Where is the wonderful life?

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"Where is the wonderful life?"

ovvero

"Si va di qua per la vita meravigliosa?"

di

Renata Ciaravino

…trovo te e ti tengo per il braccio, ho talmente voglia di una stanza e sono tutto bagnato…

B.M. Koltès

Tu dici che vuoi essere felice, ma ci sono cose più importanti.

Tarkowskij

Per quanto si diano da fare,

gli Infelici Molti ci si devono rassegnare:

LA LORO FELICITA’ E’ TETERRIMA!

Elsa Morante

Perché scriviamo? Che senso ha documentare la guerra, quando è destinata a ripetersi? L’esperienza che ho fatto durante questa guerra mi dice che scrivere significa, prima di tutto, cercare di stabilire un qualche ordine nel caos. In un senso più generale, scrivere prova che l’essere umano può comportarsi razionalmente, forse serve solo a questo. Come è possibile uccidere, è anche possibile scrivere. George Orwell, in uno dei suoi saggi non ha forse annotato: "Mentre io scrivo, esseri umani altamente civilizzati stanno volando sopra la mia testa cercando di uccidermi?" Una casa distrutta è un esempio molto più evidente di quello che gli esseri umani sono capaci di fare che non qualsiasi testo sulla guerra. Credo che abbiamo rinunciato all’illusione di poter imparare da queste esperienze. Non ne siamo capaci. D’altra parte, se la guerra rappresenta la negazione dell’umanità, la prosa documentaria è la sua affermazione. Più di questo, temo, non possiamo sperare, né come scrittori, né come esseri umani.

Slavenka Drakulic’

Negli anni ’50, negli Stati Uniti d’America si aprì una sorta di caccia alle streghe, dove le streghe (BOOM!) erano interpretate dai comunisti, Dai loro simpatizzanti e spesse volte da innocui liberali.

Uno dei delatori della Santa Inquisizione, interpretata in quel caso dalla

Commissione Senatoriale di indagine per le attività anti-americane,

fu Walt Disney,

padre di Mickey Mouse.

personaggi

Topolino

Presidente di Metrotopoli

Minnie

First Mousy

Grappezzia

Ammaestratore di topi

Noir

Primo Ministro e Consigliere di Topolino

Palladium

Architetto

Plutonia

Comandante dell’Esercito di Metrotopoli

Esercito di Topolino

La Voce

Lo Straniero

Il Comico

Il Coro dei Felici

Cittadini di Metrotopoli

Prima scena: come talvolta tra sfigati ci si capisce

(La Voce, Il Comico, Lo Straniero)

Una zona periferica della città. Una parte di muro crollato.

Lo Straniero, seduto sul muro, con la schiena alla strada, sta leggendo.

Il Comico posiziona una buccia di banana ai piedi del muro, ci cade sopra, cade, finge di stare male per attirare l’attenzione dello Straniero.

Lo Straniero sente il tonfo, si gira, vede l’uomo a terra, scende dal muro, cerca di farlo rinvenire.

Il Comico rinviene. Lo Straniero lo ripulisce dalla polvere dei calcinacci. Quando Il Comico si è definitivamente ripreso, lo Straniero, senza dire una parola, ritorna al suo muro.

Comico

Amico grazie per prima…

Lo Straniero lo guarda imbambolato.

… sono quello che è caduto…

Lo Straniero continua a guardarlo imbambolato.

…la banana…

Straniero

Si, certo…

Comico

Ero sovrappensiero…ma tu guarda queste banane, quando ti servono non le trovi mai…

Straniero

E’ un bel problema…

Comico

Non cado sempre...ultimamente molto meno, e se cado cado bene… e soprattutto mi so rialzare…

Lo Straniero lo guarda.

Ti faccio vedere?

Straniero

annuisce

Comico

Vuoi vedere?

Il Comico cade bene e si rialza.

Lo Straniero applaude.

Ecco…

Bello qui... lì, com’è? Quasi quasi vengo su… che dici: vengo? Ma si, vengo.

Comincia ad arrampicarsi

C’avrei un po’ di cose da fare ma visto che sono qui mi dico: ma perché non sali? Cosa fai? Il prezioso?…c’ho ste scarpe che scivolano… mannaggia! Sai che faccio? me le tolgo… ti spiace? No, vero?… ecco qua… ora va meglio…che roba questo muro… Ta-tan!

Straniero

Ciao.

Comico

Ciao.

Sigaretta?

Silenzio.

Che belle scarpe! Che numero c’hai? Aspetta, fammi indovinare…Secondo me il 44. Ho indovinato? Io c’ho il 43. Le mie sono di pelle vera. Pitone. Quanti pitoni ci vogliono per fare un paio di scarpe del 43? Che domanda…4! 4 pitoni. Dai di’: per te, quanti pitoni ci vogliono?

Straniero

Non lo so.

Comico

Non ti preoccupare, non importa… comunque ce ne vogliono 4 …Oh! Si sta proprio bene… meno male che sono caduto, pensa se non cadevo, mica ero qui adesso.

Lo Straniero si rovescia la birra in testa.

Il Comico fa lo stesso.

Comico

Sei solo?

Straniero

Si.

Comico

Ma Solo-Un po’ o Solo-Solo?

Straniero

Solo-Solo!

Comico

Magnifico. Anch’io.

Sei triste?

Straniero

Si.

Comico

Ma triste o Triste?

Straniero

In-fe-li-ce.

Comico

Magnifico! Magnifico! Io cado e incontro uno come me, cioè te, è semplicemente magnifico!

Straniero

Magnifico… Come hai detto che ti chiami?

Comico

Veramente non l’ho detto, comunque mi chiamo Comico, naturalmente! E tu?

Straniero

Straniero.

Comico

Magnifico! Allora piacere, Straniero.

Straniero

Piacere, Comico.

La città viene colta dalla Voce.

La Voce

Ciao mondo, ciao terra, ciao mia bella città.

A parlarvi sono io.

Io chi? Vediamo…

Potrei essere un dj che vede tutto quello che accade dal grattacielo più alto della città,

oppure potrei essere un presentatore televisivo notturno, uno di quelli che appare dopo l’ultimo programma del palinsesto e prima dello ZZZZZZ che fa la televisione verso le 5 di mattina,

oppure… oppure potrei essere un angelo, ma tanto agli angeli non ci crede più nessuno …

Diciamo che sono solo una voce, La Voce, e mi fa molto piacere tenervi compagnia.

