Una matassa imbrogliata

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UNA MATASSA IMBROGLIATA

                                       UNA  MATASSA  IMBROGLIATA

                                                        Commedia in tre atti da E. Scarpetta

                                            adattamento di Giulio C. Carlotto Farnese

PERSONAGGI

DON FELICE SCIOSCIAMMOCCA: Pittore, in procinto di sposare Errichetta

ALFREDO: Amico di Felice, avvocato

RACHELE: Portiera nel palazzo in cui abita don Felice

MATILDE: Figlia di Matilde, giovane, carina

TERESINA: Modista, già fidanzata con don Felice

GIULIA: Suocera di don Felice, madre di Errichetta

ALFONSINA: Zia di Alfredo che sopraggiunge dal Canada

LUDOVICO: Amico di Alfonsina arrivato con lei

EMMA: Figlia di Ludovico arrivata anch’essa dal Canada

CRESCENZA: Zia di Don Felice che arriva dalla campagna (non sa del matrimonio)

ERRICHETTA: Figlia di Giulia e imminente sposa di don Felice

PRETE: Celebra il matrimonio di don Felice con Errichetta

                               

                                                                                       ATTO   I

                        S C E N A     P R I M A

  

RACHELE: Ecco! E’ tutto fatto! Così Don Felice  sarà contento, spero. Su, bella di mamma, adesso fammi sentire il pezzo che devi portare al maestro di recitazione.

MATILDE: Mammà, come ti viene in testa, proprio adesso.

RACHELE: E  contentami per una volta. Avanti, sali là sopra. Là D. Felice ci fa salire le modelle, e tu fa finta che sia il palcoscenico.

MATILDE: (fra sé) Vuole per forza che faccia l’attrice (sale sul palchetto e caricatamene declama)

                                                                            Trapassa questo cor che credi infido….

                                                                             E se macchiar non vuoi tuo nobil ferro

                                                                            Altro ne cerca e fa di me vendetta…..

                                                                            Corri….corri…..corri….”

(scendendo dal palchetto) Me so scurdata dove deve correre.

RACHELE: Ma come, dopo otto giorni di lezione è tutto quello che hai imparato? Figlia mia ha ragione il maestro, tu non hai nessuna voglia….Sono tre anni che fai lezione…dovresti già recitare.

MATILDE : Mammà, io non ho intenzione di fare l’attrice.

RACHELE: Allora significa che tu mi vuoi vedere fare sempre la portiera?

MATILDE: Ma voi vi siete messa in testa che col teatro ci si arricchisce?  ….Ma voi sapete che con quello che si guadagna, forse  forse ci si compra appena i vestiti.

RACHELE: Già, come se i vestiti li dovessi pagare tu…

MATILDE:  E chi li deve pagare.

RACHELE:  Eh!….Si vedrà….. Tu pensa ad imparare….certe cose io non te le posso spiegare…..Va, vattene giù, se viene il padrone di casa e non vede nessuno si mette a strillare….Io do un’altra sistemata qua, così se viene Don Felice con quell’amico suo, al quale cede questa casa….

MATILDE: (meravigliata)  Come, Don Felice cede la casa?

RACHELE:  Certo, domani si sposa e questa casa l’ha subaffittata con tutti i mobili, meno i quadri, a un suo giovane amico avvocato….Ma che cos’è, pare che ti dispiaccia.

MATILDE:  Sicuro, quando una si è abituata con un inquilino….

RACHELE:  S’abitua con un altro….Se tu fai la sentimentale, finisci di fare l’attrice.

MATILDE:   (Tra sé…) Uffaaa!

RACHELE:  Io per aver fatto una volta la sentimentale….lo vedi che so’…..una “guardaporta” …..e tu…

MATILDE:  Ma papà doveva essere un bell’uomo, non è vero?….(con gioia)   Dite la verità, mi assomigliava?

RACHELE (sospirando)  Non so…..

MATILDE:  Come non sapete……Mammà che dite…..Posso credere che non avete conosciuto papà….

RACHELE: Quel disgraziato era vestito da scimmia, la prima volta che l’ho visto a un festino al Politeama

MATILDE: Beh, la prima volta, ma poi…..

RACHELE:  Poi….quando ti mariti ti racconto tutta la storia.

                                           

                                                                S C E NA   S E C O N D A

FELICE: (da fuori)  Va bene, sali….se non stanno giù in guardiola, certo stanno su da me…..Alfredo….Alfredo…e cammina….Ah!  No!…E sta là.

RACHELE (Gli va incontro)  Don Felice, con chi ce l’avete?

FELICE:  Con Alfredo, l’amico mio a cui ho subaffittato la casa, e siccome gli ho detto che c’era una bella portiera e una figlia più bella della mamma, non vuole salire se non vi vede.   Alfre…Alfredo..stanno qua…sali.

ALFREDO (da fuori)  Vengo, vengo

FELICE:  Mo’ corre…..quando sente femmine non ci vede più

ALFREDO: Io sto qua

FELICE:  Ecco, ti presento mamma Rachele e Matilde sua figlia, belle portiere…..vedi che non ti ho detto che la verità?

ALFREDO: Infatti esse superano la mia aspettativa!  Bravissimo….allora sono contento  caro Felice di venire in questa casa….che vuoi, per me la portiera è essenziale…è il primo augurio della tua casa per me…ho sempre preferito la donna all’uomo (tra sé) la giovane alla vecchia

FELICE (sottovoce) Sta zitto, ricordati della portiera tua, ceca e che aveva 73 anni

ALFREDO:  Prove di coraggio civile…Felice mio (forte) Ma giacché tu mi hai presentato queste amabili signore, bisogna che le stringa la mano.

FELICE: Oh!  Non vuoi vedere la casa?

ALFREDO:  Ma che m’importa….il buongiorno si vede dal mattino…E con questa mattinata la giornata non può essere che bellissima.

FELICE: No, io ti volevo dare dei chiarimenti…Questo studio può diventare salotto.

RACHELE: Poi c’è una camera da pranzo.

MATILDE:  E di là la camera da letto

FELICE:  Con il suo bagno

ALFREDO:  Bene, bene.

RACHELE:  Questa casa ha un solo difetto…non affaccia alla strada

ALFREDO:  Questo è brutto… E se uno vuole vedere che si fa….

RACHELE (amabilissima) Uh! E’ niente….qualunque fatto volete sapere del quartiere entrate un momento dentro da me.

FELICE: Non dubitare che saprai tutto (piano ad Alfredo)  E poi dice pure tutti i fatti tuoi agli altri

ALFREDO (piano) Uh! Ma io ho il modo per farla stare zitta.

FELICE:  Capisco!   La vecchia di 73 anni.

ALFREDO: No senti ….(forte)  No, no. Rachele, io non vi domanderò mai i fatti degli altri…ma non voglio che manco i miei si sappiano

RACHELE: Oh!  Io non parlo mai.

MATILDE: (tra sé)  E’ simpatico questo Don Alfredo.

RACHELE:  Se non vi occorre altro, noi ce ne andiamo.   A proposito, volete che vi facciamo i servizi come li facevamo a Don Felice?

ALFREDO:  Ma si capisce!

RACHELE: Allora chiamate e noi voliamo.  Serva vostra.

MATILDE: (tra sé)  E’ simpatico.

FELICE:  Alfredo, vieni qua, dimmi almeno se la casa ti piace.

ALFREDO:  No, bella…una sola difficoltà..è che qui non posso ricevere che soli uomini….se no la portiera capisce…

FELICE:  Ma tu vuoi sempre fare il discolo?

ALFREDO:  Ma io ho ancora il diritto di farlo…tu no, perché domani ti sposi.

FELICE (con sospiro)  Hai ragione.

ALFREDO:  Ma che sospiri?  Tu già sei scontento….Ancora deve incominciare….

FELICE:  Scontento?  Ma so che quello che ho fatto in passato non lo posso fare più….e io e te ne abbiamo fatto di tutti i colori.   Errichetta è una brava ragazza…ma…

ALFREDO:  Forse i parenti?

FELICE: Il padre è morto, la mamma faceva la droghiera, un mezzo medico, e s’è fatta una discreta fortuna. 

ALFREDO: Ah!

FELICE:  La mamma, da quando abbiamo deciso di sposarci non fa altro che piangere e ha paura che io insegno alla figlia tutto quello che il marito ha insegnato a lei.

ALFREDO: E tu insegnale altre cose…. Ma perché hai sospirato?

FELICE. …..Sto pensando a mia zia.

ALFREDO: E che vuole da te?

FELICE:  E’ sola e non ha nessuno….non fa altro che scrivermi dal paese che se mi sposo non mi lascia niente.

ALFREDO:  Lei non si è mai sposata?

FELICE:  Ha avuto tre mariti.

ALFREDO: E tu hai almeno il diritto di averne una.

FELICE:  No, perché devo prendere esempio da lei e dai guai che ha passato.  Il primo la fece felice, ma la tradì.  Il secondo non la tradì ma l’infelicitò e il terzo l’infelicitò e la tradì.

ALFREDO: Ma  tu come fai se domani ti sposi?

FELICE: Se viene dal paese, che è difficile, io mando mia moglie a casa della mamma.

ALFREDO:  E i parenti di tua moglie sanno di questa zia?

FELICE: Sanno solo che è ricca e che lascerà tutto a me:

ALFREDO:  Felì..tu ti metti in un labirinto!  Se domani non la vedono, che dirai?

FELICE: Che è ammalata di podagra e che non può venire.

ALFREDO:  Che fortuna, l’avrei voluta io una zia così.  La mia è tutto il contrario: se non mi sposo non mi lascia niente.

FELICE:  Davvero?

ALFREDO:  Vent’anni fa andò in America.  Si sposò con uno ricco e poco dopo rimase vedova senza figli e io sono il suo unico bene.

FELICE:  Basta, io ti lascio, vado a fare certi servizi….Tu domani prendi possesso della casa.

ALFREDO: Certo.

FELICE: Ti saluto (va e poi rientra precipitosamente)  Alfredo.

ALFREDO: (saltando) Che è successo?

FELICE:  Sta salendo Teresina, la modista.

ALFREDO: Quella che avevi promesso di sposare..

FELICE:  Fa qualcosa…quella è una vipera.

ALFREDO:  Va bene: le dico che domani ti sposi.

FELICE: E così quella mi uccide, mi uccide.

ALFREDO: Ma che vuoi che le dica?

