Unico figlio di madre vedova

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Unico figlio di madre vedova

Unico figlio di madre vedova

Commedia in tre atti

di

Germano Benincaso

Personaggi

Gioacchino Lagatta

Letizia, sua moglie

Graziella, bigotta

Sasà, suo figlio

Dr. Guido Natali, manager

Milly, segretaria

Don Vincenzo Serraglio

Don Carlo Sacrestia

Alberto, cugino di Sasà

Unico fìglio di madre vedova

Commedia in tre atti di Germano Benincaso

Scena  - Camera da pranzo-salotto in casa di Don Gioacchino La Gatta. Porta di ingresso al centro. Due porte laterali a destra ed a sinistra dello spettatore. Tavolo centrale, mobili alle pareti e divano a 3 posti. Alle pareti di fondo, di fianco alla porta, sono attaccati due manifesti elettorali che riproducono la foto del padrone di casa, candidato sindaco. Su un tavolino c’è una macchina da scrivere portatile.

ATTO I

All'alzarsi del sipario sono in scena Don Gioacchino e il Dr. Guido Natali, suo manager. I due siedono  al divano.  Sul tavolino, davanti a loro, è appoggialo un piccolo registratore. Sui manifesti elettorali attaccati al muro di fondo si legge: "VOTA IN MANIERA ESATTA - PER GIOACCHINO LA GATTA! PER NON SBAGLIARE, VOTA LA GATTA"! Appena aperta la tela, dal Registratore viene diffuso ad  alto volume l'inno di Mameli. Dopo qualche nota la musica si affievolisce e si sente una voce che grida:

 VOCE            - Cittadini, elettori, questa sera alle ore 19 in Piazza Duomo parlerà Gioacchino La Gatta, candidato a sindaco. Accorrete numerosi per ascoltare la voce dell'incorruttibilità; la voce dell'onestà, la voce dell'uomo pulito! Elettore, ricorda: vota in maniera esatta per Gioacchino La Gatta! (Riprende l'inno nazionale finché il Dr. Guido non spegne il registratore).

GUIDO           - Che glie ne pare?

GIOACCH.    - (Estasiato) Mi sembra che vada bene!

GUIDO           - Alle 19 precise salirà sul podio e comincerà il discorso!

GIOACCH.    - Ma, mi dica una cosa: ha preparato tutto?

GUIDO           - Certamente, non manca niente!

GIOACCH.    - (Perplesso) Speriamo che non succeda come l'altra sera che proprio quando dovevo iniziare a parlare si sfasciò l'impianto di amplificazione!

GUIDO           - Ma non fu colpa nostra!... Lei sa bene chi fu il responsabile, vero?

GIOACCH.    - Certo che lo so!... Fu colpa di quell'imbecille di Sasà!. Che ci posso fare?!... Quella è una disgrazia che mi è piovuta addosso!....

GUIDO           - Ma perché non se ne libera?!... Lo mandi al diavolo!

GIOACCH.    - Magari potessi farlo... (Disponendosi a raccontare) Deve saper, caro Dottor Natali, che Sasà è il nipote di mia moglie, è l'unico figlio di sua sorella che è rimasta vedova venti anni fa! Quando è morto il marito è venuta qua per restare una settimana insieme alla sorella, lei e quel deficiente del figlio!... Da una settimana è passato un mese, un anno, due anni ed ora sono trascorsi più di vent'anni da quando si sono piazzati qua!

GUIDO           - Chissà che un giorno non decidano di andarsene!

GIOACCH.    - Non credo che lo faranno mai!... Dottore, mia cognata ha messo le radici qua! Stia a sentire come passa le sue giornate: si alza tutte le mattine alle sette, fa la prima colazione e poi se ne va in chiesa!... Ritoma a casa per la seconda colazione, poi si legge qualche libro di orazioni e verso le 18 se ne va di nuovo in Chiesa!

GUIDO           - E cosa ci va a fare due volte al giorno in Chiesa?

GIOACCH.    - Cosa vuole che ne sappia? Ho capito solo una cosa: mia cognata Graziella è bigotta!... Comunque lasciamo perdere questo argomento che mi fa innervosire e parliamo di problemi più importanti!... Lei mi aveva assicurato che avrebbe avvicinato qualche personaggio importante; gente che poteva darci una mano per la campagna elettorale!

GUIDO           - Sto vedendo di agganciare un pò di persone influenti, ma la cosa non è molto facile!... Mi dica, intanto, ha preparato il discorso per questa sera?

GIOACCH.    - Eccolo qua! (Indica un manoscritto poggiato sul tavolino). Si deve solo battere a macchina!

GUIDO           - Mi raccomando, cerchi di insistere molto sul tasto dell'onestà e della moralità; metta anche in evidenza la religiosità della sua famiglia!... E, perché no, citi anche la condotta irreprensibile di sua cognata Graziella! Vedrà che i consensi non mancheranno! Queste cose oggi fanno un certo effetto perché la gente è stufa di immoralità, di tangenti ed intrallazzi! Io, da parte mia, farò in modo che al comizio sia presente un sacco di gente!

GIOACCH.    - Molto bene!

GUIDO           - Farò uscire subito le auto con le trombe ad alto volume per l'annuncio. (Mostra il registratore). Poi la terrò informata di come procedono i contatti con quelle persone influenti di cui le dicevo prima!

GIOACCH.    - Si dia da fare, mi raccomando!

GUIDO           - Stia tranquillo, è tutto sotto controllo! (Ha un attimo di pausa, poi inizia a parlare con tono ambiguo) Se devo essere sincero, però, in tutta la nostra organizzazione manca ancora qualcosa per avere la certezza matematica del risultato!

GIOACCH.    - (Sorpreso) Davvero?!.... E cos'altro ci occorre?

GUIDO           - (Tutto d'un fiato) Ci vorrebbe una segretaria, ecco!

GIOACCH.    - (Interrogativo) Una segretaria?!... E per far che?

GUIDO           - Per rispondere alla corrispondenza, per curare i rapporti con l'elettorato, per il telefono, per ricevere tutta la gente che chiede di lei e... per tutto il resto!

GIOACCH.    - Tutto il resto di che?

GUIDO           - (Evasivo) II resto, il resto!... Non so se mi capisce! (Fa segno con le mani) I contatti sociali, i rapporti con quelle "certe persone" che ci debbono aiutare!... Comincia a seguirmi?

GIOACCH.    - Continui!

GUIDO           - Ecco, non saprei come spiegarle: ci vorrebbe una bella ragazza! Colta, dinamica, moderna, spregiudicata!... Una che non si tiri indietro di fronte a certe situazioni scabrose che potrebbero verificarsi!!

GIOACCH.    - Allora ci vorrebbe una mondana?

GUIDO           - Ma cosa dice, Don Gioacchino!? Io parlo di una dorma di classe, non di una donnaccia di strada.Quelle si possono trovare sui marciapiedi per quattro soldi !... La nostra è tutta un' altra cosa! Io ho sottomano proprio la persona giusta!... Mi serve solo la sua autorizzazione e in dieci minuti la faccio trasferire qui giorno e notte!

GIOACCH.    - Dottore, mi dica una cosa: questa signorina... (Imbarazzato) ...ùisomma, si vede che fa questo mestiere?!.... Se la bigotta se ne accorge, non so come andrà a finire!

GUIDO           - Ma cosa va pensando, Don Gioacchino?La signorina svolgerà il compito di segretaria! All'occorrenza, poi...

GIOACCH.    - Speriamo che la cosa non vada a finire male, poi!... E mi dica un'altra cosa: quanto ci viene a costare questa... "segretaria"?

GUIDO           - (Fa segno due con la mano) Due!

GIOACCH.    - (Contento) Duecentomilalire?

GUIDO           - Due milioni!

GIOACCH.    - Salute!...

GUIDO          - Cerchi di capire, Don Gioacchino, non è tanto per il servizio che deve fare!

GIOACCH.    - Non si potrebbe trovarne una a mezzo servizio che ci faccia risparmiare!

GUIDO           - Nossignore, lasci fare a me! Sono sicurissimo che con questa nuova trovata, vinceremo le elezioni a mani basse!... (si avvia e saluta) Adesso devo proprio scappare!... Faccio venire subito la segretaria, così si mette già al lavoro! La saluto Don Gioacchino, a più tardi!

GIOACCH.    - Arrivederci! (Lo accompagna alla porta e si ferma un istante a leggere i manifesti che sono attaccati alla parete di fondo) Speriamo che non succedano guai! (Va al tavolo e prende dei fogli che vi erano appoggiati. Si ferma al centro della scena e comincia a provare il discorso facendo dei gesti con le mani e muovendo la bocca, senza parlare)

LETIZIA        - (Donna sui 35 anni, entra in scena di sinistra e sorprende il marito in quello strano atteggiamento. È vestita con abiti di casa)  Che stai facendo Gioacchino, l’opera dei pupi?

GIOACCH.    - (Si interrompe per rispondere alla moglie) Nossignore, mi sto ripassando il discorso per questa sera.

LETIZIAQ     - (Gridando) Il discorso?!... Un altro discorso?!.... Ma ti sei proprio rimbambito?... Vorrei sapere chi te l’ha fatto fare ad accettare questa candidatura! Interessi di appalti non ne abbiamo; terreni edificabili nemmeno!... Cerca almeno di dare una mano a mio nipote Sasà; quel povero ragazzo sono dieci anni che ha finito le scuole e non riesce ancora a trovare il “posto”!

GIOACCH.    - Se aspetta che il "posto" gli arrivi dal cielo, non lo troverà mai!

LETIZIA        - Lascia stare!... Ha ragione Graziella; Sasà è un ragazzo sfortunato!

GIOACCH.    - Letizia, cerca di ricordare che se in questa casa c’è una persona sfortunata, sono io che ho avuto la disgrazia di dover sfamare per 20 anni la mamma ed il figliuolo! Se tuo nipote invece di restare a letto fino alle undici, si svegliasse all’alba e studiasse, potrebbe fare i concorsi e troverebbe finalmente il “posto”!

LETIZIA        - Senza raccomandazioni!... Caro Gioacchino, oggi puoi fare tutti i concorsi che vuoi, ma se non hai qualche santo in Paradiso, non trovi lavoro neanche come netturbino!... E va bene, lasciamo stare il “posto” che oggi difficilmente si trova, ma perché non lo porti con te durante la campagna elettorale?... Non si sa mai, potrebbe conoscere qualche onorevole e si potrebbe sistemare una volta per sempre! (usando un tono più dolce) ora vado di là e lo faccio venire, va bene?

GIOACCH.    - (Preoccupato) Lascia stare, Letizia!... Adesso ho da fare; devo battere a macchina il discorso per questa sera!

 LETIZIA       - (Incalzante) Ecco, appunto; potresti farlo battere a Sasà!... Cerca di dargli una mano almeno tu che sei suo zio! (Si avvicina con dolcezza) Se fosse tuo figlio, che faresti?

GIOACCH.    - L’avrei già scannato!... Ma vuoi capire una buona volta che tuo nipote è un imbranato buono a niente che mi combina solo guai!

LETIZIA        - Tè l'ho già detto; è sfortunato! Fallo per me, Gioacchino; prova a tenerlo con te una settimana e vedrai che non ti combinerà nessun guaio!... Lo faccio venire subito!

GIOACCH.    - Ma lascia perdere, starà ancora dormendo!

LETIZIA        - Nossignore, si è svegliato; sta recitando il rosario insieme alla mamma!

GIOACCH.    - E questo gli sa insegnare! Io sono convinto che la rovina di Sasà è la mamma che lo opprime.

LETIZIA        - Non lo dire neanche per scherzo!... Graziella soffre tanto per questo figliuolo e prega ogni giorno il Signore perché si possa sistemare!

GIOACCH.    - Povero ragazzo!... Penso che finirà per fare il sacrestano!

LETIZIA        - Mi raccomando, Gioacchino, quando arriva non lo sgridare!

GIOACCH.    - (Ironico) Non ti preoccupare, lo tratterò con i guanti gialli!

LETIZIA        - Gioacchino, non scherzare! (Si avvia a sinistra borbottando) Povera sorella mia, ci mancava quest'altro guaio; non bastava la disgrazia del marito! (Esce a sinistra).

GIOACCH.    - (Rimasto solo, riprende a ripassare il discorso facendo gesti come prima).

SASA'             - (Dopo un poco entra in scena da sinistra. E' il nipote di Gioacchino, figlio di Graziella, giovanottone di circa 28 anni. Indossa cappotto e berretto con visiera e copriorecchie abbassate, in più ha una sciarpa avvolta attorno al collo; si rivolge al manifesto attaccato al muro sul quale campeggia la foto di Gioacchino e la bacia ripetutamente. Poi si rivolge a Gioacchino) Buongiorno, zio!

GIOACCH.    - Sasà, dove pensi di andare così imbacuccato, a scalare una momtagna?

SASA'             - E' stata mammà a dirmi di stare coperto perché in questa stanza ci sono le correnti!... (Si avvicina alla porta di destra) Ecco qua, sotto questa porta ci sono due dita di spazio e passa il vento freddo! (Trema di freddo) Brr!

GIOACCH.    - Sasà, se dai retta a tua madre, farai una brutta fine! E togliti questo berretto e questo cappotto! (Si avvicina ed a forza gli toglie gli indumenti poggiandoli su una sedia).

SASA'             - Speriamo che non arrivi mammà e mi trovi nudo!

GIOACCH.    - Poco fa lo dicevo a tua zia: la tua rovina è stata proprio "mammà" che ti ha fatto rincoglionire! (Con energia) Giovanotto, tu devi svegliarti, chiaro?!... Non farti trattare ancora come un bambino; fatti rispettare, incazzati!

SASA'             - Ma zio, non lo sai che è peccato mortale incazzarsi con la propria madre?

GIOACCH.    - Che ne parliamo a fare, lasciamo perdere! Dimmi una cosa, piuttosto, quali sono le tue intenzioni, oggi?!...

SASA'             - Zia Letizia è venuta ad avvertirmi che hai bisogno di me per battere a macchina il discorso di questa sera!... Eccomi qua!

GIOACCH.    - Bene!... (Indica il tavolino e la macchina da scrivere) Siedi e scrivi tutto quello che ti detto!

