Viaggio premio

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VIAGGIO PREMIO

di

Davide Menghi e Franco Gaddoni



Personaggi: 

Ulrike Meier : Commissario Interpol
Giacomo Pollini : Ragioniere


Interno giorno, stanza d'albergo doppia.
Entra Giacomo, improbabile abbigliamento vacanziero modello "Tropical Holiday", panama bianco, sandali, con valigie, chiude la porta e comincia a sistemare le sue cose cantando improbabili canzoni centroamericane. L'operazione dura circa due minuti.
Squilla il telefono. Risponde.

GIACOMO: ...si pron..? Hello... si, si, es... muy bien... la estancia? Especial, una buena vista sul...sulla pihiña... (gesto di nuotata) sicuro la ... muchas gracias.... asta la vista, see you later... (appena messo giù) alligator!

Va alla finestra. Soddisfatto tira un gran respiro di piacere.

GIACOMO: Ah, che meraviglia... (gesto dell'ombrello) tiè, Ragionier Maletti! Eh, già ci sono io qui ad Acapulco in viaggio premio! Ragionier Giacomo Pollini.... (scimmiottando) Cosa credi Pollini, sono ormai dieci anni che me lo cucco io il viaggio premio, non penserai che il primo contabiluccio da strapazzo mi soffi l'ennesima vacanza pagata dall'azienda!!! (tono normale) Io, no, ma quella Volvo che ti ha stirato, sì!!! Un dannato infortunio... ma ecco che dalla panchina entra in campo il naturale sostituto, il secondo in graduatoria: "Esce Maletti entra a suo posto Pollini" (da entrata in stadio) (riprende a scimmiottare) Ti manderò una cartolina, da Acapulco, cosa vuoi sono di animo gentile... 

Squilla di nuovo il telefono.

GIACOMO: Ancora... è peggio che stare in ufficio.. Hello? Si, cosa? Ah parla italiano? Meglio così, sa non sono un gran che con lo spagnolo... Sì, sono nella 416, si, doppia con servizi... com'era nella prenotazione... perché c'è qualche problema? No, viaggio da solo, sa amo muovermi in spazi ampi, viaggio premio come miglior... si, ci credo che non sia importante, si... (gesto che due palle!!!!) Cosa?!?!?! Starà scherzando, vero??? Come sarebbe a dire che... ma scusi potrei parlare col direttore? Ah, è lei? Complimenti bella organizzazione... non m'importa se è un caso di vita o di morte... senta come siete melodrammatici voi latini... si, anche noi siamo latini, è vero ma siamo meno... sì, l'ho visto "Miracolo a Milano", ma erano altri tempi! Io però non molto tempo fa ho visto "Anche i ricchi piangono", due belle... come ma che c'entra Carramba. Si, senta, no non se ne parla neanche, io la mia stanza non la divido con nessuno... non me ne frega niente dello sconto, non pago io, paga la mia azienda... chi? No, no, non la faccia salire perché tanto... pronto... pronto... olà... amigo...???
Ma pensa te, 'sti buzzurri, magari hanno preso la doppia prenotazione con Internet... Last minute tour, o roba del genere... ma continuate a usare le agenzie, che è meglio.. no, adesso bisogna fare tutto in rete, se no non sei nessuno! Che andassero a cagare... in rete! Ma col cacchio che mi faccio infinocchiare... la stanza è da due ma ci sto solo io! Se la signorina "Ulrike-come-cazzo-si-chiama" ha prenotato a capocchia sono fatti suoi... e che non si provi a farmi gli occhioni dolci, perché con Giacomo Pollini, Ragionier Giacomo Pollini non attacca... eh se non attacca!

Si prepara al combattimento.
Bussano alla porta. Si impettisce e va ad aprire.
Apre la porta e una ragazza si catapulta dentro. Lui rimane esterrefatto.

GIACOMO: Ah, beh, questa poi... Guardi che non le avevo detto di entrare, signorina....

ULRIKE: Si, si, stai calmo...

GIACOMO: Stiamo scherzando?

ULRIKE: Senti, ragionier Giacomo Pollini, stai calmo... zitto e buono...

Lei va alla finestra. Da' un'occhiata.

ULRIKE: Perfetto! La posizione ideale... Senti io mi sistemo nel letto vicino alla finestra... se non ti dispiace.

GIACOMO: Se non mi cosa???? Lei sta dando i numeri... io... io...

Non riesce a finire la frase che lei dalla borsa comincia a tirare fuori macchine fotografiche, cavalletto, e si piazza vicino alla finestra...

ULRIKE: Senti, ragioniere, cerca di stare al tuo posto, okay?

GIACOMO: E' quello che sto cercando di dirle da quando è entrata qui come un tornado: io sono al mio posto!!! Piuttosto, come fa a sepere che sono ragioniere? L'abbigliamento? Signorina...?

ULRIKE: Ulrike Meier, Commissario Ulrike Meier... nel registro ha firmato rag. ... va bene cosi, Rag.?

GIACOMO: Co... Commissario, commissario di che?

ULRIKE: Interpol, mai sentita nominare?

GIACOMO: (indeciso) Ssssi, ma cosa...

ULRIKE: Okay, non fare domande e andremo d'accordo, tutto chiaro?

GIACOMO: Senta io sono qui in viaggio premio... cosa ho fatto di male?

ULRIKE: Tu niente, sei solo nella stanza sbagliata, o meglio, giusta per me.

Sconsolato si butta a sedere sul letto di lei.

ULRIKE: Olà, hombre, esto es el mio, claro? Entendido?

Giacomo si rialza e si butta a pelle di leone sul suo.

ULRIKE; Che non ti vengano strane idee... quelli come te li conosco... vanno in vacanza, credono di essere (enuncia) "il mito italiano nel mondo"... Stai nei tuoi appartamenti...

GIACOMO: Magari!

ULRIKE: (lei sistema un po' di apparecchiature) Perfetto!!! Come esci Delgado, ti fulmino.

GIACOMO: (si alza improvvisamente dal letto e un po' agitato) Co... cosa vo... vorrebbe fare... ammazzare qualcuno dalla mi... mia finestra?

ULRIKE: (lei si gira lentamente) Sentito niente a proposito di non fare domande, prima? Memoria corta? Sordità? Rilassati, fai come se non ci fossi... (e tira fuori una pistola da dietro il giubbotto e la appoggia sul tavolino)

GIACOMO: Ecco, sì, brava, la mossa giusta per mettermi a mio agio! Ma guarda te cosa mi doveva capitare... Viaggio premio... Acapulco... piazzano nella mia camera una... un...

ULRIKE: Commissario... è così difficile da dire?

GIACOMO: ..una ... commissa...ria ...ssario... con la pistola... tutta 'sta roba... 

ULRIKE: Smettila di piagnucolare, guarda il lato positivo...

GIACOMO: Ah, (si schiarisce la voce e la porta per non piagnucolare) ehm, perché ce ne sarebbe uno?

ULRIKE: Sì, potrai lasciare tutta la roba di valore, ammesso che tu ne abbia, nella stanza, senza paura di furti. Io dovrò stare inchiodata qui, per un po'.

GIACOMO: E quando deve andare... (indica il bagno)

ULRIKE: Sono allenata... mi basta una volta al giorno... cosa credi che gli appostamenti siano roba da signorine?

GIACOMO: A guardarla direi di no.

ULRIKE: Ecco, vedo che cominci a capire... Io non sono una come le altre, chiaro? Io sono un poliziotto addestrato e in grado di tenere a bada cinque di quelli come te, e senza la mia bimba. (due colpetti sulla pistola)

GIACOMO: Ci voleva proprio una Rambo in questa vacanza, anzi, in questa stanza!