FELICE: Promettile qualcosa, fa tu….eccola…(si nasconde)

                                                                       S C E N A   T E R Z A

TERESINA:  Oh! Alfredo! Siete qua.  Come andiamo?…..E Felice non c’è?

ALFREDO: No, è uscito un attimo.

TERESINA:  Meglio così.

ALFREDO: Come meglio?

TERESINA: Si, perché a dire la verità ero venuta a dargli una brutta notizia, ma giacchè non c’è mi fate il piacere di dargliela voi; io di lui non ne voglio più sapere.

ALFREDO: Lo lasciate?

TERESINA:  Alfredo, così non si può tirare avanti…di sposarsi non se ne parla mai.  E’ freddo con me… insomma…..Felice non è un uomo…..io poi sono buona e cara, ma quando mi prende….son capace di mettermelo sotto….

FELICE: (che faceva capolino, a queste parole fugge)  Mamma mia!

TERESINA:  Che è successo?

ALFREDO:  No, ho detto mamma mia….Che figura ci fate…state calma.

TERESINA:  Io non voglio impazzire con lui.

ALFREDO: Sicuro.

TERESINA: Io non sono brutta, qualcosa c’ho da parte, lavoro….voi avete tanti amici….proponetemi.

FELICE: (tra sé)  Ha avuto un bell’incarico, Alfredo!

ALFREDO: Capitando l’occasione….

TERESINA: Bravo e io vi prometto di farvi i cappelli gratis per chi volete voi.

FELICE. (uscendo)  Ho inteso tutto….che brutta razza che sono le donne.

TERESINA:  Non fare il tragico…Tu sei pronto a sposarmi fra quindici giorni?

FELICE: (tradendosi) A chi? Io domani mi sposo.

TERESINA: (avventandosi) Ah! Svergognato!

FELICE: Teresa, non mi mettere sotto….Ahi “dal labbro mi uscì l’empia parola” .

TERESINA: Assassino, disgraziato, fetente, fedifrago, concubino, io me l’ero immaginato….Ah! (svenendo)

ALFREDO:  Teresina, siate ragionevole.  A volte un uomo si comporta male senza volerlo.

FELICE:  Bella mia….io non te l’ho detto perché ti voglio troppo bene, ma sai…ragioni di famiglia mi impediscono di dividere la mia felicità con te…..del resto io t’amero sempre e tu?

TERESINA: Ti voglio schiattare un occhio, ti voglio dare un’accettata in testa per spaccartela in due.

ALFREDO: Calmatevi.  Quello non sa quello che dice.  (a Felice)  Tu hai l’obbligo di trovare un buon marito a Teresina.

FELICE: E che faccio, il sensale di matrimonio?

ALFREDO: Sta zitto, questo è un dovere sacro per te.

TERESINA: Si, ma  che non c’ha solo i calzoni. Non un quaquaraquà come questo.

FELICE: Come, io ho solo i calzoni?

ALFREDO: Zitto.

FELICE: Questa mi insulta.

ALFREDO: Vi accontenteremo, Teresina.

FELICE. (ironico)  Con qualche cosa al di là del calzone…..

                                                                        S C E N A  Q U A R T A

GIULIA: (da fuori)  Va Bene, va bene,  ho capito!  Avete detto la porta a sinistra!

FELICE: (saltando)  Mia suocera!   Se ti trova qua…io come faccio…

TERESINA:  Che c’è di male….Anzi, la voglio conoscere.

FELICE: Che te possino cecà.  Quella ti vede, addio matrimonio….nasconditi….

TERESINA:  Che nascondere, io non sono una che si nasconde.

FELICE: Fallo, per carità…..

ALFREDO:  Apri…fa presto…

FELICE: Teresina, dopo fammi tutto quello che vuoi, ma nasconditi.

TERESINA: Vile, io l’ho detto che di uomo hai solo i calzoni.

FELICE: Ragioneremo dopo di questo….adesso va….(la fa montare sul palchetto)  Alfredo, apri.

GIULIA:  Buongiorno Felice…..….presentami al tuo amico.

FELICE:  Ah, si…..Alfredo Sonetti, avvocato, che domani ci farà l’onore di essere il nostro primo testimone….mia suocera .

GIULIA: Piacere.  Bella salute?

ALFREDO: Non c’è male…..Ho solo un po’ di catarro.

GIULIA:  Questo è brutto…attento sa….bisogna curarlo…un mio amico così iniziò e poi, dopo due mesi, morì….perché il catarro, amico mio, poi sviluppa una bronchite…..immediatamente viene l’alveolite, quindi l’emottisi, e, capite, l’emottisi è brutta, non si scherza….e questo è niente, viene la degenerazione cassosa…il bacillo di Koch e quindi la tisi…e quando si è arrivati a questo, o primo a dopo si crepa, perché la tisi…..

FELICE: (sottovoce) Che vuoi fare, questo è il suo debole.

GIULIA:   Allora, mi sono spiegata?

ALFREDO: Anche troppo!

GIULIA: Volete sapere di quante specie è la tisi?.

ALFREDO:  No..no…m’affliggo, capite.

GIULIA:  Allora basta!   Non vedo mia figlia.  Ha detto che veniva qua.

FELICE:  Come, viene pure Errichetta?

GIULIA:  Perché…..c’è qualcosa che non può vedere….attento sai…. Anzi ti volevo pregare che certi quadri non li devi più fare.

FELICE:  Che quadri?

GIULIA:  Il genere nudo…..Non vorrei che cercando in questo studio…..Che c’è  dietro questo paravento?

ALFREDO:  Che ficcanaso!

FELICE: (imbarazzato) Ma…

GIULIA: (apre il paravento e vede Teresina) Una femmina!

FELICE:  Sì è una femmina.

TERESINA:  Buongiorno, signora, state bene?

GIULIA:  Felice, chi è questa donna?

FELICE:  Chi è questa donna?

GIULIA:  Giusto…chi è?

FELICE:  Questa donna?

GIULIA:  Sì, sì, ma parla per il diavolo.

FELICE.  (colpito da un’idea) E tu non parlare sai, vedi che mammà  vuole sapere.. e dillo…. presentacela… mammà, è sua moglie!

ALFREDO:  Che dici?

FELICE:  (piano) Zitto non mi sbugiardare.

GIULIA:  (A Felice) Ma perché, è forse un mistero?

FELICE:  E’ un matrimonio segreto.

GIULIA:  Capisco tutto.(a Teresina) Signora, non temete, io non so niente!

TERESINA:  (a bassa voce) E a me che m’importa!

GIULIA:  Ma spero che questo non vi impedisca di essere dei nostri domani.

FELICE:  (ad Alfredo) Come, l’invita!?

ALFREDO: Per forza, se tu le dici che è mia moglie….

TERESINA:  Ma signora mia….

GIULIA:   Senza ma….Ci contiamo! Felice io me ne vado. Se viene Errichetta dille che ritorno subito……A proposito, hai scelto il testimone?

FELICE:  Non so ancora, ora vado a fargli una visita.

GIULIA: Ma perché che c’ha?

FELICE:  L’asma.

GIULIA: Brutto..l’asma….è nervosa….oppure catarrale…

FELICE:  (piano)Mamma mia che gli ho detto a questa.

GIULIA: Quindi enfisema polmonare, e poi congestione…..la congestione, l’affanno, la paralisi polmonare, quindi la morte.

FELICE: (piano)Ne abbiamo sotterrato un altro.(forte) Beh, quando uno è morto, è finito tutto.

GIULIA: Ma la scienza non vuole che si arrivi alla morte….perché prima di morire…

FELICE: E’ inutile perché noi ormai, siamo arrivati alla morte……

GIULIA: Sicuro….ma ditegli che si curasse…capito. Arrivederci.

TERESINA: Hai visto? Se io non venivo qua, mi perdevo quest’invito….e non avrei potuto vedere quando ti sposavi…mi voglio proprio divertire.

FELICE: Ma tu sei pazza! Ci manca solo  che tu  ti presenti domani.

TERESINA:  No, io mi presento.

ALFREDO: Che?

FELICE:  Come?

TERESINA: So’ stata invitata, ho accettato  e vengo.

FELICE: Ma…

TERESINA: Ma che ma e ma….dimmi la verità, hai vergogna di me?

FELICE:  Non dico questo, ma…

TERESINA: Io mi mischio in mezzo agli altri….dimmi una cosa, si balla ?

FELICE:  No…là appena, appena, c’è una colazione…

TERESINA:  Faccio colazione con altri?

FELICE:  Ma no, Teresina mia…stammi a sentire, è impossibile.

TERESINA:  No, io vengo.

FELICE:  Ma ti ho detto di no…

TERESINA:  E io dico di si.

FELICE:  No!

TERESINA: Sì, invece: Tu non conti niente. Arrivederci a domani……..Alfredo, non vi scordate di me.( esce)

FELICE:  Teresina, Teresina mia, ragiona, tu mi  metti in mezzo ai guai…..(esce)

                                                              S C E N A   Q U I N TA

ALFREDO:  Corri, corri, tanto quella verrà senza dubbio…ed io son diventato suo marito….meno male che tutto questo gioco durerà 24 ore………se no con queste idee di matrimonio che ha…chi se la leva più da dosso…..Chi è?

MATILDE:  Sono io…..vi ho portato un telegramma che avevano portato alla casa vecchia.

ALFREDO: (legge)  “Stasera arrivo e sarò da te. Tua zia  Alfonsina.   Solo questo ci mancava.

MATILDE:  Arrivederci.

ALFREDO:  Già ve ne andate?

MATILDE:  Perché mi dovete dire qualcosa?

ALFREDO:  C’è sempre qualcosa da dire ad una bella ragazza come voi.

MATILDE:  Grazie.(a sé) Come è simpatico.

ALFREDO:  Che bella manina, affusolata, bianca…..

MATILDE:  Eh! Che fate? Se vi vedesse mammà.

ALFREDO:  Che fa? Io ora sono di casa.

MATILDE:  Oh! A proposito devo sistemare le valigie di Don Felice, permettete.

ALFREDO:  Fate!

MATILDE;  (a sé) E’ proprio un bravo giovane.

ALFREDO:  …Che cos’è questo rumore? Forse è la fidanzata di Felice.(andando alla porta) No, è mia zia.

                                                    S C E N A      S E S T A

ALFONSINA:  Ma dico io, ti pare bello che cambi casa e non me lo fai neanche sapere.

ALFREDO:  Ma io non sapevo…

ALFONSINA:  Va bene, va bene, ora abbracciami, poi ne parliamo(si abbracciano) Tu stai benissimo…e a me come mi trovi?

