W.W.W. e cuccherai di più

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f- Mamma, siediti e stai comoda

Teatro Comico Italiano

W.W.W. E CUCCHERAI DI PIÙ

COMMEDIA IN DUE ATTI

Autore:

Camillo Vittici

Iscrizione S.I.A.E. N.118123

(In caso di traduzione dialettale si prega di specificare alla SIAE il titolo originale dell'opera)

PERSONAGGI

Zaira

La madre

Piero

Il padre

Angelica

La figlia

Ezio

Il figlio

Genio

Un amico di famiglia

Giacomino

Fratello di Genio

Fatina

Spasimante di Ezio

Toro Scalpitante

Spasimante di Zaira

La storia si svolge nel soggiorno di una casa modesta

La storia

In casa di Piero e Zaira si creano situazioni incresciose e assurde a causa dei figli Ezio e Angelica che sono dei patiti delle Chat Online alla spasmodica ricerca virtuale dell’anima gemella. Si cercano amori e si trovano amori, ma saranno davvero veri amori? Troppe volte, tuttavia, i sogni e le speranze di così facili e illusorie conquiste affogano in profonde delusioni

PRIMO ATTO

ANGELICA: (Sta rassettando la stanza. Entra Angelica) Ciao mamma; devo dirti una cosa. Siediti e stai comoda

ZAIRA: Nooo! La mia Angelica finalmente si è decisa una buona volta ad aiutarmi! Vuole fare tutti i mestieri di casa per risparmiare la sua mamma…

ANGELICA: No, non è questo…

ZAIRA: Pareva a me! Tutta suo padre. Chissà chi si credono di essere. Lui Luigi sedicesimo di Francia, il Re Sole, ma il sole non lo vede mai perché preferisce starsene in casa tutto il giorno per rompere i maroni alla tua mamma e lei, la Angelica, peggio della principessa del pisello!

ANGELICA: A proposito di …pisello mamma, ho da darti una notizia bellissima che ti farà felice

ZAIRA: Tuo padre si è deciso a fare qualcosa per arrotondare quella pensione minima che più minima non si può?

ANGELICA: No mamma…

ZAIRA: Non dirmi che hai deciso di farti suora! Pensa come suonerebbe bene… Suor Angelica del Bambin Gesù. Scusa, ma che centra… a proposito di pisello? Dai, tira fuori questa notizia clamorosa. A parte il fatto che non ho capito cosa c’entrano i piselli…

ANGELICA: C’entrano, centrano i… piselli… Beh, la notizia è che la tua Angelica è… è… Dai prova ad indovinare

ZAIRA: Che la mia Angelica è una figlia di buona donna, come dice sempre tuo padre e, guarda caso, la buona donna sarei io! Come dire che ti ho fatto solo io. Oddio, non è che come collaboratore sia stato un granchè… Da quando ci siamo sposati potrei contare sulla punta delle dita quante volte… Dunque, la prima è quando ti abbiamo fatto, la seconda il 28 agosto del…

ANGELICA: Ma dai mamma, queste cose a me non interessano un cavolo!

ZAIRA: Ma avrebbero interessato me se si fosse dato un po’ più da fare. Non di solo pane vive la donna! Dai che non tempo da perdere; ritorniamo a noi… (Si siede) Spara questa notizia e speriamo che una volta al secolo in questa casa entri una notizia positiva.

ANGELICA: Positiva e bellissima mamma! La tua Angelica è in… in…

ZAIRA: Incapace di intendere e di volere!

ANGELICA: Ma dai, non scherzare… Sono cose serie

ZAIRA: Guardi principessa che quello che le ho detto non è uno scherzo; è tutto vero. Va avanti Angelica e piantala con gli indovinelli

ANGELICA: La tua Angelica è inc… inc…

ZAIRA: Incivile! Incivile, figlia di buona donna e con la testa piena di segatura. Mia madre, la tua povera nonna, me lo diceva spesso…

ANGELICA: Che ti diceva mamma?

ZAIRA: I figli, quando sono piccoli, li mangeresti; quando sono grandi ti penti di non averli mangiati

ANGELICA: Ma mamma, non divagare. Indovina un po’? La tua Angelica è incin… incin…

ZAIRA: Capito!

ANGELICA: Finalmente!

ZAIRA: La mia Angelica è in cimbali! Insomma si è fatta il solito spinello con i suoi compagni di merende

ANGELICA: Ma va in cimbali; …incinta! La tua Angelica è incinta! Contenta?

ZAIRA: (Si alza di scatto) Cosa? Forse non ho capito bene… Adesso però siediti tu, Allora… vediamo di capirci…

ANGELICA: Mamma, cosa vuoi capire? Guarda che non parlo cinese… Incinta è una parola italiana, c’è poco da capire

ZAIRA: Sì, ma anche zoccola è una parola italiana o vuoi che te la traduca in cinese? Zoccolin… Puttanin…

ANGELICA: Beh, ci tenevo che lo sapessi così non mi romperai tutti i giorni con la solita storia dei mestieri, di uscire a fare le spese, di stirare… Sento già un po’ di nausea

ZAIRA: Veramente la nausea sta venendo a me… Ma sei davvero sicura di essere incinta?

ANGELICA: Sì, sono sicura… quasi sicura… Sono incinta, ma solo un po’

ZAIRA: Cosa vuol dire solo un po’? Non ho mai saputo di una che è incinta solo un po’!. Insomma, si può sapere da quando sei incinta?

ANGELICA: A conti fatti, considerato il tempo passato,  facendo quattro conti di quanto manca alla data del parto… direi… da almeno venti minuti

ZAIRA: Ve… Venti… Ma tu sei tutta scema! Allora vuol dire che fino a venti minuti fa eri…

ANGELICA: Che fino a venti minuti fa’ ero con il mio ragazzo. Stavamo vivendo la nostra meravigliosa storia d’amore e i nostri corpi si abbandonavano rapiti in un arcobaleno di emozioni e coinvolti da esaltante passione

ZAIRA: Ma si può sapere che ti ha insegnato tutte queste parole?

ANGELICA: Semplice; ho visto l’ultima puntata di Beautiful. Hai presente quando Ridge dice a…

ZAIRA: Lascia perdere Ridge e le telenovele Angelica. Torna sulla terra e restaci per un attimo. Allora, vediamo di intenderci, in italiano questa volta… Adesso ho capito perché hai iniziato questo tuo bel discorso con… a proposito di pisello… E si può sapere a chi appartiene?

ANGELICA: Che cosa mamma?

ZAIRA: Angelica, guarda che non stiamo parlando né di fagioli né di ceci, ma di…

ANGELICA: Piselli; ho capito mamma

ZAIRA: Non c’è che dire; ho proprio una figlia intelligente, da premio Nobel, da Laurea ad onoris causa

ANGELICA: Beh, se proprio lo vuoi sapere, appartiene a… aspetta un attimo… No, non ricordo come si chiama

ZAIRA: Come non ricordi? Non ti ricordi come si chiama… Ma…

ANGELICA: Insomma, può succedere no? L’ho conosciuto solo stasera

ZAIRA: Ma no? L’hai conosciuto solo stasera e tu… e tu… Prego si accomodi, favorisca, gradisca

ANGELICA: Ma no, non è vero; io per qualche lungo secondo ho resistito

ZAIRA: Anche troppo! Ce ne hai messo di tempo per resistere. Perché invece di Angelica non ti ho chiamato Maria?

ANGELICA: Perché Maria?

ZAIRA: Come la Goretti! Ma dovevi proprio farlo col primo venuto? Con uno che non conoscevi?

ANGELICA: No, non era il primo venuto perché c’era già altra gente al pub (pab). Io gliel’ho detto che non lo conoscevo, ma lui mi ha dato la mano, si è presentato, mi ha detto il suo nome e… insomma, si è fatto conoscere

ZAIRA: Ma posso almeno sapere dov’è accaduto il fattaccio?

ANGELICA: Quale fattaccio?

ZAIRA: Insomma… L’incontro fatale col tuo grande amore, il furtivo scambio dei vostri sentimenti profondi, l’unione coinvolgente delle vostre due anime coinvolte da una passione travolgente

ANGELICA: Guarda che noi tutte quelle cose lì mica le abbiamo fatte; noi abbiamo solo…

ZAIRA: Lascia perdere Angelica; quello che avete fatto l’ho capito un gran bene. E allora?

ANGELICA: Nella sua roulotte…

ZAIRA: Cosa fa? Il camperista? Ah no; se ha la roulotte farà il roulettista

ANGELICA: A me ha detto che fa il batterista. Fa il batterista nel suo gruppo. Si chiamano “I fuori di testa”

ZAIRA: Mi pareva…

ANGELICA: Però mi viene un dubbio…

ZAIRA: Quale dubbio? Sul nome del gruppo? Magari si chiamano …”I tossici”

ANGELICA: No, il dubbio è che magari non sono neanche incinta… Dopo… beh, insomma… dopo, ci siamo messi a parlare, ci siamo conosciuti meglio, abbiamo parlato del più e del meno e mi ha detto che, da ragazzo, lì sotto…

ZAIRA: Dove lì sotto?

