Vedovo arzillo… cerca compagnia

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Vedovo cerca nuova compagna

VEDOVO ARZILLO… CERCA COMPAGNA

commedia brillante in due atti

di Calogero Maurici

                                         (elaborata da  Rosanna  Maurici)

   

Turi           Conforto                   (il vedovo)

Cuncetta  Sempreviva               (la compagna)

Monia      Conforto                    (la figlia di Turi)

Giulia      Conforto                    (l'altra figlia)

Sandro     Conforto                    (il figlio)

Calogero   Lanza                        (il marito di Giulia)

Nino   Mira                                 (il marito di Monia)

Donatella   Pizzica                     (la moglie di Sandro)

Olga   Cavalla                            (vicina di casa di Turi)

Peppe  Fuso                                (l'amico di Turi) 

                                                                                                       (tel.autore)  abit.   090/638009

                                                                                                                           cell.    3393359882 

A  Nicola Cefalù, grande comico ed a tutti i suoi bravissimi componenti della  compagnia :dal regista, attori e tecnici "L'Armonia di Cefalu" -PA-

A Federico Pandolfino, attore poliedrico ed amante del teatro.

Alla compagnia San Vitale di Carpineti con grnade affetto.

                                                                                                                ( con grande affetto da  Calogero Maurici)

Vedovo arzillo…cerca compagna

commedia brillante in due atti

di Calogero Maurici

(elaborata da  Rosanna  Maurici)

          Difficilmente  scrivo cose non attuali anche se sto attento alla spettacolorizzazione (in senso bonario) e non per sfruttare con spregiudicatezza un qualche avvenimento, ma per aiutare gli attori, il regista a rendere ancor più esilarante la storia.

          Per certi versi questa commedia puo' essere considerata la continuazione di:

                "Ora ca a mamma muriu..cu su teni u papa" già rappresentata da diverse compagnie con uno strepitoso successo.

          In questa ci troviamo di fronte al personaggio di Turi (vedovo da tre anni)  che ha tre figli di cui un maschio.Turi dopo aver fatto l'esperienza di rimanere con le sue figlie  un mese da una , un mese dall'altra, decide di ritornare a vivere da solo in casa sua.

         Dopo alcuni mesi, sentendosi ancora arzillo, come gli piace defenirsi, decide di trovarsi una compagna e cosi con l'aiuto di un amico scrive una lettera ad un'agenzia matrimoniale.

         Le due figlie non appena sanno delle intenzioni del padre, temendo di dividere anche quel poco che possiede il padre con una estranea, cercano di convincerlo a non farlo.

         IL figlio Sandro, "giovane molto vivace" prima di essere sposato con Donatella, una donna dalle due facce che vuole apparire aperta rispetto alle cognate, che ha soggiogato letteralmente il marito e con la sua apparente "apertura" e grande "opportunismo",  si schiera dalla parte del suocero per ottenere anch'essa dei benefici.

         Una vicina di casa  per' altro vedova, che da qualche anno fa il filo a Turi, ma quando viene a sapere che quest'ultimo si vuole risposare comincia ad architettare degli stratagemmi.

        

         Turi pensa di essere felice con la nuova compagna, "Cuncetta Sempreviva" pensa di essere giovincello, arzillo, in realtà le intenzioni di Cuncetta sono ben altre e non quelle di vivere una vita serena con Turi.

          Olga la vicina di casa sempre intransigente scopre le intenzioni di Cuncetta e dopo una serie di tentativi negativi, finalmente assieme alle figlie di Turi riescono a mettere all'erta quest'ultimo.

           Quando Turi scopre che Cuncetta è un' approfittatrice di vedovi per scippare loro dei beni,

cade in una delusione profonda, capisce di aver sbagliato, chiede perdono alla defunta Carmela e pensa che l'amore, la compagna della vita per lui sia una.  

S C E N A  I°

(Turi, l’amico Peppe, Olga)

Tur.   Ti cconfesso caro Peppe che da quando sono uscito dalle case dei miei figli mi sento megglio…mi sento un giovanotto! Un mese da una e un mese dalla’altra . Al posto di coccolarmi…se ne fregavano e poi si volevano mangiare la mia  pensione…ma io sono stato furbo, mi  sono stufato e me ne sono venuto a casa mia…solo…ora mi sento rinvigorito…. ringiovanito.

Pep.  E rincoglionito!…

Tur.   Si io sono ringoglionito, tu sei fuso di nome e di fatto… Alla mia età certe cose non li doveri pensare più, invece caro amico io mi voglio passare una vecchiaia come se fossi ancora un giovanotto…mi voglio trovare una compagnia…

 

Pep.  E chi ci voi fare purtroppo la vecchiaia è brutta, ad una cera età non serviamo

          più meglio rimanere soli, come me….      

Tur.   Ma che dici, quale certa età…e soli…io mi sento ancora nel fior fiore della

gioventù, ho voglia ancora di sentirmi maschio…maschio, con la M maiuscula…mi sento un fuoco dentro, ho voglia di uscire i miei bollenti spiriti, Peppe non poi immaginare come sono bollenti…bollano… meglio di un timbro, mi sento un fuoco dentro…senti per mea,  una compagna ci vuole…

Pep.  Ma quale compagna, poi ti scippa i soldi, poi ti fa avvilire, poi ti litighii con i tuoi figli, poi gli devi dividere la roba a metà e …poi…

Tur.   (interrompendolo) Poi…poi….poi…ma a calmare i miei desideri bollenti però ci deve pensare lei…caro Peppe da quando è morta  la buon’anima di mia moglie sono asciutto, fradicio, anzi secco, però il sangue ce l’ho sempre caldo…caro Peppe, ora metto un annuncio sul giornalei… cuori solitari… e mi cerco una compagna…(fa segno di sentire caldo) Oggi non entra manco una goccia d'aria.

Pep.  Una goccia d'aria!… sei fuso…Ma che stai dicendo….

Tur.   Anzi perchè non te la cerchi pure tu, cosi facciamo pure ogni tanto una gara a chi fa di più l’amore…(Peppe guarda il pubblico stupito)

Pep.  OH! Santissimo a questo  nella vecchiai la testa gli è fusa…

Tur.   Se sono fuso è perchè non voglio stare da solo, voglio una compagna, voglio l’amoreeeeeeeeeee…

Pep.  Non è che ti parte verso di me? Io compagna non ne voglio, i me soldi non me li faccio mangiare da nessuno…

Tur.   Ma pezzo di cretino a chi li devi lasciare…te li porti nella tomba e poi te li mangiano i vermi…tu ora mi aiuti a scriveri l’annuncio e poi all’agenzia glie l’ha lasci tu stesso e nessuno deve sapere niente…i miei figli lo sapranno alla fine, forse un girono prima che mo sposo…

Pep.  Io pensu che non ti faranoo sposare…

Tur.   LA vita è miaè… e decido io della mia vita…

Pep.    Purtropppo  quando in famiglia ci suno artriti…

Tur.   Artriti!..si dolori reumatici. (prende carta e penna) tieni, scrivi che ti detto io…GIOVANE…SIMPATICO…

Pep.  (guarda stupito prima il pubblico poi lui) Come giovane simpatico…

Tur.   Perchè non sono simpatico…

Pep.  Simpatico si…ma Giovane!…

Tur.   Allura scrivi: Giovane anziano cerca…

Pep.  Ma come giovane anziano…

Tur.   Oh! ma si capriccioso… anziano di bella presenza, alto biondo con gli occhi azzurri…

Pep.  Si, il principe della bella favola…

Tur.   Anziano di statura non troppo alto cerca compagna per eventuale sviluppo…

Pep.  Ma che barzelletta?

 

Tur.   Mizzica…Anziano di bella presenza, vedovo con moglie defunta da anni…

Pep.  Turi, ma sei fuso…

Tur.   Ved che me la scrivo io…anziano di bella presenza, vedovo di bella presenza, sistemato con ottima pensione, cerca vedova di compagnia con il sangue ancora nelle vene…per vivere insieme…

Pep.  (al pubblico) Dovete vedere che chi zoccola deve capitare!…

Tur.   Che hai detto?…

Pep.  No niente…ho detto che i tuoi figli appena lo sanno…

Tur.   E chi glie lo deve dire…manco appena parto per il viaggio di nozze gli dico…

Pep.  Secundo me ti stai dando una zappa nelle tue mani…

Tur.   La zappa nelle mani!…poi dici che non è vero che sei fuso…(entra Olga

          Cavalla vicina di casa, pettegola anch’essa vedova, e che da tempo fa il filo a  

          Turi.  Preferibilente una donna prosperosa)

Olg.   Turi, pensavo che eri solo, inveci ogni volta ti trovo con peppe…ma mai ti trovo solo! Preferisci la sua compagnia, ma non pensi che la mia sia meglio? !

Tur.   ( al pubblico) I me bollenti spiriti si raffreddano subito quando la vedo…   

Olg.   Peppe, ma non hai niente da fare, se permetti  io dovrei diri du parole a solo a Turi e di  una certa intimità…

Tur.   Oh mamma mia!

Pep.  Va beni me ne vado…

Tur.   Aspetta un poco  Peppe…(lo trattiene)

Olg.   (lo spinge verso la porta d' uscita) E perché deve aspettare…

Tur.   Non mi lasciate Pepp…

Olg.   Peppe o te ne vai o ti prendo a pedate nel sedere….

Pep.  Guarda che devo finire in ospedale…

Tur.   Non mi lasciare Peppe..

