Violenza politica

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Giambattista Spampinato

VIOLENZA POLITICA

Dramma in due atti


“VIOLENZA POLITICA” – Dramma in due atti di Giambattista Spampinato

PERSONAGGI:

La Madre

Il Figlio

Il Vecchio

La Ragazza

Il Capo degli Adepti

Il 1° Adepto

Il 2° Adepto

Il 3° Adepto

La 1^ Donna

La 2^ Donna

L’azione si svolge in una qualsiasi città di un qualunque Paese della Terra.

Ogni riferimento a fatti o persone della realtà è puramente casuale.


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“VIOLENZA POLITICA” – Dramma in due atti di Giambattista Spampinato

ATTO PRIMO

La scena, molto scarna e stilizzata, rappresenta una piccola piazza al disotto del livello stradale. Di fronte e a sinistra, un praticabile con tre scalini che portano agli ingressi di basse costruzioni; a destra, un muro con ringhiera ed una scala con passamano in muratura che porta verso l’esterno nella strada soprastante. Il luogo è isolato.

QUADRO PRIMO

Il Figlio viene fuori dalla Sede del Partito, a sinistra; improvvisamente a destra in alto si vedono due lampi di spari; il Figlio viene colpito e cade sul praticabile. Subito dopo, dalla Sede vengono fuori i tre Adepti e la Ragazza che si bloccano all’ingresso vedendo il Figlio morto. Confabulano tra loro, indi la Ragazza si allontana su per le scale di corsa. Intanto arriva la Madre; s’inginocchia sul praticabile, accanto al corpo del Figlio, che prende in grembo. Questa scena dovrà essere illuminata, possibilmente, sin dal momento in cui il Figlio viene colpito, da una luce stroboscopica che si spegnerà quando la Madre prende in grembo il Figlio, mentre un cono di luce la illuminerà durante il monologo.

SCENA PRIMA

LA MADRE – Ecco, guardatelo tutti!… Era mio figlio, che io ho tenuto dentro il grembo,che ho partorito con dolore e con gioia, che ho allattato col mio sangue, che ho allevato col mio respiro!…

Era il mio unico figlio! Aveva vent’anni; vent’anni di gioie e di speranze per lui; di ansie e di paure per me!

In un solo istante me l’hanno ucciso!… Una giovane vita in cambio di che cosa?… Di un ideale?… Ma l’ideale è qualcosa di grande, di sublime; non può volere il sacrificio di un innocente! Non può permettere che una giovane vita venga recisa e strappata all’amore di una madre che l’ha partorito! Non può gettare nella disperazione chi ha sofferto per lui, ha penato, ha pianto, ha gioito!

Guardatelo, era mio figlio!… Il mio ragazzo che fino a ieri era pieno di vita ed ora non è più nulla: un corpo inerte!…

Se avete cuore, piangete!… Piangete con me! Aiutatemi a trovare la forza di gridare in faccia a coloro che me l’hanno ucciso: Assassini!… Assassini!….

Mio figlio era ancora un bocciolo; avete reciso il fiore, ma avete stroncato anche la pianta:

siete assassini due volte!

Era ancora un fanciullo che si rifugiava tra le braccia di sua madre per trovare conforto e amore! E’ ancora tra le mie braccia, ma non sentirà più il mio calore!

Perché cosa si è immolato? Esiste in questo Paese un ideale per cui valga la pena di un

sacrificio così grande? Ditemelo, per carità! Se esiste, ditemi qual è; donerò anch’io la mia

vita che è inutile dopo la sua morte! Ma se non esiste, abbiate il coraggio di dire in faccia

al mio dolore la verità ed io, vi giuro, sono pronta a vendicare la sua morte!…

Guardatelo, era mio figlio, che ho tenuto dentro il grembo, che ho partorito con dolore e

con gioia, che ho allattato col mio sangue, che ho allevato col mio respiro!…

(Il cono di luce si spegne e se ne accende uno sugli Adepti)

SCENA SECONDA

2° ADEPTO – Poteva toccare a me o a te o a lui, oppure alla Ragazza.


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3° ADEPTO – Io stavo uscendo per primo, poi mi sono fermato e Lui mi ha preceduto.

1° ADEPTO – Anch’io stavo uscendo, però mi sono accorto di non avere con me imanifesti da attaccare e sono tornato indietro.

2° ADEPTO – Ed è toccato a lui!

1° ADEPTO – Dovevano essere nascosti dietro il muro della scala, quei porci assassini, adaspettare che noi uscissimo.

3° ADEPTO – E’ stata una provocazione! Che aspettiamo ad agire?

2° ADEPTO – Non possiamo restare indifferenti!

1° ADEPTO – Calma, amici! Non perdiamo la testa. Reagendo non concluderemo un belniente.

3° ADEPTO – Ed allora ci facciamo ammazzare ad uno ad uno?

1° ADEPTO – Dobbiamo sfruttare questo momento favorevole. L’opinione pubblica saràdalla nostra parte: abbiamo una vittima innocente! Non abbiamo forse atteso a lungo il martire della nostra causa? Non l’abbiamo forse segretamente invocato?

2° ADEPTO – Come puoi parlare così?

1° ADEPTO – Vogliamo, allora, essere ipocriti?

2° ADEPTO – (Dopo una breve pausa)Che cosa dobbiamo fare?

1° ADEPTO – Dobbiamo sfruttare il sacrificio del nostro amico!

3° ADEPTO – Bisogna battere il ferro finchè è caldo e approfittare dell’opinione pubblicafavorevole.

1° ADEPTO – Hai ragione. Prima, però, dobbiamo guadagnare alla nostra causa la madredel nostro martire. Hai sentito i suoi propositi di vendetta?

3° ADEPTO – Sono d’accordo. La madre di un martire che lotta per la causa per cui si èimmolato il proprio figlio, sarà al centro dell’attenzione e farà molti proseliti che si uniranno a noi. Questo è un momento particolare per il nostro Partito e dobbiamo sfruttare ogni occasione favorevole.

2° ADEPTO – Avviciniamola e parliamole.

1° ADEPTO – Noi non siamo le persone più adatte. Aspettiamo il Vecchio.

2° ADEPTO – Ma non dovevamo battere il ferro quand’era caldo?


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1° ADEPTO – Siamo troppo giovani perché lei possa avere fiducia in noi. Ci vuole uno coni capelli bianchi e l’aria paterna per farle il discorso di circostanza. Aspettiamo il Vecchio. Io non me la sento di discutere con una madre addolorata e colpita nel più profondo dei sentimenti.

2° ADEPTO – Ma il tuo deve essere un discorso patriottico… Devi farle capire che anchesuo figlio aveva le nostre stesse idee e sarebbe stato felice se anche lei avesse lottato per queste idee.

1° ADEPTO – Non me la sento di affrontare un discorso con chi, in questo momento, habisogno di quel conforto che io non sono in grado di darle. Non sono la persona più adatta e, poi, non la conosco nemmeno. Non l’avevo mai vista prima.

2° ADEPTO – Le parlerò io. La conosco. L’ho vista qualche altra volta.

1° ADEPTO – Bada che se fallirai, non potremo mai più guadagnarla alle nostre idee.

Aspettiamo la Ragazza e il Vecchio; insieme sapranno convincerla.

3° ADEPTO – E intanto arriverà la Polizia, cominceranno gli interrogatori, le indagini, eaddio discorso!

1° ADEPTO – Dobbiamo correre questo rischio.

2° ADEPTO – Ecco il Vecchio con la Ragazza.

SCENA TERZA

IL VECCHIO – (Viene dalla scala insieme alla Ragazza)Com’è successo? 1° ADEPTO – All’improvviso. Erano dietro il muro ad attenderci. 2° ADEPTO – Appena si è affacciato, hanno sparato.

IL VECCHIO – Avete visto chi erano?

1° ADEPTO – No. Abbiamo sentito gli spari, ma quando siamo usciti, erano giàscomparsi.

LA RAGAZZA – E’ trascorso qualche istante prima di affacciarci. Eravamo disorientati eloro ne hanno approfittato per tagliare la corda.

3° ADEPTO – Non potevano rischiare oltre.

IL VECCHIO – Chi ha avvertito la Madre?

1° ADEPTO – Nessuno. Ha sentito gli spari. Abita nei paraggi e si è precipitata.

IL VECCHIO – Le avete parlato?


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1° ADEPTO – Non ancora. Aspettavamo te.

LA RAGAZZA – Dobbiamo dismostrare la nostra solidarietà. Lui era uno di noi: il migliore!

IL VECCHIO – Sono sempre i migliori ad andarsene! Sembra che la Morte, quando vuolcolpire, faccia un’accurata selezione e scelga sempre il migliore!

1° ADEPTO – Tutti conoscevano le sue doti e tutti lo ammiravano. Era il più giovane dinoi, ma il più maturo per sentimenti e profondità di idee. Il suo sacrificio non può restare inosservato: dovrà servire al Partito.

IL VECCHIO – Da questo momento sarà la nostra bandiera! Riflettiamo sul suo olocaustoe prendiamo ad esempio la sua dedizione al Partito e il sacrificio che ha coronato la sua giovane esistenza!

1° ADEPTO – Per tutto questo abbiamo tempo. Ora è indispensabile che ci sia l’alfiereche faccia sventolare in alto la nostra bandiera!

IL VECCHIO – Ciascuno di noi deve essere l’alfiere, perché la bandiera appartiene a tutti.

1° ADEPTO – Ma c’è un alfiere per antonomasia che può far sventolare la bandiera più inalto: la Madre!

