Xanto lo straniero

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XANTO LO STRANIERO

COMMEDIA IN DUE ATTI

DI

Angelo Alfieri

PERSONAGGI

Pietro:       Capofamiglia

Rosa:         Moglie di Pietro

Mattia:       Figlio

Saona:       Imprenditore importatore

Celine:       Moglie di Saona

Silfio:        Banchiere

Ausculli:   Ministro delle finanze

Dimusil:    Ministro dell’interno

Franco:      Ministro dell’industria

Desinar:     Capo del governo

Indagatar:  Addetta alla sicurezza

Nisoli:       Vicino di casa

Xanto:       Straniero

Anno 2100. In uno stato del mondo occidentale. La tecnologia ha ormai il sopravvento, tutto è regolato in funzione della produzione di novità elettroniche da poter lanciare sul mercato in modo vertiginoso, anche il più piccolo oggetto è  altamente  tecnologico.  Il sistema produttivo è affidato quasi totalmente alle macchine. I pochi lavoratori qualificati rimasti svolgono mansioni di alto profilo e godono del beneficio di poter spendere i risparmi in inutili attrezzature mentre le classi lavoratrici di basso profilo, costituite dei discendenti di migranti, sono confinate in una specie di ghetto ai margini delle città, e vivono in condizioni precarie perché super tartassati. Le decisioni vengono prese da pochi individui posti ai vertici degli stati che hanno come scopo primario l’impoverimento totale dei loro popoli. (A proposito di Xanto. Chi è più addentro alla storia del teatro avrà capito di chi si tratta. E spero non me ne voglia qualche strenuo difensore della classicità se vede il nome di un personaggio di Aristofane tirato in ballo per opera di poco conto.  Sappia costui che si tratta solo del nome  e nient’altro).

Tutte le commedie di questo autore sono tutelate dalla S.I.A.E.

La scena si alterna tra un  interno di una villetta piccolo borghese (ammesso che ne esisteranno ancora) arredata con vari dispositivi elettronici (direi il più possibile) e uno studio che a turno è quello di due ministri e quello di un banchiere.    


ATTO PRIMO


Scena prima

Casa di Pietro

Pietro:        (È in piedi, guarda dalla finestra) Giornata di Sole splendida! Che ressa a quest’ora. Non si vede anima a piedi … guarda quei due. Un pelo alla collisione. Sai cosa manca? Il rispetto per gli altri. Che mondo! Prevaricare .. ecco! In questo i  migliori siamo  noi occidentali. Finché consideriamo il vicino di casa come un nemico non si può pretendere chissà che.

Rosa:          (Entra con un vassoio) Venite a tavola … Non ti far prendere la mano: va a finire che ti arrabbi.

Mattia:       (Sta giocando con l’ultimo marchingegno). Sonosempre appassionanti e sempre più difficili papà.  

Pietro:        Lo fanno apposta. Se non sei in grado di utilizzarlo al meglio comprati le istruzioni online a trenta auri … Rosa!  Con quale moneta lo abbiamo pagato il videogioco?

Rosa:          Cartastraccia credo: quella che è appena stata coniata. È quello del mese scorso? Allora sì!

Pietro:        Ero convinto che ci fosse ancora l’aurum il mese scorso. Porca miseria cambiano moneta ogni sei mesi?

Rosa:          Per forza non valevano più niente. Con questa almeno te la cavi con meno. L’hanno definita cartastraccia pesante. Dico: definita ma … vieni a mangiare.

Mattia:       Avete letto il comunicato ufficiale del governo? Hanno uniformato i prezzi di molti prodotti elettronici: costano tutti la stessa cifra. L’ultimo tablet della Dputmol è venduto alla pari del Santasmart. Il fatto è che hanno alzato il prezzo di entrambi. Quelli di sei mesi fa sono fuori uso. Caricano le app. in modo arbitrario rendendoli inaffidabili. (Nel frattempo fanno colazione).

Pietro:        Figurati! Rosa quant’è il finanziamento questa volta?

Rosa:          Per il video? Pari ad un terzo tuo stipendio fisso.

Pietro:        Ci rimane il tuo.

Rosa:          Quale tuo … quale tuo! Ti stai scordando dell’attrezzatura telecomandata da boscaiolo che ti ha rifilato quel rappresentante. Trecento al mese, forse è calcolato in auri quel mutuo, menomale sono 150 cartestracce attuali. Menomale: è la stessa cosa. Lasciamo stare va.

Pietro:        Se mi capiterà di abbattere l’unico albero che abbiamo userò quella macchina senza uscire di casa. Sai quant’è comodo.

Rosa:          Nel frattempo invecchia nel garage. Che bella vita eh? Piena di cose inutili e di finanziamenti a tasso discrezionale.

Mattia:       Vado a scuola … mi porti coll’elidrone?

Pietro:        Sono due passi … vai a piedi!

Rosa:          Accontentalo … ci vanno tutti col drone  … sei rimasto arretrato. Pensi di vivere nel novecento? (Si rivolge al figlio). Mi hanno detto che per piccoli spostamenti usavano la bicicletta. Ti rendi conto di com’erano arretrati. Senza parlare della vita quotidiana. Bastava un problema per mandarli in confusione. Mondo assurdo. Adesso basta parlare con uno schermo per risolvere un problema. A proposito di schermo. Vedi di srotolarlo bene quando lo usi perché fa le grinze. E anche tu, quando ti togli la giacca sistemarla bene altrimenti il grafene interno non  ti carica il cellulare a dovere. Lo stropicci troppo. 

Pietro:        Se andiamo di questo passo ci troveremo morti di fame senza saperlo.

Rosa:          Finché si lavora, si paga, e noi lavoriamo due giorni alla settimana. I nostri vicini  ne lavorano uno e non si possono più permettere il drone a tre posti. 

Pietro:        Si, ma hanno la domestica elettronica robotizzata di ultima generazione.

Rosa:          Gli spacca una montagna di piatti, ecco perché quando fai l’acquisto te li danno in omaggio.

Pietro:        Avranno una convenzione coi fabbricanti. Prima di iniziare la giornata vado in banca per quell’investimento che mi ha promesso il consulente finanziario. Ha detto di andare di persona. È la prima volta. Non so nemmeno che faccia abbia!

Rosa:          Allora c’è un problema. Sono gli ultimi risparmi, vedi di non farteli massacrare.

Pietro:        I permessi per uscire li abbiamo? Sì! Forza Mattia … prendi lo zaino.

Mattia:       Ma papà quale zaino, ho tutto qui. Ha ragione mamma: sei arretrato. Questo extra tablet basta e avanza. Con quello che è costato. Il preside ha detto che i nuovi iscritti provvisti del dispositivo qui non avranno l’obbligo di presenza in aula: figurati.

Pietro:        Ci credo. Entro l’anno scatta il divieto totale di uscire di casa senza mezzi di trasporto autorizzati. Quindi vai a piedi finché lo puoi fare. Qualcuno dei politici che ci governa si porrà qualche domanda o lascia defluire tutto verso la rovina?

Mattia:       Ma papà … i politici se ne infischiano di noi … si fanno eleggere per interessi personali … anzi che dico: non li elegge più nessuno! Si auto eleggono già da parecchio tempo. Chiediti come mai i ministri, i capi di stato sono tutti industriali o banchieri o ex magistrati e quant’altro?! Un lavoratore semplice a quel livello non lo trovi!

Pietro:        Il ragazzo pensa bene ma ignora le conseguenze che potrebbe avere se divulgasse il suo pensiero al di fuori delle mura domestiche.

Rosa:          Vedi Mattia noi dobbiamo consumare e fingere che questo sia il miglior mondo possibile. Se pensi male ti azzerano la mente perché è andata fuori controllo e non passeresti sotto il misuratore di conformità che c’è sulla porta.

Mattia:       Lo so mamma. Vado a piedi allora? E va bene, passerò per un pezzente.


Scena seconda

Lo studio del ministro dell’industria

Franco:       Ben arrivati … prego signora … tutto bene? (Fintamente servile, come se fosse un teatrino).

Saona:        Tutto tutto non direi … quella leggina non è ancora stata approvata. Che sarà mai per un governo in carica da due mesi … nella confusione delle nomine dei vari sottosegretari e dell’assegnazione dei seggi chi si accorgerebbe se la infila dentro come già votata.

Franco:       Stiamo cercando di sistemare quelle inutili della passata legislatura. Alcune le cestiniamo altre le gettiamo nel conglomeratore. Va bene, so come si fa … secondo lei perchè mandiamo all’aria un esecutivo dopo l’altro … per soddisfare le “vostre esigenze” (allusivo) che così tanto benessere portano alla nazione.

Celine:        Le cose le sa … che bravo ministro … complimenti. A che partito ha detto di appartenere questa volta?

Franco:       Adesso come adesso è difficile dirlo. Sono indeciso se accettare la proposta di quello di destra o quello di sinistra o quello di super centro con tendenze bilaterali. A tutti e a nessuno via. Si fa quel che si può. In sostanza mi viene chiesto di promuovere una legge, già pronta, che annullerebbe quella del precedente governo, da lei presieduto,  che riguardava lo smaltimento delle scorie che producete nei vostri impianti o che raccogliete da impianti altrui … e così per curiosità: perché l’avete approvata?

Celine:        Per dimostrare che non abbiamo conflitti d’interesse quando siamo al governo. Fingere è la prima caratteristica di un buon politico.

Franco:       Mentre ora essendoci un altro presidente … E un’altra curiosità: dove avete intenzione di gettarle?

Saona:        Le veniamo noi a chiedere del come e del perché  molti soldini finiscono nelle sue tasche? No!

Franco:       Era una curiosità!

Celine:        E tale deve rimanere. Veniamo al dunque ministro. A noi il costo di quell’impianto sta diventando insopportabile sia per la mano d’opera sia per lo smaltimento. Con questa legge che abbiamo caldeggiato si farebbe chiarezza circa la movimentazione delle scorie dichiarandole semplicemente inesistenti. Le polverizziamo all’interno dello stabilimento. Un solo dipendente alla manovra. E poi, veda, non farebbe comodo solo a noi ma anche a tutta la comunità degli industriali.

Franco:       Capisco. Le compattate in mattoncini per l’edilizia.

Celine:        Forse. Senza volerlo ci ha dato un’idea. Lo vedi? A volte anche un  ministro pensa.

Franco:       Signori sono stato messo qui per aiutarvi.

Saona:        Non si faccia troppi scrupoli riguardo gli immigrati: quelli in esubero li rimandiamo indietro.

Franco:       È per questo motivo che abbiamo provveduto ad assegnare il  foglio di via unitamente al permesso di soggiorno a tutti i discendenti degli stranieri già presenti sul territorio. Una volta licenziati vengono considerati clandestini e caricati sulle navi. In modo ordinato.

Celine:        Era ora che si prendessero dei provvedimenti seri. Quel tiramolla dei decenni passati non ha fatto altro che devastare il paese.