ULRIKE: (guardando nell'obiettivo) Oh, oh, Signor Delgado... lo hai messo fuori il muso eh? E allora fatti vedere...

Comincia a scattare foto.

GIACOMO: Scusi... scusi... potrei andare...

ULRIKE: Vai e non rompere... che io ho da fare.

Giacomo va in bagno.

GIACOMO: (mette fuori la testa dal bagno) Non è che siamo su "Scherzi a parte", vero?

ULRIKE: Sei uno famoso?

GIACOMO: Prego?

ULRIKE: (prendendo una ricetrasmittente) Gattina a cagnolino, gattina a cagnolino, tutto sotto controllo, cuccia sistemata, usignolo in gabbia...

Giacomo esce dal bagno.

GIACOMO: ...gattina? Questa poi...

ULRIKE: Senti ragioniere, lasciamo stare i commenti, okay?

GIACOMO: Gattina? Certo che avete una fantasia... Un qualsiasi imbecille capirebbe che è un codice, ma chi sono i pazzi che parlano cosi... avete visto troppa televisione.

ULRIKE: Questo è il regolamento e questi sono gli accordi... e poi tu cosa c'entri?

GIACOMO: Mi scusi, ma visto che mi ha invaso la camera, la vacanza, la vita, con tutto quell'armamentario, artiglieria compresa, mi sono permesso di fare un commento... ah, già mi scusi, devo tenere la bocca chiusa.

ULRIKE: (senza staccare gli occhi dalla macchina fotografica sul cavalletto, davanti alla finestra) Vedo che cominci a capire, con calma, lentamente, sforzandoti, con molta fatica, ma cominci...

GIACOMO: Mi scusi se glielo chiedo, ma io finora le ho dato del lei, visto che non ci conosciamo...

ULRIKE: Come sei formale, signor Pollini... se credi possiamo darci del voi.

GIACOMO: No, è che mi chiedevo se siete sempre così... informali, voi dei Servizi Segre...

ULRIKE: (voltandosi di scatto verso di lui) Interpol, capisci? Interpol, e non c'è bisogno di fare del sarcasmo, va bene?

GIACOMO: Mi scusi... gattina?

ULRIKE: Vabbè lasciamo stare, piuttosto perché non vai a farti una bella nuotata in piscina?

GIACOMO: Per farmi fotografare mentre magari passo vicino al vostro uomo? Perché poi lei possa dire con i suoi colleghi: "Ecco questo è il tipo con cui ho dovuto dividere la stanza, un ragioniere", e poi farsi quattro belle risate con pacche sulle spalle e spari di festa in aria?

ULRIKE: Certo che voi in borghese avete una strana idea delle forze dell'ordine. Pensate che siamo cow-boys che vanno in giro a sparare alla gente, a fare cazzate per vantarsi con i colleghi o gli amici, vero? (alzandosi in piedi verso di lui) Ti voglio dire una cosa, ragioniere, io mi gioco la pelle tutte le volte che mi mandano in servizio, che mi passano un lavoro da fare. E tu invece? Al massimo ti può esplodere una calcolatrice in mano... credo che il sangue freddo che tu devi mettere nel tuo lavoro sia un po' diverso da quello che devo usare io per sopravvivere. (torna a sedersi)

GIACOMO: Okay, mi scusi, non volevo...

ULRIKE: Lascia stare, tanto per quello che valgono le scuse... Piuttosto, ordina qualcosa da mangiare, che sto morendo di fame.

GIACOMO: (sarcastico) Agli ordini, commissario, cosa desidera? Sheba, Kit & Cat, Friskies?

ULRIKE: Vanno bene anche due hamburger per me. Al sangue.

GIACOMO: Ci avrei scommesso...

ULRIKE: Sull'hamburger?

GIACOMO: No, sul resto.

ULRIKE: Già, secondo te noi amiamo il sangue in ogni sua manifestazione... ma stai tranquillo, non mi si allungano i canini all'improvviso, puoi dormire rilassato, ragioniere, sempre che non ci sia la luna piena.

GIACOMO: Come mai usa la parola ragioniere quasi come un insulto? D'accordo il mio lavoro forse non sarà impegnativo come il suo, non passerò la vita a schivare proiettili, o ad arrestare pericolosi malviventi, ma, tutto sommato, faccio un lavoro onesto... Potrebbe chiamarmi Giacomo, o Pollini, se crede che il nome di battesimo sia... spingersi un po' troppo oltre.

ULRIKE: Facciamo così, io ti chiamerò Giacomo e tu Commissario, va bene?

GIACOMO: Se crede. E' solo che io il ragioniere non lo volevo fare, e sentirmi chiamare così, mi urta un po'. (pausa) Sono stati i miei ad obbligarmi, con la storia che il diploma mi poteva offrire un sacco di opportunità. Potevo continuare a studiare o trovarmi un lavoro. 

ULRIKE: Allora cos'hai fatto?

GIACOMO: Sono andato a lavorare. Da ragazzo, non si metta a ridere, avrei voluto fare lo scrittore...

ULRIKE: Un letterato... un bel salto.

GIACOMO: Già, ecco io i numeri li odio, non mi piacciono proprio... è come una condanna ormai, alla mia età non è facile cambiare lavoro quando hai fatto sempre solo il contabile... credo se mi ammalerò sarà di calcoli.

ULRIKE: Oddio, anche frustrato.

GIACOMO: Era uno sfogo, che diamine! Cosa le costa darmi ragione! Ma lei non pensa che la gente possa avere dei sentimenti? Ma che scemo, è vero, nel suo lavoro avere dei sentimenti è un po' come avere la peste.

ULRIKE: I miei sentimenti non sono cose che ti riguardano, rag... Giacomo. 

Ulrike va in bagno senza dire niente.

GIACOMO: (sarcastico) Hei commissario, la volta al giorno è questa? Occhio che se la spreca…

Dopo qualche attimo Ulrike emette un urlo e schizza fuori dal bagno.
Giacomo, per riflesso, salta in piedi sul letto.

GIACOMO: … ma cosa…

ULRIKE: (facendo finta di niente) … cosa? EH? Niente… Cosa fai in piedi sul letto?

GIACOMO: Ma lei ha urlato…

ULRIKE: (imbarazzata) Io? AH… no… ehm… l’acqua del lavandino esce bollente… ormai mi ustiono…

GIACOMO: Mi ero spaventato… (andando verso il bagno) Invece questa è una delle mie dodici volte…

ULRIKE: Vescica vivace, eh?

Lui va in bagno. Dopo poco ne esce con le due mani chiuse a coppa e un sorriso. 

GIACOMO: Commissario, se non si scottava con l’acqua, si sarebbe accorta che abbiamo un simpatico ospite.

ULRIKE: (appiattendosi verso il muro) Ci…ci… cioè?

GIACOMO: Guardi che meraviglia! (apre le mani e le si avvicina)

ULRIKE: (risalta e riurla) Cosa fai! Vai via! Via! 

GIACOMO: Ah ma allora mi sa che se n’era accorta! Non avrà paura dei ragni? Non mi dirà che all’Interpol vi insegnano a non aver paura di niente…. Tranne che dei ragni!

ULRIKE: Smettila di sparare idiozie e buttalo via! Non lo sai che qui ai tropici ci sono ragni velenosissimi? E quello è uno di quelli… sono sicura.

