VIOLETTA DI BOSCO
Un atto della vita degli attori
Di Ferenc MOLNAR
PERSONAGGI
DIRETTORE
COMPOSITORE
SIGNORINA ROBOZ
SIGNORINA RAKOLNOKI
SIGNORINA GHUZ
SIGNORINA SZELL
ILONA
USCIERE
Commedia formattata da
A Budapest, nello studio di un Direttore di Teatro d'Operetta. In fondo due finestre. Attraverso i vetri si vede la facciata di un palazzo. Fra le due finestre uno scaffale di libri. Due porte, a destra e a sinistra. Nel proscenio, a destra, un piano verticale, contro la parete. Nel proscenio, a sinistra, grande scrittoio. Sullo scrittoio due apparecchi di telefono: uno per uso interno, l'altro per città. Davanti allo scrittoio una o due poltrone e un cestino. Nel centro tavola con molte sedie con sopra degli incartamenti, copioni, libri, e un vassoio con caraffa e bicchieri. Nell'angolo di destra, un camino. Mattinata soleggiata d'autunno. Nell’alzarsi del sipario, il Direttore sta accompagnando verso la porta di destra la signorina Roboz.
Roboz - Proprio non va?
Direttore - (impaziente) Mi dispiace, signorina. Arrivederci, signorina.
Roboz - Non si potrebbe, in qualche modo...?
Direttore - (apre già la porta di destra) Mi dispiace, signorina, arrivederci.
Roboz - Se fosse possibile...
Direttore - Scusi, ho molto da fare (verso l'anticamera). Guardi quanta gente aspetta! (il telefono suona). Anche il telefono!
Roboz - Allora buon giorno. Il mio nome è Elvira Roboz, non se ne dimentichi.
Direttore - Non me ne dimentico. Buon giorno (Roboz esce, il Direttore chiude la porta e corre allo scrittoio, solleva il ricevitore). Pronti?... Non capisco nulla... Ah sì! Riverisco. Sì, parla la Direzione del Teatro Chapeau Rouge!... Sì, il Direttore... Personalmente (tace a lungo). Scusi, non è così... (di fuori si ode il contrastare vivace delle voci di una donna e di un uomo). Scusi come dice? Non la capisco. C'è troppo chiasso qui. Un momentino! (grida verso la porta) Giovanni!
Usciere - (entra di destra).
Direttore - Che baccano infernale! Di fuori che tacciano, non si sente nulla!
Usciere - (esce. Dopo qualche attimo il baccano smette).
Direttore - (al ricevitore) No, il guaio è che non si riesce a fare calore ed aria pura nello stesso tempo. Se il fuochista mette poco carbone nella caldaia l'aria rimane pulita ma si gela. Se mette molto carbone c'è puzza in platea... Come fare allora?... Sì... sì... sì... Direi anch'io che venga l'ingegnere... Sì... No... Sì... Riverisco... (depone il ricevitore, si siede allo scrittoio. Suona il campanello).
Usciere - (entra. Ha due copioni in mano. Uno è foderato in carta gialla, l'altro rossa).
Direttore - Chi ha urlato prima come un dannato?
Usciere - La signorina Szenicei ha bisticciato col Capo personale.
Direttore - La signorina Szenicei non trova proprio altro luogo per bisticciare che la mia anticamera?!
Usciere - Le piace bisticciare qui, perchè vuole che la senta anche il signor Direttore.
Direttore - Basta, basta! Quanti pasticci, oggi! E perchè bisticciavano?
Usciere - La signorina Szenicei, come prima donna della Compagnia esige di ballare lei la danza in zoccoli nella nuova operetta. Il signor capo personale ha dato la danza in zoccoli alla signorina Bàn. E lei vuole che il signor Capopersonale le ridia la danza.
Direttore - Vabbè (guarda i suoi incartamenti).
Usciere - E' la madre che l'aizza.
Direttore - Non te l'ho chiesto (legge. Pausa).
Usciere - Scusi, signor Direttore, che devo fare colle donne... (mostra un foglio) che stanno ad aspettare fuori?
Direttore - Che aspettino. Quante ce ne sono?
Usciere - (conta sul foglio) Undici.
Direttore - E' tremendo! Finora ne ho rimandate cinque.
Uscire - Non bisogna che il signor Direttore perda il suo tempo. Le mando tutte a casa.
Direttore - Ma no! Sai che mi occorrono ancora otto o dieci coriste per bene.
Usciere - Può venire la prossima?
Direttore - (solleva il ricevitore dal telefono di casa) Aspetta! (suona). Pronti! Signor Ga-popersonale?... Me lo mandi. Aspetto, sì (al* l'usciere). Cosa è quel copione giallo?
Usciere - Il nuovo lavoro del signor Levay, fa pregare molto il signor Direttore di leggerlo con cura. Gliel'ha promesso (gli porge il copione).
Direttore - (col ricevitore all'orecchio di sinistra indica colla mano destra il caminetto).
Usciere - (apre lo sportello del camino) Qui?
Direttore - (annuisce col capo di sì).
Usciere - (getta nel camino il copione giallo).
Direttore - (col ricevitore all'orecchio) E quel copione rosso che cos'è
Usciere - E' un'altea copia dello stesso lavoro. Nel caso che! il signor Direttore buttasse nel fuoco la prima.
Direttore - Benone! Mi piacciono gli uomini intelligenti. Dammelo! (prende il copione ros. so). Lo leggerò con cura (al ricevitore). Allò! Signor Capopersonale? Sì, io! Che c'è di nuovo colla Szenicey?... Ma sì... Nemmeno per sogno... Hai ragione... Ma sì. Ciao! (depone il ricevitore).
Usciere - Posso farne entrare una?
Direttore - Avanti, avanti, non parlare tanto. (Signorina Tithos entra).
Tithos - Buon giono. Mi chiamo Tithos.
Direttore - Dona?
Tithos - No. Soltanto Emilia.
Direttore - Peccato. E che desidera?
Tithos - (con dedizione) Desidero lei, Direttore.
Direttore - Non esser sciocca ragazza mia, non siamo nel sobborgo. Vedo dai tuoi modi che vieni di li.
Tithos - Esattamente.
Direttore - Desidera?
Tithos - Può immaginarselo. Voglio scritturarmi in un teatro stabile che non sia una baracca di legno.
Direttore - Ah sì! Ma allora noi siamo di legno.
Tithos - (cogli occhi abbassati) Mi pare che lei non sia idi legno.
Direttore - Ma senta, in che tono mi sta parlando!
Tithos - Diamine! Siamo della bohème ó no?
Direttore - Io non sono della bohème. Ma guarda! Mi dica un po', cara figliuola, prima di essere « bohème », che cosa ha fatto?
Tithos - La fidanzata.
