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TITOLO DA DECIDERE

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FARSA IN DUE ATTI E UN QUADRO

DI

ALDO CIRRI

PERSONAGGI :

ANNIBALE MEZZASALMA             - Impresario di pompe funebri           - anni 50

AUGUSTA                                            - La moglie                                         - anni 50

ADDOLORATA detta “Haddy”                      - La figlia                                           - anni 20

ARCIBALDO                                       - Il vecchio zio                                   - anni 80

MICHELE detto “Singhiozzo”              - Amico di Haddy                             - anni 20

ROSARIO PANZAFAME                   - Appuntato carabiniere                     - anni 30

STAR TREK                                          - Il computer                                      - 1000 Mhz

COMM. EOLO SPARECCHIA                       - Il morto                                            - finiti

DOTTOR ALAN BRIGHMAN                       - Capo della CIA                               - anni 55

PARENTI DEL MORTO                      - Addolorati                                       - varie taglie

AGENTI DELLA CIA                          - Guardie del corpo                            - varie taglie

               

 

L’azione si svolge ai giorni nostri

PRIMO ATTO

SCENA

La scena è divisa in due ambienti distinti da una parete divisoria che, partendo dal centro della parete di fondo, si allunga verso il proscenio. I due ambienti sono collegati da un’apertura posta alla fine della parete divisoria (verso il proscenio) chiusa solo da una tenda. L’ambiente di sinistra è l’ufficio della ditta, quello di destra la comune dell’abitazione. Ufficio - Parete di fondo: sulla sinistra la porta di ingresso a vetri smerigliati che dà direttamente sulla strada. Sul vetro della porta di ingresso, verso l’esterno (quindi a rovescio), scritto con lettera adesive, si legge “pompe funebri”. Parete di sinistra: al centro un armadio da ufficio e uno schedario, davanti all’armadio una scrivania con poltrona da ufficio.(la scrivania è disposta parallelamente alla parete), di fronte ad essa due poltroncine da ufficio. Nell’angolo di destra un piccolo divano in pelle angolare. Alle pareti foto di funerali e modelli di feretri. Alcune piante completano l’arredamento dell’ufficio. Sulla parete accanto alla porta a vetri una targa con la dicitura:


Attaccato sulla porta a vetri dell’ingresso, un manifesto con la pubblicità della ditta:


Comune - Parete di fondo: sulla sinistra un’apertura da cui si intravedono delle scale che salgono verso destra e che vanno nell’abitazione della famiglia, sulla destra una porta con la scritta “laboratorio” che, all’inizio della commedia sarà aperta (si aprirà verso l’esterno), oltre la quale si vedrà solo una parete e una luce proveniente da destra (un corridoio), tra le due porte un vecchio orologio a pendolo. Parete di destra: sulla destra la porta della stanza di Arcibaldo, sulla sinistra la porta del bagno, davanti alla stanza di Arcibaldo ci sono un paio di ciabatte e una paletta di plastica per raccogliere la spazzatura, tra le due porte è appoggiata una scopa. Parete di sinistra (parete divisoria) al centro un mobiletto da cucina con un lavello e un fornello a gas, sopra di esse due piccole mensole con sopra alcuni barattoli. Al centro della stanza un tavolo con due sedie


SIPARIO

SCENA PRIMA

Metà mattina. La scena è vuota. Si sente qualche rumore, qualche brontolio, qualche colpo di tosse. Dopo qualche secondo si apre uno spiraglio della porta della camera di Arcibaldo (è necessario che la porta della camera si apra verso il proscenio in modo che si vedano solo le mani che spuntano da dietro il battente), una mano spunta da essa a livello del pavimento, a tentoni cerca le ciabatte, ne afferra una e si ritira dietro la porta richiudendola. Dopo un attimo rispunta cercando l’altra, afferra la paletta dell’immondizia e la trascina dentro. Si sente un tramestio poi un balbettio subito dopo si apre la porta e la paletta vola fuori. Poi finalmente Arcibaldo la spalanca ed esce. È un vecchietto grassottello e malandato indossa una logora camicia da notte ed un berretto, sulle spalle ha un vecchio e stinto scialle di lana (nella commedia sarà sempre vestito così), si guarda intorno seccato poi finalmente, individuata l’altra ciabatta, se ne impossessa borbottando. Dopo averla infilata, a passi strascicati, rientra un attimo nella camera e ne riesce con il pitale, fa qualche passo nella stanza poi, perplesso, guarda dentro il pitale e, mentalmente,  fa l’inventario dei prodotti intestinali notturni, poi guarda in alto assorto contando con le dita come a cercare di ricordarsi quante volte è andato di corpo, evidentemente i conti non gli tornano poiché, dubbioso, fa spallucce e si avvicina al calendario (appeso tra la porta del bagno e quella della camera), prende una matita legata con un filo allo stesso chiodo che regge il calendario e, avvicinandosi con gli occhi ad un centimetro dalla pagina, ci scrive qualcosa. Sempre con il pitale in mano fa per entrare nel bagno, ma ci ripensa, si volta e si avvicina alla cucina economica, prende la caffettiera che era appoggiata sul fornello a gas, l’apre e guarda il contenuto annusandolo, l’appoggia sul ripiano del lavello e si guarda intorno in cerca di qualcosa per accendere il gas, non riesce a trovare niente e borbotta. Poi trova l’accendigas, accende il fornello, fa per prendere la caffettiera, ma in quel momento l’orologio a pendolo segna i rintocchi delle dieci. Arcibaldo fa un sobbalzo, guarda l’orologio poi distrattamente, appoggia il pitale sul fornello acceso, e la caffettiera sul lavello, si avvicina all’orologio e, prima di controllare l’ora, si palpa addosso in cerca degli occhiali, si guarda intorno borbottando, poi entra un attimo nella sua camera e ne esce subito dopo con gli occhiali sul naso, ritorna all’orologio, tira fuori di tasca il cipollone e confronta l’ora, poi si toglie gli occhiali e li mette in tasca. Ritorna al lavello, distrattamente afferra la caffettiera ed entra nel bagno. Dopo qualche secondo si sentono delle imprecazioni e dei borbottii. Arcibaldo, irritato, esce dal bagno, ritorna al fornello, appoggia la caffettiera e afferra il pitale, ma si scotta la mano, prende una presina e con essa afferra di nuovo il pitale, prende la caffettiera con l’altra mano e, finalmente, la mette sul fuoco. Reggendo il pitale con la presina entra di nuovo in bagno e chiude la porta.

SCENA SECONDA

Dalla porta a vetri che dà sull’esterno entra Augusta carica di borse di plastica con la spesa. È la classica massaia. Passa nella seconda stanza e deposita la spesa sul tavolo.

                AUGUSTA - Uff...

Tira il fiato, fa per togliersi il cappotto ma, a metà dell’operazione, si ferma perplessa guardandosi in giro. Comincia ad annusare l’aria arricciando il naso disgustata, si gira intorno finché non le cadono gli occhi sulla porta del laboratorio aperta. Si avvicina furente alla porta.

                AUGUSTA - (urlando dentro) Maledizione, ho detto mille volte di tenere chiusa questa porta!

Augusta chiude seccata la porta del laboratorio proprio mentre Annibale sta per uscire da essa. Annibale si prende la porta in faccia.

                ANNIBALE - (da fuori la porta) AH!

Augusta corre a riaprire la porta del laboratorio e compare Annibale che si massaggia il naso. È in camicia e indossa una parannanza nera.

                AUGUSTA - Ti sei fatto male?

                ANNIBALE - Mi è rientrato il naso!… Ma ti pare questo il modo di chiudere una porta?

                AUGUSTA - (indispettita) E a te questo sembra un odore che può circolare in una casa?

Annibale comincia a annusare l’aria girandosi attorno.

                ANNIBALE - Per tutti i feretri!

                AUGUSTA - Ho ragione ad insistere per tenerla chiusa?

                ANNIBALE - Ma… in lavorazione ho solo la salma del commendator Sparecchia ed è morto appena ieri.

                AUGUSTA - (cominciando a sistemare la spesa) Sarà andato a male.

                ANNIBALE - Lo sai che c’è l’aria condizionata e l’impianto di aspirazione.

                AUGUSTA - (distrattamente, leggendo l’etichetta su di una confezione) Avrà la scadenza breve come il formaggio.

                ANNIBALE - (accigliandosi) Si tratta di un cavaliere del lavoro, non di una porchetta.

                AUGUSTA - Sarà anche un cavaliere del lavoro, ma una porchetta profuma di più!

Annibale per qualche secondo continua ad annusare l’aria.

                ANNIBALE - Porco mondo si deve essere guastato l’impianto di areazione!

Ad Augusta, nel trafficare con la spesa, cade lo sguardo sul fornello a gas.

                AUGUSTA - Aspetta un momento… (si avvicina al fornello del gas), qui l’odore è più forte…

Augusta alza il coperchio della caffettiera e annusa.

                AUGUSTA - (schifata) Bleah!

                ANNIBALE - (avvicinandosi) Che c’è?

                AUGUSTA - (arrabbiata) Lo so io cosa c’è!

                ANNIBALE - Be’?

                AUGUSTA - Il “caffè della Peppina”, ecco che c’è!

                ANNIBALE - Il “caffè della Peppina”?

                AUGUSTA - Sì: “Giuseppa Suolavecchia & C. pizzicheria, alimentari e torrefazione”.

                ANNIBALE - Che vuoi dire?

                AUGUSTA - Che la canzoncina aveva ragione: la Peppina fa il caffè con i fichi secchi, con la naftalina, con il sapone e con altre porcherie, meno che con il caffè! Ma questa volta mi sente!

Augusta, furente, si rinfila il cappotto e afferra la borsa. Nel frattempo, attraverso i vetri smerigliati della porta di ingresso, si intravedono due personaggi che depositano alcuni scatoloni proprio davanti all’entrata dell’ufficio.

                ANNIBALE - Ma dove vai?

                AUGUSTA - Vado a dire alla “Peppina” dove se lo deve mettere il suo caffè!

Augusta passa nell’ufficio e si avvia a passo spedito verso l’uscita.

                ANNIBALE - (fra se) Be’ l’odore è quello.

Augusta apre la porta a vetri dell’ufficio fa per uscire, ma va a sbattere contro una grossa pila di scatole di cartone che blocca l’ingresso. Annibale, sentendo il trambusto va anche lui nell’ufficio.

                AUGUSTA - Ma che diavolo…

                ANNIBALE - (agitandosi) Oh porco mondo! (alzando la voce) Ehi! Non potete scaricarmi il materiale in mezzo alla strada!

                 HADDY - (da fuori) Spostatevi che dobbiamo far entrare questa roba!

                ANNIBALE - Addolorata sei tu?

                HADDY - (c.s.) No, sono dell’associazione “sepolti vivi” vogliamo protestare per la chiusura difettosa delle vostre casse!

                AUGUSTA - (rassegnata) È tua figlia.

Dall’esterno qualcuno comincia a spingere gli scatoloni che, lentamente avanzano nell’ufficio. Alla fine degli scatoloni appare Haddy che spinge come una forsennata. Una volta fatti entrare gli scatoloni nell’ufficio, Haddy si ferma e si siede sull’ultima scatola per riprendere fiato. Haddy è una bella ragazza, indossa un paio di jeans stinti e sdruciti, calza un paio di zatteroni di gomma alti parecchi centimetri, un maglione ed un gilet coloratissimi completano l’abbigliamento, i capelli sono ricci di un colore viola acceso, eccetto un ciuffo laterale color verde, tenuto da un elastico, ha un piercing sul naso e un’infinità di orecchini lungo il bordo degli orecchi.

                ANNIBALE - Addolorata, ma cos’è tutta questa roba?

Haddy guarda il padre con commiserazione, nello stesso momento dall’ingresso spunta Michele con un enorme scatolone in braccio.

                MICHELE - Ditta Mezzasalma? Da parte del nucleo antisofisticazione dei carabinieri, il caro estinto è senza conservanti!

                HADDY - Non fare lo scemo, mettila sopra le altre scatole.

Michele esegue. Si tratta di un tipo alto, magro, allampanato, indossa dei pantaloni larghi e sdruciti, ha una felpa con su scritto “Peniteziario di Rebibbia - Staff di Animazione”, ha i capelli pettinati alla Rasta (trecce cotonate) si muove in maniera dinoccolata, porta sempre una borsa di stoffa a tracolla.

                AUGUSTA - (allarmata) C… che roba è quella?

                HADDY - (battendo una manata sulle scatole) Questo è “Star Trek”  

                AUGUSTA - Chi?

Annibale sobbalza, poi corre a chiudere la porta esterna dell’ufficio. Tutti guardano Annibale stupiti.

                ANNIBALE - Ma che sei matta?

                HADDY - Perché?

                ANNIBALE - Mi porti le salme nelle scatole di cartone, per di più stranieri?

                HADDY - (ironica) Sì, e le prossime saranno sotto vuoto oppure liofilizzate, intanto stiamo sperimentando una tumulazione spray!

                ANNIBALE - (perplesso) Spray?

                HADDY - (c.s.) Sì, senza propellente, sai per il buco dell’ozono.

                ANNIBALE - (c.s.) Già… l’ozono…

                HADDY - (urlando) Ma che salme!

Annibale e Augusta sobbalzano, Michele ridacchia.

                HADDY - Questo è “Star Trek”, l’ultima generazione di personal computer.

                AUGUSTA - Un computer?

                MICHELE - Yes: CPU Intel pentium IV 1000 Mhz, Hard disk da 20 giga, 256 mega di Ram, cd rom 52x, modem fax 56k, sound blaster PCI 128, siluri fotonici, cannoni laser, velocità a curvatura 7, per non parlare dell’ufficiale scientifico Spok!

