Veramente internet c’è anche in paradiso?

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VERAMENTEINTERNET C’E’ ANCHE IN PARADISO?

COMMEDIA IN 3 ATTI DI

MARIA LORENZA CARUSO (LAURA)

POSIZIONE SIAE: 226342

E- MAIL: lauracaruso75@libero.it

TEL: 329/3867887

SINOSSI

Trovandosi in un pasticcio e dopo una serie di eventi comicamente avversi, Maurizio spinto dalla paura che la moglie scopra tutto,per risolvere il suo problema, si lascia convincere dal cognato Sergio ad affidarsi ad una persona “conosciuta” su facebook. Maurizio riusciràa risolvere il suo problema?

Una commedia attuale, molto divertente e piena di colpi di scena, checon leggerezza e grazie a bizzarri personaggi (come un’anziana signora che non vuole mollare il suo cellulare nemmeno in ospedale),ci farà riflettere. I social sono così sicuri e realistici, o forse ne siamo ormaicompletamente succubi?

PERSONAGGI:

MAURIZIO CASTIGLIA: capo famiglia

SERGIO: suo cognato, fratello di Carla

CARLA: moglie di Maurizio

INFERMIERA

RINALDI: medico

ANDREA MICCICHE’:vicino di casa di Maurizio

MANUELA: moglie di Andrea

ANZIANA SIGNORA

PRIMO ATTO

All’aprirsi del sipario Maurizio e Sergio, entrambi cinquantenni,si soffermano nella sala d’attesa dell’ospedale con i referti medici degli esami appena effettuati.Da una porta,si accede agli studi dei medici.

MAURIZIO:Ah, come ci siamo ridotti. Ci siamo messi nei guai!

SERGIO:(puntualizzando) Ti sei messo...nei guai.Tu guidavila macchina, cosa c’entro io.

MAURIZIO: Ah bello! Cosa pensi di tirarti fuori da questa situazione così? Ti sei fatto male i conti…

SERGIO: Ma sì, ormai è successo. Meglio non pensarci più. Anzi sai cosa devi fare, siediti qua sulla poltrona.

MAURIZIO: (senza pensarci, si siede)

SERGIO: (scatta una foto al cognato)

MAURIZIO: (scocciato)Ma cosa fai?

SERGIO: Una foto ricordo…

MAURIZIO: Per favore smettila. Io non so nemmeno come uscire da questa situazione e tu pensi alla foto ricordo?!

SERGIO: (implorandolo) Ascoltami…secondo me sarebbe meglio assumerci le nostre responsabilità…

MAURIZIO: (interrompendolo) Ah, sicuramente non arriveremo a questo passaggio, caro compare.

SERGIO: (continua a fare foto in ospedale) Ma dai non essere tragico. A tutto c’è rimedio.

MAURIZIO: A tutto…tranne che a mia moglie.

SERGIO: Questo è vero. Ma se le spieghiamo ciò che è accaduto…

MAURIZIO: A chi vuoi spiegare?

SERGIO: (nel frattempo continua a ricevere messaggini whatsapp e a rispondere) A Carla.

MAURIZIO: A Carla? Carla quella che conosciamo tutti e due?

SERGIO: (ironico) No, a Carlala ballerina! Ma certo a tua moglie e a chi altrimenti?

MAURIZIO: Ma tu sei pazzo! Lo vuoi mettere via questo telefonino, che mi fai innervosire?

SERGIO:Che scocciatura, stavo solo rispondendo.

MAURIZIO: Ti- ti- ti.ti…ti-ti-ti-ti. Che ti possa colpire un fulmine. Da stamattina che non fai altro che rispondere a messaggi e fare foto. Abbiamoil book fotografico dell’incidente…

SERGIO: No, per il book completo mi manca una cosa…

MAURIZIO: Cosa?

SERGIO: Mittiti qua, che ti faccio vedere…(chiama l’infermiera e il medico) Infermiera, Dottor Rinaldi…

INFERMIERA: (arriva) Cos’è successo?

SERGIO: Il dottore non arriva?

INFERMIERA: Arriva…eccolo.

RINALDI: Ditemi?

MAURIZIO: Vediamo cosa gli è saltato in mente adesso.

SERGIO: (non facendo sentire a Maurizio) Fate una foto con noi? Così ci rimane per ricordo.

INFERMIERA: Con molto piacere…

RINALDI: Sì certo.

MAURIZIO: (alzandosi) Ma cosa dobbiamo fare si può sapere?

SERGIO:Mettiti qua ti ho detto,non facciamo perdere tempo al dottore e all’infermiera…

MAURIZIO: Avanti, facciamo “entrare l’asino da dove vuole il padrone” accontentiamolo…

SERGIO: (si mettono in posae scatta un selfie)

MAURIZIO: (seccato) Ancora con queste foto?

SERGIO: Non è il caso di fare così per un selfie…E’ giusto che nel bookdi questa bella esperienza ci siano pure il dottore e l’infermiera.

MAURIZIO: Ma vai a farti un selfie in testa, vai!Mah! Dico io, non avete altro da fare che stare attaccati a questi telefonini?

RINALDI: Suo cognato voleva solo fare una foto ricordo. Anzi, se restiamo fermi,la scatto pure col mio cellulare. Due pazienti come voi non li avevo ancora incontrati. Sieti veramenti...

INFERMIERA: Due animali rari.

MAURIZIO: E mettiamoci nuovamente in posa. (si mette in diverse posizioni anche strampalate) Così va bene? Oppure così? E’ meglio di profilo, o difronte?

SERGIO: Sbrigati…Scegli una posizione.

INFERMIERA: Si metta naturale…

MAURIZIO: Al naturale, senza niente?!

INFERMIERA: Sì va bene! Ma si vuole dare una mossa?

SERGIO: (lo afferra e lo sistema bene) Stai fermo.

RINALDI: (scatta la foto)

MAURIZIO: Avete finito adesso? Ma poi vorrei sapere, cosa ci trovate da immortalare?

RINALDI: Signor Castiglia, tutti i momenti sono da immortalare. Lei vedrà che fra qualche giornoguardando questa foto, si metterà a ridere.

MAURIZIO: No! Lei vedrà, che se accadrà ciò che spero non succedamai, tornerò dinuovoqua tutto “rotto”!

RINALDI: Faccio fatica a capirla…

MAURIZIO: Mi capisco io però.

INFERMIERA: Comunque noi adesso dobbiamo andare, arrivederci.

RINALDI: Arrivederci.

SERGIO: (al cognato) Meriti di stare da solo...asociale!

MAURIZIO: Asociale io? Ma se non ti si può nemmeno parlare. Ah, ma in compenso parli col telefonino.

SERGIO: Almeno io comunico con qualcuno.

MAURIZIO: Ma cosa comunichi, questo lo chiami comunicare?

SERGIO: Certo una nuova forma di comunicazioni, più sbrigativa però… per esempio, le faccine che puoi usare con whatsapp spiegano le cose meglio delle parole.Se sei dispiaciuto…puoi scegliere una faccia che piange molto, poco oppure a dirotto, dipende da quanto sei disperato, se invece sei felice ne scegli una che ride, e se proprio vuoi dire che sei “incavolato nero”, c’è la faccia rossa come il peperoncino…E’ quella che io uso spesso quando rispondo a Sara mia moglie. Vieni qua guarda…

MAURIZIO: Ah,per favore! Mi basta vedere la tua di faccia…

SERGIO: Non solo asociale ma pure arretrato.

MAURIZIO: Voglio rimanere arretrato, va bene? Già quando mi squilla il telefono mi secca pure rispondere, figuriamoci se mi metto a perdere tempo per capire quale faccina usare.

SERGIO: Ma cosa ne sa uno come te. Cosa ne capisci tu della soddisfazione di ricevere like quando si pubblica qualcosa su facebook?

MAURIZIO: Uh!Oggi ho mangiato pasta col sugo. E venti persone dall’aldilà rispondono“bravo” e mettono mi piace. Peccatochela pasta col sugo è al di qua. E poi, mi chiedo, ma non hanno mai fatto pasta col sugo?

SERGIO: Ma cosa c’entra. Una persona così fa sapere agli amici ciò che fa, come se la passa…

MAURIZIO: Quando va a lavoro, quando si alza, quando va a letto, quando se ne va al mare, al fiume, in montagna…quando va a mangiare dalla suocera, e le manda maledizioni,e pure quante volteva in bagno…Anche in questo caso ti mettono i like?

SERGIO: Guarda, fai perdere il piacere.

MAURIZIO: E tu fai perdere la pazienza! In questo momento, penso solo a ciò che mi aspetta quando arriverà mia moglie…

                SERGIO: Carla è pesante…hai ragione…

MAURIZIO: Appunto. Esai quanti “mi piace” mi mitterà appena verrà a sapere ciò che abbiamo fatto?! Tanti like di bastonate in testa. La signora “so tutto io”…

SERGIO: Stai parlando di mia sorella.

MAURIZIO: (dandogli una pacca sulla spalla) Coraggio, ognuno di noi ha le sue disgrazie, a te è toccato avere Carla per sorella...

SERGIO: Lo so cheCarla è esagerata...ma…

MAURIZIO: Dirleesagerata, è come fare un complimento. No, caro compare…lei, è la “perfezione divina” mandata sulla Terra.

SERGIO: Già, ma sono sicuro che un modo lo troviamo…(continua a stare attaccato al telefonino)

MAURIZIO: Ma quale modo vuoi trovare? Siamo morti che camminano. Mi stai ascoltando? Che ti possa colpire un fulmine a te e a questo telefonino!

SERGIO: Avanti, metto via il telefonino. Altrimenti non la smetti più. (posa il cellulare in tasca) Sei contento ora?