Direttore - Di chi?
Tithos - M'ha piantata.
Direttore - Posso capire quell'uomo.
Tithos - Ero la sua fidanzata da setti anni.
Direttore - E poi?
Tithos - Gomtmessa in un negozio.
Direttore - Modista?
Tithos - No. Drogheria. E' stato lì che mi hanno scoperta (comincia a raccontare). Sa, è stato così che...
Direttore - Benissimo, ragazza mia, complimenti che l'hanno scoperta, ma ora non ho tempo per i particolari. Vuol scritturarsi come corista?
Tithos - Nel sobborgo ho creato grandi parti.
Direttore - Per esempio?
Tithos - La Carmen.
Direttore - L'opera?
Tithos - L'abbiamo ridotta in un atto. Ma colla musica originale.
Direttore - Benone! Però mi rincresce: noij non le cantiamo così (si alza con impazienza).
Tithos - Lo so, caro. Ma mi accontento anche di una parte meno importante. Vorrei che venisse a sentirmi cantare. Lavoro fino a lunedì nel teatro del Giardino.
Direttore - Mi dispiace, non ho tempo che j martedì.
Tithos - Allora rimando a martedì.
Direttore - Per carità, non rimandi. Non rimandi per me. Poi ho molto da fare. Non è I il caso di parlare di parti. Ma scritturerei qualche corista...
Tithos - (delusa) Corista?...
Direttore - Corista, (guarda il suo orologio). Già le undici e trenta.
Tithos - Carissimo Direttore, non si potrebbe I fuori del coro?
Direttore - Mi dispiace. Fuori no.
Tithos - Oh! che rabbia!!! Ma io non avrò mai una bella parte?!
Direttore - E la Carmen?
Tithos - In una-baracca di legno!
Direttore - Ma cosa c'entra la sua arte col materiale! da eostruzione?!
Tithos - Ma ad una condizione farei parte! anche del coro.
Direttore - E sarebbe?
Tithos - (cogli occhi abbassati) Se lei mi tenesse d'occhio.
Direttore - In che modo?
Tithos - (c. s.) Come l'ha già capito.
Direttore - Ma ora se ne vada a casa, figliai mia. Se ne vada.
Tithos - Mi mette alla porta?
Direttore - Sì, figlia mia.
Tithos - Perchè?
Direttore - Non faccia delle condizioni simili, cara. Vada a easa. O al Teatro del Giardino. Non si vergogna ad offrirsi così?
Tithos - Scusi! Non sapevo fosse così casto!
Direttore - Avanti, avanti! Sono così casto.
Tithos - Addio.
Direttore - Riverisco. (Tithos esce. Alla porta s'imbatte nel compositore).
Direttore - Avanti, caro Maestro! Sta bene?
Compositore - Discretamente. Vengo a fumare una sigaretta. Eccezionalmente non ho nessuna lagnanza da fare. La prova è andata bene, l'orchestra è ottima e io sono felice.
Direttore - (gli offre il portasigarette) Mi rallegro con lei. Compositore (accende) Grazie. Ma lei sembra di cattivo umore.
Direttore - Per forza. Mangio della bile, sa! Ha visto quelle donnine nell'anticamera?
Compositore - Sì.
Direttore - Fino ad ora ne ho defenestrate- sei e ce né sono altre dieci. Inizio della nuova stagione. Crescono come i funghi e si presentano. Vogliono essere subito attrici, tutte.
Compositore - E' così furioso solo per questo?
Direttore - Macché! Sono furioso perchè tutte mi si accollano subito.
Compositore - Mica male.
Direttore - Anzi, male, caro maestro, malissimo. Crede ch'io abbia bisogno del loro amore? Mi creda: non le attrici sono spudorate ma queste donnine che vogliono essere ad ogni costo delle attrici. Tutte credono che , su questa strada si faccia carriera solo coll'amore.
Compositore - Divertente!
Di rettore - Divertente per lei. Io crepo di rabbia. Lei si trova per la prima volta sulle tavole del palcoscenico. Questa è la sua prima operetta.
Compositore - Ma come si fa ad esser così cattivo con tutte queste belle gattine?
Direttore - Più bella è, più cattivo sonò, perchè più grave è la mia posizione. Se non avessi bisogno di coriste...
Compositore - Strano come diventano insensibili tutti nella vita del teatro. A me sembra tutto affascinante, bello, insolito!
Direttore - Sono le lune di miele di un musicista da camera nel teatro d'operetta.
Compositore - E le donne, caro Direttore, quelle donne sulla scena. Quanta gaiezza, gentilezza, camera derie! E tutte così carine!
Direttore - E' sposato, vero?
Compositore - Oh, già-da tempo.
Direttore - L'ho capito subito;
Compositore - Oh, questa è una cosa del tutto diversa. - Mia-nioglie è una santa donna. Quella è la vita1 seria. Ma questo spensierato gaio mondo di qui! Il mio polso è più frequente qui che a casa mia- (mostra il polso al-Direttore. E anche queste nell'anticamera come sono carine, sedute in fila come gli uccellini sul ramo. Sperando... Senta, non sia così cattivo…
Direttore - E' da disperarsi! Questi uccellini mi si vogliono tutti accollare. Quest'anno sono più sfacciate del solito.
Compositóre - Che sorpresa!-Sul trono del sultano un moralista!
Direttore - Non sonò moralista, scusi. Sono una persona per bene e ho un po' di buon gusto. Un amore simile non lo voglio. Mi fa ribrezzo.
Usciere - (entra).
Direttore - Che c'è?
Usciere - La signorina Szenieei-ha dichiarato che non reciterà la partet La" restituisce. Eccola, (la consegna) '
Compositore - (sobbalza spaventato) —.La prima donna!! Come?? La parte principale?!
Direttore - Si calmi, (prende la parte) Dì alla signorina che va bene, sarà come vuole lei.
Compositore - Ma scusi U La .protagonista della mia operetta! Senza la Szenieei siamo bell'e fritti!
Direttore - Calma,... caro maestro! (all'usciere) Dille che va bene. E la parte la metto qui, sotto la lampadina, (lamette in un luogo visibile sotto la lampadina)
Usciere - (esce)
Direttore - Farà. la parte, stia pur certo. Dicevo che non mi piace che. Una povera ragazza mi si offra: il pane quotidiano.
Compositore - (distratto) A lei?
Direttore - A me.. Ma non sta attento? Che ha?
Compositore - Mi scusi, n$a sono rimasto molato jnale per-, quest'affare, colla Szenieei-.
Direttore - Si ndkdrme^. riguardo la Szenieei. Ma dove ..siamo, rimasti? Ah, sì, che non sono un moralista. Già Dumas figlio ha notato nelle sue memorie .che...
