Unn-a valixe pinn-a de vento

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Unn-a valixe pinn-a de vento

     ÛNN-A VALIXE PINN-A DE VENTO

                                   COMMEDIA IN GENOVESE

                                                  TRE ATTI  DI

ENRICO SCARAVELLI

                        PERSONAGGI:

                        Luigi CEVASCO                        - detto Luigin - spedizioné        

                        Rosetta VACCAMORTA            - seu moggé

                        Giovanni CEVASCO                 - o figgio

                        Teresa PARODI                         - detta Texo - vexinn-a de casa

                        Gio Batta CEVASCO                 - detto Baciccia - barba do Luigin

                        Alessandro CHIESA                  - detto Lisciandro - amigo de famiggia

                        Vittoria PITTALUGA                  - detta Vittorinn-a - moggé do Lisciandro

                        Marasciallo                                - Marasciallo di carabiné

                        Carabiné

                        Postìn

                        Duì laddri                            

                       A ZENA INTORNO AI ANNI OTTANTA

                                                ATTO PRIMO

                                    

Tipico salotto moderno con divanetto, due poltrone, tavolo rotondo con quattro sedie . Telefono accanto al divano. Sullo sfondo vetrata con porta che adduce al cucinino. Uno slargo funge da ingresso dalla porta esterna. Attaccapanni, orologio, televisione. Sulla sinistra una porta va alle camere.

SCENA I

(Luigin e Rosetta)

LUIGIN           :- (sui quarant'anni circa, è seduto e legge il giornale. Scuote ogni tanto il capo negativamente alla lettura delle notizie)

                         " Eh.. a va sempre pëzo.. aumenta tutto" (legge) "Eu.. la miseria, che prexi"  (pausa)"Comme se fa a andà avanti cosci!"

ROSETTA    :- (di poco più giovane del marito, appare sull'uscio del cucinino) "Luigin, ti veu un po' de caffè?"

LUIGIN        :- "Saià mëgio andaghe cianìn cö caffè.. con quello che costa a röba.. l'aumento da lûxe, do gazzo, do gasolio.-e poi mìa, o caffè o fa anche mà"

ROSETTA    :- "Oua! No saià de segûo ûn caffè in ciû o in meno co ne mandià in rovinn-a" (rientra in cucinino)

LUIGIN         :- "In meno forse no, in ciû peu däse" (legge) "Ma t'hae lezûo in sciò giornale?"

ROSETTA    :- (dal cucinino) "Chi l'è morto?"

LUIGIN         :- "Chi l'è morto.. ti pensi sempre a-e desgrassie.. Dixeivo se t'hae letto i prëxi ch'a piggiòu a verdûa.. berettìn.. l'è comme accattà do filetto..Primma che guagnavo de meno se poeivimo permette anche 'n pà de scarpe neuve.. de tanto in tanto s'accapisce; Oa che te pà de guagnà de ciû ti t'ei devi tegni ben avvardae se no ti riscc-i de no attrovà manco ciû ûn caigà co t'ei ripare comme se deve.. oggi si getta via tutto"

ROSETTA     :- (entra con un vassoio, due tazzine e zuccheriera, che pone sul tavolo. Offre una tazzina di caffè al marito) "A l'è a civiltae do consummo"

LUIGIN         :- (va a sedersi al tavolo e si serve )"Dì, se m'ammaotiscio ti me faiae riparà o ti me scangi con duì zoveni de vint'anni.. tanto pé fa monnèa?"

ROSETTA     :- (sedendo e servendosi a sua volta)"Ma no dì scemmàie e piggite o caffè.. co te tia un po' sciû"

LUIGIN       :- (sorseggiando)  "Ti fae miga comme quello dä televixòn che.. più lo mandi giù e più ti tira su.. Mi, se ne mando zû troppo, divento nevrastenico" (beve il caffè. Dalle camere si sente un assordante rumore di musica moderna, dal ritmo ossessivo)   

SCENA II

(Luigin - Rosetta - Giovanni)

GIOVANNI     :- (figlio dei due - diciott'anni circa - entra in scena dimenandosi al ritmo della musica. Ha lo sguardo assente, estasiato e incede, oltre che dimenandosi, ritmando il tempo con lo schiocco delle dita. Senza parlare attraversa la scena ed entra nel cucinino. I genitori, dopo aver comicamente sobbalzato all'inizio del frastuono, seguono increduli con lo sguardo l'andirivieni e le movenze del ragazzo. (Dal cucinino la musica si attenua)

LUIGIN           :- (esterrefatto, alla moglie) "E chi o l'èa quello là"... No!.. No dimme co l'è mae figgio.. me refûo!"

ROSETTA      :- (cercando di sorvolare) "E chi o l'è se no?.. A-o Giovanni ghe piäxe a mûxica moderna..a no l'è 'na novitae..Ti gh'è accattòu finn-a di dischi ti"

LUIGIN           :- "O me pàiva 'n'orangotàn in çerca de banann-e" (Si rialza il tono della musica)

GIOVANNI     :- (esce dal cucinino per avviarsi alle stanze, sempre agitandosi ritmicamente e mordendo un panino imbottito)

LUIGIN           :- (ironico) "Salve eh, bello zoveno.. Comme mai da 'ste parti.. semmo andaeti in cambûsa a fà rifornimento?"(si abbassa il tono della musica)

GIOVANNI     :- (senza degnare di uno sguardo il padre, fa cenno con il pollice e l'indice ad uno <O> a significare <Okey> e sempre dimenandosi, esce dalla scena)

LUIGIN          :- (imita il gesto del figlio con ostentazione) "Okej baby" (alla moglie) "Aggiornite Rosetta.. t'hae visto comme se salûtta òua?"

ROSETTA     :- (sorridendo) "T'è proppio tûtto da rìe"

GIOVANNI    :- (rientra ancora in scena con il forte suono della musica, sempre agitandosi. Va in cucinino seguito dallo sguardo comico del padre. Ne esce quasi subito con un bicchiere o una lattina in mano e sorseggia)

LUIGIN           :- (mentre si attenua il suono)  "Scûsa se te interrompo o ritmo ma.. no se ûsa ciû mangià insemme a tòa comme in te famigge che se rispettan?"

GIOVANNI     :- "Devo studiare"

LUIGIN           :- "Con quello bordello de là?"

GIOVANNI     :- "Quello non è chiasso.. è musica"

LUIGIN           :- "Musica?"

GIOVANNI     :- "Musica giovane" (guarda con aria di sufficienza i genitori)

LUIGIN           :- (alla moglie) "Musica giovane?.. E cose veu dì?"

ROSETTA      :- (imbarazzata e cercando di aiutare il figlio) "Eh.. i tempi son cangiae. An- cheu i zoveni gh'han i complessi ROK.. POP, PUNK..(leggi pank)"

LUIGIN          :- (intervenendo)"PUNK " (leggi punk)

ROSETTA     :- (proseguendo) "..e noiätri semmo arrestae inderé"

LUIGIN           :- (rimuginando)"Musica giovane? Se ti dae a mente ä televixòn quando fan da reclamme, no ti senti ätro che: moda giovane, vesti giovane, la moto giovane, la bibita giovane.. e pe' noiätri?.. N'han zà cacciôu in ta rûmenta?"

GIOVANNI     :- (uscendo di scena)"Eh.. voi vecchi non potete capirci" (esce)

LUIGIN           :-  "'mìa bezugo..che vëgio l'è chi meue" (la musica cala fino a scomparire)

ROSETTA      :- "E no te a piggià. Pe' i zoveni quelli ch'han ciù de trent'anni son zà vëgi"

LUIGIN           :- "E dàgghela!"

ROSETTA      :- "Pe' forza.. a pubblicitae a s'innandia verso i zoveni.. son loiätri che accattan"

LUIGIN           :- "E semmo noiätri che tiemo feua e palanche" (DALLE STANZE SI SENTE ARRIVARE LA MUSICA AD ALTO VOLUME) "Giovanni! Asmorta 'n po' quell'arneize.. armeno che se posse lëze o giornale in paxe" (il volume si attenua e scompare. Riprende il giornale e legge)"Oh, berettìn da neutte.. Vegne a testa comme 'n ballòn"

ROSETTA      :- (si alza, va a riporre le tazzine ed il resto in cucinino)

GIOVANNI     :- (rientra in scena e si avvia ad accendere la televisione. Luigin lo blocca)

LUIGIN           :- (ironico) "T'hae za finîo de studià?.. Studi giovane?"

GIOVANNI      :- "Faccio un po' di relax.. In TV c'è un programma della serie spaziale <Star Trek.. l'incredibile giustiziere dello spazio>"

LUIGIN         :- (lo guarda con commiserazione) "Mooolto istruttivi.. ti veu mette? Con quelli programmi lì ti peu sta tranquillo che, fra quarche anno ti diventiae..GIOVANNI! L'incredibile cretinetti dell'ospizio!"

GIOVANNI     :- (alza una mano come a dire che il padre rompe) "Ma come la fai grossa"

ROSETTA      :- (rientra dal cucinino con un panno per nettare il tavolo; rivolgendosi al figlio)"Accendi il televisore piccolo di là e tieni basso il volume per piacere.. Ma dopo, vai a studiare, capito?"        

GIOVANNI    :- (si alza per ubbidire)                    

LUIGIN           :- (blocca il ragazzo agguantandolo per un braccio)"Scûsa sae? No l'è pe' fa o bastiàn conträio; ma no saieiva mëgio andà primma a studià e poi, semmai, ammiâse quelli belli programmi? Prima il dovere e poi il piacere"

GIOVANNI      :- (sbuffa, si avvia al cucino)"Ma come rompi!" (chiude la porta)

SCENA III

(Luigin - Rosetta)

LUIGIN           :- (c'è rimasto male)"T'hae accapìo?" (pausa)"E ti, ti no dixi ninte" (pas-

                          seggia nervoso)"Se ti ghe dai raxòn t'è ûn braghe molle, se ti ghe dae torto, non capisci i giovani...se no t'hae o giaccòn de pelle t'è ûn meschi- netto.. se no t'hae o motorìn, naturalmente giovane, t'è un scemellàn e se no ti beivi 'na bibita con tanto giàsso da fate vegnì 'na congestiôn, no t'è moderno.. Ma noiatri eivimo proppio coscì abertoellae? E pûre me pà de ricordà che manco tanto tempo fa eivimo zoeni anche noiätri.." (guarda la moglie)"..o semmo nasciûi zà vëgi?"

ROSETTA      :- "I tempi cangian troppo de sprescia rispetto ai anni passae. No se fa in tempo a inquadrase in te 'na neuva mentalitae che sûbito a l'è sûperà"

LUIGIN          :- "Mah.. saià.. Però quande mae moae, ca no l'ha stûdiò pé ninte, a me regiava ûn lerfòn, mi me o tegnivo e stavo sitto.. e pûre l'ho sempre rispettà e gh'ho vosciûo sempre ben" (ricordando)"Oa accapiscio i sacrifizi ca l'ha faeto pe' famme stûdià"

ROSETTA      :- "Foscia l'è pe' questo che ai nostri figgi ghe demmo ûn po' ciû vinte.. pe no fagghe fà di sacrifizi anche a loiätri"

LUIGIN          :- "Ûn po' de sacrifizi però ghe faieivan ciû ben che mâ"

ROSETTA     :- "O Giovanni però o l'è un bravo figgeu"

LUIGIN          :- "No diggo mïga de no.. ma se mi  avesse dïto a mae mammà <ma come rompi>, a te m'avieiva regiò ûn lerfòn che no m'avvieivan attrovòu manco ciû a l'anagrafe" (DALLA TV DEL CUCININO SI SENTE IMPROVVISAMENTE UN URLO AGGHIACCIANTE SEGUITO DA UNA SPARATORIA. LUIGI HA UN SOBBALZO E ROSETTA, SPAVENTATA, SI PORTA LA MANO ALLA GOLA)

LUIGIN          :- (con ironica rassegnazione)"L'han criccòu!"

ROSETTA     :- (apprensiva, apre la porta del cucinino)  "Ma Giovanni, ci fai spaventare!"

LUIGIN        :-"Ci fai prendere dei 'resâti'"

ROSETTA    :- (richiude la porta e il frastuono smette; poi, al marito)"Bezeugna accapîlo..

o l'è sempre solo.. o no l'ha de amixi e manco amighe.."

LUIGIN         :- "Mi a seu etae.. e amighe ghe l'aveivo.." (cingendo col braccio la moglie)

                        "E se o l'è proppio solo.. demmoghe 'n fraè"

ROSETTA     :- (scrollandosi di dosso il braccio del marito)"Ma ti t'è bello matto. Fallo tì"

LUIGIN          :- "Guagneiva o premmio da reginn-a Vittöia"

ROSETTA    :- "Me sa che t'aggi bevûo"

LUIGIN         :- "O l'è o caffè.. mi ha tirato su"

ROSETTA    :- (apre la porta del cucinino)"Giovanni, sarà ora che tu vada a studiare"

LUIGIN         :- "No arrunsalo.. manaman o te piggia in parolla..Va zà ben che ancheu femmo tûtti stûdià i figgi, coscì riëscian mëgio, 'na votta diplomae o laureè, a fa i disoccupae" (siede)

ROSETTA    :- "Ma dimme ûn po'.. t'hae miga rattellòu in scagno con quarche fädetta che ti te a piggi con mi?"

LUIGIN         :- "Fädetta? E chi porta a fädetta ancheu?.. C'è la moda giovane.. l'unisex.. ci scambiamo le braghe.."(ironico)".. anche se gh'è quarchedun co se scan - gia e fädette.." (alludendo) .."quelli che.. eh?.. E poi mi, no ho rattellòu con nisciûn"

ROSETTA     :- "Ben mia.. vaddo a accattà quarcösa in bûttega; staséia vegne o Lisciandro con a Vittorinn-a"

LUIGIN          :- "Quelli xattae lì" (gesto di sopportazione)"Ma cöse ghe vegnan a fa de longo chi?"

ROSETTA    :- "E vegnan pe' sta un po' in compagnia. A Vittorinn-a ghe piaxe tanto o nostro salottin..Ti o sae che ghe son streiti in casa. Ä Stefania ghe devan fa o letto in te l'intrata a séia e in te quello moddo no peuan riçeive gente"

LUIGIN          :- "E no l'è corpa mae.. no posso mïga dïghe ca vegne chì a dormì cö Giovanni"

ROSETTA     :- "Ma cöse ti dixi, bravo"

LUIGIN          :- (sornione)"Do resto han a stessa etae"

ROSETTA    :- (sgridandolo)"Ma son sempre di figgeu..e poi no son descorsci da fäse"

                        (pausa)"Va ben, mia.. vaddo chì de sòtta se no me seran" (esce all'esterno)

LUIGIN         :- (sull'uscio)"Piggia anche i pastissìn ch'an o bocchìn delicòu"

SCENA IV

(Luigin - Giovanni)

LUIGIN        :- (sulla soglia del cucinino, al figlio)"Ti n'hae ancon guaei de quella röba lì.. T'hae da stûdià-a!"

GIOVANNI  :- (dall'interno, con malagrazia) "E ora.. Uffa!"

LUIGIN        :- (scrolla il capo e poi va allo scaffale, o scrivania, prende un registro ed inizia a fare dei conti) "Ammiemose ûn po' i conti do scàgno"

GIOVANNI  :- (rientra e sbatte alcuni libri sul tavolo, accanto al padre assorto nei conti e gli si siede vicino)

LUIGIN       :- (ha un sobbalzo e guarda severo il figlio)

GIOVANNI  :- "Pà, mi aiuti?.. Così mi sbrigo prima"

LUIGIN       :- "E no ti poeivi commençà primma invece de ammiate quelle belinate a televixòn?" (pausa)"Che ti i fassi da solo.." (ironico) "Fatteli fa da tu moae che.. in quante a conti.."

GIOVANNI  :-"Ma per te che sei ragioniere è più facile"

LUIGIN       :- "Mia, no striscià a verdinn-a"

GIOVANNI  :- "Cos'è?"

LUIGIN        :- "O no l'è 'n complesso rok, o l'è ûn zeugo de carte"

GIOVANNI   :- (alludendo agli esercizi)"Si tratta della partita doppia"

LUIGIN         :- (distratto dai suoi conti)"No, si tratta del tressette"

GIOVANNI    :- "Intendevo dire gli esercizi che devo fare.. io ne vengo dal classico e la ragioneria non mi entra in testa"

LUIGIN         :- (spazientito)"Ti polivi çercate 'n'ätra facoltae!"

GIOVANNI    :- "Il fatto è.. che la partita doppia non l'ho ancora capita bene"

LUIGIN          :- "E te lascio dì.. mia basta che no ti ghe metti che se tratta della partita <Genoa-Sampdoria> e <Sampdoria-Genoa>" (fa il gesto di andata e ritorno

                         sottolineandolo con la parola) ".. andata e ritorno ..partita doppia.. "

GIOVANNI    :- "Ho capito; non lo sai fare"

LUIGIN         :- (ironico)"E vorrià di che me bocciàn.. no me presentiòu ai TEU e   sammi"

GIOVANNI    :- (che non disarma)"Se mai c'è n'è un altro di matematica finanziaria.. lo facciamo?"

LUIGIN          :- "Lo facciamo?.. FAI!"

SCENA V

(Luigin - Giovanni - Rosetta)

ROSETTA   :- (entra)"Ecco faeto" (posa la borsa o il sacchetto di plastica, con la mercanzia e si toglie la giacca o rebecca che appende all'attaccapanni)

LUGIN         :- (alla moglie)  "Mia che TEU fuggio o no sa fa manco i compiti da terza media.. ätro che esammi a l'ûniverscitae.."

ROSETTA   :- (prendendo la borsa che aveva posato ed avviandosi al cucinino)" E ti che t'è ragioniere ti porriesci daghe 'na man"

GIOVANNI   :- (muove le mani come a dire che <non fa una grinza>ciò che dice la madre)

LUIGIN        :- "Stesse parolle seu.. stessa scheua!"

ROSETTA   :- "Intanto mi preparo a çenn-a" (entra in cucinino)

LUIGIN        :- (grattandosi la nuca)"E coscì.. cäo Luigin.. t'han brazòu!"

GIOVANNI  :- "Allora papà?"

LUIGIN       :- (rassegnato, si appresta ad aiutare il figlio allontanando da sé il suo registro.

                      Suonano alla porta. Soddisfatto dell'interruzione va ad aprire: è Texo)

SCENA VI

(Luigin - Rosetta - Giovanni - Tëxo)

TËXO         :- (vicina di pianerottolo. Sulla sessantina o poco più) "Scusa Luigin se te desturbo a quest'öa.."(entra)

GIOVANNI :- (allarga le braccia significando che non ci voleva questa interruzione)

LUIGI         :- "Ma che destûrbo" (guarda sornione il figlio)"..anzi.. Ma vegnì avanti, Texo, accomodaeve"

TËXO         :- "No me funzionn-a a lûxe.. saià satòu 'na varvola.. mi no me n'accapiscio; ti porriesci dagghe 'n'euggià pe' piaxéi?.. Te faiò lûmme con 'na candéja"

LUIGIN       :- (soddisfatto)"Ma senz'ätro.. no se peu sta senza lûxe.."(guarda il figlio imbronciato ed allarga le braccia a significare..<ci vuole pazienza>)

TËXO         :- "Combinaziòn staseia ä televixòn ghe a novantexima puntata de: <Cuore appassito> e no vorrieiva perdila"

LUIGIN      :- "Eh, accapiscio.. a l'è quella telenovela ca dûa finn-a a-otreimilla e s'accapisce che senza corrente elettrica no se peu veddila.. tanto ciù che televixoìn che van a legna no l'ha ancon inventae" (versa la moglie in cucina)"Rosetta!"

