Vi aspetto a pranzo domenica

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La scena si apre su una cucina

VI ASPETTO A PRANZO DOMENICA

La scena si apre su una cucina. Una donna è vicino al forno della cucina, si china ed estrae una teglia. Controlla la cottura e si china per rimettere la teglia nel forno. Entra un uomo in tenuta casalinga è evidentemente il marito  si avvicina alla donna e le abbraccia i fianchi.

GIUDITTA: e smettila!

GIORGIO: Come smettila…

GIUDITTA: non è il momento

GIORGIO: per te non è mai il momento

GIUDITTA: non è vero che non è mai il momento. Il problema è che ti ricordi ….solo nei momenti sbagliati. Per il resto è notte profonda! (continuando a trafficare in cucina, si ferma e dice pensosa) Secondo me è un alibi..

GIORGIO: che cosa, è un alibi?

GIUDITTA: (elenca) Il fatto che ti esibisci in tutto il tuo splendore (fra i denti) si fa per dire,  quando sono in cucina e sai che aspetto ospiti, oppure quando sto per uscire, e quando torno dal supermercato e ho le braccia piene di pacchi, ecc. ecc.

GIORGIO: questo vuol dire che mi ispiri nelle tue vesti domestiche. Dovresti essere contenta!

GIUDITTA: certo! Come mai che non ti ispiro la sera? Hai presente…quando tutti dormono, quando tutto è pace e silenzio, con un bel letto comodo. Certo bisognerebbe arrivare, al letto intendo, prima di esserci ridotti con la testa ciondolante davanti alla televisione, la bocca spalancata e il russo selvaggio…

GIORGIO: Ecco! Appunto…ci vorrebbe…

GIUDITTA:  Ci vorrebbe…ci vorrebbe, piuttosto aiutami a sistemare il rubinetto del gas. Guarda la maniglietta è spannata e gira a vuoto.

GIORGIO: (con un sospiro) va bene, vado a prendere gli attrezzi (si allontana mentre lei riprendere a cucinare)

GIORGIO: (gridando dall’altra stanza) Giudy dove hai messo la scatola degli attrezzi?

GIUDITTA: (gridando) al solito posto…

GIORGIO: (gridando) Non li trovo!...

GIUDITTA: (parlando fra se) Perché ho parlato? Perchè accidenti non sono stata zitta?

(ad alta voce) li hai trovati?

GIORGIO: (entra con la cassetta degli attrezzi) Certo che li ho trovati, ma se cambi sempre il posto alle cose!

GIUDITTA: non cambio il posto alle cose, cerco solo di tenerle in ordine. Avevi messo la cassetta in alto e in bilico, l’ho solo spostata un po’ più in dentro.

GIORGIO: no! Non c’era, mi sono dovuto allungare per trovarla, non si vedeva…

GIUDITTA: tu vorresti tenere tutte le cose in evidenza tutte davanti in fila e in ordine sparso…impossibile, no?

GIORGIO: sempre le solite esagerazioni! Ho solo detto..(lei lo interrompe)

GIUDITTA: va bene è come dici tu. L’hai trovata? Perfetto adesso cerchiamo di aggiustare questa maniglietta.

GIORGIO: (inizia a trafficare nella cassetta, spargendo tutto il contenuto sul tavolo della cucina) non si chiama maniglietta….(lei lo interrompe sbuffando)

GIUDITTA: e chiamala come c…(lui la interrompe)

GIORGIO:  Giuditta!!! Possibile che dici sempre parolacce!

GIUDITTA: Giuditta! Giudy (parla sottovoce, facendogli il verso) per gli amici, vorrei vedere lui al posto mio…altro che parolacce!

GIORGIO: ti ho sentito sai…(scegliendo con cura l’attrezzo per aggiustare la maniglietta della  cucina)

GIUDITTA: che cosa hai sentito? Possibile che quando mormoro senti tutto e quando urlo non senti niente? Misteri dell’umana natura…o meglio del genere maschile

GIORGIO: (si avvicina alla manichetta e inizia a lavorare) Non hai perso il tuo atteggiamento di femminista sessantottina. Sei ridicola, il tempo è passato non te ne sei accorta?

GIUDITTA: me ne sono accorta eccome che il tempo è passato….purtroppo. Comunque non si tratta di essere femminista o sessantottina, la mia è una constatazione di fatto.

GIORGIO: Ahi! (si porta un dito alla bocca) mi sono fatto male!

GIUDITTA: (indifferente) Ti sei fatto male?

GIORGIO: Certo che mi sono fatto  male! Altrimenti non avrei detto ahi!

GIUDITTA: E che cosa ti sei fatto?

GIORGIO: Se me lo chiedi così è inutile che te lo dica…

GIUDITTA: (con aria di annoiata condiscendenza) non farmi perdere tempo che ho da fare, dimmi che cosa ti sei fatto, porto un cerotto? le bende? Andiamo al pronto soccorso?

GIORGIO: sempre sarcastica, non ho bisogno di niente, faccio da solo (sibilando) non ti sopporto più..

GIUDITTA: la cosa è reciproca.

(Giorgio, sempre con il dito in bocca, cerca di chiudere la cassetta e di rimettere in ordine gli attrezzi, non ci riesce e sparge il contenuto sul tavolo della cucina. Suona il campanello del citofono, il campanello del forno e il telefono)

GIUDITTA: (alza gli occhi al soffitto)Tu lo vedi! Tu lo vedi. Dillo che ce l’hai con me! Allora dillo!

GIORGIO: Con chi stai parlando?

GIUDITTA: con me stessa. Ti dispiacerebbe attivarti? Rispondere al telefono o aprire la porta, mentre spengo il forno prima che si bruci tutto? ( con mossa rapida estrae la teglia dal forno e chiude con un ginocchio lo sportello)

GIORGIO: non posso fare due cose contemporaneamente. Non  lo vedi che sto mettendo in ordine gli attrezzi che sono caduti sul tavolo?

GIUDITTA: Sì, ma è una questione di priorità. Chi suona alla porta o chiama al telefono non lo sa che stai mettendo a posto gli attrezzi (lui la guarda smarrito)...va bene ho capito…(con la teglia in mano,  con la mano libera solleva il ricevitore lo poggia fra la spalla e l’orecchio, poi si avvia ad aprire il citofono)

GIORGIO: perché non domandi chi è prima di  aprire la porta?

GIUDITTA: Perchè faccio prima.

GIORGIO: Vuoi fare sempre tutto da sola, non dai tempo e fai tutto nella maniera sbagliata! (lei gli lancia un’occhiataccia poi esce senza rispondere) aprire così senza domandare può essere pericoloso

GIUDITTA: hai ragione. Bù! 

Si allontana e rientra accompagnata da Paolo, collega di Giorgio.

PAOLO: Ciao Giorgio, come va? (vede gli attrezzi sparsi sul tavolo) che stai facendo? Posso darti una mano?

GIORGIO: Non ti preoccupare stavo rimettendo a posto gli attrezzi.

PAOLO: ti aiuto.    

      

(iniziano in due a mettere a posto le cose aumentando la confusione)

GIORGIO: no, non mettere lì il martello, quello lo mettiamo più avanti è meglio tenerlo a portata di mano. No Paolo non mettere lì le forbici anche quelle le dobbiamo mettere davanti, servono sempre! Aspetta! Lascia questo lo sistemo io! (Paolo posa tutto e si siede)

GIORGIO: Allora come è andata la riunione sindacale?