ANGELICA: Mamma! Cerca di capire no? Lì sotto…

ZAIRA: Ho capito; sotto il fagiolo, dove ci sono i ceci

ANGELICA: Ecco, sotto il fagiolo… Da ragazzo ha preso una pallonata e gli è venuta una tonsillite acuta

ZAIRA: Una tonsillite acuta sotto… il fagiolo?

ANGELICA: Forse una tonsillite no, ma una infiammazione che gli ha fatto diventare i ceci due meloni grossi così. Forse l’ha reso isterico per tutta la vita

ZAIRA: Ho mai sentito dire che una pallonata presa da quelle parti facesse diventare isterica una persona per tutta la vita. Magari… per dieci minuti dopo la… pallonata… col male che fa... Ma con tutte le malattie che ci sono al giorno d’oggi non c’è più da meravigliarsi di niente

ANGELICA: E così difficilmente potrà avere dei figli

ZAIRA: Ma Angelica, tonta, scema, ignorante come una capra! Guarda che non è diventato isterico, ma sterile! Ste- ri-le!

ANGELICA: Ma allora mamma… Vuol dire che… vuol dire che ho perso il mio bambino!

ZAIRA: Sta’ tranquilla Angelica, magari lo ritroviamo all’Ufficio oggetti smarriti

ANGELICA: Certo che io in amore sono proprio sfortunata… Chissà quando troverò il mio principe azzurro…

ZAIRA: Cambia colore Angelica…

ANGELICA: Come cambia colore…

ZAIRA: Se proprio non lo trovi azzurro trovane uno con un colore magari un po’ più sbiadito, magari grigio, ma che ti prenda, ti porti via e che ti conduca nei pascoli verdi del grande amore. Amen

ANGELICA: E come lo trovo il mio principe?

ZAIRA: Magari da’ un’occhiata in qualche discarica… Se hai trovato il tuo batterista non ti sarà difficile trovare qualcosa di meglio

ANGELICA: Io un’idea l’avrei

ZAIRA: Se davvero hai un’idea tienila per te che di cazzate per oggi ne hai già dette troppe

ANGELICA: E se andassi in chat? (ciàt)

ZAIRA: Vai, vai in chat che almeno non ti troverò più qui tra i piedi. E si può sapere dove si trova il chat? Qualche isola dell’oriente? In qualche deserto africano? In qualche foresta dell’Alaska?

ANGELICA: Ma mamma…; in chat si va a chattare (ciattare)

ZAIRA: A cosa?

ANGELICA: A chattare

ZAIRA: Non sarà mica per caso quella cosa che hai fatto con quel tua amico che suona la batteria…

ANGELICA: Mamma; come si vede che sei del secolo scorso

ZAIRA: Anche tu cara la mia Angelica sei del secolo scorso; sei nata prima del 2000…

ANGELICA: Chattare vuol dire usare il personal

ZAIRA: Mah, avrai anche un bel personal, non dico di no, ma mi sembra che tu il tuo personal lo usi solo per cuccare gli amici che incontri la sera al bar

ANGELICA: Il personal computer mamma!

ZAIRA: Ah, quel marchingegno lì dove ci stai attaccata fino a notte fonda

ANGELICA: Certo; io chatto

ZAIRA: Io dormo invece; non mi alzo alle nove del mattino come fai tu, cara la mia principessa del pisello

ANGELICA: Io chatto e magari… cucco, becco

ZAIRA: Sì, come le galline; ma attenta a cosa ti becchi

ANGELICA: Ma mamma, io sono in connessione continua

ZAIRA: Ma non con il cervello che quello l’hai sempre disconnesso

ANGELICA: Sono in connessione continua con tante persone e sapessi come sono tutti gentili con me… Uno, si chiama Vento d’amore, mi ha inviato anche una poesia. L’ho studiata a memoria sai… Che dolce… che soave… “O donzelletta che vien dalla campagna – in sul calar del sole – e reca in mano un mazzolin di rose e viole”

ZAIRA: Bella, ma a me sembra di averla già sentita … E tu cosa gli hai risposto?

ANGELICA: Con un’altra poesia… “T’amo pio bove e mite un sentimento in cor mi infondi…”. Però per tre giorni non mi ha più risposto

ZAIRA: Per forza, gli dai del bue che per di più è castrato!

ANGELICA: Guarda mamma; ti faccio vedere una cosa (Si avvicina al PC). Aspetta… Ecco; questa foto me l’ha mandata un signore la notte scorsa.

ZAIRA: Sempre il Vento d’amore? Quello del t’amo pio bue?

ANGELICA: No, un altro. Qui ne trovi quanti ne vuoi

ZAIRA: Come al supermercato

ANGELICA: E’ la sua foto. Bello eh! Non ti sembra il sosia di Diego Luna, l’interprete di Darty dancing? E’ il mio attore preferito

ZAIRA: Bah; con quella faccia non può venire che dalla luna; ma come è magro! Per me patisce la fame. Un’acciuga al suo confronto è una balenottera. Mi sembra la reclam degli stuzzicadenti…

ANGELICA: E invece è un gran signore e mi ha chiesto di conoscermi di persona

ZAIRA: Se davvero è una gran persona… conoscilo e che siate felici per l’eternità!

ANGELICA: Ma abita un po’ lontanuccio; l’unico problema è questo

ZAIRA: Ma guarda che ci sono i treni; li hanno inventati un bel po’ di tempo fa’…

ANGELICA: Lo so, ma mi ha chiesto di mandargli i soldi del biglietto

ZAIRA: Allora è davvero un gran signore. Lascia perdere Angelica e vieni giù dalla pianta. Guardati attorno e vedi di incontrare un bravo ragazzo che da queste parti non mancano di certo

ANGELICA: Ma sono tutti bruttini e burini…

ZAIRA: Ma almeno non ti chiederanno soldi per venirti a trovare; sono tutti qui ad un tiro di schioppo e non hanno bisogno di prendere il treno

(Entra Piero. Tipo zombie, in pigiama, non ancora troppo sveglio, sbadiglia. Si siede a tavola)

ZAIRA: Dai Angelica; diamoci da fare. Con le nostre chiacchiere non abbiamo ancora preparato la colazione a tuo padre (In pochi istanti apparecchiano la tavola)

PIERO: Allora donne… che c’è oggi per colazione?

ZAIRA: Tartine imburrate con caviale, champagnino francese, mousse di gamberetti rosa e frutta esotica: papaia, mango, avocado, prugne della California…

PIERO: Perché prugne della California?

ZAIRA: Non sei tu che dici sempre di essere stitico? Va a fare quattro passi che almeno guarisci

ANGELICA: Ma papà; cosa vuoi che ci sia oggi per colazione? Come ieri no? Come tutti gli altri giorni! Caffè, latte e crostini di pane

PIERO: Per forza; è il pane della settimana scorsa. Loro li chiamano crostini. Per romperlo ci vuole il Blak e Daker

ZAIRA: A parte il fatto che sono le undici ed è quasi l’ora di pranzo… Il signore chiede cosa c’è oggi per colazione!

PIERO: Oggi è un giorno importante

ZAIRA: Vediamo un po’… Non è il giorno del tuo compleanno, non è il giorno del tuo onomastico, non è il giorno della ricorrenza del nostro matrimonio, non è…

PIERO: Ma è la ricorrenza del mio decimo anno in pensione!

ZAIRA: Strano, al telegiornale non l’hanno detto…

PIERO: Non sono più i telegiornali di una volta…

ZAIRA: Però hanno detto che con la pensione che prendi tu non si arriva alla fine del mese

PIERO: Dovrebbero fare i mesi di 28 giorni, come a febbraio, così ne saremmo tutti avvantaggiati

ZAIRA: Perché?

PIERO: Perché la fine del mese arriva prima e noi freghiamo il governo. Dai passatemi il caffè e il latte. I crostini di pane ve li mangiate voi

ANGELICA: Ma papà; per chi ci hai preso? Per due serve?

PIERO: E va bene. Principesse; posso chiedervi di imbandire la mensa per un povero vecchio pensionato affamato e trattato peggio dello straccio delle vostre cucine?

ZAIRA: Almeno lo straccio serve a qualcosa, ma tu… (Versano il caffè)

PIERO: Giornale?

ZAIRA: Prendi; l’Angelica ha appena stampato al computer la pagina di RaiNew 24.

PIERO: Ma questo è di ieri. Voglio notizie più fresche!

