UNA STORIA DA BARBONI
COMMEDIA IN DUE ATTI
Autore
CAMILLO VITTICI
c.vitt@libero.it
Iscrizione S.I.A.E. N.118123
(In caso di traduzione dialettale si prega di specificare alla SIAE il titolo originale dell'opera)
PERSONAGGI
PURISSIMA
BIGIO
CECCO
ODILIA
CHICCO
MARIETTA
TONIO
BEPPO
LUISA
CAPITANO
La storia si svolge in
ATTO PRIMO
In un giardino pubblico
ATTO SECONDO
In una baracca
La storia
In una compagnia di barboni da strada capita un ragazzino fuggito dall'orfanatrofio per ritrovare la madre. Viene calorosamente adottato dal gruppo e ospitato nella baracca della Purissima, una vecchia battona che gli farà da madre. Il lieto fine è ovvio…
PRIMO ATTO
(Un paio di panchine in un parco pubblico. Tutti i protagonisti sono dimessamente vestiti)
BIGIO: Ahh! Ho dormito proprio bene 'stanotte. Non ho nemmeno sentito le sirene delle ambulanze. Mettiamo bene apposto la copertina… e mettiamo al loro posto i cuscini. (Sistema il tutto in una sacca) Ecco, il letto è rifatto. Ora diamo una bella spolverata ai mobili… (Con uno straccetto spolvera la panchina) E adesso un po' di ginnastica per tenere in forma le ossa… (Accenna ad alcuni goffi movimenti ginnici) Ora siamo pronti per un altro giorno. (Guardando in alto) Son tre giorni che non si sente il Bagolo. Da quando quel gattaccio rosso l'ha preso di mira se n'è andato. Brutto schifoso d'un gatto! E pensare che il Bagolo cantava così bene… Era lui che mi svegliava al mattino. Ciòp… ciòp… ciòp. Toglievo dalla tasca mezzo panino che mi ero preso alla Charitas e lui veniva giù e lo beccava in quattro e quattr'otto. A meno che non si sia fatto la morosa... Ma tanto, prima o poi, verrà ancora a trovarmi.
CECCO: (Svegliandosi sull'altra panchina) Vuoi smettere di brontolare, pentola di fagioli? Se ti va di parlare da solo almeno allontanati dalla mia camera. O credi di essere solo tu il padrone del …condominio? Sarà possibile che uno non possa starsene a letto finchè ne ha voglia? O devo appendere il cartello: "Not disturb"? Ah, ricordami che devo fare una telefonata al sindaco perché hanno cambiato la lampada del lampione e mi dà un tremendo fastidio agli occhi.
BIGIO: Cecco, il Bagolo è sparito. Non lo sento cantare 'stamattina.
CECCO: Allora, più che Bagolo è bigolo perché non troverà più la colazione pronta al mattino. Magari il Bagolo è andato a donne; dopo tutto gli uccelli sono i primi a sentire la primavera e avrà adocchiato una bella merla e, prima o poi, vedrai che arriverà ancora, magari con una …Bagolina e tanti bei Bagolini, tutti neri come lui.
BIGIO: Io, però, non vorrei che a farlo scappare o a farlo secco fosse stato il tuo Borlino.
CECCO: Tu, bello, guarda bene che il mio gatto è un gatto nobile! Lui, quando ha fame, va solo dal macellaio. Si nasconde accanto al bidone della carne di scarto e si serve da solo. Un giorno il pollo, un giorno il vitello e un giorno la trippa. Non crederai che si accontenti di un uccello spelacchiato come il tuo Bagolo!
BIGIO: Perché, cosa vorresti insinuare a proposito del mio Bagolo? Guarda che lui ha tutte le sue piume apposto e si fa il bagno tutte le mattine all'alba nella fontanella. Va bene così?! Chiaro?!
CECCO: Bigio, ostrega, ho un dolore proprio qui dietro la schiena. Deve essere un reumo o qualche cordone incrociato… Cosa dici, che sia la primavera?
BIGIO: Veramente, Cecco, più che la primavera sono le primavere… Per me tu devi avere la cervicale dappertutto. Dopo tutto è normale per noi alzarci al mattino con le ossa tutte arrugginite. Capirai, dormiamo sempre con le …finestre aperte. E quando piove? Cosa credi, che il cellophan la porti via l'umidità? Anche a me, se lo vuoi sapere, fa male il collo.
CECCO: Non lo dubito davvero. A forza di tenere le scarpe legate al collo… Ma si può sapere perché le tieni in quel modo?
BIGIO: Da quando, mentre dormivo, m'hanno fregato quelle del mese scorso. Sono andato a letto con le scarpe ai piedi e al mattino non c'erano più. Sparite! Qualcuno, brutto rospo schifoso, me le ha fregate! Adesso, però, non me le fregano più. Ho messo l'antifurto. Se qualcuno me le vuol rubare dovrà prima strangolarmi. Beh, adesso me le metto. Ah! Ora capisco perché sento i piedi bagnati… guarda, c'è un buco nella suola.
CECCO: E mettici anche tu del cartone come faccio io.
BIGIO: Certo che doveva proprio essere un morto di fame quello che le indossava prima di me. L'altra, invece, quella a sinistra, è nuova di zecca.
CECCO: Chi te l'ha data?
BIGIO: E' un negoziante in fondo alla strada che ogni tanto fa le opere buone per mettere apposto la coscienza. Vedi, quando uno al quale hanno tagliato una gamba le va a comprare, siccome ne compera una sola, la scarpa che avanza la regala a me. Adesso aspetto che arrivi uno senza la gamba destra e io sono apposto. Tu piuttosto, vedo che sei diventato un ultrà dell'Atalanta (O si accenni alla squadra locale) con quella sciarpa lì.
CECCO: Sì, ciao, l'ho trovata la settimana scorsa in un bidone dell'immondizia. Me la son presa perché la domenica, dopo la partita, quando mi vedono a chiedere l'elemosina, magari si lasciano scappare qualche mille lire in più. L'ultima volta, però, le ho prese di santa ragione, di quei sganassoni che non ti dico com'eran duri.
BIGIO: Infatti si vede che hai un bel cerotto in testa. Cos'hai combinato?
CECCO: Sono usciti per primi i tifosi del Napoli e, siccome avevano perso, come mi hanno visto al collo la sciarpa dell'Atalanta, mi hanno dato tante di quelle legnate, quei disgraziati schifosi…
BIGIO: Anche il nostro amico Saponetta la settimana scorsa ha preso un sacco di sberloni da un tale che era in macchina dietro di lui. Il Saponetta era in bicicletta e doveva curvare a sinistra. Lo sai bene che gli mancano due dita in mezzo alla mano. Nel segnalare che avrebbe curvato ha messo fuori il braccio. Quello dietro non si crede che gli voglia fare le corna? Madonna del Rosario quante botte gli ha suonato… E' diventato così nero che quando è arrivato qui l'ho scambiato per un marocchino extracomunitario. Ecco, le scarpe sono apposto. Ora mi metto la giacca perché devo essere elegante come un modello di Rocco Balocco.
CECCO: Si può sapere dove devi andare?
BIGIO: Deve terminare il restauro dei quadri della Chiesa di San Faustino. Il prevosto mi ha detto che ho delle manine d'oro per fare quelle cose e domani è giorno di paga. Per cui domani sera solenne sbronza per tutti! E tu che fai oggi?
CECCO: Do una mano alle Suore Poverelle a sistemare i bidoni dell'immondizia. Mah, si chiameranno anche poverelle, ma fra me e loro non so chi è il più povero. Ma non mi lamento, un pane e un piatto di minestra non mancano mai.
