VISITA DI CONDOGLIANZE
di ACHILLE CAMPANILE
La scena rappresenta un salotto durante una visita di condoglianze. Divano al centro. Poltrone e sedie intorno. Al1’alzarsi del sipario è seduta sul divano la signora Teresa, padrona di casa e vedova da qualche giorno di Paolo; alla sua destra siede la signora Ridabella sua amica in visita. Hanno facce di circostanza e appaiono sinceramente addolorate. Teresa, naturalmente vestita a lutto, ha gli occhi rossi di pianto e a ogni nuovo arrivo si effonderà in lagrime silenziose.
La Cameriera introduce due nuovi visitatori, i coniugi Pelaez. Alla loro vista, Teresa comincia a piangere; s’alza e va loro incontro; lungo abbraccio con la signora Pelaez; stretta di mano col signor Pelaez.
Poi Teresa indica ai nuovi venuti due poltrone alla sua sinistra e torna a sedersi. I coniugi Pelaez seggono; la signora Pelaez scambia un piccolo cenno di saluto con la signora Ridabella, tristemente.
Una pausa.
Teresa, la signora Ridabella, la signora Celeste, i Pelaez. Poi la
signora Jone un momento.
SIGNORA PELAEZ (sospira) Siamo nati per soffrire. Teresa si asciuga gli occhi.
RIDABEI.LA E’ quello che dicevo io un momento fa a Teresa. Le parole precise.
Sospiri.
SIGNORA PELAEZ (a Teresa) Anche mio marito conosceva appena il povero Paolo, eppure gli è
dispiaciuto tanto.
Il signor Pelaez si mantiene silenzioso e irnpassibile.
TERESA (al signor Pelaez) Grazie, grazie. (Pelaez, senza scomporsi accenna un piccolo gesto di cortesia
col capo).
SIGNORA PELAEZ (a Teresa) Ha capito di morire?
TERESA Mah. (Apre le braccia come chi non sa. ha un nuovo flusso di lacrime) Povero Paolo! Se mi
dovessero dire: «Non è morto, è cieco » per me sarebbe meglio.
RIDABELLA Ah, si, fra morto e cieco io preferisco cieco. (Alla signora Pelaez) Tu preferisci morto o
cieco?
SIGNORA PELAEZ Io morto e tu? (al signor Pelaez).
PELAEZ (un po’ seccato) Cieco.
JONE (che è entrata con alcuni telegrammi) Che discorsi. lo preferisco né morto né cieco.
TERESA ( presentandola tristemente) Mia madre.
Strette di mano lunghe, vigorose e silenziose. Poi la signora Jone via. Intanto Teresa ha aperto i telegrammi e li passa ai vicini, che li scorrono scuotendo il capo con tristezza e se li passano. Il signor Pelaez, che se ne disinteressa, li rifiuta col gesto.
Detti e Osvaldo.
OSVALDO (entrando a braccia tese verso Teresa, in tono patetico) Signora Teresa!
Teresa s’alza e ha un nuovo attacco di pianto, mentre Osvaldo le stringe tutt’e due le mani a lungo. Poi Teresa gl’indica una poltrona e torna a sedere nel divano. Osvaldo prende posto, scambia qualche cenno di saluto coi presenti; sospira. Teresa, che intanto ha ripreso un cofanetto che aveva vicino, tira fuori religiosamente fotografie, vecchie lettere, e ricordi del defunto.
TERESA (passa una foto grafia alla signora Pelaez) Qui è tutto lui.
SIGNORA PELAEZ (guardando la fotografia) Si. (La passa al marito, che, senza guardarla, la passa a Osvaldo).
OSVALDO E’ parlante. (Scuote il capo guardando la fotografia. Poi, non sapendo che farne, la porge di nuovo a Pelaez, ma questi gli fa cenno di passarla alla signora Ridabella, che la guarda con indifferenza, senza prenderla; Osvaldo le offre la fotografia di lontano).
RIDABELLA (mestamente) L’ho già vista, grazie.