Pep.  Ma dici che hai i bollenti spiriti e il sangue caldo…

Tur.   Si ma con questai spiriti diventano fantasmi e il sange mi diventa acqua…

Olg.   Peppe e vattene altrimenti ti affogo…

Pep.  Va bene…va bene…Turi poi vengo…

Olg.   Basta che non ti fai vedere quando ci sono io… (Peppe esce) Turi allora, che

           dici

ci hai pensato di maritarmi o voi resatrei sempre senza  una compagna…(mentre gira attorno il tavolo per prenderlo anche Turi gira) ma non ti faccio un effetto strano?…(si tocca il seno)

Tur.            Si mi fai veramente un effetto strano!…(ironico)

Olg.   Ma perchè non ti fermi e ci stringiamo stretti stretti…(continuano a girare attorno al tavolo)

Tur.   Quannu mi stringo soffoco, mi manca l’aria…

Olg.  E te la do io l’aria che sono meglio di una finestra spalancata…

Tur.   A me piace l’aria del  balcone…

Olg.   Ma guarda che bello il mio balcone, più fiorito di cosi… (si tocca il seno) e fermati…

Tur.   Mi sta scappando a pipi…

Olg.   T’aiuto io a farla…

 

Tur.   No, perchè poi si emoziona il pi  pi  no… quando viene tenuto da altri non piscia più…(và nella stanza, poi Olga vede il foglietto dell’annuncio che aveva scritto Peppe e che aveva dimenticato lo prende e lo legge)

Olg.   Figlio di buona madre!…io è da anni che ci vado appresso e lui si vuole maritare con un’altra, e poi mi dici che non voli perchè ci dispiace per sua moglie, l’unica donna della sua vita…ma io ta te la faccio!… o tu  ti mariti con me o con nessuno (si mette il biglietto in tasca poi esce Turi) Turi sai, io ti ammiro per certi versi, che pensi a tua moglie, che no guardi nessuno, che non ti vuoi sposare che nessuni ti fa salire il sangue in testa…

Tur.   (vittima) Ormai alla mia età il sangue non m’arriva manco nei piedi figurati   in testa…e poi poverina di mia moglie, non si merita che io sto con un’altra, (piagnucola) l’amori è uno solo  nella vita… uno…

Olg.   Certo che per ora ti sta vedendo, di quanto ci si stato fedele e sicuramente sta piangendo…

Tur.   (finge di piangere) Certo che lo vede, i morti vedeono tutte cose…meglio dei vivi…

Olg.   Comunque pe ora me ne vado, ma non mi rassegno…poi vengo…(esce)

Tur.   (smette di colpo di fingere) Che le venga una pipita dentro…la…la…vita!

         Menomale che Peppe ssi era portato  l’annuncio se no se questa lo vedeva!…

          (mentre si riempe di profumo canticchia) E dire che è la comare di mia moglie… CARMELA…CARMELA…. Bella comare che avevi, però tu lo vedi io sono forte, non cado nella tentazione… che dici? Di lontano me la posso prendere, con i vicini no… mai… non ti preoccupare…ora mi vado a prendere la pensione… (entrano le figlie)

         

S C E N A  II°

(Turi, Monica, Giulia e Olga)

Tur.    Care figlie…che camminati come i carabineri a due a due…

Giu.   Che stai facendo papà…

Tur.   Che mi vedi fare di strano.

Mon.   Il letto è sistimato, hai cose da lavare, lenzuola…

Giu.   Ti prepariamo da mangiare…

Tur.   Tutto a posto…non vi preoccupati, da quanto sono uscito dalle vostre case  mi 

            sento un altro…

Mon.   Che vuoi diri che te la passavi male…

Giu.     Tu  hai deciso di andartene…a me non mi pesavi…

Tur.      Pesavi… pesavi… ma se manco avevate una bilancia…anzi l’hai comprata?

Giu.    Papà pure tuo genero ti rispettava…

Tur.     Si…ammazza quanto mi rispettava!.. io nientei mi scordu…mi avete 

            comprato il materasso ortopedico, la poltrona, la televisione, quando vi ho   

            detto che avevo soldi messi da parte…Comunque ora sono a casa mia e sono   

            ringiovanito, ognuno ha le sue  abitudini…

Mon.    Si vede che sei su, sembri un altro veramente…

Giu.       Pure a casa nostra era su, faceva scena…

Tur.       Fatemi sbrigare perché devo andare a prendere la pensione.

Mon.      Oggi!?…Due mesi son passati già! Manco me lo ricordavo…

Giu.            Manco io mi ricordavo che  oggi era il tuo girono…(fanno le furbe)

Tur.    Prendetevi un po’ di fosforo…cosi vi ricordate meglio…(poi al pubblico) filibustiere!…le altre cose se le scordano ma il girono delle pensione mai…

Giu.  Papà ti aspettiamo, nel frattempo prepariamo le cose che dobbiamo lavarti…

           Cosi li mettiamo nella nosrta lavatrice.

Mon.   Son passati due mesi già!…

Tur.   La pensione ogni mese la danno ora…

Mon.Giu.    Ah! vero è!…

Tur.   (mentre esce al pubblico) Fino a casa mi vogliono scippare, ma non ci escono più nientei…(esce)

Mon.   E’da   quattro mesi che no ci da manco diecimilalire…

Giu.   E chissà quando rimaniamo ancora senza prendere niente…

Mon.  Lo sto vedendo strano…hai sentito com' era bello profumato…

Giu.    Ho sentito…sentito…si compra i dopo barba e i profumi di marca…

Mon.  Che dici ti porti tu stavolta le  lenzuola…

Giu.   Va bene…(entra nell’altra stanza a prenderli)

Mon. Vuole fare il giovanotto…a sta età!…(mentre sistema qualche cassetto, ad un  

            tratto trova un profilattico e lo prende) Signure mio, che cose…che cose…un    

            preservativo!…Ma mi pari vecchio, non è che è da anni che è quà, non ci

            credo che l’ha comprato adesso…e che deve farei…(entra Giulia) Giulia,

            guarda cosa ho trovato nel cassetto…a me mi pare vecchio…

Giu.     Ma che dici…a me mi pare fresco…ma non è che si porta qualche  

            malafemmina dentro…poi si marita ci scippa i soldi e proprietà e noi restiamo  

            comu i baccalà…

Mon.    Dobbiamo stare attenti sorella…(bussano, entra Olga) Salutiamo signora

             Cavalla…

Olg.      Ti dico sempre chiamami Olga e non per cognome…Vi  ho visto entrare, ho

              visto uscire vostroi padre e sono venuta perchè è giusto che vi avviso, non lo

              faccio ne per sparlare né per  rapportare…vostro padre si vuole maritare…

Mon.    Dai signora Olga…

Giu.   Queste fesserie chi le dice…

Olg.   Sono sicura di quello che dico…ma non lo vedete di come è arzillo, di come si     

           In profuma, di comu si veste, di come…

Mon.          Signora Olga, le persone parlano troppo…

Giu.    Mio padre si atteggia cosi, ma  non ce l’ha fa più a niente…

Olg.     E come mai si compra ogni tanto quelle cose… e forse li tiene dentro

            pensando a qualche avventura… ce l’ha fa  ce l’ha fa ancora!…

Mon.    E lei come lo sa che si compra quelle cosei…

Olg.     Me ne accorgo che gli e li porta il suo amico, io dalla finestra pare che non

            vedo niente, ma vedo pure i peli che si muovono di tutti, soprattutto di vostro  

            padre…

Giu.     Podarsi che ha ragione…apri questa mano, falle vedere che hai

            trovato…(Monica apre la mano e gli e lo mostra)

Mon.   A me sembra vecchio, a quando c’era ancora la buon’anima di mia madre…

Olg.     (lo prende, lo guarda bene) Ma quale vecchio e vecchio, questo è fresco, si e

             no puo’ avere una decina di giorni, Settebello… di marca bona è… resistenti,

             difficilmente si rompono, in ogni scatola ce ne sono sei, fino a tre anni fa

             custavanu cinque  milalire, ora ho sentito che li hanno aumentati e manco

             sono più resistenti come quelli di una volta, uno quando li deve comprare è

             meglio che li compara di marca buona…(le due sorelle stupite si guardano

             stupite)(quesdta monologo è facoltativo)

Giu.     Signora Olga più pratica di noi è…

Olg.     LA buon’anima di mio maritu usava sempre questi, mandava me per

            comprarli, io mi vergognavo e al farmacista gli dicevo… un pacco di sacchetti

            di plastica piccoli…

Mon.    Comunque po’ essere… ma che si vuole  maritare non ci crediamo…

Olg.      (mostra loro l’annuncio) Leggiti…leggiti…

Giu.      Mamma mia, ma che pazzo…a chi si vuole mettere a casa…

Olg.      Giusto, meglio a una che conosce…

Mon.   Quando si r imarita, ci tocca il cinquanta per cento di quello che ha….

             alla consorte.

Giu.            Mamma mia, non possiamo rischiare…

Olg.    Facciamo un patto, io vi aiuto a mettere il bastune in mezzo, me lo spèoso io io e proprietà non ne voglio, non voglio niente, vi lascio tutto, voi non sapetei da

           Quanto tempo ci vado appresso!

Mon.   Signora Olga, mi dica la verità: non è successo mai niente con lei vero!?…

Olg.  Questa è la mia disperazione! Che non è successo mai niente, perché lui mi rifiuta…A quest’ora a voglia di entrare ed uscire dalla farmacia a comprare sacchetti di plastica piccoli.