PAOLO: Di merda! Non ci si mette  d’accordo! Venerdì abbiamo fatto una riunione che è durata tutto il pomeriggio e non abbiamo concluso nulla. Alla fine ci siamo alzati e ce ne siamo andati. Lunedì ci riuniamo ancora, cerca di esserci, più siamo e più è probabile che troviamo una soluzione.

GIUDITTA: (ha ascoltato in silenzio i due, aspettando con pazienza che il tavolo venga sgomberato)  Allora sì!....

PAOLO: Come dice signora?

GIORGIO: mia moglie…..  (lei lo interrompe)

GIUDITTA: perché non andate di là a parlare? State più comodi e io finisco di cucinare?

GIORGIO: Ma gli attrezzi…

GIUDITTA: non ti preoccupare sistemo tutto io….vai!

GIORGIO: sì, però…(lei lo interrompe)

GIUDITTA: non ti preoccupare, Vai!

PAOLO: perché vedi, io ho provato a far presente…(i due escono, Giuditta apre il coperchio della scatola e dopo aver messo dentro le cose più ingombranti con l’avambraccio spinge dentro tutto quello che è rimasto sparso sul tavolo e chiude la cassetta. Mentre sta per portare fuori la scatola entra sua figlia Stefania)

STEFANIA: (è in tuta ed assonnata) Ciao ma’, buongiorno.

GIUDITTA: Buon giorno. Ti preparo la colazione?

STEFANIA: Scherzi! Sono a dieta.

GIUDITTA: Lo so. Ma qualcosina nello stomaco la mattina ci vuole, altrimenti ti manca il carburante per affrontare la giornata.

STEFANIA: Ma quale giornata, è domenica. Poi figuriamoci con quello che avrai preparato per pranzo! Come ti è venuto in mente di fare questo invito? Che cos’è un’adunata? Chi hai invitato?

GIUDITTA: Ma è una cosa fra noi, è in famiglia. Ci siete voi, viene Carla e Flavio con Adriana.

STEFANIA: Ma che bellezza! Come ti andrà di spignattare per tutte queste persone!

GIUDITTA: Non mi va di spignattare…avevo voglia di vedervi tutti, una volta tanto riuniti  intorno ad una tavola.

STEFANIA: Belle queste riunioni famigliari! Alla fine ci scappa sempre una bella discussione. Ma chi te lo fa fare!

GTIUDITTA: Questa volta speriamo di no…(si sentono delle voci nella stanza vicina)

STEFANIA: (quasi bisbigliano) Chi c’è di là?

GIUDITTA: E’ arrivato Paolo…(Stefania la interrompe allarmata)

STEFANIA: Paolo chi?

GIUDITTA: Come Paolo chi? Il collega di tuo padre, conosciamo solo un Paolo!

STEFANIA: Perché non  me lo hai detto?

GIUDITTA: Che cosa dovevo dirti?

STEFANIA: Che di là c’è Paolo. (Giuditta la guarda sorpresa)

GIUDITTA: Di là c’è Paolo, e allora?

STEFANIA: non lo voglio vedere!

GUIUDITTA: Bambina, che cos’è questa storia?

STEFANIA: Nessuna storia, non lo voglio vedere punto e basta.

GIUDITTA: punto e basta un corno! Allora? Vuoi darmi una spiegazione?

STEFANIA: sono grande e vaccinata e non devo dare spiegazioni a nessuno.

GIUDITTA: Grande sì, di età ma non di cervello. Vaccinata non direi. Troppo pane devi mangiare per essere vaccinata davvero. E in quanto alle spiegazioni faresti bene a fornirmele subito.

STEFANIA: Vai all’inferno! (ed esce di corsa. Giuditta cerca di correrle dietro ma si ferma perché stanno entrando Paolo e Giorgio)

GIUDITTA: Allora avete chiarito tutto?

PAOLO: In linea di principio….

GIUDITTA:  Paolo perché non si ferma a pranzo con noi? E’ una riunione famigliare ma ci farebbe piacere se restasse.

GIORGIO: Piacere a chi?

GIUDITTA: Come sei maleducato! Come piacere a chi? A me, a noi a Stefania….(Paolo da sorridente diventa serio)

GIORGIO: Non volevo essere maleducato. Hai parlato al plurale e volevo capire.  

GIUDITTA: L’invito era a nome della famiglia mi sembra chiaro, quindi al plurale.

PAOLO: No, signora, mi farebbe piacere…ma non posso

GIUDITTA: Se ha degli altri impegni…altrimenti resti, la prego. Non capita tutti i giorni che mi metto davanti ai fornelli e generalmente sono una brava cuoca. E’ solo per stare un po’ insieme… così potrà continuare a parlare con Giorgio. Niente di impegnativo (sottolinea con intenzione questa ultima frase)

PAOLO: Se è così… accetto volentieri. Però non ho portato nulla, mi dispiace.

GIUDITTA: Non si preoccupi  ho preparato tutto, anche il dolce.

PAOLO: però…ancora è presto, esco un attimo…

GIUDITTA: Non si deve assolutamente preoccupare. Non è un invito ufficiale, glielo ho detto è per stare un po’ insieme.

PAOLO: No assolutamente…

GIUDITTA: Come vuole…le apro la porta.

PAOLO: a dopo (i due escono sulla scena rimane Giorgio)

Entra una ragazza anche lei in tuta ha gli auricolari e muove la testa a tempo di musica.

Giorgio la guarda e scuote la testa)

GIORGIO: Buon giorno (nessuna risposta la ragazza continua sentire la musica)

GIORGIO: (urlando) Buon giorno!! (la ragazza lo ignora e cerca qualcosa da mangiare, Giorgio alza le spalle e se ne va)

Rientra Giuditta, vede la figlia le alza un auricolare e le grida in un orecchio:

GIUDITTA: Buon giorno!

ARIANNA: Buon giorno ma’, perché strilli? (ha un auricolare che penzola da un orecchio)

GIUDITTA: Per farmi sentire…(è visibilmente nervosa, resta in piedi ma si appoggia con entrambe le mani al tavolo)

GIUDITTA: Togliti quel coso dalle orecchie.

ARIANNA: Mamma, ma sto sentendo sta’ musica che è una figata!

GIUDITTA: La senti dopo. Arianna, a che ora sei rientrata questa notte?

ARIANNA: Bho!? Saranno state le quattro non lo so…

GIUDITTA: Per fortuna tuo padre ha il sonno pesante…e dove sei stata se è lecito?

ARIANNA: Non, non è lecito. Comunque in giro.

GIUDITTA: In giro con chi?

ARIANNA: Che te ne importa?

GIUDITTA: non mi rispondere così, come che me ne importa! Allora!

ARIANNA: Con amici miei.

GIUDITTA: Li conosco?

ARIANNA: no

GIUDITTA: Forse è meglio. Arianna, ieri pomeriggio nel bagno ho trovato uno spinello.

ARIANNA: E allora?

GIUDITTA: Come allora? Lo spinello, ma ti rendi conto! Hai solo diciotto anni! Perché Arianna, perché? Hai tutta la vita davanti, perché uno spinello? Che cosa significa? In che cosa può aiutarti uno spinello, dimmi?

ARIANNA:   Che cosa vuoi che ti spieghi? Se me lo domandi significa che non lo capisci. Mi sembra strano che proprio una sessantottina come te non lo capisce.

GIUDITTA: basta con questa storia di sessantottina è da questa mattina che me lo sento dire. Che cosa centra il mio sessantotto con il tuo spinello!  Io non ho mai fumato spinelli anche se ho vissuto nel sessantotto.

