Una suocera impossibile e…

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UNA SUOCERA

IMPOSSIBILE

E…

Canovaccio-copione in due-tre atti di Raffaele Caianiello e Pasquale Calvino(SIAE n.180531)……………………

(Scena unica-5femmine+6 maschi…) 

Il canovaccio-copione è in un napoletano facilmente comprensibile anche al nord Italia e può essere ulteriormente italianizzato. Esiste anche il copione in italiano che può essere richiesto a pasqualecalvino@gmail.com -  adattamento della commedia “Le conseguenze del divorzio” di Alexandre Bisson(1848-1912). Le autorizzazioni servono per evitare la messa in scena del copione in una stessa città da parte di più compagnie teatrali e vanno richieste all’email indicato precedentemente.

La traduzione e l’adattamento in napoletano sono di Raffaele Caianiello

 

                               

PERSONAGGI:

1m-ENRICO Ducato

1f-BONIFACIA  Bonivardi- madre di Diana

2f-DIANA    Bonivardi moglie di Enrico

2m-CARLO  Amico di Enrico

3m-PAOLO  BONIVARDI marito di Bonifacia

4m-CIRO     Amico di Carlo

3f-CARLOTTA   Godereccia- amica di Bonifacia

5m-CORNELIO  zio di Enrico

6m-BERNARDO Borghetti-compratore villa e secondo suocero.

4f-GABRIELLA  figlia di Bernardo

5f-VITTORIA cameriera

CONTADINO/a e personaggi secondari secondo le scelte del regista.

TRAMA

Il sipario si apre con il sottofondo della canzone: “ta vuò fa fa nà foto”o altro brano comico .L’ azione ad  Amalfi  nella villa di Enrico,(scrittore, poeta, commediografo un poco fallito)che ha sposato Diana. In casa degli sposi vive anche la suocera Bonifacia ,acida, isterica, arrogante, rompiscatole ,saccente, dispettosa, spirito di contraddizione… e il marito Paolo, 

Carlo, amico di Enrico,, fotografo e cineoperatore è innamorato di tutte le donne di Enrico e anche purtroppo dell’attuale  moglie Diana che costantemente frequenta  assieme  a Carlotta , amica di Bonifacia . A casa di Enrico Giunge anche lo zio Cornelio ,uomo di mondo  che aveva consigliato al nipote il suo motto” Le donne? Ne prenderò ancora cento e una ma non ne sposerò alcuna”

 L’ acidità di Bonifacia determina la rottura tra Enrico e Diana per cui poi  marito e moglie giungono al divorzio.

 Bernardo e la figlia Gabriella, vorrebbero trasferirsi ad Amalfi e comprare la villa di Enrico che accetta la vendita, essendo ormai separato.

La frequentazione di Enrico, ormai divorziato, con Gabriella determina il loro amore e matrimonio…

SECONDO ATTO

L’ azione si svolge sempre nella ex villa di ENRICO, ora di proprietà del suocero di Enrico, padre della seconda moglie Gabriella.

Il sipario si apre sulla musica del “Can-can”…Gli sposi sono soli perché papà Bernardo, sempre in cerca di avventure femminili, è andato in viaggio di piacere in montagna dove incontra Diana con madre  e…si  innamora di Diana, la sposa e la porta alla sua villa di per farla conoscere alla figlia e al genero, non sapendo che è stata la prima moglie del genero, al quale aveva giurato  di non sposarsi più…e non aveva quindi mantenuto fede alle promesse. Quindi, Poiché aveva giurato di non sposarsi mai più…si reca alla villa da solo per preparare la figlia e il genero alla venuta e conseguente coabitazione della sua fresca sposa Diana, e della suocera .

Atto Primo

Salotto-Studio riccamente arredato. Grande Tv a sinistra, pianola a destra. Sul fondo, grande veranda che si apre sul giar­dino da cui si vede panorama di Amalfi o costiera amalfitana Porte laterali in secondo piano. Sul fondo, a sinistra, li­breria; a destra a piacere(strumenti musicali, busti e ritratti di musicisti celebri..). A sinistra, in primo piano, tavolo da lavoro,  carico di libri, spartiti, carta da musica ecc. Soprammobili, oggetti d’arte.. (Tutto secondo la fantasia del regista e dello scenografo)

Scena prima

CIRO,CARLO, DIANA.-

(Prima dell’ alzarsi del sipario si sente la canzoncina napoletana: “Ta vuò fa fa nà foto”o altra…All’alzarsi del sipario,Ciro sta posizionando delle luci per le fotografie.

CIRO- Ma tu vedi se si può fare questo! Faccio il medico…guadagno bei soldi ma nun tenco mai nu solde …Non ce la faccio più…questa vita non è per me…ospedale, visite private, gente che mi chiama a tutte le ore, pure di notte! poi  quando  finalmente ho un poco di tempo libero , ecco qua sono costretto a mantenere la candela a mio fratello Carlo, il grande fotografo, che, al suo ritorno da un lungo viaggio, si è perdutamente innamorato della moglie del suo migliore amico…

CARLO(con in mano una fotocamera che tira Diana tenendola per mano).La fotografia è un’arte come la pittura…la fotografia è la liricità di un momento statico-contemplativo ricco di pathos…di sensazioni erotico-visive… Girate nu poco ’ verso sinistra... Bene! Aize chiane chiane a capuzzelle … e pure  nu poche la gonnella , là... benissimo!... Ora sorridi... Perfetto!... Nun te  movere!.-.. (Rialzandosi.) Gesù! comme si bella!... Ah! Ci vulesse  n’aucelluzze nu bellu passarielle appuiate ncoppe a spalla…c’è un quadro famoso…”la dama con l’ ermellino”…io vulesse  fotografare “ la donna col passerotto” e  passerei si…io passerò tu passera.hai…no..io passer ei… …quello Passera è un politico… mi impappino.. sempre quando voglio parlare l’italiano vicino a te!

DIANA: e tu parle e mene e pienze a fare  le fotografie!

CARLO:  ah ecco ,in napoletano si usa il congiuntivo: “io passasse a vita mia  a vederte ridere accussì! ..in italiano invece con il condizionale “io passerei la mia vita a vederti sorridere così….magari su una passerina…no passerella… di alta moda…tengo sempre in bocca queste parole: PASSERA, Passerina, passerella…chi sa perché?…(scatta un flash)…un’altra parola che mi viene sempre in mente non è un uccello ma un frutto: Il fico…però avisse essere nu poco meno vestita…ma chille maritete è all’antico… nun t’ho pemette! E te fa fotografà …come si dice…comme t’ha fatte mammete! …spugliata annura!…(potrebbe accennare alle parole della canzone: Vuò sapè comme facette…vuò sapè comme facette???)

DIANA-Lo so come fece mia madre e mio padre…tu mi vorresti fotografare comme e conigliette e play boy !Ma non  farmi ridere!...

CIRO-ohe.. Io ‘e luci le ho  piazzate…ora dovrei andare in ospedale…ve pozze lassà sule  o cumbinate guaie ? Marraccumanne…Mi raccomando…  Niente Spogliarelli! Niente nudità!

CARLO.- Si Ciro… nun te preoccupà  grazie di tutto…và pure in ospedale…Io sono stoico…Guardo, desidero e non tocco…

CIRO: Stoico? Seh, ci vediamo!(Ciro esce)

CARLO: Ah! Diana, perché ti sei sposata?

DIANA: pecchè mammà accussì ha voluto , e…io obbedisco sempre alla mamma…si fosse  state  pè me ..,…

CARLO: Eh già  la mamma è la mamma…la memè è la memè…poi la tua è un poco autoritaria…(a parte) nù poc’assaie!

DIANA: e si! ha voluto che sposassi Enrico…e io l’ho fatto!

CARLO:  con  il mio migliore amico ! je vulesse sapè  cosa ho fatto di male per avere un destino così avverso…con  tanti uomini  con chi ti vai a sposare…, con Enrico  e mo? tra l’ amore e l’ amicizia. Chi vincerà?

DIANA. E che ne sacce? Mica sono una cartomante…però posso chiedere ad Alcibiade e alla figlia…i nostri giardinieri…la figlia fa e carte e prevede il futuro…o pate  fa ‘e fatture, o mago…o guaritore…comunque tu potresti rapirmi… Se  tu mi rapirai…vincerà l’ amore e perderà l’ amicizia…Se partirai per un lungo viaggio…perderà l’ amore e vincerà l’ amicizia…a cosa più semplice fosse state  ca m’avisse spusate tu!

 

CARLO. eh ma io primme mica ti conoscevo!...

DIANA. E io che colpa ne tenco  si tu stive  a fotografà e scimmie e Tarzan dinta all’Africa nera!...te putive arretirà  primma…,potevi ritirarti prima  così mi corteggiavi e non mi sposavo a Enrico!

CARLO(prendendole la mano). Ah!... Diana!... Diana me tirate na freccia dinto o core !

DIANA (ritirando la mano).e tu cu sta mane  me staie tiranne a  maniche do vestite nterre! E statte attiente ...ca me faie  fai perdere la posizione …fotografica!

 

CARLO. Allora, non mi ami un pochino?

DIANA. beh... che t’aggià dicere  Nun non mi dispiaci...tanto …

CARLO. Ah! Allore ti piaccio e..mi ameresti?

DIANA. Beh… io non chiederei di meglio che amarti!... Ma so spu­sata! ... E … so  tanti  e problemi  da tenere sotto controlllo , dovremmo controllarci, evitare che ci sco­prano, avere un telefonino solo per noi  e vederci di nascosto. Sarebbe  complicato!...troppo complicato

CARLO. Sì, hai ragione!... nu ne parlamme cchiù. Mo o sacce chelle  c’aggia fà! 

DIANA. Eh  non ti  resta  che  controllare  l’ inquadratura e scattare la foto, povero Carletto mio.. e cerca e nun pensarme cchiù…almeno ad alta voce!

CARLO. Non pensare più  a te ?...E come potrei?..Si…io potrei, tu potresti..

DIANA: egli potrà,noi potremmo…mo facimme n’ata declinazione!

 CARLO:  hai ragione basta. L’aggià  fernì e e.. te pensà . lagge fernì e te venì a vedè, devo andare via…partire per un lungo viaggio… luntane, luntane

DIANA. Giusto, lontano dagli occhi.., lontano dal cuore!... At­tenzione!... sta venenne mariteme!... (Carlo torna precipitosamente sotto il drappo)

CARLO:. Atten­zione!... Non muoverti!... (Entra Enrico e si mette fra i due.)

 Scatto.., uno.., due...e tre!

ENRICO: cucù settè! Me pigliate pure a me?

Scena seconda

DIANA. Oh, Enrico hai rovinato una foto capolavoro!...ero in una posizione…

ENRICO: ca parive na spastica!

CARLO. Accidenti! Ora dobbiamo ricominciare! 

ENRICO e vuie state sempe a fa na cosa! ... mamma mia e .., comme si noioso Carlè cu sta manie delle  foto­grafie!... oh ma staie sempe mmieze... ma io nun capisco tiene 5000 euro di rendita al mese  senza fa niente e che  faie passa a vita a fare  le  fotografia alle donne!. Senti un po’, Diana, ho trovato una trama per una commedia comica che mi sembra molto buona…valida

CARLO: Tu hai rendite il doppio delle mie e anche una villa meravigliosa…una moglie bellissima…e pienze semp’o teatro…(con la fotocamera)Uno, due, tre...

ENRICO (battendo il tempo).e  Quatte!...

CARLO. Ma no, je diceve : pronti…uno, due...tre e..  Fatto... Sa comm’è si nun se  coglie o mumente giuste , a foto nun è  espressive.. vuoi na  foto…pure tu?  tenco ancora scatte a fà..

ENRICO : E falle  alla suocera mia! Te ponne servì pe spaventà a chi te pare!  A chelle a puoi fotografa’ come vuoi…in tutte le posizioni….

DIANA. E te pareve ca nun metteve mmieze a mammà!

 

ENRICO. E comme e fa a non metterle mieze! E pe furtuna nun a veco a stammatina la tua cara mammina Bonifacia, ma tu vide che razze e nomme Bonifacia! Altro che Bonifacia chelle s’aveve chiammà Malifacia!

DIANA: povera mammà ogni vote che qualcosa te va storte miette mmieze a mammà je vulesse sapè ca ta fatte quella povera mamma mia???!!!

ENRICO: E che nun ma fatte! Staremmo così tranquilli, qui, senza quella rompisca­tole di tua madre! E invece sta sempe ccà, sempe a rompere ‘o…e caccavelle e quanne pare ca nun ce stà, accumpare comme a nu fantasme (entra Carlotta) e chesta è n’ nata ovvì!

CARLOTTA: Oh  salve,che bel quadretto famigliare e…Bonifacia, dov’è Bonifacia

ENRICO:  e chi lo sa! Addo stà… stà! abbaste ca nun stà ccà!

CARLOTTA: suvvia Enrico! Bonifacia è tanto buona

ENRICO: po squaglie d’à nsogna!(per sciogliere la sugna)

DIANA: cosa hai detto?

ENRICO: niente agge ditte ca cu stu caure se squaglie!

DIANA:  si è overe,allora la facciamo questa foto?

CARLO: e come no….su mettiti in posa ,che ti faccio venire come piace a me!

CARLOTTA: Signor Carlo dopo mi fate pure a me…la foto!

ENRICO: e vide si nu sta sempe mmieze!

CARLO: ma certamente signora Carlotta

CARLOTTA: si ma mi dovete far…. venire come Diana!

ENRICO: e già! quella la macchina fotografica ha il processo di antinvecchiamento  incorporato!

CARLOTTA: (ad Enrico) cosa vuoi dire,che sono vecchia!

ENRICO: no per carità! Vuie site ancore nu sciurille e primavere!( fra se:ca

 Se seccate carenne troppe ambresse!)

DIANA: avete visto come è galante mio marito

CARLO: seh!beh facciamo presto che devo andare!anzi facciamo una cosa,ora il sole non è più forte come prima,aspettiamo più tardi  che è più brillante e le foto vengono meglio e poi  visto che ci troviamo  facciamo una bella foto di gruppo insieme  alla signora Bonifacia

ENRICO: manche e cane!

DIANA: ma insomma Enrico,povera mamma!ma perché ti accanisci a denigrarla?

ENRICO: pecchè sta sempe mieze e in  cosa succede dinta a sta casa adda dicere a soia! Oh stà sempe ccà!

DIANA: mammà ci vuole bene perciò  ci sta vicino

CARLO: che  donna protettiva!

ENRICO: tante vicine ca manche sule ca se vene a cuccà mmieze a nuie! sempre quì, fra i piedi, inamovibile!... Tutto cambia! I presidenti, pure quelli del consiglio, delle camere… cambiano…Le mode passano, l’ euro si svaluta… le borse crolla­no! a suocera resta!...sempre così uguale…statica!  E’ il punto fermo della società!

CARLO: Che lirismo!

DIANA. Ma insomma pecchè ta piglie tante , ma che ta fatte a povera mammà ma ca tiene sempe a rimproverarle?

ENRICO. Ma tutto le rimprovero! (A Carlo.)E’ acida, scontrosa, saccente, criticona, isterica, spirito di contraddizione…e soprattutto è sana cioè è impossibile sperare ca….

CARLOTTA: ca se fa a cartella

ENRICO: magari! chelle   Non ènem­meno malata!

CARLO: Oh! oh! questa poi...volere il male di una povera..suocera

DIANA. Enrico! Come osi parlare così della mia mammina che mi ha messa al mondo, allattata, cresciuta, istruita…e tu la vuoi morta…te ne vorresti liberare per sempre

ENRICO. No morta no! ma almeno ca le se  tirasse a lengua!  accussì nun dicesse sempe spropositi , ma non la possiamo affidare a qualche casa di riposo!... già ma chi se la prende…chi la sopporterebbe…Sarei disposto anche a pagare una retta… Ma all’ ospizio…pardon …casa di riposo dovrebbe poi andare anche suo marito, mio suocero che è una persona deliziosa, dolce, mite…simpatico…ottimo cuoco…io mi domando cumm’ha fatte a se spusà  na diavula scatenate comme a essa!

 CARLOTTA: ah povero Paolo,come  sarebbe stato..felice con me!

ENRICO: (Al pubblico ) nun agge capite cheste cu chi stà!già ha arricetate due marite e se vulesse fa o terze!

CARLO: Io non l’ho  mai  visto il marito…E tu lo vedi, il signor Bonifondo?...

ENRICO. Quasi mai ... E’ un artista, ...Una persona molto discreta…ha la sua stanza…al mattino aiuta a cucinare…poi scrive…naviga su internet…non si vede e non si sente…tutto il contrario della moglie…che è una strega impicciona!

DIANA : sei incorreggibile!PapàE’ anche un bravo cantante!...

ENRICO. Era forse…ora la voce l’ ha abbandonato…lo senti…Sta cantando Vasco Rossi in camera sua!( apre la porta e si sente: Voglio una vita movimentata…Voglio una vita piena di guai)... comme si a mugliere nun le bastasse!!

 CARLO : Non esagerare!... A me non sembra che la signora Bonifacia sia poi così insopportabile...

ENRICO. Se permetti, il tuo non è un comportamento da amico... da uno che mi è amico da dieci anni!... Dovresti difen­dermi, quando mia suocera mi aggredisce! Quando mi fa violenza carn… verbale…e non soltanto…a volte me vatte pure!…

DIANA. Ma non dire fesserie! ... Mia madre non ti aggredisce affatto!...non ti violenta!!! Ti vuole bene! (a parte)…a modo suo…

ENRICO. Mi vuole bene!!!... azze figurati allore se me vulesse male!.. quella ieri sera, a cena, mi ha detto che sono un volgare scopiazzatore di commedie...che vorrei solo  mangiare e fare l’ amore con la figlia…ma che ci pensa lei ad impedirmi di diventare un vizioso…e mentre diceve accussì m’ha date nu cauce!(mi ha dato un calcio)

DIANA: si ma…è stato un riflesso condizionato… lo sai bene che quando  si innervosisce…il piede… automaticamente… scatta e…calcia…

ENRICO:comme a na ciuccia selvatica!

DIANA. Tu le avevi appena detto che era una donnina allegra! Perché la prendi sempre in giro per il suo passato artistico e isuoi successi d’una volta?

ENRICO. E quella sta sempre a rompere  esse e i suoi presunti successi coreografici!

 DIANA. Come? Mia madre ha trionfato nei migliori teatri!... Non vorrai adesso sostenere che la mamma...dice cose non vere?

ENRICO: trionfato? Chella l’hanne riempite e fischie e pernacchie! Mi sono procurato giornali dell’epoca... Li vuoi vedere? Non ne ho trovato uno in cui si scrivesse bene di tua madre…

DIANA. I giornalisti erano invidiosi del suo successo, (a Carlotta) diteglielo voi che l’avete ammirata in molti spettacoli!

 CARLOTTA: beh effettivamente…qualche volta si ..è stata anche  applaudita e..

DIANA:sempre! Io ero piccolina e queste cose le ricordo bene

 

CARLO: Andiamo, su, perbacco!... Fate la pace!

ENRICO. Se non tocca il mio teatro, io non tocco la sua cosa…la sua   danza...

DIANA. E allora sfidatevi a duello una buona volta... e che sia  finita!...

ENRICO. Ah! se tua madre fosse un uomo, mi puoi credere, Io avrei già fatto da tempo.

CARLO: su calmatevi, io Intanto vado a prendere delle batterie per la mia macchina fotografica a dopo e..mi raccomando (esce)

ENRICO: si si certo..Oh oh  arriva Paolo…il tuo papà, Buon giorno Papà…

DIANA- Perché a mio padre lo chiami papà e a mia madre non la chiami mamma?

ENRICO-Non potrei …sarebbe troppo…nun me vene c’aggia fa!

PAOLO- Buon giorno ragazzi…Ho dormito molto bene…oh cara Carlotta,come và? Cara Diana, figlia mia…tu sai che tua madre purtroppo con l’età ha imbruttito il suo carattere…da giovane aveva rari momenti di dolcezza che purtroppo ora non ha più…ma non è cattiva…sembra cattiva per il suo carattere scontroso…vorrebbe comandare su tutti…

ENRICO: e chiste è o guaie!

DIANA: ora basta, accompagnami in giardino,andiamo un po al fresco

ENRICO: al fresco..ecco il posto dove la metterei…si si andiamo (escono)

CARLOTTA:(si butta su Paolo) oh caro il mio orsacchiotto,vieni qui fatti stringere

PAOLO: ( si guarda intorno)calma , attenta se no il tuo orsacchiotto rischia di  essere sbranato dalla tigre della malesia!

CARLOTTA:è ancora su, vieni, fatti coccolare un poco tanto quando scende si sente

PAOLO: si si ma…nun se po maie sapè, calma ..che se si accorge di noi ,apriti cielo! Perché sei venuta? Non ti avevo detto che venire spesso qui può far insorgere dei sospetti?

CARLOTTA: per questo non devi preoccuparti,so trent’anni che io e Bonifacia ci conosciamo e si fida di me! In quanto a te ,ha sempre detto che sei un buono a nulla, incapace anche di tradirla!

PAOLO:  j che bella considerazione!

CARLOTTA:  eh  ma l’avesse sapè quante si…carnale cu mme!

PAOLO:nata vota ma allore me vuoie muorte!.. zitte, stanno rientrando Enrico e Diana!

ENRICO: ate ca fresco in giardino ce stanne quaranta gradi

DIANA : si hai ragione caro,ora però mi raccomando, siediti un po sul divano e….rilassati, rilassati…

ENRICO:( distendendosi sulla poltrona) si.. si provo a rilassarmi..ne ho bisogno.. si si ci provo…

 

Scena terza

GLI STESSI,   BONIFACIA .

(La signora Bonifacia entra dal fondo,aggressiva, indignata, arrabbiata.)

