Vai per fregare e resti fregato

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(La scena darà impronta di un vecchio contadino che vive solo, con oggetti sparsi nella stanza: vestiti, scarpe, attrezzi da lavoro appesi al muro

Prefazione

Saro vecchio pensionato, vive in casa solo, ma viene assistito dalla sorella Ninetta, anche lei senza marito, ma con un figlio, Totò che uscendo dal carcere, va a casa dello zio, facendo la sorpresa a Ninetta. Un giorno di pioggia, Saro diede ospitalità ad una bella ragazza. Piano piano, la ragazza scopre dei segreti ed inizia ad ammaliarlo, al punto che, svela il codice segreto della cassaforte là dove teneva custodita la pensione. La ragazza ruba tutto e supportata da un complice, trova l’alibi per fuggire. Scoperto il furto, Saro incolpa la sorella e il nipote, litigandosi. La ragazza a seguito di una scusa, ritorna da Saro dopo due giorni per derubarlo. Involontariamente scopre l’inghippo, ed organizza una bella sorpresa finale coinvolgendo anche...

Vai per fregare e resti fregato

 Commedia brillante in due atti di:

          Giovanni Allotta

                       Personaggi

Saro(60 anni)                        pensionato

Ninetta(50 anni)                            sorella di Saruzzu

Dottore(40 anni)

Totò (20 anni)                      figlio di Ninetta

Lucia(25 anni)                      truffatrice

Complice(30 anni)               truffatore

Postina(30 anni

Carabiniere(30 anni)

(La scena darà impronta di un vecchio contadino che vive solo, con oggetti sparsi nella stanza: vestiti, scarpe, attrezzi da lavoro appesi al muro. Un vecchia credenza, un piccolo mobile con sopra un telefono antico. Un misero tavolo, nel lato destro. Al centro una poltrona mal conciata. A destra l’ingresso nelle altre stanze. A sinistra, la porta di uscita, a fianco una finestra aperta. Un quadro di San Giuseppe con lumini accesi)

SARO

(Da fuori, si sentono colpi di tosse e starnuti in continuazione. Piano piano entra Saro con una borsa d’acqua attaccata in testa, due intorno ai polpacci. Scialle sulle spalle. Sciarpa intorno al collo. Vestito pesante dalla testa fino ai piedi. Un grande termometro in bocca. Con una mano tira un carrettino, con una montagna di scatole di medicinali. Si siede) Che mi sento male! Se avessi saputo che oggi dovevo sentirmi male, mi svegliavo domani! (Starnuti) ahi ahi! Mi sento tutto rotto. È come se mi fosse passato di sopra un treno espresso senza fermata! (Starnuti) Da stamattina che prendo pillole, ma non mi fanno niente! (Tosse) Ora chiamo il dottore, vedremo cosa mi dice. (Nota distanza tra lui e telefono e gli parla) puoi venire? Guarda che c’è la stessa strada! (Starnutisce) Non mi rispondi! (Si alza e va al telef.) Uno di questi giorni, ti taglierò il filo del discorso. (compone il numero) Pronto? C’è Lecca lecca?

DOTTORE AL TELEFONO

Mi spiace, ma sono rimasti gelati caldi e patatine scadute! Cosa le serve?

SARO

Dottore, oggi non è periodo di scherzare! Faccia la persona seria! (Tosse)

DOTTORE AL TELF.

Da come si esprime, sorge spontanea la battuta. Semmai avrebbe dovuto dire, c’è il dottore Licca licca? Ch’è diverso! Andiamo a noi, mi dica!

SARO

Dottore, l’ho chiamata per dirle...(Starnuto)

DOTTORE AL TEL.

Salute...che se na va!

SARO

Io che ne ho già tanta di, se  va via anche questa io... (nota la finestra aperta, lascia il telef. di corsa va a chiuderla. Il dottore lo chiama al telef.) ho chiuso la finestra, dottore. Almenu, questo poco di salute che ho, rimane in casa.

DOTTORE AL TEL.

Mi dica cosa vuole, che ho ben altro da fare.

SARO

Le volevo dire...(Starnuto) Comunque le volevo dire...(Starnuto)

DOTTORE

(Ira) la smetta di scherzare! Le volevo dire le volevo dire, però non me lo dice.

SARO

Si calmi dottore, ca già ci basto io incavolato. Le vorrei dire, quello che ho da dirle, ma se il naso non vuole che glielo dico, mica è colpa mia!

DOTTORE AL TEL.

(Stressato) Lei oggi, non ha da fare!Non mi faccia perdere tempo. si sbrighi!

SARO

(Con indice e pollice tappa le narici) l’ho chiamata per dirle...stamattina mi sono svegliato pieno di dolori, mi sento tutto tamponato. Lei pensa che io muoia con l’influenza? (Toglie le dita dalle narici)

DOTTORE

Si infili una supposta, tra dieci minuti sarò da lei. (Fine telefonata)

SARO

Dottore, dove si mette la supposta? Pronto! Ha chiuso? Ma che cornuto è! (Chiude telef. Tosse) almeno lo diceva. Dice che sta arrivando, me lo dirà di persona. (si siede e guarda il caos nella stanza) Che confusione! La colpa è della buonanima di mia moglie. Ha preferito morire che far le pulizie. (Bussano. Entra Ninetta la sorella. Porta una insalatiera con della pasta)

NINETTA

(donna matura. Una tipa premurosa. Al vederlo in quel modo, posa l’insalatiera sul tavolo, dandogli tante attenzioni, che lo infastidiscono) gioia mia, ma come sei conciato! Stai partendo per il militare?

SARO

(Allibito) Io ho l’influenza e tu stai veramente messa male! (Starnuto e tosse)

NINETTA

(Inizia a toccarlo ovunque) Stai male e non me  l’hai detto! Ti fa male qua o qua. Se me lo dicevi prima, venivo a farti il veglione! Hai chiamato la teleambulanza?

SARO

Si, la radiocronaca! La smetti Ninetta! Fai più confusione tu, che la frebbe che ho addosso! (Starnuto)

NINETTA

Niente hai preso per la febbre? Dico, qualche bicchiere di marsala, olive di mare, ossa col pane, supposta col sale. Niente hai preso gioia mia!

SARO

Vedi quel carrettino pieno di medicinali? Quello è il mio pane, per campare

NINETTA

Ne prendi una al giorno?

SARO

Al giorno? Una per mangiare, per dormire, per digerire, per dimagrire, per non morire, cioè una alminuto! (Tosse)

NINETTA

Ma come fai a ricordarteli tutti? il dottore non ti dice niente?

SARO

L’ho chiamato cinque minuti fa. Dice che deve venire! (Starnuto)

NINETTA

(prende l’insalatiera) Ti ho portato un chilo di pasta con aglio e olio, fatta con le sarde. (Gliela mette davanti) tieni, mangia e fatti grande!

SARO

(Annusa la pasta) Grazie Ninetta. Che il Signore ti paghi!

NINETTA

Ma quale Signore! Appena prendi la pensione tu devi pagarmi! (Allibito. Dalla credenza prende una bottiglia di vino, forchetta. Prende una tovaglia da tavola, la mette intorno al collo a Saro, per non farlo sporcare) mangia tranquillo, io sistemo casa (Saro mangia. Ninetta tutto quello che trova tra i piedi, li prende da un punto e li butta alla rinfusa in un altro.) vado in bagno a cambiare l’acqua a rosetta. (Esce da destra)

SARO

(Mangiando) Complimenti per la pasta (Da fuori Ninetta grida, “grazie!”) sembra di gomma! (Ninetta rientra sistemandosi. Si siede accanto al fratello, lo guarda attentamente mentre mangia, tanto da irritarlo)

SARO

(Infastidito) Guarda le mosche che ci sono in aria, invece di guardarmi mentre mangio! Non voglio essere guardato, se no, mi emoziono! (Starnuto)

NINETTA

Ti guardo per vedere se mangi bene. Se ti strozzi, ti do un pugno nella bocca dello stomaco, e ti riprendi! (Saro mangia ignorandola) una volta, stavo morendo annegata col brodo di pollo, ricordi? (Ride) Quando ero piccola, ero una cretina!

SARO

Si, perché ora sei scaltra!

NINETTA

Vedi com’è buona questa pasta, è uscita dalle mie mani! (Saro beve il vino direttamente dalla bottiglia. Ninetta si accorge di una mosca sulla pasta di Saro, urla forsennatamente) Una mosca sulla pasta! (Saro soffoca dallo spavento. Gira sconvolta, va al centro e piange saltella dalla disperazione, urlando) mio fratello muore annegato, aiuto! Signore aiutalo, si è perso in un bicchiere d’acqua. ho sbagliato in una bottiglia di vino! Aiutatelo!!!

SARO

(Si riprende) Sei venuta per la festa o per romperci la testa! Mi stavi facendo morire! Invece di aiutarmi, ti metti a ballare la macarena?

NINETTA

Quando c’è qualcuno che ha bisogno, mi vengono gli attachi di panico!

SARO

(Irritato) Ma vai a farti attaccare al manicomio! A te, non ti vorrei nemmeno dietro l’ave maria! Se devi stare qua, non parlare più che devo mangiare!

NINETTA

(Triste) se mi fai domande, come ti rispondo, con l’alfabeto muto?

SARO

Devi parlare si, ma in silenzio! mi abbassi la testa come i muli sordi! Va bene? (Ninetta annuisce con la testa. Saro si siede a mangiare. Bussano) apri

DOTTORE

(Ninetta va ad aprire, entra il dottore) Buongiorno. Signora Ninetta come va? (Ninetta annuisce con la testa)  Tutto bene? (Ninetta annuisce di nuovo)

SARO

(si alza) Dottore, a lei aspettavo. Temevo che non venisse più. (Tosse) M’insegni qualche pinza per non fare più ...(Starnuto)

DOTTORE

Signor Saro, come si è conciato? È vestito da carnevale, o è pronto per andare in vacanza nella casa di cura, scoppiati di cervello?

SARO

Si segga. (si siedono tutti) Ieri sera avevo i piedi due coni gelato. Così, mi misi queste due borse d’acqua nei polpacci. Li ho messi qua, perché se li mettevo sotto i piedi, quando camminavo, mi veniva il mal di mare. I piedi mi riscaldarono, però mi salì la pressione fino nei capelli. Per farla abbassare, mi misi una borsa d’acqua fredda in testa. Fra caldo di sotto e freddo di sopra, mi sento i granchi nello stomaco. È grave?

DOTTORE

Ma che dice! Semmai i crampi allo stomaco!

SARO

Esatto, i granchi! Ogni minuto mi alzavo, per andare in bagno a gomitare. Arrivai al punto di mettermi un catetere in bocca per gomitare con comodità da coricato. Ora, mi sento un buco allo stomaco. Che devo fare per tapparlo?