ARIANNA: non avrai fumato spinelli, però bevi!

GIUDITTA: Bevo? Bevo!!? Del vino a tavola e tu me lo vuoi paragonare allo spinello?

ARIANNA: Eh no, non solo il vino a tavola…anche qualche aperitivo, anche qualche goccetto davanti alla televisione…..

GIUDITTA: Non è la stessa cosa, se anche bevo qualche aperitivo e il goccetto come dici tu, mi hai mai visto ubriaca o fuori di testa?

ARIANNA: Perché io sono fuori di testa?

GIUDITTA: Sì che lo sei, non combini niente di utile, di concreto, vivi in un mondo paranormale fatto di non so che cosa, con persone che non conosco ma quando penso a loro sono come ombre che  mi fanno paura. Vivi ai margini di te stessa e della tua famiglia. Perché?   Arianna dimmi perché? Perché mi fai questo? Perché ci fai questo?

ARIANNA: questo cosa? (sono interrotte dall’ingresso precipitoso di Stefania)

STEFANIA: (rivolta a Giuditta) Dico, sei impazzita?

GIUDITTA: (asciugandosi gli occhi di nascosto) Impazzita?

STEFANIA: Perché hai invitato Paolo a rimanere a pranzo? Come ti sei permessa?

GIUDITTA: Perché ancora sono in casa mia e invito chi voglio. E non ti permettere  di rivolgerti a me con questo tono. Chiaro? A te non devo dare nessuna spiegazione.

STEFANIA: (rivolgendosi alla sorella che ha rimesso gli auricolari e sta cercando di andarsene approfittando dell’ingresso della sorella) Nostra madre è pazza! Io mi dovrei sedere a pranzo accanto ad una persona che non voglio vedere! (Arianna esce di scena in fretta)

GIUDITTA: se non è che per questo non c’è nessuno problema: provvederò a farvi sedere lontano l’uno dall’altra.

STEFANIA: Non c’è niente da fare. Fai  finta di non capire?

GIUDITTA:  forse è meglio se faccio finta di non capire. E adesso vai a vestirti così mi dai una mano a mettere la tavola.

STEFANIA: Fossi matta! Tu hai fatto questi inviti, provvedi tu a tutto!

GIUDITTA: Bene. Grazie per la collaborazione. Comunque è bene che ti vesti prima che qualcuno (sottolinea la parola) torni e ti trovi in queste condizioni.

Stefania esce dalla stanza, Giuditta resta in cucina le braccia lungo i fianchi. Entra Carla.

CARLA: Ciao mamma

GIUDITTA (si riprende dai suoi pensieri): Ciao Carla. Non ti ho sentita arrivare!

CARLA: Ho trovato papà al portone. Mi ha aperto lui

GIUDITTA: (distratta) Stava uscendo?

CARLA: Piuttosto stava rientrando, sono entrata in casa con lui.

GIUDITTA: Sei venuta sola? E Gaetano?

CARLA: Sì sono sola. Gaetano è rimasto a casa

GIUDITTA: Avete litigato?

CARLA: Sì

GIUDITTA: Ma non fate altro che litigare!

CARLA: Ma questa volta mamma…è una cosa seria.

Giuditta che stava prendendo la tovaglia si ferma.

GIUDITTA: Che cosa è successo?

CARLA: Non possiamo andare avanti così e allora ho deciso, anzi abbiamo deciso di separarci.

GIUDITTA: Hai deciso tu, o lui?

CARLA: Insieme

GIUDITTA: E’ già qualcosa…almeno in questo  siete d’accordo. Il motivo? Avete sempre  litigato, che cosa vi spinge ora a separarvi?  Saturazione da litigio? In questo caso vi consiglio di rifletterci, o c’è dell’altro?

CARLA: C’è dell’altro. Meglio che te lo dico subito, tanto prima o poi lo verresti a sapere. Mi sono innamorata di un altro uomo.

GIUDITTA: o cazzo!

CARLA: Come dici, mamma?

GIUDITTA: Non farci caso, ho espresso la mia sorpresa. E tuo marito, ovviamente, lo sa…

CARLA: sì glielo ho detto io

GIUDITTA: Brava! Comunicazione ufficiale…per scritto…verbale? Come accidenti glielo hai detto? E perché?

CARLA:  Ritengo giusto che lui dovesse essere il primo ad essere informato.

GIUDITTA: (quasi parlando a se stessa) Si vede che i tempi cambiano. Una volta i mariti erano gli ultimi a saperlo. Non c’è niente da fare sono inadeguata ai  tempi. E i vostri progetti? La casa? A chi andrà la casa? Avete ancora un mutuo da pagare…come farete? Tu hai un lavoro precario e tuo marito non è certo ricco, come vivrai? Ci hai pensato prima di fare questa magnifica alzata di ingegno? E questo signor coso del quale ti sei follemente innamorata chi è, che cosa fa? 

CARLA: E’ un commercialista.

GIUDITTA: Un commercialista…il mio commercialista? (Carla annuisce) Ecco perché ti davi tanto da fare per la mia dichiarazione dei redditi! Vado io mamma, ci penso io mamma…e quando mai una di voi mi ha mai fatto qualche cortesia. E’ meglio che non pensiate troppo a me se i risultati sono questi!

CARLA: (incerta) senti mamma…avevo pensato che forse oggi è il caso che tu lo comunichi anche a papà:

GIUDITTA: Che cosa? Eh, no bambina mia, a parte che io non comunico proprio niente, oggi credo che non sia il giorno adatto.

CARLA (preoccupata): perché? Siamo tutti a tavola, tutti insieme, così vengono a saperlo tutti e la storia finisce, senza doverci tornare troppo sopra.

GIUDITTA: Ovviamente a me non pensi. Al mio disagio. Al mio dolore. Non è una cosa da nulla affrontare una separazione. Come dovrei comportarmi secondo te? Richiamare l’attenzione dei presenti con dei colpetti di coltello contro il bicchiere, alzarmi e dire: “Signori ho un grande annuncio da fare mia figlia e il suo egregio consorte hanno deciso di separarsi, brindiamo a questa felice…come dire dissociazione?”

Oppure, un annuncio  meno aulico: “Signori per evitare di doverlo ripetere ad ognuno di voi, riducendo così spese telefoniche e messaggini, vi comunico ufficialmente che quella deficiente di mia figlia ha deciso di separarsi dal marito. Anzi visto che ci sono, vi prego di non preoccuparvi per lei perché ha già trovato un rimpiazzo, nella persona del mio commercialista.” Va meglio? 

CARLA: Mamma!

GIUDITTA: Carla! Ma che cosa credi? che il tuo  commercialista sia meglio di tuo marito? I problemi di coppia sono sempre gli stessi e sono sempre uguali. Cambiano solo i protagonisti. Oggi ti sembra di vivere un grande storia d’amore. Ma ti ricordo che la stessa storia l’hai provata per una varietà consistente di ragazzi al punto che li ricordo tutti nello stesso modo, perchè nella mia mente senile si sono confusi al punto tale che hanno tutti la stessa faccia. Per ultimo è arrivato tuo marito, che non avresti sposato se tuo padre non fosse stato tanto ostile al tuo matrimonio. Ma ormai la frittata è fatta!.... Però cara, questa volta, la preparerai tu, dall’inizio alla fine. Ti sarò vicino perché sono tua madre e non potrei fare diversamente, ma per tutto il resto te la dovrai cavare da sola.

