Una goccia nel castello

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favola comica in due atti

di PAOLO STARVAGGI

PERSONAGGI

Ortensia, la principessa

Laudonia, la reggente

Goccia, la mendicante

Miss Virginia, insegnante personale della principessa

Tatiana, la tata

Tolomeo, il capo delle guardie reali

Le tre guardie:   Chicco

Cocco

Cucco

Scilla, la serva

Mappina, la vice-serva

Araldo, messaggero del castello

Vanni, paggetto con lo specchio

Evelina, cronista di Gazzetta


PRIMO ATTO

Tutta la vicenda – ambientata nel passato, in un’epoca indefinita, come per ogni favola che si rispetti – si svolge nel castello ove risiede la principessa reggente dell’immaginario principato di Valleovunque. Siamo nella stanza principale del maniero: sulle pareti, tappezzate con gusto, campeggiano quadri che ritraggono gli antenati della dinastia regnante. Notiamo anche una grande finestra la quale, possiamo facilmente immaginare, dà sulla corte. Sono inoltre presenti tavoli in stile antico, sopra i quali sono posati: campanellini per chiamare la servitù, ceste di frutta vera e una cesta di frutta di cera. Troviamo anche un divanetto, sempre in stile antico.

Quando si apre il sipario, troviamo in scena Mappina, la vice-serva del castello. Indossa una camicia bianca ed una lunga gonna azzurra. Sta sprimacciando con un battipanni il cuscino del divanetto, canticchiando.

Entra Araldo. È il messaggero del castello. Indossa una lunga tunica e una calzamaglia scura.Parla sempre in rima.

Araldo           Buongiorno, Mappina!

Mappina       Salve, Araldo (e seguita a sprimacciare canticchiando)

Araldo           (si porta in proscenio, rivolto agli spettatori. Si schiarisce la voce)

Araldo, messaggero del castello,

sollecita i signori qui presenti

a seguirci con orecchi ben attenti,

e raccomanda di non spegnere il cervello.

La storia, che avrà inizio tra un momento,

racconta di una bella principessa

e dell’incontro che le cambiò la vita stessa.

Vedetevela! E buon divertimento! (ed esce)

Nel frattempo entra Scilla, la serva “ufficiale” del castello: porta la classica crestina sulla testa, guanti bianchi, fischietto appeso al collo, camicia azzurra con una spilla sulla quale è scritto “SERVA”, e gonna blu. Osserva con raccapriccio l’operato della sottoposta e, spazientita, usa il fischietto per richiamarla.

Mappina, che non si era accorta dell’arrivo di Scilla, si mette ad urlare.


Scilla


Mappina! Che diamine stai facendo?!


Mappina


Come? Non si nota, signora Scilla?… Sprimaccio!


Scilla


E ti pare il modo di sprimacciare? Ritmo ci vuole! Dai retta a una che dopo anni di lavoro e di sacrifici è stata finalmente promossa… serva!


Mappina


Perché, io che sono?


Scilla


Tu sei un’umile vice-serva. Rispettiamo i gradi!


Mappina


Chiedo perdono… Allora io sprimaccio eh? Guardate se va bene! Dopo ogni colpo di battipanni grida “Ritmo!”)


(e inizia a sprimacciare.


Scilla


(s’inserisce nella melodia che si è creata, commentando) Bene!


Mappina


(colpo di battipanni) Ritmo! (colpo di battipanni)


Scilla


Brava!


Mappina


(colpo di battipanni) Ritmo! (colpo di battipanni)


Scilla


Avanti!


Mappina


(colpo di battipanni) Ritmo! (colpo di battipanni)


Scilla


Ancora!


Mappina


(colpo di battipanni) Ritmo! (colpo di battipanni)


Scilla


Alla grande!


Mappina


(colpo di battipanni) Ritmo! (colpo di battipanni)


Scilla


Fenomeno!


Mappina Laudonia Mappina Scilla Mappina Laudonia Mappina Scilla Mappina Scilla Mappina Scilla Mappina Laudonia Mappina Laudonia Mappina Laudonia Mappina Laudonia Mappina Laudonia Mappina Scilla Mappina Laudonia Mappina Laudonia Mappina Laudonia Mappina Laudonia Mappina Scilla Mappina Laudonia Mappina Scilla Mappina Laudonia Mappina


(colpo di battipanni) Ritmo! (colpo di battipanni)

(entra. È la consigliera della principessa, la “seconda carica” del principato. Indossa un austero

tailleur scuro con una gonna lunga e un filo di perle al collo) Scilla?

(colpo di battipanni)

(a Laudonia) Dite!

(colpo di battipanni) Ritmo! (colpo di battipanni)

Senti…

(colpo di battipanni) Ritmo! (colpo di battipanni)

Un momento!

(colpo di battipanni) Ritmo! (colpo di battipanni)

Fa’ silenzio!

(colpo di battipanni) Va bene! (colpo di battipanni)

(a Laudonia) Dite pure!

(colpo di battipanni)

Ti dicevo…

(colpo di battipanni)

… tra poco

(colpo di battipanni)

… arriva …

(colpo di battipanni)

…dicevo…

(colpo di battipanni)

(spazientita) … arriva…

(colpo di battipanni)

(chi arriva) Chi arriva?

(colpo di battipanni)

Come faccio…

(colpo di battipanni)

… a parlare?

(colpo di battipanni)

Qui mi viene…

(colpo di battipanni)

… mal di testa!

(colpo di battipanni)

Ha ragione!

(colpo di battipanni)

Fa’ qualcosa!

(colpo di battipanni)

Io ci provo!

(colpo di battipanni)

Alla svelta!

(colpo di battipanni)


Scilla


(fischia)


Mappina


(smette di sprimacciare) Che c’è? Non andava bene?


Laudonia


Al contrario: andava benissimo! La prima grancassa della banda reale di Valleovunque non avrebbe saputo fare di meglio.


Mappina


Grazie, grazie…


Laudonia


(indica il cuscino) Posso?


Mappina


(glielo consegna) Prego, Eccellenza!


Laudonia


Se mi posso permettere, il cuscino è sprimacciato a regola d’arte, è vero…


Mappina


Troppo buona…


Laudonia


… ma avrebbe bisogno… come dire… di prendere aria! (e d’improvviso lo getta dalla finestra)


Mappina


(sulle prime rimane basita) Avete ragione, una boccata d’aria!! E mi sa che ne ho bisognoanch’io. Con permesso. (esce)


Scilla


È già tanto che non si sia buttata direttamente dalla finestra… Dicevate?


Laudonia


Stammi bene a sentire, tra poco arriverà miss Virginia, l’insegnante personale della principessa, e tutto deve essere pronto per la lezione.


Scilla


Bene, Eccellenza. Preparo il banco e le pergamene. (fa per andare)


Laudonia


(la blocca) Nient’altro?


Scilla


Le penne.


Laudonia


E poi?


Scilla


Beh, poi… il calamaio, certo!


Laudonia


E poi?


Scilla


Umh… non saprei.


Laudonia


Non ti sembra che manchi qualcosa per la lezione della principessa? Su, non è difficile…


Scilla


Vediamo… banco, pergamene, penne, calam… (le sovviene) La principessa! Vado subito a svegliare Sua Altezza.


Laudonia


(tra sé) Ecco, brava, butta giù dal letto quella pigrona.


Scilla


Dicevate?


Laudonia


Nulla che ti debba interessare. Che aspetti, va’!


Scilla


Subito, Eccellenza. (si congeda, fa’ per uscire. Incrocia


Mappina


che torna col battipanni) Ritmo! Ritmo!


Scilla


E basta con ‘sto cuscino! (le strappa di mano battipanni e cuscino: getta quest’ultimo sul divanetto) Andiamo a destare la principessina Ortensia. Su! (e col battipanni le dà una battuta sul fondoschiena. Escono)


Laudonia


(tra sé, mentre giochicchia con un arancio che ha prelevato da una delle ceste) Pigrona, sfaticata,dormigliona, indolente… un quarto alle undici e ancora giace tra le braccia di Morfeo, la principessina. È la zavorra di Valleovunque. Principesca, ma zavorra. Eh già, ma che deve fare nelle sue giornate Sua Altezza graziosissima? Ricevere ambasciatori, presenziare a ricevimenti di gala, provarsi il mantello alla moda o la gorgiera all’ultimo grido. È viziata, coccolata… latte, burro, marmellata. E non ha mai cacciato il muso fuori di casa! Dentro queste quattro…cento mura fin dalla nascita! Il re suo padre ha voluto così. E il re non si discute. Certo però che…


Ortensia


(era entrata da qualche secondo. Ha un’età che oggi definiremmo “adolescenziale”. Indossa un lungo camicione da notte bianco) Buongiorno!


Laudonia


(presa dai suoi discorsi non si è avveduta dell’entrata di Ortensia, quindi si spaventa e fa un piccolo balzo) Ah! Buongiorno, principessa!


Ortensia


(si stiracchia) Oggi è una meravigliosa giornata. Non è vero, Laudonia?


Laudonia


(mal sopportandola) Se lo dite voi, Altezza, allora sarà una meravigliosa giornata in tuttaValleovunque!


Ortensia


Non vedo l’ora di fare una bella colazione!


Laudonia


Oggi niente colazione, tra dieci minuti sarà qui la vostra insegnante per la consueta lezione.


Ortensia


Uffy, uffy e doppio uffy!


Laudonia


Noto che talvolta Vostra Altezza denota modi alquanto infantili. Comunque ho già fatto predisporre tutto per la dissertazione con la vostra precettrice. Con permesso. (esce)


Ortensia


(fa il verso a Laudonia) “Vostra Altezza denota modi alquanto infantili”… Ma come sipermette, quella?! Modi infantili , io! Mah… infantili… (come una bimba) Tata? Tata Tatiana?


Tatiana


(entra, è una signora ormai in età. È vestita con un abito lungo da gran dama di corte, molto sobrio. Ha in mano un pacchetto) Buongiorno, principessa mia! (e dà un bacio sulla fronte alla principessa)


Ortensia


Oh, tata… non ho voglia di andare a scuola!


Tatiana


A parte che non sei tu che vai a scuola, ma è la scuola a venir da te, comunque non disperare! Pensa a quante cose nuove imparerai!


Ortensia


Ma io ho già imparato abbastanza.


Tatiana


Chi smette di imparare è vecchio anche se ha quindici anni come te!


Ortensia


Io non sono vecchia!


Tatiana


Come no?! Ti sta già uscendo qualche ruga!


Ortensia


(mette il broncio)


Tatiana


Scherzo! Senti, questo è l’abitino che ti ho preparato per la lezione! Vedrai, ti starà d’incanto! (le dà il pacchetto)


Ortensia


(emozionata) Co… co… co… co… co… cos’è?


Tatiana


Non fare la gallinella e vai a mettertelo, ché è tardi!