DOTTORE

Si metta a mangiare, vedrà che si tappa! Dico bene signora Ninetta? (Ninetta annuisce) Ma che ha sua sorella?

SARO

È in castigo! Se deve star qua, non deve parlare!

DOTTORE

(Prende lo stetoscopio e il legnetto per la lingua) Le pare che siamo all’età della pietra? Signora Ninetta, lasci stare suo fratello, parli pure!

NINETTA

(Emette un respiro di sollievo)Mi mancava l’aria, dal troppo  silenzio! Che il Signore lo ripaghi dottore!

SARO

(Con autorità) Chi ti ha detto di parlare?

NINETTA

(Spaventata) il dottore me l’ha detto, la colpa non è mia! se era per me, io non parlavo mai. Lui mi ha dato il telecomando di parlare!

SARO

Dottore lei chi è, per dare il telecomando a mia sorella?

DOTTORE

(Con allusione) Sono quello che ha la medicina per campare, come anche quella per morire. Certi atteggiamenti mi fanno annebbiare, mi potrei sbagliare!

SARO

Attenzione a non fare confusione. Ancora sono giovane per partire (Indica il cielo) Ninetta, parla e non ti fermare più. Il dottore ha il telecomando tuo!

NINETTA

Grazie dottore! Che il Signore lo ripaghi!

DOTTORE

Ma quale Signore! Appena finisco lei mi deve pagare! Alzi la maglietta! (Appoggia lo stetoscopio sulle spalle di Saro) Emetta un bel colpo di tosse (Saro fa un colpo di tosse asfissiante) non sento niente. Prenderò quello tecnologico. (Dalla borsa esce un tubicino di gomma. Nell’estremità superiore vi è una cuffia. In quella inferiore un imbuto) Ora si che ci siamo! Rifaccia un colpo di tosse, come l’ultimo bello asfissiante! 

SARO

Dottore, con tutti pensieri che ho per la testa, le sembra che mi ricordo come ho fatto la tosse un minuto fa?

DOTTORE

Allora, ne faccia un altro! Si sbrighi! (Saro rifà un colpo di tosse) ora mi dica trentatre. Ha capito bene? dica Trentatre!

SARO

Sessantasei!

DOTTORE

Come ha detto?

SARO

Sessantasei! Trentatre e trentatre fa sessantasei! (Esausto posa il tutto in borsa)vero che non sono mai andato a scuola, ma so quanto fa zero più zero.

DOTTORE

(Prende il pezzetto di legno) Esca la lingua, dica Aaaa. (Saro esce la lingua e dice aaaaa. Il medico gli tiene la lingua con il legnetto e Saro dice ooooo) le ho detto di dire A, no O!

SARO

(Adirato) la colpa è mia, non appena lei mi preme la lingua, mi esce O

DOTTORE

Lei deve dire A! (Ancora col legnetto nella lingua, Saro dice O) porca miseria e che ci vuole a dire A!

SARO

Quello arrabbiato sono io, a forza di pressarmi la lingua, me l’ha fatta sudare tutta, e ha anche il coraggio di incavolarsi! (Il dottore posa tutto e va sul tavolo a scrivere)

NINETTA

Dottore, cos’ha mio fratello? Ci arriva a natale? (Saro fa gli scongiuri)

DOTTORE

Ci arriva ci arriva! Quella di suo fratello, è una semplice influenza. Le sto scrivendo diverse pillole da prendere, e vedrà che starà meglio!

SARO

Ancora! Guardi quel carrettino pieno di medicinali! Fra due giorni, me la posso aprire io una farmacia!

NINETTA

Mi perdoni per la mia ignorantichità, invece che fargli prendere una pillola per questo, una pillola per quello, non gli potrebbe far prendere un pinnolone per tutto?

DOTTORE

Bella scoperta! Un pillolone per tutti i malanni. Intanto, gli faccia prendere queste. Ne deve prendere una prima dei pasti, una dopo i pasti e una durante la preparazione dei pasti (Da il foglio a Ninetta. Bussano)

NINETTA

Dottore, le spiace se apre la porta? Ho la ricetta nelle mani e non posso aprirla.

DOTTORE

(Irritato) Vi siete fatti il maggiordomo! Visto che ci siamo, vi canto la ninna nanna? (Apre ed entra un giovane ragazzo Totò figlio di Ninetta)

TOTO’

(Entra gioioso) Madre! Madre mia, eccomi! Sono tornato a casa!

NINETTA

(Grida di piacere) Figlio, figlio mio! Che sono felice! Dottore, ho la pressione alle stalle, se vado ad abbracciare a mio figlio, posso schiattare?

DOTTORE

Ma non mi faccia ridere, e vada ad abbracciare a suo figlio!

NINETTA

(Apre le braccia, grida da ferma) Figlio, figlio mio! (Va di corsa ad abbracciare Totò) gioia mia, fatti guardare. Dal tempo in cui sei stato in vacanza, sei fatto più grosso!

DOTTORE

Era da tanto che non lo vedevo a suo figlio.

NINETTA

Lui è il sangue del mio sangue. (Evidenzia vine del polso) Da queste vine capillari mi è uscito! La buonanima di mio marito era cretino, però mi ha lasciato questo bel figlio! Siediti gioia, immagino sarai stanco.

TOTO’

(Va a salutare Saro) Zio saro, come ti sei conciato? Mamma, lo zio ha il morbo del plasmon?

SARO

Non sai leggere? Ce l’ho scritto in faccia che ho la febbre a cinquanta e due linee.

NINETTA

Totò, ti vado a fare un po’ di chili di pasta? Scommetto che hai fame, vero cucciolottone mio?

TOTO’

Grazie mamma! Non ti preoccupare, riposati! Non pensare a me, ogni tanto pensa anche per te!

NINETTA

(Si genuflette) Grazie Signore grazie! Tu mica mi hai dato un figlio, mi hai dato un angelo spogliato! Grazie (Si alza) Dottore, vede che figlio d’oro ho?

DOTTORE

(A Totò) Cosa fai, studi? Sei stato in America?

TOTO’

Ma quale America! Sono stato in carcere! 

DOTTORE

Minchione! Meno male che è un figlio d’oro!

NINETTA

Le  sembra che in carcere ci vanno solo i delinquenti? Il carcere è aperto a tutti! ci vanno anche (Accarezza Totò) i bravi ragazzi come mio figlio.

SARO

(Tra se) Bravo, con la testa tagliata!

DOTTORE

Visto che mi trovo nel bel mezzo di questo dialogo, sarei curioso, sempre che tu lo voglia, di sapere come mai sei stato in carcere!

TOTO’

Come lei sa, in Sicilia c’è più disoccupazione che lavoro. Per mancanza di lavoro e bisogno di soldi, ero disperato. Ammazzare non è cosa mia, rubare nemmeno e ho pensato di fare una cosa leggera leggera, mi sono messo a riciclare denaro sporco!

DOTTORE

È questa illegalità, me la dai per una cosa leggera?

NINETTA

Gioia mia, la sera usciva a raccogliere nei contenitori della spazzatura, soldi sporchi. Passava tutto il giorno a lavarli in lavatrice. Appena erano asciutti, faceva beneficenza nei negozi, per smerciarli. Che cuore grande ha, mio figlio!

DOTTORE

(Esterrefatto) Non ho parole! (A Saro)Lei ch’è una persona onesta, sapeva di questo lavoro illegale di suo nipote, e glielo ha permesso!

SARO

Che ne so io, che mio nipote riciclava denaro sporco! Quando me li dava a me i soldi, erano puliti e stirati!

DOTTORE

Questo significa, che quando mi pagavate le visite, erano soldi...(Con premura) Io vado, ho già sentito più di quello che avrei mai pensato di sentire! Buongiorno a tutti! (Si avvia per la porta)

SARO

Aspetti dottore, i soldi della visita non li vuole?

DOTTORE

Il Signore me la  paga! (Esce)

SARO

(Nervoso si strappa dalla testa e polpacci, le borse d’acqua, scagliandole a terra) farei succedere un finimondo! Era necessario che il dottore sapesse perché sei stato arrestato! Non pensi nemmeno per la tua reputazione, il tuo futuro!

TOTO’

Zio, vedi che abitiamo in un paese, che anche se piscia un uccello, prima che asciughi, lo sanno fino a Roma!

SARO

Ti vuoi sposare o vuoi restare solo per sempre? Non devi parlare più del passato. Da oggi in poi, devi parlare della tua nuova vita! Devi sapere, che i panni sporchi si lavano in famiglia.

NINETTA

Prima se c’è acqua. Se acqua non ce ne, ce li lasciamo addosso. (Nota tristezza di Totò) Totò che hai che sei triste?

TOTO’

Mi sono levato dal fuoco e mi sono messo nell’inferno! Sono uscito dal carcere, ma sono in libertà vigilata! Ogni passo buono o cattivo che sia, sono sotto tiro!

SARO

Qual è il problema? Cercati un buon lavoro, vedrai che la vigilanza finisce!

TOTO’

Un lavoro sistemato? Lo sanno tutti perché sono stato arrestato! Nessuno mi prenderà a lavoro, perché manco di fiducia. (Con dolore) Se voglio campare, mi sa che devo fare sempre brutti lavori.

NINETTA

Non scoraggiarti Totò, se lo cerchi, vedrai che lo trovi un lavoro onesto.

SARO

Nella vita volere e potere! Se tu hai la testa malata che ti piacciono i soldi facili è un discorso. Se il fatto è che manca il lavoro, è un altro discorso.

TOTO’

Vi sembra che a me piace tornare in carcere? Se non c’è lavoro, come si vive? Come! Mamma, io ci provo, ma se non trovo lavoro, sono costretto a lavorare nuovamente coi soldi falsi. (Ninetta si dispera. Da fuori si sentono tuoni, segno di maltempo)

NINETTA

Andiamo Totò, prima che  si metta a piovere. Non abbiamo ombrello!

TOTO’

Aspetta mamma. Vado un attimo in bagno, ziu. (Esce da destra)

SARO

(A Ninetta) Sai quanti ragazzi ci sono come lui disperati, che non hanno un lavoro! La colpa è del governo, che se ne frega dei giovani! Vediamo cosa si può fare per Totò, per trovargli una sistemazione. (poggia la mano sulla spalla di Ninetta) Non preoccuparti Ninetta! (Si risentono i tuoni)

NINETTA

Non so quello che devo dire. Siamo sotto questo cielo. Quello che viene, ci prendiamo!

TOTO’

(Entra sistemandosi la camicia dentro i pantaloni) Fuori diluvia! L’abbiamo l’ombrello?

