Una strana famiglia

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"L'uomo èl'unico animale che ride"

UNA STRANA FAMIGLIA

giallo comico-spiritico in due parti

di

Ivano Bertoletti

PERSONAGGI

KONRAD VON RIBBEN - scienziato

IRMA - sua moglie

KATARINA - loro figlia

ADOLF - fratello di Irma

EGDA - sorella di Konrad

FRANZ - marito di Egda

WALTHER NAGER

HANS BAUERS

RUTH BAUERS

HERMANN KLEIST

PRIMA PARTE

Sala a pianterreno. Vi sono tre porte. Una nella parete di fondo, a destra, che dàsul laboratorio di Konrad Von Ribben. Una a destra che dàsulla cucina e sulle altre stanze al piano superiore. La terza, a sinistra, èla porta d'ingresso. In scena un tavolo rotondo, una libreria e una poltrona. Un divano ènella parte sinistra della parete di fondo. A circa un metro dal divano, verso il centro, c'èun tavolino con il telefono. L'azione si svolge nel 1965 in una isolata casa di campagna della Germania Occidentale.

Franz èseduto sul divano e sta leggendo il giornale. Adolf, che èl'unico a parlare con accento completamente germanico, passeggia nervosamente davanti al telefono. Indosseràsempre una divisa nazista.

ADOLF - Non telefonare più! non telefonare più! questa sera essere in ritardo! (Gesti di stizza).

FRANZ - (Alzando gli occhi) Perché, chi deve telefonare?

ADOLF - Dovere telefonare Benito, èora! Ogni mercoledìsera telefonare sempre a suo caro amico          Adolf, alle ore nove e adesso essere giànove e dieci e non avere ancora telefonato!

FRANZ - Ma chi èBenito?

ADOLF - (Rabbioso) Tacere tu, che non ricordare mai niente! Tu dimenticare sempre ogni cosa!               (Suona il telefono; al primo squillo Adolf afferra la cornetta) Ciao, Benito. Questa sera                      essere sulle spine perché non ricevere tua telefonata in orario. Come mai?... ja .... ja... tu                     avere ideato nuovo motto che da domani essere sulla bocca di tutti gli italiani: CREDERE,      OBBEDIRE, SCIOPERARE... ja... anche per me essere nuovo grido di battaglia:                                CREDERE, OBBEDIRE, SCIOPERARE!…ja … ja … ja... (Franz si alza per uscire,                   passando davanti ad Adolf, ma viene impedito da questi che ad ogni "ja" allunga di scatto il             braccio destro in avanti) ja … ja... (Franz finalmente puòuscire a destra) Avere capito tutto,         d'accordo. Arrivederci. (Depone la cornetta e si guarda intorno, mentre da destra entra                       Irma) Dove essere mio luogotenente! Maledetto! Quando io avere bisogno, lui non esserci mai! (Esce velocemente a destra, tra l'indifferenza di Irma che sta mettendo un po' in                  ordine).

KONRAD - (Entra da destra con aria scocciata) Senti, Irma! sono stufo di farmi passare per                    Benito tutti i mercoledì! Abbiamo persino fatto installare un'apposita linea telefonica per                       chiamarlo dalla nostra camera. Inoltre non so piùcosa inventare e, come se non bastasse, tuo         fratello Adolf, quando mi vede, mi considera il suo luogotenente!

IRMA - (Dolce) Ma Konrad, lo sai com'èAdolf Èsufficiente accontentarlo ogni tanto e lui poi non         infastidisce piùnessuno.

KONRAD - Sì, peròtu lo sai benissimo che io sono impegnato con i miei esperimenti in                            laboratorio. Esperimenti delicati e della massima importanza. La ditta di Monaco che mi ha      concesso questo incarico ha posto un termine ben preciso. Vuole dei risultati e li vuole              presto. Quindi, mia cara, io devo lavorare tranquillo, senza problemi, altrimenti combinerò            solamente dei guai.

IRMA - (Dolcissima) Ti capisco, ma ti prego caro, fa questo per la nostra famiglia. Solo così                    potremo continuare a vivere serenamente. Lo vedi come siamo felici. Mio fratello ha sì                    questo piccolo difetto: si crede il nostro glorioso Fuhrer, ma per il resto èl'uomo più              innocuo e piùbuono di tutta la terra. (Accarezzandogli la testa) Fai questo per me, caro, che         sono la tua piccola e dolce gattina.

KONRAD - (Rassegnato) Come vuoi tu, cara. Lo sai che quando fai cosìio... io non capisco più              niente. (Sta per baciarla).

ADOLF - (Entra agitato, seguito da Egda. Konrad scatta sull'attenti e saluta) Ecco dove essere                 mio luogotenente che io cercare per tutta casa! Forza! tu dovere scrivere subito lettera al mio    quartier generale, ja (Konrad a malavoglia prende una lettera e una penna, preparandosi a        scrivere) Allora scrivere: "lo e mio amico Benito avere deciso di portare grandioso attacco ai   pinguini del Polo, cosìpiùnessuno potràdire che dove arrivare noi, fare sempre caldo. Entro domani mandare due esperti qui, nella mia base segreta, per preparare il piano d'attacco ai         maledetti pinguini, con tutte le nostre forze". Basta così! E tu (Rivolto a Konrad) domani              mattina portare immediatamente messaggio a quartier generale. Ja! CREDERE,                              OBBEDIRE, SCIOPERARE! (Saluta ed esce a destra, mentre Konrad scatta in piedi e               risponde al saluto).

KONRAD - (Guardando in faccia le due donne e intascando la lettera) Accidenti a me che ho                  parlato dei pinguini al telefono!

FRANZ - (Rientra) Allora, si mangia o non si mangia in questa casa? Tutti e tre guardano allibiti               Franz.

EGDA - (Avvicinandosi al marito) Ma, Franz caro, abbiamo giàcenato due ore fa.

FRANZ - Ah, sì?

EGDA - Ma tu hai fame?

FRANZ -No.

EGDA - E allora perchévuoi mangiare?

FRANZ - (Con espressione sempre piùsvanita) Perchémi sono dimenticato di aver giàmangiato. KONRAD - Figuriamoci se ti ricordi qualcosa.

EGDA - Ti prego, Konrad, non dire così. Lo sai che il mio Franz alcune volte èsoggetto ad                      improvvise amnesie.

KONRAD - Alcune volte?

EGDA - Sì, proprio. E sono talmente piccole, piccole, che quasi passano inosservate.

KONRAD - Va bene, se per te ècosì.

KATARINA - (Entra da destra, allegra) Vado a dormire.

KONRAD - Hai finito di studiare?

KATARINA - Non ho studiato, papà.

KONRAD - Non hai studiato?

KATARINA - (Sorridente) No!

KONRAD - E perché, Katarina?

KATARINA - Perchénon ne avevo voglia.

KONRAD - (Sorpreso) Ma dico...

IRMA - (Interrompendolo) E che cosa hai fatto, bambina mia?

KATARINA - Ho continuato a Costruire il mio teschio con i fiammiferi. Pensa mamma, che ne ho           giàusati 1841 e lo sai dove sono arrivata? Al naso. Domani cominceròa fare gli occhi.

EGDA - Che brava! Chissàche capolavoro quando saràfinito!

KATARINA - Oh, sì, saràuna vera opera d'arte. Lo appenderemo sopra la porta, cosìdaràil                     benvenuto a tutti i nostri ospiti.

IRMA - Va bene, Katarina, diventeràil portafortuna della casa. Peròadesso èora di andare a letto.          Vieni ti accompagno di sopra.

KATARINA - Buonanotte papà, buonanotte zia, buonanotte zio. (Mentre li saluta, li bacia, e poi                         esce a destra con la madre. Franz si siede al tavolo, si mette in bocca una sigaretta, senza          accenderla, e inizia a fumare soddisfatto).

KONRAD - (Sedendosi sul divano) Mah... questa passione di Katarina per i simboli della morte mi           preoccupa un po'. Potrebbe dipingere, non so, scrivere poesie, e invece... (A Egda) Ti ricordi   che giàl'anno scorso aveva fabbricato, sempre con i fiammiferi, una piccolissima cassa da          morto?

EGDA - Non temere, Konrad; si tratta soltanto di una innocente mania, senz'altro dovuta all'età.              Vedrai che con il tempo passeràanche questa e s'interesseràa ben altro. Franz, che continua     a fumare, ha fatto piùvolte il gesto di far cadere la cenere nel posacenere.

KONRAD - Speriamo.

EGDA - Come procedono i tuoi esperimenti? Sei a buon punto?

KONRAD - Non tanto. Potrebbero andar meglio se non ci fosse Adolf a rendermi troppo nervoso            con il suo... (Viene interrotto da forti colpi di tosse di Franz).

FRANZ - (Sempre tossendo) Diventano sempre piùforti queste sigarette. Saròcostretto a cambiare          marca, altrimenti mi rovineròi polmoni. (Konrad e Egda lo fissano meravigliati).

KONRAD - (Si alza e gli si avvicina) Vuoi accendere?

FRANZ - Grazie, ma I 'ho quasi finita.

EGDA - (Premurosa) Vieni, caro. Usciamo a prendere un po' d'aria fresca; ti faràbene.

FRANZ - Sì, ne ho proprio bisogno. (Escono a sinistra). Konrad, scuotendo la testa ritorna sul                  divano, prendendo il giornale. Entra Irma e va a sedersi accanto al marito.

IRMA - (Il posacenere sul tavolo, oppure un qualsiasi altro piccolo soprammobile, si muove verso            il bordo) Siamo proprio una bella famiglia, vero caro? Nostra figlia Katarina cosìstudiosa;    mio fratello Adolf e nostro cognato Franz cosìbuoni; tua sorella Egda tanto premurosa. (Il        posacenere cade a terra, frantumandosi).

KONRAD - (Balzando in piedi) No! no! Non èpossibile! Ancora una volta! ancora! Èl'ennesimo             oggetto che si rompe a causa del tuo potere medianico!

IRMA - (Tranquilla) Ma caro, cosa posso farci se possiedo un fluido cosìpotente?

KONRAD - (Sempre agitato) A me lo chiedi? lo so soltanto che in questa casa gli oggetti vanno e            vengono come se avessero delle... delle gambe, ecco, proprio delle gambe!

IRMA - (Mentre sta per raccogliere i pezzi del posacenere) Calmati caro, ti prego, calmati. Ora                 siediti che ci penso io. (La sedia su cui Konrad sta sedendosi si sposta da sola e lui piomba     pesantemente al suolo. Irma accorre ad aiutarlo) Oh, Konrad mio, ti sei fatto male?

KONRAD - (Si rialza con l'aiuto della moglie e lamentandosi, esplode infuriato) Basta! non ne                 posso più! èmeglio che me ne vada nel mio laboratorio!

IRMA - Caro, scusa...

KONRAD - E ricordati! per te c'èil divieto assoluto di entrare nel mio laboratorio, altrimenti,                   poveri i miei alambicchi! In mille pezzi me li manderesti, anche se ci mettessi dentro un solo           piede! (Entra nel laboratorio). Irma sta raccogliendo nuovamente i cocci del posacenere,                   quando entrano Egda e Franz.

EGDA - Ancora il tuo potere, Irma?

IRMA - Sì, e questa sera èpiùforte che mai.

EGDA - Questa sera? lo direi, mia cara, che sono pochi i giorni in cui la tua forza non sia notevole.

FRANZ - (A Irma) Lascia, faccio io. (Appena raccolti i cocci usciràa destra).