Usciere -(entra. Comunica con calma) La signorina Szenieei ha tolto una rivoltella dalla sua borsetta. Dice che ammazzerà prima il signor Direttore e pei se stessa.
Direttore - (lo ascolta, poi continua come se l'usciere non aveste detto nulla) Già, Dumas figlio, ha notato nelle sue memorie che il teatro è per forza immorale. Io non faccio il moralista ma sono un gentiluomo che rifiuta questi miseri amori. Capisce?
Compositore - Capisco.
Direttore - (all'usciere) Che stai aspettando?
Usciere - (guarda il foglio) Posso far entrare la prossima?
Direttore - (svogliato) Avanti.
Compositore - (si alza) Che me ne vada?
Direttore - Anzi. Rimanga. La presenza di un testimonio le frenerà forse un pò7 (all'usciere). Ce ne presenti allora una!
Usciere - (apre la porta, legge dal foglio, grida) Raholmoki! (esce),
Raholmoki - (entra) Buon giorno.
Direttore - Buon giorno.
Raholmoki - Il signor Direttore?
Direttore - Sono io.
Raholmoki - Sono Luisa Raholmoki.
Direttore - Piacere. S'accomodi. In che cosa posso esserle utile?
Raholmoki - Vorrei scritturarmi.
Direttore - Canta?
Raholmoki - Ho studiato canto.
Direttore - Ha già recitato?
Raholmoki - Come filodrammatica.
Direttore - Dove?
Raholmoki - In una festa di beneficenza del quinto distretto.
Direttore - Istituto d'arte distinto! E1 nubile?
Raholmoki - Sì... Ma prima... sono stata si-gnora.
Direttore - Divorziata?
Raholmoki - S'intende.
Direttore - E suo marito... che cos'è?
Raholmoki - Capitano di vascello.
Direttore - Mare?
Raholmoki - Solo navigazione sui fiumi.
Direttore - Ma almeno il Danubio?
Raholmoki - Sì, fino al mare.
Direttore - Passeggeri?
Raholmoki - No. Merci.
Direttore - Capisco. Lungo corso. Il signor capitano era assente molto.
Raholmoki - Sì. Ed io durante le sue assenze ho studiato il canto e il ballo.
Direttore - Tutt'il santo giorno?
Raholmoki - Sissignore. Ma ora mi spiace talvolta...
Direttore - D'aver studiato?
Raholmoki - No. D'essermi divorziata. Dicono che il Danubio ha dell'avvenire (pausa breve)\
Direttore - Dunque, ora...
Raholmoki - ... vorrei scritturarmi.
Direttore - Bene. Ma con questa modesta paga?
Raholmoki - Rinuncio alla paga.
Direttore - Ah! Ricca?
Raholmoki - (con gli occhi abbassati) Ho un amico.
Direttore - Agente di cambio?
Raholmoki - Oh, no, grazie a Dio! Un uomo! d'affari distinto, attempato.
Direttore - Granoturco?
Raholmoki - No. Spedizioniere.
Direttore - Capito! Spedisce sul Danubio!
Raholmoki - Sì. Ma anche sulla ferrovia,
Direttore - Capito, capito.
(Pausa. La signorina Raholmoki si asciuga le lacrime).
Direttore - Niente lacrime. Non mi piace. E non ho tempo.
Raholmoki - Lo so. Ma è così penoso confessare tutto ciò. Se conoscesse la mia situazione. Mio marito m'ha lasciata in miseria (piange). Ero già sul punto di andare al telefono.
Direttore - Per chiamare qualcuno?
Raholmoki - No. Alla centrale. Come telefonista.
Direttore - Sarebbe stato tremendo.
Raholmoki - Il mio amico m’ha fatta studiare.
Direttore - Dunque… faceva spedizioni già allora?
Raholmoki - (stupita) Sì. lui faceva sempre spedizioni.
Direttore - Sui fiumi.
Raholmoki - (stupita) Per la maggior parte. Poi lui è così buono, così ingenuo…
Direttore -(al compositore) Avete mai visto uno spedizioniere ingenuo?
Compositore - Mai visto
Raholmoki - Ah, lui è ingenuo anzi disinteressato. Non l’interessa nulla fuori di me! Pensa solo ch’io abbia tutto, che io divenga prima donna celebre. Se avrò la mia prima parte, mi farò fare le più belle toilettes, farà tutto per la mia carriera, tutto, tutto. E solo per bontà. E’ come un gran bambino.
Direttore - Grasso?
Raholmoki - Grassissimo… Gesù, lo conosce?
Direttore - Macché, Ma tutto che mi riferisce di lui è... di un grassone.
Raholmoki - E' molto grasso. Ha già consultato un professore della clinica. Ma ha un viso da bambino.
Direttore - Mica male.
Raholmoki - Ed è un buon uomo... talvolta non lo vedo per intere settimane, (fissa con espressione il direttore) Vivo da sola.
Direttore - (sconcertato) Non esiste cosa più bella.
Rahomolki - Conserverò la mia libertà. Specialmente scritturandomi (lo fissa).
Direttore - (imbarazzato) Specialmente. Anzitutto. Naturalmente.
Raholmoki - Egli sa che mi lega solo la gratitudine alla sua persona. E non desidera di più. Capisce che per il suo .esteriore non può farsi delle illusioni. Egli mi stima soltanto. Stima in me... (fissa il direttore) la mia riconoscenza. Questa è la mia unica passione. Cioè la riconoscenza e il teatro.
Direttore - (imbarazzato) Vanno bene insieme.
Raholmoki - (civetta) Crede?
Direttore - (furioso) Non credo!
Raholmoki - (civetta) Lo dice solo per dire?!
Direttore - (più furioso) Nemmeno.
Raholmoki - Che occhi viziosi ha lei! (si morde con voluttà le labbra).
Direttore - La riverisco! (pausa breve).
Raholmoki - (si volge verso il compositore).
Direttore - Cosa guarda?
Raholmoki - (sorride imbarazzata) Credevo salutasse qualcuno che esce.
Direttore - Precisamente.
Raholmoki - Ma chi?
Direttore - Lei.
Raholmoki - Che esca io?
Direttore - Lo spero bene.
Raholmoki - (imbarazzata) Non capisco, scusi. Non ha ancora provata la mia...
Direttore - L'ho già provata... (va verso la porta) La riverisco, buon giorno.
Raholmoki - Che me ne vada?
Direttore - Ossia: esca!
Raholmoki - Oh!!... oh!! (esce indignata)
Direttore - (chiude la porta con violenza) Ebbene!! L'ha sentita?! Che lei è grata e che io ho gli occhi viziosi! Quest'anno sono proprio tutte impazzite!
Compositore - Ma lei è stato brutale.
