Visioni

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Visioni - commedia di Natale

Visioni

Liberamente tratto da:

C. Dickens

“A Christmas carol in prose, being a Ghost story of  Christmas”

Ideata, scritta e sceneggiata da:

Fabio Federici C.

NOTA BENE:

L’utilizzo di questa commedia è assolutamente gratuito! Usatela, mettetela in scena, cambiatela, fateci quello che volete. L’unica cosa che chiedo, a tutti i gruppi o le parrocchie che la metteranno in scena, è di mandarmi una E-mail, giusto per informazione, solo per sapere chi la sta usando….

Grazie!

L’autore

(bioss77@hotmail.com)


Presentazione

Dal Vangelo secondo Luca (16, 19-31)

 C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. 20 Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, 21 bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. 22 Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23 Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. 24 Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. 25 Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. 26 Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né da lì si può attraversare fino a noi. 27 E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, 28 perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. 29 Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. 30 E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. 31 Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi”.

Ho voluto inserire questo brano di Vangelo perché, come mi ha suggerito un amico, si possono trovare molte analogie con questa commedia.

Mi ha detto: “Secondo te, potrebbe la parabola amara del ricco e del mendicante terminare a lieto fine? Forse solo nella fantasia del teatro! Forse nella speranza che ancora abita il nostro Natale… O forse solo nella tradizione natalizia che vuole la sua bella dose di buonismo così lontana dalla quotidianità…”

Certo, la realtà ha più spesso il sapore dell’amarezza. La parabola della nostra vita, a ben vedere, si avvicina più a quella del Vangelo, piuttosto che a quella di Carlo: chi sta bene, perché pensa solo a se stesso, ha gli occhi chiusi sul mondo intorno. Così i molti “Lazzaro” che stanno alla porta della vita, senza neppure il coraggio di bussare, rimangono a mani vuote. Impossibile accogliere e amare se contano solo gli affari propri…

Il Natale colora la parabola di ottimismo. Carlo ha la fortuna di accorgersi in tempo, quando ancora tutto è in gioco e la vita corre tra mille insoddisfazioni. Beato lui! Ma noi?

I tre fantasmi esprimono giudizi di paura. La prospettiva del totale fallimento fa cambiare Carlo. Allo specchio della vita scopre l’inferno: non è amato ed è incapace di amare. Per la parabola del Vangelo non c’è bisogno di spiriti che appaiono. C’è già tutto il necessario per la conversione: “Hanno Mosè e i profeti”. Basta la Parola di Dio. In più c’è un Risorto dai morti…

“Visioni” grida al miracolo, nella prospettiva gioiosa e bella del Natale. Accogliere Cristo è lasciarsi giudicare dall’Amore, sentirsi parte di un disegno più grande di noi. L’incontro con Cristo ci spinge ad aprire gli occhi. Ci riporta, come gli spiriti nel racconto natalizio, al vero senso della propria vita.

Carlo alla fine ce la fa, apre gli occhi. Scopre che non esiste solo lui, il suo lavoro, i suoi guadagni, gli interessi… il suo mondo meschino. C’è una realtà più grande che chiede di essere accolta: alla fine riconosce il valore della famiglia su cui conta di tornare ad investire, apre il cuore ai poveri e scopre il senso della festa.

Il giorno di Natale riprende a vivere…

“Visioni” è un’iniezione di fiducia in tempi dove “pensare positivo” è una fatica! Un ricco di sé che cambia, chi l’avrebbe mai detto? Eppure ci appare possibile, il giorno di Natale…

Chiedo scusa a Dickens per avergli (un po’) rovinato la sua bellissima storia…

L’autore



Personaggi:

famiglia Corradini

papà:               Carlo Corradini

mamma:          Giovanna Corradini

figlio:              Marco Corradini

figlia:               Elisa Corradini

cameriera:       Angelica Bizzotto

mendicante

signore 1

signore 2

postino

scene del Natale passato

Carlo da piccolo

Nonno

Carlo da ragazzo

Capufficio      

Collega:           Giulio (mendicante)

Collega:           Cesare Benvenuti

Scene del natale presente

famiglia Bizzotto

marito: Daniele Bizzotto

figlio:              Luca   

figlio:              Marco

figlia:               Eleonora

parenti

zio

zia

alcuni nipoti

nonna Teresa

Scene del natale futuro

nuovo marito:  mendicante

sacerdote

chierichetti

Spiriti

spirito: Cesare Benvenuti

spirito del Natale passato

spirito del Natale presente

spirito del Natale futuro



PRIMO ATTO

(E’ il 23 dicembre)

(Sono in scena mamma, i 2 figli e la cameriera. I due figli stanno guardando la televisione, mentre Angelica sta preparando la tavola)

(Il papà entra dal fondo delle scale)

(mentre gli attori si muovono sul palco, il papà incontra un mendicante sulle scale)

mendicante:     Fate la carità, è Natale… fate la carità…. Non hai mica un millino…

Carlo:              Vattene via straccione!

Giovanna:       Shh.. mi sembra che stia per arrivare il papà… Angelica, presto (fa un segno alla cameriera di avvicinarsi).. e voi, su subito di là a studiare!

Marco:             (sbuffado) va bene, va bene, agli ordini… vado (esce di scena)

Elisa:               ma dai, mamma… oggi è l’antivigilia di Natale.. è il 23.. dai!

(entra il papà; Marco è uscito, mentre Elisa continua a guardare la tele)

Giovanna:       Ciao caro, come stai? Tutto bene al lavoro?

Angelica:         (facendo un inchino) Saluti, signor Corradini

Carlo:              Mah… bene come al solito. Anche oggi un sacco di gente è venuta per stipulare delle polizze… e lo sai… sono tutti soldini che mi vengono in tasca!

Giovanna:       Beh, sono contenta…

Carlo:              (ad Angelica) Come mai Angelica c’è già apparecchiato in tavola? Cos’è, ti sei messa a fare la cena prima per andare via alla svelta? Guarda che io ti pago.. e tanto!

Angelica:         No, ecco, è per il fatto che..   

Giovanna:       Che… stasera ti aspettavamo prima..

Carlo:              E perché mai?

Giovanna:       Ecco, perché… visto che.. ecco.. pensavamo che, dato che oggi è il 23 di dicembre…

Carlo:              E allora?

Giovanna:       Ecco.. non ricordi? Il 23 dicembre di 5 anni fa è … è morto Cesare… Cesare Benvenuti, il tuo socio del lavoro..

Carlo:              Ah, sì.. Cesare Benvenuti.. della Corradini & Benvenuti Assicurazioni… come no.. è la mia società!

Giovanna:       Ecco… pensavamo che tu finissi prima di lavorare oggi, magari per fare un salto al cimitero.. e così la cena..

Angelica:         Sì, perché…

Carlo:              (duro) Tu non hai niente da fare?