ROSETTA   :- (rientra in scena asciugandosi le mani nel grembiulino) "Scusae Tëxo.. son appreuvo a preparà a çenn-a"

TËXO          :- "No me funzionn-a a lûxe e coscì son vegnûa a vedde se o Luigin, gentilmente, o me ghe dà 'n'euggià"

LUIGIN        :- (al figlio) "Me sa tanto che ti te devi arrangià da solo"(si affretta intanto ad aprire la porta sul pianerottolo)

ROSETTA   :- "(al marito) "Tûtte e scûse son bonn-e.. vanni, vanni.."

TËXO          :- (uscendo con Luigin) "Bon appetitto" (escono)

ROSETTA   :- (al figlio)"Perché non telefoni alla Stefania? Lei è brava in questa materia"

GIOVANNI   :- "Hai ragione, farò così" (si alza raccogliendo le proprie cose) "Telefono dallo studio di papà"

ROSETTA   :- "Mi raccomando, sbrigati"

GIOVANNI  :- "Farò presto" (esce)

ROSETTA    :-  (sta per andare in cucina quando suonano alla porta, va ad aprire brontolando)

                         "Ghe fïsse 'na votta ch'o se porte e ciavi appreuvo" (apre, entra Luigin)

 

SCENA VII

(Rosetta - Luigin - Giovanni)

ROSETTA :- "Zà finîo? Se o saveivo te lasciavo l'esercizio do figgieu da fa"

LUIGIN      :- "Ah,  ma mi no m'offendo mïga.. e oa dovve o l'è?"

ROSETTA :- "In to teu stûddio"

LUIGIN      :- "..se no l'éa pe' a Tëxo.."

ROSETTA  :- (ironica) "E s'accapisce"

LUIGIN     :- "A lûxe a funzionn-a ma a televixòn a l'ha di guai pe' conto seu e mi no me 'n 'accapiscio.." (pausa) "Ma, no se mangia?"

ROSETTA :-"T'è arrivôu con a spréscia?..Aggiûttime armeno a mette töa"(va in cucino)

LUIGIN      :- (prende dalla credenza l'occorrente) "Chi, se no fasso tutto mì no se mangia" (intanto che apparecchia continua a parlare con la moglie) "Che brava donna  a Tëxo.. A m'ha visto cresce in questa casa, comme ti sae.  Creddo che tra lé e o barba Baciccia ghe fïse do tèneo a quelli tempi.. primma da guaera"

ROSETTA   :- (dal cucinino, fra il rumore delle pentole) "Lascilo là in America dovve o l'è"

LUIGIN        :- (sempre apprestando il tavolo con piatti, oliera, posate, bottiglie ecc.) "Chis-

                       sa poi perché no n'han faeto ciû ninte"

ROSETTA   :- (entra con i piatti)"Assettite che l'è pronto"

LUIGIN        :- (ad alta voce) "GIOAN.. l'è pronto"

ROSETTA   :- (riprendendolo, seccata)"O l'è Giovanni e no Gioàn"

LUIGIN       :- "N'ho mïga dïto 'na parolàssa"

ROSETTA  :- "Lé o parla italiàn e o seu nomme o l'è Giovanni"

GIOVANNI  :- (entra rapido e prende subito posto a tavola)

LUIGIN       :- (con ironia)"Giovanni.. Non te le lavi le manine?.." (redarguendolo)"E vattele a lavà.. sûcido!"

GIOVANNI  :- (si alza con un gesto di stizza e va)

ROSETTA  :- (al marito)"Che mainea da paisàn!"

LUIGIN       :- (severo)"T'òu duggio mi quello lì.. tsè.. italiano.."

GIOVANNI :- (rientra scuro in volto e prende posto a tavola)

LUIGIN       :- "Che lavata sprint!" (sarcastico, al figlio)"Buon appetito caro"(alla moglie) "Ghe l'ho dïto in italian"

GIOVANNI  :- (serio)"Buon appetito"

ROSETTA   :- "Grazie, altrettanto" (cenano) "Da chi a 'n'oétta vegne a Vittorinn-a"

LUIGIN        :- "Speremmo ch'aggian çennòu"

GIOVANNI   :- "Viene anche la Stefania?"

ROSETTA   :- "Non credo; non l'hanno detto"

GIOVANNI   :- "Avrà da studiare anche lei"

LUIGIN        :- "Me pà che a Vittorinn-a quande a vegne chì a cuiüse 'n po' troppo in gîo" (SUONANO ALLA PORTA)

ROSETTA  :- "E chi gh'è a quest'òa?.. No creddo che a Vittorinn-a.."

LUIGIN       :- (scherzando)"E saiàn i carabinè"

GIOVANNI  :- (si alza e va ad aprire. Vede sull'uscio due carabinieri; un maresciallo ed un graduato) "PAPA'!" (li addita e scoppia a ridere strusciandosi contro il muro e tenendosi il ventre)

SCENA VIII

(Luigin - Rosetta - Giovanni - Maresciallo - Carabiniere)

LUIGIN       :- (vedendoli gli va il boccone per traverso. Si alza e si netta col tovagliolo)"I.. i

                      carabiné?"

MARESC:  :- "Possiamo entrare?"

ROSETTA :- (si alza a sua volta, preoccupata, senza profferir parola)

LUIGIN      :- "Prego ma.. pé cose.."

MARESC. :- "Abita qui un certo CEVASCO GIO BATTA?"

ROSETTA:- (seccata)"No" Qui abita Cevasco Luigi"

CARABIN. :- (con accento siciliano)"Questo però è il suo recapito"

LUIGIN      :- "O l'è.. mae barba.. mio zio. Ma lui è in America da quando è finita la guerra"

MARESC. :- "Sappiamo naturalmente che è in America, anche se non ha regolarmente formalizzato il suo espatrio..Comunque non è per questo che siamo venuti"

LUIGIN     :- (con apprensione) "E allora, perché?.. Cose o l'ha faeto?"

ROSETTA:- "E' in California, ha un ristorante e di tanto in tanto, ci scrive" (pausa) "Ma noiätri cose gh'intremmo?"

MARESC. :- "E' solo una formalità burocratica.. una vecchia pratica da sistemare.. da verificare insomma"

CARABIN. : - "Se vi giungesse qualche notizia.. se rientrasse in Italia.."

ROSETTA :- (interrompendo soprappensiero)"Gh'ammanchieiva ätro.."

MARESC:- :- "Nel caso ditegli che si rivolga alla stazione dei carabinieri della vostra zona, da me.. dal maresciallo Caputo"

LUIGIN       :- "Capito"

MARESC. :- "No: Caputo!"

LUIGIN      :- "Capito; Caputo"

MARESC. :- "Desidero sistemare tutte le pratiche che da anni sono in sospeso e fra queste ce n'è una appunto, che riguarda Cevasco Gio Batta"

CARABIN. : - "Siamo intesi, ah?"

MARESC. :- "Scusate del disturbo e dell'ora. Purtroppo noi, non abbiamo mai un orario" (salutano accompagnati alla porta da Giovanni)

LUIGIN       :- (pensieroso)  "Staeve ben"

SCENA IX

(Giovanni - Rosetta - Luigin)

GIOVANNI:- (corre a sedersi a tavola per continuare a cenare)

 ROSETTA   :- (a Luigin mentre siedono a tavola) "Comme ti faxeivi a savei ch'éan i carabiné?"

LUIGIN           :- "Mi? E comme t'eu che o savesse?"

ROSETTA      :- "T'hae dito: <saiàn i carabiné> e.."

LUIGIN           :- (interrompendo)"Ma o l'è staeto un cäxo.. l'ho dïto tanto pe' rîe"

ROSETTA      :- "Mah.. saià.." (pausa e respingendo via il piatto) "Intanto m'è passòu a   cuae de mangià"

LUIGIN           :- "A mi no!" (riprende a cenare)

GIOVANNI      :- (fantasticando)"Avrà ammazzato qualcuno in America.."(misterioso)       "cosa nostra.. e lo sceriffo lo starà inseguendo"

LUIGIN           :- (scocciato)"Scì, a cavallo de 'n ratto pernûgo.. Ma no di scemmàie e mangia.. sceriffo!"

ROSETTA     :- "Giovanni smettila per piacere.. ho già i miei pensieri.."

GIOVANNI     :- (rincarando la dose)"Sarà nel traffico della droga"

LUIGIN           :- (gettando in malo modo il tovagliolo e rivolgendosi seccato al figlio) "Te l'ho dïto mi.. a ti t'arrovinn-a a televixòn e scì che no t'è ciû ûn figgeu"

GIOVANNI    :- (prende il piatto e si alza)"Ho capito.. vado di là a studiare"

LUIGIN         :- (salace)"Cö piäto?!"

GIOVANNI  :- "E anche col bicchiere" (prende il bicchiere ed scese alla sinistra)

ROSETTA    :-(guarda l'orologio)"Oeii, fra poco vegnan quelli duì là" (si alza da tavola)"Intanto commençemmo a levà töa"

LUIGIN         :- "Ma.. no se mangia ätro?.. Mi ho ancòn famme"

ROSETTA    :- (levando i piatti o altro) "No. Ancheu piäto ûnico. Emmo zà perso do tempo con i carabiné"

LUIGIN        :- (si alza a sua volta ed aiuta la moglie)"Scì.. l'è megio.. manaman se ne veddan a töa son boìn de fäne compagnia"

ROSETTA   :- "No avei anscietae.. vegnan doppo çenn-a. N'accapiscio perché ti te a piggi tanto cäda"

LUIGIN         :- "No me a piggio né cäda né freida.. dïggo solo che son di xattae" (continua ad aiutare la moglie, a levare il tutto da tavolo in modo disordinato, continuando la conversazione)".. saiàn anche de brave personn-e.." (con gli

                       occhi al cielo) ".. timorae.." (cambiando tono, ironico)"Han 'na lengua comme i camaleonti.. ma.. son brave personn-e, s'intende"

GIOVANNI   :- (appare sull'uscio col piatto , che posa sul tavolo e con sottile ironia)"Pà.. alla TV c'è: "Operazione antidroga".. ci sarà lo zio Baciccia"

ROSETTA   :- (adirata)"Smettila.. Vai a studiare!"

GIOVANNI   :- "Ma dài, che scherzo" (si ritira)

LUIGIN        :- "Ti t'è mïga sbaglià che ti l'hae mandou a stûdià'?"

ROSETTA   :- "Mi no accapiscio a chi o l'assomegge TEU FIGGIO"(prosegue a nettare il tavolo, a rimettervi sul il tappeto, posacenere, ecc.)

LUIGIN       :- "Ma dimme un po'.. perché quande o fa o pelandròn o l'è MAE FIGGIO e quande o l'è queto o l'è TEU FIGGIO?"

ROSETTA :- "O l'ha piuggiòu da teu razza.. dä mae no de segûo"

LUIGIN      :- "Ma s'accapisce.. tûtti stinchi de santi i teu.. a commençà da  teu cüxo o Dria" (si gratta significativamente un orecchio facendo movenze femminili)

ROSETTA :- "O l'assomeggià a teu barba, l'AMERICANO!"

LUIGIN      :- (fa il gesto di rimestare)"Ti gh'è giòu tanto che.. ZAC, a monnà ti l'è tià.. ti basta che ti mogogni e ti te realizzi" (pausa) "Approfitta de mogognà perché se a va avanti coscì mettan a tàscia anche in sciò mogogno e.. semmo belli che arroinae"

ROSETTA :- "Mia, cangemmo discorso"

LUIGIN      :- "Ecco, brava. Commençemmo a fà a pratica in sciò caro-mogogno"

                       (SUONANO ALLA PORTA)

 

SCENA X

(Rosetta - Luigin - Vittorinn-a - Lisciandro)

LUIGIN       :- (ironico)"Arrivan i nostri" (va ad aprire. Entrano Vittorinn-a e Lisciandro)

LISCIANDRO:- (sui quarant'anni circa. Occhiali da miope, giacca scura sotto il soprabito o impermeabile)"Bonn-a séia"

ROSETTA  :- "Ciao Vittorinn-a e.. a Stefania?"

VITTORINN-A:- (di poco più giovane del marito, anch'essa vestita di scuro) "Ciao Rosetta" (pausa)"A l'è appreuvo a studià" (si tolgono soprabito e giacchetta che Lugin appende al porta-abiti)

LISCIANDRO:- (che oltre ad essere miope e anche un po' sprovveduto)"Anche o Giovanni o l'ha i esammi, eh?"

LUIGIN          :- Eh, scì.. o l'è de de là co stûdia.. con e cffie in sciè oege.. Cöse o l'accapià mai o sa solo lé.. ma, assettaeve" (accenna con ironia al divano)

                      "A-o vostro solito posto" (eseguono)

LISCIANDRO:- (siede sul bracciolo e aiutato dalla moglie scivola come sul  toboga sul divano)

VITTORINN-A:- (comportamento da santarellina, è mesta in viso come il marito) "E allòa

                        a voiätri comme a va?"

ROSETTA    :- "Comme a- solito"

LUGIN          :- (in piedi, squadrandoli con ironia) "Ma che facce allegre!"

ROSETTA    :- "Ve fasso ûn caffè?"

LUIGIN         :- (subitaneo)"Ma te pan domande da fa?"

VITTORINN-A:- (che non ha capito l'antifona)"Sempre gentile o Luigin. Ma, veramente, PRIMMA DE MANGIA'  o me levieiva l'appetitto"

LUIGIN       :- (ha uno scatto incontrollato e, sottovoce, alla moglie) "E te l'ho dito mì!"

VITTORIN.:- (notando l'atteggiamento di Luigi"Pe' quante però o me segge zà passòu"

ROSETTA  :- "Ei ancòn da çennà?"

LISCIANDRO:- "Eh, scì.. Emmo faeto tardi perché semmo andaeti da l'avvocato"

ROSETTA  :- (stupita) "Da l'avvocato?"

LUIGIN       :- (ironico) "Ve separae?.. A Vittorinn-a a s'è faeta l'amigo?"

VITTORINN-A:-(offesa) "Mi de quelle cose lì no ne fasso: l'è peccòu!"

LUGIN        :- "Peccòu.. pe' l'ätro.." (poi, prevenendo la reazione dei due) "Scherzo, scherzo.. t'ou sae che me piaxe scherzà"

LISCIANDRO:- (che tra l'atro ogni tanto balbetta)"Son scherzi che.. che no me piaxan guaei.. A Vittorinn-a a l'è tûtta ca-casa e Gëxa..  A no l'ha di grilli pe' a testa"  (guarda la moglie cercando conferma)

VITTORINN-A:- (accenna che sì, naturalmente è così) "Semmo andaeti da l'avvocato perché o padròn de casa o n'ha daeto o sfratto.."(col magone)"doppo ciû de vint'anni.."

ROSETTA   :- "Oh.. comme me despiaxe Vittorinn-a" (le va accanto) "Ma comme mai o v'ha daeto o sfratto?"

LISCIANDRO:- "Eh..o.. o dixe che se sposa seu figgetta..  se sposa"

LUIGIN         :- "Ûn momento; pé quante ne so mi o l'ha 'na figgia ca se doveiva zà sposà vint'anni fa"

VITTORINN-A: "E a l'è sempre quella"

LUIGIN       :- "Baccere! Comme figgetta a l'è un po' stagionà"

VITTORINN-A:- (con aria da vittima)"Se o Segno o ghe tocchesse o cheu"

LUIGIN      :- (malizioso)"E gh'avian toccou.. quarcosa d'ätro ä promissa"

ROSETTA :- "Ma Luigin!"

LUIGIN       :- "Ûn po' de coraggio.. a l'è brûtta comme 'n resäto"

VITTORINN-A:- "No semmo dovve andà.. no s'attreuva façilmente un scîto libero in affitto"

ROSETTA  :- (rincuorandola)"Faeve coraggio. Spero proppio che tûtto s'accomodde"

LUIGIN       :- "Peu anche dase che a sposinn-a a s'attreuve  de neuvo.. sedotta e ab - bandonata.. son vint'anni ca ghe tenta"

ROSETTA  :- "Ei provòu a digghe che ghe daiesci de ciû?"

LISCIANDRO:- "A-a l'è a primma co-cösa ch'emmo faeto.. anche se pé noiätri saieva staeto un sacrifizio nevvea; ma o veu o scîto libero e basta.. no ghe-ghe ninte da fa!"

VITTORINN-A :- "Beati voiätri che no éi de 'sti problemi" (un po' malignetta)"Sei in casa de vostro barba e.."

LISCIANDRO:- (interrompendo)"E lè o l'è in America" (guardando malignamente Luigin)

                       "A meno che o no decidde de ritornà!"

LUIGIN         :- (comicamente si tocca.. ferro.. fa le corna) "Ma che brava personn-a che t'è, Lisciandro"

ROSETTA    :- "Ma s'ei ancon da mangià ve fasso quarcösa ä spedìa"

VITTORINN-A:- (titubante)"Ehm.. no, grazie Rosetta, saieiva troppo destûrbo"

ROSETTA  :- "Ma che destûrbo.. vèa Luigin?" (le da una gomitata)

LUIGIN       :- "Ahia!"

ROSETTA  :- "Anche o Luigin o l'insciste.. Vea Luigin che ti inscisti?"

LUIGIN       :- "Eh?.. Ah, scì.. inscisto primma che.."(fa cenno alla moglie della gomitata)

VITTORINN-A:- "Ho sempre dïto mì che sei da brava gente.. Spero proppio che no v'accapite comme a noiätri"

LUIGIN      :- "E dagghela!"

ROSETTA :- "Ma mi me auguro proppio de no. Emmo zà speiso tante palanche pé rimettila a neuvo" (guarda l'ambiente) "Palanche che avieva dovûo spende o padron de casa!"

LUIGIN      :- "E comme no; ti veddi Lisciandro.. noiätri in te questa casa ghe stemmo zà a gratis però.." (salace)"..se o padròn de casa, cioè mae barba, o ne fesse anche o rimborso, no saieiva mïga mà, te pà?"

LISCIANDRO:- (ingelosito della buona situazione di Luigin)"Be-beato tì che t'hae cuae de scherzà"

ROSETTA   :- "Intanto e palanche l'emmo speize"

LUIGIN        :- (con sarcasmo) "E scì, e magara o barba o ne manda a dì che o ritorna perché.. perché vuole convolare a giuste nozze" (pausa) "Ormai o l'ha sett'antanni seunnae e lé o stà ben in America dovv'o l'è.. o saià pìn de dollari, miga de bura comme noiätri..  Rosetta.. poemmo ciammàse affortunae con i tempi che cöran.."

VITTORINN-A:- "E mi diggo proppio de scì" (con aria affatto convincente)"Son contenta pe' voiätri" (SUONANO ALLA PORTA)

ROSETTA   :- (avviandosi ad aprire)"E oa chi gh'è?"

LUIGIN        :- (ironico)"E saià o barba Baciccia co dïxe co l'arria" (avviandosi alla porta) "Chi l'è?"

SCENA XI

(Rosetta - Luigin- Lisciandro - Vittorinn-a - Postino)

POSTINO    :- (da fuori) "Telegramma!"

LUIGIN        :- (apre ed entra un fattorino)

POSTINO   :- (entra) "Buona sera.. o sciò Cevasco Luigi?"

