Vacanze forzate

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“I’ nipote di’ sor priore”

“Vacanze forzate”

commedia brillantissima

 in tre atti

di

Antonella Zucchini

GENERE: BRILLANTE IN LINGUA FIORENTINA

ATTI:  3

AUTORE: ANTONELLA ZUCCHINI

TRAMA:

Viareggio, anni ’60. Mai persone tanto diverse fra di loro si erano mai

ritrovate a dover trascorrere le loro vacanze nello stesso elegante

villino. Ma nonostante feroci guerriglie e drastiche spartizioni di

territorio, in queste “vacanze forzate”, forse non tutto il male viene

per nuocere…..

©Antonella Zucchini – Tutti i diritti riservati


Personaggi

Orfeo Picchiani, ortolano

Sidonia, sua moglie

Mirella, loro figlia

Ines,  sorella di Sidonia

Prospero Pandolfini, nobile fiorentino

Altea, sua moglie

Umberto, loro figlio

Dorina, domestica

Tullio Galanti, avvocato

Sor Galassi, titolare dell’Agenzia


Primo Atto

Viareggio, anni ’60. Mentre si diffondono le note di “Stessa spiaggia, stesso mare”, la scena si apre su un soggiorno elegante. Al centro ci sarà un tavolo lungo, tipo fratina, su cui sono poggiati due candelabri. Attorno al tavolo ci saranno  sedie eleganti. Sul fondo si apre una porta-finestra ad arco, con bei tendaggi dai quali si intravedono le palme e lontano, il mare. A sinistra della porta finestra ci sarà un mobiletto basso con una elegante abat-jour e un vaso con fiori freschi. Alla parete laterale di sinistra ci sarà la porta che conduce alle altre stanze e ancora un raffinato mobiletto con uno specchio a parete appeso sopra.

In scena ci sono Inesse, in abito prendisole di foggia anni ’60, occhiali da sole colorati, cappello giallo vistoso. Si sta sventolando esageratamente con un ventaglio mentre guarda il mare attraverso la porta-finestra. Accanto a lei, sua nipote Mirella, ragazza bruttissima, infagottata in un abito sgraziato, con un cappellino di paglia ridicolo, occhiali da vista con lenti  spesse. Ha costantemente all’orecchio una radio transistor e ogni tanto ballonzola da sola al suono della musica. Sua madre Sidonia si sta guardando intorno estasiata. Anche lei è vestita in modo vistoso e ridicolo. Al suo fianco, il sig. Galassi  titolare dell’Agenzia “Vacanze Sole- Mare”.

Sidonia: (estasiata) Sor Galassi, sor Galassi! Che casa la c’ha trovato! Ma icchè dico “casa”…villa,     altroché!

Galassi: (aggiustandosi la cravatta con sussiego) Eh, signora Picchiani, a Viareggio l’Agenzia    “Vacanze Sole-Mare” l’è molto rinomata. Noi, quando si cercano le case per l’estate, si vuole trovare sempre i’ meglio pe’ il cliente. (voltandosi verso Ines ) E lei, signora Ines, cosa la ne pensa?

Ines: Ah, la guardi sor Galassi, quando la mi’ sorella Sidonia la mi disse che l’aveva incaricato la sua Agenzia di trovarci una casetta, unn’avrei mai creduto! Più di così la un ci poteva contentare. (alla nipote) Eh, Mirellina? Ma indò ti se’ portato quest’anno, eh? Che se’ contenta?

Mirella: (continuando a ballettare) Se so’ contenta, zia? Mi par di sognare! E quando si va su’ i’ mare, eh? Quando si va? Oh mamma, io voglio rinnovare i’ costume du’ pezzi, eh?

Sidonia: Se’ bona. Ora, quando s’è finito di scaricare tutte le valigie, ti si porta anche a vedere i’ mare. Tu vedrai, alla fin di’ mese, ti sarà venuto a noia! Ma….a proposito di valigie….o Orfeo indo’ s’è messo? Orfeo?...Orfeooooo? O’ indo’ gli è qui’ ceppicone? Orfeoooo!

(Entra Orfeo trascinando due grosse valigie, una resta d’agli e di cipolle a tracolla e una sfilza di pomodorini rossi legati in vita. Posa le valigie, estrae dalla tasca un grande fazzoletto e si deterge il sudore. Anche lui è vestito in modo alquanto pacchiano).

Sidonia: Benedetto Iddio, Orfeo! O che ti ci voleva tanto a scaricare? I’ sor Galassi unn’è mica a disposizione nostra tutt’i’ giorno, dico bene sor Galassi?

Galassi: (tossicchiando imbarazzato) Ho lasciato da solo il Gualtieri, i’ mi’ socio e lo devo raggiungere per dargli una mano perché …insomma…oggi l’è i’ primo d’agosto e in Agenzia si deve correre. Sa, gente che arriva, gente che parte….

Orfeo: (ansante per aver trascinato tutto quel peso) Sentila bellina! Appena ho fermato l’automobile le sono scese, le padrone, e  subito (indicando la casa) l’hanno preso possesso….e i’ bischero a fare i’ facchino! C’è ancora du cassette di pommodori e due di patate da scaricare, che vi siete belle scordate come si fa? Ma poi c’è delle borse….borsine…saccocce..o icchè v’avete votato tutti gli armadi?

(Esce dalla comune  brontolando e detergendosi ancora il sudore con il fazzoletto)

Galassi: (un po’ perplesso) Ma….non c’era bisogno di portare tutti questi…rifornimenti.

Sidonia: Ma noi si mangia sa’, si consuma, mica discorsi! Uh, la vedesse i’ mi marito, poi! Certe bigutte di paste alla pommarola! Certe sbraciolate di carne!

Galassi: Lo credo, lo credo…ma qui a Viareggio non mancano certo i negozi….

Sidonia: Eh, sor Galassi , icchè la vole…avendoci a Firenze una bottega ben avviata d’ortolano….(con sussiego) …tre sporti a un passo da Santa Croce, sa….questa roba la s’è portata da casa. Un gli dispiace mica, vero?

Galassi: (sempre perplesso)A me? Pe’ carità, fate, fate. (piano, come a se stesso) L’è proprio vero, co’ i boom economico, più fanno i soldi e più grezzi sono!

Ines: (sventolandosi maliziosamente con il ventaglio e dandosi arie da gran signora) Come la diceva, sor Galassi?

Galassi: (schermendosi) No…dicevo…(conducendola verso la porta-finestra) Ma che ha visto che panorama? Le palme, la Passeggiata e laggiù, dove si intravede il mare, il Principe di Piemonte….

Ines: Uh, siamo tra i principi, Sidonia! Ma ci pensi, Mirellina?

Galassi: (continuando con sussiego) Ma poi, avete visto il piano di sopra? Quattro stanze da letto e due hanno il terrazzino che dà proprio sulla Passeggiata….

Ines: (entusiasmandosi) Uh, i’ terrazzino sulla Passeggiata! Che ci pensi, Sidonia? Quando un s’ha voglia di sortire la sera, ci si mette su’ i’ terrazzino e si braca tutta la gente che la passa (alla nipote) eh, Mirellina?

Mirella: Sie, meglio! Voglio ma uscire, io! Un ci sto qui a annoiammi con te, i’ babbo e la mamma. Voglio andare ne’ posti, conoscere gente…

Ines: Uh, come l’è vivace la mi’ nipote! L’è furba, la creda! Io un so come gli abbia fatto i’ mi cognato a fare una figliola così. L’è più sveglia lei quando la dorme, di Orfeo quando l’è sveglio!

Sidonia:  (piano, alla sorella) O chetati, Inesse! Facciamoci riconoscere anche qui! (a Galassi) Via, la casa la ce l’ha fatta vedere, i’ giardino pure, la c’ha detto come s’apre l’acqua carda, ora gli chiamo i’ mi’ marito e gli si fa un bell’assegno.

Galassi: Basta un acconto, signora Sidonia…

Sidonia: No, no. Noi si paga per l’intero. Tanto ci si sta tutt’i’ mese di sicuro e pentire un ci si pente! Unn’è vero, Inesse?

Ines: La pensi che l’è la prima volta che si viene in vacanza. Io l’ultima volta che ho visto i’ mare l’è stato in colonia con le suore, la si figuri! Sicchè tutto i’ mese d’agosto l’è per noi!

Galassi: Ah, è un piacere avere a che fare con clienti come voi che non lesinano la lira….

Ines: (intervenendo) Perché? C’è qualcuno che vi fa confondere per riscotere?

Galassi: Uh, la un me ne parli! E più son nobili e altolocati e più ci fanno allungare i’ collo!

Sidonia: Ma di noi l’ha un s’ha a preoccupare, sor Galassi. A Firenze, la nostra botteguccia d’ortolano…oddio…botteguccia no…ci s’ha tre sporti a un passo da S. Croce, vero…insomma la nostra bottega la ci dà qualche soddisfazione. Noi si rifornisce di frutta e verdura quasi tutti i ristoranti di’ centro e questo c’ha dato modo di levassi qualche vogliolina: l’automobile, la televisione….

Ines: (pomposamente) I’ fon pe’ asciugassi i capelli….

Sidonia: …e le vacanze a Viareggio in una bella casa. Alla faccia di chi ci vole male, sai? Ma…icchè si diceva, sor Galassi?

Galassi: L’assegno….

Sidonia: Ah, giusto! L’assegno…(chiamando) Orfeo? Orfeoooo! O indo’ gli è infilato ora? Orfeoooo!

Ines: (alzando ancora di più la voce) Orfeooo!

Galassi: (piano, a se stesso, infilandosi un dito nell’orecchio come se fosse rimasto assordito) Più che da negozio in Santa Croce, queste le sono da Mercato Centrale!

(Entra Orfeo con una pila di cassette di verdure che oscillano pericolosamente tra le sue braccia perché, camminando, non vede dove mette i piedi)

Orfeo: Ma icchè tu voci, Sidonia? So’ andato a pigliare queste cassette…(guardandosi intorno) Indo’ le si mettano? (avvicinandosi pericolosamente con tutto il carico al mobiletto di sinistra, dove c’è il paralume)

Galassi: (allarmato) No! Qui no! E’ un Luigi XVI!

(Orfeo si gira intorno con tutto il carico poi fa per appoggiarlo sul tavolo)

Galassi: No! Qui no! Ci sono i candelabri di’ Settecento! La stia attento, pe’ piacere…qui ci sono tutti pezzi unici e rari. In questo villino si sono avvicendate il fior fiore delle famiglie bene fiorentine. L’anno scorso l’abbiamo dato a dei nobili…

Ines: A quelli che un pagano, via!

Galassi: (impermalito) Invece chi rompe paga….

Sidonia: Uh, Orfeo, pe’ l’amor de’ sette Santi, posa queste cassette. (alla sorella) Inesse, aiutalo te. (dandole una gomitata) Cerchiamo di non fa’ figure, pe’ piacereeocchio perché qui ci son venuti i nobili, ha’ sentito?

Ines: (facendo spallucce ma aiutando il cognato) M’importa icchè, ora ci siamo noi!

Sidonia: (spazientendosi) Andiamo uggiosa, t’aiuto io! Te, Orfeo regola i conti co’ i sor Galassi e te, Mirellina, vieni di sopra  con noi. Lasciamolo andare via questo poer’omo, gli ha da tornare all’Agenzia…

Mirella: Sì, mamma ma io mi voglio mettere i’ du’ pezzi co’ i’ reggipetto a “barconcino”, eh?

Galassi: (piano) Brutta come l’è bisognerebbe ma che la si buttasse lei, da i’ balconcino…

(Escono reggendo le cassette,  urtando via via in qualche posto e scusandosi con il signor Galassi che le guarda uscire piuttosto preoccupato)

Orfeo: (alludendo alle tre donne) Che bersagliere, eh? S’immagina lei come fo a resistere con quelle tre? Chi ne dice una, chi ne dice un’altra e i’ più delle volte a me mi tocca stare zitto! La mi creda, mi ci vole una pazienza!Via, veniamo a noi. Sor Galassi, come s’era detto, allora: tutto i’ mese d’agosto, la casa, i’ giardino e i’ posto pe’ la Giulia…

Galassi: Mah….posto come la vede ce n’è quanto la vole, anche pe’ la signorina Giulia…

Orfeo: (assestandogli una poderosa pacca sulle spalle che lo fa sobbalzare) La signorina Giulia? Ma icchè l’ha capito? Parlo della mi’ automobile, di’ mezzo che c’ha portato a Viareggio. Comunque la la può chiamare anche signorina Giulia perché la m’è cara come una figliola. La si figuri, so’ sempre a pulilla, a lustralla e a fagli mille gestri!

Galassi: La mi deve scusare ma quando l’ho vista oltrepassare i’ cancello di’ villino con i’ portapacchi tutto pieno di valigie, con tutte quelle cassete legate, a dire la verità non ho riconosciuto che sotto a tutta quella roba c’era una Giulia.

Orfeo: (orgoglioso) Un fior di macchina, sor Galassi, glielo dico io! Una Giulia dell’Alfa Romeo…1100, mica storie! Grande automobile, una meraviglia! (avvicinandosi in modo confidenziale) Sa, con quella botteguccia che ci s’ha (dandogli una gomitata amichevole) …oddìo, se la vi vo’ chiamare botteguccia…tre sporti….

