI CROCE

Alaloi, alaloi, alaloi; / non son miei i figli, ma i suoi! (Indicando Alfio che continua a farle segni di stare zitta).

APOLLONIA

Allora la zingara…, quando parlava di figli, diceva davvero! E che sarà mai questo discorso! Come hai fatto ad avere figli? (Scapperanno tutti a soggetto) E di chi sono? Chi è questa donnaccia? Scappi, qui, qui devi venire, grandissimo becco! Allora… tu… davvero un attore sei! Veni qui, qui devi venire! (Si chiuderà il sipario mentre c’è quel corri corri). Ah, se ti prendo!

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

(Scena medesima)

APOLLONIA

(Intenta a sistemare la stanza. Metterà tutto in ordine con minuziosa precisione; esce per l’altra stanza ma rientra per essersi dimenticata a sistemare un oggetto. Cammina col metro in mano per dare una giusta misurazione alle cose, li guarderà se sono pure in linea. Avrà in mano la livella per mettere in perpendicolare i quadri; sintomo, questo, di un forte esaurimento. Uno dei quadri non riesce a stare perpendicolare e si avvilisce). E’ possibile dico io (riferendosi al quadro) che combattere pure con te? (Continua a riprovarci, ma niente, il quadro non vuole sentire ragioni e continua a stare storto). Come se oggi non avessi nulla da fare! (Bussano). E chi è adesso! Speriamo non sia mia comare, perché ci manca solo lei in mezzo ai piedi! E sino a quando non riesco a capire bene questo mistero di lei e suo marito, è meglio che se ne stia a casa! (Va ad aprire, si ferma e riaggiusta uno degli oggetti di scena. Apre). Lei! ancora qui!

ZINGARA

Posso entrare?

APOLLONIA

Entri, entri pure. (Entra vestita sempre con i soliti indumenti zingareschi) Come mai da queste parti?

ZINGARA

Sono venuta, per sapere di suo marito, non l’ha a piacere?

APOLLONIA

E certo che l’ho a piacere! E’ stata lei ad aprirmi gli occhi e capire un po’ come stanno le cose, ne approfitto per ringraziarla d’avermi aiutato a salvare la mia famiglia. Con mio marito, finalmente stiamo vivendo i migliori giorni della nostra vita; mi aiuta persino nelle faccende domestiche. Ha imbiancato la mura di casa… pensi, mi aiuta persino a preparare da mangiare!

ZINGARA

Bravo, bravo; questo vuol dire che ha cominciato col mettere giudizio.

APOLLONIA

E lei… posso capire il perché di tutto questo interesse verso la mia famiglia?

ZINGARA

Non l’ha a piacere quello che faccio? Mi piace portare pace nelle famiglie. E… di quella, di quella niente è riuscita a sapere? E’ riuscita a conoscere chi fosse?

APOLLONIA

Io no, e forse è meglio per lei, perché il suo cuore me lo mangerei in due bocconi (la zingara s’intimorisce impressionandosi). Hanno detto che sia una professoressa venuta a fare supplenze nella scuola dove insegnava mio lui… mio marito insomma.

ZINGARA

Si, lo so.

APOLLONIA

Ah, pure di questo è a conoscenza! Ho la strana impressione che lei sappia troppe cose.

ZINGARA

Il fatto è che lei dimentica che sono una zingara, e il potere mio è quello di sapere tutto. E… com’è finita, com’è finita col Preside?

APOLLONIA

Il Preside, quando venne a sapere di questa tresca di questa tizia e di mio marito, non l’ha voluta più in Istituto e l’ha fatta trasferire in un altro paese, poi ho saputo anche che i figli di lei non avevano nulla a che fare con mio marito, inquanto li aveva avuti col suo primo marito… solo che (ironica) lei, quella grandissima donnaccia, zoccolona, caprona…

ZINGARA

E basta, basta, l’ha fatta diventare peggio di uno straccio!

APOLLONIA

Perché dice questo? Che forse s’impressiona? E di cosa se lei non ha nulla a che fare con questa storia?

ZINGARA

Io non dicevo per me; è solo che… sempre di una persona umana si tratta, non certo di un animale!

APOLLONIA

Umana chi, ‘questa donnaccia? Come, voleva scaricare i suoi due figli a mio marito, rischiando pure di sfasciare una famiglia… la mia! Meno male, anzi, che sia arrivata lei ad aprirmi gli occhi, se no… (Curiosa) Ma… non è che questa zoccolona sia… una sua parente e vuol difenderla?