SASA'             - Lascia fare a me! (Si avvia alla macchina da scrivere) Dammi il tempo di mettere il foglio in macchina! (Inserisce un foglio bianco in macchina, si sgranchisce le dita) Sono pronto!

GIOACCH.    - (Si dispone, con il foglio in mano come se parlasse al pubblico) Scrivi: "Concittadini, elettori; questa sera non è il candidato che vi parla...

SASA'             - (Battendo con un dito) C...o...n...c...i...t...t..a...d...

GIOACCH.    - (Intanto Sasà scrive lentamente) ...ma l'amico, più che l'amico il fratello (Grida più forte) Sissignori, il fratello GIOACCH. Lagatta!

SASA'             - (Fingendo di pulirsi il naso gli fa una sonora pernacchia) Prr!

GIOACCH.    - Disgraziato, come ti permetti?

SASA'             - Scusate, zio è il raffreddore!

GIOACCH.    - (Non sa se credere al nipote, oppure arrabbiarsi) Giovanotto, cerca di filare dritto, chiaro?... Dove siamo arrivati?!... Ho perso il segno! (Cerca sul foglio che ha in mano) Fammi sentire quello che hai scritto!

SASA'             - (Tira fuori una parte del foglio dalla macchina e legge) Assassini, malfattori, questa sera non è il carcerato che vi parla, ma la vescica; più che la vescica il fegatello. Sissignori,  il fegatello della Gatta!

GIOACCH.    - Hai mancato il polmone!

SASA'             - (Con aria da imbecille) Rimediamo subito! (Rimette il foglio in macchina) ...Il polmone... eccì!

GIOACCH.    - Ma insomma, sei proprio un imbecille!... (Arrabbiandosi) Cancella tutto, sbrigati!

SASÀ'             - (Proposta) Ma perché devo cancellare?!... Non c'è nessun errore, è tutto pulito! (Fa un altro starnuto) Eccì!... (Con tono lamentoso) Ecco qua, mi hai spogliato nudo ed ho preso il raffreddore!...Adesso chi la sente a mammà!

GRAZIELLA - (Entra in scena da sinistra. E' una donna sulla cinquantina, ancona piacente, vestita di nero dalla testa ai piedi. Ha in mano una mantellina di lana. Si precipita verso il figlio e gli copre la testa e le spalle con la mantellina. Poi prende un rotolo di stracci e va a chiudere la fessura sottostante la porta  di destra) Non ti vuoi convincere che in questa stanza fa freddo e se non ti copri per bene prendi lapolmonite? (Si avvicina al figlio) Perché ti sei tolto berretto e cappotto?

SASA' -           - E' stato zio Gioacchino  a spogliarmi nudo!

GRAZIELLA - E tu dai retta a zio Gioacchino? (Gli tocca la fronte) Mamma mia come scotti; certamente ti sarà venuta la febbre! (Si avvicina al mobile e ne prende un termometro, lo scuote per abbassarlo, poi si avvicina al figlio) Tieni, metti il termometro!... Tu vuoi farmi morire di crepacuore!... Con questo freddo,ti vai a denudare... Non stare mai più a sentire zio Gioacchino; quello ha il cervello sballato!

GIOACCH.    - (Offeso dalle parole della cognata) Graziella, come ti permetti?!

GRAZIELLA - Sissignore, caro Gioacchino;è inutile che ti arrabbii.. Se tu avessi avuto il cervello a posto, non ti saresti mai fatto coinvolgere in quella schifezza!... (Mostra i manifesti appesi alla parete) Guardate quant'è bello, guardate! Denaro buttato al vento!

GIOACCH.    - Non sono denari che ti riguardano!... Tu, piuttosto, stai facendo rimbambire questo povero ragazzo!... E lascialo respirare un poco!... Vuoi convincerti che ormai non è più un bamnbino e deve camminare da solo, con i suoi piedi? Questo ha bisogno di uscire con gli amici, di fare bagordi, di andare a cinema, al teatro, in discoteca!

GRAZIELLA - (Scandalizzata) Ma tu sei impazzito, Gioacchino? Vorresti che lasciassi andare Sasà a vedere quelle schifezze di film che proiettano oggi: violenza, sparatorie, maschi e femmine uno sull'altra!...Gesù-Gesù, che schifo!

GIOACCH.    - Ma tu credi di poter tenere questo ragazzo sempre sotto una campana di vetro?... Non vedi che è diventato un imbecille?... Gli altri giovani della sua età sono in grado di trasformare il mondo; questo – invece - è convinto ancora di essere nato sotto il cavolo!.. Graziella, dai retta a me, se vuoi che Sasà diventi un ragazzo normale, fa' in modo che esca con gli altri giovani e non tenerlo sempre attaccato a te come un cagnolino!

GRAZIELLA - Lascia stare; certe cose so io come e quando dirgliele! (Al figlio) Su, Sasà, togli i termometro, vediamo se hai la febbre! (Prende il termometro e lo legge, poi esclama allarmata) Ecco; l'avevo detto io che scottavi! Hai un febbrone da cavallo: mancano appena due linee a trentasette!

GIOACCH.    - Cioè: trentasei e otto!... E questo, secondo tè, sarebbe un "febbrone da cavallo"?

GRAZIELLA - Per ora no, ma certamente salirà e fino a staserà arriverà a trentasette ! (Prende dal mobile una grossa scatola piena di medicine) Che dici, Sasà, vuoi prendere una pillola, o vuoi che ti faccia una puntura di penicillina?

GIOACCH.    - (Seccato) Sarebbe meglio se lo facessi ricoverare d'urgenza in ospedale; potrebbe avere delle complicazioni!

GRAZIELLA - Tu vuoi scherzare, ma qua si tratta di una malattia seria! (Tutta premurosa prepara una pillola ed un bicchiere d'acqua) Su, Sasà, bello di mammà, ingoia subito questa pillolina!

GIOACCH.    - (Nervoso) E' meglio che me ne vada, altrimenti non so come reagisco! (Avviandosi a destra) Giovanotto, se tua madre non ti fa ricoverare in ospedale, cerca di ricopiare a macchina il discorso!

SASA'             - Va bene, zio!

GIOACCH.    - E cerca di non scrivere altre sciocchezze come hai fatto prima! (Uscendo a destra borbotta) Ah, povero ragazzo, che pena mi fa!

GRAZIELLA - (Premurosa intorno al figlio) E' scesa giù la pillola?

SASA'             - Sì, mammà!

GRAZIELLA - Bevi un altro sorso d'acqua, altrimenti ti rimane sullo stomaco! (Gli fa bere un sorso d’acqua tenendogli la mano sotto il mento) La testa ti fa male?

SASA'             - Appena un poco!

GRAZIELLA - (prende il berretto e lo cala in testa al figlio) Metti il berretto e tieni la mantella sulle spalle! Hai terminato di dire il Rosario?

SASA'             - Sissignore; tutti e cinque i misteri dolorosi!

GRAZIELLA - Mi raccomando, altrimenti quando muori vai all'inferno!

SASA'             - Sì, mammà! (Si mette a scrivere a macchina).

GIOACCH.    - vorrei che resuscitasse il tuo povero Padre e ti potesse ammirare in tutta la tua bellezza (Sasà alza la testa e sorride da ebete. Graziella emette un grosso sospiro, poi si rivolge al figlio) Ascoltami: Sasa, io vado a terminare il mio Rosario; più tardi tornerò per misurarti di nuovo la febbre Cerca di non stancarti; ogni tanto riposati un poco!

SASA'             - (Mentre comincia a scrivere) Sissignore!

GRAZIELLA - (uscendo versa sinistra si rivolge al medaglione del marito che porta sempre appeso ai collo) Ah, Salvatore mio, perché te ne sei andato!

SASA'             - (Continua a scrivere leggendo dal foglio che gli aveva lasciato Gioacchino) In que-sta città ci sono tan-ti problemi da risolvere in-nan-zi-tu-tt-o il pro-ble-madel ga-bi-netto... (Si ferma a rileggere) il gabinetto?!    Che c'entra adesso il gabinetto?... (Continua a leggere)  Ah, ora ho capito"  ? Per vincere le elezioni vuole riempire tutta la città di gabinetti'- E bravo a zio Gioacchino! (Riprende a scrivere)

ALBERTO     - (Dalla porta di fondo arriva Alberto, giovane cugino di Sasà. E' vestito alla maniera dei giovani moderni) E' permesso?... (Vede il cugino e si rivolge a lui) Buongiorno, Sasà!...

SASA'             - (Alza la testa e saluta il cugino) Salve, Alberto; vieni pure avanti!

ALBERTO     - (Vedendo Sasà avvolto nella mantella e con il berretto calato sulle orecchie) Che ci fai così combinato?!... Sembri la buonanima di nonna Rosina!... Ma che hai, freddo?

SASA'             - Sissignore; ho la febbre!

ALBERTO     - (Lo tocca sulla fronte) Ma che febbre e febbre!... Togliti immediatamente questo materasso dalle spalle e scopriti la testa! (Gli strappa la mantella dalle spalle ed il berretto dalla testa) Adesso sembri davvero un’altra persona!

SASA'             - Che vuoi da me?!... Mammà vuole per forza che io stia così coperto!

ALBERTO     - E tu stai a sentire ancora quello che vuole tua madre?!... Ieri sero ti aspettavo ai giardinetti perche non sei venuto? Ci siamo riuniti con tutti gli amici, mancavi solo tu!

SASA’            - Io sarei venuto; è stata mammà che non ha voluto! Ha detto che voi siete pericolosi e mi portate su una brutta strada.

ALBERTO     - Non dire sciocchezze!... Noi non facciamo niente di male!... Ieri sera, per esempio siamo andati tutti in discoteca! Se ci fossi stato anche tu, saresti potuto venire con noi a ballare !

SASA'             - E dimmi una cosa, Alberto, avete ballato insieme maschi e femmine?

ALBERTO     - (Con ironia) Nossignore!... I maschi da una parte e le femmine dall'altra (Arrabbiandosi) Ma dimmi una cosa Sasà, a te non viene mai la voglia di fare un ballo con una ragazza, abbracciato, stretto-stretto?

SASA'             - (Scandalizzato) Tu che dici, Alberto?!... Non sai che questo, solo a pensarlo, è peccato mortale!

ALBERTO     - Mamma mia!... E va bene, lasciamo da parte il ballo, perché come dici tu è peccato mortale; ma tu, quando per strada incontri una bella ragazza... Sai una di quelle formose e provocanti... (Fa gesto con le mani) che ti passa vicino; tu che fai, la guardi?

SASA'             - (Con aria sognante) Chi?

ALBERTO     - Come sarebbe "chi"?... La ragazza!... La guardi, o non la guardi!

SASA'             -  E si capisce che la guardo!

ALBERTO     - Oh, benedetto Iddio!... E fammi sentire: tu, mentre la guardi, nella tua mente pensi qualcosa?

SASA'             - Certamente che penso!

ALBERTO     - Meno male, stavo cominciando a preoccuparmi! (Fa segno l'orecchio) E, dimmi proprio la verità: cosa pensi?

SASA'             - Io la guardo da sopra a sotto e contemporaneamente penso così: (Con le mani giunte) Gesù, Giuseppe e Maria, allontanate questa tentazione dall'anima mia!

ALBERTO     - (Sconfortato) Porca miseria, ma allora è proprio come pensavo io! Tu non sei normale!... Sasà, adesso basta! Tu ti devi svegliare! Tu da oggi in poi devi fare quello che ti dico io, è chiaro?

SASA'             - Alberto, io non ce la faccio più!.... Mammà vuole che faccia come dice lei; zio Gioacchino mi dice di incazzarmi; zia Letizia se ne viene con un'altra teoria... Adesso arrivi tu e mi dici di fare un'altra cosa!... Basta; io sono stufo; lasciatemi in pace, altrimenti mi butto in un pozzo asciutto e mi uccido! (Si tappa le orecchie).

ALBERTO     - (Gli prende le mani e gliele allontana dalle orecchie) Nen fare il cretino e slammi a sentire: prima di tutto vai di là e cambiati questi pantaloni antichi. Indossa un bei paio di jeans, magari strappati, un bei camicione a quadri, una bandana al collo!... Aggiusta i capelli in maniera più moderna, con un po’ di gel e non portarli così, come Rodolfo Valentino!

SASA'             - (Titubante) E poi mammà che dice?

ALBERTO     - Ancora con "mammà"?... Dicesse quello che vuole!... Tu non risponderle; quando lei si accorgerà che non le dai retta, si convincerà e ti lascerà in pace!

SASA'             - (Riflette un poco) No, Alberto, non è possibile!

ALBERTO     - (Alzando la voce) Ma allora tu vuoi restare per tutta la vita attaccato alle sottane di tua madre?... Se non ti dai da fare adesso che sei giovane, quando arriverai a cinquant'anni sarai un uomo finito!

SASA'             - (Incerto se parlare o tacere) Se vuoi che ti dica proprio la verità... (Si guarda attorno, poi si alza) Fammi vedere se mammà ci sta spiando... ( Va verso la porta di sinistra, poi ritorna) Alberto, io vorreidiventare come tè che hai tanti amici, che vai a ballare, al mare, in montagna... Che conosci tante belleragazze! (Con entusiasmo, implorante) Perché non mi fai conoscere qualche ragazza?

ALBERTO     - No, Sasà, se sono io a fartele conoscere, non avrai risolto il tuo problema... Io voglio che sia tu a diventare intraprendente!

SASA'             - Io?!... (Preoccupato) E come faccio?

ALBERTO     - Non avere paura, è una cosa facilissima; ci vuole solo un pò di faccia tosta e nient'altro!... La prima cosa, come ti dicevo prima, è l'abbigliamento!... Certo se provi ad avvicinare una ragazza così come sei conciato ora, ti riderebbe in faccia!... Ma se ti cambi ed esci, vedrai che saranno le ragazze stesse ad avvicinarsi per chiederti qualche cosa!

SASA'             - (Interessato) E cosa mi chiederanno?

ALBERTO     - Una cosa qualunque per poter iniziare un dialogo!... Chessò, ti chiederanno un fiammifero o una sigaretta!

SASA'             - Ed io non fumo!