GIACOMO: E io che sono il prototipo del cacasotto terrei in mano con disinvoltura una bestia capace di uccidermi all’istante? Mi faccia il piacere, mi faccia.

ULRIKE: Vabbè, senti Celli, buttalo nel cesso ugalmente, in due siamo anche troppi qui dentro.

GIACOMO: Ma è matta? Semmai poi, buttala nel cesso, è una femmina! Questo bellissimo aracnide è un esemplare femmina di Cenoplia Mexicalis Mansueta, detta anche la pecorella dei ragni… che non sarebbe capace di ammazzare un moscerino, infatti è l’unico ragno vegetariano che si conosca, e si ciba delle foglioline che il vento porta nella sua rete. Inoltre siamo particolarmente fortunati, perché quella che è capitata nel mio bagno è la variante elegans, come si può vedere dalle striature bianche sul dorso. Venga a vedere… mi dia la mano, senta la morbidezza di questo pelino…

ULRIKE: Guai se mi tocchi!

GIACOMO: (sta per riportarla nel bagno) Allora la riportiamo nella sua casina…

ULRIKE: La riporti nel bagno? Fuori! Deve andare fuori! Sbattila fuori!

GIACOMO: (rassegnato) Cediamo alla violenza. Scusami piccola, mi tocca metterti fuori. E’ una fifona, sì, hai ragione… adesso comanda lei qui… va bene se ti metto sul davanzale? Scusa eh… (apre la finestra, si sporge e la richiude. Saluta con la mano) Bene… siamo tornati due. Ha ancora appetito? Ordino gli hamburgher?

ULRIKE: Mi spieghi ragioniere come fai a sapere tutte quelle cose sui ragni? 

GIACOMO: Io? Non so niente sui ragni. Non mi dirà che si è bevuta la storia del ragno vegetariano… la pecorella dei ragni! (ride di gusto)

ULRIKE: Allora sei un pazzo! Poteva essere un ragno velenoso… e tu te lo sei tenuto in mano cinque minuti?

GIACOMO: Sì, dopo la scarpata che gli ho dato sul lavandino! Cosa che avrebbe potuto fare agevolmente anche lei… se non si fosse scottata con l’acqua!

ULRIKE: Touché…

GIACOMO: Perché vede, i ragni…

ULRIKE: Touché, ho detto! Adesso piantala di fare l’eroe. E se vuoi renderti veramente utile…

GIACOMO: Ordino gli hamburger.

ULRIKE: Mi raccomando…

GIACOMO: Certo, certo, sanguinolenti.

Prende la cornetta del telefono.

GIACOMO: Olà, esta es la numero 416, potreb... po... potria...

ULRIKE: Commedia dell'arte o un Goldoni giovanile?

GIACOMO: Es possible haver dos... no quatros hamburger... chili? Un momiento... (verso lei) vuole sapere se li vogliamo con salsa chili, credo.

ULRIKE: A me basta che siano al sangue, sangre, entendido?

GIACOMO: Escuchame, dos muy bien cottos, si, si con chili... los otros dos sanguinolentos... no muy bien cottos, con el sangre... quasi vivos, respirantes, no chili, entiende? Cerveza? No, por mi agua mineral con... bollicinas... gasada e por...

ULRIKE: Acqua va bene.

GIACOMO: Mucha agua... va bien, Quanto tiempo piensa che... Ah, los cambuseros no son... una media ora... va bien si no es posible muy rapido... asta... (appena riagganciato) Vaja con Dios.

ULRIKE: Dì, dove hai imparato così bene lo spagnolo?

GIACOMO: Lasciamo stare... poi poteva ordinarli lei, che sicuramente parla almeno sei lingue, col lavoro che fa, così mi risparmiavo questa figura da cretino.

ULRIKE: Guarda che non te la sei cavata male... comunque ti hanno capito, qui sono abituati con gli italiani che aggiungono le esse alla fine delle parole...

GIACOMO: Mi avranno preso per un idiota, visto che c'è il buffet nella sala da pranzo.

ULRIKE: Appunto, perché non sei andato giù... a te di Delgado non frega niente.

GIACOMO: Lo so, ma non mi sembrava educato, e poi se qui non ci sono io la stanza può non essere sicura… insetti, ragni, acque bollenti…

ULRIKE: Ti ho già ringraziato, ragioniere…

GIACOMO: Prego? Dormivo!

ULRIKE: (sospiro) Ragionier Pollini, la ringrazio di cuore per il servizio reso alle forze dell’ordine nell’interesse della Nazione. Va bene così? In ogni caso, se è per la mia sicurezza, puoi andare al buffet.

GIACOMO: Via Commissario, scherzavo! Volevo dire, è la prima volta che mangiamo, almeno facciamolo insieme, visto che lei sarà la mia coinquilina...

ULRIKE: Gentile ma potevi risparmiartelo. In fondo tu sei in vacanza premio, io ci andrò alla fine di questo lavoro.

GIACOMO: E dove andrà?

ULRIKE: Non ho ancora deciso, ma visto che siamo vicini al Texas, non mi dispiacerebbe una di quelle vacanze dove devi portare una mandria da un posto all'altro, tipo quel film...

GIACOMO: Sì, l'ho visto.. con Billy Cristal. Divertente, il film volevo dire.

ULRIKE: Beh, in fondo te ne stai quindici giorni a contatto con la natura, vai a cavallo, vedi posti stupendi... (sarcastica) e poi puoi sempre giocare ai cow-boys con le pistole, no?

GIACOMO: E' che fin da bambino non sono mai stato attirato dai giochi con le armi, preferivo giocare al dottore...

ULRIKE: Ah, ragioniere... un'ombra torbida nel tuo passato!

GIACOMO: Avevo dieci anni!

ULRIKE: Pensa che io andavo a giocare a pallone con i miei fratelli, all'inizio giocavo in porta, poi una volta che mancava un difensore mi hanno fatto giocare da stopper, e da allora ho sempre marcato l'attaccante più pericoloso... hai presente cosa faceva Gentile ai mondiali dell'82 in Spagna per fermare Maradona?

GIACOMO: Gli sparava?

ULRIKE: No, è ricorso persino al trucchetto che usavo io, tirava i peli delle gambe...

GIACOMO: Ma quanti anni aveva? Lei dico, non Gentile...

ULRIKE: Dodici o tredici.

GIACOMO: E chi aveva i peli nelle gambe a quell'età?

ULRIKE: Gli amici dei miei fratelli erano più grandi, anche sedici anni. 

GIACOMO: Forse però le avrebbe fatto bene giocare un po' con le bambole.

ULRIKE: Non me ne è mai fregato niente, preferivo il Meccano, i Lego, le automobiline.

GIACOMO: Sembra un maschio mancato.

ULRIKE: Può darsi, ma vedi, io ho tre fratelli maschi, tutti più grandi, e ho cominciato fin da piccola a giocare con le loro cose, altrimenti ero tagliata fuori...

GIACOMO: E loro adesso cosa fanno?

ULRIKE: Dì, ragioniere, cosa vuoi fare, distrarmi e lasciare che Delgado se ne esca senza che io lo veda?

GIACOMO: Ciò che lei vede come un atto di complicità con Delgado è, in realtà, solo un esempio di come si possa civilmente fare conversazione, anche tra due persone che non si conoscono e che, con ogni probabilità, non avranno più occasione di scambiare quattro chiacchiere.

ULRIKE: Apprezzo lo sforzo...

GIACOMO: Nessuno sforzo, commissario, anzi...

