Viaggio allucinante

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Viaggio Allucinante

VIAGGIO ALLUCINANTE

atto unico

di Salvatore Macri

Autore Posizione SIAE 184727 - Codice Opera SIAE 903393A

mail: macrisa@libero.it - anno 2012

Personaggi:

Gino, viaggiatore senza biglietto

Luigi, trafficante di droga (con valigia)

Antonio, controllore (con borsa di documenti)

Scena: su una pedana stretta e lunga, per simulare l’ambiente di un autobus, sono sistemate due sedie affiancate ed una lievemente più lontana dalle prime due, ad imitazione di una fila di sedili nel mezzo pubblico; oltre la fine della pedana, sul proscenio, due sedie, destinate al guidatore (non utilizzata) ed al controllore.


Gino                             (entra dal fondo, vestito normalmente, con un berretto a visiera; avanzando sulla pedana barcolla come si fa in un mezzo pubblico in moto per conservare l’equilibrio; giunto alle sedie si aggrappa allo schienale di una di esse e si siede su una delle due sedie vicine; si rilassa, poi dimostra fastidio per la scomodità del sedile; cambia sedia, sempre mostrando problemi di equilibrio e alla fine si stende di traverso sulle due sedie adiacenti; si rilassa e chiaramente gambe e testa risulteranno pendenti; si rialza, cercando di girare una sedia, che fingerà impossibile a causa del finto fissaggio delle sedie sul pavimento; ritornerà a distendersi e stavolta si metterà di traverso su tutte e tre, ponendosi su di un fianco, fronte al pubblico.) Finalmente! Mò non mi sposto più! (si calca il berretto sulla fronte.)

Luigi                            (entra anche lui dal fondo, con un’ingombrante valigia, anch’egli barcollando; percorre l’ipotetico corridoio e si ferma dietro le gambe di Luigi; tossisce, incerto, poi, non avendo cenni da Gino) Signore, per piacere, fatemi passare!

Gino                             (non reagisce; imita il russare di un addormentato)

Luigi                            (si guarda intorno smarrito, tossisce più forte) Signore… signore… devo passare!

Gino                             (non reagisce; imita ancora il russare di un addormentato)

Luigi                            (con voce mascherata) Signori, biglietti, prego! Biglietti!

Gino                             (ritira le gambe, rannicchiandosi su due soli sedili, ma continua a russare)

Luigi                            Meno male! (si siede e sistema la valigia al centro del corridoio, urtando i piedi di Gino)

Gino                             (mette di russare, si rialza il cappello e guarda la valigia con aria interrogativa; poi si rivolge a Luigi) Avete finito di dare fastidio? Vi siete sistemato, voi e la vostra… casa ambulante? Lo sapete che dovete pagare un altro biglietto, per un bagaglio così grosso?

Luigi                            Sì, mi sono sistemato… nonostante le persone che intralciano il corridoio… e poi la mia valigia non dovrebbe pagare… mica si mette seduta… come voi!

Gino                             (sempre rannicchiato, alzando mollemente un braccio e indicando indietro) In fondo c’è il cartello… con le dimensioni e il peso… dovete pagare lo stesso, anche se non si siede!

Luigi                            Oh, basta, insomma! Lasciatemi tranquillo, pensate a voi, piuttosto… e se proprio v’interessa, ho pagato il biglietto anche per lei… è vicino al mio, stanno tutti e due nella tasca esterna, va bene?

Gino                             (sgrana gli occhi, si rialza lentamente, e si sposta in modo disinvolto sulla sedia vicina alla valigia) Ma guarda un po’… una valigia col biglietto… carina, bellina… indipendente! Cara, stasera andiamo a cena insieme? (fingendo di carezzarla, cerca a tastoni la tasca esterna)

Luigi                            Ma che fate?

Gino                             E’ una valigia… maggiorenne, lasciateci in pace!

Luigi                            Ma insomma, questa è la mia valigia e non vi permetto…

Gino                             Ecco! Voi siete uno di quelli che schiacciano la crescita dei propri cari, che non hanno rispetto per la personalità altrui… voi siete un integralista del maschilismo, voi siete l’espressione del più abietto spirito patriarcale medievale! Voi siete…

Luigi                            Io sono uno che ha passato un guaio! Ma come, vi mettete a dire che la mia valigia ha una personalità e che io la sto frustrando?

