Volevamo fare le… Troiane

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Volevamo fare le… Troiane

(Commedia in due atti di Stefano De Stefani. Rappresentata la prima volta il 26/11/2015 “Teatro della dodicesima” Via Carlo Avolio, 60 Roma – Compagnia “Rosa Blu”, regia dell’autore)

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Personaggi

RANIERO                  

CARLO                      

ARISTIDE                 

TERESA                    

VIRGILIO                  

LORENZO                 

FLO                           

LAURETTA               

OLGA                        

ALBA                        

GEMMA                    

ROSARIA                  

MADDALENA          

AGENORE                

N° SIAE 234307

Per ogni utilizzo del testo prendere contatto con l’autore: rosablufd@gmail.comTutti i diritti riservati.

PRIMO ATTO

Scena I

Raniero e Carlo

(Roma, 18 febbraio 1956. La capitale è stata investita da una eccezionale ondata di freddo. La neve, caduta

abbondantemente, ha creato degli effetti incredibili ma bellissimi, per le strade, sui monumenti, della Città

Eterna. Interno sera, un locale poco illuminato da una finestra alta, da cui si vedono passare delle persone,

solo i piedi. È un seminterrato. Un uomo, circa cinquanta anni, è seduto ad una scrivania, piena di fogli,

alla rinfusa. Giocherella nervosamente con una sigaretta, spenta, la poggia sul tavolo, la riprende, la mette

tra le labbra, cerca qualcosa sulla scrivania, poggia di nuovo la sigaretta, sconsolato. Ha il bavero della

giacca alzato, una sciarpa annodata sulla testa. Sente freddo. Da una porta, piuttosto malmessa, entra un

uomo, cinquanta/cinquantacinque anni, dopo aver tentato, senza successo, di richiudere la porta, si dirige

verso il primo uomo)

RANIERO – Buongiorno Carletto, sempre indaffarato, eh?

CARLO – (Senza alzare lo sguardo da quello che sta leggendo) Te, invece, sempre senza fa’ niente, eh?

RANIERO – E qui ti sbagli, caro il mio Capocomico! Io lavoro, me movo, cerco, contatto…

CARLO – … a sor Agente teatrale, che me devi di’? C’hai qualcosa pe’ me?

RANIERO – Te credi che te venivo a fa’ ‘na visita de cortesia?

CARLO – (Prende la sigaretta) C’hai un cerino?  

RANIERO – No! Lo sai che nun fumo! (Sorride) Ma dimme ‘npo’, quella è sempre la stessa sigaretta… (Carlo guarda altrove, fa il vago) nun te riesce proprio de accennela… 

CARLO – … (Posando di nuovo la sigaretta) è meglio, così non fumo!

RANIERO – T’ho trovato un contratto…

CARLO – … allora… (Si alza e invita Raniero a sedersi) dimmi, dimmi tutto, prego, siediti!

RANIERO – Ah, mo’ me fai accomoda’?  Nun fai più lo spiritoso (Si siede)

CARLO – Ranie’, stavo facendo dei conti…

RANIERO – (Sogghignando) … de l’incassi…

CARLO – … de li buffi! So’ sei mesi che nun c’ho un contratto!

RANIERO – (Abbassa lo sguardo) Lo so, Carle’… so’ tempacci! Appena finita la guera, un po’ se lavorava!

            L’americani qualcosa te facevano fa’! Poi, mo’, co’ ‘sta televisione…

CARLO – … la gente se raduna al bar pe’ vede’ “Lascia o raddoppia”…

RANIERO - … e a teatro nun ce va più nessuno!

CARLO – Ce vanno, ce vanno! Ma vanno a vede’ Totò o Macario! E noi che famo er teatro serio, se la

            pijamo…

RANIERO – … 'nder secchio!

CARLO – Nun era proprio quello che volevo di’ io… (Sorride) comunque va bene lo stesso! Che c’hai da

            propomme?

RANIERO – Nella compagnia tua, quanti sete?

CARLO – ‘Na decina!

RANIERO – Ne poi rimedia’ quarcun’antro!

CARLO – Sì, co’ ‘sta fame!

RANIERO – Donne o omini?

CARLO – (Lo guarda interrogativo) Tutt’e due!

RANIERO – (Fa una smorfia) Più donne che omini…

CARLO – … ma che dovrebbero fa’?

RANIERO – ‘Na decina de serate, a maggio… poi, se va bene, st’estate, ‘nantro po’!

CARLO – Tombola!

RANIERO – Che c’avete pronto?

CARLO – Le Troiane e pure i Menecmi, volendo…

RANIERO - … no, famme capi’! De che se tratta?

CARLO – Ma come, fai l’agente teatrale e nun sai che so’ le Troiane e i Menecmi?

RANIERO – (Si da un tono) Ne ho sentito parlare! Ma, de che parlano?

CARLO – (Un po’ in imbarazzo) Le Troiane della caduta di Troia…

RANIERO - … annamoce piano, Carle’! Vabbe’ che a teatro se gioca co’ i doppi sensi, ma così me pare un

            po’ troppo esplicito…

CARLO – … ma che dici? Parla di Troia…della guerra…

RANIERO – … storia d’un Casino ‘ntempo de guera? Robba co li tedeschi…

CARLO – … ma quali tedeschi? Se tratta de ‘na storia de prima che nascesse Roma!

RANIERO – Addirittura? Ma fa ride?

CARLO – Sei proprio ’nignorante! (Riflette) Per quanto…

RANIERO – … per quanto, che?

CARLO – Le Troiane è ‘na tragedia! Ma I Menecmi… è comico, se vogliamo…

RANIERO – … ho capito! Fanno piagne tutti e due!

CARLO – Ma che tipo di spettacolo ti serve?

RANIERO – Varietà, avanspettacolo, hai capito?

CARLO – Ma noi non facciamo… varietà!

RANIERO – Ah no? E se te do ‘npo’ de questi, come acconto? (Tira fuori dei soldi dalla tasca) Lo fai… lo fate, er varietà?

CARLO – Me sa de sì!

RANIERO – Allora, quanto ce metti a raduna’ ‘sta gente?

CARLO – Poco!

RANIERO – Staranno tutti in Galleria…

CARLO – … ma manco pe’ gnente! So’ tutte persone serie, professionisti…

RANIERO – … e ‘ndo’ li vai a cerca’?

CARLO – A casa, a Villa Borghese, ar caffè Greco…

RANIERO – … annamo bene! Allora se vedemo… dopodomani! Me li fai trova’ tutti qui, alle dieci, vabbe’?

CARLO – Va bene! (Raniero si alza) Raniero!

RANIERO – Sì!

CARLO – Proprio nun ce l’hai un cerino?

RANIERO – T’ho detto che nun fumo… (Riflette. Guarda Carlo negli occhi. Mette la mano in tasca e tira

            fuori dei soldi, conta quattro/cinque banconote e le porge a Carlo) ecco qua, pe’ le prime spese…

CARLO – … cioè? (Prendendo i soldi)

RANIERO – Dovrai fa’ delle telefonate, dovrai prende er tram… te dovrai compra’… i cerini…

CARLO – … e le sigarette… (Butta la malridotta sigaretta che ha ancora in mano)

RANIERO – … e dovrai pure magna’, no?

(Raniero esce. Carlo si mette la sciarpa intorno al collo, si aggiusta i capelli ed esce anche lui)

Scena II

Carlo e Aristide

(Interno giorno. Entra Carlo, seguito da Aristide, circa sessanta anni, portamento elegante. Aristide si siede,

 Carlo passeggia nervoso)

CARLO – Hai capito, Aristide, abbiamo la possibilità di lavorare, finalmente, ma dobbiamo fare la “rivista”!

ARISTIDE – La “rivista”? Chiamalo con il suo nome… è “AVANSPETTACOLO”!

CARLO – Va bene, è come dici tu, ma…

ARISTIDE – … ma dobbiamo turarci il naso e pensare alla pancia!

CARLO – Proprio così! Aristide, devi aiutarmi a dirlo agli altri! Ho dato loro appuntamento alle nove, così poi arriva Raniero, alle dieci, e definiamo il contratto! Tra poco saranno qui…

ARISTIDE – (Tirando fuori dal panciotto l’orologio)… tra pochissimo, direi!

CARLO – Appunto! Loro si aspettano di portare in scena “Le troiane”, di Euripide…

ARISTIDE – … e invece andranno sul palcoscenico con le gambe scoperte e… (Si alza, si avvicina minaccioso a Carlo) non interpreteranno le Troiane, bensì le tr… ma hai pensato che le nostre

            “ragazze”, non hanno più vent’anni?

CARLO – Se è per questo, neanche più… trenta…

ARISTIDE – … gia! Sono delle belle donne, ma un po’… come dire… mature!

CARLO – Non è la data di nascita che mi preoccupa! Penso a come possono sentirsi… come potete sentirvi

            tutti voi… attori di prosa, veri, che avete studiato tanto, che studiate continuamente…

ARISTIDE – … che non mangiamo quasi mai!

CARLO – Allora è a questo che devo… che dobbiamo pensare? (L’altro sta per parlare, lui lo ferma) Va bene, Aristide, hai ragione!

ARISTIDE – Se vuoi spiegherò tutto io! Dopotutto sono il più anziano e poi… tu potresti emozionarti e sarebbe più difficile! Sei d’accordo?

CARLO – Sì! Grazie!

ARISTIDE – Una cosa non mi hai detto: che tipo di spettacolo pensi di metter su? Tu sei un regista di prosa! Sai fare testi classici! Cosa t’inventi?

CARLO – Beh, pensavo a qualche balletto, coreografie esotiche, a qualche… scenetta… tipo quelle di Totò, Macario o Taranto…

ARISTIDE – … perbacco! E a chi affideresti queste scenette?

CARLO – A te, a Virgilio…

ARISTIDE – … Virgilio? Ma lui va bene per fare… Amleto… ecco Menelao, nelle Troiane…

CARLO – … lo vedi? Come puoi aiutarmi? Anche tu ti rendi conto che… che… nun se po’ fa’! Lasciamo stare…

ARISTIDE – … ma che lasci stare? Volendo, lavorandoci…

CARLO – … tu dici? (Aristide annuisce) E con … Lorenzo?

ARISTIDE – Lorenzo? Capirai, con quella faccia da funerale! Perfetto per Taltibio… (Riflette) però, a pensarci bene, la sua faccia potrebbe essere molto comica… pure con lui… bisogna… lavorarci!

CARLO – Me la dai una mano?

ARISTIDE – Certamente! (Lo squadra da capo a piedi) E tu, fai solo la regia? Che ne dici di fare qualcosa insieme?

CARLO – Tu ed io? E che potremmo fare?

ARISTIDE – Ora non mi viene in mente nulla! Però… pensaci anche tu, va bene?

CARLO – Prometto che ci penso… (Riflette) ci penso!

(Si sentono delle voci, da fuori, più persone, risate)

ARISTIDE – Sento che arriva qualcuno! Sono loro!

CARLO – Senti come ridono! Aristide, mi dispiace deluderli…

ARISTIDE –  … vedrai, andrà tutto bene! Lascia fare a me!