MAURIZIO: Certo! Possibile che non si possa scambiare nemmeno una parola con te?

SERGIO: Ma è da stamattina che parli, parli e parli…di questa storia. Sei una zecca attaccata all’orecchio!

MAURIZIO: A te, forsesfugge… che abbiamo rovinato la machina di mia moglie.

SERGIO: Lo so, ma per adesso non c’è nulla che possiamo fare, a parte andare a casa. In questo momento, ci vorrebbe solo una bella pennichella.

MAURIZIO:(irritato) Senti cosa devi fare, connettiti a facebook, fammi questo piacere.

SERGIO: (prende il telefonino) Perché?

MAURIZIO: Tu accendi facebook, perché ti è arrivata una notizia.

SERGIO: Ma cosa dici? Io non ho sentito nulla. (controlla) Infatti, non c’è niente.

MAURIZIO: Aspetta un minuto che ora…ti sta arrivando una richiesta d’amicizia…

SERGIO: (contento) Veramente? Da chi?

MAURIZIO: (seccato) Dal tuo cervello, che ti vuole conoscere.

SERGIO: Quanto sei spiritoso.

MAURIZIO: Cose da pazzi. Abbiamo rovinato la macchina e l’unica cosa che ti viene in mente da dire, è che vuoi andare a riposare? Invece di pensare a qualche soluzione.Mettiti in testa, dopo questa disgrazia, non possiamo tornare a casa. E metti via questo telefonino!

SERGIO: Oh, accendi, spegni, prendi, posa.(posa il telefonino esarcastico)Allora, facciamo così…riprendiamo la macchina, ci rimettiamo alla guida, arriviamo all’incrocio di via Palermo…

MAURIZIO: E..

SERGIO: E quando ci accorgiamo che qualcuno sta passando a velocità massima, acceleriamo e ci buttiamo nell’incrocio.  Così ci facciamo mandare direttamente in Paradiso, va bene?

MAURIZIO: Bravo!Lo vedi che senza telefonino ragioni meglio. Chi guida?

SERGIO: Stavo scherzando.

MAURIZIO: Guarda che, “il tuo povero cercello”, ti ha scritto su messenger che c’è da fare l’aggiornamento.

SERGIO:Ah, ah, ah…

MAURIZIO: Ma ti sembra questo il momento di scherzare? Belli belli, torniamo a casa come nulla fosse.

INFERMIERA: (dalla porta che comunica con gli studi dei medici, entra in sala d’attesa una signora anziana seguita dall’infermiera) Signora mispiace ma, deve darmi il telefonino…

ANZIANA: Le ho detto che il telefonino mi serve.

INFERMIERA: Dopo glielo ridò, non si preoccupi. Ora però non lo puo’ tenere, deve fare la radiografia. Avanti spenga questo cellulare e lo metta in borsa.

ANZIANA: No, la radiografia me la faccia col telefonino.

INFERMIERA: Ma non si puo’ fare, è pericoloso! Vuole capire che le può accadere qualcosa di grave?

ANZIANA: Ma lei e il dottore avete la testa dura?! Vi ho detto che io il telefonino non lo lascio…(cerca di scappare)

MAURIZIO: Mah, cose da pazzi! (alla vecchietta) Dia quel cellulare all’infermiera.

ANZIANA: Lei si faccia gli affari suoi.

INFERMIERA: (la rincorre ele prende il telefonino) Oh, ora basta!

ANZIANA: (urlando) Lei se ne approfitta perché sono vecchia.

INFERMIERA: Venga con me…

ANZIANA: (cerca di strapparle il telefono dalle mani) Me lo vuole dare?

INFERMIERA: (la trascina per portarla a fare l’esame)

ANZIANA: Mi lasci… Il telefonino è mio…Ia la denuncio!

INFERMIERA: E mi denunci…(escono di scena)

MAURIZIO: Lo vedi come vi trasformate?

SERGIO: Puo’ essere che quella povera anziana voleva solo avvisare qualcuno…

MAURIZIO: Lasciamo perdere. (controllando) Niente, nemmeno un graffio.E’meglio per noi se ci facciamo fare altri controlli.

SERGIO:(ironico) Ancora? Dopo la visita medica, le radiografie, gli esami del sangue, l’elettrocardiogramma…cosa vuoi fare?

MAURIZIO: (ricontrolla la cartella clinica e tutti gli esami effettuati, poi si avvicina al corridoio) Infermiera! Infermiera! (urlando)Infermiera!

SERGIO: Ma cosa fai?

INFERMIERA: (arriva correndo) Arrivo, arrivo. Cos’è successo?

MAURIZIO: Mi chiami il Dottor Rinaldi.

INFERMIERA: Ma perché si sente male?

MAURIZIO: Mi sento bene, voglio dire… non sto bene, cioè sto bene, ma sarebbe meglio se stessi male. Ha capito ora?

INFERMIERA: Veramente, non ho capito nulla.

MAURIZIO: (scortese) Lei non si preoccupi, faccia quello per cui è pagata e mi chiami il Dottore, oh!

INFERMIERA: Che modi. Non mi bastava la vecchia di là, ci mancava pure lei, ora.(l’infermiera va a chiamare Rinaldi)

SERGIO: C’era bisogno di essere così maleducato? Ma poi cosa devi dire al Dottore?

MAURIZIO: Aspetta evedrai.

RINALDI: (arriva poco dopo)Signor Castiglia?

SERGIO: Niente Dottore, mio cognato non voleva farla chiamare…

RINALDI: Ah no?

MAURIZIO: (a Sergio) Zitto, ma cosa dici? Dottore…

RINALDI: Mi dica?

MAURIZIO: Ma lei è sicuro che possiamo stare tranquilli?

RINALDI: Certo. Come le ho detto mezz’ora fa nello studio, è tutto a posto.

MAURIZIO: Ma nemmeno una minima contusioni?

RINALDI: No. Nemmeno quella. Potete andarvene serenamente, lei è solamente scioccato.

MAURIZIO: Ma quale scioccato? L’incidente è stato una passeggiata rispetto a quello che ci attende.

SERGIO: Zitto!

RINALDI: Come?

SERGIO: (imbarazzato) Dottore non faccia caso a ciò che dice mio cognato.

MAURIZIO:(mostrando le radiografie) Allora Dottore, mi dica una cosa…questa macchiaquacos’è? Forse non ha controllato bene?

RINALDI: Macchia? Quale macchia, mi scusi.

MAURIZIO:(insistente) Questa Dottore, questa. Ma cosa fa non la vede? E’ enorme.

RINALDI: Macchia? Signor Castiglia, questa macchia…come la chiama lei, è un rene. Il suo rene.

MAURIZIO: Un rene? E cosa ci fa qua?

RINALDI: Perché lei dove pensava di averlo?

SERGIO: Lo scusi Dottore è solo preoccupato.

RINALDI: Deve fidarsi signor Castiglia, tutti gli accertamentiche erano da fare, li abbiamo fatti…

MAURIZIO: Tutti? Sicuro?

RINALDI: Tutti sì, non avete nulla. Arrivederci.

MAURIZIO: Quando si dice la sfortuna…

SERGIO: Ma smettila.Siamo sani per miracolo.

MAURIZIO:(sarcastico) Ma quale miracolo… per disgrazia. E che disgrazia!

SERGIO: Ma cosa dici?! Andiamo va.

MAURIZIO: Ma dove?

SERGIO: A casa.

MAURIZIO: E insiste! Prima di tornare  a casa dobbiamo trovare una soluzione.  E dato che non sei di aiuto, connettiti a facebook, almeno stai un poco zitto e non mi sconcentri.

SERGIO: Mi stai dicendo che posso prendere il telefonino?

MAURIZIO: Sì, così mentre tu ti emozioni guardando ciò che fanno i tuoi amici, io mi posso concentrare in silenzio.

SERGIO: (riprende il telefonino e si siede) Oh, menomale va. (si connette, poco dopo) Guarda Michele che bel piatto di pasta si è preparato oggi! E noi qua. Chissà quando mangeremo, con questo andazzo che ha mio compare?

MAURIZIO: Ma vuoi stare zitto?

SERGIO: Mih! Maria se n’è andata in Spagna! Con tutta la famiglia per giunta. Poi piangono sempre che non hanno soldi.

MAURIZIO: Sembra che la vacanza gliel’ha pagata lui, gliel’ha pagata!

SERGIO: Oh, Mamma mia? Non ci posso credere…Giovanni si è comprato un pezzo di terra…e continua a pubblicare foto! Guarda che bel pezzo di terra, con la piscina, la vigna…certo…da due anni si è portato sua madre a casa…mentre fa finta di occuparsene, si mette da parte la pensione…

MAURIZIO: (dopo poco contento) Ecco a cosa vi serve questo facebook, a sparlare la gente… Invece di immischiarti negli affari delle persone…concentrati un po’ e ascoltami perché ho trovato una soluzione...

SERGIO: Oh! Così ci mettiamo l’anima in pace e finalmente possiamo andare via. Siamo qui da stamattina. Avanti parla.

MAURIZIO: Allora, l’unica speranza è fare finta di stare male.

SERGIO: Che cosa?

MAURIZIO: Ascoltami… Cosa nedici…(convincente) di un trauma cranico o di un attacco di torcicollo acuto? Forza chiamamoil Dottore e cerchiamo di essere convincenti…così ci ricoverano.

SERGIO:(interrompendolo) Ma stai sherzando?!

MAURIZIO: Assolutamente no.Un trauma cranico, cosa ti costa fare finta?

SERGIO: Noo!