Dunque.

La notte è stata lunga ed ingombrante,

il mattino s’è fatto attendere non poco,

ha cincischiato,

poi ha tirato i capelli alle allodole e s’è fatto vivo.

Col mattino è arrivata la notizia.

Prima ha cominciato a correre impazzita

poi è venuta qui,

da me,

e s’è svelata

Mia bella città,

la notizia è certa,

certa, certa, certa!

La stavamo aspettando.

Nessuno la può più smentire.

E’ scritta sulle carte, è figlia di una scelta…

Signore e signori,

attenzione prego:

il nuovo Presidente della nostra Città,

che ora ha nome nuovo: Metrotopoli, è…

è è è …

MISTER MICKEY MOUSE!

seconda scena ovvero come da topi, con un po’ di impegno, si diventa presidenti

(Topolino, Grappezzia)

Entra Grappezzia, l’Ammaestratore di Topi, e mette del formaggio nel centro della stanza. Poi esce. Entra allora Topolino che va verso il formaggio e comincia a mangiarlo. Grappezzia rientra e nascostamente lo mette al guinzaglio.

Grappezzia

Eccoti qua.

A pubblico Io sono Grappezzia, il grande ammaestratore di topi, G.G.A.D.T.: strapazzatemi se ve serve, sopra de me sollazzatevi, scacazzatemi tutto!

Allora Topolino, tu sai quello che te aspetta… Topolino sai quello che te aspetta?

Topolino annuisce tutto agitato.

Poverino, povero Topolino, è tutto da rifare.

Bene, vedemo de cominciare.

Camminare. Parlare. Comportarsi.

Parte prima: come si cammina.

Grappezzia si mette a carponi come Topolino.

Fare come faccio io.

Alzo il brazzo destro.

Topolino esegue.

Alzo il brazzo sinistro.

Topolino esegue.

Ora immazino de avere due corde legate ai polsi e immazeno che un grande omone me tiri su da una gru.

Grappezzia e Topolino stanno per arrivare in piedi, quando Topolino si ributta a carponi e prende a giocare e squittire.

Topolino!

Gli ficca altro formaggio in gola. Topolino, un po’ stordito si quieta.

Allora riproviamo.

Rifanno la sequenza.

Salgo, salgo, me tira, me tira, salgo, me tira… eccoce qua!

Bravo amorino!

Topolino è felice ma camminando è tutto scordinato.

Grappezzia lo tira per il guinzaglio.

No! Prima una gamba e poi l’altra. Destra, sinistra, destra, sinistra…. No! Prima il tallone, poi la punta. Il busto sta eretto.

Topolino si impala.

Non rizido.

Topolino ha le braccia irrigidite.

Le brazza sciolte.

Le smolla.

Non molli. Il giustino!

La testa sta su e lievemente asseconda il passo…

Lievemente!

Topolino esegue.

Bravo, fatte vedere.

Topolino la fronte! Ti prego destendila. Destendila. Destendila! Desteeendilaaa!

Topolino scatta e lo morde. Grappezzia urla.

Hai osato morderme! Tu! Vile!

Me! Servile!

Tutto questo lo faccio per te,

perché tu possa essere fiero di me.

Perché tu ti possa superare,

in di sopra le vette svettare,

in dei mari braccolare,

perché tu possa infine dirti uomo e topo, Lino e Topo, Topo-lino!

Me, poverino!

Al servizio di chi lo disprezza, lo deprezza…

mi vien na debolezza!

Me ne voglio andare,

per da solo disperare,

per le strade le mani contro i muri scorticare,

addio fognettina, addio mondo, addio anche a me!…

.

Grappezzia finge di morire. Topolino si spaventa e va verso il corpo di Grappezzia per compiangerlo. Grappezzia all’improvviso si rialza..

Grappezzia

Oh crizetino! Hai capito. Possiamo continuare. Punto secondo: imparare a parlare.

La frase da cui partiamo è "Io sono Topolino".

Ma prima de tutto i suoni fondamentali. Ascoltare e ripetere.

A B C D

Topolino

A B C D

Grappezzia

E F G H

Topolino

E F G H

Grappezzia

I L M N

Topolino

I L M N

Grappezzia

O P Q R

Topolino

O P Q R

Grappezzia

S T U V Z !

Topolino

S T U V Z!

Grappezzia

Ora componiamo.

I O è Io.

Topolino

I O è io.

Grappezzia

No, solo Io.

Topolino

No, solo Io.

Grappezzia

No, non solo Io, io e basta.

Topolino

Io e basta.

Grappezzia

No io e basta, solo Io Io Io Io Io.

Topolino

Io, Io, Io, Io, Io!

Grappezzia

Io.

Topolino

Io!

Grappezzia

Bravo!

Topolino

Io, io io io!

Io sono Topolino!

Grappezzia

E’ un miracolo!

Topolino

Io sono Topolino! Io sono Topolino! Io sono Topolino! Io sono Topolino! Io sono Topolino! Io sono…

Grappezzia

Basta!

Adesso te farò delle domande a cui dovrai rispondere per esercitarte.

Topolino si atteggia a intellettuale che deve rispondere a un’intervista.

Grappezzia si atteggia a giornalista.

Grappezzia

E’ contento di essere il presidente?

Topolino

Si.

Grappezzia

E qual è la cosa più importante di cui si vorrà occupare?

Topolino

La FELICITA’.

Grappezzia

Questo è molto bello da parte sua!

Topolino

Si, è molto bello, è molto bello, è molto bello, è molto bello…

Grappezzia

Si va bene, adesso basta, la lezione non è ancora finita. Vieni, genio!

Ricorda: se cammina, se parla, ce se muove nella misura di chi te sta davanti. E lentamente, un ziorno appresso a n’altro ziorno, comprenderai tutte le combinazioni. Questo è per de sicuro importante: l’avanzo è solo na via per sciogliere i muscoli.

E ora a vestirse per il gran discorso!

Qualcosa da dire?

Topolino

……W la vita meravigliosa!