Giu.   Questo annuncio lo teniamo noi, lei non sa niente…

Olg.   Va bene, mi raccomando mettete una buona parola per me, almeno ci consoliamo a vicenda…lui si senti un fuoco, io mi sentu la paglia, a voglia ddi accendere! Ora me ne vado …(esce)

(S C E N A   III°)

(Turi, Monica,Giulia,Peppe)

Mon.  Non gli facciamo capire niente, ora parliamo pure con i nostri mariti, parliamo pure con Sandro, perchè anche lui deve essere d'accordo che non si rimarita.

          Tranne che sua mogliei Do na te lla non fa sempre a furbarella!

Giu.   Non possiamo rischiare di perdere sti quattro soldi che ha da parte…dopo tanti anni di sacrifici, ora arriva una che lava, che stira quattro cose e si piglia la metà….no…no, assolutamente…facciamo in modo sorella di portarcelo a casa.

         

Mon.  Pazienza un poco di sacrifici…prima li facevamo senza che volevamo…

Giu.   Ci ha fatti disperare menomale che poi si è deciso di andarsene a casa sua…ora invece ce l’ho teniamo perché vogliamo noi...vedi come si rovesciano le cose…  (entra Turi)

Tur.   Ogni volta al  posto di crescere la pensione, la diminuiscono…

Giu.   Veru papà e come mai…

Tur.   E che ne so io…

Mon. Comunque, noi ce ne andiamo, più tardi veniamo  assieme a Sandro...

Giu.   Io vengo con mio marito…

Mon.  Pure io vengo con mio marito…

Tur.   E come mai venite tutti assieme!

Mon. Dicono che è da molto che non ti vedono.

Tur.   Ah! Ma ditegli che la pensione l’hanno diminuita…

Giu.   A loro che gli interessa…anzi papà se non ti bastano basta che  parli…

Mon. Si papà basta che parli…lo sappiamo che anche se uno è solo i soldi non bastano mai…

Giu.   Menomale che tu sei un tipo che vuoi restare solo…ciao. (escono)

      

Tur.   Si solo, voglio restare, vi devo fari  una sorpresa…(ride) solo…a me il sangue mi sale e mi scende e loro vogliono che resto solo…speriamo che si presenta una bella ragazza…ragazza proprio no, magari una bella femmina…(entra Peppe)

Pep.  Turi ciao…

Tur.   Ciao Peppe, assettati amico mio, non mi diri ca già ci purtasti l’annuncio all’angenzia, dimmi c’eranu vedove c’aspittavano, cuntami tutti cosi, a cu vidisti, e com’eranu…(euforico) matri chi sarà bello, mancu ci cridu… io Turi assieme ad una vedova, matri…matri…u pilu m’arrizza…

Pep.  Turi l’annuncio me lo sono scordato quà dentro…

Tur.   Che dici! Che stai dicendo! Ma sei fuso…

Pep.  Fuso ci sono vero, perché è il mio cognome…Si me lo sono scordato, sopra il tavolino…

Tur.   Che ti venga un verme, un cento piedi dentro la lingua…io sopra il tavolino non ho visto niente…

Pep.  Come non hai visto niente.

Tur.   Quando te ne sei andato, non c’era niente, e io pensavo che tu l' avevi pigliato, chglie l’avevi portato  e che già l’agenzia l’aveva  a n n o t a t o ,  perche se lo vuoi sapere io già mi vedevo…presentato!

Pep.  Ma lo scriviamo un’altra volta…e lo porto subito.

Tur.   Cretinu, si non lu troviamo, ho paura che l’abbiano trovato altrii e poi sono ca…ca…cavoli amari e poi mi veni più di difficile….cerchiamo…cerchiamo…                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               (cercano) periamo che è caduta, ma di sicuro sopra il tavolino era?…

Pep.            Mi pare di si…

Tur.   Manco sicuro sei…(apre il cassetto dove c’era il profilattico) Pure quello è sparito e come mai!

Pep.  Che cosa è sparito Turi…

Tur.   IL sacchetto di plastica dove conservavo la banana… 

 Pep. Turi scriviamolo di nuovo e gli e lo porto subito…

Tur.    Ma come devo fare con te, mi devi aiutare e mi fai cadrìere… dai siediti e scrivi di nuovo.   (prende carta e penna) dai scrivi...che aspettti…

Pep.  Non mi ricordo più… (Turi s’innervosisce) Signure mio vero fuso è!

Tur.   Anziano non troppo anziano, con buona pensione, vedovo da anni ma sempre arzillo, sempre pieno di amare, cerca donna anche vedova ma non troppo anziana, ma che sia arzilla, disposta a rimanere sotto il tetto coniugale e sotto il letto coniugale disponibilissima di amareeeee… la e allungala di più possibile…va bene cosi…metticci l’indirizzo e tutto e portagliela  subito…vai vai…

Pep.  Prima che gli e la porto ci faccio una paio di fotocopie cosi se la perdo abbiamo  le riservei…(esce)

S C E NA  IV°

( Turi, Monica, Nino, Giulia, Calogero, Donatella, Sandro)

Tur.   Signure mio, meglio che resta solo questo, perchè se si sposa di quanto è Fuso…imbranato, che gli deve fare a sua mogliei…(si siede rilassato) Io penso che il primo annuncio l’ha perso lui e mi ha detto che se le scordato… ah! che bello quando ssono solo e nessuno dei miei figli ci rompe la testa…(bussano, entrano Monica col marito Giulio)

Mon. Papà ciao…

Nin.   Papà salutiamo…ma lo vedo un poco moscio…lei per forza vuole restare solo.

Tur.   Veramente mi sento più sù ed arzillo di quando ero a casa vostra…

Mon.  Papà noi siamo venuti per dirti che io e Nino dopo tanto riflettere abbiamo deciso che puoi ritornare a casa nostra…

Tur.   Mi dispiace...già ci sono rimasto assai da te e da tua sorella io mi trovo meglio a casa mia.

Nin.   Papà…

Tur.   Papà…papà…come mai mi chiami senza difficoltà ora…prima di quà che ti usciva questa parola ti veniva la diarrea…(bussano, entra Giulia con il marito Calogero, che ha sempre prurito e si gratta ovunque)

Cal.   Papà…Papà…(ha sempre prurito dappertutto specialmente nel sedere)

Tur.   Senti a a quest’altro… (poi al pubblico) a quello gli veniva la diarrea a lui ilu cacarone e gli aumenta il prurito!…

Giu.   Papà…senti, io e Calogero decidemu dopu una riflessione che solo non puoi stare.

Tur.   (al pubblico) E sono due!

Cal.   (sempre col prurito) Papà in fin dei conti abbiamo capito che ci manca ci manca veramente… (addolorato)

Tur.   (verso il pubblico) Vi presento i miei due generi…unu si chiama Mira Calogero  e l'altro Lanza Nino… Praticamente MIRA-LANZA bei prodotti…

 

Mon. Papà ci manchi veramente…

Nin.   Pari  una cosa cretina invece è cosi…

Giu.   Papà possiamo fare sei misi ciascuno…

Cal.   Giusto perchè un mese ciascuno ci si stancava…e tu papà merita di stare bello, comodo, servito, reverito e coccolato.

Tur.   Tutto quello che dicevo prima io ora lo dicono loro! (al pubblico)

Nin.   Avevamo comprato tuttu già…il materasso ortopedico,la televisione, le carte siciliane…

Cal.     Il borotalco, la pizza ce la mangiamo spesso…

Mon.  Non ti devi affaticare di niente…I soldi della pensione, il libretto per versare   

             ci  pensiamo tutto noi...

Tur.  Veramente a queste cose vorrei pensarci io…e poi non mi va di non affaticarimi…io mi voglio affaticare…mi sento vespo….(fa scena)

           Ma mi voglio affaticare solo nella mia casa…voglio restare so lo.

Giu.   Papà ma ci pensi mentre mangi e ti va qualche cosa di traverso, che ti prende subitu l'acqua… (Turi fa scena)

Mon.   O mentri che ti fai il bagno, scivoli nella vasca e ti rompi la schiena…

Cal.    O  l'osso sacro…il femore…

Nin.     O l'osso del collo…il bacino…

Giu.     O di notti mentre dormi e ti affoghi e non hai tempo di alzarti…

 

Cal.     O quando ha la febbre forte, chi glie la mette la supposta…

Mon.          O mentre camini dentro cadi e ti poi rompere una gamba…una…

Tur.   (al pubblico) Che sono sfortunaaaaaaaato!.. Oh!…ma che mi volete

            morto…ma andate tutti a quel paese….affocatevi, scivolate, rompetevi il

             collo voi

Nin.   Ma noi lo facevamo per te papà…papà… non vogliamo che resti solo…e nei momenti di sconforto cu ci duna conforto.

Tur.   Io solo…perchè di cognome mi chiamo CONFORTO!

Giu.   Papà perchè sei testardo…

Tur.   Io resto a casa mia…solo, anzi in compagnia, se lo volete sapere io mi marito…

Mon.Giu.  Ti mariti!!!

Cal.Nin.   Si marita!!!

Mon.Giu.   Con chi!

Cal.Nin.      Con chi!…

Tur.   Pappagaddi!!!

Mon. Papà ma ti fai scippare i soldi…(entrano Donatella e Sandro)

Giu.   Sandro vedi che papà si vuole sposare, diglielo tu che non è giusto.