MAURIZIU:Tu non ha capito che Carla non avrà nessuna pietà di noi. Un trauma cranico, ora chiamo Rinaldi… Mi raccomando un trauma cranico.(sta per chiamare Rinaldi mavede entrare nella sala d’attesa due conoscenti con l’infermiera)  Solo questo ci mancava. Nascondimi, nascondimi…

MANUELA E ANDREA: (si intrattengono a parlare con l’infermiera).

SERGIO: Che succede?

MAURIZIO: Ci sono i Miccichè.

SERGIO: Chi?

MAURIZIO: I Miccichè. Non li conosci. Da poco si sono trasferiti nella palazzina difronte alla mia. Se mi vedono è finita.

SERGIO: Ma figurati!

MAURIZIO: Ma cosa ci fanno qua? Non mi capita mai di vederli, proprio oggi li dovevo incontrare...

SERGIO: Ma cosa t’importa. Cosa gliene può fregare alle persone dei fatti nostri.

MAURIZIO: Parli proprio tu…(imitandolo) che pasta ha fatto quello, che pezzo di terra si è comprato quell’altro e dove va in vacanza quell’altra. (cerca di nascondersi dietro al cognato) Nascondimi ti ho detto.

SERGIO: Addirittura hai paura di farti vedere?

MAURIZIO: Se questi vanno a raccontare a tua sorella che ci han visti qua, ci possiamo fare il segno della Croce. (si aggrappa alla camicia di Sergio per nascondersi meglio)

SERGIO: Lascia stare la camicia.

MAURIZIO: Nascondimi ti ho detto.

RINALDI: (rientra in sala attesa e va incontro a Maurizio urlando il suo cognome) Ah eccola! Signor Castiglia, menomale che è ancora qua…ma cosa fa si nasconde?

SERGIO: (fingendo) No, Dottore a mio cognato…è caduta la fede matrimoniale e la stava cercando…vero Maurizio?

MAURIZIO: Infatti, Dottore. Ah, guarda dov’è. Macome mai mi cercava? Ha trovato qualcosa vero?Lo sapevo io…

RINALDI: Nooo! Sono venuto a cercarla perché mi sono accorto che ha dimenticato di firmare qui sotto, sa perla privacy.

MAURIZIO: (rassegnato) Firmiamo.

RINALDI: (ad alta voce) Arrivederci signor Castiglia.

MAURIZIO: Arrivederci. E grida come un corvo. (i signori Miccichè hanno sentito nominare Maurizio e avendolo riconosciuto gli si avvicinano). Stanno arrivando.

SERGIO: Chi?

MAURIZIO: Di nuovo? I Miccichè ti ho detto. Stiamo attenti a quello che diciamo.

SERGIO: Ci penso io, non ti preoccupare.

MAURIZIO: No, lascia parlare me, che li conosco. E mi raccomando reggimi il gioco non andarmi contro.

ANDREA:Maurizio che piacere. (a Sergio) Buongiorno. (si salutano)

SERGIO: Buongiorno a voi.

MAURIZIO: Chi poteva immaginare che ci dovevamo incontrare proprio qua? Questo è mio cognato.

SERGIO: Mi fa veramente piacere conoscervi.

ANDREA: Ma come mai qua? E’ successo qualcosa?

MAURIZIO: No, siamo venuti solo a…trovare… il suocero di mio cognato...

ANDREA: Perché cosa ha fatto il signor Giuseppe?Cosa gli è accaduto?

SERGIO: Ma lo conosce?

MANUELA: Sì, l’altra volta eravamo davanti la porta con tua moglie, il signor Giuseppe passava di lì, così Carla ci ha detto che era il suocero del fratello…

SERGIO: Ah? Giusto giusto, abbiamo nominato quello…

MAURIZIO: (ad Andrea) No, ma forse mi sono espresso male. Il signor Giuseppe sta bene…

ANDREA: Ah! Menomale. Allora chi siete venuti a trovare?

MAURIZIO: Volevo dire il fratello del suocero di mio cognato…

SERGIO: (tra sé)“Andiamoci da lì”. (ai signori Miccichè) Conoscete pure lui?

ANDREA: No, no. Solo il signor Giuseppe, gli altri familiari no.

MAURIZIO: (a bassa voce) Menomale! Altrimenti ci toccava sorteggiare tutta la Sacra famiglia.

MANUELA: Come?

MAURIZIO: No, dicevo…menomale che conoscete il signor Giuseppe, èil più bravo della famiglia...

SERGIO: Poverino si trova implicato in questo discorso, senza saperne niente.

MAURIZIO: (al cognato) Zitto!

MANUELA: Mah, cosa gli è accaduto al fratello del signor Giuseppe?

SERGIO: Niente di preoccupante...

ANDREA: Ma cosa ha fatto?

MAURIZIO: Un trauma cranico, poverino.

SERGIO: Quel trauma cranico per forza doveva esserci!

MANUELA: Mamma mia, allora lo trattengono per tenerlo sotto controllo?

SERGIO: Certo visto che ha battuto la testa…

MANUELA: Come ha fatto?

MAURIZIO: E’ caduto… dalle scale.

ANDREA: Poverino!

MAURIZIO: Stava scendendo, per andare a buttare la spazzatura…

SERGIO: Ha preso una storta al piede ed è caduto...

                ANDREA: Mah, speriamo che si riprenda. E’ giovane almeno?

MAURIZIO: Insomma, ha settanta sei anni…

ANDREA: Ah. Allora non si riprenderà più, a quest’età.

SERGIO: L’abbiam fatto morire!

MAURIZIO: E voi, come mai qua?

MANUELA: Anche noi siamo venuti a trovare un amico di famiglia.

ANDREA: Beh, Maurizio…ci ha fatto veramente piacere incontrarti. Ma ora dobbiamo proprio scappare…

MANUELA: Aspetta che prima di andare via ci facciamo un selfie.

MAURIZIO:No, non c’è bisogno…

MANUELA: Dai ma ti vergogni?

SERGIO: No, cara signora, mio cognato è allergico ai selfie.

MAURIZIO: Cosa c’entra, non mi sembra il caso di fare foto…Siamo in ospedale.

ANDREA: Cosa importa?! E’ così strano che ci siamo incontrati…

MAURIZIO: Proprio questo pensavo.

MANUELA: Vedi? Ci vuole una foto insieme…

MAURIZIO: E certo, ci vuole, non scherziamo. Facciamoci questo selfie, basta che ci sbrighiamo…

MANUELA: (si fanno la foto) Arrivederci, salutami tua moglie. Poi le telefono per chiedere notizie del fratello del signor Giuseppe.

MAURIZIO: No!

SERGIO: No!

ANDREA: No?

SERGIO: Non è il caso.

ANDREA: No?

MAURIZIO: Cosa volete che vi dica…mia moglie è fuori per lavoro…

MANUELA:(al marito) Hai visto che avevo ragione io? Se n’è andata per lavoro.

SERGIO: Non vi sfugge nulla?

ANDREA: Deformazione professionale! Io sono avvocato, mia moglie poliziotta…

                MANUELA: Stare attenti a tutto è molto importante nel nostro lavoro.

MAURIZIO: (sarcastico) Stare attenti. Non ho ancora detto nulla a Carla, per non farla preoccupare..

MANUELA: Hai fatto bene. (al marito) Vedi? Maurizio sì, che è un galantuomo…perché cerca di salvaguardare la moglie, sempre.

SERGIO: (sarcastico) Sempre…

MANUELA: E già! Questi sono i veri uomini. (a Maurizio) Bravo. Arrivederci.

MAURIZIO e SERGIO: Arrivederci.

SERGIO: Mamma mia, si intromettono ovunque!

MAURIZIO: Se mai dovesse succedere qualcosa nei dintorni del palazzo…

SERGIO: Potete stare tranquilli…non avete nemmeno bisogno di installare le telecamere…

MAURIZIO: Certo, le telecamere le hanno incorporate,la poliziotta e l’avvocato.

SERGIO: Ah, ah,ah! Ora possiamo andare?

MAURIZIO: Perché hai trovato una soluzione?

SERGIO: No! (rassicurante) E’ stato un incidente Carla, deve capire.

MAURIZIO:(sarcastico) Come no!Noi completamente illesi, invecela macchina…(piange sulla spalla del cognato) non si può guardare…

SERGIO: Sei una scocciatura! Ti secca, se piangi sulla tua di spalla? Mi stai sporcando tutta la camicia.

MAURIZIO: Non hai un briciolo di sensibilità.

SERGIO: Non è questione di sensibilità, la camicia è nuova…

MAURIZIO: (piange) Anche la macchina era nuova e l’abbiamo rovinata…

SERGIO:(sarcastico) L’abbiamo distrutta, volevi dire.

MAURIZIO:(infastidito) Bravo, continua pure.

SERGIO:Era “nuova di zecca”. Ritirata dal concessionario una settimana fa.

MAURIZIO: Insisti?! Ma dico io, come diavolo ci è venuto in mente di prendere la macchina per andare a Catania?

SERGIO: E per giunta mentre Carla era fuori per lavoro.

MAURIZIO: (preoccupato) Tra una settimana, quando tornerà a casa…(pausa) toccherà a te dirglielo.

SERGIO: Non  mi passa neanche per la testa.

MAURIZIO: Ma con te ha un legame di sangue, è tua sorella.

SERGIO: Non è il caso di infierire...Come hai detto tu, ognuno di noi ha la sua “Croce”.

MAURIZIO: A proposito di Croce, caro compare…meglio cominciare a pregare…

SERGIO: Ah, mamma mia! Cosa pensi che accadrà? Ci farà la suasolita“strigliata” per due, tre giorni e poi…le passerà…

MAURIZIO: Magari.Troppo facile. Tua sorella...

SERGIO: Di nuovo!

MAURIZIO:(continuando) Non si accontenterà di così poco. Non ci darà questa soddisfazione. Ti ricordi o no, quella volta che ho perso le chiavi di casa?