Augusta guarda Annibale Michele, poi di nuovo Haddy

                AUGUSTA - (perplessa) Ah… e tutta questa roba sta lì dentro? E a che serve?

                MICHELE -.(ridacchiando) A stanare i Klingon dalla galassia di Andromeda.

                HADDY - Come a che serve? Rivoluzionerà tutta l’attività della ditta Mezzasalma!

                AUGUSTA - E come, facendolo esplodere e provocando una strage?

                MICHELE - (ridacchiando) O magari con un virus!

                ANNIBALE - Addolorata, non vorrai creare tu i clienti?

                MICHELE - Eh, eh che ne dite di una convenzione con la USL?

                HADDY - No, ma ce li procureremo con un sito!

                ANNIBALE - Un sito?

                HADDY - Certo, un sito internet dove i servizi della ditta Mezzasalma & c. saranno lo spauracchio della concorrenza!

                ANNIBALE - (timoroso) Addolorata, ma la nostra è una ditta seria!

                HADDY - (furente) Tanto seria che ti sei fatto pubblicità anche quando sono nata chiamandomi “Addolorata”! Un nome più allegro era troppo eh?

                AUGUSTA - (fiera) Era il nome di tua nonna!

                HADDY - Sì, la prima che ha sperimentato i servizi della ditta.

                ANNIBALE - Addolorata!

                HADDY - Perché non è vero?

                ANNIBALE - (solenne) Ricordati che tuo nonno era un grande imprenditore, un precursore nel suo campo!

                HADDY - Come no: “Aroldo Mezzasalma l’inventore del feretro doppio per decesso duplice!”

                ANNIBALE - E allora?

                HADDY - (con gli occhi rivolti al cielo) Papà, quanti feretri doppi abbiamo piazzato fino ad oggi?

                ANNIBALE - (imbarazzato) …Hem… uno solo…

                HADDY - E a chi?

                ANNIBALE - Al cavalier Soldoni.

                HADDY - E perché?

                ANNIBALE - Perché volle essere sepolto insieme alla moglie.

                HADDY - Diciamo che il feretro doppio costava meno rispetto a due singoli… (ridacchiando) eh eh, il Soldoni era talmente avaro che toglieva gli occhiali al figlio quando non guardava nulla! Papà, qui bisogna rivoluzionare tutto! Il messaggio virtuale è la strada che porterà la ditta in cima alle classifiche della Hit-parade delle pompe funebri!

                AUGUSTA - (emozionata dal temperamento di Haddy) Tutta suo nonno!

                HADDY - (a Michele) Vieni, tiriamo fuori Star Trek e installiamolo.

MICHELE - Haddy ci serve un machete per il nastro dei pacchi.

HADDY - Aspetta..

Haddy entra nella comune, si avvicina al tavolo e apre il cassetto per prendere le forbici, ma arriccia il naso e si ferma ad annusare schifata l’aria.

                HADDY - Bleah, che schifo! Ma che è successo qui dentro?

Haddy rientra nell’ufficio. Nello stesso momento Arcibaldo esce dalla sua camera e, ciabattando, si infila in bagno.

                HADDY - Ehi, per caso di là ha fatto la cacca King Kong?

Augusta e Annibale contemporaneamente spalancano gli occhi.

                AGUSTA/ANNIBALE - (all’unisono) Oddio!

                ANNIBALE - (allarmato) Il commendatore!

                AUGUSTA - (furente) Il caffè della Peppina!

Annibale rientra di corsa nella comune e sparisce nella porta del laboratorio. Augusta, inviperita, esce dalla porta d’ingresso dell’ufficio. Haddy e Michele si guardano.

SCENA TERZA

                MICHELE - (stupito) King Kong ha fatto la cacca di là?

                HADDY - No, ma il puzzo è lo stesso.

                MICHELE - Non sarà stato tuo zio Arcibaldo?

                HADDY - È probabile... dai mettiamo in funzione questa cassapanca.

I due cominciano a sballare, a sistemare il computer sulla scrivania (il schermo del computer sarà posizionato sulla destra della scrivania con lo schermo rivolto di tre quarti verso il fondale) e a collegarlo alla rete.

                HADDY - Qui servono le pinze.

                MICHELE - Dove sono?

                HADDY - Di là, nel cassetto del tavolo.

                MICHELE - Vado.

                HADDY - Porta anche il martello, potrebbe servire.

Michele entra nella comune, apre il cassetto del tavolo, che resterà aperto, prende martello e pinze e rientra nell’ufficio, nello stesso momento si sentono dei rumori dal bagno, è Arcibaldo che tenta di far scaricare lo sciacquone senza successo. Arcibaldo esce dal bagno borbottando (nella commedia Arcibaldo non parlerà mai, si limiterà a borbottare emettendo suoni senza senso), va al tavolo prende un cacciavite dal cassetto e rientra nel bagno. Nell’ufficio Haddy e Michele continuano ad armeggiare con il computer. Michele lascerà il martello sopra la scrivania.

                MICHELE - Porc… mi serve il cacciavite.

                HADDY - (continuando ad armeggiare senza guardare Michele) Di là… dove hai preso le pinze.

Michele rientra nella comune con le pinze in mano le appoggia sul tavolo, apre il cassetto, cerca il cacciavite ma non lo trova. Rientra nell’ufficio. Nello stesso istante Arcibaldo esce dal bagno borbottando va al tavolo, rimette il cacciavite nel cassetto e prende le pinze.

                MICHELE - (guardandosi attorno) Haddy nel cassetto il cacciavite non c’è.

                HADDY - (continuando ad armeggiare senza guardare Michele) Guarda meglio, e passami le pinze.

Michele entra di nuovo nella comune, va al tavolo guarda nel cassetto e trova il cacciavite, lo prende e lo osserva perplesso poi si guarda in giro cercando le pinze. Perplesso rientra nell’ufficio.

                MICHELE - (stranito) Ho trovato il cacciavite, ma sono sparite le pinze.

Nello stesso momento dal bagno proviene un forte scroscio d’acqua e un borbottio. Arcibaldo esce dal bagno furente e, bagnato fradicio, sbatte le pinze sul tavolo e rientra nella sua camera. Haddy guarda Michele.

                HADDY - Hai sbagliato bottiglia stamani?

                MICHELE - Tuo padre ha letto Frankenstein?

                HADDY - (continuando ad armeggiare con il computer) Ma che c’entra Frankenstein?

                MICHELE - Con qualche puzzle di defunto e a forza di scariche elettriche, deve essere riuscito a far resuscitare qualcuno!

                HADDY - Può darsi, vista la bolletta della luce che ci arriva, vai a prendere le pinze!

                MICHELE - Ma… di là spariscono gli attrezzi… fo… forse Frankenstein

                HADDY - Vai a prendere le pinze e falla finita, ok?

                MICHELE - (guardando sospettoso l’ingresso della comune) O… ok.

Michele rientra nella comune, si avvicina al tavolo, scorge le pinze e le guarda perplesso, emette un colpo di singhiozzo (Michele, ogni volta che si spaventa, comincia a singhiozzare) e si guarda intorno timoroso. Poi velocemente afferra le pinze, ma si accorge subito che sono bagnate, si pulisce le mani ai pantaloni rientrando nell’ufficio.

                HADDY - Hai trovato le pinze?

                MICHELE - (porgendole ad Haddy) Sì, erano… hic!… andate un momento a fare la doccia.

                HADDY - (prendendole) Sì vabbè, dai qua!

SCENA QUARTA

Haddy e Michele riprendono il montaggio del computer. Nello stesso momento si apre la porta del laboratorio ed esce Annibale trascinando il Commendator Sparecchia per le ascelle. Sparecchia è un defunto piuttosto corpulento indossa un elegante vestito scuro ed è pronto per la tumulazione, il viso ovviamente dovrà essere truccato con un adeguato pallore. Annibale ha i pantaloni completamente bagnati dal ginocchio in giù. Con gran fatica Annibale trascina Sparecchia fino al tavolo e lo mette a sedere su di una sedia rivolto verso la porta dell’ufficio. Si siede anche lui riprendendo fiato, poi si guarda i pantaloni fradici.

                ANNIBALE - Ma porc…

               

Annibale guarda Sparecchia per accertarsi che non si sia rovinato nel trasporto. Gli dà una rassettata sommaria poi entra nell’ufficio proprio mentre Haddy e Michele accendono il computer. Star Trek ovviamente parlerà sempre con voce metallica.

                STAR TREK - Attenzione, attendere collegamento prego.

                ANNIBALE - (sobbalza) Ah! Chi è stato?

                HADDY - Papààà, è Star Trek!

                ANNIBALE - Il co… computer pa… parla?

                MICHELE - (ironico) Per ora mangia le pappine e gioca con il girello, ma fra poco farà anche i comizi!

                HADDY - Non è lui, ma la scheda audio collegata con la rete di Internet!

                ANNIBALE - Ho ca… capito.

                HADDY - (indicando lo schermo) Guarda Papà, questo è Internet… o meglio la pagina di accesso..

                ANNIBALE - Un momento ragazzi, c’è un’emergenza!

                MICHELE - È scappato Frankenstein?

                ANNIBALE - No, si è allagato il laboratorio! Presto venite con me!

Annibale rientra di corsa nella comune seguito da Haddy e poi da Michele. Haddy degna appena d’uno sguardo il commendator Sparecchia, Michele invece si blocca sulla porta.

                MICHELE - (sobbalzando spaventato) Ah!… hic!

 appoggiandosi allo stipite della porta. Haddy, che stava per uscire dalla porta del laboratorio, si ferma e si volta.

                HADDY - Michele! Ma possibile che la paura ti debba fare sempre questo scherzi

                MICHELE - C… chi è… hic!…que… quello?

                HADDY - Il commendator Sparecchia.

                MICHELE - E c… che… hic!… ci fa q… qui?

                HADDY - Volevi che rimanesse a galleggiare nel laboratorio? Dai andiamo!

Haddy esce dalla porta del laboratorio. Michele, continuando a guardare terrorizzato il commendator Sparecchia, fa il giro alla larga, poi anche lui esce dalla porta del laboratorio.

SCENA QUINTA

Dalla porta di ingresso dell’ufficio rientra Augusta. È di nuovo carica di spesa, lentamente e con fatica si avvia verso l’ingresso della comune.

                AUGUSTA - (borbottando) Cara Peppina te lo do io il caffè, la prossima volta te lo faccio io con l’acqua ragia, così ti ci diluisco il cervello!

Augusta, borbottando a soggetto, arriva all’ingresso della comune e prova ad entrare, ma le borse della spesa le creano impiccio così, dopo alcuni tentativi transita di sbieco dando le spalle a Sparecchia. Con fatica si rigira per raggiungere il tavolo senza rendersi conto chi sia l’individuo seduto. Augusta va al tavolo e comincia a vuotare le buste della spesa.

                AUGUSTA - Hai visto? Gliel’ho cantate di brutto alla cara Peppina! Chissà che cosa si credeva di fare! Quella vecchia ciabatta è capace di fregare su tutto… guarda, tiè! (tira fuori un fagotto) gorgonzola: cinque euro e neanche lo vedi! (lo annusa) Bleah… pare uscito dal laboratorio…

Augusta si volta verso la porta del laboratorio.

                AUGUSTA - Ah, hai capito che devi chiuderla quella porta! (poi riprende a disfare la spesa senza guardare Sparecchia) Dovresti poi vedere i prezzi del prosciutto… un vero furto…

Augusta continuerà a parlare a soggetto e a disfare la spesa, contemporaneamente dall’ingresso principale dell’ufficio entra Rosario. Si tratta di un giovane siciliano, appuntato carabiniere, innamorato cotto di Haddy e amico di famiglia. È vestito in alta uniforme, con cappello a pennacchio ed un numero impressionante di cordoni mostrine e nastri vari applicati sulla divisa, sottobraccio ha due piatti (strumenti musicali) in quanto è secondo percussionista della banda dei carabinieri della provincia. Ha i baffi e parla con forte inflessione siciliana.

                ROSARIO - (entrando) È permesso?

                STAR TREK - Attendere prego, collegamento in atto.

Rosario sobbalza poi, vedendo il computer, si avvicina incuriosito.

                STAR TREK - Attendere prego, collegamento in fase conclusiva.

                ROSARIO - Minchia!

                STAR TREK - Collegamento concluso attendere verifica programma.

               

Rosario per qualche minuto continua ad osservare il computer. Nell’altra stanza Augusta, con due o tre sacchetti di frutta a verdura si avvicina al lavello, vi deposita il tutto sopra e comincia ad armeggiare con la verdura per metterla nell’acqua.

                AUGUSTA - (dando sempre le spalle a Sparecchia) Gliel’ho detto sai a quella strega della Peppina, non ti provare più a vendermi quella specie di concime che chiami caffè, che è la volta buona che ti stacco le orecchie! E ora voglio controllare tutto quello che mi ha rifilato così poi le svito anche il naso.

Nell’ufficio, intanto, Rosario incuriosito e affascinato batte qualche tasto sul computer che comincia a fare suoni strani.

                STAR TREK - Fzzz, preeee, attend… prego, che caz.. hai fatto? Tieni… zooottt.. le mani a po po posto!

Rosario temendo di aver combinato qualcosa, si allontana intimorito dal computer. Nell’altra stanza Augusta continua a sistemare la verdura bofonchiando a soggetto.

                AUGUSTA - (senza voltarsi si rivolge a Sparecchia credendolo Annibale) Invece di stare spaparanzato su quella sedia, passami il coltello lungo.