Franco:       Nei decenni passati bisognava ricorrere ad una certa quantità di manodopera ma oggi con l’avvento dell’elettronicizzazione totale mi dicono che non serve più e man mano che passa in esubero la si espelle.

Saona:        Cercate di fare le leggi dopo aver consultato gli interessati. Evitereste inutili finti dibatti in parlamento: avete altro da fare … lo dico per voi.

Franco:       Lo sa quanti posti di lavoro si sono persi l’anno scorso?

Celine:        Pensa che ce ne importi qualcosa? Non sia ridicolo: la sua parte di ricavo l’ha avuta. Il grande capo è già stato informato circa il suo recente operato.

Franco:       E cosa ha detto?

Saona:        Che se si comporta bene verrà riconfermato alle prossime elezioni.

Franco:       Pur di accontentarlo mi faccio in quattro.

Celine:        Caro ministro mi sa che non basta più farsi in  quattro. Aspetto buone nuove.

Franco:       (Una volta usciti). Che alternative ho: nessuna. La stampa mi chiederà se sono stato onesto nell’operare … “Certo”  risponderò … “Sto reggendo il ministero da due mesi, come potete pensare che possa essere corrotto”? Mi vogliono contestare la mia precedente gestione? Bene! Dirò che ho avuto in eredità uno sfacelo e non ho potuto fare altro che … niente! Cosa avrei mai dovuto fare? Faccio il ministro. Dio come mi piacciono questi finti battibecchi. Sono il sale della democrazia. (Esce)

Scena terza

A casa di Pietro

Pietro:        (Di ritorno dalla banca). Vieni dentro Nisoli.  Per fortuna è andato a piedi … c’è stato un incidente tremendo fra due droni non lontano dalla scuola: volano troppo basso.

Nisoli:        Non rispettano le quote di altitudine assegnate. Era meglio quando si viaggiava tutti quanti in auto. Ora che sono tutte elettriche sono diminuite del sessanta percento.

Piero:                   Per fare trecento metri escono col drone. Eh? Dimmi tu! Aveva ragione mio nonno quando diceva: “Chissà dove andremo a finire”. Qui siamo finiti. Da quando si viaggia in elidrone sono spariti quasi tutti gli uccelli.

Nisoli:        Un danno in meno. Finivano nei rotori. Ne ho dovuto cambiare due.

Rosa:          L’avevano detto che sarebbero scomparsi. E che tanto per quel che servivano non ne avremmo sentito la mancanza. Abbiamo tanti filmati apposta. Te lo ricordi lo slogan: “Cieli liberi e monumenti puliti”. Tanto abbiamo i superinsetticidi per gli sciami che si addensano qua e là. … Quell’investimento l’hai poi acceso?

Pietro:        No! Partono da centomila cartestracce in su.

Rosa:          Sono centomila!

Pietro:        Si stanno svalutando nei confronti delle altre divise nelle quali vengono convertite e per salvaguardarle ho preferito rinunciare. Sapessi che predica mi ha fatto. Si fidi, vedrà … Vogliono proprio vedere la mutanda dell’investitore. Per la miseria, mi sembrava uno di quei parroci di campagna che cerca la questua. Te li ricordi i racconti del nonno? Non mi ha dato l’assoluzione.

Nisoli:        Nemmeno a me. Investi qui investi là trullallero trullallà… e ti fottono il risparmio. Teniamoci i soldi in casa.

Rosa:          (Ride). Che rendimento avrebbero avuto?

Pietro:        Meno uno per cento.

Nisoli:        Un paio d’anni e ti ritrovi straricco … di debiti.

Rosa:          (Ridono). È svantaggioso. Lasciamoli sul conto corrente. Perdiamo solo lo zero sessanta percento. (Sta leggendo un giornale elettronico che gli occhiali le permettono di  consultare). Guarda: tremila posti persi anche oggi nel nostro continente.

Pietro:        Prima di sera vedrai a quanto arrivano. Nisoli quanti giorni lavori a settimana?

Nisoli:        Tre! In compenso ho molto tempo libero. No so che farmene ma è libero. Mi sono inventato perfino un videogioco nuovo.

Rosa:          Noi due giorni.

Nisoli:        Vado … fatevi vedere ogni tanto. Scappo perché deve venire uno che vuole parlarmi, non vorrei che non mi trovasse. Nel fine settimana?

Pietro:        Andiamo dai Suoi. Ciao! (Esce Nisoli).  Mettiamoci sotto col lavoro cara moglie. La consegna del software si approssima e col guadagno ci possiamo comperare quel set di giochi virtuali da prato che useremo una sola volta, se riusciremo a capire le istruzioni. …  Senti, a proposito di moglie. Guarda che a fine anno scade il contratto matrimoniale. Che intenzioni hai, di rinnovarlo o lo lasci scadere?

Rosa:          Scherzi? Se lo lasciamo scadere ci costerà una fortuna rinnovarlo: restiamo assieme ancora per qualche anno, perlomeno finché Mattia compie i diciotto  dopodiché si vedrà.

Pietro:        Sei una donna avveduta. Io sono per stare assieme. Sai che sono un po’ all’antica. Per certi versi anche troppo. Non riesco ancora a sganciarmi completamente dall’indottrinamento che ho avuto dal nonno. A che punto sei col programma?

Rosa:          Per fortuna ho un po’ di tempo. All’inizio, quando ho ottenuto il posto,  eravamo in cento a svilupparlo, ora siamo in dieci, e si vede da come procede. La mia parte è in dirittura d’arrivo, ma se non ho i dati mancanti non so nemmeno se funzionerà. Quando arriva il segnale di invio vuol dire che anche gli altri hanno completato. … sono furbi: lo fanno sviluppare a pacchetti e la ricomposizione la fanno loro chissà dove.

Pietro:        Il software è un segreto. In questo modo guadagneranno il novanta percento in più, visti i licenziamenti. E noi non glielo compriamo.

Rosa:          Mi piacerebbe sapere come fai … verrà inserito in tutti gli elettrodomestici che stanno per entrare in produzione. Tutto questo lavoro per sei mesi di applicazione. E sai cosa cambia, almeno per quel che mi riguarda? Niente: cambia il colore dello sfondo del display e la numerazione delle modalità d’uso. Tra sei mesi invertiranno le didascalie delle istruzioni e ti toccherà ricomprare tutto daccapo perché si bloccheranno. Sono programmati a scadenza. Non si guastano mai: si azzerano. Te lo giuro: piuttosto macino il caffè a mano. … Ah … il tuo programma preferito è stato soppresso. L’ho letto prima. I programmi per intellettuali non li vede più nessuno: c’era poca pubblicità. Fai il calcolo … adesso su un’ora di programmazione televisiva passano … cinquanta minuti di pubblicità … eh sì … cinquanta. (Mentre parlano lavorano al computer). Mentre su internet è continua. Pensa che ci sono tre siti totalmente dedicati alla pubblicità. E sono in aumento.

Pietro:        La pubblicità è bella da vedere almeno. Rosa,  non paghiamo il canone.

Rosa:          Quale dei tanti: ogni partito ha messo il suo per avere più democrazia … non puoi votare se non hai il canone. Sei obbligato a farlo ma siccome dicono che non sapendo per chi voti, li devi pagare tutti.

Pietro:        Facciamo una dichiarazione di voto pubblica per poter usufruire dei benefici.

Rosa:         Sei matto … ti vuoi inimicare tutto il vicinato? Lascia perdere, viviamo sotto coperta finché abbiamo questo straccio di lavoro. Nisoli potrebbe essere un inviato di qualche partito?

Pietro:        Nisoli? Mah! Dici?  … Che fine secolo ragazzi … che fine secolo! Mattia che materie ha oggi?

Rosa:          Mattia oggi ha educazione politica di base … “Il partito come fondamento della civiltà del domani e … sicurezza dello stato”. E settimana prossima, stesso giorno … “La religione vista dalla parte dei ministri del culto panteista”. (Consulta un calendario). Non poteva mantenere la sua di religione … con quella cosa ci ricaverà?

Pietro:        Niente. cosa ci deve ricavare. O diventa un prete, e lì ok, oppure rimane nel gruppo di ascolto tanto per buttar via del tempo. Le religioni le vogliono mantenere a tutti i costi perché portano ricchezza.

Rosa:          A chi? A quelli che le vogliono mantenere … adesso ci siamo. Che si debba andare alle funzioni in abito apposito per distinguersi dai credenti di altre religioni mi pare eccessivo. E costa! Sembriamo delle pecorelle telecomandate. Però l’anima è salva.

Mattia:       (Entra). Che palle mamma … si è scassato il computer a scuola, il wifi non era in  grado di comunicare, siamo usciti prima … abbiamo dovuto scrivere a mano tutti i dati per trasferirli nello smart a casa. Se non riescono a ripararlo sono guai. Si parlava di trecento cartestracce a famiglia per rinnovare tutto. …. Non riesco a scrivere con la penna. Insegnatemi almeno.

Pietro:        Alle scuole di base non te l’hanno insegnato?

Rosa:          Non le usa più nessuno. Perchè vuoi scrivere con la penna, che motivo c’è? Detta al computer così ti corregge gli errori.

Mattia:       Non ho pensato: lo farò! Papà posso prendere lo scooter di mamma? Lo carico mentre vado.

Pietro:        Stai attento a non finire fuori strada per seguire la pista magnetica. E vai adagio altrimenti non si carica bene.

Mattia:       Vado una scappata da Meggie e torno per cena.

Rosa:          Chiamala scappata! Studiare mai … guarda che noi non siamo intrallazzati con nessuno. Se troverai da lavorare un domani sarà perché sono morti in tanti a causa di qualche epidemia e per gli incidenti aerei.

Mattia:       Non essere drastica mamma … un lavoro su Marte lo troverò. Sono partiti oggi con una piattaforma da montare sulla Luna per l’estrazione di iridio e il mese prossimo lanciano una nave su Marte con un modulo di sopravvivenza sotterranea per cento persone. Siamo o no all’inizio del ventiduesimo secolo?

Pietro:        Lo sappiamo che corre l’anno 2100 … ma vai adagio lo stesso. E non scordare il lasciapassare.

Scena quarta

Lo studio di un banchiere

Un mese dopo

Silfio:                   (È solo sta sfogliando dei documenti). Non è andata poi così male la gestione … con le sole perdite dei correntisti siamo alla pari: gestione ordinaria della banca … mentre il guadagno netto delle transazioni, dei finanziamenti discrezionali, esentasse, è pari al sessanta per cento che investirò in fondi miei diciamo così, neri, come si diceva erroneamente una volta. … Per la miseria: dimenticavo il ministro dell’economia (telefona). “Carissimo … eh … ci si barcamena … incontriamoci da te per quel progetto di “investimento estero” … mi devi fare una leggina ad hoc per sbloccare i fondi … guadagneremo tanto da distribuire almeno l’un percento ai correntisti … Lordo … le tasse le pagano loro …  mi stanno col fiato sul collo … per il primo anno s’intende, poi oh … non sono un mago … cercate di rimanere in carica un altro mese … se mi fai passare la legge poi fate quello che volete … falli passare come investimento estero dell’ente energia elettrica  … dichiarate di voler costruire un nuovo impianto … li depistiamo a mio favore … un modo si trova …  ti spiego quando ci vediamo … sei o non sei un grande banchiere? Adesso perché fai il ministro cambi parte? … D’accordo ciao”.  E anche questa la portiamo a casa. Non ho capito: ci devo rimettere io e i miei amici azionisti così seri e coscienziosi … ma scherziamo. Ci sono i fondi pubblici inutilizzati, frutto delle tasse degli straccioni medievali delle periferie. Ho distribuito miliardi praticamente gratis. Tutti vogliono acquistare beni e poi non restituiscono … tutti … i “soliti” non restituiscono. Me li faccio restituire dallo stato. Soccorso statale per il mantenimento dei posti di lavoro.