ALFREDO:  Magnificamente zia.

ALFONSINA:  Oh! A proposito, ti presento  due carissimi amici, Ludovico con la figlia Emmuccia…. Ludovico non dice neanche una parola d’italiano ma lo capisce ed Emma lo parla poco, ma difficilmente capisce.

ALFREDO:  Signore, Signorina…

EMMA:  (con accento inglese molto pronunciato) Buongiorno signore, state bene?

ALFREDO:  Non c’è male un po’ reumatizzato.

EMMA:  Reumatizzato?(va in un angolo a trovare la parola sul dizionario che ha con sé)

ALFONSINA:  E’ Ludovico l’amico del mio povero marito,  cui debbo tutta la mia fortuna….fu lui che ci fece coltivare patate, grano, granone, cotone, tabacco…

LUDOVICO:  Yes!

ALFREDO: Bene.

EMMA:  Avete detto reum…

ALFREDO:  Ah! Reumatizzato.

ALFONSINA:  Ma non pensare che abbiamo sempre lavorato, ce la siamo pure spassata.

LUDOVICO:  Yes!

ALFONSINA:  Spesso siamo andati a caccia con tanti altri amici.

LUDOVICO:  Yes!

ALFREDO:  ( tra sé)E a me che m’importa

EMMA:  Ho trovato.

ALFREDO:  Che cosa?

EMMA: Guardate. “Irritazione bronchi”…Bronchi..(corre di nuovo nell’angolo e cerca nel libro)

MATILDE:  (facendo capolino. Piano) C’è gente.

ALFONSINA: Chi è?

ALFREDO: Nessuno.

ALFONSINA: Mi sembrava di aver sentito….Dunque devi sapere che io e Ludovico abbiamo lasciato lavoro e divertimenti e abbiamo affrontato un viaggio così lungo, non certo per perdere tempo.

LUDOVICO: Yes!

ALFREDO: Dite zia, di che si tratta.

ALFONSINA: Si tratta di matrimonio.

LUDOVICO: Yes!

ALFREDO: (piano) Quanto è scocciante questo….Che imbroglio!

ALFONSINA: Ludovico, vattene con Emma là dentro.

ALFREDO: Ma no zia mia è inutile, parlate francamente tanto non capiscono.

ALFONSINA: No, sai, dalle mosse potrebbero….

ALFREDO: Allora…per di qui signori.

LUDOVICO: Yes!

EMMA: Bronchi…..(nell’entrare sempre cercando nel libro)

ALFREDO: Ti si devono squagliare a te e a chi ti c’ha portato.

ALFONSINA: Veniamo a noi.  Che ne dici di Emma?

ALFREDO: (tra sé) Ecco qua! Non mi ha fatto una bella impressione.

ALFONSINA: Mi dispiace ma te la devi sposare.

MATILDE: (piano)  Lo sposano! Che peccato!

ALFREDO: A me…ma zia…

ALFONSINA: Alfrè, ne zia né ma, io l’ho fatti venire a posta….è bella, è ricca, è femmina, che altro vai trovando.

ALFREDO: E’ impossibile zia.

MATILDE: Non la vuole (piano)

ALFONSINA: E perché?

ALFREDO: Perché….(vedendo Matilde. Tra sé) Che bel pensiero. (forte) Perché io sono ammogliato.

ALFONSINA: Tu…

ALFREDO: (a voce bassa) Da quindici giorni.

ALFONSINA: E non mi hai fatto sapere niente?

ALFREDO: Ma vi pare….voi siete arrivati prima della lettera.

MATILDE: (piano) Non sento niente!

ALFONSINA: E tua moglie dove sta?

ALFREDO: Zitta, non urlate.

ALFONSINA: Perché, è malata?

ALFREDO: No..no…

ALFONSINA: E allora fammela vedere.

ALFREDO: Si! Ma non le dite che è mia moglie.

ALFONSINA: Perché?

ALFREDO: (tradendosi) Perché?….perché non lo è….

ALFONSINA: Come?

ALFREDO (tra sé) Uh! Cavolo!

ALFONSINA: Parla chiaro, disgraziato!

ALFREDO: E’ una cosa semplice…. E adesso ve ne convincerete voi stessa….Lei non vuole far sapere che è mia moglie perché….perché….perché…

ALFONSINA: Perché neh Alfrè?

ALFREDO: Perché…….

ALFONSINA: Appunto, il perché voglio sapere.

ALFREDO: Già….ed io questo vi debbo dire

ALFONSINA: E non me l’hai detto ancora.

ALFREDO: Ebbene…lei non lo vuole far sapere perché…..

ALFONSINA: Ancora!

ALFREDO: (sempre sottovoce) Per il padre…..

MATILDE: (cs) Ma che stanno dicendo?

ALFONSINA: Non capisco.

 MATILDE: Ah!…..Voi sapete l’affare della festa…. La testa di scimmia.

ALFONSINA &  ALFREDO: La testa di scimmia!

MATILDE: Come sarà contenta mammà.

ALFONSINA: Ah! Mammà ne avrà piacere. (tra sé) Io non capisco.

ALFREDO: (facendole cenno di parlare poco, tra sé) Ho paura che finisce male.

                      

                                                   S C E NA   S E T T I M A

 

RACHELE: Tanto piacere.   Scusate, mi sono lamentata…..capite….mi metto paura…

ALFONSINA:  Non dubitate, non m’ha detto niente….e se anche l’avesse fatto…io sono segreta…

RACHELE: (ad Alfredo) Che ha voluto dire?

ALFREDO: (piano) Non ci fate caso, la testa non l’aiuta.

RACHELE: Andiamo Matì……c’è la guardiola sola.

                                                                                                             

ALFREDO: (fra sé) Sempre peggio! (alla zia)  Avete capito male (a Rachele) Ma no, non ci date nessun fastidio ……mettetevi la….guardate, ci sono figure…disegni

RACHELE: (sorpresa) Ma…

ALFREDO: Non fate complimenti.

RACHELE: Se volete così …(si siede)

MATILDE: (fra sé) Che si fosse innamorato di me?

ALFREDO: Più vado avanti, più mi imbroglio.

                                             S C E N A    O T T A V A

EMMA: E’ permesso?

ALFONSINA: Entrate, entrate.

EMMA: Canali dei polmoni….

ALFREDO: Come avete detto?

EMMA: Bronchi….Guardate.

ALFREDO: Ah! Già….(tra sé) Quanto è scocciante questa.

EMMA:  Polmoni  (cerca nel dizionario)

ALFONSINA: (a Ludovico) Abbiamo fatto tardi, si è ammogliato.

LUDOVICO: Yes!

ALFREDO: (tra sé)  Meno male.

MATILDE: Oh! Don Felice…..

ALFREDO: (tra sé) Speriamo che non mi combini qualche guaio.

                                                      S C E N A     N O N A

FELICE: E che fa tutta questa gente!  Signori..

ALFREDO: (a Felice,  piano)  Non parlare troppo.

FELICE: Che?

ALFREDO: Quella è zia Alfonsina.   Zia vi presento Felice Sosciammocca, il migliore dei miei amici, pittore di gran talento.

ALFONSINA: Molto piacere di conoscervi.

FELICE: L’amico esagera….io non sono che un piccolo pittore.

ALFONSINA: Bravo! Modesto. (a Ludovico)  Non è brutto.

LUDOVICO: (senza guardarlo)  Yes!

ALFREDO: Zia Alfonsina, il suo amico Ludovico e la signorina Emma sono arrivati da poco dal Canadà.

FELICE: (tra sé)  E questo si vede.

ALFONSINA: E non abbiamo fatto questo viaggio per niente.

LUDOVICO: Yes!

FELICE: Ma…..

ALFONSINA:  Adesso vi spiego (mostrandogli Emma)  Come vi sembra quella figliola?

FELICE: Simpatica!

ALFONSINA: Ve la volete sposare?

ALFREDO: (subito)  E’ impossibile zia.

ALFONSINA: Siete sposato?

FELICE: No, ma mi sposo domani…..Anzi, giacché vi trovate, fatemi il piacere di rimpiazzare uno dei testimoni.

ALFREDO: (tra sé) Bravo, mo la invita pure!

ALFONSINA: Con grande onore, ma io non posso lasciare gli amici….

FELICE: Portateli.

ALFREDO (fra sé) Festa completa!

ALFONSINA: Allora accetto con piacete

FELICE: Il matrimonio si fa domani a casa di mia suocera, via della Volpe 49, ultimo piano, interno 11.

ALFREDO: (tra sé) Imbecille, stupido, bestia!

ALFONSINA: (a Ludovico) Non è cosa, sposa domani.

LUDOVICO: Yes!

ALFONSINA:  Ma noi troveremo.

LUDOVICO: Yes!

ALFONSINA: (ad Alfredo)  Alfrè, ci vediamo domani (piano) Tua moglie la porti?

ALFREDO: Sicuro!…vi pare… (fra sè) Con la modista sono due mogli.

ALFONSINA: (a Matilde) Verrete anche voi, me l’ha detto lui.

MATILDE: (non capendo) Dove?

ALFONSINA: (a Rachele) E anche voi mamma Rachele.

RACHELE: Mah!

ALFONSINA: (piano)  Non abbiate paura, nessuno dirà niente.

RACHELE: Ma di che?

ALFONSINA: Della testa di scimmia.

RACHELE: Ah, voi sapete.

ALFONSINA: Tutto! Alfrè, a domani.  Ludovì.

LUDOVICO: Emma…

EMMA: Buon giorno (poi torna ad Alfredo) Organo essenziale della respirazione.

ALFREDO: Chi?

EMMA: Polmone…..adesso cercare organo.

ALFREDO: (tra sé) E dovete andare in parrocchia….

RACHELE: (fra sé)  Sa tutto!

FELICE: (tra sé)  Perché mi ha chiamato bestia…

ALFREDO: (a Rachele che si alza con Matilde)  Aspettate, Felice vi deve dire qualcosa.

FELICE: Io?

ALFREDO: (piano)  Invitale per il matrimonio.

FELICE: Al matrimonio?

ALFREDO: Invitale, invitale, che tu mi salvi.

RACHELE: (tra sé) Ma questi che c’hanno?

FELICE: (tra sé) Io non capisco niente. (forte)  Mamma  Rachele, voi domani dovete venire allo sposalizio e dovete portare anche Matilde.

RACHELE: Sicuro, veniamo a vedere la chiesa.

ALFREDO: (a FELICE) No, a casa e al Municipio.

FELICE: Anche a casa di mia suocera e al Municipio.