Ortensia


Co… co… co… corro! Grazie Tata! Ne sono certa, sarò la più bella della classe! (esce di corsa)


Tatiana


Spiritosa! (tra sé) Che cara ragazza… è buona come il pandoro! Pensare che l’ho vista nascere! Se potesse vederla sua madre! Sarebbe orgogliosa di lei! Se non ci fosse quella serpe in seno di Laudonia. Ma che le vuoi dire? È la reggente! Oddio, col caratterino che ha, per la verità siamo noi che dobbiamo reggerla. Comunque…


Scilla


(sulla soglia) Tatiana!


Tatiana


Sì?


Scilla


Noi prepariamo per la lezione!


Tatiana


Prego, carine!


Scilla


(avanza impettita col libro in mano)


Mappina


(la segue, trasporta a fatica un banco da scuola che, alla fine, riesce a piazzare al centro della scena. Esce di nuovo, ritornando dopo pochi istanti con una sedia, che piazza dietro il banco. Estrae dalla tasca la penna, ovvero la classica piuma d’oca, e il calamaio. Li poggia sul banco. Quindi si siede al banco, esausta per la faticaccia)


Scilla


(nel frattempo, in disparte dialoga con la tata, infischiandosene della povera Mappina) Tatiana, tusei l’angelo di questo castello!


Tatiana


Non dire così che mi fai arrossire…


Scilla


Eh no, quello che è giusto è giusto. Piuttosto, dimmi dove hai preso quest’abitino?


Tatiana


Ti piace?


Scilla


Da impazzire! E che colori vivaci!


Tatiana         Me lo fece la mia povera nonna, con la stoffa avanzata dalle tendine di casa.

Scilla             Ma che meraviglia! Allora è stoffa antica!

Tatiana         Eh, sì, è anteguerra. Se vuoi, te lo presto.

Scilla             Sul serio? Wow! Così domenica, quando andrò al lago col mio moroso, le farò schiattare tutte quante d’invidia. Tutte quante, le farò schiattare… Le farò schiat… (si accorge di Mappina, esausta, seduta al banco. Si mette il fischietto in bocca e fischia autoritaria) Beh, e cos’è,la ricreazione?

Tatiana         E non trattare male questa povera ragazza!

Bussano.

Scilla             Dev’essere arrivata Miss Virginia. Andiamo ad accoglierla. Su, alzati!

Mappina       Scusa, non posso accoglierla da qui?

Scilla             E muoviti! (e la prende per l’orecchio, trascinandola fuori con sé)

Ortensia        (rientra, con fare da modella. Indossa un vestito lungo, molto elegante, con fregi dorati. Porta in testa un piccolo diadema) Modello numero quattro: Ortensia!

Tatiana         Oh, ma che bella principessina trendy! Tra l’altro arrivi giusto in tempo: miss Virginia ha già bussato.

Ortensia        Mi metto subito al banco, da oggi voglio essere una scolara modello. Anzi di più, una scolara top-model! Con ‘sto abitino poi…

Tatiana Brava! Buona lezione! E non far arrabbiare la prof.(esce) Ortensia Ciao Tata!(ordina il banco con meticolosità. Nel frattempo entra

Araldo           con una campanella in mano, che annuncia ad Ortensia) Araldo, messaggero del castello

viavverte che è il momento della scuola, di cui sarete allieva voi, e voi sola!

(e a me toccherà farvi da bidello…) Pertanto, Vi proclamo con vigore che sta per fare ingresso immantinente Miss Virginia, illustrissima docente.

In piedi, ché sta entrando il professore! (ed esce, suonando la campanella)

Virginia        (entra. È vestita in maniera molto classica: camicia scura, gonna lunga rossa. Porta gli occhiali) Buongiorno Altezza!

Ortensia        (come una scolaretta delle elementari) Buongiorno signora maestra!

Virginia        Quante volte ve lo devo dire?! Chiamatemi Miss Virginia.

Ortensia        Va bene, miss Virginia. Ah, ve lo dico subito: oggi ho una gran voglia di imparare: storia, geografia, algebra, biologia, filosofia, educazione fisica…

Virginia        Quanta fretta! Una materia alla volta!

Ortensia        E per cominciare, cosa abbiamo?

Virginia        Suggerirei un po’ di ortografia, tanto per gradire.

Ortensia        Aggiudicata! Insegnatemi l’ortografia!

Virginia        È un onore, altezza. Vedete, per orientarsi e trattare questa sublime materia, occorre cominciare da un©esatta conoscenza della natura delle lettere dell©alfabeto, e delle differenti maniere di pronunciarle. Dovete sapere che le lettere possono essere vocali…

Ortensia        (a pappagallo) Vocali!

Virginia Esatto, vocali. E sono così chiamate perché esprimono le voci. Poi abbiamo le consonanti… Ortensia (c.s.)Consonanti!

Virginia        … così chiamate perché suonano insieme con le vocali. Le vocali sono cinque: A, E, I, O, U.

Ortensia        E fin qui, tutto chiaro...


Virginia


Ad esempio, la vocale A si forma aprendo bene la bocca. Osservate bene (mostra come si fa) A.


Ortensia


Provo io, provo io! A! A! È vero!


Virginia


La vocale E si forma avvicinando la mascella inferiore a quella superiore (mostra) A… E.


Ortensia


Questa è un pochino complicata… A, E, A, E. Ah, che cosa stupenda!


Virginia


E la vocale I, avvicinando ancor più le mascelle fra loro e allontanando gli angoli della bocca verso le orecchie A (avvicina la mascella) …E … (allontana gli angoli della bocca), I


Ortensia


(la imita goffamente) A, E,I, I, I, E©verissimo, viva la scienza !


Virginia


La vocale O si forma riaprendo le mascelle e restringendo le labbra ai due angoli della bocca (mostra) O!


Ortensia


Sempre più difficile! A, E, I, O, I, O. E©meraviglioso! (quasi a raglio d’asino) I, O, I,O.


Virginia


Notare che l©apertura della bocca fa proprio una specie di piccolo cerchio che rappresenta una O.


Ortensia


O, O, O… (poi di stupore) Oooooh! Avete ragione !


Virginia


La vocale U si forma avvicinando i denti, ma senza farli toccare, e sporgendo le labbra in fuori, avvicinandole l©una all©altra, ma senza chiuderle. Osservate bene! (mostra) U.


Ortensia


Questo è facile! La bocca diventa come il culetto delle galline che abbiamo nell’aia! U!


Virginia


Molto bene!


Ortensia


Attenzione, miss Virginia! Senza guardare (si copre gli occhi) U!


Virginia


Fate passi da gigante, Altezza! Orbene, domani vedremo le altre lettere, cioè le consonanti.


Ortensia


Eh no, non potete abbandonarmi sul più bello! Vi ordino di insegnarmele!


Virginia


Ma sono tante!


Ortensia


Insisto!


Virginia


E sia! Vediamo… da dove possiamo cominciare?! Ah, sì, la R!


Ortensia


La R! Che splendore!


Virginia


Si pronuncia, portando la punta della lingua fino al palato, in modo che la lingua, spinta dall©aria che esce con forza, ceda e ritorni sempre allo stesso punto, producendo una specie di tremolio. (mostra) R, RA


Ortensia


R, R, RA; (poi, come una specie di rombo di motore. Lo ripete più volte, come un motore che stenta ad avviarsi) R,R,R,R,R,R


Virginia


(tra sé) Ecco, s’è ingolfata…


Ortensia


Ancora, ancora! E chi l’immaginava, che questa ortografia fosse così divertente?!


Virginia


La consonante P, per esempio, si pronuncia facendo combaciare le due labbra (mostra) Quindi si gonfia la cavità della bocca, in modo da farle esplodere! PA!


Ortensia


Oddio, non sarà pericoloso?


Virginia


Non abbiate timore, principessa.


Ortensia


Mi fido, eh… Allora, faccio combaciare le due labbra…


Virginia


(si avvicina per meglio controllare) Bene, ora fate uscire l’aria!


Ortensia


(gonfia la bocca)


Virginia


Esplodete, Altezza! Esplodete!


Ortensia


PPPPPPPPA!!! (lo fa con estrema violenza, fino a sputare sugli occhiali di miss Virginia) Uhm, chiedo perdono…


Virginia


(mentre si asciuga gli occhiali) Per carità! Fatto da voi, principessina, è un onore! Lo metterònel mio curriculum. Dunque, proseguendo il discorso sulle consonanti, abbiamo… (viene interrotta dalla campanella)


Ortensia        Alt! È suonata la campanella! È l’ora di merenda. Scilla! (e va a suonare uno dei campanellini posti sui tavoli) Andremo avanti domani, Miss Virginia! Grazie per tutte le cose nuove chemi avete insegnato.

Virginia        Dovere, Vostra Grazia! (tra sè) Tutti uguali, questi adolescenti! Si appassionano a qualcosa, magari di utile per la loro vita, poi basta un niente per far sfiorire la passione. Che tempi! Ah, ma nel Duemila non sarà più così, ne sono certa! E non ho tema di smentita!

Scilla             Eccomi, Altezza!

Ortensia        Scilla cara, cos’hanno preparato gli chef di corte, oggi, per la mia regale merenda?

Scilla             Fagiano arrosto con funghi trifolati e patatine novelle.

Ortensia        Ottimo. Ne assaggerò giusto una coscetta, come al solito.

Scilla             E il resto, lo buttiamo?

Ortensia        Come al solito.

Scilla             Predispongo senza indugio per il servizio in camera, con permesso (esce)

Ortensia        Attendo nei miei appartamenti. (fa per uscire) A domani, miss Virginia. Anzi… (mostra con orgoglio che ha imparato, accentuando la pronuncia delle vocali) AAA domani! (compiacente) Eh?! (esce)

Virginia Vostra Grazia mi dà tante soddisfazioni! Con Voi mi sento un’insegnante realizzata. Laudonia (entra)Miss! Mia cara Miss! Come va l’istruzione della nostra principessa?

Virginia        Tutto sotto controllo, mia cara Laudonia. Ci limitiamo a cose futili come l’ortografia, le consonanti, le vocali…

Laudonia     Eccellente, professoressa! A me, come ben sapete, interessa giusto che sappia firmare.

Firmare le leggi che scrivo io, ovviamente. In qualità di reggente del principato, mi tocca.

Virginia        Capisco.

Laudonia     E visto che le leggi le scrivo io, sarebbe bene che la graziosissima Ortensia sappia sì firmare, ma che non impari troppo a leggere.

Virginia        Capisco anche questo.

Laudonia     Quando avrà l’età della ragione, se mai la raggiungerà, potrà decidere da sola. Ma fino ad allora, dovrò essere io a portare avanti le sorti del regno. Ma dico io: tanto valeva fare principessa me, a questo punto, no? Che mi manca: ho la classe, il portamento, lo stile, l’autorevolez... (viene interrotta da

Araldo           che entra all’improvviso) Araldo, messaggero del castello!

