Una storia di Natale

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Adattamento teatrale di tre atti

di Anna Maria Romagnoli

PERSONAGGI

Scortica

Bob, suo segretario

Il nipote di Scortica

Una signora

Il ragazzino

L'ombra di Graffia

* IlNatale passato

* IlNatale presente

• Il Natale fatato

Scortica bambino

Il compagno

La sorellina di Scortica

La moglie di Bob

La bambina di Bob

Tim

Primo uomo

Secondo uomo

Prima donna

Seconda donna

L'autore

■ Charles Dickens è il maggior scrittore inglese del secolo scorso e uno dei massimi scrittori europei. Autore di numerosi romanzi a carattere sociale - forma letteraria inventata da lui - egli seppe mettere in luce e denunciare certi aspetti deteriori del comporta­mento umano, come lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, l'egoi­smo, l'avidità, la stupida brutalità; comportamenti che aveva subito in buona misura lui stesso nel corso della sua giovinezza fatta di delusioni, di duro lavoro manuale, di miseria e di abban­dono.

Tra i suoi romanzi più noti, ricordiamo Il circolo Pickwick, Le avventure di Oliver Twist, David Copperfield.

L'opera

■ Quello che presentiamo è l'adattamento teatrale, fatto da Anna Maria Romagnoli, di uno dei Racconti di Natale, con i quali Dickens ottenne un enorme successo popolare. Il lavoro può apparire poco realistico nella descrizione troppo ottimistica dei caratteri; tuttavia rappresenta bene quel sentimentalismo e quel desiderio di amore e di solidarietà che ancor oggi pervade un po' tutti nel breve periodo delle festività natalizie.


      

ATTO PRIMO

Scena prima

L'ufficio di Scortica

Scortica e il commesso Bob

Bob              (Qualche timido colpo di tosse, poi un vero e proprio accesso che sembra soffocarlo e gli fa deporre la penna; premendosi una mano sulla bocca, Bob guarda spauri­to il padrone.)

Scortica    (Alzando un poco la testa dal grosso registro in cui era sprofondato e guardando con irritazione, al disopra degli occhiali, il suo impiegato.) Beh, che c'è? Lo fate per impietosirmi?

Bob              (Tremante) Oh, no, no... (Altro colpo di tosse) vi assicuro, si­gnore!

Scortica    Perché ormai dovreste saperlo: io non posso spreca­re i miei soldi per riscaldarvi! Ci mancherebbe anche questo: oltre allo stipendio che vi dò e che (Minaccio­so) spero troviate sufficiente perché in caso con­trario...

Bob              (Interrompendolo, spaventato)Oh, certo, certo, signore... E poi oggi non è affatto freddo! Lo dicevo proprio stamattina con mia mo­glie, uscendo di casa. Oggi non è una giornata fredda, proprio non lo è e voi avete ragione di...

Nipote        (Entrando allegramente) Non è freddo, oggi? Ma vi sembrano pochi quindici gradi sotto zero? C'è mancato poco che mi tramutas­si in una statua dì ghiaccio venendo qui e se non fosse per l'allegria che ho dentro e che mi scalda a dovere...

Scortica    (Interrompendolo, infastidito) E dove la prendi tutta questa allegria?

Nipote        (Stupito) Ma dove la prendono tutti, mio caro zio! Oggi non è la Vigilia di Natale? E io sono venuto a dirvi: «Buon Natale, zio, e che Dio vi benedica!»

Scortica    (Con un grugnito) Bah! Tutte sciocchezze!

Nipote        (Sbalordito) Natale una sciocchezza, zio? Non volevate dire mica questo, vero?

Scortica    (Irritato) Sì, invece. Buon Natale! (Sarcastico)Che diritto hai tu di essere allegro? E che motivo? Sei abbastanza povero, mi pare!

Nipote        (Allegro) Via, via! E voi, allora, che diritto avete di essere di malumore? E che motivo? Eppure siete abbastanza ricco, no?

Scortica    Oh, insomma, finiscila! Io ho altro da fare, in questi giorni, che stare a sentire tutte queste sciocchezze. I conti si chiudono, la gente non paga e per di più viene a piagnucolare e pretende che le si rimettano i debiti perché è Natale... Già, perché è Natale (Inquietandosi sempre più) Altro che allegria, per me! Se potessi fare a modo mio, tutti gli imbecilli che vanno in giro con il «Buon Natale» sulla bocca li farei cuocere insieme con il loro dolce tradizionale e poi li seppellirei con un ramo di vischio piantato nel cuore!

Nipote        (Supplichevole) Zio!

Scortica    (Duro) Nipote! Festeggia il Natale come ti pare e piace e lascia che io lo festeggi a modo mio!

Nipote        Ma voi non lo festeggiate per niente!

Scortica    E allora lascia che non lo festeggi per niente. (Sarca­stico) E che il Natale ti porti quel gran bene che ti ha sempre portato sin qui! (Una risata sardonica accompagna l'augurio)

Nipote        (Serio) Vedete, zio: Natale è l'unico giorno, in tutto l'anno, in cui uomini e donne sembrano aprire di improvvi­so i loro cuori e pensare ai propri simili come a dei cari compagni nel breve viaggio verso l'altra vita e non come a una diversa razza di creature dirette verso un'altra destinazione... E per questo, caro zio, sebbene Natale non mi abbia mai messo in tasca una sola moneta d'oro o d'argento, io credo lo stesso che mi abbia portato del bene e ancora me ne porterà. E lo benedico!