ULRIKE: Ti ricordo che non meno di mezz'ora fa avresti voluto scaraventarmi giù dalla finestra direttamente in piscina...

GIACOMO: Lo so e le chiedo scusa se sono stato un po' scontroso, prima, forse è per questo che sto cercando di instaurare un minimo di rapporto... 

ULRIKE: (quasi risentita) Guarda che tu non mi devi niente. E' il mio lavoro, e in servizio non sono tanto suscettibile.

GIACOMO: Non lo faccio per dovere, mi creda...

ULRIKE: E smettila di darmi del lei!

GIACOMO: Va bene, come vuole... vuoi... vuoi , pardon...

ULRIKE: Allora, senti, muori dalla voglia di fare un po' di chiacchiere? 

GIACOMO: (lievemente imbarazzato) No, si, però se non sbaglio lei... tu non mi sembravi molto, come dire...

ULRIKE: Disponibile?

GIACOMO: Esatto, e adesso questo slancio...

ULRIKE: (quasi risentita) Se non ti va basta che lo dici.

GIACOMO: Per carità, no, cioè sì! E' stata solo una considerazione, anzi, il fatto che adesso ci parliamo senza guardarci di traverso, lo trovo almeno... civile. A me non dispiace. Giochi troppo in difensa. Te l'ho detto prima, magari non ci incontreremo mai più, anzi senz'altro... è stato il caso che ti ha fatto piombare nella mia camera con un'autorizzazione... perché tu hai un'autorizzazione, giusto?

ULRIKE: Certo, ma ovviamente non vado in giro con documenti che potrebbero farmi scoprire. Capisci, vero?

GIACOMO: (accondiscendente ma poco convinto) Ovviamente... Dicevo... sei troppo sulla difensiva, io non sono mica Delgado.

ULRIKE: In questo lavoro è essenziale non... sbilanciarsi troppo con chi non si conosce.

GIACOMO: Giusto, ma allora come fai a conoscere qualcuno senza sbilanciarti? Aspetti che uno ti racconti la sua vita, così, senza un incoraggiamento? 

ULRIKE: Sul lavoro cerco di non farmi coinvolgere, non è prudente, è la prima cosa che insegnano, (pausa) e poi... (ironica) conosco un sacco di metodi...potrei sempre interrogarlo.

GIACOMO: Complimenti una battuta, non me l'aspettavo!

ULRIKE: (seria) Tu non mi conosci, sono capace anche di essere iro... (guardando nell'obiettivo) ... Cristo, Delgado... Sta uscendo... (afferra la ricetrasmittente) Gattina a cagnolino, l'usignolo ha aperto la gabbia, credo sia pronto a volare. 

Scatta delle foto. 

ULRIKE: Guarda guarda, con due guardie del corpo... due signorine niente male, il caro Ferdinando si tratta bene.

GIACOMO: (si alza dal letto) Fa un po vedere.

ULRIKE: (lo spinge di nuovo a sedere) Stai buono lì.


GIACOMO: Adesso lo devi seguire?

ULRIKE: Se non esce dall'albergo no, ci sono gli altri di sotto.

GIACOMO: Immagino uno seduto nella hall che legge il giornale, uno nell'ascensore con la divisa a righe, e l'altro che fa il bagnino in piscina.

ULRIKE: Come... li hai riconosciuti?

GIACOMO: Figurati, ho tirato a indovinare, vista la fantasia! Ma cos'ha combinato questo Delgado di così terribile?

ULRIKE: Mi dispiace, ragioniere, ma non posso dirtelo, motivi di sicurezza... posso dire solo che non è un assassino.

GIACOMO: Ullallà, allora stiamo tranquilli!

ULRIKE: Fino a un certo punto.

GIACOMO: Cioè?

ULRIKE: Perché, come mi ha insegnato l'esperienza, quando uno si sente in trappola è capace di tutto, persino di ammazzare, anche se è la prima volta, per cui...

GIACOMO: Non avete i giubbotti antiproiettile?

ULRIKE: Adesso no, faresti un po' fatica a passare inosservato con uno di quei cosi addosso nuotando in piscina o prendendo il sole. E poi per adesso non consideriamo Delgado così pericoloso.

GIACOMO: Ma servono veramente?

ULRIKE: I giubbotti, dici? Certo, se non ti beccano in testa o in qualche altra parte del corpo a rischio di forte emorragia, spesso ti possono salvare la pelle, certo se non usano proiettili ad alta penetrazione che potrebbero spappol...

GIACOMO: (quasi disturbato) Stop! Grazie, grazie per la spiegazione esauriente ma a me bastava un sì.

Risponde alla radio.

ULRIKE: Okay, ricevuto, gattina rimane in attesa.

GIACOMO: Cosa succede? Portano la ciotola del latte?

ULRIKE: Delgado si è piazzato al bar con le sue due cocche, dovrebbe starsene tranquillo per un po', è uno a cui piace spassarsela.

GIACOMO: A chi non piacerebbe?

ULRIKE: Adesso mi posso rilassare un po'. Scusa approfitto della pausa e vado...

GIACOMO: Certo, certo.

ULRIKE: Se riesco vorrei anche farmi una doccia. (esce portandosi la radio)

Giacomo rimane ad osservare l'armamentario.

ULRIKE: (da fuori) Non toccare niente, scusa se te lo dico, lo so che non sarebbe necessario, ma così evitiamo i malintesi.

GIACOMO: (sorpreso) Sì, sì, non preoccuparti... e poi io di foto ci capisco poco, ho una di quelle compatte che devi solo schiacciare il bottone e fa tutto lei, anche il flash, se serve.

ULRIKE: (da fuori) Potresti provare a sentire cosa stanno facendo con gli hamburger.

GIACOMO: (prendendo il telefono) Olà, a qui es la 416, nos habemos ordinado quatros hamburger... esatto, dos con chili e dos... si, con agua adicionada con anidrid carbonica... si, quando usted credes que... compriendo, compriendo... el camarero va venir? Bien, hasta la vista. (riattacca poi pensa un attimo e riprende la cornetta) Olà es la 416, jo vorres telefonar in Italia... por favor me puede dar la comunicacion? Bien. (compone il numero) Pruento? Pronto? Ciao sono io, sì, sì, tutto bene, il viaggio è andato benissimo, sì, no, non... se ti dico di no! Ascolta, non so quando telefonerò ancora... si, è vero che non è il terzo mondo e telefonare non è difficile, però costa.(compare lei dal bagno e si ferma ad ascoltare senza farsi sentire) Certo, certo non me lo dimentico, la maglietta dell'Hard Rock Cafè di Acapulco, sì, una cartolina? Vuoi che la spedisca o che te la porti a mano? A mano col francobollo, va bene, ciao... sì, sì, ciao... ciao. (riattacca)

ULRIKE: Una fiamma?

GIACOMO: (sorpreso) No, no, la mamma...

ULRIKE: E vuole una maglietta dell'Hard Rock Cafè di Acapulco?

GIACOMO: Fa la collezione.

ULRIKE: Scusa, mi ma era sembrato... in realtà non volevo origliare, ma...

GIACOMO: Figurati, siamo in dieci metri quadrati... ( lei rientra pettinandosi nel bagno e gira le spalle e lui vede la scritta Interpol sul retro dell’accappatoio). Aaah...biancheria firmata....che finezza...grande stilista Interpol...

ULRIKE: (esce dal bagno portando l’accappatoio di Giacomo, con la serigrafia “PROFILATI FOSCHINI”) Vedo che anche tu giri griffato.

GIACOMO: Fringe benefit . L’azienda coccola i suoi uomini migliori...