Laudonia     (presa dai suoi discorsi non si è avveduta dell’entrata di Araldo, quindi si spaventa e fa un piccolo balzo) Ah! Che spavento! Dite pure, Araldo.

Araldo           Dicevo: Araldo, messaggero del castello, informa che nel cuore della piazza

c’è un nugolo di gente che schiamazza

e protesta chi per questo, chi per quello.

Afferman che ci stanno troppe tasse,

che adesso si comincia a esagerare,

e sono intenzionati a non pagare

neppure se il dottor gliel’ordinasse.

V’ho detto, un branco c’è da far paura:

vedeste per le strade che fermento!

Saranno perlomeno in settecento

(quattordici, secondo la questura)

Laudonia     (visibilmente turbata) Araldo, usatemi la cortesia, chiamatemi Tolomeo, il capo delle guardie.

Lo voglio qui, a rapporto.

Araldo D’accordo, mi trasformo in cicisbeo… e vi porto immantinente Tolomeo!(esce di corsa) Laudonia Che tracotanza, questo popolo! Ma chi si crede di essere?


Virginia


Non ci sono più i sudditi di una volta!


Laudonia


Pensare che una volta riuscivi a mettere tutte le tasse che volevi senza che nessuno ti dicesse niente. Ma il problema è il solito: la stampa! Quei maledetti giornalisti! Le gazzette fanno il lavaggio del cervello a tutti e i risultati sono questi, ma un giorno o l’a….


Tolomeo


che nel frattempo era entrato. È il capo delle guardie, veste in uniforme da militare, particolarmente variopinta e ricca di lustrini) Agli ordini, Eccellenza!


Laudonia


(presa dai suoi discorsi non si è avveduta dell’entrata di Tolomeo, quindi si spaventa e fa un piccolo balzo) Ah!


Tolomeo


(sugli attenti) Tolomeo de’ Tolomei, capo delle guardie reali di Valleovunque, a rapporto!


Laudonia


Ma vi siete messi d’accordo per farmi prendere un infarto, oggi?


Tolomeo


Mi avevate fatto chiamare?


Laudonia


Il popolo è in rivolta a causa delle tasse.


Tolomeo


Le solite manifestazioni dei sindacati?


Laudonia


È ciò che sospetto. Stasera prima di andare a dormire scriverò una legge con cui i sindacati sono aboliti.


Tolomeo


E di cosa si lamentano, stavolta, questi riottosi?


Laudonia


Delle nuove norme fiscali firmate dalla principessina Ortensia!


Virginia


(a Laudonia) Ma scritte da voi.


Laudonia


Perspicace, cara Miss Virginia. Ah, dovreste leggerle… Sono una delizia! Pensi, ho imposto un’imposta sulle imposte delle finestre.


Virginia


Ma che spirito, che arguzia!


Laudonia


Un capolavoro, un capolavoro! (comincia ad atteggiarsi, con fare snob, fingendo di controllarsi lo smalto delle mani)


Tolomeo


(che non comprende, goffamente la imita durante tutta la battuta che segue)


Laudonia


(c.s.) D’altronde una padronanza della lingua come quella che posseggo io, mi permette dicreare questi calembour, questi giochi di parole così fantasiosi. Peccato che il popolo non dimostri di apprezzare. Anzi, dimostra e basta. A proposito, Tolomeo…


Tolomeo


(si ricompone) Dite!


Laudonia


Fate chiamare subito le vostre guardie.


Tolomeo


Quante?


Laudonia


Tutte!


Tolomeo


Tutte e tre?


Laudonia


Tutte e tre! Si tratta di una missione della massima gravità. E per questo vogliamo lasciarvi lavorare in pace. Io e miss Virginia andiamo nella sala da tè a prendere un tè.


Virginia


Lapalissiano.


Laudonia


No, no: è tè indiano. Faccio strada. (esce, seguita da Virginia)


Tolomeo


Chiamiamo quei tre idioti, va’! (ed emette un verso simile ad una sirena della polizia)


Entrano le due guardie, Chicco e Cocco , marciando compostamente. Sono vestiti con un berretto, una camicia e una calzamaglia. Indossano una cintura, alla quale è legata la loro spada. Si posizionano come in rivista.

Chicco Abbiamo sentito la sirena, capo! Non ci sarà mica qualche cosa di grave, vero? Tolomeo E invece sì, Chicco. Vi ho chiamato per una missione della massima importanza.

Chicco           Oh, buon Cielo…

Tolomeo       Appello: Cocco

Cocco             (assonnato) Presente…

Tolomeo       Chicco

Chicco           Oh, buon Cielo…


Oh, buon Cielo!

Chicco, fifone, smettila! C’è il popolo che si rivolta. … nella tomba!

Nella tomb… (realizza) No, macché tomba!? Si rivolta contro la principessa. Oh, buon Cielo! E perché?

Per le nuove tasse che ha imposto.

Beh, non si può dare tutti i torti , a questo popolo. In effetti, oggigiorno, il problema degli aggravi fiscali sta diventando sempre più scottante. Leggevo proprio ieri che l’imposta della casa diventerà più cara della casa stessa. Così uno, per pagare l’imposta, dovrà vendere la casa. Ma se vende la casa, poi deve pagare pure la tassa per il passaggio di proprietà. Sfido io, che sia sempre più diffusa l’evasione fiscale! Se poi teniamo conto che il 20% dei lavoratori indipendenti…

Cocco, non mi fare innervosire: o ti svegli, o ti spedisco a mettere le multe ai cavalli in sosta vietata. Dunque, vi spiego quale sarà il vostro compito. È una missione della massima importanza, dicevo. E anche della massima pericolosità.

Tolomeo       Penso che “Presente” basti e avanzi…

Chicco           Come? Ah, sì… scusatemi.

Tolomeo       Rifaccio. Chicco!

Chicco           Presente!

Tolomeo       Bravo. (continua l’appello) Cucco! (nessuna risposta) Cucco!

Cucco            (è vestito come gli altri due. Entra di corsa e, nella fretta di posizionarsi, frana sui suoi commilitoni come una palla da bowling sui birilli. Tutti cadono a terra) Presente!

Tolomeo       Rialzatevi, imbecilli!

Cucco            (rialzandosi, al pari di Chicco) Dovete scusarmi, capo, ma mi è accaduto un fatto davveroinsolito: stavo tranquillamente sellando il mio cavallo quando questo ronzino, che non è altro, ha visto passare una damigella, biondina, sui vent’anni, molto graziosa a dire il vero, a cavallo di una puledrina dal manto tutto pettinato. Appena ha visto la puledrina, nel senso della cavalla ovviamente, ha cominciato a correrle dietro come neanche un cane da caccia avrebbe fatto appresso ad una volpe. Non potete nemmeno immaginare la fatica per riacchiapp…

Sentiamo russare Cocco, che intanto era rimasto a terra, poltrente..

Tolomeo       (zittisce con un gesto Cucco. Si abbassa accanto a Cocco, gli sussurra all’orecchio) Cocco?

Cocco             (emette un grugnito)

Tolomeo       (dolcemente) Su, Cocco… sveglia!

Cocco             (ancora in dormiveglia) Cinque minuti.

Tolomeo       (sempre dolcemente) Cocco? … Cocchino? … Cocchetto? … Coccuccio? … Coccolino? (poi gridando bruscamente) Ooooooooh!!

Cocco             (svegliandosi di soprassalto) Ah! Chi è?

Tolomeo       In piedi, ozioso!

Cocco             Mi deve scusare capo, ma sono reduce dal turno di notte. Otto in guardina a vegliare nelle tenebre…

Cucco            Seeee… vegliare! Ma se ti si sentiva russare fino in camerata…

Cocco             Non fare ironia! Otto ore all’addiaccio, a scrutare l’orizzonte… (le palpebre cominciano a chiudersi) a vedere se arrivava qualcuno… un pericolo per il castello… un nemico per ilprincipato… un materasso per… (dorme in piedi)

Chicco e Cucco gli urlano nelle orecchie per destarlo.

Tolomeo

Chicco

Tolomeo

Cucco

Tolomeo

Chicco

Tolomeo

Cucco


Tolomeo       (lo interrompe bruscamente) Allora! Cos’è, “tribuna elettorale”? Ricapitolando: i riottosi sonoriuniti nella piazza centrale del principato, tra Vicolo Corto e Largo Augusto. E non provate a passare dal via perché sicuramente avranno messo un posto di blocco anche lì.

Cucco            E questo è un bel problema! Anche perché nella piazza centrale non si trova parcheggio neanche a pagarlo oro. L’altro ieri ho dovuto lasciare il cavallo in seconda fila! Da quando si viaggia a briglie alterne, poi, è diventato imp…

Tolomeo       (si arrabbia e rifà il verso della sirena)

Chicco           Oh, buon Cielo! Il capo è furibondo!

Tolomeo       E questo è niente. Dovreste vedere il popolo…

Chicco           Oh, buon Cielo! E perché, com’è?

Tolomeo       … è incavolato come una iena…

Chicco           Oh, buon Cielo!

Tolomeo       … e neanche ridens!

Chicco           Oh, buon Cielo!

Tolomeo       Ma soprattutto…

Chicco           Oh, buon Cielo! (in coro lo ripete anche Tolomeo, che se l’aspettava)

Tolomeo       Il popolo… sono tanti!

Chicco, Cocco e Cucco, in coro:Oh, buon Cielo!

Tolomeo       Ora andate e buon Cielo a tut… ehm, volevo dire: buona missione a tutti! Io mi sacrificherò rimanendo qui, al posto vostro. Avanti… marsch! Uno, due, uno, due, uno, due, uno, due… ics!

Le tre guardie escono a passo di marcia.


Laudonia


(rientra con Virginia. Entrambe sorseggiano una tazza di tè) … e naturalmente può restare apalazzo finché i tumulti non si saranno placati.


Virginia


Grazie infinite. In effetti ho un po’ di timore…


Tolomeo


Eccellenza, ho spedito le tre grazie… ehm, le tre guardie a placare un po’ il popolino.


Laudonia


Bene.


Virginia


Se posso permettermi, cara Laudonia, secondo me il “popolino” si rivolta perché ha capito di essere succubo.


Laudonia


Ah, mi meraviglio di lei, miss Virginia! Sette lauree e mi dice “succubo”? Si dice “succube”.


Virginia


Per la verità sono forme entrambe corrette. Anzi, “succubo” è più corretto, più aulico.


Laudonia


Ma è cacofonico!


Virginia


Sarà pure cacofonico, ma la leggenda parla di “diavolo succubo”.


Laudonia


Ma che diavolo e diavolo?! Si è sempre detto succube.


Tolomeo


Le Signorie Vostre mi scusino, posso dire la mia?!


Virginia


Vi prego.


Tolomeo


Ma che cavolo vuol dire “succubo”?


Laudonia


“Succube“ si dice! Succube!