Bob              (Applaude con aria beata. Ma subito si ferma, impaurito e china il capo sul registro fino ad affondar­telo.)

Scortica    (Guardandolo infuriato) Un altro gesto e vi farò festeggiare il Natale licenziandovi!

Nipote        Allora, zio, ci verrete a pranzo da noi? Canteremo delle graziose canzonane dei tempi andati e i miei amici...

Scortica    (l'interrompe freddo) Non mi piace la musica e non ho più amici. Buona sera!

Nipote        Ma dove sarete domani, per il pranzo di Natale?

Scortica    In trattoria. E farò lo stesso pranzo di tutti i giorni. Buonasera, ho detto.

Nipote        Voglio conservare il mio buonumore, zio! (Andandosene) Ancora una volta: Buon Natale!

Scortica    Buonasera! (Non alza il viso a guardare il nipote mentre esce. Conta ad alta voce) Nove per nove ottantuno... sei per cinque trenta... sette per otto... (Forte) Sette per otto?

Bob              (Alzandosi dalla sedia, con un mezzo inchino) Cinquantasei, signore!

Scortica    Già, cinquantasei. Questa gente che invece di lavora­re pensa a far festa mi irrita a tal punto che... E questa adesso che è? Una di quelle che devono portarci dei soldi, secondo voi?

Bob              No... non mi pare.

Signora      (Entrando, chiede con molta cortesia, mentre consulta una lista che tiene in mano) Questa è la ditta «Scortica e Graffia», non è vero? Ho il piacere (Guardando Scortica) di parlare con il signor Scortica o con il signor Graffia?

Scortica    (Brusco) Graffia è morto da sette anni. Morì proprio sette anni fa come stanotte.

Signora      Oh, mi dispiace...Ma sono certa che voi, signor Scortica, sarete generoso per due. In questi giorni di festa, più che mai ci accorgiamo delle sofferenze della povera gente e...

Scortica    (La interrompe duro) Prigioni non ce ne sono?

Signora      Sì, ma...

Scortica    E le case di ricovero, funzionano sempre?

Signora      Sempre, purtroppo, e...

Scortica    (Senza ascoltarla) E lo stato distribuisce sempre quelle sue minestre alle quali contribuisco anch'io, con le tasse che pago?

Signora      Sì, ma voi capite, non è sufficiente. E poi è Natale e tutti sentono il bisogno d'alleviare in qualche modo le pene fisiche e morali dei più miseri, non è vero? Per quale somma volete sottoscrivere, signor Scortica?

Scortica    (Con un grugnito) Per niente.

Signora      Desiderate forse rimanere anonimo?

Scortica    Desidero che mi si lasci in pace. Dato che mi chiedete cosa desidero, questa è la mia risposta. Io non faccio nessuna festa per Natale e quindi non posso permettermi il lusso di farla fare agli altri. Buona sera!

Signora      (A mezza voce, andandosene) Buona sera.

Ragazzino (Che suona una armonica da bocca o altro strumento. Affacciandosi, mentre la signora esce.) La volete una canzoncina di Natale? Sentite la prima strofa:

«che Dio vi guardi, felice signore,

che nulla possa recarvi dolore!»

(Riprende a suonare)

Scortica    (Furente, afferrando una riga) Se non sparisci entro due secondi...

Ragazzino (Correndo fuori) Sparisco, signore, sparisco!

Scortica    (Torna al suo tavolo, fa per riprendere a lavorare, ma lascia di nuovo la penna, buttandola) Sarà meglio andare via. Tanto sono tutti impazziti, stasera. Questa stupida allegria! Beh! (Rivolto a Bob che si è affrettato a imitarlo ed è pronto per uscire) Immagino che vorrete far vacanza l'intera giornata, domani.

Bob              (Timido) Se non vi scomoda, signore.

Scortica    Mi scomoda. (Si avvolge la sciarpa intorno al collo, infila il cappotto, calza il cappello). E dopo domani venite mezz'ora prima, se non volete che vi tolga la giornata del vostro stipendio. Buonasera.

Bob              Buona sera, signore. Buon.... (Sta per dire «Buon Natale» ma è fermato in tempo dallo sguardo di Scortica. Si corregge) Buona sera!

Scena seconda

Camera da letto di Scortica.

Scortica è a letto.

Scortica    (Si rivolta nel letto, parla in sogno, borbotta) Finitela, ho detto!... Lasciatemi in pace! Non festeggio niente, io... Sì, sono solo... Fate tacere quella mu­sica, non voglio canzoni, non...

(A questo punto appare accanto al letto di Scortica una figura chiusa in un mantello scuro, mentre si odono tre colpi, come d'una mano che picchia energicamente ad una porta. I colpi, lenti e solenni, sembrano risuo­nare in una grande sala vuota. L'uomo chiuso nel mantello è in ombra, sicché non si distinguono i suoi lineamenti.)

Scortica    (Alzando la testa, colpito) Che è? Che c'è? (Scorge la figura in ombra) Chi siete?

Graffia      (Cupo) Chiedimi piuttosto chi fui.

Scortica    Chi... foste?

Graffia      In vita fui Graffia, il tuo socio.

Scortica    (Facendosi forte, con asprezza) Ebbene, che cosa volete ora da me?

Graffia      Molto!