ZINGARA

(Facendo la scandalizzata) Chi, io? Ma quando mai! E difenderla di cosa se… non so nemmeno chi sia!

APOLLONIA

Non la conosce dice! Come, prima dice di conoscere tutto e tutti quelli del paese!

ZINGARA

Giusto, ha detto bene dicendo paese! Ma questa tizia non è di questo paese, l’ha detto pure lei che è venuta da fuori, come faccio a sapere!

APOLLONIA

(Come se avesse capito qualcosa) Ho la strana impressione che i conti non tornino, c’è qualcosa che non quadra. Ma… lei, chi è, a chi appartiene? Come fa a conoscere tutta la gente di questo paese se anche lei viene da fuori?

ZINGARA

(Cerca di giustificarsi con grandissima difficoltà) Io… ho una lontana parente che abita qui, e vengo spesso a trovarla, e, ogni volta che torno, mi racconta del più e del meno della vita di questo paese, ed è per questo che mi trovo a sapere di quanto accade.

APOLLONIA

Ah, si! Ha una parente in paese! E… chi è, chi è questa parente che lei dice di conoscere?

ZINGARA

(In difficoltà) Si chiama… Ma lei, sicuramente non la conosce. Le volevo invece chiedere, ma… suo marito, parla sempre in quel modo strano?

APOLLONIA

(Sbalordita) Ancora con questo mio marito! E lei, mi scusi, come fa a sapere che mio marito parla in quel modo… strano?

ZINGARA

Non glielo sto dicendo che so di tutti? …di questo paese s’intende!

APOLLONIA

Certi momenti è come se lei facesse parte della storia in questione.

ZINGARA

(Un po’ irritata) E daglie! Io sono una zingara, ha dimenticato? E sono venuta per aiutarla a risolvere il problema con suo marito.

APOLLONIA

Guarda, guarda, invece di parlare il bue, parla l’aratro! Come, dovrei essere io a indispormi e invece e lei che si adira! Ho l’impressione che troppo a cuore l’ha presa, sta storia.

ZINGARA

In parte è come se mi appartenesse. E ora la prego di rispondermi se davvero vuole che le dia un aiuto: suo marito parla ancora in quel modo?

APOLLONIA

Dice, chi l’ha visitato, che sia normale che parli così e si muove in quel modo, perché dice che è bisestile.

ZINGARA

Perché, è nato il ventinove febbraio?

APOLLONIA

No, no, a ottobre è nato! Perché influisce magari il mese, lei dice? Nemmeno se fossero sementi da seminare!

ZINGARA

No, questo non lo so; siccome lei ha detto bisestile…

APOLLONIA

Che cosa ha capito! Io non mi riferivo al mese, ma al fatto che egli è… non so bene come dirglielo… (cerca di farglielo capire a gesti).

ZINGARA

Che lui sia… (facendo segni di gay) così, vuole dire?

APOLLONIA

Si, proprio quello. Però la zia Croce dice che non fa niente se egli è così.

ZINGARA

(Indisposta) E certo, così si mette con tutte le donne che vuole lui! (Apollonia Rimane impietrita e lei cerca di correggersi) No, niente, niente; volevo solo dire che… se fosse davvero (facendo gesti gay) così… le donne… non le guarda per niente, si ecco proprio così!

APOLLONIA

(Meravigliata) Come, non le guarda per niente! S’è messa con quella donnaccia che voleva legittimarli figli non suoi! Lo ha pure detto lei che si chiama Agnese!

ZINGARA

Ragione, ragione ha! E cosa c’entra questa zia Croce, come dice lei, a dire che non fa niente? Lei che cosa ne sa! Meglio di me vuole saperlo! E lei, lei che ne pensa invece?

APOLLONIA

Io, io di cosa? Non è che sia una indovina come lei; e poi… se lo dice zia Croce…

ZINGARA

Io dicevo lei nel senso che… può vederlo come si… comporta, risponda alle cose… amorose…

APOLLONIA

E come faccio io a vedere se lui non fnisce prima la cura.

ZINGARA

La cura! E di cosa, mi scusi?

APOLLONIA

La cura per quanto quel… coso, gli si… sveglia insomma. Ah, ma lei allora dura è a capire!

ZINGARA

(Più confusa che persuasa) Gli si… sveglia dice? E… in cosa consiste la cura della quale lei parla?