Nel frangente, entra Goccia. È una giovane mendicante, ovviamente malvestita. Vorrebbe chiedere, ma i tre la ignorano completamente, perché impegnati nella loro diatriba.

Tolomeo       Va bene, ma spiegatemi che significa.

Goccia           Chiedo scusa, sono una povera mendi…

Virginia        “Succubo”, o succube …

Laudonia     (la interrompe) Succube, succube!

Virginia        (riprende) …significa dominato, sottomesso.


Goccia


Desidererei solo un toz…


Tolomeo


Ora capisco.


Laudonia


Vogliamo tagliare la testa al toro?


Virginia


E tagliamola!


Laudonia


Sapete che ci serve?


Goccia


Un tozzo di pane!


Laudonia


(incurante della presenza di Goccia) Ma quale tozzo di pane!? Un glossario.


Virginia


Ottima idea! Il glossario!


Laudonia


La biblioteca è da questa parte!


Virginia


Andiamo. (e si avviano)


Tolomeo


(a Goccia) Permesso, scusi… (e la scansa)


Laudonia


Il glossario è quel che ci vuole.


Tolomeo


(quando stanno per uscire, blocca gli altri due) Un momento! Ma cos’è il glossario?


Virginia


(si guarda negli occhi con Laudonia, entrambe basite. Poi, improvvisamente) In biblioteca! (escono)


Goccia


(rimasta sola nella stanza) E io??? Mi avevano detto che a palazzo reale c’era gente strana, manon pensavo fino a questo punto… (si guarda intorno) Però, che bella stanza! E chi l’ha mai visto, tutto ‘sto lusso?! Quadri, decorazioni, mobili, pizzi, merletti, frutta, lampadari… (s’illumina) Frutta!? Frutta!!! (tra sé) Dai, Goccia, prendila! E quando ti ricapita? (si guarda attorno con circospezione,quindi prende una mela da una delle ceste, la strofina scrupolosamente con il fazzoletto che ha in tasca, quindi l’addenta di gusto) Mmh… erano mesi che non mangiavofrutta… Beh, ora che ci penso, erano mesi che non mangiavo proprio… (e continua a mangiare avidamente, finché entra


Ortensia


Il fagiano non è male, ma mette addosso una sonnolenza… (sbadiglia e si accomoda al divanetto. All’improvviso si accorge di Goccia, alla cui visione resta terrorizzata. Le esce solo un filo di voce) Aiuto! Aiuto!


Goccia


(la sente) Chi è?


Ortensia


(c.s.) Aiuto!


Goccia


No, no… non ho bisogno di aiuto. Riesco a finirla da sola, grazie!


Ortensia


(c.s.) Sentite: prendete pure tutte le ceste che desiderate, ma non fatemi del male!


Goccia


Calma, calma… Non ho cattive intenzioni.


Ortensia


Lo dite voi! E poi non ho il piacere di conoscervi…


Goccia


Io invece sì, ti conosco bene. Sei la principessina Ortensia. E chi non ha presente la tua faccia, a Valleovunque? In ogni locale pubblico c’è il tuo ritratto. La tua sagoma è pure sulle monete. Questo me l’hanno raccontato, perché io di monete… (si avvicina a Ortensia)


Ortensia


(c.s.) Non osate avvicinarvi o chiamo le guardie! (tra sé) Una mendicante a palazzo! Così,impunemente… Che insolenza!(urla) Guardie! Guardie!


Goccia


Di guardie non ce n’è neanche una. È per questo motivo che sono riuscita ad intrufolarmi fin qui, nel cuore del tuo castello dorato.


Ortensia


E dove sono finite, se non sono qui?


Goccia


Sono andate a tenere a bada il popolo in rivolta.


Ortensia


In rivolta? E con chi ce l’hanno?


Goccia


Con te!


Ortensia


Con me? Oh, bella! Ma io al popolo non ho fatto proprio niente.


Goccia


Dicono che hai messo troppe tasse, ultimamente.


Ortensia


Io?


Goccia


Tu! Sulle affissioni ai muri del principato c’è la tua firma.


Ortensia        Ma mica le scrivo io, le leggi… Da quando il re mio padre è partito alla conquista dalla Piemoslavia Occidentale, è Laudonia, la reggente del principato, che scrive le leggi, decide le tasse, ordina le investiture nobiliari. Io mi limito a firmare.

Goccia           E non leggi quello che firmi?

Ortensia        Sapessi quanti autografi mi fanno fare, ogni giorno! Chili e chili di cartaccia: dovessi perder tempo a guardarla tutta…

Goccia Dovresti farlo: eviteresti di farti odiare dai tuoi sudditi.(si avvicina al divanetto)Posso? Ortensia Sedete, sedete pure. È interessante, quello che mi state raccontando.

Goccia           (si accomoda) Ma dammi pure del tu. Io mi chiamo Goccia. E come avrai capito, sono unamendicante. (si stringono la mano)

Ortensia        Goccia! Bel nome, per una mendicante.

Goccia           Me lo misero certe monache a cui fui affidata appena nacqui. Dicevano che ero come una goccia: dove colpivo, frantumavo!

Ortensia        Ti affidarono alle monache?

Goccia           Già, sono trovatella.

Ortensia        Neanch’io conosco la mia mamma, sai? Poveretta, quando io ero piccola piccola, cadde vittima di un incantesimo di una strega malvagia, che la trasformò in un pappagallo.

Goccia           E adesso dov’è?

Ortensia        È da tempo volata via dal castello verso i mari del sud. Ogni tanto ci manda una cartolina.

Goccia           Che storia triste…

Ortensia        Già! (cambia discorso) E così un mio scarabocchio ha provocato tanti tumulti.

Goccia           Basta guardarsi in giro. I sudditi non sono affatto contenti.

Ortensia        Non l’avrei mai immaginato. Sai, io da che sono nata, non sono mai uscita dal castello.

Goccia           Non ci posso credere…

Ortensia        Dicono che non sta bene che una principessa si mischi al suo popolo.

Goccia           E non vedi mai, nessuno?

Ortensia        Sì, ogni tanto ricevo ambasciatori, principi, granduchi e nobildonne. Due balle…

Goccia           (scherzando) Non sta bene che una principessina parli così!

Ortensia        Eh, quando ci vuole…

Goccia           Ma noi del volgo, del popolo, della plebe… insomma, noi straccioni… ci hai mai visti?

Ortensia        Sì, vi vedo una volta l’anno, nel mio discorso di capodanno. Sai, essendo festa nazionale, tutto il popolo è invitato nel giardino del castello. Ma a una certa distanza: io alla finestra della mia stanza a leggere le stupidaggini che mi scrivono, loro giù nel prato ad ascoltarmi.

Goccia           Ho capito: se i sudditi vogliono vederti, devono venire qui. Come con gli animali al giardino zoologico.

Ortensia        Senti un po’: com’è il mondo, là fuori?

Goccia           Una giungla! Fai bene tu a startene qua dentro!

Ortensia        Non credere, sai… È bello un giorno, una settimana, un mese. Ma una vita qua dentro non la auguro neppure al peggior tifoso della squadra avversaria.

Goccia           Ma che diamine! Sei la principessa, puoi avere tutto quello vuoi!

Ortensia        Tu puoi avere tutto quello che vuoi! Vuoi il firmamento per tetto quando dormi? Puoi! Vuoi il fossato come vasca da bagno? Vuoi il vento come pettine? Puoi! Vuoi vestirti così? (le tocca il vestito malandato) Puoi!

Goccia           In effetti tiene fresco, specie d’inverno. Senti, ho ancora un po’ di… appetito. (si alza per prendere un’altra mela) Posso?

Ortensia        Prego! Anzi, prendete pure tutto il cesto. Questo no (ne indica un altro), perché contiene solo frutta di cera.


Goccia           Con la fame che ho, digerirei pure quella.

Ortensia        Non ti offendi, vero, se ti offro gli avanzi della mia merenda?

Goccia           Mi offendo se non me li offri!

Ortensia        Stai qui, vado in camera mia a prendertene un po’. (esce)

Goccia           Grazie! (tra sé) Servita da Sua Altezza la Principessa Ortensia! Se lo racconto ai miei amici alla mensa dei poveri, mi prendono per scema.

Tolomeo       (entra, facendo sobbalzare Goccia) Che ci fai qui, sporca mendica? Come ti permetti coi tuoicenci di insozzare il regale divanetto della principessa?

Goccia           Cavoli! Fai parte del comitato di accoglienza? (e fa per scappare)

Tolomeo       (la rincorre) Fermati! Te lo ordina Tolomeo de’ Tolomei, capo delle guardie reali diValleovunque!

Goccia No, aspetta, posso spiegarti tutto. La principessa Ortensia… Tolomeo … tu la principessa Ortensia non la devi neanche nominare! Ortensia (entra con un piatto)Ecco un po’ di fagianella fresca fresca… Tolomeo Non vi avvicinate, Altezza! C’è una mendicante!! Ortensia Vedi? sei famosa anche tu! T’ha riconosciuta subito!

Goccia           E non sono neanche sulle monete.

Tolomeo       Non vi avvicinate, vi scongiuro!

Ortensia        Sei il solito esagerato! Mica c’ha la rogna!

Goccia           Ce l’ho, ce l’ho…

Ortensia (fa buon viso a cattivo gioco)Tolomeo, la qui presente damigella è una mia carissima amica. Tolomeo Scusate, Milady. Sono mortificato!

Ortensia        Dite a Scilla di portarci il nostro vino migliore.

Tolomeo       Subito, altezza! (fa per uscire)

Goccia           (lo blocca) Tolomeo?

Tolomeo       Sì?

Goccia           Un bottiglione di quello buono!

Tolomeo       Faccio rispettosamente osservare alle Vostre Signorie che sono il capo delle guardie reali, non il cantiniere di corte!

Ortensia        (non ha ascoltato perché ridacchiava con Goccia) Dicevate?

Tolomeo       (fa per ripetere, poi cambia tono, rassegnato) Rosso o bianco?

Goccia           Rosso! Montepulciano d’Abruzzo riserva 1214.

Tolomeo       Bene (esce, rassegnato)

Goccia           E le carte da briscola!

(le due ridacchiano mangiando insieme la fagianella)


SECONDO ATTO

Siamo sempre nella stanza principale del maniero. In scena troviamo Ortensia seduta sul divanetto, assorta nella lettura di un enorme libro. Tatiana si sta invece provando alcuni vestiti (senza indossarli ovviamente), con Mappina che le fa da “attaccapanni vivente”.

Tatiana Mica male, questo soprabito… Ortensia, sei sicura che posso provare tutti i vestiti? Ortensia Vai tranquilla, tatuccia!

Tatiana         Ma l’atelier del granduca di Vigogna li ha confezionati apposta per te.

Ortensia        Il granduca è un gentiluomo, capirà.

Tatiana         Hai ragione, e poi io e te abbiamo più o meno la stessa taglia… (posa il tailleur sulla testa di Mappina e si prende un altro abito) E questo?

