Visioni di maggio

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VISIONI DI MAGGIO

Un atto

di W.B. YEATS

Versione di Carlo Linati

                                   

PERSONAGGI

MARTINO BRUIN, marito di Brigida

SHAWN BRUIN, figlio di Brigida e marito di Maria

PADRE HART

BRIGIDA BRUIN

MARIA BRUIN

UNA FATA BAMBINA

La scena ha luogo nella baronia di Kilmacowen nella provincia di Sligo.

I personaggi sono vestiti alla foggia di un secolo fa.

Commedia formattata da

La cucina nella casa di Martino Bruin. A sinistra un focolare e davanti a quello una tavola. Sullo sfondo una porta che riesce all’aperto, e un po’ più alla sinistra un uscio che mette in una stanza interiore. A destra un ampio desco, uin banco con spalliera e una finestra sul cui davanzale è posato un boccale ripieno di pratoline selvatiche.

Brigida                          - Ecco, è bastato ch'io le dicessi d'andare a governare le bestie perch'essa tirasse fuori di sotto alla paglia del tetto quel vecchio libro. Guardate, è tutto il giorno che vi sta su chinata. Ah, Padre Hart, s'avesse dovuto lavorare come tutti fanno, mettersi in piedi sin dall'alba come me e rammendare e nettare, oppure trot­tar fuori per le notti tempestose come voi fate colla pisside e il pan benedetto sotto il braccio, già ci avrebbe assordati con pianti e lamenti.

Shawn                           - Siete troppo cattiva con lei.

Brigida                          - Già, il giovane se la fa col giovane.

Martino                         - Spesso ella si bisticcia con mia moglie, ma adesso è troppo intenta alla lettura del suo vecchio libro... Via, non garrirla troppo. Trascorse le prime lune del matrimonio, vedrai, ti si metterà giù cheta cheta come una veccia tra i rami d'un albero.

Padre Hart                    - I loro cuori sono selvatici come quelli delle capinere, quando ancora non han fatto il nido.

Brigida                          - E' una scioperata. Non volle mai saperne di badare alla zangola, mungere le vacche, ammannire la mensa.

Padre Hart                    - Non sapevo leggesse libri. Che può essere?

Martino                         - Di preciso non so. Quel libro è stato nella paglia per quarant’anni, e mi diceva mio padre che l'a­veva scritto il nonno e, scritto che l'ebbe, ammazzò una giovenca rossa e lo rilegò nella sua pelle... Ma venite in qua, Padre, colla vostra sedia. La cena è pronta... Però non gli portò troppa fortuna, ve', che, a cagione di quel libro, gli si venne riempiendo la casa di poeti vagabondi e di similgenia, e così consumò tutto il suo... Ecco qua il vino, Padre: il paniere del pane lo avete lì accosto... (A Maria) Ma tu, piccina, che ci trovi di interessante là dentro che lasci qui il tuo pane a sfreddare? Se io o mio padre avessimo passata la nostra vita a leggere o a scriver libri, mica saremmo in grado di lasciare a te e a Shawn una bella calzetta piena di monete d'oro e d'argento.

Padre Hart                    - Figliola mia, non montarti il capo con pazze fantasie. Che leggi?

Maria                             - Leggo come la principessa Adene, figlia del Re d'Irlanda, un giorno udì una voce che cantava la Veglia del Maggio, com'è quella che oggi si celebra, e, mezz'assonnata, mezza desta, la seguì, finche si trovò nel paese dei Buoni Spiriti dove non s'invecchia ne si di­venta burberi e devoti, dove non ci sono ne i furbi ne gli accorti né le male lingue. Ed ora essa è laggiù, beata del suo soggiorno, che si svaga a danzare per le rugiadose ombre dei boschi o a salire fin là dove le stelle passeggiano sulla vetta dei monti.

Martino                         - Padre, diteglielo voi di tralasciare quel libro. Mio nonno, vedete, ciancerebbe appunto a quel modo, ed egli era uomo da non distinguere una torre da un campanile. Mi rivolgo al vostro senno.