2° ADEPTO – Solo con lei le nostre idee trionferanno! Nessuno potrà restare indifferenteal suo dolore.

1° ADEPTO –(Al Vecchio)Occorre che tu le parli, che la convinca ad unirsi a noi, adabbracciare le nostre idee che erano quelle di suo figlio… Anche lei dovrà credere in ciò a cui credeva il figlio, dovrà lottare per gli stessi ideali! Devi avvicinarla… La Ragazza ti darà man forte.

IL VECCHIO – (Dopo una pausa di riflessione)Avete ragione. Il suo dolore dovrà esseresacrificato al Partito. Abbiamo bisogno di lei e della sua disperazione. Il fine giustifica i mezzi!

1° ADEPTO – E ricorda che gli uomini, in genere, giudicano per quel che vedono piùall’apparenza che nella realtà!

IL VECCHIO – Già… “Sono molti quelli che vedono, pochi, invece, quelli che sentono.Ognuno vede quello che tu sembri, pochi sentono quello che tu sei!”… Machiavelli insegna!

LA RAGAZZA – Non perdiamo altro tempo.

IL VECCHIO – Sono pronto.

SCENA QUARTA

( La luce sugli Adepti si spegne e si accende quella sulla Madre)


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IL VECCHIO – (Si avvicina alla Madre, seguito dalla ragazza. Le si accosta, s’inginocchiaaccanto a lei e accarezza il Figlio morto)

LA MADRE – (Come una belva ferita)Lascialo, non toccarlo! E’ mio, solo mio!

IL VECCHIO – Lo volevo accarezzare…

LA MADRE – Non ne hai alcun diritto!

IL VECCHIO – Lo conoscevo, gli volevo bene.

LA RAGAZZA – Era un suo allievo, come me, come tutti gli altri…(Indica gli Adepti) LA MADRE – Ora è solo mio!… Io sola posso accarezzarlo!

IL VECCHIO –(Dopo una breve pausa)Mi permetti di unirmi al tuo dolore? Mi faipiangere insieme a te?

LA MADRE – Perché vuoi piangere?

IL VECCHIO – Perché ne ho tanto bisogno. Ho dimenticato come si piange e non hoavuto una madre che mi aiutasse a ricordare. L’ho perduta quando per me il pianto non aveva alcun significato.

LA MADRE – Tu vuoi piangere per te stesso! Ti vuoi mettere in pace con la coscienza,vuoi alleggerirti di tutto quello che ti rode dentro, vuoi svuotare la sacca di lacrime che ti pesa sul cuore ed avere la mente sgombra da ogni pensiero. Tu vuoi piangere per egoismo!

IL VECCHIO – Forse hai ragione, ma mi piacerebbe farlo insieme a te.

LA MADRE – E che gusto avresti a piangere per un dolore che non è il tuo?

IL VECCHIO – Ti ho detto che anch’io conoscevo tuo figlio. Le sue ansie e lepreoccupazioni me le confidava per averle alleviate; le sue gioie me le raccontava per prolungare il godimento. Per me era come un figlio!

LA MADRE – Ma non era tuo figlio!… La sua vita non era legata alla tua! Non era la tuastessa vita!… Non puoi capire tutto ciò che si prova quando ti strappano dalle carni, dalle viscere, dalla mente, dal cuore l’altra tua vita!… Quando recidono il cordone ombelicale che tiene unito il ventre di tuo figlio al tuo, per te è gioia, perché si compie il processo di vita che tu hai dato a tuo figlio. Ma quel cordone resta idealmente legato alla madre: reciderlo ancora, significa strapparle il cuore e darlo in pasto alle jene!

LA RAGAZZA – Perchè non piangi? Ti fara bene. Ti aiuterà nella sofferenza.

LA MADRE – Ho esaurito le mie lacrime. Niente più potrà farmi bene; nessuno potràlenire il mio dolore… Lasciatemi… Lasciatemi sola col mio dolore!… Voglio imprimere nella


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mia mente il volto del mio figliuolo senza vita per sentire sempre la sofferenza che ha provato quando è stato colpito, quando si è accorto che la vita gli sfuggiva!

IL VECCHIO – Perché non ricordarlo, invece, pieno di vita, esuberante, sereno, felice?

LA MADRE – Perché ho paura di perdonare ai suoi carnefici! Ed io non posso perdonare adegli assassini che hanno reciso con ferocia e con freddezza la vita di un innocente. Non devo perdonare!

LA RAGAZZA – Hai ragione, non puoi perdonare e non devi! Una vera donna deve saperodiare per tutta la vita gli assassini del suo unico figlio! Anch’io li odierò a morte per sempre e, se ne avrò l’occasione, vendicherò la morte di tuo figlio!

LA MADRE – Con che diritto tu lo farai? E’ sola mia questa prerogativa, di nessun altro! LA RAGAZZA – Io ero la sua ragazza. Ci amavamo. Gli appartenevo.

LA MADRE – Non è vero! Mio figlio era ancora un bambino: non poteva nutrire similisentimenti!

LA RAGAZZA – Tuo figlio era un uomo!

LA MADRE –(Al Vecchio)E’ vero? E’ vero quello che dice costei? Dimmi che non è vero!Dimmi che l’amore di mio figlio era tutto per sua madre!… Dimmi che mio figlio era solo mio!

IL VECCHIO – Donna, svegliati alla realtà! Tuo figlio era un essere umano! Anche luiaveva dei difetti, nutriva sentimenti e provava debolezze! Come il Cristo amava sua madre, ma amava anche il suo prossimo. Sì, egli ti amava, con l’amore profondo e tenero del figlio che sapeva dei grandi sacrifici che tu avevi fatto per allevarlo, ma aveva anche il diritto di nutrire sentimenti, diversi da quelli che nutriva nei tuoi confronti, che non sminuivano né distoglievano il suo grande affetto filiale. E’ questa una legge di natura che non l’hanno fatta gli uomini: l’hanno accettata come hanno accettato con rassegnazione la sofferenza, il dolore, la morte!

LA MADRE – Mi hai dato un altro dolore profondo. Tu non hai alleviato la mia sofferenza,l’hai prolungata! E volevi piangere insieme a me?!

IL VECCHIO – E lo voglio ancora!… Mi dispiace che tu la pensi così e ti ostini a nonvolere accettare la realtà…

LA MADRE – Quale realtà? Quella di aver saputo che il figlio che io ho partorito era miosolo a metà? Quella di aver diviso il suo affetto con un’altra donna?

LA RAGAZZA – Che era la donna di tuo figlio, mentre tu ne eri la madre. E’ diverso!

LA MADRE – Tu sei una ladra! Tu non l’hai partorito, non l’hai allattato dal tuo seno, nonl’hai allevato e cresciuto! Che diritto avevi su di lui?


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LA RAGAZZA – Quello dell’amore! Lo stesso che tu hai avuto per il padre di tuo figlio!

Anche tu, allora, l’hai strappato all’amore di sua madre! Anche tu sei stata ladra!

LA MADRE – La madre di mio marito aveva altri figli.

IL VECCHIO – Ma tutti i figli sono partoriti, allattati, allevati e cresciuti dalla madre con lostesso amore e dedizione. Per una madre, tutti i figli sono uguali e le appartengono in ugual misura. Perché non ti vuoi convincere? Tuo figlio, pur amando un’altra donna, come figlio ti apparteneva per intero, era tutto tuo e solo tuo!

LA MADRE – Ma apparteneva anche a lei!

IL VECCHIO – Come uomo, come amante le apparteneva! Come apparteneva allaSocietà, al Consorzio umano! Egli professava delle idee politiche, aveva fatto delle scelte, e lottava per quelle idee fino ad immolarsi! Chi ti parla è uno che crede nelle idee in cui credeva tuo figlio, ma non è stato altrettanto fortunato come lui che ha potuto donare la sua giovane esistenza per l’ideale in cui credeva. Io ho sempre lottato per questo ideale e insieme a me ha lottato lei (indica la Ragazza), hanno lottato quegli altri amici di tuo figlio (indica gli Adepti), e tanti altri ancora, però gli uomini non godono di tutti i privilegi cheDio ha concesso loro quando sono nati, e noi dobbiamo lottare per conquistarli e per conservare quelli che abbiamo conquistato con guerre fratricide. Sarà una lotta lunga e forse piena di sangue. Ci saranno altre vittime. Altri innocenti come tuo figlio cadranno abbattuti sotto il fuoco di chi non vuole che questi ideali trionfino. Altri ancora perderanno la loro libertà ed altri sacrificheranno il loro orgoglio e la loro dignità e diventeranno degli emarginati, ma, alla fine, per mezzo del loro sacrificio, gli uomini saranno finalmente liberi!

LA MADRE – Perché mi dici queste cose? Che cosa può interessare a me tutto questo orache non ho più figli? Cosa vuoi che m’importi del futuro?

IL VECCHIO – Il futuro appartiene anche a te che fai parte di questa Società! Tuo figliolottò per questo e per questo morì!

LA MADRE – Io non ho più futuro! Il mio futuro era mio figlio e lui è stato ucciso daquella Società a cui tu dici che anch’io appartengo. Sia maledetta, allora, la Società a cui appartengo!

LA RAGAZZA – Non bestemmiare! Tuo figlio è ancora caldo di quella vita che ha donatoper la Società, perché in essa credeva, non com’è oggi, ma come diventerà con il suo sacrificio e con la nostra lotta! Ecco, devi lottare anche tu perché questa nostra Società diventi migliore e perché il sacrificio di tuo figlio non rimanga inutile! Hai il dovere di farlo se, come dici, amavi tuo figlio svisceratamente!