LUIGIN       :- (si avvicina un po' stupito)"Son mì"

POSTINO   :- Telegramma" (porge un piccolo registro, la penna o lo invita a firmare) "Scià firme chi pe' piaxei""

ROSETTA :- (intanto che il marito firma il registro) "Ûn telegramma?"

POSTINO :- "Da l'America, scignöa"

LUIGIN     :- (apre il telegramma sotto lo sguardo curioso di tutti)

ROSETTA:- (con noncuranza)"Saià mïga sûccessa 'na desgrassia a teu barba?"

LUIGIN      :- (salace) "No ëse coscì addolorà.. famme lëze primma"

POSTINO  :-  (attende la mancia e non si muove)

ROSETTA:- (sottovoce al marito)"Dagghe a mancia"

LUIGIN     :- (al postino)"Sei pagòu pe' fa o fattûrin?"

POSTINO :- "E gh'ammanchieva ancòn che no me paghessan"

LUIGIN     :- "Alloa.. se permettei.. saero a porta se donca me scappa o gatto"

LISCIANDRO:- (sorpreso, a Vittorinn-a)"O gatto?.. No l'ho mai visto"

LUIGIN     :- (chiude l'uscio e dà una sbirciata al telegramma)

ROSETTA:- "Spilorcio: Perché no ti gh'è daeto a mancia?"

LUIGIN     :- "Saieiva staeto <corruzione di pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni>" (finisce di leggere il telegramma poi, in silenzio, lo passa alla moglie)

ROSETTA :- (Legge a sua volta mentre Vittorinn-a e Lisciandro, cercano di allungare il collo per vedere. Rosetta, sconsolata, si siede)"Oh, no!"

VITTORINN-A:- (melliflua)"Quarche.. desgrassia?"

ROSETTA  :- "Pëzo!"

LISCIANDRO:- "Ma.. co-cöse l'è sccesso?"

LUIGIN       :- (cercando di minimizzare, fa l'indifferente) "Ma ninte.. ninte de particolare..

                      ARRÎA O BARBA BACICCIA!"

VITTORINN-A:- (cattivella)"E.. o veu o scîto?"

ROSETTA   :- (seccata)"Spero de no! Dove andiescimo noiätri?"

LISCIANDRO :- (pronto) "DA L'AVVOCATO!" (dà un'occhiata espressiva alla moglie)

ROSETTA   :- "E gh'ammanchieiva anche questa"

LUIGIN        :- (sconsolato)"O l'avià nostalgïa de Zena"

ROSETTA   :- (nervosa) "Ti, saià mëgio che no ti fassi ci de previxoìn. Primma t'hae dito: <saian i carabiné> e son arrivae i carabiné.."

LISC. E VITT.:- (interrompendo e guardandosi)"I carabiné?"

ROSETTA  :- "Scì.. i carabiné.." (continuando) "..Poi t'hae dito: <saià o barba Baciccia co dïxe co l'arrîa> e ti gh'haedaeto torna cianta a-o posto: o telegramma!.. No dì ciû ninte" (passeggia nervosa)

LISCIANDRO:- "Ti po-porriesci fa o ca-cartomante. Ti guagniesci de belle palanche"

LUIGIN       :- "Ma famme o piaxei.. cartomante.. Son staete de combinazioin"

ROSETTA  :- "Mah! Chi o sa!"

LUIGIN       :- (ironico)"E vorrià di che m'attappiò a bocca"

VITTORINN-A:- (insinuante) "E coscì, doppo ciû de quarant'anni arriva teu barba Baciccia da l'America"

LUIGIN      :- (salace)"No date despiaxei Vittorinn-a.. S'o l'éa in França o saieiva arrivòu da França"

VITTORINN-A :- "Ve auguro co no l'agge bezeugno do scîto.. v'attroviesci in ta nostra situaziòn"

LUIGIN       :- (sottovoce, facendo le corna)"E a ridagghela!" (SUONANO ALLA PORTA)

SCENA XII

(Luigin - Rosetta - Vittorinn-a - Lisciandro - Tëxo)

LUIGIN       :- (sbottando ) "E oa chi gh'è?"

ROSETTA   :- "Pe' piaxei no di ninte" (va ad aprire)

TËXO         :- (vicina di pianerottolo, sui settant'anni circa, vestita a modo per uscire)"Oh,

                      Rosetta.. ch'a scûse ma ho visto o fattûrin in te 'n'öa insolita.. no son mïga arrivae de brûtte notizie, spero"

LUIGIN      :- (con finta noncuranza)"No, no.. Arriva solo mae barba Baciccia"

TËXO        :- (con soddisfazione)"Ah, meno male ca no l'è 'na notizia gramma"

ROSETTA :- (seccata)  "E perché?.. A ghe pà 'na bella neuva questa?"

TËXO        :- "Oh, mi diae de scì" (rivolta alle persone sedute) "Oh, scià Vittorinn-a, sciò Lisciandro.. domando scûsa se v'ho destûrbòu ma, son in confidenza in te questa casa.. Pensae che o Luigin l'ho visto cresce e me ghe son affezionà.. ma anche ä Rosetta, s'intende"

LUIGIN      :- "A Tëxo a l'è pe' mi comme 'na lalla. Anzi, da figgeu a ciammavo 'lalla Tëxo'" (la invita a sedere)

TËXO       :- (assorta, si siede)"E coscì o Baciccia o rientra in Italia.. bene, bene"

ROSETTA :- (agitata) "Fae fito voì a dì: <bene, bene>; ma oltre a-o remescio che porta 'na personn-a de ciû in casa, me sae dî dovve o mettemmo?" (pausa)"In ta stanzietta ghe dorme o figgeu, in te quella che dormiva mae seuxoa ghe semmo noiätri.. in te l'ätra gh'è o stûddio de mae màio.. mi no so proppio dovve.."

TËXO         :- (interrompendola)"Ma o l'ha precisòu o giorno ch'o vegnieiva e se o l'ha intenziòn de fermàse?"

LUIGIN       :- (mesto)"O l'ha scrïto: <segue lettera>"

TËXO         :- (con tenerezza)"Quanti anni son passae da o '43.. da quande l'han faeto prexonné i americani in Sicilia.." (pausa)"O m'aveiva scrïto da l'Algeria co faxeiva o cheugo pe' i atri prexonné e poi, quande l'han deportòu in America, 'na cartolinna, dovve o dixeiva co l'aveiva deciso de fermase là"

VITTORINN-A:- "Ah, ma allòa o ve scriveiva spesso"

LUIGIN       :- "O saveiva scrïve!"

TËXO         :- "Veramente o scriveva de raeo. Arrivava quarche votta 'na cartolinn-a attraverso a croxe rossa e poi.. ciû ninte" (a Luigin)"Pensa n po' che testa matta teu barba.. Finîo a guaera o voeiva ch'andesse in America anche mi.. che m'ammûggesse e palanche pe' o viägio.."(sospirando)"Ma i dinae no m'abbastavan mai.. me servivan pe' campà.. con quella pensciòn che m'arriteuvo"

LUIGIN      :- "Ghe voeivi ben a mae barba, vea Tëxo?"

TËXO        :- "Eivimo zoveni allòa e con tanta cuae de vive, tante speranze.." (immagonata e triste) ".. doppo ttte e peripezie da guaera, no se semmo ciû visti.. e l'è an- che neiô in sci nostri cavelli.." (fa cenno che lo zio era una birba)"O savià lé cose o l'ha combinòu lazzû"

ROSETTA :- (dura)"Quarcösa o l'avià combinòu de segûo, visto che doppo çenn-a son vegnùi duì carabiné a çercälo" (salace) "Comme mai no l'éi visti?"

TËXO        :- (scrollando le spalle) "Forse no éo in casa. Anzi, anche oa sciòrto, visto che no me fonzionn-a a televixòn. Vaddo a fa 'na partîa ä cirulla da mae amiga a Mainìn.. ma, pe' o Baciccia son segûa che se tratta de 'n'equivoco .. de 'n sbaglio"

LUIGIN      :- (rinfrancato)"Ma scì.. L'è quello co dïto anche mi. Se da o 1943 o no l'è ciû vegnûo in Italia, l'ûnica cösa co peu avéi faeto a l'è borsa neigra oppûre quarche barzelletta in scio Duce"

VITTORINN-A:- (sibillina)"E.. o l'arriva solo o.. con MOGGE'?"

LISCIANDO:- (rincarando la dose)"Magara anche con di figgi grendi e de colore"

LUIGIN      :- "E comme no?.. Peu däse anche con di nevi zà che ghe semmo" (pausa)"In to telegramma no gh'e ninte de tutto questo. Ghe saieiva vosciûo ûn romanzo.Vediamo quando arriverà la lettera..Vi terrò informati!"

TËXO        :- (sorridendo)"Oh, quello.. no creddo co se segge sposòu"

LUIGIN      :- (scherzando)"Magara.. ogni tanto"

VITTORINN-A:- (scandalizzata)"Ma Luigin!"

ROSETTA :- (dà un'occhiataccia al marito)

LUIGIN      :- (a Vittorinn-a)"E perché? Cose gh'è de mâ?.. No ti me diae che ti e o Li - sciandro, in letto gh'andae a dì solo o Rosàio nevvea?" (a Texo) "Diggo ben Tëxo?"

TEXO        :-(sorridendo)"No creddo che o Baciccia.. anche so l'éa un birichin"

ROSETTA :- (interrompendo)"E voì comme fae a ese coscì ben informà?"

TËXO        :- (eludendo la sottigliezza della domanda)"Ou conosceivo abbastanza 'na vot-

                     ta .. beh.. ve levo o destûrbo se no fasso tardi pe' a cirulla" (si alza e si avvia all'uscita. Poi, sulla porta) "Allegri, eh?"(esce mentre Luigin richiude la porta)

LUIGIN      :- "A stradda a conoscei, vea Texo?"

ROSETTA  :- (tra sé)"No veddo cose gh'è da ëse allegri"

SCENA XIII

(Luigin - Rosetta - Vittorinn-a - Lisciandro - due ladri)

VITTORINN-A:- (alzandosi seguita da Lisciandro)"Se n'andemmo anche noiätri.. tanto no me sento de mangià ninte e poi.. gh'è a figgeua a casa da sola"

ROSETTA  :- "Ma ormai a Stefania a l'è 'na scignorinn-a. Se v'affermae ve preparo quarcösa voentea"

LISCIANDRO:- (che era pronto ad accettare, a malincuore rinuncia)"Eh.. sei com'a l'è.. s'a dïxe de no"

VITTORINN-A:- (spinge il marito verso l'uscita) "Andemmo"

LISCIANDRO:- "Pazienza.. andemmo" (SUONANO ALLA PORTA)                     

ROSETTA   :- "A mae casa a pà ûn convento.. E chi gh'è a quest'öa"

LUIGIN        :- "E arvi.. t'hae puîa di laddri?"

ROSETTA  :- (avviandosi)"'n'ätra neuva.. " (suonano ancora.Rosetta, spazientita)  "E vegno.. 'n'assidöro" (apre)

                      (ENTRANO DUE LADRI, PISTOLA IN PUGNO, VISO COPERTO DA UNA CALZA DA DONNA. ROSETTA HA UN GRIDO DI SPAVENTO) "Ah!"(si accascia addosso al marito)(GRAN TRAMBUSTO IN SCENA. VITTORINN-A LANCIA UN GRIDOLINO E SI ACCASCIA SULLA POLTRONA. LISCIANDRO CERCA DI SCAPPARE DALLA PORTA MA VIENE PRESO PER IL COLLETTO E BALBETTA. LUIGIN, CON LE MANI ALZATE, APPARE GOFFO)

LUIGIN      :- "Ma.. ammiae che chì.. non c'è niente.. ve sei sbagliae.. chi.."

UN LADRO: - (gli punta l'arma)

LUIGIN      :- "Beh.. allòa.. staggo sitto"                

FINE ATTO PRIMO

ATTO SECONDO

SCENA I

(Giovanni - Luigin - Rosetta)

(Stessa scena del primo atto)

GIOVANNI    :- (entra in scena e sbircia nel cucinino, si guarda attorno. Constatato che è solo va al telefono e compone un numero)"Pronto.. Stefania?.. Sì, sono io.. sei sola?" (pausa) "Anch'io. Sono andati dai carabinieri per quel trambusto dell'altra sera con i ladri" (pausa) "No; non ho sentito nulla. Studiavo e in più avevo le cuffie dello stereo perché ascoltavo un concerto rok" (pausa)  "Beh, riesco a concentrarmi lo stesso" (pausa)"Mi devi dire una cosa importante?" (pausa)"Allora.. mi hai pensato?" (pausa) "Se lo sapessero i nostri genitori che qualche volta andiamo al Righi anziché a lezione, sai che ridere.. Ste, perché non fai un salto tu da me?" (pausa)"Te l'ho detto, sono andati dai carabinieri.. almeno così hanno detto" (pausa) "No, non so per quanto ne avranno... Allora senti, facciamo così, vengo io da te." (pausa) "Sì, subito!" (Si apre la porta esterna ed entrano Rosetta e Luigin.Danno un'oc- chiata al ragazzo e si tolgono le giacche che appendono: Giovanni cambia tono)

                     "D'accordo Mario.. verrò io da te" (posa il ricevitore)

LUIGIN        :- (sornione)" E chi o l'èa?"

ROSETTA   :-"E no t'hae sentìo.. o Mario"

LUIGIN        :- (c.s)"Ah!"

ROSETTA   :- "Perché 'sto ton?"

LUIGIN        :- (guardando il figlio in evidente imbarazzo) "Coscì.. tanto pe' savéi" (va a sedersi prendendo un giornale)"Sciccomme l'ho visto cangià de colore.."

ROSETTA   :- (preoccupata, al figlio)"Ti te senti mà?"

GIOVANNI   :- (seccato)"Ma che male.. sto benissimo"

ROSETTA    :- (al marito)"Pe' mi o stûddia troppo!"

LUIGIN         :- "A mi me pà che l'eusarimento pe' o troppo stûddio o no ghe vegne"

GIOVANNI   :- (cambiando discorso)"Dove siete stati?"

ROSETTA   :- "Dai carabinieri"

GIOVANNI   :- "E.. c'erano anche il signor Alessandro con la signora Vittorina?"

LUIGIN         :- "Ci stavano andando"

GIOVANNI    :- (soddisfatto)"Che cosa vi hanno chiesto?"

ROSETTA    :- "Se avevamo dei sospetti su qualcuno in particolare dal momento che, a quanto sembra, i ladri sarebbero andati a colpo sicuro" (pausa) " Mi hannopreso anche la spilla che tuo papà mi aveva regalato per il nostro anniversario" (si siede accorata)

LUIGIN       :- (al figlio)"Poscibile che no t'àggi sentìo ninte?"

GIOVANNI :- "Beh, sai avevo le cuffie con la musica un po' su di volume.. e poi nello studio non sono entrati"

LUIGIN       :- "Ah, zà.. ti studiavi con.."(accenna alle cuffie) "Ti doveivi vedde.. stanni a sentì che.."

GIOVANNI  :- (interrompendolo e avviandosi all'uscita)"Pà, me lo dirai un'altra volta: Adesso devo proppio andare"

LUIGIN       :- (sornione)"Da o Mario.."

GIOVANNI :- "Te l'ho detto"

LUIGIN      :-  (c.s.)".. a stûdià"

GIOVANNI:- "Beh, sai.. c'è la sessione degli esami.."

LUIGIN     :- "E va ben.. assettite cinque menuti che te conto de ancheu"

GIOVANNI:- (scocciato)"Ascolto anche in piedi"

LUIGIN       :- (rassegnato) "Ho accapìo mia.. vanni.. vanni da o Mario.. Tanto i carabiné vegnan torna a fäne vixita"

GIOVANNI :- "Allora, vado"

LUIGIN      :- "..da o Mario.."

ROSETTA :- "Ma o te l'ha dïto no?" (TRILLA IL TELEFONO E GIOVANNI ANTICIPA IL PADRE CON UNO SCATTO. LUIGIN FA APPENA IN TEMPO AD ALZARSI)

LUIGIN       :- "Che fûrmine!"

GIOVANNI :- "Pronto?.. Ah.. sì, si.. stavo uscendo adesso MARIO. Sei.. sempre solo?" (pausa) "Sarò lì fra pochi minuti per quegli appunti.."(pausa) "No.."(guarda i genitori) " Non si può.."

LUIGIN       :- "..non si può..."

GIOVANNI :- "Hai indovinato. Ciao, ci vediamo" (indossa il giubbotto ed apre l'uscio) "Vado"

LUIGIN      :- (bloccandolo con un gesto) "Ma dimme un po'.. i appunti.. te t'è scrivi in te 'na man?"

GIOVANNI:- (preso alla sprovvista)"Beh.. un foglio ce l'avrà anche lei.. cioè ANCHE LUI"  (esce rapidamente)

SCENA II

(Rosetta - Luigin)

LUIGIN      :- "Mah.. Saià..!"

ROSETTA :- "Se penso a l'ätra seia.. che resäto.. No se peu sta tranquilli manco in casa.. Che tempi"

LUIGIN      :- (si alza)"Bezeugna che prepare i conti pe'o scagno. Lûnedì gh'è l'assemblea di spedizioné e ghe son tante de quelle rogne..con l'äia che tïa in porto" (pensieroso apre un registro) "Chissà se ghe saià do travaggio.. E indû-   strie sëran.. e navi.. navegan in cattîe aegue e noiätri.." (mimando)"Andemmo a fondo"

ROSETTA :- "E o figgeu o deve stûdià"

LUIGIN      :- "O DEVE o DEVE.. O deve ûn bello ninte.. Se no se peu fälo stûdià o l'andià a tià a carretta"

ROSETTA :- "E figûrite se o mae Giovanni o va a tià a carretta.."

LUIGIN      :- "E perché no?. Ghe n'è pe' coscì di zoveni che se mantegnan ai stûddi faxen- ndo di tappulli, di travaggi qualunque.. Stûdià.. se a va avanti coscì stûdiëmo tûtti.. pe' vive però" (alla moglie)"Saià ben fa de economìe"

ROSETTA :- "Ciû economie de coscì.. No sciortimmo squaexi mai.. Ä séia s'acciantemmo davanti a televixòn e guai a chi sìlla.. Tûtto a-o ciù rattellemmo pe' accaparräse o telecomando, coscì finimmo pe ammià un po' de tûtto e no capighe ninte"

LUIGIN       :- "E no fälla cazze da l'aerto.." (pausa)"O so che ti tegni streito..Anche o

                     Giovanni, meschinetto, o no va in compagnia di amixi pe' no fa a figûa do miscio.." (pausa)"O pà ûn po' svampìo ma, o l'accapisce a nostra situaziòn"

ROSETTA  :- "E gh'ammancava anche che n'arrobessan in casa quello poco ôu ch'aveivimo"

LUIGIN       :- "E ben, pazienza .. mëgio quello che 'na brûtta malattìa e.. pe' a spilla.." (si avvicina alla moglie ponendolo un braccio sulle spalle)"No te preoccupà.. Appenn-a porriò andiò torna in via Luccoli  e te ne piggiò 'n'ätra; magara a rate " (pausa)"Ciûttosto.. t'hae visto dovve han infiòu a nostra denunzia?"(misura con le mani un ipotetico paio di spanne di documenti)"<La metterò qui in evidenza> - me fa o marasciallo - <In evidenza?> - ghe fasso, e intanto m'ea vegnûo da toscì pe' a pûa co l'aveiva faeto: <allora possiamo stare tranquilli che non vedremo più un berettino> e quello bezûgo o s'è offeizo"

ROSETTA   :-"Anche loiätri faiàn quello che porrian. Chissà quante grann-a gh'avian"

                       (SUONANO ALLA PORTA)

SCENA III

(Luigin - Rosetta - Vittorinn-a Lisciandro - Tëxo)

LUIGIN      :- "Son arrivae. Che rapidi!" (va ad aprire) "Avanti, avanti" (entrano Vitto- rinn-a e Lisciandro)

ROSETTA :- (andando loro incontro) "Comm'a va?.. Tûtto ben?"

