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Vincent è morto.
di Fortunato Cerlino
Chi è l’uomo tra voi, che, avendo
cento pecore, se ne perde una, non lasci
le novantanove nel deserto, e non vada dietro
alla perduta finché l’abbia ritrovata ?
...ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché
questo tuo fratello era morto, ed è tornato a vita ;
era perduto, ed è stato ritrovato.
(Luca)
Personaggi :
Vincent Cuevas
Lisa Cuevas
Maria
Robert
Sam
Mike Collins
Arnold
Fortunato Cerlino
Lungotevere Dante, 286
00146 Roma tel. 06 - 59601389 0338 - 8428873
Dichiarazione S.I.A.E. Febbraio 2000
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Vincent è morto.
PRIMA. L’atto.
Un tavolo di legno illuminato da una lampadina. Man mano che questa si illumina scopriamo seduto da una parte del tavolo Vincent, quindi in piedi dall’altra parte Lisa. Sul fondo si intravede la sagoma di Arnold, la guardia carceraria. Il resto della scena è al buio. La conversazione, evidentemente già iniziata tra i due, è in un momento di stallo. Il silenzio durerà tanto da sembrare innaturale.
LISA ...comunque hai preso la decisione giusta. Credevo cambiassi idea. Meriti questa morte, è l’unica cosa che potrà redimerti credimi, se mi fosse concesso sarei io stessa a dartela.
VINCENT Allora mi ami ancora Lisa !
LISA E’ l’unica cosa che riesce a sollevarmi. Hai preso la decisione giusta. Meriteresti stima per questo. Risatina isterica, poi torna tesa. E’ l’unica cosa che potrà redimerti.
VINCENT Mi ami ancora Lisa ?
LISA Avresti soltanto ritardato la tua esecuzione.
VINCENT Mi ami ancora Lisa ?
LISA Ho temuto che Robert ti avrebbe convinto. A che scopo difenderti ? lo capisci vero ? Tu sei colpevole, devi morire. Devi morire, devi essere ucciso, sei colpevole.
VINCENT Mi ami ancora Lisa ?
LISA Sai di esserlo. E’ stato un bene che la tua farsa non abbia avuto un seguito. Sarebbe stato un errore farti credere innocente. Avresti ucciso tre volte. Tu sei colpevole, sai di esserlo. Devi morire per redimerti. Odieranno un po’ di meno Vincent, capiranno che è stato lui a convincerti. Lui era giusto, non avrebbe nemmeno cominciato la farsa dell’innocenza. Tu sei colpevole.
VINCENT Mi ami ancora Lisa ?
LISA Gli lancia una palla di carta fatta con una pagina di giornale che Vincent non apre. Lo hai letto ? Non aveva un nome, non sono mai riusciti a scoprire chi l’ha messa al mondo. Sanno solo che è di origine slava, e che poteva avere undici anni. Non aveva un nome. Merce, per quelli come te. Respiro. Sei stato fortunato, se la piccola avesse avuto qualcuno a piangerla sarebbe stato un disastro. La gente si commuove nel godersi i parenti delle vittime vendicati. Sei stato fortunato, hai scelto bene la merce, era una senza nome, nessuna storia nessuna vita. Merce viva, servizio a casa. Nessuna storia nessuna vita, in fondo non era nemmeno una persona, sei stato fortunato.
VINCENT Mi ami ancora Lisa ?
LISA Mi piacerebbe vederti bruciare, il fuoco soltanto potrebbe redimerti. Il fuoco che brucia i senza nome in caso di incidente. Merce per il tuo mercatino. Non hai commesso un vero crimine, colpa dei vicini disturbati dallo schiamazzo o non sareste mai stati scoperti. I vostri mercanti avrebbero bruciato il senza nome scusandosi per la merce scadente. E’ previsto qualche incidente. Pausa. Quante volte era già successo, quante ne avete fatte sparire prima di lei ?
VINCENT Mi ami ancora Lisa ?
LISA Quanta cenere avete raccolto, quanta dimmelo, dimmelo. Solo adesso urla. Parla per Dio !
VINCENT Dopo un lungo silenzio, in cui Lisa potrebbe piangere. Un pianto soffocato. Era la prima volta per me.
LISA Calma, come ad un bambino. Ti ho chiesto quante volte era già successo.
seconda pagina di sessanta (prima di testo)
VINCENT La prima volta.
LISA Rivolgendosi al vuoto. Vincent, glielo dici tu di non mentire.
VINCENT La prima.
LISA Quante ?
VINCENT Non l’ho uccisa io.
LISA C. s. Vincent, lo senti ? è un bugiardo.
VINCENT Parla con me Lisa, ti scongiuro !
LISA Ti ho chiesto quante volte era già successo !
VINCENT Parla con me Lisa !
LISA E’ un bugiardo, lo vedi Vincent, ho cercato di fermarti ma tu lo hai voluto frequentare per forza. E’ un mostro, non te ne sei accorto ?
VINCENT Parla con me Lisa.
LISA Ho capito, ti faccio convincere da Vincent.
VINCENT Sono io Vincent.
LISA Vincent è morto Vincent è morto. Vincent è morto.
VINCENT Non l’ho uccisa io.
LISA Lo hai ucciso tu.
VINCENT Non l’ho uccisa io.
LISA Tutti e due. Li hai uccisi tu.
VINCENT Parla con me Lisa, ti scongiuro.
LISA Assassino.
VINCENT Parla con me Lisa.
LISA Vuoi sapere quale era il mio regalo per il tuo compleanno quel giorno ?
VINCENT Non l’ho uccisa io.
LISA Ho girato la città una settimana per trovarlo, lo vuoi sapere ?
VINCENT Dopo una pausa. Cosa ?
LISA Diventa dolce, e gli parla come avrebbe voluto fare quella sera. Un bigliettino, volevo che fosse bello, era un messaggio importante.
VINCENT Cosa ?
LISA Mi vergogno a dirtelo.
VINCENT Cosa, dimmelo ti prego.
LISA Si siede di fronte a lui e gli stringe le mani. Non so come la prenderai.
VINCENT Cosa ?
LISA E’ un momento così importante per noi.
VINCENT Parla.
LISA Vedi, lo abbiamo tanto sperato. Ho pensato a mille modi per dirtelo, poi quella del bigliettino mi è sembrata la cosa migliore.
VINCENT No.
LISA Spero che ti possa aiutare. Non riesco a farlo da sola, adesso avrò una mano. Ride con le lacrime. Accarezza il volto di Vincent come quello di un bambino, accenna il motivo della loro canzone, quella che abbiamo sempre udito. Sei stato tanto solo negli ultimi tempi, perdonami.
VINCENTT Smettila ti prego.
LISA Perdonami, non sapevo come aiutarci.
VINCENT Non così.
LISA Le tue crisi mi allontanavano. Ero in difficoltà Vincent, tu mi hai fatto del male, ma adesso è passato, c’è una cosa che voglio dirti.
VINCENT Ti ho lasciata sola.
LISA E’ il tuo compleanno. Hai fatto tardi anche stasera, ma come vedi ti ho aspettato in piedi, non potevo non dirtelo oggi, anche se è tardi.
VINCENT Non così.
LISA Sei stato a casa di Samuel ?
VINCENT Lisa.
LISA Sei stato a casa di Samuel ?
VINCENT Lisa ?
LISA Sei stato a casa di Samuel ?
VINCENT La accarezza con disperazione. Smettila, ti prego smettila.
LISA Sei stato a casa di Samuel ?
VINCENT Si, si, sono stato li.
LISA Non devi frequentarlo, non mi piace. Ha abusato di me dicendo che tu glielo avevi consigliato. Ora però non arrabbiarti, è tutto passato, c’è una cosa che devi sapere.
VINCENT No, non lo frequenterò più, è stata l’ultima volta.
LISA Allora, cosa aspetti ?
VINCENT Perdonami Lisa.
LISA Cosa aspetti a leggere il bigliettino.
VINCENT Quale bigliettino.
LISA Quello che hai davanti. Gli indica la palla di giornale.
VINCENT La raccoglie, trema. Questo ?
LISA Quello.
VINCENT Aprendola. Perdonami Lisa, perdonami.
LISA Non mi dici niente ?
VINCENT Non c’è scritto niente.
LISA Niente che ti riguardi ?
VINCENT No.
LISA Leggi bene.
VINCENT No.
LISA Leggi bene.
VINCENT No. Allontana da se il pezzo di carta.
LISA Sono stata brava ?
VINCENT Si.
LISA Alzandosi, pausa, si riprende. Avrei dovuto dirtelo quella sera. Si chiama Maria, come tua madre. Le ho voluto dare un nome... importante. Adesso ha quindici anni, poco più della senza nome. Non sa nulla di te.
VINCENT Sei venuta per questo ?
LISA Si.
Pausa, poi scambio serrato.
VINCENT Per quindici anni hai taciuto, mi hai completamente dimenticato qui dentro ed ora soltanto, una settimana prima che mi uccidano vieni a dirmelo ?
LISA L’ho fatto perché non ci ripensassi.
VINCENT Cosa vuoi dire.
LISA Volevo essere certa che ti farai uccidere.
VINCENT Non capisco.
LISA Maria non saprà mai nulla di te, le nasconderò per sempre chi era sua padre. Vivrà pensando ad un uomo diverso da te.
VINCENT In cambio.
LISA Lo hai capito.
VINCENT Dillo tu, voglio sentirtelo dire.
LISA Non proverai a ritardare la tua fine, non farai nulla per salvarti. Renderai giustizia a quella senza nome.
VINCENT Anche se sono innocente ?
LISA Non sei innocente.
VINCENT Non l’ho uccisa io.
LISA Anche se fosse, che importanza ha. Pausa. E’ stato un caso se Samuel ti ha preceduto. Eravate ubriachi, forse era già morta dopo che tu ti eri divertito, la mazza da baseball ha fatto il resto. Devi seppellirti, è questa la cosa giusta. Hai ucciso quella bambina quando l’hai violentata, l’hai uccisa perché non hai fermato Samuel, ti masturbavi e scattavi foto. Ed hai ucciso Vincent, se non vuoi uccidere una terza volta, accetta di morire.
VINCENT Saresti tu l’altra vittima ?
LISA Dopo Maria. Sarei la quarta.
VINCENT Non mi convinci.
LISA Cosa non ti convince.
VINCENT Sei venuta a comprare la mia morte ?
LISA La vita di Maria vale più della tua. Lei deve crescere libera da te.
VINCENT Potrebbe venire a saperlo in qualunque modo, e cercarmi.
LISA Capirà perché sarai morto, non di trovarti ancora vivo.
VINCENT Potrei dirle che sono innocente, potrebbe credermi.
LISA Cosa farai per convincerla ? Le racconterai di quella sera ? Saresti ancora innocente ?
VINCENT Cosa c’entra la bambina, non puoi chiedermi una cosa del genere.
LISA Già, cosa c’entra la bambina con te.
VINCENT E’ mia figlia.
LISA Hai perso il diritto ad avere dei figli.
VINCENT Non è un ricatto che regge.
LISA Davvero ?
VINCENT Hai fatto male i tuoi calcoli. Adesso ho un motivo per salvarmi.
LISA Non farlo.
VINCENT Minaccioso. Hai paura della mia innocenza, hai paura di me ?
LISA Gli sputa sul volto. Avrai soltanto odio da raccogliere.
VINCENT Passandosi la mano sul volto. Lo vivrò, e poi andrò avanti. Ride. Ho una figlia, che notizia stupenda mi hai dato, che notizia !
LISA Dimenticala, ti prego, non deve sapere nulla di te.
VINCENT Mi preghi adesso ?
LISA Ti prego !
VINCENT Non me lo puoi chiedere.
LISA Sei un bastardo Vincent.
VINCENT Ho una figlia.
LISA Sei un bastardo.
VINCENT Avevi il tuo piano, fallisce qui. Adesso ho un motivo.
LISA Se anche ti salvassi, avrai soltanto rimandato l’esecuzione. Hai solo odio da raccogliere.
VINCENT Saprò parlarle.
LISA Davvero ?
VINCENT Saprà ascoltarmi.
LISA Va bene, prova a salvarti, ma lasciaci in pace.
VINCENT Non chiedermelo.
Pausa.
LISA Si siede, piange. No Vincent, ti prego, ti scongiuro. E’ l’unica cosa che riesce a dare un senso alla mia vita, non portarmi via anche quello. Mi hai svuotata abbastanza, ora basta così, ti scongiuro.
VINCENT E’ per te che lo chiedi !
LISA E’ per me che lo chiedo.
VINCENT Non per lei, è per te !
LISA Per me, per me. Lasciami stare adesso Vincent. Sono serena. Lasciami mia figlia.
VINCENT Perché sei venuta a dirmelo, adesso ?
LISA Perché è tua figlia.
VINCENT Ho una figlia.
LISA E’ tua figlia.
VINCENT Ho una figlia. Non puoi ricattarmi su questo.
LISA Ma non capisci, non capisci ?
VINCENT Il tuo ricatto ?
LISA Nessun ricatto. Era solo per potertelo dire.
VINCENT Che dici ?
LISA Stai per morire Vincent, non ti salverai.
VINCENT Mi difenderò.
LISA E’ tardi. Perché non lo hai fatto prima ?
VINCENT Ora non ti capisco più.
LISA Hai una figlia Vincent, dovevi saperlo.
VINCENT Lisa...
LISA Hai una figlia.
VINCENT Tu non vuoi che io muoia ? !
LISA Pensavo che dovessi saperlo.
VINCENT Mi ami ancora Lisa ?
LISA No. Pausa. No.
VINCENT Perché non mi odi più ?
LISA Ti odio, ti odio, stai tranquillo.
VINCENT Le parlerai di me ?
LISA No, mai.
VINCENT Voglio conoscerla, portala qui.
LISA No. Penserà ad un uomo diverso da te.
VINCENT Non puoi farlo.
LISA Posso. Cerca il silenzio adesso Vincent, il silenzio.
Lunga pausa. Lisa va al buio, lasciando Vincent nel silenzio.
VINCENT Lo farò.
SECONDA. Fin laggiù, a Lifetown.
Una abitazione modesta ma non eccessivamente povera. Un divano in legno e due poltrone di genere rustico, un tavolino al centro e un grosso tappeto. Dietro la stanza è leggermente sopraelevata da un gradino, cosicché l’ambiente risulta diviso su due livelli separati da un passamano in legno. Sul fondo una enorme porta finestra scorrevole, tende di bambù o comunque di una stoffa di gusto decisamente maschile. Un enorme scaffale pieno di libri, una scrivania con un computer, un tavolo tondo. La gigantografia di un quadro di Picasso (Figure in riva al mare) campeggia sulla porta a destra che da in camera da letto, sullo stesso lato ma sul secondo livello, una porta con un disegno dal tratto infantile che ritrae un cavallo bianco, quello è il bagno. Sulla parete opposta una sola porta stile saloon dà in cucina, accanto una finestrella che mette in comunicazione i due ambienti. Un impianto stereo manda la melodia della pièce (country americano). L’ambiente è in disordine ; scarpe un po’ dappertutto, camicie alla rinfusa, calzini, piatti e bicchieri. In un angolo una chitarra. Fuori si intuisce un giardino ben curato ricco di piante e fiori. Questa è la casa dove adesso vive Vincent. E’ lui l’uomo di spalle che osserva come per la prima volta una sua foto. Squilla il telefono.
VINCENT Precipitandosi al telefono. Robert ! Dall’altra parte riagganciano. Vincet posa lentamente il ricevitore, poi si dirige a spegnere la musica, riprende la foto, corre in bagno lasciandola cadere. Lo si sente vomitare. Breve silenzio.
ROBERT Appare dalla porta finestra. Un uomo ben vestito, dal viso bonario. Vincent ! Entra nell’ambiente e si guarda intorno per cercare l’amico. Vincent ! Decide di mettersi a sedere per aspettarlo ma non può fare a meno di raccogliere la foto, sorride. Vincent rientra nell’ambiente, Robert avverte la sua presenza ma non si gira per guardarlo, rimane a fissare la foto. La maglia che indossi è mia, era un’abitudine.
VINCENT Cosa ?
ROBERT Indossavi i miei abiti. Me ne ero dimenticato. Dove la nascondevi questa foto ? Non l’ho mai vista prima.
VINCENT La scattò Lisa.
ROBERT Già.
VINCENT Era di fronte a noi. Guardavamo lei.
ROBERT Certo, questo è ovvio Sorride.
VINCENT Non ricordo il suo volto, cercavo di farlo.
ROBERT Perché ?
VINCENT Devo parlarti.
ROBERT Colpito dal tono cupo di V. si gira a guardarlo posando la foto sul tavolino. Ti è passato un treno addosso ?
VINCENT Hai ricevuto il mio messaggio ?
ROBERT Si, è per quello che sono qui.
VINCENT Lo hai cancellato come ti ho chiesto ?
ROBERT L’ho fatto, ma a parte la confusione non ho capito molto. Eri ubriaco ?
VINCENT Tua moglie lo ha ascoltato ?
ROBERT No, l’ho cancellato come mi hai chiesto.
VINCENT Le avevo promesso di non bere più.
ROBERT L’ho cancellato.
VINCENT Non lo ha ascoltato ?
ROBERT No.
VINCENT Non mi va che sappia che ho bevuto.
ROBERT L’ho preso io il messaggio.
VINCENT Bene, bene. Si avvicina a Robert restando in silenzio.
ROBERT Ho perso di nuovo ai cavalli, non ci azzecco mai. Ho provato a fregare la sfiga, ho rivoltato i miei pronostici come calzini. Non sono riuscito a fregare la sfiga.
VINCENT Sapevo che un giorno sarebbe accaduto.
ROBERT Ero certo di farcela, avevo persino compilato le schedine. Solo di fronte al commesso le ho riscritte. La sfortuna è molto diligente, non si distrae nemmeno un secondo.
VINCENT Lisa sta arrivando qui.
ROBERT Lisa ?
VINCENT Lisa.
ROBERT Pausa. Quando lo hai saputo ?
VINCENT Ieri sera, sono rientrato e c’era un messaggio, diceva di richiamarla.
ROBERT Come ?
VINCENT Cosa ?
ROBERT Come diceva il messaggio ?
VINCENT Semplicemente ‘Ciao Vincent, sono Lisa, richiamami’ e il nuovo numero.
ROBERT Mio Dio ! Pausa. Hai della birra in frigo ?
VINCENT Quella che rimane.
ROBERT Eravamo giovani in quella foto. Fa per andare in cucina.
VINCENT E’ rotto il frigo.
ROBERT Non fa più freddo ?
VINCENT E’ ghiacciato. Non so cosa cavolo gli è preso a quel coso, congela anche sopra.
ROBERT Andando in cucina. Devi farlo aggiustare. Chiama il giovane Mike, ha bisogno di lavorare ed è veramente un mago con questi aggeggi elettrici.
VINCENT Il figlio dei Collins ?
ROBERT Lui.
VINCENT E tornato dalla City?
ROBERT Una settimana fa.
VINCENT Ha perso il lavoro ?
ROBERT Torna con un bicchiere colmo di birra con tanta schiuma. Lo ha rifiutato.
VINCENT Cosa vuol dire lo ha rifiutato ?
ROBERT Vuol dire che lo ha rifiutato. Venerdì della settimana scorsa, ha finito la sua giornata ha messo in ordine il suo ufficio, e si è diretto ad uno dei tanti ascensori del palazzo di giustizia per andare a consegnare alcune relazioni compilate per il capo, un grosso giudice di quelle parti. La gabbia di alluminio sale ai piani superiori e lui riflette sul perché c’è la tendenza a costruire gli edifici di stato con mura di vetro. C’era una mosca nell’ascensore. La campanella del settantaseiesimo piano lo ha colto di soprassalto, così è uscito, senza la mosca, e si è diretto nell’ufficio del grande boss, ma...
VINCENT Ma ?
ROBERT Era andato via da un pezzo, e quindi non ha potuto dirglielo di persona.
VINCENT Cosa ?
ROBERT Fortunatamente c’era la segretaria, anche loro fanno tardi poveracce, così ha consegnato le relazioni per cui lo pagavano, le sue dimissioni, e lo ha detto a lei.
VINCENT Cosa ?
ROBERT Che c’era una mosca nell’ascensore !
VINCENT Per questo ha lasciato il lavoro ?