Ortensia        (immersa nella lettura, non le bada) “Questo” che?

Tatiana         Questo completino da sera, come mi sta?

Ortensia        (senza prestare troppa attenzione) Fa’ vedere… divina!

Tatiana         Non trovi che questo colore mi doni?

Ortensia        (c.s.) Non v’è dubbio.

Tatiana         E che mi slanci?

Ortensia        (c.s.) Non v’è dubbio.

Tatiana         Dimmi tu se quest’abito non mi toglie almeno quattordici anni!

Ortensia        (c.s.) Non v’è dubbio.

Tatiana         Ortensia, tu non mi stai dando retta.

Ortensia        (c.s.) Non v’è dubbio.

Tatiana         Ortensia!

Ortensia        Come? (si “desta”) Oh scusami, tata Tatiana, ma sono talmente assorta nella lettura di questo libro… E poi, scusa, perché non verifichi di persona come ti sta? Fatti portare uno specchio. (e si “rituffa” nel libro)

Tatiana         Buona idea. (suona uno dei campanelli sul tavolo) Uno specchio è ciò che ci vuole.

Scilla             (entra) Vostra Altezza ha suonato?

Tatiana         No, cara, sono stata io. Mi servirebbe uno specchio, per favore.

Scilla             Oh, ma come ti dona, quel colore, ti slancia! È un abito che ti toglie almeno (conta rapidamente sottovoce) uno, due, tre, quattro, cin… quattordici anni.

Tatiana         Meno male che ci sei tu, Scilla, perché in questo maniero, con “certa gente” non si può neanche parlare. Vero Ortensia?

Ortensia        (sempre immersa nel libro, non ha ascoltato) Non v’è dubbio.

Tatiana         (ironicamente sconsolata, a Scilla) Dimmi tu se una povera tata può essere trattata così…

Scilla             Lo specchio arriva subito, Tatiana. (esce)

Tatiana         Mille grazie. Eh, cara Mappina, queste principessine, se non stai attenta, ti mettono i piedi in testa. E pensare che bado a lei fin da quando è nata. Me la ricordo ancora, quella notte: c’era la luna pie… Mappina? (si accorge che Mappina ormai è completamente ricoperta di vestiti, come un attaccapanni: non vediamo neppure la sua faccia) Mappina, ma ci sei ancora qua sotto? (e intanto le toglie almeno i vestiti dalla faccia, che finalmente rispunta) Ah, eccoti! Dunque tidicevo: c’era la luna piena, si udivano in continuazione i lupi ululare. L’ostetrica era mezza ubriaca perché…

Vanni            Lo specchio, tata Tatiana. (È il classico paggetto, porta vistosi boccoli biondi. Reca in mano, appunto, uno specchio, ma essendo vanesio, anziché porgerlo verso Tatiana, si specchia egli stesso)

Tatiana         (che gli dà le spalle) Oh, bene. Vediamo un po’ come mi st… (si volta, vede che Vanni si sta specchiando) Vanni! Tu sei lo specchio, non lo specchiato.


Vanni


La prego di scusarmi. (e gira finalmente lo specchio verso di lei)


Tatiana


(aggiustandosi il vestito) Sì, proprio carino… però forse mi toglie solo undici anni, dodici almassimo. (posa il capo di vestiario che stava provando e ne prende un altro da Mappina: è un abito da donna praticamente identico alla maglietta della Sampdoria: blu con la classiche righe orizzontali bianco-rosso-nere al centro) Ortensia dammi retta un attimo per favore.


Ortensia


Va bene, tata, ma solo un attimo, altrimenti mi perdo il finale.


Tatiana


Guarda che mica è un film! Piuttosto, che ne dici questo? Non male, vero? (e si volta verso Ortensia)


Vanni


(gira nuovamente lo specchio verso di sé)


Ortensia


Sì, non male… ma quando lo usi?


Tatiana


Mah, pensavo di usarlo soprattutto la domenica… Ricordo di averne visto uno simile, tempo fa, indosso alla contessa Doria. (si volta) Vanni!


Vanni


Oh, chiedo scusa. Ho visto che si era girata…


Tatiana


…e così ne hai pensato di approfittarne. Mi fa venire il dubbio che Vanni non sia il diminutivo di Giovanni, ma di “vanni…toso”!


Mappina


(ridacchia, muovendosi tutta. E con lei i vestiti che ha posati su di sé. Poggia il vestito “sampdoriano”)


Tatiana


Non essere così sguaiata nel ridere, cara, altrimenti rischi di far cadere tutto l’atelier!


Vanni


(girando nuovamente lo specchio verso di sé) E poi gli attaccapanni non ridono.


Tatiana


Ah,  ma  sei  incorreggibile!  Adesso  voglio  proprio  vedere  se  fai  così  anche


con


la


principessa. Ortensia, tesoro, metti un attimo in pausa il libro e vieni qui, per favore.


Ortensia


(controvoglia) Eccomi, che c’è?


Tatiana


Ti devo far vedere un tailleur. (lo prende da Mappina e glielo porge) Questo proprio non posso indossarlo io: sembra pennellato apposta su di te.


Ortensia


(provandolo, senza indossarlo) Uhm… non sono troppo convinta. Mi pare che mi ingrassi unpo’. (e lo poggia in testa a Mappina)


Tatiana


Ricorda sempre ciò che ti sto per dire: non è l’abito che ti ingrassa, ma il pollo coi peperoni che mangi prima di indossarlo.


Ortensia


Sei sempre la mia saggia tata. (e la bacia in fronte)


Tatiana


Va bene così, Vanni. Va pure. E domani vieni al lavoro già specchiato, per favore!


Vanni


(esce, naturalmente specchiandosi e canticchiando “Quelli belli come noi, che sono tanti…”)


Tatiana


Anche tu, Mappina, vai pure e grazie tante.


Mappina


(non vedendo nulla perché completamente ricoperta di vestiti, esce a tentoni)


Tatiana


(le dà indicazioni su dove muoversi) Sinistra… sinistra… avanti… avanti… bene così… vai,vai…


Mappina


(a fatica esce, quando è fuori scena si sente un tonfo) Ahia!


Tatiana


È arrivata.


Ortensia


Intanto io vado a prendere un altro libro.


Tatiana


Un altro? Davvero non capisco da dove derivi tutta questa smania di leggere. Non che mi dispiaccia, tutt’altro.


Ortensia


Anche Miss Virginia ha notato i miei progressi. Dice che a leggere le vocali sono diventata un fenomeno.


Tatiana


Però è strano, fino a qualche settimana fa non sapevi neanche dov’era la biblioteca, in questo castello… Adesso sei diventata una perfetta “letturina”.


Ortensia


Si vede che mi è venuta voglia di scoprire cose nuove.


Tatiana


Scommetto che questa voglia ti è venuta quando conosci quella mendica… come si chiama?


Ortensia


Goccia. Per favore non dirmi anche tu che una nobildonna non deve frequentare le straccione, perché ieri Laudonia mi ha fatto un pistolotto che non finiva più.


Tatiana


Tranquilla, non sono Laudonia e di questo ringrazio ogni mattina il Padreterno. Lascia perdere quella, è solo invidiosa che tu abbia un’amica e lei no.


Ortensia


Sapevo che mi avresti capito. È la prima volta che ho un’amica vera! E una ragazza come me.


Tatiana


Beh, proprio come te…


Ortensia


(s’impunta) Come me, come me! Anzi con qualcosina in più. Sai, parlando con Goccia sonoarrivata a delle conclusioni sulla vita che faccio: prigioniera del lusso e dello sfarzo, incatenata dalla noia, sovrana di un popolo che mi odia senza nemmeno che io sappia che mi odia.


Tatiana


Ognuno ha la vita che il destino assegna.


Ortensia


Sì, ma non c’è scritto da nessuna parte che non si possa cambiarla.


Tatiana


Tu sei nata nobile e nobile morirai. (corregge la gaffe) … il più tardi possibile, ben inteso.


Ortensia


La nobiltà non è un fatto di blasone. È un fatto di cuore. Mica si dice “nobiltà d’animo“?


Tatiana


Sì, si dice.


Ortensia


Ecco, anche se un giorno diventassi stracciona, sarei sempre principessa dentro.


Tatiana


Sagge parole.


Ortensia


Che ore sono?


Tatiana


(controlla l’orologio a cipolla che ha nel taschino) Le tre e un quarto.


Ortensia


Ho ancora qualche minuto. Goccia sarà qui alle tre e mezza in punto.


Tatiana


Sicura che venga?


Ortensia


Sicurissima. Ma scusa, dove lo trova un altro posto dove possa prendere qualcosa da mangiare senza che nessuno poi le corra dietro gridandole “ladra! ladra!”? Mi accompagni in biblioteca?


Tatiana


Con piacere.


Ortensia


Ho adocchiato un libro sullo scaffale, “Il signore degli anelli”. Sai per caso com’è ?


Tatiana


Mah, sarà un catalogo di oreficeria… (escono)


Laudonia


(entra dalla parte opposta a quella dove sono uscite Ortensia e Tatiana. Ha origliato tutto) Accidenti! Ancora quella lurida mendica nel mio cas… ehm, nel castello del re! Siamo al colmo della pazienza: è più di un mese che me la ritrovo tra i piedi tutti i giorni, sabati e domeniche compresi. Anche perché quella piccola cenciosa mette in testa strane idee alla principessina. Ma da quando in qua si sono viste principesse con idee? Che nome del cavolo, poi… “Goccia”! Ma vuoi mettere con “Laudonia”: tutt’altra atmosfera, tutt’altra maestosità, tutt’altra classe, tut…


Tolomeo


(entra senza avvisare, alle spalle di Laudonia) Tutto sotto controllo, Eccellenza!


Laudonia


Ah! (presa alla sprovvista, come al solito si spaventa) Tolomeo, perché non vi fate annunciare come tutti gli altri?


Tolomeo


Sono un uomo d’azione, io. Da vecchio soldato…


Laudonia


Lasciamo perdere. Dicevate: tutto sotto controllo, allora? Il tumulti sono rientrati? I rivoltosi sono stati sedati?


Tolomeo


No, no, altro che “sedati”: erano in piedi, quelli! E correvano pure forte.


Laudonia


Li avete fatti scappare a gambe levate, eh? Bravi!


Tolomeo


Beh, veramente erano loro che correvano dietro a noi…


Laudonia


Branco di imbecilli! A proposito, chiamate i vostri uomini, che c’è un’altra questione della massima urgenza?


Tolomeo


Altri tumulti? Altre masse inferocite da cui farsi rincorrere?


Laudonia     No, no… Stavolta si tratta di una persona sola. Ma che può essere molto pericolosa.

Tolomeo       Una sola? Allora basterà una sola guardia?

Laudonia     Meglio tutte e tre!