Angelica:         Vado subito di là, con permesso…

(Angelica esce di scena)

Carlo:              Comunque… no, non ho fatto un salto al cimitero. Sì e no me lo ricordavo di Cesare. E comunque, se lui fosse stato al mio posto, non avrebbe perso tempo per andare a trovare un amico, o meglio un socio, al cimitero. Il tempo, mia cara Giovanna, è denaro… e al giorno d’oggi, senza quattrini…

Giovanna:       Sì, ho capito, ma siamo sotto le feste…

Carlo:              (rivolto improvvisamente ad Elisa) E tu, perché non sei a studiare?

Elisa:               ma papà.. e quasi l’ora di cena.. e poi oggi è l’antivigilia di Natale!            

Carlo:              Toh, senti questa qua! (ironico) Il Natale!! Sciocchezze! E poi tu devi studiare! Ma lo sai quanto costa, al giorno d’oggi, mantenere un figlio agli studi? Lo sai?

Elisa:              Ma dai! Coma fai a dire che il Natale è una sciocchezza? …E poi io studio!

 

Carlo:              Magari adesso salti fuori con frasi del tipo “Ehi, buon Natale!”, oppure “A Natale bisogna essere tutti più buoni”, o stupidate del genere…

Giovanna:       Ma Carlo, ma insomma…      

 

Carlo:              Dai, piantatela tutte e due con ‘ste smancerie! Cos’è il Natale? Dai, Giovanna, dimmi tu cos’è il Natale!!

Giovanna:       Ecco, io…

 

Carlo:              Te lo dico io cosa è il Natale! E’ quel periodo dove si diventa più poveri, perché bisogna pagare la tredicesima a quei morti di fame dei miei impiegati, perché.. (ironico) poverini.. devono fare il regalino ai loro bambini..

Elisa:               Ecco, a proposito di regali… (tono dolce) Dai, papi, lo sai che io e Marco abbiamo bisogno del computer… insomma ci serve Internet per le ricerche, poi dobbiamo vedere i CD-Rom che ci dà la scuola e…

Carlo:              Io, ai miei tempi, non avevo tutte le comodità di adesso, eppure sono sopravvissuto lo stesso. Per cui, se non le ho avute io…

Elisa:              (seccata) Piuttosto che stare a sentir parlar te, vado a studiare!

 

Carlo:              Ehi! Elisa! Dove te ne vai! Torna subito qui!

Giovanna:       Dai, Carlo, lascia perdere..

 

Carlo:              Sentite, piantatela tutti quanti! Non mi dovete stressare per i regali Capito?

             

(drinn suona il campanello)

Carlo:              Uffa, chi è che stufa!! (urlando) Angelica!!!

(entra Angelica)

Angelica:         Sì, eccomi! Vado io!

(entrano 2 signori)

Angelica:         Ci sono 2 signori che chiedono di lei, signor Corradini

(poi Angelica esce)

Carlo:              Cosa vogliono questi a casa mia… Sì? Buonasera

Signore 1:        Buonasera

Signore 2:        Salve

Carlo:              Spero abbiate un buon motivo per disturbare la gente la sera del 23 dicembre…

Signore 2:        Più che valido! Noi siamo qui per aiutarla a fare del bene!

Carlo:              Cosa??

Signore 1:        Vede, noi siamo volontari dell’associazione non governativa “Beati gli ultimi”. La nostra associazione aiuta gli orfanotrofi dove ci sono molti bambini bisognosi di aiuto, poi abbiamo diversi centri per la cura degli anziani soli.. e ultimamente stiamo finanziando dei progetti per lo sviluppo di comunità in Congo con l’aiuto…

Carlo:              Ferma, ferma. Ho già capito che voi volete dei soldi, vero?

Signore 2:        Ecco, in pratica cerchiamo fondi per..

Carlo:              Sì, volete i soldi…

Signore 2:        Vede, dato che siamo in periodo di feste.. ecco… insomma… a Natale dovremmo pensare un po’ anche al prossimo…

Carlo:              bella questa! E a me chi ci pensa? Così, secondo voi, un onesto lavoratore come me si deve fare un mazzo così tutta la vita per mettere da parte 2 lire… per che cosa… per darle poi a voi? Io dovrei lavorare per dare i soldi a voi?

Signore 2:        Ma lei, non ha mai pensato chi può essere il suo prossimo? 

Carlo:              No. Io sono il prossimo di me stesso, e basta!

Signore 1:        Ma… e allora i bambini, gli anziani…

Carlo:              Gli anziani contribuiscono solo a farci pagare più tasse, se la vuole sapere tutta!

Signore 2:        Ma come fa a dire queste…

Carlo:              E hanno ragione.. non so se l’ho sentito al telegiornale, o forse ad uno spettacolo di Beppe Grillo… gli avvocati di una multinazionale di sigarette americana hanno detto che i loro assistiti avevano il “merito” di far del bene allo Stato perché, dato che la gente muore prima se fuma, loro facevano risparmiare un sacco di soldi sulle pensioni… Questo sì che si chiama parlare!!

Signore 2:        Guardi, mi viene solo schifo parlare con lei!

Signore 1:        (tono distaccato) Bene, grazie mille. Noi la salutiamo.

Carlo:              (ironico) Quando volete ripassare…

Giovanna:       Venite, per di qua… (accompagna i 2 signori alla porta)

(Carlo si siede sul divano. Dopo un po’ la moglie si avvicina)

Giovanna:       Senti… Carlo… volevo dirti… insomma… sei a capo della Corradini & Benvenuti assicurazioni, c’hai.. anzi c’abbiamo una valanga di soldi che vomitiamo fuori dalle orecchie.. insomma.. almeno per Natale, 2 lire potremmo anche tirarle fuori per chi sta peggio di noi…

Carlo:              Basta! Non voglio più parlarne. I soldi sono i miei e ci faccio quello che voglio, capito? … e non ti permettere mai più, sai!!!

(intanto entrano Marco ed Elisa)

Marco:             Ciao, papà, senti…

Carlo:              La risposta è no!

Marco:             Ma se non ti ho ancora detto di cosa..

Carlo:              E’ no!

Elisa:               Comunque… senti, papà, noi pensavamo che per quella storia del computer…

Carlo:              (urlando) Basta!! Basta!! Mi avete stufato tutti!! (si calma un po’) Mi farete venire un infarto… Sentite, piantatela tutti quanti! Non mi dovete stressare, capito! Intesi! E, per favore, non toccate più il tasto “Natale”, capito?

Giovanna:       Sì, va bene.. ho capito.

Carlo:              Brava, quando fai così, mi piaci. Adesso, per favore, andate di là che voglio leggere un po’ il giornale e guardare un po’ la tele…

Marco:             Scusa papà se ti facciamo sempre arrabbiare…

Giovanna:       Ehm.. sì, va bene. Visto che la cena è già pronta, noi andiamo di là a mangiare…

Carlo:              Bravi, ottima idea. Per favore, però, non fate baccano. Ah, un’altra cosa. Dì ad Angelica di servirmi qui la cena, grazie.

Giovanna:       Sì, subito.