ROBERT Già !
VINCENT Per la mosca ?
ROBERT Certo, per cos’altro !
VINCENT Non lo avrei mai detto, sembrava così convinto.
ROBERT Un cavallo di razza, incazzato abbastanza per farcela, e invece si ritira dalla corsa. Vedi, noi non siamo fatti per scommettere, non azzecchiamo mai il vincente.
VINCENT Ognuno ha il suo traguardo.
ROBERT Poetico ?
VINCENT Cosa ?
ROBERT Ognuno ha il suo traguardo, è un pensiero poetico ?
VINCENT Cosa vuoi ?
ROBERT Ti sto chiedendo se quello che hai detto è poetico . Ognuno ha il suo traguardo .
VINCENT Cosa ti prende ?
ROBERT Niente, non mi prende niente, ti ho soltanto fatto una domanda.
VINCENT Vaffanculo Robert, questa è la risposta. Perché cambi discorso ?
ROBERT Sembravi teso.
VINCENT Sono teso.
Pausa.
ROBERT Ha cambiato numero ?
VINCENT Ha cambiato casa.
ROBERT A si ?
VINCENT Non lo sapevo, me lo ha detto lei.
ROBERT Come non lo sapevi ?
VINCENT Non lo sapevo.
ROBERT Vuoi dire che in tutti questi anni...
VINCENT Mai, perché ?...perché avrei dovuto ?
ROBERT Anche per motivi legali, voglio dire...
VINCENT Mi avete pagato dei buoni avvocati. Soltanto tramite loro abbiamo avuto contatti. Era una mia richiesta.
ROBERT Capisco.
VINCENT E anche la sua.
ROBERT Certo.
Pausa.
VINCENT Lo chiamerò, Mike, per il frigorifero.
ROBERT Chiamalo. E’ un mago, te l’ho detto ?
VINCENT Si me lo hai detto.
ROBERT Il nonno gli ha insegnato tutto.
VINCENT E quando ?
ROBERT Prima che morisse !
VINCENT Voglio dire, ha studiato tanto, ha studiato sempre, quando ha trovato il tempo per...
ROBERT Si, ha studiato.
VINCENT Tutti lo sanno, non guardava in faccia nessuno.
ROBERT Però è arrivato dove voleva arrivare perdio ! E’ diventato un buon avvocato.
VINCENT Non hai detto che ha rifiutato il lavoro.
ROBERT L’ho detto, ma cosa importa, prima ci è arrivato. Ognuno ha il suo traguardo.
VINCENT Vaffanculo Robert.
ROBERT Anche se con questo caldo un birra gelata è quello che ci vuole, glielo dico che lo stai cercando.
VINCENT Dopo tutti questi anni !
ROBERT Venti almeno .
VINCENT Venticinque.
ROBERT Una vita.
VINCENT Già, una vita.
ROBERT Dopo venticinque anni ti richiama Lisa e come se vi foste sentiti la sera prima ti dice di richiamarla. Poteva chiederti se ti andava di scopare, sarebbe stato meno d’effetto. Valle a capire le donne. Lo hai fatto ?
VINCENT Non ho esitato un istante. Era come se aspettassi quella telefonata da sempre.
ROBERT Da sempre ?
VINCENT Come se non avessi fatto altro che aspettare quei numeri per venticinque anni, uno dietro l’altro, avevano qualcosa di familiare, avrei potuto indovinarli prima che li pronunciasse.
ROBERT Devi essere impazzito per fare una cosa del genere.
VINCENT E’ quello che credo anch’io.
ROBERT E’ così, sei impazzito.
VINCENT Non l’ho mai chiamata, ne cercata.
ROBERT Per venticinque anni.
VINCENT Venticinque anni.
ROBERT Devi essere impazzito per fare una cosa del genere.
VINCENT E’ quello che credo.
ROBERT E’ così.
VINCENT Mai avuto l’istinto, certo la curiosità, d’altra parte avevo diritto a sapere.
ROBERT Cosa ?
VINCENT Correggendosi. Nulla.
ROBERT Sapere cosa ?
VINCENT Lascia stare, l’ho chiamata e basta.
ROBERT Devi essere impazzito per averla chiamata.
VINCENT No, per nulla.
ROBERT Che dici ?
VINCENT Cosa avresti fatto, c’era la sua voce in segreteria, la sua voce.
ROBERT Avrei avuto più pietà per il boia se fossi finito su quella sedia. No, io non la odio, però...
VINCENT Cosa ?
ROBERT Non lo so.
VINCENT Non lo sai !
ROBERT Cosa ?
VINCENT Il perché l’ho chiamata.
ROBERT Perché sei impazzito.
VINCENT Speravo accadesse, come si fa per tanti anni a rimanere in silenzio.
ROBERT Perché non l’hai chiamata tu allora ?
VINCENT No, no.
Pausa.
VINCENT La sua voce non è cambiata per niente, la stessa, con qualche ruga in più. Non mi è parsa felice.
ROBERT Non quanto te ?
VINCENT Non ti ho chiesto il tipo di aiuto che mi stai dando.
ROBERT Vado via, mi dirai a cose fatte, tanto hai già deciso tutto.
VINCENT Avrei dovuto ignorarla ? E come ?
ROBERT Pausa. Cosa ti ha detto ?
VINCENT Niente.
ROBERT Cosa ?
VINCENT Che deve vedermi.
ROBERT Che vuole vederti.
VINCENT Deve, deve... viene a portarmi qualcosa che ho lasciato dietro di me.
ROBERT Ti ha detto così?
VINCENT No.
ROBERT E allora cosa intendi dire?
VINCENT Che ha cambiato casa e che viene a riportarmi il passato.
ROBERT Non riesco a crederci.
VINCENT Ho attaccato io. Ha fatto in tempo a dirmi che mi odia ancora.
ROBERT Ti ha colpito ?
VINCENT Può darsi.
ROBERT Ha fatto di peggio.
VINCENT Dopo venticinque anni.
ROBERT Ha usato quelle parole, che ti odia ancora ?
VINCENT Sono le sue.
ROBERT E’ agghiacciante.
VINCENT Può anche darsi.
ROBERT Un pensiero poetico, questo è poetico. Un silenzio di venticinque anni e tutto quello che riesce a dire è che deve rivederti e che ancora ti odia, è poetico. E tu ?
VINCENT Ho ascoltato.
ROBERT Hai ascoltato ?
VINCENT Certo.
ROBERT E perché ?
VINCENT Aveva da dirmi delle cose.
ROBERT Vaffanculo, questo avresti dovuto rispondere !
VINCENT Lisa viene qui oggi !
ROBERT Vaffanculo, vaffanculo ! Dopo venticinque anni.
VINCENT Volevo dirle che mi è mancata, ma sono riuscito a stare zitto.
ROBERT Io ti picchierei guarda !
VINCENT Lo capisco.
ROBERT Davvero lo farei, lo farei.
VINCENT Per questo ho bevuto ieri notte.
ROBERT Grosso sospiro. E’ triste Lisa, ed è anche gentile. Così dopo venticinque anni ti accorgi che hai lasciato qualcosa nel tuo passato, schifoso, e speri che te lo riporti, e magari questo qualcosa è lei, un po’ invecchiata ma sempre Lisa, bella era, la più bella te lo ricordi Vincent. La più bella !
VINCENT Robert, ti prego, non è il genere di aiuto di cui ho bisogno adesso.
ROBERT La più bella, e sarebbe stata tra quelli che ti avrebbero visto bruciare senza pietà.
VINCENT Ti prego, sai che non mi aiuta.
ROBERT Non verrà da sola, questo lo capisci ?... Porca miseria !
VINCENT Lo so.
ROBERT E se lo sai come hai potuto permettere che accadesse ?
VINCENT Perché io voglio vederla.
ROBERT Tu cosa ?
VINCENT Voglio vederla.
ROBERT Cristo santo, sei impazzito, sei proprio impazzito.
VINCENT Ascolta Robert, non è come credi, ho soltanto bisogno di vederla, tutto li, nient’altro che questo.
ROBERT Perché ?
VINCENT Non adesso Robert, c’è qualcosa che ti sfugge lo so, ma deve essere così per ora. Devo vederla, è importante. Ho aspettato che accadesse.
ROBERT Non lo capisco. Non lo capisco.
VINCENT Non adesso.
ROBERT E come pensi di affrontarla ?
VINCENT Non lo so.
ROBERT Non lo sai !
VINCENT Non lo so.
ROBERT A che ora arriva ?
VINCENT Prende un aereo questa mattina, poi noleggerà un auto, nel pomeriggio sarà qui.
ROBERT Vuoi che sia presente, per questo mi hai chiamato ?
VINCENT No. Volevo solo che lo sapessi.
ROBERT Quanto tempo resta ?
VINCENT Domattina riparte, ha preso un permesso di due giorni.
ROBERT Dormirà da te ?
VINCENT Ha preso un albergo appena fuori dalla statale, quello di Austin.
ROBERT Come lo sai ?
VINCENT Mi ha chiesto se lo conoscevo, se era decente.
ROBERT Ti ha chiesto dell’albergo ?
VINCENT Si, me ne ero dimenticato, mi ha chiesto se era decente.
ROBERT Cosa le hai detto ?
VINCENT Che non lo conosco.
ROBERT Conosci Austin !
VINCENT Si, conosco Austin, ma non conosco il suo albergo, non l’ho mai visitato.
ROBERT Dormirai con lei ?
VINCENT Cosa ?
ROBERT Dormirai con lei ?
VINCENT No.
ROBERT Non dormirai con lei ?
VINCENT No, non credo.
ROBERT Dormirai con lei ?
VINCENT Cosa ?
ROBERT Dormirai con lei ?
VINCENT Perché continui a chiedermelo ?
ROBERT Rispondimi.
VINCENT Devo vederla, è importante.
ROBERT Non dovresti farlo.
VINCENT Dormire con lei ?
ROBERT No, vederla, volevo dire vederla.
VINCENT Voglio vederla.
ROBERT A Sarah lo hai detto ?
VINCENT Si, lo sa. E’ una cara ragazza, mi ha detto che eviterà di venire fino a domani.
ROBERT Bene, meno una scena madre, l’ex moglie con l’attuale compagna.
VINCENT Sarah è in gamba, la sposerò credo.
ROBERT E’ giovane
VINCENT Lei me lo ha chiesto.
ROBERT Allora sparirò anch’io fino a domani così vivrai il tuo psicodramma in santa pace.
VINCENT Fai come credi, a te non lo chiedo.
ROBERT Non riuscirei a guardarla in faccia dopo tutto. I giorni di agonia in quell’aula di tribunale. Ricordo i suoi sguardi di disprezzo, i suoi dubbi, la sua assenza.
VINCENT Come puoi credere che io lo abbia dimenticato ? C’è qualcosa che devo riprendermi, abbi fiducia in me. Io non potevo tornare indietro, soltanto lei poteva riportarmela, ed ora lo sta facendo spero.
ROBERT Cambia bruscamente umore. Il ghiaccio, è quello che ci vuole in certi momenti, e il tuo frigo ne produce in quantità industriali, meglio approfittarne. La birra è come le donne, appena la apri è frizzante, spumeggiante , soda, poi con il tempo la schiuma si sgonfia. Va in cucina a prendere del ghiaccio.
VINCENT Se tua moglie sa che la paragoni ad una birra !
ROBERT Discorsi da uomini, nulla per cui allarmarsi.
VINCENT Grazie Robert.
TERZA. Quando nessuno ascolta, se qualcuno ascoltasse
Buio. La cella di Vincent e Sam. L’ambiente è scarsamente illuminato, cosicché non si distingue nulla tranne l’ombra delle sbarre su tutta la scena e le sagome di due letti. Accanto ad uno di questi c’è un uomo in ginocchio. Si sentono i passi che separano la vita dalla morte, la voce di quell’uomo disperata, veloce, insegue pensieri confusi, gli ultimi, prima che sia troppo tardi. La musica è assente, soltanto un fascio di luce, talvolta accecante poi fioca, squarcia il nero.
VOCE (Voce soffiata concitata, è quella di Sam) Padre, padre nostro no padre mio, mio e di nessun altro almeno in questo momento Padre mio che sei nei cieli nei cieli nei cieli nei cieli sia santificato il tuo nome e venga il tuo regno il tuo nome sia santificato e venga il tuo regno che è nel tuo nome e che è nei cieli nei cieli nei cieli nei cieli. Dimmi come sono questi cieli fammeli vedere confidalo a me con me ti puoi confessare sono già un uomo morto un uomo morto un uomo morto che cammina e che prega e che è già nei cieli nei cieli, nei cieli. Padre mio che cammini nei cieli nel tuo regno che eri un uomo morto in terra un uomo morto condannato come me a tornare nel tuo regno che è nei cieli nei cieli nei cieli... (Urlo improvviso soppresso) salvami adesso, perché anche tu hai gridato !... (Voce soffiata concitata) in terra un uomo morto che grida in terra che va nel suo regno che è nei cieli. Venga il tuo regno e sia fatta la tua volontà, venga il tuo regno e sia fatta la tua volontà, venga il tuo regno che è nei cieli e sia fatta la tua volontà che è nel tuo nome Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato...
Un rumore improvviso, un rumore metallico. Viene dalle sbarre. Un ombra copre tutta la scena, buio.
QUARTA. Cosa si può cambiare ?
La musica arriva da lontano, è la stessa melodia. La luce torna ad illuminare l’abitazione di Vincent, questa volta in ordine, o quasi. L’uomo è indaffarato con le sue cose, che più di ordinare sembra nascondere. Chiude la camera da letto e sparisce in cucina. Appare Mike con una tuta da lavoro e valigetta degli attrezzi, fa scivolare la grande porta finestra ed entra.
MIKE Signor Cuevas. Nessuna risposta. Signor Cuevas ! Di nuovo silenzio, il giovane sta per andare via quando riappare Vincent. Salve !
VINCENT Salve.
MIKE La stavo cercando, cioè, lei mi stava cercando...
VINCENT Mike, Mike Collins.
MIKE Si signore.
VINCENT Sei irriconoscibile così.
MIKE Così come signore ?
VINCENT Vestito così.
MIKE Vuole dire senza giacca e cravatta ?
VINCENT Già, volevo dire quello ma forse...
MIKE Me lo dicono tutti.
VINCENT Appunto...
MIKE Dicono anche che sono pazzo.
VINCENT Quello non lo direi così in fretta.
MIKE Potrebbe darsi.
VINVENT Breve silenzio. Non stare sulla porta, vieni dentro.
MIKE Grazie. Il giovane entra.
VINCENT Bevi qualcosa ? Una birra, una coca, cosa bevi ?
MIKE Un caffè.
VINCENT Un caffè.
MIKE Italiano si intende.
VINCENT Si intende. Come fai a saperlo ?
MIKE Cosa ?
VINCENT Che faccio il caffè italiano !
MIKE Non è difficile signor Cuevas, lei è famoso in paese, tutti vorrebbero assaggiare il suo caffè.
VINCENT Già. Va in cucina. Breve silenzio.
MIKE Sua madre è italiana vero ?
VINCENT Era, era.
MIKE Già, era. Sa io, ho difficoltà a parlare di chi è andato usando il passato. Mi distraggo, non sempre ci azzecco. In fondo il fatto che non lo vediamo più... però c’è quello che ha fatto, quello resta, c’è ! Voglio dire...
VINCENT Mia madre è morta, perciò uso il passato.
MIKE Si, è giusto. E’ così difficile per me distinguere, voglio dire... è un discorso sulla qualità dei gesti, delle cose fatte, è presente quello, voglio dire... Ah lasciamo perdere quello che voglio dire.
VINCENT Ritorna. Continua.
MIKE Non è importante.
VINCENT Per favore.
MIKE Sono soltanto chiacchiere.
VINCENT A volte le chiacchiere sono importanti.
MIKE Non le mie, lasci perdere. Io sono venuto per il frigorifero, il signor Robert mi ha detto che ha delle grane con quello.
VINCENT Già, è così.
MIKE Dov’è, in cucina ?
VINCENT Già.
MIKE Sarà meglio se mi do da fare.
VINCENT Ti ho visto spesso in paese. Quasi sempre di ritorno dalla City. Mi ero fatto un’idea completamente diversa di te.
MIKE Non deve essersene fatta una migliore adesso. Voglio dire, è il mio problema. Anzi uno dei tanti.
VINCENT Sei un avvocato ?
MIKE Un avvocato un giudice, fa lo stesso.
VINCENT Hai studiato per quello ?
MIKE Dio solo sa per cosa ho studiato.
VINCENT Cosa vuoi dire ?
MIKE Nemmeno mi sono presentato e dico idiozie sulla morte, e curioso quantomeno.
VINCENT Sul passato.
MIKE Sul passato, esatto.
VINCENT Non sulla morte.
MIKE E’ quello che volevo dire. Ieri ho fatto una cosa, oggi è ancora lì, anche se io non ci sono più. Una persona è quello che fa, quando muore resta quello che ha saputo fare.
VINCENT Mia madre era napoletana, dovrai aspettare un po’ per il caffè
MIKE Perché ?
VINCENT Una volta la gente aveva il culto dell’attesa. Lo faccio con una caffettiera napoletana, e con quella il caffè si fa aspettare, reclama i suoi diritti.
MIKE Anch’io lo penso.
VINCENT Che il caffè ha i suoi diritti ?
MIKE Che nell’attesa c’è il senso delle cose. In fondo si aspetta tutti, non è così signor Cuevas ? Non è una cosa immobile l’attesa, la confusione lo è, voglio dire... mio Dio, lei mi stuzzica, io sono un gran chiacchierone per questo credevo di poter fare l’avvocato e invece sono solo un chiacchierone.
VINCENT A volte le chiacchiere sono importanti.
MIKE Ma è complicato difenderle.
VINCENT Già.
MIKE Ed è facile cambiarle a differenza dei fatti.
VINCENT Certo. Avevo un’idea diversa di te.
MIKE Solo perché vestivo diversamente ?
VINCENT Può darsi.
MIKE Avevo difficoltà con il nodo. Sorridono. Ora è meglio se mi do da fare.
VINCENT Abbiamo tempo, siediti.
MIKE Sono venuto per aggiustare il frigo.
VINCENT Puoi parlare mentre lavori se ti fai pagare a ore.
MIKE Aspetterò il caffè senza conteggiare il tempo, glielo prometto.
VINCENT D’accordo.
MIKE Ha una bella casa.
VINCENT E’ un regalo.
MIKE E poi è in ordine.
VINCENT Aspetto una persona.
MIKE Allora andrò via presto.
VINCENT C’è tempo prima che arrivi.
MIKE Mi piace parlare, ma non è facile. Si finisce sempre col dire quello che si vorrebbe nascondere. In un modo o nell’altro.
VINCENT E’ vero che possono fregarti le chiacchiere, ma si riesce a nasconderle.
MIKE Sarà così signor Cuevas.
VINCENT Non lo so, è così ?
MIKE Non lo so ?
VINCENT Cosa ne pensi ?
MIKE Io credo che possono essere un ingombro. Spesso non sono seguite dai fatti e allora diventano anche inutili.
VINCENT C’è chi impara ad usarle.
MIKE Anche.
VINCENT Si possono cambiare le cose con le chiacchiere, dovresti saperlo.
MIKE Già. Pausa di disagio. Così lei è italiano e cileno vero ?
VINCENT Le origini. I miei genitori si sono conosciuti in America, erano entrambi emigranti.
MIKE La grande America.
VINCENT La grande America. Pausa. Com’è che ti intendi di congegni elettrici ?
MIKE Mio nonno è... era un mago, pare sia morto. Faceva tutto, sapeva fare tutto. Aveva un grande officina, accanto al granaio. Da bambino tornavo da scuola, posavo i libri, e mi precipitavo lì. Mi ha insegnato più lui davanti alla carcassa di un televisore che le decine di libri che mi hanno fatto leggere.
VINCENT Ognuno ha il suo traguardo.
MIKE Mio nonno è davvero un mago, e non è soltanto un’espressione. Una volta l’ho visto far resuscitare una lavatrice. Quasi piangeva per l’emozione.
VINCENT Un romantico.
MIKE Di più, un mago. Forse è colpa sua se sono qui adesso.
VINCENT Intendi far resuscitare lui? Va in cucina.
