Vincent è morto

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Il cielo quasi giallo

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Vincent è morto.

di Fortunato Cerlino

Chi è l’uomo tra voi, che, avendo

 cento pecore, se ne perde una, non lasci

le novantanove nel deserto, e non vada dietro

alla perduta finché l’abbia ritrovata ?

...ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché

questo tuo fratello era morto, ed è tornato a vita ;

era perduto, ed è stato ritrovato.

(Luca)

Personaggi :

Vincent Cuevas

Lisa Cuevas

Maria 

Robert

Sam

Mike Collins

Arnold

Fortunato Cerlino

Lungotevere Dante, 286

00146 Roma                                                                                                 tel. 06 - 59601389    0338 - 8428873

Dichiarazione S.I.A.E. Febbraio 2000

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Vincent è morto.

PRIMA. L’atto.

Un tavolo di legno illuminato da una lampadina. Man mano che questa si illumina scopriamo seduto da una parte del tavolo Vincent, quindi in piedi dall’altra parte Lisa. Sul fondo si intravede la sagoma di Arnold, la guardia carceraria. Il  resto della scena è al buio. La conversazione, evidentemente già iniziata tra i due, è in un momento di stallo. Il silenzio durerà tanto da sembrare innaturale.

LISA                ...comunque hai preso la decisione giusta. Credevo cambiassi idea. Meriti questa morte, è l’unica cosa che potrà redimerti credimi, se mi fosse concesso sarei io stessa a dartela.

VINCENT       Allora mi ami ancora Lisa !

LISA                E’ l’unica cosa che riesce a sollevarmi. Hai preso la decisione giusta. Meriteresti stima per questo. Risatina isterica, poi torna tesa. E’ l’unica cosa che potrà redimerti.

VINCENT       Mi ami ancora Lisa ?

LISA                Avresti soltanto ritardato la tua esecuzione.

VINCENT       Mi ami ancora Lisa ?

LISA                Ho temuto che Robert ti avrebbe convinto. A che scopo difenderti ? lo capisci vero ? Tu sei colpevole, devi morire. Devi morire, devi essere ucciso, sei colpevole.

VINCENT       Mi ami ancora Lisa ?

LISA                Sai di esserlo. E’ stato un bene che la tua farsa non abbia avuto un seguito. Sarebbe stato un errore farti credere innocente. Avresti ucciso tre volte. Tu sei colpevole, sai di esserlo. Devi morire per redimerti. Odieranno un po’ di meno Vincent, capiranno che è stato lui a convincerti. Lui era giusto, non avrebbe nemmeno cominciato la farsa dell’innocenza. Tu sei colpevole.

VINCENT       Mi ami ancora Lisa ?

LISA                Gli lancia una palla di carta fatta con una pagina di giornale che Vincent non apre. Lo hai letto ? Non aveva un nome, non sono mai riusciti a scoprire chi l’ha messa al mondo. Sanno solo che è di origine slava, e che poteva avere undici anni. Non aveva un nome. Merce, per quelli come te. Respiro. Sei stato fortunato, se la piccola avesse avuto qualcuno a piangerla sarebbe stato un disastro. La gente si commuove nel godersi i parenti delle vittime vendicati. Sei stato fortunato, hai scelto bene la merce, era una senza nome, nessuna storia nessuna vita. Merce viva, servizio a casa. Nessuna storia nessuna vita, in fondo non era nemmeno una persona, sei stato fortunato.

VINCENT       Mi ami ancora Lisa ?

LISA                Mi piacerebbe vederti bruciare, il fuoco soltanto potrebbe redimerti. Il fuoco che brucia i senza nome in caso di incidente. Merce per il tuo mercatino. Non hai commesso un vero crimine, colpa dei vicini disturbati dallo schiamazzo o non sareste mai stati scoperti. I vostri mercanti avrebbero bruciato il senza nome scusandosi per la merce scadente. E’ previsto qualche incidente. Pausa. Quante volte era già successo, quante ne avete fatte sparire prima di lei ?

VINCENT       Mi ami ancora Lisa ?

LISA                Quanta cenere avete raccolto, quanta dimmelo, dimmelo. Solo adesso urla. Parla per Dio !

VINCENT       Dopo un lungo silenzio, in cui Lisa potrebbe piangere. Un pianto soffocato. Era la prima volta per me.

LISA                Calma, come ad un bambino. Ti ho chiesto quante volte era già successo.

seconda pagina di sessanta (prima di testo)

VINCENT       La prima volta.

LISA                Rivolgendosi al vuoto. Vincent, glielo dici tu di non mentire.

VINCENT       La prima.

LISA                Quante ?

VINCENT       Non l’ho uccisa io.

LISA                C. s. Vincent,  lo senti ? è un bugiardo.

VINCENT       Parla con me Lisa, ti scongiuro !

LISA                Ti ho chiesto quante volte era già successo !

VINCENT       Parla con me Lisa !

LISA                E’ un bugiardo, lo vedi Vincent, ho cercato di fermarti ma tu lo hai voluto frequentare per forza. E’ un mostro, non te ne sei accorto ?

VINCENT       Parla con me Lisa.

LISA                Ho capito, ti faccio convincere da Vincent.

VINCENT       Sono io Vincent.

LISA                Vincent è morto Vincent è morto. Vincent è morto.

VINCENT       Non l’ho uccisa io.

LISA                Lo hai ucciso tu.

VINCENT       Non l’ho uccisa io.

LISA                Tutti e due. Li hai uccisi tu.

VINCENT       Parla con me Lisa, ti scongiuro.

LISA                Assassino.

VINCENT       Parla con me Lisa.

LISA                Vuoi sapere quale era il mio regalo per il tuo compleanno quel giorno ?

VINCENT       Non l’ho uccisa io.

LISA                Ho girato la città una settimana per trovarlo, lo vuoi sapere ?

VINCENT       Dopo una pausa. Cosa ?

LISA                Diventa dolce, e gli parla come avrebbe voluto fare quella sera. Un bigliettino, volevo che fosse bello, era un messaggio importante.

VINCENT       Cosa ?

LISA                Mi vergogno a dirtelo.

VINCENT       Cosa, dimmelo ti prego.

LISA                Si siede di fronte a lui e gli stringe le mani. Non so come la prenderai.

VINCENT       Cosa ?

LISA                E’ un momento così importante per noi.

VINCENT       Parla.

LISA                Vedi, lo abbiamo tanto sperato. Ho pensato a mille modi per dirtelo, poi quella del bigliettino mi è sembrata la cosa migliore.

VINCENT       No.

LISA                Spero che ti possa aiutare. Non riesco a farlo da sola, adesso avrò una mano. Ride con le lacrime. Accarezza il volto di Vincent come quello di un bambino, accenna il motivo della loro canzone, quella che abbiamo sempre udito. Sei  stato tanto solo negli ultimi tempi, perdonami.

VINCENTT     Smettila ti prego.

LISA                Perdonami, non sapevo come aiutarci.

VINCENT       Non così.

LISA                Le tue crisi mi allontanavano. Ero in difficoltà Vincent, tu mi hai fatto del male, ma adesso è passato, c’è una cosa che voglio dirti.

VINCENT       Ti ho lasciata sola.

LISA                E’ il tuo compleanno. Hai fatto tardi anche stasera, ma come vedi ti ho aspettato in piedi, non potevo non dirtelo oggi, anche se è tardi.

VINCENT       Non così.

LISA                Sei stato a casa di Samuel ?

VINCENT       Lisa.

LISA                Sei stato a casa di Samuel  ?

VINCENT       Lisa ?

LISA                Sei stato a casa di Samuel ?

VINCENT       La accarezza con disperazione. Smettila, ti prego smettila.

LISA                Sei stato a casa di Samuel  ?

VINCENT       Si, si, sono stato li.

LISA                Non devi frequentarlo, non mi piace. Ha abusato di me dicendo che tu glielo avevi consigliato. Ora però non arrabbiarti, è tutto passato, c’è una cosa che devi sapere.

VINCENT       No, non lo frequenterò più, è stata l’ultima volta.

LISA                Allora, cosa aspetti ?

VINCENT       Perdonami Lisa.

LISA                Cosa aspetti a leggere il bigliettino.

VINCENT       Quale bigliettino.

LISA                Quello che hai davanti. Gli indica la palla di giornale.

VINCENT       La raccoglie, trema. Questo ?

LISA                Quello.

VINCENT       Aprendola. Perdonami Lisa, perdonami.

LISA                Non mi dici niente ?

VINCENT       Non c’è scritto niente.

LISA                Niente che ti riguardi ?

VINCENT       No.

LISA                Leggi bene.

VINCENT       No.

LISA                Leggi bene.

VINCENT       No. Allontana da se il pezzo di carta.

LISA                Sono stata brava ?

VINCENT       Si.

LISA                Alzandosi, pausa, si riprende. Avrei dovuto dirtelo quella sera. Si chiama Maria, come tua madre. Le ho voluto dare un nome... importante. Adesso ha quindici anni, poco più della senza nome. Non sa nulla di te.

VINCENT       Sei venuta per questo ?

LISA                Si.

Pausa, poi scambio serrato.

VINCENT       Per quindici anni hai taciuto, mi hai completamente dimenticato qui dentro ed ora soltanto, una settimana prima che mi uccidano vieni a dirmelo ?

LISA                L’ho fatto perché non ci ripensassi.

VINCENT       Cosa vuoi dire.

LISA                Volevo essere certa che ti farai uccidere.

VINCENT       Non capisco.

LISA                Maria non saprà mai nulla di te, le nasconderò per sempre chi era sua padre. Vivrà pensando ad un uomo diverso da te.

VINCENT       In cambio.

LISA                Lo hai capito.

VINCENT       Dillo tu, voglio sentirtelo dire.

LISA                Non proverai a ritardare la tua fine, non farai nulla per salvarti. Renderai giustizia a quella senza nome.

VINCENT       Anche se sono innocente ?

LISA                Non sei innocente.

VINCENT       Non l’ho uccisa io.

LISA                Anche se fosse, che importanza ha. Pausa. E’ stato un caso se Samuel  ti ha preceduto. Eravate ubriachi,  forse era già morta dopo che tu ti eri divertito, la mazza da baseball ha fatto il resto. Devi seppellirti, è questa la cosa giusta. Hai ucciso quella bambina quando l’hai violentata, l’hai uccisa perché non hai fermato Samuel, ti masturbavi e scattavi foto. Ed hai ucciso Vincent, se non vuoi uccidere una terza volta, accetta di morire.

VINCENT       Saresti tu l’altra vittima ?

LISA                Dopo Maria. Sarei la quarta.

VINCENT       Non mi convinci.

LISA                Cosa non ti convince.

VINCENT       Sei venuta a comprare la mia morte ?

LISA                La vita di Maria vale più della tua. Lei deve crescere libera da te.

VINCENT       Potrebbe venire a saperlo in qualunque modo, e cercarmi.

LISA                Capirà perché sarai morto, non di trovarti ancora vivo.

VINCENT       Potrei dirle che sono innocente, potrebbe credermi.

LISA                Cosa farai per convincerla ? Le racconterai di quella sera ? Saresti ancora innocente ?

VINCENT       Cosa c’entra la bambina, non puoi chiedermi una cosa del genere.

LISA                Già, cosa c’entra la bambina con te.

VINCENT       E’ mia figlia.

LISA                Hai perso il diritto ad avere dei figli.

VINCENT       Non è un ricatto che regge.

LISA                Davvero ?

VINCENT       Hai fatto male i tuoi calcoli. Adesso ho un motivo per salvarmi.

LISA                Non farlo.

VINCENT       Minaccioso. Hai paura della mia innocenza, hai paura di me ?

LISA                Gli sputa sul volto. Avrai soltanto odio da raccogliere.

VINCENT       Passandosi la mano sul volto. Lo vivrò, e poi andrò avanti. Ride. Ho una figlia, che notizia stupenda mi hai dato, che notizia !

LISA                Dimenticala, ti prego, non deve sapere nulla di te.

VINCENT       Mi preghi adesso ?

LISA                Ti prego !

VINCENT       Non me lo puoi chiedere.

LISA                Sei un bastardo Vincent.

VINCENT       Ho una figlia.

LISA                Sei un bastardo.

VINCENT       Avevi il tuo piano, fallisce qui. Adesso ho un motivo.

LISA                Se anche ti salvassi, avrai soltanto rimandato l’esecuzione. Hai solo odio da raccogliere.

VINCENT       Saprò parlarle.

LISA                Davvero ?

VINCENT       Saprà ascoltarmi.

LISA                Va bene, prova a salvarti, ma lasciaci in pace.

VINCENT       Non chiedermelo.

Pausa.

LISA                Si siede, piange. No Vincent, ti prego, ti scongiuro. E’ l’unica cosa che riesce a dare un senso alla mia vita, non portarmi via anche quello. Mi hai svuotata abbastanza, ora basta così, ti scongiuro.

VINCENT       E’ per te che lo chiedi !

LISA                E’ per me che lo chiedo.

VINCENT       Non per lei, è per te !

LISA                Per me, per me. Lasciami stare adesso Vincent. Sono serena. Lasciami mia figlia.

VINCENT       Perché sei venuta a dirmelo, adesso ?

LISA                Perché è tua figlia.

VINCENT       Ho una figlia.

LISA                E’ tua figlia.

VINCENT       Ho una figlia. Non puoi ricattarmi su questo.

LISA                Ma non capisci, non capisci ?

VINCENT       Il  tuo ricatto ?

LISA                Nessun ricatto. Era solo per potertelo dire.

VINCENT       Che dici ?

LISA                Stai per morire Vincent, non ti salverai.

VINCENT       Mi difenderò.

LISA                E’ tardi. Perché non lo hai fatto prima ?

VINCENT       Ora non ti capisco più.

LISA                Hai una figlia Vincent, dovevi saperlo.

VINCENT       Lisa...

LISA                Hai una figlia.

VINCENT       Tu non vuoi che io muoia ? !

LISA                Pensavo che dovessi saperlo.

VINCENT       Mi ami ancora Lisa ?

LISA                No. Pausa. No.

VINCENT       Perché non mi odi più ?

LISA                Ti odio, ti odio, stai tranquillo.

VINCENT       Le parlerai di me ?

LISA                No, mai.

VINCENT       Voglio conoscerla, portala qui.

LISA                No. Penserà ad un uomo diverso da te.

VINCENT       Non puoi farlo.

LISA                Posso. Cerca il silenzio adesso Vincent, il silenzio.

Lunga pausa. Lisa va al buio, lasciando Vincent nel silenzio.

VINCENT       Lo farò.

SECONDA. Fin laggiù, a Lifetown.

Una abitazione modesta ma non eccessivamente povera. Un divano in legno e due poltrone di genere rustico, un tavolino al centro e un grosso tappeto. Dietro la stanza è leggermente sopraelevata da un gradino, cosicché l’ambiente risulta diviso su due livelli separati da un passamano in legno. Sul fondo una enorme porta finestra scorrevole, tende di bambù o comunque di una stoffa di gusto decisamente maschile. Un enorme scaffale pieno di libri, una scrivania  con un computer, un tavolo tondo. La gigantografia di un quadro di Picasso (Figure in riva al mare) campeggia sulla porta a destra che da in camera da letto, sullo stesso lato ma sul secondo livello, una porta con un disegno dal tratto infantile che ritrae un cavallo bianco, quello è il bagno. Sulla parete  opposta una sola porta stile saloon dà in cucina, accanto una finestrella che mette in comunicazione i due ambienti. Un impianto stereo manda la melodia della pièce (country americano). L’ambiente è in disordine ; scarpe un po’ dappertutto, camicie alla rinfusa, calzini, piatti e bicchieri. In un angolo una chitarra. Fuori si intuisce un giardino ben curato ricco di piante e fiori. Questa è la casa dove adesso vive Vincent. E’ lui l’uomo di spalle che osserva come per la prima volta una sua foto. Squilla il telefono.

VINCENT       Precipitandosi al telefono. Robert ! Dall’altra parte riagganciano. Vincet posa lentamente il ricevitore, poi si dirige a spegnere la musica, riprende la foto, corre in bagno lasciandola cadere. Lo si sente vomitare. Breve silenzio.

ROBERT        Appare dalla porta finestra. Un uomo ben vestito, dal viso bonario. Vincent ! Entra nell’ambiente e si guarda intorno per cercare l’amico. Vincent ! Decide di mettersi a sedere per aspettarlo ma non può fare a meno di raccogliere la foto, sorride. Vincent rientra nell’ambiente, Robert avverte la sua presenza ma non si gira per guardarlo, rimane a fissare la foto. La maglia che indossi è mia, era un’abitudine.

VINCENT       Cosa ?

ROBERT        Indossavi i miei abiti. Me ne ero dimenticato. Dove la nascondevi questa foto ? Non l’ho mai vista prima.

VINCENT       La scattò Lisa.

ROBERT        Già.

VINCENT       Era di fronte a noi. Guardavamo lei.

ROBERT        Certo, questo è ovvio Sorride.

VINCENT       Non ricordo il suo volto, cercavo di farlo.

ROBERT        Perché ?

VINCENT       Devo parlarti.

ROBERT        Colpito dal tono cupo di V. si gira a guardarlo posando la foto sul tavolino. Ti è passato un treno addosso ?

VINCENT       Hai ricevuto il mio messaggio ?

ROBERT        Si, è per quello che sono qui.

VINCENT       Lo hai cancellato come ti ho chiesto ?

ROBERT        L’ho fatto, ma a parte la confusione non ho capito molto. Eri ubriaco ?

VINCENT       Tua moglie lo ha ascoltato ?

ROBERT        No, l’ho cancellato come mi hai chiesto.

VINCENT       Le avevo promesso di non bere più.

ROBERT        L’ho cancellato.

VINCENT       Non lo ha ascoltato ?

ROBERT        No.

VINCENT       Non mi va che sappia che ho bevuto.

ROBERT        L’ho preso io il messaggio.

VINCENT       Bene, bene. Si avvicina a Robert restando in silenzio.

ROBERT        Ho perso di nuovo ai cavalli, non ci azzecco mai. Ho provato a fregare la sfiga, ho rivoltato i miei pronostici come calzini. Non sono riuscito a fregare la sfiga.

VINCENT       Sapevo che un giorno sarebbe accaduto.

ROBERT        Ero certo di farcela, avevo persino compilato le schedine. Solo di fronte al commesso le ho riscritte. La sfortuna è molto diligente, non si distrae nemmeno un secondo.

VINCENT       Lisa sta arrivando qui.

ROBERT        Lisa ?

VINCENT       Lisa.

ROBERT        Pausa. Quando lo hai saputo ?

VINCENT       Ieri sera, sono rientrato e c’era un messaggio, diceva di richiamarla.

ROBERT        Come ?

VINCENT       Cosa ?

ROBERT        Come diceva il messaggio ?

VINCENT       Semplicemente ‘Ciao Vincent, sono Lisa, richiamami’ e il nuovo numero.

ROBERT        Mio Dio ! Pausa. Hai della birra in frigo ?

VINCENT       Quella che rimane.

ROBERT        Eravamo giovani in quella foto. Fa per andare in cucina.

VINCENT       E’ rotto il frigo.

ROBERT        Non fa più freddo ?

VINCENT       E’ ghiacciato. Non so cosa cavolo gli è preso a quel coso, congela anche sopra.

ROBERT        Andando in cucina. Devi farlo aggiustare. Chiama il giovane Mike, ha bisogno di lavorare ed è veramente un mago con questi aggeggi elettrici.

VINCENT       Il figlio dei Collins ?

ROBERT        Lui.

VINCENT       E tornato dalla City?

ROBERT        Una settimana fa.

VINCENT       Ha perso il lavoro ?

ROBERT        Torna con un bicchiere colmo di birra con tanta schiuma. Lo ha rifiutato.

VINCENT       Cosa vuol dire lo ha rifiutato ?

ROBERT        Vuol dire che lo ha rifiutato. Venerdì della settimana scorsa, ha finito la sua giornata ha messo in ordine il suo ufficio, e si è diretto ad uno dei tanti ascensori del palazzo di giustizia per andare a consegnare alcune relazioni compilate per il capo, un grosso giudice di quelle parti. La gabbia di alluminio sale ai piani superiori e lui riflette sul perché c’è la tendenza a costruire gli edifici di stato con mura di vetro. C’era una mosca nell’ascensore. La campanella del settantaseiesimo piano lo ha colto di soprassalto, così è uscito, senza la mosca, e si è diretto nell’ufficio del grande boss, ma...

VINCENT       Ma ?

ROBERT        Era andato via da un pezzo, e quindi non ha potuto dirglielo di persona.

VINCENT       Cosa ?

ROBERT        Fortunatamente c’era la segretaria, anche loro fanno tardi poveracce, così ha consegnato le relazioni per cui lo pagavano, le sue dimissioni, e lo ha detto a lei.

VINCENT       Cosa ?

ROBERT        Che c’era una mosca nell’ascensore !

VINCENT       Per questo ha lasciato il lavoro ?

ROBERT        Già !

VINCENT       Per la mosca ?