LISCIANDRO:- (contrito)"Eh.. Semmo chi!"

VITORINN-A:- (ostenta una spilla sul bavero del vestito)"No gh'è mâ" (pausa)"No son ancon arrivae i carabiné?"

ROSETTA :- "No.. Deve vegnì anche a Tëxo"

LISCIANDRO: "Ah, scì? E comme mai i carabiné vegnan chì?"

LUIGIN       :- "Vegnan a fa <un sopralluogo in sito>.. Insomma vegnan a dà 'n'euggià in casa pe' rendise conto comme.." (SUONANO ALLA  PORTA)

LUIGIN       :- (alla moglie)"Stanni; vaddo mi" (apre ed entra Tëxo)

TËXO         :- "Posso?"

LUIGIN       :- "Salve Tëxo. Riunione di famiglia" (sottovoce, con malizia, intravedendo i carabinieri che stanno per entrare) "Con i carabiné" (entrano e li fa accomodare)

                       

SCENA IV

(Luigin- Rosetta – Vittorinn-a – Lisciando – Tëxo – Maresciallo – Carabiniere)

MARESC.:- "E' permesso?" (entra assieme al carabiniere)

LUIGIN    :- "Avanti, c'è posto"

CARABIN.:- "Buongiorno a tutti"

MARESC:.- "Possiamo intanto dare un'occhiata alle stanze?"

ROSETTA:- "Vi faccio strada" (esce con i carabinieri)

VITTORINN-A:- (ostentando la spilla per farla notare)"E coscì.. semmo tûtti chi.."

TËXO        :- (seguendo i movimenti della mano di Vittorina) "Sempre elegante a scià Vittorinn-a.." (a Lisciandro)"E.. Sciò Liscxiandro comm'a va cö scîto?"

LISCIANDRO:- "Eh.. stemmo sempre çe-çercando casa"

                            (RIENTRANO ROSETTA E I CARABINIERI)

ROSETTA   :- "Ecco! La casa è tutta qua"

LUIGIN         :- (offre la sedia a Maresciallo e-a Tëxo. Indica il divano ai due amici)"Accomodaeve"

MARESC.:- "Grazie" (si siede posando la cartella sul tavolo)

ROSETTA:- "Posso offrive ûn liquorìn?"

MARESC.:- "No grazie; non in servizio"

LISCIANDRO:- "Mi in servissio no ghe son" (riceve una gomitata dalla moglie)"Ahia!"

MARESC.:- "Dobbiamo sbrigarci perché altre grane sono sul nostro tavolo" (si guarda attorno) "Ci siete tutti?"

ROSETTA :- "Manca mio figlio: E' andato.."

LUIGIN     :- (interrompendola)"Da o Mario.. un suo amico. E' andato a studiare"

MARESC.:- "E' solo un colloquio informale che facciamo e dalle risultanze potrebbero emergere elementi utili, nel qual caso ci indirizzeremo nel modo che riterrò più opportuno" (pausa)"Appare del tutto evidente, visto che non è stato rovistato quasi per nulla nei cassetti, come i ladri SAPESSERO dove mettere le mani. Ora dico io: <Come mai?>"

TUTTI         :- (fanno scena)

ROSETTA  :-"Sciò marasciallo, se scià no l'ha de bezeugno de mì.. avrei da fare qualcosa di là. Comunque sono sempre in casa.. Posso?"

MARESC.:- "Capisco signora. Faccia pure"

CARABIN.:- "Si tenesse a disposizione, ah?"

ROSETTA:- (accenna di sì e va in cucinino)

MARESC.:- (apre la cartella che aveva posato sul tavolo e ne estrae un fascicolo. Legge e chiama)"La signora PITTALUGA VITTORIA"

VITTORINN-A:- (si alza e con voce tremolante)"Son mi!"

 MARESC.:- "No si agiti signora; non la mangio mica"

LUIGIN     :- "Poi pe' digerila che veu o Fernet!"

MARESC.:- Lancia uno sguardo severo a Luigin che zittisce) "Dunque; Pittaluga Vittoria.."

VITTORINN-A:- "Son sempre mi"

MARESC.:- "..in Chiesa?"

VITTORINN-A:- "Tûtte e mattin"

MARESC.:- "Come sarebbe a dire?"

VITTORINN-A:- "Sarebbe a dire che tûtte mattin vaddo in Gëxa a sentire la Santa Messa"

MARESC.:- (sorridendo) "Ma signora.. cos'ha capito? Intendo dire se si è coniugata in Chiesa"

VITTORINN-A:- (un po' scandalizzata) "E s'accapisce che sono coniugata in chiesa.. mïga in municippio.. " (al marito) "E che cerimonia.. vea Lisciandro?"

LISCIANDRO:- (distratto)"Eh?.."

VITTORINN-A:- "A cerimonia.."

LISCIANDRO:- "Ah!.."(affermando) "Eu!"

MARESC.:- (spazientito)"Ma signora!.."

VITTORINN-A:- (impaurita dal tono brusco) "Perché?.. No.. no va ben?"

MARESC.:- "Beh.. lasciamo perdere.. Suo marito, si chiama Chiesa Alessandro?"

VITTTORINN-A:- "Scì, scì. Lisciandro.. ma all'anagrafe è Chiesa Alessandro Adelelmo"

MARESC.:- (trattenendosi calmo)"Ora, con calma, mi racconti i fatti, così come li ricorda lei"

VITTORINN-A:- "Come le avevo già detto in caserma.. stavamo per andare a casa nostra e ci eravamo alzati perché.. dovevamo ancora cenare.."

LISCIANDRO:- (accorato) "Eh, za"

VITTORINN-A:-" ..dovevamo ancora cenare.. pe' via do sfratto.. perché deve sapere, caro Brigadiere.."

MARESC.:- "Maresciallo, prego.. ma vada avanti.. ai fatti"

VITTORINN-A:- "Come dicevo, eravamo pronti per andarcene quando suonano alla porta.. Rosetta va ad aprire e.."

MARESC::- (interrompe) "Fin qui lo sappiamo.. Ma corrisponde al vero che il signor Cevasco abbia detto: <sono i ladri?>"

VITTORINN-A:- (titubante)"Beh.."

MARESC.:- "Beh.. cosa?.. Sì o no?"

VITTORINN-A:- "Sì e no"

MARESC.:- "Santa pazienza!.. Si spieghi meglio"

VITTORINN-A:- "Sciccome la Rosetta diceva: <E chi gh'è ancòn?>.. Allora il Lui- gino ci ha detto: <gh'è staeto i carabiné.. gh'ammanca solo i laddri>"

MARESC.:- (scattando in piedi, severo)"Davvero ha detto così?"

LUIGIN    :- "Ma non ci dia a mente Maresciallo.. Ha gh'ha faeto l'azzunta comme i maxellae"

VITTORINN-A:- (temendo possibili conseguenze)"Ma sa.. più o meno ha detto così.. Però il Luigino ci ha indovinato.. E' un INDOVINOSO"

LUIGIN      :- (sarcastico, imitando un'endovenosa)"Scì.. 'na FLEBO!"

VITTORINN-A:- "Sì, sì.. è un indovinoso perché deve sapere, caro Brigadiere.."

MARESC.:- (interrompendo seccato)"..Le ho già detto Maresciallo, prego"

VITTORINN-A:- "... che ci aveva azzeccato anche prima.." (a Luigin)".. me l'ei riferîo voiätri, quande o l'ha dito: <saià o barba Baciccia ch'o scrive da co l'arrîa da l'America>.."

MARESC.: - (guardando Luigin)"Sempre più interessante. Si accomodi pure" (a Luigin) "Signor Cevasco.."

LUIGIN     :- (in piedi, imbarazzato) "Son sempre chì"

MARESC.:- "Che cosa le ha scritto suo zio Cevasco Gio Batta?"

LUIGIN    :- (con un po' di acredine)"Veramente, sarò un INDOVINOSO, come dice quella.. a scià Vittorinn-a ma, sapere quello che ci sarà nella lettera che NON ho ancora ricevuta è un po' difficile"

MARESC.:- "Ma ha scritto sì o no?"

LUIGIN    :- "O l'ha mandou ûn telegramma co dixeiva, fra l'atro,:<segue lettera>, ma la lettera non è ancora arrivata"

MARESC.:- "Mi spieghi allora come faceva a sapere che c'erano notizie di suo zio"

LISCIANDRO:- " O.. o l'è ciû bravo de 'n ca-cartomante"

LUIGIN    :- "Ti täxi che l'è mëgio. cartomante" (al maresciallo)"Ma sciò marasciallo.. scià me spieghe 'n po'; scià l'è vegnûo chi pe' mae barba o pe' i laddri?" (pausa)"E poi, scià scûse, ma ghe pà che se fïse ûn co l'indovinn-a no me faieiva ûn bello trezze con a schedinn-a?.. Io ho detto così per dire una belin.. una freddura.. pe' scherzà.." (un po' serio, guardandosi attorno) "Invece semmo tûtti chì e cuae de scherzà no ghe l'ha nisciûn"

MARESC.:- (più conciliante)"Non se la prenda signor Cevasco.. non se la prenda"

LUIGIN    :-  "Ehi, scì.. non se la prenda.."

MARESC.:- (guardando il fascicolo)"Chiesa Alessandro"

LISCIANDRO:- (distratto come al solito)"Eh?.. Chi? Chiesa Alessandro?.. Ah, son mi.. pre-presente"

LUIGIN      :- "O l'ha risposto all'appello"

MARESC.:- "Confermate la versione degli altri in merito ai fatti accaduti l'altra sera?"

LISCIANDRO:- (confuso)"Eh, scì.. co-confermo"

MARESC.:- "Saprebbe riconoscere quei tizi?"

LISCIANDRO:- "Con quelle ca-cäsette in sciò muro.."

MARESC.  :- (interrompendo)"E che è 'sto 'muro'.."

LUIGINI:- "La faccia, maresciallo"

MARESC.  :- "Ah."

LISCIANDRO:- ".. saià ûn po' diffiçile.. Paivan duî birilli"

MARESC.:- "Eh, capisco. Si accomodi"

LISCIANDRO:- (siede sul bracciolo e la moglie l'aiuta a sedersi meglio)   

MARESC.:- (legge)"La signora Parodi Teresa"

TËXO      :- (brillante)"Sciscignoro"

MARESC.:- "Allora lei è.."

TËXO      :- (interrompendo)"Texo!"

MARESC.:- (legge)"Parodi Teresa, nata a Genova.."

TËXO      :- "In Sarzàn"

MARESC.:- "Non a Genova?"

TËXO      :- "Sì.. Sarzano: noto quartiere di Genova"

MARESC.:- "Ag, sià.. E mi dica signora"

TËXO      :- (sempre incalzante)"Scignorinn-a, prego"

MARESC:.- "Ah!.. Allora, signorina Parodi lei, ieiri sera, era qui, in casa Cevasco"?

TËXO     :-   "In casa Cevasco?"

LUIGIN   :- (a lei; sottovoce) "Ma scì.. chì da mi"

TËXO     :- "Ah, scì.. chi da o Luigin.. Scià sa, non sono abituata a sentire dire: <in casa Cevasco>. Cosa vuole ci sono squaxi di longo.. abitiamo sullo stesso ballatorio"

MARESC.:- "Che ora era?"

TËXO       :- "Torna? Ma gliel'avevo già detto, no?"

CARABIN.:- (impettito) "E lei glielo ripetesse ancora, ah!"

TËXO        :- "Scì, scì'.. pe' a caitae.. tanto non mi costa niente.. Dunque.. mi ci faccia pensare" (riflettendo)"C'era il telegiornale della sera, ma il mio televisore era guasto.. allora erano verso le otto di sera. Poi dovevo andare dalla mia amica Mainin a fare una partita alla cirulla"

MARESC.:- "Ah! E così lei proprio a quell'ora usciva di casa per andare a giocare a carte"

TEXO      :-  (risponde schietta)"E cöse gh'è de mä?.. guardi  Maresciallo.. ho provato a giocare alla cirullla da sola ma.. GUAGNO DE LUNGO"

ROSETTA :- (rientra e posa sul tavolo un cabaret con bicchieri e bottiglia d' acqua minerale

                      che versa)"Signor Maresciallo.. Beva che avrà sete"

MARESC.:- "Grazie, signora; non si disturbi" (a Texo)"Allora lei è andata via un attimo prima che arrivassero i ladri"

TËXO       :- "Questo non lo so. Quando c'ero io qui in casa c'erano il Luigino, la Rosetta e quei due.." (accorgendosi della gaffe si corregge)"quei due signori li.. Lisciandro e Vittorinn-a"

MARESC.:- "Quando è uscita ha incontrato qualche viso sospetto?"

TËXO       :- (pronta)"O Salvatore!..Un nostro casigliano, ma quello o l'è sospetto tûtto l'anno.." (pensando)"Però c'era l'ascensore guasto e ho visto salire due giovanotti eleganti.. con 'na borsa.." (con aria da intenditrice)"Ma se vedeiva sûbito che quelli ean duì scignori.."

MARESC.:- "Interessante.. Li saprebbe riconoscere?"

TËXO        :- "Sarà un po' difficile, sa. L'amministratore non ha ancora fatto scambiare le lampadine nelle scale. Son coscì deboli che no andieivan ben manco a Staggèn a-o posto di moccolotti.. se vedde appenn-a l'ombra. A va zà ben che i schaen i femmo a memöia"

MARESC.:- "Passi da noi. Le mostreremo alcune foto segnaletiche; chissà che non riconosca quei due.. malgrado le lampadine deboli"

TËXO       :- "Devo ricordarmi di portarmi le bariccole se no, no veddo manco ûn preve in ta neive"

MARESC.:- (nel frattempo beve un bicchiere d'acqua guardando di sottecchi Tëxo, lo posa)"Bene.." (guarda con ostinazione Tëxo come a dire:<ora t'arrangio per le feste> gli altri osservano interrogandosi con lo sguardo)"E ora, casa signora.. pardòn.. signorina.. c'è dell'altro.."

TËXO        :- (sulle spine)"De.. de l'atro?"  

MARESC.:- (con tono insidioso)"Intendo parlare di CEVASCO GIO BATTA!"

TËXO       :- (si agita sulla sedia)"E.. cose gh'intro mi?.. No son miga 'na seu parente"

MARESC.:- "C'entra signorì.. c'entra.. il CEVASCO GIO BATTA, DETTO BACICCIA, E' IN CASA SUA!"

TEXO         :- "Ma no… no.."

TUTTI      :- (fanno scena)

MARESC.:- "E allora?"

TËXO      :-  (imbarazzatissima)"Ma .. ma chi ve l'ha dito.. Come fate a saperlo?" (col pianto in gola)"O l'è sempre staeto attappòu in casa pe' no fäse vedde.. o no sciortïva quaexi mai"

TUTTI      :- (scena, commenti, mormorio)

ROSETTA:- "T'hae accapìo st'aegua cheta.. a ne l'ha ascöso anche a noiätri"

LUIGIN     :- (che c'è rimasto male)"Ma.. ma Tëxo..coss'a l'è 'sta stöia?"

MARESC.:- (fa cenno di zittire)"E come mai non è venuto qui, dai suoi nipoti? A quanto ci risulta questa casa è sua e qui ha il recapito"

TËXO        :- (confusa, dispiaciuta e imbarazzata) "Ma sa.. le dirò che.."

MARESC.:- (chiama intanto il carabiniere)"Lo Cascio""

CARABIN.:- "Comandi" (si avvicina e il maresciallo gli parla in un orecchio) 

CARABIN.:- "Subbito!" (saluta militarmente ed esce)

MARESC.:- (ai presenti)"Scusate" (a Tëxo)"..  e allora.. vuole spiegare?"

TËXO       :- (mogia, mogia)"Son trei giorni co l'è de là da mì"

TUTTI       :- "Trei giorni?"

TËXO       :- (con lo sguardo alle proprie mani in grembo)"O telegramma.. a lettera.. ghe pensavan di seu amixi lazzû, in America a spedigheli.. o l'aveiva zà preparae" (pausa) "Sciò maresciallo.. è per via dei nipoti.." (guarda imbarazzata Luigin e Rosetta)".. per la casa" (pausa) "Io.. cercavo di preparargli il terre- no.. voleva sapere se sarebbe stato ben accolto" (triste) "O se o doveiva andà a finì in te 'n ricovero" (immagonata) "tante votte pe' e personn-e anziann-e no gh'è posto fra i zoveni.."

TUTTI        :- (parlottano e fanno scena)

CARABIN.:- (rientra. Richiude l'uscio che aveva lasciato socchiuso e riferisce al superiore parlandogli all'orecchio)

MARESC.:- (a Tëxo)"A quanto pare il signor Cevasco non c'è di là..Sa dov' è andato?"

TËXO      :- (sempre triste)"O saià andaeto in gîo pe' a seu Zena.. in sciè e caladde o a ciàssa Banchi pe' ritrovà di seu amixi de alloa.. Appenn-a arrivòu o l'èa contento perché o l'aveiva trovòu ûn seu vëgio amigo da o barchî, in ciàssa Colombo.."

MARESC.:- "Gli dica che passi da noi appena può.. In caso contrario ritorneremo"(si alza imitato da tutti) "Togliamo il disturbo"

TËXO      :- (col piano in gola)"Posso andà?"

MARESC.:-  "Vada pure, ma si tenga a disposizione per vedere quelle foto segnaletiche"

TËXO      :-  (accorata)"Ciao Luigin.."

LUGIN     :- (sorreggendola amorevolmente, l'accompagna alla porta) "Bonn-a neutte, Tëxo"

TËXO     :- (col magone)"Stave ben gente" (esce)

SCENA V

(Luigin - Rosetta - Vittorinn-a - Lisciandro - Maresciallo - Carabiniere)

    (Il maresciallo col Carabiniere e Luigin, si appartano e fanno crocchio parlottando fra di loro)     

ROSETTA :- (si avvede della spilla che Vittorinn-a ricomincia ad ostentare. Si avvicina) "Ma

                    che bella spilla.. Ti permetti?" (la guarda sul bavero)

VITTORINN-A:-"Bella, vea?.. Me l'ha regalà.."(titubante)"..O Lisciandro!"

LISCIANDRO:- (colto di sorpresa)"Mi.. cöse?" (vedendo che la moglie fa cenno alla spilla)

                       "Ah, a spilla?.. Ehm.. segûo.. Bella eh?"

ROSETTA :- "Ti me a dae un po' in man?"

VITTORINN-A:- (eseguendo)"Me fa piaxei ca te piaxe"

ROSETTA  :- (la osserva con scrupolo e, colta da un sospetto, chiama il marito)"Luigin.. a spilla che ti mae regallòu a l'aveiva mïga questo difetto?"

LUIGIN       :- (nel frattempo era avvicinato seguito dai due carabinieri)

ROSETTA  :- (porgendo la spilla al marito e indicando)"Chì, ti veddi?"