Padre Hart                    - Riponi il libro, piccina. Iddio, simili a grandi ali, dispiega i cieli su noi e ci provvede di un piccolo cerchio di opere e di giorni; ma poi vengono i malvagi angeli e ci tendono calappi e ci. adescano colle lucenti speranze e coi grevi sogni, finche il cuore si parte, orgoglioso e festante, dalla pace di Dio. E fu uno di quei malvagi angeli che adescò il cuore d'Adene col suo canto malizioso. Io, altre fanciulle ho conosciute al pari dì te capricciose e scontente, ma gli anni passa­rono ed esse divennero simili ai loro parenti, e se ne stavano paghe al governo de' bimbi, al lavoro della zàn­gola e a ciarlare di nozze e di veglie. Casi è fatta la vita: sorge essa da una vampa di sogni, poi s'accheta nel placido lume delle ore comuni, finché vecchiaia soprag­giunge, apportatrice di rosse vampe ancora.

Shawn                           - Non biasimatela, Padre. Maria è assai de­solata quand'io son fuori al lavoro dei campì, e la lingua della madre le sarebbe troppo dura a sopportare s'ella non trovasse conforto in qualche sua fantasia. Ecco, siamo ancora alla Veglia di Maggio e i Buoni Spiriti sono tutti in faccende. Maria, le hai tu le primule da spargere dinanzi alla porta per far loro la via d'oro a che ci rechino la buona ventura in casa? Ricordati che, calato il crepuscolo, lessi possono rapire le spose novelle. (Maria va alla finestra, prende i fiori dal boc­cale e li sparge fuori, oltre la soglia).

Padre Hart                    - Fai bene figliola, perocché Dio con­ferisce gran potere ai Buoni Spiriti durante la Veglia di Maggio.

Shawn                           - I Buoni Spiriti possono far qualsiasi in­canto con le primule: tramutarle in monete d'oro o in fiammelle da bruciare chi gli fa qualche malestro.

Maria                             - (con voce estatica) Non appena li ebbi gittati presso la porta che il vento urlando se li portò via. E una bambina venne correndo nel vento e li rac­colse e teneramente li accarezzava. Era vestita di verde, i suoi capelli erano fulvi come l'oro, il suo viso era pal­lido come l'acqua prima dell'alba.

Padre Hart                    - Di chi può essere questa bambina?

Martino                         - Ma di nessuno... Alle volte ella sogna che qualcuno le vien presso e non è che una folata di vento.

Maria                             - I Buoni Spiriti non portano fortuna alla casa poiché hanno disperso le primule. Ma io vo' essere cor­tese con loro; non sono essi figli di Dio come noi?

Padre Hart                    - Figli del demonio, figliuola, e il loro bieco potere durerà fin quando Iddio li combatterà in aperta battaglia e li farà a pezzi.

Maria                             - Forse invece sorriderà, Padre; e aperta la gran porta chiamerà dentro tutti i leggiadri e tutti i Buoni Spiriti.

Padre Hart                    - Ma quando la porta la vedessero quegli angeli maledetti subito sarebbero subissati giù dall'e­terna pace: e quand'essi vorranno picchiare alla nostra, chi li seguirà, sarà travolto nella medesima ruina. (Si bussa. Maria va ad aprire, poi ritorna al desco, riempie una ciotola di latte, la porge attraverso la porta e la ritira vuota).

Maria                             - Una bizzarra vecchietta, con un mantello verde, è venuta a chiedere una ciotola di latte.

Brigida                          - Gli Spiriti domandano latte e fuoco... Sven­tura alla casa che ne dà; la terranno in malefizio per tutto un anno... Finirai col portarci disgrazia tu.

Martino                         - E chi era?

Maria                             - Bizzarri aveva il viso e la parola.

Martino                         - Scesero forestieri la settimana scorsa a Clover Hill. Sarà di quelli.

Brigida                          - Ho paura...

Martino                         - Il Prete ci scongiurerà ogni malanno dalla casa.

Padre Hart                    - Finche la croce penderà di lassù, state tranquilli, nulla avete a temere.

Martino                         - Vien qua piccina, siedi accanto a me e scaccia queste inquiete fantasie. Vedi, io vorrei che tu illuminassi i miei ultimi giorni come una sfavillante torcia di pino. Quando poi sarò morto tu diverrai la più ricca del contado, perché , sappi, nascosta là dove non possa scovarla, tengo in serbo per te una calzetta piena di monete d'oro e d'argento.