SIGNORA BONIFACIA : ( entra gridando)Ahhh ahhhh chi è stato!

ENRICO: ( sobbalzando dalla poltrona) l’hanna accidere!

BONIFACIA:(a Enrico)  !Che cosa devo vedere,cheste so  cose e   pazze? DIO MIO DIO MIO!!! Un car­tello al cancello? Je vulesse sapè chi se permesse  e mettere chillu cartello sul cancello?( guarda Enrico con aria minacciosa) dimme a verità..si state tu e overe?

 

ENRICO. Beh si e ..allora?

SIGNORA BON.. Questo è troppo! è troppo ! Oh cara Carlotta,sei qui? lo sai cosa ha fatto il mio caro…genero?

ENRICO:  Avesse accise a qualcuno?che ho fatto?

BONIFACIA:ma comme tu mitte un cartello “ vendesi” ncoppe o cancielle senze manche chiederme o parere!Questo è inammissibile!

DIANA. Cosa? Vuoi vendere la casa?

ENRICO. Ah non…te l’ho detto? Sta casa me coste troppe! E nun riesco chhiù a mantenerla  cu  cinquemila euro di rendita al mese,qui tutti spendono e io solo..pago!

 BONIFACIA. Non per colpa mia, comunque!...

DIANA. E nemmeno mia!

PAOLO:non penso assolutamente  che sia  mia

CARLOTTA: ah io non c’entro

ENRICO. No, è colpa mia probabilmente!... In ogni caso, ci do­vremo accontentare  del nostro appartamentino a Vietri sul mare.

DIANA. Sarà divertente.., grazie!...

CARLOTTA: oh no affatto!mi dite come farei Io a venire a trovare la mia carissima… amica ?

PAOLO: ma siamo proprio così a corto di denaro

BONIFACIA: Denaro ce ne sarebbe, se il tuo teatro venisse  rappresentato!...:

ENRICO. E’ colpa mia se nessuno vuole mettere in scena le mie esilaranti commedie! Eh?

BONIFACIA. E di chi sarebbe la colpa?

ENRICO. Non mia di certo; io vorrei che le rappresentassero, non chiedo altro….sono disposto a tutt…quasi a tutto

PAOLO- Bonifacia…stai calma…non arrabbiarti che ti fa male al fegato…non ti preoccupare…anche se si venderà questa villa troveremo un tetto…poi se la cosa fosse nera… fosse più nera della mezzanotte…ci sono sempre le case di riposo…si prendono la nostra pensione e ci danno a mangiare e a dormire…e in più si gioca… ci si diverte…

ENRICO: ecco una soluzione bellissima!

CARLOTTA:   a me non piace affatto!

SIGNORA BON. E io dovrei finire in una casa di riposo…Perché il marito di mia figlia è fallito…anzi è un fallito…Il grande drammaturgo…uomo di spettacolo…commediografo…Quando penso che  Eduardo De Filippo ha costruito un teatro…si è comprato un’ isoletta… è diventato senatore…Dario Fo…ha avuto il Nobel Che cosa hai avuto tu? Cosa hai guadagnato in dieci anni di attività teatrale? Unica RAPPRESENTAZIONE AL TEATRINO PARROCCHIALE…20 BIGLIETTI  venduti a dieci euro l’ uno…

DIANA. Certo è un po’ poco!...

CARLOTTA: una  vera inezia

BONIFACIA: Io, signor genero, a venticinque anni, ballavo al Salone Margherita di Napoli…! Ero soltanto una donna e pren­devo più di non ricordo quanto….ma molti soldi.

ENRICO. (Carlotta) Dopo i suoi spettacoli il teatro Margherita ha chiuso…l’ hanno venduto…Non si ricorda quanto guadagnava perché l’ Altzeimer inizia la sua azione distruttrice Toh!... Perbacco!... poi guadagnava molto non per le attività teatrali  ma per quelle…diciamo post teatrali...!

DIANA (con indignazione). Oh!... questa poi!...

BONIFACIA-Sbaglio o stai insultando tua suocera?tu Paolo non dici niente?

PAOLO: la stai forse insultando?

ENRICO. Io non insulto nessuno!... Ma ne ho abbastanza di queste scene continue, di questi eterni rimproveri! ... Se credete che sia divertente sentirsi dire dal mattino alla sera che non si guadagna niente perché si è degli incapaci, che non si ha talento, perché si è finiti...che si è buoni solo a mangiare, bere, dormire e…

PAOLO: beh io a queste cose ci sono già abituato

BONIFACIA:. Ci penso io a farvi mangiare poco…dormire poco…e in quanto al resto…Tua moglie dice che …anche in quel campo, quando ti è concesso… sei un buono a nulla…

DIANA (protestando). Non ho detto proprio così! Ho detto che è …come un coniglio…molto svelto…

CARLOTTA: è nu treno accellerate

ENRICO.  (Alla signora Boni­vard.) Avete sentito…Sono svelto…sono un mandrillo… .Poi vulesse sapè perché vi impicciate pure delle cose intime tra me e mia moglie…

BONIFACIA:Io devo sapere tutto…so che sei in tutti i campi…un buono a nulla…dopo tre anni di matrimonio… non sei stato capace nemmeno di fare un figlio!

ENRICO:non mettete in dubbio le mie capacità procreative!

BONIFACIA:Dimostra il contrario!... Procrea! Sai come si fa?  Tuo padre ti ha spiegato?  Se poi non sai fare nemmeno un figlio…  almeno … Lavora!... Questa villa ha un giardino immenso…fai un allevamento di galline…di maiali(a parte –come te)…di api…FAI QUALCOSA!!!!

ENRICO: (a parte –si o putesse fa,te vuttasse dinte a nu puzze!)mi dici come posso come se fosse facile, qui dentro!... Ti disturbano tutti i momenti!... E l’uno e l’altro! E questo e quello! E i balli!... E le cene!... E le feste!... Trovare un po’ un’idea in simili condizioni è impossibile!...

PAOLO: e a chi lo dici!

BONIFACIA.hai visto il tuo amico Topina, che ha appena rappresentato due atti al teatro San Ferdinando di Napoli? E una piece…all’ ELISEO di Roma…Tu hai  mai fatto niente con il San Ferdinando di Eduardo? Con la Scala?...Non hai neanche attaccato dei manifesti salendo su una scala! Ma sicuramente nemmeno salire su una scala è per te impresa facile…

ENRICO.- seh mo vache facenne l’attacchino. Scusa!... Marco Topina non è sposato! Non ha una suocera topona!... E questo è un vantaggio enorme, gigantesco!... Sono sei mesi che ho cominciato oltre il teatro comico…anche quello lirico… la mia prima opera..

BONIFACIA «Arianna»? o Susanna? No Arianna…

ENRICO. Sì, “Arianna, tutta panna!”... Può davvero vantarsi di essere sta­ta abbandonata, senza filo… quella lì!... Ebbene!... per colpa vostra, mi sono ingrippato  al primo atto, seconda scena... pecchè nun passe nu juorne  ca  nun me rumpite e scatule voi e vostra figlia!nun facite sta tranquille a nisciune!

CARLOTTA: (guardando Paolo) beh se è per questo nemmeno…a..noi

BONIFACIA: tene ragione Carlotta, Nemmeno noi, ogni volta  che viene non posso darle retta perché c’è sempre un problema da risolvere tra te e tutti noi, compreso la servitù!

ENRICO: e chiste è o fatte… sto sempre in trincea

CARLOTTA: ( fra se) e meno male se no… si andrebbe sempre in..bianco

PAOLO: e meno male …..beh, io vengo fra poco, ho da fare un…bisognino (esce)

ENRICO:(additando paolo che sta uscendo) beate a isse ovvì ca se chiude a dinte e nun vede e nun sente e può lavorare in grazie di Dio!

DIANA.ma caro maritino mio ,a te  nessuno ti impedisce di lavorare!...

ENRICO. Davvero?... Non più tardi di questa mattina.., pro­prio questa mattina, tu sei entrata tre volte nello studio per frugare, cercare non so che cosa... Tua madre è venuta due volte, per chiedermi un francobollo e poi una moneta da due euro!... E la cameriera una volta.., a chiedermi se per il pesce…doveva comprare il merluzzo o la passera…di mare  …se la cuoca doveva friggerla o  farla fessa…cioè lessa ..

DIANA. E allora?

ENRICO. E allora!... E’ sgradevole essere disturbati, quando si hanno delle fantasie che devono diventare parole…versi…..

BONIFACIA. Signor poeta!  Signor Leopardi!

ENRICO (minacciando). Ah!...e quella sfotte ancora! voi!..basta!… Ne ho abbastan­za!... Lasciami solo…(alla suocera)   Via…và…và    a farti fot...fot…ografare anche tu da Carlo!

CARLO (entrando dal fondo con una fotografia in mano)eccomi,sono prontissimo!

BONIFACIA: Non ci vengo, nel tuo stu­dio!...Studio…poi…ma che devi studiare…comunque,qui non ci metto più piede

ENRICO. Fosse a maronna!(Si dirige al ta­volo.)

DIANA.(alla madre) Lascialo perdere. E’ insopportabile!... Il signor Carlo ti farà dei ritratti.

BONIFACIA. Davvero?

CARLO. Ho una  fotocamera già pronta...

BONIFACIA (vivacemente). Che vestito mi devo met­tere?...

CARLO. Non è il caso che vi cambiate; quello che avete va benissimo…se lo togliete è peggio! (ad Enrico: meglio vestita che spogliata!)

ENRICO: a chi o dice!

BONIFACIA:(vezzosamente).Ma mi sento brutta da far pau­ra, con questo abito!

ENRICO (a parte). Figurati senza!

CARLOTTA:ma cara hai tanti vestiti… da scena!

BONIFACIA. Si si cara  , hai ragione ,oh si! mi viene un’idea!... Un’idea!... Vi chiedo soltanto dieci minuti!... (A Diana.) Hai fatto la nota per la cuoca?

DIANA. Oh! no, lo sai, sono cose che fai tu...

BONIFACIA. Me la sbrigo io e poi sarò tutta vostra. Vi farò una sorpresa, non vi dico altro, una bella sorpresa!..vieni Carlotta, aiutami a scegliere (Esce con Carlotta vivacemente a sinistra e saltellando.)

DIANA. In attesa che la mamma sia pronta, venite a fare una partita a tennis?...

CARLO. Ai vostri ordini, signora!

DIANA. Tu lavora!... Nessuno ti disturberà, te lo prometto!

ENRICO. E speriamo bene!...

DIANA (a parte). Ih che  carattere!... E dire che sono sua mo­glie!... Ah!... se dovessi tornare indietro!...monaca o lesbica…

CARLO: ma cara…..ed io?

(Esce dal fondo, seguita da Carlo, che porta con sé la macchina fotografica.)

Scena quarta

ENRICO: magare putesse turnà indietro je!

PAOLO: (entrando)a chi lo dici caro ..genero!

ENRICO-ma l’avete sentita? Non ho capito poi perché dovrebbe ordinare lei il pranzo alla cuoca…Io sono il proprietario di questa villa …io sono il capo di casa…e mia suocera decide che tutti dobbiamo mangiare quello che piace a lei…Ma cheste so cose e  pazze. Cose e l’ate munne!...

PAOLO: si lo so è insopportabile e a tratti odiosa ma prima o poi il tuo talento di drammaturgo,verrà riconosciuto e allora..

ENRICO:Certo…per ciò che riguarda il mio talento come  drammaturgo.. beh …è una parola troppo grossa…meglio commediografo….o ancora meglio piccolo autore teatrale…dunque riflettendo …come autore teatrale potrei non avere talento…ma che colpa ne avrei…ogni essere umano eccelle in qualcosa…chi nelle scienze…chi nelle arti…chi  è un bravo pittore…chi un bravo musicista…medico…meccanico…idraulico…

PAOLO: Bisogna essere fortunati a capire qual è l’ attività in cui si eccelle…Forse tu  sei  sfortunato… forse non hai  ancora capito qual è l’ attività…l’ arte…che ti renderà immortale…. beh io mi ritiro nel mio studio,puo darsi che  mi arrivi  un’ispirazione! (esce)

Scena quinta

ENRICO, LA SIGNORA BONIFACIA.

(La signora Bonifacia entra rapidamente da sinistra.)

BONIFACIA: (furiosa). Signor genero! O meglio : Genero da strapazzo!

ENRICO.Maronna! Ancora tu?... (Si alza.)

BONIFACIA.  Manda  subito via la cuoca!

ENRICO.e perché dovrei farlo? l

SIGNORA BON. Mi ha mancato di rispetto!...

ENRICO. Beh, molto meglio che cucinare male!

BONIFACIA. Vuoi dunque che mi si insulti?

ENRICO. Desidero essere lasciato in pace e che non mi si rompano le pa…pale …le scatole con questioni domestiche!... Questi battibecchi non mi riguardano!

BONIFACIA. Benissimo!... (A parte.) Che villano!...Non dura!! non può durare questa vita!... Non può durare! (Esce furio­sa a sinistra.)

ENRICO (solo).DURAMINGA…DURA..NO..Licenziare la cuoca!... Mai!... Come cuoca non va­le un fico…ma come fico è un bella… fico…poi non può soffrire mia suocera e questo me la rende simpatica!... Le aumenterò il salario di cento euro…all’ anno. Vediamo un po’!... Rituffiamoci nel clima della nuova commedia…

Scena sesta

ENRICO, DIANA, che entra precipitosamente dal fondo.

DIANA. Sai dov’è la mia…cosa…la mia cosa  nuova… cioè …

ENRICO.-La tua cosa nuova!  E dov’è??? Se non lo sai tu… .

DIANA.(riprendendosi) Tu non capisci mai…Hai visto  la mia racchetta  nuova? Quella che ho comprato da poco!!!

ENRICO. Senti, Diana, ho appena trovato l’ atmosfera dell’ inizio del primo atto….(gioioso) Capisci! Ho trovato l’ atmosfera!!!

DIANA (cercando la racchetta ma ancora confusa ).. Sì, ma ma… ho trovato le palle e non trovo la racchetta!... Ah!... ora mi viene in mente!.., nella serra (Esce dal fondo, correndo.)

ENRICO. (Imitando Diana.)Ho perduto la mia cosa…la mia cosa nuova…Non la trovo… Non trovo la racchetta!... E una vera gioia per un artista, essere tanto compreso dalla moglie!... Forza! Tentiamo di ritrovare il clima! L’ atmosfera(si spreme le meningi.)

Scena settima

ENRICO, CORNELIO

CORNELIO (entrando da destra). Il signor Enrico Duval?

ENRICO. Ah! no! è una vera persecuzione!... Ah!... Lo zio! Questa sì che è una sorpresa!...

CORNELIO. Come va la salute, sempre buona, nipote?... (si abbracciano)

ENRICO. Eccellente!... Non ho il piacere di vederti da molto tempo !...

CORNELIO. Si è vero!... Ma è finita!... Basta coi viaggi! Adesso mi riposo!... Mi vuoi da te per qualche giorno?

ENRICO. Ma certo!... Mia moglie sarà felice, sono sicuro!

 CORNELIO(sedendosi). Tua moglie!... Ma allora è proprio vero?... Hai preso moglie, povero figlio?

ENRICO. Purtroppo... Sono già due anni!

CORNELIO. Ero in Svezia, quando ho appreso la notizia. Leggendo la lettera, ho esclamato: «Che imbecille!»...Ha preso moglie, suocera e suocero… Tu permetti che io ti parli con franchezza?

ENRICO. Oh! non avere scrupoli!

CORNELIO Ma come! disgraziato!...Ti avevo avvertito: “DI DONNE PRENDINE MILLE E UNA MA NON SPOSARNE ALCUNA…Capito!...Di donne prendine almeno cento e una …dieci e una…ma non sposarne alcuna! MAI MAI!!!E tu.. non soltanto ti tiri addosso una moglie ma vai anche a cercare guai con una suo­cera?

ENRICO. Non sono io che l’ho chiesto, accidenti!... Ma la condizione era precisa: la madre e la famiglia… assieme alla figlia... o tutto o niente.., prendere o lasciare!...

CORNELIO.(canta) Io voglio bene a tutta la famiglia…Consiglia, Consiglia” . Come canta quella canzoncina napoletana di Aurelio Fierro… Corpo di bacco!... Io avrei lasciato!...altro che prendere tutta la famiglia…

ENRICO. Questo avrei dovuto fare!... Ma Diana era tanto graziosa!...Tanto invitante…Sembrava che mi dicesse: “ Io ho tante cose da farti vedere…da farti accarezzare…ho… il paradiso…vallate…montagne e un bosco alberato con fitta vegetazione dove  cantano gli uccelli e fanno la corte alle…diciamo uccelle…sentivo il canta dei passerotti che fanno la corte alle passerotte…e il canto delle passerotte che accettano la corte…e sembrava che Diana mi dicesse…queste montagne…queste colline…questo  bosco stupendo lo regalo a te…ti condurrò per mano nel mio bosco…” Io ero estasiato d’ amore e tanto, tanto affascinato… stupito!...

CORNELIO:M quale stupito…tu eri stupido…cretino…imbecille…oligofrenico fenilpiruvico…E Poi anche la madre…e il padre… Ma la madre... sacripante!... la madre!...No…

 ENRICO. Insomma!... Mi sembrava sopportabile... prima del matrimonio!... Mi divertiva persino con le sue chiacchiere di ex ballerina!... (Timidamente.) Pensavo: siamo entrambi teatranti…io sono un commediografo…oggi si dice drammaturgo…anche se si scrivono solo cose comiche e non drammatiche…SIAMO ENTRAMBI TEATRANTI…ma dove? Ma chi?  Lei è soltanto una ballerina di ultima fila…o meglio una ex ballerina!...una ballerina fallita!

CORNELIO Non me l’avevi scritto!...

ENRICO. Non me ne vanto. E poi, l’ho saputo soltanto dopo...

CORNELIO. Ma dove l’hai incontrata?

ENRICO. A Salsomaggiore!..; Era alle Terme  con la figlia.

CORNELIO. E ti hanno preso… all’amo?

ENRICO. Subito.

CORNELIO. Sei un merluzzetto!.nu piscietielle e cannucce!…nu pesce futtute…....un trota! Tu permetti che ti parli con fran­chezza?

ENRICO. Ma sì... fai!.., fai  pure!...

CORNELIO. Sei felice, almeno? Ti diverti a letto?

ENRICO. Ah! no!... se è per questo, no!...

CORNELIO. Tua moglie non ti ama?

ENRICO. Oh! non si affanna davvero!...Non ci sa fare…non ha tecnica… Niente nel cuore e niente nella testa! Leggera come un uccellino e civetta co­me una micia... ah! civetta!... Del resto, si è sposata soltan­to per far piacere a sua madre, la quale è del parere che ogni donna deve avere un marito che paghi i conti della moglie, della suocera e di tutta la famiglia…

CORNELIO. Deve avere ricevuto una bella educazione, tua mo­glie!

ENRICO. Ah!... Su questo vi posso dare le più ampie garan­zie!... E sua madre l’ ha educata… Nessuna simpatia fra me e mia moglie!... Tutto quello che piace a me, non piace a lei... Dete­sta il teatro... soprattutto il mio!  Solo che mi sono invaghito del suo corpo…delle sue colline anteriori e posteriori…della sua ffff…faccia……ma del suo corpo non uso quasi mai niente… non  uso quasi mai…

CORNELIO:  (fa segni noti) niente?  E come fai?

ENRICO: Dormiamo in stanze separate e qualche volta, consenziente la madre, mi apre la porta…ma solo se pago qualche immenso conto di abiti o pellicce…pago tutto …anche un poco di affetto…un’ orina…oretta di pacato piacere…xhé certe cose…quelle più piacevoli…lei non le fa…quando pensa di essere nel periodo fertile…solo allora un minimo di piacere…

CORNELIO. Il quadro è completo!

ENRICO. Per di più è dissipata, sciupona... Ha le mani bucate... Ecco, ieri, per esempio, il postino si dimentica di por­tarmi il giornale. Diana manda il giardiniere a comprare “ La Libertà” alla stazione e gli dà cinquanta euro!... Capisco che gli desse qualcosa in più, ma cinquanta euro!...

CORNELIO Sì, è un po’ caro!...

ENRICO. Insomma!... Diana sarebbe, se volesse… una splendida amante, ma come moglie è un disastro!...

CORNELIO. E la madre?

ENRICO. Oh! Lei!...

CORNELIO (vedendo entrare la signora Bonivard vestita da balleri­na seguita da Carlotta). E quelLe chi sono ?

Scena ottava

ENRICO, CORNELIO, BONIFACIA in costume  da ballerina. Ha in testa una ghirlanda di fiori. Appese al braccio, numerose corone d’oro.

ENRICO (presentando). Mio zio, il signor Cornullone, capitano di lungo corso!... Capitano medico…

La signora Bonifacia Bonifondo…mia suocera!...La signora Carlotta,amica di mia suocera

CORNELIO (a parte). Mah!...

BONIFACIA (salutando). Signore!...

CORNELIO. Signora! (Scoppia a ridere, in disparte.)

CARLOTTA:signore..( che bell’uomo)

CORNELIO: signora( però…)

ENRICO. Devi danzare, cara suocera?...(a parte…suocera della malora…)

BONIFACIA (seccamente). No, signore, vado a farmi fo..fo­tografare. (A Cornelio.) Mi è venuta l’idea di mettermi il costume che avevo nella “Silfide”,uno dei miei più grandi successi!... Vero che è poco comune?

CORNELIO Sì... oh! sì! La silifide…sifilide scusi La Sil-fide…(Sbellicandosi dal ridere.) Ma dove diavolo ho visto quella faccia?...

ENRICO. Ma come?... non avete vergogna? Copritevi le gambe! ... Le volete coprire queste gambe?... E’ indecente.., una buffonata del genere!...