Grappezzia

Charmant!

terza scena ovvero come da puttane si diventa first lady

(Minni, Noir)

Una stanza del Gran Palazzo dove Noir ha chiamato a colloquio una prostituta.

Minni

Io ce l’ho già un lavoro.

Noir

Lei merita di più.

Minni

Ne è sicuro?

Noir

Certo.

Guadagna molto ora?

Minni

Non lo so. Non lo faccio da molto.

Noir

Le piace quello che fa?

Minni

Meglio che pulire i cessi.

Noir

Io le sto offrendo molto. Soldi e soprattutto tranquillità. In cambio le chiedo solo di stare vicino al nostro Presidente.

Minni

Ma è un topo.

Noir

Non noterà la differenza.

Minni

Io non voglio amare nessuno.

Noir

Non è d’amore che parlo.

Minni

Non posso stare vicino a uno che non amo.

Noir

Col tempo si imparano tante cose.

Minni

Comunque non mi interessa.

Noir

Lei è triste.

Minni

Mi è capitato di peggio. Non è un grosso problema.

Noir

Lei non è solo triste. Sappiamo che lei prende venti gocce di lexotan la mattina e venti gocce la sera, che passa intere giornate stesa sul letto con le finestre abbassate a piangere, che trema ad ogni minimo rumore, che dalla disperazione le manca il fiato. Lei ha l’ansia. Lei è al limite. Lei è infelice.

Minni

Lo so.

Noir

Se lo sa, allora accetti la mia proposta.

Minni

In pratica cosa dovrei fare?

Noir

Niente di particolare: accettare la mia proposta, stare e godersi un po’ di tranquillità.

Minni

Ci posso pensare un po’?

Noir

Purtroppo no.

Minni

Va bene.

Noir

Questi sono i suoi vestiti.

Dimenticavo. Da oggi naturalmente lei si chiamerà Minni.

quarta scena ovvero: un po’ di teoria la sanno fare tutti

(Topolino, Grappezzia, Noir, Minnie, Plutonia, Palladium)

Piazza principale della Città.

Topolino

Rumori di folla. Applausi.

Non voglio cominciare questo viaggio nascondendovi la parte più delicata di me. E’ per me molto difficile trattenere la commozione che mi sta attraversando in questo momento. E’ un sentimento umano, e di conseguenza fa parte anche di me.

Ma forse è qualcosa di più che commozione… è fierezza, orgoglio, è gratitudine verso tutti coloro che hanno voluto dare una possibilità al mio essere qui, ora.

Rumori di folla. Applausi.

In qualche modo già mi conoscete. Immaginate, perciò, qual è quella cosa che più di tutte mi sta a cuore. La parola è semplice, il contenuto è immenso: felicità. Da qui si deve partire e qui si deve arrivare. Tutto, tutto si deve fare per poterla favorire.

Rumori di folla. Applausi.

E’ brutto dirlo, ma troppo spesso dimentichiamo che dobbiamo morire. Se ce lo ricordassimo avremmo più urgenze. L’urgenza di rendere ogni attimo della nostra vita degno di essere vissuto. Che faccia faremo quando, sul punto di morte, voltandoci indietro, vedremo che quasi tutto il tempo lo abbiamo passato lamentandoci e soffrendo?

Faremo una faccia bruttissima!

Come potrebbe invece essere quel momento se voltandoci indietro vedessimo che nella nostra piccola e umile vita, un po’ di felicità ce la siamo accaparrata?

Decisamente meglio!

Rumori di folla. Applausi.

Noi lavoreremo per questo. Come?

Cercando di individuare ed eliminare alla radice l’origine dei nostri mali. La felicità non è un regalo. Bisogna volerla. C’è gente invece che cerca in tutti i modi di allontanarla dalla propria vita, impegnandosi in attività che semplicemente la negano. C’è gente che nell’infelicità si trastulla, si gongola, si crogiola, e non sa quanto questo non faccia altro che appesantire la propria esistenza, e soprattutto quella degli altri.

Spesso penso alla frase di un grande pensatore. Un maestro. "Maledetto sia colui che tiene un’intuizione tutta per sé!". Bene. Noi non la terremo tutta per noi, la regaleremo a tutti i paesi, al mondo, all’universo! La esporteremo, la spiegheremo, la propagheremo. Felicità per noi, per voi, per me, per te, in due parole semplici ma dense di significato: per - tutti!

Applausi.

Ricapitolando: Felicità, felicità, felicità e …

e ora, signore e signori non mi resta che presentarvi i miei collaboratori.

Musica.

Topolino

Plutonia, Capo dell’Esercito, decisa, attenta determinata, precisa, silenziosa, oculata.

Grappezzia, il mio tutore: elegante, intuitivo, raffinato emotivo, empatico, sgargiante.

Noir, il Primo Consigliere, taciturno attento, previdente, paterno, pioniere, intelligente.

Palladium, Ingegnere del Ponte, bizzarro, economo, aitante, studioso, frizzante, valente.

Papa-lungo, il Grande Sacerdote: cristiano, bigotto, ortodosso, credente, buddista, musulmano.

Bene signori, e per finire Minnie, la First Mousy, per la quale ho scritto una poesia:

Anima mia,

porcellana odorosa,

cucciolo di rosa,

anima senza posa,

beato chi ti sposa.

Minni non saluta.

Saluta Minni. Saluta.

Minni! Minni! Miiinniiii!

Minni scappa via.

Tutti

Signori partecipate e fate che questa mia battaglia sia da oggi la vostra battaglia!

Applausi.

quinta scena ovvero :

concretamente come essere felici?

(Coro)

Situazione: uscita dai cancelli della piazza dove Topolino ha tenuto il discorso.

Coro

Hai quel che desideri Clorinda?

Sei soddisfatto Francesco?

Sei tranquillo Giancarlo?

Sei a posto Veronica?

Sei contento Andrea?

Hai quel che meriti Barbara?

Hai quello di cui hai bisogno Alberto?

Sei felice Carla?

NO!

E ci credo! Come si fa?…

Non si sa da che parte partire.

Parto di qua? Parto di là? Ma da dove parto?

Partiamo dal lavoro?

Dall’amore?

Dall’amicizia?

Dai soldi?.

Sapete a me cosa mi blocca?

Cosa?