ALBERTO     - Non fa niente, ma per fare più bella figura è meglio se prendi un mozzicone di sigaretta o di sigaro e lo tieni tra le labbra!

SASA'             - Ma a che serve?

ALBERTO     - A niente, puoi tenerlo anche spento; ma alle ragazze moderne piacciono i giovani che hanno la sigaretta in bocca. Li trovano più interessanti!... Allora stammi bene a sentire: vestiti come ti ho detto, metti la sigaretta in bocca e vai a posizionarti all'angolo del corso, di fronte ai giardinetti!... La prima  ragazza che ti passa accanto, prova ad allungare la mano... (Fa segno con una mano stesa, col palmo aperto  verso l'alto)... e vedrai che lei ti farà...

SASA'             - (Interrompendo) ...l'elemosina!

ALBERTO     - Non scherzare... Tu non parlare!... Prova solo a guardarla a questo modo!... (Fa uno sguardo da conquistatore).

SASA'             - (Lo imita malamente) Così?...

ALBERTO     - Macché, più sicuro!... Come se volessi fulminarla, come se dicessi: fermati!... E mentre la guardi, ti presenti!

SASA'             - Alberto, lasciamo stare; questa mi pare una cosa troppo difficile! (Rifà il verso ad Alberto, esagerando gli atteggiamenti) Io mi confondo: devo tenere la sigaretta in bocca, guardarla così, presentarmi!... Non ci riuscirò mai!

ALBERTO     - (Gridando) Smettila! Ti ho detto che è una sciocchezzai... (Ripete la sequenza dei movimenti) Tu la guardi e le ripeti due o tré volte il tuo nome... Per esempio: Alberto, Alberto, Alberto!

SASA'             - E tu poi vieni?

ALBERTO     - Dove?

SASA'             - Quando io ti avrò chiamato tre volte!...

ALBERTO     - (Infuriandosi) Cretino, non è me che devi chiamare; ma devi ripetere due o tre volte il tuo nome. Io ho fatto solo un esempio!

SASA'             - (Preoccupato) Lasciamo stare che è meglio!

ALBERTO     - Ma che lasciamo stare; questo è un sistema infallibile!... Sapessi quante ragazze ho  conosciuto io a questo modo!... Vai subito a cambiarti senza discutere! (Lo spinge verso la porta) Su,  muoviti !

SASA'             - E va bene!... Farò come dici tu!

ALBERTO     - E sbrigati, fai in fretta, io ti aspetto ai giardinetti!

SASA'             - (Si avvia riluttante a sinistra in punta di piedi) Speriamo che mammà non se ne accorga!

ALBERTO     - Vai, Sasà, oggi per tè comincia una nuova vita!... (Esce a sua volta dal fondo) Ricordati la sigaretta! (Esce dal fondo).

SASA'             - Se la trovo!. ..(Scompare a sinistra, mentre contemporaneamente da destra arriva in scena don GIOACCH. con una cartella in mano).

GIOACCH.    - Sasà, hai finito di battere a macchina il discorso?! (Trova la scena vuota, va verso la macchina da scrivere e vede che sono stati battuti pochissimi righi) Chissà dov'è finito; penso che la madre l'abbia portato al Pronto Soccorso! (Si dispone a scrivere lui stesso a macchina). E' meglio che il discorso me lo scriva io ! (Guarda il foglio) Vediamo dov'era arrivato... Allora: per questo vi dico di votare per un candidato serio... (Si sente bussare dal fondo) Sarà diffìcile che possa scrivere qualcosa... (Si alza e va ad aprire).

MILLY           - (Una bella ragazza, vestita modernamente) E' permesso?!... Chiedo scusa se disturbo!... E' lei il signor Gioacchino La Gatta?

GIOACCH.    - Sissignore! E lei chi è?!

MILLY           - (Stende la mano, melliflua) Milena Donati, Milly per gli amici!

GIOACCH.    - (Stringe la mano) Piacere!

MILLY           - Sono qui per quei lavoretti!... Mi ha mandata il Dr. Natali, capisce?

GIOACCH.    - (Dandosi una pacca sulla fronte) Ah, lei è la segretaria?

MILLY           - Appunto!

GIOACCH.    - Molto bene!... Brava!... E quando vuole prendere servizio?

MILLY           - Anche subito!... Sono già a sua completa disposizione; lei ordini, ed io eseguo!

GIOACCH.    - Molto bene!... Ci sarebbe da battere a macchina il discorso per questa sera!

MILLY           - E che c'entro io?

GIOACCH.    - Come sarebbe "che c'entro io"?!... La macchina da scrivere è là! (La indica) Si sieda e cominci a scrivere!

MILLY           - Mi dispiace signor Gioacchino, ma io non so battere... a macchina!

GIOACCH.    - Ah, no?!...

MILLY           - II mio compito è quello di curare le public-relation!

GIOACCH.    - Come sarebbe?

MILLY           - Io devo curare i rapporti con l'elettorato!... Ma come, il Dottor Natali non le ha spiegato quali sono le mie competenze?  Io devo fare indagini demoscopiche, rispondere al telefono, ricevere ed intrattenere "piacevolmente" la gente che chiede di lei ! E, se qualcuno ha dei dubbi, penso io a chiarirglieli !

GIOACCH.    - Qua stesso?

MILLY           - Qui o altrove poco conta, come si dice?!... Il fine giustifica i mezzi!

GIOACCH.    - (A parte) Ho l'impressione che questa storia andrà a finire male!... (Guarda l'orologio)  Senta, signorina, io ho urgenza di andare al partito per incontrarmi con il responsabile regionale; lei resti qua e stia attenta al telefono!

MILLY           - Vada pure tranquillo!

GIOACCH.    - Se più tardi dovesse venire mio nipote Sasà, gli dica di ricopiare il discorso!...

MILLY           - D'accordo!

GIOACCH.    - Adesso devo scappare, altrimenti arriverò tardi all'appuntamento!... A più tardi!... (Si avvia al fondo ed esce).

MILLY           - Guardate un pò che tipo!... Giusto a me doveva capitare! (Comincia a girare per la stanza, osservando i. mobili, i soprammobili ed i manifesti elettorali attaccati alle pareti. Poi sente dei passi da sinistra, va a sedere sul divano e finge di leggere una rivista mettendosi in modo che chi viene da sinistra non la veda).

SASÀ'             - ( Viene in scena da sinistra conciato in maniera simile alla descrizione fatta da Alberto qualche minuto prima; ha un grosso fazzoletto legato al collo, ecc. In bocca ha un pezzette di sigaro toscano. Si. muove sulla scena con tifare deiplay-boy) Mi sento cosi curioso!... Non sia mai mi vedesse mammà così combinato!... Meno male che, quando sono passato davanti alla sua stanza, c'era la porta socchiusa e sono sgattaiolato via! (Sputa togliendosi il pezzo di sigaro dalla bocca) Non mi è stato possibile trovare neanche una sigaretta. Per fortuna mi sono ricordato che e'era questo mezzo sigaro della buon'ani ma di mio padre!... Ma come puzza, però ! (Si muove ancora un pò). Voglio proprio verificare se ha ragione mio cugino Alberto.... Ho paura che i ragazzi mi prenderanno in giro!. ..(Si avvia verso il fondo, poi torna indietro) Sono indeciso se andare all'appuntamento con Alberto ai giardinetti, o andare a cambiarmi come prima! (Mentre sta a riflettere, si accorge della presenza di Milly, sul divano) E questo pezzo di ragazzona che ci fa qui? (la guarda di nuovo) Porca miseria, che schianto!... E che ci vado a fare ai giardinetti?... Posso fare la prova qua stesso!... Anche se mi dovesse andar male, non lo saprebbe nessuno!... Sì, farò così! (Cerca di darsi coraggio) Dai, Sasà, questo è il tuo momento!... Deciditi!... Allora, come mi ha suggerito Alberto: il sigaro in bocca, (Esegue il movimento) l'occhio vigile... (guarda di lato dall'alto in basso)... e devo ripetere due o tré volte il mio nome!... (Si schiarisce la voce per farsi notare) Uhm!... (Milly si gira all'altro lato, fingendo di non vederlo) Questa neanche si è accorta di me!... Adesso provo a ripetere il mio nome! (Si avvia con passo avanti, poi ne fa uno indietro.  Poi tutto ad un tratto) Su, fatti coraggio  Sasà; uno, due e twì..(Si lancia avanti e si para di fronte alla ragazza guardandola fìsso, con il sigaro in bocca come un cow-boy).

MILLY           - (Impassibile abbassa appena il giornale per dire) Beh, cosa c'è?!...

SASÀ'             - (Ripete 3 volte il suo nome) Sasà!... Sasà! ...Sasà!

MILLY           - E chi sarebbe?

SASÀ'             - (Dandosi delle arie) Sarei io!

MILLY           - Tanto piacere!

SASÀ'             - Forse non avete capito bene quello che ho detto!... (Ripete con lo stesso tono di prima) Sasà!

MILLY           - E allora?

SASÀ'             - No, niente ....(Offre il sigaro che ha in bocca) Volete fare due tiri?

MILLY           - Cosa me ne faccio di quella schifezza?!... Ho le mie!... (Prende il pacchetto e tira fuori una sigaretta) Fuoco?

SASÀ'             - Sta spento!

MILLY           - Cosa?

SASÀ'             - II fuoco! Stamattina ci siamo dimenticati di accenderlo!

MILLY           - (Specificando meglio) Hai un fiammifero?

SASÀ'             - Sono zolfanelli ! (Prende la scatola dei fiammiferi da cucina che ha in tasca e li porge alla ragazza) Prego!

MILLY           - Fammi accendere!

SASÀ'             - (Con mano tremante accende un fiammifero che fa spegnere, così avviene per un secondo ed il terzo) Provate voi, io non mi accendo facilmente!

MILLY           - Dai a me! (Prende la scatola ed accende la sigaretta) Ecco fatto! (Tira un paio di boccate sul viso di Sasà il quale resta affumicato e tossisce) Come hai detto che ti chiami?

SASÀ'             - Veramente io ho tre nomi!... Non so, però, se a voi piace più il primo, il secondo o il terzo!

MILLY           - Sentiamo!

SASÀ'             - Ecco, io originariamente mi chiamo Rosario Michele Cannine!

MILLY           - Salute!

SASÀ'             - Grazie! Dato il fatto che mamma è devota sia della Madonna del Rosario di Pompei, sia di San Michele Arcangelo e sia della Madonna del Cannine!... Così, per non fare torto a nessuno, ha pensato di chiamarmi con tutti e 3 i nomi!... Siccome, però, sarebbe stato troppo difficile chiamarmi "Rosario Michele Cannine!"... Mammà ha pensato di mettermi un "fesseggiativo", così adesso tutti mi chiamano "Sasà"- non è più bello?

MILLY           - Ma certo, mi sembra proprio una buona idea!

SASÀ'             - Io, poi, sarei anche il nipote di zio Gioacchino! (Indica la foto sui manifesti elettorali).

MILLY           - Capisco!... Io invece sono stata assunta.

SASÀ'             - Ah, anche voi avete un bei nome!

MILLY           - Quale?

SASA'             - II vostro, non avete detto che vi chiamate Assunta?

MILLY           - No, stavo dicendo che sono stata assunta da Don Gioacchino per lavorare qui!... Il mio nome è Milena, Milly per gli amici!

SASA'             - Però mi piaceva di più Assunta, ma visto che i nomi non si possono cambiare, vi chiamerò Mille! (Contìnua a guardarla con sguarado di traverso).

MILLY           - Ma per favore, smettila di guardarmi a quel modo, sei curioso!

SASA'             - Davvero?!... Scusate, ma mio cugino Alberto mi ha spiegato che per agganciare una ragazza, bisogna guardarla a questo modo!

MILLY           - Sono tutte sciocchezze, credi a me, ci vuole ben altro per far innammorare una donna!

SASA'             - Ecco qua!... Mi sembrava troppo semplice: i pantaloni, la camicia, il sigaro, lo sguardo fulminante!... Ho fatto una bella figura! (Si toglie il fazzoletto che aveva al collo) E' meglio che vada a cambiarmi, prima che arrivi mammà e mi sorprenda in flagrante! (Si avvia a sinistra).

MILLY           - E adesso dove vai?

SASA'             - Vado a togliermi questo costume di carnevale!

MILLY           - E non vuoi che ti insegni come si fa per conquistare una donna?

SASA'             - Lasciamo perdere che è meglio! (Fa per andare via)

MILLY           - Aspetta, vieni un attimo qui! (Sasà si ferma e si avvia verso di lei) Se vuoi imparare a fare il conquistatore, ti dico io come devi fare!

SASA'             - Non mi toccherà vestirmi in un altro modo?!...

MILLY           - Nossignore, i vestiti non c'entrano niente!

SASA'             - E come si fa, allora?

MILLY           - Vedi, caro Sasà, non c'è una regola fissa!... Ci sono centinaia di modi! (Gli fa cenno di avvicinarsi) Vieni qua, siedi affianco a me! (Lo prende per mano e lo attira a sé) Non avere paura, su!

SASA' -           - (Ripete a mò di giaculatoria) Gesù, Giuseppe e Maria, salvate il corpo e l'anima mia!

MILLY           - Cos'hai detto?

SASA'             - (Tremante) No, niente, si sta alzando!

MILLY           - Che cosa?

SASA'             - La febbre!

MILLY           - Hai la febbre?

SASA'             - Sissignore, a quarantacinque! (Torna a battere forte i denti) Signore, aiutami!

MILLY           - Allora stai attento a come si fa!... Prima lezione: si passa un braccio attorno alle spalle e si attira la ragazza, (Esegue) fino ad incontrare le sue labbra !... Hai capito? (Lo tiene ancora avvinghiato, mentre Sasà cerca disperatamente di liberarsi).

SASA'             - Sì, sì; ho capito!... Lasciatemi, ho capito tutto!

MILLY           - (Sorpresa) Ma perché, non ti piace?

SASA'             - Eccome se mi piace! Ma ho paura! (Riesce a liberarsi).

MILLY           - Ma di cosa hai paura?... Su, vieni; prova a fare come ti ho detto! Coraggio, non è diffìcile!

SASA'             - (Appoggia timidamente una mano sulla spalla di Milly) Così?