SERGIO:(ride) Ah, ah, ah!Ti ha costretto a fare la guardia davanti la porta…

MAURIZIO: Appunto! (imitando sarcasticamente la moglie) <Non si sa mai che qualcuno ha trovato le chiavi e tenta di entrare in casa>. Ho dormito fuori per tre notti, fino a quando quel disgraziato del ferramenta, dopo che comodamente è ritornato dalla vacanza, è venuto a cambiare la serratura.

SERGIO: Era solo preoccupata dei ladri.

MAURIZIO: Certamente… come quando per sbaglio, ho fatto cadere il vaso…

SERGIO: Come si fa a dimenticarlo. Ti ha costretto a dormire da me per una settimana.Però tu, caro compare, vai proprio a cercartele. Il vaso che hai rotto, era un caro ricordo della nostra bisnonna.

MAURIZIO: Ma ti sembra che non lo so? Pure io ci sono rimasto male. Ma non era il caso di farne una tragedia.

SERGIO:(ironico) Non era il caso di mollarti in casa mia. Averti da noi…quella è stata la vera tragedia!

MAURIZIO: Alla faccia della parentela. Mi sa, che ti toccherà ripetere l’esperienza caro compare.

SERGIO: E perché?

MAURIZIO: Poi vedrai…appena Carla scoprirà tutto, con un bel like, mi spedirà un’altra volta a casa tua.

SERGIO: Di nuovo a casa mia?

MAURIZIO:Certo! Così prende due piccioni con una fava e la farà pagare a tutti e due.

SERGIO: Non scherziamo con le cose serie. Ci deve essere un’altra soluzione. Per forza.

MAURIZIO: Ah! Ora hai capito. Concentriamoci.

SERGIO: (poco dopo) Ci sono. Ma noi… non abbiamo fatto l’incidente, perché tu hai risposto al telefono?

MAURIZIO: Sì e allora?

SERGIO: E chi era al telefono?

MAURIZIO: Come chi era? La signora “so tutto io”. Mia moglie…

SERGIO: Perfetto! Ti ricordi che io un momento prima ti avevo detto, lascia perdere e non risponderle?

MAURIZIO: Cosa dovevo fare? Lo sai che quelladiventa una iena se non le rispondo subito.

SERGIO: E non potevi richiamarla dopo? E poi dici a me che sono sempre col telefonino in mano.

MAURIZIO: E infatti, per una volta che ho risposto mentre guidavo… hai visto cos’è accaduto? Maledetti cellulari! (preoccupato) Potevamo lasciarci le “penne”. La distrazione è stata la causa dell’incidente(sospirando) la distrazione.

SERGIO: E qua ti sbagli!La causa è stata tua moglie. Lei ti ha telefonato. Perciò,la colpa è sua. Su questo punto dobbiamo insistere.

MAURIZIO: Bravo, peggio per lei…

SERGIO: Giusto.

MAURIZIO: Mi chiamava da mezz’ora.

SERGIO: Proprio questo le dobbiamo far capire.

MAURIZIO: (sospira) Perciò io le dirò: “cara moglie, per colpa tua, abbiamo avuto un incidente...(perplesso, poi)E per tutta risposta mi arriverà uno schiaffo che mi manderà direttamente all’aldilà! No, no, non puo’ funzionare, non puo’ funzionare…

SERGIO: Infatti, non la inganneremo così facilmente!

MAURIZIO: Ci vorrebbe qualcosa di più convincente.

SERGIO: Ma cosa, che cosa…Ormai, non possiamo cambiare gli eventi.

MAURIZIO: Perfetto!Raramente, quando il cervello ti si illumina ti vengono idee geniali.

SERGIO: Cosa stai architettando?

MAURIZIO: Ciò che hai detto tu, cambiamo gli eventi.

SERGIO: Io? Io ho detto così?

MAURIZIO:(convincente) Stai bene attento a ciò che ti dico…noi, non abbiamo avuto nessun incidente…

SERGIO: Ah, no?

MAURIZIO: A noi, hanno rubato la macchina.

SERGIO: Cosa?!

MAURIZIO: Ascoltami.Diremo a Carla che ci hanno fregato la macchina e chel’assicurazione rimborserà tutto…

SERGIO: Nel frattempo faremo riparare la macchina, che tornerà come nuova…

MAURIZIO: (gli squilla il cellulare, rivolto a Sergio) Non ti venga in mente di rispondere proprio ora…

SERGIO: Ma guarda che è il tuo che squilla.

MAURIZIO: Non è possibile, io l’ho spento…

SERGIO: Se dico che è il tuo…

MAURIZIO: (controlla) E’ vero.

SERGIO: E cosa fai non rispondi?

MAURIZIO: E’ tua sorella! (il telefono continua a squillare) Puoi stare fresca, cara moglie, dopo l’ultima volta, non ti rispondo più.

SERGIO: Ah no?

MAURIZIO: Poi azzecca sempre il momento giusto. Proprio ora che dobbiamo studiare bene il piano. Allora…dove eravamo arrivati?

SERGIO: Dobbiamo fare aggiustare la macchina…

MAURIZIO: Appunto!E siccome per fortuna, tua sorella non capisce nulla di auto, sicuramente non si accorgerà che la macchina è passata dal carrozziere.

SERGIO: Speriamo che il Signore ci aiuti con questa messa in scena.

MAURIZIO: Anche la Madonna e tutti i Santi del Paradiso.

SERGIO: Tutti?

MAURIZIO: Sì sì tutti, tutti. Anzi, per fare le cose bene, è meglio se ci dividiamo i compiti…

SERGIO: Cosa vuoi fare?

MAURIZIO: Tu stasera stessa, cominci a recitare una bella Novena alla Madonna e a tutti i Santi…Anche San Carlo mi raccomando! Non facciamo che dimentichi proprioil Santo di mia moglie?

SERGIO: Io? Pregare?

MAURIZIO: Certo! Tu faila parte teorica e io faccio quella pratica. Subito,subito infatti, vado a cercare un meccanico.

SERGIO: Ma non possiamo fare al controrio? Non sono molto pratico con le preghiere.

MAURIZIO: Ma figurati!Hai più possibilità tudi essere ascoltato, non io.

SERGIO: Ah sì?

MAURIZIO: Per forza. Tuo cognato, il fratello di tua moglie, non è prete?

SERGIO: Sì.

MAURIZIO: Allora siamo a “cavallo”.

SERGIO: Ma sempre i parenti di mia moglie dobbiamo mettere in mezzo? Va bene…

MAURIZIO: Però mi raccomando, concentrati mentre preghi, perché seCarla si accorgerà di qualcosa, con un like, ci spedirà direttamente all’Inferno!

SERGIO:E cosa vuoi che sia? Come hai detto tu, siamo a “ cavallo”. Non sono imparentato con un prete? Quindi, tutti i Santi del Paradisoci verrebbero a soccorrere all’Inferno…

MAURIZIO: Ti sbagli, caro compare.SeCarla, si accorgerà che l’abbiamo presa in giro, non ci saranno Santi in Paradiso per noi!

FINE 1° ATTO

SECONDO ATTO

All’aprirsi del sipario Maurizio è nel suo salotto di casa. Suonano alla porta.

MAURIZIO:(va ad aprire) Ah, sei tu?

SERGIO: Perché chi aspettavi?

MAURIZIO: Un miracolo.

SERGIO: Chi?

MAURIZIO: (scocciato) Un miracolo, una grazia…

SERGIO: Ah, che scocciatura! Ieri sera eri così tranquillo…

MAURIZIO: Ieri sera, caro compare, non avevo ancora idea… Se solo avessi immaginato… non ti avrei proprio ascoltato.

SERGIO: Cos’è successo ancora?

MAURIZIO: Mi ha chiamato il meccanico…

SERGIO: Ah, bene! E allora?

MAURIZIO: Ha fatto il preventivo…

SERGIO: Perfetto. A quanto ammonta il danno?

MAURIZIO: Avanti, spara una cifra.

SERGIO: Beh, sette/ottocento euro?

MAURIZIO: Di più…

SERGIO: Mille…

MAURIZIO: Ah magari!

SERGIO: Mille e cinque…

MAURIZIO: Per due?

SERGIO: Due mila euro?!

MAURIZIO: No no, mille e cinque per due.

SERGIO: Tre mila euro?!

MAURIZIO: Tremila e duecento euro, precisamente.

SERGIO: Te l’avevo detto io.

MAURIZIO: Che cosa?

SERGIO: Che la macchina era distrutta.

MAURIZIO: Grazie, ora mi sento proprio sollevato.

SERGIO: E ora cosa si fa?

MAURIZIO:(ironico) Una rapina?

SERGIO: Non voglio essere insistente. Ma non è meglio se spieghiamo tutto a Carla?

MAURIZIO: Senti, sei venuto per aiutarmi o per farmi innervosire?

SERGIO: Hai la testa troppo dura! E va bene, allora vediamo cosa si può fare. (si attacca al cellulare)

MAURIZIO: A posto siamo, ora confacebook…ti si illumina il cervello e troviuna soluzione.

SERGIO: Scherzaci. Lo sai quante cose puoi risolvere con i social?

MAURIZIO: E come no?!

SERGIO: Ti ho detto, stai tranquillo.

MAURIZIO: Se vuoi vedermi tranquillo, metti via questo cellularee pensiamo a come uscire fuori da questo guaio, perché io tutti questi soldi per il meccanico non ce li ho.

SERGIO: Per i soldi, non preoccuparti…

MAURIZIO: (nervoso) E certo! Li trovo per terra tremila e duecento euro.

SERGIO: Posso parlare?

MAURIZIO: Parla.