Tolomeo       Come desidera l’Eccellenza vostra! (emette il solito suono della sirena)

Entrano le tre guardie. Chicco e Cucco sono esausti e claudicanti, con le vesti sbrindellate. Cocco invece entra tranquillo, vestito in maniera impeccabile solo con la faccia un po’ assonnata.


Laudonia


(li scruta con disprezzo) E voi sareste le guardie di Sua Maestà?


Chicco


Per servirvi, eccellenza!


Laudonia


Sembrate piuttosto dei naufraghi!


Tolomeo


Cucco!


Cucco


Agli ordini!


Tolomeo


Chicco!


Chicco


Oh, buon Cielo!


Tolomeo


Siete la vergogna della nostra milizia! Prendete esempio da Cocco: anche lui era in missione con voi in mezzo alla rivolta, eppure guardate com’è in ordine, senza neanche un graffio, perfetto insomma!


Chicco


Oh, buon Cielo, sfido io che è perfetto! Mentre noi eravamo inseguiti dalla folla, lui se ne stava al centro della piazza principale…


Laudonia


…a combattere!


Cucco


No! A dormire! La prima panchina che ha trovato si è disteso e s’è addormentato come un cherubino. E dire che ce n’era, di baccano: quattrocento persone che gridavano e strepitavano. E lui: zzzzz! Dovrebbero usarlo per la pubblicità dei sonniferi. Io, per esempio, non riesco a prendere sonno prima delle due… due e mezza di notte. Hai voglia a spegnere la luce, contare le pecore, a mettere la testa…


Laudonia


(lo interrompe) Cucco?


Cucco


Sì, Eccellenza?


Laudonia


Chi se ne frega, dei tuoi problemi di insonnia!


Tolomeo, Chicco e Cocco applaudono e la accerchiano per congratularsi. Dopo qualche secondo di convenevoli:

Laudonia     Disciplina, ragazzi, disciplina!

Tutti tornano al loro posto, sull’attenti. Anche Tolomeo sta in riga coi suoi, come fosse una semplice guardia, adascoltare le istruzioni di Laudonia.

Laudonia Ascoltatemi bene: alle tre e mezza in punto da quella soglia…(la indica) Le guardie e Tolomeo si voltano a guardare il punto indicato.

Laudonia     (batte nervosamente le mani a per richiamare l’attenzione su di lei) Beh?! Guardate me, no?Dicevo: da quella soglia… (e indica di nuovo)

Le guardie e Tolomeo si voltano di nuovo a guardare il punto indicato.

Laudonia     (sempre battendo nervosamente le mani) In-som-ma! (sbuffa) Da “dove sapete” entrerà, unagiovane mendicante: sporca, brutta, cenciosa, puzzolente, sordida, sudicia, lercia.

Chicco           Oh, buon Cielo! Parlate come un dizionario dei sinonimi!

Laudonia     Silenzio! Voi, mie guardie fidate… ehm, volevo dire… guardie fidate del re, dovrete impedire che quella mendicante…

Cocco             … sporca, lurida, sudicia, zozza, ecc…

Laudonia     Esattamente! Dovrete fare in modo che non s’incontri con la principessa!

Chicco           Oh, buon Cielo! Come facciamo?

Laudonia     Oh, buon Cielo! Arrestatela prima che Ortensia la veda!


Chicco


Oh, buon Cielo! E con quale accusa?


Laudonia


Per arrestare una stracciona, ogni motivo è buono.


Cocco


Ma, Eccellenza, a mio avviso…


Laudonia


Niente “ma”. Arrestatela! È un ordine! (ed esce, rapidamente)


Tolomeo


Ogni suo ordine è un desiderio, Eccellenza. (poi, rivolto alle sue guardie) Quella cenciosa va arrestata. Posizionatevi di guardia sulla sogliola… ehm, volevo dire sulla soglia. Avete capito, ragazzi?


Cocco


(caccia uno sbadiglio tremendo)


Tolomeo


(imbufalito) Cocco, ripeti.


Cocco


Ripeto?


Tolomeo


Ripeti.


Cocco


(ripete lo sbadiglio)


Tolomeo


Cocco, io ti detesto, sappilo. Ma ti voglio venire incontro. (ad alta voce) Scilla! Scilla!


Scilla


(entra e si mette sugli attenti) Agli ordini, Tolomeo!


Tolomeo


Portate immediatamente… (e bisbiglia qualcosa all’orecchio di Scilla)


Scilla


Agli ordini, Tolomeo! (ed esce a passo di carica)


Tolomeo


Questa è una missione di tutto riposo. Vi piazzate ad attenderla pazienti come avvoltoi e mimetizzati come camaleonti. E quando arriva, voi, furbi come faine, l’agguanterete come falchi predatori. E dopo averla arrestata, la sbatterete immediatamente…


Cocco


..allo zoo.


Tolomeo


..allo zoo. (realizza) Macché zoo! La sbatterete in prigione, si capisce.


Scilla


(entra con un vassoio, sul quale sono posati una caffettiera enorme ed una tazzina altrettanto grossa) Tolomeo, per chi è?


Tolomeo


(indicando Cocco) Porta pure lì, al nostro sonnambulo.


Scilla


Ecco, Cocco: tutto per te.


Cocco


No, grazie, il caffè mi rende nervoso…


Tolomeo


Ma magari, figlio mio!


Scilla


Senza complimenti...


Cocco


Sei molto gentile, Scilla. Come se avessi accettato.


Tolomeo


Bevi! È un ordine!


Cocco


(a malincuore versa il caffè nella grossa tazzina, riempiendola. E comincia a bere) Ma devo berlotutto?


Tolomeo


Tutto!


Cocco


Uffy…


Chicco


(come avesse a che fare con un bambino) Su, non fare capricci, bevilo tutto.


Cucco


(c.s.) Tutto, tutto, tutto, tutto…


Cocco


(ricomincia a bere, poi soddisfatto) Finito!


Chicco e Cucco, sempre trattandolo in modo infantile, lo applaudono e, gli fanno ganascini.

Scilla             Beh, Cocco, se ne desideri ancora, non hai che da chiamarmi. Con permesso (sorride a Cocco, facendo la riverenza ed esce)

Chicco           Oh, buon Cielo! Il nostro Cocco ha fatto colpo.

Cucco            Hai capito, il bell’addormentato nel bosco…

Si ode il rintoccare delle tre e mezza.


Tolomeo


L’orologio del castello!


Cucco


Marcondirondirondello!


Tolomeo


È l’ora X!


Chicco


Oh, buon Cielo, pensavo fossero le tre e mezza.


Tolomeo


Posizionatevi vicino alla soglia.


Chicco


E voi non partecipate, capo? Non volete lasciarci da soli in balia di quella ragazzina?


Tolomeo


Ma hai paura proprio di tutto, tu! E poi non posso essere dei vostri perché io sono di guardia allo stadio del Principato.


Cucco


Ah, già, oggi c’è Valleovunque–Atalanta! Per me, oggi gliene spariamo giù quattro! Anche perché loro hanno mezza difesa squalificata e i nostri attaccanti in gran forma. Me lo sento, questo è l’anno buono. Se l’arbitro ci assiste…


Tolomeo


(lo blocca) Cucco! Dove credi di essere, alla “Domenica Sportiva”, eh?


Cucco


Scusate, capo!


Tolomeo


(ha fretta) E poi io vado a fare il servizio d’ordine, mica vado in curva. Buon lavoro, ragazzi! (esce, canticchiando) “Alè-oh-oh! Alè-oh-oh!”


Cucco


Ragazzi, disponiamoci.


Cocco


Io mi nascondo sdraiato sul divanetto


Cucco


Meglio di no, sul divanetto ci vado io: starai nascosto sotto il tavolino della frutta. E tu, Chicco, stai di guardia alla porta.


Chicco


Proprio la posizione più pericolosa, buon Cielo!


Cucco


Ma smettila, coniglio! Andare in avanscoperta è un grande onore per ogni soldato!


Chicco


Se lo dici tu…


I tre prendono posizione. Si odono dei passi, fuori scena.

Chicco           Oh, buon Cielo! Sento dei passi…

Cocco             (sdraiato beatamente sotto il tavolino) Io non sento niente.

Chicco           Tu non fai testo! Quando sei sdraiato non senti neanche le cannonate. (e così dicendo dà le spalle all’entrata)

Araldo           (giunge alle spalle di Chicco) Araldo, messaggero del castello!

Chicco           (sobbalza di terrore) Ah! Buon Cielo, Araldo, ma sei tu!

Araldo           E chi sennò? Araldo…

Araldo, Chicco, Cocco e Cucco (in coro)… messaggero del castello…

Araldo           vi informa, se la cosa v’interessa,

che l’amica della nostra principessa

èqui e già ha suonato il campanello!

CuccoFatela entrare, ordine di Tolomeo!

Araldo           Obbedisco, ed in men che non si dica

conduco in questa stanza la mendica!

Cucco            Bene Araldo!

Araldo           Araldo, messaggero del castel…

Chicco           E muoviti! (lo caccia fuori)

Cucco            Ragazzi, alla porta! Avviciniamoci pian piano…

Le tre guardie si avvicinano lentissimamente e con molta circospezione all’entrata, facendosi segno l’un l’altro di non fare alcun rumore. La scena si svolge come se i tre fossero immagini di un film che si muovono al rallentatore.

Tatiana         entra, dalla parte opposta della scena) Ragazzi, ho fatto la crostata di mirtilli!


All’udire questa frase, Chicco, Cocco e Cucco abbandonano immediatamente la guardia e senza alcun tentennamento seguono Tatiana. Tutti dunque escono dalla parte opposta. La scena rimane vuota per un paio di secondi. Quindi entra


Goccia


entra con circospezione. Sottovoce) Ortensia… Ortensia…


Ortensia


Goccia, amica mia! Tu non puoi immaginare quanto sia felice di vederti. (le corre incontro:

porta un piatto con una fetta di crostata)


Goccia


(prendendosi la fetta di crostata, che comincia a mangiare avidamente) A chi lo dici…


Ortensia


Senza di te non so che fare.


Goccia


Senza di te non so che mangiare!


Ortensia


Goccia, ho una cosa importante da dirti…


Goccia


(la interrompe) Mmmh, la crostata di mirtilli di tata Tatiana non si batte!


Ortensia


(cerca di avviare il discorso) Ti dicevo, c’è una cosa che devo assolut…


Goccia


(c.s.) Si sente che ci mette il latte fresco, così rimane più morbido.


Ortensia


(c.s.) D’accordo, ma la cosa che volevo…


Goccia


(c.s.) Il liquore nella confettura! Mica tutti ce lo mettono, lo sai?


Ortensia


(c.s.) No, non lo so… ma l’idea di cui ti dicevo…


Goccia


E fammi mangiare in pace!


Ortensia


D’accordo, tu mangi e io ti espongo.


Goccia


(a bocca piena, accomodandosi sul divanetto) Esponi, esponi…


Ortensia


Ecco, non so da dove cominciare… è che da quando ti ho incontrato, ho capito tante cose della mia vita da principessa che, di solito, chi è principessa non può capire! Anche perché ho capito che c’era chi non voleva farmele capire. Mi capisci?