Nell’altra stanza Star Trek continua ad emettere strani suoni, Rosario, sempre più intimorito, non sa che fare e si allontana dalla scrivania camminando a ritroso verso la porta della comune.

                AUGUSTA - (c.s.) Guarda che il coltello è nel cassetto del tavolo.

Pausa.

                AUGUSTA - Allora questo coltel… (si volta vede la salma, per un attimo resta impietrita, poi sobbalza spaventata) Haaaa!

Augusta comincia ad allontanarsi a ritroso verso la porta che dà nell’ufficio.

                AUGUSTA - (guardando impaurita il commendator Sparecchia) A… Ann… Annibale… do… dove sei? Ti… ti sei dimenticato il co… co… il commendatore…

Augusta retrocede fino alla soglia della porta contemporaneamente a Rosario che continua a guardare intimorito il computer, finché i due non si scontrano di spalle e a Rosario cadono i piatti per terra con un gran fracasso

                AUGUSTA/ROSARIO - (all’unisono) Ahhhhhhhhhhh!

Spaventatissimi i due si voltano e, nel tentativo di fuggire si scontrano l’uno contro l’altra trovandosi praticamente abbracciati senza riuscire a divincolarsi. Dal laboratorio rientrano Annibale, Haddy e Michele.

SCENA SESTA

Tutti guardano esterrefatti la scena. Le seguenti battute di Annibale, Haddy e Michele devono essere dette di seguito l’una all’altra in perfetta tempismo.

                ANNIBALE - Augusta!

                HADDY - Mamma!

                MICHELE - Hic!

Augusta e Rosario cercano di divincolarsi, ma i bottoni del vestito di Augusta sono rimasti impigliati tra i nastri e le mostrine della divisa di Rosario.

                ANNIBALE - (esterrefatto) Questo da te non me lo sarei mai aspettato!

                AUGUSTA - (cercando di staccarsi da Rosario) Ma porc… ma che ti viene a mente deficiente!

                HADDY - (che dopo un momento di perplessità ha capito la situazione) Mamma, ti vuoi arruolare nell’arma?

                ROSARIO - (imbarazzatissimo) Signorina Addolorata, non deve pensare… tra me e la signora Augusta… io… omo d’onore sogno!

                HADDY - (ridacchiando, poi fingendo) Ho sempre sospettato una tresca! Papà!

                ANNIBALE - (completamente frastornato) Cosa?

                HADDY - (c.s.) Uccidi la fedifraga!

Augusta e Rosario finalmente si liberano con uno strattone, la camicia di Augusta si strappa (Augusta si ritrova praticamente in reggiseno) e dalla divisa di Rosario cade una gran quantità di nastrini, cordoni e mostrine. Annibale si avvicina ad Augusta e si viene a trovare di fronte alla moglie e con le spalle al commendator Sparecchia. Rosario, imbarazzatissimo, si mette da parte.

                ANNIBALE - (c.s.) Augusta!

Augusta furente, senza accorgersi dello strappo alla camicia, si avvicina ad Annibale e gli parla ad un palmo dal naso puntandogli un dito sul petto.

                AUGUSTA - (inviperita) Cavalier Annibale Mezzasalma che diavolo è quello?

                ANNIBALE - (intimorito) Il co… commendator Sparecchia.

                AUGUSTA - (incalzando Annibale che retrocede) E che cosa ci fa lì?

                ANNIBALE - È seduto sulla sedia.

                AUGUSTA - (c.s.) Lo vedo, e pensi di fargli la tumulazione da seduto?

                ANNIBALE - (candido) No, i congiunti del commendatore hanno ordinato un servizio extra lusso con feretro in mogano, musica incorporata e…

                HADDY - (ridacchiando) … e aria condizionata.

                ANNIBALE - (distrattamente) … e aria condizionata… ma che mi fai dire!

Augusta, incalzando Annibale, lo ha sospinto con le spalle vicino alla sedia dove si trova Sparecchia.

                AUGUSTA - (urlando) E allora vallo a fare in laboratorio!

               

Augusta, con l’ultimo urlo fa cadere Annibale addosso a Sparecchia il quale, per l’impatto, emette una piccola scorreggia, contemporaneamente dalla testa del defunto un parrucchino scivola e cade a terra. Per un attimo tutti restano perplessi poi, tappandosi il naso, si allontanano dalla sedia.

                HADDY - Papà!

                ANNIBALE - Non sono stato io!

Annibale si alza rapidamente e cerca subito di sistemare il guaio dell’incidente rassettando Sparecchia.

                AUGUSTA - Annibale, non senti nulla?

                HADDY - Ma cosa vuoi che senta, ormai è abituato a tutti gli odori.

                AUGUSTA - Bleah, portalo subito in laboratorio!

                MICHELE - Non si può, in laboratorio c’è un allevamento di trote.

                AUGUSTA - Un che?

                ANNIBALE - (continuando a rassettare Sparecchia) Già, porco mondo, il laboratorio è allagato!

                AUGUSTA - Come mai?

                ANNIBALE - (arrabbiandosi) E che ne so!

                AUGUSTA - (arrabbiandosi anche lei) Cavalier Mezzasalma, cerchiamo di calmarci, qui se c’è qualcuno che si deve arrabbiare quella sono io! Prendi questo stoccafisso e riportalo giù in laboratorio.

                ANNIBALE - (calmandosi) Ma… ma dove lo metto?

                AUGUSTA - Mettilo dove ti pare, ma fallo sparire da qui!

                ANNIBALE - Ma giù ci sono cinque centimetri di acqua.

                AUGUSTA - Non me ne frega niente, mettigli i galleggianti!

                ANNIBALE - Ma…

                AUGUSTA - Annibale, conto fino a uno, poi lo butto fuori per strada!

Nel frattempo Rosario si è avvicinato ad Haddy intenzionato a scambiarci due parole. La ragazza, alzando gli occhi al cielo, cerca di sottrarsi all’approccio.

                HADDY - Mamma, lo streap tease lo finisci o resti così a metà?

                AUGUSTA - (perplessa) lo streap… che?

                HADDY - Guardati.

Augusta finalmente si guarda rendendosi conto della situazione e sobbalza per la vergogna.

                AUGUSTA - Oddio!

Augusta si copre incrociando le braccia sul petto e fugge dalla porta che va nell’abitazione.

SCENA SETTIMA

Haddy si avvicina al luogo dello scontro tra Augusta e Rosario e osserva il pavimento disseminato dei nastrini e delle mostrine caduti dalla divisa di Rosario.

                HADDY - Ma che roba è questa?

                ROSARIO - (tastandosi addosso) Minchia la divisa!

Rosario si avvicina e si china a raccogliere le decorazioni della divisa ma, nel chinarsi, gliene cadono altri.

                HADDY - Aspetta, altrimenti resti anche tu in canottiera.

Haddy si avvicina alla destra della scena, prende la scopa e, spazzando, comincia a riunire tutte le decorazioni sparse per terra. Nel frattempo Rosario recupera i piatti e li appoggia sul tavolo.

                HADDY - Sono finiti dappertutto.

Annibale aggira Sparecchia e lo solleva da dietro prendendolo per le ascelle e lo mette in piedi. Sparecchia per un attimo rimane rigido in equilibrio precario.

                ANNIBALE - (a Michele) Reggilo!

                MICHELE - Hem… hic!

Michele non vuole toccare la salma e non sa come fare, Annibale si china a raccogliere il parrucchino. Michele, proprio mentre Sparecchia sta per cadere in avanti, strappa la scopa dalle mani di Haddy e con essa puntella Sparecchia in modo che non cada in avanti. Haddy per un attimo non si rende conto di essere rimasta senza scopa, e continua il movimento dello spazzare finché, con la mano che sta in basso, va a colpire Rosario nell’inguine. Rosario si copre davanti con le mani e diventa di tutti i colori. Haddy non se ne accorge poiché, perplessa, si volta a guardare chi è che le ha strappato la scopa dalle mani.

                HADDY - Michele!

                MICHELE - Mi… hic mi fa impressione.

                HADDY - (seccata) Non fare lo scemo!

La scena seguente va eseguita in perfetto sincronismo: Haddy strappa la scopa che fa da puntello a Sparecchia e la salma cade dritta nelle braccia di Michele che, spaventassimo, comincia ad annaspare, divincolandosi cerca di scaricarsela di dosso, ma Sparecchia praticamente resta abbracciato a Michele il quale, nel tentativo di liberarsi, inizia una specie di balletto per la stanza abbracciato alla salma. Nel frattempo Annibale ha raccolto il parrucchino e tenta in tutti i modi, inseguendo il balletto, di rimetterlo sulla testa di Sparecchia. Finalmente Michele riesce a scaricare la salma nelle braccia di Rosario che sbianca, sobbalza e, nel tentativo di liberarsi a sua volta, comincia anche lui il suo balletto inseguito da Annibale con il parrucchino. Dopo alcuni tentativi Rosario riesce a scaricare Sparecchia nuovamente nelle braccia di Michele. Nello stesso momento Annibale, sbagliando mira, mette il parrucchino in testa a Rosario, contemporaneamente Michele strappa di nuovo la scopa dalle mani di Haddy e puntella un’altra volta Sparecchia. Tutti si fermano un attimo a riprendere fiato. Haddy scorge Rosario con il parrucchino in testa e soffoca una risata. Rosario alza li occhi, si strappa schifato il parrucchino e lo lancia ad Annibale il quale lo afferra al volo e lo piazza finalmente sulla testa di Sparecchia che per un attimo rimane in equilibrio puntellato dalla scopa, poi cade all’indietro verso Annibale che lo afferra di nuovo per le ascelle. Tutti in scena si fermano un attimo con il fiatone.

                ANNIBALE - Michele, riportiamo il commendatore in laboratorio

                MICHELE - Hic… un’altra volta?

                ANNIBALE - Su forza!

Annibale trascina Sparecchia per le ascelle verso la porta del laboratorio mentre Michele con la scopa lo spinge per i piedi evitando accuratamente di toccarlo, nell’operazione il parrucchino di Sparecchia cade di nuovo sul pavimento, questa volta nessuno se ne accorge. I due escono dalla porta del laboratorio.

SCENA OTTAVA

Haddy segue l’uscita di Michele e Annibale poi si volta verso il pubblico alzando gli occhi al cielo seccata di restare sola con Rosario, In realtà ad Haddy Rosario piace, ma non ne sopporta l’eccessivo contegno. Rosario cerca di rassettarsi alla meglio poi si avvicina ad Haddy.

                ROSARIO - Signorina Addolorata.

Nel frattempo Haddy raccoglie le decorazioni della divisa di Rosario, appena il carabiniere arriva alle spalle della ragazza, Haddy si volta e gli deposita in mano il mucchietto delle decorazioni.

                HADDY - Sistemati la divisa.

Rosario, preso in contropiede si ritrova con le mani piene di nastrini, mostrine e decorazioni. Haddy si sposta nell’ufficio e si mette seduta alla tastiera del computer. Rosario la segue.

                HADDY - (guardando lo schermo) Me che è successo?

Haddy batte alcuni tasti.

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz, collegamento interrotto... brrrr, fzzzz,

                HADDY - (continuando furente a battere sulla tastiera) Che diavolo ti prende? Sei ancora in garanzia, se non ti dai una mossa ti riporto al negozio!

                STAR TREK - Attendere... prego... qualcuno manomesso comandi... brrrr, fzzzz,

                HADDY - (c.s.) Ti hanno manomesso i comandi? Ma se neanche ti ho configurato?

Rosario, nel frattempo, si è posizionato alle spalle di Haddy e l’osserva mentre lavora al computer. Durante la scena si avvicinerà piano piano, fino a parlarle all’orecchio.

                HADDY - (c.s.) E dai!... Forza!

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz,... qualcuno messo manacce... su tastiera... brrrr, fzzzz,...

                HADDY - (c.s.) Chi è stato?

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz,... gran puffo nero... vestito come albero di natale... brrrr, fzzzz,...

               

Haddy gira la testa guardando di traverso Rosario che, imbarazzato, cerca di sistemarsi le decorazioni sulla divisa.

                HADDY - Mmmm, ho capito. (ricomincia a battere sui tasti)

                STAR TREK - Connessione effettuata.

                HADDY - Bene, ora stai attento.

                STAR TREK - Sì, comandante Kirk!

                HADDY - (ridacchiando) Ti do un incarico.

                STAR TREK - Recuperare il signor Spock?

                HADDY - Macché Spock, mi devi fare una ricerca.

                STAR TREK - Su quale galassia comandante?

Haddy, seccata, pesta una manata sul fianco dello schermo.

                STAR TREK - Haaaa!

                HADDY - Più deficiente di un tostapane! (ricomincia a battere sulla tastiera) Mi devi cercare su tutta la rete i siti in cui vengono registrati i nuovi defunti, tutte le salme in entrata negli obitori, tutte le segnalazioni di decessi fatte dalla polizia e dai carabinieri...

                ROSARIO - (quasi offeso) Signorina!

                HADDY - Rosario... per favore, (poi a Star Trek) insomma tutte le notizie possibili ed immaginabili sulle persone decedute e ogni variante sul tema!

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz,... parametri di verifica inseriti, insufficienti... dati chiave web, non completi... criteri di impostazione motore di ricerca, non configurati...

Haddy allunga una mano, afferra il martello lasciato sulla scrivania da Michele e lo alza in direzione dello schermo minacciandolo. Star Trek, si zittisce come se si sentisse minacciato dal martello.