MATILDE: Pure! Oh! Che piacere.

FELICE: (piano) La devo invitare a qualche altra parte?

ALFREDO: No.

RACHELE: Don Felì, questo invito mi ha commossa, non me lo aspettavo.

FELICE: E che vi devo dire…..neanche io supponevo….

ALFREDO: (subito) Allora venite?

MATILDE: Si capisce!

RACHELE: Voi sapete che  mi sacrifico per gli amici.

FELICE: (fra sé) Mo mi fa un piacere lei a me (forte) Oh! Voi mi confondete!

MATILDE: (fra sé, guardando Alfredo) E’ stato lui che mi ha fatto invitare, dunque mi vuole bene.

RACHELE: (saltellando) Moviamoci figlia mia, devo vedere che vestito mi devo mettere. Ci vogliono il busto e le stecche (a Felice) A proposito….io ho una lettera per voi.  Andiamo Matì.

FELICE: Adesso fammi capire.

ALFREDO Ho detto a mia zia che Matilde è mia moglie, perché voleva farmi sposare la sorella dell’amico.

FELICE: Siamo entrati in un labirinto.

ALFREDO: Si, ma dobbiamo uscire.

FELICE: (dopo scorso la lettera, avvilito) Che vuoi uscire….teh, guarda qua, è arrivata mia zia….e mo come faccio……

ALFREDO: Stai scherzando?

FELICE: Si, scherzo. (stordito) No, io me ne vado…..io me ne vado….e come faccio a sposarmi…..no io me ne scappo.

Zia CRESCENZA (da fuori) : Felicissima giornata !

ALFREDO: E’ lei?

FELICE: E’ lei.

                                               S C E N A     D E C I M A

CRESCENZA: (carica di pacchi) Felicetto mio…E che diavolo, non vieni neanche ad abbracciarmi, non mi dai nemmeno un bacio.

FELICE: Zia Crescenza, ma vi pare…..Questo è il mio amico Alfredo.

CRESCENZA: Felicè, io non so come ti vedo, come se la mia visita non ti facesse piacere.

FELICE: Voi che dite?…..Anzi…..

CRESCENZA: Ti vedo tutto imbrogliato.

FELICE: E’ il tempo!….Capite, lo scirocco mi fa male.

ALFREDO: Si, è un po’ sofferente.

FELICE: Già, anche perché vedendovi all’improvviso….sapete la gioia….

ALFREDO:  Questo mi diceva stamattina: e quella bella zia mia non viene!

CRESCENZA: (commossa) Bravo figlio mio!….Era il cuore che parlava.

FELICE: Sicuro. 

CRESCENZA: Io volevo venire più in là, con l’aria più fresca.

FELICE: (fra sé) Per me è venuta…..io sto tremando già.

CRESCENZA:  Che hai detto?

FELICE: Meglio adesso.

CRESCENZA: Felice, voglio vendermi quel palazzotto che ho.

FELICE: Volete lasciare il paese?

CRESCENZA: No, là sono nata e là voglio morire.

FELICE: Fate bene.

CRESCENZA: Di morire?

FELICE: (distratto) Si….no…di non lasciare il paese.

CRESCENZA: Lo voglio vendere perché è umido e solitario.

FELICE: E avete bisogno di molto tempo.

CRESCENZA: E’ questa la difficoltà.  Io domani sera me ne devo andare. Io dopodomani ho una riunione di consiglio al Comune.

FELICE:  Siete ancora consigliere?

CRESCENZA: E chi mi caccia.

ALFREDO:  Allora non potete mancare….si tratta della patria.

FELICE: Come è possibile, maledetto il diavolo…ecco qua, appena arrivata ve ne ripartite….uffaaa!….Va bene Alfredo, stasera l’accompagniamo alla stazione…

CRESCENZA: Felì….tu perché ti agiti….io devo partire domani sera….sembra come se tu mi volessi mandar via.

FELICE: Voi che dite?….Neh Alfrè, tu che sai tutto….secondo te la voglio mandar via?….So io che piaga ho nel cuore…io una zia ho, e sta lontana….ma se fosse per me voi dovreste morire tra le mie braccia.  (fra sé) Mo proprio!

CRESCENZA: (piano ad Alfredo) Mi vuole bene.

ALFREDO: (piano)  Ma che dite….proprio stamattina mi diceva: io se vedessi mia zia Crescenza, ora qui, sarei capace di mangiarmela.

CRESCENZA:  Niente meno!

ALFREDO: (c.s.) Di baci.

CRESCENZA:  Che bravo figlio.  Felì, io me ne vado domani.

FELICE:  Domani mattina?

CRESCENZA: No, domani sera.

FELICE: Oh! Che felicità! (ad Alfredo)  Mandala via.

ALFREDO: Ora ci penso io!…che cos’è sto rumore?

FELICE: Mia suocera.

CRESCENZA: Mia suocera?….Che hai detto?

FELICE: (confuso) Già.

ALFREDO: (piano) Ti devono sparare.    Rispondi pure, già….forte) Chissà tua zia cosa crede….è la famiglia Miasuocera…..dei baroni Miasuocera, una signora che lo protegge, che viene per vedere i quadri di Felice.

CRESCENZA: Ah!

ALFREDO: Hai detto a tua zia che sei stato premiato dall’associazione…

FELICE: Dei malfattori.

ALFREDO: Benefattori delle arti incoerenti.

CRESCENZA: E non mi dicevi niente….ti stai facendo strada.

ALFREDO: Sicuro….lasciate che muoia.

CRESCENZA: Perché?

ALFREDO: E vedrete che monumento che gli innalzeranno…..

                                               S C E N A    U N D I C E S I M A

GIULIA: L’ho trovata….Era al bagno.

ERRICHETTA: Mammà, e un poco di pudore.

GIULIA: (abbracciando Felice piangendo) Figlio mio non puoi credere che dolore è per una mamma che ha una sola figlia.

ALFREDO: (fra sé) Mo le darei un morso in faccia.

CRESCENZA: Quella signora perché ti ha abbracciato.

FELICE: Soffre con i nervi…..ogni tanto le viene un tic nervoso.

GIULIA:  Questa signora è l’altro testimone?

FELICE: Già, è il secondo. (fra sé) Fra poco cado per terra e muoio.

GIULIA: (a Crescenza)  Andate meglio con l’asma?

CRESCENZA: (sbalordita) Che?

GIULIA:  Curatevi, perché la cosa non è tanto liscia.   Domani non vi dimenticate…..Via della Volpe, alle dieci e mezza.

ALFREDO: (tra sé) Ci siamo.

CRESCENZA: E per fare che.

GIULIA:  Come perché?  Per il matrimonio.

CRESCENZA:  Matrimonio?….Ma scusate…quale matrimonio?

GIULIA: Capisco che siete malata, ma svegliatevi….voi dovete fare il testimone e mi chiedete di chi, quello di mia figlia.

CRESCENZA: (fra sé) Si vede che non sta bene, poverella.  Dunque io sono testimone?

GIULIA: Ma certo.

CRESCENZA: (ad Alfredo) Con chi si sposa la figlia?

FELICE: (subito) Ancora non avete capito?  Si sposa Alfredo.

ALFREDO: (fra sé)  Uh!  Assassino….io adesso ho tre mogli.

CRESCENZA: (ad Alfredo)  E perché non me l’avete detto chiaramente, allora accetto.

ALFREDO: (c.s.)  Sempre peggio!

CRESCENZA: (a Felice)  Ma allora perché la mamma ha abbracciato te e non lui?

FELICE: Sono i nervi.  (ad Alfredo)  Abbraccia mia suocera.

ALFREDO: (piano) Io ti do un morso in faccia.

FELICE: (c.s.)  Abbracciala, salviamoci.

ALFREDO: Permettete, donna Giulia?

GIULIA: (a Felice) Perché l’amico tuo mi ha abbracciata?

FELICE: I nervi, soffre di tic nervoso.

GIULIA:  Speriamo bene….Errichetta, andiamo che si è fatto tardi (a Crescenza)  Non vi dimenticate, io conto su di voi.

GIULIA: (a Felice piangendo) Figlio mio…figlio mio….

CRESCENZA: (ad Alfredo)  Un ‘altra volta…..!  Lo ha chiamato figlio mio.

ALFREDO: Per modo di dire.

ENRICHETTA: Ci vediamo domani.

GIULIA: (piangendo) Ci vediamo domani.

CRESCENZA:  Io sono stata sposata tre volte….il  primo mi fece felice ma mi tradì….il secondo non mi tradì ma mi infelicitò….il terzo mi tradì come il primo e mi infelicitò come il secondo.   Non vi dico questo perché voglio che non vi sposiate, non mi permetterei….ma se lo facesse mio nipote non mi vedrebbe più e non gli lascerei niente.

ALFREDO: Se fare il testimone vi incomoda….

FELICE: …..Non c’è offesa, ditelo francamente.

ALFREDO: Voi lo fate per cerimonia.

FELICE:  Alfredo può trovarne un altro.

ALFREDO: Senza sacrificarvi.

FELICE: Lasciando i fatti vostri.

ALFREDO:  Non voliamo abusare della vostra compiacenza.

CRESCENZA:  Nonsignore…..

FELICE: Non capisco perché dovete fare un sacrificio…Alfredo capisce…

ALFREDO: Ma si, perfettamente.

FELICE:  Quando uno non può, non può….

ALFREDO:  Non si può pretendere….

FELICE:….Quello che non si può…..

ALFREDO: Obbligarvi, poi……

FELICE:…..Contro voglia….

ALFREDO:  Perdendo il proprio tempo.

FELICE: E soffrendo.

CRESCENZA: Ragazzi, se parlate sempre voi…..io vi ho detto e vi ripeto che col più grande piacere vi faccio questo piacere.

FELICE: Ma….

ALFREDO: Si….

CRESCENZA: Io vado….A proposito, stasera vi porto a mangiare con me….voglio  che chiudete con me la vostra vita da scapolo….arrivederci.

ALFREDO: Che matassa imbrogliata!

FELICE:  Che labirinto! Che labirinto!.

                                                                  ATTO II

                                                       S C E N A    P R I M A

GIULIA:  Dove sta la sciarpa bianca, non la trovo. Caspita come è tardi

ERRICHETTA:  Mammà, che è successo.

GIULIA:  (singhiozzando) Dunque oggi ?

ERRICHETTA: Finalmente oggi!

GIULIA:  (piangendo)Povera figlia mia.!

ERRICHETTA: Mammà questo vestito ti sta stretto.