San.  (sta per parlare e la moglie lo blocca)

Don.  Sandro…se tuo padre si vuole sposare a noi non c'interessa, la vita è sua…

Mon. E finiscila di parlare in italiano…e non t' intrometterei tu…Sandro ma ci pensi

           una estranea a nostra casa…(Sandro sta per parlare e viene bloccato)

Don.  Io sono aggiornata, preparata in queste cose…Io leggo  e guardo la tivù…

Giu.   Fotoromanzi, e telenovele…

Mon. E le faccende di casa aspettano…

Don.  Sandro diglielo, le faccende aspettano?

San.  Non è vero, perchè quando arrivo dal lavoro, io mi metto subito a preparare, a

           pulire, la mia casa  brilla…brilla…

Cal.   La tua casa brilla, tua moglie sgrilla, e tu sei un brambilla

Don.   Prima non lo volevate a casa e ve la siete presi con mio marito…ora, non volete che si sposi…sieti faccioli…faccioli!

San.    Faccioli e ghiaccioli!…

Nin.    Cosa strana una nuora difente il suocero…

Tur.    Ogni tanto ci vuole…Mia nuora Donatella Pizzica…(poi al pubblico) Pizzica  

            bona!

Cal.   (gli viene più prurito) Ma guarda a questa di quanto è prepotente…

Nin.    Faccioli siete voi… (voltafaccia)

Mon.  (Alla cognata) Ma tu chi sei…chi sei…per dire che mio padre si puo’ maritare…a te non  ti brucia…

Tur.   No frattempu io vaiu o bagno (và)

Giu.   E che le deve bruciare a lei…non ci brucia niente a lei, non vedi che ancora è

           senza figli?..

 

Don.  Sandro hai sentito parla…parla…(sta per parlare e viene bloccato)

           Siete egoisti, pensate sempre all'interesse… e siete pure troppo chiacchiaroni,

           se fosse io la padrona della casa vi toglierei le chiavi e li darei solo a Sandro che non ha bocca per parlare di quanto è bravo…

Giu.   Certo con te come deve parlare…

Don.  Che volete dire…Sandro parla ..dille quattro cose, perchè sono convinti che

           sono io che non ti faccio parlarei…(guarda la moglie che gli da il permesso)

San.   Giusto dice mia moglie, voi siete faccioli, pensate all'interesse, siete egoisti,

            siete chiacchiaroni, e si fossi io il padrone della casa vi toglierei le chiavi e le

            darei solo a Sandro almeno lui non ha bocca per parlare…(poi alla moglie)  

            poi che hai datto?…

Don.  Niente basta cosi…

Nin.   Sei un burattino, un pupo, ti fai comandare la bacchetta…

Cal.   Ma che rappresenti la tua casa, ma dove l’hai trovata a questa, vai contro i tuoi interessi, lo sai che significa se si sposa, la metà della casa, a metà de soldi, a metà do terreno restano a matrigna…

Don.  A noi queste cose non ci interessano...diglielo Sandro…

San.  Giusto a noi queste cose non ci interessano…(rientra Turi)

Tur.   Con queste forti voci che facevate, la pipi non mi voleva uscire, più gridavate più si tratteneva…ma perché non andate tutti a!…Io mi marito, già ho fatto tutto, ho la moglie pronta, il ristorante pronto, la chiesa pronta, i fiori pronti, e l'albergo per la prima notte pronto…e a voi non vi invito…solo a mia nuora Donatella e mio figlio… (Donatella compiaciuta)

Don.  Grazie papà…Sandro ringrazia…

San.  Grazie papuccio…

Giu.   Papa, noi ce ne andiamo, a mente serena poi parliamo, senza faccioli piedi piedi… (In mezzo)

Mon.   Pure noi papà, poi parliamo senza pupi di pezza, burattini…

Nin.   Papà io gli dico di riflettere e di seguire il consiglio de figli…

Cal.   Delle figlie femmine!…e dei generi!…sinceri, leali, onesti…

Nin.   Onesti, di  buoncore, che capiscono  e che non  pre ten dono…(escono)

Don.  Papà mi deve scusare, ma io non ho preso le sue difese per scopo, perchè io capiscio che un vedovo che ancora si sente arzillo, non puo restare solo, vero Sandro…

San.  Papuccio si sente ancora  arzillo non puo’ restare solo…(ride)

Tur.   Quanto vado a prendere qualcosa e vi comprate quello che voletei…

Don.  No papà, lascia stare, perchè poi  le sue figlie pensano che approfittiamo, vero Sandro…

San.  Lascia starei papà….lascia stare…poi che poi vogliamo approfittare (lo trattiene insistendo)

Tur.   Io so quello che devo farei…( mentre và) Mia nuora si chiama Pizzica di cognome…e   PI ZZ ICA bene.      

Don.           Ma sei proprio cretino, bastava una volta dire lascia stare, a moumenti lo convincevi…ma fatti più furbo… anzi digli che sui sposa dato che lo stiamo difendendo, cosi alla sua morte pensa di più a te. (entra Turi)

 

Tur.   Ecco qua (sta per dargli trecentomilalire a Sandro)

San.  Ma non c'era di bisogno papà…

Don.  Non c'era ragiune…però li dia a me perchè io li so amministrare bene…

San.  E si ti voi maritari maritati papà…noi ti difendiamo sempre…

Don.  La vita è sua…Vero Sandro diglielo! (prima di uscire)

San.  La vita è tua papa...papuccio…Papà alla tua morte pensami…

Tur.   Prima che moio io, a voi tutti vi seppellisco…(escono)

S C E N A  V°

(Turi, Olga, Peppe)

                                                   

Tur.   Povero figlio mio, come si è ridotto…mah! Non vedo l'ora che mi sposo, cosi sono in compagnia, mi prepara da mangiare, mi prepara il bagno, gli indumenti, prepara il letto, e poi…(si strofina le mani) Cerimonia non n’è faccio, ai miei figli gli ho detto che la faccio, però non ne faccio… e manco al ristorante, solo al municipio…quanto mi rilasso un poco…( il tempo di sedersi e bussano, entra Peppe)

Pep.  Turi…tutto fatto…

Tur,   Dimmi tutto…dimmi tutto.

 Pep. Il titolare dell'agenzia mi ha detto che ce n’è una che cercava un vedovo bello

          arzillo, con una pensione discreta e che non si fa comandare dai figli…(Turi si

          atteggia)

Tur.   Mi ha trovato preciso…

Pep.  Poi me l’ha fatta vedere in una fotografia….

Tur.   E com'è...dimmi…dimmi!

Pep.  Bella!

Tur.   (fa scena) Uhmmm….bella e poi…

Pep.  Statura giusta…e mi pare che dalla faccia è una arzilla.

Tur.   Uhmmm…. arzilla…li lampadine com’ erano…

Pep.  La lampadine!…

Tur.   Le lampadine…(fa scena)

Pep.  Ah! ora ho capito…veramente manco si vedevano, perchè era messa a braccia conserte.

Tur.   Ma chi razza di fotografo cretino, le fa una fotografia e le fa mettere le  bracccia conserte. Ma non è che forse ha le lampadine a basso consumo e non se  li voleva fare vedere!..

Pep.  Io sono sicuro che è combinata bene in tutti i sensi, il titolare mi ha detto che stasera stessa vi incontrate e domani  potete maritarvi.

Tur.   Ora vattene, lasciami solo cche mi devo concentrare, di come è fatta, di comue la devo prendere, di dove la devo prendere, di come gli e lo devo dire!

          (Pep. saluta ed esce) (Turi euforico fa qualche passo veloce poi si siede) Quanto mi rilasso e mi concentro…(bussano, entra Olga) Mamma mia la cavalla c'è…

Olg.   Turi, solo sei, da quanto tempo sono affacciata alla finestra, con questo entrare ed uscire che c’è stato non sono potuta venire,  ora sei solo e non ti lascio facilmente… divento  una tigre…(Turi si alza e si mette dietro il tavolo) e tu, chi sei… dimmelo chi sei il mio leone …dimmelo…

Tur.   Io ho paura della tigre e del leone…(girano attorno al tavolo)

Olg.   (accennando al seno) Ma guarda che roba che c’è, l'hai davanti e vai cercando fuori, tu ti mariti a me, perchè la preferenza prima tocca ai confinanti, siccome io staiu vicino a te, prima tocca a me, si poi io non ti voglio è un’ altro paio di maniche…ma siccome io ti…am…am…am…(gesto di mangiarselo) ti rosico, ti spolpo, io non voglio ne pensione, ne terreno, io voglio te..(continuano a girare attorno al tavolo)

Tur.   Madonna Santa! Non puo’ essere perchè tu eri amica di mia moglie…

Olg.   Pure tu eri amico di mio marito…ormai lorosono rosicati dai vermi…

          Vieni quà, fermati che ti faccio ringiovaniri di ventanni…

Tur.   Ma che si è preso tre chili di peperoncino! (al pubblico)

         Fammi riflettere, fammi riposare, dopo domani ti do la risposta.

Olg.   Va bene, vedi che dopodomani voglio la risposta e non mi deludere…

         E ricordati che quando finisce la luci (accenna al seno) con queste paia di lampade al buio non ci rimani mai…(esce)

Tur.   Lei l’ha preso la lettera…Mamma mia, menomale che dumani sono già maritato…per le lampadine ha ragione, ce l’ha di trecento  kw…La signora Olga Cavalla…Cavalla, ma voi ve lo immaginate se questa si mette a cavallo chi la potrebbe togliere più …Carmela, cara moglie, non ti preoccupari non mi ci metto mai con lei, stai tranquilla, non cado sotto le sue lampadine, anche a costo di restare al buio, però di maritarmi, mi marito, ma con l’altra.. e non ti preoccupari, io lo faccio perché sò cche tu non sopporti che sto solo… ma nella mia vita prima c'eri sempre tu…(poi a bassa voce)  PRIMA!… (si chiude il sipario)

A T T  O   II°

S C E N A  VI°

(Monica, Giulia, Calogero, Nino, Cuncetta, Turi)

                                      (seduti commentano il matrimonio)

Mon.  Quelllo che mi brucia, è che al municipio manco ci ha calcolato ne mio padre  ne lei…la sposa Concetta Sempreviva.