                STAR TREK - (cambia subito tono) Ricerca iniziata. Primi dati disponibili tra trenta minuti.

Haddy posa il martello con un sorrisetto di soddisfazione. Nel frattempo Rosario, con la scusa di avvicinarsi per vedere lo schermo, si viene a trovare vicinissimo al viso di Haddy, quasi a sfiorarle la guancia. Haddy si volta verso Rosario. I due si trovano con i visi vicinissimi. Rosario si china per baciarla. Per un attimo Haddy sembra accettare l’avance di Rosario, poi si gira e si divincola dalla sedia. Rosario, il cui peso era tutto sulla spalliera della sedia a rotelle dell’ufficio, scivola in avanti trascinato dalla sedia e va a finire con la faccia sulla tastiera del computer.

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz, mannagg... puffo nero... albero di natale... scassa tastiera...

                HADDY - Stai attento!

Haddy aiuta Rosario ad alzarsi. Nel frattempo, Arcibaldo esce dalla sua camera ed entra nella comune. Comincia ad aggirarsi intorno come se cercasse di ricordare qualcosa.

                ROSARIO - (alzandosi e ricomponendosi) Hem... signorina Addolorata...

                HADDY - Uff... e non chiamarmi “addolorata”.

                ROSARIO - (avvicinandosi ad Haddy) Signorina... domani la banda dei carabinieri, eseguirà un concerto alla presenza del ministro degli interni e...

               

Rosario si ferma in quanto Haddy lo guarda dritto negli occhi.

                ROSARIO - ... vorrei invitarla...

Haddy, guarda l’orologio.

                HADDY - Vabbe’, facciamo così, devo ritornare al negozio dove ho comprato il computer, accompagnami così mi spieghi tutto.

Senza dire altro Haddy prende la via della porta di ingresso ed esce, lasciando Rosario come un baccalà

                ROSARIO - (riprendendosi) Sì... subito... arrivo... eccomi...!

Rosario, prende il berretto con il pennacchio, fa per uscire di corsa dietro ad Haddy, poi di corsa torna indietro, raccoglie tutti i nastrini e le mostrine, le butta dentro il cappello, se lo infila ed esce di corsa dietro ad Haddy. Nell’uscire dal cappello di rosario ricadono a terra tutti quanti i nastrini e le mostrine.

SCENA NONA

Arcibaldo sente sbattere la porta nell’altra stanza. Incuriosito passa nell’ufficio e si guarda intorno. La sua attenzione viene attratta dal Computer. Arcibaldo, ciabattando si avvicina, lo guarda e sorride. Guarda la tastiera e prova a premere un tasto.

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz... mannagg... puffo brutto... zozzo...

Arcibaldo si rabbuia e pesta una manata sulla tastiera.

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz... metti le mani a posto... brrrr, fzzzz... brutto defic... mi fai fare confusione... brrrr, fzzzz...

Arcibaldo scrolla le spalle e si allontana dal computer, successivamente la sua attenzione viene colpita dalle mostrine e dai nastri persi da Rosario. Arcibaldo li raccoglie tutti e se li prova addosso sorridendo poi, rientra nella comune, vede il parrucchino di Sparecchia, lo raccoglie ed entra nella sua camera, raggiante per il bottino inaspettatamente recuperato.

SCENA DECIMA

Come Arcibaldo chiude la porta della camera. Da quella del laboratorio rientrano: Annibale che trascina Sparecchia per le ascelle e Michele che ne spinge i piedi con la scopa, esattamente nella stessa azione di come erano usciti. Arcibaldo riposiziona Sparecchia sulla stessa sedia di prima e nella medesima posizione. Poi riprende fiato. Michele tiene accuratamente le distanze dalla salma.

                ANNIBALE - Uff... oggi è giornata... ci mancava solo il guasto alla cella frigorifera! Maledizione... e ora come faccio?

                MICHELE - hic... Annibale, senta io devo andare, alle tre comincia il turno... hic...

                ANNIBALE - Aiutami almeno a risolvere questa faccenda!

                MICHELE - Hem... hic... no... de... devo scappare...

Michele, senza dire altro esce dalla comune e poi dalla porta di ingresso dell’ufficio.

                ANNIBALE - (guardando Sparecchia sconsolato) Ma che ti ho fatto? (poi gli viene un’idea e si illumina) Aspetta un momento... ora ti sistemo io, caro il mio Commendatore.

Annibale esce dall’accesso che porta all’abitazione (sulla sinistra della parete di fondo). Si sente un trambusto fuori scena e alcune urla. Poi Annibale rientra con un lenzuolo chiuso a sacco. Lo posa sul tavolo e lo apre, si vedono una gran quantità di quei sacchetti di plastica utilizzati per fare i cubetti di ghiaccio nei freezer. Annibale stende il lenzuolo su sparecchia e poi comincia ad appoggiarci sopra i sacchetti ghiacciati. Subito dopo dallo stesso ingresso entra trafelata Augusta, indossa un accappatoio ed ha in mano il reggiseno.

 

                AUGUSTA - (furente) Si può sapere cosa stai facendo? Che cosa armeggiavi nel frigo?

Augusta non vede Sparecchia perché Annibale cerca di coprirne la visuale.

                ANNIBALE - Hem... avevo sete... e non c’era acqua fresca..

                AUGUSTA - E te ne occorrono cinque quintali per freddare un bicchier d’acqua?

                ANNIBALE - No... be’... il fatto è che...

                AUGUSTA - (sbirciando) Ma che c’è lì sopra...?

                ANNIBALE - No... niente... è...

                AUGUSTA - Fai un po’ vedere...?

Augusta finalmente vede il marchingegno per raffreddare Sparecchia e caccia un urlo.

                AUGUSTA - Aaaaaahhhhhhh!

Augusta fugge via da dove era uscita. Annibale la rincorre fino all’ingresso che va nell’appartamento.

                ANNIBALE - (a voce alta verso Augusta) È solo per oggi, domani arriva il tecnico dell’impianto di refrigerazione.

                AUGUSTA - (riaffacciandosi per un attimo dalla porta e facendo sobbalzare Annibale all’indietro) Annibale Mezzasalma! Fai sparire alla svelta quel tricheco puzzolente dalla sedia! Non ho chiesto il divorzio quando hai messo le ceneri del cavalier Scarozza nella credenza accanto al barattolo della farina, ma questa volta giuro che invece del divorzio mi nomino direttamente vedova d’ufficio! (Augusta esce, nella fuga il reggiseno le cade di mano e resta sul pavimento)

                ANNIBALE - Ma...

                AUGUSTA - (da fuori scena) E vedi di sbrigarti!

                ANNIBALE - (si ferma un attimo pensieroso) Le ceneri del cavalier Scarozza? Porco mondo, ecco perché la crostata quella volta sapeva di prosciutto affumicato!

Annibale si riscuote, finisce di sistemare il ghiaccio su Sparecchia ed esce di corsa dalla porta del laboratorio.

SCENA UNDICESIMA

Dalla porta d’ingresso esterna dell’ufficio rientrano Haddy e Rosario.

                HADDY - (entrando di corsa) Senti, non lo so se domani posso venire... te lo faccio sapere, devo sentire Sonia se mi può sostituire.

                ROSARIO - Signorina Addolorata... ci terrei veramente che venisse...

                HADDY - (alzando gli occhi al cielo) Uff... te lo faccio sapere domani ok?

                ROSARIO - Signorina Addolorata.

                HADDY - Appuntato Panzafame!

                ROSARIO - (in riflesso condizionato) Comandi!

                HADDY - Aspettami qui.

                ROSARIO - (raggiante) Ce... certo...

Haddy entra nella comune e poi esce dall’ingresso che porta nell’appartamento senza accorgersi minimamente che Sparecchia è di nuovo sulla sedia. Rosario si trastulla nell’attesa di Haddy andando a curiosare al computer. Dalla sua camera esce Arcibaldo tutto tronfio, sulla camicia da notte ha attaccato tutti i nastrini e le mostrine smarrite da Rosario ed in testa porta con orgoglio il parrucchino di Sparecchia. Arcibaldo vede Sparecchia ricoperto dal lenzuolo e dai sacchetti del ghiaccio. Nell’avvicinarsi alla salma, Arcibaldo con i piedi pesta il reggiseno di Augusta, si ferma, lo guarda, lo raccoglie, poi guarda Sparecchia e ridacchia. Si avvicina alla salma, toglie il lenzuolo in modo da raccogliere a sacco tutti i sacchetti. Poi si leva la camicia da notte piena di mostrine, la stende su Sparecchia, si leva il parrucchino, glielo posiziona sulla testa ed infine, sul petto di Sparecchia appoggia il reggiseno di Augusta. Arcibaldo recupera il sacco con il ghiaccio, fa per rientrare in camera quando si accorge dei piatti di Rosario. Sorride, posa il sacco, afferra i piatti e li guarda rapito. Poi li batte leggermente l’uno contro l’altro beandosi del suono prodotto. Incoraggiato, comincia a sbattere energicamente i piatti fra loro provocando un gran fracasso, poi a passo di marcia, continuando a sbattere i piatti, rientra in camera.

SCENA DODICESIMA

Nell’ufficio Rosario sobbalza al frastuono. Poi, timoroso, si avvicina alla tenda che divide i due ambienti e la scosta lentamente. Contemporaneamente dall’ingresso dell’appartamento Annibale, Augusta e Haddy fanno capolino. La scena deve essere costruita in modo che tutti e quattro vedano contemporaneamente la salma di Sparacchia addobbata da Arcibaldo.

                TUTTI - (urlano spaventati) Aaaaaahhhhhhhh!

Haddy, Augusta e Annibale, fuggono rientrando da dove erano venuti. Rosario fugge come una lepre ed esce di scena dalla porta di ingresso dell’ufficio. La scena resta vuota.

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz... ricerca conclusa... brrrr, fzzzz... collegamento effettuato... brrrr, fzzzz... solo un sito contiene tutte le informazioni richieste... brrrr, fzzzz... collegamento in esecuzione... brrrr, fzzzz...

Si sentono alcuni disturbi poi, una voce metallica esce dagli altoparlanti del computer parlando con un forte accento inglese. La conversazione praticamente avverrà tra computer attraverso gli altoparlanti. Per comodità nel testo le voci sono distinte tra “voce ST” e “voce CIA

                ALTOPARLANTI DI STAR TREK:

(voce CIA) - Attention please, siete collegati con il Dipartimento Sicurezza Internazionale della C.I.A.: Central Intelligence Agency, sezione esecutiva per l’antiterrorismo. Siete inseriti in un nodo informatico riservato. Le informazioni contenute in questa ripartizione sono top secret. In caso di richiesta accesso è obbligatorio fornire il codice di identificazione. Qualsiasi intromissione non autorizzata è punita con l’arresto immediato.

(voce ST) - Qui Star Trek, organizzazione Mezzasalma sezione informatica ordinamento deceduti. Si richiede l’accesso al database della sezione soggetti scomparsi non oltre le settantadue ore.

(voce CIA) - Please, repeat, vostro nome, qualifica e codice di accesso.

(voce ST) - Brrrr, fzzzz... porc... qui Star Trek, sezione informatica della “Half Death Agency”, via delle cessate anime, 47.

(voce CIA) -Wait a moment, verifica codice di accesso.

Pausa.

                (voce CIA) -Verifica codice di accesso in corso, comunicare motivo della richiesta.

                (voce ST) - Acquisizione dati.

                (voce CIA) - Specificare tipo di dati.

                (voce ST) - Disponibilità esemplari razza umana disattivati.   

                (voce CIA) - Specificare lo scopo.

                (voce ST) - Controllo e misurazione parametri fisici per realizzazione involucri.

                (voce CIA) - Specificare tipo di involucri.

                (voce ST) - Brrrr, fzzzz... porc... protezioni sigillate di sicurezza contro agenti esterni,... brrrr, fzzzz...

                (voce CIA) - Specificare materiali.

                (voce ST) - Mogano o rovere con maniglie metalliche.

Pausa. Una serie di fruscii esce dagli altoparlanti.

                (voce CIA) - Accesso autorizzato.

Pausa. Ancora fruscii.

                (voce ST) - Brrrr, fzzzz... porc... più deficiente di un tostapane,... brrrr, fzzzz...

FINE PRIMO ATTO


SECONDO ATTO

SCENA

La scena è la stessa del primo atto.

SCENA PRIMA

La mattina dopo. In un primo momento la scena è vuota. Nell’ufficio Star Trek è ancora acceso ed ogni tanto emette sfrigolii scariche e quale “pib”. Nella comune si apre la porta della camera ed entra in scena Arcibaldo. Come nel primo atto ha in mano il pitale, ciabattando si avvicina al calendario, si infila gli occhiali, guarda nel pitale, e con la solita matita scribacchia qualcosa sul calendario. Poi si guarda intorno perplesso, va al frigo, lo apre, guarda dentro poi, con aria soddisfatta, tira fuori un fiasco di vino, distrattamente mette il pitale in frigo e rientra in camera trionfante con il fiasco in mano.

SCENA SECONDA

Dalla porta di ingresso entra Haddy. Indossa un trench bianco e sotto di esso un bikini in lamé e un paio di stivali a tacchi alti, ha una borsa a tracolla e un cartello sotto braccio (al momento il pubblico non potrà leggere cosa vi è scritto). Chiude la porta e si trascina stanca fino al computer.

                HADDY - Che hai combinato stanotte?

Haddy batte qualche tasto.

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz... terminata ricerca... brrrr, fzzzz...

                HADDY - (sbadiglia) Ah bravo, e cosa hai trovato?

                STAR TREK - Collegamento con data base dettagliato... brrrr, fzzzz...

