Vita di bohème

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Vita di bohème

Vita di bohème

ovvero
“Mimì”
Spettacolo in due atti e quattro quadri
di

TURI GIORDANO

(dal romanzo “Scènes de la vie de bohème” di Henry Murger)

PERSONAGGI

MARCELLO, pittore
RODOLFO, poeta
COLLINE, filosofo
SCHAUNARD, musicista
BENOIT, padrone di casa
MIMI’, fioraia


A Parigi, dal 24 dicembre 1837 al 24 dicembre 1838.


ATTO PRIMO

QUADRO PRIMO

Parigi, 24 dicembre 1837.
Una soffitta all’ultimo piano di un palazzo alla periferia di Parigi. L’arredamento è alquanto scombiccherato, un lettino, un tavolo, delle sedie, qualche mobiluccio bisognoso di restauro, una stufa con tubi del fumo visibili, grande vetrata cha dà su i tetti parigini. E’ sera inoltrata. La luna e un lume a petrolio rischiarano l’ambiente.

Marcello- (Dipingendo un quadro poggiato su di un cavalletto) Rodolfo, Rodolfo…

Rodolfo- (Seduto al tavolo mentre scrive un’ articolo giornalistico) Sì?

Marcello- Come riesci a scrivere con questo freddo?

Rodolfo- Devo scrivere per forza, altrimenti mi si congelano le dita; mica posso riscaldarmi come fai tu, muovendoti come un forsennato facendo finta di dipingere…

Marcello- Io non faccio finta, dipingo davvero, perché io l’arte la sento, così come sento ogni altra cosa: l’ispirazione; la gloria; il successo; la fama…. Io sento tutto, sento anche la fama!

Rodolfo- La fama?

Marcello- Volevo dire “la fame” , ma soprattutto sento il freddo! Ci ho queste mani così intirizzite che sembrano immerse in quel cuore di gelo che ha in petto Musetta, la mia frigida amante.

Rodolfo- Lo sai che l’amore è come un caminetto che sciupa troppo…

Marcello- …troppo e in fretta!

Rodolfo- Dove l’uomo, funge da legna….

Marcello- …e la donna è come il mantice…. Lo so, lo so purtroppo!

Rodolfo- L’uomo brucia in un soffio….

Marcello- …e la donna sta a guardare. (Gli viene un gelido di freddo) Brr! Brr!

Rodolfo- Intanto qui si gela. Come facciamo?

Marcello- Ci vorrebbe del fuoco!

Rodolfo- Arguta osservazione! Solo che non abbiamo più legna da bruciare, lo sai che è già finita dal alcuni giorni.

Marcello- E allora che facciamo? Moriamo congelati?

Rodolfo- Bisogna farsi venire un’idea.

Marcello- Con questo freddo mi si è congelato anche il cervello.

Rodolfo- Il cervello ti si congela perché tu pensi solo a Musetta.

Marcello- E invece mi è venuta un’idea?

Rodolfo- Ma vah?

Marcello- Scusa puoi alzarti un momento?

Rodolfo- Che dobbiamo fare, una corsa di riscaldamento?

Marcello- No, ma se tu riusciresti a scrivere all’impiedi il tuo articolo, potresti fare a meno della sedia?

Rodolfo- Vorresti bruciare la sedia? Ma sei matto? Sai benissimo che il mobilio di quest’appartamento non ci appartiene ed è compreso nell’affitto di casa….

Marcello- Sì, ma per riscaldarci, qualcosa dobbiamo pure bruciarla, no?

Rodolfo- Sì, ma non certo i mobili.

Marcello- E allora cosa bruciamo?

Rodolfo- (Gli viene un’idea) Idea! Ragiona un po’ quanto basta per aguzzare l’ingegno..

Marcello- Aguzzo….

Rodolfo- Rifletti…

Marcello- Rifletto….

Rodolfo- Realizza…

Marcello- Realizzo…

Rodolfo- E il “cosa” è bello e trovato!

Marcello- Che “cosa” bruciamo? Avanti sentiamo che “cosa” hai trovato…

Rodolfo- L’idea….si trasformi….in fiamma!

Marcello- (Ripete le parole di Rodolfo) L’idea si trasformi in fiamma? Ma dico sei pazzo? Vuoi bruciare il mio quadro?

Rodolfo- Ma no, la tela dipinta riempirebbe la casa di puzza…

Marcello- Meno male che il mio quadro puzzerebbe! E allora? Quale idea può trasformarsi in fiamma?

Rodolfo- Il mio dramma. Ci scalderà, l’ardente mio dramma!

Marcello- Ti vuoi mettere a leggere il tuo dramma? Guarda che moriremo congelati prima ancora che arrivi alla seconda scena.

Rodolfo- Ma no, cosa hai capito? Brucio il mio dramma. Brucio i fogli. Incenerisco il mio estro…

Marcello- Questa è una bella idea!

Rodolfo- A te l’onore. (Gli dà dei fogli) Ecco l’atto primo.

Marcello- (Prende i fogli e mettendoli nella stufa gli dà fuoco) Ch’è bello quest’atto… (Si riscalda) quanto calore gli hai messo dentro….

Rodolfo- (Riscaldandosi) Prima gliel’ho messo, e adesso me lo riprendo.

Marcello- Chi ha seminato bene, bene raccoglierà.

Colline- (Entra da fuori e posa una pila di libri sul tavolo) Amici, è giunta la fine del mondo! E’ incredibile, ma proprio nel giorno della vigilia di Natale, nessuno, dico, nessuno, è disposto a farti credito. E il bello, ovvero il brutto è che non accettano neanche libri in pegno. Non c’è cultura, una vera Apocalisse! Come siamo caduti in basso!

Marcello- (A Colline) Ssst! Silenzio…..

Rodolfo- (A Colline) Zitto! Si dà il mio dramma….

Marcello- …al fuoco!

Colline- (Anche lui infreddolito) Ah sì? (Si avvicina alla stufa) Permettete che assista anch’io? (Guarda dentro la stufa) Posso esprimere un mio giudizio da critico teatrale?

Rodolfo- Esprimi!

Colline- Questo dramma lo trovo….scintillante!

Marcello- E’ vero!

Colline- Addirittura…vivo!

Marcello- Verissimo!

Colline- Ma… ahi, ahi… ha un piccolo difetto…

Rodolfo- E ti pareva!

Marcello- Quale?

Colline- Dura poco! (Il fuoco si spegne) Anzi….pochissimo!

Rodolfo- Scusa, non conosci il detto “Brevità gran pregio”?

Colline- Certo che lo conosco. Ma in questi casi, trattandosi di un dramma “focoso”, avrei preferito qualche lungaggine di troppo….

Rodolfo- Critico insaziabile.

Marcello- Finitela di blaterare, questi intermezzi mi gelano il sangue. Ho voglia di seguire quanto prima la focosa trama.

Rodolfo- Presto fatto! (Prende altri fogli) Atto secondo. (Li getta nella stufa)

Marcello- Che bello, s’inizia!

Colline- Mai dramma è stato così bene accolto. Veramente molto piacevole.

Rodolfo- Ssstt! Sentite quel crepitare di fogli?

Marcello- Sì, e allora?

Rodolfo- Lì c’era una scena d’amore: schioccavano baci.

Colline- (Ridendo) Ardenti, suppongo!?

Rodolfo- Direi di fuoco!

Marcello- (Abbracciando Rodolfo) Bravo! A questo punto propongo un applauso.

Colline- (Ridendo) Un caloroso applauso! (Applaude assieme a Marcello)

Rodoldo- (Facendo inchini come a teatro) Grazie, grazie, troppo buoni, troppo buoni! 

Marcello e Colline- Il pubblico e la critica sono contenti!

Rodolfo- E allora, siccome il dramma procede con gusto e la critica e il pubblico applaude, voglio mostrarvi la mia benevolenza. Vi faccio subito partecipi, senza perdere tempo, a tre atti in un solo colpo! (Brucia il resto del dramma)

Marcello- Questa sì che è una bella idea!

Colline- Una novità mai vista. 

Marcello- Un vero colpo di teatro.

Colline- Degli audaci di tale fatta, il mondo ne dovrebbe andare fiero!

Rodolfo- Vi prego, vi prego, mi lusingate così tanto che addirittura “avvampo”.

Marcello- Avvampa, come il suo dramma!

Colline- In fondo, il dramma, rispecchia i sentimenti dell’autore. Si vede che l’avrà scritto in un momento di “calda” ispirazione!

Marcello- (Ridendo) Sì, l’avrà scritto a caldo.

Colline- E sicuramente “bruciava” dal desiderio di metterlo alla prova del fuoco!

Rodolfo- (Vede che la fiamma si spegne) Il fuoco sta per spegnersi!

Colline- Oh..oh..oh..che fragile dramma!

Marcello- Che esile dramma!

Colline- Che gracile dramma!

Marcello- Negli ultimi atti non regge più!

Colline- Il finale non ha più forza!

Marcello- Addirittura, scricchiola….

Colline- …defunge…..

Marcello- Ci dispiace dirlo….