Scortica    Via, via, so bene che ti vedo, Graffia, solo perché iersera ho digerito male. I morti non ritornano e io sto sognando. È tutta colpa della cucina di quella maledetta trattoria e... (Cambiando tono) E poi per­ché se tu sei lo spirito di Graffia, vieni sulla terra e... proprio da me? ! Ma non avete niente di meglio da fare, là dove siete?                                            

Graffia      (Solenne) È legge divina che l'anima d'ogni uomo si accompa­gni a quella di tutti i suoi simili: e, se non lo fa in vita, è condannata a farlo dopo la morte. Allora va erran­do per il mondo e vede, ormai troppo tardi, tutto ciò di cui avrebbe potuto servirsi sulla terra per la sua felicità.

Scortica    (Turbato) Tu... tu non sei felice?

Graffia      Porto la catena che mi sono forgiata in vita. L'ho costruita anello per anello, con la mia avidità, con la mia avarizia, con il mio egoismo, con la durezza dell'anima mia. E adesso di mia volontà la trascino. Anche tu ne hai costruita una: e sette anni fa come adesso era uguale alla mia: ma in questi sette anni tu hai aggiunto molti altri anelli e adesso la tua è molto, molto più pesante...

Scortica    (Spaventato) E anch'io dovrò trascinarla come te, dopo morto, e non avere pace? Dimmi qualcosa, Graffia, confortami.

Graffia      Noi non abbiamo conosciuto la vera amicizia, Scorti­ca. Ma adesso vorrei aiutarti, ma non posso fermar­mi. Devo correre sempre, torturato dai rimorsi e vedere tutto il bene che avrei potuto fare e non ho fatto. Ho perduto tutte le occasioni, io! Non sono stato capace di nulla!

Scortica    Ma sei stato un uomo d'affari!

Graffia      (Amaro) Gli affari! (Concitato) Ascoltami, Scortica. Il tempo che mi è concesso sta per terminare.

Scortica    Sì, ti ascolto, Graffia!

Graffia      Molte volte ti sono stato accanto senza che tu mi vedessi. Non so perché stasera anche tu possa veder­mi, è un mistero per me. Ma so che ti appariranno tre messaggeri...

Scortica    Tre... che cosa?

Graffia      Tre messaggeri, uno dopo l'altro. Essi ti offriranno l'ultima occasione per salvarti.

Scortica    (Atterrito) L'ultima...?

Graffia      Senza le loro visite, non sperare di poter evitare la strada ch'io percorro. Aspetta la prima quando l'o­rologio batterà le tre. (Comincia a indietreggiare nell'ombra)

Scortica    (Con voce tremante) E te... ti rivedrò, Graffia?

Graffia      (Sul punto di scomparire) Fa' di non vedermi mai più e per il tuo bene ricorda quel che t'ho detto di me.

Scortica    (Rimasto solo, guarda, con gli occhi sbarrati il punto dove è apparso Graffia. Da fuori si sentono i gemiti del vento. Egli prova a dire con l'usato disprezzo)

Sciocchezze! Sciocchezze! Scioc...

(Ma ha un brivido di terrore e prima di aver finito la parola, si raggomitola sul letto e si copre il capo con le coperte. Rimane fuori soltanto la punta - con la nappina - del suo berretto da notte,)


ATTO SECONDO

Scena prima

La camera da letto di Scortica.

Scortica    (E nella posizione in cui si trovava alla fine del primo atto. Si sente suonare una campana. Al primo colpo il berretto da notte esce quasi tutto fuori dalle coperte. Al secondo colpo esce la fronte e gli occhi di Scortica guardano in giro spauriti e curiosi insieme. Al terzo colpo esce anche la barba a punta.) Beh? Che c'è?... Siete voi il... il messaggero?

Natale passato(È un bambino vestito come babbo 'Natale. Ma non ha barba, naturalmente.) Si, sono io.

Scortica    E... chi siete? Che «cosa» siete?

Natale passatoSono lo spirito dei tuoi Natali passati.

Scortica    (Molto stupito) Dei miei...?

Natale passatoSì, dei Natali della tua infanzia e della tua giovinez­za. Quelli che hai dimenticati. E sono venuto per il tuo bene.

Scortica    (Senza convinzione) Molto obbligato.

Natale passatoSu, alzati e vieni con me! (Gli porge la mano e tira giù, con la mano libera, le coperte)

Scortica    (Fa per liberarsi, ma evidentemente non ci riesce. Scende dal letto tremando nel lungo camicione.) Ma... veramente... io sono vestito in modo troppo leggero e...

Natale passato(Conducendolo verso la finestra) Andiamo, andiamo, non prenderai neppure un raffreddore.

Scortica    (Fermandosi di nuovo) Ma dalla finestra, no! Sono un mortale, io, sono soggetto a cadere...

Natale passato(Mettendogli una mano sul cuore) Basta solo ch'io ti tocchi qui perché tu possa sostenerti in alto. Vieni, usciamo!

(Escono dalla finestra).

(Scortica e il piccolo Natale camminano tenendosi per mano. Sono nella notte. Ad un tratto un allegro scampanio lontano. Scortica sì ferma.)

Scortica    Questa campana... e quella strada, laggiù...

Natale passatoLa riconosci?

Scortica    Potrei percorrerla con gli occhi bendati!

Natale passatoÈ strano che tu l'abbia dimenticata per tanti anni!

Scortica    (Animandosi) Lì c'era il maniscalco e lì lo speziale... oh, guarda, c'è ancora! E quello è il palazzo del conte e quella la botteguccia della merciaia... Ma guarda quanta gente! Come sono tutti allegri! (Scortica guarda verso il pubblico, cioè oltre la ribalta) Come mai non ci vedono?  

