UN'IDIOZIA CONQUISTATA A FATICA
di Giorgio Gaber
L'INGENUO (monologo)
Tu
sei un ingenuo.
Tu credi che se un uomo ha un'idea nuova, geniale, abbia anche il dovere di
divulgarla. Tu sei un ingenuo. Prima di tutto perché credi ancora alle idee
geniali. Ma quello che è più grave è che tu credi all'effetto benefico
dell'espansione della cultura.
Ssssss! Al momento ogni uomo dovrebbe avere un suo luogo del pensiero protetto
e silenzioso. Ssssss! La cultura deve essere segreta. Non esiste una sola idea
importante di cui la stupidità non abbia saputo servirsi.
Tu mi dirai che la divulgazione è un dovere civile e che evolve il livello
culturale della gente. Non riesci proprio a distaccarti da un residuo populista
e anche un po’ patetico. Purtroppo, oggi, appena un'idea esce da una stanza è
subito merce, merce di scambio, roba da supermercato. La gente se la trova lì,
senza fatica, e se la spalma sul pane, come la Nutella.
No, la cultura è delicata, e anche permalosa. Ci resta male se non si sente
amata... o se le viene il sospetto di non essere un bisogno vero.
La cultura è come una luce che quando si espande troppo perde la sua
luminosità. Il frastuono della cattiva divulgazione la affievolisce. Solo il
silenzio ne salva l'intensità.
IL GRIDO (monologo)
L'Italia
è una repubblica fondata sul lavoro.
I nostri vecchi dicevano: "Chi lavora il suo piatto di minestra ce l'ha
sempre. Chi non lavora ce ne ha due".
Oggi forse la battuta potrebbe sembrare di cattivo gusto di fronte alla fatica
e alle difficoltà enormi di trovare un posto di lavoro sicuro.
Un giovane che lo deve cercare e poi trovare... ha tanto di quel tempo
libero... nell'attesa che fa? Va al bar, in discoteca, in qualche pub con gli
amici, torna a casa alle quattro di notte...
Finché una mattina finalmente: 'DRIIIN!'
"Pronto".
"Buongiorno signore. Lei è fortunato, ha trovato lavoro".
"Io? Proprio io!... Maledizione, con tutti i disoccupati che ci
sono!".
SECONDO ME LA DONNA (monologo)
Secondo
me all'inizio c'è sempre una donna. Per forza.
Secondo me la donna è stato il secondo errore di Dio. Il primo...
Secondo me una donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte
dopo. A volte mai.
Secondo me la donna è coinvolta sessualmente in tutte le vicende della vita. A
volte persino nell'amore.
Secondo me una donna quando è innamorata imbellisce. Un uomo... rincoglionisce.
Secondo me in un salotto quando non c'è neanche una donna è come recitare in un
teatro vuoto. Se invece non ci sono uomini, tra le donne si crea una complice
atmosfera di pace. Appena arriva un uomo è la guerra.
Secondo me l'uomo che si vanta di iniziare le donne ai misteri dell'amore è
come il turista che mostra alla guida le bellezze della città.
Secondo me per una donna che non ha fortuna in amore non si può usare il
termine "sfigata".
Secondo me un uomo che dice "quella lì la dà via" meriterebbe che a
lui le donne non gliela dessero proprio mai.
Secondo me gli uomini si occupano del potere sulle cose, le donne del potere
sulle persone. Questa è seria.
Secondo me una donna che fa l'amore per interesse è una puttana. Se lo fa
invece perché le piace... non c'è la parola.
Secondo me una donna che dice a un uomo con cui sta facendo l'amore "Come
con te con nessuno" andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza.
Secondo me le donne quando ci scelgono non amano proprio noi... forse una
proiezione, un sogno, un'immagine che hanno dentro. Ma quando ci lasciano siamo
proprio noi quelli che non amano più.
Secondo me il primo maschilista è stato Dio che per venire in terra si è fatto
uomo. Comunque io, se fossi stato Dio, dopo aver fatto la donna non so se
l'avrei firmata.
Secondo me una donna che si offre sessualmente a un uomo ed è respinta rimane
sconcertata. Non ci può credere. Il primo pensiero è che l'uomo sia
omosessuale, ma questa versione in genere non regge. E allora pensa: 'E già,
lui si difende... ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente ... oppure
si sente bloccato dall'eccessiva eccitazione... Chissà?' Il fatto che lei possa
non piacere è un'ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione.
Donna: L'angelo ingannatore. L'ha detto Baudelaire.