Detti e Celeste. Poi Marcantonio un momento,
Entra un’altra visitatrice, la signora Celeste. Teresa s’alza effondendosi di nuovo in pianto e va ad abbracciarla. Poi le due donne si staccano e seggono. Osvaldo s’affretta a consegnare alla nuova venuta la fotografia di Paolo.
CELESTE (guardando la fotografia) Povero signor Paolo! (sospira).
OSVALDO (guardando verso il suocero, signor Marcantonio che siede in un angolo) Avete visto il suocero? Tenetelo d’occhio che non commetta qualche sciocchezza irrimediabile. A me fa paura quel suo aspetto come inebetito.
SIGNORA PEI.AEZ E’ il suo aspetto abituale.
Il signor Marcantonio improvvisamente si alza.
MARCAN’l’ONIO (rivolgendosi alla figlia) Teresa, scusa, puoi venire un momento di là?
TERESA Con permesso. (Via, come un automa, con Marcantonio)
Ridabella e Celeste. I Pelaez e Osvaldo.
Poi Teresa e Luigi.
Restano i visitatori soli. Da una parte le due donne, dall’altra i coniugi Pelaez e Osvaldo.
CELESTE Povera donna! Rimasta sola!
RIDABELLA Ha il fratello, i genitori. Quel signore è il padre
CELESTE Lo so, ma che vuole? Genitori, fratelli, non sono ilmarito.
RJDABELLA D’accordo, d’accordo.
Proseguono a bassa voce.
MARCANTONIO (rientrando) Scusateci. Teresa viene subito. E di là con sua madre. Dobbiamo telegrafare
agli zii. (Tutto questo quasi sottovoce). Ma con una certa forma.
PELAEZ Certo. Non bisogna telegrafare con brutale franchezza la notizia del decesso. Povera gente.
Debbono affrontare il viaggio e non sarebbe umano esporli allo strazio di farlo con l’angosciosa certezza.
MARCANTONIO Ha ragione. Lei consiglia di fare?
PELAEZ Come s’usa in questi casi. « Paolo gravissimo. Venite subito».
SIGNORA PELAEZ Che sciocchezza! Tanto vale allora telegrafare: «Paolo morto».
PELAEZ Ma è per non allarmarli
OSVALDO Benedetto uomo, si sa che quando si telegrafa « gravissimo » vuoi dire morto.
PELAEZ Allora telegrafate: «Paolo grave». è meno allarmante
OSVALDO Non mi pare. Capiranno che non vogliamo allarmarli con «gravissimo» e che Paolo è proprio
gravissimo, cioè morto.
PELAEZ E allora telegrafate: «Paolo non bene. Venite subito»
RIDABELLA Ma le pare possibile? Uno che non sta bene in modo tale da richiedere l’immediata partenza
dei suoi cari, vuol dire che è gravissimo, e siamo da capo. C’è da accoppare quei poverini.
PELAEZ E giusto. Allora propongo: «Paolo non benissimo. Venite subito».
OSVALDO Ma vede, signor Pelaez, non è tanto il non bene o il non benissimo o l’indisposizione, quanto il
« venite subito», l’appello, che toglie ogni valore all’eufemismo. Anzi, quanto maggiore sarà il contrasto fra
la prima frase e la seconda tanto più si allarmeranno.
SIGNORA PELAEZ Ma certo, telegrafando Paolo «discretamente» o anche «Paolo bene », seguito da
«venite subito », sfido chiunque a non allarmarsi. Se è uno che vuoi bene.
RIDABELLA Giusto. E’ sulla seconda frase che bisogna puntare, per evitare allarmi.
MARCANTONIO D’altra parte dobbiamo chiamarli qui per i funerali. Non Possiamo telegrafare « Paolo
non bene, restate dove siete ».
RIDABELLA È chiaro.
PELAEZ E se invece di Paolo gravissimo, telegrafassimo « Filippo gravissimo. Venite subito»?
SIGNORA PELAEZ Che c’entra Filippo, se è morto Paolo?
PELAEZ Così non si allarmerebbero.
OSVALDO Non si allarmerebbero, ma non capirebbero nemmeno. Chi è questo Filippo?