ULRIKE: A proposito di coccole... qualcuno nel cuore?

GIACOMO: La donna esce allo scoperto? No , per il momento no. Non è stato un gran periodo...

ULRIKE: Ahi, nubi all'orizzonte!

GIACOMO: Più che nubi, un tifone! non capita tutti i giorni di essere mollati due mesi prima di sposarsi...

ULRIKE: Scusami, Giacomo, non volevo...

GIACOMO: Niente, niente, ormai credo di essere passato oltre. Sono già otto mesi fa, quindi...

ULRIKE: Ma come è stato?

GIACOMO: Quello che ha detto a me è che le è presa una gran paura, che non era più sicura di quello che stava per fare... cose così.

ULRIKE: E tu come l'hai...

GIACOMO: Come vuoi che l'abbia presa, io ci credo poco... voglio dire che ci deve essere un altro, per esempio...

ULRIKE: Oppure?

GIACOMO: Un altro.

ULRIKE: Classico ragionamento da... uomo. Non credi che una donna possa effettivamente avere paura di sposarsi? Capita, capita anche agli uomini, però quando succede ad una donna il motivo deve per forza essere un altro uomo!

GIACOMO: Non lo so... sarà perché quanddo capita a noi, sono altre donne. Pensa che avevamo già ricevuto un sacco di regali... Che storia! (tra sé) Almeno mi sono tenuto la T.V., le casseruole, il putto d'argento l'ho ridato indietro, perché poi non era argento

ULRIKE: Beh, allora adesso ti sei ripreso, no?

GIACOMO: Più o meno.

ULRIKE: Adesso sei qua in vacanza, vai esci, vedi se riesci a divertirti un po'. Io al tuo posto non me ne starei chiuso in camera con un commissario dell'Interpol, ad Acapulco poi, ma neanche a Valverde!!!

GIACOMO: Sto diventando noioso, eh?

ULRIKE: Ma no, per carità, lo dicevo per te. In fondo io devo lavorare... Degli hamburger cos'hanno detto?

GIACOMO: El camarero va venir...

ULRIKE: Sarà...

GIACOMO: La doccia ti ha fatto bene all'umore.

ULRIKE: Sì, da pulita mi sento meglio. Anche a noi poliziotti puzzare non piace, specialmente se non sei con un collega.

GIACOMO: Prego? Cioè vuoi dirmi che tra di voi vi annusate e fate gara a chi puzza di più?

ULRIKE:: Si, certo e dovresti vedere il premio! Ah, ah, ah...

In quel momento bussano alla porta della camera.

GIACOMO: Vado io, devono essere i panini.

Torna con un vassoio.

GIACOMO: Non ci posso credere, hanno dimenticato l'acqua!

ULRIKE: Possiamo sempre bere quella del rubinetto.

GIACOMO: Sei fuori? Con Muntezuma in agguato? Guarda adesso scendo io e vado a prenderla, altrimenti potremmo morire di sete prima che ce la porti el camarero.

ULRIKE: Okay, i panini li farò mettere sulla nostra nota spese... Vadano in cambio dela stanza, del letto, della doccia, dell'uso finestra...

GIACOMO: Beh... grazie. Torno subito, forse, tu intanto comincia a mangiare che si raffreddano, e poi il sangue coagula... (schifato per quello che ha detto) puah...!!!!

Esce e lei comincia a mangiare. Al primo morso si macchia tutta la maglietta bianca col ketchup. Allora anziché pulirsi fa una faccia furbetta e decide di macchiarsi ancora di più e di far sembrare il pomodoro sangue, si stende per terra e finge di essere ferita. 

Eventuale 1° tempo.***********************************************************

Poco tempo dopo torna lui con la bottiglia d'acqua.

GIACOMO: (appena entrato la vede) Commi... Mio Dio Ulrike, cosa... porca puttana che cazzo è successo qui!!! Oddio guarda che macello... (va al telefono) Olà, rapido, aqui esta una muchacha mui... mui... no bonita... sì anche bonita ma... pierde el... es ferida.... come cazzo si dice... no, lasci stare... (riattacca e va verso di lei, si china e sente se respira e gli pare di no) Cazzo... cazzo non respira... adesso provo a... ma guarda cosa... 

Tenta di rianimarla con la respirazione bocca a bocca, ma è goffo e impacciato. Lei appena lui inizia, lo scosta con forza.

ULRIKE: Ragioniere, cavolo, per la respirazione la bocca deve essere libera, la lingua non serve!!!

GIACOMO: (lui è allibito) Cosa... allora... non... il sangue...

ULRIKE: Già il sangue è ketchup... come dottore non sei un gran che, lascia che te lo dica...

GIACOMO: Uno scherzo del cazzo! Ecco cos'è: uno scherzo del cazzo!!!

ULRIKE: (lei ride e va in bagno a cambiarsi la maglietta) Hai ragione, non te la prendere, ma avresti dovuto vedere la faccia che hai fatto!

GIACOMO: Uno scherzo del cazzo!

ULRIKE: Ti si è incantato il disco? Ho capito, scusa, ah ah ah, dài ragioniere non...

GIACOMO: E smettila di chiamarmi ragioniere, porca puttana... pensavo a tutti quei discorsi su Delgado... Uno scherzo del cazzo!...

ULRIKE: Scusa non pensavo che tu te la pren...

GIACOMO: Ah no? Cazzarola, entro nella mia stanza e trovo una che sanguina sul pavimento, una poliziotta che sta tenendo d'occhio un delinquente... cosa devo pensare? Che è un'idiota che mi sta prendendo per il...

ULRIKE: Per favore, ti chiedo scusa. Sul serio... Giacomo, siediti e bevi un po' d'acqua. Il panino si raffredda, mangia qualcosa anche tu.

GIACOMO: Ma come ti è saltato in mente? Uno scherzo del cazzo!...

ULRIKE: Guarda non lo so neanch'io, avevo iniziato a mordere l'hamburger e il ketchup mi è schizzato sulla maglietta... a quel punto non so cosa mi è preso... ho fatto la messinscena. Scusa, scusa davvero...

GIACOMO: Tu non sai che colpo... per un momento ho pensato di trovarmi in un film...

ULRIKE; E' che sono un maschiaccio, me lo hanno sempre detto tutti. Sono cresciuta discola dentro. Non do la colpa a nessuno, ma stare sempre con i maschi alla fine... Insomma siete più divertenti delle donne. Vi vengono idee che a una ragazza non verrebbero mai. 

GIACOMO: A volte è meglio così.

ULRIKE; Dico sul serio, io mi sono sempre divertita di più con i maschi, (lo guarda) non fare quella faccia, lo so a cosa pensi, volevo solo dire che siete più di compagnia, più da baldoria, più allegri. Una volta che faccio un apprezzamento!

GIACOMO: Forse è vero. E' difficile trovare una ragazza col senso dell'umorismo... giusto, non so spiegarlo ma non sono... non siete in tante.

ULRIKE: Grazie. Vogliamo mettere una pietra sopra allo scherzo di prima, cosa dici?

GIACOMO: Va bene, però niente più cose... così.

ULRIKE: Guarda che strano, dico, siamo due perfetti sconosciuti e ci comportiamo come due camerati. 

GIACOMO: (indicando il luogo) Camerati per forza!

ULRIKE: Ullallà, una battuta!!! Non male per uno che fa di conto.

GIACOMO: Potevi dire ragioniere, tanto lo hai detto fino adesso.

ULRIKE: Ti dispiace se adesso faccio una telefonata? 