ROBERT        Certo, per cos’altro !

VINCENT       Non lo avrei mai detto, sembrava così convinto.

ROBERT        Un cavallo di razza, incazzato abbastanza per farcela, e invece si ritira dalla corsa. Vedi, noi non siamo fatti per scommettere, non azzecchiamo mai il vincente.

VINCENT       Ognuno ha il suo traguardo.

ROBERT        Poetico ?

VINCENT       Cosa ?

ROBERT        Ognuno ha il suo traguardo, è un pensiero poetico ?

VINCENT       Cosa vuoi ?

ROBERT        Ti sto chiedendo se quello che hai detto è poetico . Ognuno ha il suo traguardo .

VINCENT       Cosa ti prende ?

ROBERT        Niente, non mi prende niente, ti ho soltanto fatto una domanda.

VINCENT       Vaffanculo Robert, questa è la risposta. Perché cambi discorso ?

ROBERT        Sembravi teso.

VINCENT       Sono teso.

Pausa.

ROBERT        Ha cambiato numero ?

VINCENT       Ha cambiato casa.

ROBERT        A si ?

VINCENT       Non lo sapevo, me lo ha detto lei.

ROBERT        Come non lo sapevi ?

VINCENT       Non lo sapevo.

ROBERT        Vuoi dire che in tutti questi anni...

VINCENT       Mai, perché ?...perché avrei dovuto ?

ROBERT        Anche per motivi legali, voglio dire...

VINCENT       Mi avete pagato dei buoni avvocati. Soltanto tramite loro abbiamo avuto contatti. Era una mia richiesta.

ROBERT        Capisco.

VINCENT       E anche la sua.

ROBERT        Certo.

Pausa.

VINCENT       Lo chiamerò, Mike,  per il frigorifero.

ROBERT        Chiamalo. E’ un mago, te l’ho detto ?

VINCENT       Si me lo hai detto.

ROBERT        Il nonno gli ha insegnato tutto.

VINCENT       E quando ?

ROBERT        Prima che morisse !

VINCENT       Voglio dire, ha studiato tanto, ha studiato sempre, quando ha trovato il tempo per...

ROBERT        Si, ha studiato.

VINCENT       Tutti lo sanno, non guardava in faccia nessuno.

ROBERT        Però è arrivato dove voleva arrivare perdio ! E’ diventato un buon avvocato.

VINCENT       Non hai detto che ha rifiutato il lavoro.

ROBERT        L’ho detto, ma cosa importa, prima ci è arrivato. Ognuno ha il suo traguardo.

VINCENT       Vaffanculo Robert.

ROBERT        Anche se con questo caldo un birra gelata è quello che ci vuole, glielo dico che lo stai cercando.

VINCENT       Dopo tutti questi anni !

ROBERT        Venti almeno .

VINCENT       Venticinque.

ROBERT        Una vita.

VINCENT       Già, una vita.

ROBERT        Dopo venticinque anni ti richiama Lisa e come se vi foste sentiti la sera prima ti dice di richiamarla. Poteva chiederti se ti andava di scopare, sarebbe stato meno d’effetto. Valle a capire le donne. Lo hai fatto ?

VINCENT       Non ho esitato un istante. Era come se aspettassi quella telefonata da sempre.

ROBERT        Da sempre ?

VINCENT       Come se non avessi fatto altro che aspettare quei numeri per venticinque anni, uno dietro l’altro, avevano qualcosa di familiare, avrei potuto indovinarli prima che li pronunciasse.

ROBERT        Devi essere impazzito per fare una cosa del genere.

VINCENT       E’ quello che credo anch’io.

ROBERT        E’ così, sei impazzito.

VINCENT       Non l’ho mai chiamata, ne cercata.

ROBERT        Per venticinque anni.

VINCENT       Venticinque anni.

ROBERT        Devi essere impazzito per fare una cosa del genere.

VINCENT       E’ quello che credo.

ROBERT        E’ così.

VINCENT       Mai avuto l’istinto, certo la curiosità, d’altra parte avevo diritto a sapere.

ROBERT        Cosa ?

VINCENT       Correggendosi. Nulla.

ROBERT        Sapere cosa ?

VINCENT       Lascia stare, l’ho chiamata e basta.

ROBERT        Devi essere impazzito per averla chiamata.

VINCENT       No, per nulla.

ROBERT        Che dici ?

VINCENT       Cosa avresti fatto, c’era la sua voce in segreteria, la sua voce.

ROBERT        Avrei avuto più pietà per il boia se fossi finito su quella sedia. No, io non la odio, però...

VINCENT       Cosa ?

ROBERT        Non lo so.

VINCENT       Non lo sai !

ROBERT        Cosa ?

VINCENT       Il perché l’ho chiamata.

ROBERT        Perché sei impazzito.

VINCENT       Speravo accadesse, come si fa per tanti anni a rimanere in silenzio.

ROBERT        Perché non l’hai chiamata tu allora ?

VINCENT       No, no.

Pausa.

VINCENT       La sua voce non è cambiata per niente, la stessa, con qualche ruga in più. Non mi è parsa felice.

ROBERT        Non quanto te ?

VINCENT       Non ti ho chiesto il tipo di aiuto che mi stai dando.

ROBERT        Vado via, mi dirai a cose fatte, tanto hai già deciso tutto.

VINCENT       Avrei dovuto ignorarla ? E come ?

ROBERT        Pausa. Cosa ti ha detto ?

VINCENT       Niente.

ROBERT        Cosa ?

VINCENT       Che deve vedermi.

ROBERT        Che vuole vederti.

VINCENT       Deve, deve... viene a portarmi qualcosa che ho lasciato dietro di me.

ROBERT        Ti ha detto così?

VINCENT       No.

ROBERT        E allora cosa intendi dire?

VINCENT       Che ha cambiato casa e che viene a riportarmi il passato.

ROBERT        Non riesco a crederci.

VINCENT       Ho attaccato io. Ha fatto in tempo a dirmi che mi odia ancora.

ROBERT        Ti ha colpito ?

VINCENT       Può darsi.

ROBERT        Ha fatto di peggio.

VINCENT       Dopo venticinque anni.

ROBERT        Ha usato quelle parole,  che ti odia ancora ?

VINCENT       Sono le sue.

ROBERT        E’ agghiacciante.

VINCENT       Può anche darsi.

ROBERT        Un pensiero poetico, questo è poetico. Un silenzio di venticinque anni e tutto quello che riesce a dire è che deve rivederti e che ancora ti odia, è poetico. E tu ?

VINCENT       Ho ascoltato.

ROBERT        Hai ascoltato ?

VINCENT       Certo.

ROBERT        E perché ?

VINCENT       Aveva da dirmi delle cose.

ROBERT        Vaffanculo, questo avresti dovuto rispondere !

VINCENT       Lisa viene qui oggi !

ROBERT        Vaffanculo, vaffanculo ! Dopo venticinque anni.

VINCENT       Volevo dirle che mi è mancata, ma sono riuscito a stare zitto.

ROBERT        Io ti picchierei guarda !

VINCENT       Lo capisco.

ROBERT        Davvero lo farei, lo farei.

VINCENT       Per questo ho bevuto ieri notte.

ROBERT        Grosso sospiro. E’ triste Lisa, ed è anche gentile. Così dopo venticinque anni ti accorgi che hai lasciato qualcosa nel tuo passato, schifoso, e speri che te lo riporti, e magari questo qualcosa è lei, un po’ invecchiata ma sempre Lisa, bella era, la più bella te lo ricordi Vincent. La più bella !

VINCENT       Robert, ti prego, non è il genere di aiuto di cui ho bisogno adesso.

ROBERT        La più bella, e sarebbe stata tra quelli che ti avrebbero visto bruciare senza pietà.

VINCENT       Ti prego, sai che non mi aiuta.

ROBERT        Non verrà da sola, questo lo capisci ?... Porca miseria !

VINCENT       Lo so.

ROBERT        E se lo sai come hai potuto permettere che accadesse ?

VINCENT       Perché io voglio vederla.

ROBERT        Tu cosa ?

VINCENT       Voglio vederla.

ROBERT        Cristo santo, sei impazzito, sei proprio impazzito.

VINCENT       Ascolta Robert, non è come credi, ho soltanto bisogno di vederla, tutto li, nient’altro che questo.

ROBERT        Perché ?

VINCENT       Non adesso Robert, c’è qualcosa che ti sfugge lo so, ma deve essere così per ora. Devo vederla, è importante. Ho aspettato che accadesse.

ROBERT        Non lo capisco. Non lo capisco.

VINCENT       Non adesso.

ROBERT        E come pensi di affrontarla ?

VINCENT       Non lo so.

ROBERT        Non lo sai !

VINCENT       Non lo so.

ROBERT        A che ora arriva ?

VINCENT       Prende un aereo questa mattina, poi noleggerà un auto, nel pomeriggio sarà qui.

ROBERT        Vuoi che sia presente, per questo mi hai chiamato ?

VINCENT       No. Volevo solo che lo sapessi.

ROBERT        Quanto tempo resta ?

VINCENT       Domattina riparte, ha preso un permesso di due giorni.

ROBERT        Dormirà da te ?

VINCENT       Ha preso un albergo appena fuori dalla statale, quello di Austin.

ROBERT        Come lo sai ?

VINCENT       Mi ha chiesto se lo conoscevo, se era decente.

ROBERT        Ti ha chiesto dell’albergo ?

VINCENT       Si, me ne ero dimenticato, mi ha chiesto se era decente.

ROBERT        Cosa le hai detto ?

VINCENT       Che non lo conosco.

ROBERT        Conosci Austin !

VINCENT       Si, conosco Austin, ma non conosco il suo albergo, non l’ho mai visitato.

ROBERT        Dormirai con lei ?

VINCENT       Cosa ?

ROBERT        Dormirai con lei ?

VINCENT       No.

ROBERT        Non dormirai con lei ?

VINCENT       No, non credo.

ROBERT        Dormirai con lei ?

VINCENT       Cosa ?

ROBERT        Dormirai con lei ?

VINCENT       Perché continui a chiedermelo ?

ROBERT        Rispondimi.

VINCENT       Devo vederla, è importante.

ROBERT        Non dovresti farlo.

VINCENT       Dormire con lei ?

ROBERT        No, vederla, volevo dire vederla.

VINCENT       Voglio vederla.

ROBERT        A Sarah lo hai detto ?

VINCENT       Si, lo sa. E’ una cara ragazza, mi ha detto che eviterà di venire fino a domani.

ROBERT        Bene, meno una scena madre, l’ex moglie con l’attuale compagna.

VINCENT       Sarah è in gamba, la sposerò credo.

ROBERT        E’ giovane

VINCENT       Lei me lo ha chiesto.

ROBERT        Allora sparirò anch’io fino a domani così vivrai il tuo psicodramma in santa pace.

VINCENT       Fai come credi, a te non lo chiedo.

ROBERT        Non riuscirei a guardarla in faccia dopo tutto. I giorni di agonia in quell’aula di tribunale. Ricordo i suoi sguardi di disprezzo, i suoi dubbi, la sua assenza.

VINCENT       Come puoi credere che io lo abbia dimenticato ? C’è qualcosa che devo riprendermi, abbi fiducia in me. Io non potevo tornare indietro, soltanto lei poteva riportarmela, ed ora lo sta facendo spero.

ROBERT        Cambia bruscamente umore. Il ghiaccio, è quello che ci vuole in certi momenti, e il tuo frigo ne produce in quantità industriali, meglio approfittarne. La birra è come le donne, appena la apri è frizzante, spumeggiante , soda, poi con il tempo la schiuma si sgonfia. Va in cucina a prendere del ghiaccio.

VINCENT       Se tua moglie sa che la paragoni ad una birra !

ROBERT        Discorsi da uomini, nulla per cui allarmarsi.

VINCENT       Grazie Robert.

TERZA. Quando nessuno ascolta, se qualcuno ascoltasse

Buio. La cella di Vincent e Sam. L’ambiente è scarsamente illuminato, cosicché non si distingue nulla tranne l’ombra delle sbarre su tutta la scena e le sagome di due letti. Accanto ad uno di questi c’è un uomo in ginocchio. Si sentono i passi che separano la vita dalla morte, la voce di quell’uomo disperata, veloce, insegue pensieri confusi, gli ultimi, prima che sia troppo tardi. La musica è assente, soltanto un fascio di luce, talvolta accecante poi fioca, squarcia il nero.

VOCE             (Voce soffiata concitata, è quella di Sam) Padre, padre nostro no padre mio, mio e di nessun altro almeno in questo momento Padre mio che sei nei cieli nei cieli nei cieli nei cieli sia santificato il tuo nome e venga il tuo regno il tuo nome sia santificato e venga il tuo regno che è nel tuo nome e che è nei cieli nei cieli nei cieli nei cieli. Dimmi come sono questi cieli fammeli vedere confidalo a me con me ti puoi confessare sono già un uomo morto un uomo morto un uomo morto che cammina e che prega e che è già nei cieli nei cieli, nei cieli. Padre mio che cammini nei cieli nel tuo regno che eri un uomo morto in terra un uomo morto condannato come me a tornare nel tuo regno che è nei cieli nei cieli nei cieli... (Urlo improvviso soppresso) salvami adesso, perché anche tu hai gridato !... (Voce soffiata concitata) in terra un uomo morto che grida in terra che va nel suo regno che è nei cieli. Venga il tuo regno e sia fatta la tua volontà, venga il tuo regno e sia fatta la tua volontà, venga il tuo regno che è nei cieli e sia fatta la tua volontà che è nel tuo nome Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato...

Un rumore improvviso, un rumore metallico. Viene dalle sbarre. Un ombra copre tutta la scena, buio.

QUARTA. Cosa si può cambiare ?

La musica arriva da lontano, è la stessa melodia. La luce torna ad illuminare l’abitazione di Vincent, questa volta in ordine, o quasi. L’uomo è indaffarato con le sue cose, che più di ordinare sembra nascondere. Chiude la camera da letto e sparisce in cucina. Appare Mike con una tuta da lavoro e valigetta degli attrezzi, fa scivolare la grande porta finestra ed entra.

MIKE              Signor Cuevas. Nessuna risposta. Signor Cuevas ! Di nuovo silenzio, il giovane sta per andare via quando riappare Vincent. Salve !

VINCENT       Salve.

MIKE              La stavo cercando, cioè, lei mi stava cercando...

VINCENT       Mike, Mike Collins.

MIKE              Si signore.

VINCENT       Sei irriconoscibile così.

MIKE              Così come signore ?

VINCENT       Vestito così.

MIKE              Vuole dire senza giacca e cravatta ?

VINCENT       Già, volevo dire quello ma forse...

MIKE              Me lo dicono tutti.

VINCENT       Appunto...

MIKE              Dicono anche che sono pazzo.

VINCENT       Quello non lo direi così in fretta.

MIKE              Potrebbe darsi.

VINVENT       Breve silenzio. Non stare sulla porta, vieni dentro.

MIKE              Grazie. Il giovane entra.

VINCENT       Bevi qualcosa ? Una birra, una coca, cosa bevi ?

MIKE              Un caffè.

VINCENT       Un caffè.

MIKE              Italiano si intende.

VINCENT       Si intende. Come fai a saperlo ?

MIKE              Cosa ?

VINCENT       Che faccio il caffè italiano !

MIKE              Non è difficile signor Cuevas, lei è famoso in paese, tutti vorrebbero assaggiare il suo caffè.

VINCENT       Già. Va in cucina. Breve silenzio.

MIKE              Sua madre è italiana vero ?

VINCENT       Era, era.

MIKE              Già, era. Sa io, ho difficoltà a parlare di chi è andato usando il passato. Mi distraggo, non sempre ci azzecco. In fondo il fatto che non lo vediamo più... però c’è quello che ha fatto, quello resta, c’è ! Voglio dire...

VINCENT       Mia madre è morta, perciò uso il passato.

MIKE              Si, è giusto. E’ così difficile per me distinguere, voglio dire... è un discorso sulla qualità dei gesti, delle cose fatte, è presente quello, voglio dire... Ah lasciamo perdere quello che voglio dire.

VINCENT       Ritorna. Continua.

MIKE              Non è importante.

VINCENT       Per favore.

MIKE              Sono soltanto chiacchiere.

VINCENT       A volte le chiacchiere sono importanti.

MIKE              Non le mie, lasci perdere. Io sono venuto per il frigorifero, il signor Robert mi ha detto che ha delle grane con quello.

VINCENT       Già, è così.

MIKE              Dov’è, in cucina ?

VINCENT       Già.

MIKE              Sarà meglio se mi do da fare.

VINCENT       Ti ho visto spesso in paese. Quasi sempre di ritorno dalla City. Mi ero fatto un’idea completamente diversa di te.

MIKE              Non deve essersene fatta una migliore adesso. Voglio dire, è il mio problema. Anzi uno dei tanti.

VINCENT       Sei un avvocato ?

MIKE              Un avvocato un giudice, fa lo stesso.

VINCENT       Hai studiato per quello ?

MIKE              Dio solo sa per cosa ho studiato.

VINCENT       Cosa vuoi dire ?

MIKE              Nemmeno mi sono presentato e dico idiozie sulla morte, e curioso quantomeno.

VINCENT       Sul passato.

MIKE              Sul passato, esatto.

VINCENT       Non sulla morte.

MIKE              E’ quello che volevo dire. Ieri ho fatto una cosa, oggi è ancora lì, anche se io non ci sono più. Una persona è quello che fa, quando muore resta quello che ha saputo fare.

VINCENT       Mia madre era napoletana, dovrai aspettare un po’ per il caffè

MIKE              Perché ?

VINCENT       Una volta la gente aveva il culto dell’attesa. Lo faccio con una caffettiera napoletana, e con quella il caffè si fa aspettare, reclama i suoi diritti.

MIKE              Anch’io lo penso.

VINCENT       Che il caffè ha i suoi diritti ?

MIKE              Che nell’attesa c’è il senso delle cose. In fondo si aspetta tutti, non è così signor Cuevas ? Non è una cosa immobile l’attesa, la confusione lo è, voglio dire... mio Dio, lei mi stuzzica, io sono un gran chiacchierone per questo credevo di poter fare l’avvocato e invece sono solo un chiacchierone.

VINCENT       A volte le chiacchiere sono importanti.

MIKE              Ma è complicato difenderle.

VINCENT       Già.

MIKE              Ed è facile cambiarle a differenza dei fatti.

VINCENT       Certo. Avevo un’idea diversa di te.

MIKE              Solo perché vestivo diversamente ?

VINCENT       Può darsi.

MIKE              Avevo difficoltà con il nodo. Sorridono. Ora è meglio se mi do da fare.

VINCENT       Abbiamo tempo, siediti.

MIKE              Sono venuto per aggiustare il frigo.

VINCENT       Puoi parlare mentre lavori se ti fai pagare a ore.

MIKE              Aspetterò il caffè senza conteggiare il tempo, glielo prometto.

VINCENT       D’accordo.

MIKE              Ha una bella casa.

VINCENT       E’ un regalo.

MIKE              E poi è in ordine.

VINCENT       Aspetto una persona.

MIKE              Allora andrò via presto.

VINCENT       C’è tempo prima che arrivi.

MIKE              Mi piace parlare, ma non è facile. Si finisce sempre col dire quello che si vorrebbe nascondere. In un modo o nell’altro.

VINCENT       E’ vero che possono fregarti le chiacchiere,  ma si riesce a nasconderle.

MIKE              Sarà così signor Cuevas.

VINCENT       Non lo so, è così ?

MIKE              Non lo so ?

VINCENT       Cosa ne pensi ?

MIKE              Io credo che possono essere un ingombro. Spesso non sono seguite dai fatti e allora diventano anche inutili.

VINCENT       C’è chi impara ad usarle.

MIKE              Anche.

VINCENT       Si possono cambiare le cose con le chiacchiere, dovresti saperlo.

MIKE              Già. Pausa di disagio. Così lei è italiano e cileno vero ?

VINCENT       Le origini. I miei genitori si sono conosciuti in America, erano entrambi emigranti.

MIKE              La grande America.

VINCENT       La grande America. Pausa. Com’è che ti intendi di congegni elettrici ?

MIKE              Mio nonno è... era un mago, pare sia morto. Faceva tutto, sapeva fare tutto. Aveva un grande officina, accanto al granaio. Da bambino tornavo da scuola, posavo i libri, e mi precipitavo lì. Mi ha insegnato più lui davanti alla carcassa di un televisore che le decine di libri che mi hanno fatto leggere.

VINCENT       Ognuno ha il suo traguardo.

MIKE              Mio nonno è davvero un mago, e non è soltanto un’espressione. Una volta l’ho visto far resuscitare una lavatrice. Quasi piangeva per l’emozione.

VINCENT       Un romantico.

MIKE              Di più, un mago. Forse è colpa sua se sono qui adesso.

VINCENT       Intendi far resuscitare lui? Va in cucina.