EGDA - Ti ricordi quando il piatto della minestra di Franz èvolato là? (Indica un punto della                    parete) Guarda èrimasto ancora il segno. E quando la poltrona, all'improvviso, si è                        rapidamente spostata da làa qua investendo in pieno Konrad? Poveretto, non appena                rinvenne, urlò"chi ha dato la patente a quel disgraziato! io attraversavo la strada sulle strisce       pedonali!" Era convinto di essere stato travolto da un autocarro. E ti ricordi quando...

IRMA - Oh, sì, ètutto vero quanto dici, ètutto vero. Ma sai anche che questo potere l'ho ereditato           da mia madre che era... (Un libro cade dalla libreria) Oh, no, di nuovo.

EGDA - Fortunatamente èsolo un libro.

IRMA - Almeno questo non va in frantumi. (Raccoglie il libro e tra le pagine scopre un foglio di               carta).

EGDA - (Incuriosita) Cosa c'è?

IRMA - Un foglio di carta scritto. Guarda, sembrano frasi senza senso.

EGDA - (Prende il foglio, lo guarda e ha un 'espressione di stupore, sedendosi esterrefatta) Ecco dov'era finito! Dopo vent'anni èsaltato fuori! Per tutto questo tempo èrimasto nascosto in            quel libro.

IRMA - (Sorpresa) Ma... ma cosa stai dicendo? Mi vuoi spiegare cos'èquesto pezzo di carta?

EGDA - (Misteriosa) Ssssttt... non urlare. Èuna vecchia storia del tempo della guerra. Una storia pericolosa.

IRMA - Una storia di guerra?

EGDA - Ssssttt... parla piano. (Abbassa il tono, guardandosi intorno con sospetto) Siediti, ti                     racconteròogni cosa. (Si siedono sul divano).

IRMA - (Anche lei ora a bassa voce) Oh sì, mi piacciono tanto le storie misteriose, paurose,                      tenebrose... brrrr...

EGDA - Tutto cominciòpoco prima della fine di Hitler. Il nostro Fuhrer, persa ogni speranza di vittoria, consegnòa due suoi fedelissimi generali il sistema per rintracciare il nascondiglio del                tesoro del III Reich. Un'immensa ricchezza che ancora oggi nessuno ha recuperato. Ad un       generale diede il messaggio cifrato che rivelava il luogo, all'altro generale diede il cifrario         per interpretarlo. In tal modo nessuno dei due poteva agire da solo. Solamente insieme                        sarebbero arrivati al tesoro.

IRMA - (Attentissima) Sembra un romanzo. Perònon ho ancora capito che cosa...

EGDA - Adesso capirai. Il primo generale, quello in possesso del messaggio, era Martin Berger,                ossia mio marito. Franz Brunner non èil suo vero nome.

IRMA - Sì, lo so. Mi avevi giàraccontato che lo cambiòprima della fine della guerra, per evitare di          essere identificato.

EGDA - Esatto. Il secondo generale si chiamava Schroeder, che a suo tempo io avevo visto qualche         volta. Tutto doveva rimanere segreto, ma Franz si confidòcon me. E debbo dire            "fortunatamente si confidòcon me", perché, poco dopo, un'esplosione causòal mio caro una        perdita totale di memoria; e ancora oggi, come vedi, ne porta le conseguenze. Caro Franz,      cosìdolce, cosìbuono.

IRMA - (Emozionata) Ma... allora... questo foglio di carta è... è... èil messaggio cifrato di Hitler, il           messaggio che rivela il nascondiglio del tesoro del III Reich!

EGDA - Sì, l'ho riconosciuto subito. Chissàcom'èfinito in quel libro. Forse Franz...

IRMA - (Interrompendola) E l'altro generale, il possessore del cifrario? EGDA - Il gen. Schroeder?          Morto. Credo sotto un bombardamento. Pove retto. (Sospirando) E cosìquesto messaggio è         un inutile pezzo di carta. Non potràmai rivelare piùniente.

IRMA - (Completamente assorta) Morto? Hai detto che il gen. Schroeder èmorto?

EGDA - Sì, perché?

IRMA - (Esplodendo eccitatissima e alzandosi) Bene! bene! Èmorto! che bello! Oh, Egda!                       (Abbracciandola) saremo ricche! ricche! hai capito? ricche! ricche!

EGDA - (Anche lei in piedi) Ma, cara, cos 'hai? Non ti senti bene? Vuoi che prepari una camomilla?          Forse vuoi...

IRMA - Oh, sì, ricche! Egda, Schroeder èmorto! Èmorto!

EGDA - Lo so, ma perchéla cosa ti rende tanto felice? Se nemmeno lo conoscevi.

IRMA - Ètutto piùsemplice con la sua morte, tutto piùfacile perchésappiamo dove si trova.                   Quindi io lo chiamerò, gli parlerò, mi faròdire il significato del cifrario e cosìtradurremo il    messaggio. Capisci ora, cara?

EGDA - (Meravigliata) Tu gli parlerai? tu...

IRMA - Ma sì, Dobbiamo fare immediatamente una seduta spiritica.

EGDA - Oh, ma... oh... (Abbracciandola) cara, cara Irma. Sì... il tesoro... saremo ricche! (Lanciano           entrambe urla di gioia).

IRMA - Su, su, prepariamoci adesso. Tu vai a chiamare Franz, io penso a Konrad. Adolf èmeglio             lasciarlo in camera. Trattandosi di un generale di Hitler, non vorrei che potessero sorgere dei   problemi se lui fosse presente. E... sssttt... silenzio con tutti; èun segreto tra noi due. I nostri    cari dovranno avere una sorpresa.

EGDA - E che sorpresa! (Esce a destra).

IRMA - (Con il volto raggiante, si avvicina al laboratorio, sta per aprirne la porta quando,                       ricordandosi del suo potere, si blocca) No, non posso entrare, sennòsuccederebbe il                       finimondo làdentro. ManderòEgda. In questo momento si ode uno scoppio e un urlo                         terribile. Irma urla anche lei dallo spavento. Alcuni secondi di silenzio assoluto, poi sulla                    porta del laboratorio compare Konrad, barcollante, con i capelli arruffati, con il viso tutto                sporco di nero e con il camice completamente a brandelli.

IRMA - (Ansiosa) Caro, cos'èsuccesso? Ti sei fatto male?

KONRAD - Cos'èsuccesso? Niente, maledizione! Stavo eseguendo un nuovo esperimento quando,             improvvisamente, il mio preparato m'èscoppiato addosso. Ecco cos e successo!

IRMA - Oh, come mi dispiace.

KONRAD - Devo aver sbagliato il dosaggio degli elementi. (Arrabbiato) E lo sai perché? Perchéero ancora nervoso, troppo nervoso, a causa di tutte le stranezze che succedono in questa                       casa; a causa degli incredibili fatti che ogni giorno mi piombano tra capo e collo; a causa                       di...

IRMA - Ma se siamo una famiglia cosìtranquilla, cosìquieta. (Si avvicina al marito e con la mano            gli spolvera il camice, delicatamente) L'importante èche tu stia bene.

ADOLF - (Entrando di colpo) Chi avere attentato alla mia persona? Chi essere stato? Chi? KONRAD - (Salutando, piùche mai abbattuto) Nessuna preoccupazione, mio Fuhrer, il nemico è    stato messo in fuga. Ora tutto èa posto, tutto èsotto controllo.

ADOLF - Ja, ja. Credere, obbedire, scioperare. (Saluta ed esce a destra).

KONRAD - (Rispondendo mestamente al saluto) Lo vedi... lo vedi... Com'èpossibile lavorare in              santa pace?

IRMA - Konrad mio, non ricominciare ad agitarti. Cerca di calmarti, su, da bravo. E lo sai cosa                 facciamo per rilassarti, lo sai? Facciamo una bella seduta.

KONRAD - Oh, no.

IRMA - Sì, sìinvece; èquello che ci vuole per un momento come questo. Dimenticherai il lavoro e           vedrai che per te saràmeglio di un tranquillante. Vai a pulirti, ora.

KONRAD - Come vuoi tu, mia cara. (Si avvia alla porta di destra e in quel momento entrano Egda          e Franz).

EGDA - (Alla vista di Konrad si mette ad urlare) Mamma mia! Che visione orrenda. Ma chi è                  questa brutta faccia?

IRMA - Ma èKonrad. Ha avuto un incidente in laboratorio; nulla di grave per fortuna.

EGDA - (Rilassandosi) Che spavento ho preso. A prima vista sembrava un mostro.

KONRAD - Beh, io vado allora.

IRMA - Sì, e prima di tornare controlla che Katarina non si sia svegliata. (Konrad esce) Bene!                   iniziamo i preparativi. lo penso alle luci, tu sistema Franz al solito posto.

EGDA - Vieni Franz, siediti, che fra poco si comincia. (Egda accompagna alla sedia Franz in modo        che egli saràdi viso al proscenio).

FRANZ - Perchémi devo sedere qua?

Le luci si attenuano e si diffonde una luminositàcolor verde-bluastro.

EGDA - (Pazientemente) Te l'ho appena detto: facciamo una seduta spiritica, Mi raccomando, caro,         concentrati, perchéquesta saràuna sera particolare. Irma si avvicina alla sedia e saràdi              profilo al proscenio, con le spalle alla porta di sinistra.

FRANZ - Nessun problema: saròattentissimo.

IRMA - (Sedendosi) Oh, Egda, non sono mai stata cosìeccitata. Il pensiero che fra poco riusciremo          a decifrare il messaggio mi rende piena di felicità. Non vedo l'ora di iniziare.

EGDA - (Sedendosi quasi di fronte a Irma, con le spalle rivolte alla porta di destra) Sempre se                  riuscirai a prendere contatto con il gen. Schroeder.

IRMA - Ci riuscirò, ci riuscirò, vedrai. Questa sera mi sento in forma eccellente. Le mie vibrazioni            sono al massimo, e quando saròin trance niente potràfermarmi.

EGDA - Mi stai contagiando. Sento dei brividi freddi lungo la schiena... brrr .. che serata! che                  serata!

FRANZ - (Che ha seguito il dialogo con la sua solita espressione da ebete) Quando cominciamo?

EGDA - Manca solo Konrad e poi Irma si prepareràalla trance.

IRMA - Ma quel benedetto uomo cosa staràfacendo? Konrad entra: èpettinato, il viso pulito, senza        camice.

KONRAD - Sono pronto. Katarina donne come un ghiro; nemmeno il botto di prima l'ha svegliata.

IRMA - Ottimo. Prendi posto. Konrad siede tra Egda e Franz, e anche lui volge le spalle alla porta           di destra. Konrad appoggia subito le mani sul tavolo, preparandosi alla catena, e                                 immediatamente Franz gli molla una tremenda sberla sul dorso della mano destra.

KONRAD - Ahi!!! (Scuotendo la mano per il dolore).

FRANZ - (Esultando) Uno a zero per me! Sono stato piùveloce io! Ho colpito la mano di Konrad            prima che lui la togliesse dal tavolo!

EGDA - Ma cosa dici, Franz? Non stiamo facendo quel gioco. Èuna seduta spiritica, lo vuoi                    capire?! e tu devi solamente eseguire tutti i nostri gesti. Èchiaro?

FRANZ - (Deluso) Ah, ècosì? Allora adesso ho capito.

IRMA - Bene. Possiamo formare la catena. Mani sul tavolo e uniamole come al solito. (Tutti e                   quattro appoggiano le mani sul tavolo, con le dita aperte. Ogni mignolo tocca quello della persona vicina, mentre le mani di ognuno sono unite tra loro dal contatto dei propri pollici)     Franz, mi raccomando, non interrompere mai il contatto da me e da Konrad finchéio non                   saròuscita dalla trance medianica.