(la mamma e i figli escono, Carlo resta solo)

Carlo:              Che due scatole questo Natale… ma non si può cancellarlo dal calendario? Che due scatole…

             

(entra Angelica con un piatto in mano)

 

Angelica:         Questo è per lei, signore

(ritorna fuori)

Carlo:              (mangiando mentre guarda la tele) Ma guarda te che razza di famiglia che mi ritrovo! Sempre a chiedere… a chiedere… Ed io lavoro, lavoro e lavoro! Mi faranno ammalare, mi faranno… Mi verrà un infarto, prima o poi…

(effetto  vento)

(drinn suona il campanello)

Carlo:              Angelica! Angelica!

(drinn suona il campanello)

Carlo:              Angelica! Uffa, andrò io…

(entra lo spirito di Cesare Benvenuti. Indossa un grosso mantello ed è incappucciato. Le mani, sotto il mantello, sono incatenate)

Carlo:              Sì… lei chi è? Cosa vuole da me?

Spirito:            Voglio molto!

Carlo:              Ma chi è lei?

Spirito:            Chiedimi chi ero, piuttosto!

Carlo:              Come “chi ero”? Cosa vuoi dire?

Spirito:            Chi sono stato qualche anno addietro…        

Carlo:              (seccato) Sentimi… guarda.. non ho proprio tempo da perdere con te! Cosa vuoi? Vuoi anche tu dei soldi? No perché…

Spirito:            Ti dice niente il nome di Cesare Benvenuti? 

Carlo:              Era mio socio… perché, tu lo conoscevi?

Spirito:            Sei diventato così vecchio e cieco, mio caro Carlo…

Carlo:              (scrutandolo meglio) ma tu… assomigli… (si avvicina allo spirito e gli toglie il cappuccio)… ma tu… (con orrore) Cesare… Cesare!

Spirito:            In queste circostanze, si dovrebbe dire “in carne ed ossa”, ma sai…

Carlo:              (attonito) No.. no.. non è possibile… (urla) Giovanna, ragazzi…

Spirito:            Non sprecare fiato, tanto non ti possono sentire…

Carlo:              Ma… ci deve essere un errore… tu gli assomigli molto.. no, no, Cesare è morto da…

Spirito:            Esattamente 5 anni fa…

Carlo:              No.. no.. tu gli somigli, non puoi essere lui… oppure questa è un’allucinazione, un sogno… Giovanna!

Spirito:            Perché dubiti dei tuoi sensi?

Carlo:              Perché i sensi sono volubili… (si calma un poco)… basta una piccola cosa a influenzarli! Ecco.. sì… io devo aver mangiato pesante e adesso ho un’allucinazione… tu devi essere una braciola di maiale che non ho ben digerito.. ah, maiale..

Spirito:            Allora non mi credi?

Carlo:              Direi di no, e per favore ora vattene dal mio stomaco! (si rimette a guardare la tele)

Spirito:            Ah, già, dimenticavo… in televisione fanno sempre vedere gli spiriti che volano, urlano, sono trasparenti e fanno magie… 

Carlo:              Bravo.

Spirito:            Io non sono molto bravo, comunque, proviamo…

(si spegne la luce principale, effetto penombra)

(rumori di catene, porte sbattute..)

Carlo:              Ehi, ma cosa sta succedendo… si è spenta la tele.. e la luce…

(rumore di pioggia)

                       

Carlo:              …e come è possibile… sta piovendo in salotto!

Spirito: (urlando) Carlo!!

Carlo:              (terrorizzato) Eh!

Spirito: Ascoltami!! E’ fatto obbligo ad ogni uomo che lo spirito dentro di lui si spinga molto lontano, tra gli uomini suoi simili.. Lo spirito che è in voi umani deve viaggiare il lungo e in largo, deve alzarsi alto, lo spirito non deve infangarsi tra le miserie dell’uomo, non deve servire il Dio denaro… se lo spirito non farà questo nel vita terrena, lo dovrà fare dopo la morte. Arriva per tutti il giudizio, Carlo!

Carlo:              Ma io… io non capisco..

Spirito: Lo spirito meschino che non ha viaggiato in vita, dovrà farlo dopo la morte! Avrà l’obbligo di viaggiare per il mondo, a dannarsi per tutto ciò a cui ora non può più prender parte, a dannarsi per tutte le occasioni non sfruttate nella vita terrena per fare del bene. Il bene, Carlo, il bene!

Carlo:              Ecco.. io…

Spirito: Io sono uno spirito dannato, Carlo! (mostra le mani incatenate) Io porto le catene che io stesso mi sono forgiato da vivo! Le ho fabbricate io, anello dopo anello. Sono fatte con il denaro, con il denaro, Carlo! Ora sono qui per aiutarti, perché a te non abbia da capitare la medesima sorte. Non vuoi tu conoscere il peso delle tue catene?

Carlo:              No, Cesare, ti prego aiutami.. io non voglio…

Spirito: Domani notte, a mezzanotte, avrai 3 visioni. Riceverai la visita di 3 spiriti, che io stesso ho pregato di venire a salvarti, Carlo, perché a te è concessa solo un’ultima possibilità…

Carlo:              3 spiriti?

Spirito: Lo spirito del Natale passato, di quello presente e di quello futuro. Quanto a me, non mi vedrai più, ma per il tuo bene, bada di non dimenticare questo nostro incontro! Addio!

(si spegne la luce un momento, mentre lo spirito esce di scena)

Carlo:              No, Cesare, Cesare!!

Balletto

FINE PRIMO ATTO


SECONDO ATTO

(Carlo russa molto rumorosamente)

Carlo:              (si risveglia sul divano) Ehi.. ma.. ma sono sul divano.. Mi devo essere addormentato qui perché ho mangiato un po’ pesante.. (guarda l’orologio) Oh, ma è già mattina! Ed è anche tardi! Devo aver avuto un incubo… Cesare Benvenuti che mi viene a parlare.. che stupidate… mi sa che ieri sera ho mangiato pesante..

(entra Elisa)

Elisa:               Ma papà, ma non sei ancora pronto? Lo sai che dobbiamo andare… Poi la mamma lo sai che…

Carlo:              Calma un attimo…

(entra Giovanna)

Giovanna:       Ma Carlo… ma non vedi che ore sono? Ma ti sei addormentato sul divano stanotte?

Carlo:              Direi di sì, perché, c’è qualche problema?    

Giovanna:       Comunque, lo sai che dobbiamo andare da mia madre, che ci aspetta per il pranzo della vigilia… dai, su, preparati!

Carlo:              Senti, io proprio non ne ho voglia!

Giovanna:       Ma come? Ma mi avevi promesso..

Carlo:              Ho cambiato idea, va bene?   

Giovanna:       Ma Carlo… mia madre ci invita a pranzo una volta l’anno… lo sai che ci tiene tanto.. insomma, eravamo già d’accordo…

Carlo:              Senti, ho deciso che non vengo! Va bene? Stufa poco, per piacere…

Giovanna:       Se la metti così, andrò io con i ragazzi. (rivolta ad Elisa) Vai a chiamare Marco, per favore.