NINETTA

Saro, hai ombrello da prestare? (Saro dice di no) andiamo Totò, ci ripariamo sotto i balconi. (Si avviano ad andar via) Ci vediamo più tardi. (Escono)

SARO

(Li guarda dalla finestra) State attenti! (Chiude la finestra, va a sedersi sulla poltrona) Caro San Giuseppe, come si deve fare? La vita giorno per giorno diventa sempri più pesante per i giovani! Il governo sa dire, in Sicilia sono tutti delinquenti. Gli direi, i primi cornuti siete voi che ve ne fregate della gioventù siciliana. Se deste lavoro, nessuno farebbe brutti lavori. Inutile avvilirmi, il sazio al digiuno non l’ha mai creduto( (Sbadiglia. Si posiziona per dormire) Ora mi faccio una oretta di sonno, alla faccia di chi non vuole. (bussano si irrita) A chi gli mangiano le mani? (Va ad aprire, lamentandosi)

LUCIA

(Entra una bella ragazza col cappotto, tutta bagnata. Sulla porta) Buongiorno, scusi il disturbo. Sono stata sorpresa da una pioggia copiosa, sono sprovvista di ombrello, le spiace se entro un attimo?

SARO

Ma certo, si accomodi. Il no, nemmeno ai cani!

LUCIA

(Entrando resta in piedi) Che tempaccio! E poi, all’improvviso! E pensare che siamo quasi in estate! 

SARO

Ha ragione signorina. Il tempo è come lo stomaco, quando c’è aria che vuol uscire, non si sa s’è scorreggio o cacarella. (Lucia sorride imbarazzata) Si sieda. Non gliela faccio pagare la sedia, prego) (Le porge la sedia)

LUCIA

Molto gentile. Sono tutta bagnata, non vorrei sporcare. Sua moglie, ci rimarrebbe male. Rimarrò il tempo che smetta di piovere, poi andrò.

SARO

Non si preoccupi signorina, mia moglie non si offende più. Non sta più con me, ha cambiato casa!

LUCIA

È divorziato? (Saro dice di no)  Dove sta sua moglie?

SARO

Sta al terzo piano, al cimitero. (Triste. Prende foto dal cassetto) Questa è mia moglie quando ci siamo sposati. È venuta coi capelli dritti, perché il fotografo ci fece la foto col flescion, e mia moglie si spaventò. (Posa foto) Lei non può capire com’è brutto rimanere vedovo allegro, giovane.

LUCIA

Questo mi dispiace! ( si siede con tutto il cappotto) non mi sono presentata. (porge la mano) Piacere Lucia Bellavista.

SARO

(Porge anch’egli la mano) Piacere, Saro  Gadduzzo

LUCIA

(Nota la pasta sul tavolo) Vedo che stava mangiando. Prego, continui.

SARO

Non si preoccupi. Questa è pasta per i cani.

 LUCIA

lei sta da solo o con altri parenti?

SARO

(Gli si siede accanto. Parla con voce misera) Solo, come un cane bastonato!

LUCIA

(miserevole) oh, che cucciolo! È brutto star soli in una casa così grande. Mi scusi, ma come vive?

SARO

Io vivo nel bicchiere. Quando non ce l’ho vivo nella bottiglia!

LUCIA

Non ha capito! Le dicevo, come vive nel senso, come riesce a mantenersi!

SARO

Scusi, nel mio dialetto bere si dice vivere, ho frainteso. Comunque, mi mantengo con la pensione. Meno male che ho quella, se no, potrei andar a far il gigolone!

LUCIA

(Lucia ride) la smetta di dire queste cose alla sua età!

SARO

(Iracondo. Fa allusione parladando del pipino) Le pare ch’è morto? La mia campanella, suona ancora mezzogiorno di fuoco! (La guarda con desiderio) non le metto le mani di sopra, perché ha il cappotto!

LUCIA

Con la crisi che attanaglia la nostra vita, a malapena si arriva a fine mese, come riesce a vivere con 500 euro di pensione?

SARO

Come fa a saperlo che sono 500 euro? Prende la pensione anche lei?

LUCIA

Ma no! Ho a che fare con tanti anziani e lo so!

SARO

Anziani? Che lavoro fa lei?

LUCIA

(Non sapendo che dire) Io...che lavoro faccio...faccio...la badante ecco!

SARO

Signorina, con tante spese che ci sono, le sembra che mi basti una misera pensione? Non mi rimarrebbero nemmeno i soldi per le caramelle!

LUCIA

Come fa allora?

SARO

Signorina, lei punge l’asino in salita, eh! Visto ch’è carina, glielo dico. (Sottovoce) Riesco ad andare avanti, perché a parte la mia, prendo altre due pensioni! (fa segno di silenzio) sssssssssssssss

LUCIA

( sottovoce) Come può essere che prende tre pensioni?

SARO

Per mezzo dei santi, si va in paradiso! Prendo la pensione della buonanima di mia moglie e della bonanima di mia suocera.

LUCIA

La pensione di sua suocera?

SARO

Ma perché parliamo piano? (Lucia risponde con un“ bho!” parlano normale) lo stato mi affidò la pensione di mia suocera, come eroe di guerra! In tutto il mondo, fui l’unico che le voleva bene! sa qual è stata la mia fortuna? Che mia suocera era muta! Meno male! se no, l’avrei uccisa io!

LUCIA

(Accentua la curiosità) Quanto riscuote al mese avendo tre pensioni?

SARO

Ora vuole sapere troppo! Mi dispiace, ma è un segreto! Non è che lo posso dire alla prima che capita, eh!

LUCIA

(Si toglie il cappotto mettendo in evidenza un vestitino scollato, ed una gonna maliziosa, accavallando le gambe) Inizio a sentire caldo! Sa, io sono una tipa molto accaldata! Le spiace che ho tolto il cappotto?

SARO

(Imbambolato) Ma  lei può togliere tutto, anche la dignità. Io ci sono abituato a vedere tanto verde col giardino! (barcolla cadendo a terra, Lucia lo soccorre) Non si preoccupi, ogni tanto faccio il cascamorto! (Si rialza)

LUCIA

(Si avvicina a Saro, provocandolo) ho un piccolo difettucio, sono molto curiosa. E poi, mi piace sapere tutto dei bei uomini come lei. (carezza il viso di Saro con la mano, facendolo andar su di giri)

SARO

Ma chi mi ha messo la stufa sotto i piedi, sto evaporizzando! (Le carezze sempre più frequenti da farlo sciogliere) signorina, non glielo posso dire che prendo tre mila euro al mese di pensione!

LUCIA

(lo stuzzica sempre più, per incitarlo a parlare) Cosa ne fa con quei soldi un uomo tutto solo come lei?

SARO

(Con dolcezza) A lei, che gliene frega! (Lucia gli si accosta sempre più vicino, con la mano gli fa il sollettico sulla pancia e Saro si esalta) I soldi li conservo in un posto segreto. Ma non glielo posso dire, manco se mi ammazza! (le carezze di Lucia si accentuano e Saro imbambolato svela tutto) il posto segreto è in bagno!

LUCIA

(Accarezzandolo) lei soffre di memoria?

SARO

(sempre più infervorato) Dopo la morte di mia moglie, tantissimo! Ora con lei, mi è venuta la memoria di un ventenne! Venga di là, che gliela faccio vedere!

LUCIA

Ma che ha capito! dico, ricorda almeno la data di nascita?

SARO

Certo! Sono gli unici numeri che uso e non dimentico mai! Sono nato nel 1950. (Fa lo spelling) 1.9.5.0. allora, vuol venire nella stanza da letto, (Tono virile) Le faccio vedere la mia memoria, ce l’ho di ferro!

LUCIA

(indifferente) Che mi importa a me della sua memoria! M’interessava saperlo, per scoprire il...(Si zittisce e torna a stuzzicarlo, strusciandoglisi gli gira intorno) certo che voglio vederla! Guardi che ho il potere di farla andare ( all’orecchio sensualmente) in paradiso!

SARO

(sempre incantato) In paradiso no, c’è mia moglie! All’inferno nemmeno c’è mia suocera. Mi faccia andare nello (con voglia)...spurgatorio!

LUCIA

La farò andare ovunque, ma ora mi faccia andare in bagno! Torno subito! (Esce da destra, mandandogli bacetti)

SARO

Mamma mia, la pressione mi sta salendo. Fra un po’, mi scoppia anche la ruota di scorta! (nell’angolo della stanza, si allarga i pantaloni) Ooh, mi senti pasqualino! Ho trovato pani per i tuoi denti! L’hai vista che femmina? Alzati la testa, la dobbiamo smontare tutta! A casa deve tornarci come fosse una scimmia ubriaca! Non farmi fare brutte figure! Con te parlo, alzati la testa! Se fai il bravo, ti compro la bambola gonfiabile!

LUCIA

(Rientra con aria serena. Saro si sistema) Finalmente, mi sento molto piena!

SARO

Come piena? Di solito in bagno si scarica, lei fa il contrario?

LUCIA

(è molto serena e sorride. Gli da pizzicotti) So i fatti miei! Lei è biricchino! Le chiedo una cortesia, visto che tardo posso fare una telefonata a papà?

SARO

Prego prego, facissi con comodo. (Allusivo) Poi, fazzu con comodo io!

LUCIA

(Al telefono) Ciao papà! – Sai, sono a casa di un vero uomo! Certo che c’è là il malloppo. Ed è pure bello grosso! (Sarò fraintende e si da arie) Lui non se ne accorto, ma io l’ho toccato. (Gli lancia sguardi maliziosi) è stato bello stringerlo tra le mie mani. Certo, che ce l’ho in pugno! Oramai è mio! Ora gli chiedo (A Saro) mi dia il suo indirizzo di casa.

SARO

Via Simone Pinnasicca numero 2.

LUCIA

Via Simone Pinnasicca numero 2. Ti aspetto papà, non fare tardi! (Chiude chiamata) ho un papà molto speciale!

SARO

Ho sentito quello che ha detto, a parte che io e lei, non abbiamo fatto niente, anche se, lei così parla a suo padre?

LUCIA

Ah, perché lei ha frainteso che io dicessi a mio padre...(Ride) bella questa! È stato bello incontrarla oggi. Da un semplice riparo, è nata l’amicizia!

SARO

Non ci vedremo più? Mi faccia da badante? Una come lei, la notte mi serve!

LUCIA

Ma lei è una persona in gamba, sa cavarsela bene da solo!

SARO

Me la cavo da solo, da quando è morta mia moglie, ora che ho trovato lei, vorrei starle vicini vicini! Le sembra che non la pago? Ho soldi che posso vestirla d’oro! Fra due giorni, mi arriva anche l’altra pensione. Che mi dice? (Bussano) Deve essere mia sorella Ninetta. (Apre entra un mendicante)

COMPLICE TRAVEST. DA MENDICANTE

(Parlerà con accento rom) buongiorno signore. Avere fame, avere sete.

SARO

(Sgarbato) Che vuole da me, se ne vada al ristorante!

MENDICANTE

Ma io essere povero, tanto povero. Io essere morto di fame! (Gemendo) tu dare a me qualche cosa, per favore!

SARO

Aspettami qua, ti vado a prendere un filone di pane con l’olio!