MILLY           - Di più, vai più dietro con quella mano!

SASA'             - (Ha un eccesso di entusiasmo ed attira a sé con forza la ragazza)

MILLY           - Piano, adesso esageri, mi soffochi! (Sasà allenta la stretta)

SASA'             - E adesso che debbo fare?!...

MILLY           - Avvicinati lentamente…

GRAZIELLA (In quel preciso momento si spalanca la porta di sinistra e compare in scena Graziella con una borsa dell’acqua calda in mano ed un grosso plaid,- coglie i due nel momento cruciale dell abbraccio) Disgraziato, farabutto! Ed io che ero venuto con la borsa dell'acqua calda per riscaldarti!

SASA'             - (Si alza pieno di paura e va a nascondersi dietro il divano) Mammà, io non ho fatto niente'  E' stata lei che mi voleva insegnare...

GRAZIELLA - Stai zitto, lascivo!... E tu, svergognata, chi sei'? (Mette le mani ai fianchi).

MILLY           - Stia calma, signora; io sono qui per lavorare!

GRAZIELLA -Ah!... Hai scelto un bel mesti ere!... Tusei venuta in questa casa per farci passare un guaio!

MILLY           - Ma che guaio, io sono stata assunta dal Signor Gioacchino!...

GRAZIELLA - E per fare cosa, sentiamo?

MILLY           - Per curare le relazioni sociali!... Stavo appunto insegnando a questo giovanotto come si fa ad entrare nella società!...

GRAZIELLA - Adesso ti faccio vedere io!... Tu sei una diavola che è uscita dall'inferno per rubare l'anima del mio Sasà!

MILLY           - Ma che diavolo, che anima!

GRAZIELLA - Sissignore, tu sei la moglie di Lucifero!... (Al figlio) Vieni subito qua, muoviti! (Afferra Sasà per un braccio e lo tira a sé) Guarda, guarda a mammà, com'è brutto il diavolo! (Indica con la mano la ragazza).

SASA'             - Mammà, che stai dicendo; a me sembra che quella è bona!

GRAZIELLA - Ti sembra, ma dentro quella scorza che dall'esterno sembra tanto bella, si nasconde una grande schifezza!

SASA'             - Mammà, ma il diavolo non ha le corna?

GRAZIELLA - Il diavolo può assumere tante sembianze: a volte appare come un serpente, a volte come un cane p qualche volta si può trasformare pure in una bella ragazza!... (Si rivolge alla donna) Vai indietro,Satana!

MILLY           - Ma questa non è una casa; questo è un manicomio!

GRAZIELLA - Esci da questa casa! (Fa segno con le mani di andare indietro. Poi si rivolge a Sasà e lo fa inginocchiare con le mani giunte) Facciamo la preghiera per scacciare il maligno! Ripeti insieme a me: Signore mio beato, tu che sei il re del creato, aiutaci in questo frangente e caccia questo diavolo immediatamente! Ripeti un'altra volta; Signore mio beato...... (Continua la cantilena insieme a Sasà cheripete strofa per strofa le parole di Graziella; intanto Milly scappa. Mentre Graziella e Sasà ripetono per l'ennesima volta la cantilena, cala la tela).

FINE DEL PRIMO ATTO

ATTO SECONDO

La stessa scena dell'atto precedente. E' il pomeriggio dello stesso giorno. All'alzarsi del sipario sono in scena Graziella, Letizia, Gioacchino e Sasà. Ognuno di essi è seduto ad un angolo della stanza. Tra loroè in atto una violenta discussione.

LETIZIA        - (Rivolta al marito) Hai distrutto la pace di questa casa facendo venire qui quella scostumata!

GIOACCH.    - La vuoi smettere con questa tiritera?!... Mettiti in testa una volta per tutte che io devo badare solo alle elezioni e cercare di raccogliere quanti più voti è possibile!

LETIZIA        - E li vuoi raccogliere a questo modo i voti?

GIOACCH.    - Come si dice: il fine giustifica i mezzi!

LETIZIA        - Io quella sfacciata in casa non la voglio più vedere!

GIOACCH.    - Ti ho già detto che Milly è la segretaria!

LETIZIA        - Ma che segretaria d'Egitto!

GRAZIELLA - Se avessi visto in che modo si strofinava addosso a Sasà sul divano! (Rivolgendosi al figlio, sdegnata) E tu che la lasciavi fare, vero?

SASA'             - (Timoroso) Mammà, io ho cercato di scappare, ma lei mi ha costretto con la forza!

GRAZIELLA - (Rivolgendosi a Gioacchino) Un diavolo ci hai portato in casa; un diavolo scatenato!

GIOACCH.    - (Risoluto) Graziella, stammi bene a sentire: se non ti vuoi più incontrare con questo diavolo, vatti a rinchiudere in un convento!... E, per favore, portati dietro pure questo balordo! (Indica Sasà).

LETIZIA        - (Con tono di sfida) Mi dispiace, caro Gioacchino; non è mia sorella che deve andare via, ma quella disgraziata!... Fino a prova contraria questa è anche casa mia!

GIOACCH.    - (Cerca di convincere la moglie con le buone) Letizia, stammi a sentire un momento e cerca di ragionare. La signorina Milly è venuta qui per aiutarmi a convincere certi personaggi importanti a darmi il loro appoggio!... Appena la campagna elettorale sarà finita, se ne andrà per sempre!

SASA'             - (Interviene in favore dello zio) Ha ragione zio Gioacchino; la signorina Milly è proprio indispensabile!

GRAZIELLA- Tu stai zitto e vai subito a confessarti da Fra Gaetano, raccontagli per filo e per segno quel gravissimo peccato che hai commesso con quella schifosa!... Vergognati! (Sasà abbassa la testa)

LETIZIA        - (Al marito) E tu stammi bene a sentire: quando toma quella sfrontata, avvertila che lasciasse in pace Sasà...

GRAZIELLA - (Continuando con lo stesso tono) ...perché se si permette di provocarlo un'altra volta, mi scordo del Vangelo e le cambio i connotati!

GIOACCH.    - (Ironico) State tranquille che nessuno lo toccherà!

LETIZIA        - Non lo deve neanche guardare! E stai anche tu al posto tuo, altrimenti poi facciamo i conti!...(Si alza di scatto e fa un cenno con la testa a Graziella) Graziella, andiamocene di là!

GRAZIELLA - (Si alza anche lei come un soldato) Sì, andiamo via subito, non vorrei incontrarmi di nuovo con quella diavola! (Si rivolge a Sasà) E tu, vieni via con me, muoviti!

SASA'             - (Si alza di mala voglia) Mammà, io ho da fare qua con zio Gioacchino! (Chiede conferma allo zio) Non è vero, zio, che dobbiamo scrivere a macchina?

GIOACCH.    - (Verso la cognata) Sissignore! Lascialo stare qua e non ti preoccupare che nessuno lo toccherà!

GRAZIELLA - (Minacciosa) Gioacchino, stai attento perché se gli dovesse succedere qualcosa, ti riterrò responsabile, chiaro?

GIOACCH.    - Vai pure tranquilla; questo ha più paura di tè che del diavolo!

GRAZIELLA - (Al figlio) Giovanotto, stai attento, altrimenti questa volta non la passerai liscia! (Avviandosi a sinistra, ripete a mò di giaculatoria) Gesù, Giuseppe e Maria, allontanate questo diavolo da casa mia! (Escono insieme a sinistra Graziella e Letizia).

GIOACCH.    - (Rimasto in scena con il nipote, mette in ordine alcune carte sul tavolino).

SASA'             - (Chiede con ansia) Zio Gioacchino; quando torna la signorina Milly?

GIOACCH.    - (Si ferma a guardare severamente il nipote) Giovanotto, ma allora non hai sentito quello che ha detto tua madre?... Tu devi lasciar perdere la signorina Milly!

SASA'             - Se vuoi sapere proprio la verità, a me la signorina Milly mi piace assai! (Emette un sospiro) Oh!

GIOACCH.    - Ma come, tu non hai paura di andare all'inferno, in mezzo ai diavoli?

SASA'             - Lascia stare, zio!... Io, quando mi sono trovato abbracciato alla signorina sul divano, mi sono sentito in Paradiso, altro che inferno! (Si sente bussare alla porta) Ecco, questa sarà lei che ritoma! (Si prepara sul divano in attesa che arrivi la ragazz.a. Si mette con la mano di lato e le labbra pronte al bacio) Adesso mi faccio trovare pronto sul divano, come mi ha insegnato lei stamattina!

GIOACCH.    - (Si gira e vede il nipote in quella strana posizione) E adesso che stai facendo?!

SASA'             - Aspetto che arrivi la signorina!

GIOACCH.    - (Esasperato) Ma che vuoi aspettare! Piuttosto vai ad aprire la porta!

SASA'             - (Si avvia verso il fondo) Oh, Mille, arrivo! (Esce e toma dopo un pò con il Dr. Natali).

GUIDO           - Stia fermo per favore, si tolga dai piedi ! (Compare in scena furioso).

GIOACCH.    - Cos'è successo, dottore?

GUIDO           - Suo nipote, appena ha aperto la porta, mi si è buttato addosso con le braccia aperte e mi ha baciato sulle labbra! (Pulendosi la bocca col fazzoletto).

GIOACCH.    - (Al nipote che era entrato in quel momento) Sasà, cosa ti è preso!?

SASA'             - Mi sono sbagliato; pensavo fosse la signorina!

GIOACCH.    - Cerca di smetterla con questa storia!... Mettiti subito al lavoro, piuttosto! (Sasà prende i fogli che Gioacchino aveva in mano e li dispone in una cartellina, vicino alla macchina da scrivere sul tavolino) Scusi, dottore!...

GUIDO           - Prego!

GIOACCH.    - Come mai è venuto da solo, la signorina non c'è?

SASA'             - (Appena sente nominare la signorina, si fa vicino per ascoltare) Dove sta, dove sta?

GIOACCH.    - Sasà, smettila!

GUIDO           - Signor Gioacchino, è necessario chiarire una volta per tutte la situazione! La signorina Milly è venuta qui per svolgere il suo lavoro; ha bisogno però di tranquillità, di essere lasciata in pace, chiaro?

GIOACCH.    - Sissignore, ma adesso dove sta?

GUIDO           - E' qui fuori che aspetta!

SASA'             - (Appena sentite queste parole, apre piano la porta di fondo e scompare fuori).

GIOACCH.    - (Cerca invano di fermarlo) Sasà, dove stai andando?... Porca miseria, questo ragazzo è una cosa impossibile !

GUIDO           - Signor Gioacchino, la signorina è rimasta scandalizzata!... Sua cognata c'è mancato poco che la prendesse a schiaffi; l'ha insultata! Sapesse cosa le ha detto?!

GIOACCH.    - So tutto!... Ma io l'avevo avvertita: Graziella è bigotta e certe cose non le può sopportare!... Ma non sarebbe meglio se licenziassimo la signorina e la sostituissimo con un uomo?

GUIDO           - Non è possibile!... Mai come adesso abbiamo bisogno della sua presenza qui! Ero venuto a dirle che sono riuscito ad agganciare due persone molto, ma molto influenti!

GIOACCH.    - (Gli si illuminano gli occhi) Davvero?

GUIDO           - Sicuro!... Se riusciremo a conquistarci il loro appoggio, guadagneremo certamente un sacco di voti!

GIOACCH.    - Magari fosse vero!... E chi sono queste due persone?

GUIDO           - E' presto detto: sono due personaggi che appartengono ad ambienti in antitesi, in contrasto tra di loro! Per questo non devono assolutamente incontrarsi; anzi l'uno deve ignorare che siamo in contatto con l'altro e viceversa. Altrimenti il nostro piano sarebbe fallito in partenza.

GIOACCH.    - Dottore, è mezz'ora che sta girando intomo al discorso ed ancora non mi ha detto i nomi di questi due personaggi !

GUIDO           - Si tratta di Don Vincenzo Serraglio, soprannominato lo "sciupafemmine" e Don Carlo Sacrestia!

GIOACCH.    - (Ha un moto di sorpresa) Salute!

GUIDO           - Non si preoccupi!... Ho già pronto un piano infallibile per legarli al nostro carro. Mi segua un momento: Don Carlo Sacrestia è il presidente del comitato cittadino per l'assistenza ai poveri !... Un uomo castigato, di costumi integerrimi e di moralità intransigente!

GIOACCH.    - E questo si potrebbe mettere in contatto con mia cognata la bigotta!

GUIDO           - Appunto !... Io ho pensato che potremmo far incontrare il caro don Carlo con la Signora Graziella. Egli si formerebbe, così, un ottimo concetto di voi e ci concederebbe il suo autorevole appoggio, dando un grosso contributo alla nostra causa!

GIOACCH.    - (Approvando l'idea) Questa mi sembra un'ottima idea!... Complimenti, dottore!

GUIDO           - Grazie!... Per Don Vincenzino, invece, possiamo giocare la carta della signorina Milly! Sappiamo bene come egli sia particolarmente sensibile al fascino femminile!

GIOACCH.    - Certamente!... Io lo conosco abbastanza bene! Don Vincenzo, appena vede una bella donna, non ragiona più!... Diventa un agnellino e gli si può chiedere qualunque favore!

GUIDO           - Stia tranquillo che Milly saprà lavorarselo a dovere!

GIOACCH.    - E allora non perdiamo altro tempo; chiami subito la signorina Milly che si prepari a ricevere Don Vincenzo!

GUIDO           - E la signora Graziella?

GIOACCH.    - Per lei non si preoccupi, non appensa sarà arrivato Don Carlo, la farò chiamare perché possa chiedergli un sostanzioso appoggio in parrocchia!

GUIDO           - Molto bene!... Mi sembra un piano perfetto che non può fallire!... Ora faccio entrare la Signorina!... Ma è sicuro che la Signora Graziella non farà un'altra scenata?

GIOACCH.    - Ho sistemato tutto qualche minuto fa, stia tranquillo!

GUIDO           - (Si affaccia alla porta di fondo e chiama la signorina) Signorina, venga pure, non c'è pericolo! (Milly entra in scena con un vestito più eccentrico di quello che aveva nel primo atto ed in testa un curioso cappellino. Alle sue spalle compare Sasà che la segue come un 'ombra, con sguardo desideroso).