Brigida                          - Eh, basta ch'ei veda un bel viso... Ed io potrei star qui mill'anni ad assaettarmi che tanto la moglie di mio figlio sempre se n'andrebbe attorno col capo rinchiccolito di fronzoli.

Martino                         - E smettila di borbottare... In fondo è una buona e schietta ragazza... (Al Padre Hart) Il burro lo avete lì, Padre Hart... Ma dimmi un po', figliola, forse che la sorte non ci è stata benigna a me e alla vecchia Brigida? S'ha un cento acri di buona terra, si è qui al foco, l'uno accanto all'altro, col nostro buon parroco e il nostro figliolo; si sta a tavola, si beve del buon vino, si guarda ili fumo che scodinzola su dalla torba accesa, ci si sente il cuore pieno di pace e di sag­gezza... E non è questo il meglio della vita? Un tempo, da giovani, s'amava pur noi di battere vie nuove, ma coll'andar degli anni abbiamo scoperto che la miglior via è ancora l'antica, quella dell'affetto e della cura de' figlioli. Ma, ahimè, la scopriamo proprio in punto di dar addio alla sorte, al tempo e alle vicende. (Si bussa ancora alla porta. Maria l'apre, poi prende su dal fuoco una zolletta di torba accesa e la passa attraverso alla porta, richiude, e resta là, in piedi, contro lo stipite).

Maria                             - Un bizzarro vecchietto coti un mantello verde ha chiesto un po' di foco per la sua pipa.

Brigida                          - Hai dato latte e foco e ci hai portato per casa il malanno!

Shawn                           - Buona, madre.

Martino                         - Troppo la tormenti.

Maria                             - (scattando) E che importa se ho dato in potere agli Spiriti questa casa dove non odo che cat­tive parole?... Venite, venite, Buoni Spiriti, portatemi via da questa casa uggiosa, ridatemi la libertà che ho perduta... Via da questo mondo... Cavalcare io voglio sopra i venti con voi, volare sulle schiume selvagge, danzare sulle montagne simile a una fiamma.

Padre Hart                    - Che intende dire con quelle parole?

Maria                             - Padre, quattro linguaggi ho in odio sopra ogni cosa: il linguaggio dell'astuto e del savio, il lin-guaggio del bigotto e dell'austero, la lingua che è più amara dell'onda e l'amabile linguaggio pieno di tanto torpido amore, il linguaggio della mia schiavitù. (Shawn va verso di lei e la conduce al sedile).

Shawn                           - Maria, non sei corrucciata con me, non è vero?... Quante notti io vegliai pensando alla tua anima già così piena di tormento... Quanto sei bella! Come ampi e scuri s'inarcano i tuoi sopraccigli sotto la fio­rente nube dei capelli... Siedi, siedi qui accanto a me. Costoro son troppo vecchi per comprenderti, hanno scordato di essere stati giovani.

Maria                             - Oh, Shawn, tu sei la colonna di questa casa, ed io il tenero viburno che sta aggrappato alla tua forza.

Shawn                           - Iddio volle che il mondo fosse mio per darlo a te con tutte le sue ebbrezze e i suoi dolori, con l'inebriante respiro delle sue selve e de' suoi mari.

Maria                             - Ed io questo mondo vorrei prenderlo e frantumarlo con le mie mani e poi veder te che sorridi alla sua rovina...

Shawn                           - Ma io vorrei foggiartene uno di foco e ru­giada dove non fossero né i devoti né i maligni e niuna vecchiaia che t'abbia ad attediare; poi vorrei riempire la gran parte del cielo con infiniti lumi accesi sull'al­tare della tua bellezza.

Maria                             - I tuoi sguardi Shawn, ecco tutta la mia luce.

Shawn                           - Un tempo, una mosca danzando in un raggio di sole o un vento sottile spirando dall'alba, t'empiva il cuore di sogni misteriosi. Ma ora l'indis­solubile Sacramento ha confuso il tuo cuore sì altero col mio caldo cuore per sempre. (E ;il sole e la luna potranno inabissarsi e il cielo torcersi sul nostro capo, che ancora e sempre il tuo candido spirito vivrebbe mescolato col mio. (Una voce canta in lontananza).