Direttore - Se non lo fossi mi si sarebbe gettata al collo, a quest'ora.
Compositore - Lo dice come se fosse una disgrazia grande.
Direttore - Lo è. Grande. Perchè se io accetto che mi si getti al collo mi resterà appiccicata al collo. E già così. Perciò, io non sono moralista...
Usciere - (entra, comunica con calma) La signorina Szenicei ha ingoiato una polvere, si è avvelenata, è stramazzata, è svenuta.
Direttore - (continua con calma) ... Non sono moralista, ma voglio continuare il mio mestiere con correttezza ed eleganza. E' un mestiere serio e barboso come un altro, se non lo si fa con serietà.
Usciere - (con un foglio in mano) Può entrare la prossima?
Direttore - Può.
Usciere - (alla porta) Thuz! (esce).
Compositore - Perchè non le manda al segretario se la seccano così tanto?
Direttore - Dal segretario non vanno! Vogliono tutte il Direttore. Soltanto il direttore. (Thuz entra).
Thuz - Buon giorno.
Direttore - (nervoso) Buon giorno, sono il direttore. Lei vuole scritturarsi, vero, come si chiama?
Thuz - - Jammette Thuz.
Direttore - Jannette Thuz! Ha buona voce?
Thuz - (vuol tirare dalla borsetta un foglio).
Direttore - (impaziente) Non occorre. Sa cantare?
Thuz - Volevo mostrarle, scusi. Ho il diploma di maestra di canto.
Direttore - (prende il foglio). - Conservatorio Municipale. Ma questo è un eccellente diploma! Perchè non va ad insegnare, signorina? Non si guadagna molto, ma sempre più di qui. O è tanto appassionata per la scena?
Thuz - Anche. Ma, soprattutto non insegno perchè mi fa schifo la pedagogia.
Direttore - Già, in così giovane età?
Thuz - La carriera degli insegnanti è così! Agli uomini fa ribrezzo nella vecchiaia. Alle donne nella gioventù.
Direttore - Ma lei, signorina, quanti anni ha?
Thuz - Ventuno.
Direttore - E dove ha insegnato?
Thuz - In nessun luogo ancora.
Direttore - E malgrado ciò Je fa schifo?
Thuz - Sì. Ma direi piuttosto che sono intimorita.
Direttore - Intimorita? Dei bambini?
Thuz - No! Dei direttori!
Direttore - (con gioia) Brava! (sobbalza, urla) Bravissima! (le offre una. sedia) S'accomodi.
Thuz - Grazie! (si siede).
Direttore - Guardi, questo mi piace... E che cosa hanno fatto quei direttori?
Thuz - Che cosa hanno fatto? Dio mio!...
Direttore - Le hanno fatto un'offerta.,
Thuz - Sì, e già nei primi cinque minuti! Quando mi sono presentata.
Direttore - E in che scuola le è successo?
Thuz - Ilnome importa poco. E non voglio ricordarmelo.
Direttore - Spero l'avrà insultato!
Thuz - Non. sporcherei la mia mano con un direttore!
Direttore - (contento) Brava! Eccellente!
Thuz - Gli ho detta la mia opinione. Con parole piane. Io... (imbarazzata) sono una ragazza di buona famiglia... ho vissuto giorni più lieti, ora... cammino sola nella vita, ma della mia buona educazione mi rammento sempre (con delle lacrime negli occhi) devo mantenere oltre a me la mia povera mamma... e il mio fratellino, un allievo ufficiale... (si alza). Ma. non voglio annoiare con queste cose.
Direttore - Non fa nulla. Importa che sappia cantare bene.
Thuz - (guarda attorno) Scusi, le potrei dire qualcosa a quattr'occhi?
Compositore - Scusi... esco subito.
Thuz - Oh no. Grazie. Sono poche parole.
Compositore - Allora, mi allontanerò un po' (va alla finestra e guarda fuori).
Thuz - Scusi signore, temo che abbia detto qualche sciocchezza prima.
Direttore - Ma no!
Thuz - Dei direttori.
Direttore - (nervoso) Ma no! .
Thuz - No, no, no! Ho capito che le è dispiaciuto.
Direttore - Anzi!
Thuz - Mi deve scusare. Non mi fraintenda. Quelli... erano direttori di scuola.
Direttore - Dunque?
Thuz - Direttore di teatro è tutt'altra cosa. Una cosa diversa.
Direttore - (furioso) Diversa?!
Thuz - (cogli occhi abbassati) Diversa. Io non vengo sulle scene per appassire. Se lo volessi andrei a servire lo Stato.
Direttore - Lo Stato...
Thuz - La buona famiglia, la tradizione, eh! Io qui mi sono presentata con un nuovo nome. Nuovo nome, nuova carriera, nuova vita! E vorrei che lei... (abbassa gli occhi).
Direttore - (furioso) Che io?...
Thuz - Che fosse lei ad avviarmi.,.. .
Direttore - (al compositore) -^- Maestro!!
Compositore - Desidera?
Direttore - Può tornare. Ci siamo! (il compositore si siede) No, cara signorina, io non avvio nulla. E nessuno.
Thuz - Ma io...
Direttore - No, scusi. Io sono intimorito.
THUZ - (s'arrende) Bene. Solo una cosa... spero che io abbia la sua segretezza di gentiluomo.
Direttore - L'ha.
Thuz - Il mio vero nome non lo sa. Supponiamo che io non sia stata qui.
Direttore - Lo suppongo già da qualche tempo, (va verso la porta).
Thuz - (molto imbarazzata) Buona notte.
Direttore - E' mezzogiorno!
Thuz - Scusi, Buon giorno, (esce). .....
Direttore - Addio! (chiude la porta) Vede, vede!
Compositore - E. pure questa ha cominciato bene. .....,
Direttore - Ma poi ha cambiato, d'avviso. Questa stagione comincia bene... Devo supporre che il direttore del teatro concorrente me le mandi diecendo in giro che io sono un gran donnaiuolo. Sa la .concorrenza...
Usciere - (entra, comunica con calma) La « Croce Bianca » ha trasportato via la signorina Szenicei. ...
Direttore - (continua con calma) ... la concorrenza nel nostro campo sceglie troppo, i mezzi per combattere l'altro... (all'usciere che si avvia) Senti, fra poco la Szenicei telefonerà dall'ospedale che è spirata, ina tu non devi venire a dirmelo. Solo quando risusciterà e ritornerà dall'ospedale per riprendere la sua parte, eccola sotto la lampada.
Usciere - Lo so. Può venire la prossima?
Direttore - (annuisce), ...
Usciere - (legge) Szell! (esce). .
Szell - (entra. Fa il musino, con un sorriso affascinante) Buon giorno! Bel bruno! amorino caro!