GIACOMO: Tutti i mezzi tecnologici che vede in questa stanza sono a sua disposizione, commissario. Vuole che esca mentre chiama… Capo di Stato maggiore?… il capo della DIA?… i Servizi Segreti?

ULRIKE: Quasi.

Va al telefono e compone il numero.

ULRIKE: Hallo Mutti? Hallo ich bin's Ully...Ja , ja alles in Ordnung hier in Mexiko Acapulco haben wir zwanzig Grad mehr als bei Euch! Wie bitte? Nein, nein, keine Sorge, ich setz mich nicht zu sehr der Sonne aus, ja , ja ich hab mein Unterhemd bei
wie bitte, Spinnen? was fuer Spinnen? Tropische Spinnen? Ich bitte Dich, ich bin im Hotel nicht mitten im Urwald. Ausserdem gibt's hier keinen Urwald! Hast du mit unsere Tante gesprochen? Wie geht es Ihr? Hat Sie schon den Umzug hinter sich?
Und Herman? Ist er brav? Scheisst er immer noch gruen? Aber Mutti wie kann ich Ihn dem Werner ueberlassen? Ja ich weiss dass er ihn mir geschenkt hat, aber du weisst auch warum oder? Ja Mutti ich weiss dasss er ein braver Junge ist, aber er is so... er ist ohne Eier!
Entschuldige, entschuldige , ich weiss dass du mich nicht so erzogen hast.
Alles klar? ich ruf demnaechst an. nein du kannst mich nicht anrufen ich ruf so bald wie moeglich an tschuess, tschuess. Kuesschen, kuesschen kuesschen.

GIACOMO: Ha una certa confidenza con i capi. Poi pensavo che parlassero in italiano! Ma probabilmente lei ha fatto così perché io non capissi nulla.

ULRIKE: Non volevo farti uscire dalla stanza mentre telefonavo, erano cose delicate, come senz’altro immagini…

GIACOMO: Certo, certo, capisco, delicatissime… (mano a cornetta) Pronto mamma? Ciao, sono Ully, sì, sì, tutto bene… sono in Messico, Acapulco… venti gradi più che da te! Come? No, no non mi scopro troppo, sì… sì, la maglietta della salute ce l’ho, come ragni… quali ragni? Tropicali? Ma figurati… sono in albergo mica in mezzo alla foresta, che poi la foresta qui non c’è! Hai sentito la zia, come sta? Ha finito il trasloco? E Herman? E’ bravo? Fa ancora la cacca verde? Ma mamma… come faccio a lasciarlo a Werner… sì, me l’ha regalato lui… ma lo sai perché, no? Sì, mamma, è un bravo ragazzo, ma così… così… senza palle! Scusa, scusa, lo so che non mi hai educato così… Va bene! Ti chiamo presto… no, tu non puoi chiamarmi… lo farò io appena possibile… ciao, ciao… baciotti baciotti baciotti. (pausa) Ho dimenticato qualcosa?

ULRIKE: Sai il tedesco, allora…

GIACOMO: Ascolta bambina, sai che sono di Gatteo Mare, e sicuramante lo sai, voi sapete tutto… quand’ero ragazzo, d’estate, per tirare su due lire, davo via i pedalò. Era quel periodo che erano più le tedesche delle alghe. Un bagnino che si rispetti aveva il dovere di trapanarne dalle otto alle dodici tute le stagioni. Per trapanarne dalle otto alle dodici o avevi il fisico o sapevi la lingua. Ti sembra che abbia il fisico? Di che razza è Herman? Ma soprattutto chi è Werner?

ULRIKE: Herman è un pechinese e Werner è una delle ragioni per cui mi piace stare via da casa. Come mai cominci solo adesso a chiedermi della mia vita privata?

GIACOMO: Adesso che praticamente ho conosciuto mammà… Voi ragazze siete ben curiose. Se uno vi chiede qualcosa, non si fa gli affari suoi, se non vi domanda un po' di cose sulla vostra vita privata, se ne frega. Non è facile, veramente, lo dico da maschio seriamente preoccupato. Non c'è mai una volta che... uno come si muove sbaglia.

ULRIKE: Lo facciamo per rendervi meno monotona la vita.

GIACOMO: Cioè dovremmo anche ringraziarvi?

ULRIKE: Oh yes. siate voi stessi ogni tanto senza preoccuparvi del gradimento altrui! Così si rischia l'infarto. Vi costringete tutta la vita ad essere ciò che non siete. 

GIACOMO: Io credo che questa cosa ce l'abbiate imposta voi.

ULRIKE: Come sarebbe a dire?

GIACOMO: Quante volte a me andrebbe di fare una cosa, però lei ne pensa un'altra... allora giù musi lunghi così... alla fine uno, per quieto vivere...

ULRIKE: Bel ragionamento da ragioniere. Guarda, io credo che le persone non dovrebbero fare per forza le cose solo per far piacere al partner. Credi che non ce ne accorgiamo? Pensi che siamo contente di avere vicino uno che sembra che gli abbiano ammazzato il gatto? Su, un po' di buon senso! Tuttie due devono avere i loro spazi. Spiegami cosa me ne può fregare se il mio uomo non vuole venire con me, le rare volte che succede, in giro per negozi, o al cinema a vedere un film con George Clooney? E' roba da donne!

GIACOMO: A proposito di film... dimmi qual'è secondo te il più bel film degli ultimi... cinque dieci anni? Nessun secondo fine, solo per curiosità.

ULRIKE: Adesso lo so che ti metterai a strillare, ma io credo che "Pulp Fiction" sia un capolavoro.

GIACOMO: Non urlo solo perché siamo in un albergo, frequentato da gente strana, ma pur sempre un albergo. "Pulp Fiction"??? Ma siamo seri, per una volta!

ULRIKE: Me lo hai chiesto, ti ho risposto.

GIACOMO: Ma è un incubo. Sangue, sangue, sangue, un po' di violenza per spezzare, ma poi ancora sangue. Spero sia solo deformazione professionale!

ULRIKE: E' che tu non ti sforzi di andare oltre l'apparenza. Tu l'hai visto il film?

GIACOMO: Mi hanno praticamente costretto, volevo uscire dopo il primo tempo!

ULRIKE: E' che la violenza, nel film è talmente... tanta e spropositata che diventa impossibile non ridere. E poi il ballo tra Travolta e la Thurman! Un capolavoro di complicità, erotismo, il mitico Wolf, che arriva e pulisce il casino della macchina, ma dài non mi dire che non ti viene da ridere con la storia del tipo che è nel sedile dietro e che muore per una buca della strada? E' talmente grottesco che alla fine ridi! E il capovolgomento dei tempi alla fine? Ah, Tarantino, non smetterò mai di ringraziarti!

GIACOMO: Pianeti diversi, galassie diverse, non c'è che dire. 

ULRIKE: Vedi, io non ti avrei mai costretto a venire a vedere un film che non ti interessa, io sono fatta così. Tu vai dove vuoi, a vedere quello che vuoi, a fare quello che vuoi. Poi alla fine stai sicuro che si litiga meno e ci sono meno musi lunghi in giro. Fidati!

GIACOMO: Guarda vorrei avere una telecamera e filmare tutto.

ULRIKE: Insomma a me delle tue partite a carte, delle bevute con gli amici, dei film di Van Damme, cosa me ne può importare? Io non vado dietro al mio uomo come un cagnolino. 

GIACOMO: Come no, gattina chiama cagnolino... e poi Van Damme? Grazie per la fiducia, comunque in teoria siete tutte dei miti, ma poi in pratica...