FRANZ - Va bene.

IRMA - L'incenso, lo stavamo dimenticando. Pensaci tu, Egda, poi chiudi subito la catena. lo nel                         frattempo inizio a concentrarmi. D'ora in poi silenzio. (Egda si alza ed esce a destra, Irma chiude gli occhi. Si sente solo il suo respiro forte. Rientra Egda, lasciando la porta aperta.        Ha in mano una ciotola e una scatola di fiammiferi. Ne accende l'incenso contenuto, prende   la ciotola con entrambe le mani e, tenendola dinnanzi a sé, gira per la sala, levandola ogni      tanto con gesto rituale sopra la testa. Infine torna al tavolo e la fa girare davanti ai                         partecipanti. Deposta la ciotola sulla libreria, torna al tavolo e completa la catena. Irma,   dopo una serie di sospiri alternati a singhiozzi e a lamenti prolungati, cade in trance. I suoi    occhi saranno sempre fissi, vitrei).

IRMA - (Parla lentamente e con voce profonda) Spirito... spirito del generale Schroeder... mi senti...        (Silenzio) io desidero comunicare con te... generale Schroeder... spirito ci sei...

KONRAD - (Sottovoce a Egda) Chi èquesto generale Schroeder?

EGDA - (Anche lei sottovoce) Èun generale di Hitler, morto al tempo della guerra.

IRMA - Spirito... vieni tra noi... devo chiederti una cosa importante.

KONRAD - (es.) Ma perchéIrma gli vuole parlare? Che cosa deve chiedergli?

EGDA - (Cs.) Fai silenzio. Capirai tutto quando il generale Schroeder comunicheràcon noi.                      (Konrad tenta di replicare) Ssssttt...

IRMA - Spirito buono del generale Schroeder... manifesta la tua presenza... ti prego... (Silenzio). In          questo momento dalla porta di destra entra una figura con le braccia protese in avanti. E               Katarina in stato di sonnambulismo. Indossa una vestaglia da notte completamente bianca        che le arriva sino ai piedi, con maniche lunghe. In testa porta una cuffia bianca.

IRMA - (La sua voce si fa piùacuta, le parole piùveloci) Ti sento, ti sento spirito... oh, sì, sei                    vicino a noi... sì... si... Katarina si èfermata tra la porta e il tavolo. L'unico ad accorgersi                  della sua presenza èFranz.

FRANZ - (A voce bassa e facendo cenno con la testa e con gli occhi a Katarina) Egda...

KONRAD - Ssssttt...

IRMA - Spirito... spirito... sei il generale Schroeder? ..

FRANZ - (Cs.) Egda...

EGDA - (A voce bassa) Silenzio, caro.

IRMA - Rispondimi spirito... sento la tua presenza...

FRANZ - (es.) Egda...

IRMA - Spirito... spirito... chi sei?

EGDA - (Cs.) Ti ho detto di fare silenzio, caro. Franz, allora fa il gesto di alzare la mano a contatto          con Konrad per indicare Katarina.

KONRAD - Franz, non togliere la mano, assolutamente. Franz desiste, continuando afare cenni con         il capo verso Katarina,

IRMA - Spirito... parla... io ti sento... Katarina avanza, èalle spalle di Egda e Konrad Comincia a             emettere dei risolini e delle piccole grida. Egda e Konrad non la notano, intenti come sono a            fissare il viso di Irma.

EGDA - (Sobbalzando) Anch'io lo sento.

KONRAD - (C. s.) Anch'io e bene! Franz continua con la testa a segnalare Katarina.

IRMA - Oh, sì, spirito... spirito buono...

KONRAD - Ho addirittura la sensazione che sia dietro di noi.

EGDA - Facciamo silenzio, Konrad.

IRMA - Spirito... ti prego... (Katarina avanza: il suo braccio sinistro compare tra Egda e Konrad; il         destro tra Konrad e Franz, circondando in tal modo il capo del padre. Egda e Konrad si                    spaventano e lanciano entrambi un urlo. Franz finalmente smette di muovere la testa)                     Spirito... dimmi chi sei?…

KONRAD - (Gira il capo e riconosce la figlia) Ma èKatarina! Katarina si allontana saltellando e si          porta dall’altro lato, alle spalle di Irma.

EGDA - (Tranquillizzata) Ah, èsolo Katarina.

IRMA - Non andartene, spirito…

KONRAD - (A Egda) Ma cosa fa Katarina In giro per la casa, a quest'ora?

EGDA - Niente di grave, Konrad; non preoccuparti.

KONRAD - Ma come? Per te ènormale un simile comportamento? Katarina ora compie dei passi di         danza.

IRMA - Spirito... rimani tra noi...

EGDA - Sìche ènormale, caro fratello. PerchéKatarina èsonnambula.

KONRAD - Cosa?!! Èsonnambula?!! mia figlia?!!

EGDA - Sì, che c'èdi strano?

KONRAD - Ma... ma... c'èdi strano che io non ne so niente. Mia figlia di notte gira, saltella, balla            per la casa e io, il padre, ne sono tenuto all'oscuro. E tu mi chiedi cosa c'èdi strano! lo                         adesso mi alzo e... (Sta per levare la mano dal tavolo). EGDA - Konrad! non staccare la                        mano! (Konrad desiste)

IRMA - Sì... sei qui... sei qui... sì... spirito, parla... Katarina, volteggiando, ritorna alle spalle dei                genitori.

EGDA - (A Konrad) Non ti abbiamo mai detto nulla perchénon volevamo procurarti altri pensieri.           Non ne hai certo bisogno. E poi capita solamente una o due volte al mese, e Katarina non                     corre alcun pericolo. Vedrai, fra poco torneràa letto. Infatti Katarina si avvia,                              leggiadramente, alla porta di destra, osservata con stupore e incredulitàdal padre.

IRMA - (Con voce piena di dispiacere) No... no... spirito non lasciarci... ti prego... rimani... rimani             tra noi... ti prego... Katarina esce. Tutti ritornano a fissare Irma. In questo momento dalla                    porta di destra che èsempre aperta, con un balzo incredibile, piomba in scena Adolf,                   impugnando una rivoltella. Egda e Konrad, nuovamente spaventati, sobbalzano e lanciano        un tremendo urlo.

ADOLF - Cosa essere stato grande grido di poco fa? Cosa essere successo? lo avere perso tempo a           cercare mia rivoltella, ma poi finalmente trovata. Tu, mio luogotenente, dovere spiegare tutto   al tuo Fuhrer! Subito! Konrad, meccanicamente, si alza di scatto e saluta Adolf, spezzando             in tal modo la catena. EGDA - (Preoccupata) No, Konrad, no... cos'hai fatto? Irma comincia          a lanciare urletti di dolore, scuote la testa, si risveglia, si stropiccia gli occhi.

KONRAD - Ma... io non volevo... non l'ho fatto apposta...

ADOLF - Allora? volere tu dirmi cosa essere avvenuto? Irma lancia sempre degli ululati, mentre               Egda si alza e le si avvicina.

EGDA - Cara, come ti senti, come stai?

FRANZ - Non si gioca più?

KONRAD - Niente, mio Fuhrer, niente di grave. Sono state solo delle urla di spavento. Stavamo              facendo una seduta spiritica.

ADOLF - Ja, ja! Credere, obbedire, scioperare! (Saluta ed esce precipitosamente a de- stra).

IRMA - (Ècompletamente sveglia e si lamenta) Oooh... oooh... la mia testa...

FRANZ - Si puòfumare?

KONRAD - Scusami, cara; ma ètutta colpa di Adolf che èentrato all'improvviso. Non volevo                 interrompere la catena. Ti fa tanto male, amore?

IRMA - Un po'... Non sono entrata in contatto, non sono riuscita, peròero vicina ormai, sì, vicina.

EGDA - E adesso?

IRMA - Dobbiamo riprendere, dobbiamo assolutamente continuare.

KONRAD - Ma te la senti? Non èforse meglio rimandare a domani?

IRMA - No, ora sto bene. Su, ricominciamo.

EGDA - Forse conviene far partecipare anche Adolf, cosìeviteremo sorprese.

IRMA - Sì, vai tu a chiamarlo, Konrad. (Questi esce. A Egda) Riaccendi l'incenso. Dobbiamo creare         il piùpossibile l'atmosfera giusta. (Egda provvede).

FRANZ - Abbiamo giàfinito di giocare a carte?

IRMA - Ma cosa dici, Franz? Fra poco rifaremo la seduta spiritica e vedrai che questa volta andrà           benissimo.

FRANZ - (Con aria felice) Ah, finalmente! Era da parecchio tempo che desideravo prendere parte a         una seduta.

IRMA - Mi raccomando Franz, cerca di comportarti come prima. Ora fai silenzio che devo                        concentrarmi. (Sia Irma che Egda ripetono i gesti di prima. Rientra Konrad insieme a                    Adolf).

KONRAD - Sì, mio Fuhrer, dobbiamo metterei in contatto con il vostro fedelissimo generale                    Schroeder, ucciso a tradimento dai nostri nemici.

ADOLF - Maledetti! sempre i migliori colpiscono. Ma verràil giorno della vendetta e allora io, Fuhrer della grande Germania, non perdonerònessuno!

KONRAD - Venite ora, sedetevi qui. Konrad prende una sedia e fa accomodare Adolf tra lui e Egda, avvicinando di piùla sedia di Egda a Irma. Sono tutti seduti ad eccezione di Egda che, fatta girare la ciotola d'incenso dinanzi a ogni partecipante, la deposita nuovamente sulla libreria. Si siede anche lei e cosìla catena èdi nuovo formata. Dopo qualche secondo di silenzio, Irma cade in trance.

IRMA - Oh... oh... spirito del generale Schroeder... ti prego, parlami... (Silenzio) abbiamo bisogno di         te... vieni tra di noi... (Silenzio) ti supplico, spirito... lascia per qualche minuto le tue attività  ultraterrene e manifestati... (Silenzio) spirito buono...

KONRAD - (A Egda, sottovoce) Forse questa sera non c'è, magari èuscito a divertirsi.

EGDA - Non credo. Puòessere invece che delle forze oscure impediscano il contatto. Sono così              strani questi fenomeni.

IRMA - ... perchégenerale Schroeder non mi ascolti?... (Silenzio) che cos'èche ostacola la tua                   presenza?... (Silenzio) oh... vieni spirito... oh...

ADOLF - (Con voce imperiosa) Generale Schroeder!! Ascoltatemi bene! Èil vostro Fuhrer che vi            parla! Generale Schroeder! Vi ordino di presentarvi immediatamente!

KONRAD - Mio Fuhrer...

ADOLF - Non interrompere tu! Avete capito, generale Schroeder? Immediatamente! altrimenti                sarete messo agli arresti per insubordinazione! Chiaro!?

IRMA -... non ti sento... non ti sento... perché? … perché? …

FRANZ - Egda, io sono stufo. Voglio andare a dormire.

EGDA - Stai calmo, Franz, penso che fra poco la seduta terminerà. Infatti Irma, emesso ancora                 qualche lamento, inizia a sbattere le palpebre, fa un grosso sospiro e si risveglia, guardando i           presenti.

KONRAD - Allora, cara, come va?

IRMA - Niente da fare, non ci riesco e non capisco il perché.

EGDA - Forse manca l'atmosfera favorevole oppure non èla serata giusta.