Scena quinta

A casa di Pietro

Rosa:          È arrivata posta ... guarda un po’ lo smart.

Pietro:        È l’istituto locale della sanità … ah! Dice che ti hanno rilevato un  calcolo alla cistifellea … rilevato dall’impianto radiologico del super centro acquisti  di via Scocessi. Quello che c’è all’ingresso. Presentarsi per una visita approfondita presso il vostro medico di fiducia muniti dell’apposito documento assicurativo.  Servizio impeccabile eh?

Rosa:          Come esci di casa ti mettono in mutande. Quanto costa operarsi di calcoli?

Pietro:        Si fa un piccolo mutuo … se  è il caso.

Rosa:          Anche se non fosse necessario mi spingerebbe ad operarmi … il nostro medico è anche azionista dell’ospedale locale figurati! Come fai a dirgli che non è da fare l’intervento. Lui declina le responsabilità: “E cara signora se si aggrava poi l’intervento costerebbe molto di più e andrebbe fuori copertura assicurativa”. E ti frega! Tu non sai che pesci prendere e sottostai. Vai da un altro: “E cara signora se l’ha detto il suo medico di fiducia avrà le sue ragioni, potrebbe morire, nel frattempo prenda queste medicine, che male non le fanno, però guardi che sono d’importazione”. Mille cartestracce. Extra. In più, per sicurezza, faccia questa serie di esami diagnostici presso il mio ospedale: “le faccio avere uno sconto”. Saranno necessari? Boh!

Pietro:        Se cambiassimo paese?

Rosa:          Pianeta vorrai dire. Non si può dire che siamo spiati. Siamo radiografati dappertutto, ma non per il nostro bene, per il loro. La scusa è che potremmo nascondere delle armi sotto i vestiti.

Pietro:        Chi avrebbe mai pensato che saremmo finiti così male. Abbiamo tutto e non siamo proprietari di niente. Finché non si salda il prestito in corso è tutto delle banche, anche il già pagato. Mattia è nostro figlio o l’abbiamo in prestito?  

Rosa:          È nostro ma fanno di tutto per indirizzarlo verso qualche ente di formazione culturale che tende a spersonalizzarlo. Al figlio di Nisoli hanno inculcato l’idea che si vive solo per spendere il più possibile per garantire il posto di lavoro alla gente.

Pietro:        Quale gente? I robot! Non lavora quasi più nessuno. Siamo rimasti noi programmatori e ideatori di aggeggi inutili e qualche tecnico riparatore per chi crede che convenga aggiustare gli elettrodomestici o le varie attrezzature. Meglio buttare via subito il mal funzionante. Le aziende sono gestite da computer. Gli unici che sgobbano sono gli addetti all’edilizia e i trasportatori e qualche sparuto contadino: Per ora! La vuoi sapere l’ultima? Leggo adesso un banner. Le automobili, quando sei in viaggio, ti suggeriscono dove è conveniente fermarsi per il pranzo. Avranno aggiornato il software. Che bello! Si vede che il posto che ti suggeriscono appartiene allo stesso fabbricante del mezzo o al socio convenzionato.

Rosa:          Ah sì?  Idee innovative. Però sei libero di scegliere quello che ti propongono. Accontentati! … Per la miseria prendi ’sto dato e dammi l’ok. … Tu dici i trasportatori? Guarda che in altri stati i camion viaggiano da soli, come le auto e i treni. Essere un po’ arretrati a volte è meglio ma vedrai: arriveranno presto anche da noi.

Pietro:        La Marmascins ha lanciato sul mercato un drone per piccoli trasporti da affiancare ai tir mentre viaggiano. Prelevano al volo e consegnano la merce nei luoghi che si trovano intorno alla posizione del mezzo. Poi invia un segnale che è tutto a posto e il camion riparte fino alla prossima fermata. D’altra parte i postini sono scomparsi da tempo. Per le piccole consegne arriva il robottino … Posti di lavoro.

Rosa:          Basta Pietro … parliamo d’altro! (Si alza dalla postazione).  Di vacanze. Non hai voglia che so, di andare in montagna o al mare come facevano una volta? Ci andavano di persona. Pensa che mio padre, una volta,  da giovane, è andato fino in Egitto.

Pietro:        Lo so … era diverso … adesso abbiamo lo schermo in quattro “D”, è come stare in mezzo alle montagne, anzi, vedi particolari che dal vivo non vedresti mai. Non so se veri o finti ma li vedi. E ti fa venire freddo. Costa molto di più che andarci fisicamente ma per la sicurezza … (Si alza). Mi fanno male le gambe.

Rosa:          Mi sa tanto che con questa storia della sicurezza fanno soldi a palate vendendoti l’impianto qui … come accendi la tv la prima notizia che appare è: “Attenzione omicidio in corso tra l’incrocio tra via tal dei tali e via quell’altra: Assassini in fuga verso nord”. Prendeteli invece di dirlo.

Pietro:        Potrebbe anche non essere vero ma noi, ad ogni buon conto, stiamo rintanati in casa. La possibilità di venire uccisi dicono sia salita del venti percento nell’ultimo anno.

Rosa:          Chissà perché quando ci sono le votazioni o le varie manifestazioni le strade sono piene di gente  e non accade mai niente. Chissà perché!

Pietro:        Chiedi al tuo amico notizialista. Pensa che nome si sono inventati per questi scarabocchiatori di schermi. (Va davanti alla finestra).  Da giornalisti a cosa? Sbeffeggiatori della realtà. Da quando non stampano più la carta è diventato tutto piatto, tutto monotono. Tre righe per notizia per non sottrarre spazio alla pubblicità. L’unico programma intelligente che era rimasto l’hanno chiuso. … Rosa va in cucina e porta dell’acqua. Allora vuoi andare in vacanza di persona, proprio nei posti?

Rosa:          Sarebbe bello!

Pietro:        È desolante Rosa: saremo pressoché soli. Rischiamo di prenderci qualche malanno. E qualche fucilata. E poi Rosa abbiamo il mondo a disposizione sullo schermo avvolgente iper panoramico progettato con l’ausilio degli ambientalisti. Puoi vedere gli elefanti, i leoni, gli uccelli … ormai sono estinti in natura.

Rosa:          (Rientra). Sai che mi viene il sospetto che li abbiano sterminati apposta per venderti l’attrezzo là?

Pietro:        Stiamo tappati in casa dammi retta. Meno rischi. … Chiama un po’ Mattia. (Nel frattempo lavorano, a volte si fermano per staccare un attimo).

Rosa:          (Accende un piccolo schermo sulla scrivania). Mattia dove sei?

Mattia:       Sto partendo mamma. (La voce sembra dal vivo). Abbiamo già studiato.

Rosa:          Stai attento agli scippatori.

Mattia:       C’è poca gente per strada, sono tutti alla festa d’inaugurazione del nuovo partito … ci devo andare?

Pietro:        Passa … fatti fotografare almeno … e digli che è possibile che lo voteremo. Tanto.

Mattia:       Che palle però … mandate sempre me. Se non vi vedono vi schedano.

Pietro:        E chi se ne frega. Ci obbligano a votare e poi durante la notte sostituiscono le urne con altre piene di schede che hanno già votato loro. Questa volta il cinquantatre percento a me e alle prossime il cinquantatre percento a te. Fingono di litigare e avanti così. Ad ogni tornata elettorale infilano dentro una decina di partitini fantasma che si alleano subito dopo lo scrutinio e hop.

Rosa:          Sono dicerie …

Pietro:        L’altra settimana al bar un tipo mi messo in tasca un bigliettino con scritto proprio quello. Lo devo avere nell’altra giacca.

Rosa:          Sei andato in un bar? Sconsiderato! Stai attento alle videocamere nascoste nel pavimento. Ti vogliono coinvolgere in azioni antipolitiche. … e non sai chi è?

Pietro:        No! Non l’ho nemmeno visto in faccia. Lo sai che non si può stare più di tre minuti. E questo chi è? Cosa vuole? Non possiamo uscire durante l’orario di lavoro … gesticola, sarà sordo: apri. Non faccia scherzi per favore, ci consegni la merce e ….

Xanto:        Non ho merce … sono venuto ad abitare qui vicino e vorrei conoscervi.

Rosa:          Non è necessario … non siamo abituati a situazioni imbarazzanti … se non altro non è armato … abbiamo un metal detector sulla porta … porta, non è una porta come quelle di una volta, è un organismo pensante. (La porta è trasparente).

Xanto:        Ho visto … ne ho percepito il ronzio.

Pietro:        Emette un ronzio? Davvero? (Si avvicina alla porta).

Xanto:        Ed è anche pericoloso per la salute: guardi (estrae un aggeggio). Lo vede il campo magnetico è fuori scala. È come se faceste i raggi ogni volta che ci passate sotto. Serve per controllare il cervello.

Rosa:          Ah sì, lo sappiamo … è una formalità dicono.

Xanto:        Morirete prima del tempo, ve l’hanno detto?

Pietro:        Questo no! Ci dicono continuamente che vivremo più a lungo?

Xanto:        E voi ci credete? Siete immersi in un campo elettromagnetico devastante.  Se volete posso rilevare tutti gli inconvenienti tossici che avete installato.

Rosa:          Come tossici?

Xanto:        La pista magnetica per caricare le batterie delle macchine che passa qui fuori vi sta danneggiando non poco. Il frigorifero parlante non fa altro che farvi comprare cibi inutilmente. Lo sapete che sull’etichetta delle confezioni c’è un dispositivo segreto che indica la scadenza e quando giunge il momento rilascia nella confezione una piccola quantità di liquido che fa degenerare il prodotto in poche ore?

Pietro:        Ecco perché degradano in fretta. Ma lei come fa a sapere tutte queste cose?

Xanto:        Le so perché ho gli strumenti in grado di rilevare le anomalie.

Rosa:          A noi non li danno! Perché?

Xanto:        Signora, non toccherebbe a me dirlo ma o siete degli ingenui o vi fanno credere tutto quello che vogliono.

Pietro:        E come mai lei è così … così diversamente informato?

Xanto:        Ve lo posso anche dire ma non mi credereste mai. Anche i vostri vicini hanno detto la stessa cosa. I Nisoli.

Rosa:          Ho capito … Fate tutti così: dai forza … cos’ha da vendere? 