(Si apre la porta, entrano due uomini, sulla quarantina, e otto donne, circa della stessa età. Sono tutti vestiti

di scuro)

 

Scena III

Teresa, Aristide, Virgilio, Carlo,Lorenzo, Flo, Lauretta,Olga, Alba, Gemma, Rosaria e Maddalena

TERESA – Buongiorno Carlo, buongiorno Aristide…(Porge la mano ai due)

ARISTIDE –  Buongiorno Teresa… (Le bacia la mano) buongiorno belle signore! (Bacia la mano ad Olga e

            ad Alba. Tutte le altre lo salutano con un cenno e poi si sparpagliano sulla scena)

VIRGILIO – Caro Aristide! (Gli stringe la mano) Carlo, cos’hai? Sei pallido! (Stringe la mano anche a lui)

CARLO – Devo aver mangiato “troppo” a colazione… (Lascia la mano di Virgilio e va da Teresa) e tu, hai fatto colazione?

TERESA – E come no? (Ironica) Credo, però di aver esagerato con i croissant e la marmellata… (Sprezzante) probabilmente salterò il pranzo…

CARLO – … penso, invece, che oggi, il pranzo, non lo salterà nessuno! (Tutti lo guardano esterrefatti) Siete

            tutti invitati dal “Matriciano”…

LORENZO – … non scherzare, Carlo! Hai vinto al Lotto?

ARISTIDE – Non sta scherzando! Vi ha detto che abbiamo un contratto, no? E abbiamo anche un “anticipo”!

FLO – No! Non ci posso credere…

LAURETTA – … che bello! Allora è tutto vero?

CARLO – Sì, sì certo che è tutto vero…

OLGA - … ve l’ho sempre detto che il nostro Regista era una forza! (Così dicendo si avvicina a Carlo e lo abbraccia)

TERESA – (Separando i due) Lo so bene… (Guarda inferocita Carlo) lo sappiamo tutti!

ALBA – Insomma, ci vuoi spiegare di che si tratta?

GEMMA – Sì, dai non tenerci sulle spine…

ROSARIA - … stanotte non ci ho dormito! (Tutti la guardano sorridendo) Perché voi sì?

(Tutte si danno di gomito e guardano Virgilio)

MADDALENA – Che tu abbia dormito poco… lo immaginavamo! (Rosaria vorrebbe rispondere) Ma che fosse per l’eccitazione dello spettacolo…

ALBA – … Maddalena! Non sono cose che ti… che ci riguardano!

VIRGILIO – Brava Alba!

FLO – Anche tu, non hai dormito, vero? Anche tu, eri “eccitato”… per lo spettacolo?

VIRGILIO – Flo, cara … perché no ti fai… gli affari tuoi?

CARLO – Ora, vi prego, ascoltatemi…

TUTTI - … siamo tutto orecchi!

CARLO – Ho… abbiamo, un contratto! Subito una decina di repliche…

ALBA – … accidenti! Dieci repliche?

CARLO – Sì! Pensi siano troppe… (Sorridendo) che non ce la possiamo fare? Fatemi finire! Dopo le dieci repliche, questa estate si va in giro per località di villeggiatura…

LAURETTA – … località di villeggiatura? Portiamo “Le Troiane” nei luoghi dove la gente è in vacanza?

CARLO – Sì… ehm… ma bisogna che vi spieghi… (Guarda supplichevole Aristide) Aristide, vuoi farlo tu?

ARISTIDE – D’accordo! Al nostro Capocomico è stato proposto un contratto per portare in scena… un…

MADDALENA – … adattamento delle “Troiane”? Ah, ho già imparato tutta la parte di Ecuba…

ALBA – … Ecuba? Perché sei sicura che sarai tu ad interpretarla?

GEMMA – Carlo, ricordati che a me hai promesso Cassandra!

TERESA – (Piano a Carlo) Che storia è questa? Da quando in qua “prometti” le parti? E in quale

            “momento”… in che “sede”, lo hai fatto? Bada che ti taglio…

CARLO – … calmati, tesoro… ehm… forse non ricordi, ma… ehm… c’eri anche tu…

TERESA – … c’ero anch’io, eh? T’ammazzo!

ARISTIDE – Volete sentire quello che ho da dirvi? (Tutti annuiscono, ridacchiando) Sarà un adattamento,

            come dire, un po’ particolare… ecco…

ROSARIA -  (A Carlo)… stanotte ho sognato che mi davi la parte di Elena…

LAURETTA – … ma lo fate finire?

ARISTIDE – Grazie Lauretta! Dicevo che la versione sarà… ehm… attualizzata, alleggerita, resa più

            accessibile ad un pubblico più vasto…

LORENZO - … le Troiane? Un pubblico… vasto? Ma che dite? Cosa intendete? Per me c’è sotto qualcosa!

            Vieni al sodo Aristide!

ARISTIDE – (Sguardo d’intesa con Carlo) Sarà una versione con musiche… (Tutti si guardano) balletti…

            (Sempre più sbigottiti) scenette… (Tutti lo guardano, poi guardano Carlo che rivolge lo sguardo

            altrove) insomma… ehm… un… ehm… (Sottovoce) un varietà!

TUTTI – Un che?

CARLO – Un Varietà!

(C’è un po’ di trambusto. Maddalena scoppia in lacrime, consolata e imitata da Lauretta. Gemma, Alba e

Olga confabulano, Teresa, impietrita, non distoglie lo sguardo da Carlo. Flo discute con Aristide, Virgilio e Rosaria si abbracciano. Lorenzo è rimasto impietrito al centro della scena, sguardo nel vuoto. Il vocio aumenta)

LORENZO – Ascoltate! (Tutti rivolgono lo sguardo verso di lui, ammutoliti) Ascoltatemi! (Gli si fanno

            Dappresso. Inizia a parlare, solenne) Mai, dico MAI, avrei immaginato di finire così … (Gli

altri annuiscono) dopo anni dedicati allo studio, in accademia, di esercizi per educare la voce, il corpo, la mente… (Virgilio gli pone una mano sulla spalla) e tu, amico mio, sai bene quanta fatica, quante notti insonni a provare monologhi, scene, quante sigarette… (Virgilio toglie la mano e lo guarda perplesso)

VIRGILIO - … quando potevamo comperarle…

LORENZO – …quanti pasti saltati…

VIRGILIO - … anche perché non c’erano soldi…

ARISTIDE – … nihil sub sole novum!

LORENZO – Dopo ci dai la traduzione, Aristide! Dicevo quanti sacrifici in nome dell’arte, quella con la A

maiuscola! Animati sempre e comunque dalla passione! Il fuoco sacro dell’arte ci ha sempre dato la forza di andare avanti! Ed ora, siamo qui, costretti ad ascoltare queste tremende parole: varietà… scenette… fors’anche… perdonatemi… “barzellette con i doppi sensi”… (Rabbrividisce) balletti e… ballerine con le gambe di fuori… (Guarda le donne vicine a lui) mio dio…

FLO - … (Si guarda) Embè, che c’hai da di’?

GEMMA - (Si guarda anche lei) Perché che ce manca?

LORENZO – Scusate! Il “mio Dio” non era per voi! Era per me… mio Dio, come sono caduto in basso!

(Tutti ricominciano a parlare tra di loro) Vi chiedo… (Tacciono e si riavvicinano a Lorenzo) vi chiedo ancora un attimo d’attenzione… (Silenzio perfetto) voglio mettervi a parte di una mia riflessione! (Si stringono intorno) L’arte, la passione, il fuoco sacro… l’Accademia… (Si drizza in tutta la sua altezza, gonfia il petto, assume un’espressione da guerriero. Gli altri si allontanano da lui come temessero un’esplosione) lasciatemi dire… (Tutti trattengono il fiato. Lui esplode) MA CHI SE NE FREGA! SE IL VARIETA’ CI FA MANGIARE, CI FA COMPRARE LE SIGARETTE… INSOMMA:”CHE VARIETA’ SIA!”

(Dopo un secondo di sorpresa tutti applaudono, ridono, Virgilio e Aristide danno grandi pacche sulle spalle

a Lorenzo. Le donne si fanno intorno a Carlo, lo abbracciano, lo baciano. Teresa si mette tra loro e Carlo, inferocita, le allontana e poi lo abbraccia, quasi soffocandolo)

ROSARIA – (A Virgilio) Ma tu non sei geloso se… se io… insomma, se metto in mostra la gambe?

VIRGILIO – Perché dovrei? È arte, no? (Riflette) Magari ti metti in seconda fila, eh?

(Si apre la porta, entra Raniero con un altro uomo, sulla cinquantina, azzimato, con gli occhiali e una borsa

sotto il braccio)

Scena IV

Raniero, Carlo,Agenore, Virgilio, Aristide, Lorenzo, Flo, Maddalena, Rosaria, Lauretta, Alba, Gemma, Teresa e Olga

 

RANIERO – Bene, che entusiasmo! A Carle’ jai spiegato tutto?

CARLO – Più o meno!

RANIERO – Allora dije de mettese tutti la’! E presentami!

CARLO – Signori, spostiamoci tutti da questa parte, prego! Vi presento Raniero Pompili, il nostro

            produttore…

RANIERO – … no, scusa! Sono il rappresentante, della produzione! Il finanziatore, il Commendatore, lo

            conoscerete fra un po’! Prego continua, Carle’!

CARLO – Il signore che è con lui… (A Raniero) come si chiama?

RANIERO – È vero, non vi conoscete! Lui è Agenore Sportelletti, amministratore della produzione… in

poche parole quello che ve paga! (Agenore accenna un inchino) Attenti che ve conta le presenze, controlla gli orari, le pause, i cappuccini… lui segna tutto…

AGENORE - … soprattutto le perdite de tempo! Il tempo è denaro! Quindi se volemo strigne, Ranie’!

RANIERO – Che v’avevo detto? Allora, i “signori” de qua e le “signore” de la’! (Si dispongono) Ecco,

            bravi! Cominciamo coi maschietti! (A Virgilio) Tu, te chiami? Che fai!?

VIRGILIO – Virgilio Anniballi, attore, diplomato all’accademia…

RANIERO – … vabbe’, nun ha importanza! Carle’, com’è Virgilio?

CARLO – Bravo…

RANIERO – … ecco! Tu? (Ad Aristide) Sei un po’ “stagionato”!

ARISTIDE – So’ esperto! Mi chiamo Aristide Aristei, attore!

RANIERO – Sei diplomato pure te, all’accademia?

ARISTIDE – Sì, ma nun ha importanza…

RANIERO – … bravo! Questo giovanotto?

LORENZO – Lorenzo Piccirilli, attore e… e basta!

RANIERO – Ammazza che cognomi: Anniballi, Piccirilli…  Aristidei…

ARISTIDE - … Aristei! Il nome è Aristide!

RANIERO – Ma tanto cambiamo tutto! (Rivolto a Agenore) Meno male che te nun reciti, capirai,

            “Sportelletti”! Vabbe’, Carlo lo conosco… passiamo alle signori… alle signore! Tu? (A Flo)

FLO – Floriana De Magistri, detta Flo, attrice… drammatica… (Raniero la guarda sorpreso poi rivolge a

            Carlo un cenno come dire:”Ma che dice?”) e comica!

RANIERO – Tutte e due? Brava! Tu? (A Maddalena)

MADDALENA – Maddalena Fabris, attrice.

RANIERO – Fabris… parente de Alvaro?

MADDALENA – No, mi dispiace!