Carla esce di scena  piangendo sommessamente, mentre Giuditta esce dall’altro lato della scena.

Entrano Paolo con un mazzo di fiori e Stefania.

STEFANIA: (sibilando) Come ti sei permesso di introdurti in casa mia e di farti invitare a pranzo?

PAOLO: Mi dispiace Stefania, non mi sono introdotto in casa tua. Sono venuto per parlare con tuo padre di problemi di lavoro. Non avevo nessun secondo fine…poi tua madre è stata così gentile di invitarmi a pranzo…e io ho accettato.

STEFANIA: e invece avresti dovuto averlo.

PAOLO: che cosa?

STEFANIA:  un secondo fine…

PAOLO: Quale?...scusa, non capisco 

STEFANIA ( in fretta quasi mangiandosi le parole) Il secondo fine…quello di vedermi

PAOLO: Stefania, non ricominciamo. Tu lo sai quello che cosa provo per te. Ma non posso impegnarmi più di tanto. Non sono pronto per un rapporto impegnativo.

STEFANIA (in un accesso d’ira): Non sei pronto per un rapporto impegnativo, eh!? Pensi di venire qui … dirmi queste cose…e di cavartela con dei fiori? Ecco che cosa ne faccio dei tuoi fiori! (prende il mazzo e lo distrugge  sotto gli occhi allibiti di Paolo)

PAOLO: Ma Stefania…erano per tua madre!

STEFANIA: E chi se ne importa!

PAOLO: (si stringe nelle spalle) va bene come vuoi…

STEFANIA: Sempre rassegnato, sembri mio padre

PAOLO: lascia stare tuo padre, è un brav’uomo…poi per sopportare tua madre!

STEFANIA: lascia stare mia madre! Che ne sai tu! Torniamo a noi, non divagare. Lo vedi che divaghi sempre?

PAOLO: Non voglio divagare…tu non mi fai parlare, non mi  fai finire

STEFANIA: e parla allora, finisci….

PAOLO:  Stefania, sono venuto a parlare con tuo padre perché venerdì pomeriggio c’è stata una riunione fra amministrazione e  sindacati, ma non è stato trovato un accordo. Tuo padre non corre il pericolo  di licenziamento o di cassa integrazione perché potrebbe andare in prepensionamento, ma per me c’è il rischio concreto di finire in cassa integrazione. Mi dici a questo punto come posso impegnarmi con te e formare una famiglia. Tu non lavori e io forse andrò  in cassa integrazione. Dimmi che cosa mangiamo? Come vivremo, che futuro sarà il nostro? Purtroppo almeno uno di noi due deve rimanere con i piedi per  terra ed essere concreto. Ti voglio bene però….

STEFANIA:  Mi vuoi bene? Bene si vuole ai cani non a me che sono una persona, anzi una donna. Posso accettare tutto, un futuro incerto con tutti i suoi  problemi, ma non posso accettare i sentimenti tiepidi, questo no.

PAOLO. In tutta sincerità, questo posso offrirti.

STEFANIA: E’ troppo poco

PAOLO: (si stringe nelle spalle) mi dispiace. Ma non mandarmi via, non allontanarmi da te. Sono solo e quando sono solo i problemi diventano immensi. Ecco perché sono rimasto, avevo bisogno di calore umano e nella tua famiglia lo trovo.

Il dialogo viene interrotto dall’ingresso in cucina di Giuditta

GIUDITTA: Ma che cosa è successo a questi poveri fiori?

PAOLO: li avevo portati per lei me c’è stato un incidente di percorso

GIUDITTA: Lo vedo!

I ragazzi escono, sotto lo sguardo perplesso di Giuditta. In cucina entra Lucilla, è insonnolita anche lei ha un pigiamone.

LUCILLA: ciao mammina che cosa fai? (senza dare tempo ad  una risposta) è pronta la colazione? 

GIUDITTA: Certo. Ci sono i biscotti che ha preparato io, la marmellata fatta da me, il ciambellone che ho fatto io….

LUCILLA: No mamma, che altro c’è?

GIUDITTA: Lo yogurt in frigo, fette biscottate e poi…

LUCILLA: Vanno benissimo (guarda nel frigo), mi prendo lo yogurt, le fette biscottate, un po’ di frutta, c’è la frutta?

GIUDITTA: sì

LUCILLA: perfetto…

GIUDITTA: Caffè o tè

LUCILLA: tè, mamma grazie

LUCILLA (come se avesse riflettuto a lungo prima di chiedere) mammina…..

GIUDITTA:  mia nonna diceva che quando il diavolo alliscia è segno che vuole l’anima, dimmi

LUCILLA: (con un sorrisetto tutto zucchero e miele) senti mammina avrei pensato una cosa…

GIUDITTA: Ci siamo…quando pensi mi preoccupi

LUCILLA: (facendo la linguaccia) Ho pensato che vorrei fare un bel viaggio…

GIUDITTA: Bene, ti hanno dato le ferie?

LUCILLA: Sì    

GIUDITTA: un periodo un po’ insolito, e dove vorresti andare?

LUCILLA: in Nepal

GIUDITTA: Ma che bella pensata! Un posto tranquillo, dove non accade nulla un viaggio del tutto rilassante. Complimenti! E come ci vai, con un tour organizzato?

LUCILLA: No

GIUDITTA: Ne ero convinta.

LUCILLA: andiamo in aereo fino a       poi da lì affittiamo una jeep e proseguiamo all’interno del Paese

GIUDITTA: E vai! Hai parlato al plurale. Chi è la persona che viene con te?

LUCILLA: Patrizia

GIUDITTA: Ma che magnifica idea!

LUCILLA: Non credevo che lo avresti capito

GIUDITTA: Non hai notato la sottile ironia? Io capito, capito cosa? Che due pazze scriteriate vanno da sole in giro in un paese tutt’altro che tranquillo? Ma che ti dice la testa?  Un posto dove i rapimenti dei turisti sono all’ordine del giorno

LUCILLA: ma noi non viaggiamo come turiste ci vestiamo, o meglio, ci travestiamo come i locali.

GIUDITTA: Ma certo, e chi vi potrebbe notare così conciate. Ma dinne un’altra!

LUCILLA: Mammina, mammina, ti prego ho aspettato tanto queste vacanze non le sciupare, ti prego

GIUDITTA: Per non sciupare le vacanze a te dovrei maledirmi il resto della vita se ti accadesse qualcosa?

LUCILLA: Ma non mi accadrà niente, stai tranquilla. Piuttosto vorrei che lo dicessi tu a papà

GIUDITTA: Questa volta glielo dirò di certo. Così ti ammazza e non parti. Almeno sarà tutto in famiglia e saprò dove piangerti

LUCILLA: finiscila di essere melodrammatica

GIUDITTA: Sai che ti dico, che ci ho ripensato. Dal momento che hai deciso di fare questa pazzia, al tuo babbino caro glielo dici proprio tu.

LUCILLA: Io? Ma non so parlare con papà lo sai non sono brava a trovare le parole.

GIUDITTA: Le troverai, le troverai e se ne riuscirai viva, potrai partire

LUCILLA: mamma

GIUDITTA: Brava ritorna al mamma si addice di più alla situazione. Senti, raramente mi sono impuntata, ma questa volta non partirai. 

LUCILLA: Mamma

GIUDITTA: Basta così, sono stanca, non mi va di discutere (esce dalla cucina)

Entrano le altre sorelle: Carla, Stefania, Arianna:

CARLA: che cosa è successo?