IRMA - E pensare che mi sentivo cosìin forma. Èstrano, veramente strano.

ADOLF - (Si alza, rivolgendosi a Konrad) Quel maledetto, mi ha disobbedito! Tu domani                        provvedere ad arrestarlo e poi passare per le armi! Ja! (Saluta).

KONRAD - (Alzandosi e rispondendo al saluto) Sì, mio Fuhrer! Domani il generale Schroeder non           saràpiùdi questo mondo! (Adolf esce a destra).

EGDA - Vieni Franz, andiamo nella nostra camera. (Prende il marito sottobraccio, augurano la                buonanotte e escono).

IRMA - (Si alza) Buonanotte.

KONRAD - Buonanotte. (Dolce) Cara, ti vedo delusa. Era cosìimportante la seduta?

IRMA - Sì, caro, molto importante, troppo importante.

KONRAD - E non vuoi spiegarmi il perché? lo non ne so niente.

IRMA - (Si avvicina al marito e con fare carezzevole) Non voglio dirtelo; dovràessere una sorpresa, una bellissima sorpresa per te. Sappi soltanto che la nostra vita potràcambiare completamente.

KONRAD - (Cingendo con un braccio la moglie) Come desideri tu, cara. lo ti voglio tanto bene. Andiamo a riposare ora. Si èfatto tardi.

IRMA - Sì, Konrad mio. Ma domani sera il generale Schroeder non avràscampo! E mentre si avviano abbracciati alla porta di destra, cala il sipario.

FINE PRIMA PARTE

SECONDA PARTE

La sera successiva. Ali 'aprirsi del sipario, la scena ècompletamente buia. Dopo qualche istante, la porta d'entrata si apre lentamente, entra una persona, accende una piccola torcia elettrica e richiude delicatamente l'uscio. ÈWalther Nager che alla luce della torcia elettrica ispeziona tutta la sala. Quando viene illuminato il telefono, il fascio di luce dapprima si blocca poi comincia a scorrere sul filo dell 'apparecchio sino ali 'estremità, vicino alla parete. A questo punto Nager mette la torcia sul pavimento e estrae dalla tasca un coltello. La luce della torcia illumina le mani di Nager che taglia il filo del telefono. Egli riprende la torcia in mano e ripone il coltello in tasca, quando la porta di destra si spalanca e viene accesa la luce. ÈAdolf che s'arresta di colpo, fissando meravigliato Nager. I due per qualche secondo si osservano in silenzio.

ADOLF - Chi essere voi?

NAGER - Buonasera. Scusate, se sono entrato, ma...

ADOLF - Che cosa fare qui?

NAGER - Stavo appunto dicendo che ho trovato...

ADOLF - Io avere capito!

NAGER - ... la porta aperta. E allora...

ADOLF - Voi essere mandato dal nemico!

NAGER - ... mi sono permesso di entrare.

ADOLF - Voi essere una sporca spia!

NAGER - Veramente, io ho avuto...

ADOLF - Maledetto! una spia nella mia base segreta! Come essere possibile?

NAGER - Dicevo che la mia automobile...

ADOLF - (Urla) Ah, tradimento! tradimento! Una spia nemica! Qui! e non avere mia rivoltella!                Konrad! Konrad! maledetto anche il mio luogotenente! Non esserci mai!

NAGER - No, non ècosì. Io...

ADOLF - (Sempre urlando) Konrad! Konrad! una spia nella base! una spia!

Da sinistra entra trafelato Konrad.

KONRAD - Ma cosa succede?

ADOLF - lo avere trovato questa spia, qui al buio.

NAGER - (A Konrad) Buonasera. Vorrei spiegarvi che io...

ADOLF - Lui volere rubare piani segreti.

KONRAD - Mio Fuhrer, adesso sistemo io ogni cosa. Voi ritiratevi nella vostra stanza. La spia è             nelle nostre mani e la faremo parlare.

NAGER - (Che non capisce ancora) Ma qui c'èqualcosa...

ADOLF - Tacere tu! maledetto traditore, venduto al nemico! Entrano da destra Irma, Egda e                   Katarina.

IRMA - Konrad, Adolf, che cos'ètutto questo chiasso?

KATARINA - Papà, lo sai che stavo studiando e le urla dello zio Adolf mi hanno disturbata. ADOLF - Lui essere spia! e io avere preso con le mani nel sacco!

KONRAD - Andate ora, mio Fuhrer, penseròio a tutto.

ADOLF - Ja, ja. (Saluta, ricambiato da Konrad, e poi esce a destra).

KATARINA - Chi èquesto signore?

KONRAD - Èquello che sapremo fra poco, se lo lasceremo parlare.

NAGER - Grazie e perdonatemi per il disturbo, ma non pensavo di causare tutto questo trambusto. IRMA - Come fate a essere in casa nostra?

NAGER - Sono Walther Nager e il perchémi trovo qua èfacile da spiegare. Stavo viaggiando sulla          strada principale, diretto a Monaco, quando il motore della mia automobile si èbloccato,              costringendomi a fermarmi. Ho subito notato le luci dell 'unica abitazione della zona, cioèla vostra. Allora ho percorso le poche centinaia di metri della strada di campagna che conduce       qua, aiutandomi con questa torcia elettrica. (La mostra a tutti) La porta era solamente                accostata e quindi sono entrato. Poi il signore di prima mi ha trovato.

KONRAD - Quindi voi siete rimasto a piedi.

NAGER - Eh, sì...

KONRAD - E il paese piùvicino èa circa sei chilometri.

IRMA - E il pullman ci saràsoltanto domani mattina.

KATARINA - Quello che prendo io per andare a scuola. C'èun po' di imbarazzo generale.

IRMA - (Decisa) Qui, posto per dormire non ne abbiamo.

KATARINA - Oh, sì, mamma; puòandare insieme allo zio Adolf, nella sua camera.

KONRAD - Direi che non èproprio il caso, dopo quello che èsuccesso.

NAGER - Capisco... che vi sto procurando dei problemi.

IRMA - No, èche questa sera noi...

KONRAD - (Interrompendola) Cara, possiamo fare una cosa. Se al sig. Nager non dispiace, può              passare la notte qui in sala, sul divano. IRMA - Ma si troveràscomodo, molto scomodo. No,             caro, la tua non èper niente una buona idea.

NAGER - Oh, per me va benissimo. Ègiàsin troppo. Vi sono grato per la vostra ospitalità.

IRMA - Ma...

KONRAD - Allora va bene così. (A Nager) Abbiamo ancora del caffé, ne volete un sorso?

NAGER - Volentieri, grazie.

 KONRAD - Egda, ci pensi tu?

EGDA - Venite, sig. Nager. (Escono a destra).

KATARINA - Papà, io ormai non studio più. Continueròa lavorare il mio teschio e poi mi coricherò.

KONRAD - Sì, tesoro, vai pure. Buonanotte.

IRMA - Buonanotte, piccola. (Katarina li bacia, li saluta e poi esce) (Stizzita) Konrad, si puòsapere perchéhai invitato quell'estraneo a trascorrere la notte da noi?

KONRAD - Ma cara, non hai sentito il suo racconto? Èrimasto appiedato e sono le nove e mezza. Che cosa potevo fare?

IRMA - (es.) Poteva andare a dormire in macchina. Non fa per niente freddo.

KONRAD - Mi meravigli, Irma. Èla prima volta che ti comporti in questa maniera. Noi siamo stati sempre ospitali e abbiamo aiutato chiunque potevamo.

IRMA - (es.) Non ci voleva, non ci voleva.

KONRAD - Cosa c'èche non va? Vuoi essere chiara?

IRMA - Possibile che tu non capisca. Ti sei giàscordato di questa sera?

KONRAD - Scusami amore, ma se devo essere sincero non riesco a seguirti. Non so di cosa stai               parlando.

IRMA - Ma caro, la seduta! Dobbiamo parlare con il generale Schroeder! E adesso mi vuoi dire                come facciamo con in casa quel Nager? Proprio questa sera doveva capitare tra i piedi. Che         sfortuna, che sfortuna!

KONRAD - (Si avvicina alla moglie) Su, non drammatizzare la situazione. Il generale Schroeder non puòscappare. Dove si trova, lìrimane. La seduta la rimandiamo a domani, quando il                     sig. Nager ci avràlasciato. Anzi, sai cosa faccio? telefono immediatamente a casa di Karl, il   mio amico meccanico, cosìdomani mattina presto saràgiàlàfuori a riparare la vettura del     nostro ospite.

IRMA - Va bene, peròche rabbia dover attendere un altro giorno.

KONRAD - (Baciando la moglie) Ora vai di là, cara; io esco a richiudere il ripostiglio.

IRMA - Sì, amore. (Contraccambia il bacio e esce a destra).

KONRAD - Però, nella sua sfortuna, il sig. Nager èstato fortunato. La macchina s'èguastata nei              pressi della nostra casa che èl'unica nel raggio di tre chilometri. Eh, c'èun protettore anche      per gli automobilisti. (Si guarda intorno un attimo) Beh, saràmeglio che ritorni nel                 ripostiglio. (Si avvia all’uscita, ma s'arresta quasi subito) Ecco, mi stavo dimenticando di         telefonare a Karl. (Avvicinatosi al telefono inizia a comporre il numero) Speriamo che non        sia giàa dormire. (Terminato il numero, rimane qualche istante con la cornetta all'orecchio)             Beh! cos'èquesta storia? (Sbatte la cornetta) Non si sente alcun rumore. Proviamo a rifare il           numero. (Esegue)

            Mah... ètutto silenzioso. (Batte la cornetta contro il palmo dell'altra mano, poi la riporta   all’orecchio) Niente, assolutamente niente. Ci saràun guasto sulla linea. (Rimette la                     cornetta al suo posto) Vorràdire che avvertiròKarl domani mattina. (Esce a sinistra,              spegnendo la   luce).

La scena rimane completamente buia per qualche secondo. Poi la porta di destra si apre piano, piano. Entra una persona (invisibile al pubblico) che, camminando ali 'indietro, trascina il cadavere di Nager. Lo ha preso sotto le braccia con ambedue le mani, in una delle quali tiene la sua torcia elettrica che illumina gli arti inferiori del morto. Lentamente e faticosamente trascina il corpo senza vita verso la porta d'uscita. Vi èquasi arrivato, quando dali 'esterno giungono dei colpi di tosse. Lo sconosciuto cambia immediatamente direzione e precipitosamente si avvia verso il divano.

KONRAD - (Dall'esterno, terminando di tossire) C'èun po' di umiditàquesta sera, e i miei bronchi          ne risentono subito. (Sospirando) Però... èproprio una bella serata. Che cielo! quante stelle!    che pace! Sono notti come queste che ti fanno amare la vita, che ti fanno apprezzare la              serenitàdella tua casa. (Sospirando nuovamente) Ah, questa tranquillitàmi fa sentire in                        armonia con l'universo intero.

Durante questo monologo, lo sconosciuto ha sistemato velocemente il cadavere, sdraiato sul dorso, dietro il divano, sparendo di corsa dalla porta di destra. Nella fretta non si èaccorto che i piedi del morto sporgono dal lato del divano vicino al tavolino portatelefono. Si puòmettere in risalto il particolare dei piedi inquadrandoli per alcuni istanti con un faro.

KONRAD - (Tossendo entra e accende la luce) E adesso un po' di relax. (Prende un libro dalla                libreria, si accomoda sul divano e inizia a leggere). Poco dopo entra da destra Franz con in    mano un mazzo di carte.

FRANZ - (Fissando Konrad) Cosa fai qui in casa nostra?