PURISSIMA: (Entra
declamando) La donzelletta vien dalla campagna col fascio in spalle…
BIGIO: Arriva la vispa Teresa…
CECCO: Eccola l'eterna primavera…
PURISSIMA: Ciao ragazzi, come la vi va la vita? Ciao Bigio, gran pittor dei muri delle chiese. Ciao Cecco, principe delle pattumiere. Eccoli i miei pupilli, la luce dei miei occhi furbetti, uomini tenebrosi e affascinanti.
BIGIO: Ciao Purissima, principessa dei marciapiedi. Sei allegra stamattina. Ti sono andati bene gli affari allora…
PURISSIMA: Quando un uomo mi vede, inverso a me procede, se ha bisogno d’amore, gli dono tutto il cuore.
BIGIO: Solo il cuore o qualcos'altro?
PURISSIMA: La Purissima è ancora sulla frontiera cari i miei ragazzi ed è davvero l'eterna primavera.
CECCO: Purissima, vieni giù dalla pianta. Più che di primavera sarebbe meglio che tu parlassi di primavere, di tutte quelle che hai sulla gobba. Io non so come tu faccia a trovare ancora clienti alla tua età. È ora che ti metta in pensione, cara la mia principessa del marciapiede.
BIGIO: Come minimo i tuoi clienti devono essere qualche vecchietto di qualche ricovero che ogni tanto hanno ancora una fiammata nel carburatore...
CECCO: Magari si prendono quella pastiglia che hanno inventato in America.
BIGIO: E cosa fa quella pastiglia di?
CECCO: Ai presenti Bigio la littorina? Quando tu prendi quella pastiglia lì corri così in fretta che non vedi più nemmeno i binari. Pensa che ho letto sul giornale che un americano stava facendo i gradini della torre di Pisa e gli è caduta dalla tasca una di quelle pillole lì. È talmente potente che, come ha toccato terra, non s'è raddrizzata la torre?
PURISSIMA: Smettetela balordi. Stamattina, per esempio è venuto da me un capitano dell'esercito e ti assicuro che non era vecchio, una persona fine ed educata, e mi fa: "Signorina, accetta la mia compagnia per 100.000 lire?". Io, che 100.000 lire non le ho mai viste tutte insieme, gli dico: "Anche subito, favorisca". E lui allora si gira dall'altra parte e si mette urlare: "Compagnia, avanti màrc". Non mi sono trovata lì tutta una compagnia di alpini? E non è finita. Sempre a proposito di 100.000 lire , più tardi viene lì uno e mi chiede se con 100.000 lire sono disposta a fargli tutto. Io gli dico subito di sì. Non mi ha chiesto di andare a pitturargli la casa?...
CECCO: Certo che ti sei scelta davvero un bel mestiere...
PURISSIMA: Cosa dici mai, piccolo uomo meschino e depravato. Guarda che il mio non è un mestiere, ma una professione, la più antica del mondo.
CECCO: Infatti la prima a cominciarla di essere proprio stata tu.
PURISSIMA: Guarda che anche la Maddalena faceva il mio mestiere...
BIGIO: Infatti, il Signore li diceva sempre: "Maddalena, sei su una cattiva strada". E sa il lei cosa gli rispondeva? "Per forza, non passa mai nessuno di qua...".
PURISSIMA: Però quando uno di voi ha voglia di un caffè o di una brioche, chi gliela compera? La Purissima. Quando uno di voi ha il male di schiena, chi gli compera la pomata che scalda? La Purissima. E quando avete bisogno di una copertina per coprirvi d'inverno, chi ve la porta? Sempre la Purissima. E con quali soldi? Con quelli del suo onesto e onorato lavoro.
CECCO: E come sono andati gli incassi stanotte?
PURISSIMA: Benissimo, una pioggia di monete d'oro.
BIGIO: Ha parlato Paperon dé Paperona.
CECCO: E quanto hai preso?
PURISSIMA: Ventimila e cinquecento lire.
BIGIO: Ma chi ti ha dato le cinquecento?
PURISSIMA: Tutti!
CECCO: Questo è l'esempio più chiaro di quella che è la svalutazione in Italia.
PURISSIMA: Ad ogni modo, 10.000 oggi, 20.000 domani, io, intanto, sono l'unica possidente di tutti voi barboni.
BIGIO: Ha parlato la principessa Maria Stuarda Strapelata!
PURISSIMA: Perché? Vorreste dire che io non ho una casa?
CECCO: Se hai il coraggio di chiamarla casa quella baracca in parte ai binari del treno...
PURISSIMA: Guarda che a me il treno non da fastidio. Anzi, posso anche fare a meno di comperare la sveglia perché so sempre esattamente che ora è. Il diretto delle sei e venti, l'accelerato dalle 8.30, la littorina delle 12.15...
CECCO: Se decidi di cambiare mestiere potresti andare alla stazione a fare l'impiegata agli arrivi e partenze.
PURISSIMA: Certo, quando passa il Pendolino delle 6.40 la casa trema tutta e le assi scricchiolano in un modo osceno. E' per quello che mi preparo il tè dieci minuti prima, altrimenti va tutto per aria, tazzine e cucchiaini.
CECCO: Ha parlato la regina d'Inghilterra! Hai capito Bigio? Noi beviamo i bianchini e la nobildonna beve il tè.
PURISSIMA: Guardate che io sono stata abituata in un ambiente fine e signorile e da giovane, insomma, qualche annetto fa, ho fatto anche del teatro.
CECCO: Anch'io ho fatto del teatro una volta.
BIGIO: E cosa facevi, il protagonista?
CECCO: No, quello no, ma era una parte forte. Facevo il tiranno.
PURISSIMA: Attila? Ulderico? Konad il barbaro?
CECCO: No, il tiranno, insomma, quello che tirava le tende...
PURISSIMA: Smettetela balordi. Prendete quello che la Purissima vi ha portato per colazione. Il pane e la mortadella per il Cecco e pane di gongorzola per il Bigio. Questo per dimostrarvi che, anche se mi dite di andare in pensione, con il mio lavoro mangiate anche voi. Ti piace Cecco?
CECCO: Non è cattivo... peccato che una mortadella così buona non senta di niente.
PURISSIMA: E il tuo gongorzola Bigio?
BIGIO: Mi sembra quando il Cecco si spoglia le scarpe la sera. Vieni qua Purissima. Vieni nella mia casa. Per ora è solo un monolocale con poco mobilio, insomma, per tenerla corta, solo con una poltrona a una piazza. (La tira in disparte). Hai saputo nulla Purissima?
PURISSIMA: No, Bigio. Ormai non ho più nemmeno una speranza di trovarla. Ormai sono troppi gli anni che non la vedo. Questure, tribunali, carabinieri, polizia e la risposta è sempre la stessa... "La persona in oggetto è da dichiarare definitivamente scomparsa". E pensare che la mia Luisa era una ragazza con la testa sulle spalle. Va a sapere cosa salta in mente ai giovani... Ma io non smetterò mai di cercarla, cosa credi, che il mio mestiere lo faccia con piacere? Credi forse che non mi facciano schifo certi uomini che mi vengono vicino? Bisogna averne di stomaco per andare con certa gente... Qualcuno puzza come capre, altri hanno il fiato schifoso, altri hanno le piattole... I soldi che tiro assieme sono per pagare gli investigatori perché la trovino e ti assicuro che costano molto cari.
BIGIO: E quanti anni avrebbe ora tua figlia?
PURISSIMA: Trentatre, come quelli del Signore e spero proprio che mi dia una mano...