Xanto:        Niente … Sono il nuovo vicino di casa. Mi fa piacere avervi conosciuto. Scusate per il disturbo. Pensavo di incontrare meno diffidenza.

Pietro:        Ci scusi lei … deve sapere che siamo circondati da ogni sorta di  trafficanti. Lo scopo di questi governi è quello di dissanguare il cittadino. E badi bene! È vietato pagare in contanti cifre al di sopra delle cento cartestracce … è obbligatorio accendere un finanziamento. Sicurezza contro il crimine finanziario.

Xanto:        Vi rubano un sacco di soldi lo sapete no?

Rosa:          Lo sappiamo sì, e se non paghi c’è la gogna mediatica … per noi cittadini comuni, per gli altri no! Pubblicano i nomi degli insolventi prima dell’inizio dei programmi televisivi e su internet. E i suicidi aumentano. 

Xanto:        Mi faccia un esempio? 

Pietro:        Sta scherzando? Glielo scrivo su un pezzo di carta.

Xanto:        Ah … i soliti: questi soliti! … In questo modo i soldi spariscono chissà dove. Con tutta l’elettronica che avete ricorrete al pezzo di carta per non incappare in sanzioni o punizioni varie?

Rosa:          Il software scatta se sente certe parole e invia un segnale alla polizia. Per le prime sei volte non succede niente ma dopo viene considerato sospetto e viene messo sotto controllo: Il software … che poi saremmo noi …

Xanto:        Proprio come successe da noi tanto tempo fa.

Pietro:        Da voi è già successo? Da dove viene?

Xanto:        Da lontano diciamo.

Rosa:          Dall’Australia? (Xanto ride).

Xanto:        Se vi fa piacere ci possiamo incontrare ancora. Noi amiamo parlare con i locali.

Rosa:          Certo … comunico al commissariato che abbiamo un nuovo amico e siamo a posto. Dicono che è per tenere sotto controllo il flusso degli stranieri. Ma non è vero, gli stranieri non arrivano più da due decenni. Mi creda, uno straniero vero, venuto dall’estero, oggi non c’è più. Abbiamo solo i discendenti. Nessuno lascia il proprio continente. Troppa insicurezza. Ci sono attentati ogni giorno. Omicidi a catena. L’inferno.

Pietro:        Qui si vive in pace.

Xanto:        Eh, lo vedo! Ve lo assicuro: io sono straniero. Arrivederci! (Esce).

Scena sesta

Studio del  ministro delle finanze.

Silfio:                   Allora … di’ la verità … ti sei fatto un altro bel villone super robotizzato con rampa di lancio per viaggi sulla piattaforma orbitante e tre piscine. Non dire che siamo ingrati perche saresti ingiusto … ho dovuto licenziare centoventi impiegati per quello scherzetto … centoventi e mi piange il cuore.

Ausculli:     (Fintamente servile, il solito teatrino). Erano pronipoti di immigrati … ora si troveranno bene a casa loro. Ci sono delle richieste di manodopera in Africa dopo la liberalizzazione dei territori equatoriali: le vecchie foreste … Ma sì, le nuove piantagioni di quel grano transgenico ultra molecolare resistente alle radiazioni che stanno sperimentando … quello destinato alle piantagioni su Marte. 

Silfio:                 Meglio! Non si sa mai come va a finire: una via di fuga.  … Quella legge è stata perfetta. Tre miliardi di sofferenza annullati in un attimo. Posso ricominciare da capo.

Ausculli:     Cerca di non dilapidare tutto in pochi anni perché siamo al collasso. Qui non lavora più nessuno e tutti vogliono stare bene e spendere. Fatti restituire i soldi che presti.

Silfio:                 A chi li chiedo? I poveracci restituiscono, sono i soliti che chiedono e poi (allusivo). … Non bastano più gli introiti delle tasse? Aumenta le aliquote, alza le multe per i droni … spremi a fondo. Aumenta la tassa sui marciapiedi. Triplica le multe sulle deiezioni canine. Quando sarò io al tuo posto lo farò.

Ausculli:     Ma quali deiezioni, i cani sono praticamente scomparsi proprio per evitare le multe e le denunce. … Non ci sono più soldi … invece di licenziare assumi, pagali senza fare niente, mettili a guardia dei robot … prendi esempio dal passato … vuoi consultare i documenti? Ecco! (Gli dà un dossier). Troverai il necessario … tanti anni fa era lo stato che assumeva dipendenti inutili … per i voti … il mantenimento dello status quo … adesso li dobbiamo riassumere noi.

Silfio:                   Noi … tu sei pazzo da legare. Stampa un po’ di miliardi e distribuisci alle banche … prestiti a tutti … e quando sono finiti ristampa. Noi guadagniamo sui prestiti. La cartaccia la lasciamo a loro.

Ausculli:     Ne più ne meno quello che abbiamo fatto finora. È tutto?

Silfio:                   Per ora …  adesso ti puoi dimettere, fai cadere il  governo: crea disordine … ho da far passare una cosa segreta che non deve essere intercettata. Il ministro della giustizia si interessa del dicastero o fa il suo dovere?

Ausculli:     Non lo posso sapere? Penso che faccia il suo dovere come tutti noi.

Silfio:                   Accertati: potrebbe fare la fine di Naspendul.

Ausculli:     Vai al diavolo. Mi dimetto subito e non mi vedrete più. Con i soldi che ho risparmiato mi ritiro in campagna.

Silfio:                   Così mi piaci, uno di meno da sfamare. Libertà si chiama! Questa è la libertà. Comunque non li hai risparmiati …  te li abbiamo “risparmiati noi”.

Scena settima

A casa di Pietro

Pietro:        Che brava persona … non ci ha nemmeno detto come si chiama … quando torna? … Diamoci dentro Rosa, è già giovedì e ci aspetta un bel fine settimana a casa dei tuoi genitori … non vedo l’ora di spupazzarmi il cane. Il permesso l’hai chiesto per attraversare la regione?

Rosa:          Sì! (Si ferma un attimo pensa).Chissà com’erano quelli veri? Se ne vedono pochi. Ormai sono dieci anni che non ne nascono più … non c’è più un cane vero nemmeno allo zoo. Zoo … mostra di oggetti di plastica animata.

Pietro:        Il problema era nel comportamento di alcune razze. Dicono che erano i microchip sottocutanei che andavano in tilt e facevano impazzire gli animali. Interferenze elettromagnetiche!

Rosa:          Per me il motivo va cercato altrove. Parliamo con questo qui che è venuto: mi sembra uno che la sa lunga.

Pietro:        Lo sai che non ha torto riguardo il frigo? Spegniamolo? Provo?

Rosa:          Ti marcirebbe tutto subito.

Pietro:        No! Non è necessario spegnerlo. Ho un’idea! Tolgo le buste … se è vero che sono loro a far deteriorare i cibi … una volta tolte non succede nulla. (Vanno in cucina).

Rosa:          Stiamo a vedere. C’è Nisoli. Mattia?

Mattia:       (Entrano). La volete sapere l’ultima? Con la prossima generazione saranno vietati i nomi stranieri come il mio ad esempio.

Pietro:        Hai un nome straniero? Mattia è diventato straniero?

Mattia:       È ebraico! Vogliono solo nomi esclusivamente occidentali come … Vitellio … Cesare … Tullio … Marco. Se vuoi un nome di altre nazioni devi pagare una tassa. E i cognomi devono terminare tutti con una vocale. Noi siamo fortunati perché non ne abbiamo bisogno ma i vicini dovranno spendere mille cartestracce per la conversione.

Rosa:          Rimbambito fa parte del patrimonio occidentale?

Nisoli:        I Cassteller? Cos’è, la nuova direttiva del neo partito che vincerà le elezioni? Altra tassa Pietro. Guarda che sono davvero originali. Sono degli inventori più che altro. Noi siamo nati con la camicia. Pensa! Abbiamo il nome conforme.

Pietro:        Stai tranquillo che qualcosa si inventano pure per noi.

Nisoli:        Il quaranta percento del guadagno va in tasse. Il resto in finanziamenti.

Rosa:          Pensavamo che tu stessi dalla parte di quelli che le tasse le impongono.

Nisoli:        Io dalla parte di? … da quella parte ci sono solo loro. (Gli sussurra qualcosa).

Pietro:        Esatto! Mattia, hai visto volti nuovi sul palco quando sei passato ?

Mattia:       A me sembrano gli stessi dell’ultima volta … avevano divise diverse ma le facce sono sempre le stesse. Che abbiano in mente di fare la rivoluzione?

Nisoli:        Sono sempre loro … che rivoluzione vuoi che facciano. Si rivoluzionano ogni volta che indicono elezioni … a parole ma a fatti siamo fermi a decenni fa. (Il frigorifero chiama. Voce del frigo). – “Attenzione è preferibile consumare la verdura ancora fresca rimasta sul fondo … non rivelata scadenza … consultare il tecnico o aggiornare il software” – Funziona per la miseria. – “Attenzione … scadenza prevista non definibile” .

Pietro:        Li abbiamo fregati … bisogna avvisare quel tipo. Rosa siamo dei cretini uniformati?

Mattia:       Beh? Attento con le parole: cretino è inserita?   

Rosa:          Cretino no perché fa parte del lessico familiare … l’elenco è sulla scrivania di papà. 

Pietro:        Mi viene voglia di andare a cercarlo se non fossi al lavoro.

Mattia:       Quel piccolo barlume di lucidità che vi è rimasto lo avete gettato nella tazza conglomeratrice?

Rosa:          Non lo dire a nessuno … è passato un tale e ci ha raccontato varie cose. Prima chiama il presidio di ordine pubblico e avvisa che avremo un amico straniero per casa del quale non conosciamo il nome. Niente, non lo fare! Sei matto! Prima ci dice come si chiama e dopo lo si invita.

Nisoli:        È venuto anche da te? Tipo in gamba.

Pietro:        Pensa: abbiamo bisogno di uno che ci dica cosa dobbiamo fare. In che società viviamo? Democratica?

Mattia:       Nel novecento ci furono casi di questa democrazia pressappoco come la nostra. L’unica differenza è che allora ci furono milioni di morti mentre oggi no. Tra l’altro non si combattono guerre da almeno centocinquant’anni.

Pietro:        Da noi ma altrove.

Nisoli:        Le guerre sono come i cantieri, ogni tanto ne aprono uno. Sono passato perché Alblana ha scordato la verdura … non avresti una zucchina? 

Rosa:          Toglile dalla confezione: ti durano di più.

Nisoli:        Lo so! L’ha detto! Ma non gli ho voluto credere e invece funziona. Provvedo subito. Ciao.