ULRIKE: Ma che razza di donne hai frequentato tu? Io sono una grande sostenitrice dell'indipendenza, o meglio della non-dipendenza.

GIACOMO: Finiamo qui questa discussione, tanto rimaniamo tutti e due del nostro parere. Allora gli affetti?

ULRIKE: Ah, non ti sei dimenticato, allora... beh, devo confessare che con il lavoro che faccio non ho tanto tempo da dedicare alla vita sociale, qualche cottarella l'ho avuta, ma niente cose del tipo sposiamoci-siamo-fatti-per-stare-insieme-tutta-la-vita. A Merano, ho un sacco di amici ma li vedo pochissimo, sono sempre in giro. Conosci Merano? 

GIACOMO: Sì, ci sono stato una volta per Natale, ai mercatini.

ULRIKE: Il periodo peggiore. Ci devi venire in primavera...

La radio gracchia qualcosa.

GIACOMO: Abbaiano...

ULRIKE: (con l'orecchio al ricevitore) Ricevuto cagnolino, gattina chiudo. Ormai me ne ero dimenticata, Delgado sta tornando all'ovile. (si posiziona alla macchina fotografica)

GIACOMO: Ma non era una gabbia. Ma che faccia ha 'sto Delgado? Potresti dire gurdandolo, che è un delinquente?

ULRIKE: No, ha una faccia normalissima. La teoria lombrosiana non sempre può aiutare.

GIACOMO: E per la notte come fate?

ULRIKE: Verso le tre di solito mi faccio un pisolino fino alle sei. Intanto gli altri mi avvertono se c'è movimento. Ma sai, di solito uno che viene in albergo ha poca voglia di fare alzatacce, e poi darebbe nell'occhio.

GIACOMO: E' molto che gli state alle costole?

ULRIKE: Quasi due anni. E in due anni, niente di niente, solo sospetti, fondati, ma sempre solo sospetti A volte mi chiedo: stiamo prendendo un colossale granchio o è molto furbo?

GIACOMO: Ma allora, è un uccello, una pecora o un crostaceo? Vabbè senti, non volevo chiedertelo per non metterti in difficoltà, ma non ce la faccio più, la curiosità non è solo femmina: cos'ha combinato quest'uomo?

ULRIKE: Okay, te lo dico, ma sappi che se qualcosa esce da questa camera, io vado a dirigere il traffico fino alla pensione. Crediamo che Ferdinando Delgado sia coinvolto in esportazione di valuta. Il reato di per sé non è gravissimo, ma pensiamo che ci sia in corso un'azione di riciclaggio di denaro sporco, e qui le cose si complicano.

GIACOMO: Perché?

ULRIKE: Perché Delgado, e il suo capo, forse sono in contatto con un'organizzazione di trafficanti di droga...

GIACOMO: Un bravo ragazzo.

ULRIKE: Già, uno che si dà molto da fare.

GIACOMO: Stai tranquilla sarò muto come una tomba, visto l'ambiente come un pesce, manca nello zoo, anche perché credo che se raccontassi una cosa del genere, di te, la storia della stanza, il finto ferimento, le tue teorie sull'indipendenza, nessuno mi crederebbe.

ULRIKE: Probabilmente no.

GIACOMO: Allora niente uomini nella tua vita, attualmente?

ULRIKE: Accidenti ragioniere, quando senti l'odore del sangue sei peggio degli squali!

GIACOMO: Se si parla di cuori sanguinanti, il mio è un fiuto da poco, avrò annusato il mio, al massimo!

ULRIKE: L'ultima storia, se vogliamo chiamarla così, è finita da circa sei mesi... lui era sposato, in crisi, io pure, in crisi voglio dire, ci siamo conosciuti al cinema e finché è durata, non è stata male...

GIACOMO: E' finita per quello che penso io?

ULRIKE: Non sono una veggente, però ti posso dire che è finita perché queste cose, prima o poi, finiscono.

GIACOMO: Certo che con dei presupposti così... non ti poteva venire in mente che non sarebbe stata la storia della tua vita? O pensavi che avrebbe lasciato la famiglia per continuare a stare con te? Sai quante donne si illudono che un uomo sposato, magari con dei figli...

ULRIKE: Sì, un figlio già grande... ma cosa vuoi, forse avevo bisogno di una cosa che alla fine risultasse poco impegnativa o con scarse probabilità di successo.

GIACOMO: Una botta di masochismo o sindrome da legame fisso?

ULRIKE: Bah, chiamala come vuoi... il fatto è che quando è finita, sono comunque stata male e tutto sommato il lavoro mi ha dato un grosso aiuto. Non ci vedevamo spesso, per colpa della sua famiglia, del mio lavoro, ma in definitiva andava bene così. Poi un bel giorno lui non chiama più, io nemmeno, passano i giorni, io avevo una missione a Dublino...

GIACOMO: E' finita così?

ULRIKE: No uno strascico c'è stato. Ci siamo visti per caso a teatro, qualche tempo dopo, lui era con sua moglie, e nelle toilettes ci siamo dati l'ultimo bacio. Io sono entrata nell'antibagno, lui era lì, come se mi aspettasse, e senza dire niente ci siamo avvicinati, ci siamo baciati, lui è uscito ed è tornato a sedere in sala.

GIACOMO: Senza spiegazioni, discorsi o cose del genere?

ULRIKE: Esatto, e questo mi ha fatto capire che era giusto che fosse finita: nessuno di noi due aveva niente da dire all'altro. Punto e basta.

GIACOMO: Non so se sarei capace di finire così una relazione.

ULRIKE: Avresti bisogno di capire, discutere, trascinare... Meglio un taglio deciso, netto, tanto se hai capito che non c'è futuro, a cosa può servire parlarne? Dire delle cose che alla lunga preferiresti non avere mai detto, cose che feriscono, che ti feriscono anche se sei tu a dirle... nooo, meglio così, guarda.

GIACOMO: Molto anni '90... molto:" siamo grandi, cosa ci può essere di altro da dire?" Oppure come fanno nei film quando finiscono una telefonata, hai presente? (recita) "D'accordo, allora la merce al solito posto" e riattaccano senza salutarsi... o anche "certo cara, mi raccomando, stai attenta, potrebbe essere pericoloso" e giù la cornetta senza un ciao, un arrivederci, un buona fortuna, un cavolo di saluto. Tutti dei maleducati, gente che si parla a fatica, che si sta anche un po' sulle balle!

ULRIKE: Nel mio caso ti assicuro che non è stato così e non sono pentita. Mi è rimasto il piacere di pensare a quando la storia funzionava, mi dà serenità, è una cosa che tengo dentro di me e che, a volte... mi tiene caldo.

GIACOMO: Non ti avevo giudicato una romantica, soprattutto nei primi dieci quindici-minuti di permanenza in questa stanza. Avrei detto che eri un sergente dei marines incazzato a morte con tutti quelli che si mettevano sulla tua strada.

ULRIKE: In fatti sono anche quello, a volte. Devo esserlo, altrimenti come farei a farmi ubbidire da quelli che comando. Non è facile quando porti un reggiseno e quelli sotto di te si radono tutte le mattine!

La radio richiama l'attenzione di lei.

ULRIKE: Gattina, ricevuto, procedo. (posa la radio e va alla macchina fotografica) Oggi l'usignolo è un po' irrequieto, a quanto pare.

GIACOMO: Lo so che non sarebbe il momento, ma muoio dalla curiosità di vederlo in faccia questo Delgado.