Galassi: …a un passo da Santa Croce…sì, ho capito…

Orfeo: (proseguendo imperterrito)…s’è fatto un po’ di quattrini e allora queste donne le un m’hanno dato bene. Ci vo’ l’automobile, ci vo’ l’automobile…che poi a Firenze la un si usa mica tanto, sa?Qualche girata a Fiesole o a Montesenario pe’ pigliare un po’ di fresco ma…poca roba…

Galassi: (guardando l’orologio con impazienza) Via, signor Picchiani, se si dice di regolare questo conto, procediamo perché essendo oggi i’ primo d’agosto, arriveranno altri clienti che i’ mi socio deve sistemare. All’Agenzia ho lasciato lui ma mi fido poco perché gli è un tipo un po’ svagato…un vorrei mi combinasse dei pasticci…

Orfeo: Diamine, diamine … (estraendo dalla tasca dei pantaloni un voluminoso portafogli e da questo un assegno) Allora tutto i’ mese d’agosto, i’ villino, i’ giardino…

Galassi: …e la signorina Giulia.

Orfeo: (dandogli un’amichevole ma poderosa pacca sulle spalle) Uh, simpatico!...però la senta … unn’è che la mi potrebbe buttare giù qualcosa? Farmi un po’ di sconto? I’ villino gli è bello ma gli è un po’ caro…

Galassi: (sfilandogli di mano l’assegno al volo e facendolo subito sparire nella giacca) Ma lei la vole scherzare, questo gli è un villino di lusso e fino all’anno scorso ci sono venuti conti, baroni e marchesi. Questa l’è proprio l’anima di’ bottegaio che prende i’ sopravvento!

(entra Sidonia seguita da Ines. Quest’ultima ha in mano un cartoccio con del pane, dei salumi e un coltello. Si siede e comincia ad aprire il cartoccio e ad affettare il pane)

Sidonia: (che entrando ha udito  le ultime parole di Galassi) Diamine, sor Galassi, ma che dà retta a lui! Lei meglio di così la un ci poteva accomodare. (a Orfeo) Che glielo hai dato l’assegno? Ha visto? L’era anche belle e firmato…(con orgoglio)…. da ieri sera!

Orfeo: (ripetendo la mossa al volo di Galassi) L’ha preso, sì!

Sidonia: (notando solo ora la sorella)  Icchè tu fai, Inesse?

Ines: Senti, a me mi dole lo stomaco dalla fame. Qui c’è pane e affettato, mi fo un bello spuntino.

Galassi: Appunto, io non mi trattengo oltre ad incomodarvi. Ci si rivede alla fine di’ mese pe’ le chiavi.

Ines: (tutta gentile, mentre affetta il pane) Che lo gradisce un panino con la finocchiona, sor Galassi?

Galassi: No, grazie. Alle otto di mattina, mai. Bene… (accennando un inchino) vi auguro un buon soggiorno a Viareggio e in questo villino stupendo. (poi, piano) Speriamo bene.

(Esce)

Ines: (con le fette di salume in mano, sognante) Però, che bell’omo i’ sor Galassi, anche lui!

Orfeo: Vieni, bell’omo!Aiutami a portare queste valigie di sopra, piuttosto! (alla moglie) Oh, a questa se un gli si trova uno, la ci fa ammattire.

Ines: (noncurante, continuando a tagliare il pane) Ha’ visto come veste bene? Dite la verità, un sembra un “magnete” di’ petrolio?

Orfeo: Sì, sembra un “magnete” ma te un tu gli rimani attaccata, vai!

Ines: Uhm, m’importa icchè! Se volessi, avrei i’ codazzo dietro….

Orfeo: Sie, la processione! Che m’aiuti sì o no?

Ines: Ora un posso. Ho da mangiare du’ fette di pane con questa finocchiona. Ho una debolezza che un ce la farei a spostare neanche una piuma d’uccello…

Orfeo: Uh, trappoco te lo dicevo, guarda!

(Entra Mirella, sempre con la radio transistor all’orecchio, mentre accenna qualche passo di ballo lento)

Orfeo: (alla figlia) Nina, che m’aiuti te a portare  queste valigie a i’ piano di sopra?

Mirella: (accennando la famosa canzone di Mina) “Quando sei qui con me…”

Orfeo: (continuando la canzone a modo suo) “….questa stanza non ha più pareti ma…bischeri, bischeri infiniti…” Oh, lo sapete icchè fo? Porto su queste e poi mi butto a diacere su i’ primo letto che trovo. Tra alzassi presto, caricare, scaricare, guidare la Giulia, sopporta’ voi…io un ce la fo più. Bisogna che mi riposi i’ cervello….e cercate di parlare un po’ in silenzio sennò vu mi svegliate….(allontanandosi) Accidenti alle donne!

(Esce)

Sidonia: (mentre Orfeo esce) Sì, sì, fai icchè tu vuoi ma portale di sopra. E te, Inesse, lascia questo rinvolto sulla tavola. Si mangia dopo. Ora c’è da andare a fissare l’ombrellone a i’ Bagno.

Ines: Ora? Te t’hai perso i’ capo. Le sono l’otto passate appena. Ho fatto colazione alle cinque, stamani. E poi, anche quando sono a bottega, questa l’è la mi’ ora: o quando i’ pane con la frittata, o quando i’ pane con la bologna…un rincarzino a me mi ci vole!

Sidonia: Vieni, piercola che un tu se’ altro. Qui un siamo a bottega, siamo a Viareggio. Che hai presente? Viareggio! L’è vero che questa l’è la nostra prima vera vacanza e forse ci s’ha da abituare ma, via! Mangiare pane e finocchiona indo’ c’è stato conti, principi e marchesi.

Ines: O bellina senti, io ho fame!

Mirella: Mi raccomando, fatemi sfigurare, eh? Io un voglio che la gente la ci rida dietro pe’ gli sfondoni che vu dite voi! Di già a Firenze mi pigliano poco in giro pe’ colpa vostra!

Ines: Di certo, la gente invidiosa e maligna!O un tu lo sai che ni’ mondo c’è le gelosie…

Sidonia: Nina, ci si sforzerà! Comunque, pe’ tornare  a dire, oggi l’è i’ primo d’agosto e tutti si precipitano sulla spiaggia a fissare l’ombrellone. (a Ines) Che voi che ce lo diano fra gli urtimi, così quelli davanti ci paran tutt’i’ sole e noi si torna a Firenze bianche come vecce?

Mirella: (ballettando con il transistor sempre incollato all’orecchio) E noi invece si vole ritornare a Firenze nere come la Lola Falana, vero mamma? (canticchiando) “Non  è un capello ma un crine di cavallo, caduto dal paltò…”

Ines: (orgogliosa della nipote) Ma come la canta e come la si move bene, eh?Alla fine lei la si ritrova a far carriera alla televisione….come sciò gerle, te lo dico io! Io me ne intedo.

Mirella: A proposito, mamma, ma la un c’è qui la televisione?

Sidonia: No, un mi pare. I’ sor Galassi un l’ha rammentata e io un l’ho vista. Ma tanto, o che ci interessa di guardare la televisione, a noi?  (abbracciandola) Noi bisogna solo pensare a pigliare i’ sole, a fare i’ bagno….

Mirella: …a diventare nere come la Lola Falana…

Sidonia:  …e a fare una vacanza rilassante e riposante come la un s’è mai fatta perché un siamo mica nate solo pe’ scaricare cassette di patate, eh?

Ines: E quando si torna a Firenze gli s’ha a fare tanta rabbia a quelle cose brutte di’ condominio!

Sidonia: Sì, e alla macellara di fronte alla nostra bottega. L’ha sempre una boria! Levato i’ grembiule la crede d’essere Giacline Onassisse….andiamo, andiamo, facciamoci dare l’ombrellone ni’ punto meglio…

Mirella: Magari indò si può conoscere qualche giovanotto, eh mamma?

Ines: …e magari qualche giovanotto più attempato pe’ la tu’ zia Inesse!

Sidonia: (a Ines) Allora, che se’ pronta? Lei? Prima che l’abbia accordato tutti i soni!

Ines: (alzandosi) So’ pronta, sì!Oh, ma quando si torna, un c’è Cristi, io du’ fette di pane con la finocchiona e me le fo!

(Escono parlottando)

(La scena rimane vuota mentre la musica diffonde le note di “Abbronzantissima”. Dopo qualche minuto entrano in scena Dorina, la cameriera che sta trascinando un grosso valigione e due quadri raffiguranti gli antenati dei marchesi Pandolfini, Prospero Pandolfini, Umberto, suo figlio, recante anch’esso una grossa valigia. I due uomini saranno vestiti con abiti sportivi ma ricercati mentre Altea, che li segue, è elegantissima.  In mano regge borsetta e cappelliera. Mentre le note della canzone sfumano leggermente, Altea guarda attraverso la porta-finestra.)

Altea: All’Agenzia gli avevano proprio ragione. L’incaricato, il signor Gualtieri mi disse di aver trovato un villino co’ i fiocchi e i controfiocchi.

Dorina: (sbuffando e posando tutto il suo carico) La guardi, un altr’anno, se vu avete intenzione di far venire anche me a i’ mare, glielo dico subito: co’ i’ treno un ci vengo, eh? C’è du’ chilometri dalla stazione fino a  qui e a strascicare questa valigia mi s’è risvegliato anche i’ nervo sciatico. C’ho certi doli, poer’a me!

Altea: (guardandosi intorno compiaciuta) Sta’ zittina,  Dorina. Tu mi fai infiammare le meningi con tutto questo chiacchierare. Da quando s’è dovuto vendere l’automobile e licenziare l’autista, i nostri…(guardando astiosamente il marito) “rari” spostamenti si son fatti tutti in treno e unn’è mai morto nessuno!

Dorina: (sottovoce) Eh già! Lei la un more, vai!La mi fa stracanare a me! (a Altea) Comunque, la mi lasci dire che l’automobile l’era dimolto ma dimolto più comoda. Si metteva tutte le valigie sopra e via. Poi le si scaricavano qui davanti e belle e fatto….Ha visto come gli hanno fatto bene questi che gli hanno parcheggiato qui davanti con quella Giulia? …Ma mica un lavoro come s’è fatto noi!Prima caricale su i’ treno, poi scaricale, poi strascicale fino a quaggiù e poi (alludendo al piano di sopra) portale su pe’ le scale. Ho un male alle rene che unne sto ritta!

Altea: Ohi ohi, che martellino! Te, Dorina, si vede proprio che tu vien da i’ popolo, da i’ volgo! Ringrazia Iddio che, pe’ i ‘tu’ dolori, ti s’è portato a i’ mare a fare le sabbiature. La domestica della marchesa Ricci la rimane a Firenze a fare le ferie polverose!

Prospero: (accaldato, sventolandosi con un cappello) Però Altea, permettimi di dire che l’ha ragione la Dorina. Son già un paio d’anni che, pur non potendocelo permettere, te tu ti ostini a venire a passare l’agosto a Viareggio, come se nulla fosse, come se un si fosse avuto qui’ tracollo finanziario che purtroppo…

Altea: (accigliata) Zitto, Prospero. La marchesa Pandolfini la un parla de’ su’ affari quando c’è la servitù. (a Dorina) Vai Dorina, piglia queste valigie e portale nelle camere. (poi, prendendola per un braccio) E falla finita di brontolare davanti a i’ marchese! Di già quest’anno un ci voleva nemmen venire  e m’è toccato fammi venire più infiammazioni di meningi pe’ intenerillo! Falla finita perché a licenziare anche te un ci metto nulla.

Dorina: Eddie, la mancanza dello stipendio un la sentirò di certo. L’è tre mesi che un vedo una lira!

Altea: Se un tu vuoi stare senza per altri tre mesi, vedi di fare come t’ho detto. D’avanzo, sento che mi si stanno infiammando di nuovo le meningi…vai, vai e portami su anche la cappelliera….ah, e i quadri dei nostri antenati. Tu lo sai che un me ne posso mai separare!

(Dorina esegue di malavoglia, trascinando la valigia,  la cappelliera, i quadri e molto goffamente esce)

Prospero: (attendendo che sia uscita) Altea, ma insomma! L’è l’ora di farla finita con questa storia. Ostinarsi a ostentare una ricchezza che non abbiamo più! (accennando all’eleganza del figlio) Abbiamo la casa a Firenze mezza impegnata ma si continua a vestirci nelle migliori sartorie, non si sa di cosa campare ma ci si intestardisce di tenere la domestica, si mangia pane e cipolla ma (calcando le parole) “bisogna” prendere la casa a Viareggio per un mese….

Umberto: Ecco, ora si ricomincia a leticare! Bella vacanza si preannuncia!

Altea: (incurante delle parole del marito e avvicinandosi al figlio) No, no Umberto. Noi un si letica, ci s’ha solo delle “lievi” divergenze d’opinioni. Se i’ tu’ babbo un capisce che apparire in un certo modo ci consente di restare ni’ giro delle persone importanti, se un lo capisce, io un so icchè fare. Ma te tu lo capisci,  vero tesoro mio?(conducendolo vicino alla finestra) Ma vieni a vedere che be’ panorama. Uh, guarda, da qui si vede anche la villa dei conti Ricciardi e laggiù quella degli Aldobrandini!

Prospero: (sconsolato) La un mi considera nemmeno. Pur di fare le vacanze a Viareggio, in un villino come questo, la m’ha fatto impegnare anche gli ultimi gioielli di famiglia. Voglio vedere dopo, d’icchè si campa.

Altea: Ohi ohi, che omo noioso tu sei! Che è colpa mia se te tu sei Prospero di nome ma no di portafoglio? Eh, se sapevo che fine avrei fatto con te, avrei preferito sposare…un bottegaio!