LA MADRE – Osi mettere in dubbio i miei sentimenti di madre?

LA RAGAZZA – Ma non bastano le parole; devi dimostrarlo con i fatti!

LA MADRE – E va bene. Come volete che lo dimostri? Che cosa volete che faccia? Voleteche annienti gli assassini di mio figlio? Sono pronta!


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IL VECCHIO – Non con la violenza si deve lottare la violenza. La violenza genera altraviolenza, il sangue altro sangue. Sarà una reazione a catena. Dei volgari assassini diventeranno, per merito nostro, eroi; martiri di una causa che non è quella giusta. La tua lotta deve essere, invece, di rinuncia a far prevalere i tuoi istinti vendicativi; deve essere di ammaestramento per tutti coloro che vedranno in te l’esemplificazione di colei che, pur colpita nel più profondo dei sentimenti, rinuncia alla vendetta in nome dell’ideale per cui lottava il proprio figlio! Così puoi dimostrare in faccia al mondo l’amore per tuo figlio: continuando la lotta che aveva iniziato lui, ma soprattutto credendo in quegli ideali per cui egli si è immolato!

LA MADRE – Mi state chiedendo di fare una cosa a cui non ho mai pensato, che non homai fatto e che non so fare.

IL VECCHIO – Non ti preoccupare, noi t’insegneremo! (Buio e fine del Quadro primo) QUADRO SECONDO

Dopo qualche ora dall’azione del primo Quadro. La scena è sgombra del corpo del Figlio. Gli Adepti sono tutti presenti; c’è anche il Capo, un uomo sui cinquant’anni, dallo sguardo freddo e impenetrabile. Sul luogo dove è caduto il Figlio ci sono dei fiori.

SCENA QUINTA

1° ADEPTO –(Al Capo)Abbiamo pensato che una dimostrazione, organizzata ancora acaldo sul luogo dove il nostro compagno è caduto, potesse dare sicuramente dei frutti. La gente, già impressionata per l’atroce delitto, dovrà restare scossa dalle parole che qualcuno di noi pronuncerà.

IL CAPO – Io approvo senz’altro la vostra iniziativa e mi duole di non essere statopresente al fatto, però si poteva attendere il mio ritorno, prima di prendere delle decisioni.

3° ADEPTO – Ma se l’approvi, vuol dire che anche tu avresti preso la stessa decisione.

IL CAPO – Non è la stessa cosa. Altro è approvarla una iniziativa, a cose fatte, altro èprenderla. Ammettiamo pure che l’iniziativa, per un motivo o per un altro, si dimostri avventata o controproducente, io allora dovrei declinare ogni responsabilità, mentre, essendo il vostro Capo, tale responsabilità sarei costretto a subirla.

1° ADEPTO – Qualcuno, però, in tua assenza, dovrà pur prendere una decisione. Siamostati tutti d’accordo nell’organizzare la manifestazione.

IL CAPO – La mia assenza era temporanea. Si sarebbe potuto aspettarmi.

2° ADEPTO – Ci siamo consigliati col Vecchio ed anche lui è stato d’accordo.

IL CAPO – Il Vecchio!… Il Vecchio è soltanto un idealista, rimbecillito dalle sue ideeutopistiche e assurde!

2° ADEPTO – Il Vecchio è un puro!


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IL CAPO – La sua purezza è anacronistica con i tempi in cui viviamo, dove i fatti contanopiù delle parole.

3° ADEPTO – Le sue parole, però, sono state molto convincenti. E’ riuscito a scuotere laMadre dal dolore e a convincerla ad abbracciare la nostra causa.

IL CAPO – Ammetto che ci sa fare con le parole.

2° ADEPTO – E ti par poco?… Dove lo si può trovare un uomo capace come lui adipanare matasse ingarbugliate?

IL CAPO – Solo a parole perché, in quanto a fatti, è la negazione stessa dell’azione. E voilo sapete benissimo che le parole, anche le più belle, le più grosse, le più convincenti, sono nemiche dei fatti; ne intralciano il loro corso, lo sviluppo e la realizzazione. Ne è prova la sua assurda opposizione all’ultima decisione che si è presa in sede di Partito.

1° ADEPTO – Egli è contro la violenza. Temeva che quella decisione coinvolgesse personeestranee alla lotta.

IL CAPO – In guerra nessuno è estraneo alla lotta! E noi siamo in guerra; voi lo sapetebenissimo! In guerra contro il sistema di lotta di avversari vili e feroci he non osano mostrare il loro volto, la loro identità e che si nascondono dietro la maschera di combattenti per la libertà e l’uguaglianza. Mettetevelo bene in testa che oggi si lotta per la vita e chi lotta è necessariamente coinvolto nelle trame del rischio e nelle spire della morte, sia esso innocente o colpevole; spettatore o attore!

3° ADEPTO – Lui la pensa in modo diverso.

IL CAPO – Lo so bene come la pensa, ma da che mondo è mondo, la libertà non la si èconquistata a parole o spargendo il cammino di rose e fiori, ma col sangue dei martiri e col sacrificio degli innocenti. Gli stessi Cristiani, per liberare dagli Infedeli il Sepolcro di Cristo, organizzarono le Crociate e molto sangue fu sparso prima di conquistarlo. Non vi sembra che la nostra lotta sia altrettanto meritevole e degna di essere combattuta anche a prezzo di qualche vita? Il vostro compagno non è forse caduto in nome di questa lotta?

1° ADEPTO – Noi la pensiamo come te e siamo anche noi per la lotta, ma non possiamodisconoscere quanto utile il Vecchio sia stato al Partito e quello che ha fatto per esso.

2° ADEPTO – Fu proprio lui a chiamarci e a convincerci con argomentazioni molto chiaree precise. Fu lui il nostro Capo per tanto tempo; lui ci iniziò alla lotta e alle rivendicazioni.

IL CAPO – Già, rivendicazioni di utopie, lotta di parole, di chiacchiere! E le parole nonfanno i fatti!… Con me, invece, le cose sono cambiate: ci sono stati i fatti!

1° ADEPTO – Te ne diamo senz’altro atto; però, devi ammettere che quando i fatti sonoseguiti da belle parole, sono più d’effetto.

IL CAPO – Ma quando li precedono sono deleterie!… Ricordate la riunione che precedettel’ultima nostra azione? Il Vecchio, con argomentazioni persuasive, vi aveva convinto


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dell’inutilità dell’azione stessa. Ricordate che io mi sono imposto, minacciando le dimissioni in caso contrario? Ebbene, non ho avuto forse ragione della bontà dell’azione e dei frutti che si sono raccolti?… Poi ci siamo riuniti ancora; lui era assente; si vergognava forse di battere in presenza di tutti il suo “mea culpa”; ne abbiamo parlato e si era deciso, in un primo momento, di allontanarlo dal Partito, ma poi abbiamo optato a dargli un’ultima possibilità. Va bene, ma che non intralci mai più la nostra strada!

1° ADEPTO – Credo che abbia capito la lezione; non ci ostacolerà mai più.

IL CAPO – Benissimo. Ed ora spiegatemi quali decisioni avete preso in merito alladimostrazione da fare questa sera.

1° ADEPTO – Abbiamo fatto sapere che avrà luogo, ora, la commemorazione del nostrocompagno caduto. Egli abitava in questo popolare quartiere ed era conosciuto da tutti. La gente accorrerà in massa.

2° ADEPTO – Il Vecchio e la Ragazza si sono recati in casa della Madre per convincerlaad essere presente. Potrà lei stessa parlare alla gente.

IL CAPO – Questa sarebbe un’ottima idea. La sua parola sarebbe senz’altro piùconvincente di qualunque altro discorso retorico. Ma voi credete che verrà?

3° ADEPTO – Sul corpo del Figlio morto ha giurato vendetta.

IL CAPO – Questo non basta.

1° ADEPTO – Verrà, ne sono certo. Alle argomentazioni del Vecchio si aggiungerannoquelle ancora più persuasive della nostra compagna. (Rivolto agli Adepti) L’avete sentita? L’avere inentato su due piedi la sua relazione col ragazzo, è stata proprio la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

IL CAPO – Ha detto che era la sua amante?

1° ADEPTO – Sì, la sua ragazza; l’ha confessato alla Madre, pretendendo anche lei ildiritto di gridare vendetta.

IL CAPO – E la Madre come l’ha presa?

1° ADEPTO – Bisognava vederla e sentirla!… La teneva lontana dal Figlio con la stessaferocia con cui una cagna appena sgravata tiene lontani gli estranei dai suoi cuccioli!… Ma è stato solo per un poco. Poi ha ceduto.

IL CAPO – Ma non è stato un rischio dire una bugia così grossa?… Se la Madre scoprissela verità, si sentirebbe ingannata; vedrebbe un imbroglio e a noi questo non gioverebbe.

1° ADEPTO – E chi parlerà?… Il ragazzo è morto. Solo lui avrebbe potuto smentirla. IL CAPO – E il Vecchio?


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1° ADEPTO – L’ha bevuta anche lui. La Ragazza l’ha confessato con tanta naturalezza econvinzione che, a momenti, ci credeva anche lei così come ci abbiamo creduto noi. Dopo, ci ha confessato che era stata una bugia necessaria che le era sembrato opportuno inventare per scuotere la Madre dal guscio di dolore e di disperazione in cui si era rinchiusa, rinunciando istintivamente a qualsiasi reazione.

2° ADEPTO – La Ragazza ha fatto bene a comportarsi così: ha dato il tocco finale allavoro del Vecchio.