ZAIRA: Magari le trovi nel frigorifero

PIERO: (Leggendo) Vediamo un po’ che dicono. Leggo solo i titoli perché ho lasciato gli occhiali in camera. “Ultime dalla Società Autostrade: "Occorre investire di più”. Bravi! Con tutti gli incidenti che ci sono in autostrada occorre investire di più. Bell’esempio che danno agli automobilisti! “Bambino si sbuccia ginocchio... e se lo mangia”. Poveretto; chissà com’era affamato! “Esplode scatola di piselli al supermarket. Cinque donne incinte”. Questa non l’ho capita… Cosa c’entrano i piselli con le donne incinte…

ZAIRA: Chiedilo all’Angelica che ti spiega tutto…

PIERO: “Nuova lavatrice lanciata sul mercato: 10 feriti”. Ma non potevano gettarla da un’altra parte? Magari nella discarica comunale. “Ragazza violentata. La Polizia ha in mano l'arma del delitto”. Chissà cos’è l’arma del delitto che si usa per violentare una donna… Però la polizia ce l’ha in mano e speriamo che lo arrestino. “Uccide la moglie a cornate. Non si conoscono i motivi del folle gesto”. Non sarà mica un toro! Mai visto un uomo con le corna… “Capufficio condannato per molestie sessuali. Aveva detto: "Signorina, voglio quel rapporto sulla mia scrivania entro le 12”. Certo che farlo su una scrivania deve essere proprio scomodo. Chissà che mal di ossa dopo…

ZAIRA: Tu quel mal di ossa lì l’hai avuto poche volte. D’accordo che in casa nostra non c’è nemmeno la scrivania…

PIERO: “Week-end di sangue sulle strada”…

ZAIRA: E tu, Piero, sempre qui a casa… Esci… Esci…

GIACOMINO: (Entrando). Permessooo. Ho trovato la porta aperta e…

ANGELICA: E sei entrato

GIACOMINO: Come fai a saperlo?

ANGELICA: Come faccio a saperlo? Domanda interessante! Se sei qui, ti vedo, vuol dire che sei entrato. Mica sei un puro spirito!

ZAIRA: Ma dai Angelica; non essere sempre così acida con Giacomino

ANGELICA: Sei mai stato a Lourdes Giacomino?

GIACOMINO: No, da quelle parti non sono mai stato. E poi ho la bicicletta rotta…

ANGELICA: Ecco; appena la ripari facci un pensierino e vacci e prega, prega tanto

PIERO: Perché dovrebbe pregare tanto?

ANGELICA: Perché la Madonna faccia il miracolo di cambiargli la testa o almeno quella roba che ha al di sotto del cranio

ZAIRA: Si può sapere perché sei venuto da noi Giacomino?

GIACOMINO: Mio fratello, il Genio, mi ha detto di portare all’Angelica il discolo..

ANGELICA: Cosa ti ha detto di portarmi il Genio?

GIACOMINO: Il… il discobolo

ANGELICA: Non è Giacomino che, oltre a Lourdes, potresti allungare un po’ la strada e arrivare fino a Fatima? Chissà che due madonne…

GIACOMINO: Ho la bicicletta rotta, te l’ho detto. Però il Genio ne ha una quasi nuova e gli chiederò di prestarmela. Insomma mi ha detto di darti questo coso (Le porge un dischetto da pc)

ANGELICA: Finalmente; ci voleva tanto!

PIERO: Cos’è quel coso lì Angelica?

ANGELICA: Il dischetto con il programma di Skype (Scaip) da mettere nel computer per poter comunicare

GIACOMINO: Io Angelica mi sono comunicato a Messa domenica scorsa

ANGELICA: Sì, ma la grazia non te l’ha fatta. Così eri e così sei

ZAIRA: Comunicare che cosa?

ANGELICA: Ma mamma; è un programma per chattare; te l’ho detto prima no? E’ per trovare l’anima gemella

GIACOMINO: Trovare una gemella? Ma non sei nata da sola?

ANGELICA: Sì, fra l’asino e il bue

ZAIRA: Certo che è nata da sola! C’ero anch’io se lo vuoi sapere in quel momento, ma il mio Piero intanto era all’osteria per farsi passare l’ansia del parto

PIERO: Festeggiavo il lieto evento con gli amici

ZAIRA: Veramente avevi iniziato già da una settimana a festeggiare… Mi chiedo sempre cos’è che mi ha convinto a sposarti. Quel giorno era meglio che mi accadesse una disgrazia

ANGELICA: Ma mamma; non si dicono queste cose!

ZAIRA: A proposito di disgrazia… Angelica; lo sai… No, non lo sai

ANGELICA: No, non lo so; ma se lo sai tu e me lo dici lo so anch’io

ZAIRA: Allora lo sai

ANGELICA: No, non so proprio un bel niente se lo sai solo tu e non me lo dici

ZAIRA: Ma se lo sanno tutti…

ANGELICA: Lo sanno tutti, ma non lo so io; quindi fa in modo che lo sappia anch’io

ZAIRA: La Molly della Lucia è stata investita da un’auto. Che disgrazia!

ANGELICA: Veramente io non conosco la Molly della Lucia

ZAIRA: Non la conosci?

ANGELICA: No, non la conosco

GIACOMINO: La Lucia è la cognata del nipote del fratello della zia della cugina della nonna…

ANGELICA: Calma Giacomino, mi sa che tu ci voglia mandare in confusione. La confusione te la tieni tu nel tuo cervello e non dire più niente. Ma, se quella Molly lì è andata davvero a finire sotto un’auto, è davvero una disgrazia

ZAIRA: E che disgrazia! Un secondo prima era lì, fresca come una rosa e, un secondo dopo, sembrava una bistecca ben battuta e allungata come la pasta dopo il mattarello; peggio. Come l’asfalto sotto lo schiacciasassi. Come il prosciutto da un’affettatrice

ANGELICA: Poverina; chissà come avrà sofferto…

ZAIRA: No; sofferenza uguale a zero. Schiacciata come una piadina romagnola; penso non abbia avuto nemmeno il tempo di dire ahi! E di rendersi conto di quanto le è successo. Morte istantanea! Costole frantumate, pancia scoppiata come un palloncino, le gambe a pezzetti come se fossero passate in un frullatore e la pelle come crosta di stracchino

ANGELICA: Un macello…

ZAIRA: Brava; un macello. Era una poltiglia, un ammasso sanguinolento di pelle e di ossa. Come fosse passata al frullatore. Tant’è vero che l’hanno raccolta col badile e l’hanno infilata nel sacco dell’immondizia

PIERO: No!; senza metterla in una cassa?

ZAIRA: No; in quel momento si vede che non c’era, Veramente sarebbe bastata una cassettina…

ANGELICA: Era così magra? Anoressica?

ZAIRA: No, mangiare… mangiava. L’avevano allevata a latte e pezzetti di carne

PIERO: Pezzetti di carne? Ma non li aveva i denti?

ZAIRA: Urca se li aveva. Erano lunghi così! Una volta se l’era presa con la Teresa e l’ha perfino morsicata; le ha lasciato i segni nella gamba per una ventina di giorni

ANGELICA: Piuttosto cattivella…

ZAIRA: No; era una pasta; certo, non bisognava farla arrabbiare. Allora sì che la sentivi… Urlava più di un cristiano

PIERO: Perché? Non l’avevano fatta battezzare?

ZAIRA: Non penso proprio che la Lucia avesse fatto battezzare la Molly; di solito non si usa…

GIACOMINO: Si usa sì invece! A un mese o due si battezzano e come! Me l’ha detto il parroco

ZAIRA: No; a un mese o due le hanno fatto le vaccinazioni

ANGELICA: Rosolia, morbillo, meningite, vaiolo…

ZAIRA: E cimurro

PIERO: Cimurro? Questa non l’ho mai sentita…

ZAIRA: Non dirmi che ne vuoi saperne più tu del veterinario…

PIERO: Del… Del veterinario? Che centra il veterinario?

ZAIRA: Quando è stata investita stava passando un dottore e l’hanno fermato. Ha detto che sarebbe stato meglio chiamare un veterinario per la Molly

ANGELICA: Certo che è stato un bel sgarbato! Se il mio dottore l’avesse detto a me non so come avrei reagito

ZAIRA: Perché? Se magari fosse stato un veterinario grazioso, carino, con le mani di velluto… Non gli avresti permesso di visitarti?

ANGELICA: Mah… Se fosse stato un veterinario grazioso, carino, con le mani di velluto… magari con una voce calda, profonda, suadente… Ma sì, tocchi dove vuole, insomma… dopo tutto è sempre un uomo!

ZAIRA: Sempre meglio del mio Piero che, quando mi tocca, mi sembra di sentirmi grattare da un rastrello o da una carta vetrata. Ho sempre avuto un debole per i veterinari…

ANGELICA: E io dei dottori; quelli veri, non i veterinari. Quando vado dal mio gli dico sempre che ho un nodo al seno. Sapessi come mi tocca… Lentamente, dolcemente, accarezzevolmente…

ZAIRA: Altro che il mio Piero che ha due mani che sembrano le pale di un badile

ANGELICA: Ma com’è successo?

ZAIRA: Una signora con una bambina sul sedile, nel fare la curva, non va a investirla proprio sulle strisce pedonali?