  Scena ottava

Studio del ministro dell’agricoltura

Franco:       (È al video telefono) “Ma presidente io ho collaborato … mi chiedono l’impossibile … sono invaso da richieste … abolire la legge sul biologico? … Ma presidente hanno lottato per decenni inutilmente … lo so che lei non mangia cibi del supermercato … i cittadini? … Anch’io ma … chi la promuove? … Ahhhh nientemeno … i voti del partito li conosce … abbiamo la maggioranza … quel concime non è cancerogeno? … Ah! … Ora non lo è più. Cosa le devo dire: se è per il benessere comune … Buongiorno”. Chi sono io? Una pedina inutile messa a capo del ministero dell’industria, delle attività economiche e dell’agricoltura che decide a malapena per se stesso e comunque non oltre l’ambito familiare … le decisioni importanti vengono prese dalle alte sfere e io firmo le disposizioni, perché bisogna per forza che ci sia una parvenza di democrazia per non dare adito a voci più attente di pensare ad una possibile dittatura. Ci sono tanti ministri, un parlamento … che si riunisce quando piove perché non sanno dove andare a spasso ma … La nazione cresce del tre percento … gli incidenti sul lavoro sono diminuiti, non lavora più nessuno ci credo.  … l’inquinamento ambientale è stato abbattuto … i casi di tumore sono in via di sparizione. … Per un ministro in carica è importante tutto questo. Se si considera il fatto che di mio non ho messo niente mi posso accontentare. Cosa devo fare? Aspetto di diventare presidente del consiglio. E che cavolo.(Esce).

Scena nona

A casa di Pietro

Pietro:        Mattia, come si chiama quell’attrezzatura da mettere sul terrazzo … quella che serve per stare al mare tutto l’anno?!

Mattia:       Perché hai intenzione di comprarla? Aspetta perché sta uscendo il modello nuovo … per un anno sei a posto.

Pietro:        Dura solo un anno? È per la mamma: vuole andare al mare e andarci fisicamente è troppo rischioso.

Mattia:       Si chiama “mare felice sul tetto di casa”. Hai soldi a sufficienza?

Pietro:        Alla  consegna di questo lavoro mi accreditano settemila cartestracce e quando consegna la mamma altri settemila. Oltre il fisso.

Mattia:       È tanto!

Pietro:        Sì, ci pagano bene per poterli spendere subito. È un circolo vizioso. Ti pagano bene ma non ti rimangono che le briciole. Siamo in balia della pubblicità che passa per i programmi … al contrario: sono i programmi che passano per la pubblicità.

Mattia:       Papà, ci possiamo considerare ricchi o così così?

Pietro:        Ricchi … i ricchi sono i governati, gli industriali, i proprietari dei centri di smistamento merci, i banchieri o finanzieri, i proprietari dei mass media … una volta lo erano anche i commercianti … sai quelli che avevano i negozi, tu non lo puoi sapere, quando sei nato erano già scomparsi. … adesso che non ci sono più sono i distributori che stanno chissà dove ad arricchirsi, lo sai il vestiario, i giocattoli per bambini e quant’altro viene tutto dall’oriente, e la maggior parte del cibo dall’Africa. Qui si produce alta tecnologia, tutte le industrie sono automatiche. I lavoratori sono il tre percento della popolazione.. I terreni sono abbandonati. Noi produciamo pochissimo cibo.  Abbiamo qualche industria che produce in modo quasi tradizionale lo stretto necessario per le esigenze locali … ma noi … ricchi non lo saremo mai. Siamo tuttavia dei privilegiati, rispetto ad altri, perché facciamo un lavoro di alto profilo, non si sa bene per chi lavoriamo ma finché lo stipendio entra. Il bello sarebbe conservarlo lo stipendio ma è quasi impossibile. … Se a tutt’oggi frequenti una scuola non statale e proprio per questo motivo.

Mattia:       Papà, nelle scuole statali c’e di quella gente che fa paura.

Pietro:        Sono i pronipoti degli immigrati che entravano da clandestini nei decenni passati …  dicono che non sono come noi … difatti vivono nelle enclave ai margini delle città perché svolgono quei mestieri poco remunerativi: diciamo bassa manovalanza. Questo tipo di lavoratore non sparirà mai perché le case in qualche modo vanno messe in piedi … l’assemblaggio dei muri prestampati in tre “D” chi lo fa? E poi pagano molte tasse.

Mattia:       Ai tempi del nonno com’era?

Pietro:        È morto nel 2070 a quarant’anni’anni. Molti muoiono presto, troppo presto.

Mattia:       Si parla di una vita beata fino a centoventi anni ma non è vero!

Pietro:        Non è vero! Hanno quasi debellato il cancro ma altre malattie indotte dagli alimenti e forse dai medicinali stanno facendo una strage. Da quando abbiamo smesso di coltivare i nostri campi la vita si è accorciata caro Mattia. E per l’ente pensioni, che era in passivo, è un bene perché in questo modo non distribuiscono assegni ai vecchi ed è passato in attivo.

Mattia:       Quindi l’età media si è abbassata a cinquant’anni? Come nel medio evo! È un bel progresso. Perché mettono i medicinali direttamente nelle sementi?

Pietro:        Per abbassare i costi della spesa sanitaria dicono. Medicina preventiva. Da una decina d’anni ti impiantano organi di animali progettati per fornirci i pezzi di ricambio, se paghi cifre astronomiche. Tuttavia la causa principale di morte è la micro plastica sparsa nell’acqua. Un retaggio dei decenni passati. Il metodo di filtraggio c’è ma non lo applicano proprio per farti morire in anticipo. Va ad intasare le vene e provoca aneurismi. Dicono che ci sono medicinali in  grado di curare qualsiasi malattia ma non vengono usati proprio per decimare la popolazione.  Ormai siamo venti miliardi di persone, dei quali, diciassette lavorano e vivono come due secoli fa e tre praticamente non fanno quasi niente.

Rosa:          (Entra dalla porta della cucina con uno scatolone). Ho recuperato il vecchio robot da cucina che avevo messo in cantina. Spero che funzioni ancora. A questo di sicuro il software non invecchia: non ce l’ha! E questo è il macinino del caffè a mano, lo spremi agrumi e l’apriscatole di mia nonna. Domani vedrò in che stato si trova la vecchia lavatrice … altro che strizzaggio forzato per non stendere i panni al sole. Me li distrugge in un anno. Ma sai per il decoro, i panni, non si stendono in giardino. Pena una bella multa. Tutto è multabile ha detto il presidente della repubblica. Anche l’aria.

Mattia:       Mamma che razza di marchingegni sono? Avevate detto che li tenevate per una questione storico familiare e … Papà, guarda chi c’è, un signore.

Pietro:        È lo straniero. Il permesso non l’abbiamo ancora. Guardi, la faccio entrare lo stesso ma sarebbe illegale.

Xanto:        Non vi preoccupate: ho disinserito il controller ma alla centrale credono che sia in funzione. Tenete, è questa scatoletta … lasciatela sul tavolo: ci pensa lei a tutto.

Pietro:        Perché ci vuole aiutare?

Xanto:        Non vi sto aiutando … vi sto salvaguardando. Sono venuto apposta. Brava. Usi queste anticaglie. Se non altro fate un po’ di esercizio fisico.

Mattia:       Rischiamo di finire male se ci scoprono.

Xanto:        Ditemi: c’è qualcosa che non va?

Rosa:          Si tratta solo di stabilire da che parte cominciare. Da quanto tempo è qui in città?

Xanto:        Da poco … ma da quel tanto che basta per capire.

Mattia:       Su quale sito le vendono? Questa scatolina disattiva tutto?

Xanto:        Anche la pista magnetica sulla strada qui davanti casa quando non transitano mezzi. Volete sapere quanto consumate d’energia elettrica? (Estrae il solito aggeggio). Duemila chilowattora al mese. Invece se tenere attivo lo scatolino arrivate a trecento. Alla sera vi spegne tutto … computer, video, impianti di riscaldamento, radar, quegli inutili allarmi che avete.

Rosa:          In effetti a cosa serve tenere in funzione tutto quanto di notte. Mi dica come si chiama che lo comunico alla centrale. Così può venire liberamente.

Xanto:        Capisco! Mi chiamo Xanto. Volete che ci vada io al commissariato? Vi faccio aggiungere alla lista. Mi conoscono già. Sto diventando amico di tutti.

Mattia:       È lo stesso … ci vada.

Xanto:        State tranquilli: non spiffero nulla a quelli … sono il nemico anche per me. Mi voglio trattenere qui con alcuni amici per un po’ di anni e ho tutta la convenienza a sottostare alle regole finché è necessario.

Pietro:        Pensa di fare una qualche rivoluzione in futuro?

Xanto:        Amici, la sto già facendo: vi sto mettendo in guardia dagli effetti negativi a cui siete sottoposti. Mangiate molte porcherie semi chimiche, derivati del petrolio sub fissile … i concimi usati in Africa non sono convenzionali, sono altamente tossici e radioattivi …  sono pieni di principi attivi inventati per combattere le malattie che potreste non prendere mai anche senza ingerire quelle sostanze. Mangiate più plastica che carne. Siete arrivati al massimo degrado alimentare possibile. In più l’elettromagnetismo vi distrugge un sacco di cellule cerebrali.   

Rosa:          Eh … è vero! Quindi la miglior rivoluzione possibile, per ora, è quella di spegnere tutto durante la notte?

Xanto:        Per cominciare sì! Su mio consiglio lo fanno già in tanti. Al cibo ci penseremo. Allora mi faccio carico delle pratiche al commissariato e poi ci possiamo vedere liberamente. (Esce). 

Pietro:        Si chiama Xanto … che nome è?

Rosa:          Consulta la “mente”. (Lo fanno) Xanto o Santo … accesso negato: informazione non disponibile.

Mattia:       Le informazioni partono dalla nascita di Cristo. Più indietro non vanno.  Se vuoi consultare i database delle biblioteche pubbliche devi dire perché stai cercando simili informazioni e devi pagare. 

Pietro:        Non mi era mai capitato di dover cercare informazioni circa i personaggi antichi. Se ci fossero ancora i social e affini, sarebbe un attimo … chiedi.

Mattia:       Li hanno tolti per sicurezza. Troppe diffamazioni ai politici … troppe critiche, troppe notizie incontrollabili. Erano più utili ai politici perché li usavano per condizionare il pubblico ma adesso con l’avvento di questo modello elettorale non ne hanno bisogno. Tu caspici che la gente prendeva per buone le notizie false e viceversa. E siccome è difficile scoprire i colpevoli che spifferavano maldicenze sui politici : via tutto. Dai papà non vale la pena scervellarsi per un nome fuori elenco. Chiedilo direttamente a lui.

FINE ATTO PRIMO

ATTO SECONDO

Scena prima

Nello studio del ministro

Qualche mese dopo

Franco:       Vi ho convocati d’urgenza perché mi sono state riferite voci poco rassicuranti. Il presidente è preoccupato e assieme a lui l’intero occidente. Comportamenti abnormi sono in evoluzione ovunque. Non sa se far crollare il governo subito o trascinare la faccenda oltre la fine del secondo semestre. Sta consultando gli alleati.

Silfio:                   Semestre? Ma dico, siamo matti?

Saona:        Ha ragione il presidente! C’è incertezza. Voci dissidenti si stanno diffondendo … i consumi sono calati nell’ultimo mese assieme al consumo di energia elettrica. Che produciamo noi tra l’altro. Abbiamo spinto per la liberalizzazione del mercato per avere i margini di guadagno più alti e ora?