APOLLONIA

La prima, quella preparatale con miscugli da zia Croce, è già finita; adesso sta facendo fisioterapie.

ZINGARA

(Non capisce) Fisio…che?

APOLLONIA

Terapie, fisioterapie.

ZINGARA

Oh, no! E ci scommetto che le sta facendo… (alludendo al pene) a quel… coso!

APOLLONIA

E certo; dove, (indicandosi il braccio) qui allora!

ZINGARA

Ho l’impressione, signora, che la dura a non capire non sono io, è lei, invece, che stenta ancora a vedere, perché ha gli occhi dietro la nuca! Scommetto che sia pure una donna a fargli le terapie.

APOLLONIA

Una donna, un uomo, quale importa crede che possa avere; a me interessa che lui guarisca.

ZINGARA

E ora che guarisce andando avanti così! Signora mia, oh signora mia, è lei che ha bisogno di curarsi la vista e controllare di più suo marito! Scommetto che ancora siete come… fratello e sorella, o sbaglio? Lei capisce cosa intendo.

APOLLONIA

E certo che si! Se non prima finisce la cura e guarsice!

ZINGARA

E lasci stare questa cura, ancora! Ma proprio non s’accorge di niente? Nemmeno di quel povero cristo di suo… compare?

APOLLONIA

(Rimane impietrita) Chi, mio compare… Peppe? (La zingara annuisce) E lei, come fa lei a sapere che ho un compare di nome Peppe? E che cosa c’entra lui in tutto questo discorso?

ZINGARA

Ancora glielo devo ripetere che sono una zingara di grandi poteri e so uno di tutto?

APOLLONIA

Senta, non pensa sia meglio parlare e dire veramente come stanno le cose, invece di girarci attorno? Con lei è come se stessi facendo i quiz.

ZINGARA

(Come se avesse un calo di pressione) Oh, madonna!  Cosa mi sta succedendo! Sento un forte formicolio alle gambe e mi gira la testa…

APOLLONIA

(Preoccupata) Sieda, sieda qui che vado a prenderle un po’ d’acqua con zucchero (esce per l’altra stanza ed entra Peppe venendo da fuori).

PEPPE

(Entrando la guarda stupito) Ma-ma le-lei non è la pro-pro pro-pro (Lei gli fa segno di stare zitto, mentre entra la comare col bicchiere in mano).

APOLLONIA

Lei qui, compare! E… continui, cosa stava dicendo?

PEPPE

Sta-stavo dicendo, a pro-pro a pro-pro a proposito, la-la prende un po’ d’acqua pu-pure a me?

APOLLONIA

Intanto, questa, gliala do alla signora che ha avuto un giro di testa (porge l’acqua alla zingara) Ah, ma vedo che si è ripresa! (Al compare) Aspetti che adesso servo anche lei (esce a prendere un altro po’ d’acqua).

ZINGARA

(Preoccupata) Stia zitto, non parli, per l’amor di Dio! Che anche lei sono venuta ad aiutare.

PEPPE

(A denti stretti quanto non senta la comare) E co-come, ro-rovinando u-u-u-u-un (entra Apollonia).

APOLLONIA

(Si insospettisce) Compare, c’è qualcosa che non va, con questo u-u-u-u-un?

PEPPE

Ni-niente, di-di di-di dicevo se mi-mi pre-prendeva u-u-u-u-un altro bi-bicchiere d’acqua, che-che mi sento più co-confuso che-che persuaso!

APOLLONIA

Fortuna che tutta st’acqua non costa quanto la benzina! Aspetti che vado a prenderla. Beva questa intanto (gli da il bicchiere ed esce).

PEPPE

E o-ora mi-mi tocca be-berne un altro bi-bicchiere di acqua se-senza nemmeno che-che abbia avuto se-sete!

ZINGARA

(Imbarazzata) Io…, sa lei perché mi trovo ad essere qua?

PEPPE

(Di nuovo a denti stretti) Di-di certo pe-per non venirsi a pre-prendere un se-semplice bi-bicchiere d’acqua! Ed io che-che non ne vo-volevo, mi-mi tocca pre-prenderne (entra Apollonia col bicchiere in mano) a-a-a-a-ancora u-u-u-un altro di-di bicchiere!

APOLLONIA

Ho capito, ha mangiato salato, aspetti che le prendo il boccale allora (gli porge il bicchiere nell’altra mano perché nella prima teneva quello vuoto e riesce).