Maria                             - Ascolta, ascolta, qualcosa mi chiama... Oh, tienimi stretta, Shawn, perché io dico male cose sta­notte... Vidi una bimba dai capelli fulvi come l'oro e bramai danzare sopra i venti con lei... La voce lontana Dalle porte del giorno soffia il vento, il vento spira sul cuor desolato, e il cuor desolato già tutto s'è spento, giungono le Fate al solitario prato. I lattei piedi in agili danze, , le bianche braccia, festose, scuotono, e molli venti ridono intorno tutt'inneggiando al beato soggiorno dove vecchiaia è lieta di speranze.

Ma i canneti, là, con folle tremore,

fra loro han sussurrato:

«Ecco, i venti han cantato

e riso e tripudiato,

ma vanito è per sempre

il torbido mio cuore .

Martino                         - E' una bambina. Andrò a prenderla, a to­glierla dal freddo. (Apre la porla. Una fanciullina ve­stita di verde pallido, dai capelli fulvi, entra).

La Fanciullina               - Sono stanca del vento, dell'acqua e della pallida luce.

Martino                         - Benvenuta, piccina, fa freddo là fuori. Chi potrebbe sopportare tal freddo alla vigilia di maggio?

La Fanciullina               - E quando sarò stanca anche di questa casa, c'è qui qualcuno che dovrà venir via con me, andare là dove i venti, le stelle e le pure correnti celebrano sotto il sole una festa perenne.

Martino                         - O senti che strano discorso... Qua al foco, piccina.

La Fanciullina               - Mi siederò sulle tue ginocchia... Son venuta correndo fin dal paese dove nascono i venti. Sono stanca, vorrei riposare. (Balza a sedere sulle gi­nocchia del vecchio).

Brigida                          - Come sei graziosa...

Martino                         - I tuoi capelli son tutti molli di rugiada.

Brigida                          - Ti scalderò io i piedini freddolosi (prende i piedi di lei nelle mani).

Martino                         - Devi venire da ben lungi tu, che il tuo bel visino non l'ho visto mai da queste parti... Avrai fame. Qui c'è pace e vino.

La Fanciullina               - Il vino è amaro. Vecchia mamma, non hai una bevanda più dolce da darmi?

Brigida                          - Ho del miele. (Va nella camera attigua).

Martino                         - Cara bambina... Madre era di malumore avanti che tu entrassi. (Brigida ritorna col miele, va al desco e riempie una ciotola di latte).

 Brigida                         - Che mani bianche e che bel vestito hai... T'ho recato latte fresco, ma attendi che te lo metto al foco e te lo scaldo... Le cose di noi, povera gente, non si confanno a una bimba di splendidi natali qual tu sei.

La Fanciullina               - Comare mia, appena l'alba ver­deggia pei cieli tu sei in piedi a rattizzare il tuo foco, e la sera poi ti trova intenta ad ammannire la mensa. Gioventù può starsene a letto a sognare e sperare... Ma tu ti travagli perché il tuo cuore è vecchio.

Brigida                          - La gioventù è scioperata.

La Fanciullina               - Compare, tu sei saggio e tutti gli anni ti si stipano nel cuore a sussurrarti le passate ma­raviglie. Gioventù sospira dietro sogni e speranze. Ma tu sei saggio perché il tuo cuore è vecchio.

Martino                         - O chi direbbe che una bimba così tenera avesse ad amare la vecchiaia e la saggezza? (Brigida le porge ancora del latte e del miele).

La Fanciullina               - Non più, madre... Calzami piuttosto ch'io voglio danzare. Danzano l'onde e i canneti del lago di Coolaney, e anch'io voglio danzare con loro finché saranno addormentati. (Brigida l’ha calzata, la fanciullina salta dalle ginocchia del vecchio e si accinge a danzare, ma improvvisamente dà un grido e si copre gli occhi con le mani) Che è quella brutta cosa là, sulla nera croce?

Padre Hart                    - Uh, parolaccia... E' il nostro Signore benedetto.

La Fanciullina               - Portatelo via.

Brigida                          - Gesummaria!

La Fanciullina               - Che straziata sembianza... Porta­tela via.