RANIERO – Grazie! Passamo a… a… (A Rosaria) te! (Rivolto a Carlo) Che è tu’ nipote?

CARLO – No, ma è la fidanzata di Virgilio!

(Rosaria arrossisce, Virgilio è colpito, tutti sorridono, meno Lauretta)

ROSARIA – Rosaria Buscemi, attrice e ballerina… (Guarda Virgilio, come per scusarsi) classica!

RANIERO – Bene! Mettete la’! Tu? (A Lauretta)

LAURETTA –Laura Cacace, ma tutti mi chiamano Lauretta, attrice, soubrette e… so fa la sciantosa! (Sguardo di sfida a Virgilio) Volete vede’?

RANIERO – Magari ‘nantra vorta! Comunque, va bene! Vedemo un po’ te! (Ad Alba)

ALBA – Alba Ridolfi, attrice!

RANIERO –  Seria, troppo seria! Alba, fatte ‘na risata! Er nome tuo nun lo cambiamo, va bene così: Alba Ridolfi… sona bene, vero Age’?

AGENORE – Se sta bene a te?

RANIERO – Tocca a te! (A Gemma)

GEMMA – Gemma Antinori, attrice e ballerina! (Accenna una “mossa”)

RANIERO – Alla faccia der bicarbonato de sodio! Questa me la tenevi nascosta, eh Carle’? (Teresa mostra il pugno a Carlo. Raniero se ne accorge)  E te che fai, la boxeur? Vieni avanti!

TERESA – Teresa Paoletti, (Guarda le altre, sprezzante) prima attrice e… fidanzata di Carlo Spadoni!

RANIERO – Ah, è la tua fidanzata? Complimenti Carle’ e… auguri! Annamo avanti! Ce sei rimasta solo tu… (A Olga) tu sei?

OLGA – Olga Moretti, attrice drammatica, ma, se serve…

RANIERO – … serve serve! (La squadra ben bene) E poi una co’ ‘nsoriso com’er tuo, mica se la famo scappa’, vero Age’?

AGENORE – Se sta bene a te?

RANIERO – Bene, me pare che come compagnia potete anna’! Forse ve rimedio ‘nantre quattro/cinque sgal… ballerine… giovani, pe’ fa gruppo! A proposito, signore, vi devo chiedere un’ultima cosa! (Le donne si guardano l’una con l’altra) Le gambe…

CARLO - … come sarebbe a dì?

RANIERO – Sarebbe che devo vede’ le gambe! Mica posso manna’ in scena, in una rivista, delle ragazze co’ le gambe storte!

FLO – Quindi è necessario?

RANIERO – Sì!

(Le donne sono imbarazzate! Lo è anche Carlo. Poi Gemma comincia a tirar su la sua gonna, imitata, via

via dalle altre. Le gonne, strette, salgono lentamente, quando arrivano sopra il ginocchio, Raniero fa un

cenno con la mano per fermarle)

RANIERO – Basta così, grazie! Potete rimettere a posto le gonne!

CARLO – Vanno bene tutte?

RANIERO – Sì, tutto a posto! Adesso Agenore prenderà i vostri dati, io intanto parlo co’ Carletto!

(Agenore si siede alla “scrivania”, tira fuori della carta e comincia a chiedere delle cose a tutti loro. Raniero si apparta con Carlo)

RANIERO – Me pare che va tutto bene, no?

CARLO – Sai, avevo paura che non accettassero, sono attori di teatro, vengono praticamente tutti dall’accademia…

RANIERO – … ma la fame te fa prende decisioni che nun penseresti mai de prende! Nun diventeranno ricchi… e manco famosi, però se divertiranno e staranno bene! Io nun j’ho mai fatto manca’ niente alle compagnie che lavoravano pe’ me! Se saranno all’altezza delle premesse, co’ me, lavoreranno sempre! Intesi?

CARLO – Non ti deluderemo!

RANIERO – ‘Na cosa volevo di’: ma il copione quanno me lo fai legge? E poi che titolo je dai a ‘sta commedia?

CARLO – Beh… ecco… il copione… lo… lo devo far scrivere a macchina…

RANIERO – … ho capito, recitate a braccio! Ma va bene! L’importante che le ballerine so’ bbone e li comici fanno ride, poi der testo che ce frega, no?

CARLO -  Se sta bene a te?

RANIERO – Ao’, ma che me fai come Agenore? Per carità! Allora, ‘sto titolo?

CARLO – Pensavo a qualcosa che richiamasse l’antica Grecia…

RANIERO – … ma che voi fa quella de le tro… troiane? Era così che se chiamavano?

CARLO – Non quel copione, ma giocare sulla vicenda…

RANIERO – … me pare ‘na bona idea! Nell’ambiente gira voce che pure quelli der Sistina…come se chiamano?

CARLO – Intendi i due autori?

RANIERO – Sì! Giannini e Carolei! Casadei e Giannettini… hai capito, no?

CARLO – Sì, ho capito! Beh, che c’entrano?

RANIERO – Ho sentito di’, che stanno a pensa’ de fa proprio ‘na cosa der genere, sulla Grecia antica…

CARLO - … allora ci dobbiamo sbrigare, sennò dicono che gli abbiamo copiato l’idea!

RANIERO – Giusto, Carle’! Age’, hai finito con i signori? (Agenore annuisce) Allora annamo!

AGENORE – Se sta bene a te?

RANIERO – Aridaje! Signore e signori, è stato un piacere, arrivederci a presto e buon lavoro!

TUTTI – Arrivederci… arrivederci!

CARLO – Raniero, non si potrebbe avere un altro anticipo… sai…ehm…per le spese…

RANIERO – … c’hai ragione! (Tira fuori un po’ di soldi e li da a Carlo) Age’, segna pure questi, so’ trentamila… co’ quelli de prima fanno cinquanta! Carle’ nun ve li magnate tutti insieme, co’ ‘na botta sola! Magnatece pe’ quarche giorno! Se vedemo domani ar caffè Aragno, firmamo er contratto e te do er resto! Ao’, vojo er titolo, ricordete! Arrivederci! (Esce insieme ad Agenore)

CARLO –Bene, signore e signori, il contratto è firmato… cioè, lo firmo domani, ma siamo già sul libro paga di Agenore…

OLGA - … il porco!

CARLO – Come “il porco”?

OLGA – Ci ha fatto capire che se saremo carine con lui… potrebbe ritoccare la paga!

CARLO – ‘Sto str… (Guarda Lorenzo, Virgilio e Aristide) ma l’ha detto pure a voi?

ARISTIDE – A noi nun ce da ‘na lira de più, manco se lo portamo a cavacecio!

GEMMA – Allora Carlo, quando cominciamo le prove?

ROSARIA – Il copione quando lo avremo?

LAURETTA – Non ci hai detto come si intitolerà la commedia!

OLGA – Siamo sicuri che andrà tutto in porto?

CARLO – Una per volta, per carità… (Teresa lo fulmina con lo sguardo) Le prove iniziano a metà aprile! Il copione… possiamo usare quello delle “Troiane”…

LORENZO - … come sarebbe a dire?

CARLO – Non vi preoccupate, seguiremo la storia, non useremo le battute, ma le situazioni, facendole diventare comiche!

ALBA – Credi sia possibile?

TERESA – Se lo dice così convinto… è possibile! (Lo abbraccia) Lo conosco bene il MIO “animalaccio”!

MADDALENA – Questo vuol dire che io sarò Ecuba?

GEMMA – E io Cassandra?

CARLO – (Guarda Teresa che lo minaccia con il pugno) Fatemi pensare! Vi comunicherò le parti al più presto!

GEMMA – E il titolo? Non potrà essere “Le Troiane”?

CARLO – No! Voglio pensarci ancora un po’! Adesso andate che ho un po’ da fare… (Lo guardano tutti un

po’preoccupati) che c’è? Ho capito! Stasera tutti a cena… però cambiamo, andiamo in pizzeria… dobbiamo risparmiare! Abbiamo tempo per fare i “signori”! Olle otto a Testaccio, giardini davanti la chiesa! Ok?

TUTTI – OK!!! (Escono tutti meno Teresa)

TERESA – Mo’ che me rappresenta ‘sto “ok”?

CARLO – Così…

TERESA – Non mi piace! Anche se siamo costretti, per non morire di fame, a fare ‘sta pagliacciata, rimaniamo sempre degli artisti seri, attori veri…

CARLO - … sai che Raniero mi ha detto una cosa?

TERESA – Cosa?

CARLO – Mi ha parlato di due grandi autori che… (Teresa si avvicina, sinuosa) ma te lo dico dopo…

TERESA - … dopo, quando?

CARLO – No, la domanda esatta è:”Dopo COSA?”…

TERESA - … ti odio!

CARLO – Dimmelo dopo!

TERESA – Dopo Cosa?

CARLO – Hai sbagliato di nuovo! Qui dovevi chiedere:”Dopo QUANDO?”!

TERESA – Allora… Dopo QUANDO?

CARLO – MENTRE!!!!!

SIPARIO

FINE PRIMO ATTO

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SECONDO ATTO

Scena I

Virgilio, Aristide, Alba, Lorenzo, Lauretta, Gemma, Flo, Agenore, Teresa, Olga, Rosaria, e  Maddalena

(30 aprile 1956, a un mese dalla Prima. Interno giorno. La scena si svolge sul palcoscenico dove dovranno

recitare. Sul fondo la sagoma di un grande cavallo, di legno. Qualche sedia, un vecchio pianoforte verticale,

asciugamani in terra. Le donne sono in tenuta d’allenamento, stanno provando le coreografie. È un

momento di pausa. Entrano Virgilio, Lorenzo e Aristide)

VIRGILIO – Aristide, vogliamo riprovare la scenetta del “timido”?

ARISTIDE – Direi che è il caso! Mettici più cuore, però!

VIRGILIO – Mi stai chiedendo di “mettere il cuore” in una scenetta… insulsa…

ARISTIDE - … insulsa un paio di… (Rivolto alle donne) scusate! Questa “insulsa scenetta” è un classico del teatro comico! L’ho vista fare a Milano, subito dopo la fine della guerra, da Walter Chiari e Mario Riva! Da ridere fino alle lacrime…

VIRGILIO - … noi non siamo Chiari e Riva!

ARISTIDE – Siamo Aristei e Anniballi…

VIRGILIO - … semmai Alan Aris e Gil Ball! (Ha un brivido) Che razza di nomi hanno scelto? (Rosaria lo chiama con la mano, lui la raggiunge)

ARISTIDE – Va bene così! Sulla locandina è meglio che non compaiano i nostri veri nomi! Domani possiamo sempre negare di essere stati in questo spettacolo…

ALBA - … allora mi faccio cambiare anch’io il nome! Raniero ha detto che il mio suona bene…

LORENZO - … non serve a nulla! Il mio nome “d’arte” è “Laurence Hill”… (Sconsolato) Chissà come lo pronuncerà… “l’inclito pubblico”? (Sospira teatralmente) Vogliamo parlare del titolo? (Gli altri si guardano incerti) “A CAVALLO PER TROIA”… (Espressione disgustata) Ormai siamo in ballo e… balliamo!

LAURETTA – Perché tu balli?

LORENZO – Volendo potrei! Non ci credi? Ora vedrai! Maestro… dov’è il pianista?

GEMMA – È andato a mangiare! Beato lui!