GIOACCH.    - (Guarda la ragazza) Ma come si è conciata?

GUIDO           - Le ho consigliato io di vestirsi così!... E' l'abbigliamento adatto per fare presa su Don Vincenzo, non le pare?

GIOACCH.    - Se lo dice lei!

GUIDO           - Allora io vado a controllare che sia tutto pronto per il discorso di questa sera! (Alla ragazza) Lei, Milly, resti qua e cerchi di fare un buon lavoro, mi raccomando! (Si avvia al fondo) Ci vediamo più tardi!

GIOACCH.    - Arrivederci!

MILLY           - (Cerca di allontanare Sasà) Per favore, signor Gioacchino, dica a suo nipote di allontanarsi da me; non vorrei che arrivasse la madre e facesse un'altra scenata!

GIOACCH.    - (Richiamando il ragazzo) Sasà, ma tu vuoi scherzare col fuoco? Allontanati subito dalla signorina. Stai attento piuttosto a ciò che devi fare!

SASÀ'             - (Si sposta di qualche metro dalla ragazza) Che debbo fare??

GIOACCH.    - Io devo andare immediatamente alla sede del partito per incontrare il gruppo giovanile !... La signorina Milly se ne andrà di là nello studio, mentre tu resterai qua...

SASÀ'             - (Interrompendolo) ...non potrei andare anch'io di là, nello studio, insieme alla signorina?

GIOACCH.    - Nossignore! Se ho detto che devi restare qua, ci sarà pure un motivo!... Stanami bene a sentire: tra qualche minuto verranno qui Don Vincenzo Serraglio e Don Carlo Sacrestia. Stai bene attento, mi raccomando, perché non debbono assolutamente incontrarsi! Non appena arriva Don Vincenzo, senza perdere nemmeno un minuto, lo farai entrare di là, nello studio, dove ci sarà la signorina Milly ad aspettarlo; è chiaro?

SASÀ'             - Sissignore!...

GIOACCH.    - Quando arriva Don Carlo, invece, lo farai parlare con tua madre, in attesa che io sia rientrato!... Stai bene attento e non combinarmi qualche altro guaio!

SASÀ'             - (Sicuro di sé) Vai pure, zio, penso io a tutto! (Gioacchino si avvia verso il fondo, poi si rivolge a Milty la quale, nel frattempo, si era seduta al divano).

GIOACCH.    - Mi raccomando, signorina, questo Don Vincenzo è un personaggio importantissimo che può farci guadagnare un sacco di voti!

MILLY           - Me lo saprò lavorare a dovere .'...Vada pure tranquillo!

GIOACCH.    - Bene, ci vediamo più tardi! (Esce dal fondo).

SASÀ'             - (Si assicura prima che la porta di sinistra sia ben chiusa; prende una sedia e la mette sotto la maniglia per impedire che la porta si apra) E adesso a noi due!

MILLY           - (Stava ancora seduta sul divano, guardando una rivista).

SASÀ'             - Signorina Mille?!... (La ragazza finge di non ascoltarlo) Signorina Mille...

MILLY           - (Alza lo sguardo dal giornale) Cosa c'è?

SASÀ'             - Vogliamo passare alla seconda lezione?

MILLY           - (Seria) Giovanotto, pensavo di essere stata abbastanza chiara!... Io non ho nessuna intenzione di scontrarmi con quell'armadio di tua madre!... Ritengo che le lezioni siano finite!

SASÀ'             - Ma io adesso ho chiuso la porta in modo che mammà non possa disturbarci!... (Mostra la sedia dietro la porta) Guardate?... (Si avvicina in punta di piedi) Allora, dove eravamo rimasti?!... Ah, ecco; io ero di qua, voi di là! (Si lancia di scatto e fa per abbracciare Milly, la ragazza si sposta improvvisamente e Sasà finisce con le gambe levate e la testa sulla poltrona) Su, non fatevi pregare, venite qua!

MILLY           - (Lo stuzzica per gioco) Prendimi, se sei capace !

SASÀ'             - Ah, volete scherzare? E scherziamo! (Comincia a rincorrerla intorna al divano, mentre Miliy  emette dei gridolini di gioia) Su, fermatevi; mi fate girare la testa!

MILLY           - (Si ferma) Sono ferma!... Vedi, sono qua! (Sasà allunga la mano e riesce ad afferrare M,illy, la tira a sé ed insieme cadono con la testa sul divano. In quella posizione li trova Don Carlo Sacrestia che  in quel momento compare con viso burbero sotto l'arco della porta di fondo).

SASÀ'             - (Nella strana posizione in cui è rimasto) Aiutatemi, non riesco a rialzarmi! (Milly che non si era  accorta della presenza di Don Carlo; va ad aiutare Sasà dalla parte anteriore del divano. Il giovanotto ne approfitta per abbracciarla).

CARLO          - (Si schiarisce ia gola per dare un segno della sua presenza) Uhm!... Uhm! Buongiorno!

MILLY           - (Si ricompone) Mi scusi, venga pure avanti !

CARLO          - Grazie!... (Avanza di qualche passo e guarda Sasà con aria di censura. E' vestito di nero ed ha un colletto bianco, tanto da sembrare un prete) Sono qui perché ho appuntamento con il signor Gioacchino Lagatta!

MILLY           - La stavo aspettando !... Sono la sua segretaria particolare ed ho ricevuto l'incarico di intrattenerla piacevolmente in attesa che arrivi il signor Gioacchino. Spero non le dispiaccia? (Ammicca con intenzione).

CARLO          Affatto!

MILLY           - Mi scusi un momento! (Prende in disparte Sasà) Questo deve essere Don Vincenzo, vai un momento di là che me lo lavoro a puntino! (Intanto Don Carlo da un'occhiata in giro).

SASÀ'             - E la nostra lezione?

MILLY           - Stai tranquillo, la riprenderemo più tardi!... Vai adesso!

SASÀ'             - Ma senza fare più tanti giri inutili; dobbiamo riprendere da dove eravamo rimasti poco fa, chiaro?

MILLY           - Certo!... Adesso esci subito e stai attento: non appena io riesco a portare Don Vincenzo nello studio, toma qua fuori per aspettare Don Carlo!

SASÀ'             - (Ubbidisce a malincuore) D'accordo!

MILLY           - (Si rivolge a don Carlo) Ed eccoci finalmente soli!... Vuole accomodarsi? (Indica il divano).

CARLO          - (Stando sulle sue) No, grazie, preferisco stare in piedi! (Comincia a passeggiare nervosamente su e giù per la stanza) ...Il signor Gioacchino tarderà molto?

MILLY           - Sarà qui a momenti! Ma, come le dicevo, sono qua io per intrattenerla! (Si avvicina con fare voluttuoso a Don Carlo) Non vuole proprio sedersi?

CARLO          - (Seccato dall'insistenza di Milly, a malincuore siede al divano) Grazie!

MILLY           - (Soddisfatta) Ecco, bravo, così va meglio ! (Siede anche lei sul divano e lentamente gli si avvicina provocante) Fa parecchio caldo oggi! (Si sbottona un pò la camicetta).

CARLO          - (Spostandosi all'altro lato del divano) Se il signor Gioacchino tarda parecchio, posso tornare anche più tardi!

MILLY           - (Con voce melliflua ed avvicinandosi di nuovo) Perché vuole andar via?! Non le piace la mia compagnia?

CARLO          - No, non è questo!... E' che... mi sento imbarazzato, ecco! (Si guarda attorno) Potrebbe entrare qualcuno...

MILLY           - (Gli avvicina e gli accarezza dolcemente la mano) Cos'ha paura?... Possibile?!... Un uomo come lei?

CARLO          - (Tira via la mano) Signorina, io ho un'immagine da difendere, sa?!

MILLY           - Capisco bene!... Ma, se è solo per questo, possiamo andare di là, nello studio!... Non ci  disturberà nessuno!

CARLO          - (Scandalizzato) Signorina, come si permette! Lei non sa con chi sta parlando!

MILLY           - Certo che lo so!... Don Gioacchino mi ha pregato di riceverla e di intrattenerla a questo modo  perché conosce benissimo qual'é il suo debole, caro Don Vincenzo!...

CARLO          - Don che? 

MILLY           - Don Vincenzo!... Lei non è Don Vincenzo Serraglio, detto lo "sciupafernmine"??

CARLO          - (Seccato) Ma che sciupafernmine!

MILLY           - (Si da una manata sulla testa) Oh Dio!.,. Non mi dica che mi sono sbagliata, non me lo dica!

CARLO          - (Fa cenno di sì con la testa).

MILLY           - Povera me, lei allora è don Carlo, il Presidente!

CARLO          - Appunto, sono Don Carlo!

MILLY           - (Non sa come scusarsi) E adesso come faccio!... Mi scusi, è stato un equivoco! Come ho potuto confondermi. Del resto era così chiaro: lei veste come un sacerdote, doveva essere per forza lei!... C'è stato uno scambio di persona, mi creda! Non ero io che dovevo riceverla, ma la cognata del signor Gioacchino. Una santa, una donna tutta d'un pezzo; proprio come piace a lei!... Tra l'altro è una donna religiosissima ed incorruttibile! (Si volge a sinistra) Mi scusi un momento che la faccio chiamare subito! (Si avvia verso sinistra).

CARLO          - Si tratta forse della signora Graziella?

MILLY           - Appunto!

CARLO          - La conosco già!

MILLY           - Molto bene, meglio così!... Si sentirà più a suo agio! (Sta per uscire, ma viene bloccata da Don Carlo).

CARLO          - E adesso dove va?

MILLY           - Vado a chiamare la signora Graziella!

CARLO          - (Con fare equivoco e guardandosi attorno con circospezione) E perché? Non dovevamo andare di là, nello studio?

MILLY           - Ma Don Carlo, le ho già spiegato che si è trattato di un equivoco!

CARLO          - Beh, ormai è andata così....(Allarga le braccia) Sia fatta la volontà di Dio!... E poi, come si dice: ogni lasciata è perduta!... Andiamo?

MILLY           - (A parte) Alla faccia del moralista!

CARLO          - (Accelerando i tempi e guardando verso sinistra) Su, cosa aspetta, che venga qualcuno e ci veda!... Andiamo?

MILLY           - (Apre la porta di destra) E andiamo! (Entrano entrambi a destra).

SASA'             - (Dopo qualche secondo, fa capolino dalla porta di sinistra; vedendo che la stanza è vuota, entra in scena) Porca miseria, si sono già infrattati!... Caspita che uomo, questo Don Vincenzo, non perde un attimo di tempo! (Va a spiare dal buco della serratura della porta di destra) Salute; e questi sono già arrivati alla quinta lezione! (Si mette a spiare nuovamente, facendo ogni tanto dei gesti con la mano verso il pubblico. In questa posizione lo sorprende poco dopo Alberto che entra in scena dalla porta dicendo).

ALBERTO     - Sasà, che stai facendo??

SASA'             - (Si spaventa e sussulta) No, mammà, non ho fatto niente di male!

ALBERTO     - (Sorridendo per la paura del cugino) Giovanotto, ma tu pensi sempre a tua madre?

SASA'             - (Risollevato) Ah, sei tu, Alberto?

ALBERTO     - (Incuriosito) Ma cosa stavi spiando?

SASA'             - Caro Alberto, io ho passato un guaio!

ALBERTO     - Di che si tratta?!

SASA'             - (Lo fa sedere al divano e racconta tutto facendo segno che di là c’è un pezzo di ragazza) Siediti un momento e stammi bene a sentire: in quella stanza c'è un bei pezzo di ragazza!

ALBERTO     - E questo per te sarebbe un guaio?

SASA'             - Nossignore!... Il fatto è questo: (Continua a raccontare rapidamente l'accaduto, facendo gesti molto significativi) Dimmi adesso un pò come posso fare! La signorina Milly sarebbe anche disposta a darmi qualche altra lezione, ma tu capisci che se mammà ci sorprendesse di nuovo, sarebbero guai grossi! Che posso fare per uscire da questa situazione?

ALBERTO     - Caro Sasà, qua c'è una sola cosa da fare: devi ribellarti!

SASA'             - E come si fa per ribellarsi?

ALBERTO     - E' semplicissimo: tu domani mattina, appena sveglio, prendi la bicicletta e senza dire niente a nessuno te ne vai in campagna, alla vecchia masseria di zio Giovanni! Lascia un biglietto sul cuscino, in maniera che - quando tua madre entra in camera tua per svegliarti lo trova!

SASA'             - E cosa ci scrivo sul biglietto?

ALBERTO     - Adesso vedrai! (Prende un foglio e scrive poche parole) Tieni, leggi!

SASA'             - (Legge ad alta voce) Mamma carissima, ho bisogno di respirare un poco; perciò me ne vado per il mondo in cerca di avventura!... Non mi cercare, non mi troveresti! Addio per sempre! Tuo figlio Rosario Michele Cannine!... (Poco convinto) Ma a che serve tutto questo?!...

ALBERTO     - Serve per far capire a tua madre che ti deve lasciare in pace!... Fai come ti ho detto: ricopia il biglietto con la tua calligrafìa e domani mattina lascialo sul cuscino!

SASA'             - Mi preoccupa una cosa soltanto: che mammà sia capace di venirmi a trovare anche là!

ALBERTO     - Certo, se tu scriverai sul biglietto il posto dove sei nascosto, tua madre verrà sicuramente anche là!... Stai tranquillo che io domani sera ti porterò qualcosa da mangiare! Sbrigati a copiare il biglietto, su!... Ci vediamo domani sera in campagna! (Esce dal fondo).

SASA'             - Forse ha ragione Alberto, se non le faccio prendere uno spavento, mammà mi opprimerà per tutta la vita con questa storia del peccato mortale e del diavolo !... Ma, dico io, che se ne frega se io voglio andare all'inferno! Vediamo di ricopiare in bella il biglietto! (Comincia a scrivere su un foglio) Allora: Mammà carissima... ti scrivo... (In quel momento sotto l'arco della porta di fondo compare Don Vincenzo Serraglio. E ' un uomo sui 45 anni, ben vestito con panciotto, cravatta a farfalla, un bastoncino di bambù, una paglietta in testa, fazzoletto al taschino e fiore all'occhiello).