KONRAD - (Alza il capo, sorpreso) Come sarebbe a dire? Sono sul mio divano e sto leggendo.

FRANZ - E perché?

KONRAD - Perché? ma perchéne ho voglia. Ma guarda un po' che domande.

FRANZ - Ma tu chi sei?

KONRAD - Oh, no. Franz, non dirmi che non mi riconosci più. Santo cielo! Sono Kon- rad, Franz!          Konrad, tuo cognato!

FRANZ - Ah, Konrad. Ciao, Konrad. Posso fare un solitario o ti do fastidio?

KONRAD - Fai pure. Franz si siede al centro, faccia al pubblico, e inizia a giocare.

KONRAD - (Tra sé) Non vorrei sbagliarmi, ma ho la netta impressione che il mio povero cognato             stia peggiorando. Non si ricorda nemmeno dei propri familiari! Mah... bisogneràche dica a      Egda di cambiare pastiglie. (Riprende la lettura. Egli tiene il libro con una mano, mentre                     l'altro braccio penzola oltre il bracciuolo del divano. In tal modo le sue dita sfiorano piùdi            una volta i piedi del cadavere) Ma dov' èfinito il nostro ospite? Qui non si vede più                 nessuno. (Si alza, depone il libro e, avvicinandosi alla porta di destra, chiama) Egda! Irma!   Sig. Nager! (Non risponde nessuno. A Franz che continua imperterrito a giocare) Tu, non hai visto... (Rinunciando) Èmeglio lasciar perdere.

IRMA - (Entrando) Cosa c'è, caro?

EGDA - (Entra subito dopo) Mi hai chiamata, Konrad?

KONRAD - Certo che vi ho chiamate, ma non preoccupatevi: non èsuccesso nulla. Vorrei solo                sapere che fine ha fatto il sig. Nager. Non si èpiùvisto.

EGDA - Non saprei. lo arrivo adesso dalla mia camera.

IRMA - E io era con Katarina, quando mi hai chiamata.

KONRAD - Va bene, e il sig. Nager?

IRMA - Forse èancora in cucina.

EGDA - No, non c'èpiù; ho guardato io.

KONRAD - Ma allora dov' è?

EGDA - (A Franz, che ha sempre continuato con il suo gioco) Caro, dov'eri prima di giocare a                  carte?

FRANZ - (Girando il capo) Non mi ricordo. (Riprende a giocare).

IRMA - E se Adolfl'avesse trovato da solo? Con la rivoltella potrebbe...

KONRAD - Irma, ti ripeto per l'ennesima volta che la rivoltella di Adolf, oltre che scarica, è                    completamente rotta. Non puònuocere a nessuno.

IRMA - Sarà... Comunque a me fa sempre impressione quando l'impugna.

KONRAD - Beh, bisogna trovarlo questo nostro ospite. Provo a vedere in laboratorio. Voi date                un'occhiata di làe al piano superiore. Escono tutti e tre. Franz termina di giocare, raccoglie       le carte, si alza, si guarda intorno con espressione inebetita, si dirige a destra, ma poi si                        ferma dubbioso. Cambia direzione e va alla porta di sinistra, ma s'arresta di nuovo,                    pensieroso. Ritorna nuovamente a destra e si ferma in centro, girando piùvolte il capo verso             le due porte, in quanto non sa da che parte andare. Finalmente prende una decisione.

FRANZ - Se la prima carta èrossa, vado di là; (Indica la porta d'uscita) se ènera, dall'altra parte. (Mescola le carte e prende la prima) Nera! Per di qua, allora! (Esce a destra). La scena                         rimane vuota per qualche secondo, poi dal laboratorio compare Konrad.

KONRAD - Il laboratorio èdeserto, come immaginavo. (Entrano Irma e Egda).

EGDA - Non l'ho trovato.

IRMA - Nemmeno io.

KONRAD - Com'èpossibile? e Adolf?

IRMA - Non lo ha piùvisto da quando èsalito. E cosìanche Katarina.

KONRAD - Ma dove si ècacciato? Il laboratorio èvuoto.

EGDA - Sembra volatilizzato.

IRMA - Come un fantasma.

KONRAD - Per piacere, Irma. L'abbiamo visto tutti in carne e ossa.

IRMA - Eppure in casa non c e più.

KONRAD - Accidenti! che diavolo di un mistero èmai questo?

EGDA - Se ne saràandato.

IRMA - Che persona maleducata; andarsene senza nemmeno salutarci.

KONRAD - E dove volete che sia andato, se era rimasto a piedi? Insomma, non puòessere sparito. Era di làe quindi da qualche parte dobbiamo trovarlo.

IRMA - Potremmo chiedere a Franz se per caso...

KONRAD - Lasciamo perdere Franz. Figuriamoci se si ricorda. A proposito, Egda, saràmeglio che cambi le sue pillole.

EGDA - Perché?

KONRAD - Perchépoco fa non mi ha nemmeno riconosciuto.

EGDA - Oh, povero caro.

IRMA - E se Nager fosse uscito quando ti sei recato nel ripostiglio?

KONRAD - Forse hai ragione. Nager puòessere uscito solo in quell'occasione. (Meditabondo) Eh, sì... penso proprio che sia andata così.

EGDA - Chissàperchél'avràfatto?

KONRAD - Già, non si capisce, di notte... a piedi, dove vuole andare? Incredibile, veramente incredibile.

IRMA - Beh, a noi non interessa. Egli ha rifiutato il nostro aiuto, peggio per lui. Ovunque sia sono affari suoi. (Li guarda con occhi che sprizzano gioia) E la sua scomparsa torna a puntino. (Esultante) Ora, niente e nessuno ci impediràdi fare la seduta!

EGDA - Oh, sì, Irma.

IRMA - Tra mezz'ora iniziamo, Vieni, Egda; andiamo ad avvertire Franz e Adolf (Escono).

KONRAD - (Scuotendo la testa) Cose da pazzi. Basta un attimo e una persona non c'èpiù. Puff...            come in un gioco di prestigio... Non trovo una spiegazione logica. Saràmeglio non pensarci     più; sono le stranezze della vita. (Rimane un attimo pensieroso) Vediamo se ètornata la                     linea. (Alza la cornetta del telefono e l'appoggia all'orecchio) Tutto tace. Silenzio di tomba,    (Sta per deporre la cornetta, quando scorge le scarpe di Nager) Che cosa... che cosa ci                    fanno due scarpe qui... (Deposita la cornetta e guarda meglio) Ma... ma sono attaccate a due   gambe! (Spaventato, si sporge oltre il divano) Oh... oh... e c'ètutto il resto... santo cielo! ma           èil sig. Nager! guarda dove èandato a cacciarsi! dietro il divano!... io gli ho detto di                     dormire sul divano e non dietro... (Chiama) sig. Nager! sig. Nager! che sonno duro,                accidenti! (Passa davanti al divano portandosi ali 'altro lato, vicino alla testa di Nager) Lo        sapete che vi abbiamo cercato dappertutto. Sig. Nager, su, svegliatevi. (Si china) Non vi                     sembra un po' scomodo dormire sul pavimento? Forza, sig. Nager. (Lo scuote) Siete                         veramente stanco Aaaah!. .. (Balza in piedi, terrorizzato) ma... ma... oh, mio Dio... mi                     sembra morto (Si china nuovamente, tastando il cadavere) Siete morto, Sig. Nager? Ma                 come mai?… qui, in casa mia, e perché?… Di cosa siete morto? …e poi, dico, morire dietro   a un divano non mi sembra una bella cosa. Con tutto lo spazio che c'èqui... Sig. Nager,                    come avete fatto a morire dietro il divano? … (Si riscuote) Povero me, cosa sto facendo? sto    parlando con un morto? … (A se stesso) calmati, Konrad, calmati, altrimenti diventi l'ultima        stranezza di questa famiglia... E questo cos'è? (Toglie il coltello da una tasca di Nager) un        coltello?!… e questa?! (Trova anche una rivoltella) una... una rivoltella?!... una vera                      rivoltella! (Si alza con in mano le due armi; èallibito) Ma dove stava andando, in guerra?...   Non posso lasciare il corpo in casa. Chissàche spavento per Irma e Egda. Lo porteròin                 ripostiglio e domani, sperando che il telefono funzioni, avvertiròla polizia. (Si china di                   nuovo; entra Adolf e, vedendo Konrad mezzo nascosto dal divano, gli si avvicina, scoprendo       cosìil cadavere).

ADOLF - Bravo! mio luogotenente! tu avere trovato lurida spia e averla uccisa! Bravo! Konrad si            spaventa, ma reagisce quasi subito.

KONRAD - Ecco... (Deciso) sì, mio Fuhrer, ho sorpreso la spia nemica e l'ho giustiziata, per la                  gloria del III Reich!

ADOLF - Tu sarai decorato con una medaglia per il tuo grande valore!

KONRAD - (Approfittando della buona predisposizione di Adolf) Mio Fuhrer, ora dob- biamo                   portare fuori il cadavere del nostro nemico. Voi prendetelo per le gambe.

ADOLF - Ja, ja. Adolf esegue, mentre Konrad, che ha rimesso le armi in tasca a Nager, lo piglia               sotto le braccia. Faticosamente escono da dietro il divano. Ma fatti pochi passi verso l'uscita,         Adolf molla di colpo le gambe di Nager.

ADOLF - (Mentre Konrad rimane curvo, sorreggendo il busto di Nager) Io, il Fuhrer, non posso              abbassarmi a trasportare cadavere! Questo essere compito tuo! Tu, mio luogotenente, dovere   arrangiarti da solo! (Fissa in silenzio Konrad, che a sua volta lo guarda inebetito).

KONRAD - Ma, mio Fuhrer, come faccio da solo a portare...

ADOLF - Silenzio! Dovere solo obbedire. Credere, obbedire, scioperare! Ja! (Saluta, abbassa il                 braccio, ma, non ricevendo da Konrad risposta al saluto, alza nuovamente il braccio) Volere            rispondere al mio saluto?!

KONRAD - (Impossibilitato a spostare il braccio, in quanto continua a sostenere il cadavere)                   Come faccio... (Cerca di togliere il braccio, aiutandosi con le ginocchia, ma Nager quasi gli        sfugge) come faccio a salutarvi, o mio Fuhrer?

ADOLF - (Sempre piùadirato) Avere detto di salutare! capito!? (Konrad lascia di colpo il cadavere        che piomba a terra. Poi si irrigidisce sull attenti e saluta) Ja! (Si gira ed esce a destra).

KONRAD - (Quasi in trance dalla sorpresa, rimane immobile nella posizione di saluto. Dopo                   qualche secondo squilla il campanello e Konrad si riscuote, abbassando il braccio) Oh,                   cielo! hanno suonato! (Guarda il cadavere) e voi, sig. Nager, siete qui, morto, proprio                   adesso. Povero me! (Si china e riprende il corpo sotto le ascelle) Forza... vi debbo rimettere      dietro il divano. Non posso farmi trovare con voi tra le braccia. (Mentre trascina il corpo                     verso il divano, l'uscio di destra si apre parzialmente e l'assassino, nascosto dalla porta,                  osserva per pochi secondi i movimenti di Konrad, poi lentamente richiude l'uscio. Il                        campanello trilla nuovamente) Maledizione! ma chi puòmai essere a quest'ora? (Termina di          sistemare Nager, in modo che sia del tutto invisibile, poi si porta davanti al divano e               controlla) Ecco, cosìva bene, caro sig. Nager, siete completamente nascosto. E ora vediamo     chi ha suonato. (Apre la porta e entrano i signori Bauers).