GIULIA:  Si, un po’ ma non fa niente…..ti farà felice?

ERRICHETTA:  Ne sono quasi certa.

GIULIA:  Io smetterò di piangere solo con la morte.

ERRICHETTA:  Non ti affliggere, mammà…anche tu ti sei stata maritata  e  nessuno è morto.

GIULIA:  Ma io sono sempre stata una donna forte.

ERRICHETTA: Ora asciuga gli occhi e finisci di vestirti.

GIULIA:  No, ti voglio prima parlare…..ti voglio dare i miei consigli….Vieni qua figlia mia.

ERRICHETTA:  Sì mammà.

GIULIA:  Tu poverella non sai che cos’è il marito…..fonte di tanta malattie.

ERRICHETTA:  me lo immagino.

GIULIA:  Un marito non è una mamma….e neanche un padre.

ERRICHETTA:  Certo che no.

GIULIA:  Il marito è…..marito….è un padrone a cui devi obbedire…..Felice, per esempio, vorrà……Felice vuole….certe cose che tutto sommato….è in diritto di volere….tu figlia mia…chiudi gli occhi e fai la volontà del cielo…e se qualche  cosa non la vuoi fare per lui…..fallo per me.

ERRICHETTA: Sì mammà

GIULIA:  Amalo quanto più puoi….nun lo fa troppo fumà… e cura i suoi figli…

                                                    S C E N A   S E C O N D A

FELICE:  Eccomi qua!

GIULIA: Ecco il carnefice.

FELICE:  Un bacio almeno  su questa mano mi spetta no?

GIULIA:  Si sporca il guanto.

FELICE: I baci puri non macchiano.(ad Errichetta) Come sei bella, mi sembri una rosa nascosta tra la neve.

GIULIA: Bravo! Che belle parole, mio marito buonanima non mele ha mai dette.

FELICE: Voi sicuramente eravate bella come Messalina e Frine…

ERRICHETTA: Va bene allora…mammà vatti a vestire.

FELICE: Sì, fate presto perché è tardi

GIULIA: Avete ragione.(esce)

ERRICHETTA: Oh! Finalmente ci ha lasciato soli….Felice noi dobbiamo parlare.

FELICE:  E’ quello che aspettavo.

ERRICHETTA:  Tu dopo che ci sposeremo che vorrai da me?

FELICE:  Non ho capito bene.

ERRICHETTA:  Che pretendi.

FELICE:  Ma….

ERRICHETTA:  No, parla chiaro. Mammà  mi ha detto che il marito è un padrone e io voglio sapere subito quello che mi comanderai.

FELICE:  Adesso?

ERRICHETTA:  Certo….perché se si tratta di fatiche leggere va bene, ma se sono pesanti….

FELICE:  Sono leggerissime.

ERRICHETTA:  Altrimenti scombiniamo tutto.

ALFREDO: E’ permesso?

ERRICHETTA: Oh! Alfredo.

ALFREDO: Disturbo?

FELICE:  Tu non disturbi mai.

ERRICHETTA: Stavamo chiarendo certe cose. Perdonatemi, ma mia madre mi attende.

FELICE:  Dunque hai pensato qualcosa?

ALFREDO:  Sì, ma è difficile non imbrogliarci…sentimi bene e non fare bestialità: prima di tutto tua suocera mi crede marito di Teresina, zia Alfonsina, mi crede marito di Matilde la figlia della guardaporta., zia Crescenza  poi sta con l’idea che oggi sposo Errichetta…insomma io ho tre mogli senza averne nessuna.

FELICE:  Una te l’ho eliminata…perché stamattina ho scritto a Teresina che il matrimonio è stato spostato di una settimana.

ALFREDO:  Ma come, io ho promesso a tua suocera che sarebbe venuta senza meno.

FELICE:  Possiamo rimediare facilmente. La cosa più importante è di non far sapere a mia zia che oggi mi sposo.

ALFREDO:  A questo ci ho pensato io. Lei non verrà.

FELICE:  Ma se l’ho lasciata che si stava vestendo per uscire.

ALFREDO: Zitto, stupido, non verrà. Un’ora fa quando sono passato da casa tua che cosa stavate bevendo?

FELICE: Ah, sì! Un bicchiere di latte.

ALFREDO:  Ecco, nel suo io ho messo un potente sonnifero

FELICE:  E se non si sveglia più?

ALFREDO:  Stai tranquillo, al massimo può dormire fino a stasera; a quell’ora sarà tutto finito.

FELICE:  Alfredo mio, tu ti meriteresti una statua.

                                                     S C E N A    T E R Z A

TERESINA:  Oh! Voi state qua?

FELICE:  Teresina!…(ad Alfredo) La lettera non l’ha avuta in tempo.

TERESINA: Beh! Perché non mi dite niente. Ho fatto tardi?

ALFREDO: No, anzi.

FELICE:  (piano)La vorrei affogare.

TERESINA: Non vorrei perdermi il rinfresco…ma non c’è ancora nessuno?

FELICE:  Falla sparire!

ALFREDO:  Ci provo.

FELICE:  Mia suocera!

                                                     S C E N A   Q U A R T A

GIULIA: (entra indaffarata) Eccomi Felice….(vede Teresina) Come signora voi state qua. (ai due) E non mi avete detto niente.

TERESINA:  Non volevo disturbare.

GIULIA:   Ma che dite, so piacere….scusate devo andare a comprare un paio di guanti  per mia figlia.

FELICE: Ci vado io!

GIULIA:  Mi faresti questo piacere, bianchi, lunghi di capretto.

FELICE:  Va bene!

GIULIA:  Fai presto!

ALFREDO:  (tra sé) Ecco mi ha lasciato solo.(forte) Posso fare qualcosa anch’io?

GIULIA:  Bravo, scrivi i nomi degli invitati per assegnare i posti a tavola.

TERESINA:  ( piano ad Alfredo) Non dimenticatevi il mio.

GIULIA:  Andate nello studio, l’ì starete più tranquillo. Intanto io rimango un po’ con la signora.

ALFREDO:  Vado.(fa dei segni a Teresina di tacere)

GIULIA:  Non abbiate paura signora, nessuno sa niente.

TERESINA :  Del mio matrimonio? (Alfredo ascolta di nascosto) Allora voi sapete?

GIULIA:  So tutto.

TERESINA:  E che mi dite?

GIULIA:  Io non ho diritto di giudicare.

TERESINA:  Allora io conto anche su di voi, avete tante conoscenze.

GIULIA:  Vi pare, subito vi avviso.

TERESINA:  Io vi ringrazio tanto.

GIULIA:  Non c’è di che.

TERESINA:  (tra sé) Meno male presto mi mariterò anch’io.

 

GIULIA:  Sta arrivando gente…..Accomodatevi..

ALFONSINA:  Voi siete la signora Giulia?

GIULIA:  Sì, sono io.

ALFONSINA:  Mi dispiace che non c’è mio nipote per presentarci.

GIULIA:  (tra sé) E’ la zia Crescenza (forte) Non ci siamo mai incontrate, ma vostro nipote parla tanto di voi che è come vi conoscessi già. Ma sedete.

LUDOVICO:  Yes! (Ludovico ed Emma seduti vicino restano immobili fino alla fine della scena)

EMMA:  Sedere? (cerca nel dizionario)

GIULIA:  E’ inglese?

ALFONSINA:  Capite, se abbiamo affrontato un viaggio così lungo, abbandonando tutte le nostre cose, non è stato per perdere tempo.

GIULIA: Già,  vostro nipote ha detto che non sareste venuto.

ALFONSINA:  Sono venuta apposta per farlo sposare, ma poi ho saputo che sono arrivata troppo tardi.

GIULIA:  Sicuro.

ALFONSINA:  A dir la verità mi sono dispiaciuta….non  perché non mi piace la sposa, ma quello che non mi pare chiaro è l’affare della testa di scimmia.

GIULIA:  tra sé) Di chi parla questa.

ALFONSINA:  Ditemi una cosa, tra noi persone di mondo si può parlare chiaro….in confidenza della mamma che cosa si dice?

GIULIA: Ma..

ALFONSINA:  Chi più di voi mi può rispondere.

GIULIA:  Terrà qualche difetto, come gli altri, ma niente di serio.( tra sé) Io non capisco, questa è abbastanza indelicata, per non dire ineducata.

ALFONSINA: Scusate l’invadenza, ma il matrimonio è una cosa seria.

GIULIA:  Sicuro…e poi quando  si sono vissuti tre matrimoni si capisce di più della vita.

ALFONSINA:  (tra sé)Caspita! S’è sposata tre volte.

GIULIA: Specialmente, quando il primo vi ha ingannata, il secondo vi ha infelicitata, e il terzo l’uno e l’altro.

ALFONSINA:  (le stringe la mano) E’ brutto per una donna è brutto!

GIULIA:  E’ brutto certo. Ma per fortuna non tutte le donne la pensano alla stessa maniera, e vi posso assicurare che mia figlia….

ALFONSINA:  Ah! Già la sposa!…Ma a chi è figlia?

GIULIA:  (tra sé) Questa m’insulta. (forte e marcando) E’ figlia a me.

ALFONSINA: Al primo…e con gli altri due….

GIULIA:  Io non capisco.

ALFONSINA:  A quale dei  tre mariti voglio dire.

GIULIA:  Io un marito ho avuto.

ALFONSINA:  Uno alla volta si sa….ma voi stessa poco fa avete detto che ne avete avuti tre.

GIULIA: Io?……Voi, scusate vi siete sposata tre volte.

ALFONSINA:  Io?..Ma io non sono stata mai sposata.

GIULIA:  Voi non siete la zia di Felice?

ALFONSINA:  No, io sono solo un testimone.

GIULIA:  Il secondo testimone.

EMMA :  (s’alza in mezzo ai due) Sedere..riposare posando le natiche su qualche cosa.

GIULIA:  Come avete detto?

ALFONSINA:  Non capisce bene e allora va a vedere tutto sul dizionario.

EMMA:  Certo….vedere…. natiche (corre a sedere e cerca)

GIULIA:  Io v’avevo  pigliata per la zia Crescenza….scusate….e…..come va con l’asma?

ALFONSINA:  (stordita)L’asma…io non ne ho mai sofferto.

GIULIA:  Come non avete…e  voi siete…io non capisco più niente. Alfredo, venite qua, io non mi trovo più.

                                                            S C E N A   Q U A R T A

ALFREDO:  Ahi, ahi, ahi, la zia è qui,(a Giulia) Che cosa è successo? Buongiorno zia……signori (a Ludovico  ed Emma)

GIULIA:  Come, questa signora è tua zia?