MIKE No, no. Pausa. Leggo tutti i suoi articoli sul giornale di Lifetown, non ne perdo uno. Si faccia aumentare lo stipendio. Glielo hanno detto che era soltanto un periodico per inserzionisti e le lamentele dei contadini? Ora lo leggono tutti, anche alla City lo conoscono. Mi creda, si faccia aumentare lo stipendio. Si dirige verso il poster del cavallo bianco Bello questo cavallo, ha un cavallo signor Cuevas ?
VINCENT Da fuori Non è mio, non ho un cavallo.
MIKE E’ stupendo questo animale.
VINCENT Da fuori E’ il cavallo bianco.
MIKE Come ?
VINCENT Da fuori E’ il cavallo bianco.
MIKE C’è scritto Sam, è un artista famoso ?
VINCENT Da fuori No.
MIKE Ah. Però è bello, particolare.
VINCENT Da fuori Lo ha disegnato Sam.
MIKE Resta qualche istante in silenzio, poi distoglie la sua attenzione dal disegno. Si accorge della chitarra, ne pizzica le corde. Comunque dovrebbe farsi aumentare lo stipendio.
VINCENT Ritorna. Non guadagno male, la moglie di Robert è generosa.
MIKE E’ in gamba quella donna, altroché se lo è.
VINCENT Suoni la chitarra ?
MIKE Mi piacerebbe.
VINCENT Anche a me.
MIKE Non è sua quella ?
VINCENT Si, ma non la so suonare. L’ho comprata al mercato dell’usato, prima o poi imparerò, per questo la tengo a vista.
MIKE Capisco.
VINCENT Le origini cilene, fa parte anche quello della fama che ho in paese ?
MIKE Scusi ?
VINCENT Sai delle mie origini cilene !
MIKE Certo, lo so.
VINCENT Appunto, lo sai.
MIKE Come si sanno tante cose.
VINCENT Già.
MIKE Poi è un cognome cileno il suo giusto ?
VINCENT Giusto, è un cognome cileno il mio.
MIKE Sarà per quello.
VINCENT Cosa ?
MIKE Che l’ho intuito.
VINCENT In Cile è un cognome conosciuto certo.
MIKE E’ bello, mi piace, ha un bel cognome.
VINCENT Anche in Perù ci sono dei Cuevas, e forse in Messico anche, chi lo sa ?
MIKE Può darsi.
VINCENT Può darsi.
MIKE Però è un cognome cileno il suo giusto ?
VINCENT Può darsi.
Pausa
MIKE Dove vuole arrivare con le sue chiacchiere signor Cuevas ?
VINCENT Quando il mio caso si chiuse tu avrai avuto soltanto pochi anni, ma non regge se continui a far finta di non sapere chi sono.
MIKE Sono venuto per aggiustare il frigo.
VINCENT E’ da quando sei entrato in questa casa che tenti di essere disinvolto.
MIKE Disinvolto dice ?
VINCENT Disinvolto.
MIKE Forse fraintende.
VINCENT E’ da quando sei entrato in questa casa che tenti di essere disinvolto nei miei confronti.
Scambio serrato.
MIKE Non sono a disagio.
VINCENT Non sei a disagio, non lo sei ?
MIKE Non lo sono.
VINCENT Sei un ragazzo in gamba Mike, ma sei a disagio in questa casa.
MIKE E’ una questione di...
VINCENT Sei un ragazzo in gamba Mike, e sai cosa dico.
MIKE No, non lo so.
VINCENT Quando parlo di disagio Mike, sai cosa dico.
MIKE Disagio.
VINCENT Sai cosa dico ?
MIKE Bèh, in effetti, ha ragione, credo...
VINCENT Sei un avvocato, il mio caso non ha lasciato indifferenti spero...
MIKE No, certo.
VINCENT Lo voglio sperare.
MIKE Certo.
VINCENT Fece gran rumore all’epoca.
MIKE Fece un gran rumore.
VINCENT Ti imbarazza forse ?
MIKE Cosa ?
VINCENT Sapere chi sono ?
MIKE Per niente, voglio dire, non ne vedrei il motivo.
VINCENT Mi avresti difeso Mike ?
MIKE Cosa signore ?
VINCENT Chiamami Vincent...
MIKE No, io non...
VINCENT Chiamami Vincent...
MIKE Vincent ?
VINCENT Solo Vincent, signor Cuevas mi chiamavano al processo...
MIKE Io dovrei...
VINCENT Mi avresti difeso Mike ?
MIKE Il frigorifero, ero venuto per quello...
VINCENT Avresti creduto all’innocenza di Vincent Cuevas ?
MIKE Signor Cuevas...
VINCENT Vincent, chiamami Vincent e basta...
MIKE Certo signor Vincent...
VINCENT Vincent e basta...
MIKE Vincent...
VINCENT E basta...
MIKE E basta, certo...
VINCENT Avresti difeso Vincent Cuevas il carnefice ?
MIKE Ecco signor, Vincent, Vincent, io non credo di ricordare bene il suo caso
VINCENT Non continuare Mike, so che non ti hanno licenziato, sei preparato, sai tutto di Vincent il carnefice, il mostro...
MIKE Non vedo il motivo di questa discussione...
VINCENT Il maniaco...
MIKE Tantomeno la necessità...
VINCENT Avresti cercato le chiacchiere per convincerli della mia innocenza ?
MIKE Non lo so...
VINCENT Nemmeno io sapevo da dove cominciare.
MIKE Era un caso difficile.
VINCENT Tutto contro di me, anche la mia coscienza.
MIKE Vennero fuori delle foto mi pare.
VINCENT Anche mia moglie, ed aveva ragione.
MIKE Era innocente Vincent .
VINCENT Ero innocente ?
MIKE Certo, non sarebbe qui adesso.
VINCENT Le chiacchiere fanno miracoli se usate bene Mike.
MIKE No, c’erano le prove.
VINCENT Credi alla mia innocenza Mike ?
MIKE Certo.
VINCENT E allora perché sei a disagio ?
MIKE Non è per quello.
VINCENT Lo hai detto tu, restano i fatti, se fossi morto per te sarei un carnefice, Cuevas il mostro.
MIKE Lei è innocente.
VINCENT Lo ero ?
MIKE Ci sono le foto.
VINCENT Le hai viste ?
MIKE Conosco il suo caso.
VINCENT Non bastarono per convincerli.
MIKE Era un buon motivo per non ucciderla.
VINCENT Non si convinsero della mia innocenza, ma venni assolto ed ora sono qui di fronte a te e tu leggi i miei articoli.
MIKE Già.
VINCENT Non la uccisi io.
MIKE No.
VINCENT Trovarono le chiacchiere giuste per salvarmi la vita.
MIKE Sono contro la pena di morte signor Cuevas, Vincent.
Pausa.
VINCENT Ho fatto tanto per farmi una reputazione, per convincere me stesso della mia innocenza, mi fa incazzare che un giovane colto e istruito mi piombi in casa trattandomi come l’ultimo degli imbecilli. Mike non farlo, non con me. Quell’imbarazzo Mike, quell’imbarazzo è stata la mia tortura peggiore. Quegli sguardi Mike, tra la compassione e il disprezzo, era già scritta in quegli sguardi la mia condanna, la mia fine. Io sono ancora vivo, ma ce n’è è voluto per cambiare quegli sguardi Mike, ce n’è voluto.
MIKE Mi sono comportato come un imbecille...
VINCENT Il caffè, lo vuoi ancora ?
MIKE Si, certo grazie.
VINCENT Andando fuori. Ti intendi di cavalli ?
MIKE Cavalli ? No, non credo.
VINCENT Non ti intendi di cavalli ?
MIKE Non come un esperto, voglio dire chi del sud non ne sa qualcosa.
VINCENT Tuo nonno non ne aveva uno ?
MIKE Nessuno.
VINCENT Non te ne ha mai parlato ?
MIKE Ha un modo tutto suo di parlare. Un giorno mi portò a vederne uno, mi disse che era selvaggio ma non gli credetti.
VINCENT Perché ?
MIKE Non esistono i cavalli selvaggi, non più almeno. Hanno tutti un padrone. Se un cavallo è vivo serve a qualcuno.
VINCENT Tornando con il caffè. Esiste il mito del cavallo bianco in queste zone.
MIKE Dunque crede a quella storia ?
VINCENT Non è una storia, è la verità. Mike ride. Perché ridi ?
MIKE Mio nonno, pensava che avevamo visto il cavallo bianco.
VINCENT Proprio quello ?
MIKE Proprio quello. Il purosangue scappato dalla cattività che vaga nelle praterie, come nel suo disegno. Sorride.
VINCENT Lo ha fatto Sam. Anche lui disse di averlo visto. Pare sia una rarità, succede solo a pochi eletti. Mike ride. Perché ridi ?
MIKE Lasci perdere, io non credo a queste storie.
VINCENT Credi a quelle che raccontano le mosche prigioniere degli ascensori.
MIKE Glielo ha raccontato il signor Robert ?
VINCENT E’ un particolare che mi ha colpito, è del tuo racconto ?
MIKE Chiacchiere. Questo caffè e davvero speciale.
VINCENT Robert ti ammira molto.
MIKE Il signor Robert mi vuole bene.
VINCENT Era piovuto quel giorno ?
MIKE Quale giorno ?
VINCENT Con tuo nonno.
MIKE Un temporale come non se ne vedevano da anni.
VINCENT Un temporale ?
MIKE Violentissimo. Era al crepuscolo . Mi addormentai al suono della pioggia. Appena il vento cominciò a spazzare via le nuvole mio nonno corse nella mia stanza e mi portò con se. Non riuscii nemmeno a mettere le scarpe. Apparve dietro la collina superata la macchia. Un cavallo stupendo, enorme.
VINCENT Il cielo quasi giallo.
MIKE Cosa ?
VINCENT Il cielo, è quasi giallo quando appare.
MIKE Certo, lo era.
VINCENT Così si racconta. Il primo a cui apparve fu un bambino, si perse nella macchia durante un temporale.
MIKE Lo riportò a casa giusto ?
VINCENT Sicuro.
MIKE Mio nonno mi raccontò quella storia.
VINCENT Lo guidò fino agli uomini che erano usciti per cercarlo.
MIKE E’ una leggenda.
VINCENT Poi svanì nel cielo quasi giallo.
MIKE Ha l’aria di una cosa inventata.
VINCENT Perché ?
MIKE Ne ha il sapore.
VINCENT Che sapore ?
MIKE Della poesia.
VINCENT Lo è !
MIKE E’ una cosa inventata.
VINCENT Un respiro. Dovrai darti da fare con quel coso, anche quello viene dal mercato dell’usato.
MIKE Dice del frigorifero ?
VINCENT Già, di quella bestia li dentro.
MIKE Qual è il problema ?
VINCENT Che è stanco.
MIKE Lo rimetterò a nuovo.
VINCENT No, aggiustalo soltanto.
MIKE Intendevo quello.
VINCENT Ha deciso di fare solo ghiaccio.
Squilla il telefono, Vincent rimane bloccato.
MIKE I soliti seccatori !
VINCENT Ti andrebbe di rispondere ?
MIKE Come ?
VINCENT Vuoi rispondere al posto mio ?
MIKE Bèh, si, insomma come crede.
VINCENT Grazie.
MIKE Dico che non c’è ?
Il buio raccoglie la scena. Non c’è musica che trasporta, solo il suono dei passi che separano la vita dalla morte.
QUINTA. Chi va prima.
Sale lenta la luce. Una stanza grigia, luogo della memoria, quella memoria, priva di colori ma nitida, fredda come una lastra sottile di ghiaccio. Due letti vecchi, usati di giorno. Una piantina con un fiore è l’unico colore presente. L’ombra di una grata si distende in tutto l’ambiente. Loro sono li, sui letti. Due uomini, il ricordo di loro.
SAM Un uomo di colore...E’ una domanda che mi affligge, te lo giuro, non chiudo occhio per questa cazzo di domanda. Mi tormenta, non dormo, lo capisci che non dormo ? Davvero, non dormo. Mangiare mangio, pisciare piscio, cagare pure, scopare capita anche quello, dormire... puttana Eva, quello non mi riesce più di farlo. Niente. Credo di aver dimenticato come si fa. Tu dormi ancora Vin, riesci ancora a dormire ? Io non ci riesco proprio. E’ quella domanda di merda che mi rompe le palle, la vedo scritta sul soffitto di notte. E’ li davanti a me, mi rompe le palle, davvero, mi rompe le palle e non riesco a dormire. Tu ci riesci Vin ?... ci riesci Vin ? Io non ci riesco proprio, non ci riesco a dormire. Scopare capita anche quello, ma niente sogni. Forse non so più farlo. Tu ci riesci Vin ?... Porcoddio mi ascolti quando parlo ? Mi ascolti Vin ? O parlo all’aria ? Ascoltami per Dio !
VINCENT Sta calmo Sam, sta calmo.
SAM Stavi dormendo vero ? Stavi dormendo brutto porco !
VINCENT Non stavo dormendo...
SAM Brutta razza di bastardo, stavi dormendo.
VINCENT Non stavo dormendo.
SAM Certo che stavi dormendo Vincent.
VINCENT Non stavo dormendo.
SAM Brutto porco !
VINCENT Sta calmo Sam, sta calmo.
SAM Sto calmo ma tu dimmelo, stavi dormendo.
VINCENT No.
SAM Allora cosa cazzo facevi invece di ascoltarmi, non mi ascoltavi vero ?
VINCENT Ti ascoltavo.
SAM Mi dai ai nervi quando fai così.
VINCENT Così come ?
SAM Non sono mai riuscito a spaccarti la faccia Vincent, ma prima o poi lo farò stanne certo.
VINCENT Sta calmo Sam.
SAM Come a quello stronzo di negro, lo ricordi Vin ?
VINCENT Si, lo ricordo.
SAM Uno di questi giorni cambio i connotati anche a te con una craniata, per sempre brutto bastardo.
VINCENT Ma cosa ti prende Sam ?
SAM Lo faccio, ti assicuro che lo faccio.
VINCENT Vuoi rilassarti o no ?
SAM Come si chiamava, nemmeno lo ricordo come si chiamava ?
VINCENT Cosa importa ?
SAM Nulla, non importa nulla. Così, per ricordare, come cazzo si chiamava quello stronzo ?
VINCENT Perché ?
SAM Mi deve un favore porcoddio.
VINCENT Carl, Carl si chiamava.
SAM Carl ?
VINCENT Carl, si chiamava Carl.
SAM Come il corridore?
VINCENT Quale corridore ?
SAM Il corridore, quello bravo.
VINCENT Non conosco nessun corridore con quel nome.
SAM C’è, se ti dico che c’è devi credermi, che cazzo è che non mi credi mai ?
VINCENT Sicuramente c’è, ma io non lo conosco.
SAM Adesso lo conosci stronzo, stronzo ! Adesso lo conosci. Prima o poi ti spacco la faccia con una craniata, come a quello. Comunque non si chiamava Carl, me lo sarei ricordato.
VINCENT Si chiamava Carl.
SAM Me lo sarei ricordato ti dico !
VINCENT E invece non te lo sei ricordato.
SAM Me lo sarei ricordato.
VINCENT Si chiamava Carl.
SAM Quando fai così mi viene voglia di spaccarti la faccia. Non si chiamava Carl quel negro di merda !
VINCENT Si chiamava Carl ti dico.
SAM Come fai ad esserne così sicuro ?
VINCENT Me lo ricordo .
SAM E io allora ?
VINCENT Tu cosa Sam ?
SAM Anch’io me lo ricordo, e ricordo che non si chiamava Carl !
VINCENT Tu hai detto che non lo ricordavi !
SAM Cosa ho detto ?
VINCENT Lo hai detto o no ?
SAM L’ho detto, ma cosa ho detto ?
VINCENT Che non ricordavi come si chiamava.
SAM Vedi che anche tu sei un somaro Vin ?
VINCENT Lo hai detto o no ?
SAM Non c’è bisogno di venire dalla merda come me, anche tu sei un bifolco ignorante Vin.
VINCENT Meglio lasciar perdere.
SAM Sei un bastardo ignorante Vin. Ho detto che non ricordavo come si chiamava, ma ricordo perfettamente come non si chiamava. Silenzio. Mi hai sentito Vin ? Mi hai sentito Vin ?
VINCENT Si ti ho sentito.
SAM Hai capito quello che ho detto ?
VINCENT Lasciami perdere Sam.
SAM Lo hai capito o no ?
VINCENT Cosa c’era da capire ?
SAM Il passaggio logico. Anch’io ne so fare, cosa credi. Ho letto qui dentro, ho letto tanto sai Vin. Adesso sono istruito. Pensa che bella figura ci faccio col Padreterno. Anzi sai una cosa, mi preparo qualche frase ad effetto, e appena lo vedo gliene sparo qualcuna, che ne dici Vin ? Così mi mette tra quelli istruiti. Mi ci vedi a passeggiare nelle praterie con i più grossi cervelli della storia ?
VINCENT Nelle praterie ?
SAM Nelle praterie, sottobraccio con Einstein per esempio.
VINCENT Tu ed Einstein ?
SAM Io e lui certo ! Pensi che non saprei cosa raccontargli ?
VINCENT Non ho detto questo.
SAM Era un uomo no, gli parlerò di figa, anch’io sono un luminare nel campo.
VINCENT Davvero ?
SAM Nessuno ha approfondito l’argomento come me puoi starne certo ! Ride. Hai colto la battuta ?
VINCENT Divertente.
SAM Nessuno ha approfondito l’argomento più di me per Dio ! Ride. Dovevo fare il comico, non il pescivendolo sul porto. Sarei stato capace di andare anche in televisione io, ho delle qualità. Io lo vedo Einstein ridere con me mentre parliamo di figa tu no ?
VINCENT Vorrei esserci.
SAM Ci sarai, parlerò col boss. Prima però devo fare bella figura.
VINCENT Vuoi che non se ne accorga che sei un somaro ?
SAM Devo preparare un discorsetto per impressionarlo.
VINCENT Parla anche a lui di figa.
SAM Ne sa più di me, l’ha inventata.
VINCENT Non bestemmiare, poi ti penti.
SAM Non sto bestemmiando, la inventata lui la figa, è la verità !
VINCENT Se è così.
SAM Certo che è così. Lui ha inventato ogni cosa, pure quella. Sa anche come funziona cosa credi. Noi abbiamo inventato la cicogna o il cavolo, lui sa bene che ci si inserisce il cazzo e che fa tanto bene allo spirito.
VINCENT Non stai bestemmiando ?
SAM Cos’è ti offende adesso ?
VINCENT A me non importa nulla, e che mi spacchi le palle con i sensi di colpa.
SAM Non sto bestemmiando, dico solo la verità.
VINCENT Va bene.
SAM Saprò cosa dirgli vedrai.
VINCENT Ne sono sicuro.
SAM “ Buon giorno signor Padreterno, come te la passi eh ! io ho ingannato tanto del tempo che mi hai dato, e non soltanto per il gusto della trascendenza !”
VINCENT Ma cosa dici ?
SAM Parlo con il Padreterno.
VINCENT Perché non fai riposare il cervello.
SAM “ Anche negli ultimi giorni sai Padreterno, ho molto apprezzato l’interessamento a non farmi dormire. Ti piace il modo in cui ho speso il mio tempo da sveglio, e me lo hai raddoppiato”
VINCENT Smettila Sam.
SAM “ Comunque voglio tranquillizzarti, senza scandalo, ho fatto qualche sbaglio lo ammetto, quando ho ucciso mia moglie per esempio, ma cosa ci vuoi fare sono cose che capitano. A proposito dov’è la troia, spero non da te altrimenti devo concepire che questo bel posticino luminoso è proprio un puttanaio ! “
VINCENT Non bestemmiare Sam, poi te ne penti lo sai.
SAM “ Cosa, non posso entrare, ma porcoddio ! Scusa. Ho già pagato sai, nella comunità che così carinamente hai creato. Sono stato giudicato e punito nel tuo nome, quindi ho diritto a partecipare alla festa che ne dici ? Bravo controlla i tuoi registri del cazzo e fammi entrare.”
VINCENT Non mi sembrano frasi ad effetto.
SAM E invece lo sono. Io non ho studiato come te, ma so parlare quando voglio, e quando dico che non ricordo quel cazzo di nome vuol dire che ricordo perfettamente che non si chiamava Carl quel cane !