3° ADEPTO – Ora, naturalmente, bisognerà restare fermi su queste posizioni e avallare labugia come se tutto fosse stato vero. Neanche il Vecchio dovrà conoscere la verità.

IL CAPO – Naturalmente. Con la sua mentalità, sono certo che non approverebbe. Tuttodeve procedere come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. A furia di ripeterlo con naturalezza, anche noi dobbiamo convincerci che è stato tutto vero.

1° ADEPTO – Come quando eravamo bambini che, a furia di raccontare le bugie e digiurarci sopra, ci convincevamo, noi per primi, di avere detto una cosa vera.

IL CAPO – Proprio così.(Pausa)Oh, comincia ad arrivare gente.(Dal fondo della salaarrivano due ragazze con un mazzo di fiori che depongono sul luogo dove è caduto il Figlio e vi si soffermano in preghiera). Chi introdurrà il discorso commemorativo?

1° ADEPTO – Fallo tu. E’ meglio.

3° ADEPTO – Ecco la Madre.(Dalla scala appare la Madre, con un velo nero in testa,accompagnata dal Vecchio e dalla Ragazza e seguita dalle due Donne, che portano fiori, e da altra gente)

SCENA SESTA

La Madre s’inginocchia sul luogo dove il Figlio è caduto e bacia il suolo, mentre le due Donne la tirano su. Il Capo le si avvicina, l’abbraccia, portandola la centro della scena, da dove inizia a parlare.

IL CAPO – Amici, nel ringraziarvi di essere intervenuti ad onorare la memoria del nostrodiletto compagno, mi accingo con animo prostrato a commemorare la sua figura limpida di cittadino che lottava per gli ideali di democrazia, e per questi ideali ha donato la sua giovane esistenza!

Egli possedeva un animo sensibile e generoso ed era di una semplicità schietta e genuina. Sempre tra i primi nella lotta, trascinava con l’esempio e l’entusiasmo non soltanto i compagni giovani come lui, ma anche i più vecchi, più restii e riservati. Tutti gli volevano bene e lo ammiravano per le sue straordinarie doti, ma soprattutto per il suo carattere aperto ed altruista.

Può sembrare retorica il discorso che io sto pronunciando; retorica improntata ad una vana ed artificiosa ricerca dell’effetto di manifestazioni clamorose o di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni, ma, vi giuro, che la mia non è retorica e tanto meno panegirico intenzionalmente esagerato; è la pura e santa verità!


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D’altronde la maggior parte di voi conosceva personalmente e a fondo il nostro compianto compagno e ciascuno di voi, ne sono certo, tesserà nel suo intimo ogni lode encomiastica, conservando di lui il ricordo più bello.

Era venuto tra di noi ancora giovinetto, ma già maturo nei sentimenti e nel carattere. Aveva abbracciato le nostre idee perché credeva in esse ed era cosciente della scelta che aveva fatto. Più volte, nel vedere quel viso smunto, disadorno di peli, ho voluto accertarmi se la sua partecipazione non fosse stata ostentazione di maturità o curiosità puerile, tipiche nei ragazzi della sua età; e l’ho esaminato a fondo. Non era ostentazione la sua, non era curiosità: era fede! Egli credeva veramente in quello che diceva; e manifestava le sue idee con una sicurezza insolita per un giovane della sua età.

Ora non è più tra noi: è caduto per quelle idee in cui fermamente credeva; per quelle stesse idee per cui noi tutti lottiamo, ma che altri ostacolano e combattono. Facciamo che la sua morte non sia stata vana! (Applausi)

Egli ha lasciato la madre che l’ha pianto e l’ha invocato fino alla disperazione, versando tutte le sue lacrime, ma che ha saputo reagire al suo profondo dolore. Ora è qui, con noi; anche lei crede nelle idee in cui credeva suo figlio ed ha abbracciato la sua stessa fede. Eccola!… Ecco la Madre di un eroe!

(Applausi. Il Vecchio, quindi, si avvicina alla Madre e la spinge a farsi avanti per parlare) LA MADRE – Grazie, amici!… Vi ringrazio per l’affetto che mi date…

Io avevo un figlio che era tutta la mia vita; ora non l’ho più: me l’hanno strappato dalle carni , assassinandolo barbaramente!…

Io avevo sangue nelle vene, che scorreva copioso, facendole pulsare ad ogni carezza di mio figlio… Ora il sangue si è essiccato e non fa pulsare più le mie vene!

Nei miei occhi c’era la felicità ed essi si riempivano di lacrime di gioia quando lo vedevano… Ora i miei occhi sono spenti e si rifiutano di versare la più piccola lacrima! (Scende in mezzo al pubblico, coinvolgendolo nel suo dolore)

O madri che mi sentite, io prima non vi invidiavo la gioia che i vostri figli vi procuravano; condividevo il vostro orgoglio materno, perché anch’io avevo un figlio che era la mia gioia e il mio orgoglio!

Ora sono come una pianta inaridita dal vento a cui è caduta l’ultima foglia!

A chi potrò donare il mio affetto represso, il mio amore soffocato? Di chi potranno esseri i miei pensieri, le mie ansie, le gioie, i dolori?…

Permettetemi, vi prego, di essere un poco, un poco soltanto, madre dei vostri figli!… Donerò a loro il mio affetto, perché l’amore di una madre non può restare soffocato; ha bisogno di essere riversato!

(Ad una donna del pubblico) Tu che ancora sai e puoi piangere, mi permetti di fare damadre a tuo figlio?… Insieme a te, non da sola… Non sono così egoista da soppiantare l’amore che tu nutri per lui!… Lo difrenderemo insieme!… Insieme lotteremo perché abbia lunga vita!

(Ad un’altra donna del pubblico) E tu che mi guardi e mi fai capire che mi approvi,permetti che i miei pensieri siano di tuo figlio?… Tu sai certamente piangere… Mi aiuti a far tornare nei miei occhi le lacrime?

(Pausa, mentre lentamente se ne torna sul palco)

Lo so… Io pretendo troppo da voi!… L’amore per i figli scorre su un unico binario; non può essere accostato o frammisto ad un altro sentimento uguale che parte da un’altra fonte!… Difendete, perciò, con ogni mezzo il vostro sentimento; lottate con tutte le vostre forze perché non venga soffocato come il mio! I figli sono il nostro più grande patrimonio e dobbiamo difenderli da tutte le insidie della vita! Dobbiamo prepararli ad un futuro


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“VIOLENZA POLITICA” – Dramma in due atti di Giambattista Spampinato

migliore, inculcando in loro, il rispetto delle idee e della vita altrui, in modo che venga bandita per sempre la violenza!

S I P A R I O


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“VIOLENZA POLITICA” – Dramma in due atti di Giambattista Spampinato

ATTO SECONDO

Stessa scena. Un anno dopo l’azione del primo atto.

QUADRO TERZO

E’ sera. La Madre è raccolta in preghiera sul luogo dove il Figlio è caduto. Dei fiori sono sparsi per terra. Un cono di luce la illumina; un sottofondo musicale dolce si spande per l’aria. Dopo qualche istante arrivano le due Donne.

SCENA PRIMA

1^ DONNA – Eravamo certe di trovarti qui.

LA MADRE – E’ un anno oggi da quando mio figlio è morto. Ho anticipato l’orario dellariunione per potermi fermare a pregare più a lungo.

2^ DONNA – Ti abbiamo cercato dappertutto.

LA MADRE – Mi avete cercato?

1^ DONNA – Sì, dobbiamo parlarti.

LA MADRE – Parlate.

2^ DONNA – E’ meglio andare a casa tua. Staremo più tranquille.

LA MADRE – Dovete confidarmi dei segreti?

1^ DONNA – E’ meglio se non ci sente nessuno.

LA MADRE – Ma qui siamo sole. Potete parlare liberamente. Di che si tratta? 1^ DONNA – Volevamo metterti in guardia. LA MADRE – Mettermi in guardia?!… E da chi?

2^ DONNA – Da coloro che dicono di essere tuoi amici.

LA MADRE – Anche voi dite di essermi amiche.

1^ DONNA – Noi “siamo” tue amiche, non “diciamo” di esserlo. Tu ci conosci da tantotempo e puoi distinguere la “vera” amicizia.

LA MADRE – Anche il Cristo credeva di avere amici attorno a lui, eppure il più fedele lorinnegò tre volte e un altro lo vendette.

2^ DONNA – Noi ti stiamo mettendo sull’avviso.


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1^ DONNA – Devi guardarti da coloro che ti stanno attorno, prima che ti vendano comeil Cristo!

LA MADRE – E chi sarebbero costoro?

1^ DONNA – Quelli che si servono di te per i loro scopi.

LA MADRE – Chi sono? Dimmi i nomi!

2^ DONNA – I tuoi cosiddetti amici di Partito. LA MADRE – Ti sbagli. Io sono una di loro. 2^ DONNA – Devi crederci: è la verità!

LA MADRE – Non è possibile. Da quando sono con loro mi hanno sempre tenuta su unpiedistallo. In ogni comizio sono stata sempre l’ospite d’onore. Il popolo vi partecipava perché sapeva che anch’io sarei stata presente

2^ DONNA – Si sono serviti di te!

1^ DONNA – Sei stata “l’oggetto misterioso” da scoprire. Il miele che attira le mosche. E,grazie a te, mosche ne sono state attirate tante e sono rimaste attaccate al miele, ma saranno divorate dal Partito, o meglio da coloro che lo compongono, perché “Partito” è una parola, un’astrazione, un paravento che nasconde la vera faccia di chi vi sta dietro a manovrare le fila; di chi ha in mano il Potere e se ne serve a suo esclusivo uso e consumo, buttando nella mischia, per conservarlo, le ingenue come te o gli idealisti come il Vecchio.