MIKE              No, no. Pausa. Leggo tutti i suoi articoli sul giornale di Lifetown, non ne perdo uno. Si faccia aumentare lo stipendio. Glielo hanno detto che era soltanto un periodico per inserzionisti e le lamentele dei contadini?  Ora lo leggono tutti, anche alla City lo conoscono. Mi creda, si faccia aumentare lo stipendio. Si dirige verso il poster del cavallo bianco Bello questo cavallo, ha un cavallo signor Cuevas ?

VINCENT       Da fuori  Non è mio, non ho un cavallo.

MIKE              E’ stupendo questo animale.

VINCENT       Da fuori E’ il cavallo bianco.

MIKE              Come ?

VINCENT       Da fuori E’ il cavallo bianco.

MIKE              C’è scritto Sam, è un artista famoso ?

VINCENT       Da fuori No.

MIKE              Ah. Però è bello, particolare.

VINCENT       Da fuori Lo ha disegnato Sam.

MIKE              Resta qualche istante in silenzio, poi distoglie la sua attenzione dal disegno. Si accorge della chitarra, ne pizzica le corde. Comunque dovrebbe farsi aumentare lo stipendio.

VINCENT       Ritorna. Non guadagno male, la moglie di Robert è generosa.

MIKE              E’ in gamba quella donna, altroché se lo è.

VINCENT       Suoni la chitarra ?

MIKE              Mi piacerebbe.

VINCENT       Anche a me.

MIKE              Non è sua quella ?

VINCENT       Si, ma non la so suonare. L’ho comprata al mercato dell’usato, prima o poi imparerò, per questo la tengo a vista.

MIKE              Capisco.

VINCENT       Le origini cilene, fa parte anche quello della fama che ho in paese ?

MIKE              Scusi ?

VINCENT       Sai delle mie origini cilene !

MIKE              Certo, lo so.

VINCENT       Appunto, lo sai.

MIKE              Come si sanno tante cose.

VINCENT       Già.

MIKE              Poi è un cognome cileno il suo giusto ?

VINCENT       Giusto, è un cognome cileno il mio.

MIKE              Sarà per quello.

VINCENT       Cosa ?

MIKE              Che l’ho intuito.

VINCENT       In Cile è un cognome conosciuto certo.

MIKE              E’ bello, mi piace, ha un bel cognome.

VINCENT       Anche in Perù ci sono dei Cuevas, e forse in Messico anche, chi lo sa ?

MIKE              Può darsi.

VINCENT       Può darsi.

MIKE              Però è un cognome cileno il suo giusto ?

VINCENT       Può darsi.

Pausa

MIKE              Dove vuole arrivare con le sue chiacchiere signor Cuevas ?

VINCENT       Quando il mio caso si chiuse tu avrai avuto soltanto pochi anni, ma non regge se continui a far finta di non sapere chi sono.

MIKE              Sono venuto per aggiustare il frigo.

VINCENT       E’ da quando sei entrato in questa casa che tenti di essere disinvolto.

MIKE              Disinvolto dice ?

VINCENT       Disinvolto.

MIKE              Forse fraintende.

VINCENT       E’ da quando sei entrato in questa casa che tenti di essere disinvolto nei miei confronti.

Scambio serrato.

MIKE              Non sono a disagio.

VINCENT       Non sei a disagio, non lo sei ?

MIKE              Non lo sono.

VINCENT       Sei un ragazzo in gamba Mike, ma sei a disagio in questa casa.

MIKE              E’ una questione di...

VINCENT       Sei un ragazzo in gamba Mike, e sai cosa dico.

MIKE              No, non lo so.

VINCENT       Quando parlo di disagio Mike, sai cosa dico.

MIKE              Disagio.

VINCENT       Sai cosa dico ?

MIKE              Bèh, in effetti, ha ragione, credo...

VINCENT       Sei un avvocato, il mio caso non ha lasciato indifferenti spero...

MIKE              No, certo.

VINCENT       Lo voglio sperare.

MIKE              Certo.

VINCENT       Fece gran rumore all’epoca.

MIKE              Fece un gran rumore.

VINCENT       Ti imbarazza forse ?

MIKE              Cosa ?

VINCENT       Sapere chi sono ?

MIKE              Per niente, voglio dire, non ne vedrei il motivo.

VINCENT       Mi avresti difeso Mike ?

MIKE              Cosa signore ?

VINCENT       Chiamami Vincent...

MIKE              No, io non...

VINCENT       Chiamami Vincent...

MIKE              Vincent ?

VINCENT       Solo Vincent, signor Cuevas mi chiamavano al processo...

MIKE              Io dovrei...

VINCENT       Mi avresti difeso Mike ?

MIKE              Il frigorifero, ero venuto per quello...

VINCENT       Avresti creduto all’innocenza di Vincent Cuevas ?

MIKE              Signor Cuevas...

VINCENT       Vincent, chiamami Vincent e basta...

MIKE              Certo signor Vincent...

VINCENT       Vincent e basta...

MIKE              Vincent...

VINCENT       E basta...

MIKE              E basta, certo...

VINCENT       Avresti difeso Vincent Cuevas il carnefice ?

MIKE              Ecco signor, Vincent, Vincent, io non credo di ricordare bene il suo caso

VINCENT       Non continuare Mike, so che non ti hanno licenziato, sei preparato, sai tutto di Vincent il carnefice, il mostro...

MIKE              Non vedo il motivo di questa discussione...

VINCENT       Il maniaco...

MIKE              Tantomeno la necessità...

VINCENT       Avresti cercato le chiacchiere per convincerli della mia innocenza ?

MIKE              Non lo so...

VINCENT       Nemmeno io sapevo da dove cominciare.

MIKE              Era un caso difficile.

VINCENT       Tutto contro di me, anche la mia coscienza.

MIKE              Vennero fuori delle foto mi pare.

VINCENT       Anche mia moglie, ed aveva ragione.

MIKE              Era innocente Vincent .

VINCENT       Ero innocente ?

MIKE              Certo, non sarebbe qui adesso.

VINCENT       Le chiacchiere fanno miracoli se usate bene Mike.

MIKE              No, c’erano le prove.

VINCENT       Credi alla mia innocenza Mike ?

MIKE              Certo.

VINCENT       E allora perché sei a disagio ?

MIKE              Non è per quello.

VINCENT       Lo hai detto tu, restano i fatti, se fossi morto per te sarei un carnefice, Cuevas il mostro.

MIKE              Lei è innocente.

VINCENT       Lo ero ?

MIKE              Ci sono le foto.

VINCENT       Le hai viste ?

MIKE              Conosco il suo caso.

VINCENT       Non bastarono per convincerli.

MIKE              Era un buon motivo per non ucciderla.

VINCENT       Non si convinsero della mia innocenza, ma venni assolto ed ora sono qui di fronte a te e tu leggi i miei articoli.

MIKE              Già.

VINCENT       Non la uccisi io.

MIKE              No.

VINCENT       Trovarono le chiacchiere giuste per salvarmi la vita.

MIKE              Sono contro la pena di morte signor Cuevas, Vincent.

Pausa.

VINCENT       Ho fatto tanto per farmi una reputazione, per convincere me stesso della mia innocenza, mi fa incazzare che un giovane colto e istruito mi piombi in casa trattandomi come l’ultimo degli imbecilli. Mike non farlo, non con me. Quell’imbarazzo Mike, quell’imbarazzo è stata la mia tortura peggiore. Quegli sguardi Mike, tra la compassione e il disprezzo, era già scritta in quegli sguardi la mia condanna, la mia fine. Io sono ancora vivo, ma ce n’è è voluto per cambiare quegli sguardi Mike, ce n’è voluto.

MIKE              Mi sono comportato come un imbecille...

VINCENT       Il caffè, lo vuoi ancora ?

MIKE              Si, certo grazie.

VINCENT       Andando fuori. Ti intendi di cavalli ?

MIKE              Cavalli ? No, non credo.

VINCENT       Non ti intendi di cavalli ?

MIKE              Non come un esperto, voglio dire chi del sud non ne sa qualcosa.

VINCENT       Tuo nonno non ne aveva uno ?

MIKE              Nessuno.

VINCENT       Non te ne ha mai parlato ?

MIKE              Ha un modo tutto suo di parlare. Un giorno mi portò a vederne uno, mi disse che era selvaggio ma non gli credetti.

VINCENT       Perché ?

MIKE              Non esistono i cavalli selvaggi, non più almeno. Hanno tutti un padrone. Se un cavallo è vivo serve a qualcuno.

VINCENT       Tornando con il caffè. Esiste il mito del cavallo bianco in queste zone.

MIKE              Dunque crede a quella storia ?

VINCENT       Non è una storia, è la verità. Mike ride. Perché ridi ?

MIKE              Mio nonno, pensava che avevamo visto il cavallo bianco.

VINCENT       Proprio quello ?

MIKE              Proprio quello. Il purosangue scappato dalla cattività che vaga nelle praterie, come nel suo disegno. Sorride.

VINCENT       Lo ha fatto Sam. Anche lui disse di averlo visto. Pare sia una rarità, succede solo a pochi eletti. Mike ride. Perché ridi ?

MIKE              Lasci perdere, io non credo a queste storie.

VINCENT       Credi a quelle che raccontano le mosche prigioniere degli ascensori.

MIKE              Glielo ha raccontato il signor Robert ?

VINCENT       E’ un particolare che mi ha colpito, è del tuo racconto ?

MIKE              Chiacchiere. Questo caffè e davvero speciale.

VINCENT       Robert ti ammira molto.

MIKE              Il signor Robert mi vuole bene.

VINCENT       Era piovuto quel giorno ?

MIKE              Quale giorno ?

VINCENT       Con tuo nonno.

MIKE              Un temporale come non se ne vedevano da anni.

VINCENT       Un temporale ?

MIKE              Violentissimo. Era al crepuscolo . Mi addormentai al suono della pioggia. Appena il vento cominciò a spazzare via le nuvole mio nonno corse nella mia stanza e mi portò con se. Non riuscii nemmeno a mettere le scarpe. Apparve dietro la collina superata la macchia. Un cavallo stupendo, enorme.

VINCENT       Il cielo quasi giallo.

MIKE              Cosa ?

VINCENT       Il cielo, è quasi giallo quando appare.

MIKE              Certo, lo era.

VINCENT       Così si racconta. Il primo a cui apparve fu un bambino, si perse nella macchia durante un temporale.

MIKE              Lo riportò a casa giusto ?

VINCENT       Sicuro.

MIKE              Mio nonno mi raccontò quella storia.

VINCENT       Lo guidò fino agli uomini che erano usciti per cercarlo.

MIKE              E’ una leggenda.

VINCENT       Poi svanì nel cielo quasi giallo.

MIKE              Ha l’aria di una cosa inventata.

VINCENT       Perché ?

MIKE              Ne ha il sapore.

VINCENT       Che sapore ?

MIKE              Della poesia.

VINCENT       Lo è !

MIKE              E’ una cosa inventata.

VINCENT       Un respiro. Dovrai darti da fare con quel coso, anche quello viene dal mercato dell’usato.

MIKE              Dice del frigorifero ?

VINCENT       Già, di quella bestia li dentro.

MIKE              Qual è il problema ?

VINCENT       Che è stanco.

MIKE              Lo rimetterò a nuovo.

VINCENT       No, aggiustalo soltanto.

MIKE              Intendevo quello.

VINCENT       Ha deciso di fare solo ghiaccio.

Squilla il telefono, Vincent rimane bloccato.

MIKE              I soliti seccatori !

VINCENT       Ti andrebbe di rispondere ?

MIKE              Come ?

VINCENT       Vuoi rispondere al posto mio ?

MIKE              Bèh, si, insomma come crede.

VINCENT       Grazie.

MIKE              Dico che non c’è ?

Il buio raccoglie la scena. Non c’è musica che trasporta, solo il suono dei passi che separano la vita dalla morte.

QUINTA. Chi va prima.

Sale lenta la luce. Una stanza grigia, luogo della memoria, quella memoria, priva di colori ma nitida, fredda come una lastra sottile di ghiaccio. Due letti vecchi, usati di giorno. Una piantina con un fiore è l’unico colore presente. L’ombra di una grata si distende in tutto l’ambiente. Loro sono li, sui letti. Due uomini, il ricordo di loro.

SAM               Un uomo di colore...E’ una domanda che mi affligge, te lo giuro, non chiudo occhio per questa cazzo di domanda. Mi tormenta, non dormo, lo capisci che non dormo ? Davvero, non dormo. Mangiare mangio, pisciare piscio, cagare pure, scopare capita anche quello, dormire... puttana Eva, quello non mi riesce più di farlo. Niente. Credo di aver dimenticato come si fa. Tu dormi ancora Vin, riesci ancora a dormire ? Io non ci riesco proprio. E’ quella domanda di merda che mi rompe le palle, la vedo scritta sul soffitto di notte. E’ li davanti a me, mi rompe le palle, davvero, mi rompe le palle e non riesco a dormire. Tu ci riesci Vin ?... ci riesci Vin ? Io non ci riesco proprio, non ci riesco a dormire. Scopare capita anche quello, ma niente sogni. Forse non so più farlo. Tu ci riesci Vin ?... Porcoddio mi ascolti quando parlo ? Mi ascolti Vin ? O parlo all’aria ? Ascoltami per Dio !

VINCENT       Sta calmo Sam, sta calmo.

SAM               Stavi dormendo vero ? Stavi dormendo brutto porco !

VINCENT       Non stavo dormendo...

SAM               Brutta razza di bastardo, stavi dormendo.

VINCENT       Non stavo dormendo.

SAM               Certo che stavi dormendo Vincent.

VINCENT       Non stavo dormendo.

SAM               Brutto porco !

VINCENT       Sta calmo Sam, sta calmo.

SAM               Sto calmo ma tu dimmelo, stavi dormendo.

VINCENT       No.

SAM               Allora cosa cazzo facevi invece di ascoltarmi, non mi ascoltavi vero ?

VINCENT       Ti ascoltavo.

SAM               Mi dai ai nervi quando fai così.

VINCENT       Così come ?

SAM               Non sono mai riuscito a spaccarti la faccia Vincent, ma prima o poi lo farò stanne certo.

VINCENT       Sta calmo Sam.

SAM               Come a quello stronzo di negro, lo ricordi Vin ?

VINCENT       Si, lo ricordo.

SAM               Uno di questi giorni cambio i connotati  anche a te con una craniata, per sempre brutto bastardo.

VINCENT       Ma cosa ti prende Sam ?

SAM               Lo faccio, ti assicuro che lo faccio.

VINCENT       Vuoi rilassarti o no ?

SAM               Come si chiamava, nemmeno lo ricordo come si chiamava ?

VINCENT       Cosa importa ?

SAM               Nulla, non importa nulla. Così, per ricordare, come cazzo si chiamava quello stronzo ?

VINCENT       Perché ?

SAM               Mi deve un favore porcoddio.

VINCENT       Carl, Carl si chiamava.

SAM               Carl ?

VINCENT       Carl, si chiamava Carl.

SAM               Come il corridore?

VINCENT       Quale corridore ?

SAM               Il corridore, quello bravo.

VINCENT       Non conosco nessun corridore con quel nome.

SAM               C’è, se ti dico che c’è devi credermi, che cazzo è che non mi credi mai ?

VINCENT       Sicuramente c’è, ma io non lo conosco.

SAM               Adesso lo conosci stronzo, stronzo ! Adesso lo conosci. Prima o poi ti spacco la faccia con una craniata, come a quello. Comunque non si chiamava Carl, me lo sarei ricordato.

VINCENT       Si chiamava Carl.

SAM               Me lo sarei ricordato ti dico !

VINCENT       E invece non te lo sei ricordato.

SAM               Me lo sarei ricordato.

VINCENT       Si chiamava Carl.

SAM               Quando fai così mi viene voglia di spaccarti la faccia. Non si chiamava Carl quel negro di merda !

VINCENT       Si chiamava Carl ti dico.

SAM               Come fai ad esserne così sicuro ?

VINCENT       Me lo ricordo .

 SAM              E io allora ?

VINCENT       Tu cosa Sam ?

SAM               Anch’io me lo ricordo, e ricordo che non si chiamava Carl !

VINCENT       Tu hai detto che non lo ricordavi !

SAM               Cosa ho detto ?

VINCENT       Lo hai detto o no ?

SAM               L’ho detto, ma cosa ho detto ?

VINCENT       Che non ricordavi come si chiamava.

SAM               Vedi che anche tu sei un somaro Vin ?

VINCENT       Lo hai detto o no ?

SAM               Non c’è bisogno di venire dalla merda come me, anche tu sei un bifolco ignorante Vin.

VINCENT       Meglio lasciar perdere.

SAM               Sei un bastardo ignorante Vin. Ho detto che non ricordavo come si chiamava, ma ricordo perfettamente come non si chiamava. Silenzio. Mi hai sentito Vin ? Mi hai sentito Vin ?

VINCENT       Si ti ho sentito.

SAM               Hai capito quello che ho detto ?

VINCENT       Lasciami perdere Sam.

SAM               Lo hai capito o no ?

VINCENT       Cosa c’era da capire ?

SAM               Il passaggio logico. Anch’io ne so fare, cosa credi. Ho letto qui dentro, ho letto tanto sai Vin. Adesso sono istruito. Pensa che bella figura ci faccio col Padreterno. Anzi sai una cosa, mi preparo qualche frase ad effetto, e appena lo vedo gliene sparo qualcuna, che ne dici Vin ? Così mi mette tra quelli istruiti. Mi ci vedi a passeggiare nelle praterie con i più grossi cervelli della storia ?

VINCENT       Nelle praterie ?

SAM               Nelle praterie, sottobraccio con Einstein per esempio.

VINCENT       Tu ed Einstein ?

SAM               Io e lui certo ! Pensi che non saprei cosa raccontargli ?

VINCENT       Non ho detto questo.

SAM               Era un uomo no, gli parlerò di figa, anch’io sono un luminare nel campo.

VINCENT       Davvero ?

SAM               Nessuno ha approfondito l’argomento come me puoi starne certo ! Ride. Hai colto la battuta ?

VINCENT       Divertente.

SAM               Nessuno ha approfondito l’argomento più di me per Dio ! Ride. Dovevo fare il comico, non il pescivendolo sul porto. Sarei stato capace di andare anche in televisione io, ho delle qualità. Io lo vedo Einstein ridere con me mentre parliamo di figa tu no ?

VINCENT       Vorrei esserci.

SAM               Ci sarai, parlerò col boss. Prima però devo fare bella figura.

VINCENT       Vuoi che non se ne accorga che sei un somaro ?

SAM               Devo preparare un discorsetto per impressionarlo.

VINCENT       Parla anche a lui di figa.

SAM               Ne sa più di me, l’ha inventata.

VINCENT       Non bestemmiare, poi ti penti.

SAM               Non sto bestemmiando, la inventata lui la figa, è la verità !

VINCENT       Se è così.

SAM               Certo che è così. Lui ha inventato ogni cosa, pure quella. Sa anche come funziona cosa credi. Noi abbiamo inventato la cicogna o il cavolo, lui sa bene che ci si inserisce il cazzo e che fa tanto bene allo spirito.

VINCENT       Non stai bestemmiando ?

SAM               Cos’è ti offende adesso ?

VINCENT       A me non importa nulla, e che mi spacchi le palle con i sensi di colpa.

SAM               Non sto bestemmiando, dico solo la verità.

VINCENT       Va bene.

SAM               Saprò cosa dirgli vedrai.

VINCENT       Ne sono sicuro.

SAM               “ Buon giorno signor Padreterno, come te la passi eh ! io ho ingannato tanto del tempo che mi hai dato, e non soltanto per il gusto della trascendenza !”

VINCENT       Ma cosa dici ?

SAM               Parlo con il Padreterno.

VINCENT       Perché non fai riposare il cervello.

SAM               “ Anche negli ultimi giorni sai Padreterno, ho molto apprezzato l’interessamento a non farmi dormire. Ti piace il modo in cui ho speso il mio tempo da sveglio, e me lo hai raddoppiato”

VINCENT       Smettila Sam.

SAM               “ Comunque voglio tranquillizzarti, senza scandalo, ho fatto qualche sbaglio lo ammetto, quando ho ucciso mia moglie per esempio, ma cosa ci vuoi fare sono cose che capitano. A proposito dov’è la troia, spero non da te altrimenti devo concepire che questo bel posticino luminoso è proprio un puttanaio ! “

VINCENT       Non bestemmiare Sam, poi te ne penti lo sai.

SAM               “ Cosa, non posso entrare, ma porcoddio ! Scusa. Ho già pagato sai, nella comunità che così carinamente hai creato. Sono stato giudicato e punito nel tuo nome, quindi ho diritto a partecipare alla festa che ne dici ? Bravo controlla i tuoi registri del cazzo e  fammi entrare.”

VINCENT       Non mi sembrano frasi ad effetto.

SAM               E invece lo sono. Io non ho studiato come te, ma so parlare quando voglio, e quando dico che non ricordo quel cazzo di nome vuol dire che ricordo perfettamente che non si chiamava Carl quel cane !

VINCENT       Allora non si chiamava Carl.

SAM               Sai perché non lo faccio ?