VITTORINN-A:- (imbarazzatissima, si porta le mani al viso, si dispera, guarda il marito come chiede aiuto. Tutti fanno scena)

LUIGIN       :- (controllando la spilla) "Proppio o maeximoo difetto.. anzi.. chì gh'è anche o segno che gh'ho faeto con a pinzetta quande ho çercòu de aggiûstäla.. A no peu ëse 'n'ätra spilla…dîeiva che questa a l'è a teu spilla, quella che t'ho regallòu e che t'han arrobòu l'ätra seja!"

MARESC.:- (prende la spilla)"Ne siete proprio sicuri?"

VITTORINN-A:- (con una mano alla gola come se le mancasse il fiato e tenendosi con l'altra alla spalliera del divano o della sedia)"Ma no.. no peu ëse.. no l'è poscibile.." (si alza guardando disperata il marito)"Lisciandro.."

LISCIANDRO:- (con comica enfasi)"Ah, no è?.. Mi no ne so propprioninte. Tì, ti m'hae misso in to mëzo senza che mi ne savesse ninte.. Mi.. me ciammo GËXA!"

ROSETTA :- (furibonda)"Questa spilla A L'E' A MAE!. Te l'aveivo mostrà in ta mae stanzia tempo fa, quande o Luigin o me l'ha daeta"

CARABIN.:- (si avvicina minaccioso a Vittorinn-a) "Ci volesse dare qualche spiegazione?"

VITTORINN-A:- (con voce tremolante)"Ecco.. mi no me ricordo.." (si siede e singhiozza)

MARESC.:- "Signora, dovrà venire con noi e darci delle spiegazioni. Capirà, le circostanze appaiono abbastanza singolari.."

VITTORINN-A:- (singhiozzando)"Oh, Segnô cäo..  chi l'avesse mai dïto.."

LISCIANDRO:- (preoccupato e adirato)"Eh, zà.. Chi l'avesse mai direbbe, ghe diva quello.. Aspëto anche mi qua-quarche spiegaziòn.. pe' levame dä testa çerte vöxi.. comme quelle che mae moggé a l'avesse 'na relaziòn.."

VITTORINN-A:- (aumenta comicamente il singhiozzo)

LUIGIN       :- (ironico) "A Vittorinn-a?.. Ma no.. lé QUELLE COSE  a no e fa.. L'E' PECCOU!"

VITTORINN-A:- (altro colpo di singhiozzo)

ROSETTA   :- (dispiaciuta per l'amica, le si avvicina)"Sciù Vittorinn-a, spieghite armeno"

                      (le si siede accanto)"Sfeughite.. conta tutto.."

VITTORINN-A:- (sempre immagonata e tirando su spesso col naso)"Oh, Rosetta che figûa .. che vergheugna.." (singhiozza) "Ma mi no saveivo.. no credeivo.."

LISCIANDRO:- (serio e offeso) "Allòa?.. Voemmo andà con i carabiné o ti preferisci continuà chì questa bella sceneggiata?"

VITTORINN-A:- "Ti veddi Rosetta mi.. a-o Lisciandro ghe veuggio ben.." (guarda il marito) "..anche se pe' dì a veitae o me trascûra ûn po'.. sempre appreuvo a-o seu travaggio.. a seu figgia.. e coscì gh'éa 'n'ommo co me stava ap- preuvo.."(a Lisciandro) "Ma senza fa ninte de mà.. senza mai ëse soli"

LISCIANDRO:- (sta per avventarsi sulla moglie e viene trattenuto dal carabiniere)

LUIGIN      :- (dal lato opposto a Vittorina, la mima con comicità)

VITTORINN-A: ".. o parlava coscì ben.. o l'éa tanto gentile.. edûcòu.."

MARESC.:- "Continui"

LISCIANDRO:- "Eh, scì.. vanni avanti" (fa cenno con le mani come a dire <ammucchia>)

VITTORINN-A:- "'Na vôtta o l'ha avûo o muro de mandäme a casa ûn mazzo de reuze con ûn biggetto"

LISCIANDRO:- (scattando) "Allòa.. no te l'aveiva mandae a Rosetta!"

VITTORINN-A:- "Oh, Lisciandro.. te domando scûsa, ma no poeivo mïga dïte che me l'aveiva mandae ûn che manco conoscio e che no so comme o se ciàmme.. in sciò biggetto gh'ea ûn scaraboccio a-o posto da firma che mi no ho accapio.. E ti, no ti m'aviesci credûo.."

LISCIANDRO:- (adirato e comico)"E sta-stanni a vedde che òa l'è corpa mae" (fremendo e salace)"E poi.. L'HAI CONOSCIUTO PIU' MEGLIO ?"

VITTORINN-A:- "Ûn giorno, in sciò mercòu,  m'accorzo co me vegne appreuvo, poi o s'avvixinn-a e o me fà:.." (singhiozza)"Signora Vittoria.. ho pensato tanto a lei che non ho potuto chiudere occhio.."

LISCIANDRO:- (con sarcasmo)"Meschin.. ghe l'attappieva tûtti duî invece che ûn.. e anche a ti.. TANARDA!" (si avvicina malintenzionato alla moglie ma viene trattenuto dal carabiniere )

CARABIN.:- "Si calmasse.. si calmasse.."

MARESC.:- (a Vittorinn-a che stava soffiandosi il naso) "Prosegua, signora.. "

VITTORINN-A:- (equivocando si risoffia il naso)

MARESC.:- "Ma che ha capito.. Forse abbiamo trovato il bandolo della matassa"

TUTTI      :- (interessati, fanno scena. Luigin trattiene a stento la propria ironia)

VITTORINN-A:- "..e coscì o me domandava dovve andavo, cose faxeivo; <così la penso in ogni ora della sua giornata e in ogni suo movimento>,o me diva"

LISCIANDRO:- "T'è 'na bella bezûga.. 'na tarlcca.. e-ecco co-cöse t'è"

VITTORINN-A:- "O voeiva savei comme a l'éa a casa che frequentavo.. s'a l'ea bella.. comm'éan e stanzie.."(intuendo finalmente) "..Oua me rendo conto.."(singhiozza) "Che gente che gh'è a-o mondo.."

LISCIANDRO:- (nervoso)"E scì.. propprio che gente.. Ti credeivi co fesse o casca- morto pe' a teu bella silouette!.."

CARABIN.:- "Stia bbuono" (lo trattiene)

LISCIANDRO:- "Ma ti t'è ammià in to spëgio?..O se rompe!"

MARESC.:- "Ha ragione suo marito.. o, per carità.. no riguardo alla sua, diciamo <silouette>, ma riguardo alla sua dabbenaggine. Quello, cercava di carpirle delle informazioni.."

LISCIANDRO:- (salace) "..o l'èa gentile.. edûcòu.."

MARESC.:- "Signora, vuol seguirci per favore?. E' anche lei, signor Chiesa, se crede"

LISCIANDRO:- (allarga le braccia sconsolato)"E andemmo"

LUIGIN       :- "Coraggio Lisciandro"

VITTORINN-A :- (con voce tremolante)"Ma.. scià no vorrià mïga mettime in prexôn, vea?.. Mi no saveivo che.."

MARESC.:- "Tranquilla per adesso. Dovrà firmarmi una deposizione e poi la manderò a casa: Basterà che si tenga a disposizione"

VITTORINN-A :-(come un cane bastonato si avvia lemme, lemme senza salutare nessuno)

MARESC. :- (esce col carabiniere e saluta)  "Arrivederci"

ROSETTA-LUIGIN:- "Arrivederci"

LISCIANDRO:- (mentre si avvia, a Luigin)"Questa a no ghe voeiva.." (esce sconsolato)

SCENA VI

(Rosetta - Luigin - Giovanni)

LUGIN     :- (sconcertato)"T'hae accapio che remescio?"

ROSETTA :- (sorpresa e amareggiata)"A Vittorinn-a.."

LUIGIN     :- "E scì..a Vittorinn-a..a no s'è reiza conto ch'a gh'a faeto da basista, ston- däia comm'a l'è. Ha l'ha accettòu in regallo a spilla da quello.. pensando ca fïse pe' a seu bella faccia.. E lé, ingenua comm'a l'è a gh'è cheita com- me 'na péia meuia"

ROSETTA :- "E a Tëxo con teu barba?"

LUGIN       :- "E zà, a Texo.. mae barba de là..in scio maeximo ballòu e noiätri chì, a lëze o telegramma, a fa de congettûe.. che benärdi!" (pausa)"Squaexi, squaexi vaddo de là a famme dî quande ne arriviâ a léttia da l'America" (preso da un'idea) "Mia, saia ben appende o seu ritraeto, no se sa mai.. so vegne de sà a vedde ghe faià bonn-a impresciòn" (va allo studio ed esce di scena)

ROSETTA :- " Ma ammia ûn po', con tûtto quello che n'accapita, ghe vegne in mente anche o quaddro.. gh'appendieiva l'originale mi, ätro che quaddro!..

LUIGIN        :-  (rientra col ritratto dello zio e rispondendo alla moglie) "Alloa ghe vorrieiva ûn gancio ciû grosso" (sostituendo il quadro) "L'è ben fäghe bonn-a impre- sciòn.. no se sa mai.. so l'arrîa pin de dollari.."

                     (Suonano alla porta. Rosetta va ad aprire. E' Giovanni)

GIOVANNI :- (blusotto sulle spalle entra serio e non parla, dà un'occhiata ai genitori e poi esce e va allo studio del padre)

 LUIGIN     :- (guarda in silenzio la moglie e poi, ironico)"Ma quello o no l'éa o Giovanni?"

ROSETTA :-  "E chi se no?"

LUIGIN      :- "E zà.. e chi se no?.. Do resto l'oroscopo ö diva.." (siede)"Vi aspetterà una giornata movimentata.. Baccere che movimenti!"

ROSETTA :- (verso la porta dello studio)"Giovanni.. vieni un po qua per favore"

GIOVANNI :- (si affaccia e piano piano, entra in scena, in silenzio, mani in tasca e capo chino)

ROSETTA :- (preoccupata)"Cos'hai?.. Ti senti poco bene?"

GIOVANNI :- (scrolla le spalle e non parla)

LUIGIN      :- "Ma cose t'hae?.. T'hae ratellòu cö.. Mario?.. Mia che de novitae pe' ancheu, emmo zà daeto.."

GIOVANNI :- (irrequieto e imbarazzato)"Ma non ho niente.. niente.."

ROSETTA:- "Sei senza soldi?"

LUIGIN     :- "Semmai semmo in duî"

GIOVANNI :- (titubante) "Si tratta.. di Stefania"

ROSETTA :- (sospettosa)"Stefania?.. E quando l'hai vista?"

GIOVANNI :- (sempre mogio) "Oggi"

LUIGIN      :- "Ma no t'éi da o Mario a stûdià?"

GIOVANNI:- "E'.. è INCINTA!"

LUIGIN      :- "O MARIO?"

ROSETTA :- (sorpresa)"La Stefania ?" (disgustata)"Paegia de seu moae: TALIS MA-TER TALIS FILIA!"

GIOVANNI  :- "E'.. è un bel guaio"

LUIGIN       :- (avvicinandosi al figlio con tenerezza)"Capiscio che ti ghe seggi arrestòu mâ .. magara ti gh'aveivi finn-a faeto ûn pensierin insimma eh?.. Mia.. battitene l'anima.. o mondo o le pin de figgie"

GIOVANNI :- (accorato)"Ma papà.. non posso fregarmene, perché.."

ROSETTA :- (interrompendolo)"Si era già impegnata con te?.. Ma è sempre una ragaz- zina e poi, ormai.. ma, te l'ha detto chi è stato?"

GIOVANNI :- "GIA', me l'ha detto.. ed ora DOVREMO AFFRONTARE LE CONSEGUENZE"

LUIGIN      :- (ha uno scatto)"DOVREMO?.. Ho accapîo ben?"

ROSETTA :-  (sperando non sia così)"Giovanni!.. Non mi dirai mica che colpa a te!"

GIOVANNI  :- (amareggiato)"Ma mamma.. non fare finta di non avere capito.. Sono stato io!"

ROSETTA  :- (spaventata delle conseguenze, piagnucolando)"Ma Giovanni.. come hai potuto.. ma come hai fatto?"

LUIGIN      :- (con comicità)"Ma Rosetta!.. No famme fa de queste figûe.. se ti ghe dixi <come hai fatto>, mi ghe fasso a figûa do cioccolatè.. Tsè.. come hai fatto.."(al figlio, salace)"E ancon da sae ca dormiva in te l'intrata eh?"

GIOVANNI :- (tentando di giustificarsi) "Io e Stefania ci vogliamo bene. Siamo cresciuti insieme.. da sempre andiamo a scuola assieme e.."

ROSETTA  :- (sedendosi affranta)"Ma siete due ragazzi"

LUIGIN       :- "Mïga tanto.. visto risultato"

ROSETTA  :- (che non si da pace) "Ma come è successo.. dove.."

GIOVANNI :- (innervosito)"Ma che importa dove, come e quando..E' successo e basta"

ROSETTA  :- (disperata, singhiozza) "E no. Questo non doveva succedere!"

LUIGIN     :- "MA CHE BELLA GIORNATA..! Pe' ancheu a saià finìa o ghe saià o remörchio?"

ROSETTA :-(piangendo)"A Vittorinn-a con a mae spilla..i carabiné..o Baciccia de là, in America e ôua.. a Stefania.. "(sbottando)"Ma mi no ne posso proppio ciû"

GIOVANNI :- "Cosa c'entra la signora Vittoria con la tua spilla rubata?"

LUIGIN      :- (calcando ironicamente) "C'entra, c'entra.. eu se c'entra.."Eh, scì..l'orosco- lpo o gh'ha acciappôu in pin"

GIOVANNI :- "Mamma, papà.. aiutatemi voi.. cosa debbo fare?"

LUIGIN      :- (pronto)"NINTE! Ninte.. T'hae za faeto anche troppo. Oua piggemmo sciòu.. rilassemmose e poi vediemo.. Cappello a cilindro da prestigiatò no n'emmo" (si avvicina con tenerezza al figlio cingendogli le spalle)"Ti veddi Giovanni.. ancheu, in mëzo a tûtte queste grann-e che ne son ciuvûe in sciò coppûsso, ti, t'è diventou ûnn'ommo! Ma no perché t'hae misso in canté ûn figgio, ma perché ti commençi a domandà conseggio ai teu" (pausa) "Quarcösa faiemo.. quarcösa de giûsto e de onesto. No se scappa de fronte a-e propprie responsabilitae.. Quelle, fan diventà ommi" (pausa)"Ti ghe veu ben a Stefania?"

GIOVANNI :- "Beh.. si"

LUIGIN       :- "E alloa cö tempo scistemiemo anche questa faccenda. Ti, intando, çerca de pigggià 'sta benedetta laurea.."

SCENA VII

( Rosetta - Luigin - Giovanni - Vittorinn-a)

(suonano alla porta, Rosetta va ad aprire ed entra, come una catapulta, Vittorinn-a)

VITTORINN-A:- (a passi da bersagliera verso Giovanni) "CÖSE TI GH'HAE FAETO A MAE STEFANIA?"

GIOVANNI  :- (colto di sorpresa, balbetta)"Ma.. signora Vittoria.."

ROSETTA  :- (frapponendosi ai due, salace) "A l'avià imparòu da seu moaè!"

GOVANNI  :- "Signora Vittoria.. Io e Stefania ci vogliamo bene"

VITTORINN-A:- (mani al cielo, accorata)"Che vergheugna, che vergheugna" (si siede accogliendo l'invito di Luigin)"O Lisciandro, meschin.. ciù 'n po' ghe vegne un corpo!"

LUIGIN       :- (sornione)"Pe' a teu faccenda o pe' a Stefania?"

VITTORINN-A:- (adirata, cambiando voce) "Ti, ti parli coscì perché t'hae 'n mascc-io"

ROSETTA  :- (melliflua)"E pûre a Stefania o mae mascc-io o gh'è piaxûo" (squadrando-

                      la con aria di superiorità)"Perché.. quello co te manda e reuze o no l'è ûn mascc-io?"

VITTORINN-A:- (fazzoletto in mano e singhiozzo facile)"..tûtte a mì me doveivan capità..

                       o sfratto.. a spilla.. a Stefania.. ih, ih, Ih.." (piagnucola)

ROSETTA   :- (cambiando tono, rincuorandola) "..Oua stanni calma, sciû"

VITTORINN-A:- "T'hae un bello dì< stanni calma..>"

LUIGIN       :- "Me pà che di guai ghe ne segge pe' tutti. No diggo con questo ch'emmo da ëse contenti.." (A Vittorinn-a)"Ti pe' 'n verso.. anzi.. femmo pe' TREI versi perché oltre a-o sfratto ti gh' in sospeizo a denunzia di carabinè e.. a Stefania"

VITTORINN-A :- (sospirando comicamente)"Ah.."

LUIGIN      :- "E noiätri pe' dui versi..o Giovanni e mae barba Baciccia " (pausa) "Ghe n'è abbastansa pe' passase o tempo" (cercando di sorridere) "A faccenda da spilla, pe' noiätri a l'è a posto.. credemmo in ta teu ingenuitae.. e pe' quante riguarda i nostri figgi.. e ben.. çerchiemo de mettighe 'na pezza.. Finiàn i stûddi e poi se çerchian ûn travaggio" (pausa)"Dovemmo çercà de aggiûttäliòua che n'han de bezeugno.. çercà de capïli e de perdonali.. Tûtti in ta vitta emmo faeto di sbagli.." (allusivo) ".. nevvea Vittorinn-a?.. E no dovemmo rinfacciäseli..  pestà de lungo l'aegua in to mortà se donca riscc-emmo de perde quello che voemo tegnì streito" (pausa)"L'amò vero, quello co sa de rozà, comme quello di nostri figgi, o se perdonn-a. Han sbagliou e ghe mettian riparo"

ROSETTA  :- (che al dire del marito annuiva compiaciuta)"T'hae proppio parlòu ben.. ti gh'è proppio raxôn..." (alla donna) " No fa peccòu chi pecca ma chi no s'ammenda"

LUIGIN      :- (compiaciuto a sua volta, alla moglie)"T'hae parlòu ben ti ascì" (cercando di rallegrare l'ambiente)"Sciû.. ninte facce da mortöio.. femmose sciû e maneghe che doman.. l'è 'n'ätro giorno!"

FINE DEL SECONDO ATTO

ATTO TERZO

SCENA I

(Giovanni - Texo - Baciccia)

(Stessa scena dei primi due atti)

GIOVANNI  :- (dopo l'apertura del sipario entra in scena. Si guarda attorno per accertarsi di essere solo, poi va al telefono e compone un numero)"Stefania?.. sei sola? (pausa) "Mi sembra che i miei abbiano accettato il fatto con filosofia.. e i tuoi?" (pausa)"Sì, è vero.. rompono ma in fondo ci danno anche una mano, bisogna riconoscerlo" (pausa)"Certo, ora dobbiamo impegnarci a superare gli esami e poi cercheremo un lavoro, uno qualunque, anche se ogni giorno diventa sempre più difficile però, dobbiamo affrontare le nostre responsabilità" (suonano alla porta) "Hanno suonato alla porta. Saranno i miei che hanno dimenticato le chiavi. arrivo il più presto possibile; ciao" (posa il ricevitore e va ad aprire)(SULLA PORTA C'E' TËXO CON BACICCIA. QUEST'ULTIMO HA IN TESTA UN CAPPELLO A LARGHE TESE ED AL COLLO UNA CRAVATTA SGARGIANTE)

TËXO        :- "Ciao Giovanni.. T'è solo?"