L’ansia. Io sono un propulsore d’ansia.

A chi lo dici… io sono così ansioso che balbetto anche quando sto zitto.

Beh, non parliamo allora della paura.

Paura di non essere all’altezza.

Paura di essere all’altezza.

Paura di sbagliare.

E di fare giusto.

Di morire.

Ma anche di vivere.

E per chiudere il quadretto, la depressione.

Terribile.

L’ansia è quando non sai dove stare.

La depressione è quando lo sai benissimo: da nessuna parte.

Ti sembra che hai un sacco di tempo e che ti puoi permettere di stare giorni in casa a guardare i chiodi.

E ti dici: è un momento di passaggio, evidentemente ne ho bisogno, passerà…

Ma poi è triste quando ti accorgi che sono anni che dici così.

Basta ragazzi! Cominciamo noi!

Noi dobbiamo essere felici.

Noi vogliamo essere felici!

Noi vogliamo essere felici?

SI!

E quindi cosa possiamo fare?

Da un lato fare azioni che ci facciano star bene e che non abbiamo mai avuto il coraggio di fare e dall’altro individuare ed eliminare alla radice l’origine dei nostri mali.

Individuare ed eliminare alla radice l’origine dei nostri mali.

Allora per intanto potremmo stare un po’ insieme per non sentirci soli.

Giusto.

Poi dobbiamo organizzarci.

Giusto.

Dobbiamo avere una sede.

Giusto.

Dove?

A casa mia. Via Pietrasanta 9.

Perfetto.

Per fare una cosa seria dovremmo anche darci un nome.

Ce l’ho io! F.A.T.I.C.A.: Felicità a tutti i costi Association

Bene.

Allora ci rivediamo fra qualche giorno a casa di…

Alberto!

… e lì ci riconfronteremo su quello che avremo pensato nel frattempo.

Buona riflessione.

sesta scena: ammonimento e fuga di Minni

(Voce, Topolino, Minni, Noir)

La Voce

Ciao terra. Ciao mondo. Ciao mia bella città.

A parlarvi sono ancora io.

Io. Io. Io. Io.

Sto qui, immobile, e con calma guardo.

Per guardare mi prendo un po’ di tempo.

Fuori la Città è bella,

è orrenda come tutti i giorni appena passati.

I negozi chiusi all’ora di sempre.

Guardiamoci intorno.

Fa caldo e si fa l’amore più lentamente.

Ascoltiamo.

Nelle bancarelle, fuori dai bar, i cinesi vendono le foto dei parenti morti,

gli zingari con l’anello d’oro cantano canzoni di paesi che non conoscono più,

i bambini gonfi evadono dai loro passeggini,

le madri li hanno persi nei supermercati,

i supermercati per fortuna stanno aperti tutta la notte.

Ogni giorno c’è una cosa da guardare,

oggi c’è lei.

Palazzo di Topolino.

Noir

Minni, lei non è tanto bella.

Minni

Lo so.

Noir

E’ presentabile solo perché la ricopriamo di vestiti.

Minni

Lo so.

Noir

Cerchiamo di metterla nel luogo giusto al momento giusto.

Minni

Lo so.

Noir

Lei è anche stupida. Senza nerbo. Molti tra di noi sono stupidi e questo non è molto grave. Ma lei, fra tutti noi, è la più stupida, e questo è un problema.

Minni

Lo so.

Noir

Non avrebbe senso da nessun altra parte.

Minni

Lo so.

Noir

Il suo nome è sciocco.

Minni

Lo so.

Noir

Lei magra da far impressione. Fa venire più in mente la malattia che la felicità.

Minni

Lo so.

Noir

Ma a noi piace così.

Minni

Lo so.

Noir

Se sa tutto, Minni, allora la prego di voler salutare quando glie lo si chiede, la prego di voler sorridere se serve, la prego di non voler fare niente di più ma neanche niente di meno.

E ora, mi faccia la cortesia di baciarlo.

Minni

No.

Topolino

Per cortesia Minni.

Minni

No.

Topolino

Per cortesia Minni.

Minni

No.

Topolino la prende e la bacia.

Voce

Ehi, tu, signora!

Gli eventi ci tormentano e noi tormentiamo loro,

cerchiamo di afferrarli,

un giorno dopo l’altro,

senza mezzi,

scoprendo che arriviamo sempre troppo prima,

sempre troppo dopo.

Poi, un giorno inspiegabile,

un giorno la cui descrizione le parole non possono varcare,

il cielo vacilla e subito dopo crolla.

E non si può più stare immobili.

Ma il cielo, ricorda signora, non crolla solo perché tu debba restarci sotto,

il cielo crollando s’abbassa,

anche perché tu possa salirci sopra.

Saltaci sopra, signora e corri.

Ora, stai marciando come il vecchio Hemingway faceva con le parole,

sei Tyson con i guantoni,

sei Mozart col pianoforte,

Michelangelo con il pennello,

Pelé col tiro rovesciato,

Magic Johnson col muso nel canestro in una finale NBA,

stai segnando questa sera come una tra le sere più belle possibili.

Due cose ora ti devono interessare,

l’istante e l’eternità.

Tutto il resto è noioso.

Tu non te ne interessare e corri.

E se qualcuno ti chiede cos’è danzare nella guerra,

tu rispondigli che è tutto questo, Minni,

nient’altro che questo.

Minni fugge correndo dal palazzo di Topolino

settima scena: il Carro, la più grande idea di tutti i tempi

(Comico, Straniero, i componenti del Carro)

La solita strada di periferia.

Lo Straniero e il Comico stanno dormendo. Il Comico sogna ad alta voce. All’improvviso si sveglia e cerca di svegliare lo Straniero.

Comico

Straniero! Straniero! Ho avuto un’idea che ci può salvare a noi due. Un’idea che a te ti risolleverà il morale e a me mi darà persone con cui lavorare, persone che rideranno alle mie battute, persone che non hanno niente da perdere a ridere a quello che dico.

Straniero

Sarebbe?

Comico

Costruire un carro su cui mettere persone simili a noi e partire.

Straniero

Che cosa?

Comico

Costruire un carro su cui mettere persone precise, dico: precise come me e come te e partire.

Straniero

Per fare cosa?