                HADDY - Ok ok, me lo racconti dopo, sono fusa, vado a dormire

In quel momento entra Augusta, come al solito carica di spesa, con fatica appoggia tutto sul tavolo dell’ufficio.

                HADDY - (assonnata) Ciao ma’.

                AUGUSTA - (guardandola esterrefatta) Addolorata, ma dove sei stata?

                HADDY - (guardandosi) Perché che ho?

                AUGUSTA - E secondo te questo sarebbe il modo di andare vestita alle nove di mattina?

                HADDY - E secondo te io posso trovare un ragazzo dicendo che lavoro nel ramo delle pompe funebri?

                AUGUSTA - Ma che c’entra? (poi con dignità) Io quando ho conosciuto tuo padre ciò che faceva non ha avuto nessuna importanza per me!

                HADDY - Ci credo, le due famiglie erano le uniche due agenzie di pompe funebri del paese, quando vi siete messi insieme hanno smesso di farsi concorrenza!

                AUGUSTA - (tagliando corto) Vabbe’, comunque non mi sembra il caso di andare in giro vestita come una trapezista!

                HADDY - (sbadiglia) Uff... torno ora dalla discoteca, ho lavorato tutta la notte, posso andare a dormire?

                AUGUSTA - E secondo te il tuo è un lavoro?

                HADDY - Eh, eh, dovresti vedere quello che fa Michele. E comunque fare la cubista, non solo è un lavoro ma, se permetti io approfitto del cubo per fare pubblicità alla ditta!

                AUGUSTA - Pubblicità? Che vuoi dire?

Haddy tira fuori il cartello e lo mostra alla madre.


                HADDY - Mi sono messa d’accordo con quelli della discoteca: sul cubo ho attaccato questo cartello, così mentre ballo promuovo le offerte della ditta. Ora se non ti dispiace, vado a dormire!

                AUGUSTA - (perplessa) A proposito, ma che lavoro fa Michele?

                HADDY - (ridacchiando e passando nella comune) Lo vedrai!

Haddy sbatte il cartello in mano ad Augusta, passa nella comune ed esce nella porta che va nell’appartamento. Augusta guarda il cartello perplessa.

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz... collegamento in esecuzione... brrrr, fzzzz...

                AUGUSTA - (guardando il computer) E questo cos’è?

SCENA TERZA

Mentre Augusta guarda incuriosita il computer, nell’altra stanza, dalla porta del laboratorio entra Annibale, trascinando di nuovo Sparecchia per le ascelle. Con fatica lo trasporta fino alla solita sedia e lo scarica nella stessa posizione del primo atto, poi si ferma e riprende fiato asciugandosi il sudore. Sparecchia ha tutto il vestito annerito e bruciacchiato. Annibale è vestito come nel primo atto: camicia bianca e parannanza nera.

                ANNIBALE - Maledizione, uff… ci mancava anche il corto circuito! 

AUGUSTA - (sempre guardando il computer) Annibale!

               

Annibale spalanca gli occhi, comincia ad aggirarsi trafelato per la stanza cercando un posto dove nascondere Sparecchia.

                AUGUSTA - Annibale!

                ANNIBALE - S... sì?

                AUGUSTA - Vieni a vedere?

                ANNIBALE - S... sì a... arrivo.

Annibale non sa che pesci pigliare. Alla fine esce dalla comune piazzandosi davanti alla soglia che divide i due ambienti.

                AUGUSTA - (vedendolo spuntare) Ma che ti prende?

                ANNIBALE - Ni... niente...

                AUGUSTA - Vieni a vedere.

Annibale si avvicina al computer.

                ANNIBALE - (stupito) Hei funziona!

                AUGUSTA - (quasi commossa) È stata nostra figlia.

                ANNIBALE - Ma che cos’è?

               

Entrambi guardano la schermata.

                AUGUSTA - (leggendo letteralmente) International... security... departement, che roba è...?

                ANNIBALE - Mah! Aveva detto che avrebbe trovato notizie e che ci saremmo fatti pubblicità...

                AUGUSTA - C.I.A....? Che vuol dire?

                ANNIBALE - Boh?... forse: Confederazione Italiana Agricoltori?

                AUGUSTA - (brusca) Ma che c’entrano i contadini!

                ANNIBALE - (illuminandosi) No, aspetta! Caspita che idea che ha avuto! C.I.A. vuol dire “Cimiteri Italiani Associati” la più grossa organizzazione sepolcrale italiana

                AUGUSTA - E allora?

                ANNIBALE - Con questo riusciamo a tenere sotto controllo il movimento delle salme in tutta la provincia!

                AUGUSTA - Caspita!

I due tornano a guardare lo schermo.

                ANNIBALE - Vedi, questo è il transito dei trapassati.

                AUGUSTA - (leggendo perplessa sul schermo) Ma... che c’entra il Medio Oriente?

                ANNIBALE - (perplesso anche lui) Forse quello si riferisce al trasferimento salme dall’estero.

                STAR TREK (voce CIA) - Brrrr, fzzzz… protocollo di verifica situazione soggetti scomparsi...

Annibale ed Augusta si guardano.

                STAR TREK (voce CIA) - Brrrr, fzzzz… rapporto soggetti scomparsi settore mediorientale… riferire prego.

                ANNIBALE - Ma che vorrà dire?

                AUGUSTA - Forse vorranno sapere a che punto è la preparazione di Sparecchia… (poi, guardando sospettoso Annibale)… perché tu hai finito di prepararlo, vero?

                ANNIBALE - (intimorito, pensando a Sparecchia seduto nella comune) S… sì… ce… certo…

                AUGUSTA - Be’ allora diglielo!

                ANNIBALE - (parlando al microfono del computer) Hem… qui agenzia Mezzasalma… se… sezione tecnica preparazione soggetti…

                STAR TREK (voce CIA) - Riferite pure.

                ANNIBALE - (c.s. dandosi un contegno) Preparazione commendator Sparecchia completata.

                STAR TREK (voce CIA) - Ricevuto… brrrr, fzzzz… attendere istruzioni.

Pausa. Annibale ed Augusta si guardano, Annibale le fa un gesto per rassicurarla che va tutto bene.

                STAR TREK (voce CIA) - Operazione “Sparecchia” inserita nel settore logistico meridionale. Codice locazione C8. Tempo di esecuzione effettivo 135 minuti. Incarico a terra: squadra operativa speciale “campo nord”. Supporto tecnico, trasporto, attrezzatura e chiusura operazione, di vostra competenza. Riferire rapporto finale ad operazione conclusa. Fine trasmissione. Brrrr, fzzzz…

Annibale ed Augusta guardano lo schermo del computer come due baccalà.

                ANNIBALE - Caspita che organizzazione questi cimiteri associati!

                AUGUSTA - Ma che volevano dire?

                ANNIBALE - Be’… che la sepoltura di Sparecchia è stata inserita nel settore mediorientale del cimitero, quello rivolto ad est, per capirsi: fossa n. 8 fila “C”… mmm, speriamo che vada bene ai parenti. Poi… la squadra incaricata della tumulazione è quella addetta al campo nord del cimitero.

                AUGUSTA - Il campo nord?

                ANNIBALE - Sì, quello dove riposa la famiglia Gallinacci.

                AUGUSTA - Chi, quelli dei funghi avvelenati?

                ANNIBALE - No… quelli che erano andati a fare una gita in camper tutti insieme e una sera, convinti di essere rimasti senza benzina, si erano fermati in una strada di campagna.

                AUGUSTA - E allora?

                ANNIBALE - E allora, Amilcare, lo zio, aprì il cofano, tolse il tappo e, siccome era buio, accese un fiammifero per vedere se nel serbatoio c’era rimasta un po’ di benzina.

                AUGUSTA - E allora?

                ANNIBALE - C’era rimasta!

Annibale allarga le braccia, poi torna a guardare lo schermo del computer.

                ANNIBALE - Dunque… esecuzione funerale 135 minuti… hum un’ora e un quarto… dovrebbe bastare. Incarico di rimuovere la terra e di ricoprire, alla squadra speciale…caspita, i becchini del pronto intervento, i migliori! Poi… supporto tecnico, trasporto, materiale e chiusura operazione, di vostra competenza… (soddisfatto)

                AUGUSTA - Che vuol dire?

                ANNIBALE - Come “che vuol dire”? (sospira) Preparazione salma, funerale, cassa e tumulazione di nostra competenza… ovvio no?

                AUGUSTA - Bah... Vabbe’ (tornando ad occuparsi della spesa), io vado a sistemare tutto

                ANNIBALE - (scattando) NO!

                AUGUSTA - Come no?

Annibale fa di tutto per impedire ad Augusta di entrare nella comune.

                ANNIBALE - Hem... ho finito i sacchetti per fare i cubetti di ghiaccio...

                AUGUSTA - (seccata) E certo! Per rinfrescare quel tricheco di Sparecchia ieri hai fatto la grattachecca per un battaglione! Senza contare l’addobbo che gli ha fatto zio Arcibaldo!

                ANNIBALE - (spingendo Augusta verso la porta d’ingresso) Fammi il favore, vai a prenderli. Me ne servono un bel po’... il tecnico dell’impianto di condizionamento... deve ritornare per una messa a punto.

                AUGUSTA - Accidenti a te! Non me lo potevi dire prima?

                ANNIBALE - Fa la brava. Sicuramente la Peppina ce li avrà.

                AUGUSTA - (che con la Peppina ce l’ha a morte) Per carità! Quella beduina! Se la prendo gli faccio il nodo all’esofago..., ma la spesa?

                ANNIBALE - Ci penso io alla spesa, vai tranquilla.

Augusta lancia improperi a soggetto all’indirizzo della Peppina, Annibale riesce a spingerla fuori fino a farla uscire. Annibale chiude la porta di ingresso, vi si appoggia e si asciuga il sudore e tira un sospiro di sollievo.

                ANNIBALE - Uff... si comincia bene stamani!

Annibale raggiunge la scrivania e comincia a raccogliere i sacchetti della spesa.

SCENA QUARTA

La porta di ingresso si apre lentamente ed in silenzio entrano i congiunti del Commendator Sparecchia. Per primo il nipote, un giovane alto, magro, allampanato, pallido con i capelli impomati e con i baffi, indossa un vestito nero e cammina un po’ gobbo. Di seguito la moglie di Sparecchia: una donnetta bassa e grassa tutta in nero, con cappello a veletta. Per ultima la figlia: una ragazza bassa e rotondetta anche lei vestita tutta in nero con cappello a veletta. La moglie di Sparecchia ha un fazzoletto in mano e singhiozza. Le due donne, a forza di piangere, hanno il viso imbrattato di nero dal trucco che si è sciolto con le lacrime. Una volta entrati i tre si fermano sulla porta. Annibale, indaffarato con la spesa, non si accorge della manovra, raccoglie tutte le buste e fa per passare nella comune. La moglie di Sparecchia scoppia improvvisamente in lacrime. Nello stesso momento Arcibaldo esce dalla sua stanza con una abat-jour in mano (tutta la controscena di Arcibaldo si svolgerà parallelamente a quella dell’ufficio, per comodità, la descrizione sarà riportata dopo il dialogo tra Annibale ed i congiunti di Sparecchia).

                MOGLIE - (piange) Naaaaa!!!!!!!!

Annibale sobbalza spaventato, tutte le buste della spesa cadono a terra, si volta verso il gruppetto, vedendo di chi si tratta, riprende fiato.

                ANNIBALE - Oddio... signora Sparecchia... buon... giorno...

                LA MOGLIE - (c.s.) Naaaaa!!!!!!!!

                IL NIPOTE - (parla cantilenando in tono triste) Cavalier Mazzasalma, questo non è un buon giorno per noi.

                ANNIBALE - Oh scusatemi. Cosa posso fare per voi?

                LA FIGLIA - (anche lei parla come il nipote) Nostra madre vorrebbe vedere per l’ultima volta il congiunto.

                ANNIBALE - (sbianca) Hem, mi dispiace, ma il vo... vostro congiunto non è ancora cott... hem, non è ancora pronto. Devo finirlo di preparare.

                LA MOGLIE - (gettandosi fra le braccia di Annibale) Naaaaa!!!!!!!!

Annibale è imbarazzato, cerca di consolare la donna che, continuando a piangere, con la colatura del trucco imbratta la camicia di Annibale. Il nipote e la figlia si avvicinano e la tolgono dalle braccia di Annibale che si guarda sconsolato la camicia imbrattata di nero.

                IL NIPOTE - Su, su cerca di farti forza.

                LA FIGLIA - Su, mamma, vedrai che lo troveremo.

                ANNIBALE - (incuriosito) Cosa dovete trovare?

                IL NIPOTE - Sa, cavaliere, il caro zio, nel suo testamento, aveva lasciato tutto il suo cospicuo patrimonio ad un istituto di gatti trovatelli. Dobbiamo assolutamente trovare quel documento per stracci…

La moglie e la figlia, danno una gomitata ciascuno al nipote.

                IL NIPOTE - Hem… per darne esecuzione. Sa cavaliere, sono stato nominato esecutore testamentario delle ultime volontà del povero zio! Se non troviamo il testamento… quei randagi schif… hem, quelle povere bestiole non potranno ereditare il patrimonio di quella carogn… hem del caro zio...

Una serie di gomitate dalla figlia e della moglie.

                IL NIPOTE - … sì... già... è necessario fare in modo che il patrimonio vada a chi di diritto!

I tre si guardano con un sorriso perfido.