GIOVANNI:- "I miei sono fuori, ma.. prego, entrate"

TËXO        :- (entra con Baciccia)"Giovanni, questo o l'è.. o barba de teu papà e anche teu barba"

GIOVANNI :- (additando)"LO ZIO D'AMERICA!"

BACICCIA  :- (porgendo la mano e sorridendogli)"Oh, yes.. ma forse non nel modo che ti l'intendi tu.. Sono Gio Batta Cevasco, il fratello di tua nonna Adelaide.. o Baciccia insomma, comme m'han sempre ciammòu da piccìn.. e ti t'è dunque o figgio do Luigin.."

GIOVANNI  :- "Esatto. Papà parla spesso di te, e anche la mamma.." (sornione) "Specialmente in questi ultimi tempi.."

BACICCIA  :- "In ben spero.. E.. comme a sta a Rosetta.." (malinconico)"L'ho vista solo in fotografia"

GIOVANNI  :- "Sta bene, grazie ma, accomodatevi.." (porge la sedia)

TËXO          :- "Veramente devo andà de là.. o Baciccia o peu aspëttà teu poae e teu moae e mi.."(imbarazzata) ".. vaddo a mette in moto a lavatrice e poi.. ho 'n po' da fà.." (si avvia alla porta) "Ciao Giovanni.. Baciccia.. me raccomando eh?"

 BACICCIA :- "O scì ben.. ho accapîo.. vanni tranquilla"

TËXO         :- (esce)

GIOVANNI  : "Siedi zio" (Baciccia esegue)"Vorrei tanto parlare con te ma.. devo andare da un mio amico.. a studiare.. Stavo infatti per uscire quando avete suonato"

BACICCIA  :- "I'm sorry.. Me despiaxe däte do destûrbo.." (accenna ad alzarsi) "Se mai vaddo dä Tëxo"

GIOVANNI  :- "No, no.. ci mancherebbe altro.. stai pure comodo, anzi.. fammi un favore... quando vengono i miei gli riferisci che sono andato dal mio amico Mario a studiare, eh?"

BACICCIA   :- "Va ben.. ma mi posso anche andà de là.. vegnôu doppo"

GIOVANNI  :- "Ma non è il caso zio.. fa conto di essere IN CASA TUA!"

BACICCIA   :- "E allòa.. FAIÔ CONTO!"

GIOVANNI   :- (indossa il giubbotto ed esce) "Ci vediamo.. good bay"

BACICCIA    :- ".. Bay.."

SCENA II

(Baciccia - Maresciallo)

BACICCIA   :- (pensieroso)"Me pä d'ëse in prestito" (si alza, si guarda attorno in silenzio)

                       "A mae casa.. quanti ricordi.. che magòn.. " (vede il proprio ritratto)"Che sorpreiza.. o mae ritraeto appeizo in salotto.."(si avvicina a guardarlo) "Me fa proppio piaxéi.."(suonano alla porta)"E chi saià?.. Mah.. arvimmo.. quarcösa sûccedià" (apre e sulla soglia appare il maresciallo dei carabinieri)

MARESC . :- "Il signor Cevasco Gio Batta?" (entra)

BACICCIA :-  (stupito)"Scì.. ma.."

MARESC.  :- "Posso entrare?"

BACICCIA  :-"Veramente scià l'è zà intròu.. Mae nëvo o no gh'è.. Stavo aspëttandolo mi ascì"

MARESC.  :-  "Mi ha detto la signorina Parodi che l'avrei trovato qui"

BACICCIA :- "La signorina Parodi?.. Ah, a Tëxo.. e in che cosa posso esserle utile?"

MARESC.  :- (indicando la sedia presso il tavolo)"Permette?"

BACICCIA  :- "Scià s'accomode"

MARESC.  :- (Estrae dalla borsa una cartella che legge)"Lei è emigrato in America il.."

BACICCIA  :- (interrompendo)"Emigrato.. beh.. propprio emigrato direi di no.. FATTO EMIGRARE, semmai.. Insomma m'han emigròu assemme a tanti ätri pöviei meschinetti faeti prexonné.." (ricordando con tristezza) "..imbarchae in sciè 'na Liberty che de ninte a ste stoccava in to mëzo.. Semmo staeti anche silûrae.." (scrollando tristemente il capo)".. e doppo avei visto tanti amixi sparì in mâ, semmo arrivae in America e, pé fäla breve, doppo a guaera, me son affermôu. Ho faeto o cammé.. o cheugo pé diversi anni finchè ho averto ûn ristorante mae.." (si siede sospirando)

MARESC.  :- "Signor Cevasco, ho parecchie domande da porle" (cerca nel frattempo fra i suoi incartamenti)"Ecco... c'è un ordine di risarcimento dànni dell'allora Ministero della Guerra, per aver smarrito, durante il periodo bellico, un oggetto di proprietà dello Stato.."

BACICCIA  :- "Eilalà.. e cöse ho perso?"

MARESC.  :- (in imbarazzo)"Una baionetta del fucile '91 in sua dotazione, attorno l'8 luglio 1943"

BACICCIA  :- (saltando sbalordito su dalla sedia)"Eh?.. Cöse.. "

MARESC.  :- "Una baionetta del fucile in sua dotazione"

BACICCI    :- "Marasciallo.. scià no me dià mïga che scià me çercava pé contäme 'na barzelletta, vea?"

MARESC.  :- "Mi rendo conto.. Veramente lo cercavamo per un'altra questione che le dirò .." (pausa) "Riguarda questo.. ecco, legga lei stesso" (porge un foglio)

BACICCIA  :- (prende il foglio e lo posa sul tavolo)"Ûn momento che me puliscio e vedrinn-e" (prende dalla tasca un fazzoletto e si pulisce gli occhiali e intanto parla)"E no saveivo che in Italia i carabiné fïsan diventae coscì scherzosi" (legge) "Allòa.. vedemmo..<durante il bombardamento aereo avvenuto sulla costa sud-orientale della Sicilia, la notte fra il 7 e l'8 luglio 1943..>" (al maresciallo) ".. com'éa zoveno allòa.."

MARESC.  :- "A chi lo dice.."

BACICCIA :- (proseguendo)"<..il fante Cevasco Gio Batta..>" (commentando)"Veramente éa 'fante scelto'... < si ritirava leggermente ferito, smarrendo la propria baionetta. Addebitatagli tale mancanza, il fante Cevasco Gio Batta mi rispondeva con parole scurr.. scurrili..> (guarda il maresciallo e ripete: scurrili) "< dicendo al sottoscritto, suo superiore di andare a DARE DEL.. puntini, puntini.."> (guardando il maresciallo allarga le braccia come a scusarsi)"Cosa vuole.. a volte capita di mandare qualcuno a dare dei.. puntini, puntini"(legge) "Propongo pertanto una punizione adeguata ed il risarcimento della somma di lire 16.. e 45 centesimi per la perdita della suddetta baionetta. Firmato Caporal Maggiore PESCE FILIPPO!> "(guarda stupito il maresciallo) "O FEIPO?" (tra il divertito e l'amareggiato)"Ma maresciallo lo sa che il Féipo..il Filippo.."(dispiaciuto) "..e o l'è ancon zeneize.. quando bombardavano se la faceva sotto?.. Ma guardi che non è mica un modo di dire sa?.. O l'èa proppio ûn moddo de fà.."(con amarezza) "T'hae accapìo cöse o l'aveiva scrïto.. ah, ma se l'agguanto.."

MARESC. :- "Non se la prenda, signor Cevasco. Questa pratica è ormai caduta in prescrizione" (riprende il foglio)"Ecco: firmi qua sotto per presa visione in data odierna"

BACICCIA  :- (prende la penna che gli viene offerta e firma)".. lire 16 e 45 centesimi..fïs- san dòllari capieiva ma.. a parte le sedici lire che sarebbe già difficile metterle assieme.. son i quarantiçinque citti che me dan fastidio.. ma se li ricorda lei i centesimi?"

MARESC.  :- "Li ricordo, li ricordo.."

BACICCIA  :- " E poi.. scià me fasse accapì.. Ma in scìè eutto milioìn de baionette che gh'ean in to nostro esercito.. gh'ammancava proppio a mae?"

MARESC.  :- (sorride mentre mette in cartella i fogli)"La burocrazia, sa.."

BACICCIA  :- (sospettoso)"O no l'éa mïga 'n trûcco pé fämme mette 'na firma?"

MARESC.  :- (bonario)"Nessun trucco.. stia tranquillo"

BACICCIA  :- (con comicità)"Sa.. non vorrei che mi addebitassero le spese di guerra.. L'è véa che son staeto in America ma.." (diventando improvvisamente triste) "L'è anche véa che son ritornòu ciû miscio de primma" (firma)

MARESC.  :- "E adesso permetta che arriviamo alla VERA QUESTIONE per la quale lo stavamo cercando"

BACICCIA  :- (timoroso e impaziente)"Oh, santa pazienza.. gh'è de l'ätro?..E sentimmo"                

MARESC.  :- "Abbiamo ricevuto, tramite il Ministero degli Esteri, un fonogramma del Consolato Italiano da Sacramento, in California, dove lei svolgeva la sua attività. Sappiamo così che lei è stato derubato di tutti i suoi averi, di tutte le sue sostanze"

BACICCIA  :- (allarga le braccia sconsolato. E' immagonato)"M'han portòu via tûtto.. tanti anni de sacrifizi.. de rinunzie.. Contavo de ritornà in ta mae Zena con de palanche e poei vive in moscitae.. e invece.." (sospirando) "Son vegnûo chì perché gh'ho casa mae.."(amareggiato) "..casa mae.. mah!.. Ghe son di problemi anche chi"

MARESC.  :- (comprensivo)"Signor Baciccio.. permette che la chiami così?.."

BACICCIA  :- "Oh, sci.. se Scià me ciamma Baciccia e no Baciccio"

MARESC.  :- (con soddisfazione)"Il Consolato italiano le fa sapere, tramite nostro che hanno acciuffato i ladri e che hanno recuperato quasi per intero tutti i suoi risparmi"

BACICCIA  :- (si alza di scatto; resta un attimo a bocca aperta, sorpreso)"Da.. davvéi?"

MARESC.  :- "DUECENTOMILA DOLLARI CIRCA!"

BACICCIA  :- (sorpresissimo) "Du-du, due.. çentomila dollari..  circa?"

MARESC.  :- "Certo ci vorrà un po' di tempo prima che lei possa averli materialmente, però.."

BACICCIA  :- (entusiasta)"E questa scì ca l'è 'na bella notizia" (pensando)"Marasciallo.. speriamo che la burocrazia a no ghe mette tanto tempo comme pe' a baionetta, eh?"(si siede)

MARESC.  :- "Spero che li possa avere al più presto, così da trascorrere in Patria, nella sua Genova, il resto della sua vita, in tranquillità"

BACICCIA  :- "In moscitae.. e senza avei bezeugno de nisciûn.." (quasi incredulo)".. i mae rispami.. dûxentomila dollari..Oh, diggo.. semmo segûi che con a baionetta semmo a posto?"

MARESC.  :- "Ma sì, stia tranquillo.. SCIO' BACICCIA"

BACICCIA  :-  (rialzandosi lentamente) "Sciò marasciallo.. ghe domando 'n piaxéi.. scià no digghe ninte e a niscûn dë palanche.. manco ai mae nëvi..Scià vedde.. son arrivòu solo, con 'na valixe pinn-a de vento e de magòn.. veuggio savei se m'accettan pé quello che son e no pë quello che porriàn avei ûn giorno.." (con comica diffidenza)".. sempre se decidiôu de lasciaghene.."

MARESC.  :- (si alza e posa affettuosamente una mano sulla spalla dell'uomo) "Sarà un segreto fra noi due, va bene?"

BACICCIA :- "Grassie. Quande arriviàn e palanche, pé festezzà,.. la inviterò a mangiare le trenette al pesto.. o scià preferisce i raieu?"

MARESC.  :- "Accetto fin d'ora sciò Baciccia.. quello che vorrà.."

BACICCIA :- (tra sé) " Te pàiva.."

MARESC.  :- (scambiando una stretta di mano)"Ora se ne stia tranquillo. La cercavo soprattutto per quest'ultima questione" (prende la cartella)"Adesso le tolgo il disturbo. Ci vedremo naturalmente appena saprò qualcosa di preciso.. non dubiti. Lei, si tenga in contatto"

BACICCIA   :- (avviandosi anch'esso alla porta, con fare birichino) "Sciorto anche mì. Forse l'è mëgio che vadde dä Tëxo" (escono. Fuori campo) "Ascensore!..O l'è guasto"

MARESC.  :- "Non importa Vado giù a piedi"

SCENA III

(Rosetta - Luigin)

(Poco dopo entrano Rosetta e Luigin e si mettono in libertà. Luigin va a sedersi; prende dal cassetto un brogliaccio)

ROSETTA  :- (chiama verso la porta delle camere)"Giovanni!.."(silenzio)

LUIGIN       :- "A quante pare o no gh'è. O saià andaeto a stûdià.."(faceto)"DA O MARIO!"

ROSETTA  :- (pensierosa)"Comme faiemmo a scistemmà tûtto questo baillamme?" (passeggia nervosamente)

LUIGIN        :- "Che spostamenti d'äia.. ma fermite ûn momento.. ti me fae piggià 'na costipaziòn"

ROSETTA  :- "Son preoccupà, segûo e fra e tante cöse anche pé o scîto.. Ti, ti te ne stae lì, bello tranquillo.."

LUIGIN       :- (ironico)"Bello o son sempre staeto"

ROSETTA  :- "Ma ti me sae dì se vegne teu barba dovve o mettemmo?"(pausa) "E se o ne scorîsse de casa?"

LUIGIN       :- (con comicità)"Gh'aviescimo a comprensciòn do Lisciandro, da Vittorinn-a e forse.. anche de l'avvocato"

ROSETTA :- "No fammeghe pensà.." (si ferma e, speranzosa)"Intanto o deve andà dai carabiné e con loiätri no se scherza"

LUIGIN      :- "Solo in te barzellette"

ROSETTA :- "..e 'na votta lì, no se sa mai comme a va a finì.. secondo quello co l'ha combinòu"

LUIGIN      :- (sempre arguto)"Peu däse che gh'attreuvan 'na scistemaziòn a Marasci!"

ROSETTA :- "E seggi serio 'na votta!.. Diggo solo che se i carabinè ôu çercan.. <gatta ci cova>. Comunque se vedià... doppo tûtto noiätri con e seu grann-e no gh'intremmo.. a mì mì m'interessa solo a casa. Ti no ti gh'è mai pensòu a fäte ûn paegua pé a testa.." (scimmiotta il marito)"Gh'è quella do barba Baciccia e lé o l'è in America.. figûrite se me vaddo a caccià ûn muttuo in scië spalle.. E òua.." (fruga nella borsetta ed estrae una lettera che sbandiera sotto il naso del marito)"T'ä chi a lettîa da l'America!.. O faxeiva ciû fïto a dannela a man, visto co l'è de de là!"

LUIGIN      :- "O l'è staeto de parolla. O l'aveiva dïto <segue lettera>.."

ROSETTA:- "Ma t'hae accapìo teu barba? O dïxe co se veu formà 'na famiggia.. A SETTANT'ANNI SEUNNAE!"

LUIGIN      :- (sbuffando e salace)"E SE VEDDE CHE L'ARTIGLIERA A GHE SPARA ANCON!"

ROSETTA :- (immagonata) "S'a va ben o saià zà maiôu e lo l'arriva con a moggé"

LUIGIN      :- (rincarando la dose)"Magara de colore!"

ROSETTA :- "In te questa casa.. dovv'ho cresciûo mae figgio"

LUIGIN      :- (comico)"E mi che credeivo co fïse anche MAE figgio.."

ROSETTA :- (scattando)"Poscibile che t'àggi de longo cuae de dì de scemmàie mentre mi me devo grattà e rogne?"

LUIGIN      :- (sornione)"Che t'avesci a rogna a m'è neuva.." (si alza e si avvicina alla moglie con tenerezza) "Rosetta.. se me agito anche mì a diventa tûtta 'n'agitaziòn e poi ne porta a Quarto e no risolvemmo ninte" (pausa)"Aspëttemmo i faeti primma.. no fascemmose a testa primma de rompîsela.. calmite, sciû.." (cercando di farla sorridere)"Pensa 'n po' se te vedesse a Vittorinn-a.." (ironico)"Comme a saieiva despiaxûa.." (suonano alla porta)

SCENA IV

(Rosetta - Luigin - Tëxo - Baciccia)

LUIGIN     :- (alla moglie) "Vaddo mì" (va ad aprire: è Tëxo) "Oh, Tëxo.. ätre grann-e?.. Coraggio, intanto che semmo in bollezûmme"

TËXO       :- (seria)"No so se saian grann-e.. gh'è chì.. TEU BARBA BACICCIA!.. se vedemmo doppo" (se ne va)

BACICCIA :- (appare sull'uscio. Ha in testa il cappello a larghe tese e in mano una valigia)

ROSETTA :- (nervosa)"O l'è zà chi!"

LUIGIN      :- (con tenerezza)"Barba.. barba Baciccia.. " (gli va incontro, lo abbraccia e lo conduce dentro )"Vegni.. t'è presento mae moggé"

BACICCIA  :- "Finalmete posso conoscite de personn-a.." (posaial valigia e si toglie il cappello)"Destûrbo?

LUIGIN       :- "Mo no.. Gh'ammanchieiva ätro"

BACICCIA  :- "Okey.. spero proppio che andiemo d'accordio"

ROSETTA  :- "No vegnì segûo da tanto lontan.. DUI' PASSI IN SCIO' BALLÔU!"

BACICCIA  :- "Eh.. ho accapìo.. Ma a Tëxo a v'ha spiegòu.."

ROSETTA  :- (risentita)"A s'è spiegà molto ben!"

LUIGIN       :- "Assettite barba"

BACICCIA  :- (esegue) "Son vegnûo chi zà primma e ho conosciûo o Giovanni"

ROSETTA  :- (stupita)"E quande?"

BACICCIA  :- "Primma.. Voiätri no gh'eivi e o figgeu.. scûsae se o ciàmmo figgeu.."

LUIGIN       :- (quasi tra sé)"Scì.. figgeu .. RAGAZZO-PADRE.. figgeu moderno.. che però o fa i figgi a l'antiga"

BACICCIA   :- (a Luigin)"Scûsa.. ti dixeivi?.. No ho accapìo"

LUIGIN     :- "Ninte.. ninte.. m'accapiscio da mì.. Ma dinni pûre barba"

BACICCIA:- "Ho l'ha dïto co doveiva andà a stûdià da 'n certo Mario.. me pâ"

LUIGIN     :- "E te pâ giûsto.. con quello Mario.. o stûdia ûn po' troppo"

ROSETTA:- "E poi o se n'è andaeto?"

BACICCIA:- "Scì.. o Giovanni pé di a veitae o voeiva che aspëttesse chi.. che fesse conto D'ËSE IN CASA MAE!" (guarda con ironia i nipoti)

ROSETTA :- "Ah, scì?"

BACICCIA :- "Che figgeu edûcòu.. gaibôu.." (pausa) "Ho aspëttòu ûn po' chì da solo.. ho visto o mae ritraeto.."

LUIGIN       :- (rapido) "Ehm.. l''emmo misso sûbito appenn-a ti ne l'hae mandòu tanti anni fa"

BACICCIA  :- "Me fa proppio piaxéi..E doppo 'n po' ch'éa chì, han seunnòu ä porta.."