Gino                             Esatto! Voi la state… frustando! Voi siete un indegno padrone di una povera schiava! Guardate com’è ridotta! Piena di cicatrici… pure fresche! Assassino! Vieni da me, piccolina, bella! (afferra la valigia e la pone accanto a sé, sempre cercando la tasca esterna).

Luigi                            Ma queste sono cose da pazzi! Ridatemi la mia valigia… è mia e deve stare con me! C’è il nome inciso sopra, guardate…

Gino                             L’avete pure marchiata? E avete usato il ferro a fuoco, per caso? Poverina! (abbraccia la valigia, perquisendola) No, no… questa deve essere curata, bendata, ci vogliono cure serie… devo portarla in ospedale! Cara, che ne pensi…? Mi ha risposto che è d’accordo con me! Scendiamo alla prossima! (fa per alzarsi)

Luigi                            Ma dove sono capitato? Smettetela, mi avete capito? Questo è un oggetto… non è una donna, non una bambina… mi appartiene di diritto, lei e il suo contenuto! Datemela! (si alza anche lui e, nella colluttazione che segue, la valigia cade a terra, al di là dell’ideale parete dell’autobus, su una bassa pedana che dovrà poi essere tirata fuori scena tramite un cavo invisibile.)

                                    (rivolgendosi all’ipotetico guidatore, rivolto verso il pubblico) Ferma, ferma! La mia valigia è caduta fuori dal finestrino! La mia valigia! Il mio biglietto!

Gino                             (come Luigi) Il mio biglietto!

Luigi                            (affrontando Gino) Allora è questo il motivo! Ti volevi impossessare del biglietto che avevo fatto per lei! Truffatore! Parassita! Lenone!

Gino                             Aspetta… l’ultima non l’ho capita… ma le parole che finiscono in “one” non mi piacciono!

Luigi                            Scommetto che non ti piacerà neppure sapere quanto mi devi dare per la valigia che tu mi hai fatto perdere… voglio diecimila euro!

Gino                             Ehhhh? Quanto vorresti… ma che ci avevi messo dentro? L’oro…? Ah, ho capito! La droga! Sei un trafficante! (al pubblico) Gente! Avete sentito? Costui non solo è un torturatore e marchiatore di povere creature indifese, ma è pure trafficante! Vergognati!

Luigi                            Zitto! Non far sapere i fatti miei a tutti quanti… forse c’è pure qualche poliziotto, qui in giro! Tu che ne sai? Comunque… tu hai causato il guaio e tu paghi i danni!

Gino                             Ma quella è caduta perché tu sei intervenuto… figurati io se la buttavo fuori… niente da fare! E poi, diecimila euro… se ce li avessi, mica viaggerei in autobus!

Antonio                        (entrando dal fondo) Signori, preparate i biglietti, prego! Biglietti!

Luigi e Gino                 (si guardano reciprocamente a lungo e vanno a sedere sulle due sedie più lontane, cercando di nascondersi, mentre Antonio avanza lentamente lungo il corridoio).

Luigi                            E mò chi ce lo dice, a questo?

Gino                             Appunto… ce lo dici tu, che hai perso i biglietti!

Luigi                            Senti… io ho un’idea!

Gino                             Anch’io… ma non possiamo buttarlo fuori come la valigia!

Luigi                            Ma che hai capito? Presto, fingi di stare male!

Gino                             Uh, e perché proprio io?

Luigi                            Perché tu sei un sempliciotto, e perché mi hai buttato fuori la valigia… presto, sta venendo!

Gino                             Ahiahiahi! (a Luigi) Che dici, così va bene? Sono convincente?

Luigi                            Sembri un disco rotto… mettici più passione… da quanto tempo non mangi? Simula i dolori dello stomaco vuoto!

Gino                             Questo… mi riesce bene… stai a vedere! (si mette le mani sulla pancia e si torce sulla sedia) Ahhhh! Ahhhh! Ahhhh!

Luigi                            (gli va vicino e finge di confortarlo, accarezzandogli la nuca)

Gino                             (sospende i lamenti) Giù le mani, non ti permettere!

Luigi                            (accarezzandogli la testa) Non stare a guardare questi dettagli… poverino, tu stai male… (a parte) è vicino, forza!