LUCILLA: Ho detto alla mamma che voglio andare in vacanza in Nepal. Le ho chiesto di dirlo lei a papà e mi ha detto di no

CARLA: Lasciala  in pace con queste tue stronzate. La rendi nervosa e poi non ci si può più parlare.

LUCILLA: Perchè hai qualcosa da domandare alla mamma?

CARLA: Ho chiesto…cioè si…no

LUCILLA: Sì, No? Ti decidi?  è sì oppure è  no. Allora?

CARLA: Le avevo chiesto di parlare con papà di una cosa importante ma mi ha risposto di no

LUCILLA: Allora lo vedi che sei tu che la rendi nervosa.

CARLA: perché io?

LUCILLA: sei entrata prima di me, quindi sei stata tu che le hai chiesto qualcosa e lei si è talmente arrabbiata che poi se l’è presa anche con me.

CARLA: io ho un problema serio non le tue folli idee.

LUCILLA: Un problema serio? Ma qui tutto è un problema serio, non è vero Stefania?

STEFANIA: Io? che cosa c’entro io adesso, non cercate di invischiarmi nelle vostre beghe, ho del mio!

LUCILLA: lo sanno tutti che Paolo ti ha mollato

STEFANIA: (sorpresa)  Tutti?

LUCILLA: Certo che credi, il quartiere è un piccolo paese. Vi hanno visto tutti insieme e poi tutto ad un tratto, puf …finito

STEFANIA: Puf, finito? Ma di che cosa parli? Tu straparli

LUCILLA: No so benissimo quello che dico

CARLA: finitela voi due

STEFANIA: finiscila tu con quest’aria da santarellina….figuriamoci: di te, sì, lo sanno tutti…

CARLA: (sorpresa) Che cosa sanno tutti?

STEFANIA: Che hai l’amante e che il bell’uomo è il commercialista

Lucilla guarda le due con gli occhi spalancati dalla sorpresa

CARLA: sei impazzita? Siete impazzite tutte quante

Arianna continua a gironzolare in cucina persa nella sua musica. Non se ne accorge e finisce con urtare Stefania che le toglie un auricolare e le grida

STEFANIA: La finisci di girare come una zombi? Ti vuoi degnare di avvicinarti al mondo degli essere umani?

ARIANNA: Smettila! Sei pazza!

LUCILLA: smettetela voi due!

STEFANIA: smettila di prendere sempre le difese di Arianna. E’ colpa tua che l’hai sempre protetta se questa scema si fuma il cervello!

LUCILLA: Colpa mia? Colpa mia di che cosa?

STEFANIA: Se invece di coprire il fatto che fuma gli spinelli l’avessi presa a sberle o ne avessi parlato a papà oggi non sarebbe rincretinita fra musica ed erba!

LUCILLA : e ti pareva, adesso è colpa mia!

CARLA: (interviene agitatissima) Arianna, ma davvero fumi?

ARIANNA: Sì e allora? (vola un buffettone e il parapiglia è indescrivibile)

Richiamata dalle grida arriva di corsa Giuditta

GIUDITTA: Smettetela, smettetela ho detto! Ma che vi prende? Ma che cosa avete oggi?

STEFANIA: te lo avevo detto che era meglio evitare questo pranzo in famiglia.

Suona il citofono, le ragazze si fermano in ascolto

GIUDITTA: Chi è? Ah, bene, salite! (rivolta alle figlie) e adesso smettetela sono arrivati Flavio e Adriana, cerchiamo di evitare di coinvolgerli in questa sceneggiata

Le figlie escono. Entrano Flavio e Adriana accompagnati da Giorgio.

GIORGIO: Guarda chi c’è?

GIUDITTA (borbottando fra i denti) che novità! Aspettavo loro…

GIORGIO: Come dici?

GIUDITTA: (trafficando con le pentole, sibila) Niente. Salve a tutti come va?

ADRIANA: Bene

GIUDITTA: E tu Flavio come stai?

FLAVIO: (depresso) Così… non c’è male

GIUDITTA:  (ironica) che meraviglia!

ADRIANA: Che profumo che cosa hai preparato di buono?

GIUDITTA: pasta al forno, un arrostino, patate, insalata e un dolce

FLAVIO: cose buone…peccato che non le posso mangiare.

GIUDITTA: Perché non stai bene?

FLAVIO: (con voce lamentosa) Ho sempre un dolore qui (indica un punto all’inizio dello stomaco) che mi corrisponde di qua (indica il dorso).  Quando mangio mi sento qualcosa che sale e mi stringe alla gola. Quindi solo cibi liquidi, praticamente pappine: semolino, però ci metto tanto burro e parmigiano, per sostenermi; qualche volta un uovo, riso, ma lo debbo mandare giù pianissimo. La polenta, ti ricordi mi piaceva tanto? E’ soffice, no? Poi Adriana la prepara così bene, vero tesoro (fa la vocina da bambino) Non riesco a mangiarla, mi fa come un tappo sullo stomaco anche se la mangio scondita. (Alla parola “scondita” Giuditta fa la faccia disgustata). Ovviamente la pasta, mi piaceva tanto! Niente. La carne mi piaceva tanto! Niente. Il pesce, mi piaceva tanto, niente! Il caffè, mi piaceva tanto! Niente. I gelati, mi piacevano tanto, niente…..

GIUDITTA: (lo interrompe con la stessa voce monotona) niente, ho capito… niente di niente     

   

Adriana a gesti cerca di far capire alla cognata che non è il caso di continuare.

FLAVIO: …..chissà che cosa sarà. Il dottore continua a dire che non ho niente ma io continuo a stare male…questa volta è quella giusta…

GIUDITTA: (non ha notato i gesti della cognata) hai fatto delle indagini?

FLAVIO (depresso): ho fatto tutto, ecografia, lastre, risonanza, gastroscopia…niente

GIUDITTA: E allora! Vedi non hai niente, perché lo dici come se ti dispiacesse, meglio così, vuol dire che non hai niente di serio. Ti passerà sarà un po’ di stress….(si ferma perché ha intercettato i segnali della cognata)

FLAVIO: Vorrei che fosse così, ma …se ne sentono tante di cose brutte, perché dovrei essere più fortunato di tanti altri? Quante volte sono andato dal medico con qualche problema e sono uscito praticamente guarito dalle sue parole: “Lei non ha niente!” mi prescriveva delle medicine e dopo qualche giorno tutto passava, Ma questa volta non è così. Eh, prima o poi doveva capitare! E’ il gioco delle probabilità, alla fine si esauriscono quelle fortunate e….

ADRIANA: Ma smettila! Sei diventato ipocondriaco? Non è da te!

   

FLAVIO: lo so  però…e poi la testa! Ho sempre mal di testa. Vero Adriana che ho sempre il mal di testa? Adriana fa di sì con la testa  a lui e no con la testa alla cognata. Giuditta che ha colto i segnali della cognata cerca di cambiare discorso

 

GIUDITTA: che cosa hai portato di bello      

FLAVIO: Ti ho portato un po’ di vino so che a te piace..

GIUDITTA: Grazie, ma non  vi dovevate disturbare…(fra i denti) oggi è la seconda volta  che mi dicono che mi piace bere, vuoi vedere che sono un’alcolizzata e non me ne sono accorta?

ADRIANA: posso aiutarti

GIUDITTA: No grazie, ho quasi finito, se vuoi resta così mi fai compagnia. Flavio perché non vai di là a fare compagnia a tuo fratello, c’è anche Paolo il suo collega, così ti ….insomma così passi il tempo 

FLAVIO: preferisco rimanere con voi. Mi sento al sicuro con voi.