MENDICANTE

(Trattiene Saro) Aspettare tu! Io non volere pane. Volere soldi per comprare il pane!

SARO

Perché se già te lo do pronto il pane, non è meglio? Aspettami qua!

MENDICANTE

(Trattiene Saro) Aspetta! È’ meglio che tu mi dai soldi ed io essere felice!

SARO

Se tu va via, sai quanto mi fai felice? anzi, felicissimo! Via sciò sciò!

MENDICANTE

(Gemendo) Essere sfortunato io. Avere madre morta, padre ammazzato. Cugino suicidato, zio strangolato. Essere solo io, non so cosa fare! (piange)

SARO

Lo vuoi un consiglio? Prendi una pistola e ti spari. Almeno ti levi di soffrire! Ora esci da casa mia, che mi fai allergia!

LUCIA

(Gemente) La smetta! Tacevo per vergogna, questo signore è mio padre! (Saro si meraviglia) Quello che ha detto è la verità, e lei ha il coraggio di cacciarlo via! Non ha un cuore. Faceva il buono con me per sfruttarmi. Vergogna! Andiamo papà! (Esce col mendicante)

SARO

Faccio così schifo, che mi schifo anche a dirlo. Se lo sapevo che sto morto di fame era padre della signorina Lucia, lo trattavo bene! ora che avevo trovato la fidanzata, l’ho persa! (Nervoso cerca in giro per la casa) Lasciatemi che mi ammazzo! Sono stato anche fortunato che non c’è specchio, se no, una sputata non me la toglieva nessuno! (Si prende a  schiaffi) ora mi uccido con la penitenza! (Bussano) è tornata! Arrivo amore! (Di corsa va ad aprire. Estasiato, si lancia sulla sorella baciandola. Alle urla di Ninetta, si sposta sputando a terra) Ma che schifo!

NINETTA

(Pulendosi le labbra) tu dici che schifo? Io, per colpa tua devo farmi la lavanda ecologica per pulirmi la bocca! Ma a chi ti sognavi, la fidanzata?

SARO

Non la sognavo! Era qui fino ad un minuto fa, altro che sogno!

NINETTA

Era qua? Non so se hai fatto caso, l’arterio sclerosi è arrivato a lamiera! Ma stai zitto broccolo lesso, alla tua età cerca la fidanzata!

SARO

(Adirato) Anche se ho sessant’anni, ancora sono giovane! l’invidia ti fa parlare! (Ninetta prende l’insalatiera) Dimmi quello che vuoi, e vattene!

NINETTA

Sono venuta a prendermi l’insalatiera. Che vuoi fatto per cena?

SARO

(Voce bassa) fai quello che vuoi, io non ho fame!

NINETTA

Si, non hai fame e poi ti mangi anche me. Anzi, mi meraviglio come mai non hai mangiato. Dammi qualche soldo, ti farò comprare due fettine di baccalà a bagnomaria.

SARO

(Si cerca addosso, non ne trova) li vado a prendere lì dentro. (Esce da destra. Urla da fuori, entra furioso) i soldi si sono fregati! Chi è stato? La cassaforte è vuota! Ninetta, dimmi chi è stato?

NINETTA

Tu stai dentro e vuoi sapere da me chi è stato, io che abito a tre cento metri.

SARO

(Furibondo) Tu non sai mai nulla! Tutti i soldi si sono fregati! Chi è stato? Chi è stato sto cornuto che mi ha derubato! Fino a stamattina erano tutti lì i soldi, ora non ci sono più!

NINETTA

È entrato qualcuno dopo che io me ne sono andata?

SARO

Nesuno è entrato!

NINETTA

Allora, se li è inghiottiti il terreno!

SARO

(Adirato) Ninetta non scherzare! Sono consumato! Chi li ha presi? (Pensa e gira per la stanza) Vero! A parte lui, nessuno è entrato in bagno!

NINETTA

Chi hai pensato che possa esser stato?

SARO

Tuo figlio Totò, quando è entrato in bagno!

NINETTA

Aspetta Saro, se pensi che i soldi li abbia presi mio figlio Totò, ti sbagli di grosso!

SARO

Lui è entrato in bagno! Mi faccio tagliare la testa che è stato lui. Ma poi dico, se gli servivano soldi, perché non me lo diceva, invece di rubarli!

NINETTA

Insisti? Ora lo faccio venire e vediamo chi ha ragione! (Al telef.) io sono Totò. Senti, avvicina a casa dello zio Saro che deve parlarti. Sbrigati. (Fine chiamata) il giudice ne deve sentire due orecchie, e poi si giudica! Vita mia, lui ci tiene a te, non l’avrebbe mai fatto!

SARO

Allora, se l’hai fatto tu dimmelo, e chiudiamo questa storia!

NINETTA

Dici vero? Mi conosci bene, e sai che non l’avrei mai fatto! (Saro si siede, mettendosi la testa tra le mani. Bussano, Ninetta apre ed entra Totò)

TOTO’

Che c’è zio? (nota disperazione negli occhi della madre) Che hai mamma?

SARO

Siediti. (Totò si siede) sai che ti ho sempre voluto bene. quando mi hai chiesto qualcosa, ti ho mai detto di no? (Totò dice no) C’è un problema. Qualcuno ha aperto la cassaforte e ha rubato i soldi. tu che mi dici?

TOTO’

Io? Non ne so parlare zio! (Saro è silenzioso) Conoscendomi, pensi che i soldi li abbia rubati io?

SARO

Proprio perché ti conosco, sospetto di te!

TOTO’

Scherzi o dici vero? In famiglia, queste cose non li faccio!

SARO

(Nervoso) tu non sei stato, tua madrenemmeno. Chi li ha presi, i fantasmi? Vedete che non sono nato l’altro giorno, ho sessant’anni e non sono un bambino!

NINETTA

Sei veramente convinto che i soldi li abbiamo presi noi! Ha da quando è morta tua moglie che ti accudisco come fossi mio marito! Ti lavo i vestiti, ti stiro, ti cucino, ti faccio le pulizie e hai il coraggio di dire queste cose?

SARO

Ora che fai, mi rinfacci tutto? Questo significa, che quando lo facevi, era fatto tirato per la gola!

NINETTA

Non ti sto rinfacciando nulla! Ti ho detto come stanno le cose, per farti capire che siamo la tua famiglia! E non ce ne approfittiamo di te!

SARO

Le migliori pugnalate, si ricevono dalla famiglia! Di davanti il bel viso, di dietro le pugnalate, manco si possono contare!

TOTO’

Dopo tutto quello che mia madre fa per te, pensi questo? prima di ammazzare una persona, assicurati che valga la pena farlo. Dopo che l’avrai fatto, piangere sono lacrime sprecate! (Esce insieme la madre che piange)

SARO

(Si siede) Non credo che sono così bravi a recitare, da prendermi in giro! Mia sorella la conosco bene e non l’avrebbe mai fatto. Mio nipote,  è tutto per la famiglia, ma è anche vero che i soldi fanno venire la vista all’orbo! A me mancano tanti soldi! se mia sorella non è stata, mio nipote nemmeno. Allora chi è stato? (Cala il sipario)

Fine primo atto

Secondo atto

(Scena medesima come nel primo atto. Essendo passati due giorni, Saro sarà vestito, senza indumenti pesanti. Entra, portando tra le mani un piatto di pasta. Lo posa sul tavolo, prende dal mobile una bottiglia di vino)

SARO

Come si vede che mi manca l’aiuto di mia sorella! Solo un piatto di pasta ho fatto, mi pare di aver fatto il pranzo di natale! (Si siede. Mangia e si disgusta) O sono io che non so cucinare, o questa pasta me l’hanno venduta per colla! (Scosta il piatto) Se la mangiavo cruda, era meglio! (Bussano) Avanti!

POSTINA

(Entra una postina con la borsa della posta. Cicciona porta le trecce e occhiali da sole) Signor Saro, lascia la porta aperta? Se entra uno zingaro, potrebbe violentarla!

SARO

Meglio, almeno mi fa riprendere!

POSTINA

Lei sa che ho un debole per lei,(Gli si avvicina, saro indietreggia) si faccia violentare da me!

SARO

Non avvicinarti se no, ti rompo la tavola in testa! L’hai portata la pensione?

POSTINA

(Si siede) pensa alla pensione, trascurando tanto ben di Dio! (Si tocca il seno) Mi sono fatta la consegna della posta, di corsa ho scambiato l’assegno, tutto per lei! No per vanto, postini come me al paese, non esistono!

SARO

(Tra se) ovvio che non esistono, l’unica postina di due cento chili è lei! dammi la pensione e puoi andartene!

POSTINA

Mi dica una cosa, non per farmi gli affari suoi, come mai sua sorella Ninetta non è venuta a ritirare la pensione, come  ogni mese?

SARO

Che le interessa! (Inventa qualcosa) Non è andata perché...perchè...la gatta si voleva mordere la coda, le girò la testa e le è venuta la diabete!

POSTINA

(Sconvolta) ma che dice! Come può essere una cosa del genere?

SARO

Mia sorella glielo diceva, non mozzicarti la coda che ti viene il diabete. Ora è costretta a star a casa, a farle punture di vasellina. Ogni giorno, gli mette lo zucchero nel sangue, se no, gli diventa amaro.

POSTINA

La signora Ninetta, santa donna di altri tempi. Se fossi stata io, la gatta col diabete me la sarei fatta al forno con le patate! A proposito, che mangia?

SARO

Uova strapazzate fatte a pic pac! (Ira) Non si vede ch’è pasta?!!!

POSTINA

Pasta? A me sembrava frutta di martorana, disegnata! Allora è vera! (Tenta di toccarla e con un urlo Saro, la fa ritirare)

SARO

Ritira le zampe, chendi chendi! Non hai da fare? Dammi la pensione e smamma

POSTINA

(Prende una busta dalla borsa e la consegna) Tenga! Sono tre mila euro! (Saro guarda dentro la busta, conta con gli occhi) me lo merito un bacio sechisi sechisi? (Pronuncia le labbra per un bacio. Saro si scansa) 

SARO

Ti meriti un colpo di legna grosso grosso!

POSTINA

(Ritrae le labbra) Non so se l’ha sentito, per ora in paese ch’è la scanna dei vecchi.

SARO

Stanno ammazzando tutti i vecchi, per fare spazio?

POSTINA

No, tutti i pensionati derubati! Chi dice ch’è stata una vestita da monaca, chi dice è stato uno vestito di zorro, sta di fatto che i pensionati, sono messi male

SARO

C’è da spaventarsi! Nessuno niente fa, per evitare queste cose?

POSTINA

Non si sa chi possa essere! Sono così bravi che si travestono da monache, padrini ...(Si lancia su Saro stringendolo) Non si preoccuopi lo salvo io dalla gente cattiva.

SARO

(Si libera respirando)  Mi salvi da loro e mi soffochi tu! Togliti da qua, che non faccio entrare nessuno. Nemmeno ai testimoni di genova. Ora vai via!