Comico

Performans Mediatiche Interattive!

Straniero

Ma che idee ti vengono in mente?

Comico

Idee magnifiche! Risolutive.

Straniero

Comico, tu sai cosa succede in giro? Nella realtà dico?

Comico

Vediamo… la gente va al lavoro, soffre e poi ci dorme su.

Straniero

Alcune persone vanno al lavoro, soffrono e poi ci dormono su e quando si svegliano si sono dimenticate che il giorno prima avevano sofferto, e vanno ancora al lavoro. Mentre lavorano però gli torna in mente che il giorno prima avevano sofferto allora cercano con lo sguardo uno un po’ più debole di loro, e gli urlano addosso, e a sua volta questo fa lo stesso con un altro, e così a scendere, fino al più disperato.

Where is the wonderful life?

Comico

Se tu parli così io non ti capisco.

Straniero

Dov’è la vita meravigliosa, Comico?

Comico

Ecco.. io me lo chiedo spesso… non è facile.

Straniero

Tu cosa hai che è tuo?

Comico

.. non lo so…tu?

Lo Straniero mostra se stesso.

Comico

…E’ importante… vedi, io invece non mi possiedo, certe volte mi sfuggo… diciamo che mi possiedo a giorni alterni… No! Una cosa tutta mia adesso ce l’ho!

Straniero

Cosa?

Comico

Il carro!

Straniero

E’ tua?

Comico

Si! E’ mia! E’ mia! Tutta mia!

Straniero

E va bene. Vieni qua: chi ci metti sul tuo Carro?

Comico

Il nostro carro!

Straniero

Va bene chi ci metti sul nostro carro?

Comico

Sul nostro carro ci mettiamo…

Mentre nominano le persone del Carro queste appaiono.

Comico

Un vecchio.

Ma uno di quelli che ha ancora voglia di dare dei baci alla vecchia maniera, con la lingua e senza pensare ai denti.

Un bambino.

Ma uno di quelli che vuole mangiare solo se ha una corona in testa. Uno di quelli che fa le cose sbagliate nel momento sbagliato. Uno di quelli che fa arrossire con domande fuori luogo.

Un obeso. Ma uno di quelli che fa la ginnastica in riva al mare e le donne lo guardano, ma lui fa la ginnastica e cade e si rialza e ride e ricade...

Non può mancare una vera signora. La regina del carro. Una di quelle che ha tutto quello che si deve avere per poter essere amate. Una di quelle che sa fare l’amore perché facendo pratica migliora ogni giorno di più.

Comico

Totale?

Straniero

6!

Comico

Magnifico! Sei: come i Magnifici Sei… ah! ah! ah! … lasciamo perdere...

Straniero

E ora bisogna brindare!

Al Carr..

Comico

Aspettatemi!

Straniero

Ci sei? Allora al Carr..

Comico

Aspetta! Visto che ci siamo mettiamo nel brindisi che io sono un tuo buon amico e che questo amico non lo molli più!

Tutti

A Carro e a voi du..

Comico

Aspettate, aspettate! Straniero, siccome che io ti ho detto praticamente tutto di me e tu invece parli, parli… la gente va al lavoro, il disperato, where is the wonderful life…. ti voglio chiedere una cosa: ma tu, chi sei tu?

Straniero

Avete mai sentito cosa si dicono gli amanti quando uno dei due è costretto a partire e l’altro a restare? Avete poi visto mai le madri salutare i figli costretti a partire anche loro? E i padri dietro le madri fare un cenno con la mano al figlio e abbracciare le madri per tenerla su?

Avete mai sentito dire…

Adesso vado ma poi ritorno

Stai ancora, un minuto solo, quanto è lontano questo posto?

Non molto, come fare dieci volte da qui al nostro mare più vicino

Farà freddo lì

Il freddo giusto per rimanere svegli

Ma tu torni presto, vero?

Presto, è solo un me se, un anno, dieci anni.

Ma avrò abbastanza soldi per venire da te?

Io te ne manderò.

Ma tu sentirai nostalgia

Troverò laggiù qualcosa che mi appartenga.

Lo dici per non farmi piangere.

Lo dico perché è vero, comunque non piangere

Posso venire con te?

Ora no, ma verrai presto.

Giura.

Giuro. Ma adesso vai. Anch’io vado. Ciao, amore.

Vengo da un paese lontano, dove le case sono basse e bianche, il porto è nel centro del mare, i bambini ci si fanno il bagno e qui, semplicemente ho freddo.

Contenti? Brindiamo?

Tutti

Brindiamo.

ottava scena: telefonata del coro e arresto

(Il Comico, Lo Straniero, Minnie, Esercito)

Da un condominio di fronte a Pietrasanta dove si stava svolgendo una riunione…

Coro dei Felici

PRONTO. VORREI FARVI PRESENTE CHE IN VIA PIETRASANTA C’E’ GENTE CHE FA UN FRASTUONO TERRIBILE, INDOSSA ABITI MAI VISTI E, SOPRATTUTTO, MOSTRA UNA FELICITA’ CHE NOI NON CONOSCIAMO.

Mentre la Pulizia arriva in via Pietrasanta e arresta lo Straniero, dal Condominio si sente cantare:

Coro

Topolin, Topolin, con quel naso piccolin,

Topolin, Topolin, W Topolin.

Assomigli a tutti noi,

sei furbo e birichin,

e perciò noi gridiam: viva Topolin!

Solo tu, Topolin,

puoi capir, Topolin,

i mille mille sogni di un bambin!|

AH! AH! AH!

Topolino, Topolino…

Noi gridiamo in coro viva viva urrà si! si!,

Topolin, Topolin, W Topolin!

Chi fa sempre divertire i grandi ed i piccin?

Tutti ormai, già lo san è solo Topolin!

Solo tu, Topolin,

Puoi capir, Topolin,

i mille mille sogni di un bambin.

AH! AH! AH!

Topolino, Topolino…

Noi gridiamo in coro viva viva urrà si!si!,

Topolin, Topolin, viva Topolin!

Su venite a far baldoria insieme a Topolin,

anche noi come voi canterem così.

Come noi bambini tu sei tanto piccolin,

Topolin, Topolin, viva Topolin!

Solo tu, Topolin,

puoi capir, Topolin,

i mille mille sogni di un bambin.