ALFREDO:  Certo.

LUDOVICO:  Yes!

ALFREDO:  Arrivata dal Canadà.

EMMA:  (mostrando il dizionario) Natiche…..prominenze….non capire bene.

ALFREDO:  Ve lo spiegherò domani:

EMMA:  Vedere da me…prominenze (cerca)

ALFONSINA:  Dove sta Matilde? (alzando la voce) Tua moglie dove sta?

GIULIA:  Sta di là, volete che la chiamo?

ALFREDO:  (dimenticandosi) No, non è quella. (ripigliandosi) Ma non vale la pena che vi disturbate….adesso viene. (tra sé) E vedi se Rachele e la figlia vengono….

EMMA:  (con un grido)Trovato…prominenza….parte più elevata.

ALFREDO:  Certo (saltando poi tra sé) Mo brucio a lei e al dizionario.

                                                          S C E N A   Q U I N T A

RACHELE:  Di qua, di qua,  Matilde.

GIULIA:  (tra sé) La portiera…..(piano ad Alfredo) Felice ha invitato la portiera?

ALFREDO:  Certo! Voi non sapete che la figlia diventerà presto una grande attrice…dopo il rinfresco le ho chiesto di recitare una mia debolezza.

GIULIA:  Bravo!

RACHELE:  Salute a tutti voi.

GIULIA:  Entrate, sono molto contenta che siate qui.

RACHELE:  E io pure.

ALFONSINA:  Mi piacete, Alfredo sarà davvero felice con te.

MATILDE:  Voi mi confondete…..(tra sé) Perché mi ha detto questo?

RACHELE: (piano ad Alfredo) Quando ne vogliamo parlare?

ALFREDO:  Di che?

RACHELE: Della testa di scimmia.

ALFREDO: Più tardi, adesso davanti alla gente….

GIULIA:  E’ ora! Io devo preparare.

TERESINA:  Scusate, Donna Giulia, io mi secco sola.

GIULIA:  Come sola…. Aldredo, accompagnate le signore in salotto così fanno un po’ di compagnia alla vostra

ALFREDO:  Va bene.

GIULIA:  E voi signori, andate pure nello studio, lì ci sono i sigari, potete fumare tranquillamente.

LUDOVICO:  Yes!

RACHELE:  Matilde…(indicando Ludovico)tu vedi  quello? ....io credo che l’ho trovato.

MATILDE: Chi?

RACHELE.  La testa di scimmia.

MATILDE:  Papà!

ALFREDO:  (che aspetta con Emma e Teresina) Mamma Rachele?

RACHELE:  Vengo, vengo.

ALFREDO:  (a Matilde mentre passa) Voi siete una stella del firmamento.

MATILDE:  (tra sé) Mi ama, mi ama.

                                                         S C E N A   S E S T A

CRESCENZA:  Salute!

GIULIA:  Ah! Siete voi, noi non ci contavamo più e vi abbiamo rimpiazzato.

CRESCENZA:  Scusate ho tardato un po’

GIULIA:  Voi vi dovete curare.

CRESCENZA:  (sbalordita)  Mi devo curare?…

GIULIA:  Certo, questa è una malattia curiosa, torna, ritorna, cessa, ricessa e poi muore.

CRESCENZA:: Ma chi è malato?

GIULIA: Caspita, l’asma non la prendete sul serio. Guardate che è una brutta cosa, io ho perso un amico giovane.

CRESCENZA:  Ma io grazie al cielo non soffro d’asma.

GIULIA (tra sé)Ancora! (forte)  Siete voi che eravate da Felice e dovevate fare il secondo testimone?

CRESCENZA:

GIULIA:  E vi chiamate?

CRESCENZA:  Crescenza Sciosciammocca.

GIULIA:  Ah voi siete la zia, e perché Felice non ci ha presentate?

CRESCENZA:  Sono arrivata all’improvviso perché voglio mettere un annuncio sul giornale per vendere una casa al mio paese.

GIULIA:  Uh! Guarda la combinazione, io dopo il matrimonio ho intenzione di ritirarmi in campagna.

CRESCENZA:  Quale più bella occasione allora. Prezzo dolce, 4 camere, cantina, stalla, giardino fruttifero, 10 minuti dalla stazione, non manca niente…perfino il cimitero è una bellezza…fa venire voglia di morire…..là ho interrati tre miei mariti.

ALFREDO: (entra e poi rientra in quinta) Zia Crescenza!.

                                                            S C E N A  S E T T I M A

FELICE:  Zia Crescenza!

GIULIA:  E  i guanti?

FELICE:  Già ..i guanti…eccoli qua.

GIULIA:  Grazie.

CRESCENZA:  Che cos’è. ti vedo confuso, che hai?

FELICE:  No..è…vi siete svegliata?

CRESCENZA: Svegliata? Certo, quando ti sei alzato tu.

GIULIA: Davvero, ma che hai Felì?

FELICE:  Che cosa curiosa,… pare che voi zia, non siete come al solito….state russando….gli occhi si chiudono.

CRESCENZA: (spalancando gli occhi) Ma..!!

FELICE:  Certo, voi avete sonno, andatevi a coricare.

GIULIA:  Certo qualcosa è successo, Felice.

FELICE:  No, e che è successo, ho un po’ corso per trovare i guanti…

GIULIA:  Questo ragazzo vi vuole bene.

CRESCENZA:  Mai tanto.

FELICE:  Oh!

CRESCENZA:  Questo è un cattivo soggetto.

GIULIA:  Certo è giovane, ma ora pigliando moglie…

CRESCENZA:  E chi volete che gli affidi una figlia….parola d’onore, è tanto capace di fare il marito, quanto l’imperatore in Cina.

FELICE: Non le date retta…guardate come le piace di divertirsi…e come è capace di fingere….e scherza…scherza e balla con me…(Felice e Crescenza ballano e ridono forzatamente)

GIULIA:  Io voglio sapere.

FELICE:  Su, su, non perdete più tempo, fra poco arriva il prete, e voi non vi siete ancora vestita come si deve.

GIULIA: Ci penso io a questo…Tu giura!

FELICE: Tutto quello che volete, ma non perdete tempo.( tra sé) io mo crepo, io mo crepo.  Zia Crescenza entrate qua, potete dormire un po’.

CRESCENZA:  Sai che ho venduto la casa?

FELICE: Mi fa piacere:

CRESCENZA: Se l’è comprata Donna Giulia.

FELICE: (tra sé) Solo questo ci mancava

CRESCENZA:.. Così ho pensato di portarti con me al paese, così mi dai una mano a sistemare tutto prima della vendita.

FELICE:  (saltando) Io!

CRESCENZA:  Stasera ce ne andiamo.

FELICE:  Ma….

CRESCENZA :  Tanto tu dopo il matrimonio che devi fare.

FELICE:  Beh!

CRESCENZA:  Se io mi sacrifico per te, tu per me qualcosa devi fare.

                                                           S C E N A   O T T A V A

FELICE:  Non mi salverò più….addio eredità.(vedendo Alfredo si butta nelle sue braccia) Sono morto!

ALFREDO:  Che è successo:

FELICE:  La zia è qua……e il sonnifero?

ALFREDO:  Doveva essere sfiatato.

FELICE:  Mi vuole portare al paese.

ALFREDO:  Vacci!

FELICE:…..La prima notte di nozze?

ALFREDO:  Tua zia crede che Errichetta me la sposo io,…fa in modo che ci inviti  la prima settimana.

FELICE:  E mia suocera?

ALFREDO :  Anche lei.

FELICE: ..Tanto più che vuole comprare la casa di zia Crescenza.

ALFREDO:  Davvero? Benissimo.

FELICE: Ma entrando in amicizia sapranno la verità.

ALFREDO: Ma noi discrediteremo tanto la casa che l’acquisto salterà…..và. chiama tua zia.

FELICE:  Vado….mi sento la testa così pesante….

ALFREDO:  A proposito, si deve invitare, anche Teresina.

FELICE:  (stupefatto) pure Teresina?

ALFREDO:  Certo. Tua suocera mi deve vedere con mia moglie o quella che crede sia lei.

FELICE:  Già…va bene…faccio invitare anche Teresina….mamma mia siamo in un vero labirinto.

ALFREDO:  Proprio un labirinto.

                                                         S C E N A   N O N A

EMMA:  Stare solo signore?

ALFREDO: Yes!

EMMA:  Saputo che mio padre vuole maritarmi ad uomo qualunque. Volete maritarvi con me signore Alfredo?

ALFREDO:  (tra sé) Questa  mi crede scapolo….ma in effetti lo sono ancora.

EMMA: Tacere vostra bocca?….Come trovare voi mia figura?

ALFREDO:  (prendendole il dizionario e mostrandole la parola) La trovo amabilissima.

EMMA:  (senza guardare) Già capito….quando riguardare amore donne capire in qualunque lingua….prima cosa fatte spiegarmi mio professore state parole amorose.(sciogliendosi i capelli) Come trovare miei capelli?…tastare…tastare…

ALFREDO:  Belli..lunghi..una seta..

EMMA: Tutti miei…non di parrucchiere…e i denti…guardate.

ALFREDO:  Bianchissimi.

EMMA:  Non mancare nessuno…nessuno finto…

ALFREDO: Li vedo.

EMMA:  Come sembrare mio petto?

ALFREDO: (avanzando la mano che EMMA scosta subito) Ma..

EMMA: Non sorprendere, ma contentare vero?

ALFREDO:  Sì, proprio!

EMMA.  Montare cavallo, ballare, pattinare, correre velocipede, shermire, nuotare, suonare, cantare, sparare…voi simpatico a me, io simpatica a voi…sposiamo.

ALFREDO:  Sicuro spos…..

EMMA: Lasciare tempo riflettere fino a domani……se domani io non sapere…cercare altro.

ALFREDO: No, io rifletterò. (Ema va via)

                                                          S C E N A   D E C I M A

ALFREDO:  Questa Emma non mi dispiace (a Felice) Hai fatto?

FELICE:  (mezzo inebetito) Sì…. Non so se mia zia ha capito bene..mi ha detto invita chi vuoi tu……appena sono entrato stava invitando tua zia e gli inglesi.

ALFREDO:  Oddio, ha invitato mia zia?….Mo si deve invitare  Rachele e la figlia….Matilde per mia zia è mia moglie.