BONIFACIA Buffonata?... Il mio costume della «Silfide»? (A Cornelio.) Sì, forse non è più tanto fresco...

ENRICO. Comme a padrona!Ma, non ne ha un altro!

BONIFACIA. Mascalzone!andiamo Carlotta (Escono dal fondo, a piccoli passi,  come le ballerine.)

Scena nona

ENRICO, CORNELIO.

CORNELIO (a parte). Certamente l’ho vista da qualche parte!

ENRICO. E allora.., caro zio, che cosa pensate?

CORNELIO (ridendo). È matta!... Ah! povero ragazzo, non pos­so davvero felicitarmi!però la sua amica è ….interessante

ENRICO. Magari fosse soltanto matta… ridicola!...è soprattutto rompi rompi palle…

CORNELIO. E’ odiosa?

ENRICO. Odiosa!.Isterica..saccente…aggressiva…violenta..…si doveva chiamare ISA(Isterica, saccente, aggressiva) Non parlo dei suoi capricci, delle sue ma­nie, delle sue pretese!... Da suocera a genero, niente di più naturale!... Quel che mi esaspera, che non le perdono, è l’o­dio, il disprezzo insolente che lei ostenta per me e per la mia arte teatrale. C’è una sola cosa mia, che lei si è degnata di trovare passabile…quasi di suo gusto.

CORNELIO. Ah! e che cosa?

ENRICO. Un monologo, delizioso del resto, che ho dedicato a mia moglie nei primi giorni del nostro matrimonio.

CORNELIO. Me la fai sentire?

ENRICO. Amare o non amare questo è il dilemma…

Se sia più nobile soffrire nella mente le frecce di un amore contrastato…

Oppure dichiararsi e andare incontro a una risposta negativa o positiva..

Che potrà generare felicità o infelicità.Dormire o non dormire

CORNELIO Bravo! Bravo nipote!

ENRICO- Zio…davvero vi stava  piacendo il mio monologo?..Poi ve lo farò sentire tutto. Dio mio, forse non sono un grande drammaturgo!... Ma ce ne sono tanti che sono peggio di me, non è così?

CORNELIO Certamente.

Scena decima

GLI STESSI, BONIFACIA.e CARLOTTA

SIGNORA BONIFACIA (entrando dal fondo). E’ venuta benissimo! che bella foto!  Come sono bella!!... Il signor Carlo si è complimen­tato per il mio costume.

CARLOTTA:anche con me si è complimentata,ha detto che sono fresca e fotogenica

CORNELIO:(a parte) proprio fresca po….però….na sunate e clarinette se putesse fa!

ENRICO.( senza farsi sentire dalla suocera)..Il frusciare giova alla salute!

CORNELIO. Eh!... Ma sì, perbacco!... è lei!. Ora mi ricordo. Gisella!

BONIFACIA (stupefatta). Come?

CORNELIO(a parte). Un po’ appassita, accidenti è meglie l’amica!

BONIFACIA. Chiedo scusa, capitano, ma...

CORNELIO. Non mi riconoscete?  Cornelio, Nandino... il vo­stro ammiratore più entusiasta, al salone Margherita nel ‘72!...

ENRICO. Eh?

BONIFACIA(con gioia). Cornelio!... (A parte.) Com’è. cambiato!... (A voce alta.) È mai possibile?

ENRICO. La baldraccona! ... (Scoppia a ridere.)

CORNELIO. Ve ne ho mandati di fiori.., e di versi!...

ENRICO (sempre ridendo). No, è troppo divertente!

CORNELIO. Perché …ho scritto dei versi per lei!...

ENRICO. Voi, zio?...

BONIFACIA. Aspettate!...(Va sul fondo a prendere un album di fotografie e torna saltel­lando.)

CORNELIO. Quante notti ho passato sotto la sua finestra!...

ENRICO. Sunanne a  chitarra?...

CORNELIO: Nooo… il piffero!!…

BONIFACIA (tornando). Ecco una mia foto nel Lago dei cigni... Questa invece era la foto di uno spogliarello…Mi volevano anche al “ Moulin Rouge”… Mi riconoscete?

CORNELIO. Altro che!... (A Enrico.) Sai che era maledettamen­te carina?

BONIFACIA. E .. Che trionfi? Vi ricordate “ Il Lago dei cigni”? Dodici fasci di fiori, tre corone.

ENRICO- (a parte) Faceva a papera!

BONIFACIA- Ma i successi maggiori… Gli applausi a scena aperta li ho avuti al Salone Margherita di Napoli…quando eseguivo il mio famoso passo! La cosiddetta “mossa”. (Fa funzionare il registratore con la musica di “Lilly Kangy” , balla ed esegue la mossa”)

CARLOTTA: brava! Quanti ricordi….

CORNELIO. Sì, un entusiasmo!... Eravamo giovani, Dio mio! (La signora Bonivardi lancia un grido.) E non lo siamo più!...

CARLOTTA: questo lo dici tu! io non sono più tanto giovane ma…(ammiccando a Cornelio) son ancora… piacente

CORNELIO: si. certo..come no..(cheste sta nfucate)

BONIFACIA. Vi ricordate? Dopo lo show, mi aspettavano fuori dal teatro!

ENRICO- Pe menarti!

BONIFACIA.(stranita)ricordo che una volta persino Il prefetto venne a complimentarsi nel mio palco!...

CORNELIO. Il prefetto?

ENRICO. na guardia campestre!

BONIFACIA Mi ha invitato a cena!... Ah!... che uomo affascinante!... Ah gli uomini di allora…di una distinzione, di una gentilezza, di una galanteria!...

ENRICO. Da farne una malattia!

BONIFACIA. Quando la smetterete di fare commen­ti?(Torna verso il fondo e ripone l’album.)

ENRICO. Spero che non vogliate rimanere vestita a queI modo..mica  siamo… a carnevale.

BONIFACIA a carnevale!..(ad Enrico). Pulcinella! (Esce.)

ENRICO: a me Pulcinella? Ahhh adesso tua figlia mi sentirà, vengo subito (esce)

Scena undicesima

CARLOTTA, CORNELIO, ENRICO CARLO, DIANA.

CORNELIO:uhmm, e lui vuole scrivere un dramma? Quello lo vive!

CARLOTTA:e si avete ragione , qui non passa un giorno che non scoppia una guerriglia!

CORNELIO:a quanto pare, siete di casa

CARLOTTA: in un certo senso…e voi quindi siete lo zio di Enrico e  vostra moglie non è venuta?

CORNELIO: ahh ahhh mia moglie..ahhahha e chi si è mai sposato

CARLOTTA: come? Un uomo..interessante come voi non si è mai sposato? strano i migliori le donne non se li fanno ..scappare

CORNELIO: eppure, io mi sono salvato!il mio motto è… DI DONNE PRENDINE MILLE E UNA MA NON SPOSARNE ALCUNA…

CARLOTTA:(Embè io ti faccio capitolare) vedo che siete un dongiovanni!( entra Enrico)

CORNELIO:beh nella mia vita non lo nego, ho avuto molte donne

CARLOTTA:  si vede che non avete mai trovata quella giusta!

ENRICO:  e a chi o dice!

CORNELIO:perché esiste una donna giusta per l’uomo?

CARLOTTA: avete una strana concezione delle donne! Certo che esiste, io per esempio sono stata sposata due volte

ENRICO:  e l’atterrate a tutte duie!

CORNELIO: ora  siete dunque vedova per ben due volte! e come è successo??

CARLOTTA: si. il primo poverino era debole di costituzione e…morì di …debolezza

CORNELIO: e l’altro?

CARLOTTA: e l’altro poverino ,è morto mentre facevamo all’amore,pensate che non me ne sono neanche accorta!

CORNELIO:  ah si?

CARLOTTA: si io sentivo i suoi mugolii e pensavo che stesse…godendo,invece poverino…stava sofffendo

ENRICO:  e già! Lei pensava che stesse venendo invece se ne stava…(fa il segno della benedizione) andando!

CORNELIO: Ooh poverino!

CARLOTTA:  e cosi…sono rimasta sola e….mi piacerebbe …

ENRICO: mo va cercanne e se fa o  terze!

CORNELIO:e eh cara Carlotta…..(entrano Enrico ,Carlo e Diana)

CARLO (entrando). Capitano!...

CORNELIO: Buongiorno, Carlo! Felice di rivederti assieme alla mia cara nipote! Immagino infatti che questa affascinan­te creatura sia mia nipote.

DIANA. Sì, sono io, zietto!

CORNELIO. Meno male, accidenti!... Sono incantato!... E lo dimostro!... (L’abbraccia un po stretto.) Quanto siete carina!... E a me, le ragazze carine sono sempre piaciute.

CARLOTTA: chiste è nu poco rattuse ma….pa fine mo facce!

DIANA. Ebbene, zio! Se io vi piaccio, anche voi piacete a me!... Dovete essere un tipo allegro, voi!

CORNELIO. Persino un po’ matto!...Ma nipotina  diamoci del tu..Vuoi?

DIANA. Con piacere…Che fortuna che sei venuto!... Son sicura che ci divertiremo!...

CARLOTTA: anche io ne sono sicura!

ENRICO (a parte). Ancora?.

CORNELIO. Perché, qui ci s’annoia? Eppure, mi sembra che mio nipote...

DIANA. Enrico?...Una tragedia greca…Eschilo…Sofocle…Euripide erano di fronte a lui dei comici…Se avesse fatto il musicista…il pianista…avrebbe suonato solo… marcie funebri!...

CORNELIO:  (a parte :di sicuro ne avesse scritto una  per la suocera) ma allora  cosa fa?

DIANA: cosa fa? divide la sua esistenza fra il teatro e sua suocera... Fra il piacere che prova a farsi prendere in giro dai teatranti veri…e il dispiacere che prova a farsi sfottere dalla suocera…

ENRICO. La perfetta felicità non è di questo mondo!

CARLO. Diana, devo dirti addio!

DIANA. Allora, parti?

CARLO. Non te l’ho già detto prima?

DIANA. Si …mi è dispiaciuto…ma ho sperato che  fosse uno scherzo…

ENRICO. E una cosa seria?

CARLO. Molto seria!...

DIANA. Vai lontano?... In Sicilia?... In Sardegna?.

CARLO. Ancora più lontano!...

DIANA. Mi fai paura!...

ENRICO. E resterai a lungo?

CARLO. Fino a guarigione!...

CORNELIO. Ma allora, è malato?

DIANA. Malatissimo!... Potremmo accompagnarlo alla stazione e poi fermarci al ritorno per prendere due dolcini. Vado a dirlo alla mamma e a mettermi il cappellino...  Torno subito, zietto! (Esce a sinistra ridendo.)

CARLOTTA: vengo anche io (esce)

Scena dodicesima

ENRICO, CARLO, CORNELIO.

ENRICO. Che succede? viaggi, adesso?

CARLO. Perché no?... Sono libero, sono ricco e voglio ve­dere il mondo: è più che naturale.

ENRICO. E io, allora?

CARLO. Tu?

ENRICO. Sì, io!... Che fine farò, in mezzo a mia moglie e a mia  suocera?

CORNELIO. Lavorerai!

CARLO.Finirai la tua «Arianna»... Tornerò per il debutto!

ENRICO. Stai scherzando. Ma come?... Sono dieci anni che viviamo l’uno vicino all’altro, che non ci lasciamo mai, se così posso dire; tu sei il mio doppio…il mio solo e unico amico...

CARLO. Ascolta, vecchio mio. Bisogna che io ti lasci... Bi­sogna!

ENRICO. Ma perché bisogna?... perché?

CARLO. Sai che amo tua moglie...

ENRICO. Nata vota mo?, ricominci?

CARLO. E siccome non te la voglio prendere, me ne vado.

CORNELIO. Benissimo!

ENRICO. No, parola mia, adesso esageri!... (A Cornelio.) Do­vete sapere, zio, che prima che mi sposassi, questo animale si incapricciava di tutte le mie amanti!...

CORNELIO. Mah!

ENRICO. Adesso, tocca a mia moglie.

CARLO. Questo dimostra che abbiamo gli stessi gusti.

ENRICO. Sì... ma si na  lagna,..siente a me  sposati,  te a trovo io, na femmina ca piace a me!!...

CARLO. No!...

ENRICO. Conosco una splendida ragazza, veramente splendida, che incontro tutte le domeniche con suo padre ai concerti della Associazione  TM- Teatrofili e Musicofili !...

CARLO. Grazie.

ENRICO. Ti dico che è deliziosa, modesta, fine... Suo padre è una persona distinta...

CARLO. Sarà, ma io non l’amo, questa ragazza!...

ENRICO. Ma tu vide stu sceme!... se ti dico che piace a me! , nun te preoccupà appena a vide ….te ne innamori!

CARLO. E tua moglie che amo!...

ENRICO. Sì, ma io non te la posso dare…nè far amare…alcuni si divertono a prestare o scambiare le mogli…ma io no….

CARLO. E io nemmeno te la chiedo!...Non voglio che tu me la dia…nè che lei me. La...Non voglio che me la dia...Dopo mi sentirei in colpa…Non potrei camminare a testa alta..

CORNELIO (ridendo)- Se te la desse…cioè se mio nipote ti desse…prestasse sua moglie…. Sarebbe eccessivo!...

ENRICO. Si fosse sicure ca me levasse a nanze a suocere al  massimo  …ti consentirei  di lasciarti scappare con mia moglie!... Ma dovresti portarti anche mia suocera e mio suocero…Dovrebbe essere una fuga non a due ma a quattro…certo però ripensandoci , non sarebbe una bella cosa!...

CARLO. La cosa migliore è che io parta!...

ENRICO. E allora... Buon viaggio!

CARLO. Mi avrebbe fatto piacere portare con me un ri­cordo di Diana.., qualcosa che la tocchi da vicino!…Ma  non permetteresti mai!


ENRICO. Sì... sì... Qualcosa di lei che tu possa toccare, carezzare…  da vicino?...portate a mamma!

CARLO: come sei malvagio! (Cornelio ride.)

Scena tredicesima I

GLI STESSI,CARLOTTA, DIANA, BONIFACIA, poi MARIETTA.       

DIANA (entrando da sinistra con Bonifacia). Eccoci qua!...

CARLO. Vado a prendere cappello e bastone...

CORNELIO. Vi accompagno fino a Napoli; vado a prendere i miei bagagli. (Carlo esce a sinistra.)

CARLOTTA: oh Cornelio, accompagnereste anche me?

CORNELIO:ma certo, anzi se volete andiamo insieme ad accompagnare Carlo poi,lasciamo la signora Bonifacia e Diana in pasticceria e  vi accompagno a casa

CARLOTTA; oh è fantastico, Napoli è sempre Napoli!

CORNELIO: benissimo! Prendiamo le valige e..via!

ENRICO.Tornererai per l’ora di pranzo?

CORNELIO. Certamente!.... se…non ci saranno…impedimenti! (esce)

ENRICO: il lupo perde il pelo ma non il vizio!

BONIFACIA. (a Diana e a Carlotta) Passiamo per il giardino, facciamo prima. (escono)

MARIETTA (entrando da destra, con un biglietto da visita in ma­no). C’è una persona che chiede del signore.

ENRICO. Non ho tempo.

MARIETTA. Dice che vuoi comprare la casa.

ENRICO. Perbacco!... (Prende il biglietto e legge.)Bernardo Bourganeuf ex commerciante!... Dev’essere un acquirente serio . (Carlo rientra da sinistra.) Bourganeuf! Non Io conosco.

CARLO. Lo conosco io!...

ENRICO. Ah!

CARLO-. E’ molto ricco.

ENRICO (a Marietta). Fatelo entrare e ditegli che vengo subito.

MARIETTA. Bene, signore. (Esce a destra.)

ENRICO (parlando verso le quinte). Vieni Carlo, ti accompagno soltanto fino  al giardino! Oh!... Sta piovigginando!...

Scena quattordicesima

MARIETTA, BERNARDO, GABRIELLA.

MARIETTA. Abbiate la compiacenza di entrare... Il signore vie­ne subito.

BERNARDO. Grazie. (Marietta esce a destra.)

GABRIELLA. Veramente, papà, non ti capisco!... Questa casa proprio non la vuoi prendere?

BERNARDO. Io?... Prendere una casa aa Amalfi? Se me la of­frissero a metà prezzo, non la vorrei! Ne ho scovata una a Positano che fa proprio al caso nostro!

GABRIELLA. Ma allora perché sei voluto entrare?

BERNARDO. Figlia mia, siamo vestiti di leggero e non abbia­mo l’ombrello. Il cielo pioviggina  un tremendo temporale.

GABRIELLA. Non è una ragione...

BERNARDO No, scusa... È un’eccellente ragione, quella di cercare un riparo!... A Napoli quando piove e non ho l’om­brello, io visito degli appartamenti!...

GABRIELLA. Il proprietario se ne accorgerà..

.

BERNARDO. Non s’accorgerà proprio di niente, il proprieta­rio!... Prima di tutto, non lo conosciamo!... E poi, se ha messo in vendita la proprietà, significa che vuole disfarse­ne, non è vero? Dunque, l’arrivo di un acquirente non può che fargli piacere!...Per conquistarci ci offrirà un caffè…un bicchierino…un dolce…e noi invece di entrare in un bar…per ripararci siamo venuti qui…e non paghiamo nemmeno un soldo…pardon…un euro

GABRIELLA. Forse è lui!

Scena quindicesima

BERNARDO, GABRIELLA, ENRICO.

ENRICO. Vogliate scusarmi... Come, siete voi?

BERNARDO (infastidito). Sì, caro signore, sono proprio io. (A parte.) Accidenti!

GABRIELLA (sottovoce a Bernardo). È il signore che vediamo ai concerti!...all’ associazione teatrofili e musicofili

ENRICO. Che bella sorpresa!...

BERNARDO. Non m’aspettavo questo piacere... Non sapevo…

ENRICO. Desiderate visitare la proprietà?...

BERNARDO. Dio mio!... Sì !...se è possibile… Sono diversi anni che mi propongo di comprare una casa ad Amalfi…tranquillità, serenità…aria buona…nelle città non si può più vivere…troppo affollate….Napoli è diventata una metropoli…

ENRICO. E’ un’occasione, una vera occasione.

BERNARDO. Ma non vorremmo disturbare.

ENRICO. Oh! per carità, signore; ed è curioso, stavo parlando , di voi soltanto un momento fa!

BERNARDO. Di me?... E a che proposito?

ENRICO. A proposito di... (Guardando Gabriella.) Uhm! ma ac­comodatevi, signorina, vi prego!...

GABRIELLA. Grazie, signore!... (A parte.) A quanto pare, io sono di troppo!... (Si siede al tavolo, guarda le stampe, che En­rico le mostra.)

BERNARDO (sottovoce). Si tratta di mia figlia?

ENRICO. Sì... ma prima vorrei farvi una domanda.

BERNARDO. Dite.

ENRICO. Se vi sembra indiscreta, potete non rispondere.

BERNARDO. State sicuro.

ENRICO. La signorina vostra figlia sarebbe disposta a sposarsi?

BERNARDO(vivacemente). Ah! caro signore, ne avrei piacere... ne sarei felice...

ENRICO. Ah!

BERNARDO. Prima di tutto per la sua felicità; e poi perché  potrei pensare un poco alla mia... Mi sono sposato molto  giovane, io, e non mi sono mai divertito; e dico la verità... visto che sono vedovo, se mi rimanesse ancora una decina d’anni per...

ENRICO. Sì... magari otto!

BERNARDO. O quattordici!... Non vorrei lasciarli perdere!...

ENRICO (ridendo). E del tutto naturale.

BERNARDO. Come vedete, caro signore, vi parlo a cuore aperto e, permettetemi di dirvelo, come a un vecchio amico!...

ENRICO. Vi ringrazio...

BERNARDO. Del resto, Gabriella sarà una mogliettina incante­vole!... Dolce, allegra... lavoratrice... eccellente musicista...

ENRICO. Ah! la signorina è  musicista?

BERNARDO. Sì, ed eccellente donna di casa!...Cucina che è una cosa incredibile…La sua specialità sono i cannelloni …patate e salsicce…polpette e salsicce…involtini di fesa di vitella…Mi potete cre­dere; e il matrimonio si può fare subito… se le piacete...

ENRICO. Scusate... ma non si tratta di me!

BERNARDO. Ah!

ENRICO. Io una moglie.. ce l’ho!

BERNARDO Mi dispiace!...

ENRICO (a parte). Non quanto a me! (A voce alta.)Io sono addolorato…vorrei essere libero…ma non lo sono.. Oh comunque, si tratta di un mio caro amico, che sta per fare un viaggio.

BERNARDO. Allora non c’è fretta.

ENRICO. No, ma quando tornerà, penso che...

BERNARDO Ne riparleremo al prossimo concerto! Gabriella, è l’ora del treno e abbiamo appena il tempo!... Piacere, si­gnore!

ENRICO. Non volete visitare la proprietà?

BERNARDO Al prossimo concerto!

ENRICO. In tutti i casi, non tratterò con nessuno senza farvelo sapere.

BERNARDO Troppo gentile!.. Arrivederci, caro signore... arrivederci!...

ENRICO. A presto, signorina! (Bernardo esce a destra con Ga­briella.)

ENRICO (solo).Azze è proprio una bella la ragazza, con la sua aria compunta e il suo faccino pensoso... Un’artista!... Eh! Era una  come lei che ci voleva per me! Lei non mi im­pedirebbe di lavorare!... (Si mette al computer.) Vedimme nu poco addò so rimasto e specialmente si se po stà nu poco cueite! Ritroviamo il clima!...l’ atmosfera…

Scena sedicesima

ENRICO, BONIFACIA, DIANA, IL CONTADINO.

DIANA (entrando, emozionata, dal fondo) . Una poltrona!... pre­sto!... una poltrona!...

ENRICO. Che c’è?