PELAEZ Faccio per dire. Un nome qualsiasi. Del resto c’è il portiere qui nella casa che mi pare si chiami
Filippo.
MARCANTONIO Direbbero che siamo impazziti.
La signora Ridabella, la signora Pelaez, la signora Celeste — quest’ultima sempre piangente annuiscono.
SIGNORA PELAEZ A che serve telegrafare che è morto uno sconosciuto? Ti vuole entrare in testa?
OSVALDO La notizia della morte di un ignoto Filippo non li allarmerebbe né punto né poco. Al massimo
direbbero: Filippo è morto. Salute a noi
PELAEZ Non li credo così cinici . Sono convinto che loro non possono non provate per la morte di un
loro simile quel minimo di umana
pietà che non si nega nemmeno a un cane.
OSVALDO Ma non al punto di muoversi e venire qui.
PELAEZ Già, è vero. Allora invertiamo le parti: telegrafiamo che loro Sono gravissimi e che Paolo parte
subito.
OSVALDO Oh, povero ingenuo. E lei crede che una persona si allarmerebbe di meno, sentendo che è
gravissima lei stessa piuttosto che un terzo, sia pure molto caro? Ma dove sta con la testa? La salute è il
numero uno. E poi, sentendoselo comunicare per telegrafo. C’è da far pigliare un accidente al destinatario.
SIGNORA PELAEZ Sei proprio assurdo, Marco. Certe volte sarei tentata di avviare le pratiche di
separazione.
PELAEZ Allora, come si fa?
OSVALDO Facciamo cosf: «Paolo ottimamente. Non muovetevl ».
MARCANTONIO Mi pare la cosa migliore. Se vogliono capire, capiranno. (Via).
Tutti siedono soddisfatti.
Pausa.
OSVALDO (a parte, a Pelaez, che s’interessa scarsamente al discorso) Sembra una tremenda fatalità: io
mi sono visto sparire In meno d’un mese tre amici, tutti press’a poco della mia età. Anche quel povero Piero!
La scena avviene mentre Osvaldo, il signor Pelaez e la signora Pelaez si sono staccati dalla signora Celeste
e dalla signora Ridabella.
PELAEZ (improvvisamente interessato) Chi Piero?
OSVALDO Piero De Magisti. Non lo sa? È morto stanotte d’un colpo d’accidente.
PELAEZ (atterrito) Ma no!
OSVALDO Glielo garantisco.
PELAEZ Ma se l’ho visto ieri sera e stava benissimo!
OSVALDO E be’. Una sincope.
PELAEZ (mettendosi a piangere) Oh, povero Piero! Eravamo Come fratelli. (Singhiozza col capo fra le
mani).
SIGNORA PELAEZ Marco, non ti far trovare da Teresa che piangi per un altro. Non mi pare delicato.
PELAEZ (piangendo) Ma non posso trattenermi.
SiGNORA PELAEZ Sforzati. Eccola.
TERESA (rientra e resta sorpresa vedendo Pelaez in lagrime) Lei gli voleva molto bene, è vero?
Pelaez la guarda imbarazzato e non sa che cosa rispondere.
SIGNORA PELAEZ E come! Si conoscevano appena, ma Marco è così. Gli è venuto in mente a un
tratto di una volta che incontrò il povero Paolo, e s’è messo a piangere.
PeIaez tutto in lagrime conferma.
La signora Pelaez e Teresa proseguono a bassa voce.
CELESTE (a parte, a Osvaldo che le si è avvicinato) Però, Pelaez fa la commedia. Credo che non si
conoscesse nemmeno con Paolo. Non capisco perché faccia tante srnancerìe.
OSVALDO (piano) Ma lui non piange per Paolo, piange per Piero. Piero De Magisti, che è morto stanotte.
RIDABELLA (esterrefatta) De Magisti è morto? (Alla signora Celeste che le siede accanto) hai sentito
Celeste? È morto De Magisti.
Celeste la guarda atterrita, incredula.
CELESTE No!
OSVALDO (conferma col capo) Una sincope, pare.
Celeste si abbandona nella sua poltrona, piangendo disperatamente. Teresa sente i singhiozzi e credendoli
per Paolo le va vicino, l’abbraccia e piange con lei.