VINCENT Allora non si chiamava Carl.
SAM Sai perché non lo faccio ?
VINCENT Cosa ?
SAM Darti una craniata, lo sai perché non lo faccio ?
VINCENT Perché non lo fai Sam ?
SAM Perché ti voglio bene, ecco perché. E poi sei l’unico stronzo con cui riesco a parlare. Ecco perché.
VINCENT Ricordi cosa ti è successo quando hai picchiato Carl, ecco perché.
SAM Non si chiamava Carl.
VINCENT Ti hanno chiuso nella Privata per due settimane.
SAM Tu approfitti della mia bontà Vin.
VINCENT Hai sofferto come un cane, ti sentivamo urlare di notte.
SAM Urlavo ?
VINCENT Come un cane bastonato.
SAM Io urlavo ?
VINCENT E piangevi.
SAM Piangevo ?
VINCENT Piangevi ! ? Certo che piangevi.
SAM Ti sbagli Vin, non ero io quel cane.
VINCENT Eri tu, certo che eri tu.
SAM Non ero io.
VINCENT Certo che lo eri.
SAM Lo sentivo, non potevo essere io.
VINCENT Eri tu Sam, eri tu che urlavi e piangevi, avevi paura Sam.
SAM Era Carl, si lamentava per il favore che gli ho fatto.
VINCENT Adesso ricordi come si chiamava vero ?
SAM Chi ?
VINCENT Carl, non era Carl che si lamentava, eri tu.
SAM Non ero io.
VINCENT Era Carl ?
SAM Era Carl.
VINCENT Era Carl ?
SAM Era Carl, era Carl. Si porta su di lui con violenza e gli da una craniata provocandogli la rottura del naso. La scena resta in silenzio per interminabili istanti. Sei uno stronzo Vincent, non volevo farlo. Adesso chiama il parcheggiatore e falla finita. Pausa. Non lo chiami ? Lo faccio io. Va verso l’ombra delle grate e comincia a fare casino. Ehi, Arnold, ho spaccato la faccia a quest’altra checca, Arnold mi senti ?
VINCENT Sta zitto imbecille !
SAM Urla. Arnold, portami nella privata, così lo sente se ero io che piangevo, tutti sentiranno che io non piango ne urlo nella privata. Mi senti Arnold ? Mi senti perdio !
VINCENT Torna a sedere imbecille !
SAM Urla Allora viene qualcuno o no ? Chi è di turno, c’è quel faccia di merda di Arnold o no ?
VINCENT Vuoi stare zitto !
SAM Urla Devo ammazzarlo, se volete lo ammazzo così mi ci portare per sempre nella privata, che ne dite lo faccio ?
VINCENT Sei un idiota Sam.
L’ombra di Arnold allungata si confonde con quella delle grate, la sua voce è fuori campo sempre.
ARNOLD Dicevi Sam ? Segue un silenzio. Sono qui per ascoltarti Sam, dicevi ? Silenzio. Sono qui per ascoltarti Sam, non hai più nulla da sussurrare al tuo amico Arnold ? Da bravo Sam, ti ascolto. Sono qui per capirti.
VINCENT Sam fa per parlare ma Vincent lo precede Come stai Arnold, stai bene ? Silenzio Mi dai da fumare ?
ARNOLD Non hai da fumare signor Cuevas?
VINCENT Ho da fumare certo Arnold.
ARNOLD Hai da fumare allora.
VINCENT Ho da fumare certo Arnold.
ARNOLD Bene.
VINCENT Io intendevo sigarette vere, non questo schifo Arnold.
ARNOLD Ora ti capisco signor Cuevas, tu vuoi uno delle mie sigarette ?
VINCENT Me ne dai una Arnold.
Arriva una sigaretta da fuori fino ai piedi di Vincent.
VINCENT Grazie Arnold, sei un amico.
ARNOLD Basta chiedere, per un amico.
VINCENT Com’è la fuori Arnold, cosa succede ?
ARNOLD Non li leggi i giornali signor Cuevas ?
VINCENT Solo brutte notizie ?
ARNOLD Solo quelle. La fuori è pieno di delinquenti, non vale la pena.
VINCENT Solo brutte notizie.
ARNOLD Cambiando bruscamente discorso. Allora cosa è successo Sam ?
VINCENT Mi sa che accetto l’offerta. Silenzio. Mi hanno proposto di scrivere sul foglio del penitenziario. Io sono uno scrittore. Davvero eccezionali queste...
ARNOLD Hai finito di rompere i coglioni signor Cuevas ? Non è carino, sto parlando con Sam. Pausa. Allora, cosa è successo Sam. Pausa. Cosa è successo Sam, sono qui per ascoltarti.
SAM Tra i denti. Brutto porco.
ARNOLD Dicevi qualcosa a proposito della Privata. Un’altra craniata ?
VINCENT Sono inciampato.
SAM Tra i denti. Buffone.
VINCENT Per questo ti chiamava, sono inciampato.
SAM Tra i denti. Buffone.
Lentamente scende il buio, a coprire quell’episodio. Il suono della canzone di Vincent ci tranquillizza.
SESTA. C’è qualcuno alle spalle.
Lifetown. La scena è completamente vuota, la musica è alta. Appare attraverso la portafinestra una ragazza con uno zaino. La sua figura è esile, lo sguardo di chi è stanca, in preda al panico, ma decisa. Dopo aver bussato senza fortuna, si allontana. Riappare subito dopo, e questa volta lascia scorrere la portafinestra. Rimane ferma sull’ingresso.
MARIA C’è nessuno ? Silenzio. C’è nessuno ?. Signor... Vincent, Cuevas Vincent ? Silenzio. Più decisa, ci riprova. Cuevas Vincent ? Scoraggiata fa per andare.
A quel punto appare, sporco di grasso e con una pezza in mano, Mike.
MIKE Non c’è, è dovuto uscire di corsa. Maria fa segno di non sentire. Va a spegnere la musica. Non c’è, è uscito di corsa.
MARIA Buongiorno.
MIKE Buongiorno.
MARIA O buonasera forse.
MIKE No, non ancora.
MARIA Già, è un’ora difficile per dirlo. Faccio sempre confusione.
MIKE Bisognerebbe dire buon pomeriggio, ma chi lo usa più.
MARIA Nessuno, pochi volevo dire.
MIKE Chissà. Entra pure il signor Cuevas mi ha detto che ti aspettava.
MARIA Me ?
MIKE Già, ha detto di farti entrare.
MARIA Sei sicuro ?
MIKE Una telefonata urgente dal giornale, ma vedrai che farà presto.
MARIA Mi aspettava ?
MIKE Si, dice che hai fatto un viaggio lungo. Entra pure, mettiti comoda.
MARIA Ma forse c’è un equivoco.
MIKE Questo io non lo so.
MARIA E’ la casa di Vincent Cuevas giusto ?
MIKE Quella.
MARIA Vincent Cuevas lo scrittore ?
MIKE Scrittore, giornalista.
MARIA Giornalista ?
MIKE Si, scrive per il giornale di Lifetown. Lo ha reso un vero giornale sai ! Prima era roba per inserzionisti, annunci matrimoniali, adesso ha anche una pagina della cultura, ma forse lo sai già !
MARIA No.
MIKE No ?
MARIA E’ tanto che... la mia era una sorpresa, lui non può aspettarmi.
MIKE Una sorpresa ?
MARIA Una specie, comunque non credo aspettasse. Dovrebbe essere così. Nemmeno ci siamo mai visti, ecco.
MIKE Mai?
MARIA Si, è così, te lo dicevo.
MIKE Quindi non ti chiami, aspetta come ha detto...
MARIA Maria, io sono Maria, e lui non mi conosce.
MIKE No, non ha detto Maria. Io ho una pessima memoria per i nomi ma di certo non era Maria, me lo sarei ricordato. Maria è un nome italiano non è così ? E’ italiano ?
MARIA Italiano.
MIKE Oh ! adesso capisco, vieni dall’Italia ?
MARIA No. Dalla City.
MIKE Certo, avrei dovuto intuirlo.
MARIA Perché ?
MIKE L’accento, è la prima cosa che mi ha colpito laggiù.
MARIA Ci sei stato?
MIKE Un po’, soltanto un po’.
MARIA Quanto ?
MIKE Tre anni. E’ poco per parlare di un posto.
MARIA Non ci stavi bene. ?
MIKE E’ un discorso lungo. Vedi io starei aggiustando il frigo... Oh ! che sbadato, non mi sono neanche presentato. Sono Mike, Mike Collins. Riparo lavatrici, frigoriferi un po’ tutto insomma, come mio nonno. Mi occupavo di tutt’altro prima, svolgevo l’attività nella City, in giacca e cravatta, infatti adesso nessuno mi riconosce. Dicono che sono pazzo. Il signor Cuevas no, gli altri . La mosca, colpa della mosca. Voglio dire... crederesti che una mosca può cambiare il destino ? In realtà lo ha soltanto riportato sul suo corso, tutto qui. Si fanno strani giri per trovarsi. Dicevo di Vincent, a avuto dei problemi con il frigo e allora mi trovo qui. Capisci quello che voglio dire vero ?
MARIA Capisco. Tornerà presto?
MIKE Il prima possibile.
MARIA Lo aspetto ?
MIKE Certo. Rimarrebbe male se andassi via.
MARIA Non ci giurerei.
MIKE Tutti lo farebbero no ?
MARIA Cosa ?
MIKE Io di sicuro.
MARIA Cosa ?
MIKE Se mi dicessero che qualcuno da così lontano è andato via perché non mi ha trovato.
MARIA Ci rimarresti male ? Io non lo so.
MIKE Non ci rimarresti male ?
MARIA Se non l’ho mai visto come faccio a rimanerci male ?
MIKE Era venuto per te. Ha fatto un viaggio lungo solo per te.
MARIA Se è davvero importante si rifà vivo.
MIKE E’ vero, è vero. Senti, io ho quasi finito di la...
MARIA Vai, vai pure.
MIKE Mi manca poco.
MARIA Certo.
Mike sparisce in cucina. Maria si guarda intorno più che incuriosita quasi cercando qualche indizio. Si accorge della foto che Robert aveva poggiato sul tavolino, la prende. Lo riconosce. E’ proprio quel Vincent che cercava. La mette nel sacco che ha con se.
MARIA Avrei dovuto capirlo dalla musica.
MIKE Fuori campo. Cosa ?
MARIA Nulla.
MIKE Fuori campo. Cosa dicevi della musica ?
MARIA Nulla di importante.
MIKE Fuori campo. Non è mio quel disco, però è bello vero.
MARIA Già. Conosco bene quella canzone.
MIKE Fuori campo. Credo che abbia qualche anno.
MARIA Parecchi.
MIKE Fuori campo. E’ un’ossessione.
MARIA Cosa ?
MIKE Fuori campo. Le cose passate, tornano sempre.
MARIA Davvero ?
MIKE Fuori campo. Quando una generazione comincia ad invecchiare cerca di recuperare la sua memoria con le canzoni, la moda, tutto quello che faceva vent’anni prima.
MARIA Già.
MIKE Fuori campo. Lo faremo anche noi.
MARIA Lo faremo.
MIKE Fuori campo. Come ?
MARIA Hai ragione.
MIKE Fuori campo. Torneremo sui nostri passi. L’assassino torna sempre sul luogo del delitto.
MARIA Come ?
MIKE Fuori campo. Assassini del tempo. Quanti anni hai ucciso tu ?
MARIA Che vuoi dire ?
MIKE Fuori campo. Quanti anni hai ?
MARIA Io non ho ucciso i miei anni. Venticinque.
MIKE Fuori campo. Ventinove.
MARIA Venticinque !
MIKE Fuori campo. Ho capito, dicevo io, ne ho uccisi ventinove.
Pausa.
MIKE Fuori campo. Il fatto è, che ormai esiste soltanto il giorno e la sera capisci !
MARIA Non ti seguo.
MIKE Fuori campo. Niente più pomeriggio, come niente più mattino. Tutto avviene di giorno o di sera.
MARIA Cosa dici ?
MIKE Fuori campo. Buon mattino Maria, Buon pomeriggio. La notte è rimasta però. Buonanotte Maria.
MARIA Buonanotte ?
MIKE Appare dalla finestrella della cucina con qualche arnese tra le mani. Buonanotte.
MARIA Sorride. Buonanotte Mike.
MIKE Già buonanotte. Quello è un bel saluto non trovi ?
MARIA Ride. Buonanotte.
MIKE Buonanotte. Sparisce di nuovo. Maria è divertita. Ti fa ridere ?
MARIA No, non mi fa ridere.
MIKE Fuori campo. Stai ridendo.
MARIA Tu mi fai ridere, sei buffo.
MIKE Fuori campo. Mi trovi buffo ?
MARIA Un po’.
MIKE Fuori campo. Ti ringrazio per non aver detto pazzo.
MARIA Non lo penso.
MIKE Riappare. Siete in pochi. Maria ride. Ho finito. Asciugo il lago e arrivo.
MARIA Il lago ?
MIKE E’ la materia che diventa liquida. Questo frigo aveva più ghiaccio dell’Alaska. Sparisce ancora.
MARIA Sorride. Da quanto tempo lo conosci ?
MIKE Fuori campo. Il frigo ?
MARIA Ride. No, non parlavo di quello.
MIKE Fuori campo. L’Alaska ?
MARIA Vincent.
MIKE Fuori campo. Da questo pomeriggio.
MARIA Non scherzare.
MIKE Fuori campo. Da questo pomeriggio.
MARIA Dico sul serio.
MIKE Fuori campo. Anch’io.
MARIA Davvero ?
MIKE Fuori campo. Lo avevo visto tante volte in paese, qui tutti lo conosciamo, è una specie di personalità da noi. Però non ci avevo mai parlato prima.
MARIA Davvero ?
MIKE Fuori campo. E’ stato il frigo a farci conoscere.
MARIA Lo hai conosciuto solo oggi.
MIKE Riappare con uno strofinaccio con il quale si asciuga le mani. Una conoscenza un po’ fredda, ma doveva accadere, tu credi nel destino ?
MARIA Non lo so, non mi interessa.
MIKE Io si. Infine accade quello che deve accadere, anche se lo scegli tu, mi segui ?
MARIA Forse.
MIKE Ti capita di intuire che stai attraversando una delle tue porte ?
MARIA Quali porte ?
MIKE Le porte del destino ?
MARIA Cioè ?
MIKE E’ una teoria dell’antica Grecia. Noi abbiamo un destino, che passa attraverso alcuni punti obbligati, questi punti sono le porte. Ora come arrivarci e quanto tempo ci impieghi dipende solo da te. Puoi anche impiegarci più di una vita, però è certo che di li devi passare. In genere quando passi una porta lo avverti. Mi segui vero ?
MARIA Ci provo.
MIKE Non è complicato. Esiste una rotta, ma la navigazione la decidi soltanto tu è chiaro ora ?
MARIA Si, certo.
MIKE Sei il capitano della tua nave.
MARIA Capisco.
MIKE Il mio incontro con Vincent doveva accadere evidentemente. Era il guardiano di una porta che sto attraversando.
MARIA Il guardiano di che ?
MIKE Ogni porta ha un suo guardiano. Ti aiuta a passarla, con le buone o le cattive. Anche tu lo incontri per la prima volta hai detto ?
MARIA Si.
MIKE Sei una sua ammiratrice ?
MARIA Non credo proprio.
MIKE Ti faccio troppe domande vero ?
MARIA Un po’.
MIKE Dimmelo se parlo troppo, non mi contengo. Me lo dici ?
MARIA Se riesco ad interromperti si.
MIKE D’accordo. In realtà e come se lo conoscessi da un pezzo.
MARIA In che senso.
MIKE E’ una specie di personalità a Lifetown.
MARIA Lo hai già detto.
MIKE Ho letto tutti i suoi articoli, da dieci anni non ne perdo uno, forse i primi si, ma solo quelli.
MARIA E’ famoso per il giornale ?
MIKE E per il caffè !
MARIA Caffè ?
MIKE Lo fa all’italiana, anzi alla napoletana. Oggi l’ho assaggiato per la prima volta. Non lo dimenticherò presto.
MARIA Sua madre era napoletana.
MIKE Esatto ! Il più buon caffè del sud, il più buono. I suoi articoli hanno quel sapore. Già è così.
MARIA Per il giornale e per il caffè !
MIKE Si !
MARIA E poi ?
MIKE Cosa vuol dire e poi ?
MARIA E’ famoso solo per i suoi articoli e il suo caffè ?
MIKE Il più buon caffè del sud.
MARIA Il più buono.
MIKE E i suoi articoli sono famosi anche in città. Al college tutti mi chiedevano se conoscevo il signor Cuevas, Vincent. Abbiamo un teatro adesso, e ci fanno dei convegni importanti.
MARIA E’ un pedofilo.
Pausa.
MARIA Non lo sapevi ?
MIKE Lo sapevo.
MARIA E’ stato incriminato per aver stuprato una bambina di dodici anni insieme ad un altro.
MIKE Lo sapevo.
MARIA La bambina è morta.
MIKE Fu assolto.
MARIA La spaccarono in due come un vitello.
MIKE Lui fu assolto.
MARIA La percossero come animali.
MIKE Le foto lo scagionarono.
MARIA La bambina è morta.
MIKE L’altro la uccise.
MARIA Lui rimase a guardarlo.
MIKE A guardarlo.
MARIA Masturbandosi. E’ una sua dichiarazione, pare lo eccitasse.
MIKE Venne assolto pochi giorni prima di finire sulla sedia elettrica.
MARIA Che fortuna !
MIKE Non la uccise lui.
MARIA Dichiarò anche che non era la prima volta.
MIKE No, non lo era.
MARIA Il passatempo preferito. Qualcuno gli procurava le bambine, e loro si divertivano. Quella volta fu un caso se non partecipò al banchetto.
MIKE Dichiarò che erano ubriachi, non si resero conto...
MARIA Che peccato. In città non è famoso per questo ? Forse qualcuno dovrebbe raccontarlo.
MIKE E’ arrivato qui una decina di anni fa, il caso è vecchio di almeno venti.
MARIA Venticinque. Venticinque anni.
MIKE L’assassino è stato giustiziato.
MARIA Ti dispiace ?
MIKE Sono contro.
MARIA Sei cosa ?
MIKE Contro. Contro.
MARIA Contro !
MIKE Contro la pena di morte.
MARIA La gente dimentica in fretta vero Mike ?
MIKE Perché sei qui ?
MARIA Chi sei !
MIKE Come ?
MARIA Hai sbagliato domanda, dovevi chiedermi chi sono ?
MIKE Spero abbia i tuoi diritti per fare quello che vuoi fare.
MARIA Ne ho, ne ho, stanne certo.
MIKE Lo spero.
MARIA Stanne certo. Non sono venuta a disturbare la quiete del tuo eroe senza averne il diritto.
MIKE Lo spero.
MARIA Stanne certo.
MIKE Non è mio amico.
MARIA Non lo è ?
MIKE Tantomeno il mio eroe.
MARIA Non lo è ?
MIKE Ha la mia stima.
MARIA La tua stima ?
MIKE La mia stima.
MARIA Già.
MIKE Ha scontato la sua pena in carcere, è riuscito a recuperare. Adesso ha un’altra vita. Il suo amico Robert lo ha aiutato.
MARIA Un’altra vita ?
MIKE E’ così.
MARIA Un’altra vita.
MIKE E’ riuscito a recuperare.
MARIA E dov’è finita quella vecchia ? E’ soltanto il passato ?
MIKE Non credo sia semplice.
MARIA E’ il passato certo.
MIKE Queste cose non passano.
MARIA E tu come lo sai.
MIKE E’ scritto nei suoi articoli, nei suoi libri. E’ riuscito ad andare avanti.
MARIA Li ho letti i suoi libri, è bravo a parlare d’amore. Le sue storie sono appassionate, i suoi abbracci teneri, i suoi baci commoventi. E’ bravo a parlare di sentimenti, deve conoscerne di profondi. Nessuno come lui sa parlare di giovani amori.
MIKE Lascia perdere.
MARIA Devo lasciar perdere dici ?
MIKE Non credo sia facile per lui.
MARIA No, non credo. Non sa di cosa parla, mentire gli riesce bene, e così ha ingannato anche voi campagnoli ?
Pausa.
MIKE Io adesso dovrei andare via.