BIGIO: Tieni duro Purissima. Chissà che un giorno o l'altro... La speranza e l'ultima a morire...
PURISSIMA: Ma non vorrei che fossi io a morire prima. Sapessi Bigio che parte che magone mi viene quando penso a quella ragazza...
ODILIA: (Entrando). Guardali qui i miei amici e la mia amica Purissima. Siete ancora gli stessi di quando vi ho visto l'ultima volta. Quanto sarà che non ci vediamo?
BIGIO: Ma se ci siamo visti ieri sera prima di ritirarci nelle nostre stanze? Mi sembra, Odilia, che la tua memoria stia facendo acqua da tutti i buchi che hai. Dove hai dormito questa notte?
ODILIA: Come al solito, al Grand Hotel del dormitorio pubblico. Non è proprio una stanza singola perché eravamo in trentaquattro, ma ci sono tutte le comodità e anche la prima colazione
CECCO: Ma dove vai a trovare i soldi per permetterti una residenza così principesca?
ODILIA: Guarda che io mi arrangio a fare tutto. Io sono come una pila...
BIGIO: Una pila?
ODILIA: Sì, come una pila... ho sempre un lato positivo
BIGIO: E quale sarebbe questo lato positivo?
ODILIA: Il fatto di essere una donna di cultura. Tutte le mattine, quando esco dal mio Grand Hotel, rovisto in tutti i cestini della carta, tiro fuori tutti i giornali e fino a mezzogiorno leggo le notizie. E anche gli annunci economici e lì trovo sempre qualcosa da fare.
PURISSIMA: Io i giornali non li leggo mai, scrivono tante di quelle stupidaggini...
ODILIA: Invece non è affatto vero. Certo, bisogna leggere soltanto le notizie interessanti. Guarda quanti titoli. Sedetevi che vi istruisco. Pronti? “Bomba esplode al cimitero. Tutti morti”. “Mamma picchia il figlio con ferro da stiro perchè aveva preso una brutta piega”. “ Fabbrica di carta igienica andata a rotoli”. “Giovane si schianta contro lampione. Spenti entrambi”. “Ragazza violentata. La Polizia ha in mano l'arma del delitto”. “Due scozzesi al mare scommettono un milione di lire per chi rimane più a lungo sott'acqua. I corpi sono stati ripescati ieri”. “Grave incidente d'auto: perde il braccio destro. La polisia indaga sul sinistro”. “Fratellini uccidono i genitori per partecipare alla gita degli orfani”. Però gli annunci economici sono ancora migliori. Ascoltate: “Cieco occhio destro cerca cieco occhio sinistro per scambio di vedute”. “Scambio vecchia nonna ottantenne con quattro nipotine ventenni”. “Uomo amputato gamba destra cerca uomo amputato gamba sinistra per fare due passi”. “Trattoria cerca vecchietto con mano tremolante per spargere formaggio all'ora dei pasti”. “Monco mano destra conoscerebbe monco mano sinistra per comprare guanti insieme”.
BIGIO: Ah certo, se tutti facessero così non ci sarebbe più nessuno che mi regala le scarpe
TONIO E BEPPO: (Entrano cantando una canzone da ubriachi)
BIGIO: Guarda che sono ancora qui questi due. Sempre ubriachi dalla mattina alla sera
BEPPO: E bravo il mio amico Tonio. Tu sì che sei davvero un amico. Grazie. Grazie tante di avermi riaccompagnato a casa. Questa sera deve essermi andata giù una gazzosa di più...
CECCO: Chiamala gazzosa...
TONIO: Ma no, cosa dici Cecco, era solo acqua le levissima, purissima, fortissima...
BEPPO: Ecco il perché mi bruciava lo stomaco...
BIGIO: Per forza, sarà stata di 40 gradi...
BEPPO: Però, Tonio, mi sembra che tu non stia molto sicuro sulle gambe. Sarà meglio che io adesso ti accompagni alla tua casa.
TONIO: Grazie. Grazie Beppo. Tu sì che sei un amico. Quella gazzosa deve avermi preso la testa. Però non riesco a capire una cosa...
BEPPO: Dillo al Beppo che lui è come un sillabario.
TONIO: Io vorrei sapere perché quando bevo l'acqua e vado a ... versare l'acqua, quella esce chiara e quando bevo il vino, che è rosso, esce chiara lo stesso. Ma si può sapere dove va a finire il vino?
BEPPO: Questo sul sillabario non c'è... Ci penserò mentre ti accompagno a casa tua. Certo però che tu Tonio dovresti bere di meno. Non sei mai stato dal dottore?
TONIO: Da quando hanno messo il tik alle medicine l'ho fatta anche i farmacisti. Però da giovane una volta ci sono stato e lui, quel cavolo di quel dottore, mi ha detto di smettere di bere altrimenti non sarei campato molto. Invece aveva torto marcio perché io non lo ho ascoltato e sono campato fino ad oggi e guarda che fisico che io... Quanti anni mi dai Bigio?
BIGIO: Ma, almeno 60.
TONIO: Veramente ne ho solo quarantadue... Sono della classe...
CECCO: Degli asini!
TONIO: Guarda che io ho fatto il soldato...
BIGIO: Non lo metto in dubbio... Negli alpini.
CECCO: Quelli, quando bevono, non ne hanno abbastanza di una botte di vino ciascuno.
TONIO: Certo, sono stato negli alpini. Quelli sì che erano amici... Pensa che quando sono venuto a casa tutte le sere andavo all'osteria e ordinavo tre calici di vino.
BEPPO: Perché tre calici? Non potevi ordinarne una quartino?
TONIO: No, invece. Perché era una promessa solenne che ci eravamo fatti a vicenda fra me, il Bortolo e il Piero, di continuare ancora a bere in compagnia, come se fossimo stati ancora assieme.
PURISSIMA: Spirito cameratesco allora...
BIGIO: No, spirito di… vino.
TONIO: Una sera, però, sono andato all'osteria e ho ordinato solo due calici...
ODILIA: Perché Tonio, era morto uno dei tuoi amici?
TONIO: No Odilia. Il giorno prima sono andato dal dottore e mi ha trovato il mal di fegato e mi ha detto che io non dovevo più bere...
BEPPO: Meno male che adesso bevi ancora, altrimenti come avrebbe fatto il tuo amico Beppo a bere da solo e trovare da solo la strada per ritornare a casa?
TONIO: Andiamo allora Beppo. Tu vieni con me che io sono la stella cometa del tuo cammino. (Escono cantando lo stesso motivo)
ODILIA: Veramente hanno già fatto la stessa strada tre o quattro volte. La processione durerà, come al solito, fino a domani mattina.
MARIETTA: (Entra con Chicco). Guardali qua i quattro dell'Ave Maria. Ciao Bigio, ciao Cecco, ciao Purissima, ciao Odilia.
PURISSIMA: Ciao Marietta. Ti sei messa a fare la baby sitter? Guadagni bene?
BIGIO: Chi è quel ragazzino che è con te?
MARIETTA: L'ha portato la cicogna.
CECCO: Doveva essere grossa per portarlo così grande.
MARIETTA: Allora è nato sotto una verza.
PURISSIMA: Madonna se è bello! Come ti chiami bel ragazzo?
CHICCO: Francesco, ma tutti mi chiamano Chicco.
CECCO: A me sembra il nome di un cagnolino.
ODILIA: No, invece, è un bel nome. A me piace.
PURISSIMA: Ma si può sapere dove l'hai raccattato?