SERGIO: Allora, io avevo messo da parte un bel gruzzoletto… all’insaputa di mia moglie, quindi...

MAURIZIO: Quindi?

SERGIO: Per i soldi ci penso io.

MAURIZIO: Non posso accettare, sono soldi tuoi. Sicuramente messi da parte con sacrificio…

SERGIO: Ah, sacrifici tantissimi. Soprattutto per nasconderli a Sara, mia moglie. Quella, ai Miccichè, “gli fa un baffo”.

MAURIZIO: (sarcastico)E’ vero,sei un sorvegliato speciale. Ma secondo te, chi di noi due è messo peggio?

SERGIO: Ah, se zero è uguale a zero.... A partegli scherzi... posso darti tre mila euro…

MAURIZIO: Prestare…

SERGIO: Dare...

MAURIZIO: Prestare, altrimenti non accetto.

SERGIO: Ma il danno l’abbiamo fatto insieme.

MAURIZIO: Sì, ma guidavo io.

SERGIO: Almeno facciamo a metà.

MAURIZIO: No! E chiudiamola qua.

SERGIO: Come vuoi tu.

MAURIZIO: Grazie, ora sono un po’ tranquillo…

SERGIO: Finalmente…

MAURIZIO: (squilla il telefono) Sentiamo chi è. (risponde) Pronto…Ah, buongiorno, sì sono io, mi dica. (perplesso) Ma come?... Mi scusi?... Lei mi aveva promesso…

SERGIO: Che c’è?

MAURIZIO:(fa cenno di fare silenzio, poi al telefono) No, però così non è corretto…

SERGIO: (insistente) Ma cosa succede, si può sapere?

MAURIZIO: (staccandosi un attimo dal telefonoe rivolto a Sergio) Ma vuoi stare zitto, mannaggia la miseria, vuoi stare zitto?! (al telefono) Certamente che lo capisco! Ma è sicuro che non si può…Ah, no! E va bene, grazie comunque. Arrivederci.

SERGIO: Ah, ora posso capire cos’è successo?

MAURIZIO: Stai tranquillo, stai tranquillo… Ma come faccio a stare tranquillo, ne capita una al minuto.

SERGIO: E quindi?

MAURIZIO: E quindi, il meccanico mi ha detto che non può più aggiustare la macchina.

SERGIO: Ma come? Non aveva detto che avrebbe fatto tutto in due giorni?

MAURIZIO: Aveva detto…gliela dovevo portare stasera…infatti…ma

SERGIO: Ma cose da pazzi!

MAURIZIO: Ma tu ieri sera, hai fatto ciò che ti avevo detto?

SERGIO: Ma cosa?

MAURIZIO: Come cosa? Ti avevo detto di iniziare la Novena.

SERGIO: No…veramente ieri sera… era così distrutto, che non appena ho acceso facebook e mi sono messo sul divano, mi sono addormentato subito…

MAURIZIO: Che ti venga un colpo a te e a facebook. Ti avevo dato un incarico, uno solo…

SERGIO: Ma se ti ho detto che ero distrutto…

MAURIZIO: Per stare su facebook, non eri distrutto?

SERGIO: Mi sono collegato solo due minuti, mi è servito come sonnifero.

MAURIZIO: Te lo darei io un sonnifero…a colpi di like in testa però. Vai a fidarti dei parenti.

SERGIO: Ma basta! Se avessi pregato secondo te, le cose sarebbero andate meglio?

MAURIZIO: Certo. Vuoi sapere perché il meccanico non può più riparare la macchina?

SERGIO: Perché?

MAURIZIO: Perché…la Madre Superiora di Agrigento, ha avuto un incidente, mentre guidava il pulmino del Convento.

SERGIO: Eh?

MAURIZIO: Indovina con chi ha avuto l’incidente?

SERGIO: Cosa ne posso sapere io, sono il confessore del Convento di Agrigento?!

MAURIZIO: (sarcastico)Ma come,su facebook non hai letto la notizia?

SERGIO: Si vede che non ne capisci nulla…Potevo leggerla, se avessi avuto come amica su Facebook, la Madre Superiora. Ma visto che nemmeno la conosco…

MAURIZIO: Allora te lo dico io, ha avuto l’incidente con un collega di tuo cognato. Con Padre Coletti.

SERGIO: Ah? Ma si sono fatti male?

MAURIZIO: Purtroppo no.

SERGIO: Ma cosa dici?!

MAURIZIO: Se almeno si fossero fatti male… non avrebbero avuto bisogno subito della macchina. Invece no! Non si sono fatti nulla...

SERGIO: Per forza, sono raccomandati.

MAURIZIO: Possiamo mai lasciare a piedi il Prete e la Madre Superiora?

SERGIO:Figuriamoci! Hanno bisogno del pulmino per andare a fare beneficenza di          qua e di là.

                MAURIZIO: Appunto!

SERGIO: Aspetta, ma a noi cosa importa del Prete e della Madre Superiora di Agrigento, se abitiamo qua? Non glielo può aggiustare un meccanico di Agrigentoil pulmino? Così, il nostro meccanico può riparare la macchina di Carla.

MAURIZIO: Ma secondo te, dovevo chiamare il meccanico di qua, addormentato?

SERGIO: E perché? Almeno lo conosci, sai come lavora…

MAURIZIO: Certo lavorare, lavora bene, ma Carla quanto ci metterebbe a scoprire tutto, se la riparazione la faccio fare al nostro meccanico? Io ti ammazzerei…

SERGIO: A me e cosa c’entro io?

MAURIZIO: Se avessi pregato... l’incidente non sarebbe avvenuto, visto che la preghiera era fatta dal cognato di un Prete…

SERGIO: Ma dai, non scherzare…

MAURIZIO: E chi scherza?

SERGIO: Non possiamo andare da un altro meccanico?

MAURIZIO: Chi trovo… avevo chiamato tutti i meccanici dei dintorni. L’unico che avevo trovato disponibile era questo di Agrigento. (suonano alla porta, Maurizio va ad aprire. Entrano i Miccichè) Prego, prego accomodatevi.

ANDREA: Bongiorno Sergio, come va?

SERGIO: Mah…

MANUELA: (interrompendolo e poi al marito) Ah, c’è bisogno di chiederlo? Non si nota che è “bello in carne”...

SERGIO:(fa gli scongiuri) Ringraziando il Signore.

MAURIZIO: Ma voi come mai siete nei “paraggi”?

MANUELA: Disturbiamo?

MAURIZIO: No, cosa c’entra, anzi mi fa piacere…(ironico) E’ da ieri che non ci vediamo…

SERGIO: Ma prego sedetevi…

ANDREA E MANUELA: (stanno per sedersi)

MAURIZIO: No, ma se avete fretta…

MANUELA: No, ma quale fretta…(al marito) Tu hai fretta?

ANDREA: Io no.

MANUELA: Perfetto…

MAURIZIO: Ma forse tu Manuela, che ne so, hai qualcosa da fare. Non vorrei rubarvi troppo tempo…

MANUELA: No, stai sereno, possiamo rimanere tutto il tempo che vogliamo.

MAURIZIO: (in disparte) A posto siamo.

MANUELA: Stamattina mi sono alzata alle cinque e ho sistemato subito la casa. Io non sono mica come certe donne, che passano il tempo a farsi gli affari degli altri?!

SERGIO: (ironico) Nooo!

ANDREA: Eh, le donnedi oggi…

MANUELA: Non c’è più mondo…Non esiste più nemmeno la vera amicizia…ormai pure le ragazzine sono volgari e pettegole…

ANDREA: Poi da quando hanno inventato i cellulari…abbiamo “perso la strada di casa”.

MAURIZIO: Lo dico anch’io.

MANUELA: Ma secondo voi, la colpa è deicellulari? L’educazione viene dalla famiglia…che c’entra la tecnologia?

SERGIO: Io la penso pure così. La tecnologia non si può fermare…il mondo va avanti, si evolve. (al cognato) Non è che tutti possono rimanere indietro come te?!

MAURIZIO: Meglio essere arretrati, che fare come i giovani di oggi e ...anche certi anziani…danno spettacolo, attaccati a questi telefonini.

MANUELA: Ma è cambiato il mododi comunicare…

ANDREA: Una comunicazione a gesti, ormai non si parla più. State attenti non si sa mai vi si raffredda la bocca, se parlate!

MANUELA: Tu poi…

SERGIO: Mah! Io non capisco cosa ci trovate di strano? Lo sapete quanti amici di vecchia data ho incontrato sufacebook? Amici che vivono pure in America ed erano trent’anni che non li vedevo e non li sentivo?

MANUELA: Appunto…è un modo per ritrovarsi e stare più vicini…

ANDREA: E che progresso è, se avvicina chi è lontano e allontana chi è vicino?

MANUELA: Ma cosa dici?

ANDREA: Cosa dico?Ogni volta che ti voglio parlare ti devo inviare un messaggiosu whatsapp, anche se sei accanto a me!

SERGIO: Esagerato.

MAURIZIU: Voi siete esagerati e non volete capirlo! Parliamo per esempio di quando mia moglie arriva da lavoro, nemmeno saluta. Prende quel diavolo di telefonino e si scorda di tutto…pure di spegnere il sugo. E poi mi tocca mangiare pasta col sugo bruciato!

ANDREA: Pure mia moglie…

MANUELA: Così è più gustoso.

SERGIO: Certo che siete proprio arretrati.

MAURIZIO:Noi saremo arretrati ma voi, così attaccati a questi aggeggi, come farete quando morirete…come farete?!

MANUELA: (sarcastica) Vorrà dire che questi aggeggi ce li porteremo dietro!

SERGIU: Per forza! Senza cellulari dove vuoi andare? Ormai internet è ovunque. Anche quando arrivi in Paradiso ti danno subito la password!