POSTINA

Se ti vogliono ammazzare, fammi uno squillo che ti salvo! (Si alza) me ne vado.

SARUZZU

(imita a distanza la stretta di mano con la postina, la quale cerca di stringergli la mano, ma non riesce perché Saro la ritrae) Grazie di cuore di quello che hai fatto. Il Signore ti ripaghi! (la postina, resta immobile a guardarlo con occhi di chi chiede qualcosa) Che vuoi? Vai, in pace figliuola!

POSTINA

O non capisce, o finge di non capire! Me la meriterei la mancia, o no?

SARO

Certo! Siediti e mangia! Lì dentro ho un pentolone di pasta. Te la puoi mangiare tutta, tanto devo buttarla! (Le  porge la sedia)

POSTINA

A lei non può farle acidità nel centrino dell’ombelico, che devo mangiarla io! Dico, la ricompensa per il piacere che le ho fatto, niente mi da?

SARO

Non solo che ti faccio lavorare, vuoi anche soldi! certo che ragioni bene!

POSTINA

Ah si? se c’è vero il Signore, i soldi le devono diventare pidocchi! (Con un gesto della mano, lo manda a quel paese, e va via)

SARO

Non solo che la faccio lavorare, vuole essere anche pagata! Dovrebbe pagare me che la tengo impegnata, e si lamenta! Bho! Poso questi soldi in cassaforte. (Sta per uscire e si ferma) se li metto là, chi li ha presi la prima volta, ci ritorna! (Pensa) Dove posso metterli? Sotto il telefono! Chi si immagina che i soldi sono nascosti qua? Nessuno! Ognuno pensa posti segreti, e qua non cerca nessuno! (In  mano poche banconote) Questi pochi li metto nella cassaforte, così il ladro nota che c’è carestia! (Esce. Bussano e rientra in scena. Non c’è nessuno in casa! inutile che bussate!

LUCIA F. S.

Signor Saro, sono io Lucia! La prego mi apra! Non mi lasci fuori!

SARO

(di scatto va ad aprire) Per lei, subito mi rompo le gambe! (Entra Lucia. Indossa un vestitino con la gonna. Le bacia la mano) Signorina Lucia, è un piacere vedere che mi compare dentro le popille come a madonna

LUCIA

Il piacere è tutto mio. Mi scusi se l’ho disturbata, sono tornata per chiederle scusa. Mi sento tanto in colpa con lei.

SARO

In colpa con me? E picchì?

LUCIA

Ricorda due giorni fa quando la offesi dicendole parole offensive davanti mio padre? Mi sono pentita e non le do colpa! Durante il giorno chissà quanti ne vede come mio padre. Sono venuta a scusarmi, prima di partire!

SARO

(Commosso) Mi sta venendo una commozione celebrale, mai provata prima. Non ci pensi più. (Le porge la  sedia e gli si siede accanto) Ha detto che deve partire, dove va?

LUCIA

Vado in un altro paese. In questo, ho già dato tanto a quei poveri vecchietti. Vado là dove posso ancora dare, ma soprattutto ricevere!

SARO

Signorina, lei da a questo da a quello, e a me non mi da niente?

LUCIA

A lei? (ad ogni carezza, Saro fa il bambinone) a lei ho già dato! Anzi, lei mi ha dato più di quello che mi sarei aspettata!

SARO

(Scatta in piedi) un momento! Veramente io a lei, non h ancora dato niente! Non facciamo che ha abusato di me, mentreio dormivo, facendo il self service?

LUCIA

La sua ricompensa nei miei confronti è stata molto ma molto gratificante!

SARO

(Si vanta) Lei deve sapere, più l’età avanza, più prendono valore! Certe volte, quando mi avvilisco con mia sorella o mio nipote, mi arrivano ai piedi

LUCIA

(Si alza) prima di andare le volevo dire una cosa(Triste) Sono una povera vedova, casa in affitto, tanti debiti e un piccolino di cinque anni da crescere! Mi piace apparire bella, dietro di me tanti problemi! (Piange)

SARO

(Si commuove) Non pianga più, mi fa emozionare! (Cerca nelle tasche) Manco ho il fazzoletto per soffiarmi il naso! Non pianga più, se no, scolo tutto! (Si asciuga il naso nella manica)

LUCIA

Mi spiace averla ferita, le chiedo scusa! (Accentua il pianto) Morirò di fame

SARO

(Parla mentre piange) Lei mica mi ha ferito, mi sta spaccando il cuore a metà, comu un cocomero a primavera! Non si preoccupi, si risolve tutto!

LUCIA

Come si risolve senza soldi! Questi sono problemi miei, non suoi! (Piangendo, si avvia sulla porta lentamente. Girandosi lo saluta) Bye bye!

SARO

(Piange vedendo Lucia allontanarsi) Bau bau! (Viene colto da idea) Fermi tutti! (ferma Lucia sulla porta) Ho trovato a soluzione! i soldi glieli do io!

LUCIA

Lasci stare! Lei vive da solo, quei pochi soldi che ha le servono per vivere!

SARO

Mi dica quanto le servono, che glieli do io i soldi.

LUCIA

Me ne servono così tanti, che non oso nemmeno dirglielo!

SARO

Non si preoccupi, osi osi! Nella vita bisogna aiutare chi ha di bisogno, per costruire una casetta in canadà! (Allude al cielo) Allora, mi dica!

LUCIA

Mi servirebbero cento euro per comprare un piatto di pasta a mio figlio!

SARO

Aspetti che vado a prenderli. (Esce da destra di corsa andando in bagno e rientra dandole i soldi) Ecco qua!

LUCIA

Non è giusto dargli solo la pasta! Mi servirebbero cento euro per comprargli anche il pane!

SARO

Giustissimo!un attimo! (Di corsa va,rientra dandole i soldi)

LUCIA

Gli do il pane semplice? Mi servono altri cento euro per condirlo con pancetta, porchetta, calamari, salsiccia! (Saro di corsa esce e rientra con i soldi, sempre più affaticato) Dopo il pane non gli do nulla? Mi servono cento euro per comprargli la frutta fresca stagionata! (Saro di corsa va, rientra col fiatone e da i soldi) Che fa dopo la frutta gli faccio mancare il dolce? (Saro esce e rientra strisciando a terra e le da i soldi. si rialza a stento) dopo il dolce mio figlio...

SARO

(Adirato) aah! Lei non pensa a suo figlio ch’è abituato a morir di fame, appena vedi tutto questo cibo, dalla felicità, scoppia di salute!

LUCIA

Ha ragione! Non ho parole per ringraziarla! Mi ha dato cinque cento euro! Come farà ad andare avanti, fino a che non le daranno l’altra pensione?

SARO

Stia tranquilla. La pensione è già in casa!

LUCIA

(Sorpresa) ah bene! Allora penso che non partirò più per oggi. Mi tratterrò ancora un po’ solo per lei! (Dandogli teneri pizzicotti sulla guancia. Saro s’intenerisce) 

SARO

(Felice) Per me?

LUCIA

(Lo accarezza dolcemente, facendolo rabbrividire) Solo per lei! ho tanto ma tanto bisogno di coccole, di una persona bella e buona come lei!

SARO

(Si addolcisce alle carezze) Signora Lucia, con le carezze che mi fa, sta risvegliando la bestia ch’è in me. Non dica ch’è colpa mia se le blocca la crescita! (Qualche secondo) ...facciamo una cosa! Mi aspetti qua, vado e torno!

LUCIA

(Spaventata) Mi lascia sola? Non mi dica che va dai carabinieri, vero?

SARO

Ma quando mai! Si metta comoda. Faccia come se fosse a casa mia. ( Indietreggiando fino alla porta, le manda bacetti la quale risponde. Poi va, lasciando la porta socchiusa)

LUCIA

Riesco a farli cadere tutti ai miei piedi! altro che ladra, il mio era un destino da diva! (Ride) Prima che torni sto scemo, vado a prelevare la pensione dalla cassaforte...se non erro la combinazione è (Pensa ) ah si! 1,9,5,0. È stato un gioco da ragazzi scoprirla. La maggior parte dei vecchietti, usa la propria data per paura di dimenticare il codice! (esce, rientra scossa) è vuota! Mi ha detto di averla presa. Mi ha mentito! Oppure li ha nascosti da qualche altra parte! (Cerca in tutti gli oggetti visibili in scena) ma dove li ha messi? Do una controllata in bagno (Esce da destra)

SARO

(entra in punta di piedi con un mazzo di fiori. Si sentono urla di disperazione. Sottovoce) Si sta facendo bella per la prima notte di miele con me, per stare incollati a fare zic zac. Le faccio una sorpresa! (Si nasconde dietro la poltrona, in modo che Lucia non lo veda)

LUCIA

(Esce disperata) ma dove sono, dove sono! (Lucia va a telefonare) Sono Laura! (Saro si meraviglia) – Non venire, non ho trovato nulla! Chissà dove cavolo li ha nascosti i soldi, quel cretino! – Me l’avevo detto di aver preso la pensione. Proverò un altro giorno visto che non trovo nulla...(Lucia esegue un movimento rotatorio, facendo cadere il telefono. Vede i soldi e li prende ridendo) Li ho trovati! Quell’imbecille li ha nascosti sotto il telefono! (Saro si morde le dita) Ti aspetto, ma cambia vestito stavolta, non vorrei che capisse qualcosa! (Lucia ride e si conserva i soldi. Saro fa rumore per caso. Lucia sistema il telefono ed esce da destra. Saro esce)

SARO

(Parla piano) la scusa della vedova allegra, mi ha fregato! (Nervoso) Mi fidavo di questa zoccola fitusa, fa più schifo del gabinetto pubblico!

LUCIA F. S.

Chi c’è di là? È lei signor Saro?

SARO

(Con falsa serenità) Si gioia! Sono io! Che fai di là, rompiti le gambee qua!

LUCIA

(entra in scena) Mi perdoni signor Saro, temevo ad uscire credevo fossero i ladri! ( vede il mazzo di fiori) ops! Questi sono per me?

SARO

Sono per lei, però mi sa che ho sbagliato fiori. (Col sorriso) Se sapevo tutto questo, le portavo un mazzo di crisantemi!

SARO

Appunto! (Nel modo di porgerglieli, fa la mossa senza che lei lo noti, come se volesse tirarglieli) 

LUCIA

Lei è molto gentile! Sono stata fortunata ad incontrarla!

SARO

(Col sorriso) quello che dico anche io! Con lei mi sono messo l’acqua dentro il rubinetto fuori! (bussano) Non aspetto nessuno e non apro. (Lucia va per aprire) Ferma lei! perché ha tutta questa premura di aprire? Aspetta qualcuno?

LUCIA

Non aspetto nessuno! Apro per educazione! Potrebbe essere qualcuno che ha di bisogno! (Va ad aprire)

SARO

Chi ha pietà degli altri, le proprie carni le mangiano i cani!