MARIA Scusami, tu non c’entri.
MIKE E’ tutto a posto.
MARIA Scusami.
MIKE Davvero, va tutto bene.
MARIA Davvero ?
MIKE Certo.
MARIA E’ che non sono riuscita a controllarmi e allora...
MIKE Va tutto bene.
MARIA Io ti chiedo scusa.
MIKE D’accordo, accetto le tue scuse.
MARIA Davvero ?
MIKE Avrai dei motivi validi.
MARIA Ma tu non c’entri.
MIKE Lo spero.
MARIA No, non c’entri.
MIKE Bene.
MARIA Comunque, grazie.
MIKE Per cosa ?
MARIA Era tanto che non ridevo.
MIKE Ho interrotto qualche record !
MARIA No ! Sorride.
MIKE Che fortuna. Breve silenzio di imbarazzo. Io adesso devo proprio andare o Fulmine si arrabbia.
MARIA Fulmine ?
MIKE E’ il mio cane, il più grasso e pigro dello stato. Non gli ho lasciato da mangiare stamattina, sarà nervoso.
MARIA Lo credo.
MIKE Una lavastoviglie, due lavatrici e questo vecchio frigo. Anch’io ho fame.
MARIA Non ricordo più l’ultima volta che ho mangiato, e che ho fatto una doccia.
MIKE Hai viaggiato in treno ?
MARIA Con l’autostop.
MIKE Non è proibito ?
MARIA Certo, ma è l’unico modo per far perdere le tracce.
MIKE Già. Scappi vero ?
MARIA No, inseguo.
MIKE Già. Bene, allora...
MARIA Subito. Vengo con te ?
MIKE Come ?
MARIA Posso venire con te ?
MIKE Non aspetti Vincent ?
MARIA Tornerò dopo. Posso ?
MIKE Certo.
MARIA Davvero ?
MIKE Certo.
MARIA Non ti sembra assurdo dico ? Ti ho appena conosciuto.
MIKE Vieni con me ?
MARIA Posso ?
MIKE La mia casa è più piccola, però è altrettanto carina e il frigo funziona, troveremo qualcosa da mettere sotto i denti.
MARIA Già.
MIKE E poi ho l’idromassaggio.
MARIA E’ una proposta ?
MIKE Oh ! che stupido ! Lo sembrava ?
MARIA Scherzavo.
MIKE Sono uno scemo, l’ho detto male.
MARIA Ne sono sicura. Spero solo che Fulmine non sia geloso.
MIKE Ti piacerà vedrai, basta non convincerlo a correre.
La luce lentamente va via accompagnando la loro uscita.
SETTIMA. La voce.
Ritorniamo alla cella. Dal buio viene fuori la flebile voce di Vincent che canta lo stesso motivo che fino ad ora abbiamo ascoltato dallo stereo di casa sua cercando di accompagnarsi con la chitarra. Sam non riesce a trattenersi dal ridere.
VINCENT Cos’hai da ridere ?
SAM Niente, niente.
VINCENT Mi dici cos’hai da ridere ?
SAM Sono di buon umore.
Vincent riprende a cantare, e Sam ancora una volta non riesce a trattenere le risate.
VINCENT Divertito. Sei una testa di cazzo.
SAM Lasciandosi andare completamente alla risata. Mio Dio Vin, non lo avevi mai fatto prima!
VINCENT Oggi mi va di cantare.
SAM C. s. Sei ridicolo. Vincent canta ancora. Non ce la faccio scusami, sei troppo ridicolo.
VINCENT Gli lancia qualcosa. Bonario. Vaffanculo Sam, non capisci un cazzo.
SAM C. s. Sei una checca, sei una checca di merda !
VINCENT Soltanto perché canto ?
SAM Perché canti quella merda li !
VINCENT E’ una canzone meravigliosa !
SAM Certo, è così.
VINCENT E’ una canzone meravigliosa.
SAM E’ così, lo giuro.
VINCENT Non capisci un cazzo Sam.
SAM Stai diventando frocio.
VINCENT Soltanto perché canto ?
SAM E’ una canzone da froci !
VINCENT E’ romantica.
SAM E’ stonata, non lo senti che è stonata ? !
VINCENT Stonata ?
SAM Stonata, si. E’ stonata.
VINCENT Stonata ?
SAM Si lo è!
VINCENT Cosa vuoi dire con stonata ?
SAM Guardati intorno.
VINCENT Mi guardo, allora ?
SAM E’ stonata.
VINCENT Stonata ?
SAM Anche un mulo come me se ne accorge !
VINCENT Lo hai detto, sei un mulo !
SAM Si lo sono, l’ho detto !
VINCENT E non capisci un cazzo.
Sam ride ancora. Segue una pausa in cui si calma. Vincent posa la chitarra sotto al letto e resta in silenzio.
SAM Da dove l’hai pescata ?
VINCENT Lascia perdere.
SAM No davvero, dove l’hai pescata ?
VINCENT Lascia perdere.
SAM Ride. E’ roba da adolescenti !
VINCENT Vuoi cambiare argomento ?
SAM E’ così divertente questo.
VINCENT Per te forse lo è.
SAM Dai ti conosco.
VINCENT Non mi diverto.
SAM Certo che ti diverti. Ti diverti quando litighiamo come due froci, ammettilo.
VINCENT Ho detto lascia perdere.
SAM Va bene, sto zitto.
Sam cerca di ripetere il motivo, ma non ci riesce per il troppo ridere. La sua voce inoltre è poco adatta a quelle sonorità.
VINCENT Sta zitto, sta zitto Sam. Sam continua. Sei un cane porca miseria !
SAM Hai visto l’effetto ?
VINCENT Se la canti così certo che scappano anche i santi.
SAM E’ stonata l’ho detto.
VINCENT Tu sei stonato.
SAM Non io, la canzone. Sono perfettamente intonato. E’ questo schifo di canzone che è stonata. Da dove l’hai pescata ?
VINCENT Non importa.
SAM Cantavo in chiesa.
VINCENT Canta dove ti pare.
SAM Non mi credi ?
VINCENT Ti credo, ti credo.
SAM Cantavo nel coro della chiesa !
VINCENT E’ che non me ne frega niente.
SAM Non capisci di musica. Quella si che lo era. Quell’organo riusciva ad emozionare anche me. C’era una storpia che lo suonava, aspetta come si chiamava... non lo ricordo più.
VINCENT Quanti secoli fa è successo ?
SAM L’ho sempre fatto, sono un buon cristiano io, non come te. Mi hanno beccato li.
VINCENT Li dove ?
SAM In chiesa.
VINCENT Come ?
SAM Mi hanno beccato li.
VINCENT Ti eri nascosto in chiesa ?
SAM Ma no che dici !
VINCENT Tu lo hai detto.
SAM Ho detto questo ?
VINCENT Hai appena finito di dirlo.
SAM Ho detto che mi hanno beccato in chiesa, non che mi sono nascosto in chiesa. Vedi che non mi ascolti ! Non sarebbe stato un buon nascondiglio, mi avrebbero convinto che sono una feccia da rifare. Mi avrebbero costretto a consegnarmi. Mi sono nascosto sulle montagne.
VINCENT E allora come hanno fatto...
SAM Quella domenica non ho resistito. Sentivo le campane dal nascondiglio. Le altre settimane avevo provato a cantare a bassa voce immaginando di essere con il mio coro, ma quel giorno non ho resistito. Sono sceso a valle e sono entrato in chiesa. Avresti dovuto vedere le facce dei parrocchiani. Ammutoliti tutti, sembrava avessero visto un marziano. Erano terrorizzati, i loro sguardi puntati su me come pistole. Eppure soltanto qualche settimana prima eravamo li ad abbracciarci, baciarci, a scambiarci buoni consigli, da bravi fratelli peccatori. Ero felice, mi sono diretto senza esitazioni al mio posto nel coro. Era una potenza la storpia. Aspetta come si chiamava... niente, non riesce a venirmi in mente. Le è bastato uno sguardo, così ha ripreso a suonare ed io ho attaccato. Per la prima volta ho sentito la mia voce rimbombare nell’enorme volta della chiesa, la prima da solista, nessuno si unì al canto erano terrorizzati. Ho chiuso gli occhi, e tutto è diventato ancora più bello. Eravamo soltanto io l’organo e la storpia, ha sempre avuto un debole per me quella donna. Ma come si chiamava perdio !... niente, non mi torna in mente. L’organo era perfetto, non sbagliava una nota, ed io... la mia voce era diventata uno strumento nelle mani di Dio, cantavo divinamente, sembravo un santo. Pausa. Quando ho riaperto gli occhi la chiesa si era svuotata. C’eravamo soltanto io, l’organo, la storpia, lo sceriffo, due poliziotti, tre pistole, due cecchini, trecento pallottole e Dio. Ho dato un bacio a Margarett uno sguardo al cielo e mi sono consegnato.
VINCENT Dopo una pausa. Si chiamava Margarett ?
SAM La storpia ? Già, si chiamava Margarett, come fai a saperlo ?
VINCENT Lo hai appena detto tu.
SAM Davvero ?
VINCENT Lo hai appena detto.
SAM Hai visto che ricordo i nomi quando voglio ?
VINCENT Ma che coglione !
SAM Ricordo tutto, tutto. Mi sono ricordato di Margarett !
VINCENT E’ stato un caso.
SAM Lascia perdere. Ricordo anche che aveva un debole per me.
VINCENT Lo hai già detto.
SAM E mi va di dirlo di nuovo.
Pausa.
VINCENT Questa notte ti ho sentito pregare.
SAM Ho fatto un brutto sogno.
VINCENT Hai dormito ?
SAM No.
VINCENT Hai detto...
SAM Mi sono sbagliato.
VINCENT Sei riuscito a dormire o no ?
SAM Si.
VINCENT Bene.
SAM No.
VINCENT Pregavi per riuscirci ?
SAM Pregavo e basta. Tu non preghi mai ?
VINCENT Certo. Prego che mi uccidano presto.
SAM Anch’io.
VINCENT Anche tu vuoi che finisca questo strazio ?
SAM Per te.
VINCENT Cosa ?
SAM Anch’io prego perché ti spennino presto. Sei un coglione.
VINCENT Morirai prima di me.
SAM Se vuoi ti cedo il posto.
VINCENT Lascia perdere.
Pausa.
SAM Pregavo per ricordare.
VINCENT E’ per questo che non riesci a dormire ?
SAM No.
VINCENT Perché non dormi ?
SAM Per quella maledetta domanda.
VINCENT Quale domanda ?
SAM Vedi che non mi ascolti Vin !
VINCENT Quale domanda ?
SAM Non mi ascolti !
VINCENT Quale domanda ?
SAM Te l’ho detto, te l’ho detto l’altro giorno, quando è arrivato quello stronzo di Arnold.
VINCENT Mi hai parlato di una domanda scritta sul soffitto, ma non mi hai detto quale.
SAM Allora mi ascoltavi ?
VINCENT Certo che ti ascoltavo.
SAM Sei un bastardo Vin.
VINCENT Perché ?
SAM Non lo so, ma lo sei.
VINCENT Quale domanda ?
SAM Tu te lo chiedi Vin, te lo chiedi mai ?
VINCENT Cosa ?
SAM Non farò bella figura nel dirtelo, è una domanda da donnicciole, però mi è venuta spontanea.
VINCENT Dimmi.
SAM Poi non stronzeggi ?
VINCENT D’accordo. A cosa ti riferisci ?
SAM Agli altri Vin. Ti sei mai chiesto a cosa è servita la tua vita ?
VINCENT Come ?
SAM Tutti abbiamo uno scopo, anche le cacche come noi, voglio dire, qual è il mio scopo ? Anzi qual è stato.
VINCENT Non ti capisco.
SAM Perché sei un ateo di merda ecco perché. Io credo in nostro Signore invece, e faresti bene a trovare anche tu una cazzo di spiritualità !
VINCENT Una cazzo di spiritualità ! Ride.
SAM Non ripetere tutto quello che dico come un allocco Vin. Una cazzo di spiritualità ho detto, cosa c’è da stupirsi.
VINCENT Niente.
SAM E allora fammi il favore di non ridere. Con tutta la tua cultura non hai scoperto la cosa più importante.
VINCENT Quale sarebbe la cosa più importante ?
SAM Cristo Vin, è Dio !
VINCENT Certo.
SAM Non bestemmiare.
VINCENT Non bestemmio.
SAM Invece lo fai, nell’intenzione. Non è importante che sia quella giusta, ma trovatela una cazzo di spiritualità. Lui apprezza l’interessamento. Uno va li e gli dice “Mi sono interessato all’argomento fammi uno sconto...”
VINCENT Eri fermo sulla porta mentre lui consultava i registri per farti entrare o meno.
SAM Cosa dici ?
VINCENT L’altro giorno, prima che arrivasse Arnold, hai detto che avevi il diritto di entrare per aver pagato la tua pena, ricordi.
SAM Certo che lo ricordo.
VINCENT Volevi diventare amico di Einstein parlandogli di figa, ricordi ?
SAM Lo ricordo, lo ricordo !
VINCENT Tu mi chiedi di ascoltarti ed io lo faccio.
SAM Sei un bastardo Vin.
VINCENT Perché ?
SAM Io non lo so ma tu si !
VINCENT Mi chiedi di ascoltarti ed io lo faccio.
SAM Certo che me lo ricordo. Ma ero incazzato quel giorno.
VINCENT Hai bestemmiato ?
SAM Che domanda è ?
VINCENT Non so cosa significhi bestemmiare, non sono credente.
SAM E faresti bene a trovartela una qualunque mistica di merda.
VINCENT Per bestemmiare ?
SAM Non mi incastri Vin, i tuoi discorsi sono frutto dell’inganno, sei perso amico. Morirai senza uno schifo di possibilità di salvarti.
VINCENT Pausa. E per quello che credi ?
SAM Cosa ?
VINCENT Insegnami a credere.
SAM Hai bestemmiato di nuovo.
VINCENT Insegnami a non farlo.
SAM Come ?
VINCENT Ho il sospetto che credere, tutto sommato, è un investimento senza alcun rischio reale che mette il culo al sicuro. Voglio dire, cosa ti costa credere, infine se hai azzeccato vinci il premio e sei felice, e se non hai azzeccato non lo scoprirai mai. E’ un cavallo che vince sempre !
SAM Cosa dici ? Cosa dici ?
VINCENT Convincimi che non è così.
SAM E come faccio ?
VINCENT Dimmi perché credi.
SAM Sono cazzi miei perché credo, e faresti bene a farlo anche tu.
VINCENT Non vedo la necessità di inventarmi un Dio.
SAM Non bestemmiare, è lui che ha inventato te.
VINCENT Se lo incontri ringrazialo da parte mia.
SAM Stronzo !
VINCENT Non gliel’ho mai chiesto.
SAM E’ perché ti ama, Cristo Dio ! sei un mulo !
VINCENT Va bene, va bene.
Pausa.
SAM La canzone che cantavi !
VINCENT Cosa centra la canzone ?
SAM Cercalo in quella il tuo Dio.
VINCENT Nella canzone ?
SAM Nella canzone, nella canzone. E nel perché la cantavi.
VINCENT Ci proverò. I tuoi sono discorsi da condannato a morte.
SAM Non lo sono.
VINCENT Lo sono.
SAM Lascio perdere che è meglio.
Pausa.
VINCENT E com’è ?
SAM Chi ?
VINCENT Il vecchio ?
SAM Non è vecchio !
VINCENT E’ giovane ?
SAM Non è giovane.
VINCENT E com’è ?
SAM Brucia all’inferno Vin, non riesco a salvarti, sono troppo asino. Ti lascerò dannare in eterno in santa pace.
VINCENT La misericordia.
SAM La misericordia che ti farà crepare.
Pausa.
SAM E’ il cavallo bianco.
VINCENT Cos’è il cavallo bianco ?
SAM E’ una leggenda del sud. Dalle mie parti esiste la leggenda del cavallo bianco. E così che immagino il boss.
VINCENT Un cavallo ?
SAM Un cavallo !
VINCENT Siamo figli di un cavallo ?
SAM E’ un immagine.
VINCENT Che immagine di merda.
SAM Vaffanculo Vin, brucia in eterno.
VINCENT Mi piace.
SAM Cosa ?
VINCENT L’immagine del cavallo.
SAM Vaffanculo.
VINCENT Raccontami la leggenda.
SAM Fottiti.
Pausa.
VINCENT Cosa vuoi ricordare ?
SAM Come ?
VINCENT Hai detto che pregavi per ricordare.
SAM L’ho detto.
VINCENT Cosa ?
SAM Tutto. Quella domanda mi tortura, prego di ricordare una qualsiasi cosa che ho fatto per il bene dell’umanità, a parte uccidere mia moglie intendo.
VINCENT Lo hai fatto per salvare il mondo ?
SAM Il mondo no, ma qualche coglione come me ci sarebbe ricascato. Ho salvato lui.
VINCENT L’hai uccisa davvero per questo ?
SAM Certo, per cos’altro !
VINCENT Davvero per questo ?
SAM La troia.
VINCENT La amavi ?
SAM Una sola cosa, una soltanto che io abbia fatto per un altro ! Niente, sono settimane che ho il vuoto, non riesco a ricordare.
VINCENT Qualcosa avrai fatto.
SAM Il vuoto. Non dormo per quello, per il vuoto. E poi mi vengono in mente le cose più assurde.
VINCENT Tipo ?
SAM Le più assurde !
VINCENT Quali ?
SAM Non ricordavo nemmeno di ricordarle. Ci sarà un motivo per cui ti saltano in mente delle cose inutili quando meno te lo aspetti. Nei libri che hai letto o che hai scritto c’è una risposta ?
VINCENT Niente di garantito.
SAM Davvero ?
VINCENT Niente di sicuro.
SAM Ecco a cosa servite voi intellettuali di merda, ad aumentare i dubbi. Siete dei disonesti. Una volta si moriva in pace, era una cosa della natura. Mio padre morì sereno, io ero un bambino e quando gli chiesi perché stava morendo lui mi disse semplicemente che era vecchio. A me bastò quella risposta. Era vecchio, risposta esatta per Dio ! Ecco perché si muore.
VINCENT Tu non sei vecchio.
SAM Neanche tu.
VINCENT Appunto.
SAM Non interrompermi, non era questo quello che volevo dire. Lui morì semplicemente perché era stato in vita, era finito il suo tempo. Ecco quello che serve sapere. Voi intellettuali di merda ci riempite la testa di domande inutili di cui non conoscete le risposte, siete dei disonesti.
VINCENT Essere o non essere, questo è il problema.
SAM Sei, sei.
VINCENT Stronzo !
SAM Lo hai detto.
VINCENT Cosa ti è saltato in mente ?
SAM Carl, si chiamava così no ?
VINCENT Quello a cui hai rotto la faccia ?
SAM Quello.
VINCENT Carl.
SAM Appunto.
VINCENT Perché lui ?
SAM Perché era uno stronzo.
VINCENT Ti diede del negro di merda, ricordo.
SAM Ma non per quello, io sono un negro di merda !
VINCENT E allora perché gli rompesti il naso quando te lo disse ?
SAM Perché mi andava !
VINCENT Perché ?
SAM Mi fece incazzare.
VINCENT Perché ?
SAM Perché era violento.
VINCENT Cosa ?
SAM Era un delinquente Vin. Aveva rotto la faccia a quel ragazzo nuovo perché si rifiutava di fargli un pompino.
VINCENT Era un violento, certo.
SAM Lo era. Soddisfatto. Lo lasciò in pace il ragazzo poi, ricordi ?
VINCENT Ricordo.
SAM Non fare il moralista proprio tu. Reazione di Vincent. Scusami, non volevo dirlo.
VINCENT Perché ti è venuto in mente ?