FELICE:  Io non so che mi sento…gli occhi mi si chiudono… voglio..dormire…..io dormo (cade sul divano)

ALFREDO: (disperato) Ho sbagliato bicchiere!

FELICE:  (saltando) Ho bevuto quello di mia zia?

ALFREDO:  Caffè, devi bere molto caffè.

FELICE:  Mamma mia!  Mamma mia.

                                                      S C E N A   U N D I C E S I M A

ALFREDO:  Che matassa imbrogliata! (guardando l’orologio) E’ ora! Mi deve raccomandare alle donne…Signore e signorine venite se  non vi dispiace( escono Teresina, Matilde, Rachele, Emma) Voi avete capito tutto quello che dovete fare?

RACHELE:  Ma almeno spiegateci.

ALFREDO:  Non vi posso dire niente…fate solo quello che vi ho detto. (ad Emma) Voi..qua….ed ognivolta che….

EMMA: Capito tutto.(mettendogli la mano sulle labbra)

ALFREDO:  Guardate me quando vi faccio segno.

TUTTE:  Sì

                                                           S C E N A   D O D I C E S I M A

PRETE: (Entrando)  Buon giorno a tutti.

TUTTI: Ben arrivato signor parroco.

PRETE: Allora sono pronti gli sposini?

GIULIA:  Povera figlia mia! Povera figlia mia! (piangendo ed abbracciandola)

FELICE: (ad Alfredo)   Come facciamo adesso?.

ALFREDO:  Zitto! Se la cosa va come dico io, tua zia non saprà chi di noi due si sposa.

PRETE:  Silenzio!

TUTTI: Zitto!

FELICE: Mò viene l’imbroglio!

GIULIA:  Figlia mia!

PRETE:  Silenzio!

TUTTI: Zitta!

PRETE:  Alzatevi! (tutti si alzano) Sentite gli articoli che riguardano i doveri ed i diritti dei coniugi.

GIULIA:  Senti bene, figlia mia.

PRETE:  Silenzio!

TUTTI:  Zitta!

PRETE:  Sedete!

CRESCENZA:  Questo pare checomanda l’esercito…alzatevi, sedetevi….

PRETE:  Gli sposi si devono fedeltà, soccorso, ed assistenza reciproca.

CRESCENZA:  Chi più di me lo sa, dopo tre volte……

PRETE:  Silenzio!

TUTTI:  Zitta!

PRETE:  Il marito deve difendere la moglie e questa deve obbedirlo.

GIULIA:  Senti?

PRETE: Silenzio!

TUTTI:  Zitta!

PRETE:  Alzatevi!

CRESCENZA:  Un’altra volta.

ALFREDO: Uhm! Uhm! (appena il prete fa per pronunciare il nome di Felice, Emma  dà dei   forti colpi di tosse e tutte le donne si mettono a gridare “ Viva gli sposi” in modo assordante)

PRETE:  Signor Francesco, Nicola, Felice Sciosciammocca consentite voi…

CRESCENZA:  Ma è  ancora presto!.

ALFONSINA:  Fateci  capire, non si sente niente..

GIULIA:  Non è ancora il momento di cantare….Mamma mia che inferno!

LUDOVICO:  Yes! Yes! Yes!

PRETE :  A prendere per legittima moglie la signorina Luisa Giulia Errichetta  Franchini.

ALFREDO:  ( a Felice) Sì..sì..non dormire.

FELICE:  Sì..sì..(Alfredo fa segno c. s. mentre Felice risponde le donne ripetono c.s.)

CRESCENZA, ALFREDO, GIULIA:  Silenzio! Silenzio!

LUDOVICO: Yes!

PRETE:  Lo sposo ha risposto?

DONNE: Sì!

ALFREDO:  Non dormire, bevi caffè!(tira fuori la bottiglia e beve)

PRETE:  Abbiamo detto… Errichetta Franchini..consentite di prendere per marito il signor Francesco, Nicola Felice Sciosciammocca…

ALFREDO: (appena il prete sta per dire Felice fa segno a Teresina che getta degli urli e tutte le altre gridano anche loro: Che è stato?) Che è successo?

TERESINA: mamma mia una zoccola…com’era grosso…com’era grosso.

GIULIA:  E voi strillate così per un topo.

CRESCENZA: Chissà che mi credevo che era successo!

ALFONSINA: Che fosse andata a fuoco la casa!

PRETE:  Non ho mai assistito ad un inferno simile.

CRESCENZA:  E manco io, quantunque abbia avuto tre mariti…il primo….

PRETE: Aspetto la risposta della fidanzata.

GIULIA:  Mia figlia dice sì.

ERRICHETTA:  Sì mammà.

PRETE: Dovete dire solo sì.

ERRICHETTA:  Solamente sì.

PRETE: In nome di Dio (Al cenno di Alfredo, Teresina fa cadere una gabbia e l’uccello fugge per la scena, le donne lo inseguono con gran rumore, mentre Emma suona il pianoforte ed Alfredo suona fortissimo un campanello) Francesco Nicola, Felice Sciosciammocca e Luisa, Giulia, Errichetta Franchini siete uniti in matrimonio. Silenzio! Che confusione

ALFREDO: (a Felice che è quasi addormentato) Hai visto che tua zia non ha capito niente?

PRETE:  Non resta che firmare.

ALFREDO:  Svegliati e firma, presto.(gettandogli dell’acqua negli occhi)

GIULIA:  Non so come lo vedo a Felice.

ALFREDO:  E’ commosso.

CRESCENZA:  Adesso siete contento, siete  sposato.

ALFREDO:  (tra sé)  E chi aveva pensato a questa (in modo da essere sentito solo da Crescenza)  Felice, stiamo andando al rinfresco, dà tu il braccio a mia moglie per le scale, io accompagno tua zia.

                                                                      ATTO III

                                                                S C E N A   P R I M A

ALFONSINA:  Non capisco, Donna Crescenza, vengo mò dal giardino che m’ha vantato tanto, ha detto che se ne cadeva di frutti…io non ne vedo.

LUDOVICO:  No….

EMMA:   Niente bello, questo giardino, anzi brutto.

ALFONSINA:  Il terreno pare cenere….e dove sta questa fertilità?

EMMA:  Non pensare….andiamo campagna cogliere papaveri, prendere farfalle.

LUDOVICO:  Yes!

ALFONSINA:  Neanche un frutto…..una pigna d’uva.

                                                        S C E N A   S E C O N D A

FELICE:  Ah! Zia Crescenza, che state facendo?

CRESCENZA:  ( facendogli segni) Zitto! (cambia tono)  E tu come hai dormito?

FELICE: Seh! Dormire! Vi pare che si dorme la prima notte di…..

CRESCENZA:  Di che?

FELICE:  …..La prima notte che uno cambia paese, aria…….ma che state facendo.

CRESCENZA:  Non vedi che non c’è manco un filo d’erba, una foglia…..se Donna Giulia la vede così….perciò, prima che si alzino…..lavora un po’…..metti  rami…..un po’ di fiori.

FELICE:  Ma io non ho gusto per queste cose.

CRESCENZA:  Lo sposo non si è ancora svegliato?

FELICE:  Lo sposo?

CRESCENZA:  Alfredo.

FELICE:  Ah!  Sì…..non so…se volete vado a vedere…

CRESCENZA:  No…anzi meglio che stiamo soli, perché ti devo parlare.

FELICE:  Dite.

CRESCENZA:  Ti voglio dare un bella notizia…

FELICE:  E sarebbe la prima..

CRESCENZA:  Forse hai ragione…..sono anni che tu mi scrivi che ti vuoi sposare…. Io non ho mai voluto….ma in verità vedo che questo ti fa soffrire….per cui infelice con la moglie o infelice senza moglie…..ti voglio far sposare.

FELICE:  (con gioia) Come voi volete…

CRESCENZA:  Sì, perché io in effetti non ho il diritto……però non voglio che ti sposi una smorfiosa come la moglie dell’amico tuo.

FELICE:  (tra sé) Caspita! (forte) Zia, ma Errichetta non è una smorfiosa.

CRESCENZA:  Ma vattene, per te ci vuole una forestiera, carica di soldi…..

FELICE:  Chi Emma?

CRESCENZA:  Sì, Emma!

FELICE:  Ecco zia…io non.(tra sé) Ricomincia  a imbrogliarsi la matassa.

CRESCENZA: Poche chiacchiere , fattela piacere, e sposatela, se no non mi vedi più.

FELICE:  La colpa è vostra non è mia. Io mò mi sono abituato alla zitellanza, e voglio restare zitello.

CRESCENZA:  Non mi seccare…io ho detto.

FELICE:  E va bene!(tra sé) Io adesso prendo Errichetta e  vado….questi mi fanno crepare..non c’è la faccio più.(via)

                                                           S C E N A    S E C O N D A

CRESCENZA:  Come vi siete già alzata, dopo la giornata di ieri così faticosa?

TERESINA: Mi piace respirare l’aria della mattina.

CRESCENZA: Vi piace la campagna?

TERESINA:  Ne vado pazza.

CRESCENZA:  Allora questo paese vi piace?

TERESINA:  Eccome!

CRESCENZA:  E questa proprietà?

TERESINA:  Ci starei sempre.(tra sé) Con suo nipote poi…

CRESCENZA:   Non sta che a voi.

TERESINA:  ( tra sé)  Mi volesse sposare a Felice?

CRESCENZA:  Compratevela!

TERESINA:  Che?

CRESCENZA:  La vendo per 35000 franchi.  Parlatane a vostro marito.

TERESINA:  Non ho marito.

CRESCENZA:  (tra sé) Ora sono tre i compratori

                                                         S C E N A    T E R Z A

CRESCENZA:  Donna Giulia, avete passata una bella nottata?

GIULIA:  Non ho potuto chiudere occhio pensando a mia figlia.(piangendo)

CRESCENZA:  Avete dato un’occhiata alla proprietà? Vi piace?

GIULIA:  Sì, ma un po’ cara.

CRESCENZA:  40 mila la trovate cara?

GIULIA:  No, scusate, ieri mi avete detto 30 mila.

CRESCENZA:  No, non è possibile, ci siamo intesi male.

TERESINA:  Scusate una parola.

GIULIA:  Oh signora….

TERESINA:  Voi ricordate quel discorso che facemmo ieri?

GIULIA:  Su vostro marito?  Sicuro..sicuro.

TERESINA:  Beh, dove sta?

GIULIA: Eccolo presente. (mostrando Alfredo che arriva)

TERESINA:  Ah! Era Alfredo!.