Umberto: Mamma, guarda! Da qui si vede anche la casa degli Alinari. Accidenti che parco c’hanno tutto intorno e che bella automobile c’hanno parcheggiata davanti! Ah, icchè darei pe’ una bella vettura!

Altea: Umbertino, dai tempo a i’ tempo. Fidati della tu’ mammina. (prendendolo a braccetto) Secondo te, perché continuo a voler venire a fare le vacanze a i’ mare…

Prospero: (continuando per lei) ..quando non ci si può più permettere?

Altea: (noncurante) Secondo te, perché? Tu discendi da una famiglia altolocata, tu sei un bellissimo giovane…se un ti si fa frequentare l’alta società (calcando), dico, “l’alta società”, come tu fai a conoscere delle belle e danarose ragazze da impalmare, sistemandoti così per tutta la vita? Ma un tu lo senti che in questi posti c’è i’ profumo della bella vita? I’ profumo de’ soldi?

Umberto: Mah…a dire la verità io sento profumo di…finocchiona! (guardando con l’acquolina il rinvolto dei salumi e del pane sul tavolo) Mamma, ma qui c’è davvero pane e finocchiona! Madonna che fame! Vu m’avete fatto alzare all’alba pe’ prendere i’ treno e unn’ho messo in bocca nulla…

Prospero:  Che strano…pane e finocchiona…ma chi ce lo può aver messo?

Altea: (avvicinandosi e tagliando piccoli pezzi di pane che metterà in bocca assieme al salume) Ma qualcuno dell’Agenzia, è chiaro. Te, Prospero, t’hai perso i quattrini e anche il senso dell’ospitalità…certo, però…..che strana accoglienza all’ora di colazione….pane e finocchiona…potevano far trovare briosches e cornetti….

Umberto: (mettendosi a mangiare con foga) Ma che ti sgomenti, mamma!L’è proprio bona la finocchiona! Oh, dammene un pezzetto anche a me!

Prospero: (sedendosi) Altea, vuoi cortesemente darne una fetta anche a me? Ieri sera abbiamo cenato leggero e ho un certo appetito….

Altea: (passandogli il cartoccio) Tieni ma non la finire tutta, eh? (abbuffandosi) Uhm…buona, appetitosa…chissà se la Dorina la ne vorrà anche lei….ma, a proposito, icchè la si sarà messa a fare a i’ piano di sopra? La un se lo rammenta che la deve portare di sopra anche quest’altra valigia?

(In quel mentre si sentono delle urla di donna. Si sente gridare ripetutamente aiuto poi passi precipitosi sulle scale. I tre si alzano impauriti dal tavolo.)

Prospero: Per Diana, ma cosa…

Altea: (nascondendosi impaurita dietro al figlio) L’è la Dorina…Oddio, icchè c’è?

(Entra Dorina tutta scarmigliata, impaurita ed urlante)

Dorina: (urlando) Ahhh! Oddio…oddio…Aiuto, aiuto!

Prospero: Ma cosa c’è?... Dorina…parla!

Dorina: Aiuto…c’è un omo…c’è un omo in camera!

Altea: Sie, c’è un omo in camera! A te t’ha dato noia i’ caldo e i’ viaggio…

Dorina:(ansando) Sìììì, gli dico! (sedendosi) Oddio, che paura!

Prospero: Per Diana, Dorina! Parla!

Dorina: Ho messo la valigia di sopra, in una camera e dopo averla un po’ svotata mi so’ messa a aprire quell’altre stanze e in una….icchè c’era?

Altea: Icchè c’era?

Dorina: C’era un omo disteso su i’ letto, tutto peloso, la vedesse e come russava, sembrava un trattore! Oddio, che paura m’ha fatto. Mi so’ messa a urlare …ma anche lui, eh? S’è messo a urlare anche lui!

(Entra Orfeo in canottiera bianca e mutande, con calzini e ciabatte ai piedi. Cammina impaurito,  con circospezione, tenendo in mano una scopa e brandendola come un’arma)

Altea e Dorina: (vedendolo e urlando) Ahhhh!

Orfeo:  (nel vederle urla come loro) Ahhh!

Prospero: (parandosi con una sedia ) Ma...ma chi è lei?

Orfeo:  Ma…ma..chi vu siete voi? (brandendo la scopa) Oh, attenti perché so’ armato, eh?

Umberto: (intuendo che non c’è pericolo, alludendo alla situazione e continuando a mangiare) Questa l’è bona, questa l’è veramente bona…

Orfeo: (alludendo alla finocchiona) L’è bona sì, l’ho comprata da i’ mi’ amico pizzicagnolo. La lasci stare i’ fagotto, giovane, la mi faccia i’ piacere!

Altea: (scandalizzata) Ma si può sapere lei chi è e che cosa ci fa in casa nostra? Ora chiamo subito i carabinieri…

Orfeo: In casa vostra? La vorrà dire in casa mia, signora!

Prospero: Guardi che noi ci siamo insediati oggi in questo villino per fare le nostre vacanze..

Orfeo: La guardi che anch’io mi so’ “asseggiolato” oggi in questo villino pe’ fa’ le mi’ vacanze…

Umberto: (che ha già capito, ridendo) Stai a vedere che…stai a vedere che….noooo, troppo buona questa!

Orfeo: E gliel’ho belle detto, giovane! L’è bona ma la lasci stare lì perché l’è roba mia, inteso?

Dorina:  (sventolandosi vigorosamente) Mamma mia, che paura che ho avuto!

Orfeo: La l’ha a dire a me! Appena ho visto questa cosa brutta davanti a i’ viso, i’ sangue m’ha fatto un rivortolone!

Dorina: Eddie, bellino lui!

(Da fuori si sente Mirella che canta “Guarda come dondolo”)

Mirella: (entrando e cantando) “Guarda come dondolo, guarda come dondolo, con il twist…(entrando, vedendo Umberto e rimanendo subito folgorata, rallentando la canzone) …con le gambe ad angolo…con le gambe ad angolo….

(Entrano Sidonia e Ines)

Ines:  (sorpresa) O tutta questa gente?

Sidonia: O i’ mi’ marito in mutande?

Prospero:  O queste due?

Umberto:  (alludendo a Mirella) O questa racchia?

Altea: (prendendo in mano la situazione e parandosi davanti al Sidonia, porgendo la mano con un gesto da gran signora) Non ho il piacere di conoscervi, signore. Io sono Altea….

Sidonia: (scansandole la mano) Sì, e io so’ bassea, fammi passare, va’!(andando verso il marito) Orfeo,  chi sono questi sciupacchiati e icchè fanno ni’ nostro villino, che c’è da sapello?

Altea: (cominciando ad innervosirsi) Sciupacchiati? Io sono Altea Pandolfini e possiedo un albero genealogico da far invidia, e lei?

Ines: No, noi un ci s’ha un albero “ginecologico” ma ci s’ha una bottega….tre sporti a un passo da Santa Croce…e lei?

Altea:  Intendevo dire che noi si discende da una famiglia altolocata…

Sidonia: Noi un si verrà da una famiglia altolocata ma…nemmen bassolocata, ma icchè la crede?

Prospero: Signore…qui ci dev’essere un errore…

Sidonia: (mettendosi le mani sui fianchi)Mi pare anche a me.

Mirella: (avvicinandosi con sussiego a Umberto) Io mi chiamo Mirella ma tutti mi chiamano Mirellina…

Umberto: (che non può guardarla da quanto è brutta) Madonna, questa la mi fa rimanere la finocchiona sullo stomaco….(vedendo che porta anche gli occhiali) L’è anche cirusca! E invece anche l’occhio vo’ la su’ parte, bah!

Altea: Insomma, signori, cosa sta succedendo? La mi’ domestica è salita al piano di sopra e ha trovato questo…questo…. questo scimmione peloso disteso sul nostro letto!

Sidonia:  (inviperita) Scimmione peloso a i’ mi’ marito?

Ines: (dandole una gomitata) Vien via, Sidonia, che fai l’offesa? O un tu glielo dici sempre anche te?

Sidonia: Già, io glielo posso dire, gli è i’ mi’ marito, ma lei no! Questa cosa tinta e ritinta, ma icchè la vole?

Altea: Ma icchè la vole lei? Barrocciaia!Questa è casa nostra!

Sidonia: (urlando più di lei)  No, l’è casa nostra!

Prospero: Queste sono le nostre vacanze!

Inesse: Eh no, le sono le nostre vacanze!

Altea: Non ci fate perdere tempo, andate da un’altra parte, pe’ piacere!

Sidonia: Andateci voi, furbini! Noi siamo arrivati prima.

Orfeo: (a Prospero) O la senta: tutte le mattine s’arzano un furbo e un bischero, se s’incontrano l’affare l’è fatto. Ma io bischero un so’, sicchè…..(facendo capire con  il gesto della mano che devono andarsene)

Umberto: (ridacchiando) Stai a vedere che hanno fatto confusione all’Agenzia….

Orfeo: Ecco, allora se gli hanno fatto confusione all’Agenzia, noi ora si va all’Agenzia a mette’ confusione…(avviandosi e brandendo la scopa) guarda, un mi vesto nemmeno, vo così!

Sidonia: (seguendolo) All’Agenzia, subito all’Agenzia!

Ines: Se qui’ sor Galassi un ci dà spiegazioni, si fa lui nero come Lola Falana (alla nipote), Mirellina, seguici!

(Escono)

Mirella: (adorante, verso Umberto) Che vole uno strappo in automobile fino all’Agenzia?

Umberto: (interessato) Ah, perché quella Giulia parcheggiata in giardino l’è la vostra? Senti..senti…interessante!

(Escono)

Altea: Prospero, sento che mi s’infiammano le meningi! Svelti, corriamo anche noi all’Agenzia perché se signor Gualtieri ha fatto un errore, a noi un ci interessa. I’ villino l’era per noi e per noi deve restare. (tirandolo per un braccio) Sbrigati! Sbrigati!

Prospero: Certo, cara. Non ti preoccupare. Non ho mangiato pane e cipolla per tutti questi mesi per poi farmelo scappare…

(Escono. La musica diffonde le note di “Con te sulla spiaggia”di Nico Fidenco mentre Dorina è rimasta sola nel soggiorno.)

Dorina: Madonna. Che paura ho avuto! Manca poco mi piglia uno stianto a i’ core!...(adocchiando la finocchiona) Però lo stomaco un mi s’è chiuso…(cominciando a mangiare) Segno bono!(masticando e facendo spallucce) Tanto a me icchè mi cambia! O qui o da un’altra parte..tanto un mi pagano lo stesso!....Uh, bona questa finocchiona!

(Si alzano le note della canzone)

CALA LA TELA

Secondo Atto

La musica diffonde le note di “Domenica d’agosto” di Bobby Solo.

La scena si apre sul soggiorno. Il tavolo è stato suddiviso da due tovaglie diverse, una bianca più elegante, tutta intagliata e ricamata,  sulla metà di sinistra e l’altra a quadretti bianchi e rossi a coprire la metà di destra. Ambedue le parti saranno apparecchiate per il pranzo con posate e bicchieri. Nella parte a sinistra ci sarà anche una brocca d’acqua. In quella di destra troneggia un fiasco di vino rosso.

La parte sinistra del soggiorno vede due ritratti di antenati illustri della famiglia Pandolfini appesi alle pareti, la parte destra vede attaccati una resta di agli e di cipolle nonché una filza di pomodorini a grappoli.

Il soggiorno risulta quindi diviso in due settori: quello che appartiene ai Pandolfini, più elegante e più sobrio e quello che appartiene ai Picchiani, più popolare e casereccio.

Nel soggiorno ci sono Prospero, in vestaglia da camera, ed il suo amico avvocato Tullio Galantini.

La musica piano piano si stempera fino a scomparire.

Tullio: La faccenda è alquanto assurda e complicata, amico mio.

Prospero: Sta’ zitto, sta’ zitto, Tullio! Se credevo di ritrovarmi così (indicando la tavola), a dover condividere la casa con quei buzzurri….

Tullio: Ma come….condividere la casa?

Prospero: Eh, per forza! Ci si precipitò tutti insieme all’Agenzia. Qui’ poero sor Galassi chi lo tirava da una parte, chi lo sbertucciava dall’altra fino a che un si venne a capo dell’errore. I’ socio di’ sor Galassi, il signor Gualtieri, un uomo un po’ anziano e molto distratto, aveva affittato per sbaglio il villino nello stesso periodo sia a noi che a …..questa famiglia Picchiani!

Tullio: Ah, c’è stato l’errore, allora! Ora gli si fa i’ pelo e i’ contropelo e io, da buon amico e da bravo avvocato, ti consiglio di richiedere i danni morali e materiali.

Prospero: E questo voleva fare, molto onestamente devo dire, il titolare, i’ sor Galassi. Voleva lasciare la casa a una famiglia e risarcire economicamente l’altra….

Tullio: E allora?

Prospero: E allora?

(Entra Ines dalla sinistra. E’ anch’essa in vestaglia da camera, ha dei bigodini arrotolati sulla fronte, spazzolino e dentifricio in mano. Entrando canta la canzone “Il Barattolo”di Gianni Meccia.)

Ines: (cantando, accennando dei passettini di danza e simulando il “rotolare” con le mani) “Rotola, ro-otola, rotola come il mio amore inutile, dove mai finiràààà…” (senza degnarlo di uno sguardo, a Tullio) Marchese, la pole anda’ ni’ bagno, ora. Io ho belle e fatto.