Elisa:               Vado. Papà, però potresti venire anche tu…

Carlo:              Basta! Ho già detto che non vengo. La discussione termina qui.

(Elisa esce di scena, poco dopo rientra con Marco. Prendono il cappotto)

Giovanna:       Bene… se la metti così, io vado. Ci vediamo stasera o forse domani, dipende. Divertiti.

Carlo:              Sicuramente, piuttosto che andare da tua madre…

(la madre e i figli se ne vanno, Carlo resta solo. Accende la televisione)

Carlo:              Meno male che il casino se n’è andato… finalmente un po’ di beata tranquillità… piuttosto che andare da quella vecchiaccia là… meno male che ci sei tu, cara e vecchia Tv…

(entra Angelica per prendere il cappotto)

Carlo:              Ah! Te ne vai anche tu?

Angelica:         Ehm… Sì… Se non le dispiace…io dovrei andare a casa.. comunque, lei mi aveva detto che, dato che sareste andati dai nonni, io potevo andare a casa nel pomeriggio per preparare il cenone…

Carlo:              E invece, come vedi, oggi io resto a casa! E adesso, come la mettiamo? Chi prepara il pranzo e la cena?

Angelica:         Guardi, il pranzo è già pronto, per la cena…

Carlo:              Ho già le orecchie che mi scoppiano.. basta, basta! Ma sì, andatevene via tutti… e prendetevelo su il vostro Natale!

Angelica:         Ma sù, signor Carlo, non faccia così. (Prende il cappotto). Allora… io vado… Signor Corradini, le auguro un felice Natale!

(Angelica esce)

Carlo:              Shhhh (ha un sussulto)… Non dire quella parola… Natale… poi cosa ci sarà di felice nel Natale.. boh!.. solo soldi in più da spendere in stupidi regali…sarà meglio guardare un po’ di tele (guarda la tele)… qui c’è Pippo Baudo… qui c’è “Il piccolo Lord”… qui “Una poltrona per due”, un classico di Natale… qui…   

(va avanti l’orologio)

(si abbassono le luci)

Carlo:              Beh, e adesso cosa succede…

(rintocco di campane)

Carlo:              (guarda l’ora) Eh?? Ma come fa ad essere già mezzanotte? Ma è impossibile!! Non mi sono neanche accorto di essermi addormentato sul divano… no, qui deve essere il mio orologio che è guasto..

(drinn suona il campanello)

Carlo:              E adesso, chi è che viene a stufare per la vigilia…

(entra lo spirito del Natale passato)

Carlo:              Spero che lei abbia un buon motivo per disturbare la gente la vigilia di Natale…

spirito:             Non ti hanno annunciato la mia venuta?

Carlo:              No! Lei chi è?

spirito:             Io sono lo spirito del Natale passato!

(effetto sonoro)

Carlo:              (terrorizzato) Ma allora… ma allora… io non stavo sognando l’altra notte…

spirito:             No! Io sono qui per la tua salvezza. Lo spirito di Cesare Benvenuti è venuto da me e mi ha pregato di aiutarti.

Carlo:              E.. e… dimmi, tu sei lo spirito del passato… ma di quale passato?

spirito:             Del tuo passato!

Carlo:              Del mio passato?

spirito:             Esattamente! Ora vieni e seguimi

Carlo:              Ma come… dove mi vuoi portare?

spirito:             Seguimi, alla svelta! Non abbiamo molto tempo

(lo spirito afferra Carlo e lo conduce fuori scena, intanto viene cambiata la scena)

Carlo:              Aiuto… ho paura.. spiritooo…

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(scena del Natale passato 1)

(la scena si svolge nella vecchia casa. C’è un ragazzo solo in un angolo che gioca vicino al camino)

nonno:             Stai giocando da solo?

Bambino:        Si

Nonno:                        Senti, hanno chiamato il papà e la mamma. Hanno detto che sono bloccati a Parigi per una importante riunione di lavoro. Mi sa che per questa vigilia di Natale non saranno qua con noi a festeggiare..

Bambino:        Uffa, anche quest’anno…

Nonno:                        Ma sì, dai… guarda che bel regalo che ti hanno spedito!

Bambino:        Ma io non voglio i regali! Io voglio la mia mamma…

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Carlo:              Ehi, ma io riconosco questa casa… come hai fatto spirito?

spirito:             Te l’ho detto. Io sono lo spirito del Natale passato, e ho la facoltà di trasportati indietro nel tempo. Riconosci quelle persone?

Carlo:              Sì, sì, mi ricordo. Mi ricordo di quel bambino… Me lo ricordo..

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Bambino:        Ma uffa, ma io passo sempre la vigilia di Natale da solo… Io voglio la mia mamma. Voglio stare con la mia mamma e il mio papà! Uffa, uffa e poi uffa! 

Nonno:                        Dai, Carlo, non fare arrabbiare. Lo sai che il papà e la mamma sono molto impegnati con il loro lavoro. E poi, guarda… guarda che bel regalo che ti hanno spedito da Parigi! Non ti piace!

Bambino:        Ma io non voglio i regali, non li voglio. Siete tutti cattivi con me, siete cattivi, cattivi! (e scappa di corsa fuori dalla scena)

Nonno:                        Carlo, Carlo! Torna qui, Carlo… dai, non fare così, Carlo!

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Carlo:              Basta, spirito, per favore… non voglio più vedere!   

spirito:             Perché ti dà fastidio il ricordo?

Carlo:              perché… ecco…

spirito:             E’ brutto sentirsi abbandonati, vero? Sentirsi soli, soprattutto in un periodo come questo..

Carlo:              Ecco.. vedi… io..

Spirito: Presto, ora vieni! Andiamo a vedere un altro Natale!

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(cambio di  scena)

(scena del Natale passato 2)

(la scena si svolge in un ufficio. Sono in scena Giulio, Carlo da ragazzo e il suo collega Cesare)

spirito:             Li ricordi?

Carlo:              Come potrei non ricordarli? Quello sulla destra sono io da giovane, quell’altro è Cesare, il mio collega. Iniziammo a lavorare insieme fin da giovani… siamo cresciuti insieme noi due…

spirito:             E quell’altro ragazzo, chi è?

Carlo:              Beh, quello… quello è Giulio. Non so che fine abbia fatto, sai … lui era un  po’… tipo il capro espiatorio… sai che adesso che lo rivedo… non so… ma mi sembra di averlo visto ultimamente da qualche parte… ma non ricordo bene..

spirito:             Ora osserva…

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(i 3 dipendenti sono al lavoro, stanno comprando e vendendo azioni)

Carlo:              Si… compra, compra!

Cesare:            No, no, vendi, vendi!

Carlo:              Mi raccomando, compra, compra le Polaretti! Polaretti!

Cesare:            No, no, vendi le Toro. Compra Polaretti, vai tranquillo, Polaretti!

Giulio:             Sì, salve. Sto cercando il signor De Rossi. Qui è la società di intermediazioni..