AH! AH! AH!

Topolino, Topolino, Topolino, To po li no, To po li no, To po li no!

Nona scena: l’innamoramento

(Minnie, Comico)

Non c’è più nessuno. Lo spazio è devastato. I resti della festa.

Comico

E tu chi sei?

Minnie

Chi sei tu?

Comico

Io sono un comico, ma tu, chi sei tu?

Minnie

Una ballerina.

Comico

Ah bene. Ascolta ballerina. Ora io sono molto triste e devo riflettere e non posso occuparmi di te.

Minnie

Perché sei triste?

Comico

Non ne voglio parlare… perché sono venute le macchine con su la faccia del topo e hanno preso il mio amico, stavamo festeggiando un ‘idea che avevo avuto io per essere felici, mettere su un carro persone simili e partire, un’ideona insomma, e c’eravamo tutti, io, il mio amico e quelli del carro, un’obeso, un vecchio, un bambino, una signora, di più sul carro che ci possiamo permettere non ce ne stanno… insomma, l’hanno portato via e in certi casi io non servo a niente, peggioro tutto… basta, ma tu cosa vuoi tu?

Minnie

Io non voglio niente.

Io mi chiamo Minni. E’ un bel nome, vero? Nessuno al mondo si chiama Minni come me.

Minni! Minni! Miiiiinniiiii!

Bisogna essere felici Minni! Capitasse di tutto Minni!

Capitasse che ti sparino in testa,

capitasse che non c’hai più l’amore, o il lavoro, o non c’hai niente, Minni,

capitasse che per strada nessuno ti saluta più,

capitasse che in un incendio perdi tutto quello che hai,

che non trovi più niente,

fotografie, lettere, niente!

Dovessi piantare i chiodi con la testa, Minni, bisogna essere felici! Felici! Felici!

Comico

Ma tu sei la moglie…

Minni

Zitto.

Allora tu vai a cercare i tuoi amici, al resto penso io.

Comico

Pensi a cosa?

Minni

A organizzare la fuga del tuo amico.

Comico

Tu veramente mi aiuti? Tu e io?

Minni

Si. Tu e io.

Comico

Che belle scarpe! Le mie… lasciamo perdere! Andiamo?

Minnie

5 minuti.

Comico

Ma io non posso perdere altri 5 minuti.

Minni

Ti posso baciare?

Comico

Ripeti quello che hai detto?

Minni

Ti posso baciare?

Comico

Mani in alto!

Minni

Ma cosa dici?

Comico

Perché mi vuoi baciare?

Minnie

Perché non lo chiedo mai a nessuno.

Comico

Tu sei carina… io meno… quindi non è possibile!

Minnie

Ma se te l’ho chiesto io!

Comico

Giusto… ma perché poi all’ultimo ti ritiri e mi ridi in faccia e vai dai tuoi amici e gli dici che avevi chiesto a uno un bacio, lui c’ha creduto e poi tu gli hai riso in faccia, l’hai mollato lì, e io questo non potrei sopport…

Minnie bacia il Comico.

Decima scena: come si decide una guerra

(Voce)

Voce

Ciao mondo. Ciao terra. Ciao mia bella Città.

Ancora io.

Io sono innamorato della musica e vorrei avere una radio tutta mia come ce l’aveva Eric Bogosian in Talk Radio di Oliver Stone.

Perché tenersi la felicità tutta per sé?

Noi dobbiamo elargire.

Elargire le nostre intuizioni.

Esportare.

Topolino vuole la felicità per tutti,

per me, per voi, per lui, per il mondo, l’universo,

l’universo parallelo,

per tutte le 4 dimensioni.

Dare, dare, dare.

"Solo i vigliacchi si tengono le cose tutte per sé!"

Ma… che succede?

Un paese a cui abbiamo fatto la nostra offerta,

non la vuole la felicità.

Non la vuole?

Ah no?

E cosa vuole, sentiamo?

Vuole l’angoscia?

La disperazione?

Vuole sbattere la testa contro i muri per tutta la vita?

Dice che non gli interessa la felicità, dice.

Dice che ci sono cose più importanti della felicità, dice.

Oh, insomma, per farvela breve, breve come i sogni,

Topolino ha offerto felicità,

offerta rifiutata.

Incredulità, alterco, costernazione.

Poi la decisione.

Si poteva decidere in un altro modo e invece si è deciso così.

Si farà di tutto per non dover guardare da vicino.

Leggeri si opererà.

Partiranno le navi verso il centro del mare,

moltiplicati per mille i segni della croce dentro le chiese,

si baceranno gli amanti per poi guardarsi da lontano,

appariranno scritte sui muri per riflettere su quello che accade,

s’aprirà il mare e s’alzerà per onorare l’evento,

raccomanderanno le madri le anime dei loro figli a dio,

fumeranno veloci i padri nelle case ricordando come fu una volta per loro.

Difficile da capire? No.

Basta mettersi ad ascoltare.

undicesima scena: la battaglia navale

(Topolino, la nuova Minni, Grappezzia, Papalungo, Plutonia)

Topolino, Plutonia, Grappezzia, Papalungo, la nuova Minni

Aprire le fondine delle navi.

Innescare processori.

Aprire le fondine delle navi.

Innescare processori.

Aprire le fondine. Tirate giù tutto. Tirate giù tutto. Tirate giù tutto.

Pensate: io devo tirare giù tutto.

Mirare. Mirare. Mirare.

Puntate: fuoco. Puntate: fuoco. Puntate: fuoco. Fuoco! Fuoco! Fuoco!

Preciso. Preciso. Preciso.

Nel mezzo. Nel mezzo. Nel mezzo.

Danzino le onde. S’alzino le onde. S’aprano le onde. Nel mezzo. Nel mezzo. Nel mezzo.

Si scuotano i pesci. Fuoco.

S’aprano i pesci. Fuoco.

La terra trema. Trema. Trema.

Neanche una nave intatta. Neanche una nave. Neanche una nave intatta.

Lo vedete il Mare? Niente vi rimanga sopra e niente vi rimanga sotto.

Lo vedete il mare?

Aprite il mare. Fendete il mare. Ferite il mare.