Direttore - (sobbalza, grida) Non mi manca j che questa! Basta! Basta! Fuori di qui!
Szell - Come, adorato?!
Direttore - « Marche »! (la spinge verso h\ porta).
Szell - Cos'hai bell'uomo! Di cattivo umore?
Direttore - Cattivissimo!
Szell - Ciao, adorato! Verrò un'altra volta. (va verso la porta).
Direttore - Presto, presto!
Szell - Ciao! Come sei bello! (via).
Direttore - (chiude con violenza la porta) Uff, ma ora basta, basta! Non ne posso più! Fino a che ero giovane, non dico... Ma ora… (cammina su e giù).
Usciere - (entra col foglio) Può entrare...
Direttore - Nessuno più! Basta! Che vadano al diavolo! Tutte, tutte!!
Usciere - (gli dà un bicchiere d'acqua).
Direttore - (beve e cade sfinito in una poltrona).
Compositore : - Scusi, direttore, ma mi pare di capire la vera causa della sua sciagura.
Direttore - Sono tutto orecchie.
Compositore - Lei non si accorge quanto, nervoso, insofferente e brutale sia con esse. Questo si racconta in giro, e tutte lo sanno. Le poverine credono che con un direttore così bisogna usare i mezzi violènti. Se lei...
Direttore - (impaziente) Dunque?
Compositore - Dùnque se lei le accogliesse con cortesia e calma, loro sarebbero più sicure di se stesse. E non verrebbe loro in mente di obbligarla con delle offerte.
Direttore - Senta allora... Se-lèi sa cosi bene come bisognerebbe trattarle, le propongo io qualcosa. Si sieda qui'al mio posto e faccia un po' il direttore. E vedrà che tutto è invano:, se le tratta bene e se le tratta male. Si sieda nella mia poltrona e vedrà il resto.
Compositore - Che sia io direttore? E lei?
Direttore - Io mi riposo (indica alla tavola). Mi siederò qui, ed assisterò.
Compositore - Facciamola, questa burletta.
Direttore - Facciamola, (toglie la giacca) Io mi siedo a questa tavola e farò da scribacchino... guardi inietto questi occhialoni. Pòi m'infilo nella giacca sdruscita dello zio Skul-teti... ecco fatto (s'infila in una vecchia giacca che gli sta male). E anche le sue mezze maniche... così. Rimarrò accanto a lei nella parte del vècchio Skùltèti a metà scribbachi-no e a metà usciere, (indica allo scrittoio) E lei sarà Direttore. Si sieda! Ma solo ad una condizione: se la ragazza starà per abbracciarla, deve cacciarla subito.
Compositore - Naturale! L'arte è: prevenirla.
Direttore - Esattarnente. Ma poi... non si lasci intenerire!
Compositóre -Non c'è pericolo, sa. Lei non può immaginarsi che paura fantastica io abbia di mia moglie!
Direttore - (all'usciere) Avanti!
Usciere - (va alle imposte e le chiude).
Direttore - Che fai, imbecille?!
Usciere - Scusi ma... il maestro ha detto che vuole trattarle... con cortesia...
Direttore - Apri subito!
Usciere - (eseguisce).
Direttore - Vede! Lui s'intende...
Usciere - (apre la porta e chiama) Ilona Sobri! (via).
Direttore - (si china sopra gli incartamenti).
Ilona - (va verso il compositore) Buon giorno.
Compositore - S'accomodi, signorina. In che cosa posso servirle?
Ilona - Ma guarda com'è carino. E le altre dicono che non fa sedere nessuna.
Compositore - Calunnie. S'accomodi,
Ilona - Grazie tante.
Compositore - Aspetta da molto tempo?
Ilona - Ah sì, già dal mattino.
Compositore - E in che cosa posso esserle utile?
Ilona - Oh! com'è cortese! E le altre dicono che tratta da facchino.
Direttore - (impaziente) Non chiacchieri tanto! Ma risponda al signor Direttore!
Compositore - Non c'interrompa Skulteti,
Direttore - (perplesso) Come dice?
Compositore - Continui il suo lavoro! E lei, signorina, mi dica quello che desidera.
Ilona - Che cosa può desiderare una povera ragazza come me? Voglio" essere scritturata.
Compositore - Ma, questa è una cosa difficile. Molto difficile. Qual'è il suo ruolo?
Ilona - Operetta.
Compositore - Operetta, operetta! Ma che genere! Cantante! Soubrette?
Ilona - Diciamo: vicepsoubrette.
Compositore - Questo è un genere nuovo. Mai sentito.
Ilona - Sono piuttosto... corista. Ma mi danno delle particine, talvolta.
Compositore - E che cosa ha fatto prima di cantare nel coro?
Ilona - Ero orfanellà...
Compositore - Nell'orfanotrofio?
Ilona - Sì.
Compositore - E com'è capitata in scena?
Ilona - E' stato così... L'orfanotrofio era dirimpetto al Teatro e quando in uno spettacolo occorreva un angelo mandavano da noi il portaceste a cercarne uno. Andavo sempre io. Dicevano ch'ero adatta perchè ho il musino triste ma .sono anche abbastanza sfacciata. In scena, s'è innamorato di me il suggeritore, perchè cantavamo sempre davanti la cuffia. E una volta, su dalla cuffia, mi suggerì d'essere sua moglie, ma io per rispondergli di no tentennai la mia ala bianca. Allora mi suggerì di diventare sua figlia. Mi avrebbe adottata. Per lui l'importante era di non essere solo al mondo. Tentennai l'ala per fargli comprendere che di ciò si sarebbe potuto parlare. Lo compiangevo. E' un povero vecchio solo e vive in una cuffia scura. Poco dopo mi ha adottata. Era lui Sobri. Le bacio la mano!
Compositore - Non mi dica « le bacio la mano ». Non sono un prete, io.
Ilona - Lo vedo.
Compositore - Perchè lo dice, allora?
Ilona - Era di moda nella mia compagnia di prima. Lo dicevamo a tutte le care persone che rispettavamo: al redattore, al sindaco, al dottore, al pellicciaio.
Compositore - E al compositore?
Ilona - Mai. Quello è sempre un nervosone un po' matto.
Compositore - E al direttore?
Ilona - Nemmeno!
Compositore - Va bene!
Ilona - (intimidita) Oh scusi, se l'ho offeso.
Compositore - Ma no, per carità! E' una personcina così graziosa.
Ilona - (sorride con dolcezza) Oh grazie! E lei che simpaticone!
Direttore - Fuori anche lei! Fuori! (si affonda negli incartamenti).
Ilona - (si volge, stupita) Cosa dice?
Compositore - Nulla! Skulteti, non faccia osservazioni, è già la seconda volta! Non tollero!
Direttore - Scusi, signore. Tacerò.
Ilona - Tacerà!