ROSETTA  :- "E chi l'éa?"

BACICCIA  :- (con finta noncuranza)"Ûn maresciallo di carabiné"

LUIGIN       :- "Chissà che sorpreiza pé lé attroväte chì"

BACICCIA  :- (c.s.) "No creddo perché primma o l'èa andaeto dä Tëxo e lé a gh'ha dïto ch'eo chì.. e coscì emmo parlòu.."

ROSETTA  :- (incuriosita)"E perché ve çercavan?" (si apre la porta ed entra Giovanni)

SCENA V

(Rosetta - Luigi - Baciccia - Giovanni - Tëxo)

GIOVANNI :- (a Baciccia)"Ciao zione: Allora come va?"

BACICCIA  :- "Ben, malgraddo i anni.. e ti.. t'hae stûdiòu?

LUIGIN       :- (ironico)"Da o Mario!.. O stûdia psicologia.." (cambiando discorso)"Barba.. ti veu vedde o scîto?"

GIOVANNI  :- "Ci penso io, pà.."

BACICCIA  :- (si alza)"E allòa, famme stradda zoenotto" (escono)

ROSETTA  :- "E òua?"

LUIGIN       :- "Prepariemo o divano-letto in to mae stûddio, poi se veddià" (suonano alla porta)

TËXO         :- (da fuori)"Son Tëxo, Rosetta"

ROSETTA  :- (apre ed entra la vicina)"Salve Tëxo" (guardandola) "Comme sei tûtta sgargiante.. paggéi reciûmmà"

TËXO       :-  (vestita bene e pettinata appare ringiovanita. Si passa una mano sui cappelli)             

                     "Eh.. bezeugna tegnïse in sciò repìggio.." (guarda inviso Rosetta)"Ma.. Rosetta.. ve sentì mä?.. Sei gianca comme 'n lenzeu"

LUIGIN      :- (scherzando)"Ha t'ha faeto <l'esame-finestra>"

ROSETTA :- (immagonata)"Oh, Tëxo.. andiemo feua de casa.."

TËXO        :- "E comme mai?"

ROSETTA :- "Ah, mi no so!" (indicando con un po' di cattiveria il marito)"Domandaelo a le'!.. a-o nëvo DE L'AMERICANO!"

LUIGIN       :- "Andiemo sotto a-o ponte de Caignàn" (sottovoce, ironico e sarcastico)"Perchè peu däse co segge za sposòu.. con ûnn-a de colore.."

TËXO         :- (ride di gusto)"Ah, ah, ah.. ma.. o l'ha dïto lé?"

ROSETTA  :- "Beh.. proppio dïto no.. ma se o dïxe de formäse 'na famiggia.." (cogiungendo le mani)"A  settant'anni seunnae.. ghe l'éi testa?"

TËXO         :- (seccata)"E perché?.. 'Na personn-a a settant'anni, sola, a no peu fäse 'na compagnìa? O DEVE TIÄSE 'NA SCC-IÛPPETTA'?"

ROSETTA   :- (angustiata)"Ma chi no ghe stemmo tûtti.. o scîto o l'è piccin e no se 'n'attreuva in gîo de abbordabili"

TËXO           :- "Oua no mettemmo o cäro davanti ai beu" (pausa) " Oh, gente.. scappo. Ah,  m'ascordavo o motivo pé o quae eo vegnûa.. Son stata dai carabiné e ho riconosciûo quei zoeni ch'éan in te scäe quella séïa.." (stupita)"Mah.. a riveddise" (si avvia all'uscio accompagnata da Luigin che le apre la porta)

LUIGIN       :- "Staeve ben, Tëxo" (richiude l'uscio)

SCENA VI

(Baciccia – Rosetta - Giovanni - Luigin)

(Baciccia e Giovanni rientrano in salotto)

BACICCIA :- "Veramente ben tegnûo.. brava Rosetta.. A rivedde 'sto scîto son andaeto inderé cö tempo.. a quande ti, Luigin, t'éi 'n bagarillo che ti corrïvi pé a casa.. " (A Rosetta)"L'éi rimodernòu" (A Luigin)"T'hae piggiòu 'na brava donna"

ROSETTA  :- (imbarazzata)"Ehm.. grassie." (al figlio)"Giovanni vai pure di là a studiare che fra poco si cena"

GIOVANNI   :- (di malavoglia)"E va bene.." (esce)

LUIGIN       :- (allo zio)"Barba, assettite e parlemmo ûn po'"

BACICCIA  :- (esegue)

LUIGIN       :- "Quande t'è arrivòu?"

BACICCIA   :- (titubante)"A sëttemann-a passà.. da Londra. Son atterôu a Sestri"

ROSETTA   :- "E.. comme mai sei rientròu in Italia?.. A quante 'n'aveivi scrïto aveivi faeto fortûnn-a.." (sfrega pollice ed indice ad indicare soldi) "Là, circolan e palanche"

LUIGIN       :- (ironico, alla moglie)"Eu, là.. a l'è tûtta 'na circolare"

BACICCIA :- (intristito)"Son rientròu perché sentivo o dexideio de veddive.. perché i anni passan..  Aveivo anche cuae de rivedde a mae Zena. In America, a Sacramento dovve aveivo o ristorante, aveivo fondòu o Club Ligûria e se parlava, tra noiätri solo o nostro dialetto, pe' conservà e nostre tradizioìn, o nostro  moddo de dì. Poi.. o tempo o l'ha commençòu a passà.. Se me fïse faeto 'na famiggia lazzû, s'avesse avûo di figgi foscia a cösa a l'avieiva piggiòu 'n'ätra andeiua, ma coscì.. solo.."

ROSETTA  :- (più sollevata) "Allòa.. lazzû.. no éi de parenti"

BACICCIA  :- (sempre triste)"No"

ROSETTA  :- (tira un sospiro di sollievo)"Capiscio. E coscì.. éi pensòu de ritornà"

BACICCIA  :- "Zà.  Ho visto ûn po' Zena che no vedeivo da-o tempo de guaera.. Quanti cangiamenti.." (al nipotei)"Ma ti sae che no me gh'attreuvo ciû?.. A gente a no parla quaexi ciû zeneize.. a parla italiàn o.. ätri dialetti.."

                     (con soddisfazione)"Però, quande ho piggiòu a sorviaelevà.. che panoramma!.. A Lanterna, o promontöio de Portofìn.. o porto.. e case in scì monti.. Pàiva finn-a che Zena a voesse abbrassäme.."(pausa)"Però no ho ciû visto a Ciappélla[1]. gh'éa da coscrïto.. e Piccaprîa.. tûtto sparìo.. tûtto ciû neuvo, l'è vea ma, parte da Zena da mae zoentû.. sparîa.. a se n'andaeta con i mae ricordi.."(annuendo al suo pensiero)"I téiti scì.. quelli son sempre grïxi.. coverti de lavagna"

LUIGIN       :-"I tempi cangian"

ROSETTA  :- "E.. comme pensae de scistemmäve?.. Dovve a l'è a vostra röba?

BACICCIA  :- (triste)"A mae röba?.." (indicaial valigia) "Lì!"

ROSETTA   :- "Tûtto in te 'na valixe?

BACICCIA   :- (amaramente ironico)"No voeivo igombrave a casa"

LUIGIN        :- (con affetto) "Barba.. ti te scistemmiae de là..dovve o faeto o mae stûdio pé òua"

BACICCIA   :- "No te destûrbo troppo, véa?"

LUIGIN        :- "Ma barba.. cöse ti dïxi?"

BACICCIA   :- "Comunque, grassie" (alzandosi)"Okey.. Me faiòu ûn bagno, se posso e poi vorriae accoegäme.. son stracco"

ROSETTA  :- (con poco garbo) "No çennae?"

BACICCIA  :- "No, grassie Rosetta.. Troppe emozioìn ancheu e no n'ho ciû cuae" (si avvia al bagno lasciando la valigia)"Permettéi?"

LUIGIN       :- "Ma cöse ti dïxi.. gh'ammanchieiva ancòn. O bagno t'hae visto dovv'o l'è, vea?"

BACICCIA   :- "Scì, ho visto" (esce)

SCENA VII

(Rosetta - Luigin - Baciccia)

ROSETTA   :- (agitata)"Me sento mä!"

LUIGIN        :- (pensieroso)"No gh'éa ätro che o mae stûddio.. se no dovve o metteivimo?"

ROSETTA   :- "DA O MASSOERO!"

LUIGIN        :- "Ghe porto a valixe de là"(si alza e la soppesa stupito guardando Rosetta)

ROSETTA   :- "Cöse t'hae?"

LUIGIN        :- "A valixe.. a me pä pinn-a.."

ROSETTA  :- (interrompendo) "De cöse?"

LUIGIN      :- "..DE NINTE!"

ROSETTA   :- (si avvicina nervosa, soppesa a sua volta la  valigia) "Ätro che <ninte>.. chi no gh'è manco quello!" (alterandosi)"Stanni a vedde che ne tocchià anche de mantegnïlo"

LUIGIN      :- (sottovoce) "Stanni calma Rosetta.. parla cianìn.. o ne peu sentì"

ROSETTA : - (adirata)"E mi, co me sente pûre.. dovve son tûtti i seu dollari?"

LUIGIN      :- (cercando di calmarla) "Ma.. no saian de segûo in ta valixe"

BACICCIA :- (appare non visto dai due e sta ad ascoltare)

ROSETTA :- "E cöse o n'ha faeto do ristorante? O se l'è zûgòu a Las Vegas?.. Me sa tanto che a stöia di carabiné o no segge guaei ciaea"

BACICCIA  :- (si rischiara la voce mettendo in imbarazzo i due)

LUIGIN       :- (confuso)"Barba.. stavo.. stavo portandote de là a teu valixe.."

BACICCIA  :- (avvilito)"I carabiné voeivan notificäme 'n'addebito de guaera da parte do Ministero.."

LUIGIN        :- (interrompendo)"'n'addebito de guaera?"

BACICCIA   :- (malinconicamente ironico)"Scì.. pare che àggimo perso a guaera anche perché mì ho perso a mae baionetta"

LUIGIN       :- "Questa poi.."

ROSETTA  :- (diffidente)"E son vegnûi finn-a chì.. pé quello?!"

BACICCIA  :- (addolorato ma deciso)"Se vedde che a burocrazia a l'è ciû forte che l'affetto de quarche parente!" (prende la valigia ed esce indispettito)

SCENA VIII

(Luigin - Rosetta - Giovanni)

LUIGIN      :- (amareggiato) "Se peu savéi perché ti l'hae trattòu coscì?"

ROSETTA   :- (scrolla le spalle; prende la giacchetta o rebecca dall'attaccapanni e l'indossa)"Lè o no çenn-a e mi no ho cuae de fäne"

LUIGIN        :- "Ma mì ho famme ô maeximo"

ROSETTA   :- "Ah, scì? E allòa andemmo a-o ristorante!"

LUIGIN        :- "Perché?.. A- ristorante te vegne l'appetitto?"

ROSETTA   :- (accanto alla porta, pronta per uscire)"E allòa?"

LUIGIN        :- (rassegnato) "E allòa, allòa.. chi se se veu mangià.. bezeugna ch'andemmo" (indossa anch'egli la giacca, nervoso) "Ciamma o figgeu"

ROSETTA   :- (verso la porta dello studio)"Giovanni?!

GIOVANNI   :- (entra)"Si?"

ROSETTA   :- Tuo padre vuol portarci fuori a cena"

LUIGIN        :- (comico)"Scì.. no vedeivo l'öa.."

GIOVANNI   :- (prende il suo giubbotto)"Sono pronto"

LUIGIN      :-"Chi paga?"

GIOVANNI         :- "Io no!" (escono)

SCENA IX

(Baciccia - Tëxo)

BACICCIA  :- (poco dopo entra in scena dalle camere. Indossa una vestaglia da camera. Si guarda attorno, in cucinino e chiama)"Luigin?.. Rosetta?.. Giovanni?"(con tristezza)"L'è 'n cattîo navegà contro corrente" (suonano alla porta e Baciccia si avvia ad aprire)"Luigin t'è ti?" (apre. E' Tëxo) "Oh, Tëxo.. intra, intra.."

TËXO        :- (lo osserva)"Comme mai t'è zà in vestaglia?.. T'hae çennôu?

BACICCIA :- (malinconicamente) "No aveivo famme e poi.. son stanco" (siede)

TËXO        :-  (avvicinandosi alle spalle e portandosi una mano al petto) "Stanco.. dentro?"(si guarda attorno) "Dovve son?"

BACICCIA :- (allarga sconsolatole braccia)"Sparîi"

TËXO        :- "E dovve son andaeti?"

BACICCIA :-  "No ne so proppio ninte"

TËXO        :- (con tenerezza)"Vegni de là Baciccia. Gh'ho 'n menestròn e do stûffòu con ûn profûmmo da perleccäse i mustasci"

BACICCIA  :- "Grassie Tëxo ma.. no me sento" (pausa)"Ma assettite.." (scrolla amaramente le spalle)  "Tanto, no gh'è nisciûn"

TËXO         :- (si siede toccandogli con affetto un braccio)"T'aspëto doman a disnà"

BACICCIA  :- (accenna di si col capo)"Parlime ìn po' de loiätri"

TËXO         :- (calma)"No son mïga grammi sae?.. Forse han puîa d'ëse cacciae feua de casa, de perde a lseu tranquillitae e seu abitûdini."(ridendo)"pensa ûn po' ch'aveivan puîa de veddite arrivà in casa con 'na moggé de colore, ah, ah"

BACICCIA :- "E perché?"

TËXO        :- "A fantaxîa a no l'ha de confin e a puîa a fa novanta.. e poi, combinaziòn gh'éa in casa a Vittorinn-a e o Lisciandro, duî deu amixi ch'aveivan appenn-a riçevûo 'n'intimaziòn de sfratto quande t'hae faeto spedì o telegramma e s'accapisce che se son allarmae.. e coscì o teu arrivo, o dexidëio de fäte 'na famiggia.. questa casa ca l'è a teu.. no aveiva mïga tûtti i torti d'ëse in sciè spinn-e"

BACICCIA  :- (sospirando)"Se fïse arrivôu pin de dollari .. no se saieivan tanto allarmae.T'avesci visto che faccia ch'han faeto quande han tiôu sciû a valixe.."

 TËXO        :- "Teu nëvo o l'è 'n bravo germàn.. o te veu ben.. e anche a Rosetta in fondo.. s'accapisce che son preoccupae. T'arrivi i casa doppo quarant'anni e con i tempi che cöran.. No so comme saià in America ma chì se domandan comme a se mettiâ"

BACICCIA  :- "Tûtto o mondo l'è pàise.. San che no gh'ho ninte"

TËXO         :- "Ma ti gh'hae questo scîto e ti peu scheuve a pixòn e no lasciàli de lungo a gratis"

BACICCIA   :- (guardandosi attorno)"Han tegnûo ben a casa e me e a veddila me pâ d'ëse ritornòu zoveno comme quande m'han reciammòu pé a guaera.." (sconsolato)"Però che bello eh?.. Tornà a casa e savei.. che ti gh'accresci comme l'aegua in to vin" (sospira)"Forse s'annegavo quande n'han silûròu.. gh'avieiva faeto ûn faxeiva  piaxéi"

TËXO        :- (dolcemente severa) "No dì coscì.." (si alza e posa le mani sulle spalle dell'uomo) "Questo no ti o devi manco pensà" (pausa)"Oa vanni a riposà e doman, te parrià tûtto meno brûtto"

BACICCIA  :- (come colto da un lampo di genio, alzandosi)"Tëxo.. me serve 'n sacchetto.. 'na fodretta.." (misura con le mani una certa ampiezza)

TËXO         :- "Mah.. no so.. Gh'ammîo.." (stupita) "ûn sacchettin o va ben?"

BACICCIA  :- (furbetto)"Scì, scì.. a va ben.. E poi ti gh'hae.. " (le parla in un orecchio)

TËXO       :- (sempre più sorpresa)"Pé fäne cöse" (sorridendo) "T'orriae mïga straggiäli?"

BACICCIA  :- "Ti, no ghe pensà.. allòa ti m'éi dae?"

TËXO         :- (che non ne comprende la ragione)"Continuo a no capì, comunque provve - 

                      dôu.. lascio averto.." (esce)

BACICCIA  :- (si frega soddisfatto le mani. Poi si sofferma davanti al proprio ritratto e lo squadra)"Però  mae ritraeto l'han miss e questo o me dà 'na certa soddisfaziòn"

TËXO        :- (rientra e porge un sacchetto mezzo pieno di.. oggetti tintinnanti) "Ecco chi.." (mostra il contenuto)"O va ben?"

BACICCIA  :- (prende il sacchetto, lo soppesa, vi batte l'altra mano per udirne soddisfatto il tintinnìo) "Grassie.. o va proppio ben.. oua l'infîo sotto a strapunta"

TËXO        :- "Accapiscio meno de primma"

BACICCIA :- "T'accapiae, t'accapiae" (accompagna Tëxo, quasi spingendola, verso l'uscio)

TËXO        :- "Va ben, va ben., no arronsà che me ne vaddo..bonna neutte e.. a doman"

                      (sull'uscio, voltandosi)"T'aspëto a disnà"

BACICCIA  :- (dopo aver chiuso la porta si dirige verso le camere)

                     

                     (LE LUCI SI ABBASSANO GRADATAMENTE E FINISCE IL PRIMO QUADRO DEL SECONDO ATTO)

QUADRO SECONDO

SCENA X

(Luigin - Baciccia - Rosetta)

LUIGIN      :- (E' il giorno dopo. E' seduto che legge il giornale e brontola) "Alé.. ätro aumento da lûxe e da benzinn-a.. Cassa integrazione.. il porto senza traffico.. a l'è bura.." (Trilla il telefono. Luigin si alza e risponde di malavoglia) "Pronto?.. A t'è tì Lisciandro?" (pausa)"No, o barba o le' chì" (pausa)"Ah, a Vittorinn-a a voeiva vegnì da noiätri.."(pausa)"Me fa piaxéi che o Pretô a v'àgge daeto a proroga.. armeno gh'éi ûn po' de respîo.. alegri.. se vedemmo, ciao" (posa il ricevitore e torna a sedersi)

BACICCIA  :- (si presenta in scena pronto per uscire. Ha in mano il sacchetto che fa tintinnare e si appresta alla porta)

LUIGIN        :- "Ciao barba.. t'è mattiniero"

BACICCIA  :- (facendo il misterioso)"Devo andà in Banca" (scrolla il sacchetto) "A fa ûn depoxito"

LUIGIN       :- "No so comme segge in America, ma chì, o sabbo e banche son serrae"

BACICCIA  :- (con noncuranza) "Ah, scì?.. E allòa ghe vaddo lûnedì" (ritorna sornione alle stanze scrollando il sacchetto)

LUIGIN       :- (sorpreso, attendendo che lo zio esca di scena)"Mah!.. saiàn staeti tûtti dollari d'argento.. o d'öu?" (riprende a leggere scrollando pensieroso il capo e alzando lo sguardo verso le stanze)

BACICCIA  :- "Mi sciorto.. vaddo a trovà o mae amigo marasciallo"

LUIGIN       :- "O l'è zà diventòu teu amigo?"

BACICCIA  :- (sornione)"Vaddo a vedde se.. ghe son de novitae.. se vedemmo staséia"

LUIGIN       :- "Ma no ti vegni a disnà?"