                ANNIBALE - Io... non saprei come aiutarvi

                LA FIGLIA - Cavaliere, abbiamo ragione di pensare che questo documento sia rimasto in qualche tasca del vestito del caro estinto, vorremmo chiederle di farci vedere la salma per consentirci di verificare le nostre supposizioni.

                ANNIBALE - Io... non so se sia possibile...

                LA MOGLIE/LAFIGLIA - (gettandosi entrambe a piangere sulle spalle di Annibale) Naaaaaa.....!!!!

                ANNIBALE - (non sapendo come fare per consolarle) Vedrò cosa posso fare.

               

La figlia e la moglie vengono recuperate e consolate dal nipote. Annibale guarda la sua camicia ormai ridotta ad uno straccio dal trucco delle due donne.

                IL NIPOTE - Grazie cavalier Mezzasalma.

In quel momento la luce della stanza comincia ad accendersi e a spegnersi ad intermittenza.

CONTROSCENA ALLA SCENA QUARTA

Nota: questa controscena dovrà terminare contemporaneamente alla fine della scena quarta. Arcibaldo entra nella comune con in mano una abat-jour, è piuttosto seccato e non degna Sparecchia neanche di uno sguardo. Si avvicina ad una presa di corrente, infila la spina della lampada, prova a far scattare più volte l’interruttore, ma l’abat-jour resta spenta. Apre il cassetto, prende alcuni arnesi e tenta di riparare la lampada. Durante i vari tentativi, più volte riprova ad infilare la spina nella presa, ma la lampada non si accende. Arcibaldo si arrabbia sempre di più. All’ennesimo tentativo, infila la spina nella presa di fronte alla sedia dov’è piazzato Sparecchia. Arcibaldo prova a far scattare l’interruttore, ma la lampada resta spenta, infuriato, con un gesto brusco, tira il filo che resta collegato alla presa, ma si strappa dalla lampada e cade su Sparecchia. Arcibaldo, con la lampada in mano, rientra furente in camera sua. Sparecchia viene investito dalla corrente elettrica e comincia ad emettere scintille e a sobbalzare sulla sedia. È in questo momento che la luce in scena diventa intermittente a causa del corto circuito provocato dal defunto.

SCENA QUINTA

Tutti in scena guardano la luce che va e che viene.

                ANNIBALE - Ma che diavolo che succede?

Annibale entra nella comune e vede Sparecchia che sobbalza sulla sedia, accenna un urlo, ma si tappa la bocca nel tentativo di non spaventare i congiunti di Sparecchia. Annibale fa per uscire, ma il nipote riesce ad entrare, vede Sparecchia che si muove, si ferma sulla soglia, accenna un urletto e cade all’indietro, tramortito dallo spavento e trattenuto dalla moglie e dalla figlia. Annibale esce fuori dalla comune.

                ANNIBALE - Hem... si è sentito male... aiutiamolo, portiamolo fuori... chiamate un dottore.

La moglie e la figlia trascinano fuori il nipote. Annibale accompagna il gruppetto alla porta di ingresso poi, tirando un sospiro di sollievo, la chiude.

SCENA SESTA

Le luci sono ancora intermittenti. Annibale fa per tornare di corsa nella comune quando, dalla porta di ingresso, rientra Augusta con una busta in mano.

                AUGUSTA - Annibale!

Annibale si blocca proprio sulla soglia di accesso alla comune.

                ANNIBALE - Già... già... to... tornata?

                AUGUSTA - Ma gli è preso al nipote di Sparecchia?

                ANNIBALE - Un ma... malore... la pressione bassa... sai... la perdita dello zio.

                AUGUSTA - Poveraccio, era bianco come un lenzuolo... mah! (poi si accorge della luce intermittente) Ma che succede qui?

                ANNIBALE - (minimizzando) Ma... niente... forse un corto circuito...

                AUGUSTA - (guardandolo sospettosa) Annibale Mezzasalma! Non è che hai combinato qualche guaio con i tuoi... clienti?

                ANNIBALE - (confuso) Ma no... ma che dici...!

                AUGUSTA - (c.s.) Annibale, guardami un po’?

                ANNIBALE - (sempre più confuso) Ma no... sa... sarà un corto circuito...

                AUGUSTA - Voglio vedere!

               

Augusta si precipita verso la comune. Annibale, preso alla sprovvista, non riesce a bloccarla. Augusta entra e vede Sparecchia che sobbalza sotto le scariche elettriche.

                AUGUSTA - (urla) Haaaaaa!!!!!!!!!!!!!

Augusta sobbalza e rientra nell’ufficio.

                AUGUSTA - (terrorizzata) A... Annibale... Spa... Sparecchia sta saltando sulla sedia... co... cosa sta succedendo?

Augusta crolla su una sedia.

                ANNIBALE - Ni... niente...

                AUGUSTA - (riprendendosi un po’) Co... come niente?

                ANNIBALE - C’è stato un corto circuito e la corrente, passando per il sistema nervoso del defunto, fa tendere i muscoli ed i nervi.

                AUGUSTA - (seccata) Annibale, se entro cinque minuti non la smetti con gli esperimenti alla Frankenstein, te lo preparo io il feretro!

Augusta afferra il sacchetto che aveva nel momento dell’entrata in scena e lo sbatte in mano ad Annibale.

                AUGUSTA - (con la voce un po’ tremante per lo spavento) Questi sono i sacchetti per i ghiaccio. Io in questa casa, con quel coso di là che balla, non ci resto. Sbrigati a far sparire quel tricheco col ballo di San Vito, altrimenti torno con i carabinieri.

Augusta fa dietro front e, a passo deciso, si dirige verso la porta di ingresso.

SCENA SETTIMA

Annibale ritorna nella comune, vede il filo elettrico attaccato alla presa e lasciato da Arcibaldo sopra Sparecchia. Annibale stacca la spina dalla presa e Sparecchia cessa di sobbalzare. La scena piomba nella semioscurità. Annibale riaccende la luce, nello stesso istante Augusta apre la porta per uscire e, incorniciato nel riquadro, proprio nel momento in cui la luce ritorna, si trova davanti un orrendo mostro. Augusta lancia un urlo e sviene. Il mostro riesce a prenderla in braccio prima che cada a terra. Annibale va di corsa nell’ufficio e si trova di fronte il mostro che regge fra le braccia Augusta svenuta. Annibale urla. Il mostro avanza verso di lui. Annibale è terrorizzato e immobilizzato dalla paura. Ad un certo momento si fa forza.

                ANNIBALE - (alza una mano) Hem... io...a... abitante della te... terra... siamo in pa... pace. Tu da do... dove venire...?

Il mostro mugola qualcosa di inintelligibile.

                ANNIBALE - Hem... io non capire tua lingua.

Finalmente il mostro parla con la voce soffocata di Michele.

                MICHELE - Pesa una tonnellata... aiutami!

                ANNIBALE - (stupito) Michele?

Annibale si avvicina, prende Augusta tra le sue braccia. Michele si sfila la maschera di gomma da mostro e si appoggia sfinito alla scrivania.

                MICHELE - Uff... non ce la facevo più.

Annibale mette Augusta sul divanetto.

                ANNIBALE - Hai visto che hai combinato? Ma come diavolo ti sei bardato? Mica è carnevale?

                MICHELE - Questa è la mia nuova tenuta da lavoro, volevo farla vedere ad Haddy.

                ANNIBALE - Lavoro? Che lavoro?

                MICHELE - Lavoro al Luna Park.

                ANNIBALE - Vestito così? E che fai?

                MICHELE - Faccio il mostro dentro il tunnel del terrore.

                ANNIBALE - Che fai?

                MICHELE - Spavento la gente che ci passa dentro.

                ANNIBALE - Ma dimmi te!

Annibale guarda Michele sconsolato.

                ANNIBALE - Forza, aiutami a portare Augusta di là.

Annibale e Michele raccolgono Augusta e la trasportano, ancora svenuta, nella comune. Come Michele entra nella comune, vede Sparecchia ancora lì, si spaventa e lascia Augusta, il cui peso va a gravare tutto su Annibale il quale, sbilanciato, scivola si rigira e Augusta, trascinandosi Annibale, va a cadere sopra Sparecchia che, nell’impatto,  emette una piccola scorreggia. Augusta, alla fine della caduta si trova praticamente addosso a Sparecchia, viso contro viso.

                MICHELE - Hic... que... questo è ancora qui?

Annibale cerca di districarsi dal mucchio creatosi sopra Sparecchia.

                ANNIBALE - Da... dammi una mano!

                MICHELE - Fo... fossi matto... a me quello fa impressione...

                ANNIBALE - Aiutami almeno a tirare su Augusta!

Annibale, cerca di risollevare Augusta, ma nella caduta le mani di Sparecchia si sono avvinghiate alla donna e Annibale trova difficoltà a liberarla. Michele, non sapendo cosa fare e volendo accuratamente evitare di toccare Sparecchia, afferra una scopa e infila il manico tra Augusta e Sparecchia, cercando di fare leva.

SCENA OTTAVA

Mentre Annibale e Michele cercano di separare Augusta e Sparecchia, nell’ufficio si spalanca la porta di ingresso e, come in un film, uno per volta entrano due uomini vestiti in nero con camice bianche, cravatte nere, occhiali scuri e guanti neri. Sono tre agenti. Tre guardie del corpo di Brighman il Capo della CIA. Il primo si piazza a destra della porta di ingresso con una pistola in mano, fa un cenno e entra il secondo che si piazza al centro della stanza puntando la pistola in ogni angolo. Il primo fa un cenno ed entra Alan Brighman il direttore della Central Intelligence Agency in persona, è un uomo alto, sicuro di se, possiede un certo fascino, indossa un completo grigio,  dà subito l’impressione di essere il padrone di qualsiasi situazione. Brighman si guarda intorno, vede il computer e schiocca le dita. Dietro di lui entra un terzo uomo (vestito come gli altri) con una valigetta in mano. Brighman gli indica il computer, l’uomo si avvicina posa la valigetta sulla scrivania, la apre, dentro si scorge una strumentazione, l’uomo collega la strumentazione al computer, l’accende, si siede e comincia a battere sulla tastiera. Dall’altra stanza si sentono i mugolii degli sforzi prodotti da Annibale e Michele nel tentativo di liberare Augusta. Brighman fa cenno ai due agenti. Tutti e tre si avvicinano all’apertura di accesso della comune, preparandosi a fare irruzione nella stanza. Dopo qualche secondo di pausa, Brighman fa un gesto e i due agenti fanno irruzione nella stanza con le pistole spianate puntandole sul gruppetto. Subito dopo entra Brighman.

ANNIBALE - (spaventato) Ahhh!

                MICHELE - Hic.

Annibale e Michele si fermano esterrefatti e spaventati. Uno dei due uomini fa un gesto con la pistola, Annibale e Michele alzano le mani. Augusta ricade su Sparecchia che emette la solita piccola scorreggia. Tutti in scena fanno una smorfia. Brighman gira attorno a Sparecchia, con sopra Augusta, poi guarda Annibale e Michele, fa un gesto ai due agenti che abbassano le armi.

               

                BRIGHMAN - (parlando italiano con una forte inflessione americana) Chi essere quelli?

                ANNIBALE  - Spa... Sparecchia... Eolo Sparecchia... e mi... mia moglie Augusta...

                BRIGHMAN - Sono morti?

                ANNIBALE - So... solo Sparecchia è defunto, mia mo... moglie è svenuta.

Brighman si avvicina a Sparecchia e lo guarda di nuovo.

                BRIGHMAN - Chi ha dato fuoco a cadavere?

                ANNIBALE - L’impianto di condizionamento è andato in corto cirui...

                BRIGHMAN - Di quale organizzazione faceva parte? Intelligent Service, Kgb, Mossad?

               

Annibale guarda Michele che scrolla le spalle.

                ANNIBALE - (perplesso) Dell’associazione dei commendatori.

Brighman guarda uno dei due agenti, scambia con lui due parole in inglese, poi si rivolge di nuovo ad Annibale. 

                BRIGHMAN - Qualcuno si è introdotto in nostro database, andato in sito del dipartimento controllo medio oriente, e scaricato elenco deceduti presenti in memoria sistema. Nostri specialisti seguito la traccia informatica, ora sappiamo che collegamento partito da qui!

Brighman tira fuori un sigaro e lo accende.

                BRIGHMAN - (facendosi minaccioso) Per chi voi lavorate?

Annibale e Michele sobbalzano.

                MICHELE - Hic.

                ANNIBALE - La... lavoriamo per la “Mezzasalma & C.”, ma vo... voi chi siete?

Brighman fa un gesto ad uno degli agenti che tira fuori il distintivo e lo mostra ad Annibale. Annibale si avvicina lo guarda stringendo gli occhi poi, istintivamente, mette una mano in tasca, ma gli agenti, rapidi come fulmini, puntano di nuovo le pistole sui due. Annibale lentamente e, tremando di paura, tira fuori di tasca gli occhiali. Brighman con un gesto fa abbassare di nuovo le armi. Annibale si in fila gli occhiali e legge il distintivo che l’agente gli ha rimesso sotto il naso

                ANNIBALE - (leggendo) C...I...A..., (a Michele) uff... sono dei cimiteri associati... meno male... ci avete fatto prendere una paura!

                BRIGHMAN - Cimiteri associati?

                ANNIBALE - Sì, la più grande organizzazione sepolcrale italiana.

Brighman fa un gesto, i due agenti scattano bloccano Annibale e Michele e li costringono faccia al muro, piegandogli un braccio e puntando la pistola alla nuca. Nel frattempo nell’ufficio l’agente che stava trafficando sul computer, finisce il suo lavoro, stacca i fili e raggiunge gli altri nella comune. Brighman si avvicina ad Annibale e Michele, sempre tenuti fermi contro il muro dai due agenti.