COMPLICE TRAVEST. DA DONNA

(ben vestito. Si camuffa la voce da donna) Buongiorno a tutti! Lucia figlia mia, ha cinquant’anni che ti cerco! (Piange due secondi. Vede Saro) Questa persona somiglia alla buonanima di tuo nonno Ciccio Perafico, quello morto di astioperosi. (Saro si tocca) Chi è il tuo fidanzato?

LUCIA

Ma che dici mamma! questo è il signor Saro. È una persona speciale!

COMPLICE

(Dandogli la mano) Piacere, sono la mamma di lei, mia figlia di suo patre!

SARO

(Dandogli la mano) piacere, sono il nipote di mio nonno, figlio di mio padre.

COMPLICE

Figlia mia, da una stretta di mano ho capito che la fortuna è cieca. Tu incontrando a questo bravo signore, l’hai presa in pieno!

SARO

Io a lei non la conosco. No per farmi i fatti suoi, a lei chi gliela detto che sua figlia era qua?

LUCIA

(Il complice non sa che dire ed esita. Lucia interviene a lampo) è stato l’istinto materno a portarla da me! Vero mamma?

COMPLICE

Ca certo. Se non era per l’istinto io non venivo. Lui, mi ha detto la strada per arrivar fin qua. Lei deve sapere (A Saro) la mamma è sempre la mamma!

SARO

(La guarda bene) Lei, mamma con quella faccia? A me sembra un incrocio tra omo sapiens e femmina non sapiens.

COMPLICE

Visto che ha dubbi, cosa ne esce fuori?

SARO

Una  persona cogliones!

COMPLICE

A me ste cose? Lei deve ringraziare che c’è mia figlia che mi guarda, se no le strappavo la lingua e la portavo dalla sarta!

LUCIA

Perché dalla sarta?

COMPLICE

Per fargli misurare le parole a questo maleducato, quando parla con me! Cosa è questa volgarità con una signora di Ottanta voglia di campare. Ma poi, lei mica è mamma, e non può capire che significa istinto!

LUCIA

Signor Saro, le chiedo scusa se mia madre ha inveito su di lei, è l’età che la porta a sbandare di cervello! Accetti le mie scuse!

SARO

Non si scusi affatto Signorina Lucia! Sono io che mi scuso con lei! (Guardando il complice per bene, il quale cerca di nascondersi il viso) vero ca mi mancano dieci gradi sotto zero nella vista, lei somiglia a un mendicante. Vero? 

LUCIA

(teme che Saro, capisca la truffa) Il mondo è piccolo, ci somigliamo in sette

COMPLICE

Dilla la verità. Vero, ho un fratello gemello, chiede l’elemosina è zoppo Mischino! (Piange) quando ci penso, mi eccito!

LUCIA

(Al complice) Su mamma non fare così! Signor Saro io e mamma andiamo!

COMPLICE

(Gemendo) Si, andiamo. Voglio andare a sfogarmi a casa. piangere nelle case delle persone, mi fa emozionare!

SARO

(Prende in disparte Lucia) so che non è il momento giusto, siccome ci terrei a rivederla, le chiedo se me lo potesse dare, il suo numero di telefono!

LUCIA

Certo! (Dalla tasca esce un biglietto) Questo è il mio biglietto da visita. Usualmente lo do nelle case di riposo per anziani, per fare la badante. Per lei farò una eccezione! (Gli da il biglietto)

SARO

Non si preoccupi, con me a voglia di guadagnare soldi. Le farò una pubblicità che i soldi li guadagnerà ad alluvione!

COMPLICE

Le raccomando, ogni ventisette del mese, ci chiami a me e mia figlia, che veniamo a fare piazza pulita.

LUCIA

(Lo spinge a d uscire) Ci vediamo Signor Saro. A presto! (gli manda bacetti e Saro ricambia. I due escono) 

SARO

(furioso) Che gli potesse seccare la radice quadrata dei piedi a tutti e due, così non camminano a consumare gente! Senza volerlo ho scoperto i ladri che fregano le pensioni. (Guarda il biglietto che le aveva dato Lucia) La signora Lucia...ma quale Lucia, anche il nome ha falso, si chiama Laura! Brava e gentile, dal dispiacere quasi me la sposavo, invece vedete che faccia da butt... (Si tappa la bocca e lancia il biglietto. Si siede con tristezza, poi va a telefonare) Ciao Ninetta! Scusa che vi disturbo. Venite tu e Totò, vi devo parlare con urgenza. Vi aspetto! (Chiude chiamata. Va a sedersi segnato dal dolore. Qualche secondo e bussano. Saro apre ed entrano Lucia e Totò affannati)

NINETTA

(Saro torna a sedersi) che c’è Saro con questa urgenza?

TOTO’

Zio stai male? chiamo il dottore?

SARO

(Afflitto) Grazie, sedetevi. (Ninetta e Totò si siedono) non preoccupatevi. State sereni, tanto io non merito tanto interesse da voi!

TOTO’

Ma che dici zio! Se non lo meritavi, ne io ne mamma venivamo di corsa!

SARO

Vi ringrazio con tutto il cuore. Vi ho chiamati per chiedervi...scusa!

NINETTA

Quali scusa?

SARO

Quella di avervi fatto ladri dei miei soldi, buttandovi fuori casa! dubitavo di voi, non credendo alla vostra sincerità! (Si inginocchia e piange) Perdono!!

TOTO’

(dispiaciuto si guarda con la madre, poi alza lo zio) Non c’è bisogno di metterti in ginocchio! Anche se tra noi c’è stato un malinteso, non significa ti portiamo odio! L’odio è degli ignoranti! Non pensarci più! Siamo una famiglia sia nel bene che nel male! (Saro piangendo abbraccia Totò, unendosi anche Ninetta)

NINETTA

(si siedono tutti) almeno, li hai trovati i soldi? 

SARO

No, ma ho scoperto chi è stato. Al paese da un periodo di tempo, girano due che ingannano i vecchi e gli fregano la pensione. A me è successo due volte, con una donna. Ha scoperto il codice della cassaforte, ancora non so come (Pensa) non facciamo quando mi accarezzava, mi tirava i vermi dallo stomaco e io...

TOTO’

Quanto tira un pelo da donna, nemmeno un carretto di vitelli!

NINETTA

Ti sei fatto fregare! Dovresti saperlo che, quando il diavolo accarezza è segno che vuole l’anima! come hai potuto fare a cascarci?

TOTO’

La femmina quanto vuole fa! A noi maschi ci girano e rigirano come vogliono loro. Noi cretini che ci caschiamo. Le donne, sono la consumazione!

NINETTA

(Adirata) Siete i maschi che avete il cervello sempre ad un obiettivo! E mi fermo qua!

SARO

Ascoltatemi, voglio risolvere questi situazione dei soldi

TOTO’

Vuoi risolverla adesso che sei stato cornuto e mazziato? Prima dovevi farlo!

SARO

No peri soldi. voglio fermare a questi due ladri. Non voglio che continuino a fregare povera gente che vive con una misera pensione.

NINETTA

Mi piace questa idea! che vorresti fare?

SARO

Mi serve anche il vostro aiuto, soprattutto il tuo, Totò! Di quei soldi che tu ricicli, ne hai ancora?

TOTO’

Per mia sfortuna, per vivere faccio sempre quel lavoro. Che ne devi fare?

SARO

Senti a me, prendi tutti i soldi che tieni dentro e me li porti qua a me ora stesso, che poi ci penso io!

TOTO’

Sei pazzo! Vuoi che mi arrestino? Sono assai! E poi, l’hai scordato che sono sorvegliato? Appena mi vedono con qualcosa di sospeto, mi arrestano!

SARO

Ninetta, pensaci tu! Mettili dentro una pentola, fai in modo che agli occhi della gente, non pensino che ci siano soldi!

NINETTA

Prima che succede un manicomio, mi fai capire cosa ne farai con sti soldi?

SARO

Se vi dico il peccato, non posso dirvi il peccatore! L’applauso alla fine dovete farmelo, no ora! Poche parole! Ninetta, vai a casa e portami sti soldi. Totò non venire, ti faccio sapere io quando puoi venire! Sbrigatevi!

TOTO’

Ti faccio avere quello che mi hai detto, non facciamo che mi fai arrestare?!

SARO

Scherzi?! Fammi avere sti soldi, e poi vedrai come finisce. (Ninetta e Totò escono. Si cerca le tasche) dove l’ho messo! (Trova il biglietto da visita a terra) eccolo! (Compone il numero) Pronto? Signora Lucia! Disturbo? – le volevo dire, che la vorrei invitare a casa mia – non può venire? Peccato, le avevo preparato un regalino d’oro! Cose di lusso! Sta venendo di corsa? Stia attenta a non rompersi il collo! Porti anche sua madre, ce ne, anche per lei. baci baci! (Chiude telefono,sputa al telefono) puh, che gente inutile! Non poteva venire, appena ho detto oro, le si sono drizzate le orecchie. Io sono buono e caro, ma le presa in giro non mi piace! Sono venute a rubare nella casa del ladro! (Bussano) Chi è?

NINETTA

Io sono rapi! (Saro apre ed entra Ninetta affaticata con un mastello pieno di vestiti. Lo poggia a terra) mi sono tolta la vita per portarli fin qua.

SARO

(Esclamazione di ira) Porca della bella acciuga! Che mi prenda un colpo in testa prima a  me, poi a te! Ti avevo detto di portarmi quelle cose subito e sei venuta a vendermi vestiti!

NINETTA

Apri gli occhi e guarda qua (Ninetta rovescia il mastello coi vestiti, cade un sacco, Saro apre e vede i soldi) ti sembra che scemo ci sei solo tu, anche io sono intelligente!

SARO

Brava! L’idea dei vestiti è stata meglio della pentola. Senti che fai, vai dentro e di a Totò che mette dentro uno zaino, tanta carta. Più ne mette, meglio è!

NINETTA

Che vuoi fare il falò nello bidè? Oggi, non ti capisco proprio!

SARO

Fai troppe domande! Digli a tuo figlio di fare questo lavoro e venite tutti e due! (Ninetta esce) Che ci vuole a capirmi! Allora, questo sacco dove lo poso? Che sono scemo. Dentro la cassaforte! (Esce e rientra senza sacco) almeno sono sicuri! (Ride sarcasticamente) oggi, voglio farmi due risate! Devono essere così belle, che devono uscirmi le tonsille dallo stomaco! (Bussano e va ad aprire)

LUCIA

(aprendo, entra col complice travestito da donna) eccoci qua signor Saro!

SARO

(Col sorriso) Che piacere rivedervi! Oggi devo mangiarmi tre chili di care in più! (Si salutano e si siedono) Accomodatevi! Spero di non avervi disturbate!