VINCENT       Cosa ?

SAM               Darti una craniata, lo sai perché non lo faccio ?

VINCENT       Perché non lo fai Sam ?

SAM               Perché ti voglio bene, ecco perché. E poi sei l’unico stronzo con cui riesco a parlare. Ecco perché.

VINCENT       Ricordi cosa ti è successo quando hai picchiato Carl, ecco perché.

SAM               Non si chiamava Carl.

VINCENT       Ti hanno chiuso nella Privata per due settimane.

SAM               Tu approfitti della mia bontà Vin.

VINCENT       Hai sofferto come un cane, ti sentivamo urlare di notte.

SAM               Urlavo ?

VINCENT       Come un cane bastonato.

SAM               Io urlavo ?

VINCENT       E piangevi.

SAM               Piangevo ?

VINCENT       Piangevi ! ? Certo che piangevi.

SAM               Ti sbagli Vin, non ero io quel cane.

VINCENT       Eri tu, certo che eri tu.

SAM               Non ero io.

VINCENT       Certo che lo eri.

SAM               Lo sentivo, non potevo essere io.

VINCENT       Eri tu Sam, eri tu che urlavi e piangevi, avevi paura Sam.

SAM               Era Carl, si lamentava per il favore che gli ho fatto.

VINCENT       Adesso ricordi come si chiamava vero ?

SAM               Chi ?

VINCENT       Carl, non era Carl che si lamentava, eri tu.

SAM               Non ero io.

VINCENT       Era Carl ?

SAM               Era Carl.

VINCENT       Era Carl ?

SAM               Era Carl, era Carl. Si porta su di lui con violenza e gli da una craniata provocandogli la rottura del naso. La scena resta in silenzio per interminabili istanti. Sei uno stronzo Vincent, non volevo farlo. Adesso chiama il parcheggiatore e falla finita. Pausa. Non lo chiami ? Lo faccio io. Va verso l’ombra delle grate e comincia a fare casino. Ehi, Arnold, ho spaccato la faccia a quest’altra checca, Arnold mi senti ?

VINCENT       Sta zitto imbecille !

SAM               Urla. Arnold, portami nella privata, così lo sente se ero io che piangevo, tutti sentiranno che io non piango ne urlo nella privata. Mi senti Arnold ? Mi senti perdio !

VINCENT       Torna a sedere imbecille !

SAM               Urla Allora viene qualcuno o no ? Chi è di turno, c’è quel faccia di merda di Arnold o no ?

VINCENT       Vuoi stare zitto !

SAM               Urla Devo ammazzarlo, se volete lo ammazzo così mi ci portare per sempre nella privata, che ne dite lo faccio ?

VINCENT       Sei un idiota Sam.

L’ombra di Arnold allungata si confonde con quella delle grate, la sua voce è fuori campo sempre.

ARNOLD        Dicevi Sam ? Segue un silenzio. Sono qui per ascoltarti Sam, dicevi ? Silenzio. Sono qui per ascoltarti Sam, non hai più nulla da sussurrare al tuo amico Arnold ?  Da bravo Sam, ti ascolto. Sono qui per capirti.

VINCENT       Sam fa per parlare ma Vincent lo precede Come stai Arnold, stai bene ? Silenzio  Mi dai da fumare ?

ARNOLD        Non hai da fumare signor Cuevas?

VINCENT       Ho da fumare certo Arnold.

ARNOLD        Hai da fumare allora.

VINCENT       Ho da fumare certo Arnold.

ARNOLD        Bene.

VINCENT       Io intendevo sigarette vere, non questo schifo Arnold.

ARNOLD        Ora ti capisco signor Cuevas, tu vuoi uno delle mie sigarette ?

VINCENT       Me ne dai una Arnold.

Arriva una sigaretta da fuori fino ai piedi di Vincent.

VINCENT       Grazie Arnold, sei un amico.

ARNOLD        Basta chiedere, per un amico.

VINCENT       Com’è la fuori Arnold, cosa succede ?

ARNOLD        Non li leggi i giornali signor Cuevas ?

VINCENT       Solo brutte notizie ?

ARNOLD        Solo quelle. La fuori è pieno di delinquenti, non vale la pena.

VINCENT       Solo brutte notizie.

ARNOLD        Cambiando bruscamente discorso. Allora cosa è successo Sam ?

VINCENT       Mi sa che accetto l’offerta. Silenzio. Mi hanno proposto di scrivere sul foglio del penitenziario. Io sono uno scrittore. Davvero eccezionali queste...

ARNOLD        Hai finito di rompere i coglioni signor Cuevas ? Non è carino, sto parlando con Sam. Pausa. Allora, cosa è successo Sam. Pausa. Cosa è successo Sam, sono qui per ascoltarti.

SAM      Tra i denti. Brutto porco.

ARNOLD        Dicevi qualcosa a proposito della Privata. Un’altra craniata ?

VINCENT       Sono inciampato.

SAM               Tra i denti. Buffone.

VINCENT       Per questo ti chiamava, sono inciampato.

SAM               Tra i denti. Buffone.

Lentamente scende il buio, a coprire quell’episodio. Il suono della canzone di Vincent ci tranquillizza.

SESTA. C’è qualcuno alle spalle.

Lifetown. La scena è completamente vuota, la musica è alta. Appare attraverso la portafinestra una ragazza con uno zaino. La sua figura è esile, lo sguardo di chi è stanca, in preda al panico, ma decisa. Dopo aver bussato senza fortuna, si allontana. Riappare subito dopo, e questa volta lascia scorrere la portafinestra. Rimane ferma sull’ingresso.

MARIA            C’è nessuno ? Silenzio. C’è nessuno ?. Signor... Vincent, Cuevas Vincent ? Silenzio. Più decisa, ci riprova. Cuevas Vincent ? Scoraggiata fa per andare.

A quel punto appare, sporco di grasso e con una pezza in mano, Mike.

MIKE              Non c’è, è dovuto uscire di corsa. Maria fa segno di non sentire. Va a spegnere la musica. Non c’è, è uscito di corsa.

MARIA            Buongiorno.

MIKE              Buongiorno.

MARIA            O buonasera forse.

MIKE              No, non ancora.

MARIA            Già, è un’ora difficile per dirlo. Faccio sempre confusione.

MIKE              Bisognerebbe dire buon pomeriggio, ma chi lo usa più.

MARIA            Nessuno, pochi volevo dire.

MIKE              Chissà. Entra pure il signor Cuevas mi ha detto che ti aspettava.

MARIA            Me ?

MIKE              Già, ha detto di farti entrare.

MARIA            Sei sicuro ?

MIKE              Una telefonata urgente dal giornale, ma vedrai che farà presto.

MARIA            Mi aspettava ?

MIKE              Si, dice che hai fatto un viaggio lungo. Entra pure, mettiti comoda.

MARIA            Ma forse c’è un equivoco.

MIKE              Questo io non lo so.

MARIA            E’ la casa di Vincent Cuevas giusto ?

MIKE              Quella.

MARIA            Vincent Cuevas lo scrittore ?

MIKE              Scrittore, giornalista.

MARIA            Giornalista ?

MIKE              Si, scrive per il giornale di Lifetown. Lo ha reso un vero giornale sai ! Prima era roba per inserzionisti, annunci matrimoniali, adesso ha anche una pagina della cultura, ma forse lo sai già !

MARIA            No.

MIKE              No ?

MARIA            E’ tanto che... la mia era una sorpresa, lui non può aspettarmi.

MIKE              Una sorpresa ?

MARIA            Una specie, comunque non credo aspettasse. Dovrebbe essere così. Nemmeno ci siamo mai visti, ecco.

MIKE              Mai?

MARIA            Si, è così, te lo dicevo.

MIKE              Quindi non ti chiami, aspetta come ha detto...

MARIA            Maria, io sono Maria, e lui non mi conosce.

MIKE              No, non ha detto Maria. Io ho una pessima memoria per i nomi ma di certo non era Maria, me lo sarei ricordato. Maria è un nome italiano non è così ? E’ italiano ?

MARIA            Italiano.

MIKE              Oh ! adesso capisco, vieni dall’Italia ?

MARIA            No. Dalla City.

MIKE              Certo, avrei dovuto intuirlo.

MARIA            Perché ?

MIKE              L’accento, è la prima cosa che mi ha colpito laggiù.

MARIA            Ci sei stato?

MIKE              Un po’, soltanto un po’.

MARIA            Quanto ?

MIKE              Tre anni. E’ poco per parlare di un posto.

MARIA            Non ci stavi bene. ?

MIKE              E’ un discorso lungo. Vedi io starei aggiustando il frigo... Oh ! che sbadato, non mi sono neanche presentato. Sono Mike, Mike Collins. Riparo lavatrici, frigoriferi un po’ tutto insomma, come mio nonno. Mi occupavo di tutt’altro prima, svolgevo l’attività nella City, in giacca e cravatta, infatti adesso nessuno mi riconosce. Dicono che sono pazzo. Il signor Cuevas no, gli altri . La mosca, colpa della mosca. Voglio dire... crederesti che una mosca può cambiare il destino ? In realtà lo ha soltanto riportato sul suo corso, tutto qui. Si fanno strani giri per trovarsi. Dicevo di Vincent, a avuto dei problemi con il frigo e allora mi trovo qui. Capisci quello che voglio dire vero ?

MARIA            Capisco. Tornerà presto?

MIKE              Il prima possibile.

MARIA            Lo aspetto ?

MIKE              Certo. Rimarrebbe male se andassi via.

MARIA            Non ci giurerei.

MIKE              Tutti lo farebbero no ?

MARIA            Cosa ?

MIKE              Io di sicuro.

MARIA            Cosa ?

MIKE              Se mi dicessero che qualcuno da così lontano è andato via perché non mi ha trovato.

MARIA            Ci rimarresti male ? Io non lo so.

MIKE              Non ci rimarresti male ?

MARIA            Se non l’ho mai visto come faccio a rimanerci male ?

MIKE              Era venuto per te. Ha fatto un viaggio lungo solo per te.

MARIA            Se è davvero importante  si rifà vivo.

MIKE              E’ vero, è vero. Senti, io ho quasi finito di la...

MARIA            Vai, vai pure.

MIKE              Mi manca poco.

MARIA            Certo.

Mike sparisce in cucina. Maria si guarda intorno più che incuriosita quasi cercando qualche indizio. Si accorge della foto che Robert aveva poggiato sul tavolino, la prende. Lo riconosce. E’ proprio quel Vincent che cercava. La mette nel sacco che ha con se.

MARIA            Avrei dovuto capirlo dalla musica.

MIKE              Fuori campo. Cosa ?

MARIA            Nulla.

MIKE              Fuori campo. Cosa dicevi della musica ?

MARIA            Nulla di importante.

MIKE              Fuori campo. Non è mio quel disco, però è bello vero.

MARIA            Già. Conosco bene quella canzone.

MIKE              Fuori campo. Credo che abbia qualche anno.

MARIA            Parecchi.

MIKE              Fuori campo. E’ un’ossessione.

MARIA            Cosa ?

MIKE              Fuori campo. Le cose passate, tornano sempre.

MARIA            Davvero ?

MIKE              Fuori campo. Quando una generazione comincia ad invecchiare cerca di recuperare la sua memoria con le canzoni, la moda,  tutto quello che faceva vent’anni prima.

MARIA            Già.

MIKE              Fuori campo. Lo faremo anche noi.

MARIA            Lo faremo.

MIKE              Fuori campo. Come ?

MARIA            Hai ragione.

MIKE              Fuori campo. Torneremo sui nostri passi. L’assassino torna sempre sul luogo del delitto.

MARIA            Come ?

MIKE              Fuori campo. Assassini del tempo. Quanti anni hai ucciso tu ?

MARIA            Che vuoi dire ?

MIKE              Fuori campo. Quanti anni hai ?

MARIA            Io non ho ucciso i miei anni. Venticinque.

MIKE              Fuori campo. Ventinove.

MARIA            Venticinque !

MIKE              Fuori campo. Ho capito, dicevo io, ne ho uccisi ventinove.

Pausa.

MIKE              Fuori campo. Il fatto è, che ormai esiste soltanto il giorno e la sera capisci !

MARIA            Non ti seguo.

MIKE              Fuori campo. Niente più pomeriggio, come niente più mattino. Tutto avviene di giorno o di sera.

MARIA            Cosa dici ?

MIKE              Fuori campo. Buon mattino Maria, Buon pomeriggio. La notte è rimasta però. Buonanotte Maria.

MARIA            Buonanotte ?

MIKE              Appare dalla finestrella della cucina con qualche arnese tra le mani. Buonanotte.

MARIA            Sorride. Buonanotte Mike.

MIKE              Già buonanotte. Quello è un bel saluto non trovi ?

MARIA            Ride. Buonanotte.

MIKE              Buonanotte. Sparisce di nuovo. Maria è divertita. Ti fa ridere ?

MARIA            No, non mi fa ridere.

MIKE              Fuori campo. Stai ridendo.

MARIA            Tu mi fai ridere, sei buffo.

MIKE              Fuori campo. Mi trovi buffo ?

MARIA            Un po’.

MIKE              Fuori campo. Ti ringrazio per non aver detto pazzo.

MARIA            Non lo penso.

MIKE              Riappare. Siete in pochi. Maria ride. Ho finito. Asciugo il lago e arrivo.

MARIA            Il lago ?

MIKE              E’ la materia che diventa liquida. Questo frigo aveva più ghiaccio dell’Alaska. Sparisce ancora.

MARIA            Sorride. Da quanto tempo lo conosci ?

MIKE              Fuori campo. Il frigo ?

MARIA            Ride. No, non parlavo di quello.

MIKE              Fuori campo. L’Alaska ?

MARIA            Vincent.

MIKE              Fuori campo. Da questo pomeriggio.

MARIA            Non scherzare.

MIKE              Fuori campo. Da questo pomeriggio.

MARIA            Dico sul serio.

MIKE              Fuori campo. Anch’io.

MARIA           Davvero ?

MIKE              Fuori campo. Lo avevo visto tante volte in paese, qui tutti lo conosciamo, è una specie di personalità da noi. Però non ci avevo mai parlato prima.

MARIA            Davvero ?

MIKE              Fuori campo. E’ stato il frigo a farci conoscere.

MARIA            Lo hai conosciuto solo oggi.

MIKE              Riappare con uno strofinaccio con il quale si asciuga le mani. Una conoscenza un po’ fredda, ma doveva accadere, tu credi nel destino ?

MARIA            Non lo so, non mi interessa.

MIKE              Io si. Infine accade quello che deve accadere, anche se lo scegli tu, mi segui ?

MARIA            Forse.

MIKE              Ti capita di intuire che stai attraversando una delle tue porte ?

MARIA            Quali porte ?

MIKE              Le porte del destino ?

MARIA            Cioè ?

MIKE              E’ una teoria dell’antica Grecia. Noi abbiamo un destino, che passa attraverso alcuni punti obbligati, questi punti sono le porte. Ora come arrivarci e quanto tempo ci impieghi dipende solo da te. Puoi anche impiegarci più di una vita, però è certo che di li devi passare. In genere quando  passi una porta lo avverti.  Mi segui vero ?

MARIA            Ci provo.

MIKE              Non è complicato. Esiste una rotta, ma la navigazione la decidi soltanto tu è chiaro ora ?

MARIA            Si, certo.

MIKE              Sei il capitano della tua nave.

MARIA            Capisco.

MIKE              Il mio incontro con Vincent doveva accadere evidentemente. Era il guardiano di una porta che sto attraversando.

MARIA            Il guardiano di che ?

MIKE              Ogni porta ha un suo guardiano. Ti aiuta a passarla, con le buone o le cattive.  Anche tu lo incontri per la prima volta hai detto ?

MARIA            Si.

MIKE              Sei una sua ammiratrice ?

MARIA            Non credo proprio.

MIKE              Ti faccio troppe domande vero ?

MARIA            Un po’.

MIKE              Dimmelo se parlo troppo, non mi contengo. Me lo dici ?

MARIA            Se riesco ad interromperti si.

MIKE              D’accordo. In realtà e come se lo conoscessi da un pezzo.

MARIA            In che senso.

MIKE              E’ una specie di personalità a Lifetown.

MARIA            Lo hai già detto.

MIKE              Ho letto tutti i suoi articoli, da dieci anni non ne perdo uno, forse i primi si, ma solo quelli.

MARIA            E’ famoso per il giornale ?

MIKE              E per il caffè !

MARIA            Caffè ?

MIKE              Lo fa all’italiana, anzi alla napoletana. Oggi l’ho assaggiato per la prima volta. Non lo dimenticherò presto.

MARIA            Sua madre era napoletana.

MIKE              Esatto ! Il più buon caffè del sud, il più buono. I suoi articoli hanno quel sapore. Già è così.

MARIA            Per il giornale e per il caffè !

MIKE              Si !

MARIA            E poi ?

MIKE              Cosa vuol dire e poi ?

MARIA            E’ famoso solo per i suoi articoli e il suo caffè ?

MIKE              Il più buon caffè del sud.

MARIA            Il più buono.

MIKE              E i suoi articoli sono famosi anche in città. Al college tutti mi chiedevano se conoscevo il signor Cuevas, Vincent. Abbiamo un teatro adesso, e ci fanno dei convegni importanti.

MARIA            E’ un pedofilo.

Pausa.

MARIA            Non lo sapevi ?

MIKE              Lo sapevo.

MARIA            E’ stato incriminato per aver stuprato una bambina di dodici anni insieme ad un altro.

MIKE              Lo sapevo.

MARIA            La bambina è morta.

MIKE              Fu assolto.

MARIA            La spaccarono in due come un vitello.

MIKE              Lui fu assolto.

MARIA            La percossero come animali.

MIKE              Le foto lo scagionarono.

MARIA           La bambina è morta.

MIKE              L’altro la uccise.

MARIA            Lui rimase a guardarlo.

MIKE              A guardarlo.

MARIA            Masturbandosi. E’ una sua dichiarazione, pare lo eccitasse.

MIKE              Venne assolto pochi giorni prima di finire sulla sedia elettrica.

MARIA            Che fortuna !

MIKE              Non la uccise lui.

MARIA            Dichiarò anche che non era la prima volta.

MIKE              No, non lo era.

MARIA            Il passatempo preferito. Qualcuno gli procurava le bambine, e loro si divertivano. Quella volta fu un caso se non partecipò al banchetto.

MIKE              Dichiarò che erano ubriachi, non si resero conto...

MARIA            Che peccato. In città non è famoso per questo ? Forse qualcuno dovrebbe raccontarlo.

MIKE              E’ arrivato qui una decina di anni fa, il caso è vecchio di almeno venti.

MARIA            Venticinque. Venticinque anni.

MIKE              L’assassino è stato giustiziato.

MARIA            Ti dispiace ?

MIKE              Sono contro.

MARIA            Sei cosa ?

MIKE              Contro. Contro.

MARIA            Contro !

MIKE              Contro la pena di morte.

MARIA            La gente dimentica in fretta vero Mike ?

MIKE              Perché sei qui ?

MARIA            Chi sei !

MIKE              Come ?

MARIA            Hai sbagliato domanda, dovevi chiedermi chi sono ?

MIKE              Spero abbia i tuoi diritti per fare quello che vuoi fare.

MARIA            Ne ho, ne ho, stanne certo.

MIKE              Lo spero.

MARIA            Stanne certo. Non sono venuta a disturbare la quiete del tuo eroe senza averne il diritto.

MIKE              Lo spero.

MARIA            Stanne certo.

MIKE              Non è mio amico.

MARIA            Non lo è ?

MIKE              Tantomeno il mio eroe.

MARIA            Non lo è ?

MIKE              Ha la mia stima.

MARIA            La tua stima ?

MIKE              La mia stima.

MARIA            Già.

MIKE              Ha scontato la sua pena in carcere, è riuscito a recuperare. Adesso ha un’altra vita. Il suo amico Robert lo ha aiutato.

MARIA            Un’altra vita ?

MIKE              E’ così.

MARIA            Un’altra vita.

MIKE              E’ riuscito a recuperare.

MARIA            E dov’è finita quella vecchia ? E’ soltanto il passato ?

MIKE              Non credo sia semplice.

MARIA            E’ il passato certo.

MIKE              Queste cose non passano.

MARIA            E tu come lo sai.

MIKE              E’ scritto nei suoi articoli, nei suoi libri. E’ riuscito ad andare avanti.

MARIA            Li ho letti i suoi libri, è bravo a parlare d’amore. Le sue storie sono appassionate, i suoi abbracci teneri, i suoi baci commoventi. E’ bravo a parlare di sentimenti, deve conoscerne di profondi. Nessuno come lui sa parlare di giovani amori.

MIKE              Lascia perdere.

MARIA            Devo lasciar perdere dici ?

MIKE              Non credo sia facile per lui.

MARIA            No, non credo. Non sa di cosa parla, mentire gli riesce bene, e così ha ingannato anche voi campagnoli ?

Pausa.

MIKE              Io adesso dovrei andare via.

MARIA            Scusami, tu non c’entri.