Prospero: (indicandola) E allora, Tullio…. tu lo vedi da te….

Ines: (accorgendosi solo ora dell’ospite) Uh, la mi scusi se la mi trova un po’ in desaibillè ma sa, in questo villino siamo in tanti, bisogna fare i turni anche pe’ andare a i’ licitte.

Prospero: (scandalizzato) Signora…per favore…un po’ di accortezza!

Ines: Un po’ d’accortezza…gli è proprio icchè gli ho detto  stamani alla su’ moglie. La ci sta dell’ore dentro e noi tutti in fila come bischeri fori a aspettare. (avvicinandosi a Tullio) E gli dirò di più, dopo la un tira nemmen per bene lo sciacquone!

Prospero: (piano, all’amico) Io me ne volevo andare subito, figurati, un ci volevo nemmen venire! Ma per l’Altea l’era diventata una questione di principio. Non voleva lasciare i’ villino  a questi…ortolani e il risultato, eccolo qui: costretti a coabitare, a dividere la toilette, a dividere la tavola…..a fare queste vacanze forzate! Non mi riesce mai nemmeno di andare alla toilette prima di mezzogiorno. O che è possibile?

Ines: Che dice a me?

Prospero: No signora, parlavo con il mio amico avvocato.

Ines: (interessata) Ah, l’avvocato? (desiderosa di rimanere sola con l’ospite) Senta marchese, o la un gli scappava tanto? Allora la si sbrighi perché se gli entra prima di lei i’ mi cognato Orfeo…

Prospero: Per l’amor di Dio, dopo ci vole la bombola dell’ossigeno! Tullio, tu mi permetti, vero?

Tullio: (sottovoce) Vai pure. Intanto io cerco di lavorarmeli un po’ per vedere se si può fare qualcosa per convincerli a sloggiare. (poi, più forte) Mi trattengo ancora cinque minuti per salutare Altea quando scende e poi ci vediamo oggi pomeriggio in spiaggia.

Prospero: (avviandosi con passo regale verso il bagno) Con permesso.

(Esce. Rimangono Tullio e Ines. Lei lo squadra ben bene, sbattendo le ciglia con fare vezzoso).

Tullio: Oh, che sbadato! Non mi sono presentato. Voglia perdonarmi, signora. (baciandole la mano) Avvocato Tullio Galantini.

Ines: (vezzosa) Uh, lei l’è galante di nome e di fatto, avvocato.

Tullio:Con una signora così, è il meno che si possa fare….

Ines: …ma la mi chiami Inesse….

Tullio: Va bene, Ines …sse…Inesse. Che cosa fa di bello a Firenze?

Ines: Ah, noi ci s’ha una bottega d’ortolano…unn’è pe’ vantazione ma…tre sporti a un passo da Santa Croce, la mi capisce….

Tullio: Noi chi?

Ines: Io, la mi’ sorella Sidonia e i’ su marito Orfeo che l’è i’ titolare ma le factotumme siamo noi, sì. Praticamente si pensa a tutto noi perché, come dire….i’ mi cognato l’è un po’ “adagiato”, ecco…

Tullio: E….se non sono troppo indiscreto, qual è il suo stato civile, Inesse?

Ines: Cattolica, sì io so’ cattolica.

Tullio:  No, intendevo dire….è sposata? Nubile?

Ines:(arrossendo) Nubile…nubilissima.

Tullio:  (con fare adulatore) Come mai? Una bella donna in questo modo?

Ines: (gongolando) Lei l’è un buongustaio, avvocato. La vedesse com’ero qualche anno fa!Ora invece ho messo su qualche chilo perché, che vole, in bottega si fa una vita di molto “sedimentaria”, vero! Sempre lì dalla mattina alla sera….

Tullio: Senti, senti…e….

Ines: (interrompendolo) Invece lei l’è un avvocato! Chissà in tribunale che “aringhe” la fa, eh?

Tullio: (fra sé) Sie, e acciughe! Sì, mi capita  di fare delle belle arringhe a volte. Sa, noi uomini con le toghe….

Ines: Le toghe? Ci s’ha anche noi a Firenze i’ letto con le “toghe”. No, la dica la verità, ma come ci si dorme, eh? M’arzo la mattina alle cinque, macchè, un ci penso nemmeno. Invece qui mi levo con certi doli….le un ci devano essere le toghe, qui.

Tullio: (fra sé) Sì, va bene, tempo perso. (a lei) Ma la mi dica Inesse…o come mai quest’anno vi siete ritrovati in questo villino, tutti ammassati in sette o otto persone? Con tutti gli immobili che offre Viareggio…o che c’era bisogno di intestardirsi proprio con questo?

Ines: Eh, avvocato! Noi ormai ci s’era belle e sistemati, i marchesi Pandolfini un si son voluti ritirare. Come la voleva fare, avvocato? S’era in un “vincolo cieco”: o lasciare i’ posto a loro e non fa’ le ferie nemmen quest’anno ….oppure dovelli sopportare. Alla fine, dai, picchia e mena s’è deciso di restarci tutti. S’è diviso icchè si poteva dividere e amen. Ma alla mi’ sorella Sidonia, io gliel’ho detto, eh? Un altr’anno si piglia la Giulia e si va tutti lontano, laggiù…vicino a Napoli, come si chiama qui’ posto…accidenti, l’ho sulla punta della lingua…ah, a Castelli di Sabbia a i’ Mare…

Tullio: La vorrà dire Castellammare di Stabia…

Ines: Sì, insomma…que’ posti laggiù.

Tullio: Ma non sarà possibile neanche un ripensamento?

Ines: Ripensamento? Noi Picchiani un ci si move di qui.Se un ci ripensano i marchesi…ma la senta, cambiamo discorso perché a parlare di questa cosa, m’è venuto un “patè d’animo”, la guardi…Che gli posso offrire piuttosto un vermuttino fresco? Oppure una Volka?

Tullio: No, no la ringrazio. Anzi se vuole la inviterei una sera a bere un bicchierino in quel locale sul Lungomare dove c’è sempre musica dal vivo. Ci verrebbe?

Ines: Uh, avvocato! La sapesse quanto mi piace a me quando sonano le chitarre a mano! E poi quei locali, con tutte quelle insegne luccichenti…..

Tullio: (guardando l’orologio) Purtroppo ora devo scappare. Volevo salutare Altea ma vedo che tarda.

Ines: Chie, Sua Maestà, la marchesa? Prima che l’abbia accordato tutti soni! Ma poi, la mi creda, l’ha un’alterigia addosso! La un fa mica racca con nessuno, sa? La passa di qui co’ i’ naso all’aria, la un t’avrebbe a di’ buongiorno o buonasera. La cammina du’ metri sopra a noi…antepatica!

(Entra Altea con una mano davanti alla fronte, ostentando una grande sofferenza)

Tullio: (illuminandosi nel vederla) Oh, buongiorno, Altea!

Altea: Buongiorno. Ho le meningi che mi vanno a fuoco…

Iness: L’è rinova. (piano a Tullio) Ora che l’è arrivata Madama, posso anda’ via io. (tutta vezzosa) Allora avvocato, pe’ qui’ localino su i’ Lungomare, la me lo fa sapere, eh?

Tullio: (imbarazzato) ….localino?

Ines: Sì, quello indo’ la m’ha invitato prima…

Tullio: (imbarazzato) Non dubiti. Arrivederci, signora…

Ines: Inesse. O la un mi chiamava Inesse? Arrivederci….(passando davanti a Altea per farle rabbia e cantando) “Rotola, ro-otola, rotola, strada facendo rotola…..”

(Esce a sinistra)

Altea: (furibonda) Io sono allibita. Ma icchè tu fai? Tu amoreggi con quella buzzurra? L’ho vista, sai? La fa la gatta morta con te!

Tullio:  (cercando di abbracciarla, amorevole) Vieni qua, tanto Prospero è andato alla toilette…Certo, Altea, gliela stai facendo proprio sporca a i’ tu’ marito. Costringerlo a vivere qui con questi manfani. L’ho visto proprio male….ma devo pensare che lo fai per me?…per starmi vicino?

Altea: (mentendo) Certo caro, lo fo per te….e te tu mi ripaghi facendo la corte a quella!

Tullio: Ma tesoro, non ci penso neanche. La sora Inesse? Ma che l’hai vista che catafalco che l’è? Cercavo solo di saperne un po’ di più su questi Picchiani per trovare un modo garbato e cortese di mandarli via. Lei mi sembra la più malleabile….

Altea: Malleabile? Insieme alla su’ sorella le sono du’ iene feroci! (rifugiandosi nelle sue braccia) Tullio, io un ce la fo più. Ho fatto un grosso errore…..

Tullio: Altea, errare è umano….

Altea: Sì, ma ostinarsi a fare le vacanze forzate con loro l’è diabolico! Un ce la fo più, mi si infiammano sempre le meningi! (accennando al soggiorno) E poi guarda, guarda come hanno conciato questo soggiorno: accanto a candelabri antichi e sedie Luigi XVI, c’hanno messo agli, cipolle e pomodori….

Tullio: …tre sporti a un passo da Santa Croce!

Altea: Uh, questa frase che mi ossessiona! Doverli sopportare è il sacrificio più grosso che i’ Signore mi poteva chiedere.

Tullio: (prendendole le mani) Ma anima mia, unn’era più semplice lasciare i’ villino a loro e farsi trovare un’altra sistemazione dall’Agenzia?

Altea: Giammai! Primo: Altea Pandolfini la un s’arrende di fronte a nulla. Secondo: l’era troppo tardi. I’ primo d’agosto le sistemazioni migliori l’hanno belle e date via. L’Agenzia la c’avrebbe solo risarcito economicamente ma noi, grazie a Dio, un s’ha bisogno di soldi, caro tu lo sai….a proposito ….un tu sei mica per caso passato a ….. saldare i’ mi conticino dalla sarta prima di venire a Viareggio?

Tullio: Certo, tesoro. Non ti preoccupare, è tutto sistemato. E non voglio indietro niente. Spero non ti dispiaccia, vero?

Altea: (stringendosi a lui) E perchè dispiacermi se so con quanta affettuosa amicizia…

Tullio: (interrompendola e stringendola a sé) Solo affettuosa amicizia? Vieni qua, gattina….

(Da sinistra entrano Orfeo, Sidonia e Mirella. Quest’ultima è più brutta del solito e tiene fissa all’orecchio la radio transistor, ballettando. Tutti e tre sono vestiti con abiti pacchiani e sgargianti)

Sidonia: (entrando) Eh, Orfeo? Ma che hai visto che belle mattonelle c’è ni’ bagno? Le s’hanno a mettere anche noi a qui’ modo, a Firenze…(vedendo finalmente i due abbracciati)… Uh!….Oddìo!

Orfeo: (piano) Benino!

(Altea e Tullio si distaccano, imbarazzati)

Tullio: (inventando lì per lì) Che sta meglio di’ capogiro, marchesa?

Altea: Sì…sì, grazie. Ho creduto di cadere in terra…grazie, avvocato. Ora vo in camera mia a distendermi  ma prima…..…(guardando i presenti)… voglio annusare un po’ d’acqua di colonia

perché qui c’è “puzzo”,  così mi passa tutto….

Tullio: Allora io vado, eh? (rivolto ai presenti) Vado?…vado…

Sidonia: Uhm, a noi? La vada, la vada….

(Altea esce da sinistra e Tullio dalla comune)

Sidonia: (maligna) C’è qualcosa che un m’inquadra…secondo me l’ha visto più soffitti la marchesa d’un imbianchino, te lo dico io!

Orfeo: Ecco lei, l’ha parlato l’oracolo!

Sidonia:  L’ha parlato i’ bischero che tu sei! Ci vole di molto a capire che qui’ poero marchese l’è solo pe’ figura. Tu l’hai a dire a me, pe’ queste cose so’ una volpe, io!

Orfeo: Sta’ attentina Sidonia perché tutte le volpi, alla fine, le si rivedano in pellicceria.

Sidonia: (noncurante) Un so potuta stare, sai? Ieri ho telefonato a Firenze e ho preso informazioni dalla merciaia che la l’ha chiesto alla lattaia che la l’ha domandato alla su’ cognata sarta….

Orfeo:  Senti che lavoro! S’è scatenato i’ commissario Maigret! Sidonia, te lo dico sempre: a fassi i fatti nostri un ci s’insudicia le mani!

Sidonia: T’hai a fa’ conto che io so’ meglio di’ tenente Sheridan quando voglio sapere una cosa! E infatti ho saputo che i’ marchese gli era un proprietario “terreno” ma fra i’ gioco e fra icchè la gli ha speso lei, son rimasti a ciulì! Eh, nini i soldi son tondi e ruzzolano….

Mirella: (staccandosi finalmente la radio dall’orecchio) Senti mamma, un parla’ sempre male dei marchesi Pandolfini, ovvia! Un si può cercare di passare queste vacanze tutti di comune accordo?

Sidonia: No. No! Perché c’hanno troppa boria, soprattutto lei, la marchesa. E d’accordo, noi Picchiani un si pole andare. Ma un tu vedi come ci trattano? Ci guardan sempre co’ un’aria “d’insufficienza”, ma chi si credan d’essere!! E poi, icchè t’ascolti i nostri discorsi, te? Un tu c’avevi la radio all’orecchio? Ecco, ascorta quella!

Mirella: Mamma, senti…io bisogna che te lo dica….un lo posso più nascondere…a me…a me… a me mi piace i’ signorino Umberto! Oh, ora l’ho detto! Sicchè sto male se vu parlate male della su’ famiglia!