2^ DONNA – Quando, però, una come te riesce a farsi un seguito che, man mano,diventa sempre più numeroso, una corrente cioè, che pende dalle tue labbra fino ad eleggerti come rappresentante al Congresso e ti segue ovunque, a loro non sta bene, perché ogni iniziativa deve passare anche attraverso te per essere presa in considerazione dalla base; e se tu non la condividi, non l’approvi; e loro sono costretti a rivedere le loro posizioni.

LA MADRE – Voi avete tanta fantasia! Non mi sono creata nessuna corrente; sono statamandata al Congresso perché quelli che mi hanno votato, hanno voluto che li rappresentassi.

1^ DONNA – Non l’hai voluta tu la corrente, d’accordo… né sei stata tu a dire:eleggetemi; mandatemi al Congresso a rappresentarvi! Non è da te, lo sappiamo bene. Ma sono stati gli altri ad unirsi a te, spontaneamente, e hanno formato una corrente, la più numerosa tra le altre che rappresentano il Partito. Lo sai tu che, pur rappresentando la maggioranza, non partecipi a tutte le riunioni del Partito?

LA MADRE – Non è vero, vi ho sempre partecipato!

1^ DONNA – A quelle ufficiali, dove le proposte erano già state concordate dagli altrirappresentanti.


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“VIOLENZA POLITICA” – Dramma in due atti di Giambattista Spampinato

LA MADRE – Le proposte vengono sempre discusse in ogni riunione e possono essereapprovate o respinte.

1^ DONNA – Ti è mai capitato di sentire una proposta respinta?

LA MADRE – A me ne hanno respinte tante.

1^ DONNA – E ad altri?

LA MADRE – (Ci pensa, poi un dubbio le affiora in mente)No, mai.

1^ DONNA – Vedi? Respingono le tue proposte, mentre le loro passano sempre! E chesignifica tutto ciò? Che loro sono già d’accordo sulle proposte da far passare.

LA MADRE –(Che vorrebbe scacciare il dubbio affioratole)Ma naturale che sonod’accordo! Loro sono nel Partito da tanto tempo; hanno esperienza; sanno quali proposte possono passare e quali no; le loro idee suonano all’unisono come le canne di un organo; la loro politica è basata sul ragionamento, sul calcolo matematico; io, invece, sono un’istintiva; mi lascio influenzare dai sentimenti; le mie proposte sono dettate dal cuore più che dalla mente; mi faccio commuovere dalla vecchiarella che ha bisogno della pensione per sopravvivere, dal padre di famiglia che chiede una casa, dal malato che deve essere curato e non ha i soldi per le medicine!… Questi, però, sono casi singoli, isolati!

1^ DONNA – Ma se metti insieme tutti i casi singoli del nostro Paese che necessitano diassistenza e aiuto, non sono più isolati come dici tu: diventano universali! E sono quei casi per cui è giusto chiedere, ma ancora più giusto concedere! Non basta promettere, occorre mantenere!

2^ DONNA – Non come fanno loro che promettono e non mantengono mai!

1^ DONNA – Oppure inventano delle leggi-burla che danno la polvere agli occhi degliignoranti e degli sprovveduti, ma recano danno alla povera gente. Dai ascolto a noi che siamo madri come te e comprendiamo la tua reazione dopo la disgrazia!… Loro si sono serviti di te, del tuo dolore per impressionare la gente, ma quando tu non servi più ai loro scopi o cominci a fare ombra, come ora, ti mollano e si cercano un’altra vittima da sfruttare, da tenere sul piedistallo, da additare come esempio.

2^ DONNA – A loro interessa il Potere che offre i posti di comando che consentono digiostrare a piacimento sul lavoro e sui sacrifici altrui e che frutta benessere e ricchezza.

LA MADRE – Parlate così perché non capite cos’è la politica.

1^ DONNA – Io sarò ignorante, ma per me la politica è la corsa al Potere e la lottaserrata e disonesta per conservarlo.

2^ DONNA – Come quella che stanno facendo a te.

LA MADRE – Ma chi mi lotterebbe e perché?


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“VIOLENZA POLITICA” – Dramma in due atti di Giambattista Spampinato

2^ DONNA – Quelli che tu chiami “amici”, per farti tornare nel cantuccio da doveprovieni.

1^ DONNA – Ti dicevo prima che tu non partecipi a tutte le riunioni del Partito. Ebbene,è vero! Ieri notte qui c’è stata una riunione e tu mancavi.

LA MADRE – Come lo sai?

1^ DONNA – L’ho visto e l’ho sentito; e non ero sola; con me c’era lei che te lo puòconfermare. (Indica la 2^ Donna)

LA MADRE – (Alla 2^ Donna)E’ vero?

2^ DONNA – Sì, è la verità. Noi eravamo venute a recitare una preghiera per l’anima dituo figlio, come facciamo spesso. Dentro c’erano i tuoi amici che discutevano animatamente e, involontariamente, abbiamo ascoltato.

1^ DONNA – Si parlava proprio di te e della popolarità che ti sei creata senza volerlo.Loro, però, affermavano il contrario: che l’hai fatto di proposito, per ambizione. Tutti erano d’accordo di screditarti per metterti in cattiva luce nei confronti della massa che ti segue. Addirittura, c’era chi proponeva di mettere in giro la voce che hai voluto sfruttare la disgrazia di tuo figlio per l’ambizione di salire in alto nella politica.

LA MADRE – Dio mi è testimone che sono stati loro a convincermi, a forzarmi!

1^ DONNA – Lo sappiamo bene. Eravamo presenti.

LA MADRE – Ma anche tanti altri erano presenti ed hanno sentito!

2^ DONNA – La gente dimentica subito e si lascia trascinare da chi è più convincente. Eloro sono maestri nell’arte di convincere.

LA MADRE – Sicchè, il lavoro fatto durante quest’anno è stato inutile, vano?

1^ DONNA –Non per loro: tu hai lavorato, hai seminato e loro raccoglieranno i frutti.

2^ DONNA – C’è chi semina e chi raccoglie. La vita è stata sempre uguale!

LA MADRE – Ma prima devono vedersela con me!… Li smaschererò di fronte a tutti! Tuttidevono sapere come stanno realmente le cose; devono conoscere la vera faccia di coloro che sono stati chiamati a reggere le sorti del Partito!

1^ DONNA – Lascia perdere… Loro sono più forti e ti faranno soccombere. Tu sei sola,non hai nessuno che ti appoggi e ti sostenga nel Direttivo del Partito. Loro hanno le spalle coperte, non puoi spuntarla.

LA MADRE – Ce la farò: dovessi lottare per tutta la vita!


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“VIOLENZA POLITICA” – Dramma in due atti di Giambattista Spampinato

2^ DONNA – Vieni via; lasciala a loro la politica; lascia che si sbranino tra di loro comelupi affamati; non ti ci immischiare, non fa per te!

1^ DONNA – Torna alla tua vita di prima che ti farà scordare le amarezze e le delusioni!

LA MADRE – Prima mi devo prendere la soddisfazione di rovinarli completamente!

2^ DONNA – Non parlare più: stanno arrivando.

LA MADRE – Mi sentiranno.

SCENA SECONDA

IL CAPO – (Viene dalla scala insieme al Vecchio. Le due Donne si appartano in un angolodella scena, restando in penombra) Salve!… Sei in anticipo come al solito.

LA MADRE –(Non risponde e non lo guarda nemmeno)

IL VECCHIO – (Che non ha percepito la freddezza della Madre, col sorriso sulle labbra)

Tu sei sempre la prima in tutto, anche alle riunioni. (La Madre continua a non rispondere)

IL CAPO – (Che ha capito la freddezza della Madre)Qualcosa che non va?(Ancorasilenzio) Perché non parli? Ti ho rivolto un saluto che non hai ricambiato.

IL VECCHIO – (Che comincia a capire e vuol mettere la pace)Ti ha risposto: me ne sonoaccorto io.

IL CAPO – Tu sei un visionario! Vivi tra le nuvole; come puoi accorgerti delle cose che tistanno attorno?

LA MADRE –(Scoppiando)Lui è in visionario, io sono un’ambiziosa, gli altri sono deimediocri, e tu cosa sei? Il grand’uomo? L’infallibile?

IL CAPO – (Che non si aspettava la reazione della Madre)Che ti succede? Ti ha forsemorsicato una tarantola?

LA MADRE – Non una tarantola, ma tanti scorpioni quanti siete voi mi hanno morsicato; ecol veleno che vi sprizza da tutti i pori, avete cercato di farmi fuori, ma prima che possiate farmi del male, vi farò pentire amaramente!

IL VECCHIO – Ma che dici?… Chi può volerti del male?

LA MADRE – Non certamente tu che sei al di sopra di ogni sospetto… Forse anche tu,come me, ignori il tradimento che si sta perpetrando alle mie spalle!… Chiedilo a lui che, sicuramente, è a capo del complotto ai miei danni!

IL CAPO – (Ormai scoperto, comincia a perdere la calma)Ma di quale complotto parli?…Chi sarebbero costoro che hanno tramato alle tue spalle?… Che cosa sono codeste fantasie?


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“VIOLENZA POLITICA” – Dramma in due atti di Giambattista Spampinato

LA MADRE – Li chiami “fantasie” i vostri accordi segreti, le vostre basse e vili intese, lavostra sporca politica?