SIGNORA PELAEZ (piano, di lontano a Osvaldo, badando che Teresa non senta) Ma come è stato?
OSVALDO (s ‘avvtctna con la signora Ridabella ai Pelaez, badando sempre che Teresa non senta) È
andato a letto in perfetta salute, come tutte le sere, e dopo tre ore era morto.
RIDABELLA Spaventoso.
LUIGI (che è entrato da poco, ha sentito e crede che parlino del povero Paolo) Ma no, ma no, era malato da due mesi.
PELAEZ (sempre in lagrime) Adesso si parlava di Piero De Magisti, che è morto stanotte. (Ha un
singhiozzo) Povero Piero!
SIGNORA PELAEZ (a Luigi) Lei è un amico del povero Paolo?
LUIGI Sono il fratello di Teresa, signora.
Tutti sono imbarazzati, mentre Pelaez continua a piangere.
TERESA (che si è staccata da Celeste, torna presso Pelaez; a Luigi) Pelaez è commovente. Non me lo
sarei aspettato.
LUIGI Scusa, Teresa, sai, ma il signore non sta piangendo per il povero Paolo, piange per Piero De
Magisti, morto anche lui.
TERESA (ha capito tutto, ritraendosi da Pelaez freddissima) Ah, scusi. (Alla signora Pelaez) Potevi
dirmelo subito, cara. Non c’è niente di male.
SIGNORA PELAEZ E’ stato per un riguardo al tuo dolore.
TERESA (le volta le spalle; alla signora Ridabella) Non capisco perché venga qui a piangere un altro.
Poteva fare a meno di venire. Nessuno l’ha pregato.
SIGNORA PELAEZ (con molto riguardo) No, Teresa, lui è venuto per Paolo, poi qui ha saputo che è
morto anche De Magisti, e piange per tutt’e due.
TERESA Non è vero. Per Paolo non ha pianto.
RIDABELLA Forse era più amico di De Magisti che del povero Paolo.
Celeste ha un nuovo scoppio di pianto.
TERESA (alla signora Ridabella che piange) Anche tu piangevi per De Magisti?
RIDABELLA Teresa, non devi pensare...
TERESA Lascia andare. Sei stata mezz’ora qui senza versare una lagrima.
RIDABELLA Ma avevo già pianto, per Paolo. Due giorni fa, a casa.
TERESA (patetica) Va bene, va bene; tu non hai nessun dovere, naturalmente, di piangere per mio marito e
per me. Tengo soltanto a mettere le cose a posto.
RIDABELLA Teresa, io piangevo per tutti e due. Del resto guarda: non piango più. (Sgrana gli occhi sotto
lo sguardo di Teresa, perché questa ne constati l’asciuttezza).
TERESA (con amarezza) Oh, tu sei padrona, naturalmente, di piangere per chi vuoi e finché vuoi; e io non
ho alcun diritto di proibirtelo. Soltanto, sai, trovo che in casa mia a quattro giorni di distanza dalla morte del
mio povero marito, si potrebbe ben piangere per lui e non per altri.
RIDABELLA Oh, Teresa, davvero mi fai piangere a dirmi queste cose. Non piango proprio perché tu non
debba credere che piango per altri.
TERESA Ma piangi, piangi, come te lo debbo dire? Tanto il mio dolore è tale che nessuno può aggiungervi
o togliervi niente. (Piange: Celeste l’abbraccia piangendo; Teresa la respinge) Vai, vai, anche tu, ognuno
pianga per conto proprio. Non confondiamo le lagrime.
Detti, Giorgio e Domenico. Poi Filippo.
LUIGI (al signor Giorgio, un altro visitatore, che è entrato da poco e non è al corrente dell’accaduto) In fondo mia sorella non ha tuttii torti. Vengono a fare una visita di condoglianze e si mettono a piangere per un altro.
GIORGIO (stupito) Possibile?
LUIGI (seccato) hanno saputo che è morto improvvisamente De’Magisti...