Giu.   Dobbiamo cercare di non chiudere definitivamente il rapporto, se no rischiamo di perdere anchi il poco…poco per poco meglio poco che niente.

Cal.   La signora Concetta!…Concetta Sempreviva, chi razza di cognome… hai sentito come la chiamava tuo padre, Cetta…Cetta

Nin.   La signora Olga mentre venivamo qua ci guardava con due occhi sbarrati…

Mon.   Se ci poteva ammazzare perora eravamo morti. Comunque dobbiamo cercare di levarcela di mezzo più subito possibile o di fari orecchie da mercanti e aspettari il momento preciso…

Giu.   Io non so se ci riesco a fare orecchie da mercanti, a questa non gli faccio avere neppure un centesimo.

Cal.   A me per dirvi la verità non mi è calata, non mi è piaciuta, l'occhio fino ha…

Nin.   Manco a me è piaciuta, sarà un capitano ed un’approfittatrice…Intanto sono passati due giorni e non ritornano…

Giu.   Podarsi che se ne sono andati in qualche'Hotel di lusso a sei stelle e gli mancia già un sacco di soldi…

Mon. Soldi che potevamo trovarci di più ne conto noi per ora…

Cal.   (sempre colo prurito) Quello per ora si sente al settimo cielo e non capisce niente, a voglia  in farmacia di comprare sacchettini di plastica…(ridono col cognato, le mogli li guardano e smettono subito)

Mon. A questa non ci faccio avere e godere niente, se ne va sola sola, talmente si deve stufare con noi…

Giu.   A me mi è sembrata una cretina…e poi chi ci puo’ con me e mia sorella…

Cal.Nin.      Avete ragione! ( sentono rumori, Monica e Giulia si alzano facendo

                    finta di sistemare la casa, subito dopo entrano Turi e Cuncetta)

Mon.Giu.    Ciao Papà… (poi i generi) Ciao Papà… (Conc. e Turi si fermano)

Con.  (come un capitano, con cappello elegante e borsetta ,mentre Turi tiene la

            valigia) Turi, hanno salutato solo a te prima…

Tur.   Prima dovete salutare la mamma…mia moglie!

Nin.   ( al pubblico) Matrigna…peggiu da gramigna!

Mon. La stavamo salutando…subito.

Giu.   O prima o dopu non è lo stesso.

Con.  Non è lo stessuo il rispetto si vede anche in queste piccole cose.

Nin.   La prossima volta salutiamo a lei prima.

Con.  Certo mi salutate perché ve l’ha detto vostro padre, non perché lo sentite dal

            cuore.

Tur.   Comunque siamo stanchi morti, vorremmo riposare…

Cal.   Certu che siete stanchi…si vede…si vede…

Con.  Come mai siete qua a quest’ora?

Mon. Siamo venuto per dare una sistemata alla casa, per lavare qualcosa.

Con.  Non c'è bisognu più di lavare e sistemari d' ora in poi…

Nin.   Giustu, ora papà non è più solo.

Cun.  I camerieri perché ci sono…le lavanderie perché ci sono…( mogli e mariti si guardano)  Queste sono cose che ormai  ce la vediamo io e mio  ma  ri  to.

Tur.   Io e mia  mo  glie!

Cun.  Turi, le chiavi della casa lli dobbiamo avere noi soli…non per sfiducia, ma questo entrare ed uscire in qualsiasi momento puo' dare fastidiou…

Tur.   Giustu puo dari fastidio…

Nin.   (Al Pubblico) Come mio cognatu Sandro è diventato.

Giu.   Giustu…lavastovigghi non ce n’è, compratevelaa, o meglio chiamate a una che lava i piatti…quà dentro fa caldo, prendete a una chi vi sventola e vi rinfresca pure il cervello, le chiavi ve li diamo, chiudetevi e non apriti a nessuno…

Mon. Ma chi è lei…manco è arrivata e già si voli sbarazzare de figli…(i mariti li

           trattengono) lei…anzi senza lei, è un'estranea, anzi peggio di un'estranea, anzi

           mancu esiste proprio…(Calogero aumenta il prurito)

Con.  Vedete che sec mi salgono i cinque minuti…

Giu.   E se a me mi salgono i dieci minuti…

Mon.  E se a me mi salgono i quindici minuti…

Con.  E se a me mi salgono…(viene bloccata)

Tur.   Basta...basta…a cinque minuti a cinque minuti sietei capaci d'arrivare a un'ora…

Nin.   Calma…calma…

Mon. Papà  ma l’hai sentita che già detta  leggi…

Con.  Io le leggi li detto dentro casa mia, e con mio marioto…(quando dice con mio marito, abbracciarlo sempre)

Tur.   Ma dico io la volete finiri…tutti quanti…         

Giu.   Andiamo prima che ci vomitiamo perchè poi dobbiamo pulire noi. (escono)

S C E N A  VII°

(Concetta, Turi, Olga)

Con.  Certu che hai figli capitani…

Tur.   Tu manco scherzi, sembri un generale.

Con.  Turi ma non è che possono entrare quando vogliono.

Tur.   Giusto non possono entrare quando vogliono, specialmente con questa fame che ho. Mi hai fatto stare quasi tre giorni a casa di tua sorella e addirittura letti separati, e a me la fame mi sviluppava di più (si avvicina ma Concetta si svincola)

Con.  Mia sorella purtroppu quando sa che ci sono io, vuole dormire con me.

Tur.   Speriamo che non viene mai quà dentro.

Con.  Si mai, sapendo che sono sposata viene spesso…

Tur.   E io chi mi ccorico solo?

Con.  Quannu c'è lei purtroppo e cosi… Ma abbiamo tanto tempo...!

Tur.   E a me chi mi da da mangiare. Comunque abbiamo tanto tempo per ora…(avvicinandosi)

Con.  Sono stanca meglio riposarci per ora, poi siamo più rilassati e viene meglio. (Si siede e Turi si siede accanto a lei)

Tur.   Io ssono rilassato, sgrassato e attisato. (Con. si sposta e cambia discorso)

Con.  Turi dobbiamo sistemare questo fatto dei tuoi figli, forse fu troppu dura.

Tur.   Più tardi li chiamo e fate pace…per ora pensiamo alla nostra pace!

Con.  No, va e chiamali ora, risolviamo questo fattu e poi abbiamo tanto tempo di pensare a noi!

Tur.   Va beni, scappo e subito vengo, perchè non mi tengo

Con.  Perdi un po di tempo, spiegagli che dobbiamo andare d'accordo e che a io non sono cattiva.

 

Tur.   Non ti preoccupare, sono  preparato ma sempre  attisato.( alzato )

               (esce contento)

Con.  (prende il telefono e chiama la sorella) Io sono sorella, ancora di precisu non so se ce l’ha alla posta o alla banca i soldi, però ha un bel gruzzoletto …non ti preoccupari che subito lo so, poi ha un pezzo di terrenu, la casa non dispiace…Non ti preoccupari che gli scippo pure i peli dal sederino…dopo quattro mariti sono pratica …(ride) Gli ho detto che quando ci sei tu, ti corichi con me (ride) ha tre figli, due le ho conosciute, sembrano due capitani, ma con me si calano, du generi cretini, uno ha sempre prurito, poi ha un maschio che ancora non conosco, però dici ca è un mammasucco…va beni poi ci sentiamo ciao.(Bussano, entra Olga)

Olg.   Bongiorno pozzu entrare.

Con.  Prego…cosa vuole.

Olg.   Piacere, io sono la miglire vicina di suo maritu, ogni tantu ci vengo, perchè mia comare prima di moriri me lo diceva sempre… Olga mi diceva vieni spesso, picchi i miei figli non possono venire sempre, purtroppu si leva mutande (per metterlo in cattiva luce) ma mutande sporche!…e che disordinato quando si fa il bagnu, tutto peidi peidi lascia, vizi, quanti vizi che ha, quanti soldi chi spende per  giocare…quando beve non capisce niente e quannu si umbriaca quello che combina… mia comare poverinaè morta di crepacuore…poi Turi si voleva mettere con me, ma io sempre lontano dal matrimonio, per amicizia vengo, ma mai e poi mai per matrimonio. Lui quando gli chiedono che mi voleva, nega perché gli sembra male…anzi a tanti gli dice che ero io a volerlo , sotto questi aspetti è un tragediatore, se lei gli chiede se beve vino gli dice di no, insomma dici tutto al contrario….

Con.  Io spero che con me si mette la testa al posto.

Olg.   Difficili mi pari, a sta età a momenti prende la strada della vecchiaia…ora io vado, se dovesse avere bisogno mi chiami, e speru che diventiamo buone amiche…

Con.           Certo…e grazie…(entra Turi)

Tur.   Oh! Olga, te ne stai andando, è da molto che sei quà…

Con.  Poco, se vuole signora puo’ restare ancora un poco…

Tur.   Ma lei ha da fare, l'aspetta  la finestra!