IL CAPO – Ma quali accordi segreti? Di che parli?

LA MADRE – Lo sai bene di che parlo; è inutile ostinarti a negare!

IL CAPO – Ma io non so a che cosa tu ti riferisca!(Al Vecchio)A te risulta che io abbiatramato ai suoi danni, che abbia voluto la sua fine?… L’ho sempre stimata e rispettata anche di fronte a tutti… E dillo, parla!… Diglielo tu che io l’ho sempre ammirata per il suo coraggio e per la sua fede! Diglielo!

IL VECCHIO – E’ la verità! Come puoi aver dubitato di noi?

IL CAPO – Io, piuttosto, dovrei averla con te: ti ho salutata e non hai ricambiato il saluto;ti ho rivolto la parola e non mi hai degnato di uno sguardo; ti ho chiesto la ragione di tanta freddezza e, per tutta risposta, mi hai aggredito, offendendomi duramente!

LA MADRE- (Con calma e freddezza)E confermo quanto ho detto!

IL CAPO – Ancora?

LA MADRE – Sì, perché tu sei un ipocrita ed un falso!

IL CAPO – Come osi?

LA MADRE – Non ho paura di te, anzi mi fai pena!

IL CAPO – Bada che potrai pentirti per quanto hai detto!

IL VECCHIO – (Cercando di calmarli)Ma che dite?… Calmatevi!

LA MADRE – (Continuando)Le tue minacce non mi fanno paura! Io non ho nulla daperdere e posso tranquillamente ritornare al cantuccio dal quale provengo, perché in me non c’è stata mai ambizione; mentre tu e gli altri siete degli ambiziosi, degli arrivisti, ma non arriverete lontano perché io vi smaschererò di fronte a tutti!

IL VECCHIO – (C.s.)In nome di Dio, vi volete calmare e dirmi che cosa è successo? IL CAPO – Ma io non so, per Dio!

IL VECCHIO – Non bestemmiare, ti prego!(Alla Madre)E tu, dimmi che cosa ti rodedentro e mettiamo le cose in chiaro, prima che arrivino gli altri.

LA MADRE – Falli arrivare; ce n’è anche per loro!

IL VECCHIO – No, parla subito. Il malinteso è meglio chiarirlo subito!


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LA MADRE – Nessun malinteso! Tutto è chiaro come l’acqua di fonte: mi si vuol mettereda parte perché, secondo loro, sono diventata troppo ambiziosa. Lo hanno deciso ieri notte in una riunione segreta.

IL VECCHIO – (Al Capo)E’ vero?

IL CAPO – E’ una frottola! Non c’è stata nessuna riunione ieri notte!

LA MADRE – Chi me l’ha detto, ha sentito con le sue orecchie!

IL CAPO – Chi te l’ha detto è un “Giuda”! E’ uno che mi vuole male e cerca di mettermi incattiva luce!… Io non posso volere la tua fine… Io ti ho portata nel Partito… ti ho inculcato le nostre idee… ti ho insegnato a parlare… ti ho aiutato a salire in alto… ti ho fatto eleggere al Congresso!… Sei una creatura mia!

(La calma della Madre deve contrastare con l’agitazione del Capo)

LA MADRE – Già!… Sono stata il tuo giocattolo preferito; un giocattolo perfetto che simuoveva e parlava a comamdo; un giocattolo che sapeva capire, commuoversi, piangere all’occorrenza sulle disgrazie altrui! Il mio dolore di madre era la carica che faceva muovere il giocattolo nelle tue mani! Con esso ti divertivi e, nello stesso tempo, attiravi al tuo gioco tanti poveri illusi che in quel giocattolo riponevano le loro puerili speranze e tornavano bambini a sognare ancora quello che avevano sempre desiderato e mai posseduto: una casa, un lavoro, un po’ di dignità!

Poi il giocattolo si è accorto di avere una carica autonoma, che si ricaricava da sola con l’aiuto dei sentimenti, delle sensazioni e degli stimoli della propria coscienza, ma soprattutto della cieca fiducia e della speranza che quei poveri illusi riponevano in esso; e si è sorpreso, ma compiaciuto, di non aver più bisogno dell’aiuto delle tue mani; allora si è ribellato a funzionare a comando ed ha cominciato a funzionare da solo, facendo divertire soltanto i bambini buoni; ma come un qualunque giocattolo, che non funziona più come vuole il padrone, doveva essere messo da parte e distrutto!

IL CAPO – (Comprendendo l’allusione del discorso della Madre, sbotta per imbrogliare,ancora una volta, le carte) Ma che giocattolo, se ultimamente hai voluto sempre fare ditesta tua, malgrado ti mancasse la mia approvazione!

LA MADRE – Ho sempre fatto quello che la coscienza mi dettava di fare!

IL CAPO – Scordando che siamo obbligati a rispettare la disciplina di Partito e a tenereuna linea di condotta politica basata sugli accordi di tutti i rappresentanti delle varie correnti. Prima di diventare quella che sei, venivi sempre da me a chiedere consigli e suggerimenti sul come comportarti con la massa; eri umile, modesta, grata per quello che io facevo per te, devota per il rispetto che io nutrivo per il tuo dolore; poi sei stata eletta al Congresso, e da quel momento sei cambiata: sei diventata pretenziosa, presuntuosa, ambiziosa ed ingrata!

LA MADRE – Io?!… Dio mi fulmini in questo stesso istante se il mio comportamento neituoi confronti e nei confronti degli altri non sia stato sempre suggerito da sentimenti leali e sinceri o se le mie intenzioni abbiano avuto mai alcunchè di presunzione e tanto meno d’ingratitudine! Io ho abbracciato le vostre idee perché le ritenevo giuste e le più adatte a


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risollevare la sorte della povera gente che vive di speranza, che aspetta per tutta la vita che la propria condizione sociale possa migliorare, che vengano abbattute le barriere che la separano dalle caste privileggiate, per conquistare finalmente la dignità e il rispetto umano!

IL CAPO – E non è forse quello per cui noi lottiamo?

LA MADRE – Solo in teoria perché, in quanto alla pratica, la realtà è ben diversa!

IL VECCHIO – Permettetemi di intervenire nella discussione che, nella foga deisentimenti, pare che stia degenerando. Ignoro quanto è successo tra voi e ciò che vi ha spinto ad assumere tale atteggiamento e, perciò, non ho parlato, ma ora la discussione si

èallargata ed è stato toccato un tasto delicato: l’idea che professiamo, che predichiamo e per cui lottiamo.

LA MADRE – E’ facile professare un’idea senza credere in essa, quando ti offre agi ericchezze; ed è ancor più facile predicarla per mascherare il vero scopo per cui tu credi in essa. “Fai quel che ti dico, ma non fare quel che faccio!”… E la coscienza è a posto.

IL VECCHIO – Lo credi veramente? Può essere a posto la coscienza quando hai predicatobene, ma razzolato male?

LA MADRE – Lo sarà senz’altro perché la vita comoda non ti fa pensare alla coscienza o achi sta peggio di te, ma a come vivere meglio e più a lungo possibile!

IL CAPO – Insomma, ora basta! E’ da un pezzo che insinui ed io non lo tollero più! Quelloche io possiedo è frutto dei miei sacrifici e della mia abilità. Pretendi forse che lo regali agli altri per mettere in atto le parole del Vangelo? A me nessuno ha mai regalato niente, neanche quand’ero studente che, per pagarmi le tasse all’Università, ero costretto a vendere giornali o a fare i servizi più umili! Nessuno ha mai avuto pietà per me! Vorresti che io ora ne abbia per altri che non conosco? Se ne avessi, gli farei del male, perché li incoraggerei a non lavorare!

LA MADRE – E tutto quello che ci hanno insegnato di buono per aiutare il prossimo erispettarlo, tu lo metti da parte?

IL CAPO – Utopie!… Sono tutte utopie!… Prova a fare del bene a qualcuno, o si offenderào ti ricambierà con male!

LA MADRE – (Constatando la crudezza della realtà, con molta amarezza)Forse haiproprio ragione!… Che cosa ne ho ricavato io del bene che ho fatto? Come sono stata ricambiata da coloro che si definivano amici?… Con quale moneta sono stata ripagata?… Col tradimento e con i sotterfugi!… Eppure, io ho creduto subito in voi ed ho abbracciato la vostra causa non solo perché era quella di mio figlio, che non era certamente come voi… Mio figlio era sincero, era puro, credeva veramente in quello che faceva… Se così non fosse stato, l’avrei intuito, non l’avrei sentito vicino, come l’ho sempre sentito sino alla sua fine e l’avrei maledetto!… Non solo per lui, dicevo, ho abbracciato la vostra causa, ma perché vi ho creduti in buona fede e convinti delle belle parole che pronunciavate; vi credevo sinceri e, accanto a voi, piano piano, ho riacquistato la mia serenità e ho


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cominciato a sentirmi veramente realizzata, perché avevo trovato un altro scopo nella vita: quello di lottare con tutte le forze in favore di coloro che soffrono e non hanno nessuno che li difenda e li aiuti!

(A questo punto sulla scala appaiono i tre Adepti e la Ragazza che si fermano ad ascoltare)

IL VECCHIO – Ed hai fatto bene a lottare e noi ti ammiriamo proprio per questo! Ma oranon devi desistere dalla lotta; devi continuarla per non deludere coloro che hanno fiducia in te e che in te hanno riposto tutte le loro speranze!… Quello che ti hanno raccontato, non è la verità… Magari, chi te l’ha detto è in buona fede… Avrà sentito qua e là sprazzi di discussione, frasi mozze che lo hanno tratto in inganno…Lui te l’ha confermato che sono fantasie… Che è tutto come prima… (Al Capo) E’ vero? Diglielo ancora; rassicurala!