MIKE              E’ tutto a posto.

MARIA            Scusami.

MIKE              Davvero, va tutto bene.

MARIA            Davvero ?

MIKE              Certo.

MARIA            E’ che non sono riuscita a controllarmi e allora...

MIKE              Va tutto bene.

MARIA            Io ti chiedo scusa.

MIKE              D’accordo, accetto le tue scuse.

MARIA            Davvero ?

MIKE              Avrai dei motivi validi.

MARIA            Ma tu non c’entri.

MIKE              Lo spero.

MARIA            No, non c’entri.

MIKE              Bene.

MARIA            Comunque, grazie.

MIKE              Per cosa ?

MARIA            Era tanto che non ridevo.

MIKE              Ho interrotto qualche record !

MARIA            No ! Sorride.

MIKE              Che fortuna. Breve silenzio di imbarazzo. Io adesso devo proprio andare o Fulmine si arrabbia.

MARIA            Fulmine ?

MIKE              E’ il mio cane, il più grasso e pigro dello stato. Non gli ho lasciato da mangiare stamattina, sarà nervoso.

MARIA            Lo credo.

MIKE              Una lavastoviglie, due lavatrici e questo vecchio frigo. Anch’io ho fame.

MARIA            Non ricordo più l’ultima volta che ho mangiato, e che ho fatto una doccia.

MIKE              Hai viaggiato in treno ?

MARIA            Con l’autostop.

MIKE              Non è proibito ?

MARIA            Certo, ma è l’unico modo per far perdere le tracce.

MIKE              Già. Scappi vero ?

MARIA            No, inseguo.

MIKE              Già. Bene, allora...

MARIA            Subito. Vengo con te ?

MIKE              Come ?

MARIA            Posso venire con te ?

MIKE              Non aspetti Vincent ?

MARIA            Tornerò dopo. Posso ?

MIKE              Certo.

MARIA            Davvero ?

MIKE              Certo.

MARIA            Non ti sembra assurdo dico ? Ti ho appena conosciuto.

MIKE              Vieni con me ?

MARIA            Posso ?

MIKE              La mia casa è più piccola, però è altrettanto carina e il frigo funziona, troveremo qualcosa da mettere sotto i denti.

MARIA            Già.

MIKE              E poi ho l’idromassaggio.

MARIA            E’ una proposta ?

MIKE              Oh ! che stupido ! Lo sembrava ?

MARIA            Scherzavo.

MIKE              Sono uno scemo, l’ho detto male.

MARIA            Ne sono sicura. Spero solo che Fulmine non sia geloso.

MIKE              Ti piacerà vedrai, basta non convincerlo a correre.

La luce lentamente va via accompagnando la loro uscita.

SETTIMA. La voce.

Ritorniamo alla cella. Dal buio viene fuori la flebile voce di Vincent che canta lo stesso motivo che fino ad ora abbiamo ascoltato dallo stereo di casa sua cercando di accompagnarsi con la chitarra. Sam non riesce a trattenersi dal ridere.

VINCENT       Cos’hai da ridere ?

SAM               Niente, niente.

VINCENT       Mi dici cos’hai da ridere ?

SAM               Sono di buon umore.

Vincent riprende a cantare, e Sam ancora una volta non riesce a trattenere le risate.

VINCENT       Divertito. Sei una testa di cazzo.

SAM               Lasciandosi andare completamente alla risata. Mio Dio Vin, non lo avevi mai fatto prima!

VINCENT       Oggi mi va di cantare.

SAM               C. s. Sei ridicolo. Vincent canta ancora. Non ce la faccio scusami, sei troppo ridicolo.

VINCENT       Gli lancia qualcosa. Bonario.  Vaffanculo Sam, non capisci un cazzo.

SAM               C. s. Sei una checca, sei una checca di merda !

VINCENT       Soltanto perché canto ?

SAM               Perché canti quella merda li !

VINCENT       E’ una canzone meravigliosa !

SAM               Certo, è così.

VINCENT       E’ una canzone meravigliosa.

SAM               E’ così, lo giuro.

VINCENT       Non capisci un cazzo Sam.

SAM               Stai diventando frocio.

VINCENT       Soltanto perché canto ?

SAM               E’ una canzone da froci !

VINCENT       E’ romantica.

SAM               E’ stonata, non lo senti che è stonata ? !

VINCENT       Stonata ?

SAM               Stonata, si. E’ stonata.

VINCENT       Stonata ?

SAM               Si lo è!

VINCENT       Cosa vuoi dire con stonata ?

SAM               Guardati intorno.

VINCENT       Mi guardo, allora ?

SAM               E’ stonata.

VINCENT       Stonata ?

SAM               Anche un mulo come me se ne accorge !

VINCENT       Lo hai detto, sei un mulo !

SAM               Si lo sono, l’ho detto !

VINCENT       E non capisci un cazzo.

Sam ride ancora. Segue una pausa in cui si calma. Vincent posa la chitarra sotto al letto e resta in silenzio.

SAM               Da dove l’hai pescata ?

VINCENT       Lascia perdere.

SAM               No davvero, dove l’hai pescata ?

VINCENT       Lascia perdere.

SAM               Ride. E’ roba da adolescenti !

VINCENT       Vuoi cambiare argomento ?

SAM               E’ così divertente questo.

VINCENT       Per te forse lo è.

SAM               Dai ti conosco.

VINCENT       Non mi diverto.

SAM               Certo che ti diverti. Ti diverti quando litighiamo come due froci, ammettilo.

VINCENT       Ho detto lascia perdere.

SAM               Va bene, sto zitto.

Sam cerca di ripetere il motivo, ma non ci riesce per il troppo ridere. La sua voce inoltre è poco adatta a quelle sonorità.

VINCENT       Sta zitto, sta zitto Sam. Sam continua. Sei un cane porca miseria !

SAM               Hai visto l’effetto ?

VINCENT       Se la canti così certo che scappano anche i santi.

SAM               E’ stonata l’ho detto.

VINCENT       Tu sei stonato.

SAM               Non io, la canzone. Sono perfettamente intonato. E’ questo schifo di canzone che è stonata. Da dove l’hai pescata ?

VINCENT       Non importa.

SAM               Cantavo in chiesa.

VINCENT       Canta dove ti pare.

SAM               Non mi credi ?

VINCENT       Ti credo, ti credo.

SAM               Cantavo nel coro della chiesa !

VINCENT       E’ che non me ne frega niente.

SAM               Non capisci di musica. Quella si che lo era. Quell’organo riusciva ad emozionare anche me. C’era una storpia che lo suonava, aspetta come si chiamava... non lo ricordo più.

VINCENT       Quanti secoli fa è successo ?

SAM               L’ho sempre fatto, sono un buon cristiano io, non come te. Mi hanno beccato li.

VINCENT       Li dove ?

SAM               In chiesa.

VINCENT       Come ?

SAM               Mi hanno beccato li.

VINCENT       Ti eri nascosto in chiesa ?

SAM               Ma no che dici !

VINCENT       Tu lo hai detto.

SAM               Ho detto questo ?

VINCENT       Hai appena finito di dirlo.

SAM               Ho detto che mi hanno beccato in chiesa, non che mi sono nascosto in chiesa. Vedi che non mi ascolti !  Non sarebbe stato un buon nascondiglio, mi avrebbero convinto che sono una feccia da rifare. Mi avrebbero costretto a consegnarmi. Mi sono nascosto sulle montagne.

VINCENT       E allora come hanno fatto...

SAM               Quella domenica non ho resistito. Sentivo le campane dal nascondiglio. Le altre settimane avevo provato a cantare a bassa voce immaginando di essere con il mio coro, ma quel giorno non ho resistito. Sono sceso a valle e sono entrato in chiesa. Avresti dovuto vedere le facce dei parrocchiani. Ammutoliti tutti, sembrava avessero visto un marziano. Erano terrorizzati, i loro sguardi puntati su me come pistole. Eppure soltanto qualche settimana prima eravamo li ad abbracciarci, baciarci, a scambiarci buoni consigli, da bravi fratelli peccatori. Ero felice, mi sono diretto senza esitazioni al mio posto nel coro. Era una potenza la storpia. Aspetta come si chiamava... niente, non riesce a venirmi in mente. Le è bastato uno sguardo, così ha ripreso a suonare ed io ho attaccato. Per la prima volta ho sentito la mia voce rimbombare nell’enorme volta della chiesa, la prima da solista, nessuno si unì al canto erano terrorizzati. Ho chiuso gli occhi, e tutto è diventato ancora più bello. Eravamo soltanto io l’organo e la storpia, ha sempre avuto un debole per me quella donna. Ma come si chiamava perdio !... niente, non mi torna in mente. L’organo era perfetto, non sbagliava una nota, ed io... la mia voce era diventata uno strumento nelle mani di Dio, cantavo divinamente, sembravo un santo. Pausa. Quando ho riaperto gli occhi la chiesa si era svuotata. C’eravamo soltanto io, l’organo, la storpia, lo sceriffo, due poliziotti, tre pistole, due cecchini, trecento pallottole e Dio. Ho dato un bacio a Margarett uno sguardo al cielo e mi sono consegnato.

VINCENT       Dopo una pausa. Si chiamava Margarett ?

SAM               La storpia ? Già, si chiamava Margarett, come fai a saperlo ?

VINCENT       Lo hai appena detto tu.

SAM               Davvero ?

VINCENT       Lo hai appena detto.

SAM               Hai visto che ricordo i nomi quando voglio ?

VINCENT       Ma che coglione !

SAM               Ricordo tutto, tutto. Mi sono ricordato di Margarett !

VINCENT       E’ stato un caso.

SAM               Lascia perdere. Ricordo anche che aveva un debole per me.

VINCENT       Lo hai già detto.

SAM               E mi va di dirlo di nuovo.

Pausa.

VINCENT       Questa notte ti ho sentito pregare.

SAM               Ho fatto un brutto sogno.

VINCENT       Hai dormito ?

SAM               No.

VINCENT       Hai detto...

SAM               Mi sono sbagliato.

VINCENT       Sei riuscito a dormire o no ?

SAM               Si.

VINCENT       Bene.

SAM               No.

VINCENT       Pregavi per riuscirci ?

SAM               Pregavo e basta. Tu non preghi mai ?

VINCENT       Certo. Prego che mi uccidano presto.

SAM               Anch’io.

VINCENT       Anche tu vuoi che finisca questo strazio ?

SAM               Per te.

VINCENT       Cosa ?

SAM               Anch’io prego perché ti spennino presto. Sei un coglione.

VINCENT       Morirai prima di me.

SAM               Se vuoi ti cedo il posto.

VINCENT       Lascia perdere.

Pausa.

SAM               Pregavo per ricordare.

VINCENT       E’ per questo che non riesci a dormire ?

SAM               No.

VINCENT       Perché non dormi ?

SAM               Per quella maledetta domanda.

VINCENT       Quale domanda ?

SAM               Vedi che non mi ascolti Vin !

VINCENT       Quale domanda ?

SAM               Non mi ascolti !

VINCENT       Quale domanda ?

SAM               Te l’ho detto, te l’ho detto l’altro giorno, quando è arrivato quello stronzo di Arnold.

VINCENT       Mi hai parlato di una domanda scritta sul soffitto, ma non mi hai detto quale.

SAM               Allora mi ascoltavi ?

VINCENT       Certo che ti ascoltavo.

SAM               Sei un bastardo Vin.

VINCENT       Perché ?

SAM               Non lo so, ma lo sei.

VINCENT       Quale domanda ?

SAM               Tu te lo chiedi Vin, te lo chiedi mai ?

VINCENT       Cosa ?

SAM               Non farò bella figura nel dirtelo, è una domanda da donnicciole, però mi è venuta spontanea.

VINCENT       Dimmi. 

SAM               Poi non stronzeggi ?

VINCENT       D’accordo. A cosa ti riferisci ?

SAM               Agli altri Vin. Ti sei mai chiesto a cosa è servita la tua vita ?

VINCENT       Come ?

SAM               Tutti abbiamo uno scopo, anche le cacche come noi, voglio dire, qual è il mio scopo ? Anzi qual è stato.

VINCENT       Non ti capisco.

SAM               Perché sei un ateo di merda ecco perché. Io credo in nostro Signore invece, e faresti bene a trovare anche tu una cazzo di spiritualità !

VINCENT       Una cazzo di spiritualità ! Ride.

SAM               Non ripetere tutto quello che dico come un allocco Vin. Una cazzo di spiritualità ho detto, cosa c’è da stupirsi.

VINCENT       Niente.

SAM               E allora fammi il favore di non ridere. Con tutta la tua cultura non hai scoperto la cosa più importante.

VINCENT       Quale sarebbe la cosa più importante ?

SAM               Cristo Vin, è Dio !

VINCENT       Certo.

SAM               Non bestemmiare.

VINCENT       Non bestemmio.

SAM               Invece lo fai, nell’intenzione. Non è importante che sia quella giusta, ma trovatela una cazzo di spiritualità. Lui apprezza l’interessamento. Uno va li e gli dice “Mi sono interessato all’argomento fammi uno sconto...”

VINCENT       Eri fermo sulla porta mentre lui consultava i registri per farti entrare o meno.

SAM               Cosa dici ?

VINCENT       L’altro giorno, prima che arrivasse Arnold, hai detto che avevi il diritto di entrare per aver pagato la tua pena, ricordi.

SAM               Certo che lo ricordo.

VINCENT       Volevi diventare amico di Einstein parlandogli di figa, ricordi ?

SAM               Lo ricordo, lo ricordo !

VINCENT       Tu mi chiedi di ascoltarti ed io lo faccio.

SAM               Sei un bastardo Vin.

VINCENT       Perché ?

SAM               Io non lo so ma tu si !

VINCENT       Mi chiedi di ascoltarti ed io lo faccio.

SAM               Certo che me lo ricordo. Ma ero incazzato quel giorno.

VINCENT       Hai bestemmiato ?

SAM               Che domanda è ?

VINCENT       Non so cosa significhi bestemmiare, non sono credente.

SAM               E faresti bene a trovartela una qualunque mistica di merda.

VINCENT       Per bestemmiare ?

SAM               Non mi incastri Vin, i tuoi discorsi sono frutto dell’inganno, sei perso amico. Morirai senza uno schifo di possibilità di salvarti.

VINCENT       Pausa. E per quello che credi ?

SAM               Cosa ?

VINCENT       Insegnami a credere.

SAM               Hai bestemmiato di nuovo.

VINCENT       Insegnami a non farlo.

SAM               Come ?

VINCENT       Ho il sospetto che credere, tutto sommato, è un investimento senza alcun rischio reale che mette il culo al sicuro. Voglio dire, cosa ti costa credere, infine se hai azzeccato vinci il premio e sei felice, e se non hai azzeccato non lo scoprirai mai. E’ un cavallo che vince sempre !

SAM               Cosa dici ? Cosa dici ?

VINCENT       Convincimi che non è così.

SAM               E come faccio ?

VINCENT       Dimmi perché credi.

SAM               Sono cazzi miei perché credo, e faresti bene a farlo anche tu.

VINCENT       Non vedo la necessità di inventarmi un Dio.

SAM               Non bestemmiare, è lui che ha inventato te.

VINCENT       Se lo incontri ringrazialo da parte mia.

SAM               Stronzo !

VINCENT       Non gliel’ho mai chiesto.

SAM               E’ perché ti ama, Cristo Dio ! sei un mulo !

VINCENT       Va bene, va bene.

Pausa.

SAM               La canzone che cantavi !

VINCENT       Cosa centra la canzone ?

SAM               Cercalo in quella il tuo Dio.

VINCENT       Nella canzone ?

SAM               Nella canzone, nella canzone. E nel perché la cantavi.

VINCENT       Ci proverò. I tuoi sono discorsi da condannato a morte.

SAM               Non lo sono.

VINCENT       Lo sono.

SAM               Lascio perdere che è meglio.

Pausa.

VINCENT       E com’è ?

SAM               Chi ?

VINCENT       Il vecchio ?

SAM               Non è vecchio !

VINCENT       E’ giovane ?

SAM               Non è giovane.

VINCENT       E com’è ?

SAM               Brucia all’inferno Vin, non riesco a salvarti, sono troppo asino. Ti lascerò dannare in eterno in santa pace.

VINCENT       La misericordia.

SAM               La misericordia che ti farà crepare.

Pausa.

SAM               E’ il cavallo bianco.

VINCENT       Cos’è il cavallo bianco ?

SAM               E’ una leggenda del sud. Dalle mie parti esiste la leggenda del cavallo bianco. E così che immagino il boss.

VINCENT       Un cavallo ?

SAM               Un cavallo !

VINCENT       Siamo figli di un cavallo ?

SAM               E’ un immagine.

VINCENT       Che immagine di merda.

SAM               Vaffanculo Vin, brucia in eterno.

VINCENT       Mi piace.

SAM               Cosa ?

VINCENT       L’immagine del cavallo.

SAM               Vaffanculo.

VINCENT       Raccontami la leggenda.

SAM               Fottiti.

Pausa.

VINCENT       Cosa vuoi ricordare ?

SAM               Come ?

VINCENT       Hai detto che pregavi per ricordare.

SAM               L’ho detto.

VINCENT       Cosa ?

SAM               Tutto. Quella domanda mi tortura, prego di ricordare una qualsiasi cosa che ho fatto per il bene dell’umanità, a parte uccidere mia moglie intendo.

VINCENT       Lo hai fatto per salvare il mondo ?

SAM               Il mondo no, ma qualche coglione come me ci sarebbe ricascato. Ho salvato lui.

VINCENT       L’hai uccisa davvero per questo ?

SAM               Certo, per cos’altro !

VINCENT       Davvero per questo ?

SAM               La troia.

VINCENT       La amavi ?

SAM               Una sola cosa, una soltanto che io abbia fatto per un altro ! Niente, sono settimane che ho il vuoto, non riesco a ricordare.

VINCENT       Qualcosa avrai fatto.

SAM               Il vuoto. Non dormo per quello, per il vuoto. E poi mi vengono in mente le cose più assurde.

VINCENT       Tipo ?

SAM               Le più assurde !

VINCENT       Quali ?

SAM               Non ricordavo nemmeno di ricordarle. Ci sarà un motivo per cui ti saltano in mente delle cose inutili quando meno te lo aspetti. Nei libri che hai letto o che hai scritto c’è una risposta ?

VINCENT       Niente di garantito.

SAM               Davvero ?

VINCENT       Niente di sicuro.

SAM               Ecco a cosa servite voi intellettuali di merda, ad aumentare i dubbi. Siete dei disonesti. Una volta si moriva in pace, era una cosa della natura. Mio padre morì sereno, io ero un bambino e quando gli chiesi perché stava morendo lui mi disse semplicemente che era vecchio. A me bastò quella risposta. Era vecchio, risposta esatta per Dio ! Ecco perché si muore.

VINCENT       Tu non sei vecchio.

SAM               Neanche tu.

VINCENT       Appunto.

SAM               Non interrompermi, non era questo quello che volevo dire. Lui morì semplicemente perché era stato in vita, era finito il suo tempo. Ecco quello che serve sapere. Voi intellettuali di merda ci riempite la testa di domande inutili di cui non conoscete le risposte, siete dei disonesti.

VINCENT       Essere o non essere, questo è il problema.

SAM               Sei, sei.

VINCENT       Stronzo !

SAM               Lo hai detto.

VINCENT       Cosa ti è saltato in mente ?

SAM               Carl, si chiamava così no ?

VINCENT       Quello a cui hai rotto la faccia ?

SAM               Quello.

VINCENT       Carl.

SAM               Appunto.

VINCENT       Perché lui ?

SAM               Perché era uno stronzo.

VINCENT       Ti diede del negro di merda, ricordo.

SAM               Ma non per quello, io sono un negro di merda !

VINCENT       E allora perché gli rompesti il naso quando te lo disse ?

SAM               Perché mi andava !

VINCENT       Perché ?

SAM               Mi fece incazzare.

VINCENT       Perché ?

SAM               Perché era violento.

VINCENT       Cosa ?

SAM               Era un delinquente Vin. Aveva rotto la faccia a quel ragazzo nuovo perché si rifiutava di fargli un pompino.

VINCENT       Era un violento, certo.

SAM               Lo era. Soddisfatto. Lo lasciò in pace il ragazzo poi, ricordi ?

VINCENT       Ricordo.

SAM               Non fare il moralista proprio tu. Reazione di Vincent. Scusami, non volevo dirlo.

VINCENT       Perché ti è venuto in mente ?