MARIETTA: Lo sai che al martedì e al giovedì vado a scopare la Chiesa di San Faustino per via che il Prevosto poi mi mette nelle mani una cartella da 10.000. Sto dando una mano di cera al confessionale e vedo che dallo sportello esce un paio di gambe. All'inizio mi sono un po' spaventata, ma, dopo aver guardato meglio, mi accorgo che, attaccata alle gambe… c'è una pancia, attaccato alla pancia c'è un torace e attaccate al torace ci sono due braccia e una testa. Per tenerla corta era il Chicco che si era addormentato lì al buio e al caldo. È vero Chicco?
CHICCO: È vero zia Marietta.
MARIETTA: Avete sentito? Sono già diventata la zia Marietta.
TONIO E BEPPO: (Ritornano cantando la stessa canzone)
TONIO: Fatto sta che con la mia morosa, la Rebecca, sono una furia scatenata. Hai presente il sifone?
BEPPO: Quale? Quello del lavandino?
TONIO: No, quello dell'America. Quando passa quello fa una strage. No, non è il sifone...
BEPPO: Vorrai dire il tifone, Tonio.
TONIO: Proprio quello Beppo. Ecco, con la Rebecca sono un tifone. Al mattino una volta, tanto per incominciare la giornata, a mezzogiorno un'altra per farmi venire appetito, dopo pranzo un'altra per digerire...
BEPPO: Per digerire che cosa se mangi soltanto le quattro mele che trovi nel bidone della spazzatura...
TONIO: Zitto che mi confondi... Alle quattro incomincio daccapo...
BEPPO: Ma dimmi un po' Tonio, da quant'è che tieni questo ritmo con la Rebecca?
TONIO: Incomincio lunedì!
BEPPO: Io invece a fare l'amore ho sempre usato il metodo M.S.
TONIO: Il metodo M.S.? Questo non l'ho mai sentito. Si può sapere cos'è?
BEPPO: Dai 20 ai quarant'anni M.S... Mattina e sera. Dai 40 ai 50 M.S... Martedì e sabato. Dai 50 ai 60 M.S... Marzo e settembre e dopo i 60 M.S... mortacci sui!
TONIO: Io invece, se voglio, lo faccio quasi tutti i giorni.
BEPPO: Quasi tutti i giorni?
TONIO: Sì, quasi tutti i giorni: quasi il lunedì, quasi il martedì, quasi il mercoledì...
BEPPO: È la vita, Tonio!
TONIO: Più che la vita è l'età, Beppo! Ad ogni modo, adesso che siamo arrivati, il tuo amico Tonio di riaccompagna alla tua casa perché quando tu bevi non sei più capace di trovare la strada. Qual'è l'indirizzo?
BEPPO: Panchina n. 26, quella verniciata di verde.
TONIO: Andiamo allora (Se ne vanno cantando)
ODILIA: Per me quei due lì diventano ubriachi anche con l'acqua della fontana.
CECCO: Ascolta Chicco, si può sapere cosa stavi facendo nel confessionale?
CHICCO: Dormivo.
BIGIO: Questo l'avevamo capito. Ma tu non l'hai una casa?
CHICCO: Certo che l'ho! È grande come un palazzo.
ODILIA: Beato te. Magari io avessi almeno una baracca con il tetto di lamiera sulla testa...
CHICCO: Anche un giardino con dentro 100 piante, 100 cespugli e un prato grande come un campo di pallone.
PURISSIMA: Tra un po' dovremo chiamarti "signorino".
BIGIO: Allora un letto ce l'hai a casa tua...
CHICCO: Almeno 100.
CECCO: 100 letti? Tutti assieme?
CHICCO: No, non 100 tutti assieme, ma 30 per stanza.
BIGIO: Ma in quanti siete in famiglia?
CHICCO: In 100.
BIGIO: Per me questo qui si diverte a tirarci in giro...
PURISSIMA: Io forse ho capito. Non è per caso che tu stavi in un...
CHICCO: Brava signora, stavo proprio in un orfanotrofio.
ODILIA: Adesso capito: 100 piante, 100 cespugli, 100 letti...
CECCO: Allora vuol dire che sei scappato!
CHICCO: Scappato forse no, sono andato via e basta.
BIGIO: Ma cosa t'è venuto in mente?
CHICCO: Volevo vedere dove andava il sole quando si nascondeva al di là del muro, dove si appoggiavano le rondini quando erano stanche di volare, dove erano le campane che suonavano di festa alla domenica mattina...
CECCO: Per me tu non devi essere tanto apposto. Avevi da mangiare, da bere, un letto per dormire, un prato dove correre...
CHICCO: Ma non avevo la mia mamma. E io voglio sapere dov'è la mia mamma, che faccia ha e perché mi ha messo in quel posto lì.
PURISSIMA: Vieni qua Chicco, vieni qui dalla Purissima.
MARIETTA: Tu, bella, guarda che l'ho trovato prima io, hai capito? Giù le mani dal banco! Vieni qui dalla zia Marietta invece.
CECCO: E perché non dallo zio Cecco?
BIGIO: Dallo zio Cecco? Ma non vedi che potresti essere suo nonno? È il Bigio che sembra di più ad uno zio.
ODILIA: E io, chi sono io? La serva della famiglia? Vieni qui Chicco dalla tua zia Odilia…
MARIETTA: Eih, ragazzi! Smettetela di fare le operine! Questo ragazzino l'ho trovato io e sono io che gli devo fare da zia! E allora sta con me. Chiaro? O devo dirvelo in giapponese?
PURISSIMA: Va bene, come vuoi. Ma mi dici dove lo farai dormire?
MARIETTA: Con me, al tribunale.
CECCO: Certo, nel salone delle udienze, sotto il tavolo del giudice.
MARIETTA: No, caro, sotto il tavolo del giudice no, ma sotto lo scalone dell'entrata. Guarda che io ho lì un bell'appartamentino arredato di tutto punto.
PURISSIMA: Se lo chiami appartamentino una sedia impagliata senza la paglia, due cassette della frutta per armadio, un materasso di foglie per dormire e una candela che hai fregato in chiesa per lampadario...
MARIETTA: Guarda che se mi stringo un poco ci sta anche un altro materasso, capito bellina?
BIGIO: E d'inverno come fai con l'aria fredda che tira sotto lo scalone?
MARIETTA: Per l'inverno ci pensa il Tommaso e il Brack.
CHICCO: Sono altri zii?
MARIETTA: No, sono due cagnolini. Il Tommaso è un bassotto che potrebbe tenerti caldo attraverso il collo, come una sciarpa insomma e il Brack è un cane pastore bergamasco con il pelo così lungo che sembra un gomitolo di lana e potrebbe tenerti caldo ai piedi.
BIGIO: Per me non attacca nemmeno con lo sputo, Marietta. E i pidocchi? E le zecche? E le pulci che hanno addosso? Si gratterebbe dalla mattina fino alla notte, povero figlio.
MARIETTA: Perché, tu avresti qualcosa di meglio?
BIGIO: Certo! Guarda che la panchina dove dormo io è bella lunga e bella larga; a una piazza e mezza insomma.
ODILIA: Sì, al posto del comodino il bidone dei rifiuti, al posto dell'abatjour il lampione del marciapiede e al posto dello scendiletto le siringhe dei drogati.
CECCO: Forse sarebbe migliore la mia di panchina. Ho vicino la fontanella dell'acqua e, lì davanti, al di là della strada, la pasticceria...
BIGIO: Perché? Lo porteresti tutte le mattine a fare la colazione con il cappuccio e la brioche?
CECCO: No, perché non ho i soldi, ma ogni tanto potrei portarlo a vedere i signori che mangiano le paste.