Goccia


Guarda, non ci crederai mai: sì!


Ortensia


Vedi, Goccia, noi due ci conosciamo solo da qualche settimana, ma ogni volta che ti allontani dal portale del castello sale in me un’immensa nostalgia e non vedo l’ora che tu ritorni a trovarmi.


Goccia


(ironica) Non dire così che mi commuovi…


Ortensia


Non solo, devo confessarti che ti invidio, quando esci di qui e ti trovi immersa in un mondo che io posso solo sbirciare dalla finestra della mia stanza.


Goccia


Pensa invece che, quand’ero piccola, andavo a giocare nel bosco che c’è qui fuori, proprio per sbirciare io, nella finestra della tua camera. E ti invidiavo.


Ortensia


E adesso? Mi invidi ancora?


Goccia


Un po’ meno.


Laudonia


(entra, ha un faldone in mano contenente pergamene) Altezza, è il momento di firmare!


Ortensia


Vengo subito.


Goccia


(non appena vede Laudonia, scende dal divanetto e fa una riverenza)


Laudonia


(si accorge, esterrefatta, della presenza di Goccia) Ah, voi siete qui?


Goccia


Così pare, Eccellenza.


Laudonia


(tra sé, sottovoce) Stupide guardie…


Goccia


Come dite?


Laudonia


Nulla, nulla… Ora Sua Altezza la principessa deve porre la sua regale firma su qualche atto pubblico: leggi, bandi… (calcando la parola verso Goccia) condanne! Pertanto, signorina, potete pure andare.


Ortensia


No, Goccia, resta. Fammi compagnia mentre firmo.


Laudonia     Faccio rispettosamente osservare a Sua Altezza che la firma di atti pubblici è un atto della massima serietà, non è un gioco da fare con la prima estranea che passa.

Ortensia        La mia amica più cara non è “la prima estranea che passa”.

Laudonia     Ma c’è un protocollo da rispettare.

Ortensia        I desideri della principessa saranno ben più importanti di un protocollo!

Laudonia     (masticando amaro) Come desiderate, Altezza. Faccio subito sgomberare il tavolo. (agita la campanella e la posa sul tavolo, il tutto con estrema rabbia)

Ortensia        Brava, Laudonia: così mi piaci!

Scilla             (entra) Eccomi.

Laudonia     Sgomberate quel tavolo.

Scilla             Bene, Eccellenza. (toglie la cesta di frutta da uno del tavolini presenti e fa per uscire.

Goccia           la blocca e le ruba un frutto dalla cesta, che poi si mette in tasca.

Scilla             la guarda po’ basita, quindi esce)

Laudonia     Prego, Altezza.

Ortensia si siede al tavolo, dove troviamo anche penna e calamaio. Goccia le si piazza alle spalle, in piedi.


Ortensia


(aprendo il faldone) Leggiamo un po’… (comincia a leggere da una pergamena)


Laudonia


Intanto firmate, poi leggerete.


Ortensia


Senti un po’ questa, Goccia! (legge) “Da oggi, per ordine di Sua Maestà, chiunque vorrà accendere un focolare in casa dovrà versare un corrispettivo all’erario”. (a Laudonia) Questa è proprio assurda!


Laudonia


Ma è il focatico, Altezza. Tutti i regni vicini a Valleovunque lo applicano.


Ortensia


Ciò non toglie che sia una stupidaggine, mettere un’imposta sul fuoco acceso in casa.


Goccia


Vero! Allora se ti scoppia un incendio in casa, quanto devi pagare di tasse?!


Laudonia


Beh, finiti i commenti?! Firmate, Altezza.


Ortensia


No.


Laudonia


(stupefatta) Prego?!


Ortensia


Ho detto no! Questa gabella sul focolare non la firmo. Piuttosto do fuoco a questo foglio.


Goccia


(prende in mano la pergamena con la legge ed avvicina il foglio ad un candelabro acceso) Sei sicura,Ortensia?


Ortensia


Sicura.


Goccia


L’accendiamo?


Laudonia


(va di gran carriera a riprendere il foglio) Oh, date qua! Proseguite nel vostro dovere, Altezza,che è meglio.


Ortensia


(prende una pergamena) Stipendi della servitù (e firma; ne prende un’altra) Stipendi delleguardie! (e firma; ne prende un’altra) Toh, c’è anche il vostro, Laudonia! Vedo che ce lo siamo aumentato anche questo mese… Vabbè, firmiamolo… Sono troppo buona! (e firma; ne prende un’altra) Ah, ma qui c’è una sentenza… (legge) “Il tribunale di Valleovunque,eccetera, eccetera…” (si blocca di colpo) Cosa?!


Goccia


Che c’è?


Ortensia


C’è scritto che un povero accattone…


Goccia


(interrompe) Ah, un collega!


Ortensia


... esatto, un tuo collega è stato condannato a novantasette frustate per aver fatto la questua davanti al palazzo dell’arciconte Porfirio (legge) “rifiutandosi di versare una percentuale all’arciconte per l’utilizzo della zona”


Goccia


La solita storia…


Laudonia


Beh, che c’è di strano?! La legge lo prevede.


Ortensia


Bene! Lasciate libero quel poveraccio e dite ai dieci saggi di corte di preparare un emendamento per abrogare questa sciocca legge.


Laudonia


Senz’altro, Altezza! (poi, tra sé) Devo imparare a starmene un po’ zitta, diamine! (chiude il faldone e se lo mette sottobraccio) Bene, direi che per oggi ne ho abbastanza… di firme, dico.


Ortensia


Dunque anche questa dura giornata di lavoro volge al termine. Goccia, accompagnami per cortesia nella mia stanza: ti devo mostrare una cosa.


Goccia


È qualcosa di commestibile?


Ortensia


Non proprio.


Goccia


E va bene, verrò lo stesso.


Ortensia


Con permesso, Laudonia (fa la riverenza ed esce)


Laudonia


Prego, care.


Goccia


Ossequi, Eccellenza. (idem)


Laudonia


(nitrito di rabbia, poi a squarciagola) Tolomeoooooo! (visto che non si fa vivo) Dove si saràcacciato quell’incapace??


Nel frattempo passano per la stanza Chicco e Cucco, chiacchierando beatamente, entrambi con una fetta di crostata.

Chicco           Buon Cielo, se è buona questa crostata! Ne mangerei altre cento fette.

Cucco            A chi lo dici! E poi si sente che fa lievitare prima la pastafrolla, poi ci aggiunge la confettura fresca, quindi lascia ripos…

Laudonia     (urlando) Guardieee!

Presi alla sprovvista, Chicco e Cucco prendono a fatica posizione davanti a Laudonia. Nel marasma più totale, continuano senza motivo a scambiarsi i piatti con le fette di crostata.

Laudonia     Guardie dei miei stivali! Non vi avevo forse detto di bloccare quella cenciosa?

Cucco            Chi? La lurida, schifosa, puzzolente, eccetera?

Laudonia     Esattamente.

Cucco            Ebbene?

Laudonia     Ora è nella cameretta della principessa a chiacchierare amabilmente con lei.

Chicco           (cade dalle nuvole) Ma va?!

Laudonia     Già.

Chicco           Oh, buon Cielo!

Laudonia     Dov’è quell’inetto del vostro capo?

Chicco           Allo stadio. Per servizio, s’intende.

Laudonia     Sì, servizio… lasciamo perdere! E quel rammollito del vostro socio?

Chicco           Oh, buon Cielo! Era con noi fino a un minuto fa.

Cucco            Aveva detto che andava a prendere il caffè.

Tatiana         (entra di corsa, allarmata) Laudonia, Laudonia!! La tua collana di perle nere è sparita dalforziere di corte!

Laudonia     No, ma che mi dici mai?! La mia amata collana, prezioso dono del marchese di Valenza, sparita! Presto, guardie, andiamo a vedere!!!

Cucco            Subito, Eccellenza!

Laudonia, Tatiana, Chicco e Cucco escono di corsa.

Ortensia        (entra di soppiatto, controlla che nessuno sia nei paraggi. È vestita in modo molto semplice, quasi poveristico) Via libera, presto!


Goccia           (entra) Io non ti capisco proprio.

Ortensia        Come mi sta la collana di perle nere?

Goccia           Divinamente! Ma faresti bene a nasconderla altrimenti, appena metti il muso fuori, rischi di trovartene al collo due!

Ortensia        Saggio consiglio!

Goccia           Ortensia, sei sicura di quello che stai facendo?

Ortensia        No! È questo il bello…

Goccia           Ma chi te lo fa fare?

Ortensia        Tu! E tutte le persone che incontrerò uscendo di qui. La fuori c’è un mondo meraviglioso che aspetta solo me.

Goccia           Ma sarà durissima!

Ortensia        Non m’importa!

Goccia           Dovremo ogni notte trovare un posto dove dormire!

Ortensia        Non m’importa!

Goccia           Dovrai rinunciare al tuo lusso, alle tue sicurezze!

Ortensia        Non m’importa!

Goccia           Non avrai più una manicure che ti pitti le unghie!

Ortensia        Eh, beh, quello un po’ mi rode…(poi si convince) No, sono decisissima! Pronta ad una nuova vita.

Goccia           Te lo dico per amicizia. ripensaci, sei ancora in tempo!

Ortensia        Senti Goccia, sono stufa di vivere la vita che mi vogliono far vivere gli altri. Voglio una vita tutta per me.

Goccia Vedo che sei davvero convinta! Ma scusa, non ti porti neanche un fagottino con i cambi? Ortensia Certamente! Scilla? Mappina?(le chiama battendo le mani)

Goccia           Meno male che dovevi cambiar vita…

Ortensia        E fammi fare la nobildonna per l’ultima volta, almeno.

Scilla   (entra, ha in mano un fagottino) Principessa, mi sono permessa di prepararvi un po’ di viveriper i primi giorni. Qui dentro c’è pane, frutta e qualche pezzo di carne arrosto.

Ortensia        Hai avuto una gentilezza che apprezziamo molto, Scilla.

Goccia           Eccome! (e prende il fagottino con un rapido scatto)

Ortensia        Ma dov’è Mappina? (ad alta voce) Mappina?

Scilla             (c.s.) Mappina?

Mappina       (da fuori) Non ce la faccio, è troppo pesante!

Scilla             Con permesso. (esce)

Goccia           Ma quanta roba ti porti dietro?

Ortensia        Tanta, tanta! Anche perché qualcosina ho intenzione di regalarla a chi ne ha bisogno più di me. Sai, giusto la roba che quest’anno non va di moda.

Goccia           Beh, si dà il caso che io sia una che ne ha bisogno più di te!

Scilla             (rientra, ha in mano una caffettiera) In effetti, Altezza, i bagagli da voi preparati erano un po’pesantucci per Mappina. Ora arrivano.