ANGELICA: Mamma mia che disgrazia! Ma l’hanno arrestata almeno?

ZAIRA: La macchina?

ANGELICA: No, la signora con la bambina sul sedile

ZAIRA: Macchè; il vigile, che era proprio lì davanti, le ha dato la multa

PIERO: Solo una multa?

ZAIRA: Sì, solo una multa perché aveva sporcato la strada con i copertoni sporchi di sangue

ANGELICA: Certo che è stata fortunata

PIERO: Chi, la Molly?

ANGELICA: No, la signora con la bambina sul sedile. Se l’è cavata davvero con poco. Ma poi, alla Molly, hanno fatto almeno un bel funerale?

ZAIRA: Il funerale era un po’ troppo. L’hanno sepolta dietro il muro dell’orto dove c’è la pianta di fico. Dicevano che l’avrebbe ingrassata e che l’anno dopo avrebbe fatto più fichi

ANGELICA: Ma che sacrileghi… Trattare un cristiano così…

ZAIRA:  Ma che cristiano e cristiano! Guarda un po’ se a una cagnetta avrebbero dovuto fare un funerale e avrebbero dovuto portarla al camposanto

ANGELICA: La Molly era… una cagnetta?

ZAIRA: Certo; una cagnetta con tanto di denti, di pelo e di coda e anche un po’ grassottella

ANGELICA: Sai cosa ti dico mamma? Va a farti benedire!

ZAIRA: Perché Angelica?

ANGELICA: Perché pensavo che la Molly fosse una donna; insomma, la figlia della Lucia

GENIO: (Entrando) Permesso avanti! Ciao belle donne e pensionati! Buongiorno Zaira, buongiorno Piero. Ciao Angelica

ANGELICA: Ciao Genio! Qual buon vento?

GIACOMINO: Quale vento se c’è il sole?

GENIO: Come va la vita Angelica? Trovato in internet l’uomo dei tuoi sogni?

GIACOMINO: Io, quando mi sveglio, di solito non mi ricordo mai niente dei miei sogni

GENIO: Vedo che c’è anche il mio fratellone. Consegnato il dischetto?

ANGELICA: Ce l’ho, ce l’ho. Grazie Genio. Novità?

GENIO: La novità è che sto tentando di avvicinare il Giacomino al computer; in poche parole voglio che incominci a navigare

GIACOMINO: No Genio; questo no, ti prego! Lo sai che soffro di mal di mare… Ti ricordi quando mi hai portato in barca sul lago? Dopo un minuto ho tirato su tutta la colazione, il pranzo e la merenda. Tutta una roba verde, schifosa e puzzolente

GENIO: Certo che me lo ricordo; infatti la tua colazione, il tuo pranzo e la tua merenda me li sono trovati tutti in faccia e già digeriti

ANGELICA: Che schifo!

GIACOMINO: Non è vero che era uno schifo; a pranzo avevo mangiato gli gnocchi con la mortadella e ti assicuro che erano buonissimi. Però non riesco a spiegarmi perché, quando li ho vomitati, siano diventati verdi pisello… Ecco perché non voglio navigare e non mi piace stare al computer

GENIO: Giacomino Giacomino… guarda che ti si sta allungando il naso come a Pinocchio…

GIACOMINO: Perché?

GENIO: Perché hai voluto che sul desktop ti mettessi quelle tre o quattro finestrelle che, una volta cliccate, si aprono delle pagine piene zeppe di foto con le donnine nude

ANGELICA: Allora ti piacciono le donne Giacomino…

GIACOMINO: Quelle non mi fanno venire il mal di mare. Ce n’è una, che si chiama Giovanna, che assomiglia tutta quanta a te. Magari sei tu Angelica

ANGELICA: Ma sei scemo Giacomino? Certo che ci vado in chat, ma le foto che invio sono tutte serie e castigate

ZAIRA: Una vera figlia di Maria

GIACOMINO: Di Maria? Ma non sei la figlia della Zaira?

PIERO: Lascia perdere Giacomino che le donne ti fanno prima andare in confusione e poi ti accalappiano come…

GIACOMINO: Come la Dolly della Lucia?

ZAIRA: Sì, manca solo l’accalappiacani in questa casa e il caos è assicurato

GENIO: Dai Giacomino, torniamo a casina. Salutiamo tutti e andiamo a riprendere le nostre lezioni di informatica. Oggi ti insegnerò ad andare in chat

GIACOMINO: Andare in chat? Con la bicicletta o mi porti tu con la moto

GENIO: Te lo spiego più tardi. Buona giornata gente

GIACOMINO: Ciao Angelica. Io vado in chat con la bici (Escono)

PIERO: Ecco, finito; colazione fatta. Che c’è per pranzo?

ZAIRA: Lingua di canarino salmistrata, coda di rospo alla cinese e aragosta con salsa verde del Madagascar. Contento?

PIERO: Ho già capito; pasta e fagioli e due fette di mortadella; come tutti i giorni. Vado a riposare un po’ perché ho un dolorino alla schiena

ZAIRA: Per forza; è per il troppo lavoro che fai ogni giorno. Vai vai e ronfa comodo (Piero esce. Zaira sprepara e portando tutto all’esterno). Ma quando, quando cambierà ‘sta vita?!

ANGELICA: (Accende il computer) Vediamo… vediamo chi c’è in linea… Demonio del sesso… Angelo stupratore… Antonio il duro… L’arrapato folle… Andiamo bene; se contatto uno di questi mi trovo incinta prima di conoscerli di persona. E magari la loro potenza ce l’hanno solo nella testa, ma cervello… nada de nada. Ah, eccolo! Eccolo il mio Principe del cuore! E’ in linea, mi ha aspettato. (Parla ad alta voce mentre digita) “Sono qui mio principe del cuore; vedo con delizia che mi hai aspettato. Sono pazza di te!”. Punto esclamativo, così sembra più forte. Dai, rispondi, rispondi… Eccolo… “Mia deliziosa fanciulla, tu sei l’inferno delle mie angosce e il paradiso delle mie speranze. Sappi che ti amo come mai ho amato una donna”. Che caro, che divino! Come non ci si può innamorare di questo Principe del cuore! (Digita) “Ma quando potrò avere il piacere di poterti incontrare mio Principe del cuore?”. Dai, rispondi, rispondi che non sto più nella pelle… Eccolo! “Domenica prossima sarò da te e ti potrò finalmente abbracciare. L’indirizzo me l’hai dato e non vedo l’ora di annullare il tempo che ci divide”. (Digita) “Solo pensando al nostro incontro sento il cuore che impazzisce, che urla, che…”

ZAIRA: (Entrando) Si può sapere chi sta urlando? Il cuore? Ah, andiamo bene; mai sentito un cuore che urla. Ad ogni modo fallo urlare un po’ di meno perché tuo padre è di là che dorme e, se si sveglia, sarà lui che dopo urla, altro che il cuore. Ma tu Angelica, sei sicura di essere tutta giusta?

ANGELICA: Ma mamma; non ti interessa il mio futuro? Non ti importa la felicità della tua Angelica? L’uomo che amo fra pochi giorni sarà qui, capisci?, sarà qui!

ZAIRA: Ma dimmi un po’… Come si chiama questo coso; sì, questo tizio?

ANGELICA: Principe del cuore

ZAIRA: Principe di nome e del cuore di cognome suppongo

ANGELICA: Ma no, quello è il suo Nik Name!

ZAIRA: Nik… cosa?

ANGELICA:  Nik Name; insomma, lo pseudonimo sotto il quale ognuno di noi nasconde la sua vera identità

ZAIRA: E il tuo… Nik cosè?

ANGELICA: Bella di Notte

ZAIRA: E’ tutto un programma

ANGELICA: Perché? Come avresti desiderato che mi chiamassi?

ZAIRA: Tutto, ma non Maria Goretti. E di mestiere che fa?

ANGELICA: Magari, se si chiama Principe del cuore, è un cardiologo, un cardiochirurgo, un cardiooo…

ZAIRA: Un cardiopatico magari

ANGELICA: Un cardiopatico? Perché?

ZAIRA: Perché uno che dà via il suo cuore in questo modo non solo il cuore deve averlo bacato, ma anche il cervello deve essere annacquato. Mi sembra come quando si ordinavano i prodotti per posta; quello che arriva te lo becchi e te lo tieni. Però, almeno lì, ti danno il diritto di recesso dopo dieci giorni. Magari ci fosse stato quando ho sposato tuo padre; dopo dieci giorni l’avrei già inbarcato e restituito al mittente.

ANGELICA: Mica l’avrai trovato in internet…

ZAIRA: No, in internet no; solo Inter, senza il net

ANGELICA: Questa non la capisco

ZAIRA: Magari fosse solo questo che non capisci. Eravamo entrambi allo stadio dell’Inter e, dopo quattro o cinque volte che ci siamo trovati fuori dalla stadio…

ANGELICA: Come fuori dallo stadio? Non la vedevate la partita?