VINCENZO   - (Batte con il bastoncino allo stipite della porta) Giovanotto!

SASA'             - (Tutto preso dal suo lavoro, non si avvede che Don Vincenzo ha bussato, finché costui non gli arriva dietro, battendogli il bastoncino su una spalla e ripetendo il grido più forte) Chi è?... (Sasà, spaventato, prende il foglio sul quale Alberto aveva scritto il messaggio e lo mette in bocca) Perdonami, mammà, non me ne andrò mai; starò sempre accanto a tè finché tu vorrai!

VINCENZO   - (Sorpreso) Giovanotto, ma tu che stai dicendo?

SASA'             - (Rassicurato, prende fiato) Ah, siete voi?... Scusate, mi sono sbagliato!

VINCENZO   - (Con fare da mafioso) E cerca di non sbagliare più, perché con me poco si scherza!... Tu non sai chi sono io...

SASA'             - No, lo so,lo so!

VINCENZO   - Ah, beh!... E don Gioacchino non c'è?

SASA'             - No, è uscito un momento, ma tornerà prestissimo! (A parte verso il pubblico) Se il signore che sta di là con la signorina Milly è Don Vincenzo Serraglio, il dongiovanni, questo deve essere Don Carlo, il sacrestano! Io, però, mi ero fatto un'idea di versa di lui.... Questo mi sembra un arrogante e presuntuoso!... Eh, ma sta fresco; adesso vado a chiamare mammà e lo faccio mettere a posto! (Si. rivolge a Don Vincenzo, indicando il divano) Se vi volete accomodare?

VINCENZO   - No, grazie, preferisco restare in piedi!

SASA'             - Accomodatevi in piedi, allora! (Si avvia verso sinistra, ma viene bloccato da Don Vincenzo).

VINCENZO   - Giovanotto, tu chi sei?

SASA'             - Sono il nipote di Don Gioacchino!... Scusate un momento, vado a chiamare mammà!

VINCENZO   - Giovanotto, dimmi una cosa: tua madre è sposata?

SASA'             - Certamente, altrimenti io come sarei nato?

VINCENZO   - E tuo padre come si chiama?

SASA'             - Salvatore!

VINCENZO   - Ah!... E... vive qui, in città?

SASA'             - Sì, ma verso la periferia!

VINCENZO   - (Incuriosito) E' strano che io non abbia il piacere di conoscerio?... Dimmi, giovanotto, tuo padre non esce mai, non viene mai sul corso?

SASA'             - E come potrebbe?!... Quello non si può muovere per nessun motivo!

VINCENZO   - Possibile che non si faccia una passeggiata neanche di Domenica?

SASA'             - Macché!... Di là non può uscire mai: ne la Domenica, ne a Pasqua, ne a Natale e neanche a Ferragosto!

VINCENZO   - Addirittura!... Ma toglimi una curiosità, tuo padre dove sta?

SASA'             - Al cimitero!

VINCENZO   - E che fa, il beccamorto?

SASA'             - No, fa il morto!

VINCENZO   - Che imbecille!... Non potevi dirmi subito che sei il figlio della vedova?

SASA'             - Vado a chiamare mammà!... Scusate! (Si affaccia alla porta di sinistra e grida con tutte le forze) Mammà, vieni subito qua, presto!

GRAZIELLA - (Si catapulta in scena come un proiettile portando un matterello in mano) Dove sta quella svergognata... Lascia in pace il mio passerotto, hai capito? (Si guarda attorno e resta delusa. Si rivolge quindi al figlio) E allora, Sasà?... Dove sta quella sfacciata?

SASA'             - Calmati un momento, mammà!... Non ti ho chiamata per la signorina Milly. C'è questo signore che devi intrattenere tu in attesa che tomi zio Gioacchino (Indica Don Vincenzo).

GRAZIELLA - (Gli consegna il mattarello) Vai di là e riponi in cucina questo matterello!

SASA'             - (Si avvicina pauroso, prende il mattarello con circospezione) Ci vado subito!... (A Don Vincenzo) Scusatemi! (Esce a sinistra).

GRAZIELLA - (Rimasta sola con Don Vincenzo) Lei vuole parlare con me?

VINCENZO   - A dire il vero, avrei un appuntamento con il signor Gioacchino; ma siccome lui non è in casa, approfitto per stare cinque minuti con una bella donna come lei!

GRAZIELLA - (E' imbarazzata e lo dimostra subito) Oh, mi fa arrossire!

VINCENZO   - Signora, se permette mi voglio presentare: Vincenzo Serraglio, Enzo per gli amici! (Porge la mano con un perfetto inchino).

GRAZIELLA - Molto piacere! (Stringe la mano) Grazia La noce, vedova Castagna!

VINCENZO-Molto lieto!

GRAZIELLA - Prego, si accomodi signor Vincenzo!

VINCENZO   - Grazie! (Siedono) Però se vuole rendermi felice, mi chiami "Enzo"!

GRAZIELLA - (Con la mano sulla bocca) Oh!... Non posso!

VINCENZO   - E perché?

GRAZIELLA - Non siamo mica amici, ci siamo appena conosciuti !

VINCENZO   - Va bene, ha ragione, ma che ci vuole per fare amicizia?... E' sufficiente che due persone stanno un quarto d'ora insieme, si scambino qualche confidenza e subito diventano amici! E poi, se devo essere sincero, io quando incontro una bella donna come lei, me ne vado in sollucchero !... Non so io stesso cosa mi prende! (Le prende una mano).

GRAZIELLA - (Scostandosi e ritirando la mano) Stia calmo, signor Vincenzo, io porto ancora il lutto di Salvatore mio!

VINCENZO   - Dopo vent'anni?... E quando pensa di toglierlo?

GRAZIELLA - Mai!... Chi si potrà mai dimenticare di Salvatore?... Come si dice: "il prim'amore non si scorda mai"!

VINCENZO   - Ma lei è ancora giovane, nel fiore degli anni !... Una bella donna come lei non può trascorrere tutta la vita da sola, senza un uomo vicino!

GRAZIELLA - E chi le ha detto che sono sola?... Io ho il mio Sasà e poi, c'è Salvatore che mi sta sempre vicino! (Gli mostra un medaglione appeso al collo) Eccolo qua, sta sempre con me, non mi lascia sola un  momento! Notte e giorno, fino alla morte! Per tutti i secoli dei secoli...

VINCENZO   - Amen!... Signora Graziella, per lei ci vuole un uomo in carne ed ossa, non un ritratto; ci vuole qualcuno che la faccia rinascere! (Si avvicina piano piano) Lei stasera esce?

GRAZIELLA - Sissignore, devo andare alla Chiesa di San Leonardo per la novena.

VINCENZO   - A che ora termina la novena?

GRAZIELLA - Verso le otto!

VINCENZO   - Allora io l'aspetto dietro la Chiesa, alle otto!

GRAZIELLA - (Si scosta scandalizzata) Don Vicenzo, ma è impazzito?... Lei è un diavolo che è comparso sulla mia strada!

VINCENZO   - Ma che diavolo? Io sono l'uomo che ci vuole per lei!

GRAZIELLA - (Comincia a declamare giaculatorie) Gesù Giuseppe e Maria, allontanate questo diavolo da casa mi a!

VINCENZO   - Ha ragione, sono un diavolo scatenato e mi trovo in mezzo alle fiamme dell'inferno. Ecco,mi sento un fuoco qua! (Indica il petto) E adesso chi lo spegne questo fuoco?

GRAZIELLA - (Decisa) Ci penso io a spegnerlo, con un bel secchio di acqua gelata! Don Vincenzo, è inutile che s'infiamma, perché con me non c'è niente da fare!

VINCENZO   - Mi lasci almeno una speranza!

GRAZIELLA - (Secca e risoluta) Si tolga queste idee dalla testa!... (Si alza con passo deciso e gli indica la porta) Ed ora, per favore, se ne vada; potrebbe arrivare qualcuno e pensare chissà cosa!

VINCENZO   - (Si alza, quasi supplichevole) Io l'aspetto stasera alle otto, dietro la Chiesa.

GRAZIELLA - (Gli porge la mano per licenziarlo) Per favore, se ne vada!

VINCENZO   - (Le stringe la mano) Allora che fa, ci viene?!

GRAZIELLA - Don Vincenzo, mi lasci la mano ! (Riesce a scrollarsi la mano e spinge fuori Don Vincenzo) Vada via di qua e non ci torni più, perché di diavoli in questa casa ce ne sono già troppi!

VINCENZO   - (Uscendo le lancia un bacio) Ci vediamo stasera!

GRAZIELLA - (Rimasta sola in scena, cerca di ricomparsi, di darsi un contegno; si aggiusta i capelli con la mano) Ma cosa vorrà mai da me questo Don Vincenzo?!... Mi sembrava una furia!... (Dubbiosa) Non avrò sbagliato a trattarlo a quel modo?... Magari questa poteva essere una prova che ha mandato il Signore sulla mia strada... Un messaggio divino ed io non ho saputo riconoscerlo!... Avrei forse dovuto acconsentire alla sua proposta ed incotrarìo per cercare di redimerlo? ...Del resto anche Gesù accettò l'invito della Maddalena, pur sapendola peccatrice!... Sì, ho sbagliato!... Ma posso ancora rimediare... Lui mi aspetta alle otto dietro la Chiesa ed io ci andrò... Ma solo per riportare un peccatore sulla retta via!...

LETIZIA        - (Arriva da sinistra) Graziella, stai ancora qui?... Non vai a prepararti per andare alla novena?

GRAZIELLA - (Confusa) No, sì... Ecco, sono qua perché mi ha chiamata Sasà...

LETIZIA        - Vai a prepararti, altrimenti rischiamo di arrivare tardi in Chiesa.

GRAZIELLA - (Cercando di essere convincente, imbarazzata) Ascolta un momento, Letizia, volevo dirti una cosa: se tu hai da fare in casa e non mi puoi accompagnare in chiesa, non preoccuparti; posso andarci anche da sola.

LETIZIA        - Ma come, stasera è l'ultima sera della novena e non vorrei proprio perdere la bella predica di Fra' Gaetano!

GRAZIELLA - Stai tranquilla, quando torno te la saprò raccontare per filo e per segno!

LETIZIA        - (Perplessa) Mah, se tu vuoi così!

GRAZIELLA - (Tutto d'un fiato) Ah, dimenticavo di dirti un'altra cosa: stasera, alla fine della novena c'è l'adunanza delle mamme apostoliche!

LETIZIA        - Ma come mai ieri sera non l'hanno comunicato in Chiesa?...

GRAZIELLA - (Farfugliando una scusa) No, sì, ecco... poco fa ho ricevuto una telefonata di Fra' Gaetano il quale  si  è  scusato dicendo che ieri  sera aveva dimenticato di comunicare l'avviso al termine della funzione !

LETIZIA        - (Poco convinta) Ah, ecco!

GRAZIELLA - Perciò, se io dovessi tardare un poco, non preoccuparti!

LETIZIA        - Va bene! (A parte) Graziella oggi mi sembra un poco strana!

GIOACCH.    - (Arriva in quel momento dalla porta di fondo) E voi che ci fate qua? (Verso Graziella) Graziella, hai parlato con Don Carlo Scarestia?

GRAZIELLA - (Cadendo dalle nuvole) Io non ho visto nessun Don Carlo; piuttosto ho incontrato quel diavolone. Come si chiama?

GIOACCH.    - Don Vincenzo Serraglio!

GRAZIELLA - (Con eccessivo scandalismo) Appunto.'... Se sapessi che proposte oscene ha osato farmi?!

GIOACCH.    - Porca miseria, sembra che lo facciano apposta; ogni qualvolta io do qualche disposizione, la interpretano sempre al contrario!  Chissà che altro macello mi avrà combinato quell'imbecille buono a niente! Dove sta?

GRAZIELLA - Chi, il diavolo?... Gesù Giuseppe e Maria! (Si fa la croce).

GIOACCH.    - Graziella, per favore, smettila di vedere il diavolo in ogni persona che si affaccia in casa! Adesso basta, chiaro?... (Chiamando verso sinistra) Sasà!... Sasà!.

LETIZIA        - (Si. rivolge con aria dura al marito) Gioacchino, certe persone in questa casa non devono entrarci, chiaro? Non bastava quella sgualdrina, adesso ci mancava solo quelsto scomunicato di Don Vincenzo lo sciupafemmine!!

GIOACCH.    - Letizia, smettila! Altrimenti prendi tua sorella e tuo nipote e andatevene per un mese al mare!

SASA'             - (Arriva da sinistra) Mi hai chiamato, zio?

GIOACCH.    - Sissignore! Don Carlo è venuto?

SASA'             - Certamente! L'ho fatto parlare con mammà, come mi avevi detto tu!

GIOACCH.    - (Su tutte le furie) L'imbecille che sei!.... Quello era Don Vincenzo, lo sciupafemmine!

SASA'             - Salute!... Allora quello che sta nello studio con la segretaria è Don Carlo, il sacrestano!

GIOACCH.    - E che sta facendo?!

SASA'             - Sta imparando il catechismo!

LETIZIA        - (Si. frappone in mezzo, nel discorso tra i due) Si può sapere cos'è successo?

SASA'             - E' successo che il sacrestano si è fatto compare con il diavolo!

GIOACCH.    - (Fa cenno di tacere, si avvicina con circospezione alla porta di destra, apre lentamente uno spiraglio e chiude poi di colpo la porta dopo aver dato una fugace occhiata all'interno, poi fa segno con le mani). Alla faccia del sacrestano!

LETIZIA        - (Si fa avanti minacciosa) Chi ci sta in quella stanza?

GIOACCH.    - (Imbarazzatissimo) Chi vuoi che ci sia?... Nessuno

LETIZIA        - Nessuno?... Lasciami vedere! (Si avvia verso la porta di destra).

GIOACCH.    - (Ponendosi davanti alla porta) No, lascia slare; non c'è niente da vedere!

LETIZIA        - (Con forza) Spostati, Gioacchino, altrimenti questa cosa va a finire male! (Afferra il marito e vorrebbe spingerlo via, ma non ce la fa) Graziella, che fai lì impalata, vieni a darmi una mano!