Goccia           E quella caffettiera?

Scilla             Arma segreta. Uh, eccolo!


Cocco


(entra; ha gli occhi sbarrati di chi ha ingurgitato una quantità enorme di caffè. È straordinariamente sveglio e dinamico. Tiene in una mano la solita tazzona di caffè e nell’altra una valigia in pelle, che consegna ad Ortensia) Ecco la valigia, Vostra Grazia! (dopodiché rimane con gli occhi sbarrati a bere il caffè, tutti lo osservano incuriositi)


Ortensia


(a Scilla) Ma sai che non sono abituata a vederlo sveglio? Mi fa quasi impressione…


Tatiana


(entra) Ortensia!


Ortensia


Ohilà, Tatiana! Grazie davvero, sei stata stupenda!


Tatiana


Lo so: piano perfettamente riuscito. Laudonia è andata al distretto a denunciare l’accaduto, accompagnata dalle altre guardie e da miss Virginia. A proposito, la collana?


Ortensia


È al sicuro.


Tatiana


Allora sei proprio decisa?


Ortensia


Decisissima. Questo castello comincia ad andarmi stretto.


Tatiana


In effetti ti sei un po’ ingrassata, ultimamente.


Ortensia


Tatiana…!


Tatiana


Scherzo per nascondere la commozione. La mia bambina se ne va da casa, non ci posso credere! Certo però che, anche vestita così, sei e sarai sempre la mia principessa.


Ortensia


Tatuccia, ti voglio bene! (e si abbracciano)


Tatiana


(piagnucolando) Beh, vado in camera mia, prima che mi metta a piangere. Ciao! (esce)


Goccia


Ora non ci resta che andarcene.


Ortensia


E in gran segreto!


Evelina


(entra all’improvviso. Porta una camicia bianca con lettere dell’alfabeto cubitali stampate a fantasia e fuseaux neri, ha i capelli arruffati e porta gli occhiali. Ha in mano una penna d’oca e una pergamena per gli appunti. È la tipica cronista d’assalto) Principessa, principessa! Sono Evelina Vespa,della Gazzetta di Valleovunque. Diteci, diteci… è vero che siete intenzionata a lasciare il castello?


Ortensia


Guardate, al momento non posso rilasciare dichiarazioni.


Goccia


“Gran segreto”, eh?


Evelina


Allora confermate la notizia?


Ortensia


Ve l’ho detto: niente dichiarazioni.


Evelina


Cos’è quella valigia?


Ortensia


Ma che domande fate? Allora io vi chiedo: “cos’è quella penna?” …


Evelina


Sappiamo che negli ultimi tempi i rapporti tra lei e Laudonia sono peggiorati.


Ortensia


Mi trincero dietro un rigoroso “no comment”.


Evelina


Cosa potete dirci di questo look molto più “casual”!?


Ortensia


Ma voi gazzettieri non sapete proprio più cosa scrivere, eh?


Evelina


Volete lanciare una nuova moda?


Goccia


Ma basta, uffa…


Evelina


(a Goccia) Voi siete l’amica mendicante di cui tutti i giornali parlano?


Goccia


(le si piazza davanti) Sì, sono io, sono io! Mi chiamo Goccia, ho sedici anni e facciomendicante a tempo pieno. Chi volesse farmi la carità, può mandarmi un assegno. scriva nell’articolo, eh?


la Lo


Ortensia


Goccia, mai dare confidenza ai giornalisti. Cocco, portala via.


Cocco


(passa la caffettiera a Scilla) Reggi un po’… (poi, con una grinta inusitata per lui) Andiamo, giornalistada strapazzo! Se la principessa non vuole essere disturbata, tu la devi lasciar stare! Quindi o vai fuori con le tue gambe o ti caccio fuori io a forza di calci nel sedere, mi sono spiegato?!


Scilla


(guardando la caffettiera) Mi sa che gliel’ho fatto troppo carico…


Evelina


Un momento, un momento! Ancora una domanda… (mentre


Cocco


la trascina fuori con sé) Fuori!


Ortensia


Siamo in silenzio stampa! (estrae una busta di tasca) Scilla, questa è per Laudonia. La affido a te.


Scilla


Gliela consegno io. Non dubitate, Altezza.


Ortensia


Scilla, per una volta, dammi del tu.


Scilla


Va bene. Allora, ciao Ortensia.


Ortensia


Ciao Scilla. (si abbracciano) Magari qualche volta torno a trovarti.


Goccia


Senza magari… anzi, prepara già un altro fagottino.


Ortensia


Ma Goccia…!


Goccia


Altrimenti a che servono gli amici, scusa?


Scilla


Torno a lavorare! Ciao Ortensia! Ciao Goccia! (esce)


Goccia


Ciao!


Ortensia


E grazie di tutto!


Goccia


Bene, è il momento di andare. Sei pronta?


Ortensia


Prontissima!


Goccia


Bene, parte l’avventura (fanno per andarsene)


Ortensia


(si ferma poco distante dalla soglia) Goccia?


Goccia


Che c’è?


Ortensia


E se non ti avessi incontrato?


Goccia


Avresti incontrato altre gocce.


Ortensia


Non scherzare, dai!


Goccia


Non scherzo! Le gocce sono tante, ma l’oceano è uno solo. E tutti ne facciamo parte.


Ortensia


Andiamo a tuffarci, va’… (escono)


La scena rimane vuota per qualche secondo. Dopodiché entrano Laudonia e miss Virginia, precedute da Chicco e Cucco. Le due guardie si mettono ai lati esterni della scena.

Laudonia     Che tragedia, non rivedrò mai più la mia collana…

Virginia        Tutta questa storia mi richiama alla mente “I tre moschettieri”, dove viene rubata la collana di Anna d’Austria.

Cucco Anch’io l’ho letto! Si tratta davvero di un’eccellente romanzo, dove la vicen… Laudonia (lo interrompe con un’occhiataccia)Cucco!

Cucco            (capisce l’antifona) Ho finito, grazie.

Scilla (entra)Per voi, Eccellenza.(consegna la lettera di Ortensia a Laudonia ed esce) Laudonia (legge)“A Sua Eccellenza Illustrissima Laudonia, Reggente di Valleovunque” Virginia Chi mai sarà il mittente?

Laudonia     (apre la busta ed estrae la lettera) Vediamo, sono curiosa.

Mentre Laudonia e miss Virginia leggono la lettera commentandola con le espressioni del viso, ascoltiamo il testo dalla voce di

Ortensia        fuori campo) “Cara Laudonia, lo so, non ho mai dato del tu in vita mia. Ma questo è ilmomento giusto, perché devo parlarti in confidenza. Lascio la corona! La principessa se ne va, o scappa, se preferisci, perché ha capito che può esistere una vita diversa da quella che ha vissuto fino ad ora. Non so se vado incontro ad un’esistenza migliore o peggiore, so solo che quella che ho vissuto fino ad ora non mi apparteneva, perché non era vera vita. La nobiltà d’animo e di casta me l’hanno trasmessa mio padre e mia madre, non certo gli ori, il lusso e lo sfarzo. Io rimango principessa dentro, anche se vado a fare la popolana.


E il governo del regno?, dirai tu. C’ho pensato a lungo. Ebbene, tieniti forte. Abdico in favore tuo! Ma ci pensi? Diventi principessa! Non te l’aspettavi, a quell’età, eh? Sì, lo so, non sei della mia famiglia, ma d’altronde Caligola fece senatore il suo cavallo.

Scherzi a parte, so che sotto sotto, dentro te, non sei così perfida come ti disegnano e hai tante doti nascoste. Ma nascoste bene!

Ah, la tua collana di perle ce l’ho io: visto era il gioiello più prezioso che c’era a corte, la venderò al miglior offerente per ricavarci un po’ di soldi per i poveri di Valleovunque. Il marchese di Valenza è un gentiluomo, capirà.

Mi raccomando: ti affido il mio popolo, fai la brava. Anche perché da oggi nel popolo ci sto pure io. Un abbraccio forte nonostante tutto, Ortensia”

Virginia        Certo che questa ragazza mi dà soddisfazioni, neanche un errore di ortografia. Promossa!

Laudonia     Ma miss Virginia, con tutto il rispetto delle vostre sette lauree cosa volete che me ne freghi dell’ortografia?! (come impazzita, abbraccia tutti) Principessa! Principessa! Sono principessa! (torna in sé) Che cara ragazza, quella Ortensia.

Virginia        Che dire?! Felicitazioni!

Laudonia     Grazie, cara! Sapete, è la prima volta che qualcuno ha un gesto d’affetto nei miei confronti.

Forse il mio cuore è diventato così arido perché io stessa ero disabituata al calore umano.

Ma da ora sarà tutto diverso: farò vedere a tutti com’è la vera Laudonia.

Virginia        Già mi pare di vedere nei vostri occhi una luce nuova.

Laudonia     È così… (rimane assorta nei suoi pensieri qualche secondo)

Virginia        A che state pensando?

Laudonia     Nulla, nulla… riflettevo semplicemente sul fatto che, ora che sono diventata principessa, avrei bisogno… (si avvicina a Chicco e lo guarda intensamente) di un principe.

Chicco           Oh, buon Cielo!

Virginia (per togliere il disturbo)Beh, Laudonia, s’è fatto tardi. Arrivederci e complimenti ancora! Laudonia (senza distogliere gli occhi da Chicco)A presto, miss Virginia.

Virginia        (a Cucco) Guardia, accompagnatemi all’uscita per favore.

Cucco            Senz’altro, Milady! E mentre raggiungiamo il portale, se permettete, vorrei dirvi due parole sull’ultimo libro che ho letto: si tratta di un romanzo, a mio avviso tra i più scadenti degli ultimi trecento anni… (escono di scena chiacchierando)

Chicco           (imbarazzatissimo) Eccellenza…

Laudonia     Chiamami Laudonia.

Chicco Oh, buon Cielo, mi fate arrossire… Laudonia! Io davvero non so che dire. Laudonia Beh, a dir la verità anch’io mi sento così… frastornata… impacciata… confu…

Araldo (entra come al solito senza che gli altri se ne accorgano)Araldo, messaggero del castello… Laudonia Ah!(sobbalza, d’istinto abbraccia Chicco)Araldo, non potete entrare così!

Araldo           E invece, come Araldo del castello, Vostra Altezza l’avrà certo constatato, il ruolo che il destino mi ha affidato vuol ch’io compaia proprio sul più bello.

(al pubblico) La tela ancor non s’è fatta calare

su questa favoletta (ma non troppo)

che in gola, sento già, mi sale il groppo,

se penso che mi debbo accomiatare.

E sperando, arrivati ormai alla frutta,

che il torpor non abbia preso il sopravvento,

sincero giunga a voi il ringraziamento

di Goccia, Ortensia e Valleovunque tutta.

Sulla scena di Araldo che sorride al pubblico e di Laudonia abbracciata a Chicco, cala il sipario.