Colline- Ma bisogna dirlo pure…. Dobbiamo dire…

Marcello e Colline- Abbasso l’autore!!

Colline- Basta con questi drammi che prima riscaldano gli animi e poi, in men che non si dica, ti mettono il gelo nelle vene! L’autore è meglio che cambi mestiere!

Schaunard- (Entra con ogni dovizia di cibarie) Datemi una mano, è arrivato un bastimento carico di cibi e bevande…

Marcello- (Aiutandolo a scaricare il tutto sul tavolo) Schaunard cosa ti è successo?

Rodolfo- Guardate quanta grazia di Dio!

Colline- E’ arrivato il mercato ambulante!

Marcello- Dove hai trovato tutte queste cibarie?

Colline- Hai vinto una lotteria?

Rodolfo- Parla, cos’è successo? Hai ricevuto un’eredità improvvisa?

Schaunard- (Liberandosi di tutto) Ho trovato lavoro come insegnante di musica presso la casa di un milord inglese che vuole fare studiare la propria figliola. (Esce dalla tasca un sacchettino di denari) Questo è l’anticipo…

Marcello- Presto, imbandiamo la tavola….

Rodolfo- Subito una tovaglia….

Colline- (Prende un giornale) Tovaglie non ne abbiamo però c’è il giornale, una copia del “Castoro”….

Rodolfo- Meglio, così leggeremo durante il banchetto. (Imbandiscono la tavola)

Schaunard- (Frenando gli animi conviviali degli amici) Calma, calma, non toccate quei cibi! Posate quel mangiare.

Marcello- Perché, cos’è successo?

Rodolfo- Forse è avariato?

Colline- Sono dei prodotti avvelenati?

Schaunard- (Rassicurandoli) Ma no, non dite sciocchezze. Questo ben di Dio ci servirà per i giorni tenebrosi e oscuri, per i giorni di magra insomma. E poi, scusate, volete mangiare a casa proprio per la vigilia di Natale, quando al Quartiere Latino tutti impazzano per i bistrot e le strade?

Marcello, Colline e Rodolfo- (Assieme) Certo che no!

Schaunard- E allora amici un po’ di religione: brindiamo in casa (Fa tintinnare il sacchetto coi denari) ma ceniamo fuori!

Tutti- (Esultano a soggetto. Stappano una bottiglia di champagne, brindano. Nel bel mezzo del brindisi si sente bussare alla porta. L’euforia si smorza. Tutti si bloccano, in silenzio, incuriositi.)

Marcello- (Con una vocina) Chi è?

Benoit- (Da fuori) Benoit!

Marcello- (A bassa voce verso gli altri) E’ il padrone di casa!

Rodolfo- E adesso che facciamo?

Tutti- (Posano i bicchieri e nascondono i cibi e le varie bottiglie)

Colline- (Rivolto al padrone di casa) Non c’è nessuno!

Schaunard- (C.s.) Siamo tutti fuori!

Marcello- (C.s.) Passate il 30 di febbraio!

Benoit- (Da fuori) Vi prego, vorrei dirvi una sola parola… una sola!

Schaunard- (Dopo essersi consultato mimicamente con gli altri, apre la porta) Allora?

Benoit- (Entra e mostra una bolletta) Affitto!!

Marcello- (Prendendo tutti in contropiede va da Benoit con grande cordialità) Ma prego, si accomodi signor Benoit, non potevate scegliere momento migliore. Prego, si segga.. (Spolvera la sedia e lo fa sedere)

Benoit- (Sedendosi) Non vorrei infastidirvi…

Rodolfo- (Con ironia) Il padrone di casa non infastidisce… 

Marcello- Vuol bere un goccino di vino con noi?

Benoit- Troppo buoni, ma non vorrei arrecare nessun disturbo…

Colline- Ma che dice, il padrone di casa non disturba mai…

Benoit- Bontà vostra!

Schaunard- Anzi vogliamo che si senta come se si trovasse a casa sua!

Benoit- (Ridendo) Questa è buona!

Marcello- (Dando un bicchiere di vino a Benoit) Alla salute!

Benoit- Alla salute! (Beve) 

Tutti- (Riprendendo i bicchieri che avevano posato prima) Alla salute! (Bevono)

Benoit- (Mostra la bolletta) Sono venuto per l’ultimo trimestre….

Marcello- Ne ho tanto piacere…anzi, molto!

Benoit- …e quindi….

Schaunard- (Interrompendolo) Ma prego, beva un altro sorso di vino… (Versa del vino)

Benoit- Grazie!

Rodolfo e Colline- Alla sua salute!

Benoit- Alla mia salute. (Beve, poi rivolgendosi a Marcello) Sono qui, perché il trimestre scorso mi avete promesso…

Marcello- Ho promesso? E allora se ho promesso, adesso mantengo la promessa.. (Gli mostra il sacchetto coi denari portata da Shaunard e la fa tintinnare)

Rodolfo- (Preoccupato a Marcello) Ma che fai?

Colline- (C.s.) Sei pazzo?

Schaunard- (C.s.) Vuoi dilapidare i nostri soldi?

Marcello- (A Benoit, senza badare ai tre) Ha visto? Una borsa piena di scudi! (Gliela passa davanti agli occhi e la conserva nella propria tasca) Ora, se lei permette, vorremmo godere un pò della sua compagnia. Non ci parliamo mai, ci conosciamo così poco. Non sappiamo per esempio nemmeno quanti anni ha?

Benoit- (Che già è un pò brillo) Quanti anni ho?…eh…non ne parliamo che è meglio… l’età…eh…l’età…

Rodolfo- (Prendendolo in giro) Io direi che lei ha più o meno la nostra età….

Benoit- La vostra età?… Magari! Invece…. Diciamo che ho qualche annetto più di voi. Va bene?

Colline- (C.s.) Ma no? Io ne avrei supposto, anzi, qualcuno di meno!

Benoit- (Compiaciuto) Beh, diciamo che… come spirito…sì…Come spirito mi sento forse anche più giovane di voialtri. (Ride)

Schaunard- (Prendendolo in giro) Ma no?

Benoit- Sì, sì, sì!

Marcello- Ma certo. Li scusi signor Benoit, è che non vi conoscono bene.

Benoit- Già, non mi conoscete bene!

Marcello- (Facendo l’occhietto agli amici) Voi non conoscete bene questo biricchino!

Benoit- (Sorpreso) Biricchino?

Marcello- (Con fare confidenziale) L’altra sera….alla pensione Mabil…. Ne vogliamo parlare?

Benoit- (Sentitosi scoperto) Pensione Mabil?… Veramente….

Marcello- (Incalzando) L’hanno visto in presenza di una donna!

Benoit- Hanno visto me?

Marcello- Vuole negarlo?

Benoit- Un caso! Un caso! Si è trattato semplicemente di un caso! Null’altro che un caso!

Marcello- (Suadente) Una bella donnetta, è vero?

Benoit- (Già brillo) Ah sì, sì, molto….molto bella! Un vero bijou! Una delizia….

Schaunard- (Dandogli una pacca sulla spalla) E bravo il nostro padrone di casa!

Colline- Chi l’avrebbe mai supposto, eh?

Rodolfo- Un seduttore! Il nostro Benoit è un Don Giovanni sotto mentite spoglie! Complimenti!

Marcello- (Magnificandolo) E’ mal conosciuto il nostro amico, eh, eh… Invece è un fusto, una quercia…

Rodolfo- Un vero uomo di mondo….

Marcello- Ma è chiaro, alla sua età è ancora arzillo e prestante…

Benoit- E’ vero che non sono più giovane…ma, ancora so il fatto mio, eh, eh, e so benissimo come trattare le belle donnine. Ah, se sapeste come me la godevo…

Rodolfo, Colline e Schaunard- (Assieme) Ah, bravo! Se la godeva il nostro Benoit!

Marcello- E’ strano a dirsi, eppure quella bella donnetta si concedeva alla goduria di un siffatto Apollo!

Tutti- (Prendendolo in giro) Siete veramente… A-pollo!

Benoit- (In piena confidenza) Beh, sapete, da giovane ero un po’ timido, pensate che arrossivo solo a vedere una donna. Ora invece, eh eh… non arrossisco affatto anzi, quando vedo una donna che mi piace vado subito allo scopo senza pensarci due volte; che volete quando sia ha la mia età bisogna svagarsi con qualche donnetta allegra, fa bene alla salute! Poi a me piacciono le donne formose….mi capite….insomma ben messe….eh eh…allora è ancora meglio. Non dico che dev’essere una balena con la faccia piena e le gambe polpose ma l’importante che non sia magra, secca secca…, sapete le forme hanno la loro importanza e bisogna metterle in evidenza. E poi, le donne magre, credetemi, sono dei grattacapi, e spesso dei sopraccapi (Fa le corna) ne so qualcosa io. Perché vedete, per esempio, mia moglie….

Marcello- (Da un pugno sul tavolo) Come, come, come? Siete ammogliato?
Ha detto “Mia moglie?”

Tutti- Ha detto “Mia moglie!”