HANS - Buonasera. Sono Hans Bauers e questa e mia moglie Ruth.

RUTH - Buonasera.

KONRAD - Buonasera. lo sono Konrad Von Ribben.

HANS - Scusateci se vi disturbiamo, ma la vostra èl'unica casa qui intorno e purtroppo noi siamo             rimasti appiedati a causa di un guasto alla nostra vettura.

KONRAD - (Sorpreso) Anche voi? Sulla strada principale, poco distante da qui?

RUTH - Sì, proprio così.

KONRAD - Che strana coincidenza. Non siete gli unici.

RUTH - Infatti abbiamo notato un'altra automobile ferma.

HANS - (Curioso) Perché, forse qualcun altro ha avuto la nostra sfortuna?

KONRAD - No... cioèsì... un altro signore si èpresentato poco fa per gli stessi motivi.

HANS - Ah, e dov'èora?

KONRAD - (Pensando al cadavere, sbotta tutto d’un fiato) Se ne ègiàandato! se ne ègiàandato!           subito!

RUTH - (Meravigliata) A piedi! in piena notte!?

KONRAD - (Agitato) Sembreràstrano, ma èvero.

HANS - Ne siete sicuro?

KONRAD - Sicurissimo. Èsparito all'improvviso, senza dire nulla a nessuno.

RUTH - Non si sarànascosto da qualche parte?

KONRAD - L'abbiamo inutilmente cercato dovunque. Ma, scusate, a voi cosa importa di tutto                 questo?

HANS - Niente, niente. Solo che ètalmente illogico un simile comportamento. Andarsene cosìha             dell' inverosimile.

KONRAD - Sì, lo so, ma...

ADOLF - (Entra da destra) Ah, eccovi qua. Finalmente essere arrivati i due esperti del quartier                 generale. Perchétutto questo ritardo?

HANS E RUTH - (Meravigliati) Ma... ecco... noi...

KONRAD - Mio Fuhrer, hanno avuto problemi con l'automobile.

ADOLF - Voi dovere sapere che il mio fido luogotenente ha giustiziato poco fa una miserabile spia          nemica.

HANS - (Allibito, a Konrad) Avete ucciso una persona?!

KONRAD - Sì... no! voglio dire no! no!

RUTH - Ma come...

ADOLF - Lui avere sorpreso spia e «pum! », con un colpo di pistola avere sistemata. Hans e Ruth            guardano esterrefatti sia Adolf, sia Konrad. Questi, portando l'indice alla testa, cerca di far   capire ai due che Adolf èpazzo.

KONRAD - No... non ècosì...

ADOLF - lo avere visto il cadavere, là, dietro il divano.

HANS - (Mentre Konrad balza tra i Bauers e il divano) Cosa?! C'èun cadavere dietro il divano?! KONRAD - Ma no!... no!. ..

RUTH - Lui peròdice che...

KONRAD - (Cercando sempre di far capire lo stato di Adolf) Vi assicuro che non c'ènessun                     cadavere.

ADOLF - Ora che voi essere qui, dovere preparare piano di attacco contro i pinguini.

RUTH - Attacco contro che?…

HANS - I pinguini? …

ADOLF - Voi non aver ricevuto mio messaggio?

I due si guardano sorpresi, guardano Konrad e finalmente capiscono, allora stanno al gioco.

HANS - (Deciso) Sì, lo abbiamo ricevuto, grande Fuhrer!

KONRAD - Mio Fuhrer, forse èmeglio rimandare a domani, i due esperti del quartier generale sono        molto stanchi.

RUTH - Abbiamo bisogno di riposo, immenso Fuhrer!

ADOLF - (Rimane un attimo pensieroso) Ja! D'accordo, solo perchéoggi essere contento per                    eliminazione spia nemica. Cominceròio a preparare basi del piano strategico per sicura                   vittoria contro i pinguini. (Rivolto a Konrad) Pensare tu alloro alloggio. Ja! (Saluta e                       Konrad risponde, imitato immediatamente dai Bauers; Adolf esce a destra).

KONRAD - (Calmandosi) Scusate, ma mio cognato Adolf non ha tutti i venerdìa po- sto. Avete                         visto e sentito: si crede Hitler.

HANS - E già... ma io avevo capito subito.

RUTH - E quindi non esiste nessuna spia, nessun morto.

KONRAD - Ma certo! sono tutte fantasie originate dalla mente malata di Adolf Figuriamoci! un              cadavere (Konrad inizia a ridere) dietro il mio divano.

HANS - Eh, sì... (Ride) roba da matti.

KONRAD - (Ridendo sempre di più) Bella questa... proprio roba da matti...

RUTH - (Ridendo anche lei) E pensare che avevo creduto al cadavere. Che stupida.

KONRAD - (Continua a ridere) Un cadavere... in casa mia...

RUTH - (C. s.) i pinguini...

HANS - (C. s.) il piano...

KONRAD - (Ridendo e indicando i due)... esperti del quartier generale... Per un po' ridono tutti e tre        senza piùparlare.

RUTH - (Che sta terminando di ridere, con un fazzoletto si asciuga le lacrime) Oh, povera me, non           ce la faccio più; sono esausta dal gran ridere. Mi posso accomodare sul divano?

KONRAD - (Smette di colpo di ridere e si butta a sedere nel mezzo del divano, appoggiando contro         la spalliera, oltre alla testa, le braccia allargate come se fosse in croce) No!

HANS - Come no?!

KONRAD - Non si può.

HANS - Perché?

KONRAD - Perché... perchéèoccupato.

RUTH - Occupato?!

KONRAD - Sì.

RUTH - Ma da chi?

KONRAD - Da me, non si vede?

HANS - Volete spiegarvi?

KONRAD - Semplice. Tutte le sere, prima di coricarmi, io devo rilassarmi, rimanendo seduto per             mezz'ora circa, sul divano.

RUTH - Con le braccia aperte?

KONRAD - Sì, questa èla posizione esatta. Me l 'ha consigliata il mio medico. Ormai per me è                diventato un rito da compiere sempre, cascasse il mondo.

HANS - E vi fa bene?

KONRAD - Benissimo. Mi purifica il corpo e lo spirito di tutte le fatiche accumulate durante la                giornata. Provate anche voi quando sarete a casa vostra.

RUTH - Beh... sì, lo faremo.

HANS - (Dopo una pausa di totale silenzio) Posso fare una telefonata?

KONRAD - (Sopra pensiero) Sì. (Hans fa per dirigersi ali 'apparecchio, ma Konrad, temendo che           egli possa scorgere Nager, balza in piedi, mettendosi tra Hans e il telefono) No! … non                      funziona!... non so come mai, ma la linea èsilenziosa. Sentite. (Alza la cornetta e l'avvicina    all'orecchio di Hans).

HANS - Èvero. (Ruth si siede sul divano) Non si sente niente.

KONRAD - Ètutta sera che ècosì. (Mette la cornetta a posto, si gira e vede Ruth seduta. Urlando) No! via di lì! (Ruth dallo spavento balza in piedi, con la mano sul cuore, mentre Konrad si lancia a capofitto sul divano, assumendo la posizione precedente).

I tre rimangono in silenzio assoluto. In questo momento entra da destra Franz. Tiene in mano un mazzetta di figurine. Egli rimane nella parte destra della scena e comincia a lanciarle contro la parete una ad una, tenendole tra l'indice e il medio della mano. Ogni tanto esulta e raccatta le figurine sul pavimento, per poi ricominciare il gioco. Continueràsenza curarsi di tutto quanto avverràintorno a lui, finchénon uscirànuovamente. Nel frattempo, Konrad ha girato il capo, appoggiato alla spalliera, verso Franz, mentre i Bauers fissano meravigliati il nuovo arrivato. Dopo alcuni secondi, entrambi spostano lo sguardo su Konrad

KONRAD - (Assentendo) L'altro mio cognato, Franz.

HANS - Anche lui... (Fa cenno con l'indice alla tempia).

KONRAD - Beh, no... soffre di amnesie.

RUTH - Poveretto.

KONRAD - Vive in un mondo completamente suo. Mentre la porta di destra si sta aprendo, si odono Egda e Irma ali 'esterno.

IRMA - Speriamo che ci sia "il nostro morto".

EGDA - Cara, ne sono certa, questa sera il caro defunto non ci sfuggirà. (Sono in scena e, vedendo i         Bauers, hanno entrambe un moto di sorpresa).

HANS - (A Konrad) Morto?! Ho compreso bene, vero?

RUTH - Sì, ha detto "defunto".

KONRAD - Ma cosa dite...

IRMA - Chi sono questi signori?

RUTH - Allora esiste il cadavere.

KONRAD - Irma, Egda, vi presento...

HANS - Dov' è?

EGDA- Chi?

IRMA - Caro, cosa fai in quella posizione?

 RUTH - Si rilassa.

KONRAD - Questi sono i signori Bauers.

HANS - Piacere. Chi èmorto?

KONRAD - Mia moglie Irma e mia sorella Egda.

EGDA - Cosa fate qui, a quest'ora?

RUTH - Eh... un guasto alla nostra automobile.

HANS - Volete dirmi dove si trova questo benedetto cadavere?

EGDA - Anche voi come il sig. Nager.

IRMA - Caro, di che cadavere sta parlando il sig. Bauers?

KONRAD - Non lo so. Si èfissato che qui c'èun cadavere.

HANS - Voi due avete parlato di un morto, mentre entravate.

KONRAD - Ma avete capito male.

IRMA - Vedete, noi stavamo...

HANS - Ci sento benissimo, io.

RUTH - Sì"morto", "defunto", questo abbiamo udito.

IRMA - Ma parlavamo del mio caro papà.

KONRAD - Mio suocero.

IRMA - Sono dieci anni ormai che ci ha lasciato e stavamo decidendo come ricordarlo in questo               infausto anniversario.

KONRAD - Ecco, cosa vi dicevo?

RUTH - Scusateci, ma sono talmente tante le cose strane che abbiamo visto qui, in poco tempo. ADOLF - (Entra da destra, infuriato) Come potere preparare piano, se Katarina non mi lasciare in          pace! Entra Katarina nuovamente in stato di sonnambulismo; èin vestaglia, come la sera                      precedente.

IRMA- Cara!

RUTH- Chi è?

KONRAD - Anche questa sera?!

HANS - Che cosa sta facendo?

ADOLF - Lei entrare in camera mia e disturbare.

Katarina si avvicina ai Bauers, girando loro intorno. Tutti i personaggi della commedia, ad eccezione di Kleist, sono in scena. Da destra a sinistra: Adolf, Franz che gioca alle figurine, Irma, Egda, i Bauers, Katarina, Konrad sempre seduto sul divano, e Nager dietro il divano.

KONRAD - (Ai Bauers) Mia figlia Katarina.

EGDA - Non toccatela!

 KONRAD - Soffre di sonnambulismo.

IRMA - Tesoro! Katarina soffia in viso ai Bauers, i quali si tirano indietro.

KONRAD - Egda, mi avevi detto che le capitava qualche volta.

ADOLF - lo dovere avere tranquillitàper preparare mie strategie.

EGDA - Non so, Konrad, ma non èmai successo una cosa del genere.

RUTH - Mi fa paura.

IRMA - Piccola mia!

HANS - Sembra un fantasma.

KONRAD - Non ricominciamo con questa storia. Katarina sta ritornando verso la porta di destra. EGDA - Se ne sta tornando in camera.

IRMA - Amore mio!