Ausculli:     È vero! Sembra quasi che la gente mangi meno. Non avevamo fatto mettere quell’etichetta che danneggia i prodotti? …  In qualità di ministro del tesoro e della finanza dico che le richieste di prestiti per il vettovagliamento sono calate sensibilmente. Qualcuno sta diffondendo idee sovversive.

Franco:       In qualità di ministro dell’economia dico che l’importazione di beni alimentari è calata, con conseguente calo degli introiti … nostri!

Silfio:                   È così! La mia banca ha erogato trecentomilioni in meno in questo  periodo: l’anno scorso erano il doppio. E per questo motivo dovrò restituirlo in interessi.

Ausculli:     Non sai come sperperarlo?  

Silfio:                   Non sei nella posizione di fare dell’umorismo. Quando toccherà a me fare il ministro te le faccio pagare tutte.

Saona:        Non ci scagliamo l’uno contro l’altro via … che democrazia è?

Franco:       Io mi preoccuperei di arginare il fenomeno … convochiamo un consiglio dei ministri al più presto. Sentiamo almeno il parere del ministro dell’interno.

Saona:        L’ho sempre detto: multiamo i cittadini per strada, a casaccio. Che ne dite di una tassa sui pantaloni a righe? I microchip stanno entrando in crisi … alcuni dei miei dipendenti sono fuori controllo. Potrebbero fare qualunque cosa. Avete voluto utilizzare quelli per i cani e ora siamo alle strette.

Ausculli:     Parla col ministro della sanità precedente, li ha voluti lui. 

Franco:       Il ministro ero io … scusa eh … hai qualcosa da ridire? Chiedilo al presidente del consiglio.

Saona:        Guarda che era mia moglie … attento! Ci diamo del lei per formalità ma posso anche diventare aggressivo.  

Dimusil:     … È permesso … colleghi … il presidente mi ha detto di raggiungervi d’urgenza. È successo qualcosa di grave?

Franco:       Forse! Devi indagare su alcuni fenomeni che riguardano il tuo ministero.

Dimusil:     Il mio ministero? Per quel che ne so è tutto in ordine. Niente tafferugli, niente incidenti, nessun scontro con la polizia, se non per finta, e prima o poi lo scoprono … lo stato non è mai stato così sicuro come ora. Sono dieci anni che non si registra un caso di lotta fuori dagli stadi. E ve lo garantisco: ho continuato nel solco dei miei predecessori. Di mio non ho messo un granché. Sono un ministro. 

Silfio:                   Ora non si tratta di scontri armati … la faccenda è ben più grave. Qualcuno sta sobillando il popolo. Chi può essere così stupido da rinunciare al benessere che lo stato fornisce.

Dimusil:     Qualcuno? E chi? Controlliamo tutto. Dentro casa abbiamo il software, fuori abbiamo i microchip e le videocamere. Sopra ci sono i droni e più in alto i satelliti. Volete controllare anche l’ambiente familiare durante il sonno? Il programma individua già una possibile incongruenza linguistica. Non possiamo andare oltre … per ora. Le religioni non ce lo permettono.

Saona:        Le religioni hanno il loro interesse … vogliono salvaguardare la spiritualità per mungere la mucca.

Franco:       Se gli tagliamo anche questo appiglio si sollevano contro. Nessuno crede più ma per interesse: il rastrellamento dei dati passa anche tra le loro mani. … Vediamo di mantenere un certo equilibrio. La ricchezza mi sembra ben suddivisa. C’è chi paga le tasse, c’è chi non le paga ed è giusto che chi governa ne sia esente.

Dimusil:     Vedrò di avviare un’inchiesta. La volete segreta o diffondiamo la notizia che c’è qualche infiltrato sovversivo che sta mettendo a repentaglio la sicurezza dello stato?

Saona:        Invece di diffondere le false notizie di sparatorie dite alla stampa di inventarsi un nemico in carne e ossa.

Silfio:                   Troviamo qualche scellerato da sbattere in testa ai notiziari, incappucciato sarebbe meglio … per ora, in seguito quando l’abbiamo individuato davvero si vedrà se condannarlo o usarlo per altri scopi.  

Ausculli:     Lo torno a ripetere qui davanti a tutti voi: mi dimetto! Ho di che vivere. 

Franco:       Ausculli questo atteggiamento ha del sovversivo. Non vorrai che si pensi che il ministro delle finanze abbandoni la carica perché sorpreso con le mani nella marmellata? Tu rimani in carica fin quando il presidente non decide.

Dimusil:     Avvio un’inchiesta?

Ausculli:     Provaci … alle prossime elezioni mi nomina al tuo posto per la logica del turnover … tu provaci. La stampa la so indirizzare anch’io.

Saona:        Ragazzi via … se litighiamo tra di noi è finita. Dimettevi tutti in blocco. Governo nuovo affari nuovi. Stavolta voglio il ministero degli esteri chiaro.

Franco:       Il presidente del consiglio non è il padre eterno. Stavolta tocca a me. Mi avete confinato all’industria e compagnia bella: ora basta! O presidente o me ne vado come fa lui.

Ausculli:     Bravo … i servi ci fate fare. 

Desinar:      (Entra senza preavviso, ha un orsacchiotto di peluche). Ragazzi abbassate la voce … vi si sente fin sulle scale. Dissidi interni alla maggioranza? Non litigate … eh! Ce n’è per tutti. Vi posso raccontare qualche aneddoto? Cretinate di varia natura? Oggi siete proprio neri. Forza esternate! (Intona una canzoncina qualsiasi e getta per aria il giocattolo).

Ausculli:     Presidente, ho espresso il desiderio di dimettermi da ministro.

Desinar:      Non rubi abbastanza? Per ora sorvoliamo. Ho sentito dal barbiere che si sta diffondendo una voce strana circa l’avvento di un gruppo di sconosciuti che si aggira qua e là … trullallero trullallà… e non so di chi si tratta … avete sguinzagliato  qualche vostro addetto per sorvegliare più da vicino il popolino … Nino Nino?     

Franco:       Presidente, la voce è vera. Mi ha detto di convocare i ministri d’urgenza.

Desinar:      Ah sì? Perché? Dove si pranza oggi? Nel mio gabinetto? Vi avverto: c’è puzza! (Ride da solo). Ma quanto sono simpatico? Mi sorprendo ogni volta. Chi di voi è il ministro degli interni attualmente?

Dimusil:     Ma presidente sono io … da sette mesi ormai.

Desinar:      Da sette mesi? Siamo in carica da ben sette mesi?

Saona:        Pensavamo che avessi intenzione di far cadere l’esecutivo prima dei secondi sei mesi.

Desinar:      Guardate, parlate col mio sottosegretario, mettetevi d’accordo con lui per queste beghe … se fate cadere il governo io rimango presidente. Voglio battere il record di  Stacchindea … dieci mandati o mi sbaglio?

Franco:       Lei è a otto.

Desinar:      Una volta raggiunto il mio obiettivo avrete campo libero. Ora vado a smangiucchiare qualcosa coltivato nel mio orto. Fatemi firmare la legge che proibisce la coltivazione privata mi raccomando. Sono libero? … Cercate di non strafare in mia assenza. Mi ritiro in convento per un ciclo di meditazioni approfondite. Ci si vede! (Esce).

Dimusil:     Pensiamoci noi allo stato perché questo mi sembra un tantino svagato.

Saona:        Non lo offendere per favore … svagato sarai tu. È il presidente del consiglio non una baby sitter. Ha tutto il diritto di svagarsi.

Scena seconda

A casa di Pietro

Rosa:          Ci siamo liberati di qualche schiavitù grazie a Xanto. E ti dirò che in questo ultimo mese il consumo di energia è arrivato ai valori che diceva. Trecento kw.

Pietro:        E non solo … il campo magnetico è sceso moltissimo. Rosa, scendi in cantina e porta su le biciclette, quelle a pedali. Erano a pedali?

Rosa:          Quelle del nonno? Saranno ruggini. (Si affaccia alla finestra). Pietro, guarda un po’ fuori?!

Pietro:        Che c’è’? Hanno avuto la stessa idea … è stato Xanto. Accendi il computer … (Voce del computer).  “Per la prima volta dopo vent’anni i cittadini hanno ripreso a circolare con le antiche due ruote … sentiamo … lei, scusi, come mai ha deciso improvvidamente di usare questo mezzo antico?” – “Vorrei risparmiare qualche soldo in più per la mia famiglia” – “Capisco ... lo sa che non è salutare questo mezzo: i campi magnetici sono abbastanza intensi, gli potrebbero danneggiare la salute”. – “Pazienza … tanto ormai vedo che si muore prima del previsto, mio padre è venuto meno a cinquant’anni”. – “Come sia potuto succedere resta un mistero. Mandiamo una mezz’ora di pubblicità, poi caso mai ne riparliamo”.

Rosa:          Si mette male: qui si mette male! Indagheranno di sicuro. Ma da dove è sbucato?

Mattia:       Chiediamoglielo! Sento un po’ a scuola che dicono. Mamma, è difficile usare quella cosa? Come si fa?

Pietro:        Ti faccio imparare.

Rosa:          La sai usare davvero?  Non ti ho mai visto in passato cavalcare la bici. Sarà un bene ‘sta idea?

Pietro:        Imparerò prima io. Ci dev’essere un manuale in internet che spiega. Qualche filmato. Vai vai … e presta attenzione. Accendi la tv … oggi si fa festa … anche se non è domenica.

Rosa:          Ti senti meglio? Voglio dire … più libero?

Pietro:        La libertà non risiedeva nel pieno raggiungimento della robotizzazione totale? Nessuno deve più lavorare fisicamente … slogan altisonanti … i soldi, le banche, la politica, lo sviluppo, l’ordine pubblico. Perfetto, ci siamo riusciti! Non uscivamo più di casa.

Rosa:          E adesso scopriamo che è meglio gironzolare in bicicletta?

Pietro:        Rosa, siamo alle soglie di una rivoluzione culturale, lo sento! Questo Xanto ha un visione del mondo molto diversa dalla nostra. E mi chiedo come sia possibile. Non è un asiatico, non è un americano, non è un africano, non è un europeo … è straniero. Di dove? Che stupido: sarà australiano.

Rosa:          Dice che al suo paese è già successo … mi chiedo che paese sia. Non mi risulta che ci siano stati sovvertimenti epocali altrove.

Pietro:        Non lo dicono. Figurarti! Sicurezza globale! Ti fanno sapere che è morto il gatto della regina d’Inghilterra ma le cose importanti non le raccontano.

Rosa:          Come fai a commettere un reato? Non è possibile! I satelliti ti seguono appena fuori casa. Anche se lo volessi fare non puoi. Ed è un bene tutto sommato.

Pietro:        Ma dicono che ci sono omicidi tutti i giorni. Bisognerebbe parlare con qualcuno che viene da fuori. Ma non è possibile! Perché hanno bloccato le telecomunicazioni intercontinentali?