FLO – Come a mangiare? Sono le dieci…

GEMMA - … quello mangerebbe a qualsiasi ora!

FLO – Non potremmo andare anche noi? Chi viene a mangiare?

(Entra Agenore)

AGENORE – Mangiare? Alle dieci di mattina? Che vi salta in mente? E poi che state a fa’? Non provate?

GEMMA – Siamo in pausa!

AGENORE – Che pausa? Quanto dura ‘sta pausa?

TERESA – Già! Quanto dura ‘sta pausa? Quanto deve durare? Chi ce lo dice?

FLO – La decide il pianista! Quando lui non c’è non possiamo provare…

AGENORE - … che sciocchezza! Dovete provare per forza con la musica? Su in pista, ballate! Battete il tempo con le mani! Intanto vado a cercare ‘sto mangiapane a tradimento! (Esce)

ALBA –Come se lo pagasse lui, il pranzo del maestro! (Tutti l’ascoltano) Va a mangiare al Circolo San Pietro! A quest’ora cominciano a distribuire! Poveraccio, è l’unico pasto che fa, in tutta la giornata!

OLGA - Noi invece… (Ironica)  facciamo tre pasti al giorno: colazione, pane abbrustolito e latte; pranzo, ciriola con la mortadella; cena, cappuccino e maritozzo… rifatto! Poveraccio, il maestro?

ALBA – Perché tu andresti a mangiare al Circolo?

OLGA – No… no… o mio Dio! Cosa stiamo dicendo? Noi stiamo lavorando, speriamo di lavorare sempre…

LAURETTA - … speriamo!

TERESA – Devi essere positiva! Lavoriamo, ci pagano…

LAURETTA - … poco!

TERESA – Meglio che niente!

ROSARIA – (Le ha raggiunte perché Virgilio si è allontanato con Aristide e Lorenzo) Per il momento a me  basta quello che ho…

LAURETTA - … lei campa d’amore!

ROSARIA – Perché ce l’hai con me? Lo so che eri fidanzata con Virgilio, ma quando sono arrivata qui da voi, vi eravate lasciati da parecchio…

LAURETTA - … ma io non ce l’ho con te, sei una ragazza così dolce! Io non sopporto lui!

ROSARIA – Scusa se te lo chiedo, ma perché ti ha lasciata?

LAURETTA – Sono io che ho lasciato lui!

ROSARIA – Ah sì? Perché lo hai fatto?

LAURETTA – Avevo trovato uno… meglio!

ROSARIA – Allora? Non capisco! Lui cosa ti ha fatto ? Sei stata tu che… hai trovato uno “meglio”…

LAURETTA - … mi sembrava, che fosse meglio!

ROSARIA – Continuo a non capire!

LAURETTA – Volevo tornare con lui!

ROSARIA – E lui no! È così?

LAURETTA – Già!

ROSARIA – Non posso dargli torto.

LAURETTA – Ti pareva? Cosa ci trovi in lui?

ROSARIA – È gentile, premuroso… è un bel ragazzo…

LAURETTA – … gli piacciono molto le donne…

ROSARIA – … meno male!

LAURETTA – Per lui! Dovrebbe però capire che quando si è fidanzati… (Rosaria la guarda perplessa) insomma: le altre te le devi scorda’!

(Flo, Olga, Teresa e Alba si avvicinano. Maddalena è in disparte che legge, Gemma  fa stretching in un

angolo)

ROSARIA – Mi vuoi dire che… che mi fa… (Sta per piangere. Flo le prende le mani) le… le corna?

FLO – Ma quali corna? (Occhiataccia a Lauretta) Lui è innamorato di te! Sì gli piacciono le donne, ma è normale, no? (Rivolta alle altre che annuiscono) Ora, però, sta con te e… e…

ROSARIA - … e?

FLO – E non pensa ad altro!

LAURETTA – E tu come fai ad esserne così sicura?

FLO – Sai da quanto ci conosciamo io e lui? (Lauretta scuote il capo. Rosaria la guarda fissa e le altre annuiscono) Eravamo compagni di scuola, vicini di casa! Sono stata io a convincerlo ad entrare in Accademia!

ROSARIA – Siete stati… fidanzati?

FLO – Non sono il suo tipo! Ne lui è il mio… gli manca qualche centimetro… (Le altre la guardano sorprese e ridacchiano) di altezza e di torace… (Le altre si guardano l’un l’altra come dire: “Ah, ecco!”) a me piacciono da morire i corazzieri!

MADDALENA – (Dalla sua postazione) Ecco perché giri sempre dalle parti del Quirinale…

GEMMA – (Dal fondo dove è rimasta a fare stretching) … macchè, è molto interessata alle discussioni parlamentari…

MADDALENA - … guarda che il Parlamento è a Montecitorio!

OLGA – (Rivolta a Flo) Li, dovresti andarci quando sono di guardia i Granatieri… (Le altre sorridono compiaciute) ben messi pure loro, no?

GEMMA – Durante la guerra ho avuto una storia con un granatiere… stava sulla Tiburtina, in caserma! Era un pezzo de ragazzo… (Si intristisce)

FLO - … che c’hai, Ge’? (Tutti si ammutoliscono) Ho capito bene, hai detto “… ERA un pezzo de ragazzo”?

GEMMA – Era… perché… perché poi c’è stato l’otto settembre, Porta san Paolo…

FLO - … e lui stava li? (Gemma annuisce, tristemente) Ah, ecco! Beh, che stavamo a di’? (Fa cenno agli altri di sparpagliarsi)

(Rientrano Aristide, Virgilio e Lorenzo)

Scena II

Virgilio, Aristide, Alba, Lorenzo, Lauretta, Gemma, Flo, Teresa, Olga, Rosaria, e  Maddalena

VIRGILIO – Allora, che dite… (Agli altri due) vi sembra che funzioni?

LORENZO – A me pare che vada bene! Anche se tu sei Paride e lui è Poseidone… (Scuote la testa) ho

            qualche dubbio su come inserirla in un contesto come quello dell’Ellade…

ARISTIDE - … non ti preoccupare, Carlo troverà il modo! Ricorda che è “rivista”, il pubblico non è quello a

 cui siamo abituati…

VIRGILIO - … eravamo, abituati!

ARISTIDE – Grazie per la puntualizzazione! Lorenzo, per quanto riguarda il tuo pezzo, quello di Ulisse, hai

            fatto memoria? Carlo sta arrivando e vorrà sentirti!

LORENZO – Sì, la memoria c’è! Non sono convinto…

ARISTIDE - … e fijo mio, c’hai dubbi, nun sei convinto! Cerca de esse’ positivo! Vedrai che Carlo

            inventerà qualcosa (Rivolto a tutti) State tranquilli, fidatevi del vostro Capocomico!

OLGA – Noi ci fidiamo… di lui! È del pubblico che abbiamo timore!

ARISTIDE – Ma no! È  compito nostro non annoiarlo, renderlo partecipe…

OLGA - … non è il “nostro” pubblico!

VIRGILIO - Il pubblico è il “pubblico”! Ce lo dobbiamo saper conquistare!

LORENZO – Bravo Virgilio! Hai ragione, lo faremo divertire… ne più ne meno di come abbiamo fatto fino

            ad oggi! (Poco convinto) Mi piace questa tua positività! (Gli stringe la mano)

ALBA – Va bene! Dopo queste belle considerazioni, mettemose a lavora’! Il maestro non si vede, se torna

Aronne… cioè Agenore, ce ritrova ancora così “sbracati”… insomma, chi da il tempo? Ragazze forza!

MADDALENA – Lo do io il tempo, tanto ‘sto pezzo io lo faccio sdraiata sulla “dormeuse”… ma esistevano

            le “dormeuse” nella Grecia antica?

ALBA – Ma che te frega a te se esistevano o no? Pensi che il pubblico della “rivista” faccia caso a queste

            cose? Devi da’ il tempo? Allora forza, damose da fa!

(Olga, Rosaria, Gemma e Lauretta si dispongono per ballare, a dx della scena, Maddalena comincia a

battere le mani, prima forte poi sempre più piano fino a fare solo il gesto. Le quattro ragazze accennano dei passi di danza, molto ridicoli.  Flo si avvicina a Virgilio, parlano e guardano Rosaria)

TERESA – (Prende in disparte Alba) Senti un po’, tu Carlo lo conosci da parecchio… (Alba ha

            un’espressione ironica) io sto con lui da due mesi…

ALBA - … eri appena arrivata in compagnia!

TERESA – Dovevo sostituire una del coro, che era incinta…

ALBA - … e lui ti ha dato subito la parte di Andromaca! Guarda ‘npo’!

TERESA – E che vuoi dire? Avrà capito subito le mie qualità…

ALBA - … (La squadra da capo a piedi) … secondo me le ha “viste”, più che capite! Annamo avanti, che          voi sape’?

TERESA – Vorrei essere sicura… (Alba la guarda negli occhi, aggrottando le sopracciglia) sicura di amare

            qualcuno che… merita il mio amore!

ALBA – (Sorridendo) Tesoro mio, ma quanti anni hai? Non sei più una bambina! Tu cerchi l’amore eterno?

Per carità, esiste, ma non lo puoi sapere in anticipo qual è… chi è! Lo devi scoprì giorno dopo giorno, anno dopo anno!

TERESA – Tu lo hai o lo hai avuto, “il grande amore”?

ALBA – Come no! È durato venti anni!

TERESA – Vi siete lasciati?

ALBA – È partito per la Russia!

TERESA – Caduto?

ALBA – E chi lo sa? Ufficialmente risulta disperso.

TERESA – Ufficialmente?

ALBA – Sì, perché, due anni fa, un amico di Settimio… (Teresa la guarda interrogativa) il mio

            compagno…

TERESA - … compagno?

ALBA – Compagno… (Ridacchia) in tutti i sensi: è segretario della sezione del PCI al quartiere dove abita!

Dicevo, questo amico di Settimio, durante un viaggio in Russia, organizzato dal partito, a Leningrado, ha visto uno che somigliava a Paride!

TERESA – A Paride?

ALBA – Sì!

TERESA – Vuoi dire Virgilio?

ALBA – Virgilio? Che c’entra? (Capisce l’equivoco) Paride era mio marito, quello”disperso” in Russia!

TERESA – Ah, perdonami, mi ero confusa!

ALBA – Sarà la fame?

TERESA – Può darsi! Quindi tu non sei “ufficialmente” vedova e vivi con un “compagno”?

ALBA – Esatto!

TERESA – Con Settimio non puoi sposarti?

ALBA – Anche se potessimo, non lo faremmo di certo!

TERESA – Sei comunista pure te?

ALBA – No! Te?

TERESA – Repubblicana!

ALBA – Tere’, la conclusione è che se Carlo ti piace, gli vuoi bene…

TERESA - … me lo tengo pure se è… Monarchico? (Ridono di gusto entrambe)

ALBA – L’importante, mia cara Teresa, è che non rimani incinta!

TERESA – Perché?

ALBA – Perché, sennò, Carlo, deve trova’ qualcuna pe’ la parte de Andromaca… (Ammiccante. Teresa

            rimane interdetta)

(Il “balletto” è finito, Flo smette di parlare con Virgilio, lui raggiunge Rosaria e lei Gemma. Arriva Carlo)

Scena III

Carlo, Virgilio, Aristide, Alba, Lorenzo, Lauretta, Gemma, Flo, Teresa, Olga, Rosaria, e  Maddalena

CARLO – Salve a tutti! Vi porto una notizia… che dico… una “notiziona”!