ADOLF - Basta che non venire piùda me! (Esce a destra).

HANS - Eppure, se non camminasse, sarebbe proprio un cadavere.

KONRAD - (Che non ne puòpiù, esplode, lasciando solo ora la posizione di "relax" e alzandosi in          piedi) Basta! sono stufo di tutto questo caos! (Katarina compie un ultimo giro intorno a              Franz, che sta ancora giocando, e poi esce a destra) Via! via tutti!

IRMA - Ma caro...

KONRAD - Ho detto "tutti di là"! (Indica la porta di destra) Offri da bere ai nostri ospiti, e tu,                Egda, porta via Franz!

IRMA - Ma…

 KONRAD - (Piùche mai deciso) Di là! andatevene tutti e chiudete la porta! (Escono tutti. Konrad          èsolo; si guarda intorno, incredulo di tanta calma) Ooohhh! meravigliosamente solo!                       Ancora un po' e impazzivo. (Si volta verso il divano) E adesso, a noi, sig. Nager! (Si              avvicina al corpo) Devo sbrigarmi a farvi sparire, caro il mio ospite. Da un momento                 all'altro, da quella porta (Indica l'uscio di destra) puòentrare qualcuno e se mi trovano con voi, cosìdefunto, cosa potròdire. Devo nascondervi nel ripostiglio. (Si abbassa, prendendo       il cadavere sotto le ascelle) Vediamo…l'ideale sarebbe portarvi sulle spalle, cosìio faccio meno fatica e voi non avrete gli abiti sporchi e rovinati. (Guarda la sala) Ecco... sul divano,      vi porto sul divano... (Lo trascina davanti al divano) siete contento? … vedrete com'è             morbido su... forza, sig. Nager... vi prego... dai .... datemi una mano... ooohh... così... ecco         sì... bravo... (Riesce finalmente a farlo sedere. Anche Konrad, esausto, si siede accanto a                        Nager, respirando affannosamente e cercando di farsi aria con la mano) Accidenti, che                   fatica! lo sapete che siete un bel peso, sig. Nager. (II busto del cadavere scivola lentamente             verso Konrad, finchéla testa si appoggia sulla sua spalla. Konrad guarda il morto) Ehi, sig.          Nager, state su, vi prego; sono giàaccaldato, se poi vi appoggiate su di me... su... (Lo rimette        a posto) che adesso vi porto a fare una passeggiata. (Konrad si alza e allarga le gambe di              Nager. Il busto sta scivolando ancora di lato; Konrad lo blocca) No!, non dovete muovervi.   Rimanete fermo dove siete. (Lo raddrizza, si stacca, lo osserva) Così, perfetto. (Konrad si       gira per sedersi tra le gambe aperte di Nager che si adagia, questa volta dali 'altra parte.   Konrad, che sta per sedersi, lo vede e si rimette diritto, di colpo) Eh, no, non ci siamo! Vi   prego, fate il bravo. (Lo rimette perpendicolare) Ho bisogno del vostro aiuto, ve ne prego.          (Konrad fissa il cadavere che ora èimmobile) Cosìva bene. Mi raccomando, sig. Nager,                      adesso vi giro le spalle e voi non combinatemi scherzi. Rimanete lì! (Konrad lentamente si   volta, guardando con la coda dell 'occhio il cadavere. Quando ècompletamente di spalle,         per due o tre volte gira il capo di scatto, come per controllare il cadavere. Poi di colpo                         Konrad si siede tra le gambe di Nager, ma in questo momento il busto scivola nuovamente             di lato) Oh, no, accidenti! dovete aiutarmi, altrimenti come posso portarvi via? Siate              comprensivo, vi supplico, sig. Nager. (Konrad èseduto con il viso rivolto verso Nager) Ho      capito, visto che non collaborate, useròle maniere forti. (Raddrizza Nager, lo tiene formo                     con una mano, e poi si butta con la schiena contro il petto del cadavere, imprigionandolo in           tal modo contro la spalliera del divano) Finalmente! avete visto che ve l'ho fatta? (Prende le   braccia di Nager e se le mette sopra le spalle e, con non poca difficoltà, si alza, sorreggendo             il cadavere sulla sua schiena. Si assesta per bene il corpo di Nager e si avvia verso l'uscita.            Il campanello suona. Konrad s'arresta folgorato) No! non èpossibile! (Èdisperato) Ma                     tutto il mondo si èdato convegno in casa mia, questa notte?! Sig. Nager, non saràforse il                    vostro spirito che da lassùsta prendendosi gioco di me? E pensare che sono stato così                  gentile con voi. (Si volta e guarda il divano) No, lìètroppo pericoloso, rischierei un infarto      ogni secondo. Ecco, il posto giusto èil laboratorio. (Si avvia) Sì, lìdentro non vi troverà             nessuno e anche voi starete tranquillo.

Mentre entra nel laboratorio, la porta di destra si apre lentamente e ancora una volta l'assassino controlla i movimenti di Konrad. Quando questi scompare ali 'interno del laboratorio, la porta si richiude. Scena vuota e silenziosa per alcuni secondi. Poi nuovo squillo di campanello. Dopo qualche attimo entra Irma.

IRMA - Konrad, ma chi èancora? (Nota la sala deserta) Quel benedetto uomo èsparito. Ci sbatte            tutti di làperchédesidera un po' di pace e lui invece scompare. Mah, proviamo a vedere chi sono questi nuovi visitatori. (Apre ed entra Hermann Kleist).

IRMA - Buonasera, desiderate?

KLEIST - Buonasera. Scusate se vi importuno a quest'ora, ma il fatto è... che... sono in difficoltà.

IRMA - Prego, dite pure, signor...

KLEIST - Kleist, Hermann Kleist. Vi sembreràstrano, ma la mia automobile si èrotta poco distante         da qui.

IRMA - Oh, ma guardate che non èaffatto strano. Anzi, ènormale, normalissimo. Avrete senz'altro         visto altre due macchine, làfuori.

KLEIST - Sì.

IRMA - Anche loro come voi. "Pack!" e si sono fermate.

KLEIST - Che... che coincidenza. Konrad rientra da/laboratorio.

KONRAD - Buonasera.

KLEIST - Buonasera.

IRMA - Mio marito, Konrad Von Ribben. Caro, indovina un po' cosa ècapitato al sig. KIeist?

KONRAD - Beh, non saprei.

IRMA - Dai, èfacile.

KONRAD - (Intuisce) Non dirmi che... non dirmi che anche lui (Irma annuisce con il capo)                      l'automobile … guasta ... ?! (Irma c. s.) no... non ci credo.

IRMA - Sì, caro, ècosì.

KONRAD - Ma, diavolo! èscoppiata un'epidemia ai motori sulla statale?

KLEIST - Mi scuso nuovamente, ma non sapevo proprio dove andare.

KONRAD - Oh, voi non avete colpa. E la situazione sarebbe veramente divertente, se non fosse per         un problema che mi assilla. Vedete, sig. Kleist, anche il telefono non funziona, tanto per                     cambiare; e in casa ci sono altri due ospiti. Mi spiace, ma sarete costretto a passare la notte       nella vostra vettura.

KLEIST - Non preoccupatevi, va bene così.

IRMA - Sig. Kleist, per favore, andate pure di là. (Indica la porta di destra) Egda, mia cognata, vi            offriràda bere. Dovrei parlare con mio marito a quattr' occhi.

KLEIST - Senz'altro e grazie. (Esce).

KONRAD - Ma cara, ti sembra il modo di trattare un ospite?

IRMA - Konrad, i Bauers non mi piacciono.

KONRAD - Che vuoi dire, Irma?

IRMA - Èil loro comportamento che mi lascia perplessa.

KONRAD - Veramente anche a me sono parsi un po' curiosi.

IRMA - Non so... ma sono troppo strani. Lo sai che di làhanno guardato in ogni ango- lo. E poi lui          mi ha chiesto di poter vedere le camere al piano superiore.

KONRAD - Cosa?! Vuole vedere le camere?! Ma... ma dico... èimpazzito.

IRMA - C'èqualcosa che non mi convince.

KONRAD - (Deciso) Eh, no! adesso ci penso io. Vieni, andiamo da quei due bellimbusti e vedrai             come li tratto! Questa ècasa nostra e io li sbatto fuori! Vieni, cara. (Escono e Irma spegne la         luce).

Scena completamente buia. Dopo alcuni secondi, la porta di destra si apre e l'assassino     furtivamente entra nel laboratorio. Si ode il rumore di una finestra che si apre e che poco dopo si richiude. L'assassino esce dal laboratorio e scompare a destra, chiudendo la porta. Trascorre qualche attimo.

KONRAD - (A voce alta, fuori scena) Non c'ènessun "ma" che tenga, cari i miei signori Bauers! (Apre la porta e accende la luce. Èseguito dai Bauers e da Irma).

HANS - Vi assicuro...

KONRAD - No, avete abusato della nostra ospitalità! (Tutti si avvicinano alla porta di sinistra) Ho capito subito che c'era qualcosa di losco nei vostri modi!

RUTH - Vi state sbagliando, sig. Von Ribben.

KONRAD - Niente affatto. Persino le nostre camere volevate controllare! Incredibile! come se fossimo degli assassini!

HANS - Voi non sapete...

KONRAD - Non voglio sapere nulla! Voi, dovete sapere una cosa!

IRMA - Caro, forse...

KONRAD - Ti prego, Irma, lascia fare a me. (Ai Bauers) E sapete cosa? che da questo momento siete indesiderati nella mia casa! Quindi andatevene subito e arrangiatevi!

Nessuno si muove; tutti si guardano. I Bauers danno le spalle alla porta di destra.

HANS - (Risoluto) Mi dispiace, ma, visto che le buone maniere non sono servite, devo passare a un          altro sistema. (Porta la mano alla tasca interna della giacca, estrae una rivoltella,                       puntandola contro i Von Ribben) Alzate le mani e rimanete immobili! (I due alzano le mani).

IRMA - (Atterrita) Oh, caro...

KONRAD - (Anche lui spaventato) Ma... cos'è... cosa volete... noi non abbiamo nulla di valore... RUTH - Non preoccupatevi, non vogliamo derubarvi. Quello che ci interessa sapere èla veritàsulla        persona che èvenuta qui, prima di noi.

IRMA - Il sig. Nager?

HANS - Sì, lui.

KONRAD - Ma vi ho giàdetto tutto. Entrano Egda, Franz e Kleist.

HANS - Vogliamo la verità.

KONRAD - Ma...

HANS - La verità. Avete capito, Sig. Von Ribben? Kleist, che con Egda e Franz, èalle spalle dei                         Bauers, estrae una rivoltella e la punta contro di loro.

KLEIST - Mani in alto, tutti! E voi giùquell'arma, senza fare scherzi! (Hans mette la rivoltella sul             tavolo e alza le mani, insieme a Ruth, Egda e Franz. Konrad e Irma sono talmente inebetiti che restano anche loro con le mani levate) Non so cosa stia succedendo, ma ritengo che tutto    questo meriti una spiegazione. (Nessuno parla) Sig. Von Ribben? (Konrad ècome in                catalessi) Voi due! (Rivolto ai Bauers) cosa avete da dire?

Da destra entra Adolf a cui Kleist volge le spalle. Adolf estrae prontamente la sua rivoltella.