Rosa:          Mah! Chissà.

Pietro:        Comunque i suoi consigli sono ottimi e la gente li segue.

Rosa:          Guarda i panni stesi al sole, si asciugano lo stesso senza sbrindellarli ogni volta. Ho tolto la centrifuga supplementare e oplà: da due mesi non compro un paio di mutande. 

Pietro:        E i soldini che risparmiamo ce li teniamo in casa come ci ha suggerito di fare.

Rosa:          Ti rendi conto che se non ci fosse stato lui certe cose non le avremmo mai sapute? In che razza di mondo ci hanno fatto crescere?

Pietro:        A noi andava bene così … non avendo modelli a cui ispirarsi, si accettano le direttive. Secondo te perché hanno tolto ”storia” dai piani didattici?

Rosa:          Per non far sapere com’era il mondo?

Scena terza

Studio del ministro, un mese dopo

Franco:       Siamo già arrivati all’ottavo mese di legislatura e non succedeva da anni … l’economia è crollata, i finanziamenti sono precipitati, una scatola di pomodori dura tre mesi anziché due settimane, gli elidroni sono praticamente fermi … la gente si è messa a coltivare i prati di casa trasformandoli in orticelli nonostante il divieto … andiamo bene non c’è che dire. Mi dimetto e buonanotte. Mi accusino pure di nullafacentismo, sapessero a me quanto me ne frega. Le banche si lamentano perché la gente non vuole pagare con finanziamenti a tasso discrezionale, pagano con assegni come cento anni fa … le case già autorizzate le costruiscono al rallentatore. Le tasse non le paga nessuno se non i soliti straccioni. Ma che razza di cultura si sta diffondendo? Del risparmio extra bancario?

Ausculli:     (Entra). Il presidente non è ancora qui? Saona? È furibondo!

Franco:       Mi dimetto! Arrangiatevi.

Ausculli:     Lo dobbiamo fare tutti assieme: niente rimpasti!

Dimusil:     (Entra). Allora? Novità? Ragazzi andiamo male … non si capisce il motivo di questo improvviso balzo all’indietro. Avete visto con quali mezzi si spostano da due mesi a questa parte? Le biciclette! Non ne avevo mai viste.

Franco:       Il fabbisogno di energia è praticamente dimezzato. Le centrali si fermeranno.

Saona:        (Entra furioso). Ma si può sapere che succede? I miei robot si sono disattivati per mancanza di lavoro perché i depositi di cibarie sono strapieni di merce, le mie fabbriche di smaltimento rifiuti sono a secco.

Enrico:       Però hai una legge ad hoc!

Saona:        Se continuiamo di questo passo bisognerà inventarne un’altra.

Silfio:                   (Entra con Celine). Era meglio l’anno scorso quando a capo del governo c’eri tu … cari amici, cerchiamo di venirne a capo sennò addio … addio …

Desinar:      È permesso … eccomi qui! Che facce tristi. Perché?

Celine:        Come perché? Va tutto a rotoli per colpa di qualche straniero e dici perché!

Desinar:      Straniero? Hai detto che sono tranquilli laggiù nelle loro apposite capanne in tre “D”. Vi va di fare una scampagnata fuori porta? Così inauguriamo il mio nuovo super drone ad armi potenziate. Ho voglia di sterminare qualche sciame d’insetti . Lo devo vendere a quelli laggiù per la guerra che hanno in corso, non vorrei che mal funzionasse. È stato ideato per colpire le cose piccole. Non avevamo intenzione e di dichiarare guerra in Africa?

Saona:        Sta andando tutto a monte. Gli attentati non sono andati a buon fine.

Desinar:      E allora? Scegli meglio il personale addetto alle stragi. A proposito: che cos’è ‘sto casino di biciclette? Non erano state rottamate vent’anni fa per sostituirle con i motorini elettrici che producono le mie aziende?  

Franco:       A quanto pare le avevano nascoste negli scantinati.

Celine:        Idioti. Ci stanno mandando in malora.

Dimusil:     Avvio un’inchiesta? O è meglio far cadere il governo?

Desinar:      Facciamo un rigiro di ministri? Dai! Allora! Prendo le carte da gioco o faccio di testa mia?  Alla fine non cambia niente. Franco tu farai il ministro della difesa, sai giocare coi soldatini?  … Tu Celine … cos’eri prima?

Celine:        Ho fatto il presidente del consiglio per sei mesi per evitare la galera.

Desinar:      A me o a te? Non importa adesso farai … farai … il ministro al posto di Franco … e tu Dimusil … e tu niente, sto giro fai il parlamentare. Hai tutto il tempo di girovagare. Silfio te la senti di prendere il ministero delle attività economiche?

Silfio:                   Capita a proposito! Ho giusto un paio di cosette da regolarizzare.

Desinar:      E tu Saona, ti mando all’interno … al posto suo. Dai, non mi dite che è come prima perché è un governo inedito. Al resto ci pensa il sottosegretario. (Pensa). Che straniero ci sarebbe? Accertati che non vada oltre … sguinzaglia i superpoliziotti mezzi auto … qualcosa.

Dimusil:     Basta controllare i software, le porte di casa e riorganizzare i satelliti.

Scena quarta

A casa di Pietro

Pietro:        Rosa … guarda fuori … Indagatar in azione. Cercate cercate, col cavolo troverete delle anomalie. Sentiamo la versione ufficiale.

Indagatar:   Devo entrare per un controllo rapido: segnalato intruso straniero.

Pietro:        Ho il permesso controfirmato.

Indagatar:   Vedere! “Santo Santi”. Perfetto, tutto regolare … non riscontrate anomalie. In questa città nessuna anomalia registrata. Scusate! Invio dati immediato. Famiglia conforme! Brave persone. Anomalie rilevate: nessuna. Famiglia benestante. Nessun timore. Armi assenti. (Esce).

Rosa:          Quello Xanto è un genio … e non sappiamo ancora da dove viene e la gente non fa altro che parlare di lui dice Mattia.

Pietro:        Ormai è così dappertutto, in tutto lo stato. Il fatto entusiasmante che più mi piace è che i contadini hanno ripreso ad arare i campi incolti. Arriva. Entri!

Xanto:        Tutto a posto? Avete visto? La poliziotta semi elettronica che voi chiamate Transumana, ha sorvolato. Credetemi, tra un paio d’anni avrete cibo più sano. Abbiamo indirizzato la gente a  coltivare il proprio orticello, e chi non ce l’ha si mette in cooperativa. Ho distribuito cento tonnellate di sementi pregiate in ogni regione.

Pietro:        I politici dicono che è tutto illegale.

Rosa:          Se va contro i loro interessi tutto è illegale.

Xanto:        Voi starete meglio e gli africani ancora di più. Gli asiatici lavoreranno solo per loro stessi. Abbandonate l’elettronica superflua. Tenete il necessario, tornate a produrre manualmente ciò che ora costruite con le macchine … la ricchezza aumenterà.

Pietro:        I politici dicono di no.

Xanto:        Se noi fossimo dei politici diremmo la stessa cosa. Finora si sono arricchiti loro ora vi arricchirete voi. Questo mondo è governato da pochi individui, che si sono arricchiti a dismisura. La conquista dello spazio iniziata più di cento anni fa aveva uno scopo ben preciso: mettere in condizioni i potenti di svignarsela al momento opportuno. In attesa degli eventi.   

Pietro:        Non ci posso credere … dice così perché al suo paese è giù successo?

Xanto:        Esatto! Tutto quello che avete non vi serve ... prendiamo il cavatappi elettrico … a cosa serve? I robot tosa erba automatici … gli schermi arrotolabili per quando uscite di casa … quando uscite di casa: mai! È pericoloso.

Pietro:        Mah … mi sa tanto che è una balla bella e buona. Da dieci anni è praticamente tutto vietato. Non sapendo come rastrellare soldi hanno messo delle tasse assurde, che pagano solo i lavoratori rimasti ovviamente. Hanno passato il limite credo.

Xanto:        Di gran lunga direi. Sappiate che questo non è progresso: è autodistruzione.

Mattia:       (Entra di corsa). Papà giù alla fabbrica di attrezzature per cucina sono in … in … sciop …

Rosa:          Sciopero!  Non mi dire? Davvero? Hai sentito Pietro? Non succedeva da decenni … andiamoci per vedere com’è. E chi fa questo sciopero? I robot o gli addetti?

Mattia:       Quelli che vi lavorano!

Pietro:        Saranno una cinquantina.

Xanto:        Solo una cinquantina? Un’azienda di quelle dimensioni? Siete messi peggio di quello che credevo. Sentite i vostri notiziari.

Mattia:       Ecco: (Voce dello schermo) “Non uscite … ripeto: non uscite! Disordini  in corso. Pericolo. Le strade sono state chiuse in mezza città. Si registrano tafferugli ovunque”. Ed ora spazio alla pubblicità.

Mattia:       Quali tafferugli? Non lo sa nessuno, si stanno organizzando ora. È una cosa di quartiere.

Xanto:        Datemi la scatoletta. (Si dà da fare). Ascoltate ora. (Voce dello schermo). “Nessun pericolo, allarme rientrato. Potete riprendere le vostre attività!”  

Mattia:       Chi possiede questa domina il mondo?

Xanto:        Ne abbiamo distribuito una per ogni casa del vostro continente.

Rosa:          Anche in quelle dei politici?

Xanto:        Ce ne siamo guardati bene dal farlo. Che rivoluzione sarebbe? Se diamo loro gli strumenti pensati per la libertà dei popoli li userebbero un’altra volta contro di voi. … Visto che da trent’anni sono gli stessi.

Pietro:        Lo scopriranno prima o poi … e saremo al punto di prima.

Xanto:        Non lo scopriranno mai (Ride) gli stiamo per azzerare il cervello. Una volta per uno no? Siete liberi di incominciare da capo ripartendo dall’aratro e dai buoi … Noi l’abbiamo fatto e ha funzionato. Senza spargimento di sangue. Si chiama rivoluzione pacifica post robotica.

Mattia:       Lei dice: noi! Ma noi chi? Chi è così altruista e temerario da mettere in difficoltà  i dominatori della Terra?

Xanto:        Che importanza ha sapere? Un pianeta soffre quando la maggior parte dei suoi abitanti sta male perché non si rende conto di vivere per interessi di pochi sfruttatori. Perché vivete voi? Me lo sapete dire?

Rosa:          Non lo sappiamo.

Xanto:        Io lo so!

Scena quinta

Studio del ministro degli interni

Dimusil:     Niente … non c’è spiegazione … è da considerarsi una rivoluzione del tutto anomala … gente che riprende i mezzi più antichi, che mangia in modo strano arrivano addirittura a spegnere la luce durante la notte: non si è mai visto!

Ausculli:     Pagano tutto con assegni e le banche si stanno svuotando. Gli stipendi vengono prelevati direttamente in filiale … non succedeva da tempo immemore.