Ferite il mare,

ferite il mare,

ferite il mare…

Se per avere più niente sopra il mare rischiamo di non avere più niente sotto il mare,

allora rischiamo.

dodicesima scena: terzo coro dei felici, la guerra

(Coro)

Coro

Come va?

Un residuo di noi ancora soffre…

Ma in generale abbiamo il orale molto alto!

E’ sui grandi problemi che si misura la propria capacità di reazione.

Per esempio. Problema Guerra. Risposta Nervi saldi.

Nervi saldi e leggerezza.

Le tensioni troppo forti snervano.

E’ vero che a noi la violenza ci spaura, ma neanche possiamo fare gli emotivi a vita.

Rifuggire le grandi questioni per paura di crollare.

Non ci va bene.

Questa volta noi non crolleremo.

Comunque a me è rimasto un pensiero?

In che senso?

Ma la parola guerra non è un po’ in contrasto con la parola felicità?

Mah, dipende, se la chiami guerra è un conto. Se la chiami azione per esportare la felicità nel mondo, è un altro paio di maniche.

E poi certe volte bisogna dare uno schiaffo a chi sbaglia, voltarsi per non dover vedere la sofferenza momentanea di chi l’ha ricevuto e stare con la sicurezza che un giorno questa persona capirà!

E ti ringrazierà!

E poi scusate se lancio una pietra: ma io a un certo punto dico: io voglio volare!

E voleremo!

Volare oh oh! Cantare oh oh oh oh! Nel blu, dipinto…

Vedete, siamo al passo.

Al passo! Al passo! Al passo!

Scusi, che ore sono?

Le 11!

Le 11?

Ma è tardissimissimo!

Dobbiamo andare!

Ci dispiace ma dobbiamo proprio andare.

Sarebbe bello ancora continuare a parlare di questa brutta questione della guerra…

… ma adesso è tardi e dobbiamo proprio andare.

Andiamo! Andiamo!

Per noi oggi è un gran giorno.

Siamo stati scelti per fare la giuria in un processo.

Come nei film americani!

tredicesima scena: condanna dell’infelicità

(Topolino, Noir, Straniero, Coro)

Aula del tribunale.

Noir

Sono suoi amici questi?

Straniero

Una parte. Ne ho molti altri.

Noir

Sono tutti così?

Straniero

Qualcuno addirittura meglio.

Noir

Che lavoro fanno i suoi amici?

Straniero

Lavorare è una parola grossa. Impiegano il tempo.

Noir

Come lo impiegano?

Straniero

Danze.

Noir

E perché siete venuti proprio qui, a danzare?

Straniero

Perché qui c’era più spazio.

Noir

E cosa sperate di ottenere danzando?

Straniero

Pioggia.

Noir

Pioggia.

Lei cosa fa di lavoro?

Straniero

Lo Straniero.

Noir

Questo secondo lei è un lavoro?

Straniero

Mi occupa molto tempo. E’ faticoso.

Noir

Cosa fa lei per la nostra città?

Straniero

Cerco di essere discreto.

Noir

Non si direbbe.

Straniero

Punti di vista.

Noir

Perché è venuto nel nostro paese?

Straniero

Perché nel mio paese le case sono bianche e basse, e non ci stiamo tutti.

Noir

Non ne potete costruire di più alte?

Straniero

A noi ci piace guardare l’orizzonte.

Noir

Ha un lavoro?

Straniero

No. Ma prima o poi ne inventeranno uno per me.

Noir

NO. HA UN LAVORO, ADESSO?

Straniero

No, adesso non ce l’ho!

Noir

Ha una casa?

Straniero

No, ma…

Noir

Ha una casa?

Straniero

No.

Noir

Se non ha un lavoro e una casa, cosa fa?

Straniero

Giro.

Noir

Gira in cerca di cosa?

Straniero

In cerca di qualcuno.

Noir

Per fare cosa?

Straniero

Per sentire che esisto ancora.

Noir

Se tutti facessero così cosa accadrebbe?

Ci venga incontro. Ci dica lei.

Straniero

Ci sarebbe più silenzio.

Noir

E del silenzio cosa ce ne facciamo?

Straniero

Ascoltiamo.

Noir

Ascoltiamo cosa? Il suo cuore marcio che batte?

Straniero

Noir

Dunque.

La troviamo a festeggiare insieme a dei mostri.

Scopriamo che lei non ha un lavoro. E va bene.

Poi scopriamo che lei non ha una casa.

E va bene.

Sappiamo però che lei danza.

Danza molto.

E danza per far scendere la pioggia.

Interessante.

Lei ci dice che gira, gira, gira, in cerca di non si sa bene cosa.

Beh, per noi è molto difficile essere felici se lei fa così.

Straniero

Anche per me è molto difficile essere felice se lei fa così.

Noir

Mi dica, lei si sente così sicuro, così tranquillo… Lei non ha paura di niente?

Straniero

Oh si! Io ho paura di qualcosa.

Noir

E di cosa?

Straniero

Di lei. Lei mi fa molta paura.

Noir

Io? E perché mai?

Straniero

Perché lei è uno di quelli che quando i nomi crollano, lei rimane sempre, e ogni volta ha una faccia diversa.

E’ per questo che lei mi fa molta paura.

Noir

Quello che dice è molto interessante. Molto istruttivo. Direi che il suo impegno è quasi commovente.

Ancora due parole. Anzi, cinque.

Cosa – ne – pensa – della - felicità?

Straniero

La mia non esiste. La sua è teterrima.

Noir

Io ho finito.

Ha qualcosa da aggiungere prima che venga emessa la sentenza?

Straniero

No. Ha detto tutto lei.

La giuria, composta dal coro dà il verdetto. Uno alla volta. Colpevole.

Topolino

Signori e signore presenti in aula.

Non è stato facile decidere. Soprattutto perché ci preme la felicità degli esseri umani e portiamo loro rispetto. Noi non puniamo arbitrariamente. L’arbitrio è pieno di banalità. Quello che ci preme è riflettere. Perciò la condanna più che una condanna sarà uno spunto di riflessione. Oggi, 24 luglio 2000, l’imputato senza nome e cognome, semplicemente detto Lo Straniero, viene condannato a sostare nel centro della piazza principale della nostra città fino a quando non avrà scritto per un milionecinquecentosessantamila volte su fogli bianchi da noi forniti la seguente frase:

IO VOGLIO ESSERE FELICE A TUTTI I COSTI E RENDERE FELICI GLI ALTRI.