(Gli sono tutti intorno, eccitati, lo pressano)

GEMMA – Stasera ci porti tutti dal “Matriciano”?

CARLO – De più!

ALBA – Hanno ritoccato la paga?

CARLO – De più!

MADDALENA – Avremo i costumi più belli?

CARLO – De più!

VIRGILIO – Abbiamo venduto tutti i biglietti?

CARLO – De più! Molto de più!

TERESA – Ci sposiamo?

CARLO – Eh? No! De più! (Teresa fa per strozzarlo) Cioè, è una cosa importante per tutti!

FLO – A Carle’, dicce ‘sta cosa! Nun la fa lunga!

CARLO –Ho conosciuto un importante uomo politico…

LAURETTA – Fanfani?

CARLO – De… (Con la mano indica un’altezza superiore) più!(Tutti ridono)

ROSARIA – Merzagora?

CARLO – De… (Stavolta, con la mano, indica un’altezza inferiore) meno…

LORENZO - … a Ca’… e andiamo…

CARLO – … Gronchi! Il presidente!

ARISTIDE – Sai quanto ce ne frega a noi der presidente?

VIRGILIO – Vabbe’, ma, a noi, che vantaggio ce porta?

CARLO – In pratica…

ALBA - … sempre qui stiamo!

CARLO – A te dovrebbe far piacere!

ALBA – A me? Perché?

CARLO – De riflesso! Pare che sia uno che “guarda a sinistra”…

ALBA - … che c’ha er torcicollo? (Risata generale) E seppure, a me che…

CARLO - … beh, Settimio è comunista…

ARISTIDE - … e Ottavio è fascista! A Ca’, volemo lavora’? Guarda che er becchino… Agenore, è già

            venuto!

CARLO – Ahia! Allora, sotto con le prove!

LORENZO – Carlo, per quel monologo, quello di Ulisse, potremmo parlare? Sai credo che

            quell’impostazione sia troppo… come dire… irriverente!

CARLO – Deve esserlo! Poi ho deciso che avrai una “spalla”, non sarà un monologo…

LORENZO - … e chi sarà la spalla?

CARLO -  Io! Sarò Diomede!

LORENZO – Fantastico… ma io rimango sempre dell’idea che… ad esempio: cosa c’entra Ulisse con “Le

            Troiane”? Viene menzionato, è vero, ma non compare mai e…

CARLO - … vedi Lorenzo, io apprezzo molto la tua capacità recitativa, il tono della tua voce, la tua

postura, la tua cultura, ma qui facciamo “A Cavallo Per Troia”! Ulisse ce deve sta’ pe’ forza! (Si

rivolge a tutti) Amici, teniamo duro fino alla fine. Pensiamo alle nostre… (Si vede che gli costa molto) alle nostre pance! Adesso fatemi vedere la scena di Poseidone e Paride! Aristide, Virgilio, siete pronti?

VIRGILIO – Prontissimo!

ARISTIDE – Pronto alla pugna… (Tutti lo guardano strano) alla battaglia! Branco di analfabeti!

CARLO – Potreste mettervi i costumi… anche sopra i vestiti… vi aiuta! (Aristide indossa una lunga tunica

            bianca e prende un tridente. Virgilio una tunica corta, bianca, sopra i suoi abiti) Virgilio, potresti

            arrotolarti i pantaloni, almeno fino alle ginocchia? Devi abituarti alle gambe nude…

LORENZO - … anche noi… l’improvvisa vista di tale orripilante spettacolo potrebbe avere, su di noi, un

 effetto emetico…

(Tutti si bloccano)

LAURETTA - … eme… che?

ARISTIDE – Ribadisco: branco di analfabeti! Emetico, che provoca vomito!

LAURETTA – (A Lorenzo) Non ti facevo così istruito! Sei tutto da scoprire…

LORENZO - … anche tu! (Insinuante)

CARLO – Si va a principiare? (Cenni di assenso da parte di Aristide e Virgilio) Dunque la storia è questa:

            Paride, contrariamente a quanto raccontano le leggende, è un irrecuperabile timido, ma è innamorato

            della bella turista greca, moglie di Menelao, Elena! Chiede aiuto al suo protettore, Poseidone:

SCENETTA DEL TIMIDO

CARLO – Bene, benissimo! Nulla da eccepire! Virgilio, bravo, ci hai messo il cuore… (Occhiata d’intesa

            tra Virgilio e Aristide) Aristide… (Espressione soddisfatta) Mario Riva deve guardarsi le spalle… (Tutti applaudono)

ARISTIDE – Lui è inarrivabile…

CARLO - … sempre modesto il nostro decano! Bene vogliamo deliziarci con… (Entra Raniero seguito da

            Agenore) qualche passo di danza?

Scena IV

Raniero, Carlo, Virgilio, Aristide, Alba, Lorenzo, Lauretta, Gemma, Flo, Agenore, Teresa, Olga, Rosaria, e  Maddalena

RANIERO – Arrivo nel momento migliore! Age’ rifatte l’occhi!

CARLO – Ben arrivato, vuoi sederti qui? (Gli porge una sedia)

RANIERO – Grazie Carle’, preferisco guarda’ da giù… (Scende in platea, dove ci sarà un posto riservato al

            centro della fila) Age’ mettetece te vicino a Carletto!

CARLO – Forza ragazze, tocca a voi! Maestro… dov’è il maestro?

AGENORE – S’è sentito male! Ha magnato troppo! (Sono tutti stupiti) Alla mensa del Circolo, s’è travestito

            e ha fatto tre turni… (Ora ridono tutti) me sa che je devono fa la lavanda gastrica!

CARLO – E ora, chi suona il piano?

AGENORE – Posso farlo io!

RANIERO – (Dalla platea) Sai sona’ er pianoforte? Nun me lo avevi mai detto!

AGENORE – Certo che nun te l’ho detto mai, sennò me facevi sona’… a gratis!

RANIERO – Perché adesso vuoi essere pagato?

AGENORE – Ar maestro je davo mille e cinquecento lire ar giorno…

RANIERO - … ammazza che fijo… scusate… (Alle persone sedute accanto)

CARLO – La musica l’abbiamo, mancate solo voi… (Alle donne) andate pure!

BALLETTO E SCENETTA DELLE TROIANE

CARLO – Che ne dici… (Rivolto a Raniero)

RANIERO – (Si alza, sale sul palco,guarda una ad una le donne. Poi si sofferma su Olga) Brave e… bbelle!            Tutte co’ ‘nber soriso sulle labbra… (Continua a guardare solo Olga) proprio ‘nber soriso… (Fa per andarsene)

CARLO – Non vuoi vedere la scenetta di Ulisse?

RANIERO – (Si volta verso Carlo) Volentieri, ma ho un impegno… (Fissa ancora Olga)  ma appena mi

libero, torno… (Non stacca gli occhi da Olga che e a sua volta non distoglie lo sguardo) torno… torno! (Esce, velocemente, quasi fuggendo con Agenore che gli corre dietro)

AGENORE – Raniero, che devo fa? Aspetto qui?

RANIERO – (Da fuori) Fa come te pare Age’! Ricordate quer bijetto!

(Le donne guardano tutte Olga che allarga le braccia. Agenore si siede di nuovo)

Scena V

Carlo, Virgilio, Aristide, Alba, Lorenzo, Lauretta, Gemma, Flo, Agenore, Teresa, Olga, Rosaria, e  Maddalena

CARLO – Ehi gente! Vediamo la scenetta di Ulisse? Aristide ci aiuti tu? (Aristide annuisce e si siede sulla

sedia del regista. Carlo si posiziona sulla scena accanto a Lorenzo) Tu vai col tuo racconto, io ti vengo dietro, a braccio! Diamoci dentro…

 (Entra Ulisse/Lorenzo, vestito da mendicante, si accovaccia in un angolo. Entra Diomede/Carlo, si guarda intorno, aspetta qualcuno. Vede il vecchio e senza avvicinarsi lo apostrofa)

CARLO/DIOMEDE – Vecchio cencioso, hai visto Ulisse?

LORENZO/ULISSE – Ulisse chi?

CARLO/DIOMEDE – Vuoi dirmi che non conosci Ulisse, re di Itaca, figlio di Laerte e di

            Anticlea…

LORENZO/ULISSE – … ah, quello? Il valoroso condottiero acheo? Il simbolo dell’intelligenza,

            della furbizia, della…

CARLO/DIOMEDE – … QUELLO!

LORENZO/ULISSE – … l’astuto guerriero, coraggioso, indomito, dalla splendida armatura e dal cimiero sgargiante, sempre pronto…

CARLO/DIOMEDE – … QUELLO! QUELLO! Allora lo hai visto?

LORENZO/ULISSE – No! Perché lo cerchi?

CARLO/DIOMEDE – Cosa importa a un mendicante come te, perché io stia cercando un Re?

LORENZO/ULISSE – Non fidarti mai delle apparenze… Diomede!

CARLO/DIOMEDE – Tu mi conosci?

(Ulisse/Lorenzo si alza, si toglie il malandato mantello. Diomede è sorpreso, poi inizia a ridere)

LORENZO/ULISSE – Sorpreso?

CARLO/DIOMEDE – Non più di tanto, mio signore!

LORENZO/ULISSE – Ti è piaciuto il travestimento? So’ forte, eh? (Diomede annuisce, divertito)

            Lo stavo provando… qualcosa mi dice che … (Pensieroso)

CARLO/DIOMEDE – … ne inventi sempre una nuova! Certo, quella del cavallo è stata, è proprio il caso di dirlo, MICIDIALE…

LORENZO/ULISSE – … ogni tanto mi vengono queste idee… (Diomede sorride) perché sorridi, amico mio?

CARLO/DIOMEDE – Ogni tanto, eh? Ne sforni una dietro l’altra! Come quella volta che ti fingesti pazzo per non fare la guerra… questa guerra!

LORENZO/ULISSE – Solo il timore di far male a mio figlio, messo davanti all’aratro da quer fijo de na … troiana, de Palamede, mi fece scoprire… (In quel momento si sente squillare un telefono)

VOCE FUORI SCENA – A Ulisse te vonno ar Telemaco!

LORENZO/ULISSE – … ao’ parli der diavolo e spuntano le…

CARLO/DIOMEDE – … corna!

LORENZO/ULISSE – (Lo guarda sospettoso, poi guarda il mantello che indossava prima) Già, le corna… (Si tocca la fronte) fammelo mette’ da parte, ‘sto mantello, me po’ servi’!

CARLO/DIOMEDE – Non vai a sentire cosa vogliono?

LORENZO/ULISSE – Vado! (Va dietro le quinte torna con un telefono all’orecchio) Dimme

Tele’… … Ah, è così? … … Stanno a fa’ li padroni a casa mia?... … Possin’ammazzalli! Eh, ma tra poco arivo e… … fra quanto?... … E che ce vora’ a torna’ a Itaca… (Guarda Diomede che è titubante) ‘na ventina de giorni?... … So’ troppi?... … Ma me dovrò pure ferma’ pe’ l’acqua, pe’ caccia’ quarche cinghiale… … Ao’, li marinai magneno e bevono, che te credi… … No, nun te preoccupa’, bello de papà, me fermo lo stretto necessario… … me possino cecamme… (Diomede lo guarda perplesso) beh, magari possino ceca’ quarcun’antro… … (Diomede non capisce) vabbe’ poi te lo spiego! Mo’ attacca che sennò la Teti ce manna ‘na bolletta da sturbo!... … Ciao Tele’, da ‘nbacetto a mamma!