MANUELA: Veramenteinternet c’è anche in Paradiso?

SERGIU: Uh! Pure all’Inferno c’è!

MAURIZIO: Senza parole! (ai Miccichè) Con tutta questa discussione mi sono scordato di chiedervi, come mai siete passati.

ANDREA: Aspetta che adesso mia moglie, ti manda la risposta sumessenger. Vai a prendere il telefonino.

MANUELA: Quanto sei simpatico. Siamo venuti perché volevamo sapere…

ANDREA: (interrompendola) Volevi sapere...

MANUELA: Ah, volevo, volevamo…è la stessa cosa.

ANDREA: No no! Precisiamo…tu volevi sapere…

MANUELA:Insomma, volevamo sapere come sta il fratello del papà di Carla.

SERGIO: Chi? (ricordandosi) Ah!

ANDREA: Mia moglie era preoccupata.

MAURIZIO: (inventando) Mah, staun po’meglio…

SERGIO: Sì infatti, dopodomani lo dimettono.

MANUELA: Così subito?

MAURIZIO: Forse lo dimettono, se gli accertamenti vanno bene.

ANDREA: Ah…

SERGIO: Certo, altrimenti non lo mandano a casa.

MANUELA: Ma Carla quando arriva?

SERGIU: (al cognato)Solo lei ci manca in questo momento!

MANUELA: Come?

SERGIO: No dico, sarebbe proprioil momento.. sarebbe proprio ora, che arrivasse…

MANUELA: (a Maurizio) Glielo hai detto che suo zio è in ospedale?

MAURIZIU: No, e nemmeno glielo dico. Tanto si sta riprendendo, vero Andrea?

SERGIO: (gesticolando) Infatti! E’ già con una gamba fuori dall’ospedale, non c’è bisogno di dire nulla.

                MANUELA: Bravo. Hai visto Andrea…

ANDREA: Sì sì lo so…questi sono veri uomini. Eh, ma se Carla per disgrazia lo viene a sapere?

SERGIO: (fa gli scongiuri) Ci concia per le feste!

MANUELA: Come?

SERGIO: No,dicevo… che sicuramente, farebbe una bella festa…

MAURIZIO: Certo perché suo zio sarebbe ormai fuori pericolo…

SERGIO: Proprio questo volevo dire.

ANDREA: Mah!

MAURIZIO: Io penso però, che non è necesario che Carla lo venga a sapere, è giusto?

SERGIO: E’ giusto?

MANUELA: Giustissimo.

SERGIO: E quindi…

ANDREA: E quindi?

MAURIZIO: E quindi, nessuno deve parlare. Siamo tutti d’accordo?

ANDREA: Ma certo…

MANUELA: Per quanto ci riguarda, potete stare tranquilli. Noi siamo persone che si fanno i fatti propri…

SERGIO: (al pubblico) Allora ci possiamo già comprare la cassa da morto.

ANDREA: Ora però dobbiamo andare.

SERGIO: Eh, che fretta avete?

MAURIZIO: (al cognato) Ti possano azzannare i cani! (ai Miccichè, dirigendoli velocemente verso la porta) Mi ha fatto veramente piacere scambiare due chiacchere con voi, arrivederci.

SERGIO: Non andavano più via…

MAURIZIO: E tu rincaravi la dose.

SERGIO: In che senso?

MAURIZIO: Sedetevi…così subito dovete andare via…

SERGIO: Ma io l’ho fatto per educazione…

MAURIZIO: Fammi un favore,la prossima volta, l’educazione tienila per te, ci hanno fatto perdere un sacco di tempo.

SERGIO: (preoccupato) Ah, se Carla ci scopre.

MAURIZIO: Non ci scoprirà, se tu non dirai nulla.

SERGIO: Io no. Ma gli altri?

MAURIZIO: Gli altri chi?

SERGIO: I Miccichè…

MAURIZIO: I Miccichè non parleranno…Dormivi quando gli ho detto che Carla non sa e non deve sapere niente…

SERGIO: E Gustavo dell’assicurazione?

MAURIZIO: Ah, non ti preoccupare…quello non può parlare...sicuro!

SERGIO: Perché?

MAURIZIO: Eh, perché non gli conviene, altrimenti gli faccio scoppiare il matrimonio.

SERGIO: Veramente? Perché cosa ha fatto?

MAURIZIO: MaGustavo non è tuo amico su facebook?

SERGIO: Certo che sì…

MAURIZIO: Perfetto, chiedilo a facebook allora.

SERGIO: Ah,bel compare che ho…

MAURIZIO: A me non piace raccontare i fatti degli altri a tutti… Anche per questo ho tantiSanti in Paradiso...

SERGIO: E un Diavolo in casa.

MAURIZIO: (pensieroso si siede sul divano) .

SERGIO: A cosa pensi?

MAURIZIU: Ma come a cosa penso, non ho proprio idea di come fare…Mi sto scervellando, ma non mi viene in mente un meccanico al quale poter chiedere aiuto…

SERGIO: Aspetta, aspetta…forse (prende il cellulare)

MAURIZIO: (si alza, guarda il telefono di Sergio e…) Nuovamente con questo telefonino, ma mi vuoi aiutare?!

SERGIO: E quello che sto cercando di fare... Vieni qua, guarda.

MAURIZIO: No.

SERGIO: Vieni ti ho detto.

MAURIZIO: (si avvicina)

SERGIO: Guarda questo…

MAURIZIO: Cioè, tu stai dicendo che con tutto quello che mi è accaduto, devo mettermi a perdere tempo con facebook?!

SERGIO: L’altro giorno una persona mi ha inviato una richiesta di amicizia e io ho accettato…

MAURIZIO: Senti, con tutto il bene che ti voglio caro compare, non mi importa nulla di tutte le persone…amici tuoi.

SERGIO: Nemmeno se è un meccanico?

MAURIZIU: Meccanico? (guarda il profilo su facebook)

SERGIO: Vedi questo?

MAURIZIO: (guarda il telefonino)

SERGIO: Lo vedi o no?

MAURIZIO:Lo vedo, lo vedo, ti sembro cieco?

SERGIO: Guardalo bene, perché questo, è la nostra soluzione…Aspetta che gli invio subito un messaggio…e vediamo se può aggiustare la macchina. (invia un messaggio)

MAURIZIO: (poco dopo) Eh, ma cosa fa non risponde?

SERGIO: Ah, un minuto…

MAURIZIO: Ma quanto ci vuole?

SERGIO: Mamma mia, smettila…Guarda proprio adesso lo sta leggendo…

MAURIZIO: Speriamo che dica di sì… Ma ancora legge?

SERGIO: Sta rispondendo, zitto.

MAURIZIO: (si avvicina e guarda il telefono) Ma sta scrivendo un romanzo?!

SERGIO: Oh! (arriva il messaggio) Ecco, mi scrive che per lui non ci sono problemi…

MAURIZIO: Veramente!!!

SERGIO: Addirittura già domani posso portargli la macchina, così comincia subito…

MAURIZIO: Ma è lontano questo meccanico?

SERGIO: Ma che lontano, è di Sciacca.

MAURIZIO: Ah, Signore ti ringrazio. Caro compare, se non fosse stato per te…

SERGIO: Perla tecnologia, vuoi dire…

MAURIZIO: Lo sai che forse, hai ragione tu. Se penso a quante telefonate ho fatto per trovare un meccanicosenza concludere nulla. Invece, con questo facebook abbiamo fatto così in fretta…

SERGIO: Da quanto tempo cerco di fartelo capire.Guarda chi ti faccio vedere…

MAURIZIO: (guarda) Ma chi è?

SERGIO: Ma come non lo riconosci? E’Alfonso.

MAURIZIO: Alfonso, quello che veniva a scuola con noi?

SERGIO: Proprio lui…

MAURIZIO: Beh, da quanto tempo non avevo notizie. Ma come hai fatto a trovarlo?

SERGIO: Eh, su facebook puoi trovare tante di quelle persone.

MAURIZIO: E come sta, dove si trova?

SERGIO: Guarda tu stesso sul suo profilo.

MAURIZIO: (prende il telefonino e cerca di girarlo, guarda)

SERGIO: Ma cosa diavolo fai?

MAURIZIO: L’hai detto tu che devo guardare di profilo…solo che io giro, giro, ma la faccia si vede solo di fronte non di profilo.

SERGIO: Il profilo che Alfonso ha messo su facebook, non il profilo della sua faccia. (gli mostra come fare)

MAURIZIO: Ma cosa ne posso sapere io! (guarda) Beh, beh! E’ in Svizzera ? Ma non era in Germania?

SERGIO: Prima è stato in Germania e poi si è trasferito in Svizzera…

MAURIZIO: (continua a guardare) Però, poverino, brutto era e brutto è rimasto! Ma lo sai che questo facebook è veramente interessante e importante…

SERGIO: Ti vuoi iscrivere?

MAURIZIO: No, non sono capace? Sono imbranato. Preferisco guardare le persone in faccia…

SERGIO: Non ci vuole nulla, ormai anche gli anziani lo sanno usare. E’ mai possibile che devi restare indietro?

MAURIZIO: E proviamo…Però fai tutto tu.

SERGIO: Stasera quando arrivo a casa ti iscrivo io… Con quale nome vuoi essere registrato?

MAURIZIO: Cosa ne so, fai tu e poi mi dici. Tanto io non lo userò molto!

SERGIO: Perfetto, ora vado. Dammi le chiavi della macchina che la porto via…

MAURIZIO: (prende le chiavi) Ecco, digli di fare un bel lavoro. Non si deve notare nulla…Mi raccomando!