PURISSIMA: Per me al posto del cervello devi avere tanta segatura e per di più marcia e ammuffita. Ma non avete ancora capito che questo ragazzo ha bisogno di una casa con tanto di tetto sulla testa e con le pareti che non facciano passare nè l'aria nè il freddo? O volete che prenda la polmonite nei polmoni?
ODILIA: E chi ha una casa?
PURISSIMA: E la baracca della Purissima dove la mettete? Sono o non sono una proprietaria di immobile? C'è dentro proprio tutto: un letto matrimoniale con le lenzuola, coperte e trapunta. Il guardaroba, il lavandino e il cassettone. La luce...
MARIETTA: Ma si può sapere come fai ad avere la luce se mi hai detto che non hai nemmeno il contatore?
PURISSIMA: Basta fare un cavallotto sui fili della corrente dell'illuminazione. E poi, sturatevi bene le orecchie, anzi, grattatele bene, ho anche la televisione a colori.
ODILIA: A colori?
PURISSIMA: Proprio, a colori. Veramente i colori sono solo due: bianco e nero. Anzi, a tre colori: c'è anche il grigio!
CECCO: E i tuoi clienti dove li porteresti? Nel letto matrimoniale in parte al Chicco?
PURISSIMA: E chi ti dice che la Purissima non smetta di fare questo mestiere? Guarda che io qualche soldino che ho depositato sul libretto al portatore e ti assicuro che potrei mantenere me e il ragazzo.
ODILIA: La Maddalena ha deciso di non più peccare!
PURISSIMA: La Maddalena si mette in pensione fino da oggi. Guarda che i miei peccati li ho fatti soltanto per tirare avanti in questo mondo in cui nessuno regala qualcosa a qualcuno. La gente, soprattutto quella che va in chiesa, si crede di avere l'anima a posto solo quando sente uno straccio di messa alla domenica e quando ha dato 1000 lire al sacrestano, ma se vede qualcuno che sta crepando di fame sul marciapiede gli girano attorno ed hanno anche un po' schifo. Ma siccome la pancia dei ricchi e dei poveri è fatta alla stessa maniera e reclama quando è vuota, allora uno deve arrangiarsi come può. Non so se è più grosso il mio peccato o quello di chi mi guarda nel muso e non allunga nemmeno 1000 lire a uno di noi per paura di sporcarsi le mani. E se poi lo fanno non è per aiutare noi, ma perché si credono di comperare mille lire di paradiso. Allora, cosa ne facciamo di questo ragazzo? Lo mettiamo su una panchina, sotto lo scalone del tribunale o in un posto che, anche se non è un palazzo, gli può dare quattro mura, pardon, quattro lamiere, ma almeno a tetto?
CECCO: Io però la tua casa non l' ho mai vista. In che via sta?
PURISSIMA: Non c'è la via.
CECCO: Allora dovremmo darle un nome. Domani andiamo io e il Cecco a mettere su un cartello. Come la chiamiamo Bigio?
BIGIO: Come la chiamiamo... Via di qua! O, altrimenti... Via di là... O forse... Via dicendo!
PURISSIMA: Smettetela balordi. Se ci passa il treno la chiameremo Via del treno.
MARIETTA: Certo che a pensarci bene... Purissima, sia ben chiaro, che noi te lo prestiamo soltanto. Sia ben chiaro che il Chicco non ha soltanto una zia, ma quattro. La zia Odilia, la zia Marietta, lo zio Cecco e lo zio Bigio. Tu, per ora, fagli da mamma, ma guarda che tutti i giorni noi saremo lì a controllare che tu lo tratti bene.
PURISSIMA: Vieni qui Chicco. Vieni qui con la tua zia Purissima. Ti prometto che, anche se la nostra stanza è più piccola del tuo palazzo, sarà più bella, più calda e più graziosa.
CHICCO: Ciao zia Odilia, ciao zio Bigio, ciao zio Cecco, ciao zia Marietta. Venitemi a trovare… A presto…(Li abbraccia tutti, poi si avviano verso il fondo e gli altri salutano calorosamente con fazzoletti)
SECONDO ATTO
(Una baracca di periferia. In un angolo una branda con il ragazzo che dorme. Luci attenuate. Dal fondo, possibilmente illuminata da un faro, avanza una giovane figura di donna che, presa la mano di Chicco, lo accompagna al proscenio. Musica sottofondo)
LUISA: Ciao Chicco. Come sei diventato grande...
CHICCO: (Si mette seduto sul letto) Ciao mamma. Come sei bella...
LUISA: Questo è il momento più bello della mia vita Chicco.
CHICCO: Anche per me è il momento più bello... mi sembra di stare sognando.
LUISA: Si Chicco, questo è ancora uno dei tuoi sogni, uno di quei sogni che tu fai quasi tutte le notti.
CHICCO: Non importa mamma. Almeno posso stare assieme a te almeno un po'. Mamma, perché mi hai lasciato lì dalle suore e te ne sei andata via senza portarmi con te?
LUISA: È una storia lunga Chicco che alla tua età non puoi capire. Se una mamma lascia il suo bambino non è perché non gli vuol bene, ma perché in quel momento non saprebbe come fare a comprargli il latte, a vestirlo, a fargli compagnia, a cantargli le canzoni prima di metterlo letto.
CHICCO: Ma io potevo anche fare a meno del latte, dei vestiti e delle canzoni; a me bastava soltanto stare assieme a te.
LUISA: Un giorno ci incontreremo davvero e non soltanto durante i tuoi sogni e allora ti racconterò tutto, ti spiegherò tutto e sono sicura che mi perdonerai.
CHICCO: (Si alza e si avvicina alla mamma) Mamma, guarda tutti i miei amici... io sono qua con te, ma nessuno di loro ha la sua mamma... non si può proprio fare niente per loro?
LUISA: Adesso ci penso io. La vedi quella strada là in fondo?
CHICCO: Quale? Quella con tutte quelle signore che stanno chiacchierando?
LUISA: Quelle, Chicco, sono tutte le mamme dei tuoi amici che li stanno cercando. Adesso io vado e le chiamo tutte e ogni bambino avrà la sua mamma. Tu continua a fare il bravo, continua a dormire e ti prometto che un giorno il Chicco e la sua mamma si incontreranno davvero e in quel giorno faremo una festa così grande che ce la ricorderemo per tutta la vita.
CHICCO: Potrò invitare anche la zia Purissima?
LUISA: Potrà invitare tutti quelli che vorrai.
CHICCO: Allora anche lo zio Bigio, la zia Odilia…
LUISA: Tutti Chicco, proprio tutti. Adesso però devi continuare a dormire. (Lo riaccompagna a letto). Ciao Chicco.
CHICCO: Ciao mamma. Ti aspetto ancora domani notte...
LUISA: (Esce facendo un gesto di saluto. La musica si spegne. La luce della stanza ritorna come all'inizio).
PURISSIMA: (Entra e si pone vicino al letto. Canticchiando una nenia…). Dormi dormi-bel bambino-dormi dormi-nel tuo lettino-la tua mamma-qui ti veglia-finchè suona-la tua sveglia-dormi Chicco dormi almeno-fin che passa il primo treno…Ora però è meglio che gliela dia io la sveglia altrimenti questo dorme fino a mezzogiorno. Allora, il latte del fresco; non quello a lunga conservazione altrimenti gli fa venire i vermi, i savoiardi, la spremuta di arancia e la pastiglia delle vitamine così cresce grande e forte. Chicco... Chicco... svegliati che sono già le dieci.
CHICCO: Ahhh... Ciao zia Purissima. Ho dormito proprio bene.