Giuditta e Adriana si scambiano un’occhiata

GIUDITTA: al sicuro da che cosa, caro?

Adriana la guarda scuotendo la testa

FLAVIO: (depresso) dal mondo, dagli altri. Non riesco a condividere gli entusiasmi degli altri,  non mi sento inserito nel mondo dei sani

GIUDITTA: perché gli altri ti sembrano entusiasti? Comunque ognuno di noi ha un acciacchetto, tu avrai qualche disturbo come tutti noi. Non ti preoccupare, passerà

FLAVIO: Ma io ho paura, paura di rimanere solo, di attraversare la strada di guidare la macchina. Ho mal di stomaco, mal di testa, dimentico le cose. Dipendo tutto da lei (indicando la moglie) mi sento finito

GIUDITTA: e’ solo stress, caro credimi. Senti vai da tuo fratello e gli chiedi se può raggiungermi,  gli devo dire una cosa.

FLAVIO: (allarmato) vuoi parlargli di me?  Che cosa mi nascondete, ditemi perché sto così  male? È grave che cosa ho?

GIUDITTA: Ma cosa vai a pensare? Voglio solo decidere con lui se apparecchiare in cucina o di là nella sala da pranzo.

FLAVIO: (Sollevato) ah! Allora vado.

GIUDITTA: Adriana ma che cosa gli è successo?

ADRIANA: Non lo so, ma da circa un mese sta così.

GIUDITTA: Ma i medici che cosa dicono?

ADRIANA: Che è sano come un pesce. Io faccio di tutto per spronarlo, qualche volta mi rifiuto di accompagnarlo per ridargli un po’ di fiducia. Ma quando torna a casa sta peggio di prima. Non so cosa fare.  E’ assente, distratto, dorme malissimo. La notte si alza si chiude in bagno e lo sento che mormora. Una volta mi ha trovato vicino alla porta del bagno, è diventato tutto rosso e quando gli ho detto che lo avevo sentito mormorare, mi ha risposto che diceva le preghiere. Ora tu dimmi!

GIUDITTA: Ci vuole pazienza, molta pazienza vedrai che passerà. Ma quale può essere stato il motivo che ha scatenato questo stato d’animo? Il lavoro come va?

ADRIANA: il lavoro va bene….anzi non ci possiamo proprio lamentare…

GIUDITTA: e…i vostri rapporti?

ADRIANA: Inesistenti

GIUDITTA: Ma da quando è così?

ADRIANA: Da un po’ di tempo….direi da un mese.  Da quando è così depresso neanche mi guarda.

GIUDITTA: E prima?

ADRIANA: Ma figurati ero io alcune volte a mettere la scusa del mal di testa

GIUDITTA:Perché non vi prendete una bella vacanza?

ADRIANA: Ho cercato di convincerlo a prendersi un po’ di riposo. Guarda ho qui i biglietti, avevo programmato un bel viaggio alle Maldive ma si è agitato al punto che ho lasciato cadere l’idea.

GIUDITTA: Dammi questi biglietti, oggi a pranzo ne parlo, vedrai che riuscirò a convincerlo e a dargli un po’ di entusiasmo

GIUDITTA: Scusa se te lo dico, ma….forse non avrai avuto troppo mal di testa?…sai com’è un mal di testa oggi un mal di testa domani, prima o poi si trova qualcuno che il mal di testa non ce l’ha e un peso alla testa lo fa venire agli altri

ADRIANA: Pensi che abbia un’altra?

GIUDITTA: Mia nonna diceva: gallina che non becca ha già beccato…

ADRIANA: Ma cosa dici? Sta male! Una persona che sta male non pensa davvero a farsi l’amante

GIUDITTA: Oppure sta male perché l’amante ce l’ha…

ADRIANA: Ma dai…non ci posso credere: Non farebbe mai una cosa simile…

GIUDITTA: Metterti le corna?

ADRIANA: No fingere di stare male.

GIUDITTA: Gli uomini sono vigliacchi ma soprattutto mentono male. C’è sempre un diavoletto che gli dice (facendo la voce del diavoletto): tu non stai bene, convinciti che non stai bene. Come potresti stare bene se conduci una doppia vita! Stai male, anzi malissimo! E’ meglio dai retta a me, buttati malato. Non si sa mai dovesse andare male con quella, hai sempre la moglie.   

ADRIANA (dubbiosa): Tu dici? E se gli dicessi: Flavio lo so tu hai un amante!

GIUDITTA (fingendo una risata cadenzata): Ah,ah,ah….Tu pensi che ti risponderebbe: sì ho un amante. Ma figurati! Mentire, mentire sempre!   Un mio amico avvocato consigliava ai suoi clienti  di negare anche se venivano beccati a letto uno sopra l’altro, suggeriva di dire che l’altro aveva una attacco di febbre terzana e lui o lei, secondo la posizione,  lo stava scaldando

ADRIANA (sul punto di piangere): Che cosa mi consigli di fare? Controllo il cellulare…gli faccio le poste?

GIUDITTA: Ma che controlli! Una volta che l’hai scoperto che fai? Lo lasci?

ADRIANA: Certo che sì!

GIUDITTA. Riflettici bene. Nooo, fatti passare i mal di testa e faglielo venire a lui. Tu lo conosci, organizzati!  Comunque meglio un po’ di corna che una malattia vera, credimi. 

GIUDITTA (osservandola, vedendo che la cognata è nuovamente  sul punto di scoppiare in lacrime) Non ti abbattere. Fatti bella, vai dal parrucchiere, fai un po’ di massaggi, curati e cerca di essere sorridente. Vedrai… devi essere convinta tu per prima che passerà in fretta.

ADRIANA: Sai a volte penso che non aver avuto figli possa aver contribuito nel tempo a deprimerlo.

GIUDITTA: No, non credere che i figli possano curare i mali della coppia. Ho avuto quattro figlie in attesa che arrivasse il sospirato maschio. Sono state più dolori che gioie ti assicuro. Per quanto riguarda la coppia…non ci hanno preservato dalla incomprensioni e dai litigi: anzi. Spesso abbiamo litigato per loro. Se oggi litighiamo di meno è solo perché non abbiamo più niente da dirci, figuriamoci litigare!  Ma le figlie non c’entrano nel nostro abortito progetto di coppia.

ADRIANA: Credevo che la vostra fosse una coppia perfetta

GIUDITTA: non esistono coppie perfette esistono due individui che a un certo punto decidono comunque di percorrere insieme la loro vita anche se quello che li ha uniti all’inizio è finito: forse in tutto questo  c’è anche un po’ di pigrizia.

Vieni andiamo di là, così decidiamo se apparecchiare qui la tavola

ADRIANA: Ma pranziamo qui, è meglio, è più intimo

GIUDITTA: Sentiamo anche che cosa dice il padrone di casa…altrimenti mi dice che lo escludo

Giuditta e  Adriana escono. Entra guardingo Flavio, prende il cellulare .

FLAVIO: tesoro sei tu, non ho potuto chiamarti prima perché sono a  casa di  mia cognata. Oggi non possiamo vederci, credo che sarò bloccato qui tutta la giornata. Nooo, non fare così ti prego. Lo so che non puoi stare un’intera giornata senza vedermi, anche per me non è facile però  purtroppo…ma no non farti venire strane idee, ti prego …ti prego cerca di capire…nooo, va bene facciamo così, (entra Giuditta ma lui non si accorge che lei è alle sue spalle) ad un certo punto dirò che non mi sento bene così torno a casa. Poi con la scusa che devo andare in farmacia passo da te , ma potrò trattenermi poco, va bene che in farmacia le file sono lunghe però….va bene così amore? Perfetto a dopo tesoro, ciao, ciao, ciao….