Gino                             Ahhhh! Ahhhh! Ahhhh! (sempre con le mani sulla pancia e torcendosi sulla sedia)

Antonio                        (arrivato ai due) Signori, preparate i biglietti, prego! Biglietti!

Luigi                            Sì, ma il mio amico sta male, una colica improvvisa… credo che debba andare in ospedale… si può fare una deviazione?

Gino                             Ahhhh! Ahhhh! Ahhhh! (mani sulla pancia, torcendosi sulla sedia)

Antonio                        Potremmo anche farla… l’ospedale non è lontano… però aspettiamo un minuto, può darsi che il malore cessi da solo… non vi preoccupate, ritorno subito! (rivolto verso il pubblico) Signori, preparate i biglietti per il controllo, prego! Biglietti! (avanza fino ad uscire dalla pedana e si siede più avanti, frugando nella borsa che ha con sé, facendo finta di telefonare ed esaminando documenti vari)

Gino                             Non passa, non passa, ahhhi…(sospendendo i lamenti e riprendendo lo stato normale) E’ andato?

Luigi                            Sì… ma ritorna!

Gino                             Ahhhh! Ahhhh! Ahhhh! (sempre con le mani sulla pancia, torcendosi sulla sedia) Come facciamo? Ho una proposta… fatti venire pure tu una colica!

Luigi                            Sì, così invece dell’ospedale, ci portano in galera… ci vuole qualcosa di risolutivo…

Gino                             Tu sei un violento… (sibilando) uccidilo!

Luigi                            Silenzio… cioè, continua a lamentarti, io vado e… lo affronto!

Gino                             (improvvisamente serio) Mica sarai capace di ucciderlo davvero?

Luigi                            (alzandosi) Tu fai la tua parte, io faccio la mia! (si porta più avanti, andando vicino al controllore, ancora seduto) Signore…

Antonio                        Come sta il suo amico?

Luigi                            In effetti… non è mio amico, è stato un incontro occasionale… senta… (a parte) io credo che lui stia facendo la commedia perché… non ha il biglietto!

Antonio                        Questo lo accerterà la Polizia!

Luigi                            Ah! Lei intende… il personale all’ospedale?

Antonio                        Ma quale ospedale? Noi stiamo andando diritti al comando di Polizia! Lì vi faccio scendere… faranno accurati accertamenti… lei pensava forse che io sia uno stupido? Sapesse quanti malori improvvisamente guariscono, quando si sente parlare di Polizia!

Gino                             Ahhhh! Ahhhh! Ahhhh! (come sopra, dal suo posto) Ma… che state dicendo… amico mio… tutto a posto? Ahhhh! Ahhhh!

Luigi                            (voce in falsetto) Sì, quasi tutto ok… siamo quasi arrivati… all’ospedale…

Gino                             Meno male… forse mi farebbe bene scendere… adesso…

Luigi                            Avete sentito? Dice che vorrebbe scendere…

Antonio                        No, signore mio! Io non vi faccio scendere, ora! E’ mia precisa responsabilità accompagnarvi… dove necessario… ma non si preoccupi… cinque minuti… e sarà a terra… dove l’accoglieranno con tanta premura… si stanno già preparando, uomini e mezzi… ho già telefonato!

Luigi                            Ma qui siamo sempre in Italia, o no? E che diamine, non ho mai visto un’efficienza del genere!

Gino                             Siamo fritti… cioè, ahhhh! Ahhhh!

Antonio                        Mi dispiace che le faccia tanto male… (rivolgendosi a Luigi) sapete, due giorni fa, c’era uno che non aveva pagato il biglietto… e aveva finto di essere malato…

Luigi                            …lui… aveva finto… e com’è andata?

Antonio                        Beh… al comando di Polizia sono molto scrupolosi… lo hanno fatto visitare dal loro medico e, siccome non aveva niente, gli hanno fatto pagare seduta stante biglietto, soprattassa, multa e ammenda… e gli hanno fatto pagare anche la forzata deviazione autolinea!

Gino                             Ahhhh! Ahhhh!

Luigi                            Ah… e se non aveva i soldi?