Martino                         - Colpa dei suoi genitori che l'hanno alle­vata senza fede.

Padre Hart                    - E' il Figlio di Dio.

La Fanciullina               - (gettandogli le braccia al collo e ba­ciandolo) Portalo via! Portalo via!

Martino                         - No, no.

Padre Hart                    - Giacché sei una bambina così tenera ed ignara, andrò a prenderlo giù, ecco.

La Fanciullina               - Portalo via, nascondilo alla mia vista, toglilo dinanzi a me. (Padre Hart stacca dalla pa­rete il Crocifisso).

Padre Hart                    - E poiché sei entrata nella nostra ba­ronia, ti voglio istruire sulla nostra fede benedetta: mi sembri una bimba intelligente, imparerai presto. (Agli altri) S'ha da essere indulgenti coi teneri germogli. (Va a deporre il Crocifisso nella stanza attigua).

La Fanciullina               - Questo terreno ben spianato mi invita alla danza. Danzerò Soffia il vento sul labile canneto il vento spira sul cuor desolato...

(Danza imitando, nell’ondeggiare, le canne).

Maria                             - (a Shawn) Or ora, quand'ella mi s'appressò, mi parve udire altri piccoli passi trasvolare sul ter­reno... Una fievole musica passava nel vento e invisibili flauti segnavano il ritmo alla sua danza...

Shawn                           - Io non udii altri passi che i suoi.

Maria                             - Bada alla porta che ora i profani Spiriti son tutti scatenati!

La Fanciullina               - (a Maria) Di', mi vuoi bene tu?

Maria                             - Non so.

  La Fanciullina             - Eh, tu vuoi bene, Io so, a quel grande omaccione che pendeva lassù... Eppure, se tu mi amassi, ti farei cavalcare sui venti, volare sulle schiume selvagge, danzare sulle montagne simile a una fiamma.

Maria                             - Regina degli Angeli e voi Santi benedetti, proteggetemi... Qui accadono cose tremende. Il vento, ur­lando, ha disperse le primule ed ella venne ed io le porsi latte e foco, ed ella entrò e ci fece nascondere il Crocefisso benedetto...

Padre Hart                    - Quello che ti sgomenta è il suo strano parlare. Ma essa non ne conosce altri. (Alla fanciullina) Quanti anni hai, bambina.

La Fanciullina               - Quando profondo è il sonno dell'inverno, i miei capelli si fan radi, i miei piedi volu­bili. Ma quando le foglie si destano dal loro torpore, mia madre mi porta attorno nelle sue braccia d'oro. Presto sarò donna e vorrò maritarmi cogli Spiriti del bosco e dell'acque. Ma chi può dire quando io nacqui la prima volta? Credo di essere più antica di quell'oro-gallo di Ballingawoley ch'è la più vecchia creatura che sia sotto la luna.

Padre Hart                    - E' del popolo degli Spiriti!

La Fanciullina               - Sì, sono figlia di Brig... Mandai messaggeri per latte e foco poi udii una che mi chia­mava, e qua venni. (Tutti, tranne Maria, si stringono intorno al prete per invocarne protezione. Maria rimane là sul suo sedile, sbigottita, terrorizzata. La fanciullina va alla finestra, toglie le pratoline dal boccale e comincia a spargerle sul tratto di suolo che è fra lei e il prete e intorno a Maria. Durante il dialogo che segue Shawn tenta più volte varcare il lembo della fiorita, ma ogni volta è ricacciato indietro verso gli altri, paurosamente).

Padre Hart                    - Voglio affrontare da solo questo spirito immondo! (Gli altri gli si aggrappano e lo trattengono).

La Fanciullina               - (spargendo al suolo le pratoline) Niuno che abbia cuore greve d'umane lacrime, potrà ol­trepassare queste piccole fiaccole del bosco.

Padre Hart                    - Non temete. Dio è con noi e sono con noi le nove Gerarchie angeliche e i Santi Martiri e gli Innocenti e Colui che mori e rinacque al terzo dì, e Colei dal cuore sette volte traffìtto. (La fanciullina ha finito di spargere le pratoline, salta, ginocchioni, sul se­dile accanto a Maria e le butta le braccia al collo). Figlia, figlia, invoca gli Angeli e i Santi!