Olg.   Vado ma ci vediamo, arrivederci signora. (esce) 

S C E N A  VIII°

(Concetta, Turi, Donatella, Sandro).

Con.  Ma siete buoni amici con quetsa…

Tur.   Buoni amici!.. È una ca mi voleva, ma o non la sopporto.

Con.  Ah! Turi ma vinu cco me no ne devi bere…

Tur.   Ma io astemico sono…

Con.  E quannu ti fai il bagno, bello ordinato…e la biancheria intima te la devi cambiare ogni giorno.

Tur.   Certo.

 

Con.  Turi com’è finita con le tue figlie…

Tur.   Ah! Mi hanno detto che più tardi vengono, però ho visto a mia nuora e mi ha detto chea a momenti arriva con il marito…voglio vedere quando ce l’abbiamo un po’ di tempo per  noi.

Con.  A voglia! (accarezzandolo) Abbiamo tanto tempo!(questo è il tormentone allungare sempre la e Teeeeeeeempo)

Tur.   Si abbiamo tanto tempo, una vita! (romanticone)

Con.  Turi non è ca i tuoi figli mi vogliono mettere  di furoi dalla casa casa, per i soldi che hai messo da parte , per il terreno...

Tur.   Tutto quello che è mio è tuo ormai (sempre più romanticone)

Con.  Ancora non mi hai detto quante case hai, quanti soldi abbiamo

Tur.   E se tu, ti sei coricata con tua sorella dove abbiamo avuto questo tempo di parlare?!…

Con.  Ora avremo tanto tempo!Quando c'è lei non possiamo parlare assai, non  ci possiamo coricare assieme, non possiamo fare niente…

Tur.   Allora dobbiamo fare tutto veloce quando non c’è lei…(gli si avvicina)

Cun.  (si svincola) A voglia! Abbiamo tanto tempo…ogni tanto lei viene…

Tur.   Ogni quanto…

Con.  Durante un mese puo' veniri sette otto volte…

Tur.   E quanti gironi resta…

Con.  Tre quattro giorni ogni volta.

Tur.   (al pubblico) Sono Agghiacciato!.. (entrano Donatella e Sandro)

Don.  Papà auguri…(anche Sandro fa gli auguri) auguri mamma…

          (anche Sandro)

Con.  Questa mi ha chiamato subito mamma, le altre matrigna.

Don.  Non dia retta alle mie cognate, perchè quelle sono due vipere.

          Sandro come sono le tue sorelle…

San.  Due vipere…

Don.  Ha visto, per dirlo puro il fratello senza che nessuno gli ha detto niente…oltre a due vipere sono due gelose, non lasciano vivere…é vero Sandro…

San.  Si, sono due vipere e due gelose e non lasciano vivere, nessuno mai me l'ha detto, io solo da me stesso lo penso.

Tur.   Va bene poi continuamo.

Con.  Che dolce questa nuora, mi piaci Donatella, vieni spesso cosi siamo tutto il giorno in compagnia…

Tur.   (al pubblico) Che bello, io moru caldo senza manco…

Don.           Ora andiamo, perchè dobbiamo andare a comprare un lavello…

San.  Mamma ciao, io l'aiuto sempre perchè sono un marito modello. (escono)

(S C E N A  IX°)

(Turi, Concetta, Peppi)

Cun.  Brava è questa nuora, e to figlio non ha la lingua lunga.

         Turi io vado a darmi una rinfrescata…poi più tardi mi faccio una doccia.

Tur.   Vengo pure io cosi ti lavo le spalle…

Con.  Non c'è bisogno, ricordati che abbiamo tanto tempo. (va)

Tur.   Si…si… abbiamo tanto tempo! fra i miei figli, fra Olga, fra me nuora, fra so sorella  … non ci resta mai di fare la cosa più bella  (bussano, entra Peppi) e che è…

Pep.  Compari, che si dice (ride) avete consumato  gia…

Tur.   Si, sono consumato!

Pep.  E racconta comu è stato come è stato…

Tur.   Ma che vuoi, ma maritati e poi  sai com'è…

Pep.  Io non mi marito, meglio che me lo raccontano gliaaltri com’ è, tutti dicono che provano piacire…ssono cretini, io invece lo sento dagli altri com’è, e provo piacire, almeno i soldi mei non se li mangia nessuno…

Tur.   Senti vedi che ha una sorella che rompre le uova nel paniere…

Pep.  E lei perché non li mette in un posto più sicuro.

Tur.   Bene va…Senti vedi che ti faccio conoscere la sorella cosi quando è quà ci fai compagnia e mi lasci libera la via….e tu se voi poi te  la puoi maritare…

Pep.  Levatelo dalla testa…(entra Olga)

Olg.   Turi. Ciao, e la tua mogliettina dovè…

Tur.   Si sta lavando…

Olg.   A quando a quando ti trovu senza di lei, a chi trovo quà, a Peppe…ma dico io fatti una passeggiata Peppe, vai  vai…che io e Turi abbiamo tante cose di dire e di fa…re… (sensuale)

Tur.   Che vuoi combinare….

Olg.   Se vuoi  ci possiamo rovinare!

Tur.   Peppe resta

Olg.   E io gli rompo la testa

Tur.   Peppe non te ne andare…

Olg.   Peppe esci se no finisci male

Tur.   Peppe resta se no ti mando io all’ospedale…

Pep.  Ma si puo sapere che devo fare io…perchè non mi lasciate in pace…

Olg.   Vattene perchè ti sto salendo sulla pancia…(Peppe scappa)

         Vieni Turi, ma non vedi che tua moglie non ha niente, non ha manco balcone, le lampadine ce l’ha spente…(girano attorno al tavolo) io penso che questa ti vuole rosicare la pensione, la casa, e poi ti lascia…

Tur.   Finiscila che senti…

Con.  (dalla stanza) Turi chi è…

Olg.   Signora Concetta, sono la signora Olga, sono venuta per lei per farile un po’di compagnia…

Con.  Ah! grazie ora vengo, faccia compagnia a mio marito per ora…

Olg.   Va bene, ma non si preoccupi, facccia con comodo, si sciacqui tre anche quattro volte, faccia come se fosse a casa sua…

Tur.   Olga vattene…

Olg.   Quella se ne frega di te…

Tur.   Non è vero, lei mi vuole….

 

Olg.   Se  ne sta fregando, io per ora dentro la doccia mi farei lavare le spalle da te… Ti voli scippare tutto, e si voi facciamo una scommessa e se è vero quello che dico io, poi ci mettiamo assieme, si non è vero ti lascio in pace per sempre.

Tur.   Ci stò, affare fatto. Ora vattene  e lasciami in pacei.

Olg.   No, no no...me lo devi mettere per iscritto…(prende un foglio e scrive la promessa)          Bravo dammillu…(lo guarda fisso) al più presto sarai mio! Ahm…(esce)

 

Tur.   Menomale, solo cosi me la posso levare di sopra…povera fissata, ci pare che mi maritavo per farmi scippari i soldi…(entra Concetta)

S C E N A  X°

(Concetta, Turi, Monica,Calogero, Giulia, Nino)

Con.  Dov’è Olga…

Tur.   Aveva da fare poi viene.

Con.  Ma dimmi la verità tu la vvolevi a Olga vero.

Tur.   Ma e poi mai, lei mi voleva…sempre appresso mmi è venuta.

           Dai ti prego finiscila con cqueste domande e pensiamo a noi (si avvicina ma Cuncetta si svincola) Ho fame!

Con.  Fatti un panino…

Tur.   Ho fame di…di…di mortadella.

Con.  Ora usciamo e la compriamo.

Tur.   Concetta, o Concetta ma non vedi, non capisci che il caldo che sento non è una cosa giusta, manco con dieci climattizzatori mi potrei rinfrescare.

Con.  Ah! ora ho capito (Tur. si avvicina e Con. si svincola) abbiamo tanto tempo…piutttosto, ancora manco mi hai detto in quele  banca abbiamo  i soldi, prima mi dici fra marito e moglie tutto si deve dividere. Ma a proposito quanti soldi abbiamo, pilia questa libretta e ma fai vedere. (Tur. Và)

         Speriamo che un bel gruzzoletto…(entra Tur.)

Tur.   Eccolo.

Con.           Pensavo di piùi, comu mai trentontotto milioni, forse i tuoi figli ti mangiavano  i soldi. Non ti preoccupari che da oggi in poi tengo io tutto sottocontrollo.   

           Sai chi ti dico, è arrivato il momento (Turi sta sperando) il momento che ti vai a fari una bella doccia cosi stasera…

Tur.   Subito scappo subito…(và)

Con.  (Si dirige verso il telefono per avvisare la sorella, si siede e comincia a parlare)

          Io sono...sorella, sto vecchio rimbambito ha trentottomilioni, ho la libretta  

           nelle mani… scemo scemo ha tutti questi soldi, e se i suoi figli non l’ avessero   

           sfruttato sarebbero stati di più. Tu teniti pronta, casomai vieni… povero  

           illuso, resterà senza una lira, con fame perché gli dico che abbiamo tanto

           tempo e litigato con i suoi figli. Poi c'è una vicina di casa (in quel momento

           entrano i figli, Concetta saluta e chiude il telefono)

Mon.    Bongiorno… siamo venuti perché ci volete parlare.

 

Con.     Si, io ho deciso di parlarvi.

Mon.    Mi pare che troppe cose decide lei.

Con.     Ti devi abituare cara figlia.

Mon.          Non sono vostra figlia.

Con.    Hai una moglie capitano caro genero.

Cal.     Non sono vostro genero.