ULRIKE: Va bene, tanto ormai... la carriera potrei essermela già giocata. Prendi il binocolo e guarda là, vicino al bordo della piscina, dove sono gli sdrai.

Lui prende il binocolo e comincia a cercare tra la gente.

GIACOMO: Dove di preciso? Come faccio a capire chi è?

ULRIKE: Vicino al cameriere col vassoio... Vedrai che capisci...

GIACOMO: Quello col braccio ingessato? Ma è di spalle.

ULRIKE: Abbi un attimo di pazienza... ecco lo vedi?

GIACOMO: (allibito) Oddio... ma... ma... è... cosa...
ULRIKE: Te l'avevo detto che l'avresti riconosciuto.

GIACOMO: Maletti?!? Cosa... perché... ma... perché poi lo chiamate Delgado?

ULRIKE: Perché tu lo conosci e non potevo dirti che era lui, e poi il nome che ha lasciato alla reception è Ferdinando Delgado... (alla radio) Si, tutto fatto, ci pensate voi? Gattina chiudo.

Lui è ancora incredulo, a bocca aperta. Lei gli toglie il binocolo dalle mani.

ULRIKE: Siediti che è meglio. Tutte queste cose in un giorno solo possono...

GIACOMO: Cristo... Maletti? Come è possibile? Lui... lui... è Delgado?

ULRIKE: Un modo strano per scoprirlo, vero?

GIACOMO: Io ho lavorato otto anni al fianco di un trafficante.... nooo, non è possibile, vi state sbagliando!

ULRIKE: Ti assicuro che è tutto vero. Te l'ho detto che sono quasi due anni che gli stiamo addosso.

Lui è ancora basito seduto sul letto con la bocca aperta, con cenni di incredulità che accentuano il suo stato.

GIACOMO: Ma cosa... è incredibile, lavori gomito a gomito con una persona per anni, poi vieni a sapere che... assurdo.

ULRIKE: Credo di sapere come ti senti. A me è capitato, una volta, di lavorare con uno che, dopo pochi mesi, abbiamo scoperto che era un infiltrato. Ci puoi credere? Un infiltrato! Queste sono cose che facciamo noi! Che diritto avevano d'infiltrare un delinquente... Guarda tutte le volte che ci penso mi bolle il sangue... Ci ho fatto degli appostamenti insieme! Poteva anche farmi fuori! 
Il tuo è un caso diverso, non rischiavi la pelle, però capisco che ti sembri tutto assurdo.

GIACOMO: Tutte le volte che pensi "questa è la più grossa cha abbia mai sentito", ne arriva una che le batte tutte. 

ULRIKE: Credo che con questa tu possa stare tranquillo per un po'... Anche perché... (tituba)

GIACOMO: Cosa? Cosa c'è? Parla, non stare lì come una statua di sale... casomai dovrei essere io a...

ULRIKE: Ora che sai tutto posso anche dirti un altro paio di cose. (si siede vicino a lui) Non so da dove cominciare... Beh, insomma... non c'è solo Maletti invischiato in questa storia di traffico di denaro dall'Italia, attraverso il Messico... fino alle isole Cayman, che come saprai sono un paradiso fiscale. Infatti sospettiamo che dietro tutto ciò ci sia, tieniti forte, Ercole Foschini...

GIACOMO: Chi? Foschini? Il mio... il padrone de... Oddio mi sento male!

ULRIKE: Stai tranquillo, e ascolta. Abbiamo cominciato a pedinare Maletti proprio perché sospettiamo Foschini. In poche parole crediamo che Maletti lavori per Foschini anche fuori dall'ufficio. Pensiamo che sia Maletti a far uscire il denaro dall'Italia. La cosa diventa molto più grave se Foschini ha accordi con gente che traffica droga per aiutarli a ripulire il denaro sporco derivato dalla vendita di cocaina. Attraverso uno strano giro, che adesso non sto a spiegarti, Foschini utilizza il denaro derivato dalla vendita della droga, per i suoi affari, e il ricavato lo esporta illegalmente in una banca delle Isole Cayman. Noi stiamo pedinando Maletti perché, secondo noi, Foschini ha il sospetto che qualcosa non giri a dovere, che qualcuno lo stia tenendo d'occhio, come è in realtà.

GIACOMO: Quindi si serve di Maletti per il suo traffico. E lui lo sa, suppongo?

ULRIKE: Ovvio, non puoi partire con una valigia piena di soldi senza sapere che ci sono!

GIACOMO: No, voglio dire, Maletti non è usato a sua insaputa? E' chiaro che sia a conoscenza del contenuto della valigia, ma sa che soldi sono?

ULRIKE: Noi pensiamo di sì, anzi pensiamo che sia stato proprio Maletti a mettere in contatto Foschini e i trafficanti. Questo dovrebbe essere successo più o meno due anni fa, quando la ditta di Foschini navigava in pessime acque e si pensava che avrebbe chiuso i battenti. Te lo ricorderai, no?

GIACOMO: Certo, abbiamo rischiato la cassa integrazione. Poi però le cose si sono aggiustate. Ci dissero che era entrato un socio di minoranza che avrebbe risanato il bilancio ...

ULRIKE: Beh, in certi termini... 

GIACOMO: E l'altra cosa? Hai detto che c'erano un paio di cose che...

ULRIKE: Ecco, ci stavo arrivando. Quando Maletti ha avuto quell'incidente che lo ha costretto a rinunciare alla vacanza premio, a cui accedeva tutti gli anni, ed ora avrai capito il perché, e... abbiamo saputo che tu saresti venuto al suo posto... (lo guarda con aria tipo "hai capito?")

GIACOMO: Av... avete sospett... pensavate che io fossi il sostituto di Maletti, d'accordo con Foschini???

ULRIKE: (imbarazzata e ridacchiando quasi divertita) Già... ecco la seconda cosa che dovevi sapere. Ma ormai siamo sicuri che tu in questa storia non c'entri. 

GIACOMO: (arrabbiandosi) Pazzesco... uno si fa un culo così a lavorare, vince un viaggio premio... ma adesso che ci penso avrei potuto vincerlo anche gli anni passati, ma... ma era Maletti che partiva per... che stronzi!!!

La radio attira l'attenzione di lei.

ULRIKE: Sì, gattina... Certo vengo subito, chiudo. Senti io devo andare perché Delg... Maletti ha chiesto una macchina... scusa per tutto il disturbo... il casino forse è meglio dire... ah, non preoccuparti, la roba lì la verranno a prendere al più presto. Se abbiamo ragione, Maletti farà il lavoro ora!

GIACOMO: (lui la ferma) Solo un secondo... scusa la mia curiosità e scusa se ti sembra una domanda infantile, ma tu hai fatto la commedia quando mi raccontavi le tue cose private o era tutto vero?

ULRIKE: Figurati, capisco benissimo come ti devi sentire... sai all'inizio stavo un po' sulle mie, ma poi, come ti ho detto, ho capito che tu con questa storia non c'entravi niente... sei... sei...

GIACOMO: Innocente?

ULRIKE: Sì certo, ma quello che volevo dire è... che non tu potresti mai.. è una questione di istinto... lo sento, insomma... perché sei... beh, hai capito, no? Addio. (esce di corsa dalla stanza)

GIACOMO: (verso di lei) Sono cosa, eh? Stupido? Ragioniere? Cosa...? (tra sé a voce alta) Sono... sono cosa, poi? Incapace? Fesso? (prende la valigia che ha sull'armadio e la apre. Tira fuori una mazzetta di banconote) Furbo?

Buio. Sipario.