PURISSIMA: Hai dormito proprio come un angioletto.
CHICCO: Mi sono sognato che la mia mamma mi teneva stretto stretto e mi cantava una canzone. Che bella vocina aveva... eravamo in un prato, la mia mamma mi teneva per mano e tutti i miei compagni mi guardavano. Allora sai cosa ha fatto la mia mamma?
PURISSIMA: Cosa ha fatto?
CHICCO: Fermava tutte le mamme che in quel momento passavano per la strada i ne consegnava una ad ogni bambino. E allora tutti ci siamo messi a cantare e a saltare. Io, quando sono scappato, mi guardavo sempre in giro per vedere se l'avessi incontrata, ma tutte avevano per mano i loro bambini... Beati loro...
PURISSIMA: Adesso però vieni qua che è pronta la colazione.
CHICCO: Zia Purissima, io prima, però, dovrei andare in quel posticino... Dov'è la toilette?
PURISSIMA: Pensa Chicco che l'ingegnere, quando ha fatto il progetto di questa casa, non si è dimenticato di fare il gabinetto? Allora l'architetto mi ha detto che i posti erano tutti buoni, da qua fino ai binari del treno. Ha anche detto che così era ancor più sano, più ossigenato perché era all'aria aperta; più ecologico insomma.
CHICCO: Allora io vado. Aspettami che torno subito.
PURISSIMA: Sta' attento però che deve passare il diretto delle dieci cinque. Sta' un po' lontano dalle rotaie.
CHICCO: Lascia fare a me zia Purissima. (Esce).
PURISSIMA: È proprio un amore il Chicco. Bravo, educato, gli va bene tutto... Questo bambino mi sta riempiendo la vita. Mi sembra perfino di essere diventata mamma un'altra volta. (Si sente il rumore del treno e, nello stesso tempo, il tintinnio delle tazze e dei bicchieri che la donna si affretta a fermare con le mani). Certo che l'ingegnere avrebbe fatto meglio a farla un po' più robusta questa villa. Finché si tratta dell'accelerato non va male, ma il diretto mi fa saltare e ballare tutta la cristalleria e l'argenteria. Il Pendolino invece delle volte mi fa staccare perfino i quadri dalla parete.
CHICCO: (Entra grattandosi la testa). Fatto!
PURISSIMA: Si può sapere perché ti stai grattando la testa? Non avrai per caso i pidocchi...
CHICCO: No, non sono i pidocchi. Mentre stavo facendo la mia... innaffiatina, mentre stava passando il treno, mi è arrivata sulla testa una bottiglietta.
PURISSIMA: Disgraziati, disgraziati e maleducati, disgraziati, maleducati e lazzaroni! Invece di mettere al loro posto le bottiglie quando hanno bevuto le buttano dal finestrino. Un giorno o l'altro scrivo una bella lettera al ministro dei treni e gli dico che deve inchiodare tutti i finestrini. Malnati di malnati! Anzi, giacché ci sono, gli dirò anche di spostare le rotaie da un'altra parte o di fare una galleria perché adesso c'è qui in casa il Chicco che deve dormire fino a mezzogiorno, povero Cristo anche lui! Mangia, Chicco, mangia che la zia Purissima ti ha preparato una colazione che non hanno nemmeno i signori. (Chicco mangia con avidità). Ma dimmi un po' Chicco. Adesso che siamo qui da soli, è proprio vero che sei scappato dall'orfanotrofio per cercare la tua mamma?
CHICCO: E' proprio così.
PURISSIMA: Ma non ti piace stare all'orfanotrofio?
CHICCO: Neanche un po'! Mi sembrava di essere trattato come una pecora in mezzo gregge.
PURISSIMA: Ma tu, l'hai conosciuta la tua mamma?
CHICCO: No. Mi hanno detto che mi ha lasciato in quel posto appena dopo che sono nato.
PURISSIMA: Ma allora si può sapere come fai a trovarla?
CHICCO: Perché so come si chiama. A dire la verità conosco soltanto il nome, ma è abbastanza per cominciare
PURISSIMA: E posso sapere come si chiama?
CHICCO: Si chiama Luisa.
PURISSIMA: E tu come fai a saperlo?
CHICCO: Perché è scritto sulla medaglia.
PURISSIMA: Quale medaglia?
CHICCO: Guarda qua. (Mostra un medaglione). Questo è il suo, me l'ha messo al collo quando sono nato.
PURISSIMA: Fammi vedere... (Facendosi seria, sconvolta). Ma questo è... Ma questo è... Madonna del Rosario guarda giù! Ma questo è...
CHICCO: Cos'hai zia Purissima? Non ti senti bene? Giralo dall'altra parte. Dietro, come vedi, c'è il suo nome...
PURISSIMA: (Si siede e si mette a singhiozzare)
CHICCO: Cos'hai zia Purissima? Ti fa male qualcosa?
PURISSIMA: Chicco! Vieni qua Chicco. Non so se ridere o piangere. Chicco! Chicco! Chicco! (Lo abbraccia e lo bacia più volte)
BIGIO: (Bussa forte alla porta e fa tremare la baracca)
PURISSIMA: Cosa succede?! E sì che non ce ne sono di treni a quest'ora... Vuoi vedere che hanno bussato alla porta? (Apre). Cosa fai qua Bigio? Non stai pitturando i tuoi santi e le tue madonne?
BIGIO: Finito. Devo solo presentare la nota di quello che ho fatto al Prevosto così mi paga. Però devi sapere che non sono molto bravo a scrivere e ho paura di non essere stato molto chiaro. Non potresti dare un'occhiata tu Purissima? Ciao Chicco. Mi sembra dimagrito quel ragazzino qua. Guarda di dargli da mangiare neh... domani vengo con una bilancia e lo peso.
PURISSIMA: Si può vederla quella nota lì?
BIGIO: Pronti; ce l'ho qua in tasca.
PURISSIMA: E allora leggila, dai!
BIGIO: Allora...
1) Rinnovato il paradiso
2) Rifatta la barba al padre eterno
3) Rinfrescata la piaga a San Sebastiano
4) Rifatto il codino al porco di Sant'Antonio
5) Ritoccato il seno di Santa Eufemia
6) Messo un corno a Mosè
7) Passata una mano sul didietro di Sant'Anna
8) Indorate le palle di san Bartolomeo
9) Otturato il buco di Santa Brigida
10) Lucidata la cappella di San Domenico
11) Allargata la nicchia di Santa Lucia
12) Raddrizzata la verga di san Cristoforo
13) Fatte diverse fatture a Santa Filomena
14) Fatta una pecorina a Santa Agnese
15) Ripulito l'uccello di san Francesco
16) Tolte le ragnatele sul davanti di Santa chiara
17) Fatta una nuova sega a San Beppo
18) Introdotto una canna nell'organo di Santa Cecilia
19) Rifatto il culo ad un angelo dietro l'altare
PURISSIMA: Tu devi essere tutto matto Bigio. Lo sai cosa avrei scritto io al numero venti? Tagliata la testa al Bigio e messa in mano alla Salomè. Ma ti rendi conto che il Prevosto al posto di darti i soldi ti dà un sacco di legnate?
BIGIO: Perché?
PURISSIMA: Guarda al numero diciannove: rifatto il culo ad un angelo dietro l'altare. Almeno scrivi sedere, deretano, didietro, il fondo schiena, ma non il culo!
BIGIO: Beh, non è sempre la stessa cosa?
PURISSIMA: Certo che è sempre lo stesso, ma è un po' volgare. Per fortuna non gli hai pitturato il davanti! E allora cosa avresti scritto? Non dire delle brutte parole, neh, che qui ci sono degli innocenti...