Orfeo: Chie? I’ signorino Umberto? E dev’essere un bighellone di nulla! Si vede subito. Un tu lo vedi come cammina? (mimando la camminata del giovane) T’hai a rilevare di lì!

Mirella: Sie, c’ha un portamento diritto!

Orfeo: A me mi pare di molto un gingillone.

Mirella: Ecco, ora loro l’hanno belle battezzato! Ma a me mi piace…mi piace tanto…

Sidonia: O un c’era qui’ Paolino che a Firenze ti stava tanto dietro…

Mirella: O senti mamma, a me Paolino un mi piace. C’ha sempre certe gore sotto alla manica della camicia….

Sidonia: Eh, gli è un be’ lavoro….gli piace i’ signorino Umberto! (guardandola in viso) Via, o icchè tu fai questa faccia?Sembra che tu vada a un trasporto….

Mirella: Fo la faccia, sì….io ho un monte d’ambizioni e voi invece vu mi tarpate sempre l’ali…o se mi piace Umberto!….però…però…a lui un gli piaccio (cominciando a piangere) Lo vedo che un  gli piaccio! (rivolta al padre) O come mai? (piange)

Orfeo:  (non sapendo cosa dire perché la figlia è veramente bruttina) Ehm…sai, Mirellina…

Sidonia: (realizzando ora la pena della figlia) Un belare…un belare….

Mirella:  (singhiozzando) Ma come un belare….un mi vole e invece io so’ tanto innamorata….(piange)

Sidonia: (alzando la voce) Un ti vole? Un ti vole? Un vole la mi’ Mirellina?

Orfeo: O Sidonia, se un la vole, un la vole! (piano) Un la piglierei nemmeno io!…che so’ so pa’!

Mirella: Un vociare, mamma, un c’abbia a sentire!

(Entra Ines con un vistoso abito anni ’60 e con un cappellino ridicolo)

Orfeo: (nel vederla entrare) O icchè l’è questo bigonciolo che t’hai in capo?

Ines:  Si vede che un tu t’intendi che di agli e cipolle! Questo, pe’ tua norma e regola,  l’è un cappello di moda quest’anno. Ho visto lelo portan tutte…sicchè lo porto anch’io.

Orfeo: Accidenti! Trappoco si va a tavola, icchè la viene co ‘ i’ cappello?

Ines: Che m’avete chiamato? Che si mangia, piuttosto?

Orfeo: Ma te che t’hanno battezzato co’ i’ lievito invece che con l’acqua santa? Un tu fai altro che mangiare!

Ines: Oh, io intanto ho messo l’acqua pe’ maccheroni perché tra poco l’è l’ora. (ridacchiando, alludendo ai marchesi)) Quest’altri invece gli hanno fatto mettere alla Dorina solo un tegamino pe’ fa’ un po’ di minestra….Uh, come tiran la cinghia questi marchesi de mi’ stivali!

Mirella: (esasperata, urlando) Ecco, dategli dell’altro addosso, sai! Ma che volete pensa’ per voi, eh? E poi che la fate finita di dire tutti gli sfondoni che vu’ dite? Che volete parla’ per bene, vu mi fate fare sempre brutta figura!

Ines: (sorpresa dallo scatto della nipote) O Mirella! Ma tu se’ dimorto “schizzofrenetica”, sai? Datti una calmatina!

Mirella:  (urlando istericamente) Aaahhhh!

Ines: (alla sorella e al cognato) Ma icchè l’ha? Per me l’ha preso troppo sole! Eh certo,  la un si vole mai dare la crema e gli è venuto “l’anatema solare”. Un c’è altra spiegazione….

Sidonia: (laconica) Tu se’ poco anatema solare!L’è innamorata. Di’ signorino Umberto….

Orfeo: (allargando le braccia) Ma lui un la vole…

Ines:Un vole la Mirellina? Per via d’icchè?

(Orfeo la accenna come per dire “perché è brutta”)

Ines: Ma se l’è un amore? (andando verso la nipote e abbracciandola) Ma te che hai provato a pigliallo con mille moine?I’ cane s’alletta più con le carezze che con la catena, un tu lo sai? Te, tu hai a da’ retta a me. Te lo dico io come tu devi fare pe’ conquistare un omo.

Orfeo: (a Mirella, indicando la cognata zitella) Allora nini, tu fai una brutta fine!

Ines: O bellino, c’avevo la fila io, ma icchè tu credi?

Orfeo: (ironico) Eh, ma la fila la s’è dispersa presto! (a Mirella) Un gli da’ retta, sai nina….un ti far mettere ubbìe in capo!

Ines: (mostrando la mano) Che la vedi questa? Questa, pe’ tua norma e regola, l’è stata baciata poco fa dall’amico di’ marchese, dall’avvocato Galantini che gli è rimasto abbacinato appena m’ha visto.

Sidonia: L’avvocato? Quello che s’è trovato noi tutto abbriccato alla marchesa? Eh, tu caschi di nulla!

Ines: Icchè? Tutto abbriccato alla marchesa?

Orfeo: Preciso! Dice lei l’aveva avuto un capogiro…gli erano ma di molto a pane, sai?

Ines:Pezzo di mota che unn’è altro! Ora quando ritorna gliela levo io la voglia di piglia’ pe’ i bavero. Gli infilo du’ dita ni’ naso e lo rivorto come un porpo, guarda!

Sidonia: (a Mirella) Tornando a noi, ma che ti piace così tanto qui’ baccellone?

Mirella: Voi un vu capite! Io per lui provo….(poetica)…provo ….amore!

Orfeo: (perdendo la pazienza) Mirellina, l’amore unn’è un osso…e l’è i’ bischero che t’hai addosso. Falla finita ora perché sennò ti do du’ labbrate!

Mirella: (piangendo come una bambina piccola) Uahhhh!

Orfeo: E allora seguita!

Sidonia: (correndo ad abbracciare la figlia) Orfeo, te tu se’ proprio un “tavernicolo”, ma di quelli con la clava….

Orfeo: La clava ve la darei ma ni’ capo a tutte e tre, sai! Guardate che versi si deve vedere….

Sidonia: Che seguiti dell’altro?….Un piangere, aspetta….(pensando) ….Lo so io icchè ci vole pe’ invogliare i’ signorino Umberto….(girandosi verso il marito e avanzando lentamente verso di lui)

Orfeo: (guardandola preoccupato e indietreggiando) Vai, ora icchè l’ha di cardo? Quando la fa così a me la mi fa paura….

(Sidonia continua imperterrita ad avanzare silenziosamente)

Orfeo: (indietreggiando) O Sidonina…..

(Sidonia lo afferra e cerca di mettergli le mani nei pantaloni)

Orfeo: O Sidonia….c’è la bambina….la tu’ sorella….ora no…caso mai dopo mangiato…..via, ferma…bona…

Sidonia: (trionfante, dopo avergli estratto a forza dalla tasca dei calzoni le chiavi della Giulia) Ecco icchè ci vole! Le chiavi dell’automobile! Dopo mangiato si mandano a i’ Forte de’ Marmi a fare una scarrozzata. (indicando le chiavi a Mirella) Con queste t’invita, vai!

Orfeo: Con la mi’ Giulia? No, eh?

Sidonia: Zitto Orfeo, zitto! L’è pe’ i’ bene della bambina, capocchione!

Mirella: (asciugandosi le lacrime e abbracciando la madre con gioia) Uh, sì mammina, grazie, grazie!

InesZitti zitti, mi pare che ci siano….

(Entrano da sinistra Dorina, vestita impeccabilmente di nero con il grembiulino bianco e la crestina, Altea e Prospero vestiti elegantemente. Dorina regge una zuppiera con il brodo)

Prospero: (freddamente) Buongiorno…..

Mirella/Ines/Orfeo/Sidonia: (altrettanto freddamente, all’unisono) Buongiorno…..

(Entra Umberto, vestito elegante-sportivo)

Umberto: (un po’ assonnato) Buongiorno….

Mirella/Ines/Orfeo/Sidonia: (pimpanti e zuccherosi allo stesso tempo) Buooongiornoooo!

Prospero:(al figlio, sedendosi a sinistra, a capotavola) Oh, finalmente! Pensavo che non ti alzassi più. Si stava per andare a tavola senza di te.

Umberto: (sbadigliando) Ma che è già l’ora di desinare?

Prospero: (a Altea) Guardate lì cosa si deve vedere! La sera leoni e la mattina….

Umberto: O babbo, so’ stato a quella festa a i’ Forte. S’è fatto tardi e ho dovuto aspettare che qualcuno mi riaccompagnasse con l’automobile. (stizzito) Finchè un ce n’avrò una mia…..

(Altea, chiusa in uno sdegnoso silenzio, si siede accanto a lui e Umberto prende posto accanto a lei. Orfeo siede nella sua metà tavola ma accanto ad Umberto. Accanto al padre siede Mirella che guarda il giovane con occhi sognanti mentre Sidonia fa oscillare le chiavi davanti a Inesse, poi se le mette in seno.)

Umberto: Comunque….eccomi pronto. Cosa c’è di buono? Ho una fame….

Dorina:(perentoria) Minestra in brodo.

Umberto: (contrariato, storcendo la bocca) Minestra?

Prospero: (alla domestica) O Dorina, con quest’afa v’avete fatto la minestra? (estraendo un fazzoletto dalla tasca e detergendosi) E per di più la servite a bollore?

Dorina:(piano, ma non abbastanza da non farsi sentire dagli altri che si tirano gomitate) Co’ icchè la m’ha dato la signora marchesa ho comprato solo un brincellin di lesso….l’è grassa, disse quello.

Altea: (irata a Dorina) Dorina, per favore! Servi il marchese….(stringendosi la testa fra le mani) Oddìo, le mie meningi….

Orfeo:Via, che si deve stare  a guarda’ mangiare gli altri? Per noi icchè c’è?

Ines:(con un lampo maligno negli occhi) Vo a prendere la zuppiera, con vero piacere!

(Esce a sinistra. Dorina intanto serve una brodaglia liquida nelle scodelle dei Pandolfini, poi la poggia sul mobiletto a sinistra quindi si mette rigida come un soldatino in attesa di ordini)

Prospero: (per stemperare un po’ la tensione) Umberto, c’era molta gente alla festa ieri sera?

Umberto: (prendendo la brodaglia con il cucchiaio e lasciandola subito ricadere, scettico) Sì, c’erano tutti i nomi che contano: gli Alinari, gli Aldobrandini….

Altea: (improvvisamente riemersa dal suo mal di testa) E i Gherardeschi, c’erano? E lei com’era vestita? In lungo?

Orfeo: (a Sidonia, tanto per fare conversazione anche lui) Donne, che andate su’ i’ mare dopo mangiato?

Sidonia: Sì, Orfeo. Si fa pe’ fagli pigliare un po’ di sole alla Mirellina. La vole diventa’ nera come la Lola Falana!

Umberto: (girandosi a guardarla) Accidenti, ci corre un po’!

Orfeo: Io un so come vu faccia a stare a buco pillonzi….

Mirella:  (guardandolo male) Si dice sdraiati, babbo…sdraiati!,

Orfeo:  ….Io un so come vu faccia a stare sdraiati sulla rena tutt’i’ giorno…

Mirella: Sabbia, babbo, si dice sabbia….

Sidonia: Davvero, sai! Ieri l’era un bollore! Un ci si teneva i piedi su quella rena….

Mirella: (stizzita) Sabbia, mamma, si dice sabbia!

Orfeo: Ora se la continua gli lascio andare una labbrata, la sdraio io! (rivolto ai Pandolfini che non lo considerano per niente) A me mi viene a noia a stare a  i’ sole tutto i’ giorno e allora fo du’ passi fino a in Darsena. C’è un barrettino laggiù, mi metto a guardare giocare a briscola, a fa’ du’ chiacchierelle…

Umberto: (poggiando definitivamente il cucchiaio nella scodella) Mamma, a me questa brodaglia la un mi va…

Altea: Ma Umberto, lo sai che noi si segue una dieta leggera perché ci s’ha lo stomaco delicato. Su, mangia…

Dorina:(fra sé) Lo stomaco? C’hanno ma i’ portafogli delicato….

(Entra Ines reggendo trionfalmente una zuppiera colma di maccheroni al pomodoro)

Orfeo: (vedendola arrivare e annodandosi  il tovagliolo al collo) Oh, ecco le paste!

(Ines, reggendo la zuppiera, che emana un profumo meraviglioso, fa un giro largo. Prima passa sotto il naso di Dorina che guarda con occhi affamati quella bontà. Poi passa con noncuranza accanto a Prospero, facendogli annusare il profumo, poi davanti a Altea, facendo lo stesso, infine ripete l’azione davanti a Umberto)

Ines: Oddìo, siamo così tanti in questa stanza che un si sa di dove passare, scusate….(finalmente poggiando la zuppiera ricolma nella parte destra del tavolo, quella dei Picchiani).

(I Pandolfini abbandonano il cucchiaio nella scodella, guardando vogliosi i maccheroni)

Sidonia: Ovvia, si principia. (a Mirella) Para i’ piatto. (versandone un bel po’) Vieni, Orfeo…

Orfeo: (porgendo il piatto per farsi servire) A me, tu lo sai….dimorti…

(Sidonia esegue)

Ines: Invece io, tu lo sai, sono a dieta. Me ne basta un piatto pieno.