DIANA. Ah! Dio mio!

ENRICO. Ma che è succiese

DIANA. La mamma!...

ENRICO. E allora?

DIANA. L’asse!...

ENRICO. Quale asse?

DIANA. Il ponte! Ha voluto passare suI ponte.

ENRICO. Quale ponte?

(Un contadino porta la signora Bonivardi, svenuta e tutta inzuppata.)

DIANA. Da questa parte... ecco, lì!... sulla poltrona...

ENRICO. Ma se fatte male?

IL CONTADINO. Niente, signore, una sciocchezza!

ENRICO (ridendo..a parte - peccato!). Ha bevuto un po’?

CONTADINO. Madame è caduta in acqua... un bagnetto!...

ENRICO (a parte). Per un po’ starà al fresco!

BONIFACIA (riprendendo i sensi). Figlia mia!

DIANA. Mamma! (Si abbracciano.)

ENRICO. All’anema e l’acqua ,stà  inzuppata come una, spugna!

BONIFACIA (piangendo). Ah! figlia mia!

ENRICO (a parte). Mo  allaga o salone!

DIANA. Tutto è passato, mammina, sta tranquilla!

BONIFACIA Senti, genero, dai cinquecento euro a questa brava persona!

ENRICO. Cosa? Cinquecento euro?

.BONIFACIA: Li hanno meritati!... Senza di loro, non mi  avreste più rivista viva!... Mi hanno salvato la vita!...

ENRICO (a parte). Ma pecchè nun so se fatte e fatte suoie?? Ma   perché  impicciarsi  dei fatti degli altri!

BONIFACIA:.Ma mi hanno salvato la vita!... E allora? Su!... Tirate fuori questi cinquecento !... Che cosa aspettate?

ENRICO. Aspetto di convincermi!

DIANA. Come? Rifiuti?

ENRICO. Un po’!...( a parte) -je a chiste ce desse nu paie e cauce!

BONIFACIA. Hai detto che  Rifiuti? Allora mi volevi morta?

ENRICO. Credo bene!...Volevo dire che  Cinquecento euro sono tanti!

BONIFACIA (a Diana). Lo senti?

DIANA. Per mia madre!... Ah! questo è troppo!...

BONIFACIA. Ti dispiace che non sia annegata?

ENRICO. Cinquecento euro per un bagno, in piena estate, in metro  d’acqua!...

BONIFACIA. Secondo lui tua madre non vale cinquecen­to euro!...

DIANA. Signore, questa è un’indegnità!

IL CONTADINO. Su, venimmece ncontre, lagge pure date nu passaggie ncoppe a ciuccia !

ENRICO (al contadino) e a fatte coppia!. Prima di tutto, chi vi ha chiesto qualco­sa?... Dunque, che cosa pretendete? Volete cento euro?

CONTADINO: ciente euro?

BONIFACIA (furiosa). Cento euro!

DIANA. Oh!

BONIFACIA (al colmo del furore) . Assassino!...

DIANA. Mamma!

BONIFACIA. Sì, assassino!... Volevi liberarvi di me? È da un pezzo che ti chiedevo di sostituire quell’asse marcito!... Te ne siete ben guardato!... Speravi che un giorno si spezzasse sotto i miei passi!...

ENRICO. Non dire sciocchezze!...

BONIFACIA (a Diana). Voleva uccidere tua madre!...

ENRICO (a parte). Ah! ma adesso mi stai seccando!...

DIANA. Ah! tu non hai cuore!...Neanche una bestia si tratta così..un cane un gatto meritano più affetto

ENRICO. Un cane o un gatto siiii…. Ma perdio!...Tua madre nooooo

DIANA. Lasciami perdere, mi fai ribrezzo!

BONIFACIA. Ti proibisco di parlare a mia figlia!

ENRICO (arrabbiandosi). Ora basta!... Mi avete rotto le scatole, èchiaro? Andatevene via tutti!

CONTADINO: baste ca me pavate

BONIFACIA. Non sono io che devo andarmene! Mia fi­glia qui è a casa sua, e io sono in casa di mia figlia!...

ENRICO. Vi dico di andarvene.

CONTADINO: primme m’avite pavà!

BONIFACIA. No, no, no!

ENRICO. Badate!

DIANA. Vieni, mamma!

BONIFACIA Io cedere di fronte a lui!... Mai!...

ENRICO. Non spingetemi all’estremo!...

BONIFACIA. Se crede di farmi paura, quel cane di attore e fallito commediografo! quel fallito..amatore…quel fallito padre..e fallito in tutto….

ENRICO (Fuori di sé). Ripetetelo un po’! ripetetelo!...

BONIFACIA. Sì!... Fallito!.., fallito!.., fallito!...

ENRICO. Ah!... si e mo vedimme! ora vai via davvero!

BONIFACIA. Non toccarmi!...  non toccarmi! Altrimenti chiamo i carabinieri e dico che mi hai picchiata…

ENRICO. E vattenne, vattenne!! (La spinge col braccio.)

BONIFACIA (si scioglie e lo schiaffeggia). Prendi que­sto!...

ENRICO. Oh!... sta carogna!... aspiette nu poco.. (Alza la mano su di lei.)

DIANA (corre a metterti davanti alla madre). Mamma... (Riceve lo schiaffo.) AH!.., vigliacco!...

BONIFACIA. Hai picchiato mia figlia! Hai picchiato tua moglie!

ENRICO. Accidenti!... Diana!.., ti giuro!...

DIANA. Vigliacco!... Vigliacco!...

BONIFACIA. Abbiamo i testimoni!….Violenze…Percosse… sevizie gravi!... Il caso è previsto! La legge è dalla nostra parte... divorzieremo, signore! Ci darete gli alimenti…(al contadino) voi mi farete da testimone!

CONTADINO: ma po me pavate?

ENRICO. Ma Diana, perbacco, se ti giuro che...

DIANA. Oh!... sì, divorzieremo!..Ci darai gli alimenti!

ENRICO. Eh!... del resto... non chiedo di meglio!... Non sono certo io che mi oppongo!... Anch’io non ne posso più!...

BONIFACIA. Vieni, figlia mia!.., usciamo da qui!... Ci rivedremo, signore. In tribunale!...

(Esce con Diana, seguita dal contadino.)

ENRICO. Con piacere!...

Sipario

Fine del Primo Atto

Secondo Atto

Stessa scena del primo atto ma con qualche cambiamento… è sempre un salotto-studio riccamente arredato. E’ sempre lo stesso salone della villa ma è cambiato il proprietario.

Scena prima

ENRICO, CORNELIO,  VITTORIA.

ENRICO. Che pace,che tranquillità ah! Qui si che si sta bene!... Se non altro, si può lavora­re... Non ne abuso, è vero!.., ma insomma, il giorno in cui volessi, potrei mettermi seriamente... (Suona.)

CORNELIO: Buongiorno, nipote... Lavori?... Ti disturbo?

ENRICO. Ma niente affatto, zio!... Ah!  che gentile da parte tua venirmi a fare questa sorpresa!...

CORNELIO.(fra se- e sapessi che sorpresa) Non ho voluto lasciar trascorrere l’anniversario del tuo… nuovo matrimonio...

ENRICO. Ti siete ricordato?

CORNELIO. Certo, e porto il mio regalo a tua moglie e….ho una sorpresa per te

 

ENRICO:Una sorpresa per me? Spero sia una sorpresa piacevole

CORNELIO:beh dipende, ti ricordi quante volte ti ho detto caro nipote questa mia frase: DI DONNE PRENDINE MILLE E UNA MA NON SPOSARNE ALCUNA…

ENRICO: e come no! me fatte na capa tanta! 

CORNELIO:beh…io sono arrivato a..mille e due e…( fa segno indicando l’anulare)

ENRICO: oh oh oh non mi dire che……(fa segno con il dito che infila l’anello)

CORNELIO: ebbene si…ho capitolato!ho lottato, ho lottato ma alla fine

ENRICO: sei caduto nella rete! oh questa è bella! Non me la sarei mai aspettata

CORNELIO: se è per questo nemmeno io! Ma…l’amore…l’amore….

ENRICO: ta fregate pure a te!

CORNELIO: dopo anni e anni di avventure, al galoppo sfrenato…

ENRICO:e  truvate chi ta mise a capezza! E chi sarebbe la tua domatrice?

CORNELIO: Carlotta,l’amica della tua ex suocera

ENRICO: Carlotta, la vedova? L’avevo detto io!…..

CORNELIO: si, la vedova. Tu forse hai avuto modo di conoscerla bene, visto che era amica della tua ex suocera

ENRICO: non nominare il suo nome  invano!si ho avuto modo di conoscerla bene eh pure il mio ex suocero l’ha conosciuta bene…

CORNELIO:cosa vuoi dire?

ENRICO: no dicevo. Anche il padre di Diana l’ha conosciuto bensì non scendesse quasi mai dal suo rifugio

CORNELIO: ah si.poveretto, se n’è andato in giorno d’autunno

ENRICO: come il signor Paolo, è… .morto? e come è successo?

CORNELIO: per quel che so, ha avuto un infarto mentre  era intento a fare il ritratto a Carlotta, poverina che spavento ha avuto

ENRICO:  e so tre! Si certo poverina e ora dove sta la tua cara vedovella

CORNELIO: ah già… è in giardino con Gabriella ,l’ho lasciato con lei così fanno amicizia

ENRICO.: beh in fondo sono contento e poi Carlotta è simpatica non mi sarà difficile chiamarla zia!  Perché è la moglie di un grande zio!Non ce n’è uno migliore in tutta Italia !...

CORNELIO: e ci credo,hai solo me! E dimmi come va con Gabriella, la vita è sempre bella? Va sempre bene?

ENRICO. Meravigliosamente.

CORNELIO. E sei felice?

ENRICO. Felicissimo... Gabriella è così avvenente... così affet­tuosa! Quando penso aI modo bizzarro con cui siamo arri­vati al matrimonio!... Si fa I’abbonamento alla stagione teatrale… si incontra un uomo maturo con una figlia delizio­sa; si discorre, si fa conoscenza.., e la ragazza diventa vostra moglie. ... e l’uomo maturo diventa tuo suocero... E buffa la vita!...

CORNELIO.: non solo buffa  ma anche piena di sorprese!  E pensare che volevi farla sposare a Carlo!...

ENRICO. E meno male!...

CORNELIO. Hai notizie del nostro caro Carlo?...

ENRICO. E’ tornato da poco a Napoli.

CORNELIO. Dopo due anni di assenza!...come passa il tempo!

ENRICO. Durante i quali non ha dato segni di vita... Mi ha te­legrafato stamattina che dovrebbe venire qui oggi o do­mani.

VITTORIA (entrando dal fondo). Una lettera per il signore. (Esce.)

ENRICO (aprendo la lettera). È deI notaio? (Legge.) Ah! per­bacco!

CORNELIO. Che c’è?

ENRICO (leggendo). Egregio signore ed esimio cliente, ricevo in questo istante una lettera dalla signora Bonifondo, vostra ex suocera... (Con rabbia e furore.) Ah…Lei…  ancora Lei!

CORNELIO. Su!... Calmati!

ENRICO. Ah!... è più forte di me!... Quando mi viene in mente quella donna!... Ah!... Vedete, tremo, soltanto a pen­sarci!

(Cornelio ride.)

CORNELIO. Calma, calma!...

ENRICO (leggendo). «Una lettera della signora Bonifondo, vostra ex suocera, che mi partecipa il nuovo matrimonio di sua fi­glia. »

CORNELIO. Ah!... Diana si è risposata?

ENRICO: pare di si e..chissà chi   l’avrà passato questo guaio?... (Leggendo.) «La som­ma di duemila euro , che voi versavate alla vostra pri­ma moglie, viene ad essere, in seguito al divorzio, soppressa a termini di legge...

CORNELIO. Notizie positive allora!...

ENRICO (leggendo). «Ma la signora Bonifacia reclama il paga­mento immediato dei centomila euro che avete ricono­sciuto a sua figlia col contratto di matrimonio; a norma di legge,  cessando di essere pagati gli interessi, il capitale di­venta in effetti esigibile. Vi prego dunque di farmi perveni­re la suddetta somma, affinché io possa rimetterla all’inte­ressata. . .» e ti pareva che non erano guai! Che  stupido sono stato, vero? Centomila euro! Il divorzio mi è costato mica male!

CORNELIO: Non sarai mica pentito?

ENRICO: pentito? Questo mai!

CORNELIO. A beh..non pote­vate vivere assieme, tu e Diana, e forse sarete felici tutti e due, nella vostra nuova famiglia!...

ENRICO: io sicuramente! mi fa pena il poveraccio che l’ha sposata!

CORNELIO: e che t’importa,l’importante è che a te,  va per il me­glio!... e del tuo nuovo… suocero…novità?

ENRICO. Mio suocero? No... sempre a Montecatini... e sempre nes­suna notizia.

CORNELIO:. Niente nuove….buone nuove!

ENRICO.: oh arriva mia moglie..e..la tua,  sotto con le sorprese!...

Scena seconda

ENRICO, CORNELIO, GABRIELLA.

GABRIELLA (entra dal «pan coupé» di sinistra; ha in mano un maz­zo di fiori, che va a mettere in un vaso). Oh! caro zio! È stata veramente una  piacevole sorpresa!... Carlotta…mia zia Carlotta   è simpaticissima

CARLOTTA:caro Enrico, come stai, è un piacere rivederti,

ENRICO: cara …zia.il piacere è reciproco, a saperlo prima ,avremmo potuto essere presente alla vostra cerimonia ma….

CARLOTTA: ci dispiace molto non avervi fatti partecipi del nostro matrimonio ma è successo tutto così in fretta e poi Cornelio ha voluto farvi una sorpresa

ENRICO:beh certo è stata una bella sorpresa! E chi se l’aspettava !

GABRIELLA:Io la zia Carlotta siamo subito entrate in sintonia,abbiamo scoperto di avere molti interessi in comune

(Enrico e Cornelio avanzano verso Gabriella senza far rumo­re. Nascondono entrambi un astuccio, che hanno estratto di tasca. Si dispongono l’uno a destra e l’altro a sinistra di Ga­briella, che rimane sorpresa.)

CORNELIO. Nipote mia!

ENRICO. Mia cara Gabriella!

GABRIELLA. Che c’è?

ENRICO (mostrando l’astuccio aperto). C’è questo.

GABRIELLA. Un braccialetto!

CORNELIO. C’è quest’altro...

GABRIELLA. Degli orecchini.., per me? Oh! come sono carini! Ma perché tutta questa... munificenza?

CORNELIO: Come, la data del venti settembre non vi ricorda, niente?

GABRIELLA. Il nostro matrimonio?

ENRICO. Mio Dio, sì!... semplicemente!

GABRIELLA (baciandolo). Già un anno!... Come passa il tempo, quando si è felici!...

CARLOTTA:hai ragione cara.

ENRICO. Ah! questo compensa un po’ la tua mancanza di me­moria.

GABRIELLA. Sentite, e come lo festeggeremo questo anniversa­rio?

ENRICO. Vi propongo di finire la giornata a Salerno!... Vi offro una cena.., ma, dico, una di quelle cene,vi và?

CORNELIO. Beh abbiamo fatto un viaggio abbastanza lungo e che ne direste  di festeggiare il vostro anniversario qui, a casa vostra, noi tre,anzi noi quattro.. in famiglia!...

GABRIELLA. Oh, sì, benissimo!...

CARLOTTA: oh grazie e così avremo modo di raccontarvi anche del nostro matrimonio

CORNELIO: che vi assicuro,non riesco ancora a capire come è successo,però ( accarezzando Carlotta) è..successo!

ENRICO. D’accordo! Restiamo qui; ma mi permetto di farvi os­servare rispettosamente, cari zii, affettuosamente, cara moglie, che noi qui ci stiamo a poco a poco seppellendo.

GABRIELLA. Addirittura!

ENRICO. Da quando tuo padre ha acquistato questa pro­prietà...

CARLOTTA: E meravigliosa!

ENRICO. Non dico di no!... Ma da quando ci siamo sposati, non ci siamo più mossi.

CARLOTTA: noi invece, siamo sempre in giro, a Cornelio piace girare, pensa in ogni posto che andiamo,inauguriamo il nostro nido d’amore

ENRICO:(fra se- secondo me….questa atterra pure a mio zio)

CORNELIO: Mai contento, quell’animale!... Prima lo disturba­vano troppo!... Adesso...

ENRICO. Adesso non mi disturbano abbastanza!... Ma sì, Ga­briella, quando tuo padre è partito per Salsomaggiore, non avrem­mo potuto accompagnarlo?

GABRIELLA. Ma noi non abbiamo bisogno di cure termali!

ENRICO. E nemmeno lui!... Stava bene come noi, papa  però lui sa vivere, lui! E forse sa vivere anche troppo!

CORNELIO (ridendo). Ah!... Tu credi, come me, che se Bernardo è partito da tre mesi per fare una stagione di tre setti­mane...

GABRIELLA. State dicendo delle perfidie sul povero papà...

CARLOTTA:gli uomini, tutti gli stessi!

GABRIELLA: si, sono incorreggibili

ENRICO. Ah! non s’annoia di certo, il tuo povero papà, da quando siamo sposati.

GABRIELLA (allegramente). Tacete, lo state calunniando.

ENRICO. Allora spiegami il suo silenzio!... Non scrive più da oltre un mese.

GABRIELLA. Bene!. Sentite!... Se fra otto giorni, il papà non è tornato, andiamo a cercarlo tutti e quattro.

ENRICO. A Salso?

GABRIELLA. Sì, a Salsomaggiore.

CORNELIO: benissimo ora però se permettete io e Carlotta, abbiamo bisogno di rinfrescarci!...

GABRIELLA: ma certo, (chiama la cameriera )Vittoria..

VITTORIA: eccomi signora

GABRIELLA: Vittoria accompagni i signori nella stanza Viola e assicurati che tutto è di loro gradimento

VITTORIA: certo signora( A Cornelio e Carlotta) prego, se volete seguirmi)

CORNELIO: si si andiamo grazie Gabriella ..a dopo

CARLOTTA:  allora a dopo, il tempo di rinfrescarci e siamo da voi, su Cornelio, andiamo , andiamo a…..rinfrescarci,andiamo a scoprire un nuovo nido d’amore!

ENRICO:si, si, andate a fare un’altra inaugurazione!

Scena terza

ENRICO, GABRIELLA.

GABRIELLA. E noi, amico mio, andiamo a fare atto di presenza alla pesca benefica della signora Demetria

ENRICO. Sai che divertimento!

GABRIELLA (inquieta). E vero, dunque? Ti stai annoiando?

ENRICO. No!... Temo di annoiarmi!... Capisci?

GABRIELLA. Allora, la tua vita era più gaia, più allegra... in quei tempi?

ENRICO. Si esagerava persino un po’.

GABRIELLA. Ah!

ENRICO. Tutti i giorni cene, balli, feste.

GABRIELLA (vivacemente). Ci si divertiva, eh? Ti dispiace di avermi sposata?

ENRICO. Io? Figurati!

GABRIELLA. E pensare che hai amato un’altra donna, prima di me; una donna che portava il tuo nome, come me; che viveva accanto a te, come me; che ti faceva felice.., più di me, forse!...

ENRICO. No, questo no...

GABRIELLA. L’hai più rivista?

ENRICO. Mai.

GABRIELLA. Perché vi siete separati? Non me l’hai mai detto...

ENRICO. A causa di sua madre...

GABRIELLA. Ah! Avevi qualcosa da rimproverarle?

ENRICO. Oh! sì... Sua madre, prima di tutto!...

GABRIELLA. Era carina?

ENRICO. La madre? No, una vecchia ridicola...

GABRIELLA. Non parlavo della madre!...

ENRICO. Senti, Gabriella: ti stai incamminando lungo una stra­da difficile, scabrosa...

GABRIELLA. Perché?

ENRICO. Ma perché, sì, insomma!... Cerca di capire!... Io non posso... Perché non parlarti allora delle mie avventure di giovanotto?

GABRIELLA (chiudendo gli la bocca con la mano). Che cosa è stato allora il tuo primo matrimonio, un’avventura?...

ENRICO. Moralmente, devo considerarlo tale!...

GABRIELLA. Ma no!...

ENRICO. Ma sì!

GABRIELLA. Ma scusa.., se tu fossi vedovo, non potresti forse parlarmi della tua prima moglie?

ENRICO. Non è la stessa cosa!... E poi un vedovo parla della sua prima moglie soltanto per umiliare la seconda!...

GABRIELLA. Mi assomigliava?

ENRICO. Oh! no. -

GABRIELLA. Era meglio di me?

ENRICO. Non ho detto questo.

GABRIELLA. Bionda?

ENRICO. Bruna.

GABRIELLA. Alta?

ENRICO. Un metro e novantacinque!...

GABRIELLA. Enrico!...

ENRICO. Fronte media, bocca media, mento medio, naso medio!

GABRIELLA. Mi prendi in giro?...

ENRICO. Ah! Figlia di Eva!... La tua curiosità!... Se tu non pensassi che a vivere, saresti felice! Invece no... devi inven­tare minacce, pericoli immaginari...

GABRIELLA. Sì, hai ragione; sono un po’ matta!... Baciami!...

ENRICO. Finalmente! (La bacia.)

GABRIELLA. Vado a mettermi il cappellino e partiamo.

ENRICO. Bene!... Ti aspetto!...

GABRIELLA. Sai... Ti amo più io di lei!... (Esce vivacemente dal «pan coupé» di destra.)

Scena quarta

ENRICO, VITTORIA.

ENRICO (suonando il campanello). È un incanto!... Gelosa per di più!... Mia moglie è gelosa!... Mi fa diventare un altro!... (Canticchiando felice.) TraI-Ia-la-là! ... (A Vittoria che entra dal fondo.) Vittoria, cappello e soprabito...