PEPPE

(Minacciandola) Ve-vede qua-quanta acqua mi-mi tocca be-bere, se-sensa neanche ave-vere se-sete! Ma-ma adesso, que-quella che porta, se-se la beve –le-lei!

ZINGARA

E si, si, me ne bevo anche dieci bicchieri, purchè non parla più! E adesso mi dia ascolto, le ho detto che sono venuta ad aiutare anche lei.

PEPPE

Me! E i-i-i-in co-cosa, a fa-farmi bere tu-tutta quest’acqua? Io che-che non ho pe-per niente se-sete? (entra Apollonia col boccale in mano).

APOLLONIA

(Sbalordita) Non ha sete! E tutta st’acqua allora? Questo avanti e indietro che ho fatto!

PEPPE

Ma-ma co-cosa ha ca-capito, comare! Io di-dicevo a questa si-signorina che-che set non ne ho pro-proprio nel se.senso che, si-siccome lei di-dice d’a-d’averne ancora mo-molto e le se-sembra male chiedere ancora de-dell’acqua, I-io di-dicevo così per qua-quanto se la bevesse le-lei; ha ca-capito adesso? (Alla zingara) è ve-vero, si-signorina be-bella, che-che adesso la be-beve tu-tutta?

ZINGARA

Se lei mi promette di stare zitto la bevo tutta e pure d’un fiato!

APOLLONIA

(Non capisce) Perché, se lui parla, lei… non riesce a bere?

ZINGARA

Eh, No! (Cerca di riprendersi) Cioè… eh no, nel senso di dire: eh no che la possa bere! Certo che posso! (A Peppe) O… no?

APOLLONIA

(Più confusa che persuasa) Continuo a non capire. (Alla zingara) Intanto ho da chiederle scusa! Non vi ho nemmeno presentati. (A Peppe) Compare, questa è…

ZINGARA

Non c’è bisogno che lei me lo presenti, io lo conosco già.

PEPPE

Io pu-pure la co-conosco.

APOLLONIA

Ah, si! E dove, dove vi siete conosciuti?

PEPPA

(La zingara fa segni di stare muto) Aaaaa scuo-scuola.

APOLLONIA

Dove? A scuola?

ZINGARA

A scuola, a scuola a Palermo ci siamo conosciuti, studiavamo nello stesso Istituto di Ragioneria.

APOLLONIA

Di ragioneria… chi, mio compare? (Al compare) Perché, lei… ragioniere è? (Misteriosa) Però, oggi non sembra di sentirlo ragionare bene, con tutti questi avanti e indietro a farmi prendere acquai.

PEPPE

(S’innervosisce) Se-senta co-co co-comare…

APOLLONIA

Ancora con i cetrioli ricominciamo!

ZINGARA

Beh, io adesso devo andare perché… s’è fatto tardi e…

PEPPE

Eeeeee no! Lei oooora ri-rimane qua! E le-le racconta alla co-comare chi-chi è lei ve-veramente!

ZINGARA

Io!

PEPPE

Eeee allora chi-chi i-io!

ZINGARA

Si, proprio lei, le racconti chi è realmente sua moglie!

PEPPE

A me di-dice questo! Gra-grandissima… (entra Alfio).

ALFIO

(Entra e rimane sbalordito nel vedere la zingara) Tu qua! (Apollonia resta impietrita) E lei compare! Che sono tutte queste voci? Si sentono persino in strada!

APOLLONIA

(A suo marito che continua a mostrarsi gay) Senti, come mai le hai rivolto il tu se nemmeno la conosci?

ALFIO

Chi te lo ha detto che non la conosca?

PEPPE

Si, co-co co-comare, pu-pure lui l’ha co-conosciuta a scu-scuola!   Ma-ma di… (guardando la zingara) ana-ana anatomia!

APOLLONIA

Di nato…che?

PEPPE

Co-comare, no na-nato (facendo segni di nuotare) co-come na-nascere, ma co-come natomia!

APOLLONIA

Come, nuota lei?

ZINGARA

Forse è meglio che vada, non sente che non sa nemmeno lui cosa dice!

PEPPE

(Adirato, la va a prendere) Le-le ho de-detto che le-lei rimane qua!

ZINGARA

Mi lasci, mi lasci se non vuole che la quereli per sequestro di persona!