Direttore - (sobbalza, guarda in cagnesco Ilona).
Ilona - (volgendosi a lui) Sì, sì!
Direttore - (si siede).
Compositore - All'argomento, signorina! Perchè s'è sciolta la compagnia?
Ilona - Ebbi un diverbio colla moglie del Direttore. M'ha calunniata.
Compositore - Calunniata in che modo?
Ilona - Disse che io non mi era sposata con mio marito e che non avevamo mai fatto le nozze solo il processo di divorzio.
Compositore - Questo è veramente grave.
Ilona - E specialmente in provincia. E’ per questo che sono venuta a Pest.
Compositore - Ha buona voce?
Ilona - Se non l'avessi, non sarei venuta qui. Ho una voce forte come una locomotiva.
Compositore - Locomotiva?
Ilona - Nel coro l'importante è la forza e il lungo fiato.
Compositore - Esattamente.
Ilona - La musica di coro non si fa colla gola ma coi polmoni, le bacio la mano.
Compositore - Dunque, ha buona voce.
Ilona - Resisto anche due minuti sott'acqua. Se vuole provare... Magari in una bagnarola. E la mia figura!... (si alza in piedi). In maglia sono come una mandorla.
Compositore - Mandorla? Come sarebbe?
Ilona - Non so, ma in provincia un redattore ha scritto così di me, ed era un poeta.
Compositore - Non c'è nulla da dire, è bellina lei, molto bellina. Me ne accorgo anche senza il redattore che era poeta. E i suoi occhi sono espressivi...
Direttore - (sobbalza, solleva il ricevitore) Per favore 43-63! Pronto! H signor compositore? Vedo adesso nel libro mastro che ci siamo messi d'accordo diversamente. Ora basta con questa roba. L'avrebbe già dovuta buttar fuori... questa battuta. Mi capisce? Perfettamente. E saluti alla sua signora! (depone il ricevitore. Al compositore) Scusi, sa...
Compositore - Insomma, lei desidera di essere scritturata nel coro col desiderio speciale di aver qualche particina.
Ilona - Sì, talvolta una principessa, ma non troppo lunga, o qualche contessa, ma basta che compaia con altre contesse... poche parole: oc state bene, visconte? » ed altre piccolezze...
Compositore - Ma guarda, questo è essere modesta! Lei mi fa un'ottima impressione.
Direttore - (va allo scaffale, mormora) Alla porta, alla porta...
Ilona - Cosa brontola sempre costui?
Compositore - Non gli dia ascolto. Lei mi piace. E se non ha troppe esigenze...
Ilona - Oh Dio, faccio da me i miei vestiti, non tengo animali domestici, non porto gioielli, ne pelliecie, non vado in carrozza. È che cosa mi occorre? Spiccioli per i mendicanti, coiffeur per l'ondulazione, e qualche sigaretta, basta anche « macedonia ».
Compositore - (le offre una sigaretta) Oh scusi...
Direttore - (al ricevitore, con voce adirata) Pronti, pronti!
Compositore - Che c'è?
Direttore - Ho sbagliato numero (si occupa degli incartamenti).
Compositore - (offre del fuoco).
Ilona - (fuma) Grazie! Oh quanto mi incoraggia lei. Adesso non ho più soggezione nemmeno dell'occhialuto.
Direttore - Parla di me?
Ilona - Sì, di lei. Ha buoni òcchi da pecora.
Compositore - Molto gentile, ma ora venga al pianoforte^ Sentiamo un po' di scale!
Ilona - (mentre il compositóre Vaccompagna, essa canta delle scale, appoggiandosi a lui, mettendo poi la mano suite sue spalle e infine attorno al suo collo. Questo piace evidentemente al Compositore poiché appoggia la testa contro il petto detta donna).
Compositore - (dopo le scale) Brava, cara bravissima! (febbrieitante). Avrà non delle particine ma delle parti vere. Farà carriera! (l'attira a se). E che calda voce ha, mi è scesa fino al cuore... e la sua manina, profumata. ..
Direttore - (li guarda inorridito) .
Ilona - Oh conié'soìno felice...- mi pare di essere in paradiso...
Direttore - (suona al telefono) Pronti, parla il Paradiso. Scusi no, solò là Direzione. Senta, signor Compositore, quello che fa comincia ad essere una vigliaccheria.
Compositore - Cosa dice?
Direttore - (indica il ricevitore) Gli dico la mia opinione.
Compositore - Ma con un componitore non si parla in questo tono.
Direttore - E’ un uomo intelligente, non si offende (al ricevitore). E - saluti alla, sua signóra (depone il ricevitore: Pausa lunga; il compositore è molto imbarazzato).
Compositore - (imbarazzato) Senta, Skulteti...
Direttore - Desidera…
Compositore - Mi porti un biccliiérè d'acqua...
Direttore - Un bicchiere d’acqua?
Compositore - Sì.
Direttore - Subito (solleva dolici tavola il vassoio è un bicchiere).
Ilona - Anche a: me, zietto!
Direttore - Dell'acqua frédda. Anche per tè.
Ilona - Ma spicciati!
Direttore - Che mi spicci?! (la squadra fu rioso ma poi cambia idea ed esce, scrollando il capo)
Ilona - Che zietto furioso! .
Componitore - Ma no lo lasciamo fare da molto che è qui. Appartiene alla Famiglia.
Ilona - Segretario?
Compositore - Macche! A meta scribacchino a metà inserviente.' (si guardano).
Ilona - Mi scritturerà?
Compositore - Per cent'anni(le affèrra le mani con passione).
Ilona - Le. piaccio?
Compositore . - Molto, molto. Avrà delle parti stupende...Subito in quest'operetta., che è in prova. Avrà, la danza in zoccoli.
Ilona - Mi vuol bene? ......
Comppsitore - L'adoro. (l'attira, ma, Ilona cerca di staccarsi) Pèrche così inquieta.?...
Ilona - Oh, Dio… ho dei cattivi, presentimenti.
Compositore - Ha paura di me? (cerca di abbracciarla. Il Direttore entra con due bicchieri).
Direttore - (offre al compositore) Favorisca!
Ilona - Si offre sempre prima alle signore.
Direttore - Sì, alla signora.
Ilona - (prende il bicchiere) Vuole dire che non sono una signora.
Direttore - Beva, angelina mia, beva! Non le terrò in alto il vassoio per una mezz'ora.
Ilona - (gentile) Non tenermi il broncio, zietto Skulteti (beve un sorsino) Dì, il tuo naso s'incurva sempre quando sei arrabbiato?
Direttore - Beva, anima mia! Non m'interessano le sue spiritosaggini.
Ilona - Mentre i tuoi occhi tradiscono il tuo cuore caldo e buono.