COMPLICE

(Voce da donna) quando si tratta di soldi, può chiamarci sempre! Io e mia figlia siamo come la purga. Dove entriamo, facciamo piazza pulita! (Lucia gli fa segno di star zitto)

SARO

Invece io sono come il cibo. Mi faccio prendere in giro lasciandomi mangiare, ma prima che mi cacano, lascio una acidità che brucia anche le corna! (Sorride con sarcasmo)

LUCIA

Signor Saro, mi aveva detto per telefono che mi aveva fatto un bel regalino d’oro (Guarda in giro con gli occhi) non vedo nulla!

COMPLICE

Si anche per me c’è! l’ho sentito dal microfono del telefono! Non rimangi la parola, se no le viene l’acidità nelle corna!lei l’ha detto!

SARO

Lo so.lo so quello che ho detto. Si calmi signora Lecca lecca!

COMPLICE

(Si altera) Come si permette a chiamarmi Lecca lecca, le pare che sono collega di sua sorella?

SARO

No, mi sembrava fosse parente del mio dottore. Entrambi avete in comune una cosa sola. (Fa le corna) torniamo a noi! Vero il fatto del regalino, ma questo alla fine perché c’è la sorpresa!

COMPLICE

(Smaniosa) Ce lo dica ora cosa è il regalo. Non mi faccia stare sulle spine!

SARO

Per carità! Non voglio nessuno sulla coscienza! (Prende un’altra sedia la porge al complice) si sieda qua che non ci sono spine. (Il complice si siede) le gratta più il fondo culo? (Complice dice no) Calmatevi, prima c’è il dolce e poi...

LUCIA

Signor Saro, come mai parla con questi doppi sensi? Qualcosa non va?

SARO

Doppi sensi? Io cammino a senso unico! (Parla in confidenza) Vi ho fatto vnire, perché sono contento! Lo stato, ha fatto un concorso nazionale di impiegati statali, tra milioni di persone ho vinto il concorso come il pensionato più intelligente d’ Italia!

COMPLICE

Vedete che colpo di culo! I cretini hanno sempre più fortuna!

LUCIA

(Con cinismo) Ci ha fatti venire, per mostrarci la coppa?

SARO

La coppa? Il coppone mi hanno dato! Un momento che vado a prenderlo! (Sta per uscire e si blocca sulla porta di destra. Si dispera con se stesso attirando l’attenzione dei due)

LUCIA

Cosa le è successo? Si sente male?

SARO

Maledetta vecchiaia! Ho dimenticato il codice segreto per aprire la cassaforte! Siamo nei guai. Senza codice non la posso aprire più!

LUCIA

(Dispiaciuta) mi spiace! Non posso aiutarla! Il codice segreto lo sa solo lei!

SARO

Allora niente, ve ne potete tornare a casa, non posso farvi vedere il coppone!

COMPLICE

Non ci chiami più per farci perdere tempo con la coppa del nonno! io e mia figlia, abbiamo tante visite da fare! (Afferra la figlia e spedita va verso la porta, le due donne erano gia fuori quando Saro dice...)

SARO

Altro che coppa del nonno! lì dentro ci sono una montagna di soldi! (i due illuminati da quella parola, rientrano con energia)

LUCIA E COMPLICE

1950! 1. 9.5.0. questo è il codice 1.9.5.0. apra subito!!!

SARO

(bacia i due sfiniti dalla corsa) Vero! L’avevo in pizzo alla lingua! Meno male che lo sapete voi il codice segreto! Senza di voi, rimanevo nudo e crudo!

COMPLICE

(Col fiatone) Pisello moscio, se me lo dicevi prima che ci sono soldi lì dentro, te lo davo subito il codice!

SARO

(Col sorriso) Aspettatem qua, vado a prenderli! (Esce da destra. Le due donne stanche, si siedono)

LUCIA

Pensi che si sia reso conto che siamo state noi a dargli la combinazione?

COMPLICE

L’hai visto in faccia? Si vede lontano un chilometro che ha il cervello bruciato! Se avessimo dieci cretini come lui, non ci sarebbe bisogno di girare tanti paesi, per fregare a questi stupidi pesionati!

LUCIA

Cretino dici? ma se ha vinto il concorso come pensionato intelligente!

SARO

(rientra col sacco, posandolo sul tavolo. Ai due si illuminano gli occhi) Vedete come è pesante? Vi pare che sono spicci? Sono banconote da 200 e 500 euro! (mostra i soldi pigliandoli dal sacco) Non parlate più?

LUCIA

Non avevo mai visto, così tanti soldi!

COMPLICE

(Afferra il sacco) Questa si ch’è una bella sorpresa! (Cerca di andar via col sacco) Arrivederci e grazie!

SARO

(Ferma il complice, togliendogli il sacco) Aspetta, dove vai bobby solo! Questo è mio e resta qua!

LUCIA

Mi scusi, allora la sorpresa cosa è? Pensavo fosse questa!

SARO

No no! Questo è il mio premio d’intelligenza! La sorpresa per voi, si trova in casa di mia sorella Ninetta! Aspettatemi qua, non muovetevi che vado a prenderla. Un momento che poso questo sacco(Esce da destra. I due si parlano a gesti, si bloccano appena rientra Saro) Regalo come quello che vi devo fare io, nessuno è capaci di farvi! Aspettatemi qua! (Esce da sinistra)

COMPLICE

(Va alla finestra, si assicura che Saro sia lontano e sorridendo si strappa la parruca) meno male che è il pensionato più intelligente del terzo mondo! Ha lasciato la pecora in bocca al lupo! (Ride)

LUCIA

Smettila scemo! Rimettiti quella parruca, potrebbe tornare da un momento all’altro! (Esce da  destra)

COMPLICE

Il tempo che torna, siamo ai caraibi, anzi no, alle sei ascelle (Ride a crepapelle)

LUCIA

(Affaccia la testa dalla porta) Invece di ridere aiutami a prendere questo sacco! (Il complice, va da Lucia. Entrano, portando il sacco sul tavolo)

COMPLICE

(Prendendo i soldi dal sacco, li odora) che bel odore che fanno questi soldi, sembrano puliti puliti! Sai che ti dico? Sposati con quel cretino!

LUCIA

Ma che dici! Sono una ragazzina giovane e  bella! Merito di più! 

COMPLICE

Tu sposatelo, quando hai bisogno di fare(Allude all’atto sessuale) lascia e raddoppia, mi chiami! (Si avvicina per darle un bacio, Lucia è premurosa)

LUCIA

Smettila, non è il momento! Piuttosto, dove li mettiamo questi soldi?

COMPLICE

Ce li portiamo con tutto il sacco!

LUCIA

Il sacco no! Se controlla mentre siamo ancora qua, siamo fritti! Mettili nella borsa e il sacco lo riposiamo nella cassaforte!

COMPLICE

Ma quale borsa! Nun ce l’ho! (Lucia si dispera) stai calma, appena mi abituo a fari la femmina, la borsa non la dimentico più!

LUCIA

Non abbiamo nemmeno un sacchetto! (Cerca in giro in casa, ma non trova nulla. Da fuori si sente fischiettare Saro. I due si spaventano) è già di ritorno! Come facciamo adesso?

COMPLICE

Me li infilo dentro le mutande! (Inizia a prendere qualche soldo e li mette dentro i pantaloni. Lucia lo ferma)

LUCIA

No lì! Devi metterli in un posto che non diano nell’occhio, non troppo evidenti! (Il fischiettio sempre più vicino) vai in bagno, corri! (Il complice prende la parruca ed esce col sacco)

SARO

(entra) eccomi qua. Velocissimo! (Non vede il complice) signora Lucia, dov’è sua madre?

LUCIA

È andata un attimo in bagno! L’ha portata la sorpresa?

SARO

La sta portando mia sorella! Fra un po’, vedrete che bella sorpresa che vi faccio! (Esce da destra il complice con la pancia gonfia. Come fosse incinta)

Ma come! La lascio bene, e vengo a trovarla incinta!

LUCIA

(aiutandolo a sedersi gli parla all’orecchio) ti avevo detto che non dava nell’occhio! (normale) mamma, che ti è successo? Chi ti ha messo incinta?

COMPLICE

(Affaticato) figlia mia, non so nemmeno io come è successo. Penso due cose. O sono stati i peperoncini arrostiti che mi hanno gonfiato lo stomaco. Oppure, l’odore delle mutande di tuo padre, mi ha messo incinta. (A Saro) Lei l’ha portata la sorpresa? (Bussano)

SARO

Ecco la sorpresa! (Apre ed entra Ninetta e Totò con uno zaino sulle spalle) Signori, vi presento mia sorella Ninetta e mio nipote Totò. (Si stringono le mani)

TOTO’

(guardando il complice) guarda che bella signora! ma cosa è un transalpino?

COMPLICE

(infastidito parla con la sua voce maschile) ueh! Abbiamo fatto il militare assieme! Poca confidenza!

NINETTA

(al complice) Signora, ma di quanti mesi è?

COMPLICE

(Torna con voce femminile) Di undici mesi signora!

TOTO’

Cosa è, un asino elaborato?

COMPLICE

Peggio! Già mi arrivano ai piedi! meglio che me ne vado! (Si alza per andare e Saro lo fa risedere)

SARO

Stia calma, che fra un po’ arriva la sorpresa! Ninetta, dalle la sorpresa alla signora!

NINETTA

Sorpresa? Quale sorpresa!

SARO

Totò, dagliela tu la sorpresa a ste due signore!

TOTO’

Zio, ma quale sorpresa! ho portato quello che mi hai chiesto tu, e basta!

LUCIA

Da quello che posso dedurre, ci ha prese in giro! Non c’è nessuna sorpresa!

SARO

Signora Lucia, non si offendi la sorpresa arriverà (Bussano con insistenza)

CARABINIERE F. S.

(carabiniere fuori di testa) Aprite! Disgraziati vi siete chiusi dentro! Aprite o faccio ‘na strage! (Saro Apre la porta ed entra il carabiniere. Un tipo molto esaltato. Tiene la pistola dalla canna, puntando il calcio sui presenti) Fermi tutti! il primo che batte sopracciglio faccio una macelleria! (Cammina come un pistolero del west. Scrutando tutti Meglio se i suoi passi, accompagnati da sottofondo west.) Mi chiamo Ciccio Sgarrapicca! Lavoro per un pugno di dollari, certe volte pure per beneficenza! Ho il settimo senso per stanare i delinquenti! Quando questi mi vedono, si sparano soli per paura d’incrociare il mio sguardo agghiacciante! Io sono me medesimo, il terrore del west! (Saro sbadiglia ed emette un urlo, facendo spaventare il carabiniere che si nasconde) aiuto, ci sono i fantasmi! Si salvi chi può!

SARO

Signor torrone del west, sono stato io. Mi è uscita un poco di atmosfera dal naso! (il carabiniere è imbarazzato)

TOTO’

Meno male che è terrone del west! Con uno come questo, vinceremmo la guerra!