La Fanciullina               - Tu verrai con me, non è vero, o sposa novella? Noi andremo a contemplare le Beate falangi e vedremo la bianchibraccia Nuala ed Engus Re degli alati e Feacra dalle tumultuose spume e cono­sceremo il loro bel Regno d'Amore. Là non declina la bellezza ne i fiumi decrescono; ma la Saggezza è gioia e il Tempo un canto senza fine. Ecco, io ti bacio, e, guarda, già il mondo comincia a dileguare ai tuoi sguardi.

Padre Hart                    - Figlia, ti richiamo alla tua casa, al­l'amore...

La Fanciullina               - Non ascoltarlo, o sposa novella, che se tu lo ascolti diventerai simile alle altre: porterai figliuoli, dovrai schiumare le pentole, travagliare alla zàngola, e infine, vecchia e linguacciuta, te ne starai là  a guardare le stelle che impallidiscono sul tuo capo come le tue giovani speranze.

Padre Hart                    - Figlia, ti addito la via del Cielo...

La Fanciullina               - Io soltanto posso guidarti, o sposa novella, là dove non s'invecchia ne si diventa devoti o austeri, dove le pure favelle non inducono in schiavitù ma le divine luci che vi splendono ci fanno vivere in perfetto ardore di verità. Vieni, raggiungiamole, can­tando, sopra valli e colline.

Padre Hart                    - Nel nome del Crocifisso, Maria Bruin, vieni a me.

La Fanciullina               - Ed io ti tengo in nome del tuo stesso cuore. (Lascia il sedile, prende su una manciata di primule e le bacia). Grande è il nostro potere stanotte, daochè egli ha staccato il Crocifisso. Ecco, i miei fratelli invisibili ora riempiono la vostra casa... Odo il suono dei loro passi. Oh, fra poco si spargeranno pel mondo a governare tutti i cuori degli uomini e le loro contrade. (A Maria) Vieni con me; gl'invisibili fratelli mi comandano di partire.

Padre Hart                    - Vo a riprendere il Crocifisso! (Sbigot­titi, gli altri gli si serrano attorno e gli impediscono di muoversi).

Brigida                          - Se ci andate i fiori stregati v'uccideranno!

Martino                         - Gli Spiriti li mutano in fiamme guizzanti...

Shawn                           - Fiamme, fiamme che rompono su dal cuore.

La Fanciullina               - Lontano sento i miei fratelli che gridano: « O sposa novella, vieni ai boschi, alle acque, alla pallida luce ».

Maria                             - Eccomi, son con te.

Padre Hart                    - E' perduta.

La Fanciullina               - (di sulla porta) Bada, ogni mortale speranza deve cadérti dal cuore, però che noi che cavalchiamo sui venti e voliamo sulle onde e danziamo sulle montagne simili a fiamme, siamo più leggeri delle gocce di rugiada al sorgere dell'alba.

Maria                             - Prendimi, prendimi con te... (Shawn le si avvicina).

Shawn                           - O amor mio, non lasciarmi... Ricordati di quando t'incontrai la prima volta presso alla sorgente, e presi le tue mani nelle mie e ti parlai d'amore.

Maria                             - Caro volto... Cara voce...

La Fanciullina               - Vieni, o sposa novella.

Maria                             - Shawn, io sempre t'ho amato, eppure... Ep­pure... (Cade nelle sue braccia).

La Fanciullina               - (dalla porta) Vieni con me, rosi-gnolo, vieni con me, stelluccia d'argento.

Maria                             - Mi chiama! Mi vuole!

La Fanciullina               - Vieni con me, rosignolo...

Maria                             - Là udrò canti, intreccerò belle danze...

Shawn                           - Maria!...

Maria                             - Oh, Shawn, non posso restare, non posso...

La Fanciullina               - Vieni, stelluccia d'argento... (Maria si divincola e spasima).

Shawn                           - Maria! Maria!

La Fanciullina               - Vieni... vieni... vieni... (Maria stra­mazza al suolo. La fanciullina dilegua, come in sogno. Shawn si china per abbracciare la morta).

Brigida                          - Scostati da lei. Il corpo e l'anima sono di­partiti. Tu abbracci un putrido ammasso di foglie.

FINE