Donna: Il più bel fiore del giardino. L'ha detto Goethe.
Donna: Femmina maliarda. L'ha detto Shakespeare.
Donna: Sei tutta la mia vita. L'ha detto un mio amico ginecologo.
Secondo me gli uomini hanno la vanità di essere il primo amore di ogni donna.
Le donne, che hanno un istinto più raffinato, vogliono essere l'ultimo amore di
ogni uomo. E' per questo che il mondo è pieno di vedove.
Secondo me oggi se una donna fa la madre di famiglia rinunciando a lavorare
sbaglia. Se lavora e rinuncia a fare la madre di famiglia sbaglia. Se cerca di
lavorare e di fare contemporaneamente la madre di famiglia sbaglia. Sbaglia
comunque. L'uomo invece non sbaglia mai. Sono secoli che sa quello che deve
fare. E' per questo che è sempre più intronato. O forse anche per qualche altra
ragione...
INCONTRO (monologo)
E
quando sei lì, al mare, sdraiato a goderti il sole su una spiaggia qualsiasi...
Avanza, il negro, anzi, l'uomo di colore. Ahi! Che faccio? Quella di far finta
di dormire è un vecchio trucco che non funziona mai... "Ehi! Amigo! "
Madonna com'è grosso e com'è nero... voglio dire, colorato... colorato di nero,
però. Dicono che quelli proprio neri-neri siano i migliori, i meno aggressivi.
D'altronde l'idea dello scontro fisico non è certo da prendere in
considerazione. Lui è lì, pieno di cinture, sciarpe. calzini, cappellini,
borse, valige, tappeti, asciugamani e maglioni. Insomma, con addosso tutto
quello che può portare un camioncino di medie dimensioni... 'PUTUTUTUPUM!'...
tutto in terra. E ora prova tu a non comprare niente. Guarda come suda. Chissà
da dove viene... povero Cristo, in fondo anche lui deve mangiare. Magari con un
sacco di figli e quattro o cinque mogli... giovani... però, che salute!
E alle ore quattordici, sotto il sole cocente di agosto, mi rimetto sdraiato
con la gioia di aver acquistato alcuni oggettivi utili tra cui un ombrello e un
bel maglione di pura lana vergine. Benissimo!
E
quando sei lì, in un ristorante qualsiasi, tranquillo, in compagnia dei tuoi
pensieri migliori, sei lì, in attesa della seconda portata sbriciolando
dolcemente... Avanza, il sordomuto... adagio, col suo passo felpato. E in un
silenzio imperturbabile depone sul tuo tavolo un piccolo pupazzo e un biglietto
con scritto: 'sordomuto'. L'avevo capito.
Generalmente non ce la fai a ridarglielo subito, il pupazzo, perché il felpato
se n'è già andato. Solo chi frequenta poco i ristoranti può pensare che sia un
gentile omaggio seguito da un poetico addio. Io, no. Io so che torna e
sbriciolo un po' più nervosamente.
No, non è per i soldi. E’ che non se ne può più. Adesso quando torna gliene
dico quattro. Ma cosa... gli dico... Maledizione, non si può neanche litigare.
Rieccolo, il felpato. Certo che, poveraccio, così giovane... se è vero che è
proprio sordomuto... "Ecco, tenga, tenga". Un cenno di ringraziamento
e si allontana.
Rimango da solo sempre in attesa della seconda portata e mi viene in mente che
una volta ho visto un film. Non mi ricordo bene la storia. Neanche le
intenzioni del regista. Però so che quando uscivi, solo per il fatto di non
essere sordomuto, ti sentivi una merda. Benissimo.
E
quando sei lì, a bordo della tua macchina pulita, fermo a un incrocio
qualsiasi... Avanza, il lavavetri... Maledizione, non l'avevo visto, se no mi
fermavo prima, o cambiavo strada. Eccolo, viene avanti col bastone in mano, e
io... "No, grazie..." col ditino, poi due volte, tre volte, sempre
col ditino e alla fine: "NOOO!".
Ce l'ho fatta. Sono stato un po' cattivo, ma efficace. E proprio in quel
momento... 'CIAFF!"... La spugna sul vetro. Tutta l'acqua che cola sulla
tua macchinina pulita. Che male! E poi col tampone "WOM-WOM!" Due
passate. Sì, va un po' meglio, solo una righina orizzontale, mi contento... E
quando mette giù i tergicristalli... 'SSSCCC!'... Tutto un gocciolare, una
cascata... che poi rimangono le righe in verticale. Che male!