Carlo:              Ok, allora io segno per le Polaretti. Ok? Grazie, salve

Cesare:            No, no, stia tranquillo, guardi… la Polaretti sono un affare…

           

(entra il capufficio)

Capufficio:      (furioso) Ma chi è che ha comprato le Polaretti? Ma siete tutti impazziti?

(tutti smettono di lavorare e osservano il capufficio)

Capufficio:      Mi è appena arrivata la segnalazione sul mio terminale. Allora, chi è che ha comprato le azioni della Polaretti?

Cesare e Carlo:Lui

Giulio:             Ma veramente, non sono stato io..

Capufficio:      E allora, come mai l’ordine arriva dal tuo terminale?

Giulio:             Io.. io.. non lo so. Io ero al telefono col signor De Rossi. Io non c’entro. Saranno stati loro due…

Capufficio:      Voi?

Cesare:            No, no, assolutamente!

Carlo:              Ci mancherebbe altro.. si figuri se siamo stati noi

Capufficio:      Certo Carlo, lo so che tu sei bravo e non avresti mai fatto una cosa simile…

Carlo:              Grazie, signore…

Capufficio:      Giulio, ma come hai fatto a comprare le azioni della Polaretti? Hai acquistato le azioni di una società che produce ghiaccioli al polo nord? Ma ti sei bevuto il cervello

(Cesare e Carlo ridacchiano)

Giulio:             Ma, ecco… vede… le ripeto che io non c’entro nulla…

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spirito:             Noto con piacere che vi divertivate.. e non poco!

Carlo:              Beh, quella volta lì l’abbiamo combinata grossa a Giulio. Da quel giorno le cose, in effetti, si sono un po’ complicate per lui al lavoro….

spirito:             Però, mi sembra che il vostro capufficio ti trattasse bene, avesse molto riguardo per te…

Carlo:              Esatto. Ma non si può dire che io faccia altrettanto…

spirito:             Cosa intendi dire?

Carlo:              Niente.. stavo solo pensando ad Angelica, la mia domestica..

           

spirito:             Capisco

Carlo:              vedi, io…

spirito:             Il mio tempo su questa terra sta per concludersi!

Carlo:              Come? Devi andartene? Io devo finire di…

spirito:             Altri due spiriti verranno a farti visita, e in altri luoghi ti condurranno. Ora è giunto per me il momento di andare. Ricorda il tuo passato, Carlo, ricorda!

(si spengono le luci)

Carlo:              Ehi, spirito, dove te ne vai… spirito… spirito…

(effetto sonoro)

FINE SECONDO ATTO


TERZO ATTO

(la scena si svolge nel salotto di casa Corradini. Carlo è sdraiato sul divano)

Carlo:              Dove sono… dove sono? (si guarda attorno) Questa.. questa è casa mia… il divano… il salotto… la televisione… c’è tutto… sono tornato a casa mia… o forse, che non sia mai partito? Che sia stato tutto un sogno?… Eppure, era tutto così reale…

(rintocco di campane)

Carlo:              (guarda l’orologio) Mezzanotte? Ma ricordo benissimo che mezzanotte è già suonata…

(si spengono le luci)

Carlo:              E adesso? Cosa sta accadendo? C’è nessuno in casa? Giovanna?

(si riaccendono le luci. In scena appare anche lo spirito)

spirito:             Ci sono io in casa!

Carlo:              (urla di pura) Ah!!! Tu chi sei? Come sei entrato?

spirito:             Io sono la tua seconda visione. Io sono lo spirito del Natale presente.         

Carlo:              Lo spirito del presente…

spirito:             Esatto. Sono qui per mostrarti il presente.

Carlo:              Non capisco…

spirito:             Tu sei cieco, Carlo. Tu non riesci a vedere. I tuoi occhi sono chiusi. Io sono qui per aiutarti a vedere. Ma ora andiamo, perché il tempo che mi è concesso è molto poco. Seguimi!

(lo spirito afferra Carlo e lo conduce fuori scena, intanto viene cambiata la scena)

Carlo:              Ehi.. piano, piano… spiritooo…

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(scena del Natale presente 1)

(la scena si svolge a casa della famiglia di Angelica. Sono in scena il padre, i figli Luca ed Eleonora che stanno giocando a carte sul tavolo)

Luca:               Scopa!

Eleonora:         No! Hai barato! Ho visto benissimo… non vale!

Luca:               No, non è vero!

Eleonora:         Papaàaa! Luca ha barato.. si nasconde le carte sotto il sedere… papà!

papà:               Su, Luca, Eleonora… non litigate. E adesso, basta giocare… Dai, apparecchiate la tavola… tra poco arriva la mamma, e sono già quasi le 7…

Luca:               Subito papà!

Eleonora:         Aspetta che do una mano anch’io… chissà come sarà stanca la mamma quando arriva a casa… se non le diamo una mano noi, poveretta…

Papà:               Certo che… perché è Natale e certe cose non si possono dire, ragazzi… ma il padrone dove lavora la mamma è proprio… è proprio uno…

Luca:               Un tiranno!

Eleonora:         No, no, peggio, uno schiavista! Pensa te, far lavorare la mamma anche il giorno della vigilia… e poi per quello straccio di stipendio che le dà, poveretta…

Papà:               D’altronde, se non ci fosse la mamma che ci mantiene…

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Cesare:                        Ma chi sono questi? E di chi stanno parlando male?

           

Spirito:            Shhh… aspetta e lo vedrai…

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papà:               Shhh.. mi sembra che stia arrivando la mamma… adesso basta parlare male del suo padrone, che sapete che la mamma non vuole…

(entra Angelica)

Angelica:         Ciao a tutti!!!!!!!!

Papà:               Ciao tesoro!

Figli:                Ciao mamma!! (saltano addosso alla mamma)

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spirito:             Adesso hai compreso chi sono?

Carlo:              (triste) Sì, ho capito. Ho riconosciuto Angelica… lei è la mia domestica

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Angelica:         Sono arrivata il più presto possibile. Comunque oggi il signor Corradini è stato veramente gentile con me… pensate che mi ha concesso una mezza giornata di ferie! Poi ho dovuto sbrigare qualche commissione, per non parlare del traffico… comunque adesso sono qui, e festeggeremo tutti insieme il Natale!

Papà:               (ironico) Meno male che è stato gentile oggi il signor Corradini… non voglio pensare a quando è arrabbiato…  

Luca:               Mamma, ma perché non vai a lavorare da qualche altra parte?

Angelica:         Perché… perché adesso lavoro da lui, e… lo sapete… fino a quando il papà non si sistema… e poi non voglio che parliate male di lui… in fondo, i soldi per mangiare ce li dà lui, o no?

Eleonora:         Non capisco perché tu voglia sempre difenderlo…

Angelica:         Forse perché… in fondo in fondo, mi fa un po’ compassione. Tutti quei soldi, tutte quelle cose… eppure ha una famiglia…mah… (pausa di riflessione) ma io sono contentissima della mia! Allora, quand’è che si comincia a festeggiare?