                MICHELE - Hic.

                BRIGHMAN - Very Good, che cos’è questa organizzazione, vi consiglio di parlare di vostra spontanea volontà, abbiamo mezzi molto convincenti per farlo. Perquisite la stanza!

Gli agenti lasciano liberi Annibale e Michele e cominciano a frugare la stanza creando una notevole confusione. Uno dei tre apre il frigorifero e tira fuori il pitale. Lo guarda, annusa il contenuto e poi lo mostra a Brighman che, a sua volta, fa la stessa cosa. Poi Brighman afferra il Pitale e si rivolge ad Annibale.

                BRIGHMAN - Cosa essere questo?

Annibale, intimorito, guarda il pitale

                ANNIBALE - È il pi… pitale di zio  Arcibaldo.

                BRIGHMAN - Cosa esser “pitale”?

                ANNIBALE - Hem... orinale... pipì...

Brighman dice qualcosa in inglese all’agente con la valigetta. L’agente tira fuori un contenitore metallico dalla valigetta e, dietro istruzioni di Brighman, ci versa dentro il contenuto del pitale. Poi appoggia il pitale sul tavolo.

                BRIGHMAN - Noi faremo analizzare liquido, e...

SCENA NONA

Dalla porta di ingresso nell’ufficio entra Rosario in uniforme di servizio.

                ROSARIO - È permesso?

Nell’altra stanza Brighman fa un gesto ai suoi uomini imponendo il silenzio. Tutti si bloccano tirano fuori le pistole e le caricano. Nell’altra stanza Rosario sente il rumore dei caricatori delle pistole e si insospettisce. Contemporaneamente Augusta comincia a svegliarsi emettendo qualche mugolio e qualche lamento, uno degli agenti punta una pistola su Augusta. Rosario, allarmato, tira fuori la pistola anche lui e, in punta di piedi, si avvicina alla soglia che da nella comune. Augusta si sveglia del tutto, apre gli occhi, si trova abbracciata a Sparecchia e in un secondo realizza la situazione.

                AUGUSTA - (urla) Haaaaa!!!!!!!!!

               

Augusta sobbalza inorridita scattando in piedi. Rosario irrompe nella stanza con la pistola spianata.

                ROSARIO - (gridando) Fermi tutti, carabinieri!

                MICHELE - Hic.

Gli agenti puntano le pistole su Rosario. Augusta spaventata, nella confusione,  si aggrappa ad uno degli agenti. Insieme perdono l’equilibrio e tutti e due avvinghiati finiscono insieme a terra. Gli altri agenti distratti puntano le pistole sui due. Rosario tira fuori la radio portatile.

                ROSARIO - Qui centrale... appuntato Panzafame chiede rinforzi...

                BRIGHMAN - (a Rosario) Fermo!

I due agenti puntano di nuovo le pistole su Rosario. Augusta e l’agente si rialzano, nella confusione Augusta si ritrova in mano la pistola e, completamente frastornata, senza rendersene conto, tremando, la punta su Brighman. La scena si blocca, nessuno osa muoversi, la tensione è altissima. Improvvisamente si apre la porta della camera ed entra in scena Arcibaldo. Tutti seguono immobili ed esterrefatti i movimenti del vecchio zio. Arcibaldo, senza degnare nessuno di uno sguardo, brontolando e borbottando parole incomprensibili, apre il frigorifero, guarda dentro, borbotta ancora. Si guarda intorno, vede il pitale sul tavolo, si avvicina, lo afferra, guarda dentro, si accorge che è vuoto, lo rovescia per conferma, guarda in terra per vedere dove mai sia andato a finire il contenuto, scrolla le spalle, fa dietro front si avvia verso la porta della sua camera ed esce. Tutti in scena sono esterrefatti, la tensione è un po’ calata e le pistole si abbassano.

                MICHELE - Hic.

La tensione risale improvvisamente e le pistole vengono rapidamente puntate tutte su Michele.

                MICHELE - Hic... Hic... Hic...

SCENA DECIMA

Dall’ingresso degli appartamenti dell’abitazione esce Haddy. Indossa un accappatoio, calza un paio di ciabatte da bagno e con un asciugamano si sta asciugando i capelli. Il sapone gli è arrivato sugli occhi per cui, entrando in scena, non riesce a vedere bene che succede.

                HADDY - Ma che cavolo combinate? Non si può fare neanche uno doccia in pace, mi è anche andato il sapone negli occhi porc...

Haddy riesce in qualche modo a pulirsi gli occhi e ad osservare perplessa la scena che gli si presenta.

                HADDY - Ma che diavolo succede?

Haddy guarda i nuovi venuti, guarda le pistole spianate poi fa una smorfia e, con i pugni sui fianchi, guarda indispettita Rosario.

                HADDY - Appuntato Rosario Panzafame!

                ROSARIO - (in riflesso condizionato) Comandi!

                HADDY - Ora non mi venire a dire che questa non è opera tua?

                ROSARIO - Co... come...?

                HADDY - Hai capito benissimo! Le esercitazioni le vai a fare da un’altra parte!

                ROSARIO - Ma..

                HADDY - (passando davanti ad Augusta le strappa la pistola di mano) E non ti ci mettere anche tu a giocare con questi arnesi!

                AUGUSTA - Ma...

                HADDY - (seccata a Rosario) E tu, tutte le tue esibizioni da forze dell’ordine in azione, riservale per qualche capo di stato maggiore. Sarete anche fedeli nei secoli, ma quando cominciate a giocare a guardie e ladri per far vedere quanto siete bravi, mi fate andare in bestia!

Durante il discorso di Haddy, Rosario cerca di farle capire a sguardi e smorfie la situazione. Haddy, furente, fa il giro e, uno per uno, strappa le pistole dalle mani degli agenti e di Rosario. Tutti in scena la guardano esterrefatti. Haddy alla fine si ferma davanti a Brighman.

                HADDY - E tu che parte fai?

                BRIGHMAN - Signorina, sono il direttore dello staff...

                HADDY - (proseguendo) ...sì, di animazione dei carabinieri, ma fammi il piacere!

Haddy butta l’asciugamano in faccia Brighman, poi va a buttare le pistole dentro i secchio dell’immondizia sotto il lavello.

                HADDY - (sempre più seccata) E sia chiara una cosa! Se dovete fare le vostre prove di guerra, andate a farle da un’altra parte! C’è giusto una discarica a duecento metri da qui, è perfetta per le vostre pagliacciate!

                BRIGHMAN - Miss...

                HADDY - (c.s.) Macché “Miss”. Guardateli! Si sono vestiti da gangster per fare più scena! Ragazzi, carnevale e passato, sveglia! (poi fiera) L’agenzia Mezzasalma è una ditta seria, non vi azzardate più a venire qui a fare le prove per la caccia al terrorista!

In tutto questo frattempo Augusta e Annibale hanno seguito, pieni di ammirazione, il discorso di Haddy. Alla fine corrono entrambi dalla figlia baciandola ed abbracciandola, riconoscenti ed ammirati. Haddy è frastornata e confusa, non capisce cosa sta succedendo. Gli agenti della C.I.A. si guardano fra loro scambiandosi cenni di approvazione. Anche Rosario e Michele si guardano fra loro soddisfatti. Brighman si avvicina a Haddy, la prende sottobraccio e fa qualche passo in direzione dell’ingresso dell’ufficio.

                BRIGHMAN - Miss Mezzasalma, vorrei parlarle.

Haddy, nel frattempo, comincia a sospettare che quelli non siano carabinieri

                HADDY - Ma voi... lei...

                BRIGHMAN - Il mio nome è Alan Brighman e sono il direttore della C.I.A.

                HADDY - De... dei ci... cimiteri italiani associati?

                BRIGHMAN - No, della Central Intelligence Agency.

                HADDY - (con voce tremante) Oh cavolo! Abbiamo sbagliato sito!

Haddy ha un mancamento, Brighman la sostiene.

                BRIGHMAN - Miss Mezzasalma, venga con me, voglio farle una proposta.

I due entrano nell’ufficio mentre il resto del gruppo rimane nella comune a guardarsi tra loro esterrefatti.

FINE SECONDO ATTO


QUADRO FINALE

SCENA

La scena è la stessa del primo e del secondo atto.

SCENA PRIMA

Tre mesi dopo. La scena è vuota. Nell’ufficio c’è Star Trek sempre acceso che, ogni tanto, emette sfrigolii e scariche. Si apre la porta del laboratorio, Annibale fa capolino, si guarda intorno per vedere che non ci sia nessuno, sparisce e, dopo qualche secondo rientra nella comune trascinando per le ascelle il nipote di Sparecchia. Sia Annibale che il nipote hanno i vestiti impolverati. Annibale con fatica trascina il nipote fin sulla sedia dove stava Sparecchia, fa un po’ di manovre, durante le quali anche al nipote cade il parrucchino ed, alla fine, lo piazza nella stessa identica posizione nella quale si trovava Sparecchia nel secondo atto (di fronte alla soglia di passaggio con l’ufficio). Annibale allarga le braccia sconsolato, si guarda addosso e cerca di spolverarsi alla meglio, poi tenta di spolverare il nipote, ma si accorge che l’impresa è disperata, non sa che pesci prendere alla fine, accertatosi che il nipote non scivoli dalla sedia, rientra nel laboratorio. Dopo alcuni secondi, dalla camera esce Arcibaldo con il pitale in mano. Raggiunge il calendario e fa la solita manovra facendo un’annotazione con la matita, poi si volta e vede il nipote. Lo guarda perplesso, fa qualche passo nella sua direzione, ma inciampa nel parrucchino, e il liquido del pitale va a finire addosso al nipote infradiciandogli il vestito (il nipote resta con il vestito mezzo impolverato e mezzo bagnato). Dopo due o tre passi sbilanciati, Arcibaldo ritrova l’equilibrio, si volta per vedere su cosa aveva inciampato, vede il parrucchino, sorride, lo raccoglie, se lo mette in testa e, trionfante, rientra nella sua camera.

SCENA SECONDA

Dalla porta di ingresso dell’ufficio entra Augusta con la spesa. Questa volta è carica all’inverosimile, perfino tra i denti stringe un sacchetto. Fa diverse manovre per riuscire ad entrare e qualche sacchetto le cade a terra. Finalmente arrancando riesce a posare la mercanzia sulla scrivania dell’ufficio poi, sfinita, si stravacca sulla poltroncina della scrivania.

                AUGUSTA - Uff... oddio... povera me...

Per qualche attimo Augusta rimane seduta a riprendere fiato. Nello stesso momento Annibale rientra dal laboratorio munito di un bidone aspiratutto. Augusta si alza e va a recuperare i sacchetti che le erano caduti entrando. Annibale attacca il bidone ad una presa di corrente, accende l’interruttore e fa per avvicinarsi al nipote per aspirargli la polvere di dosso. Augusta, dall’altra stanza, sente il rumore del bidone, si ferma un attimo perplessa, poi si decide e si avvia verso al comune. Annibale arriverà davanti al nipote con il bidone  in mano acceso, ma lo troverà con metà vestito fradicio. Augusta arriverà dall’ufficio e si troverà il nipote di fronte. Le due azioni si concluderanno nello stesso istante.

                AUGUSTA/ANNIBALE - (urletto isterico) Haaaa!!!!!!

                AUGUSTA - Annibale! Cos’è quel coso?

                ANNIBALE - (alternando il dialogo con una serie di starnuti) È... il nipote del commendator Spa...Sparecchia...!

                AUGUSTA - (dimenticando per un attimo l’assurdità della situazione) Il nipote! E di cosa è morto?

                ANNIBALE - Gli è preso un colpo quando, dopo due mesi ha ritrovato il testamento dello zio.

                AUGUSTA - E allora?

                ANNIBALE - Aveva lasciato tutto il patrimonio alla pedicure... !

                AUGUSTA - Alla pedicure?

                ANNIBALE - Sì, una certa Amanda, una massaggiatrice che una volta a settimana andava a casa sua.

                AUGUSTA - (ironica) Caspita, chissà come gli curava bene i piedi!

Poi Augusta realizza.

                AUGUSTA - (inviperita) Annibale, cosa ci fa qui questo stoccafisso... (annusando), per giunta puzzolente come una latrina, dopo due giorni il decesso?

                ANNIBALE - Hem... è successo un piccolo incidente giù in laboratorio.

                AUGUSTA - (c.s.) E ti pareva! Cosa diavolo hai combinato questa volta?

                ANNIBALE - Hem... mentre vestivo la salma, ho sbattuto... contro lo scaffale delle urne, e una... si è rovesciata e... ed è caduta...

                AUGUSTA - Un’urna?

                ANNIBALE - S... sì.

                AUGUSTA - E di chi?

                ANNIBALE - Dell’avvocato Massimo della Pena... e le ce... ceneri ci sono cadute addosso.

                AUGUSTA - Ma l’avvocato non doveva già essere tumulato da quindici giorni?

                ANNIBALE - C’è sta... stato un errore... al po... posto delle ceneri dell’avvocato, al cimitero è stata inviata un’urna... con....

                AUGUSTA - (trattenendosi a stento) Annibale Mezzasalma, che cosa c’era dentro quell’urna?

                ANNIBALE - Pe... peperoncino macinato.

                AUGUSTA - (esterrefatta) Peperoncino? Un momento... oddio! Stamani ho preparato il sugo all’arrabbiata... (poi infuriata) Annibale Mezzasalma, se per sbaglio ho condito il sugo con l’avvocato questa volta te lo mangi tutto tu!... Oddio il sugo...