Non t'incazzare, non t'incazzare, non t'incazzare che poi sei anche razzista.
Avessi almeno qui un mille lire... che più rapido è meno si soffre.
Maledizione, il portafoglio... perché dev'essere così incastrato... Fatele
davanti, le tasche, per Dio! Ecco, ce l'ho fatta. Bene, il millino non ce l'ho
neanche qui, ti pareva... Cinquemila, sì, va bene un cinquemila. Ma sì,
cinquemila, non importa, non fa niente... "Tieni il resto, grazie".
A questo punto lui è raggiante e, dato che c'ho il finestrino aperto, mi mette
anche una mano sulla spalla... "No, grazie, questa l'ho già lavata".
E lui ride, e ti saluta, e ti sorride, ti sorride, ti sorride... che allegria!
Arriva il verde e io riparto con la mia macchina pulita e il vetro tutto a
righe verticali e orizzontali... Benissimo!
Eh,
sì! E' vero, troppe volte accade di non sentirsi perfettamente a proprio agio.
L'esistenza di qualcuno che sta male é una specie di tabù, qualcosa che non
vorremmo vedere.
E' come se dentro di noi ci fosse uno strano senso di colpa che non sappiamo
spiegare e allora, forse, per riparare abbiamo bisogno della nostra buona
azione quotidiana.
No, intendiamoci, ben venga qualsiasi slancio che possa alleviare le sofferenze
di altre persone. C’è solo da sperare che la nostra bontà sia il più possibile
pulita. Perché anche la bontà se é compiaciuta, finta o addirittura
interessata, non serve certo a procurarci un posto in paradiso.
Sono esigenti i guardiani del cielo. La sola moneta che vogliono é l'amore.
I BARBARI (monologo introdutivo)
La
fine di una civiltà non è quasi mai avvertita da coloro che la vivono
direttamente.
La fine di una civiltà si rivela dallo scadere dei vecchi principi su cui si
reggeva, ma anche dagli atteggiamenti più banali della nostra quotidianità.
La fine di una civiltà prevede da sempre l'invasione di orde barbariche che si
insinuano nelle strutture portanti e a poco a poco occupano tutti i posti di
potere.
Tanto più l'uomo cosiddetto civile è stanco ed esangue, tanto più è certa e
inevitabile la vittoria dei barbari.
LA DEMOCRAZIA (monologo)
Dopo
anni di riflessione sulle molteplici possibilità che ha uno Stato di
organizzarsi ho capito che la democrazia è il sistema più democratico che ci
sia.
Dunque, c'è la dittatura, la democrazia e... basta. Solo due. Credevo di più.
La dittatura chi l'ha vista sa cos'è, gli altri si devono accontentare di aver
visto solo la democrazia.
Io, da quando mi ricordo, sono sempre stato democratico, non per scelta, per
nascita. Come uno che appena nasce è cattolico, apostolico, romano. Cattolico
pazienza, apostolico non so cosa vuol dire, ma anche romano...
Va be', del resto come si fa oggi a non essere democratici? Sul vocabolario c'è
scritto che la parola "democrazia" deriva dal greco e significa
"potere al popolo". L'espressione è poetica e suggestiva. Sì, ma in
che senso potere al popolo? Come si fa ? Questo sul vocabolario non c 'è scritto.
Però si sa che dal '45, dopo il famoso ventennio, il popolo italiano ha
acquistato finalmente il diritto al voto. E’ nata così la "Democrazia
rappresentativa" nella quale tu deleghi un partito che sceglie una
coalizione che sceglie un candidato che tu non sai chi sia e che tu deleghi a
rappresentarti per cinque anni. E che se lo incontri ti dice: "Lei non sa
chi sono io!" Questo è il potere del popolo.
Ma non è solo questo. Ci sono delle forme ancora più partecipative. Per esempio
il referendum è addirittura una pratica di "Democrazia diretta"...
non tanto pratica, attraverso la quale tutti possono esprimere il loro parere
su tutto. Solo che se mia nonna deve decidere sulla Variante di Valico
Barberino Roncobilaccio, ha qualche difficoltà. Anche perché è dì Venezia. Per
fortuna deve dire un "Sì" se vuol dire no, e un "No" se
vuol dire sì. In ogni caso ha il 50% di probabilità di azzeccarla. Ma il
referendum più che altro ha una valore folkloristico perché dopo aver discusso
a lungo sul significato politico dei risultati tutto resta come prima.