Direttore - Caldo e buono : non ci mancherebbe altro, (l'usciere entra).
Usciere - Il direttore dell'orchestra fa pregare il maestro di venire subito, perchè l'orchestra continuerà la prova (il direttore ,si nasconde tra i suoi incartamenti).
Compositore - L'orchestra?!
Usciere - Sì.
Compositore - Ma prima il Direttore stesso mi ha detto che avevamo finito per oggi (guarda insospettito il Direttore. che si nasconde dietro un grande libro. Il compositore lo fissa a lungo e furioso). Ha detto forse lei qualcosa al direttore d'orchestra, Skulteti?
Direttore - Gli ho detto soltanto che il signor direttore è qui. (si nasconde tra gli incartamenti).
Compositore - Va bene! Va benissimo! (furioso) Benissimo, (dopo un momento con decisionè) M'aspetti signorina, vengo subito! (esce colVusciere a destra. Il Direttore finge di scrivere. Ilona è seduta, e adagio incominciia a piagnucolare).
Direttore - Che c'è?!
Ilona - (piange).
Direttore - Che ha? Perchè piange?
Ilona - (piangendo) Sono disperata!
Direttore - Perchè?
Ilona - (piange) Sono cascata di nuovo tra le: braccia del direttore.
Direttore - ... del direttore?.
Ilona - Ha visto che cosa ha fatto con me? Appena sono entrata m'ha fatto delle proposte. .
Ilona - Non ha detto « s’accomodi, signorina, in che posso esserle utile? ».
Direttore - Sì, l'ha detto.
Ilona - Da parte di un Direttore questa è già una delle solite sporche proposte. Un direttore come si deve non parla così con una corista di provincia. Deve dire: « perchè viene a rompermi le tasche, mi lasci in pace ».. Ma se dice ce in che cosa posso esserle utile » (piangendo) noi povere coriste sappiamo già che cosa vuole da noi, povere creature (piange amaramente). M'hanno riferito che è brutale come un sergente.
Direttore - (furioso) Ma se lei gli dava delle occhiate e lo lusingava che me ne sono nau-. seato. Lei osa lagnarsi! Gli ha detto d'essere in paradiso!
Ilona - (piange) Cosa dovevo dirgli?! Se ho già capito che cosa vuole da me! Che mandi a monte la mìa scrittura?! (piange). Mascalzone! Ogni direttore è un mascalzone!
Direttore - Brava! Brava signorina! Se queste sono le lacrime dell'amor proprio offeso...
Ilona - Sono le mie lagrime, non acqua salata teatrale, io piango di euore... Ma questo non è il maggior guaio!
Direttore - Ma...
Ilona - Il direttore non mi piace nemmeno. Mi piace un'altro.
Direttore - (senza sospetto) Me l'immagino. Ufficiale degli usseri.
Ilona - Non è ussero!
Direttore - Non è?
Ilona - (piagnucolando) Borghese.
Direttore - In provincia?
Ilona - A Budapest.
Direttore - Dove?
Ilona - Qui, vicino.
Direttore - Vicino?
Ilona - Si. Non capisci? (piange disperatamente). Mi piaci tu!
Direttore - (spaventato) lo?!
Ilona - (piange) Tanto!
Direttore - Ma questo... (arrabbiato getta dei libri a terra).
Ilona - Fa lo stesso, puoi buttar a terra i libri ò buttarmeli in faccia, perchè tu mi piaci ed io non starò tranquilla finché tu non mi correrai dietro come un piccolo cane.
Direttore - Io?
Ilona - Si; tu!
Direttore - Che cosa le piace dì me, poveruomo vecchio?
Ilona - Non sei vecchio. Sei solo malandato.
Direttore - Non mi dia del tu.
Ilona - Ma se hai una faccia simpatica. Togliti gli occhiali! (vuole toglierglieli).
Direttore - Non mi tocchi! (si tiene gli occhiali).
Ilona - Hai degli occhi buoni tu. E una voce tenera da papà (piange). Salvami dal direttore!
Direttore - Ma perchè lo temi tanto quel direttore?
Ilona - Te lo dirò subito, ti confesso francamente d'esser senza talento per la scena, ma non sono così matta di dirlo al Direttore. Lo dico a te che sei un poverino e che ho cominciato .ad amare alla prima occhiata.
Direttore - Bene. E poi?
Ilona - Ma non hai sentito che poco fa... (si mette a piangere) ha minacciato di darmi delle grandi parti?
Direttore - Come?! E' una minaccia questa?
Ilona - (piange) Alla Dusemelenora no, ma io sono una poverina, e se mi danno delle grandi parti, m'impapero subito e perchè dovrei io vergognarmi e soffrirne?!
Direttore - Ti rifiuti di farle.
Ilona - (piange) Non si può, sono tutti pazzi, quei Direttori, se sono innamorati, ci tormentano per fare di noi delle grandi attrici (piange). Cosa mi serve questo?
Direttore - (insospettito) Ma dove ha imparato così bene questo?
Ilona - Anche nell'ultima compagnia sono stata la fidanzata del Direttore.
Direttore - Prima non me l'ha detto.
Ilona - T'ho detto d'aver picchiata la moglie del direttore. Ma per che cosa credi che siamo arrivate a questo!
Direttore - Ma vi siete proprio prese a pugni?
Ilona - Si, ma solo alla maniera femminile.
Direttore - Come sarebbe?
Ilona - Ci siamo prese pei capelli. E' una disgrazia per una poverina come me, cascare tra le braccia del direttorie.
Direttore - Del direttore...
Ilona - Vedi, alla fidanzata del timpanista o alla fidanzata del sufffreritore, a quella vogliono bene tutti, e il direttore le diee : « Diamole una particina che ahbia un po' soddisfazione quel povero timpanista ». Anche le attrici le vogliono bene perchè èia fidanzata di un povero diavolo e le resali'ano delle càmice coll'à-four, delle combinaisons di seta nera, delle mezze bottiglie di profumo, dei vecchi fiori di velluto, dei nastri sciupati e dicono: «diamole qualcosa, povera diavola, che abbia qualcosa anche lei »...
Direttore - Le piaccio per questo?
Ilona - Si capisce! Per la tua posizione!
Direttore - Non ho un soldo. Colla mia paga non tiro innanzi nemmeno da solo.
Ilona - Ti darò io, del denaro, se ne vuoi.
Direttore - Grazie cara, ma a questo punto non sono ancora. Dunque .mettiamo il caso che lei mi piacesse.
Ilona - Oh che felicità...
Direttore - Ho detto solo : « mettiamo il caso » ... Ma che farò col direttore?
Ilona - Gli dirò che amo te.
Direttore - E se mi scaraventa dal mio impiego?
Ilona - Non ti scaraventa perchè spera che ti ingannerò.