Luca:               Evvai! Dai che si mangia!!

Papà:               Un attimo! Andate prima a prendere Marco!

Eleonora:         Volo!

Luca:               No, vado io!

Eleonora:         No, io!

(escono entrambi, rientrano subito dopo spingendo una carrozzina con sopra Marco)

papà:               Certo che abbiamo proprio dei bravi ragazzi, non trovi?

Angelica:         (non appena entra Marco) Ciao Marco!

Marco:             Ciao mamma

Papà:               Marco, ti sei riposato? Come stai?

Marco:             Sì, sì, ho dormito quasi tutto il pomeriggio.. adesso mi è passato il male alle gambe, e sono pronto per una super mega abbuffata!

Angelica:         E abbuffata sia! Stasera tortelli per tutti!

Figli:                Evvai!!!

(Angelica esce di scena, poi rientra con il mangiare)

papà:               Ah.. tortelli di zucca… con tutto il burro fuso… ah.. burro fuso.. colesterolo..

(appena Angelica torna col mangiare, i ragazzi cominciano a servirsi e mangiare)

papà:               Ragazzi!

Marco:             E’ vero. Prima la preghiera.

(tutta la famiglia si prende per mano e prega)

papà:               O Signore, benedici la nostra famiglia e il cibo che stiamo per mangiare. Proteggi chi sta male ed è più sfortunato di noi.

Tutti:               Amen!

Papà:               E ora, via alle danze!

Luca:               Evviva!

(tutti si avventano sul mangiare)

Eleonora:         Ummmm… mamma, è tutto super buono!

Luca:               Sei la miglior cuoca che ci sia nella nostra famiglia!

Angelica:         Che spiritosi…

Marco:             Papà, mi passi un altro po’ di tortelli?

Papà:               Certo, aspetta che ti vengo a servire…

(mentre gli altri continuano a mangiare, il papà si alza e va ad aiutare Marco)

Papà:               Intanto, ne riprendo un po’ anche per me… sono troppo buoni, poi con tutto questo burro sciolto sopra… ah, burro fuso…

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Carlo:              Ehi, spirito, ma perché quel bambino è sulla carrozzina?

spirito:             Perché ha una grave malattia. Ha una malattia che gli colpisce i muscoli, e sta peggiorando giorno dopo giorno. Gli servono delle cure, ma sono costosissime e tutte a carico della famiglia.

Carlo:              (triste) Pensa… si chiama Marco, come mio figlio… (pausa) Mi figlio salta e corre tutto il giorno… (pausa) Sai, ci sono rimasto male. Hanno pregato per chi sta peggio di loro…

spirito:             Perché sei così pensieroso?

Carlo:              Ecco.. pensavo… nonostante tutti i problemi, in quella famiglia c’è un’armonia… una serenità… piacerebbe anche a me avere una famiglia del genere!

spirito:             Sciocco e stolto! Ti ho già detto che sei una persona cieca! Non vedi la ricchezza e il bene che ti stanno attorno!

Carlo:              Cosa vuoi dire…

spirito:             Ora andiamo, il tempo fugge. Ti mostro un altro Natale.

Carlo:              No, aspetta! Devo finire di vedere… mi devi spiegare….

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(scena del Natale presente 2)

(la scena si svolge a casa della nonna. Sono in scena la nonna, la famiglia Corradini – tranne il padre)

nonna:             E’ tutto pronto per il pranzo?

Giovanna:       Mamma, non ricordi? Stasera è la vigilia di Natale

Nonna:                        Ah! Ma lo dicevo bene io… il pranzo di Natale.. eh eh! Che bello…. Ai miei tempi si facevano certi pranzi… con tutta la famiglia…

Marco:             A proposito di tutta la famiglia…

Elisa:               Mah, dovrebbero essere già qui

Marco:             Eccoli!

(entrano lo zio, la zia e i nipoti)

(tutti si salutano)

zio:                  Ciao mamma, come stai?

Nonna:                        Ma guarda come sei cresciuto… il mio bel bambino… e, dimmi, hai ancora la morosa? Eh, tu non le lasci mai stare le ragazzine…

Zio:                 Non ricordi mamma che sei venuta diversi anni fa al mio matrimonio?

Nonna:                        Ma io ho 89 anni… eh, mi devi scusare, ma sto perdendo la memoria…

Zia:                  ciao Teresa, come va? Come stai?

Nonna:                        89 anni… ma a dirlo è una parola, sai?

Zia:                  Sì, anche noi stiamo bene… e la tua sciatica, come va? Migliora?

Nonna:                        No, la pensione la prendo domani che è giovedì, non oggi…

(nel frattempo i ragazzi stanno giocando tra loro)

Zio:                 (rivolto a Giovanna) sorellina cara, dov’è Carlo, che non l’ho ancora salutato? E’ di là in cucina?

Giovanna:       Ecco… vedi… Carlo ha avuto un…

Zio:                 No! Non dirmi che non è venuto… Ma neanche la vigilia di Natale? Cos’è, è rimasto a casa a lavorare anche stasera, o si è stabilito con la tenda direttamente in ufficio?

Zia:                  Insomma, non essere così duro con tua sorella…

Zio:                 Ma dai! Scusami, ma non si fa vivo neanche la vigilia… Capisco che a lui i parenti non vadano molto a genio… e comunque la cosa è reciproca, cara la mia Giovanna…

Giovanna:       Lo so, ma la situazione è un po’ più complicata di come la vedi tu

Zio:                 Tu lo difendi sempre. Ma ti saresti meritata qualcosa di più dalla vita, qualcosa di più. Sì, avrà i soldi, comunque…

Zia:                  Comunque, non roviniamo la serata con questi pensieri tristi. Stasera è serata di festa, e dobbiamo essere tutti allegri, giusto? Per cui, bando alle ciance, e via i brutti pensieri!

Giovanna:       Ok!

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Carlo:              Basta, spirito, basta! Ti prego, andiamocene….

Spirito:            Perché, cosa c’è che non va?

Carlo:              Ci dovevo essere anche io lì con loro, a ridere, a scherzare, a divertirmi… invece… ma cosa sto combinando?

Spirito: Stai solamente perdendo tutte le occasioni che la vita ti offre per fare del bene, Carlo. Le stai buttando via tutte!

Carlo:              Le occasioni per fare del bene…

Spirito:            Esatto! Il bene. Al termine dei tuoi giorni, sarai interrogato. E la domanda che ti sarà posta sarà: “Quanto bene hai dato? Quanto amore hai portato?” Sarà questo l’argomento del tuo esame. L’amore. Per cui ti conviene studiare, Carlo…

Carlo:              Penso… forse… di avere capito. Ma però…

Spirito: Ora devo lasciarti. L’ultimo spirito brama di arrivare e mostrati i tuoi giorni futuri. Addio, Carlo, non dimenticare questo nostro incontro…

Carlo:              No, spirito, aspetta… mi devi spiegare… il bene, l’amore… su cosa sarò interrogato… spiritoo.. spiritooo

(si abbassano le luci)

FINE TERZO ATTO


QUARTO ATTO

(la scena si svolge nel salotto di casa Corradini. Carlo è sdraiato sul divano, tutto è uguale come nel terzo atto)

Carlo:              Dove sono… (si guarda attorno) Questa.. questa è casa mia… sono ancora qui… il secondo fantasma… che brutte cose ho visto… ora manca solo…

(rintocco di campane)

Carlo:              Ecco le campane… è mezzanotte per la terza volta… tutto si sta ripetendo…

(si spengono le luci)

Carlo:              Ho paura…

Spirito:            Devi avere paura solo di te stesso!