GIOACCH.    - Insomma, vuoi convincerti che quella porta non si può aprire?

LETIZIA        - Se non mi dici immediatamente cosa sta succedendo là dentro, entro in quella stanza e faccio un macello; hai capito? Un macello faccio!

GIOACCH.    - E calmati un momento, cerchiamo di ragionare! Io avevo invitato qui Don Vincenzo Serraglio che doveva parlare con la segretaria e Don Carlo Sacrestia che doveva incontrarsi con Graziella! Questo deficiente... (Indica Sasà) come al solito non ne azzecca una ed ha invertito le cose. E' successo così che Don Vincenzo si è incontrato con Graziella e Don Carlo sta nello studio con la segretaria!... Questo è tutto!

LETIZIA        - (Su tutte le furie) Ma tu vuoi mettere alla prova la mia pazienza? Cosa credi che questa sia diventata una casa di appuntamenti?... (Si avvia minacciosa a destra) Adesso ti faccio vedere che succede a questa baldracca! (Scuote violentemente la porta di destra) Signorina segretaria, esca un momento qua fuori!

GIOACCH.    - (Cerca di fermarla) Letizia, smettila! Così mi farai perdere le elezioni!

LETIZIA        - (Aiutata da Graziella lo spinge di lato) Togliti dai piedi! (Scuote anora la porta) E lei, venga subito fuori di là, presto! (Spalanca la porta con un colpo secco).

CARLO          - (Viene fuori da destra con i capelli arruffati ed il viso rosso come un peperone, camicia di fuori e pantaloni appesi) Signora, c'è stato un equivoco; io mi trovo qui per sbaglio!

LETIZIA        - Che equivoco!... Esca! (Indica la porta di fondo).

CARLO          - (Cercando di mettersi a posto) Mi lasci almeno sistemare un pò!

LETIZIA        - (Risoluta non ammettendo repliche) Fuori !

CARLO          - (Farfugliando qualche cosa esce dal fondo) Povero me, quando si saprà in giro una cosa simile 'Che figura! (Scompare)

LETIZIA        - (Si affaccia alla porta di destra) E lei, bella signora, raccolga i suoi quattro stracci e se ne vada immediatamente !

GIOACCH.    - Ma insomma, la vuoi smettere?

LETIZIA        - (Con le mani ai fianchi) Gioacchino, stammi bene a sentire: mettiti in testa una volta per tutte che questa non è una casa; questa è una chiesa, un santuario, una basilica e tu, la vorresti trasformare in un bordello!... E stai bene attento perché se mi porti in casa un'altra diavola come questa, ti farò vedere di cosa è capace Letizia Lanoce! (Alla sorella) Andiamocene di là! (Insieme escono a sinistra, mentre Sasà e Gioacchino si guardano in faccia stupiti, cala la tela).

FINE DEL SECONDO ATTO

ATTO TERZO

 La stessa scena degli atti precedenti. Sono passati due giorni dalla fine del 2° atto. All'alzarsi del sipario sono in scena Graziella Gioacchino e Letizia. Graziella, sconsolata, ha m mano la lettera lasciala sul cuscino dal figlio e la legge disperatamente alla sorella ed al cognato.

GRAZIELLA - Povera me, povera me!... Sono due giorni che andiamo in giro alla ricerca di Sasà... Abbiamo provato a chiedere a tutti, ma nessuno sa dove sia andato!

GIOACCH.    - (Cercando di tranquillizzarla) Non preoccuparti, vedrai che stasera stessa tornerà a casa!

GRAZIELLA - Non ci credo!... Ho paura che gli possa succedere qualcosa di grave! Povera me, non bastava la disgrazia di mio marito, ora ho perduto anche il mio Sasà!... (Singhiozza) Una famiglia distrutta!

GIOACCH.    - (Cercando di rasserenarla) Ma secondo tè, dove può essere andato?

GRAZIELLA - (Indica il foglio) Sentite cosa ho scritto nella lettera che mi ha lasciato sul cuscino: (Legge un pezzo) "Me ne vado intomo al mondo in cerca di avventura!"... Chissà in quale parte del mondo si troverà ora: forse in America o in Cina!

GIOACCH.    - (A parte) Come Marco Polo!... Ma non dire sciocchezze! Io credo che prima di stasera tornerà a casa!... Piuttosto, quando sarà tornato, non opprimerlo nuovamente; cerca di lasciarlo in pace con le tue storie dell'inferno e del peccato mortale!

GRAZIELLA - (Come se avesse avuto una illuminazione) Fosse scappato con quella spudorata della segretaria?... Come si chiama?

LETIZIA        - (Con aria sarcastica) Milly!

GIOACCH.    - (Cercando di troncare il discorso) Ma smettetela di pensare certe sciocchezze!

GRAZIELLA - Una cosa è certa; da quando quella sgualdrina è entrata in questa casa, il mio Sasà è cambiato da così, a così! (Gira il palmo della mano).

LETIZIA        - Ci hai fatto un bei regalo, caro Gioacchino!... Maledetto il giorno in cui ti è venuto in mente di entrare in politica!

GIOACCH.    - Smettetela una buona volta di vedere diavoli dappertutto!... Mettetevi bene in testa una cosa: siete voi che vi ostinate a vivere fuori dalla realtà. Cercate di adeguarvi; oggi il mondo va avanti così!

GRAZIELLA - Che vorresti dire, Gioacchino, che siccome il mondo va avanti così dovremmo adeguarci tutti?... Cioè se un politico ruba, dovremmo rubare tutti; se la gente si droga, dovremmo diventare tutti drogati e via dicendo? Ma non ti accorgi di quanta schifezza c'è in giro?... Non si può più uscire di casa per quante oscenità si vedono dappertutto! (Con aria disgustata) E i giovani moderni non si vergognano più di niente, sono capaci di tutto, fanno l'amore dovunque, anche in mezzo alla folla!... Che schifo!... E' uno scandalo continuo; un peccato mortale!... Ma, dico io, se pure volete fare certe porcherie, andatele a fare dove non vi vede nessuno!... Eh, ma verrà un castigo di Dio!

GIOACCH.    - Ma dimmi una cosa, Graziella!... Secondo tè questi giovani fanno peccato mortale perché si fanno vedere dalla gente, mentre se lo facessero di nascosto, non peccherebbero!... Io penso che il peccato è sempre peccato, no?

GRAZIELLA - Nossignore, chi da scandalo pecca due volte!

GIOACCH.    - Graziella, ma che stai dicendo?!... (Al pubblico) Una volta, due volte!... Ma che scandalo e scandalo ! Ormai la gente si è abituata a certe cose e nessuno più ci bada! Per esempio l'altra sera, quando tu ti sei incontrata dietro la sacrestia della Chiesa con Don Vincenzo lo sciupafemmine, nessuno si è scandalizzato!

GRAZIELLA - (Confusa, vorrebbe negare, ma comincia a balbettare qualche parola incomprensibile)  Io?...... Ma.. ma tu-tu che dici, Gioacchino?

LETIZIA        - (Sorpresa dalle parole del marito) Graziella, è vero? (Graziella abbassa la testa e non  risponde. Poi Letizia dice a parte, perché la sorella non la senta) Perciò ha voluto andare da sola alla novena!.. E poi, quando è tornata, aveva il viso rosso come un fuoco e si è giustificata dicendo che dentro il salone, dove c'era l'adunanza, faceva caldo! (Si rivolge nuovamente alla sorella) Graziella, non dici niente?

GRAZIELLA - Lasciatemi in pace! (Singhiozzando, scappa verso sinistra).

GIOACCH.    - E brava la bigotta!

LETIZIA        - (Rimproverando il marito) Ma non potevi fare a meno di dirglielo?

GIOACCH.    - E' stata lei a provocarmi con i suoi discorsi moralistici!... Non fa altro che predicare dalla mattina alla sera, e poi si va infrattando come le signorinelle di primo pelo !

LETIZIA        - Gioacchino, lasciala in pace, per favore!... Pensiamo piuttosto al povero Sasà che non ancora si è fatto vivo!... Che si potrebbe fare?

GIOACCH.    - Niente, io direi di aspettare fino a stasera!... Se non dovesse ritornare, facciamo mettere la foto sui giornale!

LETIZIA        - Speriamo che non gli sia successo niente!... Intanto io vado di là, da Graziella; cerco di farla calmare!... Mi raccomando, quando la incontri, non le dire più niente! (Esce a sinistra).

GIOACCH.    - (Rimasto solo in scena, passeggia nervosamente per la stanza e va ripetendo a se stesso) Guardate un pò che macello ! Tutto il piano per le elezioni sta srumando: Don Carlo è scappato e non tornerà più nemmeno se lo mando a prendere con i carabinieri !... Mi rimane una sola speranza: quella di recuperare  un pò di voti da don Vincenzo Serraglio...

LETIZIA        - (Si sente la voce dall'esterno a sinistra) Graziella, su, non fare così; apri!

GRAZIELLA - (Voce di dentro a sinistra, in preda ad una crisi nervosa) Lasciatemi in pace; non voglio vedere nessuno!. ..(Batte i piedi per terra ed urla con tutte le forze) Andate via!

GIOACCH.    - (Si rivolge a sinistra) Letizia, cos'è stato?

LETIZIA        - (Preoccupata, si affaccia in scena) Graziella si è chiusa a chiave nella sua stanza e non vuole aprire la porta!... Si è messa ad urlare come una pazza che vuole essere lasciata in pace!

GIOACCH.    - E lasciala perdere, vedrai che tra poco le passa!

LETIZIA        - Ma che diamine, Gioacchino, tu prendi tutto sottogamba!... Ci fosse mai una volta che ti precipitassi!

GIOACCH.    - (Adirato) Adesso basta! Con queste storie mi avete fatto perdere due giorni di campagna elettorale!... Vai di là e cerca di convincerla con le buone maniere ad aprire la porta, vai!

LETIZIA        - (Borbottando va a sinistra) Mamma mia, mai una volta che prendesse a cuore un problema di mia sorella, mai! (Esce).

GIOACCH.    - (Solo in scena) Porca miseria; ed io che speravo nel loro aiuto per diventare sindaco!... Mi lasciassero almeno in pace!... (Si sente bussare alla porta di fondo. Va ad aprire) Prego!

GUIDO           - Buonasera Don Gioacchino!... Permesso?

GIOACCH.    - Ah è lei. Dottore?!... Si accomodi ! (Lo fa accomodare sul divano) Come vanno le cose?

GUIDO           - Piuttosto male!... Dovendo fare a meno della signorina Milly abbiamo perso una grossa carta che potevamo sfruttare! Adesso possiamo solo sperare nell'aiuto di Don Vincenzo Serraglio!... A quanto ho capito sarebbe ben intenzionato a concederci il suo appoggio, in cambio di un piccolo favore che vuole da lei!... Non ha voluto spiegarmi di che si tratta, ha detto che verrà lui stesso più tardi a parlarle!

GIOACCH.    - Speriamo bene!

LETIZIA        - (Nel frattempo dall 'interno si sentivano colpi bussati alla porta e la voce di Letizia che cercava di persuadere la sorella perché aprisse. Ad un certo punto Letizia arriva in scena, precipitandosi da sinistra) Gioacchino, Gioacchino, presto, vieni subito con me! Graziella non mi risponde più!

GIOACCH.    - (Impassibile) Si sarà addormentata!

LETIZIA        - No, temo che abbia commesso qualche sciocchezzai... Vieni con me, cerchiamo di sfondare la porta, presto! (Lo afferra per una mano e lo tira verso sinistra).

GIOACCH.    - (Alzandosi) Ma che vuoi sfondare porte!... Si sarà stancata ed avrà preso sonno!

LETIZIA        - Ti ho detto sfondiamo la porta; sbrigati!

GIOACCH.    - (Di mala voglia va verso la porta di sinistra) Dottore, mi scusi! (Alla moglie) Vedrai che ci rimetteremo la porta inutilmente! (Gioacchino e Letizia escono a sinistra. In scena rimane solo Guido. Si sentono diversi rumori da sinistra, fino a quando Letizia emette un grido acutissimo).

LETIZIA        - (Dall'interno, come una sirena dei pompieri) Aaaah!... Madonna mia! Graziella, perché l'hai fatto?

GIOACCH.    - Letizia, stai calma! (Guido, incuriosito va ad affacciarsi alla porta di sinistra) Piano-piano, portiamola fuori! (Dopo un pò compaiono in scena Gioacchino e Letizia che sorreggono Graziella semisvenuta. Graziella ha gli occhi semichiusi).

GUIDO           - (Si fa incontro per aiutarli, sorregge Graziella ed insieme la depongono sul divano) Cos'è stato?

GIOACCH.    - Si è avvelenata! (Mostra un tubetto di barbiturici vuoto) Ha ingerito delle compresse di barbiturici!

GUIDO           - (Comincia a schiaffeggiare Graziella) Bisogna farle bere del caffè ! (Si rivolge a Letizia) Signora, ne avete?

LETIZIA        - Certamente, l'avevo appena fatto! (Si avvia a sinistra)Madonna mia, perché tutto questo, perché?

GUIDO           - (Continua a schiaffeggiare Graziella) Prendiamola a braccetto e facciamola camminare!... Su, piano-piano! (La prendono e cominciano a portarla avanti e indietro per la stanza, mentre Graziella ha la testa di lato).

LETIZIA        - (Arriva da sinistra con il caffè) Che fa, respira? (Porge la brocca con il caffè. Fanno sedere Graziella sulla poltrona, mentre Guido le fa ingoiare qualche sorso di caffè. Intanto Letizia si da da fare. attorno alla sorella) Graziella, rispondimi, sono io... Tua sorella Letizia!... (A Gioacchino) Gioacchino, vogliamo chiamare l'ospedale perché ci mandino un'ambulanza?

GIOACCH.    - Ma tu sei impazzita? Ti rendi conto che se si viene a sapere una cosa del genere tra gli elettori, posso anche ritirare la candidatura? (Rivolgendosi alla cognata ancora svenuta) Porca miseria, perché l'hai fatto?... Potevi almeno aspettare che si votasse, e dopo ti avvelenavi!

LETIZIA        - (Adirata) E tu pensi solo alle elezioni! (A Guido) Dottore, crede che si riprenderà?