(Sidonia esegue, poi riempie il suo piatto e si siede)

Sidonia/Orfeo/Ines: (ai Pandolfini, a presa di giro) Buon appetito!

(Mirella, senza toccare il suo piatto, guarda Umberto e sospira)

Orfeo: (con il boccone in bocca) Uh, boni!

Ines: (a Sidonia) Boni davvero, sì. C’ho messo di molto sugo e di molto cacio grattato. (a Mirella) Nina, che mi passi la curtella?

Mirella: (rimproverandola, a denti stretti) Zia, s’era detto di parlare correttamente…..

Ines:  T’hai ragione. (accomodandosi) Che mi dai “la cultella”?

(Mirella, disperata,  passa il coltello alla zia, poi ritorna a guardare Umberto)

Mirella: (sospirando) Io unn’ho fame…

Orfeo: Via, Mirella, un fare i’ fico lesso e mangia questi maccheroni, son proprio boni.

Mirella: Un li voglio. Sempre pasta, pasta…la m’è venuta a noia.

Orfeo: (con il boccone in bocca) Sentite icchè si deve senti’ dire! I’ mi’ babbo diceva sempre che unn’è bello sputare ni’ piatto indo’ si mangia. (voltandosi verso Umberto) Dico bene, sor Umberto?

Umberto:(coprendo la sua scodella con la mano perché gli saranno arrivati degli spruzzi) Secondo me unn’è bello nemmen sputare ni’ piatto di’ vicino….

Mirella: Oh, ma vu siete assillevoli, eh? Se un li voglio….(girandosi verso il giovane) li vole lei, Umberto?

Altea: (come punta da una serpe) Umberto! Non vorrai mica….

Umberto: (alzandosi e precipitandosi a prendere il piatto) Ma grazie, grazie davvero! (rimettendosi al suo posto e inforcando la forchetta)

Altea: Questo è inaudito! Prospero….

Sidonia: Sor marchese, che li vuole assaggiare anche lei? Ce n’è ancora, eh?

Altea: (piano, al marito) Prospero, non oserai…..

Prospero: (piano, alla moglie) Senti, stamani non sto ritto dalla debolezza. Qui, a forza di tirare la cinghia e di non mangiare, alla fine tiro ma l’aghetto! (poi, a Sidonia) Solo due, magari….tanto pe’ assaggiare….

Orfeo: Macchè due, sor marchese! La pigli icchè la vole…Che lo vole un bicchiere di vino? La un vorrà mica murare a secco, eh?….( prodigandosi  per servirlo)

Altea: (alzandosi inviperita e gettando il tovagliolo) Mi rifiuto di restare ancora a questa tavola. (autoritaria, a Dorina) Dorina, seguimi di sopra.

Dorina: (beandosi del profumo dei maccheroni) Nemmen per sogno. Se un mangio, almeno qui…annuso!

(Altea esce furibonda)

Inesse: O sora Dorina, la levi questa brodaglia e la venga qui anche lei, con noi. C’è maccheroni pe’ tutti!

Dorina: (timorosa, al marchese) Posso, marchese?

(Prospero, strafogandosi di maccheroni, le risponde affermativamente con un cenno del capo)

Mirella: (al colmo della gioia) Che è contento, sor Umberto?

(anche Umberto, con la bocca piena di maccheroni, risponde affermativamente)

Sidonia: (alzandosi e mettendo le mani sulle spalle del giovane) E dopo desinare, lei e la Mirellina vu andate fori insieme…

(Umberto si blocca di colpo e guarda con occhi impauriti prima Mirella, poi il padre)

Sidonia: (estraendo le chiavi dal seno e facendole oscillare davanti a lui) …con queste!

(Mentre parte la musica “Il ballo del mattone”, Umberto segue l’oscillare delle chiavi come ipnotizzato, mentre Mirella lo guarda ansiosa. Poi, con scatto fulmineo, le afferra e si rituffa nel piatto. Si alza la musica.

CALA LA TELA

Terzo Atto

Il sipario si apre sulle note della canzone “Datemi un martello” di Rita Pavone.

Il soggiorno risulta sempre diviso fra le due famiglie. Sul tavolo non ci saranno più le due tovaglie ma esso risulterà lo stesso delimitato dalla coppia di candelabri antichi messi a formare un vero e proprio divisorio.

Sul lato destro della scena, vicino alle cipolle e ai pomodori, partirà un filo dove saranno tesi due costumi interi da donna e un costume da uomo di foggia anni ’60.

In scena Dorina, con uno straccio in mano, sta spolverando la parte del soggiorno che appartiene ai marchesi Pandolfini.

Mentre la musica si stempera lentamente, Dorina inizia a canticchiare.

Dorina: (cantando sottovoce mentre spolvera) “ Datemi un martello…che cosa ne vuoi fare?….Lo voglio dare in testa….a chi non mi va……” Eh, lo so io a chi lo tirerei in testa! Così gli si sfiamma anche le meningi….(fa per prendere un ipotetico martello) …Tin…in quella testolina…tin….

(dalla cucina entra Sidonia  con in mano una tazza di latte e delle fette biscottate)

Sidonia: Buongiorno Dorina…

Dorina: Buongiorno sora Sidonia. Dormito bene?

Sidonia: (sedendosi nella parte destra del tavolo e cominciando a fare colazione) Uhm, insomma! Icchè la vole, i’ mi’ marito russa e soffia come un mantice, mi tocca continuamente scotilo co’ un piede e così perdo i’ sonno, inteso?…Però ho scoperto che russa anche la gente blasonata. Nella camera accanto i’ marchese stanotte gli ha fatto un concertino!

Dorina: (maliziosa) Unn’è mica i’ marchese, sa? L’è la marchesa che la russa a qui’ modo.

Sidonia: (interessata) Sie! O che è possibile? O se sembrava che ci fosse un orco in quella camera!

Dorina: (avvicinandosi e abbassando la voce) Uh, la sapesse quanto gli hanno girato pe’ andare da’ meglio dottori! Perinfino a Milano sono andati ma un c’è stato nulla da fare. (continuando a spolverare) La marchesa la continua a russare come uno scaricatore di porto.

Sidonia: E pensare che la fa tanto l’ampollosa! (guardando Dorina mentre spolvera) O Dorina, la senta, abbia pazienza. Ma lei come la si trova con questi Pandolfini perché …(guardandosi attorno con circospezione)… “voci di corridori” dicono che sono in un mare di debiti….ma che la pagano lei?

Dorina: Pe’ nulla. L’è più di tre mesi che un vedo una lira. I’ marchese e i’ signorino Umberto son gentili con me, mi portano rispetto ma lei, la marchesa la mi tratta come una pellaia. Fra che la s’arza sempre a buco torto con quelle meningi infiammate, fra che pe’ risparmiare la mangia poco e nulla, l’ha sempre un diavolo pe’ capello. Mi ci vole una pazienza, la creda…Sapessi indo’ andare, pianterei baracca e burattini …..

Sidonia: (dopo un attimo di silenzio) …O perché la un passa di qua?

Dorina: …di qua indo’?

Sidonia: Di qua da i’ confine…o perché la un viene a lavorare pe’ noi? Gli è tanto che io e l’Inesse si dice. A Firenze noi siamo sempre a bottega, la Mirellina l’ha da studiare….e in casa c’è sempre da fare. Eppoi che vo’ mettere, tornare da bottega e trovare la tavola apparecchiata!

Dorina: (dubbiosa) Ma …che lo so…gli è tanti anni che so’ dai Pandolfini…

Sidonia: Noi gli si darebbe una bella paga, naturalmente…e poi un si fa a miccino di nulla, la lo vede anche da sé. S’ha sempre la dispensa piena di roba, ni’ frigorifero s’ha sempre un affar di carne che nemmeno e frutta e ortaggi a volontà…

(Dorina scavalca un’immaginaria linea di confine e viene a trovarsi nella parte destra della scena, accanto a Sidonia)

Sidonia: Icchè la fa?

Dorina: Scavalco i’ confine. Da oggi so’ a servizio dai Picchiani.

Sidonia: O brava Dorina. La vedrà che la un se ne pente.

(Dalla comune entra Ines. E’ vestita con un prendisole sgargiante, porta occhiali da sole, due orecchini vistosi e una collana d’oro molto pacchiana. Regge due bottiglie di spuma ed è  seguita da Mirella, sempre con il transistor all’orecchio e brutta come non mai)

Ines: (entrando)Si dice di Firenze? C’è dei ladri a Viareggio, Madonnina!

Sidonia: Perché?

Ines: Perché? So’ entrata in qui’ barre…sai, quello che c’è a i’ Bagno Principe di Piemonte…la Mirellina la voleva du’ bottiglie di spuma pe’ portare a casa…e a i’ barrista gli ho chiesto se me le dava…

Sidonia: E allora?

Ines: E allora i’ barrista m’ha detto: fanno cinquemila lire. E io: come scusi? E lui: la spende cinquemila lire.

Sidonia: Cinquemila lire pe’ du’ bottiglie di spuma?

Ines:  Gli è icchè ho detto io. Gli ho detto: la guardi che lei l’ha sbagliato, giovane. Lui m’ha guardato dall’alto in basso e m’ha detto: no signora, l’ha sbagliato lei a venire a Viareggio.

Sidonia: Uh, Gesù mio, che prezzi!

Ines: (porgendo una bottiglia alla nipote) Tieni Mirella e mi raccomando, bevila piano.

Mirella: Perché, che è diaccia?

Ines:  No, la costa dumilacinquecento lire. Bevila piano, la ti basta di più.

Sidonia: (con soddisfazione) Oh, la sapete la novità? Da oggi ci s’ha una cameriera.

Mirella: Una cameriera?

Sidonia: (indicandola con compiacimento) Sì, la Dorina.

Dorina: (riscavalcando una linea immaginaria) Davvero. Ero di là? (scavalcando di nuovo) Ecco, ho scavalcato il confine e so’ venuta di qua. Da oggi so’ a servizio dai Picchiani….(ripensandoci) Già, ma chi mi dà i’ coraggio di dirlo a quella belva là?

Sidonia: Eh, la un si preoccupi! Ci si pensa noi. Gli si levan noi le penne maestre!

Mirella: (ballonzolando con il transistor alle orecchie, alla madre) Mamma, ma indo’ tu me l’hai messi i “bru-ginsi”, un gli ho trovati da nessuna parte! ….ora andrò a vedere se tu gli hai lasciati in valigia…..(a Dorina) Ma che s’è di  già levato i’ signorino Umberto? Perché s’era detto di fare una girata in macchina a i’ Lido…

Dorina: Sie, prima di mezzogiorno un c’è di questi pericoli.

Ines (alla nipote) Ma che ti garba davvero tanto qui’ pelandrone? Te tu sei destinata a sta’ sulla “breccia” dell’onda. A te ti ci vorrebbe tutto un altro tipo…un ingegnere, un dottore…un “luminario”….

Mirella: (prendendo a braccetto Dorina) Ora che l’è a servizio da noi, glielo voglio dire anche a lei, Dorina: so’ innamorata pazza di’ signorino Umberto!

(Dorina guarda interrogativamente le altre donne)

Sidonia: Sì, però lui ancora lui un lo sa.

Dorina: Chissà che colpo quando lo scopre!

Mirella: Eh, icchè la vole, lui gli è così altolocato! E invece la mi’ famiglia la unn’è per nulla fine, sarà pe’ quello che ancora un si dichiara…

Dorina: (scettica) Eh, sarà pe’ quello, positivo.

Inesse: (alla nipote) Uggiosina tu sei Mirella, sempre con questo Umberto! Comunque, siccome tu sei ancora digiuna…senti come parlo bene, eh?……Che lo gradisci un fru fru pe’ colazione?

Mirella: Noooo! Unn’ho fame!L’amore m’ha chiuso lo stomaco.

Dorina: (prendendola da parte, piano) La senta, signorina Mirella…ma lei che è veramente intenzionata a far innamorare i’ signorino Umberto?

Mirella: (prendendole le mani) Sì, intenzionatissima. Perché, che mi può aiutare?

Dorina: Sì…potrei…..(guardandola dalla testa ai piedi) però ci vorrà diversi quattrini..

Mirella: I quattrini un sono un problema…tanto paga i’ mi’ babbo! La mi dica icchè dovrei fare….

(Dorina le mormora le indicazioni all’orecchio)

Mirella: Allora l’ha detto….in piazza Mazzini?

Dorina: Sì, proprio  all’angolo…(sussurrandole ancora altre indicazioni all’orecchio)

Mirella: (piano)Davvero? La dice?Grazie, grazie Dorina! (a sua madre) Mamma, senti…io vo sulla spiaggia. Starò via….(a Dorina)…un’ora?

(Dorina scuote il capo)

Mirella: …due?

(Dorina la guarda bene poi  alza quattro dita)

Mirella: (uscendo)Accidenti! ….Insomma, starò via un po’. A dopo.

(Esce)

Sidonia: Io un la capisco la gioventù d’oggigiorno. La mi pare così innamorata, la mi’ bambina, che un vorrei la facesse qualche bischerata. Bada che unn’abbia a succedere qualcosa. Stanotte ho sognato che versava il lavandino. Essai, io tutte le volte che sogno l’acqua chiara, la porta male.

Ines: A proposito d’acque chiare e d’acque scure….che se’ belle andata te a i’ gabinetto? Sennò, se tu perdi i’ turno….

Sidonia: Uh, pe’ l’amor di Dio …..se ci infila la marchesa, addio! (a Dorina) Allora, d’accordo?