SAM               Alcuni giorni prima che lo portassero al crepatorio l’ho incontrato. Parlava da solo, mi sono avvicinato, mi faceva pena. Lui mi riconobbe e mi corse incontro. Io caricai il destro ma lui allargò le braccia e mi strinse forte. Piangeva come un bambino e continuava a dirmi che mi voleva bene. Te lo ricordi Vin, era una montagna quel pezzo di merda, quasi più grosso di me ! Piangeva come un poppante e continuava a chiedermi scusa. Io me lo scollai di dosso, un po’ per l’imbarazzo, un po’ perché puzzava come una capra. Lui si calmò e mi chiese di fargli compagnia. Mi disse “ Voglio che almeno tu non mi dimentichi” E’ questo che lo terrorizzava, che lo avrebbero dimenticato, la sua storia, la sua vita. Me la raccontò tutta, nei minimi particolari, anche intimi perdio ! non tralasciò nulla. Raccontava e rideva come un maiale ! E poi tante altre storie, le più cretine, le più inutili. Il sorriso di quel sacco di merda le faceva diventare le più belle del mondo. Mi raccontò anche dell’omicidio. Una rapina... brutta roba. Sfigato anche. Mi lasciò in eredità la sua storia. Io gli dissi che era inutile, avrebbero fatto la festa anche a me. Era contento così, finché vivevo non lo avrei dimenticato.

VINCENT       E’ stato così.

SAM               Ora toccherà a te non dimenticare nessuno dei due.

VINCENT       Certo.

SAM               Almeno me. Non mi dimenticherai vero Vin ?

VINCENT       No, no.

SAM               Sei uno stronzo Vin, e sai perché non ti ho mai ucciso quando mi hai fatto incazzare ?

VINCENT       Per avere qualcuno che ti ricordasse ?

SAM               No, ho mia figlia. Perché ti voglio bene, a te e a Carl.

Buio.

OTTAVA. Sussurrato.

Un interno non meglio definito. Su un divano è seduta Maria in accappatoio, intenta a guardare di fronte a se. Per terra, sul tappeto e con la schiena poggiata al divano c’è Mike, in boxer e canottiera, che guarda nella stessa direzione. I riflessi di un televisore acceso sui loro volti. Resti di pop popcorn, lattine vuote, barattoli, e due piatti sporchi. L’audio di un cartone animato ; i due ragazzi ridono.

TV                   - Ti prenderò brutto topastro, è giunta la tua ora.

                        - Dovrai rincorrermi fino in capo al mondo.

                        - Dai un occhiata a questa !

- Cos’è quel trabiccolo ?

- Io aspetterei a chiamarlo trabiccolo !

- Il rombo di un motore. Oh oh !

                        - Cos’è hai perso il fiato ?

                        - Sarà meglio che me la dia a gambe !

                        - Già comincia a correre, tanto non arriverai lontano !

                        - Il rombo del motore si fa assordante, poi fracasso di metallo. Aaaah !

- Impara a guidarlo quel coso ! A sfumare.

MIKE              Non lo prenderà mai !

MARIA                       Hanno in mente di farlo succedere.

MIKE              Davvero ?

MARIA                       L’ho letto su un magazine.

MIKE              Cosa ?

MARIA            I produttori della serie hanno commissionato un sondaggio, e il pubblico ha risposto positivamente.

MIKE              Non ci credo !

MARIA            Non dico cazzate !

MIKE              Ma non è possibile, il cartoon sta in piedi proprio perché il gatto non prenderà mai il topo.

MARIA            Pare che succederà invece.

MIKE              Allora smetterò di guardarlo.

MARIA            Perché scusa ?

MIKE              Ma non ha senso.

MARIA            Non è vero.

MIKE              E’ il tema di tutta la serie, se rompono quello addio !

MARIA            Ma succederà soltanto una volta, poi tornerà tutto come prima.

MIKE              Non potrà tornare come prima. È impossibile.

MARIA            Succederà soltanto in una puntata.

MIKE              Quella puntata farà la differenza.

MARIA            C’è dell’altra birra ?

MIKE              Te la sei scolata tutta.

MARIA            Senti chi parla !

MIKE              Io ?

MARIA            Tu, certo.

MIKE              Io ho bevuto la limonata !

MARIA            E la birra.

MIKE              Solo la limonata !

MARIA            Lanciandogli dei popcorn. Mike accetta il gioco  e le rovescia in testa la scodella dei popcorn, lei cerca di parare, i due sono molto vicini, lei si irrigidisce. Dopo un breve imbarazzo Mike ritorna nella sua posizione. Ma cosa ti cambia scusa ?

MIKE              Mi cambia e come !

MARIA            Da quanto lo segui ?

MIKE              Da sempre.

MARIA            E per chi fai il tifo ?

MIKE              Ma che domanda è ?

MARIA            Tieni per il topo !

MIKE              Ma certo, è il più piccolo.

MARIA            Ecco perché ! Tu tieni per il topo !

MIKE              Tutti tengono per il topo !

MARIA            Ma che cazzata !

MIKE              Tutti tengono per il topo !

MARIA            Io tengo per il gatto !

MIKE              Che c’entra!

MARIA            Tutti quelli che conosco tengono per il gatto.

MIKE              Che stronzata, glielo hai chiesto ?

MARIA            No.

MIKE              E allora ?

MARIA            Ma lo so. Non si può tenere per il topo, a me sta pure antipatico !

MIKE              Antipatico, ma come può stare antipatica una bestiolina così simpatica !

MARIA            A me sta sul cazzo, vince sempre !

MIKE              Perché è più intelligente !

MARIA            Di te sicuro !

MIKE              Sei simpatica sai, quasi quanto il tuo gatto di merda !

MARIA            Gli lancia un cuscino. Oh ! ma come ti permetti !

MIKE              Anzi più simpatica di lui ! Mi hai fatto male !

MARIA            Te lo sei meritato.

MIKE              Restituisce il favore. E’ tuo questo ?

MARIA            Ma sei scemo ?

MIKE              Te l’ho soltanto restituito :

MARIA            Secondo me non soltanto deve prenderlo ma anche metterlo nel tostapane.

MIKE              Nel tostapane !

MARIA            Nel tostapane, nel tostapane !

MIKE              Sei crudele.

MARIA            Vediamo come scappa da lì.

MIKE              Ma poi brucia !

MARIA            Certo !

MIKE              Finisce il cartoon !

MARIA            Ma no, trovano un altro personaggio.

MIKE              Non sarebbe la stessa cosa.

MARIA            E cosa importa.

MIKE              No, se lo prende finisce la serie.

MARIA            Forse è quello che aspettano tutti.

MIKE              Io no.

MARIA            Ma che senso ha ? Non si può aspettare in eterno, prima o poi deve succedere.

MIKE              Ma è la trovata del cartoon.

MARIA            E poi finito il topo si può sempre ricominciare.

MIKE              Ma quale altro personaggio ?

MARIA            Uno qualunque, che ricominci a scappare.

MIKE              Ma sta zitta !

MARIA            Ma stai zitto tu.

MIKE              Spari solo cazzate. Mi passi la limonata ?

MARIA            Quella la bevo io, tu hai finito la birra.

MIKE              Tu l’hai finita.

MARIA            Ma sta zitto.

MIKE              Vabbè, me la passi o no ?

MARIA            No. Mike si alza e si allontana. Dove vai adesso ? Guarda che scherzavo, tieni. Gli allunga la bottiglia, ma il ragazzo è già sparito. Maria da sola, si guarda intorno, fissa il televisore.

TV                   - Un giorno o l’altro ti prenderò, comincia a dire le tue preghiere !

                        - Le sto già dicendo.

                        - E fai bene !

- Per te !

MARIA            Si da una sistemata all’accappatoio. Mike rientra con alcune lattine di birra. E quelle ?

MIKE              Sono mie !

MARIA            Ma io ti ho chiesto se avevi della birra prima !

MIKE              Hai detto che berrai la limonata.

MARIA            E’ tua, a me non piace.

MIKE              Hai detto che l’avresti bevuta.

MARIA            Solo perché ti eri finito la birra.

MIKE              Infatti è finita, quindi beviti la limonata. Stappa  una birra e comincia a sorseggiare con gusto.

MARIA            Ma è calda, e poi non è finita la birra.

MIKE              Le passa una lattina. Dorme ancora, ma come hai fatto ?

MARIA            L’ho soltanto accarezzato.

MIKE              Anch’io lo accarezzo, ma con me non si addormenta.

MARIA            Non lo sai accarezzare.

MIKE              E’ il mio cane, lo conoscerò meglio di te !

MARIA            Tra qualche ora sarà buio.

MIKE              Devi andare ?

MARIA            Credo di sì.

MIKE              Ti accompagno.

MARIA            No, è meglio di no.

MIKE              Hai un posto dove andare dopo ?

MARIA            Sì, da te.

MIKE              Se vuoi ti invito prima ! Sorride.

MARIA            Sorride. Grazie vengo lo stesso.

MIKE              Ah va bene !

MARIA            Adesso vado a prepararmi.

MIKE              Forse non capirà subito chi sei ?

MARIA            Mia madre gli parlò di me.

MIKE              Questo me lo hai detto, io intendevo che non ti ha mai vista.

MARIA            Pausa. Adesso vado. Scusami per prima.

MIKE              No, scusami tu. Noi uomini siamo tutti uguali.

MARIA            Anche a me sarebbe andato, ma non ci sono riuscita.

MIKE              Scusami.

La sigla finale del cartoon accompagna il buio repentino. La musica resta nel buio fino alla sua conclusione.

 

NONA. Vecchi amici.

Rumori di lavori in corso provengono dalla strada. Robert lascia scorrere lentamente la grande portafinestra. Nel salone non c’è nessuno, tira un sospiro di sollievo. Resta qualche istante fermo come se non sapesse cosa fare, poi entra. Dopo essersi seduto, avverte dei rumori che provengono dal bagno, vorrebbe andare via, ma Lisa è già entrata nell’ambiente. 

LISA                Dove diavolo eri ?

Si accorge dell’errore. I due sguardi si incontrano per pochi secondi, quindi si evitano.

LISA                Dov’è Vincent ?

ROBERT        Mentendo goffamente. Pensavo fosse qui.

LISA                Non c’è.

ROBERT        Lo vedo.

Pausa.

LISA                Andavi via ?

ROBERT        Si.

LISA                Cosa sono questi rumori ?

ROBERT        Rifanno la fogna, ormai è piccola.

LISA                C’è tanta gente ?

ROBERT        Alcuni ritornano, altri arrivano.

LISA                Già.

ROBERT        E’ una tendenza . Sono stanchi della City.

LISA                Breve pausa. Cosa vuoi dire ?

ROBERT        Quello che ho detto. E’ la storia, in alcuni periodi si tende alla città, in altri alla campagna.

Scambio serrato.

LISA                Non sono tornata.

ROBERT        Non alludevo a te.

LISA                Non sono venuta per restare.

ROBERT        Non lo pensavo.

LISA                Neanche se mi pregasse in ginocchio quel bastardo.

ROBERT        Non lo farebbe.

LISA                Lo credo.

ROBERT        Ha una vita qui.

LISA                Non mi interessa.

ROBERT        Non rinuncerebbe, stanne certa.

Pausa.

ROBERT        Non alludevo a te.

LISA                Poteva essere.

ROBERT        Non era così.

LISA                Va bene.

ROBERT        Non mi credi ?

LISA                Va bene. Ti credo.

ROBERT        Breve pausa. Ora devo andare.

LISA                Eri venuto per me ?

ROBERT        No.

LISA                Per lui ?

ROBERT        No. Si. Hanno deciso di cominciare i lavori oggi pomeriggio in questa strada e... niente, volevo avvertire Vincent.

LISA                Ti ha detto che sarei arrivata ?

ROBERT        Si.

LISA                Allora ?

ROBERT        Cosa ?

LISA                Non hai prediche, invettive, offese da consegnarmi ?

ROBERT        No, nulla di questo.

LISA                Bene.

ROBERT        Sei cambiata.

LISA                Bene.

ROBERT        Temevi offese da parte mia ?

LISA                Non sei nuovo a queste cose voglio dire.

ROBERT        E’ passato del tempo.

LISA                Non è cambiato nulla.

ROBERT        Può darsi. Ero venuto per dire a Vincent...

LISA                Avrebbe sentito i rumori.

ROBERT        Certo ma...

LISA                Lascia perdere Robert, lascia perdere. Era l’unica cosa che potesse succedere, e sta succedendo.

ROBERT        Cosa vuoi dire ?

LISA                Parlo dell’ipocrisia.

ROBERT        Non mi chiederai di allargarti le braccia ?

LISA                No. Tentiamo di non essere ipocriti però ?

ROBERT        Potrei offenderti.

LISA                Allora fallo.

ROBERT        Non è cambiato nulla Lisa.

LISA                lo so.

ROBERT        Breve pausa. Volevo assicurarmi che fosse tutto a posto.

LISA                Tutto a posto ?

ROBERT        Che non ci fossero problemi.

LISA                Nulla è a posto, nulla è a posto. Dov’è lui ?

ROBERT        Non lo so.

LISA                Lo hai convinto a scappare da me ?

ROBERT        Ascolta Lisa, non voglio tensioni con te, quindi non irritarmi.

LISA                Sei venuto tu per lui ?

ROBERT        Nient’affatto !

LISA                Mi ha detto che lo avrei trovato. E’ importante evidentemente. Non sarei qui per nulla lo capisci ! Breve pausa. Parlerò solo con lui.

ROBERT        Lo farai, appena tornerà.

LISA                Che storia è che nemmeno si fa trovare ?

ROBERT        Non saprei.

LISA                E’ un bastardo, non ha mai smesso di esserlo.

ROBERT        Sarà qui a momenti.

LISA                Migliaia di chilometri per non trovarlo. Tuttavia mi è costato farlo. Non sarei qui per nulla evidentemente.

ROBERT        Evidentemente.

LISA                Bastardo. Devo parlargli. Lo aspetterò, tornerà.

ROBERT        Voleva vederti. Ci sarà stato un motivo valido.

Pausa. Robert è incerto sul da farsi. Qualche passo verso la portafinestra, quindi si ferma restando di spalle.

LISA                Certo che sono cambiata, tutti cambiamo.

ROBERT        E’ vero.

LISA                Mi trovi invecchiata ?

ROBERT        Come ?... non saprei.

LISA                Tu lo sei. Sei invecchiato.

ROBERT        Hai paura vero ?

LISA                E’ carino il tuo paese. Come lo immaginavo.

ROBERT        Tutto il sud ovest è bello.

LISA                Deve essere così.

ROBERT        Non ci sei mai stata ?

LISA                Solo in vacanza.

ROBERT        Vuoi che me ne vada ?

LISA                Tu cosa vuoi ?

ROBERT        Vincent non c’è, io ero venuto per...Lunga pausa.  Come stai Lisa ?

LISA                Devo parlargli.

ROBERT        Non mancherà.

LISA                Come fai ad esserne sicuro ?

ROBERT        Me lo ha detto.

LISA                Dov’è ?

ROBERT        Una grana al giornale. Non ha potuto evitarla. Mi ha chiesto di controllare che non ripartissi.

LISA                Ti ha detto cosa ?

ROBERT        Non ti avrei incontrata se non me l’avesse chiesto lui.

LISA                Ci credo. Cosa ti ha chiesto ?

ROBERT        Voleva che ti aspettassi, per non farti ripartire.

LISA                Perché non lo hai detto subito ? Non sei stato chiaro.

ROBERT        Ero in difficoltà, puoi immaginarlo. Ora lo sai, tornerà, quindi se vuoi puoi aspettarlo.

LISA                Aspettarlo.

ROBERT        Vuole incontrarti. Addio Lisa. Si avvia questa volta deciso.

LISA                Come stai Robert ?

ROBERT        Bloccandosi. Le stagioni sono miti da queste parti. Il tempo scorre piacevolmente. Va via indolore. Ho avuto fortuna.

LISA                Hai dei figli ?

ROBERT        Non ne abbiamo avuti.

LISA                Si.

ROBERT        Cosa ?

LISA                Mi hai chiesto se ho paura.

ROBERT        Respiro profondo. Faticoso il viaggio ?

LISA                Faticoso.

ROBERT        Siamo collegati uno schifo. Ma il paese sta crescendo, ci stiamo adeguando.

LISA                La strada non è male.

ROBERT        Sei venuta da nord ?

LISA                Può darsi.

ROBERT        Nord est. E’ l’aeroporto più vicino.

LISA                E’ lontano qui.

ROBERT        Se vieni da lontano.

LISA                Ho un nuovo lavoro.

ROBERT        Lavori ?

LISA                Sono un grafico pubblicitario ricordi ?

ROBERT        Già, studiavi per quello.

LISA                Esercito adesso. Mi pagano bene.

ROBERT        Eri brava.

LISA                Qualcosa avevo dimenticato, ma in pochi anni ho fatto una discreta carriera. Ho una casa al centro, mia.

ROBERT        Comodo.

LISA                Noi eravamo amici Rob ?

ROBERT        Ricordo.

LISA                Breve pausa. Grazie per avermelo chiesto.

ROBERT        Non so nemmeno perché l’ho fatto.

LISA                Lo hai fatto.

ROBERT        Pensavo di odiarti.

LISA                Invece ?

ROBERT        Neanche tu riesci più a farlo.

LISA                No. E’ passato del tempo.

ROBERT        Qualcosa è diverso non trovi ?

LISA                Non saprei.

ROBERT        Qualcosa è cambiato.

LISA                Ho desiderato il peggio per te.

ROBERT        Sono molto legato a Vincent.

LISA                Certo.

ROBERT        Non ti odio. Non più.

LISA                Lo capisco.

ROBERT        E neanche lui odi ancora vero ?

LISA                Non lo so.

ROBERT        Vero ?

LISA                Non lo so.

ROBERT        E’ così ?

LISA                E’ passato del tempo.

ROBERT        Ti aspettava.

LISA                Non poteva essere altrimenti.

ROBERT        Perché ? Dopo tutto non lo capisco.

LISA                Abbiamo qualcosa da dirci.

ROBERT        Pausa. Non mi dispiace averti incontrata. Saresti ripartita ?

LISA                No.

ROBERT        Lo avresti aspettato comunque vero ?

LISA                Devo parlargli.

ROBERT        Non mi dispiace averti incontrata.

LISA                Sei invecchiato, ma in forma.

ROBERT        Che idiozia. Sorride.

LISA                Cosa ?

ROBERT        Quello che hai detto.

LISA                Sorride. Perché ?

ROBERT        Sarebbe stato molto più semplice odiarsi ancora.

LISA                Può darsi .

ROBERT        Dico che finché si odia qualcuno, non ti fai tante domande su di lui.

LISA                E’ così.

ROBERT        Sarà per questo che è un sentimento diffuso. In fondo odiare è una cosa superficiale, non trovi ?

LISA                A volte si sente il bisogno di essere superficiali.

ROBERT        Già.

LISA                E’ una cosa necessaria voglio dire.

ROBERT        Certo.

LISA                Capisci cosa voglio dire ?

ROBERT        Certo.

LISA                E’ così.

ROBERT        E’ così. Penso che dovresti andare via.

LISA                Dovrei ?

ROBERT        Dovresti. Ha una nuova vita.

LISA                Non sono qui per lui.

ROBERT        Perché sei venuta fino a qui ?

LISA                Per me.

ROBERT        Non dovreste vedervi.

LISA                Ho dovuto. Ho una figlia Robert, la figlia di Vincent.

ROBERT        Cosa ?

LISA                E’ scappata, sono sicura diretta qui.

ROBERT        Cosa inventi Lisa ?

LISA                Non invento nulla.

ROBERT        Che figlia ?

LISA                Mia e di Vincent.

ROBERT        Ma questo non è possibile !

LISA                Ha venticinque anni.

ROBERT        Cosa diavolo dici Lisa ?

LISA                Ha scoperto da sola chi è il padre, abbiamo avuto una discussione violenta e poi è sparita, da tre giorni. Sono sicura che è qui.

ROBERT        Non c’è nessuno qui.

LISA                E’ diretta qui allora.

ROBERT        Questa è grossa Lisa, te ne rendi conto ?

LISA                Non guardarmi come se fossi un marziano, pensi che avrei fatto tanta strada per venire a sparare una cazzata così grossa ?

ROBERT        Hai bisogno di aiuto Lisa ?

LISA                Sei un bastardo.

Pausa.

ROBERT        E’ vero ?

LISA                Non ho mai inventato nulla, neanche al processo.

ROBERT        Una figlia.

LISA                Ha fatto perdere le sue tracce. Non è registrata su nessun volo, nessuno prenotazione di treno o roba del genere. Io però sono sicura che è diretta da Vincent.

ROBERT        Hai avvisato la polizia ?

LISA                No.

ROBERT        Lo hai detto alla polizia ?

LISA                No, non ancora, stai tranquillo.

ROBERT        Vincent è sereno adesso. E’ un uomo stimato qui.

LISA                Non ho avvertito la polizia, ma lo farò, dovrò farlo.

ROBERT        Certo.

LISA                E qui Maria ?

ROBERT        No. Non c’è.

LISA                Me lo diresti vero ?

ROBERT        Non riuscirei a mentirti.

LISA                Vero ?

ROBERT        Non è qui.

LISA                Non è ancora arrivata.

ROBERT        Mio Dio, è incredibile. Perché hai taciuto tutti questi anni ? Nessuna risposta. Mio Dio, è incredibile.

LISA                Avevo paura.

ROBERT        Paura, di che ?

LISA                Vincent è un uomo violento.