Marcello- Quest’uomo ha moglie! E ciononostante si compiace di andare con donnine di mala fama!

Tutti- Che orrore!

Rodolfo- Non solo, ma io dico che la sua presenza, qui in questa casa di gente perbene, disonora la nostra correttezza!

Schaunard- Quest’uomo è un brutto esempio per dei giovani inibiti come noi!

Colline- Bisogna farlo uscire da qui, prima che con i suoi discorsi audaci possa rovinare la nostra reputazione di giovani a modo!

Marcello- Fuori il malvagio.

Schaunard- E’ la morale offesa che vi scaccia!

Benoit- (Allibito da tanta irruenza tenta inutilmente di discolparsi) Ma io… credetemi…

Schaunard e Colline- (Spingendo Benoit verso la porta) Silenzio!

Rodolfo- Risparmiateci i vostri insani discorsi di voglie represse!

Benoit- (Sbalordito) Signori miei, andiamo….

Marcello- Andiamo? Andate!

Colline- Via di qui!

Benoit- (Uscendo) Vado, vado!

Marcello- (Sulla porta) E salutatemi tanto vostra moglie! (Chiude la porta)

Tutti- Ah…ah…ah…ah….ah….

Marcello- Ho pagato il trimestre!

Schaunard- Ben fatto Marcello, sento che oggi è la nostra giornata fortunata. Il Quartiere Latino ci aspetta!

Marcello- Viva chi spende….

Schaunard- Adesso dividiamo il bottino. (Prende la borsa e divide i denari)

Marcello- Adesso bisogna badare alla decenza. Ora che sono ricco, se mi dovesse capitare di conoscere una ragazza graziosa mica posso presentarmi in queste misere condizioni?

Colline- Io farò, per la prima volta, la conoscenza di un barbitonsore.

Tutti- Di che?

Colline- Di un barbiere, ignoranti! Mi farò tagliare tutta questa barba e chissà se dopo mi sentirò come uno sbarbatello! Ah..ah…ah…

Schaunard- Propongo di andare al Caffè Momus! 

Colline e Marcello- Ottima idea!

Rodolfo- Voi andate avanti, io vi raggiungo dopo!

Marcello- Come mai?

Rodolfo- Devo ancora finire l’articolo di fondo del mio giornale.

Marcello- E allora fai presto, fondista da strapazzo!

Colline- Vuole diventare un grande giornalista partendo dal “fondo”! Ah..ah..ah…

Marcello- Vuol dire che gli piacciono le lunghe camminate....

Rodolfo- La finite di prendermi in giro? Cinque minuti e vi raggiungo subito.

Schaunard- Allora ti aspettiamo giù, davanti al portone.

Rodolfo- Va bene, se vi ho detto cinque minuti?

Gli altri escono.

Marcello- (Da fuori) Colline, occhio alla scala…

Schaunard- (Da fuori) …non fidarti troppo della ringhiera….

Colline- (Da fuori) Non si vede un accidente! C’è troppo buio! (Si sente il rumore di uno che ruzzola dalle scale) Maledetto gradino!

Rodolfo- (Accorrendo all’uscio ed affacciandosi) Colline cosa è successo? Sei morto?

Colline- (Lontano in basso alla scala) Per vostra disgrazia non ancora. Mi dovete sopportare ancora per un bel po’!

Marcello- Sbrigati lumaca occhialuta!

Colline- Arrivo, lepre nottambula.

Schaunard- (Sempre da lontano) Rodolfo, non fare un “fondo” troppo “profondo”, non dilungarti troppo….

Rodolfo- (Chiude l’uscio. Si mette a scrivere. S’inquieta, distrugge lo scritto e getta via la penna) Niente. Stasera non sono in vena. (Si sente bussare timidamente alla porta) Chi è?

Mimì- (Da fuori) Mi scusi, può aprire un momento?

Rodolfo- (Meravigliato) Una donna?

Mimì- (Ribussando) La prego, mi apra…mi si è spento il lume e sono rimasta al buio sul pianerottolo!

Rodolfo- (Corre ad aprire portandosi il lume acceso che stava sul suo tavolo) Un momento, vengo a farle un po’ di luce col mio lume. (Apre la porta) Ecco!

Mimì- (Sull’uscio col lume spento in mano) Molte grazie, mi scusi, ma non riuscivo più ad andare avanti, mi si è spento il lume e nell’oscurità ho bussato alla sua porta. Potrebbe farmi accendere, se non le dispiace, il lume, per poter salire meglio le scale?

Rodolfo- Ma prego, si accomodi un istante, la vedo ansiosa, anzi se vuole anche sedersi?..

Mimì- No, no, grazie, non occorre!

Rodolfo- La prego, entri, si riposi un poco, ha il viso così pallido….

Mimì- E’ colpa delle scale…. tutti questi gradini mi affaticano….e poi…l’ansia di essere rimasta al buio….

Rodolfo- (Prendendola delicatamente per il braccio la porta a sedere) Ecco, si segga qua. Adesso le spruzzo un po’ d’acqua così si riavrà! (Va a prendere un bicchiere d’acqua)

Mimì- (Parlando con affanno) Grazie, lei è molto gentile!

Rodolfo- (Spruzzandogli l’acqua sul viso) Si sente meglio, adesso?

Mimì- (Riavendosi un pò) Un poco…. Adesso ho ripreso fiato e mi sento un po’ meglio!

Rodolfo- Vuole anche un goccino di vino così la riscalderà dentro?

Mimì- Appena appena un sorso, grazie!

Rodolfo- (Le dà un bicchiere di vino) Ecco a lei, lo beva lentamente!

Mimì- (Bevendo) Ah, che buono! E come riscalda!

Rodolfo- Ne vuole un altro poco?

Mimì- No, no, grazie…. Adesso devo proprio andare… (Si alza)

Rodolfo- L’accompagno!

Mimì- (Arrivata all’uscio, si ferma) Ma quanto sono stordita, ero venuta qui per accendere il mio lume, e invece me ne stavo andando nuovamente al buio!

Rodolfo- Adesso glielo accendo io. (Le accende il lume)

Mimì- Grazie!

Rodolfo- Ma perché tutta questa fretta d’andare via? (Le dà il lume acceso)

Mimì- (Prendendo il lume e glissando) Buona sera!

Rodolfo- (Dispiaciuto) Buona sera! (Chiude la porta e va nuovamente a scrivere. Poco dopo risente bussare) Un momento… (Va ad aprire) Sì?

Mimì- (Quasi entrando) Mi scusi, sembrerebbe fatto apposta, ma….non riesco a trovare la chiave di casa, ce l’avevo in mano poco fà….

Rodolfo- (Facendola entrare del tutto) Non si preoccupi, adesso la troveremo assieme, stia tranquilla!

Mentre cercano la chiave, tastoni per terra, una folata di vento spegne i due lumi. Rimangono al buio. Buio pesto.

Mimì- (Sorpresa) Oh!

Rodolfo- Oh! Guarda il caso, adesso oltre a la chiave dobbiamo cercare anche i fiammiferi. Vediamo se riusciamo a trovarli al buio… dovrebbero essere qua…Eccoli.. Oh, ecco un’altra scalogna: la scatola è vuota, l’unico fiammifero che c’era l’ho utilizzato poco fa per accendere il suo lume!

Mimì- Mio Dio? E adesso? Io volendo posso rientrare anche al buio, è talmente piccola la mia casa che non mi ci posso perdere…ma la chiave? Come faccio ad entrare senza chiave? Guardi, deve essere in qualche luogo qui per terra, sia tanto cortese d’aiutarmi a cercarla…

Rodolfo- Beh, io vorrei tanto trovarla, ma al buio come faccio? E poi, la luna che di solito illumina la mia stanza, proprio stasera s’è nascosta dietro le nubi, però se aspettiamo un poco forse verrà fuori e così col suo raggio luminescente potrà aiutarci nelle nostre ricerche…. (Intanto la mano di Rodolfo tocca quella di Mimì)

Mimì- (Con un sussulto) Ah!

Rodolfo- Non si spaventi signorina, è soltanto la mia mano! Ma…come ha detto che si chiama?

Mimì- Non gliel’ho detto, ma comunque mi chiamo Mimì, o almeno, così mi chiamano tutti, perché il mio vero nome è Lucia!

Rodolfo- Mimì? Un bellissimo nome…il mio invece è Rodolfo, e tutti mi chiamano Rodolfo perché è il mio vero nome! Sa, scrivo drammi, novelle, articoli per giornali e per campare pubblico anche qualche poesia….

Mimì- Lei è un poeta?

Rodolfo- Non sempre, ma nei momenti d’ispirazione sì! E adesso, con lei accanto mi si è risvegliato l’animo poetico….

Mimì- Davvero? Mi fa arrossire!

Rodolfo- (Recita una poesia: Inno della bohème)
“ Dei vent’anni fra l’ebrezza
l’avvenire un sogno appare.
Vola via la giovinezza
voglio vivere ed amare.
Colgo lesto la carezza
che mi deve inebriare
d’una donna la bellezza
mi fa tanto innamorare.
Dei vent’anni la gaiezza
è la forza del mio fare.
Vola via la giovinezza
voglio vivere ed amare!