VITTORIA. Subito, Signore!... (Esce dal fondo.)

ENRICO. Le donne hanno la mania di parlarci deI passato!... Devono a tutti i costi muovere la cenere per vedere se il fuoco è spento davvero!...

VITTORIA (rientrando col cappello e il soprabito). Ecco, si­gnore!...

ENRICO. Bene!... (Vittoria posa gli oggetti sopra una sedia ed esce.) E’ strano!... Ho pensato a Diana proprio ieri sera, quando ho trovato fra le mie carte il monologo che le avevo dedicato nei primi tempi del nostro matrimonio: «Alla mia cara mogliettina». E proprio oggi... (Si mette il soprabito.)

Scena quinta

ENRICO, GABRIELLA, poi VITTORIA.

GABRIELLA (rientrando vestita in abito da pomeriggio, con in ma­no dei fogli di carta ; in tono severo). Che mi sapete dire, Signore, di questo monologo?

ENRICO (a parte). Porca miseria!...

GABRIELLA. Li ho trovati or ora nel vostro studio!...

ENRICO (fingendo allegria). Te lo dico subito!...

GABRIELLA (saltandogli al collo). Oh!... come sei caro!... Toh!... Toh!... (Lo bacia.)

ENRICO (a parte, sbalordito). Mi bacia!...

GABRIELLA. Non potevi farmi un piacere più grande!... Tu pensi a me, anche quando lavori!... E che splendida dedica: «Alla mia cara mogliettina..

ENRICO (a parte). Ora capisco. (Scoppia a ridere.)

GABRIELLA (leggendo).Mi affascina il tuo canto, va la barca sul mare...

ENRICO (a parte). Come faccio a dirle che era per quell’altra!...

GABRIELLA.    “ Ah! Vivere è un incanto, è tanto dolce amare!...”Oh! com’è carino!

ENRICO. Oh! le parole, sai... Ma... è la musica!

GABRIELLA. Perché non me l’hai fatta vedere, questa poesia?

ENRICO. Volevo farti una sorpresa questa sera!... L’avremmo cantata al momento della frutta!...

GABRIELLA. Oh! cantiamola subito; vuoi?

ENRICO (fermandola). Ma no, senti... Non abbiamo tempo!

VITTORIA (entrando dal fondo). Una lettera per il signore!... Il portalettere l’aveva dimenticata... (Consegna la lettera ed esce.)

GABRIELLA. E’ di papà?

ENRICO. No,è  del mio amico Carlo. Aspetta!... No, è di tuo padre.

GABRIELLA. Dammi!... (Leggendo la lettera.) «Cari ragazzi, ho ricevuto oggi la vostra lettera...»

ENRICO. Come... oggi?... Dopo un mese!... Da dove scrive?

GABRIELLA. Giorno diciannove, ieri, da Venezia.

ENRICO. Da Venezia ?...

GABRIELLA (leggendo). «... Ho ricevuto oggi la vostra lettera e capisco la vostra impazienza, che è anche la mia. Parto que­sta sera e arriverò domani...»

ENRICO. Oggi?...

GABRIELLA (leggendo). «... Non potete immaginare le cose che ho da dirvi!...»

ENRICO. Mah!... Saranno racconti di viaggio!...

GABRIELLA (leggendo). «E dolce per un padre rivedere i suoi ra­gazzi dopo una separazione così lunga!...»

ENRICO. Bastava che tornasse prima!

GABRIELLA (leggendo). «... Vi abbraccio, in attesa del piacere di poterlo fare a voce...» (Va a suonare il campanello.)

ENRICO. A voce!... Questo vecchio commerciante ha certe trovate, talvolta...

GABRIELLA. Come sono contenta! (A Vittoria che entra.) Prepa­rate la camera azzurra, quella di papà.

VITTORIA. Bene, Signora!

GABRIELLA (a Enrico). Facciamo presto, così ci trova qui quan­do arriva.

ENRICO (a Vittoria). Avvertite la cuoca.

GABRIELLA. Andiamo, vieni!... (Escono entrambi dal «pan con­pé» di sinistra.)

VITTORIA. Una coppia meravigliosa!... Mi trovo qui da sei me­si, e non una parola sgarbata, non il minimo litigio!... Ti fa venire la voglia di sposarti subito!...

(Bernardo entra dal fondo.)

Scena sesta

BERNARDO, DIANA, BONIFACIA, VITTORIA.

BERNARDO. Psst! Vittoria?

VITTORIA (sorpresa). Ah!... Signor Bernardo!

BERNARDO. Zitta!... Silenzio!... C’è mio genero?

VITTORIA. No, signore è uscito!

BOERNARDO (a parte). Ah!... Meglio così!... (A voce alta.) E’ mia figlia?

VITTORIA. E appena uscita col signore!

BERNARDO. Meno male!... (Si dirige alla porta di fondo.) Da questa parte!... Venite!... Vai pure, Vittoria

VITTORIA. Bene, signore!... (Esce dal fondo

BONIFACIA (entrando seguita da Diana). Ma cosa vuol dire tutta questa manfrina? Entrate! Non entrate! Non fate rumore! Aspettate!... Siamo a casa vostra sì o no?

Scena settima

GLI STESSI, meno VITTORIA.

BONIFACIA. Allora?... Volete rispondere?...

BERNARDO.volevo solo assicurarmi che tutto era in ordine

DIANA. Ma perché tanti misteri, tanti sotterfugi? Sembrate un cospiratore!...

BONIFACIA. Siete o non siete mio genero?

BERNARDO:(a parte) purtroppo si ed è quello il guaio!

DIANA. Sono o non sono vostra moglie?

BERNARDO. Ma certo!...  Però vi ho detto che avevo una fi­glia e che mia figlia aveva un marito.

BONIFACIA. E allora?

BERNARDO. E allora!... Non ho ancora avuto il coraggio di dire loro che mi sono sposato, ed essi non si aspettano di certo una notizia del genere; dico la verità, questo primo incontro mi fa un po’ paura!...

DIANA. Non siete libero di agire come vi pare?

BERNARDO. Oh, assolutamente, amica mia, assolutamente!...

BONIFACIA. Temete di perdere vostro genero?

BERNARDO. So benissimo, cara suocera, che la cosa deve sembrarvi straordinaria!... Ma sono ansioso di sapere, lo confesso, in che modo la prenderà. Per fortuna mio genero  non è in ca­sa!... Quindi ho il tempo di cercare un espediente, di trova­re un sistema ingegnoso per...

BONIFACIA. Ma va là, coniglio!

BERNARDO. No! vi prego, piano con le parole!... Non so che cosa avete da ieri, ma siete d’un bisbetico!... In ogni caso, io sono educato con tutti e intendo che tutti lo siano con me!... Non mi piace che mi si manchi di rispetto, sappiatelo una volta per tutte! (A Diana.) Mia cara Diana, vado a ve­dere se la nostra camera è pronta. (Sospirando.) La nostra camera! Ah!

BONIFACIA. E della mia, di una camera, non ci si occu­pa? Dove sta?

BERNARDO. Di lì!... (Indica la porta di destra, in primo piano.) Volete vederla?

BONIFACIA!: ma certo

BERNARDO. Bene!... (A parte.) Questa qui, a marcire in casa mia, non ci rimane!... (Esce a sinistra, in primo piano.)

Scena ottava

BONIFACIA, DIANA.

BONIFACIA. Ah!... E esasperante, quell’uomo!

DIANA. Ti prego, mamma, calmati.

BONIFACIA. Se devo dire la verità, mi piace ancora me­no dell’altro!

DIANA. Sei un bel tipo! Vuoi assolutamente che mi sposi, e ap­pena hai un genero, lo prendi subito in odio! Poiché, se ho sposato Bernardo...

BONIFACIA. Eh, già, è colpa mia!. Lo so! Io ho fatto tutto il possibile!... Confesso che avevo perso ogni speran­za!... In diciotto mesi Bernardo è il solo che abbia chie­sto la tua mano e che abbia persistito nella domanda dopo  avere saputo che eri divorziata!...

DIANA:già divorziata e in mezzo ad una strada, non si poteva mica rimanere così!

BONIFACIA: Ah! non era davvero facile sistemarti!... Sarà bello il divorzio quando sarà entrato, completamente, nelle nostre abitudini!... Ma in attesa, e co­me una casa nuova!... E umida e ci si vive male!...

DIANA. Ah! se Carlo fosse rimasto in Italia, invece di andare in giro per il mondo!

BONIFACIA. E’ il rimorso della mia vita, non avertelo fatto sposare!...

Un bel giovane, di buone maniere, distin­to... e sessantamila franchi di rendita!... Questo sì è un par­tito!...

DIANA. Ed io l’avrei amato, lui, ne sono certa...

Scena nona

GLI STESSI, BERNARDO.

BERNARDO (rientrando da sinistra). Tutto è in ordine!... Non rimane che mettere le lenzuola!.. (Sospira guardando Dia­na.) Il nostro letto!... ah!...

BONIFACIA. Vi sentite male?

BERNARDO. Io?(non visto fa corna)

BONIFACIA. Che cosa avete da sospirare in questo modo?

BERNARDO (a Diana). E me lo chiede!... sono  tre giorni che siamo sposati, e Lei… non ci ha lasciati un solo momen­to, né di giorno né di notte!...

BONIFACIA. La mia compagnia vi dà fastidio?

BERNARDO.::non posso dire che mi fa piacere

DIANA. Tornate a litigare?

BONIFACIA (a Bernardo). Dite chiaramente che sono di troppo!

BERNARDO. Certo che ve lo dico!

  

BONIFACIA. Maleducato!

DIANA. Amico mio!...

BERNARDO. Ma come? Ho passato due mesi interi accanto a Diana, dimenticando tutto per lei, pensando esclusivamen­te a lei...

BONIFACIA: è naturale ,Diana è bellissima, a volte, più la guardo e  più penso che non sia figlia a me  ma a una… dea

BERNARDO: eh già, scherzi della natura!

BONIFACIA:.cosa vorresti dire? Quello che è certo e che avete E tentato di circuirla, di sedurla!...

BERNARDO. E’ naturale!...

DIANA (ridendo). Ah! vi sembra naturale?

BERNARDO. Facevo la mia parte di maschio!... Infine, chiedo la mano di vostra figlia; voi esigete che le assicuri, per con­tratto, la somma di centomila franchi...

BONIFACIA. Certamente!...

BERNARDO. Io accetto!... E le cose rimangono al punto di prima!... Voi credete che questo sia divertente?... E vi me­ravigliate di sentirmi sospirare?

DIANA. Ma siete voi che avete chiesto di partire per Venezia, subito dopo la cerimonia!

BERNARDO. Perché volevo trascorrere lì  la nostra luna di miele!...

DIANA. Non è colpa mia se a Venezia il nostro albergo si è in­cendiato.

BERNARDO. Certo, ma vi siete rifiutata di seguirmi in un altro!

DIANA: Sono io che mi sono opposta! Avevo trop­pa paura!... E non avrei dormito in un albergo per tutto l’oro del mondo!...

BERNARDO. Non ho protestato e vi ho proposto di venire qui, a casa mia, a

Positano

DIANA. E noi abbiamo accettato.

BERNARDO. Pensavo: «Ci sono quattordici ore di ferrovia...con qualche galleria... Sarà piacevole!...». Prendo una car­rozza letto per restare solo con lei... e la prima persona che ci monta, chi è? è la Signora!... (Indica la signora Bonifacia.)

BONIFACIA. Naturalmente...

DIANA. Volevate abbandonare la mamma?

BERNARDO. No, ma mi proponevo di ficcarla...

BONIFACIA. Eh?

BERNARDO. Di sistemarla... di sistemarla nello scomparti­mento comune!

BONIFACIA. Grazie tante!...

BERNARDO. Insomma, sono tre mesi che sono partito da casa mia, libero  e solo; e ci torno oggi, scortato da una moglie che ancora non mi dà del tu e da una suocera che mi dà del tu fin troppo!... Ebbene!.., no, non sono con­tento!...

BONIFACIA. Qui da voi, se non altro, nessuno vi distur­berà più.

BERNARDO. Lo spero.

BONIFACIA. Andiamo a spogliarci, Diana.

DIANA. E a rimetterci un po’ in sesto!...

BERNARDO. Ah! soprattutto, non uscite dalla camera senza che sia venuto io a cercarvi.

DIANA. Ma perché?

BERNARDO. Perché.. devo avere il tempo di avvertire mio ge­nero e mia figlia.

BONIFACIA: Questo non ci riguarda!... (Esce a destra, in primo piano.)

BERNARDO (trattenendo Diana). Diana!...Aspetta…

DIANA. Amico mio?

BERNARDO. Un bacio.., un bacino?

DIANA (sfuggendo). Ah!... avrete tanto tempo per baciarmi!

BONIFACIA: (uscendo dalla stanza) oh mio Dio,c’è un uomo nel letto della  mia stanza

BERNARDO: impossibile, mio genero  è fuori!

BONIFACIA: e io vi dico che c’è un uomo nella stanza

BERNARDO: vado a vedere!

BONIFACIA: se non è il genero è l’amante della figlia. Un classico!

DIANA: mamma ma che dici!

BERNARDO: non c’è nessun uomo nella stanza

BONIFACIA: Sicuro? Avete visto anche nel bagno?

BERNARDO: ma no ,che bisogno c’era, avete preso un abbaglio

DIANA: forse è stanca per il viaggio, andiamo, ti accompagno io ( escono)

BERNARDO: che donna impossibile!mi domando come farò a liberarmene!

DIANA : (esce dalla stanza ,seguita da Bonifacia) oh mio Dio!

BONIFACIA: che scandalo!che vergogna!

BERNARDO: ma si può sapere cosa succede?

DIANA: un uomo e una donna al buio in quella  stanza tutti nudi!

BONIFACIA: che spettacolo ignobile! è forse la tua dimora una casa di appuntamento?

BERNARDO: ma che dite! Ora vado di nuovo! (esce)

BONIFACIA: secondo me è la figlia con l’amante!perciò faceva il misterioso sapeva già di avere un genero cornuto!

DIANA: mamma ti prego non giungere a conclusioni avventate!

BERNARDO: Si , si avete ragione, in quella stanza c’è proprio un uomo e una donna

BONIFACIA:  un uomo che non è vostro genero!

BERNARDO: infatti! Non è mio genero e devo dire che sono rimasto alquanto impressionato della scena che mi si è presentata

BONIFACIA: povero Bernardo, deve essere una cosa molto triste ,arrivare e trovare la propria figlia a letto con l’amante!

BERNARDO: non dite idiozie!mia figlia è fuori con il marito! È soltanto lo zio di Enrico con ..una donna e..solo che  non ero a conoscenza  che avessero occupata proprio quella camera, comunque ora chiamo la cameriera e vi faccio accompagnare in un’altra camera ,intanto io e Diana saliamo nella nostra camera ,se permettete! Andiamo Diana!

DIANA:va bene,noi andiamo, hai sentito, ti manderà la cameriera. (esce con Bernardo)

BONIFACIA: (Comincia a curiosare e a guardarsi intorno) uhmm è una casa deliziosa beh meglio che mi sieda in attesa  che venga la cameriera( entra Olga e non vede Bonifacia che è seduta di spalle )

OLGA:(Non vede Bonifacia, si dirige verso un mobile e prende una bottiglia e ne versa un po in un bicchierino )ah ,ho bisogno di qualcosa di forte, a momenti morivo dalla paura!

BONIFACIA:( la vede di spalla) ah tu devi essere la cameriera, e cosa aspetti ad accompagnarmi invece di darti ai bagordi!

OLGA: (si gira) tu!

BONIFACIA: tu? Tu sei la cameriera di mio genero?

OLGA:io la cameriera di tuo genero? Ma che dici! Io qui sono un’ospite di riguardo, tu piuttosto che ci fai qui?

BONIFACIA: come che ci faccio,io sono la suocera del padrone di casa!

OLGA: tu sei..tu sei la suocera del padrone di casa? ma fammi il piacere! Eri la suocera? Ahha hahha questa è buffa!, questa è buffa! ( esce ridendo)

BONIFACIA: questa è scema! (entra Vittoria) beh forse non sa ancora…

VITTORIA: è Lei la signora Bonifacia?

BONIFACIA: si sono io

VITTORIA: prego, se vuole seguirmi…l’accompagno nella sua camera

BONIFACIA: si si andiamo…ma che ci fa poi Olga qui! Boh (escono)

CORNELIO:(entra insieme ad Olga )non c’è!ma dai non può essere! Sarebbe una mostruosità!

OLGA: eppure ti dico che era Bonifacia e ha detto di essere la suocera del padrone di casa,ora se il padrone di casa è Enrico …è impossibile

CORNELIO: Invece è possibile perché il padrone di questa casa è Il signor Bernardo, quindi vuol dire che  Bernardo  ha sposato la figlia!

OLGA: ma tutto questo è ridicolo, oh povero Enrico!

CORNELIO: eh si poveretto ,pensava di essersene liberato per sempre e invece..ahhahhha però è anche divertente ahha hhha la sua ex moglie che diventa la sua..mamma ahh  ahhhhhha ahhh

OLGA: si è vero molto divertente,su andiamo,andiamo in camere che non abbiamo ancora chiuso la nostra..inaugurazione  (escono)

Scena decima

BERNARDO, VITTORIA, CARLO

VITTORIA (entrando dal fondo con una borsa da viaggio e una va­ligia). Signore, hanno portato i vostri bagagli. (Esce a sini­stra.)

BERNARDO. Bene!.., vado subito!... Ma che cosa dirò a mia figlia e a mio genero? (A Carlo che è entrato.) Signore?

CARLO. Chiedo scusa! Il signor Ducati, prego?

BERNARDO. Mio genero non è in casa, Signore.

CARLO (a parte). Suo genero? (A voce alta.) E la signora Ducato?

BERNARDO. Anche mia figlia è uscita. Se volete aspettarli... Chiedo scusa!... Ci sono dei facchini.., là fuori... (Esce dal fondo.)

CARLO. Sua figlia!... Suo genero!... Ah!... è papà Paolo!...... Povero Enrico!... Non dev’essere divertente per lui!... Già due anni che non lo vedo!... Due

anni!... E Diana?... Sono curioso di sapere quale impressio­ne... (A Vittoria che entra da sinistra.) Scusate!... Come sta il signor Enrico, bene?

VITTORIA. Oh! benissimo, signore!...

CARLO. E la Signora?...

VITTORIA. Anche la signora sta bene.

CARLO:. Bambini?

VITTORIA. Prego?

CARLO. Vi ho chiesto se hanno bambini.

VITTORIA. No, signore, non ancora.

CARLO (a parte). Ma sarrà buono?!

VITTORIA (a parte). Che domande!...

CARLO (a voce alta). Ah!... sentite!... E la vecchia?

VITTORIA. La vecchia?

CARLO. Intendo dire: la mamma della Signora? Come se la passa?

VITTORIA. Oh, signore... Non se la passa più!...

CARLO. Come?

VITTORIA. E morta!... (Esce dal fondo.)

CARLO. Ah!... senti, senti!... Povera Bonifacia!... Si è lasciata andare!... mi sa che  ... Enrico non deve avere pianto troppo!... Ecco perché Paolo è tornato; so­stituisce la moglie nel governo della casa. Sarà una consola­zione per Diana!... Non ha più la mamma, ma se non altro ha ritrovato il padre!...

BERNARDO (dal fondo, verso f.s.).I bagagli , lasciateli lì.

CARLO: Signore, vostra moglie un tempo mi onorava del­la sua amicizia...

BERNARDO. Ah!

­CARLO. E vostra figlia mi testimoniava una reale simpa­tia...

BERNARDO. Mia figlia?

CARLO. Quanto a Enrico, vostro genero, è il mio più vec­chio amico; spero dunque che anche voi vi degniate di acco­gliermi...

BERNARDO. Ma naturale!.., molto piacere, Signore.

CARLO. Lorelli!...

BERNARDO :. Caro signor Borelli, sono felice di fare la vostra conoscenza!..

.

Scena undicesima

GLI STESSI, DIANA.

DIANA (entrando da destra). Dov’è la mia borsa?

BERNARDO. Vado a cercarla.

CARLO. Diana!...tu!

DIANA. Ah! Carlo!... Siete arrivato! Non vi aspetta­vo!... Dopo due anni!... Ah! mi fa piacere... un grande piacere!...

CARLO:Veramente?...

DIANA. Ma certo! Ah, devo presentarvi!

BERNARDO. Già fatto!...

DIANA. Ah!

CARLO. Mi sono  presentato da me!

BERNARDO  Permettete?…Vado a controllare che il facchino abbia scaricato tutti i bagagli. (Esce)

DIANA. Avete un aspetto magnifico!

CARLO. E voi siete più bella che mai!

DIANA. Oh sempre cosi galante?

CARLO.: dite la verità,pensavate di non rivedermi più.

DIANA. Per forza!.., due anni.., senza notizie!...

CARLO. Volevo dimenticarvi.

DIANA (ridendo). Ah! sì, è vero!... La vostra grande passione!... E allora!... ci siete riuscito? Non mi amate più?

CARLO.: fino ad ieri si… ma da quando vi ho vista...

DIANA. Veramente?... Troppo tardi, mio buon Carlo!Ah! se non foste andato così lontano...

CARLO. Mi avreste amato?

DIANA. Non dico di no!

CARLO. Ah! non dite così!...

DIANA. Gli assenti hanno sempre torto!... E da dove venite?

CARLO. Dal Brasile, dove ho acquistato una magnifi­ca proprietà, una piantagione!... Con molte donne ne­gre!...

DIANA. Negre?

CARLO. Un giorno vi racconterò. Posso sperare di cenare con voi?

DIANA. Ci conto.

CARLO. Devo andare fino a Salerno per un affare im­portante. Sarò di ritorno verso le sei!...

DIANA. Ah! mio povero amico, quante novità dopo che siete partito!