ZAIRA: Ma chi li aveva i soldi per il biglietto? No, io avevo un banchetto di sciarpe dell’Inter e del Milan e lui un altro banchetto con le sciarpe delle squadre ospiti. In poche parole abbiamo fatto la fusione delle nostre due società e, purtroppo, anche delle nostre vite e lui è diventato l’amministratore delegato. Ma il guaio è che ho scoperto solo dopo che io ero Interista e lui milanista. E da lì sono incominciati i primi litigi

ANGELICA: Piccole incomprensioni vorrai dire, lievi diverbi…

ZAIRA: Lievi? Avresti dovuto vedere dopo, quando mi sono accorto che lui era comunista

ANGELICA: E che male c’è?

ZAIRA: Il male è venuto quando lui ha scoperto che io ero democristiana! Che lotte! Quando arrivava dal lavoro cantava sempre Bandiera rossa

ANGELICA: E tu?

ZAIRA: Noi vogliam Dio, Vergin Maria…

EZIO: (Entrando) Ciao mamma; pronto il pranzo?

ZAIRA: Eccolo qui il più buono dei miei polli! Tutto suo padre. Pronto il pranzo? Ma per chi mi avete preso tutti? Per la governante del castello?

EZIO: Ah, vedo che il computer è acceso. Un attimo… (Va al computer e si mette a digitare) Eccola la mia sirenetta. E’ in linea; mi aspettava. (Digita) “Buongiorno Fatina; ha terminato il lavoro e sono tutto per te”. Ahhh! Mi dice che domenica prossima sarà da me. Finalmente potrò conoscere di persona la mia Fatina. (Digita) “A presto tesoro, stanotte non dormirò sognandoti. A domenica prossima gattina. Ti bacio. Il tuo cavallo selvaggio”

ZAIRA: Il tuo… cavallo selvaggio? Almeno potevi chiamarti  puledro addormentato, saresti stato più credibile

ANGELICA: Scusa Ezio, ma come fai a dire non dormirò sognandoti? Non puoi sognarla se non dormi e, se non dormi, non sogni

ZAIRA: Ma almeno uno dei due potevo farlo giusto! Ma dov’ero quando li ho fatti?

ANGELICA: Probabilmente in compagnia… Vicini vicini…

ZAIRA: Ma statemi a sentire voi due… Non vorrete dirmi che, qui in casa nostra, arriveranno i vostri… cuori infranti; insomma… il Principe delle tenebre…

ANGELICA: Principe del cuore mamma…

ZAIRA: E la gattina

EZIO: Fatina mamma, Fatina; la donna del mio futuro e della vita mia

ZAIRA: Signore, allontana da me questo calice amaro e non indurmi in tentazione…

ANGELICA: Tentazione di cosa?

ZAIRA: Di strozzarvi tutti e due! Anzi tre; Piero compreso!

SECONDO ATTO

ZAIRA: (Sta scopando la stanza e inavvertitamente si accorge che il PC è acceso) Che scema l’Angelica; ha lasciato acceso il suo marchingegno così la corrente chi la paga? Eh già, lo sappiamo, lei è la principessa del pisello… Ma perché non li ho strozzati quei due appena venuti al mondo? Avrei contribuito alla salvezza dell’umanità! Guarda, guarda qua… Va’ che roba… (Legge) “Sono Toro Scalpitante; se lo desideri sarò il tuo Toro; vuoi essere il mio amore per tutta la vita?”. Anche il mio Piero me l’ha detto prima di sposarci… Me lo ricordo bene… Vuoi essere il mio amore per tutta la vita? Il fatto è che è stato davvero per tutta la vita; lui però, non l’amore! E lui non era toro, e nemmeno scapitante, ma leggermente bue con tendenza mulo con odore di capra. (Riguarda il PC) Io quasi quasi… (Al PC) Vuoi vedere Rodolfo Valentino, anzi, Toro Scalpitante, che ti faccio uno scherzo e ti rispondo? Aspetta un po’… La esse, dove starà questa cavolo di esse? Magari non c’è… E sì che nell’alfabeto la esse è dopo la enne e prima della ti. Ma qui, dopo la enne, c’è la emme; è tutto invertito… Eccola qua a sinistra… (Batte) Esse… e la ì dove… eccola qui… (Batte) ì. Vedere? Sì, ho proprio scritto sì. Qui c’è scritto invio e io (Batte) invio! E adesso vediamo cosa succede. Che donna la Zaira; casalinga informatica computerizzata! Perbacco; guarda guarda… c’è già la risposta. Cosa scrive questo? “Dammi il tuo Nic e io volerò da te come una saetta e ti trafiggerò il cuore”. Miseria infinita che roba! Ma questo deve essere davvero in calore! Il Nic? Cos’è il… ah, me l’aveva detto l’Angelica, il nome! Già, come potrei chiamarmi? Trovato! (Scrive con difficoltà) “Casalinga inquieta”. Magari quello mi rispon… Eccolo qua! “Casalingua inquieta, dimmi dove ti trovo e ti riempirò d’amore”. Macchè amore; basterebbe mi riempisse il carrello della spesa. Casalin…gua? Mah, devo aver sbagliato a battere e ho messo una u di più. Te lo faccio io lo scherzo torello focoso… (Batte lentamente) Ecco, l’indirizzo ce l’ha, voglio vedere a questo punto cosa vuol fare. Te lo do io il Toro Scapitante!

PIERO: (Entrando in pigiama) Sono tutto un dolore. Colpa tua; hai spento la stufa troppo presto ieri sera

ZAIRA: Ma ti faccio notare, mater dolorosa, che sotto le coperte c’è un bel calduccio

PIERO: Sotto le coperte sì, ma qui no

ZAIRA: Ma non mi dirai che sei stato qui fino a tardi

PIERO: Certo che sono stato qui fino a tardi, fino alle due

ZAIRA: Ma tu sei matto. Cosa sei stato qui a fare fino alle due di ‘sta notte?

PIERO: Non hai sentito cos’hanno detto al telegiornale ieri sera?

ZAIRA: No, ieri sera avevo ben altro da fare; ho pulito le scale. E posso sapere di grazia cos’hanno detto al telegiornale?

PIERO: Che stanotte scattava l’ora legale e alle due di notte bisognava cambiare l’orario della sveglia

ZAIRA: Ma Piero! Non mi dirai che sei stato sveglio fino alle due di notte per…

PIERO: Se hanno detto al telegiornale di cambiare l’ora alle due di notte vuol dire che bisognava farlo alle due di notte!

ZAIRA: Povero Piero… Alla sveglia no, ma a te qualche rotellina manca davvero o quelle poche che ti sono rimaste si sono arrugginite a fan fatica a girare per il verso giusto

(Entrano Angelica ed Ezio vestiti elegantemente)

ZAIRA: E voi da dove spuntate?

ANGELICA: Dal bar qui sotto

EZIO: Per l’aperitivo della domenica

ANGELICA: Siamo in dolce attesa

ZAIRA: Di te Angelica non mi meraviglio, ma di Ezio…

ANGELICA: Mamma; siamo in dolce attesa di coloro che abbiamo conosciuto in chat. Oggi è il grande giorno. I sogni si avverano Ezio!

ZAIRA: Speriamo che non siano incubi…

EZIO: Presto conoscerò la mia Fatina…

ZAIRA: Sì, magari a cavallo di una scopa

PIERO: Ma si può sapere di cosa parlate?

ANGELICA: Di chat ovviamente

PIERO: (Si avvicina a Zaira) Non è che voglio passare per ignorante, ma cos’è ‘sta roba?

ZAIRA: Cosa?

PIERO: Sì, insomma, questa… chat

ZAIRA: Non sai cos’è la chat? Ma si può arrivare alla tua età senza saper cos’è una chat? Ma se lo sanno tutti cos’è una chat!

PIERO: E io non lo so; va bene? Al telegiornale non ne hanno mai parlato

ZAIRA: Ah già, dimenticavo che tu sai tutto solo sull’ora legale… Diglielo tu Ezio cos’è la chat

EZIO: E’ un modo di comunicare in modo virtuale, di scambiarsi emozioni e conoscersi intimamente

PIERO: (Si avvicina a Zaira) Zaira, io continuo a non capirci un bel niente. Conoscersi intimamente? Io pensavo che, per conoscersi intimamente, bisognava solo entrare in camera, togliersi la giacca, la camicia, la canottiera, tutto il resto, spegnere la luce…

ZAIRA: Ma dai Piero! Oggi non si usa più! Basta il computer

PIERO: Basta il computer? Ma no! Quindi non ci si toglie più la giacca, la camicia, la canottiera…

ZAIRA: Angelica, ho il vago dubbio che tuo padre sia rimasto leggermente in ritardo sui tempi

ANGELICA: Ma papà, oggi le effusioni si scambiano attraverso il filo del telefono. E’ lì dove si cucca!