(si riaccendo le luci. In scena appare il fantasma del Natale futuro)

Carlo:              Sei lo spirito del Natale futuro, vero? Sei venuto per mostrarmi l’ombra delle cose che non sono ancora accadute, vero?

spirito:             Devi avere paura solo di te stesso. Perché sei un fallito, Carlo!

Carlo:              Ehi, spirito! Non sono un fallito! Perché mai dici questo?

spirito:             Ti sei mai guardato dentro, Carlo?

Carlo:              Non sono un fallito! Ho fatto successo nella vita, ho un sacco di soldi, ho una società di assicurazioni tutta mia, ho una bella famiglia…

Spirito: Non ho tempo di starti a sentire. Seguimi, abbiamo pochissimo tempo!

Carlo:              Dove mi vuoi condurre? In quale futuro? Spirito…

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(scena del Natale futuro1)

(la scena si svolge a casa della famiglia di Angelica. Sono in scena Angelica,  il padre, i figli Luca ed Eleonora. Sono seduti intorno al tavolo. Tutto è uguale all’atto precedente, tranne per una posto vuoto a tavola. Tutti sono molto tristi)

Papà:               Prima di iniziare questo cenone di Natale, alziamo tutti in piedi e diciamo una preghiera, vi va?

Tutti:               Sì

Papà:               O Signore, benedici la nostra famiglia e il cibo che stiamo per mangiare. Soprattutto ti preghiamo di proteggere chi non è più tra noi. Custodici la sua anima. Amen

Tutti:               Amen

(tutti cominciano a mangiare)

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Carlo:              Come mai c’è un posto vuoto a tavola? E dov’è il piccolo Marco?

Spirito:            Credo che non ci voglia molto a intuirlo, vero?

Carlo:              Intendi dire che il povero Marco… insomma, che nel suo futuro prossimo lui…

Spirito: Esatto. Vedi, se non troveranno la cura… E poi, dimmi, in fondo cos’è la morte? Perché tutti ne hanno così timore? Vedi, l’ho sentito dire da qualcuno: “Se la gente muore prima, lo Stato risparmia un sacco di soldi sulle pensioni…” Non ricordi, Carlo? Non ricordi?

Carlo:              (pausa di silenzio, poi molto pensieroso) Sarebbe potuto accadere anche ai miei figli, vero?

spirito:             Come hai fatto ad essere così duro di cuore, Carlo? Come fai? Comunque, come ti dicevo prima, sei proprio sicuro di non essere un fallito? Prova ad osservare…vieni, ti mostro un’altra visione… ti voglio mostrare un’altra ombra del tuo futuro…

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(scena del Natale futuro2)

(la scena si svolge a casa della nonna. Sono in scena nonna, tutta la famiglia Corradini, tranne il padre, lo zio, la zia e i nipoti. I nipoti, Marco ed Elisa stanno giocando)

Teresa:            Ecco, adesso vado di là a prendere le uova di pasqua per i miei nipotini… 

Zio:                 Ma mamma, ma ti ho già detto che stasera è la vigilia di Natale, non quella di Pasqua..

Teresa:            Ah.. ma io ho perso il conto dei giorni.. ma lo sai quanti anni ho io? Io… io.. Ma non mi ricordo più…

Zio:                 Su, su, mamma… adesso stai qui buona buona che adesso arriva il mangiare

Teresa:            Perché? Che giorno è oggi? Sono i morti?

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Carlo:              Ehi, guarda là! Guarda come sono cresciuti i miei figli! Ma tra quanti anni sarà?

Spirito: Non te lo posso svelare. Ora osserva…

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Giovanna:       Speriamo che tra poco arrivi il papà!

Zia:                  Sì, secondo me dovrebbe essere qui a momenti…

(drinn suona il campanello)

figli:                Eccolo!

(entra il nuovo marito, i figli corrono incontro a lui per abbracciarlo)

Marito:            Ecco qui il mio Marco e la mia Elisa! Come state! Datemi subito un grosso bacione!

(i figli lo baciano, intanto anche gli altri parenti lo salutano)

Marito:            (a Giovanna) Ciao cara, come stai? (la bacia sulla guancia) Tutto bene? E’ successo qualcosa di particolare oggi?

Giovanna:       No, direi che andato tutto alla perfezione come al solito

Marito: Meno male! Io sono arrivato qui da voi il prima possibile. Guarda, ho fatto i salti mortali per finire tutto prima ed essere qui in tempo…

Giovanna:       Sì, sì, lo so.. non ti preoccupare..

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Carlo:              (furioso) Lo sapevo, lo sapevo! Lo sapevo io che mia moglie mi tradiva con qualcun altro! Io.. io.. lo sapevo! Ma appena.. ah.. ma guarda te anche i miei figli come si comportano con quello sconosciuto…

spirito:             Forse non hai ancora capito bene.. I tuoi occhi sono ancora un po’ chiusi

Carlo:              In che senso?

spirito:             Tu non hai ancora ben compreso… il tuo cuore è duro a capire… osserva qui… è l’ultima visione che mi è concesso di darti a vedere

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(scena del Natale futuro 3)

(luce molto soffusa)

(scena di un funerale. Sono sul palco Giovanna, Marco, Elisa,  un sacerdote e i chierichetti. Più in disparte lo zio e la zia. Una bara in mezzo alla scena)

sacerdote:        Oggi siamo qui riuniti per pregare sulle spoglie di un nostro caso defunto. A noi non è dato sapere quando arriverà la nostra ora, ne quale sarà la nostra sorte. Il Signore ha un progetto diverso per ognuno di noi. Ciascuno è chiamato in un’ora diversa. A ciascuno è affidato un compito diverso nella vita terrena. Ma tutti, nell’ultimo giorno, al cospetto di Dio, saremo interrogati, e l’esame sarà uguale per tutti. Tutti saremo interrogati sull’Amore. Sull’Amore, quello con la “A” maiuscola. Ora preghiamo insieme…

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spirito:             Beh, direi che è un funerale un po’ scadente… non c’è nessuno, c’è pochissima gente…

Carlo:              (imbarazzato) Eh.. sì..

spirito:             Si vede che il defunto non era poi così amato. Se non c’è nessuno al funerale… Vuoi avvicinarti a vedere?

Carlo:              (terrorizzato) No… no…

spirito:             Perché no? Non avevi brama di conoscere il tuo futuro, non volevi attendere ciò che ti avrebbe riservato la sorte?