ROBERT        Non più!

LISA                Non si cambia mai davvero.

ROBERT        Vin era innocente, lo avrebbero ucciso fosse stato per le tue deposizioni.

LISA                Non sai niente Robert.

ROBERT        Ti sbagli. Vin ha una nuova vita adesso.

LISA                Non ho inventato nulla al processo. Tu non lo conosci bene.

ROBERT        Sta zitta Lisa.

LISA                Ero convinta fosse colpevole.

ROBERT        Come potrai perdonartelo ?

LISA                Non sai nulla Robert. Quello che ho detto in aula è soltanto una parte delle violenze a cui mi sottoponeva.

ROBERT        Cosa ?

LISA                Non sai nulla. Ho subito l’inimmaginabile Robert.

ROBERT        Vincent non uccise quella bambina.

LISA                Mi picchiava, e non soltanto quando beveva...

ROBERT        Smettila Lisa.

LISA                No, devi sapere.

ROBERT        E’ patetico.

LISA                Non potevo credere alla sua innocenza, non dopo quello che ho subito. Io lo amavo, e tu solo sai quanto lo amavo. Nessuno meglio di te potrebbe testimoniarlo.

ROBERT        E’ acqua passata.

LISA                Scelsi lui perché era con lui volevo vivere la mia vita, lo sai questo ?

ROBERT        Non  centra adesso.

LISA                Centra, tu sai che lo amavo.

ROBERT        E’ patetico.

LISA                Può darsi.

ROBERT        Allora smettila. Rumori dalla strada. Questi maledetti rumori !

LISA                Ti ricordi di Samuel Jakson, il suo complice ?

ROBERT        Sta zitta.

LISA                Sono stata costretta a giacere con lui mentre Vincent, mio marito, si masturbava.

ROBERT        E’ patetico.

LISA                Più di una volta. Portava a casa le sue conquiste, ragazzine appena donne, con le quali si divertiva.

ROBERT        Non continuare, fallo per te.

LISA                Mi metteva fuori casa, e si divertiva con loro. Poi cominciò con quelle più piccole, sempre più piccole. Samuel aveva i contatti.

ROBERT        Era lui l’assassino.

LISA                Bambine, anche di otto anni. Fotografavano le loro gesta e voleva che io le guardassi, vuoi sapere ancora altro di quello che non ho mai avuto il coraggio di dire in aula ?

ROBERT        Lisa, ti prego.

LISA                Non hai mai voluto farlo in questi anni fallo adesso Robert, ti scongiuro ascoltami !

ROBERT        Perché ?

LISA                Perché sto tremando come una foglia. Silenzio. Voleva soddisfatte tutte le sue perversioni da me. Quante notti ho passato a vomitare Dio solo le ha contate. Io lo amavo. In poco tempo era diventato uno scrittore di successo, si sentiva un Dio. Io non lo so, non lo so cosa gli passava nel cervello. Cambiò, profondamente. Era un animale. Ancora mi chiedo cosa gli accadde. Prima di Samuel la violentò lui, e mentre l’altro la picchiava a morte non mosse un dito. Se non disse una parola in sua difesa era per questo credimi. Si masturbava, e scattava foto , quelle stesse che lo hanno scagionato.

ROBERT        Hai taciuto per tutti questi anni ?

LISA                Non con lui. Sa tutto. Perché credi che abbia tanta voglia di vedermi ? Maria aveva già quindici anni.  Andai a fargli visita pochi giorni prima della data fissata per l’esecuzione. Gli rivelai tutto.

ROBERT        Non ne ha mai parlato.

LISA                Glielo chiesi io. Ha taciuto sempre, e non ha mai provato ad incontrarla. Sarebbe stato un disastro. I rumori della strada cessano. Maria ha scoperto tutto. Sono certa che è da lui che è venuta. Quando venne incriminato, fui certa che era l’assassino. Se mi ritrovassi in quella situazione farei lo stesso.

ROBERT        Hai detto che non lo odi più.

LISA                Ho anch’io una nuova vita.

ROBERT        Ti sei risposata ?

LISA                Solo qualche storia. Devo impedire che si incontrino. Non voglio restare sola ancora, è mia figlia, io la amo. Non deve abbandonarmi. Non per lui.

Pausa. I due si incontrano, e si abbracciano con grande tenerezza.

ROBERT        Anche tu sei invecchiata, ma sei ancora una bella donna.

LISA                Sorride. Che idiozia !

ROBERT        Già. Si dirige verso la portafinestra e guarda fuori.

LISA                Hanno sospeso i lavori !

ROBERT        Pare di si, non c’è più nessuno.

LISA                Non partirò Rob, non posso farlo.

ROBERT        Farai quello che pensi, il mio è solo un consiglio.

LISA                Mi porti a prendere un caffè adesso ?

Buio.

DECIMA. Fratelli di sangue.

Luce repentina sul rumore sordo delle sbarre che si aprono.  Irrompe la cella, dove troviamo soltanto Vincent a letto. Entra Sam , fa fatica a fingersi sereno, lascia chiudere le sbarre alle sue spalle...

SAM               Ciao Arnold, ci vediamo presto.

ARNOLD        Fuori campo. Presto Sam, molto prima di quanto pensi. Ride.

SAM               Ti aspetterò con ansia.

... quindi si dirige diritto al letto di Vincent e lo costringe ad ascoltare.

SAM               Ti gonfio brutto figlio di puttana !

VINCENT       Cosa ti prende Sam ?

SAM               Cos’è questa storia che sei innocente eh ?

VINCENT       Calmati Sam !

SAM               Rispondimi stronzo.

VINCENT       Cosa ti prende ?

SAM               Mi prende che se ci tieni tanto a morire ti ammazzo io brutto figlio di puttana.

VINCENT       Hai bevuto.

SAM               Io ti ammazzo, non mi cambia nulla, fra tre giorni mi fanno la festa lo stesso, non si commuoveranno per un negro di merda !

VINCENT       Vuoi calmarti !

SAM               Non mi calmo per niente !

VINCENT       Basta adesso ! Si divincola lasciando sul posto Sam. Stai esagerando.

SAM               Cerca di calmarsi. Sono stato a colloquio con il tuo amico.

VINCENT       Robert ?

SAM               Già.

VINCENT       Stronzo.

SAM               Mi spieghi perché non vuoi riceverlo ?

VINCENT       Sono cazzi miei.

SAM               No, no perdio ! Io ti rompo il culo sappilo. Non rispondermi così. Mi ha detto tutto.

VINCENT       Bene.

SAM               Bene un cazzo, c’è di mezzo la tua vita, lo capisci ?

VINCENT       La mia vita, appunto. Si accende una sigaretta.

SAM               La tua un cazzo, col cazzo che è la tua la vita. Il tuo è un suicidio lo sai ?

VINCENT       Sono colpevole.

SAM               Non dire stronzate, quel Robert mi ha detto...

VINCENT       Cazzate, Robert ti ha detto cazzate.

SAM               Come fai ad essere così cretino !

VINCENT       Ti prego, lasciamo questo argomento.

SAM               Mi spieghi come fai ad esserlo !

VINCENT       Sam !

SAM               Devi dirmelo, perché io davvero non lo capisco.

VINCENT       Ti ho detto di stare zitto.

SAM               Mi sforzo, ma non ci arrivo.

VINCENT       Basta adesso.

SAM               Credi di fare un favore a qualcuno ?

VINCENT       Come devo dirtelo ?

SAM               La bambina non l’hai uccisa tu e così ?

VINCENT       Sta zitto.

SAM               Non l’hai uccisa tu.

VINCENT       Non quest’argomento !

SAM               Neanche lei sarebbe felice di vederti morto.

VINCENT       Maledetto Robert !

SAM               Te la sei fottuta, per questo vuoi morire ?

Vincent si avventa su Sam e lo colpisce con tutta la sua forza. Silenzio. Sam sanguina, si passa la mano sulla ferita. Cerca qualcosa per tamponarsi. Va verso le sbarre e guarda fuori. Trema vistosamente. Comincia ridere.

SAM               Figli di un cavallo. Risata amara.  Sei comico Vin, così ti chiamavano al liceo giusto ? Vincent non risponde. Dovresti fare il comico, non lo scrittore. Vin è un nome da comico. Figli di un cavallo. Ride. Dio mio, se qualcuno sapesse che non ho restituito un pugno sarebbe la mia fine. Vin, tu lo sai perché non ti ammazzo ? Lo sai Vin ? Perché tanto già lo stai facendo da solo. Ma siccome vivrai qualche giorno più di me, ecco, io ti vieto di dire in giro che non ho restituito un pugno. Sai quelle domande inopportune del tipo, ma cosa ha fatto prima di morire ? Cosa ha detto, le sue ultime parole. Limitati a dire che ho detto a te, che sei un uomo fortunato. Il perché sarà il nostro segreto.

VINCENT       Sanguina molto ?

SAM               Il coraggio ! ecco la mia dote. Non mi è mai mancato. Anche quando scoprii mia moglie nel letto con quel verme che somigliava a Carl, non mi persi di coraggio. Seppi subito cosa fare. Dalle mie parti si va in giro armati se sei un commerciante, anche se vendi ferro arrugginito non importa ! Devi guardarti da chi ti porta via i calzini bucati. Ci volle un attimo. Erano le lenzuola del corredo di mia madre. Lei non portò alcuna dote, era povera. Le diedi tutto, tutto quello che potevo. Ride Avresti dovuto vedere il verme come se la dava a gambe poveraccio. Se l’è fatta addosso per Dio ! Scopata col morto ! Ride.  Mia figlia le avrà lavate per bene, è una brava ragazza, troverà un buon marito e sarà felice.

VINCENT       Perché non la chiami ?

SAM               Non mi ascolterebbe, come io non ascoltai lei mentre mi urlava di non sparare.

VINCENT       Hai freddo ?

SAM               Va a sedersi e si calma. Non sia mai detto ! Ho la scorza dura io.

VINCENT       Hai scoperto qual è stata la tua buona azione ?

SAM               Nessuna, non ne ho trovata nessuna.

VINCENT       Hai cercato bene ?

SAM               Nessuna di qualche conto. Niente di niente. Ho sempre badato ai cazzi miei, credevo bastasse. Niente per nessuno, neanche della mia razza.

VINCENT       Ti aiuto a cercarla ?

SAM               Basta, sono stanco.

VINCENT       Rinunci alla ricerca ?

SAM               L’ho finita !

VINCENT       Cosa mi lasci ?

SAM               Cosa ?

VINCENT       L’eredità !

SAM               Già, l’eredità. Ma chi lo ha inventato questo gioco del cazzo.

VINCENT       Tu.

SAM               Io ? L’avevo dimenticato.

VINCENT       Sono tue le regole, chi va lascia qualcosa al suo compagno di cella.

SAM               Credevo che moriste tutti prima, e di guadagnarmi la libertà per esubero di scarto umano.

VINCENT       Allora ?

SAM               C’è poco da scegliere, Le mie mutande se vuoi, hanno una reputazione sai ! Chiedilo in giro. Potresti essere mio figlio senza saperlo ! Ride.

VINCENT       Va bene papà, ma adesso non scherzare, voglio qualcosa da te.

SAM               Che cazzo ne so, scegli tu.

VINCENT       Posso ?

SAM               Che cazzo potresti volere da me ?

VINCENT       La pianta.

La scena rimane in silenzio. Sam ride.

SAM               Lascia stare.

VINCENT       Voglio quella.

SAM               No, tu non vuoi quella.

VINCENT       Certo che la voglio.

SAM               Sei un bastardo Vincent !

VINCENT       Perché ?

SAM               Io non lo so ma tu si.

VINCENT       Hai detto che avrei potuto scegliere.

SAM               Sei un bastardo Vincent.

VINCENT       Allora, mantieni la parola ?

SAM               No, non posso Vincent.

VINCENT       Perché no ?

SAM               Prendi le mie mutande, ti andranno larghe ma ti porteranno fortuna vedrai.

VINCENT       Non voglio le tue mutande.

SAM               Prendile te le do volentieri.

VINCENT       Non voglio le tue mutande.

SAM               Certo che le vuoi.

VINCENT       La pianta.

SAM               Tu non vuoi la pianta.

VINCENT       Si che la voglio, te la sto chiedendo.

SAM               Che cazzo te ne fai di una pianta ?

VINCENT       Questi sono cazzi miei.

SAM               Tu non vuoi la pianta, tu vuoi sapere perché la tengo !

VINCENT       No, io la voglio.

SAM               Tu vuoi sapere perché la tengo.

VINCENT       Non me ne frega un cazzo del perché la tieni.

SAM               Tu vuoi sapere perché la tengo.

VINCENT       Non me ne frega un cazzo.

SAM               Sei un bastardo Vincent.

VINCENT       Allora me la dai o no ?

SAM               No.

VINCENT       Come no ?

SAM               No.

VINCENT       Avevi detto che...

SAM               Sei un bastardo Vincent !

VINCENT       No che non lo sono.

Appare l’ombra di Arnold sulla scena. Silenzio per qualche istante.

SAM               Cosa cazzo hai da guardare faccia di merda !

ARNOLD        Voce fuori campo. Ah ! Perché mi tratti così Sam ?

SAM               Ti tratto come ?

ARNOLD        Mi tratti male !

SAM               Ma cosa dici Arnold.

ARNOLD        Dico che non lo merito.

SAM               Meriti cosa ?

ARNOLD        Che mi tratti male !

SAM               Ma io non ti tratto male Arnold.

ARNOLD        A no ?

SAM               No, certo che no, non potrei mai farlo.

ARNOLD        Bravo.

SAM               Se no mi sculacci vero Arnold ?

ARNOLD        Dove vuoi arrivare Sam ?

SAM               Da nessuna parte Arnold.

VINCENT       Sta calmo Sam.

ARNOLD        Ecco, allora ti consiglio di tacere.

SAM               Voglio solo essere sincero con te, non ti tratto male. Se te lo dico, è perché penso davvero che tu sei una faccia di merda !

VINCENT       Sam !

SAM               Tranquillo Vincent, non può farmi più nulla, sono già morto.

ARNOLD        Sei un bastardo !

SAM               Maestro !

VINCENT       Calmati.

SAM               Non può più nulla, è venuto a prendermi. Posso mandarlo al diavolo senza riguardi.

ARNOLD        Visto che lo sai, preparati per la gita. Hai tre minuti.

Arnold sparisce. Sam ride a crepapelle e riprende a tremare. Vincent cerca di rimanere sereno, ma tradisce lo sforzo.

SAM               Hai visto che faccia che ha fatto ?

VINCENT       Già !

SAM               Sembrava un marziano.

VINCENT       Già.

SAM               Sembrava un marziano, lo hai visto ?Comincia a raccogliere le sue poche cose.

VINCENT       Sembrava un marziano.

SAM               Lo era, lo era. Aspettavo questo momento credimi.

VINCENT       Questo momento ?

SAM               E’ da quando mi hanno portato qui dentro che non aspetto altro. Mi ero immaginato la scena un migliaio di volte.

VINCENT       Già. Che faccia che ha fatto !

SAM               E’ andata meglio di quanto pensassi.

VINCENT       Perché ?

SAM               Perché non mi sono incazzato, ero quasi inglese mentre gli dicevo che era una faccia di merda ! Lo ero o no ?

VINCENT       Cosa ?

SAM               Inglese ?

VINCENT       Cosa ?

SAM               Mi ascolti quando parlo?

VINCENT       Ti ascolto.

SAM               Non mi sembra.

VINCENT       Ti ascolto.

SAM               Cosa ho detto ?

VINCENT       Lo eri !

SAM               Cosa ?

VINCENT       Inglese !

SAM               Certo che lo ero. Gli ho consegnato un faccia di merda da parte di tutti qui dentro. Dillo, voglio che lo sappiano in giro come mi sono congedato.

VINCENT       Lo dirò !

SAM               Corre verso le sbarre e urla. Arnold è una faccia di merda, lui e la sua giustizia del cazzo, firmato un negro di merda ! Si calma. Ti ho facilitato il compito, adesso dovrai soltanto ripeterlo.

VINCENT       Lo farò.

SAM               Ha finito di raccogliere. Ha la pianta sotto il braccio. Senza farti sentire se no fanno la festa a te. Tu sei uno che piange nella privata, non hai palle, sei un bianco.

VINCENT       Potrei si !

SAM               O forse canteresti la  tua canzone da froci !

VINCENT       Così piangerebbero gli altri.

SAM               Pausa. Ride. L’ho detto io che sei un comico !

VINCENT       Certo.

SAM               Addio !

VINCENT       Sono in anticipo.

SAM               Avranno fretta al crepatorio ! Servirà sangue nero per coprire quello bianco, loro fanno così, non puliscono mai.

VINCENT       Mai.

SAM               Però sono contento di dare il mio contributo.

VINCENT       Perché ?

SAM               Perché a furia di non pulire, il sangue diventerà talmente tanto che ci affogheranno dentro vedrai.

VINCENT       Allora muori per una causa.

SAM               Lo hai detto.

VINCENT       Eccola !

SAM               Cosa ?

VINCENT       La tua azione per l’umanità.

SAM               Potrebbe essere..

VINCENT       Lo è.

SAM               Mi faccio uccidere per annegarli nel mio sangue. Suona bene, scrivici qualcosa e metti il mio nome. Questa notte dormirò tranquillo vedrai.

VINCENT       Ho poco tempo anch’io.

SAM               Già. Fai come ti pare. Io monto sul cavallo bianco, mi porterà a casa, sono stanco.  Un’ombra dalle sbarre. Si avvia, poi torna indietro. Ascolta Vin.

VINCENT       Dimmi.

SAM               Tieni. Gli da la pianta. Non è per te. Promettimi che la farai avere a mia figlia.

VINCENT       Lo prometto.

SAM               Rumori di ferro, chiavi, poi le sbarre si aprono. Tanto io li troverò quei fiori dove sto andando. Erano la passione di mia moglie, la casa anche se povera la faceva sembrare un paradiso con quelli. Figurati se non avrà riempito di fiori anche dov’è adesso. La ritroverò li.

VINCENT       La troverai.

SAM               Di a mia figlia che glieli mando io.

VINCENT       Addio Sam.

SAM               Sei un bastardo Vin.

I due non si abbracciano. Sam esce, Vincent rimane a guardarlo. Le sbarre si richiudono portando via la luce, buio.

UNDICESIMA. Atto senza parole.

Stacco di situazione in casa di Vincent a Lifetown. L’impianto stereo manda quella canzone a volume molto alto, nell’ambiente non c’è nessuno, dopo qualche secondo Vincent rientra. Perplesso si guarda intorno. Si dirige al tavolino, cerca la foto, non la trova. Sale la sua agitazione, avverte la presenza di qualcuno in casa.

VINCENT       C’è nessuno ? Nessuna risposta. Chi c’è in casa ? Nessuna risposta. Va verso lo stereo e lo spegne. Chi c’è in casa ? Lisa sei tu ?

Lentamente si apre la porta della camera da letto. E’ Maria.

MARIA                        Ha la foto in mano. Cercavi questa ?

Poi si blocca e non riesce a fare altro che guardare Vincent negli occhi. Lo stallo regge alcuni secondi, tanti a sufficienza perché appaia strano. Maria infine abbassa lo sguardo lasciando cadere la foto davanti ai suoi piedi. Fuori dalla grande portafinestra  sopraggiunge Lisa. Non riesce ad entrare, comincia a bussare. Vincent è fermo, appare come spaventato, indeciso sul da farsi. La luce comincia a calare. Lisa mentre sparisce nel buio bussa con ancora maggiore insistenza. Lentamente  svanisce la casa di Lifetown, l’ultimo suono dell’ambiente, ormai violento, è il bussare di Lisa alla portafinestra, poi anche quello soffoca.

Buio.

DODICESIMA. L’addio.

Il tavolo in proscenio illuminato da una lampadina. Da una parte una sedia, dall’altra un altra. Sul fondo la sagoma di Arnold. L’ambiente scarno resta vuoto per alcuni secondi osservato da Vincent. Infine si incammina verso il tavolo. Si siede. Passano alcuni secondi.

VINCENT       Lo farò.

Solo adesso la luce ci fa scoprire in scena Robert, accompagnato da Mike in giacca e cravatta. Vincent ha la testa china.

ROBERT        Cosa ti ha convinto ? Nessuna risposta. Lui è Mike, te ne avevo parlato. E’ disposto a difenderti.

MIKE              Salve signor Cuevas. Sta bene ? Nessuna risposta.

ROBERT        Il caso verrà riaperto, mia moglie... è riuscita ad ottenerlo. Per il denaro, non devi farti problemi per quello. Si siede. Mi dispiace per il tuo amico Sam. Reazione di Vincent. Ti voleva bene. Mike ha in mano la chiave di tutto. Le foto, le foto Vincent. E’ stabilito che il colpo che ha ucciso la bambina... insomma, pare che tu possa cavartela, è una possibilità concreta.