SERGIO: Dormi sereno, ciao.(esce)

MAURIZIO: (rivolto al quadro del Sacro Cuore di Gesù) Caro Signore, non ho parole per ringraziarti e ti giuro, che questa è la prima e l’ultima bugia che racconto.Io, sono una brava persona… tu lo sai. Lo faccio solo per evitare discussioni inutili…Mi raccomando però, se hai intenzioni di mandarmi all’Inferno per questo peccato…ti ricordo che non è necessario. Perché il Diavolo ce l’ho già in casa! Dopo tutto quello che mi ha fatto passare mia moglie, mi spettano almeno almeno, due eternità di Paradiso! Pensaci. Buonanotte. (va incamera)

FINE 2° ATTO

TERZO ATTO

(Sono passati due giorni, Maurizio entra in casa dalla porta d’ingresso)

MAURIZIO: (posa le chiavi della macchina sul tavolo e si accomoda sul divano) Ah, finalmente, la macchina è stata riparata, ora sì che mi posso rilassare. E che lavoro fine ha fatto quel meccanico, sembra nuova, nuova. (prende il cellulare) Allora, mio compare ha detto - “schiacciare sul simbolo di facebook”…Dove Diavolo è? Ah, qua. (si collega) Ah! Ma che foto ha scelto, quella di quando mia moglie mi ha fatto pelare la testa come un cocomero?! Cosa ha scritto nella descrizione? (legge) “Penso di essere una persona sincera ma all’occorrenza anch’io so raccontare bugie”. Ti possano azzannare i cani.Vai a fidarti dei parenti! Più tardi mi sente questo disgraziato! Mamma mia, quante richieste di amicizia… Chi sono tutte queste persone? Ora che faccio? Ma sì, le accetto tutte, come si dice “chi è ricco di amici è povero di guai”. (Carla apre la porta ed entra, Maurizio sobbalzastupito) Carla? Cosa ci fai qua?

CARLA: (ironica) Benvenuta, sono contento di vederti…no?

MAURIZIO: Certo che sono contento, ma non dovevi arrivare la prossima settimana?

CARLA: Invece ho finito prima. Ti dispiace?

MAURIZIO: No, ma scherzi?! (tra sé) L’ho scampata bella.

CARLA: Tutto a posto? Ci sono novità? Cosa stavi facendo?

MAURIZIO: Una novità c’è…

CARLA: Ah, sì? E racconta, racconta che sono curiosa.

MAURIZIO: Tuo fratello mi ha iscritto a facebook…Guarda vuoi vedere? Questo disgraziato ha messo una brutta foto!

CARLA: (sarcastica) La foto sarà brutta ma la descrizione è perfetta!

MAURIZIO: Ah, già hai visto tutto. Niente effetto sorpresa allora?

CARLA: La sorpresa l’ho fatta io a te, arrivando prima…(suonano alla porta) E chi è? (al marito) Vai ad aprire, vai.

MAURIZIO: (va ad aprire) Andrea, Manuela? Cos’è successo? (vorrebbero entrare ma Maurizio li trattiene e non accorgendosi della presenza di Carla…)

MANUELA: (entrano) Com’è finita? Tutto a posto quella faccenda?

CARLA: Quale faccenda?

ANDREA: Carla?!

MANUELA: Carla?!

CARLA: Beh, che c’è? Sembra che abbiate visto un fantasma?

ANDREA: No, ma che dici?

MANUELA: Quale fantasma… Maurizio ci aveva detto che saresti arrivata la prossima settimana, allora…

CARLA: Ah, sì…e come mai mio marito mi fa da segretario e vi tiene informati dei miei passi?

ANDREA: (alla moglie) Te lo dicevo io che era meglio farci gli affari nostri.

MANUELA: Allora noi andiamo…eravamo passati solo per…

CARLA: Per?

MAURIZIO: Per…perché te l’avevo detto no… che tuo fratello mi ha iscritto su facebook? E siccome non riuscivo a collegarmi…ieri ho incontrato per caso Manuela e le ho chiesto come dovevo fare…

ANDREA: Mia moglie è esperta in queste cose, chi meglio di lei.

MANUELA: Ecco proprio per questo eravamo passati…

CARLA: (sarcastica) Per facebook! Vedi un po’…

MANUELA: Quando si dice la coincidenza…

ANDREA: (si avvicina a Maurizio) Ma sei sicuro che ancora non sa nulla?     

MAURIZIO: Sono sicuro. E’ arrivata adesso. Niente sa e niente deve sapere.

ANDREA: Mah!

CARLA: Cosa avete da complottare voi due?

ANDREA: Stavo dicendo a Maurizio, che adesso dobbiamo andare e di corsa per giunta, perché abbiamo da fare. (alla moglie) Vero Manuela?

MANUELA: Sì, andiamo…

CARLA: No, ora vi sedete così vediamo se mio marito, (a Manuela) ha capito tutta la spiegazione che gli hai fatto ieri… metti che, ha ancora bisogno?!

ANDREA: Ma certo che ha capito…

MANUELA: E poi, ora ci sei tu che lo puoi aiutare. (fanno per andarsene)

CARLA: Ho detto sedetevi…

MANUELA: Si ma due minuti…

ANDREA: (alla moglie) Anche meno, perché mi sembra che le cose si stanno mettendo male!

MANUELA: (suonano alla porta, al marito) Vai ad aprire.

MAURIZIO: (Va ad aprire è Sergio, Maurizio gli fa cenno di stare zitto)ma lui…)

SERGIO: L’hai provata la macchina? Tutto a posto? (si accorge di Carla) Carla?! Ma non dovevi arrivare la prossima settimana?

CARLA: Eccolo qui un altro. Ho anticipato il ritorno, ci sono problemi?

SERGIO: Problemi? No!

CARLA : Menomale, allora sedetevi perché ho bisogno di parlarvi.

ANDREA: Ma anche con noi?

CARLA: Sì, con tutti. Sedetevi. Maurizio mettiti in mezzo ad Andrea e Sergio, Manuela siediti qua, accanto a questo bel marito che hai ed io mi siedo qua, di fronte a voi, così vi guardo bene in faccia.

SERGIO: (a Maurizio) Compare sento puzza di bruciato.

MAURIZIO: Ma zitto, sempre a mangiare pensi!

                CARLA: Perciò ieri mi è successa una cosa strana, ma strana veramente.

                MAURIZIO: Ma…

CARLA: (interrompendolo furibonda) Ora devi chiudere la bocca, perché vi voglio raccontere una bella storia. Dunque, ieri sera, dopo una giornata di riunioni egiri per conto della ditta, finalmente sono arrivata nella camera dell’albergo…

MANUELA: Non ti seccare Carla ma se è una storia lunga, a me e a mio marito ce la racconti un’altra volta perché adesso abbiamo da fare.

ANDREA: Mia moglie ha ragione, dobbiamo andare…

SERGIO: Pure io Carla devo scappare…

CARLA: E no! Una storia senza personaggi non si può raccontare…

MAURIZIO: (prende un fazzoletto per asciugare il sudore) Tempo balordo, oggi fa un caldo!

SERGIO: Senti dopo passalo a me quel fazzoletto, perché anch’io sto sudando freddo!

CARLA: Ne avrete di tempo per asciugarvi il sudore… Stavo dicendo, finalmente dopo che mi sono fatta una doccia, sdraiata sul letto, come faccio tutte le sere mi sono collegata a facebook, così per rilassarmi.

MAURIZIO: (continuando ad asciugarsi) Ti capisco, veramente rilassantequesto facebook…

CARLA: Appena mi sono collegata ho visto una cosa che non dovevo vedere…

SERGIO: Che cosa?

MANUELA: Madonna mia è morto qualcuno?

CARLA: (guardando il marito) Ancora no, ma poco ci vuole.

ANDREA: (sottovocea Maurizio) Non voglio insistere ma per me ha scoperto che suo zio è in ospedale…

SERGIO: (sottovoce a Maurizio) Compare, non posso esserne sicuro, ma secondo me, ha capito tutto…Ci conviene confessare, almeno così ci applica lo sconto della pena come ai carcerati.

MAURIZIO: Ah! Volete smetterla tutti e due!

CARLA: Su facebook, ho trovato una nuova richiesta di amicizia…e tu caro fratello, lo conosci perché è amico tuo.

SERGIO: Eh, ma ne ho tanti amici, chi è?

CARLA: Ciro, il meccanico. Lo conosci?

SERGIO: Ciro, Ciro? Mamma mia, in questo momento non mi viene in mente. Deve essere un nuovo amico.

MANUELA: (al marito) Nemmeno tu lo conosci, vero?!

MAURIZIO: Io? Cosa c’entro io?

CARLA: No, perché, io ho accettato l’amicizia…

MAURIZIO: (si asciuga ripetutamente)

SERGIO: (al cognato) Passami questo fazzoletto ti ho detto!

CARLA: E come vi stavo dicendo, senza volere, ho visto una cosa che non dovevo vedere…

ANDREA: Ma questo, questo meccanico dico…per caso è pure amico di tuo zio Peppe?

CARLA: No, cosa c’entra mio zio Peppe, ora?

MANUELA: (a Maurizio) Ormai conviene dirglielo.

CARLA: Che cosa?

MAURIZIO: Niente…

ANDREA: Diglielo prima che le cose si complicano di più…non l’hai capito che ha già scoperto tutto.

SERGIO: (tremando) Lo dicevo io! Ora sì che possiamo farci il segno della Croce.

CARLA: (a Maurizio) Ti conviene parlare!

MAURIZIO: (si asciuga il sudore) Carla, ascolta non è come…

MANUELA: Carla…non fare così, perché Maurizio, tuo marito, non ti ha detto nulla perché è un galantuomo…

CARLA: Ah, sì?