Flavio si gira e vede Giuditta …

FLAVIO: Giuditta, vedi io, non è come credi

GIUDITTA (gelida) . purtroppo non credo niente, vedo, anzi sento…un mormorio come….di preghiera

Flavio esce strisciando contro i muri della cucina

Giuditta alza gli occhi al soffitto:

GIUDITTA: No, dimmi tu, che cos’è un’epidemia di corna? Perché tutte a me? Che cosa ho fatto di male per meritarmi una giornata come questa? Ce ne fosse una, una delle cose mie che mi dia un po’ di soddisfazione. Ho quattro figlie maleducate, disobbedienti e pazze: una che  cerca di trasformare un ragazzo incerto, reso ancora più incerto dal suo incerto futuro, in un decisionista. L’altra che fuma gli spinelli, ma tu capisci gli spinelli! L’altra che ha l’amante e sta divorziando dal marito, e l’ultima che va a caccia dell’ignoto, un marito che …lasciamo perdere e suo fratello un cialtrone, rammollito, perfido, lo prenderei a calci se potessi. Perché? Sei distratto o cosa? Fai finta di niente? Io tutta questa  pazienza e calma non ce l’ho e soprattutto non ce la faccio più!           

Entra Adriana.

ADRIANA: Con chi stavi parlando?

GIUDITTA: Con me stessa, non farci caso. Adriana, stavo pensando una cosa. Ho riflettuto su quello che mi hai detto che  lasci che tuo marito  esca spesso da solo per dargli fiducia in se stesso…Non farlo anzi marcalo stretto: per esempio se oggi pomeriggio ti dice che deve andare in farmacia accompagnalo a tutti i costi.

ADRIANA: (Perplessa)  Perché?

GIUDITTA: e’ meglio così credimi

Adriana esce ed entra Giorgio.

GIUDITTA: Allora dove apparecchiamo? Qui o in sala da pranzo?

GIORGIO: Qui è meglio. Siamo fra noi (osserva la moglie che sta prendendo i piatti) No Giuditta siamo in tanti, piatti di plastica

GIUDITTA: Ma dai, non mi sembra il caso.(ci riflette) Ma sì hai ragione siamo fra noi non ne vale la pena. Radunali tutti mentre io preparo la tavola, è pronto.

Giuditta prepara in fretta la tavola, prende il biglietto che è rimasto sulla tavola o lo mette in tasca. 

Entrano tutti .

GIUDITTA (assegna i posti) i cognati l’uno di fronte all’altro, le figlie in ordine sparso Paolo fra lei e suo marito, lontano da Stefania.

ADRIANA: Sono proprio contenta di questo invito, hai avuto una bella idea, avevo bisogno di uscire un po’ di  casa.

GIUDITTA: sì penso di avere avuta una bella idea, illuminante soprattutto (taglia la pasta nel piatto con la forchetta). Paolo hai finito di mettere a punto con Giorgio le strategie per la prossima riunione con i sindacati?

FLAVIO: (con insospettato vigore) i sindacati per carità (Giuditta lo interrompe)

GIUDITTA: Vedo che  ti sei ripreso. Sempre appassionato di politica? Ma non si parla di politica in casa mia durante il pranzo della domenica. Comunque hai preso colore, ti suggerisco di dedicarti di più alla politica, oppure dedicarti in modo semi professionale al teatro. Credimi hai delle ottime potenzialità come attore, potresti vincere l’Oscar.

Adriana li guarda perplessa mentre Flavio tuffa lo sguardo nel piatto.

GIUDITTA: Paolo non mi hai risposto.

PAOLO: sì in linea di principio. Però ci sono tante difficoltà…non so se..

GIUDITTA: Da sessantottina ti dico troppi ma e troppi se. Per nessuno è stato facile, di momenti difficili ce ne sono stati tanti. Ma figlio mio tu sei moscio! animo! Decisione e grinta!

LUCILLA: Brava mamma

GUIDITTA: A te la grinta non manca, veramente a nessuna delle mie figlie manca la grinta. Manca il coraggio che è una cosa piuttosto diversa. (rivolgendosi ad Arianna che ha le orecchie tappate dagli auricolari) Togliti quei maledetti auricolari, questo discorso è anche per te.

GIORGIO: la vedi tua figlia? Questa è l’educazione che gli hai dato. Complimenti, complimenti vivissimi

GIUDITTA: anche a te visto che la figlia è anche tua

GIUDITTA: Ragazzi devo confessare una cosa. La riunione di oggi a pranzo non l’ho organizzata solo per il piacere di stare insieme. In realtà devo dirvi una cosa.(guarda verso Carla)

CARLA: Mamma forse è meglio trovare un altro momento…

GIUDITTA: Ma io veramente (guarda verso Lucilla)

LUCILLA: Sai credo anche io che non sia il caso è una cosa appena abbozzata non è stato deciso niente di definitivo. (Giuditta guarda verso Arianna)

Arianna la guarda ma non dice nulla.

GIUDITTA: Bene. Il silenzio è la cosa peggiore (Giuditta guarda verso Stefania)

STEFANIA: Mamma ho pensato che, beh! Mi hanno fatto  un’offerta di lavoro non te ne avevo ancora parlato, forse dovrei accettare

GIUDITTA: mi fa piacere. Ma non volevo parlare di voi, desideravo dirvi qualcosa di me.

Tutti sbalorditi: Di te?

GIUDITTA: Di me, sì.  Che cosa c’è, vi sorprende? 

GIUDITTA: volevo dirvi che ho fatto delle analisi e non sono buone. Domani devo entrare in clinica per accertamenti

GIORGIO: Ma non mi avevi detto niente! Come nasce questa cosa?

GIUDITTA: non mi sentivo molto bene così ho fatto delle analisi.

GIORGIO: Fai tutto sempre di nascosto. Lei, la grande donna! Per carità mai chiedere niente a nessuno. Soprattutto io l’imbecille di casa non deve sapere niente.

Hai fatto tutto da sola? Bene continua a farlo, non ti accompagno da nessuna parte se questo è il messaggio che volevi mandarmi. Vai, vai da sola, quando e se lo riterrai opportuno fammi sapere che cosa ti hanno detto

GIUDITTA (mormora) Meno uno

CARLA: Ma non puoi, proprio adesso, non è il momento. Io, ho troppi problemi sono troppo presa e tu lo sai. Scegli un altro momento perché adesso non  posso proprio accompagnarti da nessuna parte

LUCILLA: Credo che il mio progetto non  andrà in porto, tanto vale che rinuncio alle ferie. Mi avevano tanto pregato di rimanere in ufficio in questo periodo. Non posso proprio accompagnarti devo sistemare delle cose urgentissime in ufficio.

STEFANIA: Io devo fare quel colloquio di lavoro, non posso perdere questa opportunità

GIUDITTA: E tu Arianna, non dici niente? No, non dici niente. Se accompagni tua madre non ti resta il tempo per arrotolarti le canne?

GIORGIO: (balzando in  piedi) quali canne?

GIUDITTA: Non farci caso, siediti

GIUDITTA: Che disastro, che delusione. Ma lo sapevo, volevo solo fare una verifica.