CARLO/DIOMEDE – Che succede a Itaca, mio signore?

LORENZO/ULISSE – Succede che li Proci, stanno tutti a casa mia, dicono che se nun torno in

            tempo, uno de loro se sposa Penelope e diventa re de Itaca…

CARLO/DIOMEDE – … ‘sti Proci!

LORENZO/ULISSE – Proci un corno… (Si tocca di nuovo la fronte) se vonno “sposà” mi moje…

CARLO/DIOMEDE – … allora partiamo subito! Qui la guerra è finita, ci prendiamo la nostra parte

            del saccheggio e…

LORENZO/ULISSE – … a Diome’, calmati! Ho detto a Telemaco che ci metteremo almeno venti

giorni… ma in una settimana, scarsa, saremo di ritorno! Qui c’ho un paio de cosette da sistema’…

CARLO/DIOMEDE – … che cosette?

LORENZO/ULISSE – M’è toccata Ecuba, come bottino!

CARLO/DIOMEDE – E allora?

LORENZO/ULISSE – Per carità, è una bella donna… però se potessi ottenere anche una, come

            dire, un po’ meno… un po’ più…

CARLO/DIOMEDE – … un po’ più o un po’ meno? Che voi di’?

LORENZO/ULISSE – Insomma con qualche anno di meno!

CARLO/DIOMEDE – Al posto di Ecuba?

LORENZO/ULISSE – E no! Casomai … insieme!

CARLO/DIOMEDE – Vabbe’, ma quanto te ce vole, pe’ fa ‘sta cosa?

LORENZO/ULISSE – Poco! Poi, però, durante er viaggio, volevo passa’… giusto pe’ vede’,

            all’isola di Ogigia…

CARLO/DIOMEDE – … e perché?

LORENZO/ULISSE – Così… ho sentito di’ che… ehm… se magna bene…

CARLO/DIOMEDE – … ma è l’isola della ninfa Calipso!

LORENZO/ULISSE – Ah sì? Beh, giusto una puntatina, vero!

CARLO/DIOMEDE – Le conosco le “puntatine” tue…

LORENZO/ULISSE – … solo li’… ehm… un paio de giorni e poi ripartimo!

CARLO/DIOMEDE – ‘npaio de giorni… figurati! Comunque, sei tu che comandi…

LORENZO/ULISSE – … e poi te diverti pure te… (Diomede sorride) annamo, nun perdemo

tempo… (Si ferma sotto il cavallo) Però, che idea geniale… ammazza come so’ forte!

(Escono)

CARLO – (Ad Aristide) Com’è venuta?

ARISTIDE – Potete fa’ meglio!

(Carlo, Aristide e Teresa si appartano. Virgilio, Flo e Rosaria parlottano. Maddalena, Olga, Gemma e Alba

parlano con Agenore. Lorenzo è visibilmente scosso, Lauretta gli si avvicina)

LAURETTA – Cos’hai?

LORENZO – Sono… preoccupato…

LAURETTA - … no, non sei “preoccupato”, c’è qualcos’altro!

LORENZO – (La guarda, sorpreso) Sono stato il primo a dire che dovevamo accettare questo contratto…

(Si tormenta le mani) ma mi sento… degradato, insultato…

LAURETTA - … per il “degradato” posso capirti, ma in quanto agli insulti… beh… aspettiamo di andare in

            scena…

LORENZO - … non parlo di quello! Penso a quel Raniero… (Guarda Agenore) a questo suo tirapiedi! È la

            loro presenza, il potere che hanno su di noi… che mi insulta!

LAURETTA – Fanno il loro lavoro e… ci pagano!

LORENZO – (Riflette) Ma sì, hai ragione tu… (La osserva, sorride) tu hai capito subito qual è il mio stato

            d’animo! Sei un po’ psicologa?

LAURETTA – Solo con chi mi interessa!

LORENZO – Ah sì? Interessante! Dopo le prove… mangiamo qualcosa insieme?

LAURETTA – Volentieri! (Sorride) In quale “latteria” mi porti?

LORENZO – Ne conosco una, dalle parti di Via dei Banchi Vecchi, che la sera ha i maritozzi freschi, non

            quelli avanzati dal mattino…

LAURETTA - … fantastico!

LORENZO – Poi, se vuoi, possiamo andare da certi amici miei! Hanno una cantina li vicino…

LAURETTA - … dopo il cappuccino e il maritozzo, andiamo a bere, in cantina?

LORENZO – Macchè… (Le fa una carezza) li si suona, si recitano poesie… hai mai sentito parlare di Allen

            Ginsberg, Jack Kerouac… (Lauretta pensa) Andy Warhol?

LAURETTA – Ah, sì! Sono quegli americani… quelli della Beat Generation…

LORENZO - … proprio loro! Ti piace l’idea?

LAURETTA – Sì… mi piaceva anche se… mangiavamo solo maritozzi… (Lo guarda insinuante) insieme!

LORENZO – Davvero? Andiamo a fumarci una sigaretta, fuori?

LAURETTA – Va bene!

(Escono di scena. Agenore si stacca dal gruppo e chiama Olga)

AGENORE – Signorina Olga, può venire un attimo?

(Maddalena, Gemma e Alba si guardano. Olga è indecisa)

ALBA – Va, ma se te dice qualche zozzeria, chiama!

GEMMA – Si ce prova… je tajo l’orecchie!

MADDALENA – (A Olga) Vai tranquilla, siamo qui noi!

OLGA – (Avvicinandosi ad Agenore) Mi dica signor Agenore!

AGENORE – Devo consegnarle un biglietto… (Le porge un foglietto. Olga è titubante) da parte del signor

            Pompili!

OLGA – (Sorpresa) Ah… sssì… grazie!

AGENORE – Beh, io vado… ho appuntamento con il produttore! Arrivederci!

TUTTI - Arrivederci!

(Maddalena, Gemma e Alba raggiungono Olga)

GEMMA – Cosa ti ha dato?

OLGA – Un biglietto…

MADDALENA - … leggilo!

ALBA – Sì, ma noi… (Prende sottobraccio le altre due) ci allontaniamo!

(Lasciano Olga da sola. Lei apre il foglietto e legge)

RANIERO – (Fuori scena) Signorina Olga, sono rimasto folgorato dal suo sorriso… e dal resto,

naturalmente! Posso avere l’onore di invitarla a cena, questa sera? So che posso sembrare un tipo, diciamo, grossolano, ma è il mio lavoro che lo impone! Vedrà, scoprirà un uomo totalmente diverso! Posso sperare in un sì?

Cordialmente Raniero Pompili

P.S. Aspetterò fuori il teatro, alle 20,00, sarò in macchina, una millecento azzurra!

(Olga è senza fiato. Le amiche si avvicinano. Lo fanno anche tutti gli altri)

OLGA – Mi ha… ehm… invitata a cena!

FLO – Er becchino?

OLGA – No, Raniero!

GEMMA – (Prendendo sottobraccio Flo) Sento odor di fior d’arancio… (Insieme a Flo accennano dei passi

            di danza canticchiando la marcia nuziale)

OLGA – Ma che siete matte?

ALBA – No, matta sei te se te lo fai sfuggi’!

GEMMA – I soldi ce li deve avere… con qualche “ritocco”… (Sorride) si può anche presentarlo in società…

OLGA - … siete completamente impazzite!

FLO – E dai che pure tu l’hai incoraggiato… (Olga è sorpresa) no? Angioletto mio, guarda che… (Guarda

            le altre) a noi, certe cose, non sfuggono!

ROSARIA – (Che era rimasta in disparte con Virgilio, avvicinandosi) Che succede?

MADDALENA – Olga si sposa!

OLGA – Ma che ca… volo dici?

ROSARIA – Uhhh, che bello! Perché non lo facciamo insieme? (Virgilio è impietrito) Noi pensavamo a

Giugno, finite le repliche e prima della “tournè” estiva…(Si stringe al braccio di Virgilio che è imbarazzatissimo)

OLGA – Voi siete proprio matte! Scusate… devo… devo andare in bagno! (Esce)

TERESA – (Dal fondo dove era rimasta con Carlo e Aristide) Noi andiamo a mangiare qualcosa! Chi viene?

MADDALENA – Vengo con voi!

ALBA – Eccomi!

VIRGILIO – Veniamo anche noi! Voi? (Rivolto a Flo e Gemma che fanno cenno di andare dopo)

(Escono tutti. Rimangono in scena Gemma e Flo)

GEMMA – Flo, tu che dici, come andrà?

FLO – “E vissero tutti felici e contenti”!

GEMMA – Io parlo dello spettacolo!

FLO – Ah… beh, credo che andrà bene! Dopotutto, noi, siamo degli attori “veri”! Forse andremo in “difetto”

            per i balletti, ma il resto funzionerà alla perfezione!

GEMMA – Mangiamo qualcosa anche noi?

FLO – Volentieri, ma non voglio appesantirmi!

GEMMA – Lo dici perché dobbiamo provare le coreografie?

FLO – No, perché, stasera, sono stata invitata a cena e… devo sta’ ‘npiega!

GEMMA – E chi ti ha invitato, l’amministratore? (Ridacchia)

FLO – Non lo dire nemmeno per scherzo! Un amico! Perché non vieni pure tu?

GEMMA – Ma non sono stata invitata e poi che vengo a “regge’ er moccolo”?

FLO – Ma non siamo in due, siamo un gruppo di quattro o cinque…

GEMMA - … va bene, ma come me la pago la cena? “L’omo nero” ancora non ci ha dato nulla?

FLO – Tranquilla, paga tutto Ernesto!

GEMMA – E chi è “Ernesto”?

FLO – Il mio amico! Lui sta in politica… ce po’ fa comodo!

GEMMA – In che modo?

FLO – Con questa cosa nuova… la Televisione…

GEMMA - … pensi che il genere che facciamo vada bene per loro?

FLO – Quale genere?

GEMMA – Teatro classico!

FLO – Me sa che gli va meglio… la rivista!

GEMMA – Beh, allora siamo pronte per tutto!

FLO – Giusto! Abbracciami, socia, da oggi in poi dove vai tu vado io e…

GEMMA - … dove vai tu, vado io!

(Si abbracciano)

FLO – Una cosa, però: noi ANNAMO! Nun ce se famo MANNA’!

GEMMA – D’accordo, su tutta la linea!

(Rientra Olga, visibilmente frastornata)

FLO – Angioletto mio, che te senti male?

OLGA – No, no, tutto bene, grazie!

GEMMA – Noi andiamo a consumare un frugale pasto, vuoi essere dei nostri?

OLGA – Ma… non so…

FLO - … ‘o sai, ‘o sai! (Le prende sottobraccio e prima di andare si rivolge alla regia) NOME DEL FONICO (quello vero), ce pensi te a spegne’ le luci? Grazie!