Natale passatoQuelle che tu vedi non sono che le parvenze di cose già esistite. Non possono accorgersi di noi.

Scortica    Ed ecco la scuola. E qui... (Commosso) e qui...

Natale passatoE qui tu hai trascorso molti Natali da solo, vero?

(Appare, in una piccola oasi di luce, un banco di scuola. Seduto sul banco, con la testa fra le mani, un ragazzo, che è Scortica bambino.)

Un Compagno(Entrando nel cerchio di luce) Addio! Tu non parti, vero?

Scortica piccolo (Senza voltarsi) No, non parto.

Compagno    (Incerto) Rimani col maestro come l'anno scorso?

Scortica piccolo (Cupo) Sì, come tutti gli anni.

Compagno    (Confuso) Allora... io vado. (Sottovoce) Buon Natale!

Scortica piccolo (Senza muoversi) Buona sera.

Natale passato(Che con Scortica ha osservato la scena) Ma non fu sempre così. Ricordi la sera che avesti una visita inaspettata? Era la vigilia di Natale.

Scortica piccolo (Nella stessa posizione)

Sorellina (Entra festosa) Fratellino, fratellino mio!

(Va ad abbracciare il piccolo Scortica che si alza confuso e ricambia l'abbraccio)

Scortica piccolo Margherita! Come mai sei qui? Perché sei venuta?

Sorellina (Festosa) Per portarti via! Per condurti a casa!

Scortica piccolo (Incredulo) A casa? !

Sorellina(Raggiante) Sì, a casa davvero! Il babbo è tornato ed è così buono! T'aspetta subito, sai? Subito! Faremo Natale insieme. Sarà il più bel Natale della nostra vita! Vieni, su, vieni!

Scortica    (Con un grido soffocato) Basta! Non posso sopportarlo!

(L'oasi di luce sparisce e così i due bambini)

Natale passato Che cara creatura! Morì appena sposata, tua sorella, non è vero?

Scortica    Sì, è così.

Natale passatoE ha lasciato dei figli, mi pare.

Scortica    Sì, uno.

Natale passato Tuo nipote.

Scortica    Già. Le... (Turbato) le assomiglia, credo...

Natale passatoMa non te n'eri accorto prima d'ora, non è vero? Guarda, Scortica. Te lo ricordi, questo? (Nel centro dell'oasi di luce, stavolta, stanno Scortica bambino e Margherita che canta)

Sorellina Giro-giro-tondo

giriamo intorno al mondo

giriamo tutti insieme...

Sorellina (Interrompendo il canto) Perché non canti, fratellino?

Scortica piccolo Non so le parole...

Sorellina (Molto stupita) Non hai mai giocato così, coi tuoi amici?

Scortica piccolo Non ho amici... soltanto dei compagni.

SorellinaMa adesso sarà diverso, vero? Vedrai, se tu mi darai retta, se ti fiderai di me, io...

Scortica    (Ancora un grido soffocato) Basta, basta! (La luce si spegne e i bambini scompaiono)

Natale passato Tu non hai dato retta a lei, non è vero? Tu non ti sei fidato, non hai voluto lasciarti scaldare il cuore. Avresti potuto diventare un uomo normale, con degli affetti che ti rendessero cara e preziosa la vita, ma hai voluto chiuderti in te stesso, respingere ogni mano che si tendeva verso di te...

Scortica    Si tendeva troppo tardi, (Con rabbia e dolore) quando l'infanzia era finita!

Natale passatoNon è mai finita l'infanzia per gli uomini di cuore semplice! Tu hai respinto il bene quando è venuto a te. Tu ti sei attaccato ad un bene solo, a quello maledetto: la ricchezza. E per amore di lei hai detto di no a tutto il resto e sei diventato... quello che sei. Ma guarda ancora nella tua giovinezza, guarda quel Natale in cui...

Scortica    (Quasi fuori di sé) No, no, non mi mostrare più nulla. Ti prego, ricon­ducimi a casa, non mi torturare più! Te ne prego!

Natale passato(Riconducendolo verso la stanza e facendolo passare dalla finestra) Sia come vuoi tu. Coricati di nuovo e non dimenticare quello che hai visto.

(Mentre Scortica rientra nel letto e tira su le coperte)

Ma sappi che quando l'orologio batterà di nuovo tre colpi, tu riceverai la seconda visita. Buonanotte.

(Tutto si fa buio. Una musica di stacco che dura una trentina di secondi, poi di nuovo si illumina la stanza da letto di Scortica.)

Scortica    (Sta russando sonoramente. L'orologio batte lentamente tre colpi, ma Scortica non sente. Accanto al suo letto compare un bambino tale e quale al primo, nel vestito, soltanto questo porta una collana fatta con rami di vischio. Il «Natale presente» tira un poco la coperta del letto di Scortica e questi si riscuote.)

Ehé? Eh?! Oooh, sì, sì, ho capito, vengo subito! Mi vesto e vengo!                                             

Natale presenteNon c'è bisogno che tu ti vesta. Se non hai preso un raffreddore seguendo il mio collega, non lp pren­derai neppure seguendo me, non ti pare?   

Scortica    Ma tu... ma lei... ma voi... chi siete?

Natale presenteSono lo Spirito del Natale presente. Non vedi questa collana? È di vischio fresco. Ed ora verrai a vedere dove l'ho trovato. Su, dammi la mano! (Lo conduce verso la finestra)

Scortica    Ma... non potremmo... per questa volta, uscire da... dalla porta?