Comunque, la caratteristica fondamentale della democrazia è che si basa sul
gioco delle maggioranze e delle minoranze. Se dalle urne viene fuori il 51
vinci, se viene fuori il 49 perdi.
Dipende tutto dai numeri. Come al gioco del Lotto.
Con la differenza che al gioco del Lotto qualche volta il popolo vince, in
democrazia... mai!
E se viene fuori il 50 e 50? Ecco, questa è una caratteristica della nostra
democrazia. Non c'è mai la governabilità.
Tutto è cominciato nel 1948. Se si fanno bene i conti tra la destra (DC,
liberali, monarchici, missini, ecc.) e la sinistra (comunisti, socialisti,
socialdemocratici, ecc.)... viene fuori un bel pareggio. Da allora è sempre
stato così.
Oggi invece è diverso. Per forza, è successo di tutto. Sono spariti alcuni
partiti, c'è stata quasi una rivoluzione, le formazioni politiche hanno leaders
e anche nomi diversi. Infatti, oggi non c'è più il 50% alla destra e il 50%
alla sinistra. Ma c'è il 50% al centro-destra e il 50% al centro-sinistra.
Oppure un 50... virgola talmente poco che basta che uno abbia la diarrea che
salta il governo.
Non c’è niente da fare. Sembra proprio che il popolo italiano non voglia essere
governato. E ha ragione... Ha paura che se vincono troppo quelli di là viene
fuori un regime di sinistra. Se vincono troppo quegli altri viene fuori un
regime di destra. Il regime di centro invece... quello gli va bene!
Auguri!!!
IL CONFORMISTA (canzone)
Io
sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che è da tempo che non sono neanche più fascista
sono sensibile e altruista
orientalista
ed in passato sono stato
un po' sessantottista
da qualche tempo ambientalista
qualche anno fa nell'euforia mi son sentito
come un po' tutti socialista.
Io
sono
un uomo nuovo
per carità, lo dico in senso letterale sono progressista
al tempo stesso liberista
antirazzista
e sono molto buono
sono animalista
non sono più assistenzialista
e ultimamente sono un po' controcorrente
son federalista.
Il
conformista
è uno che di solito sta sempre dalla parte giusta,
il conformista ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa
è un concentrato di opinioni
che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani
e quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire
forse da buon opportunista
si adegua senza farci caso e vive nel suo paradiso.
Il
conformista
è un uomo a tutto tondo che volteggia senza consistenza,
il conformista s'allena a scivolare dentro il mare della maggioranza
è un animale assai comune
si nutre di parole da conversazione
di notte sogna e vengon fuori i sogni di altri sognatori.
il giorno esplode la sua festa
che è stare in pace con il mondo
e farsi largo galleggiando
il conformista
il conformista.
Io
sono
un uomo nuovo
e con le donne c'ho un rapporto straordinario sono femminista
son disponibile e ottimista
europeista
non alzo mai la voce
sono un pacifista
ero marxista-leninista
e dopo un po' non so perché mi son trovato
cattocomunista.
Il
conformista
non ha capito bene che rimbalza meglio di un pallone,
il conformista aerostato evoluto
che è gonfiato dall'informazione
è il risultato di una specie
che vola a bassa quota sempre in superficie
poi sfiora il mondo con un dito e si sente realizzato.
Vive e questo già gli basta
e devo dire che oramai
somiglia molto a tutti noi
il conformista
il conformista.
Io
sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che si vede a prima vista sono il nuovo conformista.
L’INGENUO (monologo - seconda parte)
Tu
sei un ingenuo.
Tu sei un ingenuo perché credi che la politica possa risolvere i problemi.
Oggi, cercare di migliorare le condizioni di vita del Paese con qualsiasi tipo
di politica, è come fare un po' di pulizie a bordo del Titanic che sta
affondando.
Tu sei un ingenuo, anche quando credi che un po' di misticismo di seconda mano
ti possa salvare.
E allora tu mi dirai: "Non c'è salvezza?".
No, questo non si può dire. Le risorse dell'uomo sono imprevedibili.
Si potrebbe forse cominciare a pensare o anche a operare nel senso di un
cambiamento sostanziale dell'animale uomo.
Una specie di mutazione antropologica.
UNA NUOVA COSCIENZA (canzone e monologo)
Io
come uomo
io vedo il mondo
come un deserto di antiche rovine.
lo vedo un uomo
che tocca il fondo ma forse al peggio non c'è, mai una fine.