SIPARIO

FINE SECONDO ATTO

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TERZO ATTO

Scena I

Carlo, Aristide, Agenore e Raniero

(29 maggio 1956, la sera della Prima. Interno teatro. La scena si svolge sullo stesso palcoscenico. Strisce di

carta argentata abbelliscono le quinte. Al centro una pedana che parte dalla pancia del cavallo e arriva a meta palco. Sulla destra una “dormeuse”. A sinistra un braciere da cerimoniale pagano. È la sera della prima. Entrano Raniero, Agenore, Carlo e Aristide. Carlo è disperato)

CARLO – Non è possibile! Come faccio con loro… (Indica Aristide e fuori le quinte) come si fa con il pubblico?

ARISTIDE – Ci sarà, il pubblico?

AGENORE  - Teatro pieno, in ogni ordine di posti!

CARLO – Raniero, che si fa?

RANIERO – (Anche lui è visibilmente affranto. Si lascia cadere sulla dormeuse) Non lo so… non lo so! I biglietti sono stati venduti quasi tutti… questo è un bene, perché con questo incasso si può liquidare il teatro…

ARISTIDE - … ho capito! Ma cosa è successo?

RANIERO – C’è stata una lite furibonda tra il nostro produttore e il proprietario… cioè “la proprietaria” del teatro… (Guarda se viene qualcuno) perché è il suo, non del marito… (Si guarda intorno) pare che quest’ultimo… (Guarda ancora. Sottovoce) sia stato beccato… come dire… in “intimità” con il nostro finanziatore… (Aristide e Carlo sono annichiliti) proprio così e… (Ancora un’occhiata) e quindi…

ARISTIDE – … quindi?

AGENORE – La “signora”, l’ha pistati tutti e due !

ARISTIDE – Quando è successo?

RANIERO – Ieri! Lei ha cacciato il marito e al “commendatore” ha tolto il teatro… (Sospira) sono riuscito, pregandola… e sapete quanto può essere difficile per me fare una cosa del genere… dicendo anche che i biglietti, per questa sera, erano stati venduti tutti, di lasciarvi andare in scena…

CARLO - … stasera soltanto?

RANIERO – Sì! Ma non è tutto… speravo che ci lasciasse l’incasso, invece ha preteso che gli dessimo tutto… come indennizzo…

ARISTIDE - … indennizzo un paio di pa… (Al pubblico) scusate… scatole! È lei che ha deciso di interrompere lo spettacolo!

RANIERO – Ari’, da retta a me: è annata bene così! Era capace de facce paga’ pure la penale!

ARISTIDE – ‘Ci sua!

CARLO – E noi, per colpa di quel cornuto del produttore…

AGENORE - …  la cornuta è la proprietaria!

CARLO – Cornuti tutti e due… anzi… tutti e tre, allora! Insomma che dobbiamo fare, Ranie’?

RANIERO – Andate in scena, stasera, poi vediamo! Fino ad oggi siete stati pagati, per quello che avete fatto…

ARISTIDE - … almeno!

CARLO – E la “tournè” estiva, saltata pure quella?

RANIERO – Vediamo quando il produttore esce dall’ospedale…

ARISTIDE - … come dall’ospedale?

AGENORE – Ja menato forte…

CARLO - … addirittura da mandarlo all’ospedale? Vabbe’ che è piccoletto, però…

AGENORE - … ma hai visto quant’è grossa la proprietaria?

CARLO – No, conosco solo il marito… ‘narmadio…

AGENORE – … lei è er doppio!

RANIERO – Me dispiace Carle’, veramente! Mi sono affezionato alla tua compagnia…

CARLO - … a tutta?

RANIERO – E vabbe’, a una di voi in particolare…(Si sente un trambusto fuori scena) ma che arriva già il pubblico… (Guarda l’orogio) mancano tre ore abbondanti…

CARLO - … sono “loro” arrivano sempre tutti insieme… (Commosso) sono un gruppo fantastico… (Tira fuori il fazzoletto, si soffia il naso)

Scena II

Tutti

(Arrivano tutti. Sono allegri, sorridono cantano. Le donne sono vestite con abiti leggeri, colorati. Gli uomini

hanno abbandonato i loro maglioni neri e indossano pantaloni e camicie sgargianti)

FLO – Ma che scenografia! Tutte queste strisce luccicanti! (Sale sulla pedana) Signore e signori, ecco a voi

            la compagnia “Electra”… pardon… “Electric”, in “UN CAVALLO PER TROIA”  liberamente tratto

da “Le Troiane” di Euripide, regia di Carlo Spadoni! (Tutti applaudono) nella parte di Poseidone, Aristide… aripardon … Alan Aris, reduce dai successi presso i teatri di… (Guarda Aristide) di?

ARISTIDE – Flo, ti prego, scendi! (Il tono come lo dice colpisce tutti) Vieni qui… venite tutti qui! Credo

            che Raniero debba dirci qualcosa!

(Si avvicinano, hanno perso l’entusiasmo. Arriva trafelata Rosaria)

ROSARIA – Scusate il ritardo, ma il tram, alla Piramide non passava mai…

VIRGILIO – Che ci facevi alla Piramide?

ROSARIA – Sono andata a trovare una mia amica d’infanzia, della Garbatella… ha avuto un bambino,

            stamattina alle dieci…

MADDALENA - … che bello! Come si chiama?

ROSARIA – Marcella!

MADDALENA  - Ma hai detto che è un “bambino”!

ROSARIA – Ah, sì… lei si chiama Marcella! Il bambino l’hanno chiamato Stefano!

ARISTIDE – Bene, siamo tutti contenti, ma Raniero deve metterci a conoscenza di un altro evento… non

            lieto come la nascita di Stefano!

RANIERO – Signore, signori, quello che sto per dirvi ha colpito duramente me per primo e non solo dal lato

economico, ma , soprattutto dal lato umano! (Le facce si fanno sempre più preoccupate) Causa un… ehm…“diverbio” tra la produzione e la proprietà, quella di stasera sarà la prima ed ultima replica…

            (Sbigottititi rumoreggiano) perlomeno in questo teatro! (Tutti vogliono sapere, chiedono)

            Fortunatamente siete stati pagati tutti, almeno fino ad oggi…

ALBA - … ma cosa è potuto succedere?

RANIERO – Per il momento questo è tutto quello che posso dire! Voglio aggiungere che sarà mio impegno

            trovare subito un altro ingaggio, almeno per quest’estate… poi… poi vedremo per la prossima

            stagione…

LAURETTA - … per noi estate, inverno, autunno e primavera è sempre la stessa stagione: la fame, è sempre

            la stessa! Eravamo così contenti di lavorare… anche se abbiamo dovuto abbassarci… sì…

abbassarci, noi attori professionisti, di teatro quello con la T maiuscola, a fare la rivista, per mangiare! Ed ora…

GEMMA - … ed ora ci dite che non se ne fa più niente? Vi rendete conto?

OLGA – Raniero, che si può fare?

RANIERO – (Le prende le mani tra le sue) Ti prometto… prometto a tutti voi che… (Commosso) che farò di

            tutto per farvi lavorare! E con la massima soddisfazione!

MADDALENA – Quindi stasera dobbiamo, comunque, andare in scena?

CARLO – Se non vogliamo pagare la penale!

TERESA – E con che stato d’animo possiamo recitare?

LORENZO – Con la forza che solo gli attori possono avere…

ARISTIDE - … the show must go one…

VIRGILIO - … ammazza Ari’, conosci pure l’inglese?

ARISTIDE – Ragazzo mio, dal ’43, fino a che non so’ andati via, ho lavorato con gli americani! Se volevi

            comunicare con loro dovevi farlo in inglese… di italiano conoscevano solo “spagheti”, “segnorina”,

“ paisà” e una decina di parole che non dico per rispetto delle signore!

RANIERO – Ora lasciatemi andare, devo sistemare alcune cose…

OLGA - … ma ci sarai, stasera?

RANIERO – Posso mancare? (Fugge via)

(Ognuno rimane pensieroso. Cominciano a camminare per il palcoscenico. Poi formano dei gruppetti. Carlo

            li chiama al centro)

CARLO – Stasera c’è il tutto esaurito, abbiamo un dovere verso chi ha pagato il biglietto! Noi siamo

            professionisti, seri! Lo spettacolo si farà e noi faremo del nostro meglio! Andiamo a cambiarci! Mi

raccomando, attenzione al trucco, controllate che i costumi siano in ordine! Non ammetto tuniche sgualcite, volti senza trucco e capelli in disordine! Fate gli esercizi per la voce, sciogliete i muscoli, concentratevi e… (Guarda l’orologio) tra due ore qui, per fare “MERDA”! Tutto chiaro?

TUTTI – Tutto chiaro!

(Stanno per allontanarsi)

CARLO – Ancora una cosa… (Sono di nuovo tutti intorno a lui) prendetevi un caffè, fumatevi una sigaretta,

ma tra dieci minuti vi voglio tutti nel mio camerino… (Si guardano l’un con l’altro) mi è venuta un’idea! A dopo!

(Vanno via tutti. Rimane Agenore, che era in disparte, tira fuori dalla borsa un blocco, la penna e prende

nota degli oggetti di scena, tocca le strisce luccicanti, come per valutarle, prende nota  e, infine,

esce. Buio. Parte una musica grave. Si accende una luce, illumina il centro del palco. Dall’ombra esce Aristide, indossa una lunga tonaca bianca e impugna il tridente. Si ferma al centro del cono di luce. La musica sfuma)

Scena III

Tutti

ARISTIDE - Io Poseidone qui sono venuto: ho lasciato gli abissi del mare Egeo, dove i cori delle

            Nereidi muovono i loro agili piedi in vortici di danze. Mai dal…(Dalla platea partono i

            primi mormorii, poi un fischio, una voce)

VOCE 1 – Ao’, volemo le “girlese”!

VOCE 2 – A bellicape’,  ‘nvestitino più alegro nun ce l’avevi?

(Risate sguaiate)

VOCE 3 - A Posidone, tu’ sorella ‘ndo sta?

(A questo punto, dal fondo della sala si sente una voce, forte. È Raniero)

RANIERO – Silenzio! Vi esorto ad avere rispetto per chi, stasera, da quel palcoscenico, offrirà a

            voi un momento d’arte e di cultura di altissimo livello! Questa sera voi toccherete la storia!

Compiacetevi di essere testimoni di un evento come questo! La nostra cultura è nata da quel mondo, raccogliete a piene mani le gemme che questi attori vi offriranno! Il nostro paese, la nostra giovane democrazia ha bisogno di cultura, di tutta la nostra cultura, della cultura di… (Fa un gesto con il braccio indicando tutta la platea) noi tutti …

VOCE 4 - … ma che ce frega a noi de…

VOCE 5 … e statte zitto! Hai dormito fin’adesso! ‘nsai manco ‘ndo stai! Prego dotto’ finisca che a ‘sto

            ‘gnorante ce penso io!

RANIERO - … grazie, ma ho finito! Non voglio rubare altro tempo a…

VOCE 5 -… dotto’, però si nun ce piace, li sordi, ce l’aridate?

RANIERO - … questo è il mio impegno con voi! Grazie e buona serata!

(Sparisce in fondo al teatro. È di nuovo buio sul palco. Si accende di nuovo la luce al centro. Riparte

            la musica. Aristide/Poseidone riprende. La musica sfuma.)