Natale presenteTieni stretta la mia mano, ho detto.

(Escono dalla finestra. Li accolgono scampanii festosi e musiche natalizie. Di nuovo, mentre cammina lenta­mente accanto al Natale presente, Scortica guarda verso gli spettatori, come se scorgesse, là dove essi sono, tutto quello che va nominando.)

Scortica    Questa non è la strada di casa mia? Ma... non si riconosce!

Natale presentePerché è così allegra, vero? Così piena di luci, con le vetrine colme di ogni ben di Dio, la gente in festa. Eppure era così anche quando tu ci sei passato per tornare a casa. Ma non hai visto nulla.

Scortica    È vero.

Natale presenteI tuoi occhi sono sempre fissi, dovunque ti trovi, sul tuo registro dei conti, Scortica. È per questo che non possono vedere niente. Hai troppa paura d'esse­re ingannato e derubato, per occuparti di qualcos'altro.

Scortica    Per forza! Quando si ha un impiegato solo e...

Natale presente(Lo interrompe) Proprio da luì andiamo adesso!

Scortica    Da lui? E perché?

Natale presentePerché tu veda la sua famiglia. Tu dimentichi spesso che ne ha una.

(Un'oasi di luce, nella quale è un tavolo tondo, coperto d'una tovaglia e apparecchiato modestamente, ma con molto ordine. Una bambina è già a tavola, impaziente. La moglie di Bob sta finendo d'apparec­chiare.)

Moglie di BobPerché tarderà tanto? Non vorrei che Tim si fosse sentito di nuovo male...

Bambina     Mamma, Tim non guarirà mai?

Moglie di BobPotrebbe guarire, cara, ma occorrerebbe molto de­naro per farlo curare.

Bambina     E il babbo non ce l'ha, vero? Gliene da troppo pochi quel cattivo Scortica. (Con impeto) Io vorrei che quello là...

Moglie di Bob(Non la lascia finire) No, no, non dire nulla. È Natale oggi. Si deve perdonare a tutti, lo sai.

Bambina     Io credo che se Gesù avesse conosciuto Scortica... (Vede entrare il padre e Tim) Oh, eccoli!

(Tim si trascina sulle stampelle, È un bambino molto patito, ma sorride sempre.)

Bob              Abbiamo molto appetito, sapete? (Il suo tono è molto allegro) Per la strada abbiamo mangiato con gli occhi oche e tacchini, torte e panettoni... tuttavia c'è rimasto un pochino di posto per il pranzo di casa nostra. Vero, Tim?

Moglie di BobMa io non ho da offrirvi tutta quella roba che hai nominato. Ho soltanto...

Bob              Zitta, zitta, che non lo vogliamo sapere! Ci piacciono le sorprese, vero, ragazzi? E poi a tutta quella roba mancava il condimento...

Bambina     Il condimento?

Bob              Certo. Il sorriso dei miei bambini e della mia cara Giulia. Su, Tim, siediti qui (Lo aiuta) E tu, Giulia, se tutto è pronto...

Moglie di BobVado a prendere la zuppiera! (Si allontana)

Bambina     (Battendo il cucchiaio sul piatto, canta e il padre e Tim seguono anch'essi il tempo allo stesso modo) Su tutti a tavola, compagni cari che questa è l'ora - del desinar!

Mangiare poco - mai non bisogna,

Mangiare troppo - è una vergogna!

(La luce si spegne e di nuovo si scorgono Scortica e il piccolo Natale)

Scortica    Come possono essere così allegri se hanno tanta miseria?

Natale presenteEvidentemente sono più ricchi di te, Scortica!

Scortica    (Con un principio di commozione) E quel bambino... quello malato... morrà?

Natale presenteSe non avverrà nulla di nuovo nella vita di quella povera famiglia, sì, il bambino morrà. Ma adesso senti, stanno parlando di te.

(Di nuovo la luce sulla tavola della famiglia di Bob. Bob è in piedi, con un bicchiere fra le mani.)

Bob              E adesso che abbiamo fatto il brindisi per tutti i nostri parenti ed amici, è giusto che lo facciamo anche per lui, il signor Scortica.

Moglie di BobBisogna proprio che sia il giorno di Natale perché si beva alla salute di un uomo avaro e insensibile come lui! Tu lo conosci bene, nessuno meglio di te può apprezzarlo!

Bob              È il giorno di Natale, Giulia!

Moglie di BobPer amor tuo e di questo giorno io bevo alla sua salute e gli auguro una lunga vita, un felice Natale ed un buon anno.

(Mentre finisce di parlare, Tim scoppia improvvisamente in pianto)

Tutti           Che c'è Tim? Che hai? Ti senti male? Cosa è accaduto?

(Via la luce, la scena scompare.)

Scortica    (Molto turbato) Piangeva... per me, il bambino?

Natale presenteL'hai indovinato. Piangeva perché sa quanto tu fai soffrire suo padre. È sensibile e intelligente, quel piccolo. Forse perché è così infelice.

Scortica    (Agitato) E dovrà morire?

Natale presenteTe l'ho detto. Se non interviene un fatto nuovo. Su, andiamo. Devi vedere ancora qualcosa.

Scortica    No, ti prego, torniamo a casa. Io non ne posso più. Questa gioia, questi brindisi, questi auguri... Insomma io non credevo, non supponevo...