PEPPE

A me, se-sequestro di-di persona! Le-lei è stata che ha se-sequestrato mi-mio co-co co-compare! (Apollonia è intenta a cercare di capire).

ZINGARA

Lei è pazzo, non sa nemmeno quello che le scappa dalla bocca! Mi lasci, mi lasci le ho detto! E lei, signora, niente ha da dire? Non vede ch’è andato fuori di testa!

ALFIO

La lasci, la lasci compare, così le fa male (la lascia).

ZINGARA

Vada, invece, a tenere sua moglie al posto mio e chiuda la porta a chiave quanto non esca più di casa, invece (ironica guardando Alfio) d’andare dietro a… questo e a quella.

PEPPE

Che-che cos’è que-questo di-discoros di mia mo-moglie adesso?

ALFIO

(Alla zingara) Non pensi adesso che stia parlando molto anche tu!

PEPPE

E ce-certo, le-lei co-continua a tirare le-le di-difese di-di questa… (bussano).

ALFIO

Ch è? (Alla moglie) Senti, vai ad aprire, (sdolcinato) gioia.

APOLLONIA

(Sospettosa) Ho la strana impressione di cominciare a sentire puzza di bruciato. (Nessuno apre ed entra comare Filomena).

FILOMENA

Buon giorno a tutti. (Impietrisce) E c’è successo? E chi è (ad Alfio e a denti stretti) questa… signora?

ZINGARA

A te non conviene per niente aprire bocca.

APOLLONIA

(Sbalordita) E chei è, pure a mia comare conosce! (Al marito) E tu, tu non hai proprio nulla da dirmi?

ALFIO

Non guardare a me ti ho detto che non ci sto capendo più niente! Questa signora, che non so nemmeno a chi appartiene, la conosco solo di vista e nulla più.

ZINGARA

Proprio così, magari io conosco solo di vista suo marito, l’ho solo incontrato a scuola e gli ho letto la mano, tutto qui.

ALFIO

Si, proprio così, la mano.

PEPPE

(Ad Apollonia) Co-co co-comare…

APOLLONIA

(Adirata) E la smetta pure lei, una volta e per tutte con questi cocomeri e cetrioli, e cerchi di spiegarsi meglio! Che cos’è tutta questa storia? Parli!

FILOMENA

Comare, non vedo cosa ci sia da dire! Con un marito come il suo (indicando Alfio) non ha niente di che preoccuparsi! E che, tra laltro è pure sotto cura…

ZINGARA

(Allusiva) E scommetto di sapere anche chi sia la fisioterapista che gli fa i massaggi.

ALFIO

Via, e tornate tutti nelle vostre case prima che cominci a cantare atnte di quelle canzoni (allusivo) che neanche al festival di Sanremo!

APOLLONIA

Ah, si, non sapevo che tu, oltre ad essere un buon attore, fossi anche cantante! E… sentiamo, su, sentiamo quale sono queste canzoni!

ALFIO

Ah, si, vuoi pure che canti?

PEPPE

La-lasci perdere co-compare, che-che forse è la mi-migliore cosa.

ZINGARA

Io…, ho capito che sia meglio andare.

PEPPE

Co-come, no-non le piacciono le ca-ca ca-canzoni?

ZINGARA

Dicevo che sia meglio andare, perché… se cominciassi a cantare pure io…

APOLLONIA

Sapete che la storia comincia a prendere forma; e allora su, fatemi vedere chi è l’artista più bravo! (Ad Alfio) Cominciamo da te.

ALFIO

Io… non posso perché… se canto, cominciate a prendervi tutti per i capelli.

PEPPE

Tu-tutti, tu-tutti?

ALFIO

E certo, per primo lei sicuramente! (Peppe rimane sbalordito e guarda sua moglie).

FILOMENA

No, niente, sicuramente, egli vuole dire che, essendo molto bravo a cantare, per la gioia riusciste persino a strapparvi i capelli.

PEPPE

Ah, si, pe-per  questo è! E aaaaallora fa-fatemi se-sentire co-compare, vi-visto che è così.  

ZINGARA

A lei, se proprio ci tiene, gliela canto io una bella canzone da farle leccare le unghia.

FILOMENA

(Alla zingara e inviperita) Tu non sei femmina, diavulo sei! Hai la sfacciataggine di venire qui e trovare anche il coraggio di voler pure cantare! Madre ingrata e donna senza cuore!