GIORGIO (con un salto) E’ morto Piero? (Si copre gli occhi con lamano disperato) Ah!
TERESA Anche lei?
GIORGIO Mi scusi tanto, signora. Di Paolo sapevo già. Ma di Piero la ferale notizia migiunge come fulmine a ciel sereno. (Ai vicini, costernato) Ma come, ma quando? (Continua a bassa voce con Osvaldo e Pelaez, cercando tutti costoro di non mostrare troppo il cordoglio a Teresa).
TERESA (piangendo) Povero marito mio, anche questo doveva capitargli!
LUIGI (vede Domenico, che da qualche tempo è fra i visitatori, ma è rimasto in disparte e piange
silenziosamente) Scusi, lei piange per Paolo o per De Magisti?
DOMENICO Per Paolo. De Magisti, non lo conoscevo.
LU1GI Oh, sia lodato il cielo! Teresa, c’è uno che piange per il povero Paolo.
Teresa va presso Domenico e confonde con lui le sue lagrime. Entra un nuovo visitatore, Filippo, e resta
costernato alla vista di tanti che piangono.
PELAEZ (a parte) Povero Piero!
FILIPPO (che ha sentito; a Luigi) Ma non si chiamava Paolo?
LUIGI Si, ma lui allude a un altro.
FILIPPO E perché piange Piero se è morto Paolo?
LUIGI E’ morto anche Piero.
FILIPPO E chi è questo Piero?
LUIGI Sarebbe lungo spiegarle tutto. Vada da Teresa.
FILIPPO (tra sé) Non ci capisco niente. (A Teresa) Signora, le faccio le mie condoglianze più vive. Sento
che un nuovo lutto s’è abbattuto sulla sua casa.
TERESA Non s’è abbattuto nessun nuovo lutto. Già è abbastanza grande quello che mi ha colpito. (Con
amarezza). purtroppo, questi signori, con una delicatezza veramente esemplare...
CELESTE (piangendo) Teresa!
TERESA Lasciami dire. Sono venuti qui a piangere un altro, invece che il mio povero marito.
FILIPPO Oh, ma che cosa indegna! E’ la prima volta che sento un fatto simile.
PELAEZ Scusi, signora, non siamo venuti qui per piangere un altro. Purtroppo si tratta d’una trernenda
coincidenza che accomuna nel nostro pianto i nomi di Paolo e di Piero.
TERESA Io rispetto il dolore altrui. Ma qui si deve piangere Paolo e non Piero.
PELAEZ Perdoni, signora, noi eravamo già qui quando s’è saputo di Piero e non abbiamo potuto trattenere
il nostro dolore. Certi sfoghi del cuore non si possono rimandare ad ora fissa. Ma questo, le assicuro, non
diminuisce il sincero dolore che noi tutti proviamo per la fine del nostro caro amico Paolo.
SIGNORA PELAEZ Vedi, Teresa, io non sono sospetta, perché non piango, ma debbo dirti che, malgrado
la nuova disgrazia, essi sono rimasti qui. E questo ti dimostra...
TERESA Vadano pure, se vogliono.
OSVALDO No, signora. Andandocene noi confermeremmo quello che ella ha potuto pensare in un
momento di nervosismo, più che giustificato, d’altronde. E invece ci stringiamo tutti intorno a lei
TERESA Piangendo un altro. Grazie. Povero Paolo! Sempre disgraziato! Anche adesso! (A Domenico che
si asciuga gli occhi) Smetta di piangere, anche lei, buffone.
DOMENICO Le assicuro che piango per Paolo.
TERESA Vada, vada.
DOMENICO Parola d’onore! Purtroppo miè impossibile dimostrarglielo, ma la prego di credermi.
TERESA Ormai non credo più a nessuno.
DOMENICO Anzi, se questo può farle piacere le dirò che della morte di questo De Magisti a me non
importa niente
.
TERESA Questo non c’entra
DOMENICO No, no quel che è giusto, è giusto. Le ripeto, il decesso di questo signore mi lascia del
tutto indifferente
.
Gli occhi di Teresa si posano su Filippo, che cerca subito di darsi un contegno di persona ridente.