Natale presenteNon credevi alla bontà degli altri, vero? Al perdo­no di coloro che sono migliori di te! E questo ti sconvolge più di qualsiasi maledizione. La carità è pesante da sopportare per chi ha il cuore chiuso. Ma vieni. Ecco qua tuo nipote che sta parlando di te!

(Un'oasi di luce nella quale è il nipote di Scortica che sta parlando con qualcuno mentre attacca delle cande-line a un piccolo albero di Natale)

Nipote        Mi dispiace per lo zio. Non sono riuscito a condurlo qui... E ha perduto dei momenti di allegria che certo non gli avrebbero fatto male. E son certo che ha anche perduto una compagnia più simpatica di quel­la che gli fanno i suoi pensieri nel vecchio studio ammuffito. Tutti gli anni andrò ad invitarlo, gli piaccia o no, perché mi fa compassione. Che si beffi pure del Natale! Non potrà fare a meno di cambiare idea, ci scommetto, se mi vedrà ogni volta tornare da lui, di buon umore, e ripetergli: Caro zio, come va? (La luce si spegne. La scena scompare)

Natale presenteEbbene, Scortica, che ne dici?

Scortica    (Sbalordito) Ma è possibile che mi voglia bene?

Natale presenteNon è il figlio dì tua sorella? E non è un caro ragazzo che non ti assomiglia in nessun modo? Su, su, andiamo. Abbiamo ancora qualcosa da vedere.

(Fanno qualche passo. Scortica si ferma e guarda di nuovo nel vuoto, verso il pubblico, turbato.)

Natale presenteChe c'è? Che cosa vedi?

Scortica    Quella gente... quella povera gente miserabile. Ha freddo... ha fame... si vede bene. Ma nessuno li soccorre?

Natale presente(Ripetendo le parole che Scortica ha detto nel primo atto) Non ci sono le prigioni? Non ci sono le case di ricovero?

Scortica (Che ha capito e si chiude le orecchie con le mani) Basta, Basta!

(Si avviano verso casa)


ATTO TERZO

Parte prima

(Scortica è in piedi, nel suo lungo camicione, accanto ad un bambino vestito, come i due che l'hanno preceduto, da Babbo Natale. Questi tiene in mano una candela accesa. Sono già usciti dalla finestra, stanno per cominciare il viaggio.)

Scortica    Io... io sono contento di venire. Ero... ero pronto, no? Ma quella candela?

Natale futuroMi serve per guardare in ciò che non è ancora avvenuto. Io sono lo Spirito del Natale futuro.

Scortica    (Turbato) E quello che vedremo dovrà... accadere assolutamente?

Natale futuroPotrebbe non accadere. Ma dovrebbero mutare molte cose... Dovrebbe tornare in su l'acqua del fiume.

Scortica    Quale fiume? Ma l'acqua d'un fiume non può torna­re in su, a meno di un miracolo!

Natale futuroA meno di un miracolo, appunto. Ma ora sta bene attento a tutto quanto vedrai e sentirai. Andiamo. (Camminano insieme. La luce è adesso su due uomini che stanno parlando sotto un lampione.)

I Uomo        No, non ne so gran che. So soltanto ch'è morto.

II Uomo       Quando è morto?

I Uomo        Stanotte, credo.

II Uomo       E di che è morto? Credevo che quell'usuraio dovesse campare millenni!

I Uomo        (Sbadigliando) Dio lo sa!

II Uomo       E che ne avrà fatto del suo denaro?

I Uomo        Non lo so, vi dico. A me non l'ha lasciato di sicuro. Forse, egoista com'era, se lo sarà cucito addosso, per portarselo tutto dietro! (Ridono.)

(Si spegne la luce)

Scortica    (Spaventato) Di chi parlavano? Non potrei saperlo?

Natale futuro Ascolta, ascolta...

(Ritorna la luce. Due donne sotto il fanale)

I Donna       E così se n'è andato anche lui!

II Donna     E neppure un cane l'accompagnerà, perché non lo amavano neppure le bestie.

I Donna       A proposito, non volete venire a vedere i gattini che sono nati ieri? Li abbiamo messi sotto l'albero di Natale e... Vedrete come sono graziosi nel cestino azzurro! Sembrano...

(Le due donne si allontanano parlando, la luce si spegne di nuovo.)

Scortica    (Angosciato) Ma non c'è nessuno che provi un sentimento... un sentimento qualunque, per la morte di... di quell'uomo?

Natale futuro Ascolta, ascolta!

(Ancora la luce nello stesso punto. Si incontrano presso il lampione il nipote di Scortica e Bob.)

Nipote        Oh, buonasera! Come state?

Bob              (Molto triste e stanco) Oh, buonasera, signore.

Nipote        Vi cercavo, sapete? Ora che... sì, immagino che non sia facile per voi trovare un altro lavoro. Così volevo dirvi che farò in modo d'aiutarvi. Io non sono ricco, ma ho molti amici e non sarà poi tanto difficile trovare un posto per un brav'uomo come voi.

Bob              (Senza entusiasmo) Vi ringrazio, signore. Vi sono molto grato.

Nipote        Ma... mi sembrate molto avvilito, amico mio. Possi­bile che...

Bob              No, signore, non è quello che pensate! Io... ho avuto un grande dolore, un vero dolore, in questi giorni. Ho perduto il mio piccolo Tim, il mio caro figliuolo. E il dolore è più grande, vedete, perché non ho potuto far nulla per salvarlo. Se avessi potuto farlo curare, nutrirlo meglio, dargli aria e luce...