CARLO (assumendo un aspetto triste). Ah! sì, Io so. (A par­te.) La vecchia Bonifacia! Pace all’anima sua!

DIANA. Doveva finire in questa maniera!... Povera mamma...

CARLO. Mi è stato detto in questo momento!...

DIANA. Non poteva sopportare una vita come quella, Enrico la esasperava... Ne aveva fin sopra i capelli e ha voluto farla finita!...

CARLO(a parte). Si è suicidata!... pa  miseria!... (A voce al­ta.) Certo, è una disgrazia!... Ma che cosa volete farci? In fin dei conti... bisogna pure farsene una ragione!...

DIANA (con leggerezza). Oh! ho fatto presto a consolarmi!...

CARLO. Ah!... Avete ritrovato, del resto, un altro af­fetto!...

DIANA. Sì. (BERNARDO rientra con una piccola borsa.)

CARLO (indicando Bernardo). Un padre!...

DIANA (ridendo). Sst!... Zitto!... Se vi sentisse!...

CARLO (a parte). Ho detto una sciocchezza?

DIANA (prendendo la borsa di Bernardo). Grazie!... (A Carlo) Andate a fare la vostra commissione e tornate pre­sto!... A dopo (Esce a destra.)

CARLO (a parte). Però! Certo che per una che voleva tanto bene a sua madre! (Salutando.) Signore.

BERNARDO: Signore!... (Carlo esce.) Ma chi sarà quel tipo? Conosce mia moglie.., conosce mia figlia.., conosce:mio genero... conosce me... ed io non lo conosco!

Scena dodicesima

BERNARDO, GABRIELLA, ENRICO, poi VITTORIA.

GABRIELLA (entrando dal fondo con Enrico). Ah!... Papà!... Sei qui finalmente!... (Lo abbraccia.)

BERNARDO (a parte). Accidenti!...

ENRICO. Caro suocero!... (Gli stringe la mano.)

BERNARDO. Sì, ragazzi miei, sono io! Ah! mi fa piacere rive­dervi!... Hai una bella faccia, bambina!...

ENRICO. Sono vostri tutti quei bagagli? Che cosa avete com­prato, un corredo nuovo?

GABRIELLA. hai fatto buona permanenza?

BERNARDO. Eccellente.

ENRICO. Un po’ lunghetta, sia detto senza offesa!...

BERNARDO. In viaggio, non si considera mai l’imprevisto! E’ sbagliato, sbagliatissimo!

ENRICO. Vi rimprovero una cosa sola, di averci lasciato senza notizie. Come... noi vi scriviamo, lo scorso mese, una lunga lettera a Salsomaggiore!...

BERNARDO. A Salsomaggiore, esatto!... Ma non c’ero più... ero a Venezia!... Avevo raccomandato di spedirmi la corrisponden­za!... Ah! ragazzi miei, Venezia!... che città!... Ci sono monumenti, , ville,chiese, canali..….

GABRIELLA. E così la nostra lettera l’hai ricevuta a Venezia?

BERNARDO. No, troppo tardi!... Ero a Roma!... Ah! ragaz­zi miei!...

ENRICO. Ma è lo stesso itinerario del nostro viaggio di noz­ze!... Siete stato a Roma?

BERNARDO. Ah! lo credo bene!... Roma! Il Campidoglio!...

ENRICO. Allora, è a Napoli che la nostra lettera?...

BERNARDO. Si si !... ero a ... Ah! ra­gazzi miei! Napoli!.., che città!... che cielo!.., che mare!... che Vesuvio!... che spaghetti!...

ENRICO. Esattamente come noi!... (entrano Cornelio e Olga) Oh papà ecco qui  anche i nostri ospiti,tu già conosci mio zio Cornelio

BERNARDO:  e come no !

CORNELIO: oh caro Bernardo, come va?

BERNARDO: oh bene  e..la signora ?

CORNELIO: beh la signora si preso uno bello spavento…capirete

BERNARDO: capisco, capisco ma..ora dov’è? ( entra Carlotta)

CORNELIO:  oh oh eccola…le presento Olga….mia moglie

BERNARDO: vostra moglie? Piacere signora, non posso che complimentarvi con voi, avete preso al lazzo un cavallo ritroso

OLGA:ah grazie,ma anche voi ….  avete …..capitolato

ENRICO: capitolato?

BERNARDO: ehmm e come vi trovate  nella stanza viola?

CORNELIO:è la stanza che Enrico ci ha fatto preparare

OLGA: il nostro nido d’amore

BERNARDO:me ne sono accorto

OLGA: come?

BERNARDO: beh …insomma, pensavo che era vuota e sono entrato mentre voi…

CORNELIO: ( ad Olga) te lo avevo detto che avevo sentito una spiffero d’aria!

BERNARDO:infatti è stato solo una spiffero!

GABRIELLA. Che c’è? (Entra Vittoria.)

VITTORIA. Signora, è per il foulard da notte del signor Bernardo.......

BERNARDO. No, non serve!... Non metto più foulard!

ENRICO. Siete già arrivato al berretto di lana?

BERNARDO. No, niente, non metto più niente!

VITTORIA. Bene, signore. (Esce.)

ENRICO. Dunque, la nostra lettera, finalmente, l’avete ricevuta in Napoli?

BERNARDO. Sì, a Napoli, appena arrivati in albergo.

ENRICO. Arrivati?... Ma perché, non eravate solo?

BERNARDO. No!... Sì!... No!...cioè..

CORNELIO: (a parte verso Olga) mo arriva a bomba!

ENRICO (ridendo). Ah!... Suocero!...

GABRIELLA. Papà!...

BERNARDO. Volevo dire che ero arrivato con altri viaggiato­ri; eravamo una decina, almeno.

GABRIELLA. Meno male. (Vittoria entra dal fondo portando un guanciale.) Ecco il tuo guanciale che sta passando.

BERNARDO. Un guanciale!... un guanciale!... Mettetene due, Vittoria!... (Vittoria esce a sinistra in primo piano, e torna quasi subito; poi esce dal fondo.)

ENRICO. Due?

BERNARDO. Sì, mi piace dormire con la testa alta, ora, molto alta!... un’abitudine che ho preso a Roma!... Mi trovo be­nissimo!

GABRIELLA. Vedrai la tua camera com’è bella!... In tua assenza ho fatto dei cambiamenti!... I mobili sono nuovi... Soltanto il tuo letto è sempre quello...

BERNARDO. Il mio lettino... a una piazza?

ENRICO. E mezza!... una piazza e mezza!...

BERNARDO. E’ molto stretto!...

GABRIELLA. Per te solo?

BOURGANEUF. Per me solo.., per me solo!... Uhm! Cari ragazzi, ragazzi miei, voi non sapete il bene che vi voglio!

GABRIELLA. Oh!... Anche noi ti vogliamo bene, sai?...

BERNARDO:Sì, certo!...

GABRIELLA. Siamo così in pace, tutti e tre, così felici!... Ci comprendiamo così bene!...

OLGA:  a tre? A cinque!

GABRIELLA: a cinque? A certo tre noi e due voi!

CORNELIO:  e già…

BERNARDO: (a parte) e come faccio a dirglielo..

ENRICO. E se vi dicessi che mi siete mancato?... Parola d’ono­re! Un suocero come voi è un compagno, un amico!... Che differenza rispetto a una suocera!... Oh!... le maledette suocere! Se mai dovessimo avere un figlio, vi giuro che spo­serà un’orfana!...

CORNELIO: ecco!

BERNARDO (a parte). Accidenti! (A voce alta.) Ragazzi miei, cari ragazzi... se sapeste il bene che vi voglio!...

ENRICO. Sì, suocero, lo sappiamo!...

BERNARDO Uhm! Vi ricordate che il medico mi aveva consi­gliato di andare a Salsomaggiore per la mia affezione cardiaca?

ENRICO. Oh, un’affezione da poco!...

BERNARDO. Per questo ci sono andato, senza sospettare quel che mi sarebbe poi capitato!... Ah!...!... Natura verde.., grandiosa, riposante!... Una meraviglia!.., una meraviglia!...

ENRICO. La conosciamo!...

BERNARDO. Vi riscalda la fantasia!... Vi trascina!... Vi infiamma!...

CORNELIO: a chi lo dici?

ENRICO (a parte). Ma che cos’ha?

BOURGANEUF. E quindi capita spesso che.., partiti con un’affe­zione.., si torni con un affetto!

ENRICO. Un affetto?... Siete innamorato?...

OLGA: ah l’amore, l’amore!

GABRIELLA. Tu, papà?

BERNARDO. Ah! ragazzi miei!... La conoscerete!... Una me­raviglia di grazia e

 di bellezza!

CORNELIO: e sapessi cosa porta in dote

ENRICO. Suvvia, suocero, suvvia!...

BERNARDO. Degli occhi!... Un personale!... Dei capelli!...

ENRICO. Sorvolate!... Sorvolate!... So benissimo che siete ve­dovo... libero.., ma è inutile mettere a parte vostra fi­glia...

BERNARDO. Al contrario, credo che sia mio dovere metterla al corrente...

ENRICO. Delle attrattive della vostra amante?...

BERNARDO. La mia amante?... Vi prego di credere che non è la.mia amante!... Io... l’ho sposata!... (A parte.) Oh!

ENRICO. Eh?no non può essere ha fatto un giuramento!

GABRIELLA. Dici sul serio?...

BERNARDO (alzandosi). Ebbene!... Sì, ecco, mi sono sposato! E poiché finireste per venirlo a sapere, un giorno o l’altro, preferisco dirvelo subito!...

ENRICO (scoppiando a ridere). È buffo!... Molto buffo!... Ah! che barzelletta!..

OLGA:  altro che  barzelletta, mo te ne accorgi come è divertente!

BERNARDO. Ma genero, vi ripeto che...

ENRICO (ridendo). Voi ammogliato,!... Ah! che pensata, buona davvero!... Buona, buona, ve Io dico io!... Ah! ah! ah! ah!...

CORNELIO:e ridi… ridi

BERNARDO. No, vi ripeto...

ENRICO. Ma non attacca, sapete?... Non attacca!

OLGA: fra un pò l’attacco viene a lui!

GABRIELLA. Andiamo, papà, di’ la verità!...

BERNARDO. Ma la sto dicendo, la verità!... Ho incontrato a Salsomaggiore, appena arrivato, una splendida ragazza e l’ho spo­sata tre giorni fa

ENRICO. Dunque, è una cosa seria?( a Cornelio- ha fatte a fine toia!) spergiuri!

BERNARDO. Più che seria!...

ENRICO. Avete preso moglie?

BERNARDO. Sì, tre giorni fa...

GABRIELLA. Incredibile!...

ENRICO. Ah!... Senti questa!... E veramente grossa!... Ma è una follia!... Ma come avete potuto?...

BERNARDO. E che ne so? Sono rimasto giovane, io, che colpa ne ho?... Credevo si trattasse di un’avventura senza conseguen­ze!... Così mi sono fidato!... E sono andato avanti... Mi so­no lasciato sfuggire qualche parola compromettente che è diventata un impegno! E poi... e poi mi sono lasciato trasci­nare!...

CORNELIO: e la storia si ripete!

ENRICO. So bene che si.fanno sciocchezze a qualsiasi età! Guarda mio zio, ma almeno lui era scapolo! per la miseria!...

BERNARDO.: se per questo anch’io! Dopo tutto, ne avevo il diritto...

ENRICO.Voi eravate vedovo! Il diritto? No che non l’avevate! Vi eravate impegna­to con me...

BERNARDO. Impegnato?

ENRICO. Per contratto!... Ho sposato la figlia di un vedovo, io, capite, di un vedovo, perché non volevo avere una suocera!

CORNELIO: dovevi sposare un’orfana!


BERNARDO:Quando la conoscerete sono sicuro...

ENRICO Non ci tengo affatto a conoscerla!...


BERNARDO:Vi piacerà: piace a tutti!...

OLGA:specialmente a te caro Enrico                                                                      

ENRICO. Andremo a vivere altrove, io e Gabriella...

BERNARDO. Separarmi da mia figlia?


GABRIELLA.Oh!...Enrico!...

BERNARDO. Voi non farete una cosa simile!...

ENRICO. Così potete tubare qui dentro a comodo vostro...

CORNELIO: ecco una cosa sensata!

BERNARDO. Ma genero, suvvia!... Voi sapete che vi voglio bene!...

ENRICO. E non ci avete nemmeno avvertiti!

BERNARDO. Non ho avuto il coraggio!... sì, Io confesso!... Ma questa, accidenti, non è una ragione per avere un con­trasto serio!...

ENRICO. Vi pare?

GABRIELLA. Amico mio, ti prego!...

ENRICO. Disgraziata, tu non hai la minima idea di quel che vuol dire una suocera!... Tu non puoi capire...

BERNARDO. Vi dico che mi prendo io la responsabilità!... Su, non vorrete andarvene!

ENRICO. Lo dovrei fare!...

GABRIELLA. Ma non lo farai!

ENRICO. Una suocera!... ah!

BERNARDO. E simpatica, ve lo giuro, è simpatica!... Vedrete!una vivacità!.., un’allegria!...

CORNELIO: un vero vulcano!

GABRIELLA. Tu che ti annoi tanto, qui, ti svagherai!... Vivremo in famiglia!...

BERNARDO. Si può sempre tentare!

ENRICO. So benissimo che le suocere non sono tutte uguali 

OLGA: ma quanto è la stessa di prima sono dolori!

ENRICO: come sarebbe la stessa di prima?

OLGA: no dicevo se..fosse come la prima…

ENRICO: nun ne parlamme proprie! io solo a pensarla..stò male!

GABRIELLA. Allora, acconsenti?

ENRICO. Va bene... Tentiamo!... Ma non prendo nessun impe­gno!...

BERNARDO. Vi ripeto, farete subito amicizia! (Gli stringe la mano.) Grazie, Enrico, grazie!

GABRIELLA. Dove sta adesso, nostra suocera?

BERNARDO. Di là... si sta preparando.

GABRIELLA. Non vedo l’ora di conoscerla, adesso!...

CORNELIO: sai che sorpresa!

BERNARDO. La devo chiamare?...

ENRICO. No, non disturbatela!... Abbiamo tempo!

VITTORiA (entrando dal fondo). Hanno portato un’altra cassa, molto grande, per il signor Bernardo.

BERNARDO. Vengo subito. (Vittoria esce.) Sono dei ninnoli, dei ricordi di viaggio, che ho comprato qua e là, per voi.

GABRIELLA. Hai pensato a noi?

BERNARDO. Penso che vi piaceranno. Venite ad aiutarmi, ge­nero. Dobbiamo togliere gli imballaggi alle sorpresine...

ENRICO. Oh! credo che in fatto di sorprese... agge avute già a parte mia!... Ah! per la miseria!... Chi avrebbe detto stamattina che questa sera avrei avuto una suocera!... In defi­nitiva, se è veramente simpatica come dite...

OLGA: Vedrete, sarà simpaticissima, andiamo anche noi Cornelio ad aiutare, Enrico. Mi è sempre piaciuto vedere gli effetti delle sorprese!

BERNARDO. Una meraviglia, vi dico, una meraviglia asso­luta!...

ENRICO., si ma….senza   impegno! (Esce dal fondo con  Bernardo,Cornelio e Carlotta.)

GABRIELLA. Vediamo un po’!... Bisogna mettere ordine.., non

ci deve essere niente in giro!... E’ importante che la prima impressione sia buona!...

(Sistema diversi oggetti; la signora Bonivardi entra da destra.)

Scena tredicesima

GABRIELLA,BONIFACIA.

BONIFACIA (entrando da destra). Bernardo?... Oh! Scusate, signora !

GABRIELLA. Signora! (A parte.) E questa vecchia chi è?

BONIFACIA. Cercavo Bernardo. Siete sua fi­glia, immagino.

GABRIELLA (sbalordita). Sì, signora! (A parte.) Oh, Dio mio! Non sarà mica?...

BONIFACIA. Sono… felice, signora, di fare la vostra cono­scenza!

GABRIELLA. Sono io che... (A parte.) No, non è possibile!

BONIFACIA. Dal momento che dovremo fare vita in co­mune, spero, cara signora, che andremo d’accordo e che go­verneremo la casa molto bene!

GABRIELLA. Ma certamente, signora, certamente. (A parte.) e questa sa­rebbe,  la meraviglia di grazia e di bellezza?

BONIFACIA. Pensate un po’, ho comprato una scatola di spilli a Napoli e non la trovo più!...

GABRIELLA. Allora siete voi che venite da Napoli?

BONIFCAIA. Sono arrivata un’ora fa.

GABRIELLA. Con papà?

BONIFACIA. Certo!

GABRIELLA (a parte). Che delusione!... Cosa dirà mai Enrico?

BONIFACIA. Probabilmente il signor Bernardo ha messo, per errore, i miei spilli nella sua valigia...

GABRIELLA. Posso darvene io, Signora.

BONIFACIA. Troppo gentile!...                                 -

GABRIELLA (a parte). E proprio il caso di dire che l’amore è cieco!...ma papà non ci ha visto proprio! (Esce dal «pan coupé» di destra.)

BONIFACIA  Non è male, la piccina! Un po’ sussiegosa! Piacevole la casa!... Una bella proprietà!...

Scena quattordicesima

BONIFACIA, ENRICO, poi GABRIELLA.

ENRICO (entra portando i ninnoli. Vedendo Bonifacia,  lancia un grido di stupore e lascia cadere quel che ha in mano). Ah! Madonna do Carmine!... Voi qui?...

BONIFACIA. Enrico!...

ENRICO. La fu dannata suocera !

BONIFACIA: che . Strano incontro!...e sono due!

ENRICO. Due? Che cosa volete? Che cosa siete venuta a fare?...

BONIFACIA. Ma...

ENRICO. Sì, lo so, il mio notaio mi ha scritto!... I vostri cento­mila franchi?... E voi osate?...

BONIFACIA. Chiedo scusa!...e voi che ci fate qui

ENRICO.io che ci faccio? Piuttosto voi! Avete la sfrontatezza di pretendere i vostri centomila franchi?

BONIFACIA. Non li avete forse riconosciuti a mia fi­glia?...

ENRICO. E chi l’avrebbe immaginato che avremmo divorziato...

BONIFACIA. Insomma, ce li dovete.

ENRICO. Legalmente, sì, ma onestamente...

GABRIELLA (rientrando con una scatoletta in mano). Ecco gli spilli, Signora.

BONIFACIA. Vi ringrazio, Signora.

ENRICO (a parte, stupefatto). Si conoscono!...

(La signora Bonivardi prende gli spilli e aggiusta parti del suo abito.)

GABRIELLA (sottovoce, a Enrico). Che ne dici della moglie di papà?

ENRICO (sottovoce). Sua moglie? E che ne so?... Non l’ho mai vista! Dove sta?

GABRIELLA. E costei!

ENRICO (al colmo dello stupore). Cosa?... La moglie di mio.. suocero?...

GABRIELLA. Ahimé, è la Signora!

ENRICO. Ma cosa dici!...

GABRIELLA. Me l’ha detto lei. (Esce dal fondo.)

Scena quindicesima

ENRICO, BONIFACIA, poi CORNELIO E OLGA

CORNELIO (entrando dal fondo, seguito da Olga). Vieni Olga,prendiamo un

Aperitivo

ENRICO (a parte, spaventato). Ah! Dio mio! Lei... mia suocera!...no è un incubo , ditemi che è un incubo! Un’altra volta! Sempre!... Sempre!... (Si accascia su una sedia.)

.BONIFACIA: Il capitano!...Olga! ma allora è vero!

OLGA: l’avevo detto io

CORNELIO. La signora BONIFACIA!... Ah!... perbacco!... (Scorgen­do Enrico.) E allora! Enrico! Enrico! Che cos’hai?... (Enrico tenta invano di parlare, soffocato dal terrore.) Parla! Ma parla dunque!... (Pantomima espressiva di Enrico.)  l’ha pigliate a paura!...

ENRICO (si alza con un balzo e si precipita sulla su Bonifacia terrificata, che scuote con violenza). Allora, siete voi?maledetta!

BONIFACIA.Aiuto!!...

(Fugge, inseguita, da Enrico, che Cornelio riesce a fermare.)

ENRICO. Rispondete, siete voi?

BONIFACIA. Cosa?

ENRICO. Siete voi che l’avete sposato?

BONIFACIA. Ma chi?

ENRICO. Mio suocero.

OLGA . Eh?  E chi L’ha sposato se no?..

BONIFACIA. Ma niente affatto, non sono io!...anche se…

.

ENRICO (contento). Non è lei!... Ah! respiro!... Ah! zietto! Che paura! Che incubo! Credevo che avesse sposato mio suo­cero!...

CORNELIO. Bernardo?

BONIFACIA(a parte). Santo cielo!... Ha detto: Bernardo! Ha detto suo suocero!... Bernardo è suo suocero!... Allora.., mia figlia... Ah! (Si accascia sopra una sedia.)

ENRICO. Ma allora chi ha sposato?... chi?

(Si dirige alla camera di destra e si trova faccia a faccia con Diana, che sta uscendo.)

Scena sedicesima

GLI STESSI, DIANA, poi GABRIELLA, BERNARDO.

DIANA. Enrico!

CORNELIO ed ENRICO. Diana!

OLGA: se non è zuppa è pan bagnato!

DIANA. Che sorpresa!... (Vedendo sua madre.) Ah! mamma!...

ENRICO. Non è possibile!... Non è possibile!...

CORNELIO. Su, calmati!...

DIANA. Ma che succede?

BONIFACIA:. Se tu sapessi!...

ENRICO (a Diana). Siete voi, nevvero, siete proprio voi che avete sposato il signor Bernardo

DIANA. Ve l’hanno detto?... Sì, sono io!...

ENRICO. E lei!..madonna!.

BONIFACIA. Fatalità!