Dorina: La un si preoccupi. Ormai so’ de vostri…so’ di qua da i’ confine.

Ines: E io torno un po’ a i’ Bagno. Sidonia, tu ci facesti girare tutti i Bagni diViareggio e siamo capitati proprio ni’ più lontano. Te tu fai come qui’ moscone che gira e rigira, casca sempre nella m….

(Sidonia le tappa la bocca con la mano soffocandole le parole)

Sidonia: Chetati, sboccata! Dire queste cose davanti alla servitù! Voglio anda’ via, guarda:

(Sidonia Esce)

Ines: Mi fa un male le gambe, un vedo l’ora di buttammi a pigliare i’ sole sopra a quelle cislonghe …., guarda.

Dorina: (non capendo) Cislonghe?  ….Ah, chaise-longue, la vorrà dire..gli sdrai...!

Ines:  Sì, insomma in inglese, come l’ha detto lei…(facendo per uscire, poi ripensandoci e tornando indietro) Dorina? Lei che l’è stata pe’ tanti anni in casa de’ nobili, che l’ha imparato tante cose aristocratiche…secondo lei…ma io, che potrò mai diventare una vera signora?

(Dorina tace, scuote appena la testa in segno negativo)

Ines (delusa) No? Ma nemmeno se la mi dà una mano lei?

(Dorina fa cenno di sì con la testa)

Ines: Uh, come so’ contenta che ci s’ha la domestica, allora!

(Esce)

(Dorina riprende a spolverare con un mezzo sorriso sulle labbra quando entra improvvisamente da sinistra Altea, facendola sobbalzare)

Altea: Dorina? Il marchese è andato in spiaggia?

Dorina: (facendo un inchino) Sì, signora.Ha detto che andava a trovare gli Alinari a i’ loro Bagno.

Altea: Bene perché aspetto l’avvocato Galantini…(come per giustificarsi) per sbrigare alcune pratiche…per parlare d’affari. (accorgendosi solo ora dei costumi da bagno tesi e cacciando un urlo) …Aaaah! Cosa vedo?

Dorina: (facendo uno scossone, impaurita) Oddìo, icchè c’è? Un animale?

Altea: (andando subito a staccare i costumi dal filo) Ce ne sono tre di animali in questo villino! (gettando i costumi in terra mentre Dorina accorre subito a raccoglierli e a rimetterli a posto) Bestie, siamo costretti a coabitare con delle bestie che pensano di stare in un letamaio. Costumi da bagno insieme ad agli e cipolle! (scaraventando di nuovo a terra i costumi che Dorina aveva appena riappeso al filo) E’ mi’ marito, cosa fa? Si allea con loro, con quei buzzurri! Si vende per un piatto di pasta o per una braciola……

(Dorina pazientemente raccoglie di nuovo i costumi e li riappende)

Altea: (continuando ad inveire) E Umberto? Fa i’ bello e i’ bellino con quella…..scimmietta pur di guidare la loro automobile! (di nuovo gettando in terra con stizza i costumi)

Dorina: (stufandosi) Ora li lascio in terra, eh? Mi dole le rene che mai!

Altea: E io? Ho una tale bile addosso che mi si infiammano sempre le meningi tanto che non posso uscire, frequentare i nostri amici…e allora…(parandosi davanti a Dorina, prendendola per le spalle e scuotendola)…allora mi chiedo…ma io….o icchè ci son venuta a fare a Viareggio questa estate, eh?

(Dorina la guarda ad occhi spalancati)

Altea: (rendendosi conto di aver perso il controllo e sedendosi) Scusami, scusami Dorina. Lo vedi? Un so’ più io. Mi fanno uscire dai gangheri, quelli! Ma ora mi calmo, eh? Sto qui a sedere bona bona, respiro profondamente e mi calmo….(respirando)…respiro…respiro….(restando un attimo in silenzio, poi sollevata)… Ah, lo vedi? Sto già meglio…..ah, che pace, che tranquillità quando non ci sono loro tra i piedi….

(Dalla cucina proviene la voce altissima di Sidonia)

Sidonia: (da dentro) Mirellaaaaa! Che lo voi i’ semelle imburratoooo?…..Mirellaaaa! Sennò che voi i biscotti della salute intuffati ni’ caffellatteeeee!

Altea: (alzandosi, nervosissima) Aaaah! La senti? La senti?  (tappandosi le orecchie e rimettendosi a sedere) Non la sopporto più questa voce!

(Dorina intanto segue con gli occhi l’ipotetico volo di un insetto. Lo segue fino a quando lascia andare una gran botta con lo straccio, vicino ad Altea, facendola sobbalzare. Poi raccoglie con la punta delle dita l’ipotetico animale)

Dorina: (reggendo l’insetto e facendolo vedere alla marchesa) Moscone: novità o persone…..

(Si sente trillare il campanello di casa)

Dorina: Persone. Preciso.

(Dorina esce dalla comune e riappare poco dopo seguita dal sor Galassi)

Dorina: C’è quello dell’Agenzia, i’ sor Galassi.

Galassi: (entrando timoroso) E’ permesso?

Altea: (alzandosi come punta da una serpe) Ah, proprio lei che con la sua Agenzia ha combinato questo guaio. Lei, che ci ha rovinato le vacanze!

Galassi: Ma signora marchesa….lo sa quanto sono dispiaciuto e ho anche cercato di rimediare, lei lo sa….

Altea: Zitto! Lei quando la parla con me la deve stare zitto! Zitto! (prendendolo per un braccio e conducendolo davanti al filo teso e ai pomodori) La guardi, la guardi dove ha costretto a stare i marchesi Pandolfini! Se lo sapessero i nostri amici! Che figura, che figura! E lei…che idiota!

(Entra Ines dalla comune, con cappello di paglia e occhiali da sole colorati)

Ines: (entrando) Ho scordato i’ costume di ricambio….(vedendo il Galassi)…Ah, c’è qui’ bischero di’ sor Galassi! Bongiorno!

Galassi:  Signore, ora con le offese si esagera però, eh! Ed io che mi ero fatto premura di venire a vedere se vi mancava qualcosa…

Altea: (urlando) A noi ci manca la pace e la tranquillità e quelle lei la un me le può restituire fino a che i Picchiani sono qui!

Ines: (risentendosi) Oh, ma icchè la vole quella cosa ritinta? (vedendo i costumi a terra, a Dorina) E questi? Come mai sono in terra?

(Dorina accenna ad Altea)

Ines: (ad Altea, togliendosi gli occhiali da sole) Ora, quando l’è troppo l’è troppo, eh! O la senta, noi siamo disponibili a chiudere un occhio..anche due….ma tre no! Ora s’esagera! Ma icchè la crede? Perché l’ha lo stemma con le palle la si crede superiore a noi? La sapesse che palle c’ho io!

(entra Sidonia, richiamata da quelle grida)

Sidonia: O che vocìo c’è sempre in questo villino?

Altea: (ormai fuori di sé) Siete delle buzzurre, delle mercatine! Voi non sapete niente della nobiltà, della cultura, dell’arte….

Ines:Dell’arte? Bellina, ma con chi la crede di avere a che fare? Quando so’ stata io a Palazzo Pitti e a i’ “Corridoio Vespasiano”, lei la unn’era nemmen nata!

Sidonia: La si figuri, noi i’ “chiosco di Santa Croce” si conosce come le nostre tasche! (voltandosi verso Dorina) No pe’ vantazione ma avendo tre sporti….

Dorina: …a un passo da Santa Croce….

Sidonia: Sì e non solo! Ci s’hanno anche noi ori e gioielli, ma icchè la crede? Certi anelli impestati di brillanti, vero Inesse?

Ines: Ecco, diglielo a quella ridicola! (sventolando la sua collana d’oro davanti ad Altea) Dove l’oro parla, la lingua tace. Le sue collane indo’ le sono, sora marchesa? Che l’ha impegnate a i’ Monte di Pietà? Perchè voi Pandolfini v’avete ma di molti chiodi, sai….(voltandosi verso i presenti) ….Oh, queste le un son ciance,  l’ho sentito co’ mi’ occhi, eh?

Altea: (avventandosi su Inesse) Non nomini la mi’ famiglia, sa? Brutta becera!

Iness (rispondendo all’assalto) Oh, la un mi tocchi, eh? Bozzola!

Altea: Bozzola a me?

Ines: (iniziando a menar botte da orbi) Sì, a lei e a tutti i su’ parenti aristocratici, conti e contesse!

Dorina: O signore, ferme con le mani, eh?

Ines: O monte di sudicio!

Altea: O ziba!

Ines: Ziba a me?

Galassi: (cercando di intervenire) Signore! Ma cosa fate? Ferme! Bonine……

Sidonia: (avventandosi come una furia su di lui e iniziando a menar colpi) Proprio lei, guardi! L’è tutta colpa sua!

(Altea e Ines smettono di picchiarsi e si gettano su Galassi)

Dorina: (a Galassi) Lei l’aveva fatto meglio stamani a fare una giratina da un’altra parte!

Altea: (menando colpi) Brutto impunito! Farci ritrovare a questi fatti!

Ines: (imitandola)I’ villino bello…i’ villino aristocratico…ora gli si dà noi i’ villino! Tieni! Prendi, baiocco!

(Galassi stramazza in terra sopraffatto dalle donne)

Galassi: Aiutoooo! Ferme! Chiamate i carabinieriiii! Chiamate un avvocatooo!

(Entra dalla comune l’avvocato Tullio Galantini)

Tullio:  Scusate….c’era la porta aperta….

Galassi: (sommerso dalle donne) Un avvocato, presto!

Tullio: Ma sono io un avvocato! (guardandosi intorno e vedendo le donne scarmigliate) Ma…per Giove! Che sta succedendo?

(Entra dalla comune anche Prospero)

Prospero: (scandalizzato) Signore…sono sbalordito dal vostro contegno!

Ines: (alzandosi da sopra Galassi) Lei l’è sbalordito? Io so’…..come si dice?… So’ torrefatta dalla sorpresa, la guardi! (a Altea, accennando all’avvocato) Bene, ora l’è arrivato anche i’ su’ amico Fritze!

Prospero: (non capendo) Amico Fritz?

Sidonia: Sì, quello che faceva i’ galletto con la mi’ sorella e poi si strusciava ma alla su’ moglie!

Prospero: Alla mi’ moglie?

Ines: Lei, caro marchese, l’avrà anche lo stemma e i’ blasone ma… (facendo le corna) …l’ha anche un be’ cesto di lumache in capo, la se lo lasci dire!

Prospero: (disorientato, alla moglie) Altea….tu ti strusciavi a Fritz…cioè a Tullio….ma ….non capisco…ma cosa…?

Tullio: Attenzione a come parlate perché io sono un uomo di legge….

Ines: La senta, io conosco solo la legge di’ Menga…chi l’ha in ….se lo tenga!

(Sidonia mette prontamente  una mano sulla bocca di Ines, soffocandole le ultime parole)

Sidonia: Se la mi’ sorella la un s’arregge, la va in tasca a i’ delegato e alla su’ legge!

Prospero: (inorridito, a Altea) Allora…allora erano vere quelle voci che si sussurravano nei salotti di Firenze…te e Tullio, che vergogna!

Altea: Ma no, Prospero….icchè tu dici?

Dorina: (piano) Uhm, io l’è da un po’ che me n’ero avvista!

Ines: (a Tullio) Gli s’è scoperto gli altarini, eh? La un fiata più ora? Omo di legge? Omo di m….

(Sidonia di nuovo prontamente le tappa la bocca soffocandole l’offesa)

Altea: (sentendosi svenire) Oddìo, le mie meningi….(accasciandosi su una sedia)

Prospero: Presto Dorina, soccorrila!

Dorina: Marchese, io prendo ordini da loro, ora. So’ passata di là da i’ confine. (guardando le sue nuove padrone) Che posso?

Sidonia: No, lasciala un po’ lì. Più zitta la sta e meglio si ragiona noi. Tu la soccorri dopo.

Tullio: (al marchese) Prospero, caro amico mio, non crederai a queste sciocche dicerie….

Prospero: Era tutto vero. Tutte le risatine sommesse quando entravo insieme a voi nei salotti di Firenze. ….Tutte quelle battute che lì per lì non capivo…C’è voluto la brutale sincerità di questa…(indicandoli)….bona gente….

(Sidonia e Ines si guardano compiaciute)

Prospero: ….per farmi rendere conto di quanto mi avete messo in ridicolo. Vai Tullio, sparisci dalla mia vista e non mi capitare più davanti agli occhi perché t’ allungo un cazzotto…(ripensandoci)..anzi…te l’ammollo subito! (tirandogli un poderoso pugno in faccia, poi soffiandosi sulle nocche perché, non essendo abituato, si è fatto male lui)

(Tullio vacilla e rimane inebetito a stropicciarsi la guancia)

Ines: (avvicinandosi a lui, ironica) La vedo pensieroso, avvocato, la vedo “assolto”. Come mai?

Tullio: (sfregandosi la guancia) ….Sì, per insufficienza di prove.

(Si avvia barcollando verso l’uscita)

(Entra Orfeo con pantaloni corti, occhiali da sole, asciugamano da mare sulla spalla, tutto allegro)

Orfeo: (dando una gran pacca sulla spalla dell’avvocato) Sor avvocato! Ma che giornatina l’è anche oggi, eh?