Antonio                        Li aveva, li aveva… hanno controllato le tasche, i conti correnti, l’attività commerciale, la situazione familiare, il patrimonio… tutto! M’informano ogni volta che succede, quando viaggiano su questa linea! Il nome delle persone quello no, ma ci facciamo tante risate lo stesso, specie quando pizzicano qualcuno che cercavano da tanto tempo! Pensate… si fanno scoprire solo per non pagare un biglietto! Perdono una minestra intera per un prezzemolino!

Gino                             Ahhhh! Ahhhh!

Luigi                            Scusate… vado a vedere come sta… (arrivato vicino a Gino) Io mi butto giù! Non posso farmi scodellare nel comando… tu che fai?

Gino                             Ahhhh! Ahhhh! Mi fa male veramente!

Luigi                            Davvero? Questa è un’ottima notizia! (verso il controllore) Signore… il mio amico sta peggiorando! Quanto ci vuole per l’ospedale?

Antonio                        (dal suo posto, girandosi) Possibile che abbia ancora male?

Gino                             (dal suo posto) Ospedale, colica… colica addominale!

Antonio                        Sentite… parliamoci chiaro… la deviazione all’ospedale costa!

Luigi                            Pagherà lui, naturalmente… è il malato che paga… vero?

Antonio                        No. Paga chi chiede la deviazione, per evitare denunce per interruzione di servizio pubblico… in questo caso siete voi due che avete chiesto, quindi… arrangiatevi tra di voi!

Luigi                            Ma è una cosa che non dipende dalla nostra volontà… un caso sfortunato…

Antonio                        Io non ci posso fare niente… io e l’autista abbiamo standard di consumi di carburante e tempi di percorrenza… non possiamo certo rimetterci noi, con la multa che prenderemo… (sorridendo) sono cinquecento euro, grazie! E comunque potete stare tranquilli, vengo con voi! E’ mia responsabilità… faccio aspettare l’autobus… e solo quando tutto sarà finito ed avrete pagato, vi lascerò andare!

Gino                             Questo è andato a imparare il mestiere in Germania… nei lager nazisti! Ahhhh! Ahhhh!

Luigi                            Quindi o paghiamo…

Antonio                        O vi porto al comando di Polizia! A voi la scelta!

Gino                             Ahhhh! Ah… sta passando… mi sento meglio!

Luigi                            Allora non serve più la deviazione?

Gino                             No, no… solo scendo alla prossima… quanto manca?

Luigi                            Scendo anch’io… devo vedere se ritrovo la valigia…

Antonio                        Beh, tra poco c’è la fermata… però prima di scendere, mostratemi i biglietti!

Luigi                            Beh… i biglietti… mi è caduta la valigia dal finestrino… i biglietti erano dentro…

Gino                             Anche il mio!

Antonio                        Nessun problema… siamo quasi arrivati… potrete scendere tra un istante… faremo i conti al comando di Polizia!

Gino                             Non ho mai visto uno più cocciuto di costui! (si alza e li raggiunge) Ah, ecco… riconosco la strada… bene!

Luigi                            Ma tu non avevi… paura? Non stavi davvero male?

Antonio                        Conoscete la strada? Allora siete conosciuto da queste parti?

Gino                             Ma quale paura, quali dolori? Io qui sono di casa, conosco tutti! Ecco… ci siamo…! Lì in fondo c’è il comando… con i miei amici! (mette una mano sulla spalla del controllore) Sono anch’io un agente di Pubblica Sicurezza… ti dichiaro in arresto per tentata estorsione e truffa ai danni dell’azienda di trasporto!

Antonio                        Buonanotte!

Luigi                            Tu… un poliziotto? Bravo… ci avevo proprio creduto…

Gino                             E anche tu sei in arresto, per traffico di droga! Quando mi hai lasciato solo, ho telefonato… la tua valigia è stata recuperata e aperta!

Luigi                            Buonanotte!

Gino                             Forza, belli, ci aspetta una bella serata di chiacchiere… forza, scendete!

Antonio e Luigi            (scendono mestamente fuori palco; Gino rimane indietro, si volta lentamente poi scappa via dal fondo)

Luigi                            Quel disgraziato! Acchiappalo!

Antonio                        Ci sono caduto come uno scemo!

Antonio e Luigi            (risalgono sul palchetto ed escono di corsa dal fondo, gridando alternativamente) Fermatelo… è un truffatore! Un imbroglione! Voleva violentare la mia valigia!

Fine