Nipote        Lasciate che vi accompagni a casa, amico mio. Mi racconterete tutto, questo vi solleverà un po' e...

(Si allontanano insieme. Il nipote di Scortica tiene un braccio intorno alla spalla di Bob.)

Scortica    (Inginocchiandosi davanti al Natale futuro) E per colpa mia, vero? Colpa mia se quel bambino è morto. E se Bob cerca un altro lavoro è segno che... che anch'io me ne sono andato e che è finita! Ma perché mostrarmi tutto questo se per me non c'è più speranza? Per carità, abbi pietà di me! Dimmi che posso ancora cambiare le cose che ho visto, che posso cambiare la mia vita! Onorerò il Natale con tutto il mio cuore, cercherò di festeggiarlo tutti gli anni: vivrò nel passato, nel presente e nel futuro: non dimenticherò le lezioni che mi sono state date! (La sua angoscia è grande) Ti prego, dimmi che posso cancellare quello che ho visto! Dimmelo!

Parte seconda

La camera di Scortica

(È giorno pieno. Scampanio allegro. Scortica si sveglia di sopras­salto. Si mette a sedere sul letto, si guarda intorno, si palpa le braccia e le gambe: vuole insomma persuadersi che è vivo. Quando ne è convinto, con un balzo di gioia scende dal letto.)

Scortica(Mentre afferra una vestaglia e se l'infila) Vivrò nel passato, nel presente e nel futuro! Tutti e tre gli Spiriti saranno sempre presenti in me! Oh caro Graffia! Siano lodati il cielo e il giorno di Natale!... Le ciabatte, dove sono le ciabatte?... Io sono qui (Quasi cantando) sono ancora qui e le immagini delle cose che potrebbero accadere nel futuro possono essere cancella­te! Lo sento. Non parlava d'un miracolo, il Natale futuro?... Ma dov'è finita la cintura della vestaglia?... Non è un miracolo che io... non sia più io? (Ridendo) Non so quel che faccio, mi sento leggero come una piuma, beato come un angelo, spensierato come uno scolaretto, stordito come un ubriaco! (Spalanca la fine­stra) Buon Natale a tutti, un felice anno a tutto il mondo!

(Si avvicina, suonando l'armonica da bocca, il ragazzino del primo atto. Scortica lo vede e lo chiama)

Ehi, tu ragazzino!

Ragazzino(Spaventato) Oh, siete voi, signore? Sparisco, sparisco subito! (Si mette a correre).

Scortica    No, no, senti! Vieni qui! Vieni.

(Scortica va alla porta e lì viene il ragazzino)

Ragazzino   (Avvicinandosi cauto) Siete sicuro di volere proprio me?

Scortica    (Allegro) Sì, caro, sì. Senti: che giorno è oggi?

Ragazzino (Molto stupito) Eh?

 Scortica   Sì, voglio sapere che giorno è!

ragazzino Oggi?! Ma come!? È Natale!

Scortica    (A se stesso) Dunque non l'ho perduto. I tre Spiriti hanno fatto tutto in una notte sola. Possono fare tutto quello che vogliono, loro, si capisce. (Con gioia) Bene. Non perderò questo Natale, come ho perduto gli altri.

ragazzino Posso andarmene, signore?

Scortica    No, aspetta. Sai dov'è il pollivendolo, quello all'angolo della seconda strada?

Ragazzino   Credo di sì.

Scortica    Sei intelligente! Sai se hanno venduto quel bel tac­chino che era appeso lì ieri? Non quello piccolo, quello più grosso.

Ragazzino   Quale? Quello grosso quanto me?

Scortica    Che caro ragazzo! Capisce al volo! Sì, proprio quello, caro.

Ragazzino   È sempre appeso lì.

Scortica    Davvero? Allora va' a comprarlo.

Ragazzino   Ma scherzate!

Scortica    No, no, dico sul serio: va' a comprarlo e portalo qui, così ti darò l'indirizzo della casa dove deve essere consegnato. Va' e ritorna, ti darò cinque monetine: se poi sarai qui in meno di cinque minuti te ne darò dieci.

RagazzinoVolo, signore! Volo! (Parte correndo)

Scortica    (Tornando dentro) E adesso scriviamo l'indirizzo. (Cerca un pezzo di carta, lo trova nelle tasche della vestaglia, scrive con un mozzicone di matita) Non saprà chi glielo manda! (Ridendo) Sarà un bellissimo scherzo! È un tacchino grande due volte quel suo bambino malato. Avranno da mangiare per una settimana e non indovineranno mai chi...

Ragazzino   (È tornato portando un enorme fagotto. Chiama prudentemente) Signore... ehi, signore...

Scortica (Accorrendo) Bravo! Ti sei guadagnato le dieci monete. Un magnifico tacchino! Ma come avrà fatto, così grasso, a reggersi sulle gambe senza stroncarle? Non puoi portarlo fin laggiù a piedi Prenderai una carrozza! Eccoti i soldi per il tacchino, per la carrozza e la mancia per te. E questo è l'indirizzo. Presto, fa' presto!

Ragazzino   (Prende tutto con molto stupore) Grazie, signore, grazie! Corro! Arrivederci, buon Natale! (Via. Prende a suonare la sua armonica, poi si ferma) Posso suonare, signore?

Scortica    Certo, caro, suona fin che vuoi! Buon Natale...

(Il ragazzino s'allontana suonando l'aria del primo atto) Che caro ragazzo! E adesso andiamo a vestirci... (Stropicciandosi le mani) Ne ho da fare di cose, oggi! Devo vedere tutto quello che non ho visto per tanti anni e...