ARISTIDE -Io Poseidone qui sono venuto: ho lasciato gli abissi del mare Egeo, dove i cori delle Nereidi

muovono i loro agili piedi in vortici di danze. Mai dal mio cuore è caduto l'amore per la città dei Frigi, da quando Febo ed io alzammo le torri delle mura di Troia su questa pianura. Ora al cielo si leva il fumo delle sue ceneri…

(Parte una musica martellante, quasi frenetica. Le luci si accendono e si spengono, quasi un effetto stroboscopico, gli attori si muovono velocemente, mimano scene. La musica rimane in sottofondo, quasi impercettibile)…

… ecco Ecuba, misera, che molte lacrime versa e per molte ragioni. A lei è morta la figlia Polissena, in silenzio e con cuore fermo, regalo per la tomba di Achille. Morti anche gli altri figli, morto è Priamo. E Cassandra, la vergine invasata di Apollo, a forza e in segreto sarà trascinata sul letto da Agamennone, sprezzante del dio e del sacro. Addio città, fortunata un tempo, ancora cinta di mura superbe: se non ti avesse demolito Pallade, figlia di Zeus, ancora oggi ti leveresti al cielo.(Esce)

(Buio, poi il palcoscenico viene illuminato in tre settori. Sotto le luci le attrici con lunghe tuniche nere, al centro ECUBA/Maddalena, a dx CORO/Teresa, Olga,Gemma, Rosaria, Alba, Lauretta e Flo, a sin TALTIBIO/Lorenzo anche lui vestito di nero)

TALTIBIO - Sei pazza, sei pazza; sei in delirio per le tue sciagure. Fermati, tu sei preda di Odìsseo. A

lui tu devi andare.

ECUBA - Ah! Figlio di Crono, signore della Frigia, non vedi quali disgrazie indegne della stirpe di

            Dardano, che tu hai generato?

TALTIBIO - Vedo, ma Troia non è più. È caduta questa grande città.

ECUBA - Avvampa Ilio.

CORO - Ali nere di fumo si perdono nell'aria

ECUBA - Bruciano case e torri.

CORO - Precipita la terra trafitta dalla lancia

ECUBA - Frana la rocca di Pergamo.

CORO - Arde il palazzo trafitto da lame di fuoco.

ECUBA - Oh, terra che hai nutrito i miei figli.

CORO - Tu chiami i morti

ECUBA - Oh, figli, udite la voce della madre.

CORO - Tu chiami i morti.

ECUBA - Sì, chiamo i morti.

CORO - Percuoto la terra, da terra ...

ECUBA - ... a terra percuoto la terra...

CORO - ... e invoco il marito.

ECUBA - Ci trascinano, via...

CORO - Strazio il tuo grido.

ECUBA - ... a servire

CORO - ... lontano dalla patria

ECUBA - Priamo insepolto al suolo

CORO - La morte pietosa ha coperto i suoi occhi con strage empia

ECUBA - O chiese di dèi e palazzi di uomini...

CORO - ... distrutti dalla fiamma sanguinosa e dalla lancia, senza nome sarete, deserto senza nome.

ECUBA - Il fumo mi farà cieca, non vedrò la mia casa.

CORO - Invisibile nome di questa città.

ECUBA - Udite, udite...

CORO - ... crolla l'alta rocca di Pergamo, la città tutta trema. È un'onda di fragore.

ECUBA - O mio corpo tremante, trascinato al duro giorno della schiavitù. Sparirò senza nome, nel

            deserto invisibile del nulla. Resterà l'eco del mio lamento, flebile canto per quelli che verranno.

SIPARIO

(Dalla platea silenzio, prima una, poi via via sempre di più, le persone cominciano ad applaudire, sempre

più forte. Il sipario si riapre. Ci sono i saluti, brevissimi. Il sipario si richiude, ma la luce in platea non si accende. Dal palco, dietro il sipario, si sentono rumori di scene smontate, martelli, le voci degli attrezzisti. Una luce punta sul centro del sipario chiuso. Compare Agenore e subito dopo Raniero)

Scena IV

Tutti

RANIERO – Allora, oltre ai biglietti venduti prima dal teatro, ne abbiamo altri?

AGENORE – Sì… (Tira fuori dalla borsa una busta) ecco qua! Poca roba, giusto pe’ ‘na pizza…

RANIERO - … (Prende la busta, la soppesa) per quante persone? (Agenore non capisce) La pizza,

 Age’, per quante persone? Insomma ce rientra ‘na pizza per gli attori?

AGENORE – Ah.. sì, sì… pure qualcosa di più… ma non dobbiamo darli alla proprietaria? Non glieli

            porti?

RANIERO – Certo, però voglio provare a chiederle se può lasciarceli, per andare a mangiare qualcosa

con la compagnia…

AGENORE – … e se non dovessero bastare? Se non te li vuole dare?

RANIERO – A questo penso io! Vado, avranno finito di smontare! Ci vediamo in pizzeria! (Fa per

            andarsene)

AGENORE – Raniero! (Raniero si ferma, si volta) Sta’ attento, quella mena forte! Se non riesci a

            scappa’… chiamame…

RANIERO – … sì, così c’annamo in due ar pronto soccorso! Tranquillo, non succederà niente, è una

 brava persona, nonostante quell’aria burbera! A più tardi!

(Escono. Pochi secondi e il sipario si apre di nuovo. Al centro c’è un tavolo, apparecchiato per molte

persone, Aristide e Carlo sono seduti)

Scena V

Tutti

ARISTIDE – Chi poteva immaginare che in un teatro come quello, con quel pubblico, “Le Troiane”

            potesse riscuotere tanto successo!

CARLO – Tu puoi sapere se una cosa è buona o meno, prima di mangiarla? A queste persone è stato

impedito, in tanti modi e per tanti motivi, di sapere che esiste una cultura diversa dal calcio, la partita a carte, Sanremo e quant’altro! Perché una volta conosciuto, “assaggiato” altro sono più liberi di scegliere e … 

(Si sente arrivare qualcuno, sono gli “attori”. Sono tornati ad indossare i loro abiti scuri, le donne gonne

strette, gli uomini maglioni neri. dalle loro espressioni, però, sembrano contenti)

TERESA – (Fa una carezza a Carlo, sfiora la tavola, si ferma dalla parte opposta) Eccoci qua! La nostra

            “botta da matti” è andata bene… ma domani ricominciamo il calvario! (Si siede, arrabbiata)

GEMMA – (Le si avvicina) Teresa, è stata una parentesi, anche divertente…

FLO - … è vero! Ci siamo fatti un sacco di risate…

LORENZO - … il nostro gruppo si è saldato ancora di più…

LAURETTA - … molto di più! (Si stringe al suo braccio)

MADDALENA – Per un mese e mezzo, durante le prove, siamo stai spensierati…

VIRGILIO - … rifocillati…

ROSARIA - … infatti hai messo su un po’ di pancetta!

OLGA – Vedrete che Raniero ci troverà da lavorare!

ARISTIDE – Hai molta fiducia in quell’uomo?

OLGA – Sì! Dopotutto avete visto come sì è comportato stasera?

ARISTIDE – Hai ragione! Non ce lo facevo…

ALBA - … comunque Settimio… il mio compagno… ha detto che vuole fare una proposta alla sezione

cultura del partito! Secondo lui bisogna promuovere la cultura classica presso le masse…

ARISTIDE - … Albuccia bella, ma che ce stai a fa er comizio? Comunque, se Settimio ce vo’ da ‘na

            mano… (Guarda gli altri che annuiscono) noi, stamo qua! Carlo vogliamo ordinare?

CARLO – Aspettiamo Raniero… (Gli fa il segno dei soldi) dovrebbe essere qui a momenti… (Arriva

Raniero, sempre seguito da Agenore. Sorridono entrambi) Aristide… (Sottovoce) guarda come ridono! Se dovemo preoccupa’? (Aristide alza le spalle)

RANIERO – (Abbracciando Olga) Signore, signori, sono emozionato… (Olga lo guarda incredula)

            quello che sto per dirvi… (Respira forte) beh… ehm… insomma…

FLO - … a Raniero! E dicce ‘sta cosa! Ce stai a fa veni’ le palpitazioni!

RANIERO – Sì, avete ragione! In poche parole, la proprietaria del teatro…

AGENORE - … la valchiria!

(Risatina del gruppo)

RANIERO – Sì, lei! Ha deciso, dopo aver “liquidato” il marito…

FLO - … l’ha ammazzato?

RANIERO – In senso economico… ha deciso di cambiare la programmazione del suo teatro! (Tutti si

guardano, non capiscono) È rimasta impressionata dalla vostra interpretazione… e dalla reazione del pubblico… (Cominciano a capire, si danno di gomito) basta con la rivista, l’avanspettacolo… solo teatro serio, impegnato e… (Li guarda furbetto) ee…

TUTTI - … eee?

RANIERO – Voi sarete la compagnia stabile del suo teatro…

(Attimo di silenzio, poi esplodono)

CARLO – Ma è magnifico! Grazie Raniero…

RANIERO - … perché mi ringrazi? La decisione l’ha presa la proprietaria…

CARLO - … d’accordo, ma se tu non fossi intervenuto, come sei intervenuto… tutto questo non

            sarebbe mai successo! (Si stringono la mano)

RANIERO – Perciò, signore e signori… (Prende una bottiglia di vino e mentre lo versa a tutti)

 propongo un brindisi a…

AGENORE - … un momento! (Tutti rimangono bloccati, con l’espressione terrorizzata) C’è una cosa

che dovete sapere! (Tutti posano i bicchieri, sconsolati) Questa sera, in platea, a mia insaputa, c’era un signore che conosco, amico di famiglia, da sempre… (Tutti si guardano) bene, lui è un… un pezzo grosso della televisione… (Tutti spalancano gli occhi) dopo la rappresentazione ci siamo incontrati, mi ha chiesto che relazione c’era tra voi e me… (Ora sono trepidanti) mi ha confidato che la Rai ha in progetto di portare sullo schermo la prosa, classica e non… (Adesso senza fiato) insomma vi farà fare un provino e, se andrà bene, avrete un contratto… (Muti, immobili) avete capito? Potreste avere un contratto con la “RAI”!

(Alcuni secondi di silenzio, poi esplode la gioia del gruppo)

CARLO – Capisco la vostra gioia, ma ricordate che prima dobbiamo fare il provino! Questo vuol

            dire…

TERESA - … lavoro, lavoro, poi lavoro e… ancora lavoro… lo sappiamo!

LAURETTA – Comunque già sapere che una persona così ci farà fare un provino…

LORENZO - … sì, è una grossa soddisfazione!

RANIERO – Age’, questo vuol dire che, er commendatore, lo molli?

AGENORE – Le serve un amministratore, signor “impresario”?

RANIERO – Fammece pensa’! (Agenore lo guarda di traverso, poi Raniero gli da una pacca sulla

spalla) Age’, nun me fa mai scherzi e lavoreremo bene insieme! (Agenore annuisce) Amici, visto come si è evoluta la situazione, beh… con tutto il rispetto per questa pizzeria che ci ha visto tante volte a questo tavolo… stasera TUTTI DAR MATRICIANO!!

(Escono tutti cantando, ballando e salutando il pubblico)

SIPARIO

FINE