Direttore - E perchè lo spera?
Ilona - Perchè tu hai la faccia di uno cui se ne fanno delle grosse e io di una che sarebbe capace di farne.
Direttore - (s'arrabbia. Colla voce di « Direttore ») Dica, figlia mia, cosa vuole lei dal teatro? Perchè viene al teatro?
Ilona - Ma scusi...
Direttore - Del talento per la scena non ne ha!
Ilona - (si ribella) Chi te l'ha detto?
Direttore - Lei stessa.
Ilona - Altra cosa. E' la mia modestia di violetta di bosco. Ho del talento, ma solo quel tanto che mi occorre. Un'impertinenza da parte dei critici che vogliono più di quanto mi accontento di avere. Perchè pretendono che io reciti meglio che ne sia capace? A me occorre l'arte modesta e il fidanzato modesto.
Direttore - Ora basta, figlia mia (depone gli occhiali).
Ilona - Sei senza gli occhiali? (Vaccarezza sul viso). Sei più bello così.
Direttore - Non mi tocchi, le ripeto!
Ilona - Hai paura di me come se ti piacessi molto.
Direttore - (imbarazzato) Ma guardi, guardi..
Ilona - Vedo nei tuoi occhi che sei imbarazzato (vuole abbracciarlo). Non respingermi bell'uomo, buon uomo ruvido! Simpaticone malandato! Tu povero bell'uomo! Non sai quanto si può amarti! Guardami negli occhi!
Direttore - (imbarazzato) Gli occhi, di certo, sono belli.
Ilona - E il mio programma? Pace domestica, A mezzogiorno manzo bollito. Nel pomeriggio ti rattoppo la biancheria. La sera, nel letto, biancheria fresca. Nessuna passionalità. Solo pace e pulizia domestica. Mi occorre un pover'uomo così ch'io possa non solo amarlo (mia anche averne compassione (si commuove).
Direttore - (l'abbraccia con timidezza e mitez-za) Una cara creaturina bisogna pur dire.
Ilona - Vero? (pone la testa sulle spalle di lui). Tu povero impiegato esaltati un po' di me.
Direttore - (la stringe) Carina! Proprio carina!
Ilona - (colla testa sulle spalle di lui) Come è bello qui.
(Il compositore entra da sinistra e si sofferma indispettito. Lunga pausa).
Direttore - (furioso) Ecco i bei risultati del vostro metodo (lascia Ilona e si scosta).
Compositore - (sorpreso) Come dite? (il telefono suona).
Direttore - Pronti! La mamma della signorina Szenicei? Ossequio!... Che la signorina agonizza? Terribile. Ha detto il dottore? Che morirà? (calmò). Mi dispiace tanto. Ossequio (depone il ricevitore). (Nel frattempo il compositore fissa Iloim, Nuova pausa).
Direttore - (sconcertato) Ecco il risultato.
Compositore - (beffardo) Benone!
Ilona - (al compositore) Mi scusi, caro signor direttore!
Compositore - Come? Crede che sia io il direttore e ciò malgrado si getta nelle vostre braccia?
Ilona - (stupita) Crede che sia lei il direttore... ma come, non lo è?!
Compositore - No, figliuola mia. Il direttore è quell'altro signore (indica il direttore).
Ilona - (si volge) Lo Skulteti?
Compositore - Non è Skulteti quello, figliola mia. E' il direttore; e insieme abbiamo organizzato questo scherzo. Voleva scansare l'assalto femminile. E l'ha scansato.
Ilona - E' vero?
Direttore - Vero (va al suo scrittoio).
Ilona - (si dispera) Ma il buon Dio non mi vuol proprio bene! Mi sciolgo da una compagnia per il direttore. Mi scritturo in un'altra, per scappare poi.... dal direttore. Scappo dal secondo per balzar capofitto tra le mani di un terzo direttore! Oh Dio mio, non mi vuoi proprio bene! (piange).
Direttore - E' una così grande disgrazia, questa?!
Ilona - (piange) Si! Io non voglio essere una grande attrice!
Direttore - Questa grande disgrazia sarà allora subito accomodata. Lei si asciughi le lagrime e se ne vada ad offrirsi in un altro teatro.
Compositore - Scusate, questo non lo posso ammettere, io! Ho il diritto di scritturarla. E' nel nostro patto! Lei è scritturata, figliuola mia!
Ilona - Oli, mille grazie! (piange).
Direttore - E adesso perchè piange?
Ilona - Perchè quando mi ha stretta, dica quello che vuole, ma io ho sentita là sua bontà!
Direttore - Mi ha assediato!... Ebbene, non pianga non c'è nessun motivo per piangere. AI contrario!
Ilona - Al contrario?!
Direttore - Si, al contrario! (E' imbarazzato). Mi lascino in pace. (Al compositore) E voi perchè mi guardate? (batte un libro contro la tavola). Finalmente s'incontra un'attrice a cui fanno ribrezzo i direttori e anche quella... Anche quella... Cosa sta qui a fare, figliuola mia? Vada a casa e torni domattina e il segretario le farà il contratto.
Ilona - Grazie tante. Posso baciarle la mano, caro? (cerca di eseguirlo).
Direttore - Per carità! Piuttosto io... la 6ua fronte (eseguisce). Vada a casa, adesso.
Ilona - (esce verso destra mettendosi a piangere).Che disgrazia! (alla porta) Buon giorno!
Direttore - Arrivederci figliuola mia (si siede allo scrittoio. Pausa).
Compositore - Graziosa creatura.
Direttore - (sfoglia distratto il copione rosso) Ha molta freschezza (sfoglia) Ma ciò che mi piace di più è la sua saggezza. La saggezza saporita che hanno solo le donne stupide. La saggezza delle donne intelligenti è seccante (sfoglia). Ma la saggezza delle don ne stupide è saporita come una pesca fresca
Compositore - Pare.
Direttore - Ah! ah! E' strana, la vita (si al lunga fantasticando nella sua poltrona e strap pa adagio in pezzettini il copione rosso get tandolo nel cestino. Pausa breve).
Usciere - (entra, toglie, senza fare motto dal di sotto della lampadina la parte della Szenicei ed esce), (Pausa lunga).
Direttore - Un bel tempo, fuori.
Compositore - Si. E' caldo (pausa. Si alza). Dunque... per ora non c'è altro da fare.
Direttore - Non c'è altro.
Compositore - Allora... arrivederci, direttore.
Direttore - (tra i suoi incartamenti, imbarazzato) Arrivederci (il compositore esce).
Direttore - (s'accorge dell'ombrello che Ilona ha dimenticato. L'apre. L'ombrello è pieno di buchi. Sorride, scrolla il capo. A mezza voce, tra se) Carina... molto carina...
FINE