Mimì- (Estasiata) Quant’è bella…. Io non sarei capace di scrivere una poesia così bella! Cosa vuole, sono una povera fiorista…. Faccio fiori ricamati, non parlo con nessuno, tutta sola davanti ai miei fiori finti che, perquanto la mia stanza sia umida come una serra, i miei fiori finti non crescono mai!

Rodolfo- Deve essere duro viverci!

Mimì- Sì e no! Cioè voglio dire….che anche vivere in queste condizioni non tutti i lati sono negativi, ci sono anche quelli positivi….

Rodolfo- Per esempio?

Mimì- Sa, io mi accontento di poco, e quando vedo dalla mia finestra i tetti delle case che stanno quasi sospesi nel cielo, oppure la sera quando vedo tramontare il sole che manda i suoi ultimi raggi che quasi quasi ti accarezzano come una mano calda…beh in quei momenti…. in quei momenti mi sento felice!

Rodolfo- Felice?

Mimì- Sì, felice di esistere, di avere un contatto quasi fisico con la natura che mi sta accanto. Proprio allo stesso modo come lo sono qua dentro parlando con lei!

Rodolfo- Davvero?

Mimì- Sì, a me piace parlare col cuore con persone di cuore….

Rodolfo- Lo sa che è molto poetico quello che ha detto? (La luna rischiara l’ambiente)

Schaunard- (Chiamando da giù) Ehi, Rodolfo!

Colline- (C. s.) Rodolfo!

Marcello- (C. s.) Che fai? Non ci senti?

Colline- (C. s.) Ti sei addormentato sul fondo del tuo giornale?

Rodolfo- (Affacciandosi alla finestra e parlando giù) Abbiate un po’ di pazienza, sto quasi per finire, le ultime tre righe e sono pronto.

Mimì- (Avvicinandosi a Rodolfo) Chi sono?

Rodolfo- Amici con cui divido questa soffitta!

Schaunard- (Da giù) Sbrigati imbalsamato!

Marcello- (Da giù) Non ti annoi a rimanere là sopra tutto da solo?

Rodolfo- Non sono solo, sono in lieta compagnia! Voi piuttosto andate avanti al caffè Momus e riservatemi un posto. Fra non molto vi raggiungerò!

I tre amici da sotto cantano mentre viano:
“Momus, Momus, Momus
zitti e discreti andiamocene via,
trovò la poesia!

Rodolfo- (Chiude la finestra e contempla Mimì quasi estasiato) Sai che mi piaci?

Mimì- (Fa finta di non aver sentito) Vi aspettano gli amici al caffè Momus!

Rodolfo- Allora?

Mimì- Allora cosa?

Rodolfo- Posso baciarti?

Mimì- Non correre troppo….

Rodolfo- Non ti piaccio?

Mimì- Sì, mi sei simpatico, però….

Rodolfo- Però cosa?

Mimì- Dobbiamo conoscerci meglio…..

Rodolfo- Se vuoi possiamo rimanere tutta la serata a parlare di noi, qui, da soli…

Mimì- E se invece andassimo al caffè Momus a raggiungere i tuoi amici?

Rodolfo- Con questo freddo?

Mimì- Starò vicino a te che mi riscalderai….

Rodolfo- E poi, al ritorno?

Mimì- Al ritorno….si vedrà….

Rodolfo- Ti voglio bene!

Mimì- Forse anch’io… Vogliamo andare?

Rodolfo- E la chiave?

Mimì- La cercheremo dopo….

Rodolfo- Allora, andiamo. (I due abbracciati l’un con l’altro escono lentamente al suono di una dolce musica).

FINE QUADRO PRIMO


QUADRO SECONDO

Parigi, pasqua del 1838.
La scena è tutta buia a parte un angolo del proscenio che illumina Colline, Schaunard e Marcello. 

Colline- (Legge un invito) “Rodolfo e la sua signora, letterati di professione, pregano gli amici di venire a pranzo a casa loro domani sera alle cinque precise. Poscritto. Si avverte che vi saranno piatti e bicchieri. 15 marzo 1838”

Marcello- Allora è vero che ha messo su casa…. se ci invita a pranzo. 

Schaunard- Il proscritto assicura che egli possiede l’occorrente per la tavola. Ciò mi pare un volo pindarico, da quel poeta che egli è! Ad ogni modo, prima di credere, bisognerà vedere coi nostri occhi. 

I tre amici escono di scena, la luce che li illuminava si spegne e quando si sente bussare alla porta si illumina tutta la scena. La scena rappresenta un’altra soffitta d’un palazzo parigino è modestamente arredata ma si nota la presenza di una mano femminile. Mimì sta imbandendo una tavola al centro della scena dando le spalle alla porta mentre Rodolfo fa entrare i tre amici.

Rodolfo- Amici miei, lasciate che vi presenti la padrona di casa, la signora di questo nido!

Schaunard- Tu sei l’aquilotto, non è vero? (Ridono tutti)

Marcello- E chi è il passerotto? 

Mimì- (Mostrandosi) Io!

Marcello- Mimì, siete voi?

Mimì- E chi se no?

Colline- (Con galanteria) Siete fresca come un giglio delle convalli. Splendida come la rosa di Gerico….

Mimì- (Scherzando) ….e odorosa come un bignè alla crema… (Mostra i bignè sul tavolo)

Rodolfo- Li ha preparati proprio stamattina.

Mimì- Ci vogliamo sedere a tavola? (Si siede)

Marcello- (Sedendosi) Inizia il banchetto….

Colline- (C. s.) Si mangia…

Schaunard- (C. s.) Dolci a sazietà....

Marcello- (A Rodolfo) Prima ci abbandona, e poi ci prende per la gola.

Rodolfo- (Sedendosi) Scusate amici il silenzio e l’assenza di questi ultimi tempi, ma sapete, navigavo in piena luna di miele….

Schaunard- ….e quando c’è il miele di mezzo…. meglio abbandonare il fiele. (Indicando loro tre)

Colline- Chi lo doveva dire, che un amore nato a Natale…

Marcello- ….doveva riservare questa bella sorpresa pasquale!

Schaunard- Come dire: si nasce e si rinasce!

Mimì- Adesso le cose, economicamente, vanno un po’ meglio!

Rodolfo- E proprio per questo, ho voluto invitarvi ad inaugurare la mia casa… (Guardandosi attorno) casa….si fa per dire… Ma soprattutto invitarvi a pranzo insieme a noi.

Mimì- Piuttosto scusateci se il ricevimento sarà molto modesto.

Rodolfo- Un banchetto, così, alla buona!

Mimì- Senza manicaretti e specialità gastronomiche degne della vostra importanza. Vi assicuro però, che se non ci saranno piatti conditi con tartufi, ci sarà buona compagnia e tanta cordialità.

Marcello- (Scherzando) Come, come, come? Non ci sono i tartufi? E come faccio adesso? Io senza tartufi non ci so stare a tavola!

Colline- (Scherzando a Marcello) Barone, vuoldire che per questa volta farà uno strappo al suo menù!

Schaunard- (Ridendo) Sì, invece di digiunare, mangerai! (Risata generale)

Colline- Scusa Rodolfo, ma che fine ha fatto il mio articolo? Sai per caso se verrà pubblicato sul tuo giornale?

Rodolfo- Stai tranquillo, Colline, è già in tipografia: uscirà giovedì!

Marcello- (Assaggiando un dolce) Mimì, ma sai che sono proprio buoni? Questi dolci sono degni del “Cordon bleù”, e tu invece dovresti essere coronata “regina dei fornelli”. 

Mimì- Sono cose fatte in economia, ma con tanto piacere. (Mangiano) 

Rodolfo- (Prendendo una bottiglia di champagne) E adesso lo champagne! (Lo stappa)

Tutti- Evviva lo champagne!

Rodolfo- (Versando lo champagne nei bicchieri) Propongo un brindisi!

Gli amici- Proposta accettata!

Rodolfo- (Brindando) Alla compagnia della bohème!

Tutti- (Coi calici alzati) Ai bohèmienne! (Bevono)

Schaunard- (Ridendo) Peccato che questo champagne non sia gelato al punto giusto! 

Colline- (Parte con una delle sue solite “tirate”) Signora Mimì, lei deve sapere che per gelare lo champagne ci vuole il ghiaccio, il quale è formato con l’acqua, “idor” in lingua greca, la quale acqua gela alla temperatura di zero gradi, e ciò avviene nell’inverno che è una delle quattro stagioni, le quali sono: estate, primavera, autunno ed appunto inverno, che fu cagione della disfatta di Napoleone in Russia. Perciò, ti prego Rodolfo, di versarmi ancora un emistichio di champagne!

Mimì- (Ridendo) Che cosa?

Rodolfo- Emistichio vuol dire in lingua greca “mezzo verso”, e perciò Colline mi ha appena detto che vuole riempito a metà il suo bicchiere di champagne!

Mimì- (Versa lo champagne a Colline) Ecco il “mezzo verso” desiderato!