APOLLONIA

(Non capisce e cerca di riprenderla) Comare, ma cosa dice!

ALFIO

Forse è meglio che vada a comprarmi le sigarette.

APOLLONIA

Eh no! Tu da qui non ti muovi per nessunissima ragione e sino a quando non si sbroglia questa matassa divenuta ingarbugliata!

PEPPE

(Sospettoso, alla moglie) Fi-filomena, di-dimmi uuuuuna co-cosa, non è che-che tu, co-co co-col (indicando Alfio) co-compare…

ZINGARA

Hanno una disgrazia in comune di poi che (ironica) il compare s‘è sposato.

APOLLONIA

Tu guarda, pure questo sa! E chi gliele racconta tutte queste cose?

PEPPE

(Adirato) Co-comare no-non l’ha ca-capito ancora chi-chi è la ta-talpa, que-quello che gli racconta tu-tu?

APOLLONIA

Mio marito non di certo, sapendo le sue condizioni! Non vede che sta anche facendo la cura per quanto possa…

FILOMENA

Svegliare quel (allusiva) coso, lei dice?

PEPPE

Co-comare, è le-lei che ha bi-bisogno di svegliarsi, e su-su su–subito pure!

ZINGARA

Ma senti chi parla! Sapesse lei da quanto tempo che dorme!

ALFIO

Sarebbe meglio se tutti tornaste nelle proprie case senza perdere tempo e lasciaste belli e tranquilli me e mia moglie! Per forza devo cantare?

APOLLONIA

E canta, canta, ancora devo dirtelo! Sentiamo come canti!

ALFIO

Ah, si! Canto? (Comincia a cantare, sempre con la voce da gay, la canzone “Sarà perché ti amo) Che confusione (comincia agirare attorno alla moglie), sarà perché ti amo; stringimi forte, ti starò più vicino… (Smette di cantare e parlerà normale inveendo verso le due). E basta basta! Con (indicando le altre due) voi, ormai è già bella e finita. (Le due si guardano e corrono a tirarlo, la zingara da un lato e Filomena dall’altro per contenderselo ancora. Apollonia e Peppi si guardano e capiscono a volo).

APOLLONIA

(Sbalordita e adirata nello stesso tempo) Come, come! Di questo si tratta! Compare, cosa aspetta pure lei a prendere un bastone! (Sarà un corri corri, un entra ed esci dalle stanze) Vieni, qui devi venire, grandissimo crasto che non sei altro! La cura, la finocchite, la fisioterapia! Giuro che se ti prendo… ho da dartene così tante che nemmeno lo immagini!

PEPPE

Gra-grandissima do-donnaccia! Aaaalora da-davvero uuuun attrice se-sei! Ed io che-che pensavo… che aaaavessi una infe-nfezione in mezzo a quelle due ga-gambacce co-come diceva la co-comare!

APOLLONIA

Ancora compare con quest cocomeri e cetrioli! (Mentre girano, si affievoliranno lentamente le luci e, bloccandosi tutti, assumeranno una posizione a soggetto; mentre entrerà la zà Croce che, portandosi sul proscenio, narrerà la morale finale sempre con gli attori che sembreranno delle statue).

ZIA CROCE

Quante storie piene di mistero,

che a raccontarle non sembra n vero;

ma io che fui e c’ero,

narrarvi voglio, a storia finita,

la pagina di una strana vita.

Tuttu è bene quel che finisce bene,

è compito di tutti, alleviar le pene.

Però una cosa vi voglio dire,

sperando che possa a tutti giovare:

la vita è bella, perché perderla per niente,

per finti amori e loschi tradimenti?

Siamo lesti a rovinar famiglie,

sapendo di perdere figli e figlie!

E per cosa, per soldi e sesso?

Ah, quanto tempo perso!

Che bei tempi erano una volta,

pieni di valori degni di nota!

Quanta fama che c’era e appetito,

s’apprezzava persino il pane non condito.

Ora che non ci sono più fame e stenti,

abbiamo perso d’amare pure i parenti.

Pensiamo prima di farci vecchi

Interrogandoci davanti agli specchi:

“ho fatto bene in questa vita, o male?

E’già tardi, e la risposta più non vale.

A qualcuno, anche se non gli risulta,

gli ricordo che la vita è corta;

e allora prendetelo questo consiglio,

come la mamma

 tutti la maschera di primi attore,

e amiamoci tutti…, sino a che si muore.

FINE

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