CARABINIERE

(Puntando la pistola) Fermi tutti! o vi sparu due sarde salate in testa, che vi faccio bruciare i capelli (Guarda il complice non facendosi persuaso) Scusi, lei ha la faccia da maschio e la pancia da femmina, come mai?

COMPLICE

Sono un incrocio! Dalla faccia alle tettine somiglio a mio padre, dalle tettine alla pancia a mia madre. dall’ombelico in giu, somiglio a mio padre!

TOTO’

Signor carabiniere, questo è un transgenetico! (Ride)

COMPLICE

(Voce da uomo) Trans tuo padre c’è, scimunito!

TOTO’

(Infuriato) Se vengo lì, ti gonfio la faccia come un tamburino (Si stava per scagliare sul complice)

CARABINIERE

(Puntando la pistola su tutti) Fermi tutti! O vi sparo due piselli senza piombo che dalla velocità, ve li faccio fare aciditità! (A Totò, il quale ha già le mani in tasca) tu che fai il sapientone, sono qui per te! ti sorvegliavo da giorni, seguivo ogni tuo passo. Aspettavo il momento di trovarti con le mani nel sacco! Sei finito! (Ride)

NINETTA

Veramente mio figlio ha le mani in tasca, no nel sacco!

LUCIA

Si però, suo figlio un sacco sulle spalle ce l’ha! Ha ragione il signor sbirro!

SARO

No no, quello è zaino no sacco! Voi non capite che...

CARABINIERE

(interviene) Fermi tutti! o vi spremu come uva e vi imbottiglio come funghi sciampignon! Decido io! L’ho trovato con le mani nel sacco, ma però ce li ha sopra le spalle lo zaino! Non voglio nemmeno vedere, so cosa c’è lì, (Annusa lo zaino) sento l’odore di sporco! Andiamo in carcere

COMPLICE

(Premurosi)Signori voi fate con comodo. Noi ce ne andiamo!

SARO

(Li ferma) un momento! Signor piedipiatti, prima di rovinare la sorpresa finale, lei non può incolpare mio nipote senza nemmeno aver visto cosa ha dentro lo zaino! E poi, non urli che c’è la signora maschiaccio ch’è incinta!

NINETTA

Mio figlio è innocente! L’ho fatto io, quindi lo so ch’è innocente!

CARABINIERE

Innocente? Allora in carcere cosa è andato a fare, una vacanza? Su non perdiamo tempo, svuota stu sacco a pelo e vieni con me!

NINETTA

(Con rabbia) ooh, ma quale sacco col pelo! Questo zaino è del mio tris nonno, quando si prese la laurea di zappatore! È uno zaino storico, senza sbagliare!

CARABINIERE

Ok, mi chieda scusa signora! svuota lo zaino della preistoria, subito!

TOTO’

È inutile che hai fatto e detto zio, ora sempre in carcere me ne torno, per colpa tua! (Svuota lo zaino e cade a terra tanta carta)

CARABINIERE

Ora possiamo andare in carcere!

SARO

(Prende un po’ di carta per terra e la fa notare al carabiniere) lei è il torrone del west che arresta un ragazzo, perché nello zaino ha carta?

CARABINIERE

Carta? (la guarda bene) Io pensavo fossero ...

SARO

Lei non deve pensare, deve guardare! Mio nipote mi stava portando carta per arrostire carne di porco! L’hai visto con i suoi occhi, che sopra il conto di mio nipote, vi sbagliavate? Mio nipote non è un truffaldino ne ladro! È onesto!

CARABINIERE

Allora è vero, ci siamo sbagliati sul suo conto! Farò rapporto di quanto ho assistito e farò sciogliere la sorveglianza! Strano, sentivo puzza di ladro, sarà che mi sono sbagliato! Anche se la sento ancora! (Lucia e complice piano piano si dirigono verso la porta) dove andate voi due?

LUCIA

(Impaurita) Andiamo via, mamma ha le doglie! (Tutti guardano il complice silenzioso. Lucia gli da un colpo di tacco sulla gamba, e urla dal dolore) Avete visto? Andiamo!

SARO

(li ferma) Ve ne andate proprio ora, che c’è la sorpresa? Ninetta vai a prendere di là il vassoio con  lo spumante che avevo preparato. Si festeggia! (Ninetta esce. Rientra e divide i bicchieri con  lo spumante) Brindiamo a mio nipote che finalmente è assolto dalle accuse. Brindiamo per questo bebè che nascerà! (Va dal complice e gli tocca la pancia. Nota che si affloscia. Tutti si meravigliano) un momento! Ragazzi, il bambino si sono fregati!

NINETTA

(Traumatizzata) Signora, può essere che il bambino è nato e lei non l’ha visto uscire?

TOTO’

Può essere ch’è morto annegato! (Ninetta si dispera)

CARABINIERE

Può essere che la pancia è tutta molle, perché il bimbo è ricchione come la madre?

SARUZZU

Silenzio. Nella mia prima vita, facevo il ginecologico. Se mi permettete, visito io! (Le infila la mano nella pancia, se pur venisse respinto dal complice)

CARABINIERE

Fermi tutti! Levi le mani dalla pancia della signora, o l’arresto per molestie sessuali a masculi incinti! (Saro esce la mano tira fuori soldi) Soldi?

TOTO’

Guardate che fine ha fatto il bambino! Si è sfarinato tutto!

CARABINIERE

Fermi tutti! So io cosa sono. Quelli sono spermatozoi stagionati!

SARO

(Lucia e complice impauriti. Al carabiniere) Controlli e mi dica cosa sono!

CARABINIERE

(Controlla e appura la falsità dei soldi) Ma questi sono...falsi! (punta la pistola su Lucia e complice) Fermi tutti, o ti faccio abortire io sparandoti due colpi di anestesia cu botto! Dove li avete presi quei soldi falsi! parlate!

COMPLICE

Signor sbirro la colpa non è mia! la colpa è di questo qua (Punta il dito su Saro) questi sono soldi suoi, che ha vinto nel concorso nazionale di pensionato più intelligente d’ Italia!

SARO

Io pensionato intelligente? Se lo fossi, mi troverei a hollywood, no qui a leccare la sarda, dalla fame!

CARABINIERE

(Al complice) Mi prende per i fornelli? (Prende dalla tascha una agenda e annota tutto) Verrà processato  per  offesa ad un pubblico ufficiale.

COMPLICE

Mi ascolti, questi soldi non li prendevo io. Li prendeva questa signorina (Indica Lucia) poi me li dava a me, arrivati dentro, ce li dividevamo!

CARABINIERE

(Si appunta tutto) Verrete arrestati per te tu e te io, cioè traffico di soldi sporchi in luogo chiuso!

LUCIA

Signor sbirro, però sti soldi li abbiamo rubati dalla sua cassaforte! (Di Saro)

CARABINIERE

Li avete anche rubati? Verrete arrestati per rapina a mano disarmata!

COMPLICE

(Parla con voce naturale, maschile e toglie la parrucca) Signor sbirro, vede sono maschio, era tutto uno scherzo!

CARABINIERE

Ha pagato i diritti d’autore alle donne per essere diventato donna? (Complice dice no) Cosa? Sarà arrestato con l’accusa di pirateria per aver masterizzato corpo femminile!

LUCIA

La prego, non ci arresti! E la prima volta che ci capita una confusione del genere! Con gli altri  pensionati derubati, non ci è mai successo!

CARABINIERE

Cosa? Significa che avete truffato altra gente! Verrete arrestati per molestie pensionistiche a pensionati  violentati psicologicamente!

SARO

Ve lo posso dare un consiglio? È meglio che vi state muti, ch’è meglio per voi! Se no, trent’anni di galera non ve li risparmia nessuno!

CARABINIERE

Lei pensa che se la caveranno con qualche anno di carcere? Li farò uscire quando diventeranno uomini primitivi! (Gli da le manette, facendogliele mettere da soli) Arrestatevi da soli. Porgo le scuse da parta dell’arma dei carabinieri a te Totò. Goditi la vita! (Totò gli da la mano) E ora, (Urla come un militare) Attanzion...attanzion!

COMPLICE

Ma che schifio vuol dire con questo grattarol!

CARABINIERE

Ho detto attanzion, voce del verbo scricchiativi aricchi e fate attenzione! (Urla) Attanzion! (I due eseguono gli ordini) Pancia in fuori, culo in dentro, testa a nord, peri a sud! Amuninni picciotti! (Marciano come militari si avviano ad uscire)

SARO

(Implora alt al carabiniere, il quale ferma i due) Un momento! Scusate, vi è piaciuta la sorpresa? a lei signora Laura! Questo è il suo vero nome! Faccia con comodo, appena uscirà fra cent’anni, la aspetto per farmi da badante. Scusate l’espressione, ora che ho conosciuto a questa persona (Poggia la mano sulla spalla del complice) Posso dire che, è vero che le donne hanno le palle! (Ride insieme a Totò e Ninetta. I tre riprendono a marciare ed escono)

NINETTA

(Tutti e tre felici si abbracciano) Che bello Totò, da oggi in poi sei libero!

TOTO’

Tutto questo, grazie allo zio Saro!

NINETTA

Solo ora capisco la sorpresa finale! Saro, come ti è venuta l’idea del concorso del pensionato più intelligente d’ Italia?

SARO

Per ingannare ai due ladri! Però, dopo quello che ho fatto, me lo meriterei un premio come pensionato più intelligente del paese. Ho fatto arrestare a due truffaldini che rubavano i pensionati!

NINETTA

Grazie a te, si sono sitemate tutte cose!

SARO

Di questo ne sono felice! pero anche io sono rimasto senza soldi per colpa di quei disgraziati! Ancora devo aspettare un mese per prendere la pensione!

TOTO’

Non preoccuparti zio. Un letto e un piatto di pasta da noi, non ti manca!

SARO

Io vi ringrazio, ma tu non lavori, tua madre nemeno. Io soldi per far la spesa non  li ho, come si fa?

TOTO’

Stamattina è venuto a cercarmi un amico per lavoro. Io gli ho detto che non m’interessava. Ora corro e vado a dirgli che me lo prendo! Da oggi la mia vita è cambiata! Mi sono pulito dei miei peccati, voglio rinascere, voglio crearmi una bella famiglia, grazie a te! Ti voglio bene zio Saro! (I due si abbracciano)

NINETTA

Ragazzi, ci siamo persi in chiacchere e non abbiamo festeggiato più! (Divide i bicchieri) Festeggiamo ad una nuova vita ricca di pace, di salute di amore verso Dio e il prossimo! Soprattutto brindiamo alla faccia di chi vuole il male degli altri e campa sopra le lacrime della gente! Vero che si dice: (Con la mano fa segno di rubare) Frega frega che Dio perdona tutti, ma è anche vero che, chi va per fregare resta fregato! Auguri! (Brindano. Cala il sipario)

Fine

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