Colline- Grazie, gentile donzella! (Beve d’un fiato. Poi mezzo brillo) Rodolfo…

Rodolfo- (Con un inchino rispondendo a tono) Dimmi Colline!

Colline- Domani è giovedì, vero?

Rodolfo- No, domani è domenica! E’ la domenica di pasqua.

Colline- Ma no, è giovedì!

Rodolfo- Se ti dico che domani è domenica!?

Colline- Ah, domenica! Ma se era giovedì? (Si addormenta ad occhi aperti)

Marcello- Guardatelo, si è addormentato ad occhi aperti. Chissà cosa gli saltava in mente con quel giovedì?

Rodolfo- E’ l’idea fissa di quel suo articolo che gli ho detto che sarà pubblicato giovedì! Guardatelo, sta sognando il suo articolo!

Schaunard- Bene! Così starà senza caffè! Perché c’è il caffè, vero signora Mimì?

Rodolfo- Ma certo che c’è! Mimì, puoi servirlo per piacere?

Mimì- Subito mio caro, caffè per tutti! 

Colline- (Come risvegliandosi, ma sempre brilli) Signora, il caffè è originario dell’Arabia, dove fu scoperto da una capra. L’uso poi passò in Europa per motivi che non sto qui a raccontare. Pensate che Voltaire ne beveva 72 tazze al giorno. Io invece lo preferisco senza zucchero, ma lo prendo molto caldo!

Mimì- (Con ironia) Dio come è mostruosamente istruito quest’uomo? (Va per il caffè) 

Marcello- Se potesse saziarsi con la sua cultura ingrasserebbe a vista d’occhio!

Schaunard- La cultura riempie il cervello, non lo stomaco, sfortunatamente!

Rodolfo- Questo perché il cervello sta zitto, mentre lo stomaco reclama!

Mimì- (Portale tazze di caffè) Prendete una bella tazza di caffè. Oggi lo stomaco non può aver nulla da reclamare! (Tutti prendono il caffè)

Schaunard- (Prende dalla tasca interna della sua giacca una bottiglietta di grappa) E dopo il caffè, un po’ d’acquavite! (Si attacca alla bottiglietta e beve poi la passa a Colline)

Colline- (Beve e poi conta i giorni, semi stordito) Lunedì…

Schaunard- (Bevendo a sorso a sorso) Un sorso….

Colline- (C. s.) Martedì….

Schaunard- (C. s.) Un’altro sorso....

Colline- (C. s.) Mercoledì….

Schaunard- (C. s.) Un’altro ancora....

Colline- (C. s.) E infine giovedì….

Mimì- (Piano a Rodolfo) Quando se ne vanno? Si stanno ubriacando. (Sparecchia)

Rodolfo- (Rivolto agli amici) Cari amici, scusatemi, ma non vi posso tenere qui tutta la notte. In altri tempi magari si poteva, ma ora, capitemi, è un’altra cosa.

Marcello- Certo, adesso c’è la mogliettina….

Colline e Schaunard ripetono instancabilmente le battute precedenti.

Rodolfo- (Spazientito) Guarda quie due… Marcello dammi un consiglio…dimmi con quale espediente li posso allontanare…

Marcello- Aspetta…. Mi viene in mente un sistema che fece un cameriere intelligente per mandar via dalla casa del proprio padrone tre beoni importuni. Mi pare che si trovi in una commedia di Dumas; così vediamo se teatro e realtà hanno insieme qualcosa di identico. (Chiamando) Ehi Schaunard…

Schaunard- (Riprendendosi ma sempre brillo) Beh, che c’è?

Marcello- Schaunard, non abbiamo più nulla de bere, è finito tutto, siamo rimasti all’asciutto!

Schaunard- (Capovolgendo la bottiglietta) Già, è vero! Queste bottiglie sicuramente perdono da qualche parte!

Marcello- Rodolfo ho pensato che possiamo passare qui l’intera nottata, però bisogna andare giù a prendere altre bottiglie piene prima che i negozi chiudano. (Fa segnale a Rodolfo di mandare Schaunard dal droghiere) Eh, se non si beve, come facciamo?

Rodolfo- Ti prego Schaunard, tu che sei un intenditore, vai giù dal mio droghiere che sta all’angolo della via e prendi due bottiglie di rum per mio conto! 

Schaunard- (Allettato dall’idea) Ah, sì, sì, benissimo, vado subito dal tuo droghiere, e prendo due bottiglie di rum. (Esce prendendo per sbaglio il soprabito di Colline)

Marcello- E uno! Ora passiamo a Colline. Sarà più duro a convincerlo per andarsene!

Rodolfo- E allora? Non ti ricordi qualche altro espediente da commedia?

Marcello- Aspetta…..m’è venuta un’idea…. (Scuotendo Colline) Colline… Colline…

Colline- (Ridestandosi) Eh, eh, che c’è?

Marcello- Colline, Schaunard è andato via e si è portato per sbaglio il tuo soprabito…

Colline- Come? Ha preso il mio cappotto, quell’infame? C’è dentro la mia biblioteca. C’era persino una grammatica finlandese in caratteri cirillici….

Rodolfo- Non l’ha fatto apposta. E’ stato uno sbaglio.

Colline- Va beh è stato uno sbaglio. Ma i miei libri? Voi non lo conoscete, quello potrebbe farne un cattivo uso!

Marcello- Non temere…non te li leggerà!

Colline- Che non li leggerà lo so benissimo… però è capace di usarli per accendersi la pipa!

Rodolfo- Se hai questa paura, corigli dietro allora, è ancora giù per le scale e puoi raggiungerlo, male che vada lo troverai dal droghiere all’angolo!

Colline- Certo che lo raggiungerò, non voglio mica che succeda una perdita irreparabile per l’universo intero! La cultura è in pericolo. Corro a salvare il mondo! (Esce di fretta) 

Marcello- E due! Il mondo è salvo! (Ride) Eccoti liberato!

Rodolfo- (Stringendogli la mano) Grazie! E tu quando te ne vai?

Marcello- Adesso ti libero subito anche di me, anzi scendendo raccomanderò al portiere di non farli più salire.

Rodolfo- (Accompagnandolo alla porta) Buona notte!

Marcello- Buona notte!

Rodolfo- Vai diritto a casa?

Marcello- Non lo so, forse andrò a trovare Musetta. Sempre che sia a casa!

Rodolfo- Non l’hai dimenticata ancora vero?

Marcello- Ci trattiamo come cani e gatti, ma in fondo ci vogliamo molto bene! Buona notte Mimì! E grazie per la bella serata!

Mimì- (Dalla cucina) Buona notte, Marcello!

Marcello- (A Rodolfo) Arrivederci!

Rodolfo- Ti aspetta qualche altra sera! (Marcello esce. Rodolfo chiude la porta)

Mimì- (Dalla cucina) Rodolfo?

Rodolfo- Sì amore?

Mimì- Sono andati tutti via?

Rodolfo- Tutti. Adesso finalmente siamo soli, io e te!

Mimì- Allora….posso dirti una cosa?

Rodolfo- Dimmi!

Mimì- (Abbracciandolo) Sono tanto felice!

Rodolfo- Anch’io! Ti amo!

Mimì- Mi ami?

Rodolfo- Perché tu no?

Mimì- No, io ti amo di più…

Rodolfo- No, di più ti amo io…

Mimì- Io!

Rodolfo- Io!

Mimì e Rodolfo- (Assieme) Noi! (Si baciano mentre una musica copre tutto)


FINE ATTO PRIMO



ATTO SECONDO

QUADRO TERZO

Ottobre del 1838.
La stessa soffitta del primo quadro dell’atto primo. Di pomeriggio.
Marcello sta dipingendo, come al solito, una tela appoggiata al trepiedi. Sente bussare.

Marcello- (Mentre dipinge) Chi è?

Mimì- (Da fuori) Marcello, sono Mimì, apritemi!

Marcello- (Posa la tavolozza dei colori coi pennelli ed apre) Mimì, come mai da queste parti?

Mimì- Sono venuta a cercare Rodolfo. Sapete dove posso trovarlo?

Marcello- E’ qui. E’ piombato stamattina all’alba senza dirmi una parola. Si è buttato di là a dormire direttamente sulla panca. Lo vado a svegliare! (Fa per andare)

Mimì- (Lo blocca) No, per carità!

Marcello- Ma almeno entrate, fuori si gela!

Mimì- (Entra) Grazie. (Lungo silenzio) Aiutatemi Marcello!

Marcello- Ma cosa è successo?