IL CAPO – Ma sì, l’ho già detto!… Perché tornare ancora sullo stesso argomento?

LA MADRE – Ed allora ripetilo, se hai il coraggio, di fronte alle persone che hanno visto esentito! (Alle due Donne) Fatevi avanti, non abbiate timore. (Le due Donne fanno qualche passo avanti, uscendo dalla zona d’ombra) Ditelo quello che avete sentito!

1^ DONNA – Ti vogliono screditare per metterti da parte. 2^ DONNA – Ti hanno sfruttata per i loro fini. IL CAPO – Come osate affermare cose simili?

2^ DONNA – Lo abbiamo sentito con le nostre orecchie. Si sono serviti di te perché aloro faceva comodo. Ora ti mollano!

IL CAPO – Ma siete impazzite? Sono tutte fandonie!

1^ DONNA – Ieri sera qui c’è stata una riunione in cui mancavate tu e il Vecchio. Hannodeciso di screditarti e distruggerti politicamente!

LA MADRE – (Al Capo)Ebbene, che cosa hai da dire?… Perché non parli? Smentiscele, sepuoi, ed io scorderò ogni cosa! (Silenzio da parte del Capo)

IL VECCHIO – (Dopo una pausa, al Capo)E’ vero ciò che hanno affermato quelledonne?… Parla, in nome di Dio!

IL CAPO – (Al Vecchio, come per giustificarsi)Si era fatta pretenziosa… Non rispettavapiù la disciplina di Partito…

LA MADRE – (Al Vecchio)Lo hai sentito anche tu!… Finalmente ha ammesso la verità!…Ebbene, ascoltatemi tutti: io me ne torno nel cantuccio dal quale provengo, ma non ho rimorsi e nemmeno rimpianti perché, ora che so cos’è la politica e chi la manovra, sento schifo per questa vita che mi avete costretto a fare!… Io ritorno alla mia vera vita di tutti i giorni, ai ricordi, al dolore, però per voi la parabola dell’ascesa da questo momento sarà nella fase calante perché non vi permetterò di continuare a fare del male! Tutti dovranno sapere con che razza di uomini hanno da fare, da quale brutta genìa è diretto il Partito!…


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E quando lo sapranno, per voi è finita per sempre! (Alle due Donne) Andiamo! (Esce seguita dalle Donne)

IL VECCHIO – (Le corre dietro)Aspetta, ascoltami!…

IL CAPO – (Resta in silenzio, mentre gli Adepti e la Ragazza gli si avvicinano)

SCENA TERZA

1° ADEPTO – (Al Capo)Che cosa è successo?

IL CAPO – Quello che temevo.

LA RAGAZZA – Spiegati meglio.

IL CAPO – Ieri notte siamo stati spiati.

LA RAGAZZA – Lo avevo detto che non era prudente riunirci qui.

2° ADEPTO – Non era la prima volta; e tutto è sempre filato liscio.

IL CAPO – La decisione che si doveva prendere era, però, molto grave.

3° ADEPTO – Prima o poi lo doveva sapere. L’ha saputo prima.

1° ADEPTO – Ma non come volevamo che lo sapesse.

3° ADEPTO – E che cosa cambia?

LA RAGAZZA – Le conseguenze cambiano: ecco che cosa cambia!

1° ADEPTO –(Al 3° Adepto)Hai sentiro le sue minacce?

3° ADEPTO – Fuoco di paglia!… Tutti così dicono; poi ogni minaccia si sgonfia come unabolla di sapone.

IL CAPO – Non con lei. Voi siete arrivati ora; non l’avete sentita prima: pareva una furia!

1° ADEPTO – E, allora, che si fa?

IL CAPO – Niente, per ora. Aspettiamo gli eventi.

2° ADEPTO - E intanto, mentre aspettiamo, andiamo a fondo tutti.

IL CAPO – (Cominciando a perdere la pazienza)Cosa vuoi che si faccia? Hai forse un’altrasoluzione?… Anch’io ieri sera ero dell’avviso che fosse imprudente di riunirci qui e con la porta aperta, per giunta! Non ci avete voluto dare ascolto: ora paghiamo tutti la leggerezza di pochi!


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LA RAGAZZA – Calma, calma!… Cerchiamo di non perdere la testa! La situazione èdelicata, ma dobbiamo superarla!

IL CAPO – Credi che non lo sappia quanto sia delicata?… Specialmente dopo le criticheper i fatti della Capitale!

1° ADEPTO – Purtroppo oggi si sta procedendo sul filo del rasoio; si va avanti su unterreno minato e basta un altro passo falso per saltare tutti in aria!

3° ADEPTO – Non esageriamo, ora!

IL CAPO – Tu sembri vivere nelle nuvole!… Ti vuoi convincere che se parla, per noi èfinita?!… Già abbiamo fatto male a darle corda sin dal principio; era arrivata troppo in alto!… Dev’essere come un aquilone, dicevate voi… Bisogna darle filo a sua richiesta, altrimenti fa le bizze, s’impunta, picchia!… Quando poi si sarà stufata di volare da sola perché, nel frattempo, il vento che l’ha spinta, si sarà calmato, avvolgeremo il filo piano piano e lei verrà giù buona buona, felice e soddisfatta per il volo fatto!

1° ADEPTO – Ed invece non si è stancata di stare in alto da sola, anzi, pare, che ci abbiapreso gusto e noi abbiamo tirato il filo troppo bruscamente.

IL CAPO – E’ forse colpa mia?

1° ADEPTO – Nessuno ti sta dando una colpa! La verità è che abbiamo agito con moltaleggerezza.

LA RAGAZZA – E’ inutile piangere sul latte versato; occorre non perdere la calma ecorrere ai ripari.

2° ADEPTO – Saggia soluzione… ma in che modo?

LA RAGAZZA – Ci penseremo… Se staremo calmi una soluzione salterà fuori. Intantotornerà il Vecchio e speriamo che sia riuscito a calmarla.

3° ADEPTO – Io non mi fiderei molto di lui. E’ troppo legato alla Madre… Sarà leipiuttosto a convincerlo a passare dalla sua parte.

IL CAPO – Hai ragione. Non ci si può fidare del Vecchio. Ha sempre anteposto isentimenti alla ragione.

LA RAGAZZA – Un’altra soluzione sarebbe quella di andare da Lei, ammettere di averesbagliato, dichiarare di essere pentiti e convincerla a tornare, facendo leva sui suoi sentimenti. Poi, quando le acque si saranno calmate, penseremo a liberarci di Lei. Se abbiamo fallito la prima volta, non possiamo fallire la seconda!

IL CAPO – E chi ci andrà?

LA RAGAZZA – Tu, naturalmente! Lo scontro è avvenuto con te.


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“VIOLENZA POLITICA” – Dramma in due atti di Giambattista Spampinato

IL CAPO – Allora, non la conosci!… Io, per lei, sono il traditore, il Giuda!… No, no, io nonci andrò!… Ho già cercato in tutti i modi di sviarla: prima negando, poi aggredendola con un fiume di parole, e persino minacciandola.

1° ADEPTO Dovevi persistere nel negare; dovevi, anzi, raddoppiare le minacce; dovevi,insomma, tenerle la bocca chiusa, non permetterle di parlare!

2° ADEPTO – Proprio così: bisognava confonderla! Avrebbe dubitato su quanto leavevano detto.

IL CAPO – Col senno di poi è facile dire: bisogna far questo o quell’altro! In fin dei conti,d’accordo ci siamo riuniti; d’accordo abbiamo esaminato attentamente la sua posizione nel Partito, constatando che la sua linea di condotta è alquanto nociva nei nostri confronti; da qualche tempo non si allineava più alla disciplina di Partito; abbiamo, perciò, deciso di fare a meno del suo apporto. Dovevamo restare indifferenti alla sua ascesa, quando noi ne avevamo più diritto?

2° ADEPTO – Lei, però, ha un seguito che noi non abbiamo.

IL CAPO – Perciò sarebbe arrivata prima dove noi non siamo arrivati dopo anni di attesae di sacrifici. Che figura avremmo fatto? Che opinione avrebbero avuta i nostri Superiori?

1° ADEPTO – Tutto questo era scontato, ma ormai non cambia nulla. Ci troviamopurtroppo al punto di partenza, anzi, direi, che siamo con l’acqua alla gola e dobbiamo venirne fuori ad ogni costo!

LA RAGAZZA – Amici, è inutile perdersi ancora in chiacchiere! Non stiamo qui a discuterese abbiamo fatto bene o se abbiamo sbagliato. Ormai il fatto è fatto. Pensiamo, piuttosto, a come poterne venir fuori, prima che sia troppo tardi!

IL CAPO – Ha ragione; cerchiamo di non perdere la testa in questo momento assaicritico. Siamo sulla stessa barca: o ci salviamo insieme o affondiamo tutti!

1° ADEPTO – Che cosa proponi?