FILIPPO Signora, la prego di constatare che io non piango. (Stralunando gli occhi, perché si veda che
sono asciutti). Guardi.
TERESA Lei è l’unico sincero.
FILIPPO Mi trattengo dal piangere, appunto per evitare equivoci.
LUIGI (conciliante) Se è per questo, faccia il suo comodo, pianga pure.
FILIPPO Ormai mi si sono talmente confuse le idee, che non so nemmeno per chi dovrei piangere. Il
marito della signora era Paolo o Piero?
LUIGI Era Paolo. Ma se lei vuoi piangere per Piero, ormai faccia come crede.
FILIPPO No, no. Preferisco non piangere per nessuno. “Pro bono pacis”.
OSVALDO (che intanto ha confabulato con gli altri, avanzandosi verso Teresa con molto riguardo)
Signora, a nome di tutti desidero spiegarle...
TERESA La ringrazio, ma si risparmi delle pietose bugie.
Detti, Marcantonio e Jone. Poi la Cameriera.
MARCANTONIO (che è rientrato con sua moglie e ha udito le parole di Teresa; in tono d’affettuoso
rimprovero) Teresa! Io mi rendo conto del tuo stato d’animo, ma dovresti invece gradire questo
commovente plebiscito...
TERESA Che plebiscito E’ per un altro il plebiscito!
MARCANTONIO (indignato) Come?
OSVALDO Permetta che le spieghi.
JONE (indignata) Oh, sfacciati!
MARCANTONIO Taci tu! (A Giorgio) E’ mai possibile una cosa simile?
GIORGIO Vede, la signora sua figlia deve capire che non c’è stata alcuna mancanza di riguardo verso il
suo dolore da parte nostra . Tutto è avvenuto perché l’amico Osvaldo ci ha portato una dolorosa notizia.
TERESA (a Osvaldo) Ah, è stato lei, eh? Grazie. La ringrazio proprio.
OSVALDO Ma io che colpa ho?
TERESA Già, l’ho sempre conosciuto come un chiacchierone, pettegolo, maligno.
OSVALDO (dolente) Signora!
TERESA Viene qui a portar via le lagrime al mio povero marito.
PELAEZ Ma no, signora. Santo cielo, non m’era maicapitata una cosa simile. Io capisco il suo dolore,
capisco il suo risentimento, perfino,ma da parte nostra le garantisco che non c’è alcun malanimo verso il
povero Paolo, al quale eravamo tutti affezionati. Ciònon toglie che, saputo dellamorte di De Magisti...
JONE Io me ne strainfìschio di De Magisti.
LUIGI Mamma, mamma, non aggravarela situazione.
JONE Oh, sappiamo tutti chi era!
MARCANTONIO Ma questo che c’entra? Stai zitta tu!
JONE (Inviperita a Pelaez) Non c’è da far paragoni fra lui e quella bell’anima del .mio povero genero.
LUIGI Mamma, “parce sepolto”.
JONE Mi ci tirano per icapelli. Debbo vedere che a due giorni di distanza dalla morte del mio genero, i suoi amici vengono qui e, per suprema irrisione al dolore di mia figlia, si mettono a piangere un altro; mentre il corpo del mio povero genero è, direi quasi, ancora caldo.
OSVALDO (piano alla signora Celeste) Lo capisco. Ma quello di Piero è più caldo.
CELE STE (sospirando) E come!
PELAEZ Tutto è successo perché la fine di Piero è stata così repentina. Stava benissimo. (A Osvaldo)
Racconti, racconti!
FILIPPO Oh, basta I Qui si deve piangere Piero, e non Paolo.
LUIGI (tirandolo per una manica) Guardi che si sbaglia. Qui si deve piangere Paolo.
FILIPPO Ah, già. Mi fanno confondere coi nomi. Il marito della signora era Paolo?
LUIGI Era Paolo. Ma, ripeto...
FILIPPO Nemmeno per sogno. Chi vuol piangere Piero De Magisti, fuori di questa casa!
Tutti tacciono imbarazzati.
CAMERIERA Il signor Piero De Magisti con la fidanzata.