SAM Alcuni giorni prima che lo portassero al crepatorio l’ho incontrato. Parlava da solo, mi sono avvicinato, mi faceva pena. Lui mi riconobbe e mi corse incontro. Io caricai il destro ma lui allargò le braccia e mi strinse forte. Piangeva come un bambino e continuava a dirmi che mi voleva bene. Te lo ricordi Vin, era una montagna quel pezzo di merda, quasi più grosso di me ! Piangeva come un poppante e continuava a chiedermi scusa. Io me lo scollai di dosso, un po’ per l’imbarazzo, un po’ perché puzzava come una capra. Lui si calmò e mi chiese di fargli compagnia. Mi disse “ Voglio che almeno tu non mi dimentichi” E’ questo che lo terrorizzava, che lo avrebbero dimenticato, la sua storia, la sua vita. Me la raccontò tutta, nei minimi particolari, anche intimi perdio ! non tralasciò nulla. Raccontava e rideva come un maiale ! E poi tante altre storie, le più cretine, le più inutili. Il sorriso di quel sacco di merda le faceva diventare le più belle del mondo. Mi raccontò anche dell’omicidio. Una rapina... brutta roba. Sfigato anche. Mi lasciò in eredità la sua storia. Io gli dissi che era inutile, avrebbero fatto la festa anche a me. Era contento così, finché vivevo non lo avrei dimenticato.
VINCENT E’ stato così.
SAM Ora toccherà a te non dimenticare nessuno dei due.
VINCENT Certo.
SAM Almeno me. Non mi dimenticherai vero Vin ?
VINCENT No, no.
SAM Sei uno stronzo Vin, e sai perché non ti ho mai ucciso quando mi hai fatto incazzare ?
VINCENT Per avere qualcuno che ti ricordasse ?
SAM No, ho mia figlia. Perché ti voglio bene, a te e a Carl.
Buio.
OTTAVA. Sussurrato.
Un interno non meglio definito. Su un divano è seduta Maria in accappatoio, intenta a guardare di fronte a se. Per terra, sul tappeto e con la schiena poggiata al divano c’è Mike, in boxer e canottiera, che guarda nella stessa direzione. I riflessi di un televisore acceso sui loro volti. Resti di pop popcorn, lattine vuote, barattoli, e due piatti sporchi. L’audio di un cartone animato ; i due ragazzi ridono.
TV - Ti prenderò brutto topastro, è giunta la tua ora.
- Dovrai rincorrermi fino in capo al mondo.
- Dai un occhiata a questa !
- Cos’è quel trabiccolo ?
- Io aspetterei a chiamarlo trabiccolo !
- Il rombo di un motore. Oh oh !
- Cos’è hai perso il fiato ?
- Sarà meglio che me la dia a gambe !
- Già comincia a correre, tanto non arriverai lontano !
- Il rombo del motore si fa assordante, poi fracasso di metallo. Aaaah !
- Impara a guidarlo quel coso ! A sfumare.
MIKE Non lo prenderà mai !
MARIA Hanno in mente di farlo succedere.
MIKE Davvero ?
MARIA L’ho letto su un magazine.
MIKE Cosa ?
MARIA I produttori della serie hanno commissionato un sondaggio, e il pubblico ha risposto positivamente.
MIKE Non ci credo !
MARIA Non dico cazzate !
MIKE Ma non è possibile, il cartoon sta in piedi proprio perché il gatto non prenderà mai il topo.
MARIA Pare che succederà invece.
MIKE Allora smetterò di guardarlo.
MARIA Perché scusa ?
MIKE Ma non ha senso.
MARIA Non è vero.
MIKE E’ il tema di tutta la serie, se rompono quello addio !
MARIA Ma succederà soltanto una volta, poi tornerà tutto come prima.
MIKE Non potrà tornare come prima. È impossibile.
MARIA Succederà soltanto in una puntata.
MIKE Quella puntata farà la differenza.
MARIA C’è dell’altra birra ?
MIKE Te la sei scolata tutta.
MARIA Senti chi parla !
MIKE Io ?
MARIA Tu, certo.
MIKE Io ho bevuto la limonata !
MARIA E la birra.
MIKE Solo la limonata !
MARIA Lanciandogli dei popcorn. Mike accetta il gioco e le rovescia in testa la scodella dei popcorn, lei cerca di parare, i due sono molto vicini, lei si irrigidisce. Dopo un breve imbarazzo Mike ritorna nella sua posizione. Ma cosa ti cambia scusa ?
MIKE Mi cambia e come !
MARIA Da quanto lo segui ?
MIKE Da sempre.
MARIA E per chi fai il tifo ?
MIKE Ma che domanda è ?
MARIA Tieni per il topo !
MIKE Ma certo, è il più piccolo.
MARIA Ecco perché ! Tu tieni per il topo !
MIKE Tutti tengono per il topo !
MARIA Ma che cazzata !
MIKE Tutti tengono per il topo !
MARIA Io tengo per il gatto !
MIKE Che c’entra!
MARIA Tutti quelli che conosco tengono per il gatto.
MIKE Che stronzata, glielo hai chiesto ?
MARIA No.
MIKE E allora ?
MARIA Ma lo so. Non si può tenere per il topo, a me sta pure antipatico !
MIKE Antipatico, ma come può stare antipatica una bestiolina così simpatica !
MARIA A me sta sul cazzo, vince sempre !
MIKE Perché è più intelligente !
MARIA Di te sicuro !
MIKE Sei simpatica sai, quasi quanto il tuo gatto di merda !
MARIA Gli lancia un cuscino. Oh ! ma come ti permetti !
MIKE Anzi più simpatica di lui ! Mi hai fatto male !
MARIA Te lo sei meritato.
MIKE Restituisce il favore. E’ tuo questo ?
MARIA Ma sei scemo ?
MIKE Te l’ho soltanto restituito :
MARIA Secondo me non soltanto deve prenderlo ma anche metterlo nel tostapane.
MIKE Nel tostapane !
MARIA Nel tostapane, nel tostapane !
MIKE Sei crudele.
MARIA Vediamo come scappa da lì.
MIKE Ma poi brucia !
MARIA Certo !
MIKE Finisce il cartoon !
MARIA Ma no, trovano un altro personaggio.
MIKE Non sarebbe la stessa cosa.
MARIA E cosa importa.
MIKE No, se lo prende finisce la serie.
MARIA Forse è quello che aspettano tutti.
MIKE Io no.
MARIA Ma che senso ha ? Non si può aspettare in eterno, prima o poi deve succedere.
MIKE Ma è la trovata del cartoon.
MARIA E poi finito il topo si può sempre ricominciare.
MIKE Ma quale altro personaggio ?
MARIA Uno qualunque, che ricominci a scappare.
MIKE Ma sta zitta !
MARIA Ma stai zitto tu.
MIKE Spari solo cazzate. Mi passi la limonata ?
MARIA Quella la bevo io, tu hai finito la birra.
MIKE Tu l’hai finita.
MARIA Ma sta zitto.
MIKE Vabbè, me la passi o no ?
MARIA No. Mike si alza e si allontana. Dove vai adesso ? Guarda che scherzavo, tieni. Gli allunga la bottiglia, ma il ragazzo è già sparito. Maria da sola, si guarda intorno, fissa il televisore.
TV - Un giorno o l’altro ti prenderò, comincia a dire le tue preghiere !
- Le sto già dicendo.
- E fai bene !
- Per te !
MARIA Si da una sistemata all’accappatoio. Mike rientra con alcune lattine di birra. E quelle ?
MIKE Sono mie !
MARIA Ma io ti ho chiesto se avevi della birra prima !
MIKE Hai detto che berrai la limonata.
MARIA E’ tua, a me non piace.
MIKE Hai detto che l’avresti bevuta.
MARIA Solo perché ti eri finito la birra.
MIKE Infatti è finita, quindi beviti la limonata. Stappa una birra e comincia a sorseggiare con gusto.
MARIA Ma è calda, e poi non è finita la birra.
MIKE Le passa una lattina. Dorme ancora, ma come hai fatto ?
MARIA L’ho soltanto accarezzato.
MIKE Anch’io lo accarezzo, ma con me non si addormenta.
MARIA Non lo sai accarezzare.
MIKE E’ il mio cane, lo conoscerò meglio di te !
MARIA Tra qualche ora sarà buio.
MIKE Devi andare ?
MARIA Credo di sì.
MIKE Ti accompagno.
MARIA No, è meglio di no.
MIKE Hai un posto dove andare dopo ?
MARIA Sì, da te.
MIKE Se vuoi ti invito prima ! Sorride.
MARIA Sorride. Grazie vengo lo stesso.
MIKE Ah va bene !
MARIA Adesso vado a prepararmi.
MIKE Forse non capirà subito chi sei ?
MARIA Mia madre gli parlò di me.
MIKE Questo me lo hai detto, io intendevo che non ti ha mai vista.
MARIA Pausa. Adesso vado. Scusami per prima.
MIKE No, scusami tu. Noi uomini siamo tutti uguali.
MARIA Anche a me sarebbe andato, ma non ci sono riuscita.
MIKE Scusami.
La sigla finale del cartoon accompagna il buio repentino. La musica resta nel buio fino alla sua conclusione.
NONA. Vecchi amici.
Rumori di lavori in corso provengono dalla strada. Robert lascia scorrere lentamente la grande portafinestra. Nel salone non c’è nessuno, tira un sospiro di sollievo. Resta qualche istante fermo come se non sapesse cosa fare, poi entra. Dopo essersi seduto, avverte dei rumori che provengono dal bagno, vorrebbe andare via, ma Lisa è già entrata nell’ambiente.
LISA Dove diavolo eri ?
Si accorge dell’errore. I due sguardi si incontrano per pochi secondi, quindi si evitano.
LISA Dov’è Vincent ?
ROBERT Mentendo goffamente. Pensavo fosse qui.
LISA Non c’è.
ROBERT Lo vedo.
Pausa.
LISA Andavi via ?
ROBERT Si.
LISA Cosa sono questi rumori ?
ROBERT Rifanno la fogna, ormai è piccola.
LISA C’è tanta gente ?
ROBERT Alcuni ritornano, altri arrivano.
LISA Già.
ROBERT E’ una tendenza . Sono stanchi della City.
LISA Breve pausa. Cosa vuoi dire ?
ROBERT Quello che ho detto. E’ la storia, in alcuni periodi si tende alla città, in altri alla campagna.
Scambio serrato.
LISA Non sono tornata.
ROBERT Non alludevo a te.
LISA Non sono venuta per restare.
ROBERT Non lo pensavo.
LISA Neanche se mi pregasse in ginocchio quel bastardo.
ROBERT Non lo farebbe.
LISA Lo credo.
ROBERT Ha una vita qui.
LISA Non mi interessa.
ROBERT Non rinuncerebbe, stanne certa.
Pausa.
ROBERT Non alludevo a te.
LISA Poteva essere.
ROBERT Non era così.
LISA Va bene.
ROBERT Non mi credi ?
LISA Va bene. Ti credo.
ROBERT Breve pausa. Ora devo andare.
LISA Eri venuto per me ?
ROBERT No.
LISA Per lui ?
ROBERT No. Si. Hanno deciso di cominciare i lavori oggi pomeriggio in questa strada e... niente, volevo avvertire Vincent.
LISA Ti ha detto che sarei arrivata ?
ROBERT Si.
LISA Allora ?
ROBERT Cosa ?
LISA Non hai prediche, invettive, offese da consegnarmi ?
ROBERT No, nulla di questo.
LISA Bene.
ROBERT Sei cambiata.
LISA Bene.
ROBERT Temevi offese da parte mia ?
LISA Non sei nuovo a queste cose voglio dire.
ROBERT E’ passato del tempo.
LISA Non è cambiato nulla.
ROBERT Può darsi. Ero venuto per dire a Vincent...
LISA Avrebbe sentito i rumori.
ROBERT Certo ma...
LISA Lascia perdere Robert, lascia perdere. Era l’unica cosa che potesse succedere, e sta succedendo.
ROBERT Cosa vuoi dire ?
LISA Parlo dell’ipocrisia.
ROBERT Non mi chiederai di allargarti le braccia ?
LISA No. Tentiamo di non essere ipocriti però ?
ROBERT Potrei offenderti.
LISA Allora fallo.
ROBERT Non è cambiato nulla Lisa.
LISA lo so.
ROBERT Breve pausa. Volevo assicurarmi che fosse tutto a posto.
LISA Tutto a posto ?
ROBERT Che non ci fossero problemi.
LISA Nulla è a posto, nulla è a posto. Dov’è lui ?
ROBERT Non lo so.
LISA Lo hai convinto a scappare da me ?
ROBERT Ascolta Lisa, non voglio tensioni con te, quindi non irritarmi.
LISA Sei venuto tu per lui ?
ROBERT Nient’affatto !
LISA Mi ha detto che lo avrei trovato. E’ importante evidentemente. Non sarei qui per nulla lo capisci ! Breve pausa. Parlerò solo con lui.
ROBERT Lo farai, appena tornerà.
LISA Che storia è che nemmeno si fa trovare ?
ROBERT Non saprei.
LISA E’ un bastardo, non ha mai smesso di esserlo.
ROBERT Sarà qui a momenti.
LISA Migliaia di chilometri per non trovarlo. Tuttavia mi è costato farlo. Non sarei qui per nulla evidentemente.
ROBERT Evidentemente.
LISA Bastardo. Devo parlargli. Lo aspetterò, tornerà.
ROBERT Voleva vederti. Ci sarà stato un motivo valido.
Pausa. Robert è incerto sul da farsi. Qualche passo verso la portafinestra, quindi si ferma restando di spalle.
LISA Certo che sono cambiata, tutti cambiamo.
ROBERT E’ vero.
LISA Mi trovi invecchiata ?
ROBERT Come ?... non saprei.
LISA Tu lo sei. Sei invecchiato.
ROBERT Hai paura vero ?
LISA E’ carino il tuo paese. Come lo immaginavo.
ROBERT Tutto il sud ovest è bello.
LISA Deve essere così.
ROBERT Non ci sei mai stata ?
LISA Solo in vacanza.
ROBERT Vuoi che me ne vada ?
LISA Tu cosa vuoi ?
ROBERT Vincent non c’è, io ero venuto per...Lunga pausa. Come stai Lisa ?
LISA Devo parlargli.
ROBERT Non mancherà.
LISA Come fai ad esserne sicuro ?
ROBERT Me lo ha detto.
LISA Dov’è ?
ROBERT Una grana al giornale. Non ha potuto evitarla. Mi ha chiesto di controllare che non ripartissi.
LISA Ti ha detto cosa ?
ROBERT Non ti avrei incontrata se non me l’avesse chiesto lui.
LISA Ci credo. Cosa ti ha chiesto ?
ROBERT Voleva che ti aspettassi, per non farti ripartire.
LISA Perché non lo hai detto subito ? Non sei stato chiaro.
ROBERT Ero in difficoltà, puoi immaginarlo. Ora lo sai, tornerà, quindi se vuoi puoi aspettarlo.
LISA Aspettarlo.
ROBERT Vuole incontrarti. Addio Lisa. Si avvia questa volta deciso.
LISA Come stai Robert ?
ROBERT Bloccandosi. Le stagioni sono miti da queste parti. Il tempo scorre piacevolmente. Va via indolore. Ho avuto fortuna.
LISA Hai dei figli ?
ROBERT Non ne abbiamo avuti.
LISA Si.
ROBERT Cosa ?
LISA Mi hai chiesto se ho paura.
ROBERT Respiro profondo. Faticoso il viaggio ?
LISA Faticoso.
ROBERT Siamo collegati uno schifo. Ma il paese sta crescendo, ci stiamo adeguando.
LISA La strada non è male.
ROBERT Sei venuta da nord ?
LISA Può darsi.
ROBERT Nord est. E’ l’aeroporto più vicino.
LISA E’ lontano qui.
ROBERT Se vieni da lontano.
LISA Ho un nuovo lavoro.
ROBERT Lavori ?
LISA Sono un grafico pubblicitario ricordi ?
ROBERT Già, studiavi per quello.
LISA Esercito adesso. Mi pagano bene.
ROBERT Eri brava.
LISA Qualcosa avevo dimenticato, ma in pochi anni ho fatto una discreta carriera. Ho una casa al centro, mia.
ROBERT Comodo.
LISA Noi eravamo amici Rob ?
ROBERT Ricordo.
LISA Breve pausa. Grazie per avermelo chiesto.
ROBERT Non so nemmeno perché l’ho fatto.
LISA Lo hai fatto.
ROBERT Pensavo di odiarti.
LISA Invece ?
ROBERT Neanche tu riesci più a farlo.
LISA No. E’ passato del tempo.
ROBERT Qualcosa è diverso non trovi ?
LISA Non saprei.
ROBERT Qualcosa è cambiato.
LISA Ho desiderato il peggio per te.
ROBERT Sono molto legato a Vincent.
LISA Certo.
ROBERT Non ti odio. Non più.
LISA Lo capisco.
ROBERT E neanche lui odi ancora vero ?
LISA Non lo so.
ROBERT Vero ?
LISA Non lo so.
ROBERT E’ così ?
LISA E’ passato del tempo.
ROBERT Ti aspettava.
LISA Non poteva essere altrimenti.
ROBERT Perché ? Dopo tutto non lo capisco.
LISA Abbiamo qualcosa da dirci.
ROBERT Pausa. Non mi dispiace averti incontrata. Saresti ripartita ?
LISA No.
ROBERT Lo avresti aspettato comunque vero ?
LISA Devo parlargli.
ROBERT Non mi dispiace averti incontrata.
LISA Sei invecchiato, ma in forma.
ROBERT Che idiozia. Sorride.
LISA Cosa ?
ROBERT Quello che hai detto.
LISA Sorride. Perché ?
ROBERT Sarebbe stato molto più semplice odiarsi ancora.
LISA Può darsi .
ROBERT Dico che finché si odia qualcuno, non ti fai tante domande su di lui.
LISA E’ così.
ROBERT Sarà per questo che è un sentimento diffuso. In fondo odiare è una cosa superficiale, non trovi ?
LISA A volte si sente il bisogno di essere superficiali.
ROBERT Già.
LISA E’ una cosa necessaria voglio dire.
ROBERT Certo.
LISA Capisci cosa voglio dire ?
ROBERT Certo.
LISA E’ così.
ROBERT E’ così. Penso che dovresti andare via.
LISA Dovrei ?
ROBERT Dovresti. Ha una nuova vita.
LISA Non sono qui per lui.
ROBERT Perché sei venuta fino a qui ?
LISA Per me.
ROBERT Non dovreste vedervi.
LISA Ho dovuto. Ho una figlia Robert, la figlia di Vincent.
ROBERT Cosa ?
LISA E’ scappata, sono sicura diretta qui.
ROBERT Cosa inventi Lisa ?
LISA Non invento nulla.
ROBERT Che figlia ?
LISA Mia e di Vincent.
ROBERT Ma questo non è possibile !
LISA Ha venticinque anni.
ROBERT Cosa diavolo dici Lisa ?
LISA Ha scoperto da sola chi è il padre, abbiamo avuto una discussione violenta e poi è sparita, da tre giorni. Sono sicura che è qui.
ROBERT Non c’è nessuno qui.
LISA E’ diretta qui allora.
ROBERT Questa è grossa Lisa, te ne rendi conto ?
LISA Non guardarmi come se fossi un marziano, pensi che avrei fatto tanta strada per venire a sparare una cazzata così grossa ?
ROBERT Hai bisogno di aiuto Lisa ?
LISA Sei un bastardo.
Pausa.
ROBERT E’ vero ?
LISA Non ho mai inventato nulla, neanche al processo.
ROBERT Una figlia.
LISA Ha fatto perdere le sue tracce. Non è registrata su nessun volo, nessuno prenotazione di treno o roba del genere. Io però sono sicura che è diretta da Vincent.
ROBERT Hai avvisato la polizia ?
LISA No.
ROBERT Lo hai detto alla polizia ?
LISA No, non ancora, stai tranquillo.
ROBERT Vincent è sereno adesso. E’ un uomo stimato qui.
LISA Non ho avvertito la polizia, ma lo farò, dovrò farlo.
ROBERT Certo.
LISA E qui Maria ?
ROBERT No. Non c’è.
LISA Me lo diresti vero ?
ROBERT Non riuscirei a mentirti.
LISA Vero ?
ROBERT Non è qui.
LISA Non è ancora arrivata.
ROBERT Mio Dio, è incredibile. Perché hai taciuto tutti questi anni ? Nessuna risposta. Mio Dio, è incredibile.
LISA Avevo paura.
ROBERT Paura, di che ?
LISA Vincent è un uomo violento.
ROBERT Non più!
LISA Non si cambia mai davvero.
ROBERT Vin era innocente, lo avrebbero ucciso fosse stato per le tue deposizioni.
LISA Non sai niente Robert.