IL CAPO – Non ci resta che una sola soluzione: deve morire!(Silenzio da parte di tutti)Avete sentito bene: deve essere sacrificata!… Non esistono alternative! (Ancora silenzio) Fa senso sentirlo dire, vero?… Anche se, ne sono certo, tutti avete pensato la stessa cosa!… Ebbene, cerchiamo una volta tanto, di essere sinceri con noi stessi e dire apertamente quello che pensiamo. Anche a me fa impressione pronunciare una frase così cruda e brutale: una condanna!… Ma ricordiamoci che sa troppe cose sul nostro conto e se parla, e parlerà certamente, per noi sarà finita!… Siamo proprio a questo punto estremo: o noi o lei! (Ancora silenzio) Ma parlate, per Dio!… Dite qualcosa!… Abbiate il coraggio di dire come la pensate!… Io mi sono espresso; non ho cercato mezzi termini o giri di parole; ho detto nudo e crudo quello che pensavo!

1° ADEPTO –( Pausa)Hai ragione. Credo anch’io che non ci sia un’altra via d’uscita.


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“VIOLENZA POLITICA” – Dramma in due atti di Giambattista Spampinato

LA RAGAZZA – Ma è mostruoso quello che dite!… C’è di mezzo una vita umana! La vita dicolei che fino a ieri era il nostro simbolo!

1° ADEPTO – Tu stessa hai detto che è inutile piangere sul latte versato e che bisognacorrere ai ripari. Bene, si sta cercando di mettere una pezza sulla crepa che si è aperta in questa nostra assurda e balorda situazione. Ormai non possiamo più tirarci indietro; dobbiamo andare avanti fino in fondo, abbattendo ogni ostacolo che si frappone, e Lei è un grosso ostacolo che non può essere aggirato; è troppo pericoloso per lasciarcelo alle spalle; deve essere abbattuto per non averlo ancora tra i piedi.

LA RAGAZZA – Ma si tratta di una vita umana!… State proponendo di commettere undelitto: un atroce assassinio!

IL CAPO – La politica, mia cara, è guerra e in guerra il tradimento si paga con la morte! LA RAGAZZA – Ma che tradimento?!… Lottare per la causa, lo chiami tradimento?

IL CAPO – E’ peggio, quando lo si fa per il proprio tornaconto e a danno dei compagni!…Comunque, è inutile discutere ancora. Mettiamo ai voti la decisione e la maggioranza avrà ragione come sempre. (Al 1° Adepto e alla Ragazza) Voi due avete già espresso la vostra volontà; la mia la conoscete. (Al 2° Adepto) Tu che cosa voti?

2° ADEPTO – (Lunga pausa e dopo averci pensato)Morte!

IL VECCHIO –(Appare a questo punto, in cima alla scala e, udendo la parola “Morte!”, siblocca e resta ad ascoltare, cercando di non farsi notare)

IL CAPO – (Al 3° Adepto)E tu?

3° ADEPTO – Morte!

IL CAPO – E’ deciso. Chi si occuperà della cosa?

1° ADEPTO – Me ne occuperò io. Conosco due persone che fanno al caso nostro.

IL CAPO – Dev’essere una cosa pulita e senza strascichi!

1° ADEPTO – Fidati di me. A cosa fatta, una telefonata anonima di una presuntaorganizzazione sovversiva estremista rivendicherà l’azione. Avremo così un’altra martire e il nostro Partito ne trarrà ancora vantaggi! (Buio e fine Quadro terzo)

QUADRO QUARTO

La stessa notte. La Madre si trova in un angolo della scena assorta in pensieri e ricordi lontani. Più distanti il Vecchio e le due Donne.

SCENA QUARTA

IL VECCHIO – (Alle due Donne)Avete provato a parlarle?


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“VIOLENZA POLITICA” – Dramma in due atti di Giambattista Spampinato

2^ DONNA – E’ tutta la sera che le parliamo, ma si ostina a restare in un mutismoassoluto, dando l’impressione di non sentire quello che le diciamo.

1^ DONNA – Dopo che l’abbiamo accompagnata a casa, è voluta tornare qui. Abbiamocercato di dissuaderla, ma è stato inutile.

2^ DONNA – Parlatele voi. A voi, forse, darà ascolto.

1^ DONNA – Per voi ha stima e devozione; si lascerà convincere; capirà che non vale lapena di rovinarsi il fegato per chi non merita.

2^ DONNA – Si era imbarcata in un’avventura che le sue sole forze non potevanosopportare. Anche se è una donna forte, è sempre una donna, provata dai dispiaceri e dai dolori della vita: la morte del marito prima, quella del figlio dopo, il tradimento degli amici ora! Al primo urto con la realtà la sua fragilità si è infranta ed è crollata. Parlatele; cercate di scuoterla da questo assurdo mutismo! (Lunga pausa prima che il Vecchio le parli)

IL VECCHIO – Tenterò.(Le si avvicina)Mi senti?… Devi ascoltarmi!… E’ importante perme e per te!… Torna in te, anche per un solo istante, ed ascoltami. Io sono venuto a chiederti perdono se involontariamente ti ho coinvolto in questa spiacevolissima situazione. Non è importante che tu mi perdoni, quanto che tu mi ascolti. Non ti dico che sono qui a parlarti come un padre, perché padre non lo sono, ma come un figlio, perché tu madre lo sei!… Ebbene, fai conto d’avere davanti un figlio, un vecchio figlio che ha perduto la sua giovane madre quando ancora non capiva il significato di tutte le cose: nascere e sorridere, vivere e soffrire, morire e piangere!.. Un figlio che è diventato vecchio, ignorando la dolcezza e il conforto delle sue carezze; scoprendo la vita da solo; imparando a soffrire e a rinserrare in fondo al suo cuore i sentimenti che non poteva esternare; apprezzando la perfezione della natura con il sorgere e il tramontar del sole, con il buio della notte, col volgere delle stagioni, con lo scandire delle ore, con lo scorrere del tempo! (La Madre si volge a guardarlo mestamente, accennando ad sorriso di pietà) So che mi senti, ma è più importante che mi ascolti! Tu hai bisogno di riprenderti dalla delusione che hai provato; hai necessità di riacquistare la serenità perduta. Questa città e, in particolare, questo luogo non sono i posti più adatti a farti ritrovare la pace e la serenità di cui hai bisogno. Al nord hai una sorella che non vedi da tempo e che sarebbe felice di riabbracciarti. Parti subito e fermati da lei il più a lungo possibile. Non indugiare oltre; vai subito a casa, preparati una valigia con lo stretto necessario e sali sul primo treno in partenza!

LA MADRE – (Finalmente uscendo dal suo mutismo)Perché vuoi che parta subito?

IL VECCHIO – Non chiedermi niente; dai ascolto a chi è più vecchio di te!

LA MADRE – Non posso partire; ho delle cose urgenti da sbrigare.

IL VECCHIO – E non puoi rimandarle al tuo ritorno?

LA MADRE – No, devo farlo subito. Se rimando non le farò più.

IL VECCHIO – Devi partire subito. Rimandare, anche di poche ore, può essere pericoloso!


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“VIOLENZA POLITICA” – Dramma in due atti di Giambattista Spampinato

LA MADRE – Se io partissi, sarebbe comodo per qualcuno, ma non gli darò questasoddisfazione!

IL VECCHIO – Ti prego, fallo per l’anima di tuo figlio!

LA MADRE – Lascia stare mio figlio!… Non nominarlo mai più!… Nel suo nome e nella suamemoria mi avete coinvolta e trascinata in una sporca e lurida facenda, fatta di inganni, di menzogne e di tradimenti!… Sono stati loro a mandarti da me?… Che ti hanno promesso per convingerti a venirmi a parlare?… Che cosa ne ricavi tu se io parto subito senza prima smascherarli?

IL VECCHIO – Ma che dici?… Come puoi dubitare di me?… Ti prego, dammi ascolto; noncostringermi a parlare!… Vattene subito, prima che sia troppo tardi!

LA MADRE – No, non me ne vado! Non voglio darvi la gioia della mia sconfitta! Mi avetecostretta a rientrare nei ranghi, ma per voi non finirà così, perché io vi distruggerò!

IL VECCHIO – E’ troppo tardi!(Istintivamente si pone davanti alla Madre con le bracciaaperte, facendole scudo con il suo corpo, ma c’è un lampo e poi un altro, e lui viene colpito cadendo nello stesso luogo dove prima era caduto il Figlio. Le Donne si precipitano a soccorrerlo, ma è inutile: è morto. La Madre che, finalmente, ha capito di essere stata salvata dal Vecchio, allontana le due Donne e lo prende tra le braccia come aveva già fatto con il Figlio)

LA MADRE – E’ troppo tardi!… Hai ragione, troppo tardi ho capito quello che volevidirmi!… Perdonami!… Non posso più fare nulla per te, se non piangere sul tuo corpo come ho pianto sul corpo di mio figlio, maledicendo questa odiosa Società che vuole il sacrificio degli innocenti e premia i colpevoli e i prepotenti!

Guardatelo, voleva essere mio figlio, per avere il conforto di una carezza, per imparare a soffrire e a piangere, per essere aiutato a scoprire la vita, lui che era al tramonto!

Era come un fanciullo che anelava di rifugiarsi tra le braccia di una madre, per trovarvi conforto e amore! Ora è tra le mie braccia, ma non sentirà più il calore!

Guardatelo, era puro ed onesto, ma in questa marcia Società non c’è posto per la purezza e l’onestà! Solo malvagità e violenza allignano nella mente degli uomini dei nostri tempi, presi dalla conquista del Potere!

Maledetto sia il Potere e tutti coloro che se ne servono!

Possa il sangue delle vittime innocenti redimere la Società composta anche da puri ed onesti!

S I P A R I O

Catania, 11 ottobre 1978

Giambattista Spampinato

Via Orto Limoni n° 60 – 9125 – CATANIA - Tel. 095.436657 – Cell. 338.6374574 Sito INTERNET: www.giambattistaspampinato.it


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