BIGIO: Insomma, avrei scritto il... pisello, il fratellino, il pendolino, il pipirlo...
PURISSIMA: Volgare, volgare e sporcaccione!
BIGIO: Senti chi parla, la verginella, l'illibata, la suora di clausura... Io non lo so perché ti hanno chiamato Purissima... Penso che abbiano sbagliato qualcosa nelle previsioni. A proposito, sono venuto ad annunciarvi che è tornato il Bagolo. E non solo lui, lo hanno seguito anche tre o quattro bagolini, uno più bello dell'altro.
CHICCO: Cos'è il Bagolo zio Bigio?
BIGIO: È un bel merlo tutto nero. Hai presente la sottana del Prevosto? Ancora più nero! Se lo sentissi quando canta che primavera è capace di fare... È la mia sveglia. Attacca alle cinque a cantare e sembra che mi parli…
CHICCO: Cosa ti dice?
BIGIO: Mi dice: Buongiorno Bigio. Hai dormito bene questa notte?
CHICCO: Ma gli parli anche tu?
BIGIO: Certo! E io gli rispondo: Sì, grazie, anche se le assi della mia panchina sono un po' dure, la rugiada ha trapassato la coperta e il lampione al di là della strada mi mandava tutta la sua luce negli occhi
PURISSIMA: (Lo tira in disparte). Bigio, devo dirti una cosa
BIGIO: Raccontami
PURISSIMA: Non adesso... Sento che mi sta scoppiando il cuore...
BIGIO: Insomma, anche tu hai i tuoi anni e qualche malattia di quelle cardioepatiche ti possono saltar fuori...
PURISSIMA: No, non è per quello Bigio, non ti sei accorto che sta succedendo un miracolo? Bigio, madonna mia se mi sta battendo il cuore! Sento tutta la testa che mi si informica... Bigio devo dirti una cosa... Tu non lo crederai, ma il Chicco, il nostro Chicco…
MARIETTA: Permesso... Dov'è il tesorino della sua zia?
CHICCO: Ciao zia Marietta
MARIETTA: Ciao Chicco. Dammi un bacio
PURISSIMA: Alt! Ti sei lavata la faccia? Non vorrei che prendesse qualche malattia...
MARIETTA: Tu, bella, guarda che la fontana davanti al tribunale funziona sempre...
PURISSIMA: Ad ogni modo, se volete dare un bacio al Chicco, dovete sempre essere puliti, disinfettati e profumati
MARIETTA: Perché? Credi che gli attacchiamo la rogna? La peste? Il fuoco di Sant'Antonio?
TONIO E BEPPO: (Cantano la solita canzone) Permesso?
PURISSIMA: Venite avanti! Siete già ubriachi e quest'ora?
TONIO: Perché? Che ora è? (Si sente il rumore del treno. Stessa scena dei bicchieri)
PURISSIMA: Sono le dieci e venti. È il merci ed è esattamente in orario
BEPPO: Ci hanno detto che siamo diventati zii
PURISSIMA: Chi ve l'ha detto?
TONIO: Ormai lo sa tutta quanta la nostra compagnia. Ciao... come si chiama questo ragazzino?
CHICCO: Mi chiamo Chicco
TONIO: Chicco, ti abbiamo portato un regalo di benvenuto. Una bottiglia di Manduria che quando lo bevi ti va tutto in sangue...
PURISSIMA: Ma siete matti? Ve la do io sulla testa questa bottiglia e allora lo so io da dove uscirà il sangue...
BEPPO: Ma non vedi che pallido?
TONIO: Per me gli devono mancare i globi rossi
BEPPO: E anche le piastrelle
PURISSIMA: Sì, e anche i mattoni, come quelli che avete voi nella testa al posto del cervello
BEPPO: Guarda che noi il cervello lo abbiamo tutto opposto e ragiona come quello di un finanziere. Guarda che noi sappiamo tutto sull'economia e sulla borsa
PURISSIMA: Quale, quella della spesa?
BEPPO: Sentila Tonio la Purissima. La borsa della spesa... La borsa, quella delle azioni, delle obbligazioni, dei titoli...
PURISSIMA: Piantatela ubriaconi! Dovete proprio essere ubriachi a quest'ora! Lo so io che titoli darei a voi due...
TONIO: Se t'interessa Purissima ti conviene comperare i dollari perché lo yen sta andando giù...
PURISSIMA: L'unica cosa che in questo momento mi vanno giù sono le scatole che mi fate andare giù voi...
BEPPO: Però se vuoi comperare delle azioni sicure...
PURISSIMA: L'unica azione sicura che io farei sarebbe quella di strangolarvi tutti due. Guarda tu quei due morti di fame qui che parlano di alta finanza e non ne hanno in tasca nemmeno uno...
TONIO: In tasca no, ma in testa si!
PURISSIMA: Ma se le avete vuote come una campana?
MARIETTA: Guarda Purissima, io me ne vado altrimenti quei due qua mi fanno diventare ubriaca senza bere. (Esce)
CECCO: (Entrando) Allora si può vedere il Chicco? Ciao bel ragazzo. È arrivato il tuo zio Cecco
PURISSIMA: Tu bello, non si chiede permesso prima di entrare?
CECCO: Ammettiamo che io ti abbia detto "permesso", tu cosa mi avresti risposto?
PURISSIMA: Avanti
CECCO: E allora dov'è la differenza? Sarei entrato lo stesso...
PURISSIMA: E cosa saresti venuto a fare qui la mattina di buon'ora?
Cieco: Ma se è quasi mezzogiorno...
PURISSIMA: Impossibile
CECCO: Perché impossibile?
PURISSIMA: Perché a mezzogiorno passa il Pendolino.
CECCO: Allora non mancherà tanto...
(Solito rumore del treno, questa volta più forte. Gli astanti cercano di tener fermi i mobili. Si staccano due quadri dalla parete)
PURISSIMA: Te l'avevo detto? Quasi in orario perfetto, è in ritardo soltanto di due minuti
ODILIA: Permesso?
PURISSIMA: Ma chi è ancora? Se fuori passano i treni questa casa è una stazione. La gente qui va e viene come vuole. Viene avanti!
ODILIA: Bell'ometto d'oro della sua zia Odilia. Sta bene il mio fragoletto? Guarda, ti ho portato il giornale perché a questo mondo i giornali bisogna sempre leggerli se vuoi farti un po' di cultura. Ti leggo di titoli di oggi: "Nano cade dal marciapiede. Si salva aggrappandosi al bordo - Rubato un TIR pieno di lampadine. La Polisia brancola nel buio - Si sdraia sui binari del treno Palermo-Napoli. Muore con 8 ore di ritardo - Uomo senza braccia e senza gambe accetterebbe impiego come fermacarte - Un cavallo sposa la zebra e per tutto il viaggio di nozze tenta di toglierle il pigiama"
PURISSIMA: Se questa è la cultura che si deve fare imparerebbe di più a leggere l'elenco del telefono o la pagina dei morti del... (Si si indichi un giornale locale)
MARIETTA: (Irrompendo nella stanza). Aiuto, aiuto! Stanno arrivando i carabinieri
PURISSIMA: Perché dovresti avere paura? Io non ho ammazzato nessuno, non ho rubato e ho sempre pagato le tasse
BIGIO: Io non posso assolutamente essere arrestato per vagabondaggio perché io ho una panchina fissa...
ODILIA: La mia casa, poi, è apposto con l'abitabilità. Voglio ben vedere se non è apposto il tribunale...