ROBERT Ti sbagli. Vin ha una nuova vita adesso.
LISA Non ho inventato nulla al processo. Tu non lo conosci bene.
ROBERT Sta zitta Lisa.
LISA Ero convinta fosse colpevole.
ROBERT Come potrai perdonartelo ?
LISA Non sai nulla Robert. Quello che ho detto in aula è soltanto una parte delle violenze a cui mi sottoponeva.
ROBERT Cosa ?
LISA Non sai nulla. Ho subito l’inimmaginabile Robert.
ROBERT Vincent non uccise quella bambina.
LISA Mi picchiava, e non soltanto quando beveva...
ROBERT Smettila Lisa.
LISA No, devi sapere.
ROBERT E’ patetico.
LISA Non potevo credere alla sua innocenza, non dopo quello che ho subito. Io lo amavo, e tu solo sai quanto lo amavo. Nessuno meglio di te potrebbe testimoniarlo.
ROBERT E’ acqua passata.
LISA Scelsi lui perché era con lui volevo vivere la mia vita, lo sai questo ?
ROBERT Non centra adesso.
LISA Centra, tu sai che lo amavo.
ROBERT E’ patetico.
LISA Può darsi.
ROBERT Allora smettila. Rumori dalla strada. Questi maledetti rumori !
LISA Ti ricordi di Samuel Jakson, il suo complice ?
ROBERT Sta zitta.
LISA Sono stata costretta a giacere con lui mentre Vincent, mio marito, si masturbava.
ROBERT E’ patetico.
LISA Più di una volta. Portava a casa le sue conquiste, ragazzine appena donne, con le quali si divertiva.
ROBERT Non continuare, fallo per te.
LISA Mi metteva fuori casa, e si divertiva con loro. Poi cominciò con quelle più piccole, sempre più piccole. Samuel aveva i contatti.
ROBERT Era lui l’assassino.
LISA Bambine, anche di otto anni. Fotografavano le loro gesta e voleva che io le guardassi, vuoi sapere ancora altro di quello che non ho mai avuto il coraggio di dire in aula ?
ROBERT Lisa, ti prego.
LISA Non hai mai voluto farlo in questi anni fallo adesso Robert, ti scongiuro ascoltami !
ROBERT Perché ?
LISA Perché sto tremando come una foglia. Silenzio. Voleva soddisfatte tutte le sue perversioni da me. Quante notti ho passato a vomitare Dio solo le ha contate. Io lo amavo. In poco tempo era diventato uno scrittore di successo, si sentiva un Dio. Io non lo so, non lo so cosa gli passava nel cervello. Cambiò, profondamente. Era un animale. Ancora mi chiedo cosa gli accadde. Prima di Samuel la violentò lui, e mentre l’altro la picchiava a morte non mosse un dito. Se non disse una parola in sua difesa era per questo credimi. Si masturbava, e scattava foto , quelle stesse che lo hanno scagionato.
ROBERT Hai taciuto per tutti questi anni ?
LISA Non con lui. Sa tutto. Perché credi che abbia tanta voglia di vedermi ? Maria aveva già quindici anni. Andai a fargli visita pochi giorni prima della data fissata per l’esecuzione. Gli rivelai tutto.
ROBERT Non ne ha mai parlato.
LISA Glielo chiesi io. Ha taciuto sempre, e non ha mai provato ad incontrarla. Sarebbe stato un disastro. I rumori della strada cessano. Maria ha scoperto tutto. Sono certa che è da lui che è venuta. Quando venne incriminato, fui certa che era l’assassino. Se mi ritrovassi in quella situazione farei lo stesso.
ROBERT Hai detto che non lo odi più.
LISA Ho anch’io una nuova vita.
ROBERT Ti sei risposata ?
LISA Solo qualche storia. Devo impedire che si incontrino. Non voglio restare sola ancora, è mia figlia, io la amo. Non deve abbandonarmi. Non per lui.
Pausa. I due si incontrano, e si abbracciano con grande tenerezza.
ROBERT Anche tu sei invecchiata, ma sei ancora una bella donna.
LISA Sorride. Che idiozia !
ROBERT Già. Si dirige verso la portafinestra e guarda fuori.
LISA Hanno sospeso i lavori !
ROBERT Pare di si, non c’è più nessuno.
LISA Non partirò Rob, non posso farlo.
ROBERT Farai quello che pensi, il mio è solo un consiglio.
LISA Mi porti a prendere un caffè adesso ?
Buio.
DECIMA. Fratelli di sangue.
Luce repentina sul rumore sordo delle sbarre che si aprono. Irrompe la cella, dove troviamo soltanto Vincent a letto. Entra Sam , fa fatica a fingersi sereno, lascia chiudere le sbarre alle sue spalle...
SAM Ciao Arnold, ci vediamo presto.
ARNOLD Fuori campo. Presto Sam, molto prima di quanto pensi. Ride.
SAM Ti aspetterò con ansia.
... quindi si dirige diritto al letto di Vincent e lo costringe ad ascoltare.
SAM Ti gonfio brutto figlio di puttana !
VINCENT Cosa ti prende Sam ?
SAM Cos’è questa storia che sei innocente eh ?
VINCENT Calmati Sam !
SAM Rispondimi stronzo.
VINCENT Cosa ti prende ?
SAM Mi prende che se ci tieni tanto a morire ti ammazzo io brutto figlio di puttana.
VINCENT Hai bevuto.
SAM Io ti ammazzo, non mi cambia nulla, fra tre giorni mi fanno la festa lo stesso, non si commuoveranno per un negro di merda !
VINCENT Vuoi calmarti !
SAM Non mi calmo per niente !
VINCENT Basta adesso ! Si divincola lasciando sul posto Sam. Stai esagerando.
SAM Cerca di calmarsi. Sono stato a colloquio con il tuo amico.
VINCENT Robert ?
SAM Già.
VINCENT Stronzo.
SAM Mi spieghi perché non vuoi riceverlo ?
VINCENT Sono cazzi miei.
SAM No, no perdio ! Io ti rompo il culo sappilo. Non rispondermi così. Mi ha detto tutto.
VINCENT Bene.
SAM Bene un cazzo, c’è di mezzo la tua vita, lo capisci ?
VINCENT La mia vita, appunto. Si accende una sigaretta.
SAM La tua un cazzo, col cazzo che è la tua la vita. Il tuo è un suicidio lo sai ?
VINCENT Sono colpevole.
SAM Non dire stronzate, quel Robert mi ha detto...
VINCENT Cazzate, Robert ti ha detto cazzate.
SAM Come fai ad essere così cretino !
VINCENT Ti prego, lasciamo questo argomento.
SAM Mi spieghi come fai ad esserlo !
VINCENT Sam !
SAM Devi dirmelo, perché io davvero non lo capisco.
VINCENT Ti ho detto di stare zitto.
SAM Mi sforzo, ma non ci arrivo.
VINCENT Basta adesso.
SAM Credi di fare un favore a qualcuno ?
VINCENT Come devo dirtelo ?
SAM La bambina non l’hai uccisa tu e così ?
VINCENT Sta zitto.
SAM Non l’hai uccisa tu.
VINCENT Non quest’argomento !
SAM Neanche lei sarebbe felice di vederti morto.
VINCENT Maledetto Robert !
SAM Te la sei fottuta, per questo vuoi morire ?
Vincent si avventa su Sam e lo colpisce con tutta la sua forza. Silenzio. Sam sanguina, si passa la mano sulla ferita. Cerca qualcosa per tamponarsi. Va verso le sbarre e guarda fuori. Trema vistosamente. Comincia ridere.
SAM Figli di un cavallo. Risata amara. Sei comico Vin, così ti chiamavano al liceo giusto ? Vincent non risponde. Dovresti fare il comico, non lo scrittore. Vin è un nome da comico. Figli di un cavallo. Ride. Dio mio, se qualcuno sapesse che non ho restituito un pugno sarebbe la mia fine. Vin, tu lo sai perché non ti ammazzo ? Lo sai Vin ? Perché tanto già lo stai facendo da solo. Ma siccome vivrai qualche giorno più di me, ecco, io ti vieto di dire in giro che non ho restituito un pugno. Sai quelle domande inopportune del tipo, ma cosa ha fatto prima di morire ? Cosa ha detto, le sue ultime parole. Limitati a dire che ho detto a te, che sei un uomo fortunato. Il perché sarà il nostro segreto.
VINCENT Sanguina molto ?
SAM Il coraggio ! ecco la mia dote. Non mi è mai mancato. Anche quando scoprii mia moglie nel letto con quel verme che somigliava a Carl, non mi persi di coraggio. Seppi subito cosa fare. Dalle mie parti si va in giro armati se sei un commerciante, anche se vendi ferro arrugginito non importa ! Devi guardarti da chi ti porta via i calzini bucati. Ci volle un attimo. Erano le lenzuola del corredo di mia madre. Lei non portò alcuna dote, era povera. Le diedi tutto, tutto quello che potevo. Ride Avresti dovuto vedere il verme come se la dava a gambe poveraccio. Se l’è fatta addosso per Dio ! Scopata col morto ! Ride. Mia figlia le avrà lavate per bene, è una brava ragazza, troverà un buon marito e sarà felice.
VINCENT Perché non la chiami ?
SAM Non mi ascolterebbe, come io non ascoltai lei mentre mi urlava di non sparare.
VINCENT Hai freddo ?
SAM Va a sedersi e si calma. Non sia mai detto ! Ho la scorza dura io.
VINCENT Hai scoperto qual è stata la tua buona azione ?
SAM Nessuna, non ne ho trovata nessuna.
VINCENT Hai cercato bene ?
SAM Nessuna di qualche conto. Niente di niente. Ho sempre badato ai cazzi miei, credevo bastasse. Niente per nessuno, neanche della mia razza.
VINCENT Ti aiuto a cercarla ?
SAM Basta, sono stanco.
VINCENT Rinunci alla ricerca ?
SAM L’ho finita !
VINCENT Cosa mi lasci ?
SAM Cosa ?
VINCENT L’eredità !
SAM Già, l’eredità. Ma chi lo ha inventato questo gioco del cazzo.
VINCENT Tu.
SAM Io ? L’avevo dimenticato.
VINCENT Sono tue le regole, chi va lascia qualcosa al suo compagno di cella.
SAM Credevo che moriste tutti prima, e di guadagnarmi la libertà per esubero di scarto umano.
VINCENT Allora ?
SAM C’è poco da scegliere, Le mie mutande se vuoi, hanno una reputazione sai ! Chiedilo in giro. Potresti essere mio figlio senza saperlo ! Ride.
VINCENT Va bene papà, ma adesso non scherzare, voglio qualcosa da te.
SAM Che cazzo ne so, scegli tu.
VINCENT Posso ?
SAM Che cazzo potresti volere da me ?
VINCENT La pianta.
La scena rimane in silenzio. Sam ride.
SAM Lascia stare.
VINCENT Voglio quella.
SAM No, tu non vuoi quella.
VINCENT Certo che la voglio.
SAM Sei un bastardo Vincent !
VINCENT Perché ?
SAM Io non lo so ma tu si.
VINCENT Hai detto che avrei potuto scegliere.
SAM Sei un bastardo Vincent.
VINCENT Allora, mantieni la parola ?
SAM No, non posso Vincent.
VINCENT Perché no ?
SAM Prendi le mie mutande, ti andranno larghe ma ti porteranno fortuna vedrai.
VINCENT Non voglio le tue mutande.
SAM Prendile te le do volentieri.
VINCENT Non voglio le tue mutande.
SAM Certo che le vuoi.
VINCENT La pianta.
SAM Tu non vuoi la pianta.
VINCENT Si che la voglio, te la sto chiedendo.
SAM Che cazzo te ne fai di una pianta ?
VINCENT Questi sono cazzi miei.
SAM Tu non vuoi la pianta, tu vuoi sapere perché la tengo !
VINCENT No, io la voglio.
SAM Tu vuoi sapere perché la tengo.
VINCENT Non me ne frega un cazzo del perché la tieni.
SAM Tu vuoi sapere perché la tengo.
VINCENT Non me ne frega un cazzo.
SAM Sei un bastardo Vincent.
VINCENT Allora me la dai o no ?
SAM No.
VINCENT Come no ?
SAM No.
VINCENT Avevi detto che...
SAM Sei un bastardo Vincent !
VINCENT No che non lo sono.
Appare l’ombra di Arnold sulla scena. Silenzio per qualche istante.
SAM Cosa cazzo hai da guardare faccia di merda !
ARNOLD Voce fuori campo. Ah ! Perché mi tratti così Sam ?
SAM Ti tratto come ?
ARNOLD Mi tratti male !
SAM Ma cosa dici Arnold.
ARNOLD Dico che non lo merito.
SAM Meriti cosa ?
ARNOLD Che mi tratti male !
SAM Ma io non ti tratto male Arnold.
ARNOLD A no ?
SAM No, certo che no, non potrei mai farlo.
ARNOLD Bravo.
SAM Se no mi sculacci vero Arnold ?
ARNOLD Dove vuoi arrivare Sam ?
SAM Da nessuna parte Arnold.
VINCENT Sta calmo Sam.
ARNOLD Ecco, allora ti consiglio di tacere.
SAM Voglio solo essere sincero con te, non ti tratto male. Se te lo dico, è perché penso davvero che tu sei una faccia di merda !
VINCENT Sam !
SAM Tranquillo Vincent, non può farmi più nulla, sono già morto.
ARNOLD Sei un bastardo !
SAM Maestro !
VINCENT Calmati.
SAM Non può più nulla, è venuto a prendermi. Posso mandarlo al diavolo senza riguardi.
ARNOLD Visto che lo sai, preparati per la gita. Hai tre minuti.
Arnold sparisce. Sam ride a crepapelle e riprende a tremare. Vincent cerca di rimanere sereno, ma tradisce lo sforzo.
SAM Hai visto che faccia che ha fatto ?
VINCENT Già !
SAM Sembrava un marziano.
VINCENT Già.
SAM Sembrava un marziano, lo hai visto ?Comincia a raccogliere le sue poche cose.
VINCENT Sembrava un marziano.
SAM Lo era, lo era. Aspettavo questo momento credimi.
VINCENT Questo momento ?
SAM E’ da quando mi hanno portato qui dentro che non aspetto altro. Mi ero immaginato la scena un migliaio di volte.
VINCENT Già. Che faccia che ha fatto !
SAM E’ andata meglio di quanto pensassi.
VINCENT Perché ?
SAM Perché non mi sono incazzato, ero quasi inglese mentre gli dicevo che era una faccia di merda ! Lo ero o no ?
VINCENT Cosa ?
SAM Inglese ?
VINCENT Cosa ?
SAM Mi ascolti quando parlo?
VINCENT Ti ascolto.
SAM Non mi sembra.
VINCENT Ti ascolto.
SAM Cosa ho detto ?
VINCENT Lo eri !
SAM Cosa ?
VINCENT Inglese !
SAM Certo che lo ero. Gli ho consegnato un faccia di merda da parte di tutti qui dentro. Dillo, voglio che lo sappiano in giro come mi sono congedato.
VINCENT Lo dirò !
SAM Corre verso le sbarre e urla. Arnold è una faccia di merda, lui e la sua giustizia del cazzo, firmato un negro di merda ! Si calma. Ti ho facilitato il compito, adesso dovrai soltanto ripeterlo.
VINCENT Lo farò.
SAM Ha finito di raccogliere. Ha la pianta sotto il braccio. Senza farti sentire se no fanno la festa a te. Tu sei uno che piange nella privata, non hai palle, sei un bianco.
VINCENT Potrei si !
SAM O forse canteresti la tua canzone da froci !
VINCENT Così piangerebbero gli altri.
SAM Pausa. Ride. L’ho detto io che sei un comico !
VINCENT Certo.
SAM Addio !
VINCENT Sono in anticipo.
SAM Avranno fretta al crepatorio ! Servirà sangue nero per coprire quello bianco, loro fanno così, non puliscono mai.
VINCENT Mai.
SAM Però sono contento di dare il mio contributo.
VINCENT Perché ?
SAM Perché a furia di non pulire, il sangue diventerà talmente tanto che ci affogheranno dentro vedrai.
VINCENT Allora muori per una causa.
SAM Lo hai detto.
VINCENT Eccola !
SAM Cosa ?
VINCENT La tua azione per l’umanità.
SAM Potrebbe essere..
VINCENT Lo è.
SAM Mi faccio uccidere per annegarli nel mio sangue. Suona bene, scrivici qualcosa e metti il mio nome. Questa notte dormirò tranquillo vedrai.
VINCENT Ho poco tempo anch’io.
SAM Già. Fai come ti pare. Io monto sul cavallo bianco, mi porterà a casa, sono stanco. Un’ombra dalle sbarre. Si avvia, poi torna indietro. Ascolta Vin.
VINCENT Dimmi.
SAM Tieni. Gli da la pianta. Non è per te. Promettimi che la farai avere a mia figlia.
VINCENT Lo prometto.
SAM Rumori di ferro, chiavi, poi le sbarre si aprono. Tanto io li troverò quei fiori dove sto andando. Erano la passione di mia moglie, la casa anche se povera la faceva sembrare un paradiso con quelli. Figurati se non avrà riempito di fiori anche dov’è adesso. La ritroverò li.
VINCENT La troverai.
SAM Di a mia figlia che glieli mando io.
VINCENT Addio Sam.
SAM Sei un bastardo Vin.
I due non si abbracciano. Sam esce, Vincent rimane a guardarlo. Le sbarre si richiudono portando via la luce, buio.
UNDICESIMA. Atto senza parole.
Stacco di situazione in casa di Vincent a Lifetown. L’impianto stereo manda quella canzone a volume molto alto, nell’ambiente non c’è nessuno, dopo qualche secondo Vincent rientra. Perplesso si guarda intorno. Si dirige al tavolino, cerca la foto, non la trova. Sale la sua agitazione, avverte la presenza di qualcuno in casa.
VINCENT C’è nessuno ? Nessuna risposta. Chi c’è in casa ? Nessuna risposta. Va verso lo stereo e lo spegne. Chi c’è in casa ? Lisa sei tu ?
Lentamente si apre la porta della camera da letto. E’ Maria.
MARIA Ha la foto in mano. Cercavi questa ?
Poi si blocca e non riesce a fare altro che guardare Vincent negli occhi. Lo stallo regge alcuni secondi, tanti a sufficienza perché appaia strano. Maria infine abbassa lo sguardo lasciando cadere la foto davanti ai suoi piedi. Fuori dalla grande portafinestra sopraggiunge Lisa. Non riesce ad entrare, comincia a bussare. Vincent è fermo, appare come spaventato, indeciso sul da farsi. La luce comincia a calare. Lisa mentre sparisce nel buio bussa con ancora maggiore insistenza. Lentamente svanisce la casa di Lifetown, l’ultimo suono dell’ambiente, ormai violento, è il bussare di Lisa alla portafinestra, poi anche quello soffoca.
Buio.
DODICESIMA. L’addio.
Il tavolo in proscenio illuminato da una lampadina. Da una parte una sedia, dall’altra un altra. Sul fondo la sagoma di Arnold. L’ambiente scarno resta vuoto per alcuni secondi osservato da Vincent. Infine si incammina verso il tavolo. Si siede. Passano alcuni secondi.
VINCENT Lo farò.
Solo adesso la luce ci fa scoprire in scena Robert, accompagnato da Mike in giacca e cravatta. Vincent ha la testa china.
ROBERT Cosa ti ha convinto ? Nessuna risposta. Lui è Mike, te ne avevo parlato. E’ disposto a difenderti.
MIKE Salve signor Cuevas. Sta bene ? Nessuna risposta.
ROBERT Il caso verrà riaperto, mia moglie... è riuscita ad ottenerlo. Per il denaro, non devi farti problemi per quello. Si siede. Mi dispiace per il tuo amico Sam. Reazione di Vincent. Ti voleva bene. Mike ha in mano la chiave di tutto. Le foto, le foto Vincent. E’ stabilito che il colpo che ha ucciso la bambina... insomma, pare che tu possa cavartela, è una possibilità concreta.
MIKE La sua innocenza può essere provata signor Cuevas. L’uomo con la mazza da beseball nelle foto da lei scattate quella notte, Samuel Jakson, è colui che ha causato la morte della bambina. Un colpo in particolare l’ha uccisa, di una mazza da baseball. Le sue impronte non ci sono su quella mazza. Non la uccideranno.