MIKE              La sua innocenza può essere provata signor Cuevas. L’uomo con la mazza da beseball nelle foto da lei scattate quella notte, Samuel Jakson, è colui che ha causato la morte della bambina. Un colpo in particolare l’ha uccisa, di una mazza da baseball. Le sue impronte non ci sono su quella mazza. Non la uccideranno.

ROBERT        Certo che non lo uccideranno, vero Mike ?

MIKE              Troveremo una spiegazione al suo silenzio, parleremo di una crisi o qualcosa del genere. Lei è innocente signor Cuevas.

ROBERT        Lo è !

MIKE              Ed io sono disposto a difenderla.

ROBERT        Stai ascoltando Vin ? Stai ascoltando quello che dice Mike ? E’ in gamba sai, è giovane, ma ha già messo a sedere grossi nomi. E’ l’uomo che fa per noi, ti tirerà fuori di qui, puoi starne certo.

MIKE              Non è una questione di bravura, la fortuna è dalla nostra parte, Il signor Robert può far riaprire il caso, e noi in mano abbiamo le prove, sono prove, della sua innocenza.

ROBERT        Lo senti Vin ?

MIKE              Non potranno smentire i fatti.

ROBERT        Già, i fatti.

MIKE              I soldi ci sono e grazie a Dio quelli fanno miracoli, è il tempo che è poco, mancano sei giorni. Lei deve collaborare signor Cuevas.

ROBERT        Ma perché non ti sei difeso fino ad oggi Cristo ! Comunque non è tardi vero Mike ?

MIKE              Dobbiamo fare in fretta.

ROBERT        ...ma domani potrebbe esserlo. Dio mio se è tardi ! Ma ce la faremo, stanne sicuro Vin. Vin, mi ascolti ? Non fosse stato per Sam, mi dispiace per lui.

MIKE              Ho bisogno del suo consenso signor Cuevas, senza sarebbe una partita persa.

ROBERT        Verrai a stare dalle mie parti. Si è liberata quella casa sai, quella del catalogo con la portafinestra scorrevole che ti era piaciuta. E bellissima, sarà tua. L’abbiamo comprata per te io e mia moglie.  Ti rifarai una vita, riprenderai a scrivere. 

MIIKE             Ho bisogno della sua collaborazione, deve dichiararsi innocente.

ROBERT        Lui è innocente Mike, lui è innocente.

MIKE              Certo che lo è, e noi lo proveremo.

ROBERT        La tua vita vale ancora qualcosa Vin, non si butta via l’opportunità di rifarsi sul destino. E’ Dio che ti allunga una mano, non rifiutarla. Tu sei innocente. Troveremo una spiegazione al tuo silenzio vero Mike ?

  MIKE            Una crisi, un pentimento, voleva colpevolizzarsi per la morte della bambina. Succedono tante cose nella testa di un uomo provato dal dolore.

ROBERT        Certo, è così. Succedono tante cose in quella testa, ma ora avrai la possibilità di rifarti una vita. Ne hai diritto, hai ancora tanto da dare. Tu vali molto Vincent, la vita è stata dura con te, ma ora ti tende una mano e sai perché ? Lo sai perché ? Diglielo Mike !

MIKE              Perché è giusto ?

ROBERT        Ma no, certo che è giusto. Digli di quello che ti ho fatto leggere, gli ho fatto leggere i tuoi romanzi, li trova formidabili, diglielo Mike ! Tutti torneranno ad osannarti, diglielo Mike.

MIKE              Le hanno attribuito un giusto successo.

ROBERT        Digli che ti piace, diglielo.

MIKE              Certo, è così. Lei è un ottimo scrittore signor Cuevas. Avrà ancora fortuna, però deve collaborare.

ROBERT        Lo hai sentito ? Dio mio ! ma come fai me lo dici ? Mia moglie è entusiasta di te, lo sai. La politica, la politica può tutto e lei è sul carro giusto, tu sei sul carro giusto. E’ disposta ad aiutarti, tutti siamo disposti ad aiutarti, non sei solo Vin ! Devi tornare a scrivere per noi.

Vincent si alza e va verso la cella. Prende da sotto il suo letto un malloppo di carte scritte a mano, ritorna al tavolo e lo poggia sopra.

ROBERT        Cos’è ?

VINCENT       La mia eredità.

ROBERT        Cosa ?

VINCENT       E’ un gioco che ha inventato Sam. Tutti lo rispettiamo qui dentro.

ROBERT        Di cosa si tratta ?

VINCENT       E’ semplice. Chi va per primo lascia qualcosa al suo compagno di cella perché ne conservi il ricordo.

ROBERT        Un gioco ?

VINCENT       E’ semplice.

Scambio serrato.

ROBERT        Appare contrariato. Tra se. Figlio di puttana.

VINCENT       Così tu sei Mike ?

ROBERT        Figlio di puttana !

MIKE              Si signore.

ROBERT        Figlio di puttana.

VINCENT       Chiamami Vincent, e non guardarmi con quegli occhi.

MIKE              Che occhi ?

ROBERT        Si alza di scatto battendo il pugno sul tavolo. Figlio di puttana.

MIKE              Non capisco.

VINCENT       Non c’è nulla di buono in me, mi guardi come se volessi convincermi del contrario, te lo ha detto Robert ?

MIKE              Continuo a non seguirla signore !

VINCENT       Puoi disprezzarmi.

MIKE              Io non la disprezzo.

VINCENT       Non mi disprezzi ?

MIKE              No signor Cuevas.

VINCENT       Chiamami Vincent.

MIKE              Vincent.

VINCENT       Quale giustizia rappresenti Mike ?

MIKE              La giustizia.

VINCENT       Quale ?

MIKE              La giustizia.

VINCENT       Indica Arnold. Anche lui ha la sua giustizia, è quella che rappresenti ?

MIKE              No Signor Cuevas.

VINCENT       Vincent.

MIKE              Vincent.

ROBERT        Lascia perdere.

VINCENT       La sua ?

MIKE              No signore.

VINCENT       La tua ?

MIKE              La giustizia, la giustizia e basta.

VINCENT       E qual è la giustizia che rappresenti, la  tua o la sua ?

MIKE              Ce ne una di giustizia.

VINCENT       Ti sbagli.

MIKE              No signore.

VINCENT       Vincent.

MIKE              Vincent.

VINCENT       Ti sbagli. Sei disposto a difendermi, secondo quale giustizia ?

MIKE              Riflette, tira un sospiro, allenta il nodo della cravatta. Non ce n’è una sola. E’ questo che vuole farmi dire ?

VINCENT       Si .

MIKE              Non ce n’è una sola.

VINCENT       No.

MIKE              Ed è per questo che sono disposto a difenderti Vincent.

VINCENT       Non ti seguo.

MIKE              Non proverò a convincerti che la mia giustizia  ha più valore di un altra, quindi smettila di chiedermelo.

VINCENT       Non ce ne una sola.

MIKE              No. Ma nessuna ha più valore dell’altra. Nessuna giustizia potrà mai essere definitiva Vincent, nemmeno la tua.

VINCENT       Nemmeno la mia ?

MIKE              Se hai deciso di farti uccidere segui un tuo senso di giustizia, non credere sia infallibile. Potresti sbagliarti Vincent.

VINCENT       Ho un conto da pagare.

MIKE              Chi ha tirato la somma, tu ?

VINCENT       Chi altri potrebbe, nessuno può giudicarmi come la mia coscienza.

MIKE              Indica Arnold  E la tua somma è uguale alla sua vero ?

VINCENT       Non sai troppe cose.

MIKE              Sono importanti ?

VINCENT       Lo sono.

MIKE              Da ucciderti ?

VINCENT       Lo sono.

MIKE              Non mi frega niente, per me tu potresti anche aver ucciso quella bambina, la mia somma non cambierebbe.

VINCENT       Non sai nulla !

MIKE              Non starò ad ascoltare il tuo delirio. Potresti averla uccisa tu ti dico.

VINCENT       Difenderesti un assassino ?

MIKE              L’hai uccisa tu la bambina ?

VINCENT       No.

MIKE              Lo farei anche se l’avessi uccisa certo !

VINCENT       E secondo quale giustizia ?

MIKE              Hai diritto ad una seconda possibilità.

VINCENT       E’ stato solo un caso, la prossima volta potrei farlo.

MIKE              Hai bisogno di aiuto.

VINCENT       Come ?

MIKE              Ti aiuteremo.

VINCENT       Sei un ingenuo Mike.

MIKE              Mmmmmh !

VINCENT       Diventerai complice di qualche delitto un giorno o l’altro.

MIKE              Davvero ?

VINCENT       Quando si ferma il giro ?

MIKE              Che vuoi dire ?

VINCENT       Quante vittime innocenti per la mia cura ?

MIKE              Nessuna.

VINCENT       Come ?

MIKE              Non sarai solo.

VINCENT       Davvero ?

MIKE              Si chiama recupero.

VINCENT       Quanti me ne concedi ?

MIKE              Sarai tu a dirlo, e se è il caso resterai dentro una cella per tutta la vita, ma che senso ha ucciderti ?

VINCENT       Sei un ingenuo.

MIKE              Si scalda. Lo sono ?

VINCENT       Sei un ingenuo.

MIKE              Lo sono ?

VINCENT       Certe erbe vanno tagliate.

MIKE              E’ qui dentro che ti sei rincoglionito Vincent ?

VINCENT       Perché ?

MIKE              Ragioni come loro.

VINCENT       Trovi ?

MIKE              Ragioni come loro. Hai un opinione di te davvero alta brutto stronzo !

VINCENT       Cosa ti prende ? Sei nervoso ?

MIKE              Ti senti infallibile vero Vincent ?

VINCENT       Il contrario Mike, il contrario !

MIKE              Ti senti giusto vero brutta testa di cazzo ?

ROBERT        Mike !

VINCENT       Portati via il ragazzo Robert, si emoziona facilmente.

MIKE              Tu sei nel giusto vero Vincent !

VINCENT       Non dovresti scaldarti tanto.

MIKE              A chi credi di fare un favore, a quella bambina ?

VINCENT       Robert, il ragazzo non è tagliato per questo lavoro, ora capisco.

MIKE              O a tua moglie eh ! brutto stronzo ?

VINCENT       Ora esagera.

MIKE              A tua moglie certo, è per vendicarti di lei ?

VINCENT       Anch’io so chi sei avvocatuccio, non scaldarti.

MIKE              Allora ho ragione Vincent, vuoi che ti chiami così vero ?

VINCENT       Non sei tagliato per il tuo lavoro.

MIKE              Ho ragione Vincent.

VINCENT       Ti hanno sbattuto fuori Mike ?

MIKE              Lo sapevo, ho ragione.

VINCENT       Dillo, con me non devi avere segreti.

MIKE              Si chiama collera la tua giustizia del cazzo.

VINCENT       Sei un fallito per questo sei disposto a difendermi. Vuoi rifarti con il mio caso.

MIKE              Si chiama collera e così ?

VINCENT       Robert mi ha raccontato tutto di te. Perché non smetti la professione ti danneggia. Sei un fallito !

MIKE              Non ho paura io, io non ho paura.

VINCENT       Sei un fallito, ti hanno sbattuto fuori vero Mike, non andavi a genio al tuo capo ?

MIKE              Centro ! bravo Vincent, sei un genio, ma non mi fai paura.

VINCENT       Te lo avevo detto Robert, uno non si dimette se guadagna un fottio di dollari, lo hanno cacciato via.

MIKE              Io non ho paura di te Vincent, ma tu di me si, perché sai che ho ragione.

VINCENT       Si certo, hai ragione hai ragione.

MIKE              Pausa, respiro, cambia tono. Non sei meglio di chi ti brucerà su una sedia. La tua giustizia si chiama collera. Il tuo metro di giudizio si chiama Vendetta. Mi hanno cacciato perché non piacevano le mie idee, ma sono ancora qui, e sono disposto a difenderti, anche da te stesso. Tutti siamo fallibili, eppure infallibilmente condanniamo a morte. Il bene e il male che vivono in una persona sono una scommessa per tutti, chi fallisce è la nostra parte debole, e siamo anche noi responsabili di quel fallimento. La vittima, la vittima, Dio mi perdoni ! E’ troppo semplice identificarsi solo in quella. Va verso l’uscita.

ROBERT        Tutto bene Mike ?

MIKE              Bene, ho solo bisogno di un po’ d’aria, sono qui fuori.

VINCENT       Lo ferma. Esiste un destino per ognuno di noi Mike. Non cambierò la mia rotta. Il mio viaggiò finisce qui. Secondo una teoria greca, sono all’ultima porta, non mi tirerò indietro.

MIKE              Buon divertimento Dio. Esce.

Lungo silenzio.

ROBERT        Perché hai voluto incontrarmi allora ?

VINCENT       Avevo voglia di vederti.

ROBERT        Eccomi.

VINCENT       Mi dispiace Robert.

ROBERT        Sono sicuro che sei impazzito adesso.

VINCENT       Non lo sono.

ROBERT        Per cosa ti vuoi punire Vincent ? Nessuna risposta. E’ incredibile.

VINCENT       Pausa. Ho meno paura di morire.

ROBERT        Cosa ?

VINCENT       Ho meno paura di morire che affrontare quello che dite voi.

ROBERT        Dici sul serio ?

VINCENT       Potrei non riuscirci.

ROBERT        A far cosa ?

VINCENT       A dimenticare. Sarebbe la condanna peggiore.

ROBERT        Non si tratta di dimenticare. Si tratta di ricominciare.

VINCENT       Tu non lo sai cosa significa vivere con il rimorso Robert.

ROBERT        No, non lo so.

VINCENT       Sono rimasto a guardare. Samuel picchiava, e godeva. Lo sai cosa facevo ? Fotografavo e mi masturbavo. Era il nostro divertimento. Tenevamo un album delle nostre serate.  Avevo la possibilità di fermarlo quella sera. Tu non lo sai cos’è il rimorso. Ci sono delle cose che quando si rompono è inutile incollare. Io non ho ucciso, ma ho permesso che succedesse. Quella bambina è morta, ed io ero li a guardare, a ridere del suo pianto. Come mi aiuterai a dimenticare i suoi occhi. Mi guardava, supplicava il mio aiuto. Mi chiedeva di intervenire, di salvarla, non l’ho fatto. Come farò ad aiutarmi Robert ? E’ morta con gli occhi sbarrati su di me. Ho la sua morte addosso. Come farete a lavarmela ? Io non c’è la  faccio Robert, perdonami. Ho paura, ho troppa paura. Ti ho ascoltato sai, ho provato ad immaginare un futuro, eccolo, l’ho scritto. Gli mostra i fogli. Ho passato il mio tempo qui dentro a scrivere questo.

ROBERT        Cos’è ?

VINCENT       C’è tutto, la casa con la portafinestra scorrevole, il lavoro al giornale del tuo paese, Mike, tu. Non ho tralasciato nulla di quella che sarebbe stata la mia vita. I primi capitoli li ho scritti con gran coraggio. Manca il finale, non sono riuscito a trovarlo. Ho provato Robert, ma non ci sono riuscito.

ROBERT        Stai condannando un innocente.

VINCENT       No.

ROBERT        Non ascolterò le tue storie. Stai uccidendo, per la prima volta.

VINCENT       Non è così.

ROBERT        Sei malato Vincent, l’unico delitto per cui dovrai rispondere sarà il tuo assassinio. Stai usando la complicità di questo stato per farti fuori dalle tue responsabilità. Hai trovato la via più breve Vincent. Questo stato te la concede, muori in pace se potrai. Fa per andare.

VINCENT       C’è una cosa che vorrei facessi per me.

ROBERT        Cosa ?

VINCENT       Leggilo.

ROBERT        Pausa. Non voglio eredità da te, Vincent è vivo.

Il buio raccoglie molto lentamente la scena. L’ultimo a sparire nel silenzio è Arnold.

Maria.

PRIMA. L’eredità.

La luce ritaglia nel buio un luogo indefinito. Maria ha in mano le pagine di Vincent e dei fiori. Poggia entrambe le cose per terra. A quel punto vediamo Vincent. Ha in mano la sua chitarra.

VINCENT       Non ho potuto farne a meno. C’era un guaio alla redazione, avevano assolutamente bisogno di me. Mi dispiace per l’assenza. Stiamo preparando un convegno. E’ una cosa importante, nuova per questo paese. Vanno facilmente nel panico... per le  cose più banali. E’ un bel gruppo, una buona redazione, ma ancora poco esperta. In verità c’era qualche ragione. L’ordine degli interventi, è sempre una grana quella. E’ il primo convegno importante che ospitiamo, di rilievo nazionale voglio dire. Sarà difficile non commettere errori ma è importante fare le cose al meglio. Con difficoltà. L’ordine degli interventi dicevo, quello si è un problema. Ci sono tante personalità,  tutti un po’ dive, sai cosa intendo ? Scusa, mi viene difficile. Pausa. Tutti vorrebbero avere lo spazio migliore per parlare, non è facile ordinarli. E’ una fatica. Già, una fatica. L’infallibilità intendo. E’ il tema del convegno. E’ legato alla giustizia, ovviamente. Ovviamente ha riscosso un certo interesse. No, hai ragione non lo è. Non è interessante parlarne adesso. Maria ?

MARIA            Ha voluto chiamarmi così. Tua madre si chiamava così vero ?

VINCENT       Maria. Morì poco dopo.

MARIA            Mi dispiace. Ho visto la sua foto sui giornali dell’epoca.

VINCENT       Avrebbe voluto conoscerti.

MARIA            Sapeva di me ?

VINCENT       Non ho potuto fare a meno di dirlo a lei e mio padre.

MARIA                       E’ un bel nome Maria, grazie.

VINCENT       Non potevo cercarti io.

MARIA                       Lascia stare, adesso sono qui, non devi avere più paura.

VINCENT       Ho potuto solo metterti al mondo.

MARIA            Ah già, dimenticavo, grazie.

VINCENT       Perché sei venuta qui.

MARIA            Di cosa hai paura ?

VINCENT       Non lo so.

MARIA            So tutto di te.

VINCENT       Come... chi ti ha raccontato...

MARIA            Come l’ho saputo ?

VINCENT       Si quello, volevo dire quello.

MARIA            Non è stato difficile. Mi sono accorta di non avere un padre l’ho cercato. Nonostante il silenzio di Lisa. All’inizio mi ero fatta tante idee bizzarre,  immaginavo come potevi essere. Il tuo aspetto, la tua voce. Mi chiedevo se ti assomigliassi un po’. Ti cercavo in tutti gli uomini che incontravo. Qualche volta ho creduto di incrociarti all’angolo di una strada. Infine mi sono affezionata ad un’immagine in particolare. Un attore che avevo visto in un film a quattordici anni.

VINCENT       Chi ?

MARIA            Che importanza ha ? C’era una vecchio baule in soffitta, impolverato e chiuso a chiave. Lo scoprii nascosto dietro un armadio, per caso. Sai quando si cercano cose che non trovi da tempo, ti imbatti in mille altre che non avevi previsto. Quando mi sono trovata di fronte quel baule, ho capito che li dentro era sepolto l’uomo che mi aveva messo al mondo. Era nella memoria della mia infanzia, un tappeto con sopra un cavaliere che portava via da un tiranno una bella  ragazza, e quel baule. Due immagini completamente perse. E’ curioso, non l’ho aperto subito. Sono passati alcuni anni fino ad una settimana fa. Non riuscivo ad aprirlo, avevo terrore soltanto dell’idea.  Quel baule era il mio rifugio, il mio segreto più intimo. Se avevo paura, salivo sul soffitto e mi ci addormentavo accanto sperando di sognarti. Ti ho confessato molti segreti, dovresti sapere tutto di me .Sorride. Sapevo di non trovare il mio attore li dentro, ma non ero mai pronta ad incontrarti. E’ successo senza un vero motivo, non era un giorno speciale, avevo pensato di aprirla al mio compleanno per esempio, invece non era un giorno speciale. Non ero arrabbiata ne felice, semplicemente sono salita e l‘ho aperta, meccanicamente, ho manomesso la serratura. Non è stato complicato. Ho trovato quel tappeto, piegato, che copriva i giornali. Eri sepolto la sotto con la tua storia di cui faccio parte anch’io. Il resto è stato facile. Sono venuta soltanto per vedere se esistevi davvero.

VINCENT       Mi hai salvato dal tiranno ?

MARIA            Il castello è chiuso per sempre.

VINCENT       La fanciulla era prigioniera ?

MARIA            Non poteva andare lontano. Non tanto da dimenticare. Ho conosciuto Robert, da lui ho ricevuto la tua eredità.  Hanno trovato una chitarra sotto il tuo letto, mi ha dato anche quella. Mi piacerebbe imparare a suonarla.

VINCENT       Non mi hai dimenticato Maria ?

MARIA            Mai, nemmeno un giorno.

VINCENT       Perché ?

MARIA                       Cosa perché ?

VINCENT       Voglio sapere perché non mi hai dimenticato.

MARIA            Mi sarebbe piaciuto sentirti dire che mi volevi bene. Non mi hai cercata ?

VINCENT       Ero un condannato a morte.

FINE                   Pagina cinquantotto di cinquantotto (Ultima di testo)