(Entra nello spogliatoio, da dove lo sentiamo fischiet­tare la canzoncina che suonava il ragazzino. Dopo qualche secondo riesce col cappotto e il cappello a cilindro. Eccolo per la strada: sorride, si guarda intor­no, saluta persone che noi non vediamo) Buongiorno! Come state? Buon Natale! I miei ri­spetti! Tanti auguri! (Vede avanzarsi la signora del primo atto e le va incontro) Oh, come state? Spero che ieri sia stata una giornata fortunata per voi.

Signora      Il signor Scortica, vero?

Scortica    Sì, è il mio nome. E credo che non vi suoni troppo gradito. Permettetemi di chiedervi scusa e vogliate avere la bontà di... (Si avvicina all'orecchio della signora e le sussurra qualcosa)

Signora      (Sbalordita) Dio sia lodato! Caro signor Scortica, dite proprio sul serio?

Scortica    Non un soldo di meno. Vi sono compresi tanti arretrati, ve lo assicuro! Volete accontentare questo mio desiderio?

Signora      (Commossa) Mio caro signor Scortica, non so cosa dire di fronte a tanta generosi...

Scortica    (Interrompendola) Non dite nulla, ve ne prego. E venite a trovarmi domani. Ci verrete, vero?

Signora      Ma certo!

Scortica    Vi sono molto grato, grazie mille volte. Dio vi benedica!

(Se ne va tutto allegro, continuando a scappellarsi e ad augurare ogni tanto)

 Buon Natale! Ossequi! Mille auguri!

(Scorge il nipote che viene verso di lui. Gli corre incontro)

Oh, caro nipote! Buon Natale!

Nipote        (Molto stupito) Ma zio! Voi... mi dite così e... e siete tutto allegro?

Scortica    Allegrissimo, caro, e venivo proprio da te!

Nipote        (Lietamente sorpreso) Da me?!

Scortica    Per chiederti di invitarmi a pranzo!

Nipote        (Abbracciandolo) Oh, mio caro zio, venite, venite subito! Io non so se sto sognando o se son sveglio!

Scortica    Neanch'io, nipote mio!

(Tutti e due, a braccetto, si avviano ed escono di scena. Mentre escono, Scortica dice) Me le canterai davvero le canzoncine d'una volta? La mia povera sorella ne sapeva certune così belle che... (Via)

Parte terza

L'ufficio di Scortica

(Scortica è solo e si guarda intorno tutto allegro, fregandosi le mani. Quando vede apparire Bob, si siede e prende un'aria imbron­ciata.)

Bob              (Tremando) Buongiorno, signore...

Scortica    (Grugnisce, cercando d'imitare la voce solita) Ehi là!

Bob              Scusatemi... sono in ritardo.

Scortica    Uhm! In ritardo! Mi pare bene!

Bob              (Supplichevole) Signore, è una sola volta all'anno! Ieri sera si fece un po' di festa... non accadrà più!

Scortica    (Minaccioso) Non accadrà più, avete detto?

Bob              Sì, ve rassicuro...

Scortica    (Tuonando) Ed ora basta, amico mio! Non intendo più sopporta­re questo stato di cose; (Lo prende per il bavero della giacca) quindi... sono deciso...  (Bob trema come una foglia) ad aumentarvi lo stipendio!

(Scortica lascia improvvisamente Bob che cade a sedere di peso sulla seggiola)

Bob              (Spaurito, perché crede che il suo padrone sia improvvisamente diventato matto) Signore... vi assicuro... io non intendevo offendervi.

Scortica    (Allegro, ridendo) Ma non avete capito? È cambiato tutto! Non sono più quello che avete conosciuto fin qui, è successo un miracolo! Sì, un mi-ra-co-lo! Buon Natale! Un Natale assai più felice di quelli che vi ho concesso per tanti anni, (Con foga) Vi aumenterò lo stipendio, cercherò di alleviare le difficoltà della vostra famiglia e discuteremo dei vostri affari proprio oggi, davanti a un bel bicchiere fumante di vino cotto! E ora accendete il fuoco, andate a comprare un bel cesto di carbone e fate portare due tazze di cioccolata, per cominciare!

Bob              (Ancora intontito) E... i sequestri che dovevamo chiedere per oggi?

Scortica    Non ci saranno sequestri! Non ce ne saranno più! Su, su, andate. A proposito: comprate anche dei cioccolatini per quel vostro bambino... Come lo chiamate? Ah, Tim! Ecco, per lui.

Bob              Per Tim, signore? Oh, grazie. Ma... come sapete di lui?

Scortica    So molte cose, adesso. Ve l'ho detto. C'è stato un miracolo. L'acqua del fiume è tornata all'insù! (Ridendo) Sì, mi capisco da me! Ma non temete per quel vostro bambino. Quello che vi fa paura... non avverrà. Lo cureremo, lo cureremo insieme e lo faremo guarire! Siete contento, amico mio?

Bob              (Balbettando per lo sbalordimento e la felicità) Mi... mi volete pe-pestare un piede... per-per favore? Ho-ho paura d'essere a-addormentato.

(Il «ragazzino» torna in scena suonando festoso, e Scortica abbraccia paternamente Bob, inchinandosi poi con lui al pubblico.)

Fine della Commedia

In Anna Maria Romagnoli, Impariamo a recitare (Il teatro come gioco educativo), Palladium.