Mimì- Non so spiegarmelo neanch’io. Ritornava dalla casa del Visconte Paolo per un lavoro prolungatosi fino a tarda ora. Rodolfo m’aspettava facendo la sentinella giù per strada. Era tardi, mezzanotte passata, avevo fame perché ancora non avevo mangiato. Pregai Rodolfo di andare a cercare qualcosa per cenare. Io salii a casa, e nell’attesa mi misi a letto. Lui ritornò mezz’ora dopo con del pane, vino, sardine e formaggio; apparecchiò la tavola vicino al letto, io fingevo di non guardarlo, ma lo vedevo bene: era pallido come un morto, aveva i brividi e andava in giro per la stanza come un automo. Quando tutto fu pronto, cominciammo a mangiare, egli tentò di farmi bere, ma io non sentivo più né fame né sete, e avevo il cuore oppresso da tristezza. Faceva freddo perché non avevamo di che accendere, si udiva il vento soffiare nel caminetto. Era molto triste tutto ciò. Rodolfo mi guardava, aveva gli occhi fissi, mise la sua mano nella mia e sentii che la sua tremava, ed era caldissima e gelida allo stesso tempo. Poi, sottovoce mi disse: “E’ la cena dei funerali del nostro amore”. Io non risposi, ma non osai ritirare la mia mano dalla sua. “Ho sonno” gli dissi infine, “è tardi, dormiamo”. Rodolfo mi guardò; il avevo messo una sua sciarpa in testa per ripararmi dal freddo, lui me la tolse dicendomi: “Te ne prego, rimetti per questa notte la cuffietta rosa che ti regalai per Natale”. A Rodolfo piace molto vedermi con quella cuffietta perché gli ricorda molte notti felici!Noi contiamo i nostri giorni lieti con le notti. L’indossai e tornai a letto. Credevo che stesse per baciarmi, e non glielo avrei impedito, invece mi prese soltanto la mano e se la portò alle labbra. Udii che batteva i denti e sentii il suo corpo fredo come il marmo. Così, con la mia mano nella sua, posò la sua testa sulla mia spalla. La sentii bagnata di pianto. Poi, mi assopii un po’ per volta. Rodolfo piangeva a lenti singhiozzi. Quindi, lo vidi alzare dal letto e andarsene senza dirmi niente, senza stringermi nemmeno la mano. Nulla.

Marcello- Dunque?

Mimì- Non so cosa pensare…. Rodolfo si strugge di gelosia. Qualunque cosa, una parola…. uno sguardo…..un fiore; lo insospettiscono…. E giù a dire parole furiose.. screzi…malintesi… Certe notti fingo di dormire e mi sento i suoi occhi addosso come se volesse spiare i miei sogni. Più di una volta m’ha rinfacciato che non faccio per lui, ch’è meglio se mi trovo un altro amante. So che non è lui a parlare, ma la rabbia. Ma come posso calmarlo!

Marcello- Quando si reprime la libertà dell’altro non bisogna vivere in compagnia.

Mimì- Allora che mi consigliate? Dobbiamo lasciarci?

Marcello- No, no, non volevo dire questo….

Mimì- Aiutatemi voi che siete suo amico. Io ci ho provato più volte a tranquillizzarlo, ma è stato tutto inutile. (Tossisce prolungatamente) 

Marcello- Ma voi state male!

Mimì- Niente, non è niente!

Marcello- Siete sicura di stare bene?

Mimì- Non vi preoccupate di me, è un po’ di tosse…sono stata in giro a cercare Rodolfo l’intera giornata e mi sento tutte le ossa rotte. (Tossisce più forte)

Rodolfo- (Dall’altra stanza chiama) Marcello?

Marcello- (A Mimì) Ssst! S’è svegliato! (Verso Rodolfo) Rodolfo sono qua!

Mimì- (Piano a Marcello) Non voglio che mi veda!

Rodolfo- (Sempre dall’altra stanza) C’è qualcuno?

Marcello- (A Rodolfo) No, nessuno, sono solo. (Poi a Mimì) Nascondetevi qui dietro. (La fa nascondere dietro un separè) 

Rodolfo- (Entrando) Marcello….

Marcello- Rodolfo, finalmente ti sei svegliato. Sei arrivato di corsa stamattina senza dirmi niente andando diritto di la sulla panca e ti sei addormentato come un masso. Mi vuoi spiegare che cosa è successo?

Rodolfo- E’ successo quello che non doveva succedere. Voglio separarmi da Mimì!

Marcello- Ma non lo devi neanche pensare!

Rodolfo- Tempo fa credetti ch’era tutto finito fra me e Mimì, ma poi, al momento di troncare, mi sono fatto nuovamente ammaliare da quegli occhi da gattina innamorata che si ritrova. Ma adesso sento che il mio amore per lei è svanito del tutto. Il mio cuore è morto.

Marcello- E che vuoi fare, lo vuoi sotterrare definitivamente?

Rodolfo- Per sempre.

Marcello- Vuoi un consiglio? Cambia metodo. L’amore non è fatto di cupezze, di sospetti, di collere e di irascibilità! L’amore ha bisogno di allegria, sincerità, apertura mentale, disponibilità e soprattutto comprensione. Dimmi la verità, tu sei geloso!

Rodolfo- Un poco.

Marcello- Solo un poco?

Rodolfo- Mimì è una ragazza leggera, che attacca discorso con chiunque e si lascia trasportare dalle lusinghe molto facilmente!

Marcello- Mi sa tanto che sotto sotto c’è qualcos’altro! Perché tu “ami” Mimì!

Rodolfo- Sì è vero! Amo Mimì più d’ogni altra cosa al mondo….però ho paura…molta paura….

Marcello- Paura di che?

Rodolfo- Marcello, devo confidarti una cosa….Mimì è ammalata, molto ammalata! Ogni giorno che passa s’aggrava sempre di più… Una tosse terribile le sconquassa quell’esile petto da passerottino…e nei momenti di convulsione estrema….addirittura sputa sangue dalla gola…

Marcello- Oh…povera Mimì!

Rodolfo- Mimì è tranquilla e non si accorge del male che la sta uccidendo. Avrebbe bisogno di cure, di medicine, d’una casa più calda… Dove abitiamo c’è troppa umidità… Bisognerebbe cambiare casa, comprare medicine, andare da dottori più costosi….tutte cose che io non posso darle… Mimì è un fiore di serra sfiorita dalla povertà, e per farla rifiorire non basta soltanto l’amore….ci vuole ben altro….

Marcello- Sì, hai proprio ragione….

Mimì- (Tossisce da dietro il separè tanto da farsi sentire)

Rodolfo- Chi è?

Marcello- (Come una scusa) Volevo farti una sorpresa!

Rodolfo- (Capendo) Mimì?

Mimì- (Esce dal separè e abbraccia Rodolfo) Rodolfo!

Rodolfo- (Con trasporto) Mimì!

Mimì- Ho sentito tutto sai? Se si fa felice sapermi lontano da te e in una casa meno umida…allora me ne vado!

Rodolfo- Ma che stai dicendo?

Mimì- E’ la migliore soluzione per entrambi….

Rodolfo- Vuoi proprio andartene? Devo dire “addio” ai miei sogni d’amore?

Mimì- Sì, addio a tutto. Addio al dolce svegliare alla mattina….

Rodolfo- ….ai baci….

Mimì- ….alle amarezze quotidiane….

Rodolfo- ….ai tuoi sorrisi….

Mimì- ….alle tue gelosie….

Marcello- (Interrompendoli) Ma che addio e addio? State così bene assieme! Ma dico, che è, volete rimanere da soli?

Rodolfo- Stare da soli, in autunno, è veramente una cosa da morire, non ti è compagno nemmeno il sole di primavera….

Marcello- Seguite il mio consiglio….aspettate prima di decidere così frettolosamente, il tempo porta consigli…

Rodolfo- (A Mimì) Vogliamo aspettare fino alla primavera prossima?

Mimì- E poi, che succederà? Ci lasceremo alla stagione dei fiori?

Rodolfo- No, non ci lasceremo alla stagione dei fiori, quando la natura sboccia alla vita…

Marcello- Su, su, riappacificatevi…. Sapete come si dice: “l’amore non è bello se non è litigarello”. E’ stato un piccolo litigio che rafforzerà il vostro amore, ne sono più che sicuro!

Rodolfo- (A Mimì) Torniamo a casa…la bufera è passata!

Mimì- Lo spero tanto, amore! Io sarò sempre tua, per tutta la vita….

Rodolfo- Anch’io! (Escono)

Marcello- (Soddisfatto) Oh finalmente. Però cosa fa fare l’amore….

Una musica di sottofondo conclude il terzo quadro.


FINE QUADRO TERZO


QUADRO QUARTO

La stessa soffitta del quadro precedente. E’ passato del tempo. Un calendario segna “24 dicembre 1838”. E’ quasi la stessa situazione dell’anno precedente, con Marcello che dipinge e Rodolfo che scrive.

Marcello- (Buttando in aria i pennelli) Basta, non riesco più a dipingere!

Rodolfo- (Posando la penna) Niente, non ho più voglia di scrivere!

Marcello- Ma ci pensi che oggi è la viglia di Natale?

Rodolfo- Certo che ci penso. Ti ricordi come l’abbiamo trascorsa l’anno scorso?

Marcello- Come non mi ricordo…. Eravamo tutti al Caffè Momus….

Rodolfo- Adesso Momus non ci fa più entrare….

Marcello- Peggio per lui….

Rodolfo- Vuol dire che i nostri debiti non li vuole più pagati…..