Mon.          State facendo la contabilità…

Con.  Ah! perchè mi vedete la libretta nelle mami. Mio marito vuole che io e solo io devo amministrare i nostri soldi…(in quel momento entrano gli altri due)

Giu.   Allora chi c’è.

Mon. (ironica) La mamma ci ha chiamati per dirci che fa l'amministratore.

Nin.   Di chi di Condominio? (ridono)

Con.  Ridete che all'ultimo piangete. Vi sta bruciando…

Cal.   Lei è na provocatrice…

Giu.     Dov’è mio padre…

Cun.    Si sta facendo la doccia, poi si improfuma perchè si deve preparare per

            stasera…

Mon.   Per stasera! Mio padre ha gli occhi chiusi, che ci avrà visto!

Con.    Ha visto… ha visto, e poi si ce l’ha chiusi io gli e li faccio aprire. E sta libretta

            di ora in poi la potete vedere solo con in binocolo.

Giu.     Lei di quà dentro se ne va con le ossa rotte…

Mon.          Se mia sorella gli rompe le ossa io le strappo la lingua e la testa.

Cal.              Io le strappo le orecchie, il naso, e gli occhi.

Nin.     Io le do tante di quelle pedate nel sedere che le diventa piatto piatto …

Con.           Come mi piaci quando vi bruciate…Ora andate che io e mio marito

                    Abbiamo da fare…

(Le figlie con i mariti si guardano e poi rispondono) Noi di quà non usciamo.

Con.    E io vi faccio uscire subito…(a Calogero) e a te il prurito te  lo faccio venire

            più forte ancora. (comincia a gridare e a fare l'isterica) Disgraziati, invidiosi,

            Turi o Turi mi vogliono dare botte (continua a fare scena) fuori fuori da casa

            mia, io vi ho chiamati per mettere pace (entra Turi seminudo)

Tur.     Che c’è…

Con.  (si dispera di più si strappa un po’ il vestito) Turi mi stavano prendendo a  botte perchè mi hanno vista con la  libretta nelle mani, buttali fuori…fuori…(i figli tentano di parlare ma non ci riescono)

Tur.   Fuori fuori da casa mia…(Concetta di nascosto gioisce)

Con.  Disgraziati, mi hanno messo le mani addosso…

Tur.   (la conforta) E basta non ti disperare, stavo riempindo la vasca, menomale che

            Hai gridato.

Cun.  Io non volevo gridare ma loro hanno detto che tu non hai bisognu di una femmina.

Tur.   Loro lo dicono. Ma a me mi sta venendola gastrite con questo fuoco che

           mi sale e scende. Disonesti…ora capisco di più, sono gelosi…ma ti hanno

           fatto male?

Con.   Menomale che sei arrivato in tempo…Turi, domani stesso levagli le chiavi va bene. (Turi risponde di si)  va farti la doccia vai…

Tur.   Vai…non ti preoccupare che loro finiscono di fare gli scaltri… (Va)

Cun.   (cambia atteggiamento) Questi sono scaltri ma con me toccano duro. (ride)

           Resterannu poveri, delusi, fregati e bastonati. (ride, poi si accerta che la porta  dell'altra stanza sia ben chiusa) Questa è bella chiusa…però c'è caldo, apro questa (apre la porta d'ingresso) e faccio circolare un po' d'aria…(prende il telefono) Sorella io sono, ti stavo dicendo che ha trentottu milioni da parte,  i suoi figli sono scaltri ma io li stò mettendo a posto (nel frattempo Olga stava per entrare ma  sentendo parlare si nasconde fuori dalla porta ascoltando tutto) Penso che non ci stò assai a pprendergli tutte cose, stavota è piu facile delle altre volte…(chiude il telefono entra nell'altra stanza chiamando) Turi hai finito.

Olg.   (entra un attimo in scena ) La figlia di buona madre! (esce subito prima di entrare Concetta)

Con.   Ora pozzu chiudere (chiude la porta d’ingresso) …(entra Turi con una bella giacca da camera) Eccomi pronto…  

Con.  (fa scena) Mamma mia  che stanchezza chi mi sento…forse sono stati le tue 

            figlie…e diri che mi era passata e che avevo pensato che stasera…

Tur.     Disgraziate le mie figlie! Te la faccio passare io la stanchezza…

Con.  Per favore Turi, abbiamo tanto tempo…

Tur.   Abbiamo tanto tempo ma pare che non ne abbiamo mai... io stò scoppiando.

Con.  Domani siamo più riposati e abbiamo più forza…

Tur.   E va bene.

Con.  Alle tue figlie non dire niente di quanti soldi abbiamo da parte, queste cose li devono sapere marito e moglie…

Tur.    Certo…marito e moglie.

Con.   Senti chi faccioTuri, ora mi faccio pure io una doccia e poi ci riposiamu…

                                                         S C E N A  XI°

                                  (Turi, Olga, Monica, Giulia, Ninu, Calogero)

Tur.    Vai…vai…(Conc. Va) Abbiamo tanto tempo….speriamo che non mi spengo.

           Certo che le mie figlie hanno esagerato però…proprio quando ho trovato una

           di casa e tutta per la famiglia…certo come la buon’anima di mia moglie non ce

           ne sono…Carmela…Carmela…(entra Olga con Giulia e Monica)

Olg.  Turi..(fa cenno di non parlare forte)

Tur.   Che vuoi…vattene…

Olg.   Subito me ne vado, però ti prego fammi parlare…

Tur.   Ma non ci stonare la testa……(Olga fa cenno di non alzare la voce)

Olg.   Turi ti metto in guardia…vedi che hoi sentito con le mie orecchie che ti vuole

          scippare tutte cose e ti voli mettere contro le tue figlie…

Tur.   Pure questo devi inventare per mandare in frantumi il mio matrimonio…

Olg.   QUELLO che pensavo io e che ti avevo detto l’ho sentito con le mie orecchie…parlava con sua sorella e come rideva, dici ca ti voli scippari pure i

           Peli del sederino (Facoltativo)…

Tur.   Non ci credo…si tragediatora esci da casa mia…(Olga chiama le figlie)

         (entrano Monica e Giulia) Vi siete messi d’accordo, ha ragione mia moglie, siete  gelosi, fuori da casa mia …(lo invitano a parlare piano)

Mon.  Papà ti pregu, la signora Olga, ci ha avvisati subito e noi ci abbiamo creduto

           Perché si capisce subito anche se è troppo furba…

Giu.   Papà apri l'occhi, se non è vero quello che dice la signora Olga, lei quà dentro non ci metti più piedi, io e me sorella veniamo una volta al mese e ti lasciamo in  pace di vivere la tua vita con la tua Concetta Sempreviva come meglio credi…

Tur.   Non voglio sapere nenti…

Mon.  Che ti costa provare…dicci che hai qualche altra proprietà, poi con una scusa

            Ti nascondi  e vedi si telefona o sua sorella…prova..

Giu.   Prova, levatelo questo dubbio chi ti abbiamo detto…

Tur.     Siete tutti d'accordo io non ci credo… (si sente chiamare dall'altra stanza da  

             Cuncetta)

Con.  Turi chie è…

Tur.   La signora Olga…

Con.   Dicci che ora arrivo…

Mon.   Prova papà…ti prego…..

Giu.   Ora andiamo…dai che non ti costa nientei…(escono, rimane Olga)

Olg.   Quando l’ho sentito mi son cadute le braccia…

Tur.   Olga con me non ci esci niente…(entra Concetta )

Cun.  Mi stavo preparando, mi dica Signora Olga… 

Olg.   Mi scusi, non pensavo che si stava facendo la doccia…volevo dirvi se domenica volete mangiare a casa mia, cucino certi pranzetti che fannu veniri l'aquilone in bocca.

Tur.   Mia moglie cucina meglio.

Con.  Va bene domenica veniamo..

Olg.   Grazie,  ora  tolgo il disturbo.

Cun.  Ma non disturba…Turi veru che non disturba…

Tur.   Un pochino…

Olg.   Magari vengo domani, forse vi volete riposare…Buona notte e sogni d'oro…

          (esce)

Tur.   Ormai con me ha perso ogni speranza.

Cun.  Io sembro aperta, ma vedi che sono gelosa!

Tur.   Non ti preoccupari…Concetta ti devo dire una cosa che non sanno manco i miei figli.

Con.  Dimmi, lo sai che segreti per noi non ce n’è.

Tur.   I soldi del libretto, la libretta come la chiami tu, loro sannu quanto ci sunnu…però ho un altro libretto conservato alla posta di cinquanta milioni, (Concetta mostra attenzione)  col tempo volevamo fare una sorpresa con mia moglie, purtroppu non c'è più… e io continuavo a metteri da parte ssolo, fino a che lei era in vita avevamo quaranta quattro milioni, ora sono cinquanta e non so se faccio male a non dirgli niente…

Con.  (subito) No, fai bene a non dire niente, cosa c’è meglio di una sorpresa, ma comu mai non mi hai detto niente prima.

Tur.   Perchè ti volevo fare una sorpresa anche a te. (ride e poi anche Concetta ride)

Con.  Che bella sorpresa…bravo…fammi vedere  questa libretta .

Tur.   Ormai domani perché ora siamo stanchi, domani siamo riposati e dopo…dopo…uhm… ti faccio vedere la bella sorpresa. A proposito raccontami dei tuoi ex mariti.