DIANA (a Bonifacia). Ma a lui che cosa gliene im­porta?

BONIFACIA:. Bernardo è suo suocero!

DIANA. Come? Enrico?...

BONIFACIA. E suo genero!... E’ il genero di mio ge­nero!...

DIANA. Oh! no, è troppo buffo! Lui! io! Ah! io sono sua suoce­ra!... (Ride.)

ENRICO (al colmo del furore). Mia suocera!...tenco ancore  na suocera!

OLGA : na doppia suocera!

BONIFACIA. E’ la mano di Dio! Tu ci vendicherai, figlia mia!

ENRICO (furioso,A Bonifacia ). Mi sono separato da lei per tenervi lontana, per sfuggirvi... e voi siete ritornata!... Ho divorziato per non avere più una suocera, e adesso ne ho due.., due.., due!...

BONIFACIA. E la mano di Dio, vi dico!

ENRICO: Nooo! È a  mane do  diavolo!

CORNELIO. Andiamo, nipotino, su, che diamine!...

ENRICO. Ah! no, no, questo è troppo!

CORNELIO. Bada!... Se tua moglie ti sentisse!...

ENRICO. Sì, avete ragione!... lei non deve sapere!... lei deve continuare a non sapere!... E anche mio suocero!... Avete  capito? Non voglio che mio suocero venga a sapere che ha sposato mia moglie. Avete capito?... Non voglio!...

BONIFACIA:. Non diremo niente a condizione che…..mi si rispetti!

ENRICO: vigliacca mo mi ricatta pure

DIANA. State tranquillo mia madre non parlerà) Ve lo prometto! (alla mamma)vero mamma? ( Bonifacia assserisce con un cenno)

CORNELIO: bene la pace è rientrata

GABRIELLA (entrando dal fondo). Fra una mezz’ora, potremo metterci a tavola. (A Diana.) Signora!...

DIANA (salutando). Signora!...

ENRICO (seccamente e rapidamente, presentando). Mia moglie! mia suocera. (A Gabriella.) Presto, si parte!

GABRIELLA. Si parte?

ENRICO. Immediatamente!... è necessario!.;.

GABRIELLA. Ma per quale motivo?

ENRICO. Lontano!... lontano!.., lontano!... Via!... (La spinge verso la porta del «pan coupé» di destra.)

GABRIELLA. Che significa tutto questo? (Esce dal «pan coupé» di destra.)

ENRICO. Addio, zietto!

BERNARDO (entrando dal fondo, con un vassoio pieno di cose diverse). Ed ecco dei dolcetti di Torino, e della mortadella di Bologna!...

ENRICO. Al diavolo tu e a mortadelle e tua suocera!

(Dà un calcio al vassoio ed esce alla destra di Gabriella. Stupe­fazione di Bernardo, che Cornelio e Olga  cercano di calmarlo. La si­gnora Bonivardi e Diana scoppiano a ridere.)

INTERVALLO DI LUCE OPPURE TERZO ATTO

(Stessa scena del secondo atto.)

Scena prima

ENRICO, CORNELIO,OLGA, VITTORIA.

(Enrico sta facendo le valigie.)

VITTORIA (entrando da destra, e portando due involti). Ecco, signore.

ENRICO (bruscamente). Date qua. (Getta gli involti in un baule.)

VITTORIA. Il signore desidera che Io aiuti?

ENRICO. No, è inutile!... Andate dalla signora e pregatela di far presto!...

VITTORIA. Bene, signore. (Esce dal «pan coupé» di destra.)

CORNELIO. Dove sta Gabriella?

ENRICO. In camera sua!...

OLGA. Povera piccina!... Le hai detto che Diana era tua moglie?

ENRICO. Io? Ah! no di certo! Lei e suo padre non devono sape­re nulla...

CORNELIO. Come hai giustificato la tua improvvisa parten­za?

ENRICO. Ho detto che non volevo avere  suocere in casa mia!... La ragazza ha pianto! Il padre ha pianto!... Ma che colpo, zietto, e che emozione!... C’era una sola donna al mondo, l’unica, che speravo di non vedere mai più... Ed è proprio di lei che mio suocero va ad incapricciarsi!... No, è inaudito... inaudito!...

OLGA. Per queI che ci ha guadagnato, tuo suocero!... Lo sai quel che mi ha confidato Bonifacia?

ENRICO. Cosa ti ha confidato?

OLGA. Sembra che il povero Bernardo, benché sposato da tre giorni...

CORNELIO: è andato.. sempre …in bianco

ENRICO. Ebbene?

CORNELIO. E ancora al punto di prima!...

ENRICO. Ma cosa dite!...

CORNELIO. Sta ancora ponendo... la propria candidatura!..

ENRICO. E uno scherzo!

OLGA. Da quando si è sposato, Bonifacia non  ha mai lasciato solo con sua moglie nemmeno un attimo!...

ENRICO. In questo la riconosco... (Chiudendo il baule.) E que­sto è fatto!...

CORNELIO. E allora hai proprio deciso? Te ne vai?

ENRICO. Subito!...

CORNELIO. Ebbene!.., vuoi che te lo dica?... Sbagli!...

ENRICO. Come?

CORNELIO. Al tuo posto, io rimarrei, costi quel che costi!... Io qui ci metterei le radici!... Non fuggirci davanti alla signora Bonivardi, che esulterà per la tua partenza e si piazzerà a ca­sa tua come in un paese di conquista.

ENRICO. Io vivere qui, fra Diana e Gabriella?... Neanche a pensarci.

CORNELIO. Che t’importa? Diana non l’ami più.

ENRICO. Oh!... se è per questo!... no di certo.

CORNELIO. E allora?

ENRICO. Ma per la miseria!... E stata pur sempre mia moglie per due anni!... Ci sono cose che non si dimenticano!... E pensate che possa sopportare che mio suocero... là... accan­to a me, a casa mia, sotto il mio naso, sotto la mia barba... Ah! no, no... E un sentimento abbastanza naturale, mi sembra!

OLGA: ma rimanendo  .potrebbe succedere qualcosa,oggi viene Carlo e a quanto mi risulta ,non ha mai cessato di amare Diana

ENRICO: cosa? Carlo viene oggi?

OLGA: si certo m’è l’ha detto Diana e verrà stasera per cena

CORNELIO: e se è vero che Bernardo è ancora in ..bianco….si potrebbe incoraggiarlo a fare il grande passo

ENRICO: e voi pensate che Bernardo, si lasci convincere a mollare la preda? Lo conosco io è….un duro , è tenace

CORNELIO: beh a questo penseremo noi, vero Olga?

ENRICO: io non so cosa vi sta passando per la testa ma…. secondo me..è inutile

CORNELIO: tu pensi a convincere Carlo a fare la corte a Diana e soprattutto  non far capire a Bonifacia che sai della venuta di Carlo al resto pensiamo noi, sai bene che sono esperto in queste cose di donne, Olga,prepariamoci alla battaglia!

ENRICO:esperto? e come no!

Scena seconda  GLI STESSI, BONIFACIA, entrando dal «pan coupé» di sinistra.

BONIFACIA. Mica male, questa proprietà!... Credo che mi piacerà.

ENRICO (a parte). Oh! (Finisce di chiudere il baule.)

CORNELIO. Il giardino è grazioso, nevvero?

BONIFACIA. Sì, ma fa troppa ombra!... C’è un vialetto di tigli, verso il fondo, che farò abbattere immediatamente; e così il capanno!...

ENRICO. Forza!... Lo sterminio sta per incominciare!... Van­dala!...

BONIFACIA. Che cosa ve ne importa, dal momento che partite?...

ENRICO. Ah!... sì, parto!... E immediatamente anche!... E se ho un consiglio da darvi, è di non venirmi più dietro... di non darmi più la caccia. Perché, ve Io dico subito...

BONIFACIA. Darvi la caccia?.., io... Io vi ho dato la cac­cia?

ENRICO. Lo so, direte che sono stato io a venirvi dietro.

BONIFACIA. La sorpresa è stata altrettanto spiacevole per me che per voi!...

ENRICO. E allora perché non avete detto a Bernardo che io avevo sposato vostra figlia?

BONIFACIA. Come potevo sapere che eravate suo ge­nero?

ENRICO. Ma... in Municipio, avrà pur sentito pronunciare il mio nome!

BONIFACIA. Evidentemente!

ENRICO. E non ha detto niente?

BONIFACIA.:AssoIutamente niente!

ENRICO. E impossibile!... Ducati!... Colpisce subito!...

BONIFACIA. Non siete il solo, ad avere quel cognome!

ENRICO: E abbastanza diffuso!

BONIFACIA E poi... Ho avuto cura, in precedenza, dire a Bernardo che eravate morto...

ENRICO. Eh?(si tocca)all’aneme e mammete!

BONIFACIA. Qualche tempo dopo il vostro divorzio con mia figlia; e che per conseguenza lui non sposava una divor­ziata, cosa che gli dava fastidio, ma una vedova.

ENRICO. Quindi mi avete ucciso!

BONIFACIA. Con molto piacere!...

ENRICO. E questo perché vostra figlia potesse sposare un uomo di cinquantadue anni!

BONIFACIA. Devo ammettere che la povera Diana non è fortunata: prima voi, poi Bernardo!... Ah! perché il si­gnor Carlo non è tornato in Italia tre mesi fa, invece di tornare soltanto oggi?...

ENRICO. Carlo? E arrivato?... L’avete visto?...

BONIFACIA. Non io, Diana...

ENRICO. Ha parlato con lei?

BONIFACIA. Con lei e con Bernardo. È andato a Salerno; tornerà verso le sei!...

ENRICO (A Cornelio). Forse avete ragione Oh! che idea! Se riuscisse!... Sistemerebbe tutto! Io non parto più; rimango! Devo ad ogni costo mandare a monte il matrimonio di Bernardo!... Carlo spose­rà Diana e per di più mi libererà dalla vecchia Bonivardi!

BONIFACIA(a Cornelio). Il signor Carlo sta a cena con noi!...

Lo vedrete!...

OLGA. Ah! Carlo!... E l’uomo che Diana avrebbe do­vuto sposare!

ENRICO. E vero!...

BONIFACIA. A chi lo dite!...

ENRICO: L’ha amata a suo tempo!

OLGA. Forse l’ama ancor oggi.

BONIFACIA. E’ probabile!...

CORNELIO. Se non aveste avuto tanta fretta di sbarazzarvi della  ragazza... se non l’aveste buttata in pasto a Bernardo...

BONIFACIA. Ho scelto il minore dei mali!

ENRICO. Oggi avrebbe sessantamila lire di rendita! Perché l’a­mico Carlo...

BONIFACIA. Eh!... Lo so bene!... non c’è bisogno che me lo ricordi!...

CORNELIO. Disgraziatamente, è troppo tardi!... Perché sposasse Diana, bisognerebbe che il matrimonio di Bernardo fosse annullato, cosa impossibile!

BONIFACIA. Mah! chi Io sa?mai dire mai!

CORNELIO. Perché secondo voi..ci sarebbe  un mezzo?

BONIFACIA. Forse!...

CORNELIO (a parte). Sta cadendo nella rete!... (A voce alta.) Voi lo scio­gliereste il matrimonio con Bernardo?

BOIFACIA. Perché no?

ENRICO. Parole! Voi non siete in grado!...

BONIFACIA. Ah si! sono riuscito a spezzare il vostro!

 

OLGA.!ma  Bernardo non desidera affatto sepa­rarsi da Diana.

CORNELIO. È un tipo che sa quel che vuole!

BONIFACIA. Lasciate fare a me!...

OLGA. Sarà difficile!... e comunque mi pare già tardi!

BONIFACIA. Ci penso io!...

ENRICO. Voi?... Lasciate stare!... Vi garantisco, non ne avete la capacità!...  vi elimina quando vuole!

BONIFACIA. Dite davvero?

CORENELIO. Vi schiaccerà! ... Vi soggiogherà!

BONIFACIA. Lui?

ENRICO (a parte. ah!... Ora capisco!.).. Del resto, non lo nasconde!... Poco fa, ci ha detto che vuol mettervi in riga.., e con energia. Non è così, zio

CORNELIO. Sì, sì... Così ha detto! Ah, con lui dovrete rigar dritto!

BONIFACIA. Poveretto!... Ah!... che non si metta in mente di fare il prepotente... Non attacca!

ENRICO (a parte). Forse, provocandola  ancora un po!...

Scena terza

GLI STESSI, BERNARDO.

BERNARDO (entrando dal «pan coupé» di destra). Sentite, ge­nero, fate una buona azione!... Gabriella è desolata!... Non partite!

ENRICO. Veramente vi farebbe piacere? Va bene, suocero, d’accordo... Rimango!...

BERNARDO. Oh, genero!... (Gli stringe la mano.) Mia figlia sarà felice.

OLGA Meno male!... Corro a recarle la buona novella.

BERNARDO. Vivremo tutti qui, in famiglia, felici!...

CORNELIO:. Con me, nipote, lo sai, non devi fare complimenti. Se avete bisogno della nostra  camera, andiamo a dormire a Napoli.

ENRICO. Ma niente affatto, caro zio.

CORNELIO. Non fate complimenti!... (rientra Olga) vieni Olga, rimaniamo qui

ENRICO. Ci arrangeremo benissimo!

BERNARDO. Ma certo!... Niente di più facile...

ENRICO. Signora... Signora!... (Indica la signora Bonivardi, della quale finge di non sapere il nome.)

BERNARDO. Bonivardi... Signora Bonivardi...

ENRICO. Grazie!... Non me lo ricordavo!...

BONIFACIA (a parte). Quant’è bravo!

ENRICO. La signora Bonivardi andrà nella camera rossa. (Indica  la camera di destra.)

BERNARDO. Perfetto!...

ENRICO. E vostra moglie nella camera azzurra!... (Indica la ca­mera di sinistra.)

BERNARDO. La mia camera!... Già ci sta.

ENRICO. Quanto a voi, caro suocero...

BERNARDO (sorridendo). Oh! io...

ENRICO. Allestiremo un letto...

BONIFACIA. Nel capanno, in fondo al giardino!

BERNARDO. Eh?

BONIFACIA Diana è molto stanca del viaggio...

BERNARDO. Ah!... Permettete!...

BONIFACIA. È inteso!... E così!... Inutile insistere!...

BERNARDO. Ma allora, avete intenzione di continuare!... Ah! no, no... E innanzitutto vi prego, cara suocera, di occupar­vi, qui dentro, soltanto delle cose che vi riguardano!...

CORNELIO(a parte). Benissimo!

BONIFACIA. Il mio dovere èdi dare a mia figlia tutti i consigli che io credo necessari, signore!...

BERNARDO. In tutti i casi, lei non seguirà i vostri consigli a lungo, signora!...

BONIFACIA. Poiché...

BERNARDO. Poiché conto proprio che facciate fagotto e ci la­sciate vivere a nostro agio...

BONIFACIA. Far fagotto?... Io?...

BERNARDO. Voi!...

ENRICO (a parte). Bravo!

BONIFACIA. D’accordo!... Ma se me ne vado, Diana mi seguirà!...

BERNARDO. Lo vedremo!...

BONIFACIA, Certo, lo vedrete!... (Guardando Enrico.)Mio genero non mi ha mai fatto paura!... (Esce a destra.)

Scena quarta

ENRICO, BERNARDO.CORNELIO, OLGA

ENRICO. Bravo, suocero!... Bravissimo!

BERNARDO. Ma si è mai visto?...

OLGA:è una donna possessiva

ENRICO. Fate bene a parlar chiaro fin dall’inizio!...

BERNARDO. Saprà di che pasta sono fatto!

CORNELIO. Ah!... Credo che vi darà del filo da torcere!... Dovete capire... Un’ex ballerina!...

BERNARDO. Eh?... che cosa dite?...

ENRICO. Non lo sapevate?

BERNARDO. La signora Bonivardi?...

CORNELIO. Eh, sì!...  l’ho conosciuta, venticinque anni fa, a Roma, al Grand-Théatre...

BERNARDO. Danzava nel balletto?

ENRICO. Sì, ed anche un po’... nel letto, semplicemente.

BERNARDO. Non èpossibile!..e .voi…l’avete …

CORNELIO: solo io?ah non ne parliamo!

ENRICO. Mio zio vi darà dei particolari, se possono interessar­vi!... Capite adesso perché volevo andarmene?... Non mi divertiva affatto vedere mia moglie vivere accanto a questa vecchia ballerina, che voi le avete dato per matrigna...

BERNARDO. Ah questa è grossa!

CORNELIO. Fra di noi, se dovessi darvi un consiglio...

BERNARDO. Sì?...

CORNELIO. Vi direi: Lasciate che la signora Bonivardi si porti la figlia con sé, e augurate buon viaggio a tutti e due...

BERNARDO. Ah! no!...

ENRICO. E riprendiamo qui, voi, mia moglie ed io, la nostra bella esistenza di un tempo!

BERNARDO. Scusate, ma io ho una moglie.., e Diana è incan­tevole...

OLGA: ma a suocera è terribile!

BERNARDO: me ne sono accorto!

ENRICO. e non vi rendete conto che  la vostra vita sarà un inferno perpetuo, fra una suocera che vi odia e una moglie che non vi ama?

OLGA: se vi amasse, non permetterebbe a sua madre di trattarvi così

BERNARDO. Come?voi pensate che Diana non…oh

ENRICO. Diamine!... Non siete più tanto giovane! Non siete  più tanto bello...

BERNARDO. E grazie tanto!...

CORNELIO. E Diana non mancherà di fare dei confronti.., poco  lusinghieri per voi!...

BERNARDO. Confronti? Quali confronti?

OLGA. Il suo primo marito era meglio di voi.., sicura­mente!...

BERNARDO. Che ne sapete, voi?

OLGA .ero sua amica!...

BERNARDO. Sbagliate!...a letto era una frana

ENRICO. Ah!...

BERNARDO. Era un imbecille!...

ENRICO. Eh?...

BERNARDO. Brutto, brontolone, astioso e antipatico!...

ENRICO (a parte). Ah! Maledetta vecchia...

BERNARDO. E che è morto prima del tempo, abbrutito da ec­cessi prematuri.

ENRICO.: (non visto fa spergiuri) E vostra moglie che vi ha raccontato questi particolari?

BERNARDO. No, è la signora Bonivardi.

ENRICO (a parte). Ah! allora...

BERNARDO:.Dunque non ho niente da temere, come voi dite, da confronti poco lusinghieri, né devo lottare contro ricor­di pericolosi!... E poi sarebbe troppo stupido che perdessi i miei centomila franchi!...

ENRICO (furioso). Eh?... Cosa dite?... Centomila franchi?...

BOERNARDO. Li ho riconosciuti a Diana, per contratto..

CORNELIO: (a parte ) ha fottuto pure Lui.

ENRICO. Anche voi?

BOERNARDO. Come?... anch’io?...

ENRICO. Ora mi rendo conto!... Ah!... servizio completo!... Centomila franchi!...

BERNARDO. Li ha pretesi la signora Bonivardi!

ENRICO. Pare che sia la sua cifra! Bene!.., Va  d’incanto!...

CORNELIO: Duecentomila franchi!...

BERNARDO. Vi ho detto cento, non duecento...

ENRICO. Mi rendo conto!... (A Gabriella.) Che c’è?

(Gabriella entra dal «pan coupé» di destra, con un vassoio.)

Scena quinta

GLI STESSI, GABRIELLA.

GABRIELLA. La mamma ha chiesto...

ENRICO. Non chiamarla mamma! Ti proibisco di chiamarla mamma!...

BERNARDO. Perché no, scusate!

ENRICO. Perché non mi piace!

GABRIELLA, Ebbene! La signora Borghetti ha chiesto una tazza di tè e ora gliela porto.

ENRICO. Tu?... Non sei mica la domestica!... Perché non ci va Vittoria?

GABRIELLA. È occupata!

BERNARDO (a parte). Eccellente pretesto per andare da Dia­na!... (A voce alta.) Lascia, ci vado io!

ENRICO (a parte). Rimangono soli... Ah!... no! ( Vuol prendere il vassoio.)

Lasciate, sarà un vero piacere per me...

BERNARDO. Ma niente affatto.., è una premura che riguarda me!...

ENRICO (tirando il vassoio). Ma no!...

BERNARDO(stesso gioco). Ma sì!...

GABRIELLA. No, che si rovescia! Tieni, papà. (Gli porge il vas­soio.) Tocca a lui.

BERNARDO. Avete sentito... Tocca a me, tocca a me!... E mio diritto! (Esce a sinistra.)

Scena sesta

GLI STESSI , poi BONIFACIA.

GABRIELLA (ridendo). Che idea ti è venuta di non volere che papà vada in camera di sua moglie?

ENRICO (a parte). Lo manderà via!...

GABRIELLA. Enrico?... Enrico?...

ENRICO. Sarebbe la fine se...

BONIFACIA (entrando da destra). Chiedo scusa, cara Si­gnora...

CORNELIO (a parte). Siamo salvi!... (A voce alta.) Signora Bonivardi! (A parte.) ...mo vide comme parte!

BONIFACIA. Che c’è?

CORNELIO :Presto, entrate in quella camera...

GABRIELLA (a parte). Come?

BONIFACIA. Da mia figlia?

OLGA. Andate su,è urgente...

BONIFACIA. Ma...

ENRICO (sottovoce). C’è dentro Bernardo?!...

BONIFACIA Signore Iddio!... ! no!... no!...

GABRIELLA.... Ma che significa tutto questo?... Non capisco!

ENRICO. Non hai bisogno di capire. Sono faccende interne; non ci riguardano.

OLGA: Si si sono faccende loro andiamo Cornelio facciamo un giro in giardino (escono)

Scena settima

ENRICO, GABRIELLA,BERNARDO, poi CARLO, VITTORIA.