GUIDO           - Sicuro!... Aveva appena ingerito le compresse; il sonnifero non ha avuto il tempo di fare il suo effetto!...  Non c'è da preoccuparsi!... Bisogna solo tenerla sveglia!... Cercate di farla parlare e datele dell'altro caffè!

LETIZIA        - Ci penso io! (Fa impacchi).

GUIDO           - Io devo scappare! (Si avvia per il fondo) Buonasera signora Letizia!

LETIZIA        - Buonasera! (Cerca di far parlare la sorella) Graziella, vogliamo recitare il Rosario?

GRAZIELLA - (Fa cenno di no con la testa).

LETIZIA        - Su, non fare così; cerca di reagire! (Si rivolge arrabbiata al marito). Hai visto che cosa hai combinato?

GIOACCH.    - Chi, io?

LETIZIA        - E chi altri, allora?!... E' tutta colpa tua!... Se tu non fossi entrato in politica, se non avessi portato in casa nostra quella sgualdrina, se non avessi invitato Don Carlo e quell'altro scomunicato, se non avessi rinfacciato a Graziella il fatto di Don Vincenzo, tutto questo non sarebbe successo!

GIOACCH.    - Certo; se io non fossi nato, sarebbe stato ancora meglio!

LETIZIA        - E meno male che siamo arrivati in tempo! (Prende il polso di Graziella e lo tasta amorevolmente; al marito) Ci vuole dell'altro caffè; tu, intanto, resta qua e stai attento che Graziella non peggiori! (Si avvia a sinistra. Uscendo dice) Povera sorella mia, quanti guai sta passando!

GIOACCH.    - (Quando la moglie è uscita) Ed i guai miei, a chi li racconto?

VINCENZO   - (Dal fondo, bussa alla porta e compare in scena Don Vincenzo Serraglio) E' permesso?!

GIOACCH.    - (Con aria deferente gli va incontro) Prego, Don Vincenzo; si accomodi pure!

VINCENZO   - (Fa un paio di passi avanti) Grazie! (Vede Graziella sulla poltrona, subito si allarma e chiede preoccupato) Cos'è stato, non si sente bene?

GIOACCH.    - Non è niente; si è avvelenata! ,

VINCENZO   - (Allarmato) Come, Don Gioacchino? Si è avvelenata e voi mi dite che non è niente?

GIOACCH.    - Non c'è da preoccuparsi; tra poco si riprenderà!... Siamo arrivati appena in tempo per salvarla!

VINCENZO   - (Interessato) Ma perché l'ha fatto?

GIOACCH.    - Eh, caro Don Vincenzo, lei dovrebbe saperlo meglio di tutti il motivo!... Le ho detto che è stata vista insieme a lei l'altra sera, dietro la sacrestia della Chiesa; all’ improvviso si è messa a gridare come una pazza ed è scappata in camera sua. Io, poi, non capisco che male c'è... Se ha una certa simpatia per lei e se la cosa è reciproca... Si potrebbe fare, no?

VINCENZO   - Ed io proprio per questo motivo sono qua!... Don Gioacchino, lei è il cognato e con lei posso essere sincero... Certo io di donne ne ho cambiate parecchie; ma sa come succede?... Quando si arriva ad una certa età, si deve anche pensare a mettere le radici. Così, appena ho conosciuto Graziella, mi sono accorto che poteva essere la donna adatta a me!

GIOACCH.    - Ma forse lei non sa che Graziella è bigotta!.... E sa a lei come l'ha soprannominata: il diavolone!

VINCENZO   - Lo so, lo so! Ma a questo punto due sono le cose: o lei diventa diavola insieme a me, oppure io mi faccio bigotto come lei !

GIOACCH.    - Se lei la pensa così, da parte mia non ci sono problemi; anzi!

VINCENZO   - Allora, io adesso aspetto che si riprenda e le faccio una proposta ufficiale di matrimonio!

 GIOACCH.   - Nossignore, è meglio che quando si riprende non la veda; non si sa mai, potrebbe reagire come prima e buttarsi dal balcone!... Mi dia il tempo di parlarle e convincerla ad accettare l'idea del matrimonio!... Su, vada via, prima che si risvegli, la prego!

VINCENZO   - (Insiste) Nossignore, io voglio restare qua!... Debbo accertarmi che si riprenda e che stia bene!

GIOACCH.    - Allora facciamo a questo modo: vada di là, nello studio. (Indica la porta di destra) Al momento opportuno verrò io stesso a chiamarla; va bene?

VINCENZO   - D'accordo; questa soluzione mi sta bene! (Si avvia a destra) Spero solo che si convinca ed accetti la mia proposta!

GIOACCH.    - Lo spero anch'io! (Chiude la porta e toma presso Graziella. Dopo un pò dal fondo, a testa bassa, torna Sasà).

SASA'             - (Entra in scena senza dire una parola e si avvia verso la madre. Le prende una mano e dice) Mammà! (Graziella ha un sussulto e apre gli occhi).

GIOACCH.    - (Rimproverandolo, ma senza durezz.a, benevolmente) Sasà, sei tornato? Tu non sai cos'è successo a tua madre?

SASA'             - So tutto!... Ho incrociato per strada il Dottor Natali e mi ha raccontato ogni cosai...(Pausa) Come sta?

GIOACCH.    - Si dovrebbe riprendere da un momento all'altro!

SASA'             - (Con aria dimessa) E' stata colpa mia!.., Se io non me ne fossi andato di casa, tutto questo non sarebbe successo!

GIOACCH.    - Lascia perdere, sapessi quante altre cose sono successe durante questi due giorni!

SASA'             - (Si rivolge alla madre) Mammà, come ti sentì?

GRAZIELLA - (In quel momento riapre gli occhi, confusa e vede il figlio chino su di lei) Sasà!...

SASA'             - (Affettuoso) Mammà!

GRAZIELLA - (Parlando stentatamente) Sasà, bello di mammà, sei tornato?... Mi hai fatto prendere uno spavento!... Dove sei stato?

SASA'             - Alla masseria di zio Giovanni!

GRAZIELLA - (Preoccupata) Povero figlio mio; al freddo e al gelo!

SASA'             - (Si avvicina commosso alla madre) Mammà, perdonami; non lo farò mai più!... Resterò accanto a te finché tu vorrai!... Perdonami!

GRAZIELLA - (Si solleva un pò dalla poltrona, aiutata dal figlio, mentre Gioacchino si allontana discretamente leggendo alcuni fogli che erano sul tavolino). Sei tu che devi perdonare me!

SASA'             - No, mammà, io con il mio comportamento ti ho fatto dispiacere; perdonami !

GRAZIELLA - Nossignore; sono stata io a sbagliare e ora ho capito che ormai non sei più un bambino !...Io non volevo accettare questa realtà e ti trattavo come se tu avessi ancora 10 anni. Ma quello che è successo in questi due giorni mi è servito di lezione. (Si rivolge a Gioacchino che era in disparte) Hai ragione tu,

GIOACCH.    - Sasà deve vivere la sua vita ed io non ho più il diritto di assillarlo e di stargli sempre addosso! (Rivolgendosi al figlio) E' giusto che tu esca con gli amici, che tu vada al cinema, al teatro, a ballare; che faccia tutte quelle cose che fanno gli altri giovani della tua età!... E siccome hai anche l'età giusta, mi sembra arrivato il momento che tu debba trovare una bella ragazza...

SASA'             - Come vuoi tu, mammà! (L'abbraccia).

GRAZIELLA - Una sola cosa ti raccomando: divertiti, ma sappilo fare in maniera pulita. Cerca di non fare certe schifezze; altrimenti quando muori, vai all'inferno!

GIOACCH.    - (A parte) Non poteva certo mancare l'inferno!

SASA'             - (Con enfasi) Mammà, pensa solo a riprenderti adesso!

LETIZIA        - (Arriva da sinistra con la brocca delcaffé) Si è riavuta?... (Vede il nipote) Sasà, tu sei tornato?...Ci hai fatti stare preoccupati!

GIOACCH.    - (Fa segno alla moglie di non chiedere niente) Sì, è tornato!... Ha fatto il giro del mondo in soli due giorni!

LETIZIA        - (Verso la sorella) Graziella, come ti senti?

GRAZIELLA - Mi sento la testa girare come un vortice ed ho un peso qua (Indica lo stomaco).

GIOACCH.    - Non preoccuparti; tra poco ti sarà passato tutto!... (E' imbarazzato, vorrebbe fare una domanda alla cognata, ma ha paura della sua reazione) Graziella, io vorrei rivolgerti una domanda; ma se vuoi, puoi anche non rispondermi... Non vorrei che reagissi di nuovo come prima!.... Posso farti questa domanda?

GRAZIELLA - (Con voce timorosa) Sentiamo, che vuoi sapere?

GIOACCH.    - (Evasivo) Niente, volevo che tu ci spiegassi com'è andata la faccenda di Don Vincenzo Serraglio?!... Che proposta ti ha fatto?

GRAZIELLA - Non ne parliamo!... Quello è un diavolo mandato dalle forze del male per mettermi alla prova!... Io non riesco a capire come gli sia passato per la testa di fare certe proposte a me, proprio a me che porto ancora il lutto al mio Salvatore e che non lo toglierò finché sarò morta (Si rivolge al figlio) Hai capito, Sasà, Don Vincenzo vorrebbe che io lo sposassi!... E tu cosa penseresti di me?!.... Mi prenderesti per pazza, vero? No-no-no!... Questa è solo una tentazione che deve andare via così com'è venuta!

LETIZIA        - (Spinta dal marito, interviene per cercare di farle cambiare idea) Ma Graziella, ci hai pensato bene?.. Perché non potrebbe essere?!... Se Don Vincenzo avesse intenzioni serie... A me farebbe piacere!... E' un bell'uomo ed ha pure un'ottima posizione! Io penso che si potrebbe fare!... E poi c'è un'altra cosa che vorrei dirti : mi pare che tu l'altra sera sia voluta andare da sola alla novena, proprio per poter incontrare Don Vincenzo, vero?

GRAZIELLA - (Agitandosi) Non ci fossi mai andata a quell'appuntamento!... Dapprima ero convinta che non ci fosse niente di male e mi ci sono incontrata; ma solo per parlare, niente di più e niente di meno!...Ma, nonostante ciò, la notte non sono riuscita a chiudere occhio; mi rigiravo nel letto e mi venivano allamente tante cose: prima di tutto pensavo a Salvatore mio che mi guardava dall'altro mondo!... E poi al mio ragazzo; a Sasà che se io avessi accettato di risposarmi sarebbe rimasto da solo, in mezzo alla strada, senza nessuno!... Infine pensavo a quello che avrebbe detto di me la gente; immaginavo già i commenti nelle piazze, per le strade: "Avete visto Graziella, la bigotta?... Si è unita con qual diavolo di Don Vincenzo Serraglio, quello scomunicato!"

LETIZIA        - Graziella, tu sbagli a pensare tutte queste cose! Che te ne importa di quello che potrà dire la gente?... L'unica cosa importante è che tu e Don Vincenzo siate d'accordo; sposatevi e chi s'è visto s'è visto!

GRAZIELLA - (Quasi convinta, aspetta il placet deI figlio) Sasà, tu che ne pensi ! Non è il caso di accettare, vero?

SASÀ'             - (Cui Gioacchino ha fatto segno di acconsentire) Io, per me, non ci trovo niente di male!... Se devo essere sincero a me questo Don Vincenzo è pure simpatico!... Mi piace perché è una persona attiva che passa subito all'azione e mi potrebbe insegnare pure qualche trucchetto del mestiere!

GIOACCH.    - Allora mi pare che siamo tutti d'accordo, vero Graziella?

GRAZIELLA - (Ancora titubante, non sa cosa rispondere) No, che d'accordo?!... Letizia, tu che dici? Io ci vorrei pensare ancora un pò!

LETIZIA        - Non vorrei che passassero altri vent'anni!

GIOACCH.    - Nossignore, ormai è tutto deciso e non ci si può più tirare indietro! Come si dice: il dado è tratto! (Fa segno a tutti di stare attenti) E adesso prestatemi un momento di attenzione, perché vi ho preparato una bella sorpresa! (Tutti siedono, Gioacchino va alla porta di destra, la apre e fa segno a tutti di stare attenti) Signori, vi presento Don Vincenzo il diavolo!

LETIZIA        - E bravo Gioacchino, ci avevi preparato questa bella improvvisata!

VINCENZO   - (Entrando in scena) Buonasera!

GIOACCH.    - Don Vincenzo, si metta l'anima in pace: da ora in poi dovrà smettere di correre dietro a tutte le sottane!... Adesso ha trovato pane per i suoi denti!

VINCENZO   - Se debbo essere sincero, caro Don Gioacchino, le dirò che sono proprio contento!

GIOACCH.    - Però una cosa sola le chiedo: per ripagare questa mia mediazione, dovrà impegnarsi per farmi guadagnare almeno trecento voti !

VINCENZO   - Stia tranquillo, glie ne porterò almeno cinquecento ! (Si avvicina a Graziella) Allora, signora Graziella,  adesso può cominciare a chiamarmi "Enzo", visto che siamo diventati amici! ( Cerca di abbracciarla).

GRAZIELLA - (Scostandolo) Un momento, stia al suo posto! Fino a questo momento non siamo ancora niente... Prima si deve celebrare il matrimonio e dopo viene il resto!... E cerchi di rigare dritto perché con me non si scherza, chiaro?

LETIZIA        - Cominciamo bene!

SASA'             - (Interviene) Non vi spaventate! Mammà è come quei cani che abbaiano-abbaiono ma non mordono !  Non sarebbe capace di fare male ad una mosca! Comunque mi fa piacere che tutto si sia risolto per il meglio e che siamo tutti felici e contenti!

GIOACCH.    - (Rivolgendosi a Sasà) Certamente; meglio non si poteva chiudere… La cosa più importante è questa: anche tua madre ha capito finalmente come funziona oggi il mondo''  Non c'è da meravigliarsi più di niente; tutto può accadere... (Si rivolge al pubblico) E ve ne siete accorti' tutti quanti può succedere pure che si uniscano il diavolo e l'acquasanta!

CALA LA TELA

FINE DELLA COMMEDIA