                                                     S C E N A   Q U A R T A

TERESINA: Come, sei tu?…E io non lo volevo credere.(teneramente)

ALFREDO: (sbalordito)  Che! …..Come avete detto?

TERESINA: Dico che avevo indovinato che mi volevi bene, ma non ci volevo credere.

ALFREDO: Che vi volevo bene?

TERESINA: Non ne fate più un mistero…..Donna Giulia me l’ha confessato, proprio mentre venivate,  m’ha detto: ecco vostro marito.    Quindi mi sposate.

ALFREDO: (tra sé) Se le parlo chiaro, questa fa uno scandalo! (forte) Va bene, io vi sposo….ma

Teresina mia, questo nostro amore si deve mantenere ancora segreto….perché se zia lo sa da altri e non da me…..

TERESINA: No, io non dico niente….abbracciami.

ALFREDO: Con tutto il cuore! (tra sé) Che labirinto!

                                                    S C E N A   Q U I N T A

ALFONSINA: Oh! Alfredo, buongiorno….e la tua sposina come sta?

ALFREDO: (imbarazzato)   Tra poco la vedrete.

TERESINA: (tra sé) Dunque sa tutto!  (sottovoce ad Alfredo) Perché non mi presenti?

ALFREDO: (piano) No, più tardi, più tardi…..va in giardino, io ti raggiungo.

TERESINA: (piano)  Vado…..sciascione mio!

ALFONSINA: (che avrà girato lo sguardo intorno) Ma è una cosa che non si crede.

LUDOVICO: Yes!

ALFREDO: Che cosa?

ALFONSINA: Noi all’alba siamo passati per il giardino, e non ci stava né una foglia, né un fiore.  Adesso ci sono fiori e frutta.

ALFREDO: Oh, non avete visto bene.

ALFONSINA:  Noi abbiamo guardato.

LUDOVICO: Yes!

 

                                                        S C E N A    S E S T A

RACHELE: (mangiando un cetriolo) Buono!

MATILDE: Apre lo spirito:

ALFREDO: Da dove venite?

RACHELE:  Abbiamo fatto quattro passi e tornando abbiamo colto dei cetrioli….provateli…sono una bellezza.

ALFONSINA: (gustandolo e facendo una smorfia) E’ vero.

LUDOVICO: Yes!

RACHELE: (ad Alfonsina) Venite con me in giardino, dobbiamo parlare di lui.

ALFONSINA: Lui? Chi lui?

RACHELE: L’uomo della testa di scimmia, Ludovico.

ALFONSINA: Ludovì, abbraccia questa bella figlia.

LUDOVICO: Yes!

RACHELE: (fra sé) La chiama figlia, ha detto yes, benedetta testa!

ALFONSINA: (rivolgendosi a Matilde) O piuttosto nipote.

                                           

LUDOVICO: Yes!

MATILDE: (tra sé) Mi chiama nipote.

ALFONSINA: (offre il braccio di Rachele a Ludovico)  Andiamo.

LUDOVICO: Yes!

                                                    S C E N A    S E T T I M A

MATILDE: Allora io non mi sono ingannata, voi mi volete bene?

ALFREDO: Ancora?

MATILDE: Non lo nascondete più, vostra zia mi ha chiamato nipote, dunque mi volete bene e mi volete sposare.

ALFREDO: (imbarazzato fra sé) Se le dico di no…questa mi combina un guaio. (forte) E’ vero…. vi  voglio bene e vi sposerò, ma per qualche tempo ancora deve rimanere un segreto perché….

MATILDE: (interrompendolo)  C’è la testa di scimmia…..

ALFREDO: Proprio!  (tra sé) Non ho capito che avrà voluto dire, ma è lo stesso.

MATILDE: Sto zitta, ma intanto abbracciatemi.

ALFREDO: Volentieri (l’abbraccia e tra sé dice) Che situazione, mamma mia. (dopo che Matilde se ne è andata) No, non può andare avanti così…..la cosa migliore è scappar via, se no io crepo…Oh! Emma! Mi ero dimenticato di lei…la raggiungo e può essere che mi si schiariranno le idee.

                                               S C E N A   O T T A V A

ERRICHETTA: Ma perché dobbiamo andare via, io sto tanto bene qua.

FELICE: Da solo con te Errichetta mia, per dirti quanto ti voglio bene.

ERRICHETTA: E me ne vorrai sempre?

FELICE: Sempre sempre.

CRESCENZA: (vedendo i due) Mio nipote Felice con la moglie del suo amico. (Felice ed Errichetta spariscono con un grido)  Erano abbracciati! E non sono neanche 24 ore che sono sposati…..Oh! che mondo…oh! Che epoca!….Meno male che ho avuto tre mariti e sono morti tutti e tre.

                                                      S C E N A     N O N A

ALFONSINA:  (tra sé) Non riesco a capire cosa vuol dire “testa di scimmia”(vede Crescenza) Oh! Crescenza. Zitta!   Ho scoperto un delitto!  Felice era abbracciato con la moglie di vostro nipote.

ALFONSINA: La moglie di Alfredo?

CRESCENZA: La moglie di Alfredo!

ALFONSINA: Come, ieri si sono sposati.

CRESCENZA:  E che vuol dire.   Io ho avuto tre mariti…..

ALFONSINA: Io non parlo dei mariti vostri….parlo di vostro nipote.

CRESCENZA: Ora lo sistemo io.  Chiamo la sposa e la faccio partire subito con suo marito:.  Non vi muovete da là.

                                                 

                                                  S C E N A    D E C I M A

ALFONSINA:  Povero Alfredo, se lo sapesse!  Ah, Matilde Matilde!

GIULIA: Scusate, avete visto mio genero?

ALFONSINA: Bel mobile vostro genero….Donna Crescenza l’ha sorpreso che s’abbracciava la moglie di mio nipote.

GIULIA: (piangendo) Assassino!  Non sono neanche 24 ore che gli ho dato mia figlia.

ALFONSINA: Poche chiacchiere, troviamo la moglie infedele….e vediamo che c’è da fare.   Io vado di qua  e voi di là (tra sé) Oh! Matilde, Matilde.

GIULIA: Tutto mi potevo credere fuorché Teresina avesse ingannato il marito e con Felice, poi…..Oh! Teresina Teresina! (via)

 

                                                   S C E N A    U N D I C E S I M A

EMMA: Allora dire davvero?

ALFREDO: Davvero…..

EMMA:  Amarmi voi?

ALFREDO: Vi adoro!

EMMA: Amerete tutta eternità?

ALFREDO: (cadendo ai suoi ginocchi) Si, sempre, lo giuro.

EMMA: Non giurate…..Mio paese usare questo per vedere amore (tira fuori un piccolo strumento e glielo mette al cuore) questo contare battiti e giudicare intensità amore.

ALFREDO: Siete certa della sua precisione?

EMMA: Tacere quella bocca! 100, 110, 120 battiti….10 dozzine….voi amarmi

ALFREDO: Si, vi amo (baciandole la mano, In questo momento Crescenza entra con Errichetta, Giulia con Teresina ed Alfonsina con Matilde)

                                                    S C E N A   D O D I C E S I M A

CRESCENZA, ALFONSINA e GIULIA: Che!!

CRESCENZA: Bravo!

ALFONSINA: Anche lui!

GIULIA: Inganna la moglie!

TERESINA e MATILDE: Assassino!

ALFREDO: (tra sé) Tutte e tre le mie mogli! Prosit!

ALFONSINA: Adesso partite subito con vostra moglie!

GIULIA: (a Crescenza) Ma che siete pazza?  Alfredo non è il marito di mia figlia…..Sua moglie è questa (mostrando Teresina)

ALFONSINA: E no! La moglie è questa! (mostrando Matilde)

GIULIA: Che imbroglio è?  Alfredo, spero che almeno voi sappiate di chi siete marito?

ALFONSINA: Questo è un delitto di poligamia.

CRESCENZA:  Parlate!

ALFREDO:  La verità?…..Io non sono ammogliato (guardando Emma)…. ancora.

TERESINA: M’avevi dato la parola.

MATILDE: No, l’aveva data a me.

ALFONSINA: Non capisco.

GIULIA: Sono confusa.

CRESCENZA: Almeno venisse quel delinquente di mio nipote per spiegarci.

                                               S C E N A   T R E D I C E S I M A

FELICE: (abbattuto) C’è poco da spiegare…..lasciate l’eredità a chi volete voi….io mi sono sposato Errichetta.

CRESCENZA: Va bene ti perdono (abbraccia Errichetta)

ALFONSINA: E tu non sei….

ALFREDO: Ammogliato?   Non ancora…..ma vorrei esserlo con Emma.

LUDOVICO: Yes!

TERESINA e MATILDE: E noi?

                                                         S C E N A   U L T I M A

RACHELE:  (con una testa di scimmia tra le braccia) L’ho trovata!

TUTTI: Che cosa?

CRESCENZA: Ah! Se vi serve pigliatevela.  L’ho trovata da un rigattiere una decina d’anni fa.

RACHELE: (a Lusovico) Non era la vostra?

LUDOVICO: No!

RACHELE: (accasciata a Matilde) Figlia mia, di tuo padre non mi resta che questa.

CRESCENZA: La colazione è pronta:

TUTTI: Andiamo a festeggiare.

LUDOVICO: Yes!

ALFREDO: Felice, a dirti la verità non so come siamo usciti da questo labirinto.

FELICE: Io ne ero certo perché ho una stella che mi protegge e la vuoi vedere?…..Eccola (indicando il pubblico)

                                                                F  I  N  E

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                                           UNA   MATASSA   IMBROGLIATA

COMMEDIA IN TRE ATTI DA E. SCARPETTA: Adattamento di Giulio Carlotto Farnese

 PERSONAGGI

DON FELICE SCIOSCIAMMOCCA: Pittore, in procinto di sposare Errichetta

ALFREDO: Amico di Felice, avvocato

RACHELE: Portiera nel palazzo in cui abita don Felice

MATILDE: Figlia di Matilde, giovane, carina

TERESINA: Modista, già fidanzata con don Felice

GIULIA: Suocera di don Felice, madre di Errichetta

ALFONSINA: Zia di Alfredo che sopraggiunge dal Canada

LUDOVICO: Amico di Alfonsina arrivato con lei

EMMA: Figlia di Ludovico arrivata anch’essa dal Canada

CRESCENZA: Zia di Don Felice che arriva dalla campagna (non sa del matrimonio)

ERRICHETTA: Figlia di Giulia e imminente sposa di don Felice

PRETE: Celebra il matrimonio di don Felice con Errichetta