Augusta esce di corsa di scena infilandosi nell’ingresso dell’appartamento.

                ANNIBALE - (gridandole dietro) Mi fa male il sugo piccante...

                AUGUSTA - (da fuori scena) Sarà niente in confronto a quello che ti farò io!

SCENA TERZA

Annibale torna ad occuparsi del nipote, cercando di spolverarlo alla meglio e pensando al modo di asciugargli i vestiti. Nello stesso istante la porta dell’ufficio (quella che da sull’esterno) si apre. Entra Rosario, è irriconoscibile in quanto è vestito come un agente della C.I.A. (tutto in nero), porta un paio di occhiali scuri, ha una pistola in mano, entra circospetto e si piazza a sinistra della porta. Fa un cenno fuori scena e, subito dopo, entra Michele, anche lui vestito da agente, con occhiali scuri, l’unica cosa che lo tradisce sono i capelli alla “rasta” legati a coda. Michele si piazza al centro della scena con la pistola spianata, si guarda intorno poi fa un cenno fuori scena. Subito dopo entra Haddy indossa un completo nero: giacca, gonna e tacchi alti, i capelli sono tutti lisci di un bel color rame, sono spariti orecchini e piercing, anche lei porta occhiali scuri e guanti in pelle, in mano ha una valigetta nera, il tutto è di un effetto notevole e Haddy sfoggia una bellezza misteriosa. Haddy si guarda intorno impassibile, vede il computer, si avvicina, posa la valigetta sulla scrivania, si toglie i guanti, apre la valigetta, collega la strumentazione contenuta al computer, si siede e comincia a battere sulla testiera. Rosario e Michele mettono via le pistole.

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz... ma che cav...

Haddy si toglie gli occhiali stupita.

                HADDY - Star Trek?

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz... chi sei?... brrrr, fzzzz.

                HADDY - (sorridendo e battendo sui tasti) Star Trek, vecchio tostapane affumicato! Come stai?

                STAR TREK - Brrrr, fzzzz... guarda chi si vede! Brrrr, fzzzz...

Poi Haddy realizza. Si alza si guarda intorno poi, con un’occhiata, fulmina Michele e Rosario.

                HADDY - (con i pugni sui fianchi) Il covo dei colombiani eh?

Rosario e Michele si tolgono gli occhiali e si guardano intorno.

                ROSARIO - Ma que... questa è la...

                HADDY - Sede della ditta Mezzasalma!

                MICHELE - Ma... tutte le indicazioni dicevano che i colombiani avevano il laboratorio qui!

                HADDY - (sospettosa) Un momento... a meno i colombiani non abbiano trovato la maniera di sfruttare il trasferimento delle salme...

Haddy si interrompe in quanto, nella comune, Annibale, dopo vari tentativi per ripulire la salma del nipote, riaccende di nuovo il bidone aspiratutto.

                ROSARIO - (sottovoce) Questa è una motosega!

MICHELE - (c.s.) Bisogna intervenire, qui torturano qualcuno!

Nell’ufficio tutti si mettono all’erta rinfilandosi di nuovo gli occhiali. Rosario e Michele velocemente tirano fuori di nuovo le pistole. Haddy fa un gesto indicando la comune. Tutti e tre si avvicinano silenziosamente all’ingresso della comune. Haddy, con le dita, conta fino a tre poi, tutti insieme, si lanciano nell’ingresso per di fare irruzione nella stanza.

                ROSARIO - Fermi tutti! Carabinieri... no... C.I.A.. agenti feder...

 I tre, nel tentativo di passare velocemente tutti insieme, restano bloccati e incastrati l’uno con l’altro nel riquadro dell’ingresso. I tre si agitano nel tentativo di liberarsi. Annibale fa un balzo spaventato e osserva la scena esterrefatto.

                MICHELE - (a Rosario) Porc... ma chi te l’ha insegnato a fare irruzione?

                ROSARIO - Minchia, nei carabinieri si faceva irruzione diversamente.

                HADDY - La volete finire... porco mondo...

Haddy fa uno sforzo supremo e l’incastro si scioglie. I tre fanno un salto in avanti nella stanza e Michele va a finire proprio addosso al nipote che, nell’impatto, emette la solita piccola sorreggia (per un effetto più comico potrebbe avere una tonalità diversa da quelle di Sparecchia). Michele si ritrova avvinghiato alla salma e comincia una serie di tentativi per liberarsi dall’abbraccio.

                HADDY - Uff.

                ANNIBALE - (non riconoscendoli) Ch... chi siete?

                HADDY - (togliendosi gli occhiali) Siamo noi Papà.

                ANNIBALE - (contento) Haddy, Michele, Rosario!... avete già finito l’addestramento alla C.I.A!.

                HADDY - (seccata) Come no! ci hanno anche già mandato in missione!

                ANNIBALE - Ma va? E dove?

                HADDY - (guardando in cagnesco Rosario e Michele) A sgominare una banda di colombiani trafficanti di droga, che torturano la gente con la motosega.

Michele sta ancora lottando con la salma del nipote.

                ANNIBALE - Davvero!

                HADDY - Come no, abbiamo superato pericoli tremendi per arrivare qui

                ANNIBALE - Davvero?

                ROSARIO - (candido) Certo abbiamo perso tre autobus...

Haddy zittisce Rosario con uno sguardo fulminante. Michele è sempre alle prese con la salma del nipote, è riuscito a sollevarsi ma il nipote è rimasto attaccato, per cui Michele e la salma iniziano il solito balletto per la stanza.

                ANNIBALE - Come va l’addestramento?

                HADDY - (con noncuranza) Dobbiamo ancora completarlo, ma come vedi siamo già in missione.

                ANNIBALE - E dimmi, dimmi, com’è l’America?

                HADDY - (c.s.) Beh vedi ogni paese ha i propri....

In quel momento squilla il cellulare di Haddy. La ragazza lo tira fuori e legge sul display.

                HADDY - Shhhh! Il capo!... Pronto? Sì mister Brighman.... ricognizione effettuata... siamo riusciti ad entrare nel covo dei colombiani... sì... hem... sì abbiamo individuato il capo... (guarda Annibale)... se corrispondono le descrizioni? Beh... le foto che ci ha fornito la sezione scientifica sono vecchie, ma... da quello che ho potuto vedere... lo... lo stesso sguardo torvo...

Annibale guarda stupito Haddy.

                HADDY - Sì, un torturatore... un vero macellaio... non si sa quanti cadaveri ha maneggiato... no capo, non sono in grado di fare un rapporto, la... ricognizione non è finita e l’agente Panzaf... (Rosario scuote la testa) hem... L’agente “Bellyhungry” (traduzione inglese letterale di Panzafame”) sta ancora ispezionando il covo... sospettiamo che il contrabbando avvenisse facendo sparire la “roba” nascondendola nelle tasche delle salme...

Annibale fa dei gesti allarmati a Haddy, che lo rassicura con un gesto.

                HADDY - Sì... no, in questo momento l’agente Michael ha sorpreso un trafficante... ed ha ingaggiato una lotta furibonda... devo far intervenire l’agente “Bellyhungry”?

Haddy guarda Rosario che si sbraccia per dirgli di no. Da questo momento inizia una sorta di gioco del mimo tra Haddy e Rosario. La frase che dovrà mimare Rosario è: L’Operazione “acchiappasalma” ha bisogno di rinforzi            per comodità di lettura i movimenti di Rosario e il dialogo di Haddy con Brighman, saranno riportati l’uno a fianco all’altro nella scena successiva. Nota: La scena è solo indicativa, il regista e gli interpreti possono decidere al momento, sia un’altra frase alternativa da mimare, sia altri movimenti da utilizzare nella mimica.

HADDY (sempre al cellulare con Brighman)                             ROSARIO

-Hem... temo di no, capo... l’agente è impegnato... con...   mostra tre dita

-con le dita del boss...                                                                 fa cenno di no

-no, niente dita...                                                                         mostra tre dita e le avvicina alla bocca

-bacia tre dita...                                                                           fa cenno di no

-no... non le bacia... ah! Tre parole!                                        fa cenno di sì

sono tre parole... no... capo... è che... Bellyhungry è...

dall’altro lato del... tetto del covo

e non può parlare perché qui sotto

c’è il capo dei trafficanti,

sì... quello con lo sguardo cattivo

Haddy guarda Annibale che allarga le braccia sconsolato.

HADDY (c.s.)                                                                                     ROSARIO

-quindi... pa... parliamo a gesti... sì                                          fa cenno di sì

altrimenti il boss si accorge...                                                  

-Bellyhungry ha fatto cenno che è tutto Ok...                      mostra il pollice

-no, a detto...                                                                               fa cenno di no

-di andare a quel pae ...                                                             mostra l’indice rivolto verso l’alto

-no... ah! La prima parola!                                                       fa cenno di no e indica la bocca

Rosario deve mimare “Operazione

-È di dieci lettere                                                                         mostra 10 dita

-hem... l’agente ha fame                                                           fa un gesto col taglio della mano lungo il

ventre

-no... si deve tagliare la pancia                                                 fa cenno di no, poi simula un dolore al ventre

-gli hanno tagliato la pancia e soffre                                      fa cenno di no, apre la bocca e mostra un dente

-ha una capsula, gli hanno rubato una capsula d’oro!       fa cenno di no, mima l’estrazione del dente

-ah! Si è fatto levare un dente                                                  fa cenno di sì, mima l’azione del dentista

-si è fatto levare un dente... con il piede di porco                 fa cenno di no, mima le pinze del dentista

-con le pinze! Si è fatto levare un dente dal dentista!          fa cenni di sì, mima di essere lui il dentista

-Il dentista ha tolto un dente... ha fatto l’operazione.         fa cenno di sì e le fa capire che ha indovinato la

-“operazione” è la parola!                                                        prima parola. Poi mostra due dita.

-Seconda parola (Haddy si asciuga il sudore)                     fa il gesto di acchiappare

-operazione “arraffa arraffa”                                                  fa cenno di no, mima una corsa

-operazione “scappa scappa”                                                  fa cenno di “quasi”, mima di nuovo la corsa e il                                                                                             gesto di acchiappare

-operazione “acchiappa”                                                          fa cenno di sì, poi le fa capire che è la prima                                                                                                   parte della parola.

-operazione “acchiappa...                                                         mima di essere morto

-operazione “beccamorto”                                                       fa cenno di no, poi mima i movimenti di un                                                                                                       pesce

-operazione “acchiappa pesce”                                                              fa cenno di quasi, fa capire che è un pesce                                                                                                       grosso.

-operazione “acchiappa spigola”                                            fa cenno di quasi, fa capire che è un pesce                                                                                                       grosso ancora più grosso e poi mima di essere                                                                                                 morto.

-operazione “acchiappa spigola morta”                                fa cenno di no, mima ancora un pesce.

-operazione “acchiappa salmone morto”                                             fa cenno di quasi, e indica un pesce più                                                                                                            piccolo

-operazione “acchiappa salmone morto piccolo”

... poverello                                                                                 fa cenno di no, rifà il gesto del pesce grande

-ma che pesce è? Un salmone?                                                fa cenno di sì, ma mostra che è più piccolo

-Un... salmino?                                                                            fa un cenno di no, fa un gesto scocciato

-Che è... un salmo?                                                                     fa cenno che è molto vicina

-Uno canto della Bibbia?                                                          fa cenno di no, poi si muove ancheggiando

-un salmo gay?                                                                           fa cenno di quasi

-Ma che è... ah! Una salma!                                                     fa cenno di sì, poi le fa capire di mettere                                                                                                           insieme le due parole.

-Ah! “Operazione acchiappasalma”! Yes mister

Brighman proprio lei... e...

(ascolta Brighman al cellulare)

che c’entra l’operazione “acchiappasalma”?

Ma... non so

Haddy fa cenno a Rosario le fa un gesto come per dire “calma che te lo spiego”

-Hem... ora me lo segnala                                                         stringe i pugni come se facesse uno sforzo

-l’operazione acchiappasalma si sforza...                             fa cenno di no, poi enfatizza ancora di più il                                                                                                   gesto di prima

-Just a moment mister Brighman

(Haddy tappa il cellulare),

ma proprio ora ti scappa la cacca?                                        fa cenno di no, poi indica alternativamente Haddy, se stesso e Michele e mostra tre dita alla fine indica che sono pochi.                   

-Ah! “L’operazione acchiappasalma

ha bisogno di rinforzi”!                                                            Rosario allarga le braccia come per dire                                                                                                          “finalmente” e poi si accascia sfinito su di una                                                                                               sedia.

                HADDY - Soprattutto perché, mister Brighman...

Durante tutto il dialogo mimato, la lotta tra Michele e la salma del nipote prosegue acerrima. (occorre inserire qualche trovata in quanto la lunghezza della scena del balletto, condotta parallelamente a tutta la lunghezza della scena della frase mimata, potrebbe risultare monotona) i due, dopo una serie di piroette nella stanza, proprio mentre Haddy sta per terminare la telefonata con Brighman, entrano di filata nella porta del laboratorio. Si sente il rumore dei due che rotolano insieme per le scale poi, un gran fracasso, indica che i due sono arrivati di botto nel laboratorio.

                HADDY - (cambiando tono) ... l’agente Michael è... caduto nell’azione

Haddy chiude il cellulare. Tutti accorrono alla porta del laboratorio e si affacciano.

                ANNIBALE - Michele tutto bene?

                HADDY - Ti sei fatto male?

MICHELE - (da fuori scena)Hic.

SIPARIO

FINE DELLA COMMEDIA