PIERO: Attraverso i… Voi fate come volete; io preferisco ancora spogliarmi la giacca, la camicia, la canottiera, tutto il resto, spegnere la luce…

ZAIRA: Ma da quant’è Piero che non fa quelle cose lì? Guarda qua… (Sfoglia un quaderno accanto al PC) L’ultima volta è stato esattamente quattro anni e ventidue giorni fa! E meno male che poi ti sei dimenticato di come si fa

PIERO: E’ solo colpa della prostica; me l’ha detto il dottore. Mi ha detto di stare a riposo per… quattro anni e ventidue giorni, ma da stasera…

ZAIRA: Si dorme Piero, si dorme come al solito; a meno che non abbiano inventato un’altra ora legale per quelli che non l’hanno sentito al telegiornale ieri sera

ANGELICA: Sentili i due piccioncini Ezio; non sono commoventi?

ZAIRA: Ve li do io i piccioni commoventi; anzi, con uno sberlone per uno vi giro il muso dall’altra parte e vi sistemo quel cervello bucato. Ma tu Piero non ti vergogni a dire certe cose davanti ai figli?

PIERO: Veramente dovrebbero vergognarsi loro a fare certe cose con il filo del telefono

ZAIRA: Ma tu non le fai neanche col filo del telefono. Vostro padre è proprio come il vostro computer… Microsoft!

EZIO: Ma cosa vuol dire?

ZAIRA: Vuol dire… Micro… e Soft!

PIERO: Io però non ho ancora capito a cosa serve il computer

ANGELICA: Il computer serve a trovare di tutto

PIERO: Allora cerca di trovare dove ho messo le mie mutande che è da ieri che non le trovo. Però, se ci penso bene, in testa mi sta venendo un’idea…

ZAIRA: Non ti preoccupare, vedrai che presto o tardi morirà di solitudine. Oddio; mi viene un dubbio…

PIERO: Dubbio su che cosa?

ZAIRA: Sul fatto che tu; da quelle parti là…

PIERO: Quali parti Zaira?

ZAIRA: Beh insomma, dalle parti della… prostata… è un po’ che sei a riposo, anzi, in eterno riposo. Magari sarà anche colpa della prostata, ma non sarà per caso che, quando ti ficco nella vasca da bagno, invece di metterti il sapone che costa così tanto, è da un bel po’ che ti metto sempre l’ammorbidente della lavatrice? (Suono di campanello)

ANGELICA: Oddio che emozione! Chi sarò Ezio? La tua Fatina o il mio Principe del cuore?

EZIO: Io non ho il coraggio di andare ad aprire. Vacci tu mamma. Togliti almeno il grembiule…

ZAIRA: Togliamoci il grembiule. La cameriera, la portinaia, la fantesca del castello corre ad aprire a principi e fate (Esce)

PIERO: Io continuo a non capire un cavolo

ANGELICA: Papà, ti prego, ritorna in camera che non voglio che ti vedano in pigiama. Un po’ di finezza, su…

PIERO: A me sembra di essere in manicomio. Vai Piero, un po’ di finezza, togliti il pigiama se no questi chissà che figure ci fanno con i loro principi e le loro fate. Cose da matti! Neanche a Beautiful si vedono delle scemate simili (Esce)

ANGELICA: Mi trovi elegante Ezio? Conturbante? Affascinante?

EZIO: Come Pamela Anderson, solo qualcosina in meno, ma non si nota. E tu Angelica? Come mi vedi?

ANGELICA: Come Richard  Gere, solo qualcosina in meno, ma non si nota.

EZIO: Da oggi le nostre vite avranno un senso nuovo Angelica e cambieranno da così a così

ANGELICA: Da oggi l’amore ci vestirà e ci avvolgerà in un nuovo arcobaleno di colori, di emozioni, di sensazioni dolci e mai provate

EZIO: Dove le hai trovate queste parole Angelica?

ANGELICA: Nel mio oroscopo di oggi in Donna Moderna

ZAIRA: (Entra, si ferma sulla soglia della porta e con la scopa batte a terra tre colpi) Sua dolcezza imperiale la fatona!

EZIO: E’ la mia! Come fatona? Non cominciare ad offendere mamma! Su, sii almeno educata con una persona che non conosci nemmeno. Vorrai dire fatina…

ZAIRA: Ho detto fatona perché ho le mie buone ragioni. Entri pure sua dolcezza!

FATINA: (Molto grossa. Sarà compito della regia usare cuscini per ingigantire il soggetto) Dov’è, dov’è il mio Cavallo selvaggio? Sei tu? Proprio tu in carne ed ossa? Smaniavo, non vedevo l’ora di conoscerti, di incontrarti, di stringerti con scatenata lussuria e irresistibile violenza! (Abbraccia goffamente Ezio fino a farlo cadere)

EZIO: Calma calma fatina, non essere così irruente. Dobbiamo prima conoscerci o almeno parlare. Accomodati prima… (Fatina si siede su una sedia precedentemente preparata che si sfascia. Tutti la soccorrono e la fanno poi, con fatica, sedere sul divano)

ANGELICA: Mamma, adesso capisco perché l’hai chiamata fatona

ZAIRA: Se lui è Cavallo selvaggio lei dovrebbe essere cavalla imbranata. Dai Angelica, usciamo e lasciamo quei due a sbrigarsela da soli (Escono)

FATINA: Vienimi vicino cavallo selvaggio e permettimi di abbracciarti

EZIO: Già fatto, grazie e quasi mi hai rotto l’osso del collo. Ma andiamo con calma Fatina, con calma. Prima dovremmo parlare un pochino

FATINA: Ma io sono tutta un fuoco, ti desidero, ti voglio, ti bramo!

EZIO: Con calma fatina, bramami con calma. Tieni per un attimo frenati i tuoi ardenti spiriti e i tuoi sfrenati ardori

FATINA: Ma io sono calda e carica come una locomotiva

EZIO: Infatti; mi hai investito come un treno!

FATINA: Non mi dirai che a cavallo selvaggio non piacciono le donne…

EZIO: Le donne sì, ma in questo caso… Ascoltami Fatina

FATINA: Sono tutta orecchi mio giovane puledro; scalpita, nitrisci!

EZIO: Non so come cominciare, ma…

FATINA: Incomincia da dove vuoi; pendo dalle tue labbra magico uomo della mia vita, focoso stallone scalpitante, splendido ritratto dell’amore mio

EZIO: Ecco, proprio dal ritratto volevo cominciare; proprio di quello che mi hai inviato in una tua email

FATINA: Non hai gradito il vestito? Il colore dei capelli?

EZIO: No, non era il vestito né il colore dei capelli, ma…

FATINA: Forse la stampa era un po’ sfuocata?

EZIO: Non era la stampa di cui ti volevo parlare, ma del fatto che in quella foto eri almeno quaranta chili di meno!

FATINA: Mi è stata fatta prima che insorgessero dei lievi disturbi alla tiroide

EZIO: Immaginiamoci se fossero stati gravi…

FATINA: Le cure, gli ormoni, le diete ipocaloriche…

EZIO: I salumi, le pastasciutte,i dolciumi…

FATINA: Sì, lo confesso, ma era solo per mancanza d’affetto

EZIO: Magari di affettati!

FATINA: Tu sei e solo tu sarai l’unico uomo della mia vita. Ti ho conosciuto attraverso i miracoli di internet ed ora sei qui, in carne e ossa

EZIO: Veramente solo più in ossa; in carne ci sei tu

FATINA: Tutto questo ben di Dio sarà tuo, solo tuo e io mi lascerò sedurre e condurre fin dove vorrai

EZIO: Magari con la carriola… Piano Fatina, piano. Tuttavia dovresti renderti conto che c’è qualcosa che non va

FATINA: Lo so, il mio vestitino non è di tuo gradimento; e sì che l’ho preso al paghi due compri tre…

EZIO: Non è il vestitino… chiamalo vestitino…

FATINA: Forse avrei dovuto raccogliere i capelli sulla nuca, fare dei colpi di sole, aggiungere un filo di trucco…

EZIO: Non sono i capelli Fatina…

FATINA: Cavallo selvaggio; dalla tua voce noto un’ombra di incertezza, ho un vago sentore che qualcosa non vada, magari… Ebbene sì; quella foto è di dieci anni fa’. Non ti piace?

EZIO: La foto sì, ma è il soggetto che è cambiato

FATINA: Ma il cuore batte sempre allo stesso modo cavalluccio mio. (Suono di campanello. Ezio si siede con la testa fra le mani sul divano accanto a Fatina)

ANGELICA: (Precipitandosi) Ezio! Corri! Corri alla porta! Il mio principe! Il mio principe del cuore!

ZAIRA: (Entrando) Vado io. Oggi mi sento tanto portinaia (Esce)

ANGELICA: (Sistemandosi vestito e capelli) Oddio che emozione, che batticuore, che brivido!

ZAIRA: -(Come prima entra, si ferma sulla soglia della porta e con la scopa batte a terra tre colpi) Sua altezza serenissima il Principe del cuore! Magari un po’ meno principe e un po’ più di semplici natali!