BERNARDO (entrando furioso). Ah! no; ne ho abbastanza! Ne ho abbastanza!... (Riaprendo la porta.) Diana, questa sera stessa tua madre se ne andrà o ce ne andremo noi due!... Scegliete!.. (Chiude la porta.) Vecchia carampana, ma va’!...

GABRIELLA. Papà, ma insomma!...

ENRICO. Ah! che bisogno avevate di sposarvi un’altra volta?

BERNARDO. Ah! vi assicuro, se dovessi tornare indietro...

VITTORIA (entrando dal fondo) . Il signor Carlo!...

(Entra Carlo, Vittoria esce.)

ENRICO. Oh! eccoti!... Finalmente!... Come va, vecchio mio?...

CARLO. Benissimo, benissimo! (Saluta Bernardo.) Si­gnore!

BERNARDO (seccamente). Servitore!...

CARLO(a parte). Poco gentile, il vecchio Bonivardi!...

BERNARDO (a Gabriella, che gli sta parlando). No, lasciami, Gabriella, è inutile!

GABRIELLA. Papà, ti prego!...

CARLO (a parte). Papà? È sua figlia?

ENRICO. Avete ragione, suocero!... Avete ragione!...

BERNARDO. Ho deciso!... O lei o noi!... O noi o lei!...

(Esce, parlando con Gabriella, dal «pan coupé» di destra.)

CARLO(a parte). È la figlia del vecchio  Bonivardi! Non sapevo che Diana avesse una sorella!... E’ carina.., molto cari­na!...

Scena ottava

ENRICO, CARLO.

ENRICO (venendo avanti, a parte). A questo punto non rimane che convincere CARLO... (A voce alta.) Arrivi da Salerno?...

CARLO. In questo momento...

ENRICO. Ah!... Arrivi a proposito... neI bel mezzo di una scena­ta di famiglia... E in una casa!... No, non puoi fartene un’i­dea!... Ci sono dei momenti in cui mi chiedo se sogno o se sono desto.., o se mi hanno rinchiuso Ad Aversa.

Carlo (ridendo). Come?... Cambieresti casa?

ENRICO. Ah! ce n’è d’avanzo!... Hai visto mio suocero?

CARLO. Sembra furioso!...

ENRICO. Esasperato!... Toh!... Non te l’ho nemmeno presen­tato!

CARLO. Inutile!... Lo conosco... L’ho visto poco fa con Diana.

ENRICO. Ah! sì... dunque, hai già visto Diana? Ebbene!... Ti. ha parlato?

CARLO. Per un quarto d’ora!... Tu eri uscito, a quanto m’ hanno detto.

ENRICO. Allora, sai quel che è successo?

CARLO. Diana me l’ha detto in poche parole. Povera signora Bonivardi!... Non hai pianto a lungo, eh?...

ENRICO. Ah!... amico mio!... Ero così contento di essermene liberato... così contento!... E tracchete! si ricomincia da capo.

CARLO. Non ci hai molto guadagnato neI cambio! È rognoso, tuo suocero!

ENRICO. Lui! Una pasta d’uomo!

CARLO. Beh, e allora?

ENRICO. Andavamo d’accordo che era una meraviglia!... E se  non avesse avuto la maledetta idea di sposarsi di nuovo!… Insomma, lo capisci bene, alla sua età!...

CARLO. Che ci vuoi fare?... Forse voleva verificare se la sua seconda moglie lo avrebbe reso più felice della prima!... E Diana? Che cosa pensa di questo matrimonio?...

ENRICO. Diana?

CARLO. Non deve farle molto piacere!...

ENRICO. Lo ha subito!... E non è certo felice.., benché, sia detto fra di noi, quel povero marito... (Ride.) sono tre giorni che l’ha sposato ed è….ancora in bianco!

CARLO. Beh?...

ENRICO. In teoria, amico mio, sempre in teoria!... Non ti di­spiace questa notizia, eh, vecchio seduttore?...

CARLO. Scusa, ma non capisco bene...

ENRICO. Capirai!... Carlo, mio vecchio Carlo! Tu devi farmi un favore...

CARLO. Quale?

ENRICO. Vuoi salvarmi la vita?...

CARLO Io?... E come?...

ENRICO. Due anni fa, tu sei partito perché amavi Diana...

CARLO. Sì... lo sai bene... Mi serbi rancore?...

ENRICO. Io?... figurati!... al contrario!...

CARLO. Ah!

ENRICO. Tu l’hai rivista e hai potuto constatare che è ancora piacevole...

CARLO. Oh!... affascinante! un po’ ingrassata!

ENRICO. Sì, ma le dona!...

CARLO. E vero!...

ENRICO. E ancora meglio di prima! Lo avrai notato! Ah! amico mio, è una donna stupenda, una donna ideale!...

(Guarda se Bernardo non stia ad ascoltare.)

CARLO :(a Parte). Dopo quattro anni di vita coniugale!... questo sì che è un buon marito!...

ENRICO. E dimmi un po’, l’ami sempre, Diana?

CARLO. Eh?

ENRICO. Ti chiedo se l’ami sempre. Sì, non è vero? Ah! non di­re di no!... Prima di tutto, non sarebbe cortesia!.., e poi non sarebbe verosimile... Non mi farai mai credere che hai potuto dimenticare tanto presto... Ci offenderemmo, ti av­verto...

CARLO. Ma che cosa vuoi dire? Spiegati!...

ENRICO. Ecco la mia idea... Tu ami Diana... Lei ti ama.

CARLO. Eh?

ENRICO. Lei ti ama!... Tu le fai la corte.., ma intendiamoci una corte serrata... Mi segui?

CARLO. E poi?

ENRICO. E poi, vi peschiamo insieme, lei divorzia e tu la sposi!

CARLO. Ah! lei divorzia?

ENRICO. Sicuro, e tu la sposi. Come vedi, è semplicissimo.

CARLO. Ah! semplicissimo! Allora, tu sei d’accordo, vuoi sbarazzarti di Diana?

ENRICO. Costi quel che costi!

CARLO. Ma perché?

ENRICO. Ma perché non voglio che diventi la donna di mio suocero!...

CARLO (sbalordito). Di tuo suocero? Ah! è per questo?...

ENRICO. Non ti pare sufficiente?

CARLO. Certo!... Oh! certo... (A parti.) È uscito pazzo!

ENRICO. Ma senti, potevo prevederlo? lo chiedo, a te. Mia mo­glie che diventa mia suocera! Ah!... amico mio, che colpo!

CARLO(a parte). È partute e cape!

ENRICO. La vedi la mia testa?...

CARLO. Sì... Oh! La vedo sì! (A parte.) È la musica che gliel’ha scombinata.

ENRICO. Ho l’impressione di essere diventato scemo!...

CARLO Hai l’impressione? (A parte.) È desolante!... Ha

l’impressione!...

ENRICO. Allora, siamo d’accordo?...

CARLO(caritatevole). Sì, povero amico mio... Tutto quello che vuoi!... Tutto!... Non ti voglio rifiutare nulla!...

ENRICO. Quanto alla vecchia Bonivardi...

CARLO. Oh! povera donna!...

ENRICO. Se ti annoia, mandala al diavolo! Pim!... Pam!... (Fa il gesto di dare dei calci.)

CARLO. Ah! certo!... Non mancherò! (A parte.) Non si ri­corda nemmeno che è morta!... (A voce alta.) Ma senti, chi è il tuo medico?

ENRICO. Il mio medico? E chi lo conosce!

CARLO (a parte). E non viene curato!... (A voce alta.) Ah!vecchio mio!... Non mi aspettavo di ritrovarti in questo stato!...

ENRICO. E io no? Se m’avessero detto...

Scena nona

GLI STESSI, CORNELIO, poiVITTORIA.

CORNELIO (entrando dal «pan coupé» di destra). Ah! Carlo!

CARLO. Capitano!... (Stretta di mano.)

CORNELIO. Come ve la passate, intrepido viaggiatore?

CARLO. Benissimo!...

ENRICO. Caro zio, la faccenda èsistemata...

CORNELIO. Ah! davvero?...

ENRICO. Carlo acconsente...

CORNELIO. Acconsente?

CARLO (facendo dei cenni di complicità a Cornelio). A tut­to, capitano... A tutto!...

ENRICO. Lui ama sempre Diana, le farà la corte... e magari fuggirà con lei, se è necessario!...

CARLO. Quindi, capite? ci sorprenderanno, lei divorzierà ed io la sposerò.

CORNELIO. Bravo!... Un piano perfetto! funzionerà da solo...Ah! no! se vengono sorpresi insieme, non potrà più spo­sarla!

ENRICO. Ebbene!... Si limiteranno a scappare, e andranno in America!

CARLO. Vada per l’America!...

ENRICO. Non è una fortuna, zietto, che sia ritornato?

CORNELIO (a Carlo). Ah! che servigio state rendendo a mio nipote!...

CARLO (a Cornelio con intenzione). Povero, povero amico mio!...

CORNELIO. Ma ci pensate? costretto ad essere il genero della propria moglie!...

CARLO. Sì, sì! lo so!

CORNELIO. Quanto alla signora Bonivardi!...

CARLOSì... siamo intesi.., se mi annoia... pim!... pam!...la mando al diavolo. (A parte.) Non bisogna contraddirlo.

VITTORIA (entrando dal fondo, con un candeliere e un panierino per bottiglie). Signore, per la cena, quali vini porto su?

ENRICO. Vado a prenderli io!... Venite con me, zietto?

(Vittoria esce.)

CORNELIO. Volentieri.

ENRICO. Ti farò assaggiare due o tre vinelli di cui mi saprai di­re! Sei sempre un estimatore?

CARLO Sempre!... senti un po’, seriamente.., scherzi a parte...

ENRICO. Sì?

CARLO. Non ami più Diana?

ENRICO. Io? Ma no, figuriamoci! Mi stai prendendo in giro? (Esce ridendo dal fondo.)

CARLO. Scusate, capitano.

CORNELIO. Dite.

CORNELIO. Ma allora è proprio vero? Non ama più sua mo­glie?...

CORNELIO. Lui?... L’adora!... (Esce dal fondo.)

CARLO(solo). Capissi qualcosa!... Adora sua moglie.., e mi supplica di scappare con lei perché non l’ama più... e perché non vuole diventare suo genero!... La cosa migliore che possa fare, io, èdi svignarmela, e subito... (Gabriella entra dal «pan coupé» di destra.) Ah! la giovane Bonivardi!... Avvenente!

Scena decima

GABRIELLA, CARLO.

GABRIELLA (a parte). Papà è sempre furioso... (Scorgendo Carlo.) Oh,

scusate, Signore!..

.

CARLO (presentandosi). Carlo... l’amico Carlo... Il viaggiatore...

GABRIELLA. Ah! Ho spesso sentito parlare di voi, signore... Enrico vi è molto affezionato!

CARLO. Siamo amici da tanti anni!... Mi è sembrato un po’ cambiato.

GABRIELLA. Ah! -

CARLO. Che cosa ha potuto frastornarlo a questo modo?

GABRIELLA. Frastornarlo?... Vi sembra frastornato?...

CARLO. Non sarà niente.., ma dovrebbe stare in riposo.Non lavorerà troppo?

GABRIELLA. Oh!... No!... E addirittura un po’ pigro!...

CARLO Lo è sempre stato...

GABRIELLA. Ed è un peccato, perché ha del talento...

CARLO Sì, insomma!.., insomma!... Quel che conosco di lui, detto fra di noi...

GABRIELLA (un po’ seccata). Siete musicista, signore?

CARLO. Oh! un appassionato... niente di più!

GABRIELLA. Ebbene! Vi farò sentire la sua ultima composi­zione!... Giudicherete voi stesso!... Dov’è andata a fini­re? Hanno messo tutto sottosopra!... (esce.)

CARLO (a parte). Incantevole! È incantevole!

Scena undicesima

GLI STESSI, ENRICO, CORNELIO ED OLGA

ENRICO (entrando dal fondo, carico di bottiglie). Ecco un certo Chianti, che berremo al tuo futuro matrimonio!

CARLO. Il mio matrimonio?

CORNELIO. Certo!... Con Diana!...

CARLO. Ci tieni sempre?

ENRICO. Più che mai!...

CARLO. Ma senti un po’... Lei non pensa di sposarsi?

ENRICO. Chi? Diana? Ma se te Io dico...

CARLO. Non Diana, sua sorella!

ENRICO. Quale sorella?

CARLO. Quale!... Ma questa splendida ragazza...

ENRICO. Gabriella?... (Ridendo.) Mia moglie! ma dai, buon tempone!... Che fai, ricominci?... Come una volta?... Ah! no, senti, no, no!... (Esce ridendo dal «pan coupé» di destra.)

Scena dodicesima

CARLO GABRIELLA,  ENRICO, CORNELIO, BONIFACIA,OLGA, DIANA.

CARLO. Sua moglie!... Nemmeno sua moglie sa ricono­scere!...

GABRIELLA (entrando). Ah! eccolo... (Prende un foglio di musica.) «Barcarola. Alla mia cara mogliettina.» Ah! quanto mi ha fatto piacere!... (A voce alta.)Volete suonarla, signor Carlo?

CARLO. Molto volentieri!... (Prende il foglio. Gabriella va ad aprire il pianoforte.) Ah, è la barcarola! Non è proprio di ieri!...(Va al pianoforte)

GABRIELLA eCARLO (cantando).

La sera è dolce, e il vento

gonfia le vele, o bella!...

Brilla nel firmamento

luminosa una stella!...

ENRICO (entrando precipitosamente, a parte). La mia barcaro­la!... E l’altra, che è di là!

DIANA (cantando nelle quinte).Mi affascina il tuo canto,

                                                    va la barca sul mare...

GABRIELLA (ascoltando sorpresa). La mia barcarola? La cantano di là?

ENRICO. È Vittoria, che si diverte!... (Dà un calcio allo sgabello del pianoforte per far tacere Carlo.)

CARLO (che non capisce). Più piano?... D’accordo!... (Suo­na meno forte.)

DIANA (cantando nelle quinte).Ah! vivere è un incanto,

                                                    è tanto dolce amare!... (Entra.)

GABRIELLA. Diana?... Conosce la barcarola?...

ENRICO (agitato). Patatrac!... (Bonifacia entra con Olga e cantano con Diana la barcarola una seconda volta.)

DIANA (cantando). La, la, la la, la, la!

CORNELIO(entrando dal fondo carico di bottiglie, canta con Dia­na). La! la! la! la! la! la!

ENRICO (cantando fortissimo, sull’aria di «J’ai du bon tabac») La, la, la, la, la, la, la, la, la, la!

GABRIELLA. Anche lui!... Ma la conoscono tutti!

ENRICO (a parte). La frittata è completa!

BONIFACIA (a Enrico). È quel che avete fatto di meglio.

CARLO (terrificato). Ah! questa voce! La signora Boni­vardi...

BONIFACIA. Signor Carlo.

CARLO (indietreggiando di fronte a lei). Ma allora non siete morta!..

BONIFACIA. Io morta?(fa le corna) tiè!

Scena tredicesima

GLI STESSI, BERNARDO.

BERNARDO (entrando dal «pan coupé» di destra). Che succede qui dentro?

Un concerto?

GABRIELLA (a Diana). Voi, signora, conoscete questa barcarola?

DIANA (prendendo la musica). Sì, è dedicata a me.

GABRIELLA (prendendo la musica dalle mani di Diana). A voi? (Leggendo.) «Alla mia cara mogliettina.» (A Enrico.) Avete una sola moglie, suppongo.

BERNARDO. Perbacco!

CARLO. Vostra sorella!...

GABRIELLA. Mia sorella?...

CARLO. Diana!...

ENRICO. Ma niente affatto! Vuoi stare zitto?.  Impicciati della tua di sorella!...

CARLO(alla signora Bonivardi). Il povero ragazzo non si ri­corda più che ha sposato vostra figlia, quattro anni fa!...

CORNELIO: è fatta!

BERNARDO. Come?... Avete sposato Diana?

ENRICO. Oh! insomma, al diavolo!... Sì!

BERNARDO. Lei è vostra moglie?

ENRICO. No!... Lo è stata... Abbiamo divorziato...

CARLO. Divorziato?

BERNARDO Diana è stata vostra moglie?

ENRICO. Sì, la mia prima moglie... Ho fatto di tutto per na­scondervi la verità! Ma questo animale di Carlo...

OLGA: ha creato un altro impiccio!

BERNARDO. Diana!... Voi! Lei!

GABRIELLA. Ah! papà!...

BERNARDO. Ed io l’ho sposata!... (Alla signora Bonivardi.) E voi m’avete giurato che il vostro primo genero era mor­to!...

BONIFACIA. L’ho fatto per mettervi tranquillo!

ENRICO:   e stu sceme ma fatte rescuscità!

CORNELIO. Su, nipote, è stato il caso, soltanto il caso, che ha combinato il pasticcio...

GABRIELLA. Ce ne andremo da questa casa... E’ necessario!...

BERNARDO. No... Restate!... Siamo noi che vi cediamo il posto!... Ah! mi ricorderò della mia luna di miele!...

ENRICO. Ma no, perbacco!...

BERNARDO. No, lasciatemi... lasciatemi...

ENRICO. Siete molto arrabbiato, suocero?...

BERNARDO. Sono stufo!...

CARLO (a Cornelio). Interessante il divorzio!.., ma talvolta  un po’ complicato!...

BERNARDO. Andate a prepararvi, Diana, prendiamo I’espresso delle sei.

DIANA. Vieni, mamma...

BERNARDO. No, permettete... Parto con mia moglie.., sola  .

DIANA. Ah, no, Signore!

BONIFACIA Mi rapite la figlia?

BERNARDO. Proprio così!

ENRICO (a parte). E’ giunto il momento!... (Parla a Cornelio)

BONIFACIA. E pensate che acconsenta?...

BERNARDO. Non vi consulto di certo.

CORNELIO (sottovoce, alla signora Bonivardi). Quello non ha paura di voi!... Voi quello lì non lo schiaffeggiate!...

BONIFACIA. Davvero? Bene! Ve lo faccio vedere io!...(A Diana.) Fai attenzione, tu, e seguimi!... Lui mi darà uno schiaffo... e tu lo prenderai!...

OLGA: (a parte a Cornelio)la scena si ripete!

DIANA. D’accordo, mamma!...

BONIFACIA. Mia figlia non abbandonerà sua madre!...

BERNARDO È quel che vedremo!... La legge è dalla mia parte!...

BONIFACIA. Me ne rido io della vostra legge... Andatea chiamare la forza pubblica, mostro!...

BERNARDO. Oh! Smettetela!...

ENRICO (sottovoce, a Bernardo) Bene... Benissimo!

BONIFACIA. Prendermi la mia bambina!... (Lo spinge.)

BERNARDO (esasperato). Ah! ah! ah!

BONIFACIA (stesso gioco). Tiranno!

BERNARDO(furioso). Signora!...

BONIFACIA (stesso gioco). Vigliacco!...

BERNARDO. Ah! Smettetela... altrimenti!...

BONIFACIA. Mi volete picchiare forse?

CORNELIO (a parte). Benissimo!...

BERNARDO. Voi pagherete per tutti...

ENRICO (sottovoce a Bernardo). Bravo!...

BONIFACIA. Se credete di farmi paura!... (Lo spinge.)

BERNARDO:.badate, non mi provocate?... (Alza la mano.)

ENRICO (a parte). Ci siamo!

BERNARDO (abbassando la mano). No... Preferisco andar­mene!...

ENRICO (a parte). No, così non va bene!... (Corre dietro a Bernardo, assieme a Cornelio, e lo fa ritornare.)

BONIFACIA. Ma picchia dunque!... Ma picchia dunque! (Lo sfida.)

BERNARDO. Ah! mi sfidate?...

GABRIELLA. Papà, ti prego!...

BONIFACIO. Oh... ti sfido... Coniglio!... Non ha il co­raggio!... Scappa!...Vigliacco!... Vigliacco! Ah!... bene!...Aspetta!... Io ce l’ho il coraggio!... (Lo schiaffeggia.)

BERNARDO. Oh!... E allora, prendi!... (Alza la mano, Diana si precipita davanti alla madre e riceve lo schiaffo di Bernardo)

TUTTI (con sentimenti diversi). Ah!...

ENRICO. Finalmente!

CORNELIO. E non senza fatica...

OLGA: ora  la scena tragica!

BONIFACIA. Ha colpito mia figlia!

BERNARDO. Diana, perdonatemi!... vi giuro...

DIANA. Lasciatemi, Signore!...

BONIFACIA. Abbiamo i testimoni!... Sevizie gravi!... La legge è precisa!... Conosco le procedure!...

ENRICO. Lo credo!...

BERNARDO. Ma accidenti... se vi dico che non avevo l’intenzione...

DIANA. Domani farò domanda di divorzio!...

ENRICO. Soltanto il primo è difficile!

BERNARDO. Ebbene!... Sia!... Non mi oppongo... al contra­rio...

BONIFACIA. Vieni, figliola... usciamo di qui!...

ENRICO. Vi accompagna Carlo...

Carlo. Molto volentieri!...

DIANA. Fino in Brasile?

Carlo. Non chiedo di meglio!

DIANA. E la mamma?

BONIFACIA. Ci sono delle negre laggiù?... Le farò rigare!... (A Bernardo.) Signore, ci rivedremo in tribunale!.....Ah! vi ricorderete della data del 20 settembre!


(Esce dal fondo con Diana e Carlo.)

ENRICO. Finalmente ce l’ho fatta!... Ah, la data del 20 settem­bre! Quella del nostro matrimonio!

BERNARDO E quella del mio divorzio!...

CORNELIO. Povero Carlo! ... È lui, che bisogna compian­gere!...

OLGA: insieme a quelle povere… negre!

BERNARDO Mah!... Chi lo sa? Il matrimonio è una lotteria!...

ENRICO. E il divorzio una scatola a sorpresa!...

Sipario

Fine