Cun.  Eh! Purtroppu sono stata sfortunata…il primo è morto on una malattia ai polmoni, il secondo gli è venuto un icxi mentre mangiava…il terzo aveva una cirrasa epatica da anni e dopu quattro mesi con me è morto…il quarto mentre che…mentre… mi hai capito va…con lo sforzo gli è venuto un infarto e mi è rimasto sopra, prima di togliermelo…pensa che mi faceva impressione pperchè era nudo, ho chiamato i vicini di casa per vestirlo…ah! Sono stata troppo  troppo sfourtunataaaa…

Tur.   Tu sei stata sfortunata…loro poverini sono stati più fortunati!..solo che loro non ci sono più e tu sei SEMPREVIVA…ah! che bella battuta.. (ridono entrambi)  Ora vado a dormire…sicuramente dormo subito. (mentre và, ripete: SEMPREVIVA continuano a ridere)

Con.  Tu vai che io sistemo un po di cose poi ti raggiungo….

Tur.   Va bene…Non vidu l'ora che viene domani…

Con.           A voglia di tempo che abbiamo…

Tur.    Già… a voglia di tempu che abbiamo... (Va)

  

Cun.  (fa finta che sistema delle cose, nel frattempo sottovoce prende in giro Turi)

          Poviru illuso…(ride) abbiamo tanto tempo! mi sembrava più scaltro…(continuare a soggetto…poi comincia a sentire russare, si accerta che il marito dorme e va a telefonare la sorella) Già dorme…(mentre fa il numero) non ce la fa a stare all’inpiedi e vuole consumarei…ma è proprio consumato…Pronto…io sono sorella…novità bbelle grosse…ha altri cinquantamilioni messi da parte, e non lo sa nessuno…dice che doveva essere una sorpresa per i suoi figli…(ride) la sorpresa gli e la faccio io…(continua a ridere) ci scippo tutto non gli rimane manco un pelo…nel sederino.

         (entra Turi)

Tur.   Proprio in quel posto sono senza peli…

Cun.  (cerca di raggirare) Ah!..eh!.. si…si sorella scippali questi peli al cane.

          (posa il telefono) Eh!… era mia sorella, dici che l’ha morso il cane e ci vuole scippari i peli…

Tur.   (Sicuro e rigido) Ma tu pensi di scippare i peli a me? Quà (fa il segno) ti ho detto che non ne ho…quelli di sotto le ascelle non ti riesci scippalli perché

           Sono appiccicati con la colla, quelli del petto sono spinosi e appena li tocchi ti pungi…pigliati la valigia e fila…

Cun.  Turi fatti spiegari…(viene interrotta)

Tur.   (tono duro e forte) Pigliati la valigia ed esci subito da casa mia…e ringrazia il Signure che non ti lascio mezza morta…(entrano le due figlie ed Olga)

Mon.  Che c’è  papa…

Giu.   Che successo…   (Concetta si prende la valigia)

Tur.   L signora Concetta se ne va con la sua valigetta!…

Mon. La signora Concetta si asciuga il muso dentro la sua casetta!

Giu.   La signora Concetta…niente libretta!

Olg.   La  signura Concetta era furba ma è stata scoperta!…

Cun.  Turi io…

Tur.   (deluso e pacato) Esci subito dda questa casa, non aprire bocca e ringrazia

          tutti i Santi che mi stai trovando cosi…pperchè con la tua razza, con la tua specie, non conviene manco sporcarsi le mani, il più cattivo degli animali di sta terra è sempre meglio di sta specie di femmina…esci, non parlare, non fiatare, non ti girare e non ti fare vedire più da me manco a dieci chilometri di distanza. (Con. esce mentre le figlie con lo sguardo la seguono soddisfatte.

Tur.   (verso le figlie ed Olga) Grazie…grazie,  ma che ho fatto, che stavo facendo…

          Mi sento di non poter dire manco perdono a vostra madre.

Mon.  Papà, la mamma ti perdona.

Giu.   Fai finta che è stata una spavalderia di vecchiaia.

Olg.   Di vecchiaia!  Di mezza età!…(subito entrano i due generi)

Cal.   Ho visto la  matrigna con valigia…

Nin.   Non ha salutato…

Tur.   Per favore..lasciatemi un poco solo…venite più tardi. (escono tutti)

         

              

S C E N A  XXI°

(Turi, Peppe, Sandro, Donatella, Olga, le figlie con i mariti)

 Tur.  (si versa da bere) Questo è il prezzo da pagare…mi sento un rimorso incredibile…ma che volevo dimostrare!…(entra Peppe)

Pep.  Turi, mi dispiace, sei scivolato in una buccia di sapone…

Tur.    Buccia di sapone!..

Pep.   I tuoi figli mi hanno detto…

Tur.   Non dire niente…Sai Peppe, avevi ragiuni tu, meglio restare soli e quando unu si sente troppo ma troppo caldo, si mette a mollo in acqua agghiacciata e si rinfresca.

Pep.  Ma io mai mi ci sento caldo caldo…

Tur.            Gia, meglio tu che sei sempre fresco fresco comu un ghiacciolo…ti prego lasciami un po solo, più tardi vieni…(mentre esce, entrano Sandro con la moglie)

Don.  Papà…qu  a  nto     mi   di  spi  a  ce… assai  assai…veru  Sandro? Quanto…

San.  Assai assai papà…

Don.  Papà, non si preoccupi perché con la prima po' capitari e anche con la seconda e forsi pure con la terza…ci vuole  fiducia…poi pare che le mie cognate, ci portano sfortuna, non volevano e quando loro non vogliono una cosa, capitano sempre cosi brutti… comunque la vita è sua papà, e se la deve gestire come meglio vuole senza dare ascolto a nessuno…vero Sandro senza dare ascolto a nessuno…(suggerisce all'orecchio il marito)

San.  Vero papà senza dare ascolto a nessuno specialmente alle mie sorelle che portano sempre cose brutte… (Turi gia mostrava insofferenza da prima)

Don.  Nella vita bisogna essere ottimiste e guardare sempre avanti e mai dietro…

San.  Però a me guardando sempre avanti poco fa mi stavanu scacciando, mi stavano mettendo sotto una macchina papà…

Tur.   Tu ormai sei sotto, ti ha scacciato una che forse è peggio di una macchina…

           MIZZICA…come PIZZICA… Pe favore lasciatemi solo…

Don.  Va benepapà…e quando vuole venire a  casa nostra è sempre aperta, quando ci siamo!…perché lo sa che spesso sono dai miei…coraggio papà più tardi veniamo…Sandro che dici veniamo piu tardi…

San.  Si Papà più tardi veniamo…(escono)

Tur.   Uno vuole  restare un po solo e non puo esserei…(entrano le figlie con i mariti)

Mon. Papà…scusa se siamo venuti subitu, ma non ti vogliamo lasciare solo in questo momento.

Giu.   Con mia sorella abbiamo deciso a turno per stare con te…

Cal.   Menomale che abbiamo capito subito che razza era…

Nin.   Grazie a signora Olga.

Tur.   Già grazie al balcone fiorito…è finito questo romanzo colorito.

Mon.  Papà senti, io e me sorella abbiamo capito che forse questo sbaglio è nato perché noi abbiamo sbagliato con te. Abbiamo pensato piu agli interessi che a te, e poi di uno sbaglio se ne fa un altro ed un altro ancora…

Giu.   Tutti sbagliamo nella vita, l'importante è non ripetere gli stessi sbagli.

Cal.   Se abbiamo sbagliato ci perdoni…

Nin.   Ci perdoni…

Tur.  Si, vi perdono, perchè tutti abbiamo bisogno di perdono ed io più di

         voi…Più di voi e con la forza del mio cuore chiedo perdono a

         Vostra  madre…  (entra Olga)

Olg.   Scusate, capiscio il momento delicato, ma io vorrei una  risposta…

Tur.   Olga, la risposta doveva essere fra due giorni…ma la commedia sta finendo e

         risposta non ce n’è…ora vi prego andate tuttti e lasciatemi solo …solo…(vanno tutti nell'altra stanza. Turi si siede preferibilmente al centro del palcoscenico. Luci soffuse)

         Carmela ti chiedo perdono, io che ti avevo promesso promesso amore eterno, mi sento un  rimorso  incredibile, l'amore, nella vita è uno, la compagna nella vita è una. Poi se uno vuole una compagna per sfogo, o  una compagna per compagnia non è Amore…io ci stavo cadendo e se potessi tornare  indietro…(pausa) Carmela da questo momento in poi vivrò nel tuo ricordo, o meglio con la tua presenza, col  tuo respiro, sentendoti sempre vicina…Dentro questa  sala (o Piazza) i pareri sicuro  saranno diversi, c'e chi dice che è giusto rifarsi una vita, c'è chi come me dice che è meglio vivere sempre nel ricordo vivo della prima ed unica donna della  vita.(prende la foto della moglie, s' inginocchia ripetendo: Carmela…Carmela…

          Sarai sempre con mea…con me (china il capo, mentre il sipario si va

          Chiudendo con l’occhio di bue che riprende solo Turi)                                                   

                                                                              

 

                                                                 (elaborta da Rosanna Maurici e dallo stesso autore)

                                                                                    

Rappresentata dai Nuovi orizzonti con grande successo di critica e di pubblico in tante piazze e teatri della Sicilia; rappresentata dalla compagnia:

        “ GIU’ LA  MASACHERA” al teatro Italia di Francavilla Fontana (Brindisi)

           tradotta in italiano con grande successo di critica e pubblico; rappresentata a S. Giovanni Gemini (Ag) dalla compagnia La proposta con successo, in preparazione di altre compagnie.