ANGELICA: Ma che dici mamma? Dai, sbrigati, fallo entrare che muoio dall’ansia di conoscerlo

ZAIRA: Più che morire di ansia mi sa che fra poco morirai di infarto. Pronto Principe, entri pure, si accomodi nella nostra fastosa reggia

GIACOMINO: (Entra titubante e  vestito forzatamente elegante con un mazzo di fiori in mano). Ciao Angelica, sono il tuo principe del cuore

ANGELICA: (Accasciandosi su una sedia) Ma tu, tu, tu, tu…

ZAIRA: Mi sembra di sentire il telefono quand’è occupato

ANGELICA: Ma tu sei… sei il Giacomino

GIACOMINO: Perché? Non dirmi che non mi hai mai visto… Sono il fratello del Genio

ANGELICA: Lo so disgraziato che sei il fratello del Genio! Ma che ci fai tu qui?

GIACOMINO: Faccio il principe del cuore

ZAIRA: Io direi il principe della discarica…

ANGELICA: Vi prego, lasciatemi riprendere un attimo. Cerchiamo di capirci bene… Vorresti dire che tu, Giacomino, eri tu che mi scrivevi certe frasi d’amore che mi infiammavano il cuore, che hanno dato fuoco ai miei sentimenti…

GIACOMINO: Io non ho mai dato fuoco a nessuno, ma se  hai bisogno ti do il numero di telefono dei pompieri; deve essere il 113 o il 115. Se vuoi li chiamo col cellulare

ANGELICA: Ma no, non può essere… Tu saresti capace di scrivere quello che mi hai scritto?

GIACOMINO: Di scrivere non riesco ancora a farlo bene. Ci sono tanti di quei tasti sul computer che mi confondono un po’. La a da una parte, la elle dall’altra, insomma, tutte messe a caso e neanche in ordine alfabetico. Quello che le ha messe così a caso dovrebbe prendersi l’ergastolo

ANGELICA: Ma allora…

GIACOMINO: Allora era il Genio che scriveva. E’ così bravo il mio fratellone… E poi sa scrivere tanto bene… Hanno fatto bene i miei genitori a chiamarlo Genio; più genio di lui…

ANGELICA: Ma allora vuoi dire che dietro di te c’è… il Genio

GIACOMINO: No, lui non era dietro di me, ma davanti, al computer e scriveva, scriveva, scriveva…

ANGELICA: A chi?

GIACOMINO: A una certa… Bella di notte

ANGELICA: Ma Bella di notte sono io!

GIACOMINO: A me sembri carina anche di giorno… Bella di notte sei tu? Ma non sei l’Angelica? (Si avvicina alla porta e urla verso l’esterno) Genio! Genio! Vieni qua un momento che io non ci capisco più niente!

ZAIRA: Ma quando mai ha capito qualcosa quel coso qui…

GENIO: (Entrando) Lo so, lo so… Buoni, buoni e soprattutto tu Angelica stai buona

ANGELICA: Buona a me? Ma io sto diventando una vipera, un ciclone, un vulcano, un incendio!

GIACOMINO: Chiamo i pompieri Angelica? Deve essere il 113 o il 115

ANGELICA: Cos’è questo scherzo Genio?

GENIO: Non è uno scherzo Angelica; se lo vuoi sapere lo scherzo l’ha fatto Giacomino. Solo ora capisco quello che stava tramando e cos’ha combinato

ANGELICA: Non mi dirai che…

GENIO: Certo che te lo dico. Questo bel tomo, una sera che stavo digitando con te e in cui ci scambiavamo frasi d’affetto senza che tu sapessi che ero io, mi ha confessato di essersi innamorato della Bella di notte leggendo le dolci parole che mi scrivevi. Quando gli ho confessato che la Bella di notte eri tu e che ti avrei dovuto incontrare oggi non ha fatto altro che sostituirmi. Siamo noi che lo consideriamo un po’ scemo, ma guarda che uno scemo non combina queste cose

GIACOMINO: Scemo io?

GENIO: Beh, Giacomino, lo sai bene che da piccolo hai fatto la meningite e con quella malattia lì o si muore o si diventa scemi

ZITA: E il Giacomino… non è morto!

ANGELICA: Quindi vorresti dire che…

GENIO: Che il Principe del cuore sono io e, lo confesso, sono da sempre innamorato di te

ANGELICA: Ma no; è ridicolo!

GENIO: Davvero pensi che sia ridicolo innamorarsi di una persona?

ANGELICA: Veramente…

GENIO: Veramente?

ANGELICA: Veramente… anch’io… Senti Giacomino; passa a lato quel mazzo di fiori e dallo a tuo fratello. Ecco, così. E ora tocca a te Genio. Se davvero questo è amore…

GENIO: (Si pone davanti ad Angelica e recita)

Non chiedere a una foglia di non muoversi

Non può, c’è il vento.

Non chiedere al sole di fermarsi alto nel cielo

per due mezzogiorno

Non può, c’è la notte.

Non chiedere all’uomo di vivere in eterno

Non può, c’è la morte.

Non chiedere a me di non amarti

Non posso Angelica, ci sei tu!

(Applausi dagli astanti. I due si tengono per mano)

ANGELICA: Mi rendo solo ora che sono diventata grande, che devo smettere di rincorrere i sogni matti e irrealizzabili di una ragazzina…

ZAIRA: Di rincorrere i gruppi rock dei fuori di testa, dei tipi loschi che si incontrano in discoteca, artisti e camperisti compresi

GIACOMINO: E io adesso? Che faccio io?

ANGELICA: Genio ti insegnerà ad usare il computer e prima o poi anche tu saprai trovare la tua anima gemella

PIERO: (Entrando questa volta vestito) Si può sapere cos’è tutta questa confusione? Cos’è, una festa? E io sono l’unico a non essere invitato. (Scorge Fatina) Ma chi è questa graziosa donzella?

EZIO: E’ la Fatina papà

PIERO: Macchè fatina, una fatona, una fatalona, un dono della natura, un gran pezzo di gnocca!

ZAIRA: Frena Piero, frena!

PIERO: Calma Zaira; stamattina non ho fatto il bagno con l’ammorbidente, ma con lo shampoo degli uomini duri. Hai capito Zaira? Duri! Alzati da questo trono donna fatale e prorompente e avvicinati a questa forza della natura

ZAIRA: Ragazzi; vostro padre è rimasto folgorato dalla fatona. Scommetto che la prostata si è messa in pausa e ha ritrovato qualche ormone che si era perso in giro e si è risvegliato

PIERO: Ma cosa dici donna? Sei tu che mi hai sempre negato le tue grazie. Veniva a letto con pigiama di paile, con berrettona alla Fantozzi, con mutande da sbarco, con la dentiera sul comodino, la pancera con le stecche di balena e la faccia impiastricciata di grasso puzzolente di foca. Impossibile toccarla. La differenza fra lei e un sarcofago era solo che lei russava

ZAIRA: Ha parlato Bred Pitt! A letto con le calze elastiche per via delle vene varicose, fascia del dottor Gibaut per ernia ombelicale che sembra un budino alla vaniglia, guantoni di lana perché diceva di aver sempre freddo alle dita. Impossibile toccarlo. La differenza fra lui e un paracarro era solo che ogni tanto tossiva e scatarrava. Se lo vuole, cara Fatina, il Piero glielo regalo! Tutto gratis! In compenso però mi restituisce il mio Ezio che, a quanto pare, non ha per niente voglia di diventare la sua metà; anche se, almeno di peso, è davvero la sua metà

FATINA: (Si alza) A questo punto, piuttosto di niente e col cuore spezzato, potrei tenermi davvero questo baldo e simpatico signore che sa apprezzare la mia personalità, il mio ardore e il mio prorompente desiderio di focosa avventura. Se tuo figlio è Cavallo selvaggio tu dovresti essere…

ZAIRA: Asino spelacchiato!

FATINA: Ma è sempre un uomo! Un uomo duro!

ZAIRA: Duro poi…

FATINA: E io lo voglio, lo voglio tutto per me

ZAIRA: Con le calze elastiche?

FATINA: Perché no?

ZAIRA: Con la fascia del dottor Gibaut?

FATINA: Perché no?

ZAIRA: Con i guantoni di lana?

FATINA: Perché no?

ZAIRA: Con la prostata che perde da tutti i buchi?