BACICCIA  :-  (torando una frecciata)"No, grassie.. andae pûre a-o ristorante..Mì, son invitòu" (esce sveltamente seguito dallo sguardo di Luigin)

LUIGIN       :- (chiama)"Rosetta!" (silenzio)"O Rosetta!"

ROSETTA  :- (entra col fazzoletto in testa, grembiulino, piumino per spolverare)"T'è nasciûo a-o primmo dö?.. Cöse l'è che ti veu?"

LUIGIN       :- "Fra poco vegne o Lisciandro cö a Vittorinn-a"

ROSETTA  :- "Ah!.." (guardandosi attorno) "E teu barba dovv'o l'è?"

LUIGIN       :- "O l'è sciortîo.. o l'ha dïto co no vegne a mangià perché o l'è invitòu"

ROSETTA  :- "E da chi?"

LUIGIN       :- "E mi che ne so?.. Lé o no me l'ha dïto e mi no ghe l'ho domandòu"

ROSETTA  :- (alzando la voce)"O no l'avià mïga piggiòu pé 'n'albergo 'sta casa, vea?" (pausa)"Beh.. mi vaddo de là a finì e stanzie" (esce) (TRILLA IL TELEFONO)

LUIGIN       :- (sbuffa e va a rispondere)"Pronto?.. Oh, marasciallo.." (pausa) "No, è uscito"(pausa) "No, non so dove.. ah, oa me ricordo.. o l'ha dïto: <vaddo da-o mae amigo Marasciallo pe vedde se ghe son de novitae>" (pausa)"Scì.. a meno che o no l'àgge cangiòu idea o dovieiva vegnì da voscià" (pausa)"Di niente, si figuri.. arrivederci" (posa il ricevitore)

SCENA XI

(Luigin - Lisciandro - Vittorinn-a )

(SUONANO ALLA PORTA)

LUIGIN     :- (che stava per sedersi e leggere il giornale, sbotta)"Ma no se peu quëtà ûn momento" (va ad aprire)"Oeilà.. semmo staeti rapidi eh?" (entrano Vittorinn-a e Lisciandro)

VITTORINN-A:- "Fin che stemmo a duì passi femmo fïto, poi .. se vedià" (pausa)"E a Rosetta?"

LUIGIN      :- "Oa a vegne.. a l'è de là" (li guarda con ironia) "Ma assettaeve intanto chì.. A-O VOSTRO SOLITO POSTO!"

VITT. E LISC.:- (eseguono. Lisciandro viene guidato a sedere dalla moglie)

LUIGIN       :- (con comicità, muove l'indice verso di loro facendolo roteare e fermandosi appena parla) "ÛN CAFFE'?!"

VITT. E LISC.:- (rapidi e all'unisono) "SCI GRASSIE!"

LUIGIN    :- (altrettanto rapido nel rispondere)"PREGO!" (con flemma)"Vaddò a fälo.. compermisso"

VITTORINN-A:- "Comodo"

LUIGIN     :- (va, con passo comico, in cucinino)

SCENA XII

(Vittorinn-a Lisciandro - Luigin - Rosetta)

VITTORINN-A:- (sottovoce, al marito) "Ti ghe o dïxi tì ch'emmo visto o Baciccia andà dai carabiné?"

LISCIANDRO:- (c.s) "Aspëttemmo che ghe segge a Rosetta.. femmo ciû sciäto"

ROSETTA     :- (rientra in scena dalle camere)"Ciao Vittorinn-a.. ciao Lisciandro.. scusae, stavo riordinando a stanzie e rifaxendo i letti.. m'è arrestòu quello do Baciccia"

VITTORINN-A:- (con malizia)"A propoxito do Baciccia.."(dà una gomitata al marito)"L'emmo visto andà dai carabiné.. cöse gh'è ancòn?"

ROSETTA    :- "Mi no ne so ninte.. forse o Luigin.."(si guarda attorno)

LISCIANDRO:- "O l'è de de là a fa o ca-caffè"

VITTORINN-A:- (c.s) "Allòa.. o se stabilisce chì?

ROSETTA   :- (sospirando) "Pé o momento o stà de là.. in to stûddio de mae màio"(cambiando discorso)"E voiätri con o sfratto?"

LISCIANDRO:- "O Pretô o n'ha concesso 'na proroga" (tirando le solite frecciatine)"Noiätri no gh'emmo o barba cö scîto"

ROSETTA   :- (scocciata)"E no ghe l'ei manco in casa!.. Comme mai da 'ste parti?"

VITTORINN-A:- (con vocina sottomessa) "Son vegnûa a scûsame ancòn pe' a faccenda da spilla"

ROSETTA    :- "Oh, ma no ghe pensà ciû" (pausa)"Stanni solo attenta ä e amicizie e a no guastate quelle bonn-e" (pausa) "Ciûttosto, comme a stà a Stefania?"

VITTORINN-A :- (c.s.)"Pé òua abbastanza ben.." (piagnucolando) "Però, quande penso che a mae Stefania a l'aspëta ûn figgio.. coscì zòvena.."

LUIGIN      :- (entra in scena col cabaret e le tazzine di caffè, zucchero, ecc) "E s'accapisce che anche o nostro Giovanni o se preoccupa.. comme noiätri do resto"

ROSETTA :- (al marito)"Han visto teu barba andà dai carabiné.. ti ne sae ninte ti?"

LUIGIN      :- (che intanto porge le tazzine)"Ah, scì..o l'andava a trovà o seu amigo marasciallo" (mentre parla e regge il vassoio con la zuccheriera, guarda Lisciandro che mette alcuni cucchiaini di zucchero nella tazzina. Luigin muove la testa comme assistesse ad una partita di tennis ad ogni passata del cucchiaino, poi sbotta ironico) "E NO SAVEIVO CHE TE PIAXESSE O CAFFE' AMÄO!"

LISCIANDRO:- (afflitto)"Cöse ti veu.. devo mettighene poco pé via do diabete" (finalmente smette di inzuccherare il caffè)

LUIGIN     : "No stamme a dì che ti patisci de diabete.."

LISCIANDRO:- "Purtroppo"

LUIGIN     :- (salace)"T'hae provòu a fà a reversa. Invece de mette ûn po' de caffè in to sûccào, comme t'hae faeto òua, mette ûn po' de sûccào in to caffè?

LISCIANDRO:- "E mi cös'ho faeto?.. Ho misso 'n pittinìn de sûccao in to caffè.. e me son trattegnûo"

LUIGIN     :- (ironico)"Anche.."

VITTORINN-A:- (sorseggiando) "E coscì o Baciccia o l'è andaeto dai carabiné..eh.. quande se và là gh'è sempre sotto quarcösa.."

LUIGIN     :- (salace)"Ti l'è provòu a teu speize,  eh?"

VITTORINN-A:- (lo guarda e zittisce di colpo)

ROSETTA :- "Scûsae, ma vorrieiva finì de rifà e stanzie.. scistemmo o divano-letto do Baciccia e poi andiò a-accattà perché doman l'è domenega e-e bûtteghe son serrae"   

VITTORINN-A:- (posa la tazzina)"Ma andemmo via anche noiätri.. semmo solo passae pe' scûsase ancòn e pé avei notizie de vostro barba.."

ROSETTA  :- (un po' scocciata)"Allòa, e notizie ghe l'éi.. se vedemmo" (va alle camere)

VITT. E LISC.:- "Ciao.."

SCENA XIII

(Luigin - Vittorinn-a - Lisciandro - Rosetta - Baciccia - Tëxo)

LISCIANDRO: - (vede il quadro di Baciccia)"Ah! E da dovve o sciorte quello quaddro?"

LUIGIN         :- "DA O  QUADRETTA'"

VITTORINN-A:- (maliziosa) "O l'avià avûo effetto in sciò Baciccia"

LUIGIN      :- "S'o gh'àgge faeto l'effetto do <guttalàx> no so.. comunque l'aveivo appeizo in to stûddio e l l'ho solo spostòu.." (ironico) "Coscì poei veddilo ben anche voiätri"

ROSETTA  :- (entra in scena furibonda. Ha in mano il sacchetto di Baciccia e guarda severamente il marito) "CHI!" (scrolla il sacchetto)

LUIGIN      :- "E ben?.. Cöse t'ha punzeggiòu 'na vespa?" (indica il sacchetto) "E cöse ti ghe fae cö sacchetto de palanche do barba?"

VITT. E LISC. :-(amaramente sorpresi)"Pa-palanche?"   

LUIGIN     :- "T'è andaeta a frugugnà in ta seu röba?"

ROSETTA :- (con voce alterata)"Ghe son andaeta pé rifäghe o letto se ti òu veu savei.. e QUESTE.." (mostra il sacchetto aperto oppure ne rovescia una manciata sul tavolo) "..SON E PALANCHE DE TEU BARBA.. L'AMERICANO!"

LUIGIN      :- (scatta in piedi come una molla)"POMELLI?'"

VITT. E LISC.:- (fanno scena, si danno delle gomitate, si tappano la bocca per frenarne le risa)

ROSETTA  :- (esasperata) "SCI'.. POMELLI.. POMELLI" (si siede piangendo, tenendo il viso frale mani)"..Pomelli.. o n'ha pigiòu in gîo.."

LISCIANDRO:- (sogghignando)"E mi no saveivo CHE I DOLLARI FÏSSAN FAETI COSCI'!"

LUIGIN      :- (rispondendo a tono)"Se l'è pé quello no ti sae manco comme seggian faeti quelli veri" (addolorato, alla moglie)"Delûsa?"

ROSETTA  :- (si alza piangendo e si avvicina al marito ponendo una mano sulla sua spalla)"Oh, Luigin.. cös'emmo mai faeto.."

LISC. E VITT.:- (sogghignanti e soddisfatti) "Se mai o l'è o Baciccia co l'ha faeto.."

LUIGIN     :-  (cerca di consolare Rosetta)"Sciû quëta..Mia, gh'è ancòn ûn po' de caffè.."

ROSETTA :- (sempre immagonata)"Semmo staeti grammi anche noiätri"

LUIGIN    :- (rimproverandola dolcemente)"Semmo?.."

ROSETTA :- (annuendo)"T'hae raxòn.. SON staeta gramma.. ma sensa cattivëia.."

                   (BACICCIA E TËXO APPAIONO SULLA PORTA NON VISTI E SI FERMANO)

ROSETTA :- (continuando) "..Ûn pövi'ommo.. ûn pövi'ommo co l'ha lottòu pé tûtta a seu vitta co ricöre a 'sto trûcco pensando, con questo, de fäse tegnî avvardôu.. pé invoggiäne con e palanche" (accorata)"Ti veddi Luigin.. l'è com- me s'avesse riçevûo 'na scurriâ in to muro.. mettendome de fronte a 'na realtae che ûn domàn.. s'aviemo a fortûnn-a de campà.. a porrieiva ëse anche a nostra" (pausa)"Quande s'è zòveni no se pensa che ûn giorno anche i nostri cavelli diventiàn çénnie.." (si accosta al marito) "L'è comme avesse davanti o film do nostro avvegnì e de colpo.. ho accapîo..Te domando scûsa pe' no ëse staeta comprensiva.."(si scosta)"I nostri vëgi han daeto tûtto.. han sûbîo privazioìn, ingiûstissie..guaere..han pensòu pé noiätri e òua.."(trattenendo il pianto)"..ghe levavimo anche o nostro affetto"

LUIGIN     :- (commosso a sua volta)"Rosetta, sciû.. no fa coscì.. porco  mondo ti me veu fà cianze mi ascì?"(si soffia il naso per nascondere la propria emozione)

ROSETTA :- (con tenerezza)"Luigin, se teu barba o l'ha bezeugno do scîto.. lascemmoghelo" (con fierezza)"Ho ancòn due brazze bonn-a e te daiòu 'na man anche mì pé avei 'na casa nostra ma, teu barba o deve vive i anni che gh'arrestan, in tranquillitae, senza pensieri e.. con a donna ch'o vorrià"

SCENA XIV

(Luigin - Rosetta - Vittorinn-a - Lisciandro - Baciccia - Tëxo - Giovanni)

BACICCIA :- (dopo aver fatto sempre scena con Tëxo, si avanza commosso)"Rosetta!" (le prende le mani e se le porta con affetto al petto)

ROSETTA :- (sorpesa)"Ma barba.. Dove éivi.. dovve T'EI?"

BACICCIA :- "Ou saveivo che mae nëvo o l'aveiva sposòu 'na brava figgia.. anche a Tëxo a me l'ha dïto" (guarda Tëxo con simpatia) "No poeiva ëse diversamente.. o Luigin in fondo o m'assomeggia.. pé ninte o l'è o figgio de mae seu bon'anima ca gh'ha faeto anche da poae.."

LUIGIN     :- (composto ma commosso) "Barba.. semmo pronti.. quande ti veu o scîto.. solo o tempo de çercà"

VITTORINN-A:- (che nel frattempo aveva assistito a tutto quanto, si rivolge a Rosetta sempre con una punta di cattiveria) "Peu däse che attrovae vixin a noiätri"

LUIGIN      :- (sarcastico)"E magara v'accattae o salottìn coscì vegniemo noiätri a piggià o caffè"

BACICCIA  :-"Vedei.. bezeugna ricordäse che in ta vitta nascemmo tûtti a-o maeximo moddo.. vegnimmo a-o mondo con e man serrae" (toglie le mani dalle spalle dei nipoti e le mostra a pugno chiuso) "Come se savescimo ch'em- mo da lottà pe' fäse 'na stradda.. ch'emmo da giaminà pe' fäse 'na posizion posiziòn, pé avei ûn bon travaggio, fäse 'na famiggia.. e no bezeugna mai ascordäse che ûn giorno.. quande ne tocchià.. lascemmo tûttoe.. con e man averte.."(apre le mani)"No porriemo ciû strenze ninte e lasciëmo ogni cösa.."

ROSETTA :- "Barba..no parlà coscì.." (si avvicina)"No saveivo che t'éi anche filosofo"

BACICCI    :- "Ma quae filosofo..No gh'e mëgio scheua che a vitta, se ne semmo ricavà insegnamento.. se no a straggemmo e se semmo mette via, quarche vòtta, o presûmin e avei anche ûn po' de ûmiltae.. se savemmo fà esperienza de l'esperienza di ätri" (va verso Tëxo che ascoltava in silenzio) "Roset-ta, Luigin.. no gh'è problema pé o scîto.. ghe poei stà fin che vorriéi"

VITTORINN-A:- (alla quale in fondo spiace questa conclusione)"Ma.. comme mai?"

BACICCIA   :- (guardando Tëxo)"Mi e a Tëxo emmo deciso de mette sciû o nostro nïo"

LISCIANDRO:- (che non riesce più a reprimere, fa il gesto del..sedere) "CHE  C.. AFFORTÛNNAE!" (Con Vittorinn-a da sfogo al suo malumore)

ROSETTA  :- (andando verso Tëxo)"Oh, Tëxo, son proppio contenta pe' lé"

VITTORINN-A:- "Ou creddo ca l'è contenta..!"

TËXO         :- (dà un'occhiata a Lisciandro e Vittorinn-a,  parlando ai nipoti)"Ve vegno ben comme.. lalla neigra?" (sorridono divertiti tranne Vittorinn-a e Lisciandro)"Ma me gh'è vosciûo squaexi quarant'anni pé infià in ta nàssa questo bello loàsso.. " (dà un buffetto affettuoso sulla guancia di Baciccia)

BACICCIA   :- (a Tëxo, con tenerezza)"E ti, ti m'hae averto a porta anche se a mae valixe a l'éa solo pinn-a.. de vento"

VITTORINN-A:- (a Lisciandro)"T'hae accpìo che commedia?"

ROSETTA   :-(sorridendo a Tëxo)"Coscì quande mi pensavo co l'arrivesse con moggé.."

TËXO          :- (interrompendo)"..de colori e con di figgi.."

ROSETTA   :- (con le mani sui fianchi, guarda i due con finto cipiglio)"Sei proppio duì belli ganci.. stae proppio ben accubbiae" (sorride)

BACICCIA   :- "E òua.." (si frega le mani soddisfatto)"..gh'è n'ätra sorpreiza.."

TUTTI         :- (guardano e fanno scena)

BACICCIA   :- "Eh, eh.. no v'ho ancòn dïto cöse ho sacciûo da o mae amigo Marasciallo Caputo"(pausa che se la gode)"A mae valixe.. a no l'è ciû pinn-a d'äia..eh, eh.. son staeti recûperae quaexi tûtti i mae risparmi ricavae dä vendita do ristorante e, quante primma, arrivià n'acconto.. piccìn.. de solo QUARANTAMILLA DOLLARI ."

LISCIANDRO:- (balbetta)) "Eh?..qua-qua-quarntamilla dollari..

BACICCIA :- "..In sciè DÛXEMTOMILLA CHE MEVEGNAN"

LISCIANDRO:- "DÛ..DÛXENTOMILLA.. ho accappio ben?"

LUIGIN     :- "Quande ti veu t'accapisci sûbito"

VITTORINN-A :- (si agita sulla sedia)  Ceuve de lungo in sciò bagnòu!"

TËXO        :- (stupita)"Ma mì.. no ne saveivo ninte"

BACICCIA :-(a Tëxo)"O saià o regallo do mae matrimonio, anzi..do nostro matrimonio ..anche se gh'è a svalûtaziòn gh'emmo tempo de gödise e nostre fadighe ..tanto gente ca-a, ciû o tempo o passa e ciû se svalûtemmo anche noiätri"

LISCIANDRO:- (sempre stupefatto, balbetta)"..dû-dûçento mi-milla dollari.."

LUIGIN        :- "CHE POMELLI EH, LISCIANDRO?"

LISCIANDRO:- (che non sa più come comportarsi)"Pomelli?.. Ah, zà..pomelli.."(resta a bocca aperta)

LUIGIN       :-  "Saera quella bocca.. manamàn gh'intran e mosche"

LISCIANDRO: "Eh?.. Ah!.. Eu!

BACICCIA  :- (ai nipoti)"Staeme a sentì.. voiätri, se vorriei, poei continuà a stà in te questa casa, ch'éi tegnûo coscì ben.. e senza anscietae.."(guardando Tëxo)"No creddo che noiätri aviemo di eredi.."

TËXO        :- "E l'è corpa mae se ti te ghei appensòu solo che quarant'anni?"

GIOVANNI :- (entra in scena dall'esterno e siavvicina a Baciccia)

BACICCIA  :- (se ne avvede e rivolto ainipoti)"Però.. cüxo o no cüxo.. carta canta e villàn dorme.. me firmiéi ûn bello contrattìn.. e me paghiei a pixòn.." (a Giovanni) "E ti, Giovanni, fatte sciû e maneghe e, con a teu Stefania,.. stûdia ûn po' meno.. se semmo accapîi. Sei ancòn tûtti duì zoveni comme l'aegua.. va ben che l'amô o risolve tante cöse ma, ricordaeve che l'amô, da solo, o l'è ûn po' comme o fûmme.. o no l'ìmpe a pansa"

LUIGIN      :- (rivolgendosi a tutti)"A vòtte e cöse che pàn brûtte se regîan pe' o mëgio"

ROSETTA:- "Me sa tanto ch'emmo da brindà ai spösi"

TËXO       :- "Me fae vegnì rossa.. ma son contenta perchè, anche se no gh'emmo ciû l'axillo di vint'anni .. gh'emmo dä nostra che AMÔ VËGIO O NO FA' DE RÛZZE!" (abbraccia commossa Baciccia mentre si chiude il sipario)

F  I  N  E


[1] Chiappella- Ex Ospedale militare distrutto dai bombardamenti