Marcello- Gli anni si susseguono ma non si rassomigliano….

Rodolfo- Vuol dire che passeremo la viglia del Natale 1838 assieme….

Marcello- Sì, con chi e dove?

Rodolfo- Con me e a casa nostra! Abbiamo vino, pane, salame e tabacco!

Marcello- (Affranto) Oh…un cenone degno di un principe, un’abbuffata da ricordare…

Rodolfo- (Gli versa del vino) …ed un brindisi per dimenticare…. 

Marcello- Al passato che non c’è più...…

Rodolfo- Alla dimenticata Mimì! 

Marcello- Alla scordata Musetta! (I due bevono, poi dopo una pausa) Al diavolo i ricordi che fanno diventare cattivo il vino e tristi i nostri umori, mentre tutti si divertono. Suvvia, pensiamo ad altro, e che sia l’ultima volta!

Rodolfo- Lo diciamo sempre, e invece…..

Marcello- …e invece ci ricaschiamo sempre. Ciò dipende dal fatto che invece di cercare di dimenticare, noi in ogni modo facciamo di tutto per ricordare il passato. Secondo me dipende dal fatto che ci ostiniamo a vivere nello stesso posto in cui sono vissute le donne che ci hanno fatto tanto soffrire. Siamo schiavi di una abitudine, non di una passione.

Rodolfo- Bisogna spezzare i legami che ancora ci legano al passato, credo che sia giunta l’ora di andare avanti senza più guardarci indietro….

Marcello- La nostra spensierata giovinezza è ormai trascorsa. E’ finito il tempo in cui scialacquavamo i giorni, sciupandoli miseramente, come se dovessimo vivere per l’eternità. L’indipendenza, la libertà di cui tanto ci vantiamo non sono altro che vantaggi molto mediocri. La vera libertà consiste nel poter far a meno del prossimo, nel vivere da sé senza bisogno di sussistenze esterne!

Rodolfo- Io ne ho già abbastanza! La poesia non esiste soltanto nel disordine dell’esistenza, nelle gioie impreviste, negli amori che durano quanto un fiammifero acceso. Non basta indossare abiti estivi nel mese di dicembre per essere un genio; si può essere poeti e artisti anche tenendo i piedi caldi e consumando normalmente i tre pasti giornalieri. Qualunque cosa si dica, qualunque cosa si faccia, se si vuole riuscire in qualcosa, bisogna sempre prendere la strada del luogo comune. Questo discorso forse ti stupirà, dirai che infrango i miei ideali, eppure è l’espressione sincera della mia volontà. A mia insaputa è avvenuta in me una vera e profonda metamorfosi; la “ragione” è entrata nel mio spirito, con violenza, se vuoi, e forse mio malgrado: ma insomma è entrata, e m’ha mostrato che ero su una cattiva strada che bisognava subito abbandonare. In realtà a che cosa arriveremo continuando in questo inutile vagabondaggio della nostra esistenza?

Marcello- Arriveremo all’età di trent’anni, sconosciuti, isolati, disgustati di tutto e di noi stessi, pieni d’invidia per quelli che vedremo giungere alla loro meta, qualunque essa sia, costretti per vivere a ricorrere ai mezzi vergognosi del parassitismo! Fino ad oggi, l’esistenza che abbiamo vissuta ci era imposta; avevamo il pretesto della necessità. Oggi non saremmo più giudiziosi se non entrassimo nella vita comune, perché gli ostacoli per i quali abbiamo dovuto combattere, non esistono più. Caro mio, gli anni passano. Noi abbiamo bruciato troppo in fretta la nostra giovinezza. Il nostro cuore non suona più dolci melodie, si è incrinato, dà solamente suoni sgradevoli! (Prende una scatola dove fuoriesce un mazzolino di fiori appassiti, una cintura femminile, un nastro e qualche lettera di Musetta) Suvvia, Rodolfo, fa come me. Liberiamoci dei ricordi che ci legano al nostro passato! Lettere e fiori appassiti…via! (Butta qualche lettera nella stufa accesa) Addio Musetta!

Rodolfo- E sia….Anch’io voglio farla finita con Mimì! Lettere e cuffietta…addio per sempre… (Va a prendere le lettere e la cuffietta di Mimì. Poi le lettere le butta nella stufa) 

Marcello- Giungono a proposito questi fogli. Ci serviranno per attizzare il fuoco che va morendo.

Rodolfo- Infatti la temperatura, qui, è tale da fare stare bene solo gli orsi polari.

Marcello- Guarda come fiammeggiano queste lettere di Musetta. Bruciano come il ponch al rum, quel ponch che amava tanto!

Rodolfo- Queste sono le lettere di Mimì, guarda, neanche al contatto col fuoco bruciano, sono più fredde di lei!

Marcello- (Prendendo il mazzolino appassito) Come eri bella, Musetta! E voi la sapete, poveri fiori, quanto mi amava? Quanto un ape ama un fiore nel succhiarle il nettare, un’istante e via…. E adesso tocca a voi di sparire tra le fiamme dei quell’ingrata… (Poi ci ripensa) Lo so, avete l’aria di chiedermi grazia, va bene, non vi brucio, ma a un patto, che non mi parlate più di lei. Mai più. (Non facendosene accorgere da Rodolfo nasconde in tasca i fiori) Questo è barare, lo so, ma è più forte di me! (Poi si accorge che anche Rodolfo nasconde in tasca la cuffietta di Mimì) E poi anche lui è vigliacco come me!

Irrompono sulla scena: Schaunard e Colline. Il primo porta dello champagne il secondo un cartoccio.

Schaunard- Eccoci qui, all’insaputa di chi non ci aspettava!

Colline- Potevamo lasciarvi soli proprio la vigilia di Natale? (Apre il cartoccio e ne estrae una aringa affumicata) Ecco un piatto degno di Demostene, un’aringa affumicata!

Schaunard- (Pone il cilindro di Colline sul tavolo e vi colloca dentro la bottiglia di champagne) Accompagnata da un ottimo champagne servito nel cestello del ghiaccio!

Marcello- Siete arrivati proprio in tempo.

Rodolfo- Sentivamo la vostra mancanza!

Schaunard- (Solenne, sale su di una sedia e leva in alto il bicchiere) Mi sia accordato in questo nobile consesso….

Rodolfo- (Scherzando) Ma che accordato…

Colline- Finiscila….

Marcello- Scendi da quella sedia….

Schaunard- Vi prego signori, un po’ di pazienza, statemi a sentire. Dato il momento storico, vi voglio fare grazia di una mia composizione. Mi ispira l’estro della romanza, quindi vi canterò….

Colline- ….niente!

Marcello- …smettila…

Rodolfo- ….turategli la bocca….

Schaunard- (Arrendevole) Bene, non canterò, però se permettete, dirigerò un’azione coreografica… “La danza con musica vocale”, una mia invenzione!

Gli altri- (Applaudendo e facendo scendere Schaunard dalla sedia) Sì, sì. Bravo! Ottima idea!

Colline- Si sgombrino le sale…. (Spostano da un lato il tavolo e le sedie e si dispongono per il ballo) Propongo una quadriglia….

Rodolfo- (Allegramente) Mano alle dame…

Schaunard- (Batte il tempo con le mani) Làllera, làllera, làllera là!….

Rodolfo- (Si avvicina a Marcello, gli fa un grande inchino e gli offre la mano) Vezzosa damigella, volete ballare meco?

Marcello- (Tutto moine, imitando la voce femminile) La prego, non mi faccia arrossire…

Schaunard- Làllera, làllera, làllera là.....

Colline- (Dettando le figurazioni del ballo) Balancez….

Rodolfo e Marcello ballano.

Schaunard- No, prima c’è il rondò!

Colline- La quadriglia la dirigo io e si fanno le figurazioni indicate da me…. Musicista da strapazzo!

Schaunard- (A Colline, sempre scherzando) Che modi da cafone aristotelico!

Colline- (Fingendo offesa) Se non sbaglio, lei mi oltraggia. Snudi il ferro se ha coraggio. (Corre verso la stufa e prende un ferro che serve a muovere la brace brandendolo come una spada)

Schaunard- (Fa altrettanto, però con la paletta della stufa) Come piace a vostra signoria. In guardia. Voglio infilzarvi come un tordo. 

Marcello- (Con voce femminile) Aiuto, si ammazzano….

Rodolfo- Si calmi signorina…

Colline- (A Schaunard) Ho voglia di sbudellarvi….

Schaunard- (A Colline) Fareste bene a chiamare un chirurgo…

Colline- Vi suggerisco una coppia di becchini…. (Duellano comicamente)

Marcello- Che duello interessante…..

Rodolfo- Non se ne vedeva uno simile dai tempi delle crociate…. 

Marcello e Rodolfo ballano attorno ai duellanti che fingono di combattere sempre più “ferocemente”. Si sente bussare. Tutti si fermano.

Marcello- Chi diavolo può venire a quest’ora?

Schaunard- Sarà il padrone di casa. Sceglie sempre i momenti meno opportuni….