ROBERT Certo che non lo uccideranno, vero Mike ?
MIKE Troveremo una spiegazione al suo silenzio, parleremo di una crisi o qualcosa del genere. Lei è innocente signor Cuevas.
ROBERT Lo è !
MIKE Ed io sono disposto a difenderla.
ROBERT Stai ascoltando Vin ? Stai ascoltando quello che dice Mike ? E’ in gamba sai, è giovane, ma ha già messo a sedere grossi nomi. E’ l’uomo che fa per noi, ti tirerà fuori di qui, puoi starne certo.
MIKE Non è una questione di bravura, la fortuna è dalla nostra parte, Il signor Robert può far riaprire il caso, e noi in mano abbiamo le prove, sono prove, della sua innocenza.
ROBERT Lo senti Vin ?
MIKE Non potranno smentire i fatti.
ROBERT Già, i fatti.
MIKE I soldi ci sono e grazie a Dio quelli fanno miracoli, è il tempo che è poco, mancano sei giorni. Lei deve collaborare signor Cuevas.
ROBERT Ma perché non ti sei difeso fino ad oggi Cristo ! Comunque non è tardi vero Mike ?
MIKE Dobbiamo fare in fretta.
ROBERT ...ma domani potrebbe esserlo. Dio mio se è tardi ! Ma ce la faremo, stanne sicuro Vin. Vin, mi ascolti ? Non fosse stato per Sam, mi dispiace per lui.
MIKE Ho bisogno del suo consenso signor Cuevas, senza sarebbe una partita persa.
ROBERT Verrai a stare dalle mie parti. Si è liberata quella casa sai, quella del catalogo con la portafinestra scorrevole che ti era piaciuta. E bellissima, sarà tua. L’abbiamo comprata per te io e mia moglie. Ti rifarai una vita, riprenderai a scrivere.
MIIKE Ho bisogno della sua collaborazione, deve dichiararsi innocente.
ROBERT Lui è innocente Mike, lui è innocente.
MIKE Certo che lo è, e noi lo proveremo.
ROBERT La tua vita vale ancora qualcosa Vin, non si butta via l’opportunità di rifarsi sul destino. E’ Dio che ti allunga una mano, non rifiutarla. Tu sei innocente. Troveremo una spiegazione al tuo silenzio vero Mike ?
MIKE Una crisi, un pentimento, voleva colpevolizzarsi per la morte della bambina. Succedono tante cose nella testa di un uomo provato dal dolore.
ROBERT Certo, è così. Succedono tante cose in quella testa, ma ora avrai la possibilità di rifarti una vita. Ne hai diritto, hai ancora tanto da dare. Tu vali molto Vincent, la vita è stata dura con te, ma ora ti tende una mano e sai perché ? Lo sai perché ? Diglielo Mike !
MIKE Perché è giusto ?
ROBERT Ma no, certo che è giusto. Digli di quello che ti ho fatto leggere, gli ho fatto leggere i tuoi romanzi, li trova formidabili, diglielo Mike ! Tutti torneranno ad osannarti, diglielo Mike.
MIKE Le hanno attribuito un giusto successo.
ROBERT Digli che ti piace, diglielo.
MIKE Certo, è così. Lei è un ottimo scrittore signor Cuevas. Avrà ancora fortuna, però deve collaborare.
ROBERT Lo hai sentito ? Dio mio ! ma come fai me lo dici ? Mia moglie è entusiasta di te, lo sai. La politica, la politica può tutto e lei è sul carro giusto, tu sei sul carro giusto. E’ disposta ad aiutarti, tutti siamo disposti ad aiutarti, non sei solo Vin ! Devi tornare a scrivere per noi.
Vincent si alza e va verso la cella. Prende da sotto il suo letto un malloppo di carte scritte a mano, ritorna al tavolo e lo poggia sopra.
ROBERT Cos’è ?
VINCENT La mia eredità.
ROBERT Cosa ?
VINCENT E’ un gioco che ha inventato Sam. Tutti lo rispettiamo qui dentro.
ROBERT Di cosa si tratta ?
VINCENT E’ semplice. Chi va per primo lascia qualcosa al suo compagno di cella perché ne conservi il ricordo.
ROBERT Un gioco ?
VINCENT E’ semplice.
Scambio serrato.
ROBERT Appare contrariato. Tra se. Figlio di puttana.
VINCENT Così tu sei Mike ?
ROBERT Figlio di puttana !
MIKE Si signore.
ROBERT Figlio di puttana.
VINCENT Chiamami Vincent, e non guardarmi con quegli occhi.
MIKE Che occhi ?
ROBERT Si alza di scatto battendo il pugno sul tavolo. Figlio di puttana.
MIKE Non capisco.
VINCENT Non c’è nulla di buono in me, mi guardi come se volessi convincermi del contrario, te lo ha detto Robert ?
MIKE Continuo a non seguirla signore !
VINCENT Puoi disprezzarmi.
MIKE Io non la disprezzo.
VINCENT Non mi disprezzi ?
MIKE No signor Cuevas.
VINCENT Chiamami Vincent.
MIKE Vincent.
VINCENT Quale giustizia rappresenti Mike ?
MIKE La giustizia.
VINCENT Quale ?
MIKE La giustizia.
VINCENT Indica Arnold. Anche lui ha la sua giustizia, è quella che rappresenti ?
MIKE No Signor Cuevas.
VINCENT Vincent.
MIKE Vincent.
ROBERT Lascia perdere.
VINCENT La sua ?
MIKE No signore.
VINCENT La tua ?
MIKE La giustizia, la giustizia e basta.
VINCENT E qual è la giustizia che rappresenti, la tua o la sua ?
MIKE Ce ne una di giustizia.
VINCENT Ti sbagli.
MIKE No signore.
VINCENT Vincent.
MIKE Vincent.
VINCENT Ti sbagli. Sei disposto a difendermi, secondo quale giustizia ?
MIKE Riflette, tira un sospiro, allenta il nodo della cravatta. Non ce n’è una sola. E’ questo che vuole farmi dire ?
VINCENT Si .
MIKE Non ce n’è una sola.
VINCENT No.
MIKE Ed è per questo che sono disposto a difenderti Vincent.
VINCENT Non ti seguo.
MIKE Non proverò a convincerti che la mia giustizia ha più valore di un altra, quindi smettila di chiedermelo.
VINCENT Non ce ne una sola.
MIKE No. Ma nessuna ha più valore dell’altra. Nessuna giustizia potrà mai essere definitiva Vincent, nemmeno la tua.
VINCENT Nemmeno la mia ?
MIKE Se hai deciso di farti uccidere segui un tuo senso di giustizia, non credere sia infallibile. Potresti sbagliarti Vincent.
VINCENT Ho un conto da pagare.
MIKE Chi ha tirato la somma, tu ?
VINCENT Chi altri potrebbe, nessuno può giudicarmi come la mia coscienza.
MIKE Indica Arnold E la tua somma è uguale alla sua vero ?
VINCENT Non sai troppe cose.
MIKE Sono importanti ?
VINCENT Lo sono.
MIKE Da ucciderti ?
VINCENT Lo sono.
MIKE Non mi frega niente, per me tu potresti anche aver ucciso quella bambina, la mia somma non cambierebbe.
VINCENT Non sai nulla !
MIKE Non starò ad ascoltare il tuo delirio. Potresti averla uccisa tu ti dico.
VINCENT Difenderesti un assassino ?
MIKE L’hai uccisa tu la bambina ?
VINCENT No.
MIKE Lo farei anche se l’avessi uccisa certo !
VINCENT E secondo quale giustizia ?
MIKE Hai diritto ad una seconda possibilità.
VINCENT E’ stato solo un caso, la prossima volta potrei farlo.
MIKE Hai bisogno di aiuto.
VINCENT Come ?
MIKE Ti aiuteremo.
VINCENT Sei un ingenuo Mike.
MIKE Mmmmmh !
VINCENT Diventerai complice di qualche delitto un giorno o l’altro.
MIKE Davvero ?
VINCENT Quando si ferma il giro ?
MIKE Che vuoi dire ?
VINCENT Quante vittime innocenti per la mia cura ?
MIKE Nessuna.
VINCENT Come ?
MIKE Non sarai solo.
VINCENT Davvero ?
MIKE Si chiama recupero.
VINCENT Quanti me ne concedi ?
MIKE Sarai tu a dirlo, e se è il caso resterai dentro una cella per tutta la vita, ma che senso ha ucciderti ?
VINCENT Sei un ingenuo.
MIKE Si scalda. Lo sono ?
VINCENT Sei un ingenuo.
MIKE Lo sono ?
VINCENT Certe erbe vanno tagliate.
MIKE E’ qui dentro che ti sei rincoglionito Vincent ?
VINCENT Perché ?
MIKE Ragioni come loro.
VINCENT Trovi ?
MIKE Ragioni come loro. Hai un opinione di te davvero alta brutto stronzo !
VINCENT Cosa ti prende ? Sei nervoso ?
MIKE Ti senti infallibile vero Vincent ?
VINCENT Il contrario Mike, il contrario !
MIKE Ti senti giusto vero brutta testa di cazzo ?
ROBERT Mike !
VINCENT Portati via il ragazzo Robert, si emoziona facilmente.
MIKE Tu sei nel giusto vero Vincent !
VINCENT Non dovresti scaldarti tanto.
MIKE A chi credi di fare un favore, a quella bambina ?
VINCENT Robert, il ragazzo non è tagliato per questo lavoro, ora capisco.
MIKE O a tua moglie eh ! brutto stronzo ?
VINCENT Ora esagera.
MIKE A tua moglie certo, è per vendicarti di lei ?
VINCENT Anch’io so chi sei avvocatuccio, non scaldarti.
MIKE Allora ho ragione Vincent, vuoi che ti chiami così vero ?
VINCENT Non sei tagliato per il tuo lavoro.
MIKE Ho ragione Vincent.
VINCENT Ti hanno sbattuto fuori Mike ?
MIKE Lo sapevo, ho ragione.
VINCENT Dillo, con me non devi avere segreti.
MIKE Si chiama collera la tua giustizia del cazzo.
VINCENT Sei un fallito per questo sei disposto a difendermi. Vuoi rifarti con il mio caso.
MIKE Si chiama collera e così ?
VINCENT Robert mi ha raccontato tutto di te. Perché non smetti la professione ti danneggia. Sei un fallito !
MIKE Non ho paura io, io non ho paura.
VINCENT Sei un fallito, ti hanno sbattuto fuori vero Mike, non andavi a genio al tuo capo ?
MIKE Centro ! bravo Vincent, sei un genio, ma non mi fai paura.
VINCENT Te lo avevo detto Robert, uno non si dimette se guadagna un fottio di dollari, lo hanno cacciato via.
MIKE Io non ho paura di te Vincent, ma tu di me si, perché sai che ho ragione.
VINCENT Si certo, hai ragione hai ragione.
MIKE Pausa, respiro, cambia tono. Non sei meglio di chi ti brucerà su una sedia. La tua giustizia si chiama collera. Il tuo metro di giudizio si chiama Vendetta. Mi hanno cacciato perché non piacevano le mie idee, ma sono ancora qui, e sono disposto a difenderti, anche da te stesso. Tutti siamo fallibili, eppure infallibilmente condanniamo a morte. Il bene e il male che vivono in una persona sono una scommessa per tutti, chi fallisce è la nostra parte debole, e siamo anche noi responsabili di quel fallimento. La vittima, la vittima, Dio mi perdoni ! E’ troppo semplice identificarsi solo in quella. Va verso l’uscita.
ROBERT Tutto bene Mike ?
MIKE Bene, ho solo bisogno di un po’ d’aria, sono qui fuori.
VINCENT Lo ferma. Esiste un destino per ognuno di noi Mike. Non cambierò la mia rotta. Il mio viaggiò finisce qui. Secondo una teoria greca, sono all’ultima porta, non mi tirerò indietro.
MIKE Buon divertimento Dio. Esce.
Lungo silenzio.
ROBERT Perché hai voluto incontrarmi allora ?
VINCENT Avevo voglia di vederti.
ROBERT Eccomi.
VINCENT Mi dispiace Robert.
ROBERT Sono sicuro che sei impazzito adesso.
VINCENT Non lo sono.
ROBERT Per cosa ti vuoi punire Vincent ? Nessuna risposta. E’ incredibile.
VINCENT Pausa. Ho meno paura di morire.
ROBERT Cosa ?
VINCENT Ho meno paura di morire che affrontare quello che dite voi.
ROBERT Dici sul serio ?
VINCENT Potrei non riuscirci.
ROBERT A far cosa ?
VINCENT A dimenticare. Sarebbe la condanna peggiore.
ROBERT Non si tratta di dimenticare. Si tratta di ricominciare.
VINCENT Tu non lo sai cosa significa vivere con il rimorso Robert.
ROBERT No, non lo so.
VINCENT Sono rimasto a guardare. Samuel picchiava, e godeva. Lo sai cosa facevo ? Fotografavo e mi masturbavo. Era il nostro divertimento. Tenevamo un album delle nostre serate. Avevo la possibilità di fermarlo quella sera. Tu non lo sai cos’è il rimorso. Ci sono delle cose che quando si rompono è inutile incollare. Io non ho ucciso, ma ho permesso che succedesse. Quella bambina è morta, ed io ero li a guardare, a ridere del suo pianto. Come mi aiuterai a dimenticare i suoi occhi. Mi guardava, supplicava il mio aiuto. Mi chiedeva di intervenire, di salvarla, non l’ho fatto. Come farò ad aiutarmi Robert ? E’ morta con gli occhi sbarrati su di me. Ho la sua morte addosso. Come farete a lavarmela ? Io non c’è la faccio Robert, perdonami. Ho paura, ho troppa paura. Ti ho ascoltato sai, ho provato ad immaginare un futuro, eccolo, l’ho scritto. Gli mostra i fogli. Ho passato il mio tempo qui dentro a scrivere questo.
ROBERT Cos’è ?
VINCENT C’è tutto, la casa con la portafinestra scorrevole, il lavoro al giornale del tuo paese, Mike, tu. Non ho tralasciato nulla di quella che sarebbe stata la mia vita. I primi capitoli li ho scritti con gran coraggio. Manca il finale, non sono riuscito a trovarlo. Ho provato Robert, ma non ci sono riuscito.
ROBERT Stai condannando un innocente.
VINCENT No.
ROBERT Non ascolterò le tue storie. Stai uccidendo, per la prima volta.
VINCENT Non è così.
ROBERT Sei malato Vincent, l’unico delitto per cui dovrai rispondere sarà il tuo assassinio. Stai usando la complicità di questo stato per farti fuori dalle tue responsabilità. Hai trovato la via più breve Vincent. Questo stato te la concede, muori in pace se potrai. Fa per andare.
VINCENT C’è una cosa che vorrei facessi per me.
ROBERT Cosa ?
VINCENT Leggilo.
ROBERT Pausa. Non voglio eredità da te, Vincent è vivo.
Il buio raccoglie molto lentamente la scena. L’ultimo a sparire nel silenzio è Arnold.
Maria.
PRIMA. L’eredità.
La luce ritaglia nel buio un luogo indefinito. Maria ha in mano le pagine di Vincent e dei fiori. Poggia entrambe le cose per terra. A quel punto vediamo Vincent. Ha in mano la sua chitarra.
VINCENT Non ho potuto farne a meno. C’era un guaio alla redazione, avevano assolutamente bisogno di me. Mi dispiace per l’assenza. Stiamo preparando un convegno. E’ una cosa importante, nuova per questo paese. Vanno facilmente nel panico... per le cose più banali. E’ un bel gruppo, una buona redazione, ma ancora poco esperta. In verità c’era qualche ragione. L’ordine degli interventi, è sempre una grana quella. E’ il primo convegno importante che ospitiamo, di rilievo nazionale voglio dire. Sarà difficile non commettere errori ma è importante fare le cose al meglio. Con difficoltà. L’ordine degli interventi dicevo, quello si è un problema. Ci sono tante personalità, tutti un po’ dive, sai cosa intendo ? Scusa, mi viene difficile. Pausa. Tutti vorrebbero avere lo spazio migliore per parlare, non è facile ordinarli. E’ una fatica. Già, una fatica. L’infallibilità intendo. E’ il tema del convegno. E’ legato alla giustizia, ovviamente. Ovviamente ha riscosso un certo interesse. No, hai ragione non lo è. Non è interessante parlarne adesso. Maria ?
MARIA Ha voluto chiamarmi così. Tua madre si chiamava così vero ?
VINCENT Maria. Morì poco dopo.
MARIA Mi dispiace. Ho visto la sua foto sui giornali dell’epoca.
VINCENT Avrebbe voluto conoscerti.
MARIA Sapeva di me ?
VINCENT Non ho potuto fare a meno di dirlo a lei e mio padre.
MARIA E’ un bel nome Maria, grazie.
VINCENT Non potevo cercarti io.
MARIA Lascia stare, adesso sono qui, non devi avere più paura.
VINCENT Ho potuto solo metterti al mondo.
MARIA Ah già, dimenticavo, grazie.
VINCENT Perché sei venuta qui.
MARIA Di cosa hai paura ?
VINCENT Non lo so.
MARIA So tutto di te.
VINCENT Come... chi ti ha raccontato...
MARIA Come l’ho saputo ?
VINCENT Si quello, volevo dire quello.
MARIA Non è stato difficile. Mi sono accorta di non avere un padre l’ho cercato. Nonostante il silenzio di Lisa. All’inizio mi ero fatta tante idee bizzarre, immaginavo come potevi essere. Il tuo aspetto, la tua voce. Mi chiedevo se ti assomigliassi un po’. Ti cercavo in tutti gli uomini che incontravo. Qualche volta ho creduto di incrociarti all’angolo di una strada. Infine mi sono affezionata ad un’immagine in particolare. Un attore che avevo visto in un film a quattordici anni.
VINCENT Chi ?
MARIA Che importanza ha ? C’era una vecchio baule in soffitta, impolverato e chiuso a chiave. Lo scoprii nascosto dietro un armadio, per caso. Sai quando si cercano cose che non trovi da tempo, ti imbatti in mille altre che non avevi previsto. Quando mi sono trovata di fronte quel baule, ho capito che li dentro era sepolto l’uomo che mi aveva messo al mondo. Era nella memoria della mia infanzia, un tappeto con sopra un cavaliere che portava via da un tiranno una bella ragazza, e quel baule. Due immagini completamente perse. E’ curioso, non l’ho aperto subito. Sono passati alcuni anni fino ad una settimana fa. Non riuscivo ad aprirlo, avevo terrore soltanto dell’idea. Quel baule era il mio rifugio, il mio segreto più intimo. Se avevo paura, salivo sul soffitto e mi ci addormentavo accanto sperando di sognarti. Ti ho confessato molti segreti, dovresti sapere tutto di me .Sorride. Sapevo di non trovare il mio attore li dentro, ma non ero mai pronta ad incontrarti. E’ successo senza un vero motivo, non era un giorno speciale, avevo pensato di aprirla al mio compleanno per esempio, invece non era un giorno speciale. Non ero arrabbiata ne felice, semplicemente sono salita e l‘ho aperta, meccanicamente, ho manomesso la serratura. Non è stato complicato. Ho trovato quel tappeto, piegato, che copriva i giornali. Eri sepolto la sotto con la tua storia di cui faccio parte anch’io. Il resto è stato facile. Sono venuta soltanto per vedere se esistevi davvero.
VINCENT Mi hai salvato dal tiranno ?
MARIA Il castello è chiuso per sempre.
VINCENT La fanciulla era prigioniera ?
MARIA Non poteva andare lontano. Non tanto da dimenticare. Ho conosciuto Robert, da lui ho ricevuto la tua eredità. Hanno trovato una chitarra sotto il tuo letto, mi ha dato anche quella. Mi piacerebbe imparare a suonarla.
VINCENT Non mi hai dimenticato Maria ?
MARIA Mai, nemmeno un giorno.
VINCENT Perché ?
MARIA Cosa perché ?
VINCENT Voglio sapere perché non mi hai dimenticato.
MARIA Mi sarebbe piaciuto sentirti dire che mi volevi bene. Non mi hai cercata ?
VINCENT Ero un condannato a morte.
FINE Pagina cinquantotto di cinquantotto (Ultima di testo)