FATINA: Forse, a pensarci bene…

ZAIRA: Ecco, ci pensi bene, anzi, non ci pensi neanche, altrimenti fra un paio di giorni verrebbe a portarmi il reso solo per buttarlo in discarica. Questo è solo una macchina col motore ingrippato, le candele arrugginite e con le gomme a terra

FATINA: Oh qual dolore! Allora addio! Addio Cavallo selvaggio! Addio asino spelacchiato! Addio prostica scassata! Me ne andrò di nuovo a passare le mie notti insonni davanti al computer alla spasmodica ricerca di un altro cavallo ancor più selvaggio e scalpitante d’amore! Addio, addio a tutti! Ah, destino crudele e avverso!(Esce)

GENIO: Giacomino, va a casa, accendi il computer e incomincia a trovare le varie lettere sulla tastiera. Da domani ti darò la seconda lezione

ANGELICA: Magari gli insegneremo noi ad usare la chat

ZAIRA: Io direi di incominciare ad insegnargli ad usare il cervello. Mi sa che spiegare come si usa il computer al Giacomino è come spiegare cos’è il sesso a una suora

ANGELICA: Hai provato Giacomino  a mandare a qualche donna  la tua fotografia?

GIACOMINO: Certo che ci ho provato; ma me la bloccava sempre l’antivirus

ANGELICA: Te lo bloccava l’antivirus? Non riesco a capire perché…

GIACOMINO: Forse perché da piccolo ho fatto l’epatite virale. Vabbè…Allora… Allora mi volete proprio mandare via…

GENIO: Ma nessuno ti vuole mandare via; ti ho detto solo di andare a casa

GIACOMINO: Ma io sono venuto per Angelica…

GENIO: Anch’io sono venuto per Angelica Giacomino

GIACOMINO: Ma io le ho portato i fiori..

GENIO: Ma dove li hai presi i fiori?

GIACOMINO: Li ho tolti da una corona al cimitero. Erano tanto belli e poi non li usava più nessuno. Lo sai che poi li buttano in discarica. Vabbè… Me ne vado; almeno avessi potuto portare con me la Fatina

ANGELICA: Ti piaceva la Fatina?

GIACOMINO: Insomma… Era una donna di un certo peso

PIERO: Per quello non ti so dar torto e qui davanti aveva due argomenti…

GIACOMINO: Anche quelli avevano un certo peso…

PIERO: Due noci di cocco, dure, sode, prorompenti!

ZAIRA: Frena Piero, frena! Non erano benzina per il tuo motore…

GIACOMINO: Vabbè; andrò a imparare a battere le lettere al computer, In mancanza d’altro… Cercherò di mettere tutti i tasti in ordine alfabetico. Ciao a tutti. Il Giacomino se ne va. (Uscendo) Ma quand’è che riuscirò a chattare anch’io? Quando? Quando? Potevate però lasciarmi la Fatina!

ZAIRA: Beh. Direi che le cose si stanno sistemando

EZIO: Quasi… si stanno sistemando…quasi. Angelica ha trovato il suo Principe del cuore mentre io…

ZAIRA: Ti sei liberato dalla libellula. Ne troverai un’altra vedrai, magari con qualche etto in meno

PIERO: Però; che donna quella Fatina! Magari sotto sotto aveva un tanga mignon…

ZAIRA: Più che da mignon li aveva da mignotta

PIERO: Non certo come i tuoi mutandoni da sbarco. (Suono di campanello). Ma chi c’è ancora? Pensavo fossero finiti gli arrivi e partenze di questa casa. Vai Zaira e vedi chi c’è.

ZAIRA: Pronto! La portinaia obbedisce! Questa casa è diventata peggio di una stazione dei treni. Avanti con gli arrivi e le partenze! (Esce. Rientra e al solito modo annuncia…) Sua altezza… Accidenti non ho capito bene… (Rivolgendosi all’esterno) Chi devo annunciare? (Lascia cadere la scopa e si mette le mani nei capelli) Noooo! Ma io non pensavo che… Oddio; che casino! E adesso chi lo dice a questi qui?

EZIO: Avanti mamma; e fallo ‘sto annuncio! Ormai sei abituata

ZAIRA: (Si riprende e annuncia al solito modo) Il nobiluomo… Toro Scalpitante!

ANGELICA: Toro… cosa?

ZAIRA: Ma te le sei lavate le orecchie stamattina? Toro scapitante!

EZIO: Ma da dove arriva questo?

TORO: (Entrando con modi irruenti) Dov’è? Dov’è la mia Casalingua inquieta? Dov’è? Io la devo calmare, addolcire, domare! Ti devo far mia! Dove sei donna del mio destino?

PIERO: Calma ragazzi e sangue congelato! Primo; si può sapere chi è lei?

TORO: Sono Toro Scalpitante, toro scatenato, toro infuocato, toro sfrenato…

PIERO: Senta, si sieda un attimo così fa anche toro seduto

TORO: Non mi posso sedere; la mia eccitazione è al culmine. Dov’è la mia casalingua del cuore?

ZAIRA: Senta signor torello; si calmi e ragioniamo. Mi sa per favore dire perché è venuto proprio in questa casa?

TORO: Da qui è partito l’invito a correre a domare la casalingua inquieta; forse proprio da quel computer. (Rivolgendosi a ad Angelica) Sei tu donzella deliziosa?

GENIO: No, ti garantisco che questa non è per niente inquieta anche se è deliziosa

ANGELICA: E non ha bisogno di torelli. Il suo toro l’ha già incontrato e non lo lascia per tutto l’oro del mondo

GENIO: Grazie cara Angelica

ANGELICA: Prego caro Genio

TORO: (Rivolgendosi a Zaira) Allora sei tu, tardona fremente che hai bisogno del vulcano delle mie forze ormonali, del mio corpo fremente casalingua ribelle…

ZAIRA: No, prego, casalinga inquieta, non ribelle. Così ho scritto e così ho detto!

ANGELICA: Ma mamma! Non mi dirai che anche tu…

ZAIRA: Ma che dici? Sei matta?

EZIO: Ma se hai appena detto che così hai scritto…

ZAIRA: Ma sei matto anche tu Ezio? Io non ho scritto un bel niente! Lo giuro sulla testa del Piero!

PIERO: State tranquilli che la mia testa non corre nessun pericolo. La vedete vostra madre a pigiare quei tasti lì? Lei che ha imparato solo a usare il pallottoliere? E poi; casalinga inquieta? Casalinga può darsi, ma inquieta poi quella gatta di marmo lì…

ZAIRA: Gatta di marmo io? Ma che ne sai tu di quello che può bollire in pentola o nel cuore di una casalinga? Forse inquieta no, ma insoddisfatta sì! Sapete allora quello che vi dico? La volete sapere tutta la verità?

FATINA: (Entrando) Permesso? Scusate se mi permetto di entrare ancora una volta, ma temo di aver dimenticato da qualche parte i guanti

TORO: Eccola; è lei; lo sento! Mia piccola giumenta ribelle e prosperosa; sei tu allora la femmina anelante e desiderosa del tuo Toro scalpitante?

FATINA: Oh, qual visione conturbante e provocante! Che uomo! Che toro! Forse la fortuna ha bussato alla mia porta; cercavo un cavallo selvaggio e mi ritrovo un Toro scapitante. Vuoi tu dunque scalpitare con me?

TORO: Scalpiteremo assieme sino alle infinite praterie dell’west, (la prende per mano e si dirigono all’esterno), correremo nei verdi pascoli di un nuovo amore. Mia piccola ribelle scatenata, mio piccola giumenta caliente, mio dolce fiore profumato di fieno e d’amore (Escono)

ZAIRA: Meno male che ce li siamo levati di torno

PIERO: Certo che voi e il vostro coso lì…

EZIO: Si chiama computer papà

PIERO: Si chiami come si chiama, ma per me è sempre un… coso. Certo che voi e il vostro coso avete creato un bel casino. Ai miei tempi si scriveva una bella letterina, magari profumata di borotalco…

ANGELICA: E ora si scrivono le email e si va in chat

ZAIRA: Ma di che letterina parli Piero? Ma se non me ne hai mai scritta una in vita tua… Forse una cartolina; sì, una cartolina. Era andato in pellegrinaggio a Roma e… me le ricordo bene le parole d’amore che mi ha scritto… “A Roma andai, a te pensai e questa cartolina ti mandai”

EZIO: Che poeta papà…

ANGELICA: Che fantasia…

ZAIRA: Che porcheria!

ANGELICA: Allora converrete con me che è più sbrigativo usare il computer

ZAIRA: Certamente, ma poi arriva gente che non si conosce e che non si sa nemmeno che tipi siano. Non lo so se davvero è stata una conquista usare tutte queste diavolerie. Sentite ragazzi; vi prego, vi scongiuro… Lasciate stare quell’aggeggio infernale. La prima volta che in questa casa vedo smanettare qualcuno con quel coso lì, qui lo dico e qui lo confermo, lo giuro che gli spacco il cranio con la scopa!

ANGELICA: Su cosa giuri mamma?

ZAIRA: Sulla testa del Piero! Però… Ho letto sul giornale che a un tale che aveva la testa fuori uso, proprio come quella del Piero, hanno dato una botta in testa e quella si è messa a funzionare di nuovo. Sentite, sentite che idea… Se al Piero dessi una botta di scopa da un’altra parte, magari potrebbe sistemarsi anche lì. (Alzando la scopa) Che ne dici Piero?

PIERO: (Scappa urlando) Nooooo!