Mio marito l’uomo che ha giurato di essere accanto a me nella buona e nella cattiva sorte…Devo dire che non ci sei mai né nella buona né nella cattiva sorte, quindi il conto è pari.

I figli si sa, prendono ma non danno. Hai visto Adriana? Non hai avuto figli, ma forse non ti sei persa molto.  Comunque vi ho preso in giro. Non ho  nulla sto benone, non devo entrare in nessuna clinica, volevo solo vedere fino a che punto…e di chi mi posso fidare.

FLAVIO (scatta in piedi): Come hai potuto farci questo, non tanto a me, ma  a mio fratello ci  hai mentito!

GIUDITTA: Senti chi parla!

CLARA: Tu sei pazza, non stai bene ci hai fatto prendere un colpo

LUCILLA: sarei io, l’incosciente della famiglia!

STEFANIA: mi hai deluso

GIUDITTA: sopravviverò anche a questo

ARIANNA: Mi avete rotto tutti, vado in camera mia…

GIUDITTA: Bene! Guarda se cerchi nel cassetto non troverai nulla, perché ho buttato tutto. (Arianna si ferma, alza un braccio per mandarla all’inferno e se ne va)

GIUDITTA: Mi fa piacere Giorgio che almeno tu non dici niente. Non siete contenti che non  ho nulla? Oppure per mantenere fede al mio personaggio avrei dovuto ammalarmi veramente, così… per non deludervi.

Comunque nessuno era disposto a darmi una mano e venirmi in aiuto. Non avete pensato a come potevate sentirvi  a dover affrontare da soli il quotidiano.

Che io ci sia o meno per voi non fa differenza? Bene!

GIORGIO: Non fare sempre la vittima!

GIUDITTA: Mi mancava la tua firma! La stavo tirando per le lunghe perché aspettavo che tu dicessi questa storica frase. Stavo dicendo che dal momento che la mia presenza  è ininfluente, guardate qua?

Giuditta si alza in piedi e sventola il biglietto di viaggio di Adriana 

GIUDITTA: Cari ragazzi, mi prendo una bella vacanza da voi, da questa casa, da tutto, perché non vi sopporto più. Spero di tornare dalle vacanze con un animo più disponibile all’ascolto. Adriana poi ti rimborserò il biglietto. Come vedi non andrà perduto….e mi raccomando segui il mio consiglio marcalo stretto. Potresti scoprire cose interessanti.

E adesso andati tutti….a……

GIORGIO: Giuditta, ti prego!

GIUDITTA: All’inferno

 

Nella cucina entra Arianna, non ha l’auricolare, mette il caffè sul fuoco e prepara dei biscotti nel piatto.

Entra Giorgio.

GIORGIO: Arianna  il caffè è pronto?

ARIANNA: No papà l’ho messo adesso sul fuoco

GIORGIO (mangiucchiando i biscotti) Buoni. Dove li hai presi

ARIANNA : al supermercato

GIORGIO: Che cosa fai oggi?

ARIANNA: Vado all’università, poi quando torno vado a fare un po’ di spesa. Tu papà?

GIORGIO: Come al solito, vado in ufficio oggi sono di lunga

ARIANNA: Va meglio in ufficio?

GIORGIO: Sì, comunque ho deciso di andare in pensione in autunno.

ARIANNA : E non ti annoierai?

GIORGIO: No, non credo

Entra Lucilla.

LUCILLA: Buongiorno a tutti! Baci, baci. Caffè?

ARIANNA: Quasi pronto

LUCILLA: dai che ho fretta! Devo finire assolutamente un lavoro così dalla settimana prossima potrò andare in vacanza.

GIORGIO: Hai deciso dove andrai?

LUCILLA: Sì, un giro gastronomico in Umbria con delle mie amiche. Quando torno vi porto un po’ di cose buone, pronto ‘sto caffè?

ARIANNA: Eccolo, pronto

LUCILLA: Buono! Bollente! ( lo beve in fretta) Allora ciao a tutti ci vediamo questa sera

Entra Stefania.

STEFANIA: Ragazzi ho una fame! buongiorno a tutti

GIORGIO: La fame prima di tutto!

STEFANIA: scusa papà ma ho fame e fretta

ARIANNA: Ma non stavi a dieta?

STEFANIA: Ci ho rinunciato… almeno per il momento. Comunque anche se mangio di più non  sono ingrassata. Mi sono stabilizzata…

ARIANNA: A quanto?

STEFANIA: Questo non te lo dico. Buoni questi biscotti…solo questi?

ARIANNA: sì, però oggi vado a fare la spesa, prenderò anche il ciambellone….(cade un silenzio e i volti sono un po’ tristi)

STEFANIA: Bene ciao a tutti vado, altrimenti faccio tardi in ufficio

GIORGIO: Arianna, hai parlato l’altro giorno con Carla?

ARIANNA: sì papà.

GIORGIO: che cosa ti ha detto? Come sta?

ARIANNA: Bene, ha detto che sta ridipingendo la casa, che la pratica per la separazione sta andando avanti…e forse questo fine settimana, sabato o domenica, ancora non ha deciso, verrà a cena da noi.

GIORGIO: Bene, allora vado. Ciao bambina ci vediamo questa sera

Arianna rimane sola in cucina prende una lettera dalla tasca e legge.

Carissimi tutti,

sono felice di sapere che stati tutti bene. Anche io qui mi trovo benissimo. L’isolotto sul quale vivo è un piccolo paradiso terrestre. E’ immerso nella vegetazione, la spiaggia è bianchissima e il mare che lo circonda è di un verde smeraldo incredibile.

Fa caldo ma non troppo e per me che sono freddolosa è l’ideale. Ho fatto amicizia con gli abitanti del luogo, quasi tutti pescatori con le loro famiglie, che mi viziano fino all’inverosimile.

Non debbo più cucinare, quando arriva l’ora del pranzo mi portano del riso quasi tostato su delle foglie di banano e del pesce cotto sui mattoni aromatizzato con delle erbe locali.

Incredibile la varietà di frutta e di erbe che si trovano su questa piccola isola, sconosciuta ai turisti.

Non mi debbo neanche preoccupare dell’abbigliamento: un pareo sistemato secondo le usanze del luogo ed è tutto.

Il pomeriggio gironzolo in cerca di qualche oggetto esotico e la sera partecipo, alcune volte ai festeggiamenti organizzati in occasione di matrimoni o battesimi.

Incredibile la quantità di bambini che nascono su quest’isola. In genere le persone che vi nascono trascorrono qui tutta la loro vita . Spesso mi chiedo dove si nascondono quando diventano vecchi, perché sembrano tutti giovani e l’isola  non da l’impressione di essere sovraffollata.

Le giornate si susseguono così senza scosse, tutte uguali, quello che desideravo finalmente l’ho trovato.

Ma soprattutto ho ritrovato me stessa, ho ritrovato il sorriso e se mi specchio vedo un viso tornato giovane con gli occhi lucidi di chi ancora si aspetta tanto  dalla vita.

In realtà non aspetto nulla, assaporo solo questa grandissima pace.

Finito lo stress, finite le tensioni.

Soprattutto ho accettato che non si può vivere la vita per gli altri, è già tanto difficile vivere la propria.

Se dovessi dire che mi mancate, sarei bugiarda. Ancora no, è troppo presto. Non appena ne avvertirò i sintomi tornerò.

Un bacio a tutte voi e al vostro papà

Giuditta

Arianna ripiega la lettera la rimette in tasca, poi appoggia la testa fra le braccia incrociate sul tavolo