BEPPO: A noi due non possono dire proprio niente. Nemmeno per l'ubriachezza molesta perché non diamo fastidio a nessuno e nemmeno per schiamazzi notturni perché noi le nostre ciucche le facciamo soltanto di giorno
TONIO: Al massimo la sera, ma presto!
CECCO: Io ho la coscienza a posto e anche l'anima perché aiuto le suore a sistemare le pattumiere...
PURISSIMA: Ragazzi, mi sta venendo un'atroce dubbio. Non saranno magari qui per caso a cercare il Chicco?
(Bussano violentemente alla porta. La Purissima va ad aprire mentre tutti gli altri si chiudono a ventaglio nascondendo il bambino)
PURISSIMA: Chi è?
CAPITANO: Carabinieri. Aprite!
PURISSIMA: (Apre). Pronti, si accomodi. In cosa posso servirla?
CAPITANO: Stiamo cercando un bambino fuggito da un orfanotrofio. Le sue tracce portano da queste parti
PURISSIMA: Sta nevicando signor carabiniere?
CAPITANO: Cosa c'entra la neve?
PURISSIMA: A me sembra che sia soltanto quando sta nevicando che rimangono le tracce. A meno che lei non abbia calpestato qualcosa, ma io non sento nessun odore...
CAPITANO: Voi non ne sapete niente?
PURISSIMA: Sapete per caso qualcosa voi?
(Tutti si chiedono fra di loro se sanno qualcosa creando confusione, tipo "Sai qualcosa tu?" "Io no, e tu sai qualcosa?")
CAPITANO: Silenzio! A meno che non vogliate fare i furbi...
PURISSIMA: Secondo voi, facciamo i furbi noi? (Stessa reazione di prima, tipo "Sei furbo tu?" "No, io non so niente, sono ignorante". Ecc.)
CAPITANO: Silenzio! Ad ogni modo, se vi capitasse di sapere qualcosa a proposito di questo bambino siete invitati a dire tutto quello che sapete poiché...
(Il discorso viene interrotto dal passaggio del solito treno e i soliti rumori)
PURISSIMA: Il terremoto!
TUTTI: Il terremoto! Il terremoto! Si salvi chi può! (Il capitano fugge terrorizzato)
CECCO: Ostrega, è andata bene. Per fortuna è passato il diretto! Mi è venuta addosso una tremarella che mi sembra di aver preso il Parco di Morbinson…
PURISSIMA: Guarda Bigio che si chiama morbo di Parkinson. E adesso cosa facciamo?
ODILIA: Guarda tu, ci mancavano anche carabinieri... Ma come avranno fatto poi a trovare le tracce...
MARIETTA: Sì sì, ciao, se dai ascolto ai carabinieri... Pensa che ieri ne ho visto uno che stava correndo e diceva all'altro: "Hanno rubato la nostra macchina!". E l'altro: "Non aver paura, sono riuscito a prendere il numero della targa..."
CECCO: Io ne ho visti due giù al lago che si sono portati sulla spiaggia la portiera della macchina
BIGIO: Perché Cecco si sono portati la portiera della macchina?
CECCO: Perché se avessero avuto caldo avrebbero tirato giù i finestrini!
BIGIO: Non per niente gli hanno fatto due righe rosse sui calzoni...
CECCO: Perché Bigio?
BIGIO: Per trovare le tasche!
ODILIA: Ieri hanno fermato una signora in auto e volevano darle la multa perché aveva a bordo un cagnolino. E lei, poverina, continuava a dire: "Guardate che è un cane di peluche". E l'altro: "A me non interessa di che razza è il cane!"
MARIETTA: Pensa che la mia cugina Gioconda ha sposato un carabiniere e mi ha detto che tutte le sere, prima di andare a letto, prepara sul comodino due bicchieri, uno pieno di acqua e l'altro vuoto
CECCO: Cosa ne fa di quello vuoto?
MARIETTA: Quello lo usa quando non ha sete
PURISSIMA: Piantatela di raccontare stronzate e pensiamo invece al Chicco. Cosa facciamo? (Bussano forte alla porta)
BIGIO: È un altro treno Purissima?
PURISSIMA: No, a quest'ora non se ne sono... (Apre la porta). Ancora lei? Cosa vuole ancora? (Come prima i presenti nascondono il bambino)
CAPITANO: Primo, sono lieto di avvertirvi che in questa regione non c'è stato nessun terremoto
CECCO: Se lo dice lei che è la legge ci credo senza alcun dubbio
BIGIO: Peccato, sarebbe stata la volta buona che ci avrebbero dato una roulotte...
CAPITANO: Secondo: volevo ripetervi l'invito durante il quale sono stato interrotto. Se vi capitasse di sapere qualcosa su questo bambino siete pregati di avvertire immediatamente il Comando poichè si è fatta viva la madre e lo sta cercando dappertutto assieme a noi. Buon giorno. (Esce)
CHICCO: Mamma... la mia mamma... È vero Purissima? (Corre da uno all'altro). È vero zio Bigio? È vero zio Cecco? E tu zia Odilia, anche tu zia Marietta, è proprio vero? O è un altro sogno di quelli che facevo in collegio? Io la vedevo sempre, tutte le notti la mia mamma, ma non riuscivo a vedere che faccia avesse. Ma deve essere bella, la più bella di tutte le mamme è la mia mamma. Adesso la vedrò, zia Purissima, e come la vedo l'abbraccio così forte che stavolta non riuscirà più a staccarsi da me. Mi aggrapperò al suo collo, alle sue gambe, alle sue braccia e non scapperà più questa volta, parola del Chicco! Come sarà zia Purissima? Avrà i capelli biondi? O neri? Ma non fa nulla, potrebbe averli anche verdi, ma sarà sempre la mia mamma! Andiamo zie, andiamo zii, andiamo in fretta per piacere... O sarà soltanto uno scherzo?
PURISSIMA: (Si siede). Vieni qua Chicco, siediti qui in braccio alla Purissima. Adesso sta calmo che devo dirti una cosa. (Gli altri si dispongono dietro a ventaglio. Chicco le va in braccio). Vedi Chicco... Se lo dice il capitano di essere proprio vero. I carabinieri è solo nelle barzellette che non sono tanto apposto, ma quando lavorano il loro lavoro lo sanno fare proprio bene e a loro c'è davvero da credere. Io, quel medaglione lì, lo conosco proprio bene perché l'ho regalato io alla mia Luisa proprio nel giorno della sua prima comunione. E se la Luisa è la tua mamma, io, Chicco, sono la tua nonna! (Commozione generale con tanto di fazzoletti) Avete capito amici cosa voglio dire? La Purissima ha ritrovato la sua figlia e ha trovato un nipote! Madonna del Rosario, tu che mi hai fatto questa grazia, fa che il mio cuore non scoppi, che tenga duro ancora un po', almeno fino a quando io la posso vedere, poi non mi importa per niente se dovessi morire... (Si alza). Andiamo allora, andiamo tutti assieme ad accompagnare il Chicco. E da ora in avanti, tutti voi, chi più che amici siete stati dei fratelli, verrete tutti a stare qui come. Metteremo in questa stanza e cinque o sei brande, ma al freddo la Purissima non vi lascerà più dormire. Andiamo Chicco, andiamo amici. Anche da queste parti, anche se siamo vestiti con quattro stracci, anche se la gente ha schifo di noi, anche se l'acqua si infila nelle tomaie buche delle nostre vecchie scarpe, noi possiamo provare, forse più degli altri, cosa vuol dire, almeno per una volta, toccare con le nostre mani il paradiso. (Escono in fila indiana. La Purissima tiene la mano al Chicco)