SERGIO: (tra sé) Un galantuomo con i fiocchi…Infatti, ti ha infiocchettato un bel pacco!

ANDREA: (a Maurizio) Diglielo che lo hai fatto per lei.

CARLA: Avanti dillo che lo hai fatto per me… di ridurmi la macchina come una scatoletta e poi per giunta di farla aggiustare di nascosto, con la complicità del vostro amico meccanico e di questi bei vicini di casa!

MANUELA: Quale macchina?

ANDREA: Ma veramente, di cosa stai parlando?

MAURIZIO: (si siede) Mamma mia, mi sento male…

CARLA: Non svenire ora, perché ancora non ho finito…

SERGIO: (a Maurizio) Perché non mi hai ascoltato?

ANDREA: Ma cosa c’entriamo noi?

MANUELA: Appunto!

CARLA: Come cosa c’entrate? (prende il cellulare) Questa fotografia su facebook di chi è?

SERGIO: (alla moglie) Che ti venga un accidenti, se era un segreto perché hai pubblicato la foto?

MANUELA: Io non ho pubblicato nulla…

CARLA: Ci ha pensato il Dottor Rinaldi a farlo…(fa vedere la foto su facebook) Guardate qua, non siete voi due, quelli che si vedono da lontano?

ANDREA: Sì ma noi eravamo lì per far visita ad un amico…

MANUELA: Loro li abbiamo incontrati in ospedale, e ci hanno detto che il fratello del signor Peppe era caduto ed era lì per accertamenti.

CARLA: Mio zio è caduto, ma quando, perché non mi avete detto niente?!

MAURIZIO: Tranquillizzati, tuo zio sta bene…non gli è successo nulla.

SERGIO: Lui sta bene ma noi stiamo per morire…

CARLA: Ah, per giunta hai messo in mezzo altra gente, ma non ti vergogni?

ANDREA: Proprio un galantuomo…Manuela.

MANUELA: E cosa c’entravamo noi, perché inventare tutta questa storia?

CARLA: Vi dico io perché. (prende il cellulare) Guardate qua, questa è la mia macchina.

SERGIO: (a Maurizio) Me lo vuoi dare questo fazzoletto?!

CARLA: (al marito) E daglielo questo fazzoletto che sta sudando sette camicie.

MAURIZIO: (al cognato) Aspetta che prima gli verso un po’ di veleno!

ANDREA: (guardando la foto) Eh, Mamma mia! Guarda Manuela, guarda…

MANUELA: (guarda la foto) Beh, cos’è successo?!

CARLA: (al marito) Avanti spiegami come hai fatto a ridurre la macchina in questo stato?

MAURIZIO: E come ho fatto, come ho fatto…

SERGIO: Carla, non è giusto che te la prendi con lui. La colpa è tua…

CARLA: Ah, pure? Sapete che avete una bella faccia tosta!

SERGIO: Non sei stata tu a telefonare…inin ter rot ta men te?!

CARLA: E questo cosa c’entra?

SERGIO: Come cosa c’entra, tuo marito ha dovuto per forza rispondere e quindi…

MAURIZIO: E quindi…abbiamo avuto l’incidente…ora sai tutto.

ANDREA: Allora eravate in ospedale per l’incidente?

SERGIO: Esattamente.

MAURIZIO: Solo che non volevo far sapere nulla a mia moglie…

MANUELA: Perciò ti sei inventato tutta questa farsa…

MAURIZIO: (alla moglie) E tu? Invece di chiedere se ci siamo fatti male? Cosa fai ti precipiti di corsa qua e fai storie?

CARLA: (nervosa) Senti non provarci nemmeno.

MANUELA: Andrea andiamo, meglio se di questa cosa ne discutono da soli.

MAURIZIO: (preoccupato) No, rimanete ancora un po’…

ANNDREA: No, “tra moglie e marito non mettere il dito”. Eh!

SERGIO: Prima però, avete messo il dito con tutta la mano…

MANUELA E ANDREA: (escono) Arrivederci.

SERGIO: (alla sorella preoccupato) Ora cosa fai, lo butti fuori di casa? Lo mandi di nuovo a casa mia?

MAURIZIO: Non ti preoccupare perché tanto ti ammazzo prima!

CARLA: E no cari, questa volta saremo noi ad andarcene.

SERGIO: Noi chi?

CARLA: Noi, io e tua moglie.

SERGIO: (tira un sospiro di sollievo) Ah, pure mia moglie? (fingendosi dispiaciuto) No, che brutta punizione…

MAURIZIO: (fingendo di essere preoccupato) Carla, abbiamo sbagliato lo so, ma…

SERGIO: (al cognato) Zitto, smettiamola qua. Hanno ragione.

MAURIZIO: Sì è vero, questo è quello che ci meritiamo. (fingendo di piangere) E’ giusto che per scontare la pena ci lasciate soli come cani per un mese.

SERGIO: Ma cosa dici? Almeno, almeno,ci vogliono tre mesi!

CARLA: Sei misi….

SERGIO: (concordando felicemente) Sei mesi?!

MAURIZIO: (fingendo di essere preoccupato) Sei mesi? Ma come faremo soli tutto questo tempo?

CARLA: Soli? E chi vi ha detto che dovrete rimanere soli…Non avremmo mai potuto fare una cosa del genere.

MAURIZIO: Ma allora…

CARLA: State sereni, perché questa sera stessa si trasferiranno qua (al fratello) nostra madre e la mamma di tua moglie.. contenti?

SERGIO: Ma stai scherzando? Questa non è una punizioni...

MAURIZIO: (al cognato) Te lo dicevo io che ci avrebbe mandato direttamenti all’Inferno!

SERGIO: (al cognato) Ma cosa ti lamenti? (alla sorella) Però non è giusto…a lui (indicando il cognato) solo la suocera, a me, madre e suocera!

CARLA: Peggio per te che gli vai sempre dietro!

MAURIZIO: Ti sta bene. Non sei stato tu che mi hai convinto a usare facebook?

CARLA: Vi saluto.

MAURIZIO: Carla ascolta, ti chiedo scusa…

CARLA: Troppo tardi.

SERGIO: Dai mia cara sorella, non potete ripensarci?

CARLA: Non se ne parla proprio.

MAURIZIO: Ma almeno fateci restare soli?

CARLA: Bello lui? Soli. E cos’è un premio?! Arrivederci. (esce)

MAURIZIO: (furioso al cognato) Hai visto cosa hai combinato?

SERGIO: Io?

MAURIZIO: E chi? Non sei stato tu a dire al Dottore di fare una foto ricordo?

SERGIO: Come potevo immaginare che la pubblicava su facebook? Anzi guarda che gli puoi chiedere i danni.

MAURIZIO: Ma che dici?

SERGIO: Ha pubblicato la foto e tu non ne sapevi nulla.

MAURIZIO: Ti sei dimenticato che mi ha fatto firmare per la privacy?

SERGIO: Ti ha preso in giro, questo disgraziato.

MAURIZIO: (sarcastico) Prendilo adesso il cellulare e comincia a fare quattro foto. Poi li pubblichi e scrivi(con enfasi) “Gli ultimi miei momenti da vivo, prima che mio cognato mi uccidesse”. (comincia a rincorrerlo)

SERGIO: Calmati, siamo tutti e due nella stessa barca. Anzi, a me è finita peggio.

MAURIZIO: Per giunta, non contento mi hai fatto aggiustare la macchinada uno che conoscevi appena…

SERGIO: Ma come potevo sapere che avrebbe pubblicato le foto?

MAURIZIO: Dovevi prevedere che un meccanicu,per farsi pubblicità, metteva le foto della macchina prima e dopo l’incidente. Perché non gli hai detto che la cosa doveva rimanere segreta? Eh?!

SERGIO: Come facevo a sapere che avrebbe chiesto l’amicizia a Carla su facebook?

MAURIZIO: (continua a rincorrerlo) Accidenti a te e a facebook! Te lo dicevo che non mi piaceva…

SERGIO: Ma questa è statauna disgrazia. Siamo stati sfortunati.

MAURIZIO: Collegati a facebook, collegati…

SERGIO: Ma perché?

MAURIZIO: Perché ti sto mandando all’altro mondo, comincia a salutare tutti gli amici, forza. (lo rincorre)

SERGIO: (scappandopreoccupato) Dammi il tempo di accendere il cellulare allora?!Signore mio, aiutami, non abbandonarmi per favore. Liberami da questo pazzo… Dove sei Signore?!

MAURIZIO: Controlla che dev’essere su facebook, visto che la connessione c’è anche in Paradiso!

SERGIO: Signore, ci sei su facebook? Rispondimi, che se ci sei ti invio una richiesta di amicizia…

MAURIZIO: Mandala pure al Padre Eterno, così forse dopo che sarai morto ti farà resuscitare!!! (escono di scena rincorrendosi)

FACOLTATIVO

(Sergio e Maurizio rientrano, Sergio è al cellulare)

MAURIZIO: (al publico) Cari amici, parenti, conoscenti e sconosciuti, la tecnologia è certamentiuna conquista importante, ma comea tutti è noto, il Signore o meglio il Padre Eterno, ci hanno fatto dono di un oggettoassai più potente di tutti i cellulari e i computer di questo mondo…

SERGIO: L’ho acceso, l’ho acceso! Ho trovato il profilo del Padre Eterno…

MAURIZIO: Ecco appunto…il cervello. Perciò è giusto che dobbiamo adoperare whatsapp, messenger, facebook e bla bla bla, ma per non  permettere a questi mezzi di schiavizzarci,sempre con parsimonia dobbiamo collegarci.Forse sarebbe meglio per certi versi, ritornare al tempo che fu, quando almeno eravamo capaci di vedere tutta la bellezza di quaggiù!