Sbalordimento e silenzio generale; tutti si guardano in faccia stupefatti; qualcuno rivolge occhiate interrogative a Osvaldo, il più sbalordito di tutti.
TERESA Fallo passare.
Detti, Piero e Lola.
tutti gli sguardi si volgono ansiosi verso la porta, mentre la Cameriera si fa da parte per lasciare il passo ai nuovi venuti. Piero De Magisti entra con la fidanzata. ha una faccia di circostanza e vedendo per primo il vecchio Marcantonio, lo saluta con un mesto cenno del capo.
MARCANTONIO (lo guarda dall’alto in basso) Buongiorno, buongiorno (Gli volta le spalle).
De Magisti, sorpreso per l’accoglienza ostile, saluta la signora Jone con un altro mesto e riguardoso cenno
del capo.
JONE (secca) Buongiorno, buongiorno. (Gli volta le spalle).
DE MAGISTI (vede Teresa e le va incontro con le mani tese, mentre comincia a essere scosso dai
singhiozzi. Con enfasi dolorosa) Signora Teresa! (Prosegue a bassa voce mentre molti fra i presenti si
affollano attorno a Osvaldo).
SIGNORA PELAEZ (a Osvaldo) Ma che ci aveva raccontato lei, che gli era venuto un accidente?
OSVALDO (stringendosi nelle spalle) A me l’aveva detto la fidanzata. Avrà scherzato.
PELAEZ Sono scherzi da cretini, però.
OSVALDO Ma non aveva l’aria di scherzare. Piangeva persino. Non riusciva quasi a parlare per il
dispiacere. Vi pare possibile che scherzasse?
PELAEZ Certo. La signorina Lola è persona serissima.
OSVALDO Del resto sentiamo subito. (Chiama) Signorina Lola! Permette una parola? (tutti si affollano attorno a Lola e a Osvaldo, che si rivolge a Lola piuttosto risentito) Lei che cosa m’aveva detto? Che De Magisti era morto?
LOLA (lo guarda esterrefatta) Io?
OSVALDO Lei, lei, poco fa, dal dentista. Mentre io uscivo e lei entrava. Le ho domandato come mai nonc’eraDe Magisti, che di solito veniva con lei per una cura, elei ha alzato gli occhi al cielo e gemendo ha detto: «ha finito di soffrire».
LOLA Certo. Perché s’era levato il dente.
OSVALDO Ma perché ha alzato gli occhi al cielo? Perché gemeva, con un’espressione di dolore?
LOLA Perché mi faceva maleil dente mio.
OSVALDO Ha detto anche sospirando: «Adesso Piero sta meglio di noi».
LOLA Certo, lui s’era già tolto il dente. Noi ce lo dovevamo ancora togliere.
0SVALDO (scatta indignato) Chi poteva immaginarlo? Sento dire:(alzando gli occhi al cielo per rifare
l’atteggiamento di I.ola) «ha finito di soffrire... Ora sta meglio di noi». ho creduto che fosse morto.
PELAEZ (ridendo) Oh, che granchio!Oh, che granchio!
SIGNORA PELAEZ (con voce soffocata) Marco, non ti far vedere a ridere.
PELAEZ (seccato) Ma in questa casa non si può né piangere né ridere. (Dopo lo scatto riprende a ridere).
LUIGI (rimasto in disparte coi parenti, vede che più d’uno nel capannello dei visitatori ridacchia per il
qui pro quo) E’ un contegno ignobile: hanno visto che De Magisti è vivo, ed eccoli là: tutti allegri e ridenti.
FILIPPO (piano a Luigi alludendo a De Magisti) Io non ho ancora capito bene. Quel signore piange per
Piero e per Paolo?
LUIGI Di lui non c’è dubbio. Piange per Paolo, piange per Paolo. E’ Piero.
I visitatori intanto si raccontanola storia dell’equivoco in cui è caduto Osvaldo e vengono presi da un’ilarità nervosa collettiva che quanto più essi cercano di reprimere, tanto più crescesino a diventare spasmodica. Teresa e i parenti del morto li guardano allibiti e indignati.
Sipario.
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