(Tullio barcollando si accascia al suolo)

Orfeo: (guardandosi ammirato la mano con cui ha tirato la pacca) Accidenti, o icchè c’ho nelle mani, la dinamite? (guardandosi intorno e accorgendosi solo ora delle donne spettinate e ansanti, del Galassi lacero e contuso, della marchesa svenuta su una sedia e del marchese affranto)…Eh, l’è proprio una bella giornatina, sì…o icchè gli è passato? Una tromba marina?

(Si appresta ad aiutare l’avvocato e rimetterlo in piedi. Anche Galassi si rialza, si spolvera il vestito e con fare dignitoso si avvia verso la porta)

Orfeo: (preoccupato) Sor Galassi, ma che sta bene?

Galassi: Signori, vi prego di dimenticarvi della mia Agenzia e per il prossimo anno vi consiglio di passare le vacanze non a Viareggio ma…una famiglia a Lignano Sabbiadoro e una a ….

Ines: Castelli di Sabbia a i’ Mare!

Galassi: …Castellammare di Stabia, appunto. Una a nord e una a sud. Vi auguro di passare sempre delle ottime vacanze ma, per piacere, fatelo il più possibile lontano da me. (dando il braccio all’avvocato) Andiamo, avvocato.

Tullio: (avviandosi barcollando verso l’uscita) Piano, piano….ohi, ohi….mi gira tutto….

(Galassi esce spettinato e con la camicia di fuori ma con dignità, insieme all’avvocato che si regge a lui).

(Altea comincia a riaversi)

Altea: (mugolando) Mmmm….Icchè l’è successo?

Sidonia: L’è successo, cara marchesa, che chi semina spine un deve andare scalzo perché poi si buca i piedi! Ormai che s’era capitati tutti qui, si poteva cercare di passare le vacanze nella maniera migliore e invece, soprattutto lei, la s’è impegnata a renderci la vita difficile, a facci sentire la differenza fra “voi” e “noi” ma la sappia, cara marchesa,  che con tutti i su’ titoli e la su’ boria, io un mi cambierei nemmeno un’unghia con lei!

Orfeo: Noi siamo gente semplice, l’è vero, anche un po’ grezza se si vole, ma siamo genuini e in fondo..l’ha detto anche i’ marchese…siamo bona gente.

Ines: E nella vita noi s’è sempre lavorato “massacratamene” perché i’ lavoro “mobilita” l’omo, la se lo ricordi. Ma lei la un lo sa perché la unn’ha mai lavorato in vita sua.

Altea: (rivolta al marito) Ma Prospero, lo senti come mi trattano? Ma di’ qualcosa per lo meno…

Prospero: (gravemente) Io dico solo: falla finita, Altea.

Altea: Come? Io non capisco…non capisco….

Orfeo: Quando uno un capisce, anche Cristo ci patisce….

Prospero: Ho fatto sempre quello che tu hai voluto te, Altea. Ti ho sempre accontentato in tutto e per tutto, facendo anche la fame per farti continuare a frequentare gli ambienti nobili e te come mi hai ripagato? Crescendo un figliolo nell’ozio e nelle lusinghe e coprendo me di ridicolo e di vergogna. Ora io ti dico: basta, Altea. Tutto questo è finito. Oggi noi si farà le nostre valigie e si ritorna a Firenze lasciando ai signori Picchiani il campo libero. E a Firenze si cambia vita, Altea. Niente più feste, vestiti dalla sarta, niente più inviti, niente più frequentazioni. (avvicinandosi a lei con fare accigliato) e ti giuro che non sono stato mai più serio di così. E ora l’è meglio se tu reciti i’ mea culpa….

Altea: (facendo per ributtarsi svenuta sulla sedia) Oddìo, le mie meningi….

Prospero: Lascia stare le meningi una volta per tutte e guarda di non svenire perché stavolta nessuno ti raccatterà di terra.

Altea: (con voce flebile e lamentosa) Dorinaaa….

Sidonia: La un la chiami più la Dorina perché da oggi (ripetendo il gesto della domestica e scavalcando una linea immaginaria) l’ha varcato i’ confine e l’è la nostra domestica.

Altea: (ritrovando improvvisamente le energie) Icchè? Tu sei passata a i’ loro servizio? Dopo tanti anni….ma…ma….roba da chiodi! Anche te tu ti sei venduta per un piatto di lenticchie, brutta traditrice!

Dorina:…di lenticchie, di paste alla pommarola, di bistecche…oh, quando ero con lei a volte mangiavo un po’ di cacio e una pera…ci corre un po’!

Prospero: Via, svegliamo Umberto e facciamo le valigie. Le nostre vacanze sono finite.

(Orfeo dà una gomitata a Sidonia come per spronarla a parlare)

Sidonia: Aspettate un po’….certo….cambiando un po’ di cose…forse si potrebbe venirci incontro…

Ines: O Sidonia, ma icchè tu dici?

Sidonia: (non prestandole attenzione e continuando) Sì, vista la simpatia che lega i nostri due ragazzi…insomma…sì, la Mirellina e Umberto…

(dalla camera entra Umberto, in vestaglia da camera, spettinato.)

Umberto: (stirandosi) Buongiorno, che parlate di me?

Altea: (prendendolo per un braccio, rivolta ai Picchiani) E voi vu credete che io voglia dare la mi’ creatura a quella racchia della vostra figliola?

Sidonia:  La guardi, se la crede che noi si voglia fare l’affare alla nostra figliola co’ i’ su’ Umberto, lei l’è caduta erroneamente in errore!

Ines: Ecco, anche secondo me lei l’ha preso di molto un “abbacchio”!

Altea: (ironica) Sie, e agnello in umido!

Sidonia(irata)E poi se la ridice un’altra volta racchia alla mi’ Mirellina, blasone o non blasone, gli strappo tutti i capelli che l’ha in capo.

Umberto: Ma d’icchè vu state parlando?

Orfeo: (andando verso Prospero e mettendogli una mano sulla spalla) Sor marchese, io l’ho imparata a conoscere in questi giorni qui, in questo villino. Sì, c’è stato un po’ di problemi, un po’ di battibecchi….(guardando le donne) ..soprattutto tra le donne, perché tanto si sa, le parole le son femmine e i fatti son maschi e alle donne o tu gli stiacci i’ capo o tu le pigli come le sono…..però, dicevo, lei la m’è sembrato, malgrado tutto, una bona persona e se la si trova in un momento di difficoltà….oh, può capitare a tutti….io la posso aiutare…davvero!

Prospero: (commosso) Grazie…ma non posso accettare…

Sidonia: Guardi marchese, gli si dice senza infamia e “senza frode”: gli è meglio un aiuto che dieci consigli.

Umberto: (continuando a non capire) Ma….icchè c’entra la Mirella?

Ines: (prendendolo a braccetto) L’è brava sa, la nostra Mirella! L’è una ragazza un po’ “antiquariata” ma…..

Orfeo: Sie, l’è un pezzo d’epoca! All’antica, si dice! Meno male che la s’è raccomandata che un si dicesse sfondoni….

Ines: Te chetati, Orfeo perché in quanto a sfondoni tu sei i’ primo! Queste le son cose delicate e bisogna andacci di molto ma di molto co’ “peli di piombo”…

Umberto: (cominciando a realizzare) No, aspettate…qui c’è un equivoco…a me la Mirella proprio la un mi piace….per nulla!

Altea: (rendendosi conto solo ora della convenienza dell’affare, stringendogli il braccio) Ma Umbertino, tesoro…pensa a quanto sono gentili i signori Picchiani a offrirci il loro aiuto in questo momento un po’ critico pe’ la nostra famiglia….

Sidonia: (dando una gomitata a Dorina e alla sorella) Ora siamo gentili, eh? Che filona quella marchesa!

Altea: (stringendo in braccio del figlio con intenzione, a denti stretti) Figliolo mio, chi vole i’ pesce bisogna che s’ammolli….

Umberto: Unn’è detto. C’è una seconda possibilità: andare da i’ pesciaiolo! Ah, no! Voi vu mi volete indorare la pillola ma a me la un mi piace.

Altea: Via, Umberto! Po’ poi i’ diavolo unn’è sempre brutto come si dipinge!

Umberto:  I’ diavolo no ma la Mirella, sì! T’ho detto che quella un la voglio, un la voglio e un la voglio!

(Entra Mirella completamente trasformata. Avrà capelli biondi cotonati, una minigonna vertiginosa, tacchi altissimi e sarà ben truccata. Avrà anche un nuovo paio di occhiali molto più alla moda.  A prima vista sarà irriconoscibile.)

Mirella: (appoggiandosi allo stipite della porta con fare da diva, con voce molto sensuale) Lo sapete icchè? Chi un mi vole, un mi merita!

(Silenzio assoluto tra i presenti che sono rimasti esterrefatti dalla trasformazione della ragazza)

Mirella:(entrando e piazzandosi di fronte a Dorina) Allora icchè la ne dice, Dorina? Come gli sembro?

Dorina: (facendola girare su se stessa) Dio bono, figliola! Un ti si riconosce! A quell’Istituto di Bellezza son portentosi!

Sidonia: (avvicinandosi alla figlia) Mirella, ma che sei te davvero? Tu mi sembri un’attrice! Orfeooo! Un tu gli dici nulla, te?

Orfeo: (guardando la figlia da capo a piedi) Maremma cane! O indo’ tu l’avevi nascosta tutta codesta roba?

Mirella: (sorridendo felice) Eh, ero come una larva quando l’è ni’ bozzolo. Poi la Dorina la m’ha indirizzato all’Istituto di Bellezza che c’è in piazza Mazzini…

Altea: Quello dove vo sempre io!

Mirella:  L’è bastato un colore di capelli differente, un paio di occhiali moderni, dei vestiti alla moda…..insomma, l’è bastato tirare fori icchè c’era sotto sotto ……e la larva l’è diventata farfalla!

Umberto: (ammirato, girandole intorno) E che farfalla! Guarda che bella bionda ossigenata a forza!

Mirella: (restituendogli lo sguardo) Guarda che be’ bischero naturale, invece!

Ines:  (impaziente, a Dorina) Dorina, la me lo dia anche a me codesto indirizzo dell’Istituto di Bellezza, ci voglio andare anch’io!

Orfeo: Son portentosi, l’è vero ma i miracoli un li fanno nemmen loro. Pe’ quelli bisogna andare a Lourdes!

Ines: ‘Gnorante tu sei, come sempre!

Sidonia: (con le mani nei capelli ma contenta) Madonna, Mirellina! Ma che se’ proprio te?

Mirella: Eh, so’ uscita dalla gabbia….sai, gatto rinchiuso, diventa leone. (a Umberto, con la mano a felino) Grrrrr!

Umberto: Madonna, che schianto tu sei! Un ci posso credere!….Ma senti,…..o un s’era detto di fare una girata in macchina fino a i’ Lido, eh Mirella?

Mirella: (guardandosi le unghie laccate e facendo la sdegnosa) Ma se un ti piaccio…..

Umberto:  Un tu mi piaci? Te vieni in macchina con me, poi te lo fo vedere io!

Orfeo: (impaurito) Un giro in macchina? Con la mi’ Giulia?

Sidonia: Via Orfeo, un fa’ l’esoso. Dagli i’ “luna osta” e lasciagli andare…son giovani…belli…s’hanno a divertire, almeno loro!

Orfeo: (cingendole la vita) Perché, a te che ti manca qualcosa?

Sidonia: Via, grullo!

Prospero: (ad Altea, alludendo al fatto che Umberto si possa fidanzare con Mirella) Questo l’è proprio icchè ci vole…proprio come i’ cacio su’ maccheroni….mmmm….boni i’ maccheroni, con tanto cacio sopra!

Orfeo: Allora sapete icchè si fa? La questione la si finisce a tarallucci e vino. Oggi i signori marchesi sono ospiti nostri. Si fa una bella bigutta di nastroni a i’ sugo. (alla cognata) Inesse, i’ sugo tu lo fai te…

Ines: Io? Io no davvero! Unn’ho tempo, ho da andare in Piazza Mazzini…

Orfeo: Lei la unn’ha mai tempo! Tu  mi sembri quello che morì di notte perché unn’avea tempo di mori’ di giorno! E poi all’Istituto di Bellezza un ti fanno nulla a te, te l’ho belle e detto. Pe’ restauri dell’antichità bisogna sentire le Belle Arti!

Sidonia: O lasciala tentare, un si sa mai! (abbracciando affettuosamente la sorella) Lo sapete icchè? Vorrà dire che pe’ penare più poco si farà una bella insalatiera di  spaghetti alle vongole “voraci” !

Ines: E  poi pe’ essere più svelti ancora, siccome voglio andare anch’io all’Istituto, si fa un bel tegame d’ova “alla cloche”, che va bene?

Orfeo: Sie, s’invita i marchesi e gli si dà questa robuccia? Si fa ma una bella sfirza di polli arrosto pe’ tutti, eh Inesse?

Ines: (ironica, con un lampo maligno negli occhi) E alla sora marchesa gli si dà i’ pezzo meglio! I’ boccon di’ prete….gli si dà i’ c….

(Sidonia mette prontamente una mano sulla bocca della sorella soffocandole le parole)

(Si diffondono le note della canzone “La tremarella” di Edoardo Vianello mentre Mirella e Umberto si abbracciano, Orfeo dà delle amichevoli pacche sulla spalla a Prospero, Altea mostra a Sidonia che sarebbe meglio togliere i costumi, gli agli e le cipolle dal soggiorno, Inesse chiede consigli a Dorina riguardo al suo fisico mentre quest’ultima scuote la testa. La musica si alza mentre i personaggi si muovono a soggetto)

Cala la tela