Nel frattempo la vita
non si arrende e la gente si dà un gran da fare tanti impegni tante storie
con l'inutile idea di colmare
la mancanza
di una nuova coscienza
di una vera coscienza.
"E' come se dovessimo riempire un vuoto profondo... E allora ci mettiamo dentro: rimasugli di cattolicesimo, pezzetti di sociale, brandelli di vecchi ideali, un po’ di antirazzismo, e qualche alberello qua e là."
La
decadenza
che viviamo
è un malessere
che ti prende pian piano.
E' una specie di assenza che prevede una sosta obbligata
è la vita che medita
ma si è come assopita.
Siamo vivi
malgrado la nostra apparenza
come uomini al minimo storico di coscienza.
"E'
come se la vecchia morale non ci bastasse più. In compenso se ne sta
diffondendo una nuova che consiste nel prendere più che altro in considerazione
i doveri degli altri... verso di noi. Sembrerà strano ma diventa morale tutto
ciò che ci conviene.
Praticamente un affare."
La
decadenza
che subiamo
è uno scivolo
che va giù piano piano.
E' una nuova esperienza
che ti toglie qualsiasi entusiasmo e alla lunga modifica il tuo metabolismo.
Siam lì fermi malgrado la grave emergenza
come uomini al minimo storico di coscienza.
"E
pensare che basterebbe pochissimo. Basterebbe spostare a stacco la nostra
angolazione visiva. Guardare le cose come fosse la prima volta. Lasciare fuori
campo tutto il conformismo di cui è permeata la nostra esistenza. Dubitare
delle risposte già pronte. Dubitare dei nostri pensieri fermi, sicuri,
inamovibili. Dubitare delle nostre convinzioni presuntuose e saccenti.
Basterebbe smettere di sentirsi sempre delle brave persone. Smettere di
sentirsi vittime delle madri, dei padri, dei figli, mariti, mogli... quando
forse siamo vittime solo della mancanza di potere su noi stessi. Basterebbe
smascherare, smascherare tutto: smascherare l'amore, il riso, il pianto, il
cuore, il cervello. Smascherare la nostra falsa coscienza individuale.
Subito. Qui e ora.
Sì, basterebbe pochissimo. Non è poi così difficile. Basterebbe smettere di
piagnucolare, criticare, affermare, fare il tifo e leggere i giornali. Essere
certi solo di ciò che viviamo direttamente. Rendersi conto che anche l'uomo più
mediocre diventa geniale se guarda il mondo coi propri occhi. Smascherare
conSmettere coraggio qualsiasi falsa partecipazione. di credere che l'unico
obiettivo sia il miglioramento delle nostre condizioni economiche perché la
vera posta in gioco è la nostra vita. Basterebbe smettere una volta per tutte
di sentirsi vittime del lavoro, del denaro, del destino e persino della
politica, perché anche i cattivi governi sono la conseguenza naturale della
stupidità degli uomini. Basterebbe opporsi all'idea di calpestare gli altri, ma
anche alla finta uguaglianza. Basterebbe smascherare le nostre presunte
sicurezze. Smascherare la nostra falsa coscienza sociale.
Subito. Qui e ora.
Basterebbe pochissimo. Basterebbe capire che un uomo non può essere veramente vitale
se non si sente parte di qualcosa. Basterebbe smettere di credere di poter
salvare il mondo con l'illusione della solidarietà. Basterebbe ormai rendersi
conto che la crescita del mercato è necessaria alla nostra sopravvivenza, ma
che la sua espansione inarrestabile ci fa diventare sempre più amorali e più
stupidi. Basterebbe abbandonare l'idea di qualsiasi facile soluzione, ma
abbandonare anche il nostro appassionato pessimismo e trovare finalmente
l'audacia di frequentare il futuro con gioia.
Perché la spinta utopistico non è mai accorata o piangente. La spinta
utopistica non ha memoria e non si cura di dolorose attese.
La spinta utopistico è subito. Qui e ora."
lo
come uomo
io vedo il mondo
come un deserto di antiche rovine.
lo
vedo un uomo
che tocca il fondo ma forse al peggio non c'è, mai una fine.
Perché non c'è nessuno che dia un senso alle cose più semplici e vere alla vita
di ogni giorno
all'urgenza di un uomo migliore.
lo
vedo un uomo
solo e smarrito
come accecato da false paure.
Ma la vita non muore nelle guerre nelle acque inquinate del mare
e i timori anche giusti son pretesti per non affrontare la mancanza di una vera
coscienza
che è la sola ragione della fine di qualsiasi civiltà.
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