Carlo:              No, non voglio, perché… perché … conosco quelle persone.. le conosco e… credo di capire chi c’è là sotto… (pausa) penso di esserci io là, non è vero?

spirito:             Esattamente

Carlo:              Ora comprendo… ora capisco anche la visione che mi hai mostrato mia, dove vedevo la mia famiglia con… con quell’altro…

spirito:             Sei un fallito, Carlo!

Carlo:              No, no! Io voglio cambiare… perché deve essere questo il mio destino? Perché? Perché spirito? Non si può cambiare il corso degli eventi, spirito? Non si può fare qualcosa?

Spirito:            No, ormai è troppo tardi

Carlo:              ma ci deve essere un modo… qualcosa da fare… ti prego, spirito, aiutami… cambierò, te lo giuro.. cambierò….

Spirito:            Il mio tempo su questa vostra terra è terminato. Addio Carlo, tra poco ci rivedremo.

Carlo:              No, spirito, non te ne andare… non voglio morire, non voglio… cambierò… spiritoooo!!!!

Spirito:            Addio!            

Carlo:              Spirito… spiritooo… spiritooo…

(si abbassano le luci)

FINE QUARTO ATTO


QUINTO ATTO

(Scena a casa Corradini. Sono sul palco Giovanna e i figli)

Elisa:               Mamma, per il pranzo è quasi tutto pronto

Giovanna:       Brava la mia Elisa! (sente dei passi) Ragazzi, sta per arrivare il papà… Mi raccomando, ragazzi. Oggi è il giorno di Natale, per cui cercate di non fare arrabbiare vostro padre… sapete che è nervoso per il lavoro e..

Marco:             Beh, allora noi andiamo di là, così almeno per qualche secondo non ci urla dietro…

(escono i ragazzi, mentre entra Carlo dalla parte opposta di corsa, tutto contento)

Carlo:              (sorridente) Ciao Tesoro!

Giovanna:       Ma Carlo… ma… ma sei andato a lavorare anche stamattina che è Natale? Mi sono alzata per andare a messa e non ti ho trovato…

Carlo:              (sorridente) Ehm… andrò stasera a messa e poi… avevo 2 o 3 commissioni da sbrigare… I ragazzi?

Giovanna:       Sono di là? Perché?

Carlo:              Chiamali per favore

Giovanna:       Marco, Elisa! Venite di qua, che il papà vi cerca!

(entrano in scena i ragazzi)

Marco:             Io stavolta non ho fatto niente..

Carlo:              Ragazzi, fate le valigie che domattina si parte.. andiamo tutti una settimana a sciare in montagna!

Marco: (toccandogli la fronte) Ma scotti? Stai delirando per la febbre?

Giovanna:       Ti senti bene, Carlo? Dici sul serio? Non hai mai voluto andare in vacanza per non spendere…

Elisa:               Mitico! Fantastico! Grazie papà!

(intanto entra Angelica)

Carlo:              (finto serio) Angelica, ma è questa l’ora di arrivare? E’ quasi mezzogiorno. Avevi promesso che..

Giovanna:       Dai, Carlo, oggi è Natale…

Angelica:         Ecco, vede, è successo che…

Carlo:              Scusa, ma se come risarcimento per il danno che tu mi hai causato non lavorando questa mattina, ti trattenessi, per esempio, 50.000 lire, tu diresti che sono un tiranno, che ti tratto male, vero?

Angelica:         Ecco.. vede…

Carlo:              (serio)  Sentiamo che scusa hai questa volta…

Angelica:         Ecco.. stamattina, nella cassetta della posta, abbiamo trovato una sorpresa.. abbiamo trovato un assegno… un assegno… un sacco di soldi… così potremmo pagare le spese mediche per mio figlio… sa.. non gliel’ho mai detto, ma mio figlio è malato ed io..

Carlo:              (sorridendo) Che fortuna! Deve aver trovato un benefattore! Sono contento per lei

(drinn suona il campanello)

Marco:             Vado io ad aprire!

(entra il postino con un grosso pacco)

postino:           Famiglia Corradini?

Giovanna:       Sì, siamo noi

Postino:           Permesso. C’è questo pacco per voi. Ecco, deve firmare qui per la consegna del pacco (le porge la bolla di accompagnamento)

Giovanna:       Ma, guardi che noi non abbiamo ordinato niente…

Carlo:              Ottimo! Hanno fatto in fretta come avevano promesso!

Giovanna:       Carlo, non capisco…

Carlo:              Ragazzi, provate ad aprire…

(Marco ed Elisa aprono il pacco, intanto prosegue il dialogo)

postino:           C’è anche questa lettera… (il postino dà una lettera a Giovanna)

Giovanna:       E questa cos’è?

Marco:             (stupefatto) Non ci credo… non ci credo…

Elisa:               Il computer!!!! Il computer!!! Grazie papi, grazie!!!

(i figli saltano ad abbracciare il padre)

postino:           Bene, io tolgo il disturbo, anche perché oggi è Natale e mi aspettano a pranzo. Arrivederci.

Giovanna:       Arrivederci

Angelica:         Per di qua, venga che l’accompagno…

(esce di scena il postino)

Giovanna:       Ma Carlo, non capisco cosa stia succedendo…  ma stai bene? E’ tutto a posto? Io non capisco… Angelica, poi il computer ai ragazzi… non lo hai mai voluto comprare, e adesso?… e poi questo biglietto di ringraziamento…è dell’associazione “Beati gli ultimi”, sai quei due signori che sono venuti qui l’altra sera… dice che ci ringraziano moltissimo per l’offerta ultra-generosa… ma io non ho mica fatto niente…

Carlo:              Vedi, ho deciso che da oggi cambieranno molte cose…

Giovanna:       Continuo a non capire… sei sicuro di essere proprio Carlo? Ti sei ubriacato? Ti droghi forse?

Carlo:              Beh, diciamo che ho avuto, per così dire, un’illuminazione… in fondo la televisione ci ha insegnato che a Natale accade sempre qualche specie di miracolo, tra virgolette… scherzo… a parte gli scherzi, ho deciso di cambiare. Ho deciso di vivere. Voglio vivere nel passato, nel presente e futuro. Ho deciso di non essere più schiavo dei miei soldi e del mio lavoro..

Giovanna:       (commossa) Oh Carlo!… sono… sono…

Carlo:              Ho deciso di vivere un po’ anche per gli altri. E poi ho deciso di fare un altro grosso investimento, il più grosso e il più importante della mia vita di imprenditore. Ho deciso di investire sulla mia famiglia e sui miei figli. Perché sono loro la mia più grande ricchezza.

Figli:                Oh, papà…

(tutti si stringono attorno al papà)

Carlo:              Ah, dimenticavo una cosa importante. (rivolto al pubblico) Buon Natale, buon Natale di cuore a tutti voi!

Stacchetto musicale

(balletto finale)

FINE QUINTO ATTO

SIPARIO