Colline- E’ convinto che per Natale abbiamo le tasche piene!

Si sente nuovamente bussare.

Rodolfo- (A Marcello) Apri e facciamola finita, magari lo manderemo via con le tasche vuote e con la testa piena….

Marcello- (Apre) Che bella sorpresa signor benoit, si accomodi…. (Rimane di sasso)

Mimì- (Entrando. E’ pallida e tanto ammalata) Vi disturbo?

Marcello- (Che non si aspettava la visita di Mimì) Mimì?

Rodolfo- (Cade sulla seggiola come fulminato)

Mimì- Buona sera.

Marcello- Come mai voi qui, a quest’ora?

Mimì- Ho tanto freddo. Ho visto la vostra finestra illuminata, passando per la strada, e sono salita. (Tossisce per tutte le battute a seguire)

Colline- Accomodatevi accanto alla stufa, starete più calda.

Mimì- (Andando alla stufa) Qui si sta molto meglio. Volevo chiedervi un favore. Sono stata mandata via dalla mia stanza ammobiliata, al centro di Parigi, perché devo pagare due quindicine d’affitto. Non so dove andare. Potete trovarmi una camera in questo palazzo?

Schaunard- Noi non godiamo buona fama presso il nostro padrone di casa e la nostra raccomandazione sicuramente risulterebbe dannosa….

Marcello- Ma non state più col Visconte?

Mimì- E’ finita da due mesi!

Marcello- E’ successo qualcosa’

Mimì- Il Visconte m’ha fatto una scenata per alcuni versi pubblicati sul giornale “Il Castoro”, dedicati a me. Ci siamo bisticciati….ed io l’ho mandato a quel paese…

Marcello- Ed ora? Sa in che condizioni vi trovate?

Mimì- Non l’ho più visto e non lo voglio più rivedere. Preferirei morire di fame piuttosto che chiedergli dei denari. Per vivere ho lavorato facendo anche la modella per i pittori. Ma posare nuda in cantine umide ha fatto sì che cascassi ammalata, sono stata venti giorni in ospedale. Una settimana fa, mi hanno dimessa dicendomi ch’ero guarita….in realtà…gli serviva il posto letto… (Tossisce) Ma voi stavate per cenare?

Colline- Non abbiamo più fame!

Mimì- Beati voi!

Schaunard- Se volete mangiare quello che c’è… Avevamo pensato di passare la vigilia di Natale tutti insieme a casa….

Mimì- Allora arrivo a proposito. Non mangio da ieri. (Si siede a tavola e mangia avidamente, ma non può continuare perché si commuove)

Marcello- Rodolfo, mettiti a tavola assieme a Mimì!

Rodolfo- Preferisco di no.

Mimì- Vi do noia? Volete che me ne vada?

Rodolfo- No, resta! Soltanto mi dispiace vederti in questo stato.

Mimì- La colpa è mia, lo riconosco. Quello che è stato è stato. Non ci pensiamo più. Va bene?

Rodolfo- (Spinto dalla passione) Piccola mia! (L’abbraccia)

Mimì- Come si sta bene fra le tue braccia. Mi ricorda i bei tempi felici.

Rodolfo- Come hai fatto a ridurti in queste condizioni?

Mimì- Ti sarò di peso ancora per poco.

Rodolfo- Non lo devi neanche pensare.

Mimì- Per venire fin qui, ci ho messo più di un’ora, m’ha dato forza solo il desiderio di rivederti ancora un’altra volta. (Tossisce)

Rodolfo- Schaunard, Marcello, Colline….aiutatemi! Bisogna trovare un rimedio, chiamare un dottore….

Marcello- Intanto sdraiamola sul letto… 

Colline e Schaunard- Ci pensiamo noi…. (La prendono e la sdraiano sul letto che mettono vicino alla stufa)

Mimì- Quanto siete buoni! Vi sto dando molto disturbo, non è vero?

Colline- Voi non disturbate mai!

Schaunard- (Osserva continuamente Mimì, po,i in disparte, dice agli altri, a bassa voce) Sta molto male, bisogna fare qualcosa….

Mimì- (Tossisce) Ho molto freddo!

Rodolfo- Ti riscaldo io. (L’accuccia)

Mimì- Come si sta bene qui. Accanto a voi mi sento meglio. (Tossisce)

Rodolfo- Zitta, non parlare, perché il parlare ti stanca.

Mimì- E’ un po’ di tosse, ci sono abituata.

Marcello- (A Colline e a Schaunard) Io vado a chiamare un dottore. (Esce)

Colline- Schaunard, vediamo se possiamo racimolare qualche soldo per comprare dei medicinali….

Schaunard- Filosofo, ogni tanto ragioni da persona sennata!

Colline- Davanti alla morte, la filosofia non serve a nulla. Andiamo.

Schaunard- (A Rodolfo) Rodolfo, ritorniamo fra poco! (Va via assieme a Colline)

Mimì e Rodolfo rimangono soli.

Mimì- Rodolfo, sapessi quante cose ho voglia di raccontarti…..

Rodolfo- Non ti affaticare…..

Mimì- Ti ho sempre amato, sai? E finchè avrò vita, tu rimarrai il mio unico amore….

Rodolfo- (Commosso) Oh, Mimì! Mia dolce e bella Mimì! (La bacia)

Mimì- Mi trovi ancora bella?

Rodolfo- Sì! Bella come un’aurora!

Mimì- (Quasi sorridendo) Come un’aurora? Forse volevi dire, bella come un tramonto?

Rodolfo- (Prende dalla tasca la cuffietta rosa che era stata di Mimì) Guarda. Questa cuffietta l’ho sempre tenuta con me.

Mimì- La mia cuffietta! (Tende il capo a Rodolfo che gli mette la cuffietta. Mimì rimane con la testa appoggiata sul petto di Rodolfo) Ti ricordi quando sono entrata qui per la prima volta?

Rodolfo- E come potrei scordarlo.

Mimì- Mi si era spento il lume….

Rodolfo- Eri confusa….impacciata….non sapevi cosa fare. Perdesti finanche la chiave di casa….

Mimì- Adesso te lo posso dire, birbantello, la chiave non riuscii a trovarla perché tu la ritrovasti prima di me, nascondendola nella tua tasca….

Rodolfo- Aiutavo il destino!

Mimì- (Ricordando le parole di allora) “Con lei accanto mi si è risvegliato l’animo poetico”. (Recita la poesia di allora, mentre Rodolfo le fa da controcanto)
“Dei vent’anni fra l’ebrezza
l’avvenire un sogno appare.
Vola via la giovinezza
voglio vivere ed amare.

Rodolfo- (Continuando la poesia da solo)
“Colgo lesto la carezza
che mi deve inebriare
d’una donna la bellezza
mi fa tanto innamorare.
Dei vent’anni la gaiezza
è la forza del mio fare….

Mimì- (Completa da sola, la poesia)
“Vola via la giovinezza
voglio vivere…
(E’ presa da uno spasimo di soffocazione e lascia ricadere il capo, sfinita)

Rodolfo- (Spaventato la sorregge) Oh Dio! Mimì! (Prende un bicchiere d’acqua) Tieni, tieni, prendi un po’ d’acqua. 

Mimì- (Beve)

Rodolfo- (Dopo una piccola pausa) Come stai?

Mimì- Niente, non è niente! M’è passato!

Rodolfo- Cerca di riposare, adesso! (La fa sdraiare meglio sul letto e la copre con una coperta)

Mimì- (Si addormenta)

Marcello- (Entrando si rivolge a Rodolfo parlando piano) Ho trovato un dottore, era impegnato con un ammalato, ma appena finisce verrà subito qua.

Rodolfo- Ma gli hai detto la gravità del caso?

Marcello- Certo, gli ho detto di fare quanto più presto possibile. Intanto ho procurato questo cordiale. (Va da Mimì)

Colline- (Entrando assieme a Schaunard) Abbiamo trovato dei soldi….

Schaunard- …ci potranno servire per le medicine e le eventuali cure…

Colline- (A Rodolfo) Come sta?

Rodolfo- Dorme. Adesso è più tranquilla!

Marcello- (Che era andato a dare il cordiale a Mimì, si accorge che questa è già morta e chiama in disparte Colline e Schaunard) Colline, Schaunard….

Scaunard e Colline- Sì?

Marcello- (Parla ai due senza farsi sentire da Rodolfo) E’ morta! (I tre si fanno il segno della croce)

Rodolfo- (Che non si è accorto di nulla ed è impaziente) Ma che fa questo dottore, viene o non viene? Marcello, per favore, vedi se puoi portarlo qui tu stesso….

Marcello- (Glaciale e vuoto) Non c’è più bisogno!

Schaunard- (Abbracciando Rodolfo) Coraggio!

Colline- (Chiudendo gli occhi di Mimì) Requiescat in pace!

Rodolfo- (Corre da Mimì, piangendo) Mimì!

Marcello, Colline e Schaunard- Amen!

Una musica, che prima ha fatto da sottofondo a tutta la scena, prende il sopravvento.
Quadro finale, mentre si chiude il sipario.

FINE