Così è deciso.

La condanna ha validità sin da ora.

Così stabilisce la nostra legge.

Tutti

Così stabilisce la nostra legge.

Dal cielo piovono fogli bianchi.

quattordicesima scena: la liberazione

(Comico, Minnie, Straniero)

Minnie e il Carro aiutano il Comico a liberare lo Straniero.

Minnii conosce il Codice d’accesso alla piazza principale.

Voce metallica

Parola d’ordine.

Minni

Miseria.

Voce metallica

Parola d’ordine esatta. Inserire la chiave ne cancello.

Minni inserisce la chiave e i cancelli si aprono.

Lo Straniero viene liberato.

quindicesima scena: categorie a rischio

(Coro)

Situazione: Conferenza Stampa

Comitato F.a.t.i.c.a. : Felicità A Tutti I Costi …. Arrivederci!

Coro

Buonasera a tutti. Ci presentiamo.

Alberto Tacconi.

Susanna Borsi in Tacconi.

Gianpaolo Farina.

.Carla Pizzigoni.

Clorinda Zerbin, mamma di Alberto.

Andrea Legheisa.

Francesco Ciria Abbiamo deciso di fare questa conferenza stampa per rendere pubblici i nostri sforzi. Qualche tempo fa ci siamo chiesti come poter essere felici concretamente. Nel nostro quotidiano. Nella nostra umile e unica vita. Eh insomma…abbiamo capito. Abbiamo capito tante cose. Adesso vi leggiamo l’elenco delle cose che è necessario eliminare per essere felici. Cominciamo con la A

Ansie.

B.

Brontolii..

Babababababababababababababababababababa!

C.

Cerebrolesi.

Ci dispiace ma anche loro… I cessi son diventati un tempio di maniglie e pulsanti. Scale che salgono, scale che scendono…un delirio!

D.

Dolore.

Un tantino è anche giusto! Una tantum! Ma tutto dolore! Non è credibile!

E.

Erotomani.

E fai di qua e fai di là, a un certo punto la Sindrome da Immuno Deficienza arriva!

F.

Fisime.

Bobobobobobobobobobobobobobobobobobo….

G

Girovaghi.

Gira di qua, gira di là, ma dove cazzo vai, dico io?

H

Hangoscia!

I

Inbambolati

Imitano gli imambolati con gli occhi..

L

Lamenti.

E questo no! E questo no! E questo no! E allora cosa? Fai una proposta!

M

Malinconia.

Canticchiano Rondo Veneziano prendendola in giro.

N.

Nullatenenti.

Questa la voglio dire… perché dimmi che non sei riuscito a mettere via neanche mille lire in tutta la vita! Ma va!

O

Ombre.

P

Profeti.

E chi ci capisce quando parlano?

Sarà per questo che li ammazzano. Come per dire: ma fatti capire!

Q

Qui Quo Qua in galera.

R

Raptus.

S

Suicidi.

T

Tensioni.

U

Uggie.

V

Viola!

Z

ZERO!

One, two, three, four, five: where is the wonderful life?

One, two, three, four, five: here is the wonderful life!

sedicesima scena: l’addio

(Minnie, Comico, Straniero)

La Voce

Ciao Mondo. Ciao Terra. Ciao mia bella città.

Siamo in volata finale. Sono in volata finale.

Forse volerò via.

Ma prima di volare via bisogna sempre chiudere i conti.

Sempre… mah!

Allora signori: come andò a finire questa storia.

Poiché certe persone sono sempre costrette a fuggire anche lo Straniero dovette andar via e al Comico toccò di dirgli addio.

Nella solita via.

Una luce di luna pazza e anche un po’ idiota.

Luce degli addii.

Degli sguardi che durano a lungo.

Delle parole che le puoi gridare in certi momenti,

che lo spazio è tutto tuo,

tua la terra, tuo il cielo.

Lo Straniero. Il Comico. Minnie. Tutto il Carro. Giocano.

Forse un Vasco Rossi piccolino, con piccola chitarrina, in braccio alla Madonna impalata sulla cattedrale, canta una canzone dedicata.

Vivere in un favola?

Grandi, grandi le casse.

Messe lì solo per loro tre.

Giocano.

Comico

Dove hai detto che vai?

Straniero

Lontano.

Comico

E io?

Straniero

Tu stai qui e cerchi qualcosa che ti faccia star bene.

Comico

Tu mi fai stare bene.

Straniero

Devo andare.

Comico

Oh basta! Tu dici che vai, vai, vai… ma dove vuoi andare senza di me?

Io non ti voglio perdere…. Hai capito? I’ don’t want loose you. Capisci quando ti parlo?

Abbracciami.

Si abbracciano.

Straniero

Vado.

Comico

Ma se tu vai, poi ritorni?

Straniero

Comico

Va bè! Cerco i soldi e vengo io da te.. con il carro… e con lei. Vedrai che figurone quando arriviamo.

Straniero

Ciao.

Comico

Io intanto rimango forte… guarda… forte!

Lo Straniero se ne va.

Comico

Guarda amico… forte! Il più forte… Il Comico più forte della città….

La Voce ricoglie la città.

La Voce

A Topolino, diventato vecchio, succedettero Qui Quo Qua, che però rimasero poco per via che erano in tre e non erano mai d’accordo.

Dopo di loro fu la volta della Strega di Biancaneve e della mamma di Hansel e Gretel.

La gente è piuttosto felice,

la si può infatti osservare mentre pota le siepi a forma di sorriso.

Ora però c’è Dumbo, il quale superata l’idea di felicità punta tutto sul concetto di relatività e la gente sembra abbastanza convinta di misurasi anche con questo nuovo proposito.

Il grido di battaglia ora è: "Io voglio essere relativo a tutti i costi e rendere relativi gli altri!"

Ciao mia bella città,

vai cauta,

canta,

riempiti di baci,

proteggiti,

gioca,

danza,

statti vicina

e ricorda… anche se queste cose non si dicono…

A volume bassissimo:

Siamo un esercito di sognatori e perciò invincibili