ADOLF - Mani in alto! e via quella rivoltella, maledetto agente nemico! (Kleist depone l'arma e alza le mani) I due esperti del quartier generale e il mio luogotenente essersi fatti sorprendere da un solo uomo! Che disonore! Per fortuna esserci io a rimediare tutto! (Tutti hanno le mani alzate e nemmeno i familiari di Adolf le abbassano, talmente sono sorpresi da quanto sta accadendo) Konrad, prendere in consegna armi! Forza! (Konrad ha lo sguardo fisso nel vuoto) Dannazione! essere diventato sordo! Ordinare di prendere rivoltelle, capito?!

Irma abbassa le braccia e dàuna gomitata al marito.

IRMA - Konrad, fai quanto ti dice.

KONRAD - (Destandosi) Sì... sì, mio Fuhrer. (Prende le due rivoltelle, tenendole maldestramente in mano).

ADOLF - (A Konrad) Tu essere responsabile di questo nemico. Ora io tornare a studia- re plano.

KONRAD - Bene, mio Fuhrer. Adolf, prima di uscire, saluta e tutti i presenti rispondono insieme al         saluto.

EGDA - Si puòsapere cosa sta succedendo? Che significano quelle due rivoltelle?

IRMA - Èincredibile, cara, ma sembra che tutti i nostri ospiti ci nascondano qualcosa.

KONRAD - Giusto. E credo che sia giunto il momento dei chiarimenti. (Tiene le pistole puntate               sugli estranei) Voi, cari signori, che ne dite? Abbiamo o non abbiamo il diritto di una                 spiegazione? La nostra casa, oltre che un porto di mare, èdiventata un campo di battaglia. E          noi (Con la mano indica tutti i familiari) vorremmo almeno saperne il perché.

I Bauers, Kleist e Franz hanno ancora le mani levate.

EGDA - Sì, siamo proprio curiosi di conoscere la verità. (A Franz) Caro, abbassa pure le mani.

FRANZ - Che peccato! era cosìbello questo gioco. (Esegue).

RUTH - Possiamo anche noi abbassarle?

KONRAD - Va bene. (I tre eseguono).

HANS - Èvero, penso che gli avvenimenti di questa notte debbano essere chiariti. Vedete, sig. Von         Ribben, io e mia moglie siamo ebrei tedeschi e facciamo parte di un'organizzazione che ha      lo scopo di ricercare i criminali nazisti dell'ultima guerra mondiale.

KONRAD - Criminali nazisti?!

HANS - Sì, e... (Infila la mano sotto la giacca).

KONRAD - Fermo! non avrete per caso un'altra rivoltella?

HANS - Non temete, volevo solo mostrarvi questa tessera. (La estrae).

KONRAD - Prendila, Irma.

IRMA - (Esegue elegge) Hans Bauers, appartenente al Centro Documentazione Ebraica - Ricerca             Criminali Nazisti.

HANS - Questa èla prova che vi sto dicendo la verità. Anche mia moglie ne ha una simile. Irma               restituisce il documento a Hans.

KONRAD - Si, perònon capisco perchésiete finiti in casa nostra.

RUTH - Èevidente che il guasto alla nostra automobile non c'èmai stato. Noi avevamo individuato,        dopo anni, un pericoloso nazista e lo stavamo inseguendo quando abbiamo trovato la sua                     vettura, làfuori.

IRMA - Volete dire che il sig. Nager...

HANS - Sì, questo èil suo nuovo nome, ma durante la guerra èstato uno dei nazisti piùcrudeli.

KONRAD - Incredibile. Era cosìgentile, educato.

RUTH - Le apparenze molto spesso ingannano.

IRMA - Èvero, oggi non ci si puòfidare di nessuno.

KONRAD - E voi chi siete, sig. KIeist?

KLEIST - Polizia politica. Questi sono i miei documenti. (Li consegna a Egda, la quale li              controlla).

KONRAD - Polizia politica?! E cosa ci fate qui?

EGDA - (Riconsegnando i documenti a Kleist) Èproprio il sig. Hermann Kleist.

IRMA - Mamma mia, mi sembra di vivere un romanzo giallo.

KLEIST - Per pura coincidenza, anch'io questa sera stavo inseguendo quel criminale. E, come per i           signori Bauers, la sua macchina mi ha portato da voi.

EGDA - E anche il guasto alla vostra automobile è...

KLEIST - Una scusa, soltanto una scusa per giustificare il mio arrivo in casa vostra.

KONRAD - Beh, queste ormai ve le posso restituire. (Dàa loro le rivoltelle).

IRMA - Rimane comunque inspiegabile la sparizione del sig. Nager.

KONRAD - Eh, sì... un mistero...

HANS - Puòdarsi che sia ancora in casa. Ora ci permettete di salire al piano superiore?

KONRAD - Se proprio volete, fate pure.

HANS - Andiamo Ruth. (Escono a destra).

KLEIST - Quella porta dove conduce? (Indica l'entrata del laboratorio).

KONRAD - (Allarmato) Èil mio laboratorio.

IRMA - Mio marito èuno scienziato.

KLEIST - Vado un attimo a controllare.

KONRAD - No!

KLEIST - No?

KONRAD - È... che... làdentro... ci sono strumenti delicatissimi... e non vorrei che...

IRMA - Ma caro, lui non ème, e poi faràattenzione.

KLEIST - Certo. Non romperònulla, state tranquillo.

KONRAD - Ma... ecco...

KLEIST - Volete forse impedire alla polizia un semplice controllo?

KONRAD - lo preferirei. .. che...

IRMA - Ti prego, Konrad, lascia che il sig. KIeist faccia il suo dovere.

KLEIST - Allora nascondete qualcosa di illegale!

KONRAD - Io?!. .. sì... cioèno... voglio dire... (Si arrende) e va bene, entrate pure. (Kleist                        scompare nel laboratorio. Konrad èagitatissimo e cammina avanti e indietro) Oh, povero      me. Siamo finiti... siamo finiti...

EGDA - Ma di che ti preoccupi, Konrad.

KONRAD - Èfatta... èfatta... ora lo scopriràe... oh... oh...

IRMA - (Ansiosa) Ti senti bene, amore? Cos'èche scoprirà?

KONRAD - E io che ho fatto tutto il possibile per nasconderlo... perché? … perché? … oh... oh...

IRMA - Ti prego, mi vuoi dire cosa... (Rientrano i Bauers).

HANS - Di sopra ci sono solamente Hitler e vostra figlia. (Rientra Kleist).

KLEIST - In laboratorio non c'ènessuno. Konrad termina di agitarsi e lo fissa con gli occhi                       spalancati dalla sorpresa.

RUTH - Bene, possiamo togliere il disturbo. Domani manderemo a prendere l'automobile di Nager.

HANS - Sempre che sia veramente guasta.

KLEIST - Deve esserlo, altrimenti perchéun criminale nazista si sarebbe fermato qui?

HANS - Forse ha scoperto che lo inseguivamo, e quindi ha preferito abbandonare l'automobile che           lo rendeva ormai facilmente rintracciabile.

KLEIST - Èvero, èprobabile che sia andata così.

EGDA - Signori, questo lo potete verificare anche subito. (Tra lo stupore generale, toglie dalla                 tasca delle chiavi) Ho trovato in cucina queste chiavi. Presumo che siano della vettura del       sig. Nager.

RUTH - Ah, perfetto! (Prende le chiavi) Hans, se la macchina parte, la guideròio, (Rivolta ai Von            Ribben) cosìnon vi disturberemo mai più.

HANS - Grazie di tutto e scusateci per i continui fastidi che vi abbiamo procurato. Saluti a soggetto         e poi i tre se ne vanno.

IRMA - Mamma mia! che serata! Ci manca solo il morto e poi sarebbe completa.

KONRAD - (Ancora confuso, balbetta) E c'era... c'era... com'èpossibile... io l'ho portato di là... IRMA - Ma caro, cosa c'è?

KONRAD - (Si dirige al laboratorio) Deve esserci... per forza... (Entra in laboratorio).

IRMA - (A Egda) Che sta balbettando, Konrad?

FRANZ - Ègiàtutto finito, Egda. Mi piaceva tanto il gioco di questa sera.

EGDA - Sì, caro.

FRANZ - Allora io ritorno di là.

EGDA - Vai pure, poi ti raggiungo. (Franz esce a destra) E tu, Irma, stai tranquilla, vedrai che tutto         si chiarirà. (Rientra Konrad, stravolto).

KONRAD - Oh, io impazzisco l'avevo messo vicino alla finestra... e non c'èpiù... un morto che                prende e se ne va oh... oh... èassurdo...

IRMA - (Si avvicina al marito) Konrad, che stai dicendo? mi sembri sconvolto. Che co- sa hai visto          in laboratorio?

KONRAD - Non c'èpiù... capisci, non c'èpiù...

IRMA - Ma chi?

KONRAD - Il sig. Nager... era là, sotto la finestra... l'avevo portato io...

IRMA - (Meravigliata) Tu hai portato il sig. Nager in laboratorio?!

KONRAD - Sì... o meglio, l'ho trasportato... perché... perché... era morto...

IRMA - Cosa?!. .. morto?!. ..

KONRAD - L'ho trovato dietro il divano, giàcadavere. E ora se ne èandato, non c'èpiù.

IRMA - Ma morto come? ..

KONRAD - Non so non so...

EGDA - Èmorto avvelenato. Konrad e Irma guardano stupiti Egda. Nessuno parla per qualche                secondo.

KONRAD - E tu, come fai a saperlo?

EGDA - (Semplice) Perchél'ho avvelenato io.

IRMA - Oh, mio Dio!

KONRAD - (Portandosi una mano alla fronte) Mi sento male... tu, Egda, hai... hai ucciso il sig.                Nager?

EGDA - Ho versato il veleno nel suo caffèe, dopo che tu l'avevi trovato e portato nel laboratorio,            l'ho buttato oltre la finestra, fuori dalla casa.

IRMA - Ma, cara, perchéhai compiuto questa brutta cosa? Non èbello avvelenare le persone.

EGDA - lo l'avevo riconosciuto subito. E ho capito che avrebbe fatto del male al mio caro Franz.

IRMA - Ti vuoi spiegare?

EGDA - Il sig. Nager era in realtàil generale Schroeder!

IRMA - Ah, che notizia, che notizia.

KONRAD - Nager.. era... era Schroeder... quello di ieri sera...

IRMA - Ecco, perchénon mi rispondeva. Era vivo!

EGDA - Le sue intenzioni erano malvagie. Chissàcome, aveva rintracciato dopo vent'anni il mio Franz. Avrebbe nuociuto a lui e a tutti noi.

KONRAD - Non capisco... che cosa poteva volere da Franz?

IRMA - Caro, ieri abbiamo scoperto in un libro un messaggio cifrato che Hitler aveva consegnato a          Franz. Il messaggio rivela il nascondiglio del tesoro del III Reich. E il cifrario era stato dato            al generale Shrieder, che Egda credeva morto durante la guerra.

KONRAD - Ah, e tu lo chiamavi per chiedergli le chiave del cifrario e cosìtradurre il messaggio?

IRMA - Esatto.

EGDA - Il generale Schroeder ce lo avrebbe tolto con la forza.

KONRAD - E …del cadavere che ne facciamo?

EGDA - Domani lo seppelliremo, e nessuno ne sapràpiùniente.

IRMA - E se il cifrario fosse addosso a lui?

EGDA - Non c’è, ho guardato. Ma non ha importanza. Ora èmorto, veramente morto, quindi tu,              Irma…

IRMA - (Felice) Oh, sì, sì.

KONRAD - No, cara .. non vorrai …non vorrai…

IRMA - Sì, sì…facciamo la seduta! facciamo la seduta!

Konrad crolla sul divano, mentre Egda e Irma si abbracciano, esultando.