Silfio:                  Se il fenomeno si protrae non basteranno i soldi depositati. Ne avrò per la metà dei risparmiatori. E riprenderanno a pagare in contanti.

Franco:       Facciamo cadere il governo e ripristiniamo l’ordine.

Silfio:                   Gli africani non sanno più a chi vendere le merci in esubero. Non è giusto che ognuno si coltivi il proprio orto per la miseria. Abbiamo soppresso il biologico per questo motivo … facciamo lavorare i robot e non sono contenti?

Ausculli:     Faccio un esempio che, è inutile dirlo, è un esempio e per tale lo si prenda. Ora, io produco una zucchina in Africa al costo di una cartastraccia. La importo nel nostro paese e il costo diventa di venti cartestracce. Quattordici di guadagno. Poi la rivendiamo al cliente finale al prezzo di quaranta. Sai quanto costa produrre una zucchine nell’orto? Due centesimi di cartastraccia.

Franco:       Finora è andata bene.

Desinar:      (Entra come un cretino). Cucù … uh uh … sono qui … bene! Come va?  Siamo tristi per caso? Su, andiamo … svago, svago.

Franco:       Presidente andiamo male, l’economia sta prendendo una brutta piega.

Saona:        I robot si sono licenziati.

Desinar:      Dobbiamo pagare la cassa integrazione  anche a loro?

Ausculli:     Il pil aumenta ma a favore dei lavoratori che vogliono tornare a produrre manualmente i manufatti. Sono tutti seduti fuori dalle fabbriche in attesa che i robot si disattivino.

Desinar:      Per la miseria non sarà vero? 

Dimusil:     Non c’è un tumulto nemmeno a pagarlo. Tutto fila liscio. Vuole che organizziamo tafferugli?

Franco:       Sarebbe opportuno. Facciamo in modo che sparino per primi. Trecento morti per città bastano?

Silfio:                   Tutti pagano con assegni e le casse si stanno svuotando. Se tutti dovessero prelevare non avrei nemmeno la metà dei soldi. Gli stipendi vengono prelevati subito dopo l’accreditamento. (Disperato).

Celine:        Spengono tutto, anche gli schermi panoramici, escono di casa per recarsi nei luoghi fisicamente. È inaudito.

Desinar:      Come mai? 

Ausculli:     Non si è mai vista una cosa simile. Per spostarsi usano le biciclette a pedali … bisogna capire.

Desinar:      Chi è che sobilla? Cercatelo e portatelo qui. Potrebbe essere uno di quelli che devastavano gli stadi.

Silfio:                 Gli stadi non esistono più da anni. Lo sport virtuale si vede solo con abbonamenti “sport and go” venduti dalle nostre società, come gli altri intrattenimenti del resto.

Desinar:      Tutto quello che fanno è illegale o no? Abbiamo fatto delle leggi ad hoc per tenere sotto controllo e vi lasciate sfuggire un branco di cretini. Cosa suggerite? Dimissioni immediate per lasciare spazio ad un governo riformatore?

Dimusil:     Se non capiamo il fenomeno non serve.

Saona:        Non lavora quasi più nessuno e si lamentano … il problema è che se continua così dovremo dare i nostri guadagni a chi lavora mentre i robot non ci costano che quattro soldi. Questa in atto è la più grande rivoluzione da cinquant’anni.

Desinar:      Davvero? Ma se tutti vogliono lavorare cosa mettiamo in tasca? La tecnologia serve a noi per fare soldi e a loro per poterceli far fare.

Franco:       Ma presidente se non comprano più dobbiamo cambiare mestiere.

Dimusil:     Vuoi dire smettere di fare il politico?

Ausculli:     Sarebbe un bel guaio. Come facciamo a farci le leggi su misura?

Silfio:                   Facciamo intervenire la magistratura, condanniamone un po’ a casaccio. Sicuramente avranno manipolato qualche congegno.

Dimusil:     Funziona tutto alla perfezione. Non c’è una virgola fuori posto. I super poliziotti non rilavano niente. Addirittura si trattengono con le persone a chiacchierare sull’uscio di casa.

Franco:       E questo ti sembra normale? Dei semi robot che si mettono a chiacchierare? Io indagherei.

Desinar:      Sono transumani e parlottano?… A me sinceramente sai che cosa interessa: niente, sono ricco!

Xanto:        (Entra all’improvviso). Eccomi! Mi stavate aspettando? Lo so mi stavate aspettando. Vengo senza che mi si cerchi. Apprezzerete il fatto immagino? Non è da tutti.

Franco:       Da quando gli uscieri piombano nei gabinetti dei ministri senza motivo? Se non ha niente da consegnare esca! Le faccio notare che si trova in presenza del capo del governo in carica.

Xanto:        Davvero? Lieto di conoscerla. Invece voi chi siete: comparse?

Celine:        Torni nei ranghi. Buffone. Sono arroganti questi sottoposti.

Xanto:        Vi lascio questa scatolina come souvenir del mio passaggio. Non mi accusate di sabotaggio .Ne lascio una per palazzo? Scusate l’intrusione. (Esce).

Desinar:      Sì, la lasci. È simpatico dai … lascia souvenir senza conoscerci. Sarà un neo assunto. Alle volte gli sconosciuti ti fanno dei regali mentre gli amici sono restii.

Ausculli:     Ce ne fossero di personaggi simpatici.

Saona:        Non l’ho mai visto … frequento troppo poco i luoghi.

Celine:        L’anno scorso non c’era. (La scatola si accende). Che caro è un giochino. Non bisogna pensar male subito degli sconosciuti.

Dimusil:     Eh eh eh eh che bello!  Paparapappà!

Desinar:      Giochiamo … come si fa? No: prima io che sono il presidente. Quando lo farete voi comincerete voi … Ma che cosa siamo venuti qui a fare?

Franco:       Ah non lo so! Esattamente chi siamo?

Celine:        Boh! (Si sente un gran vociare nei corridoi). C’è una festa di là? Andiamoci. Che allegria mi ha messo ‘sto affare. Di solito sono triste.

Desinar:      Io lo sono di natura … che ruolo mi assegnate per la partita di calcetto?

Dimusil:     Portiere la va bene? Ollallà.

Saona:        Tituttaottattà. Oggi mi sento di un generoso che regalerei un pacco di cartestracce a tutti. E non so il perché. Sai che potrei commettere una sciocchezza? (Getta dalla finestra una manciata di soldi).

Desinar:      Non mi dire?

Silfio:                   Se devi elargire comincia da me! (Ridono di gusto). Che ridere. Troviamoci anche per niente.

Desinar:      Come adesso?  Tento una capriola? Che bello … Dio mio come sono felice.  (Pensa cercando di capire). In confidenza: cosa facciamo noi esattamente per campare?

Silfio:                   Chiediamolo a loro … ehi voi … ci conoscono?

Celine:        Mi stavo chiedendo una cosa  … se giocassimo a nascondino in questo palazzo?

Dimusil:     Rischiamo di non trovarci più. Pur non conoscendolo mi sembra grandino. Lo sentite anche voi questo odore di bruciato? Di pollo bruciato?

Ausculli:     Sono disorientato e felice come non mai. Sentite ho una proposta. Rotoliamoci sino alle scale.

Saona:        Ho di meglio. Ci mettiamo a lavorare la terra senza nessun scopo?

Desinar:      Se è senza scopo anche subito. Non vedo l’ora. Mi volete dare qualche sferzata?

Scena sesta

A casa di Pietro

Qualche mese dopo

Xanto:        La classe dirigente del vostro paese a partire dal più basso nella scala gerarchica è sistemata ora dovete riunirvi e ricominciare. Fate in modo che nessuno possa avere il sopravvento, controllatevi l’un l’altro. Riordinate la legislazione. Non è necessario costruire oggetti completamente elettronici. Ricordate sempre che tutto quello che si produce non è che un espediente per impoverirvi, del resto ne avete un esempio lampante. Chi di voi è ricco?

Rosa:          Nessuno! Si sopravvive.

Pietro:        Xanto, quella scatolina la lascia o se la riprende?

Nisoli:        La lasci per carità.

Xanto:        Non serve più … nessuno vi controlla il cervello. Potete uscire di casa senza chiedere il premesso … siete liberi di muovervi ma attenti: non affidatevi a gente come quella che vi ha governato finora.

Mattia:       E come si fa?

Xanto:        È semplice: fate governare le macchine. Sono imparziali e non vogliono soldi. E quando la ricchezza è ben distribuita non scoppiano guerre.

Nisoli:        È vero!

Pietro:        Mi sembra troppo facile … su questo pianeta anche le macchine a lungo andare diventeranno furbe. Ciò che caratterizza gli abitanti della Terra è la furbizia. Bisogna essere furbi per non essere sopraffatti. Purtroppo non lo siamo tutti.

Xanto:        Lo siete tutti. Dipende dalla posizione sociale. Un lavoratore anche se furbo non potrà mai sopraffare nessuno. Mentre invece un politico …  Me ne rendo conto … non sareste finiti così male … è un bel dilemma ragazzi … ho trovato!

Pietro:        Ci dica!

Xanto:        La scatolina prego. (Armeggia). Pensavo che avesse ultimato il suo compito ma … Ci vorrà un po’ di tempo eh ….

Rosa:          Un po’ di tempo per cosa?

Mattia:       La sta riprogrammando?

Xanto:        Sono tutte collegate fra loro, basta modificarne una per ottenere i risultati.

Pietro:        Quali risultati?

Nisoli:        Appunto!

Xanto:        Un attimo! Diciamo che per ora è in via sperimentale, se dovesse funzionare la regoleremo definitivamente.

Nisoli:        Non ci faccia tornare indietro. Voglio dire: verso l’automazione totale. Il vivere ha assunto un significato riduttivo. Di tutti gli scenari possibili siano finiti nel peggiore … nemmeno il cinema l’ha immaginato.

Xanto:        Lo so: bella invenzione, inutile ma bella. Siete stati capaci di creare un immaginario collettivo per poi non tenere conto delle idee che vi suggeriva?

Pietro:        È un passatempo per stimolare la fantasia. Lei dice che se avessimo dato retta di più a quelle immagini che parlavano di catastrofi future non saremmo finiti così?

Xanto:        Ne sono certo. A cosa serve l’arte?

Nisoli:        Bella domanda!

Mattia:       Non lo sappiamo! Nessuno ne parla mai. So che ci sono dei musei, dei tesori ovunque sparsi nelle cattedrali, nei palazzi antichi ma nessuno li ha mai visti da almeno trent’anni. Dicono che non serve e che è sicuramente meglio vedere gli spot pubblicitari. … cosa dobbiamo fare?

Xanto:        La maggior responsabilità è di chi vi ha governato, indirizzato, facendovi credere che la miglior esistenza possibile consista nel rimaner tappati in casa al riparo da fantomatiche rappresaglie, da idee strane come la mia.

Rosa:          L’ho sempre pensato che per fare una rivoluzione ci sarebbe voluto uno straniero.

Nisoli:        Se è per quello anch’io.

Xanto:        Rivoluzione  pacifica. Abbiamo già provveduto al disinnesco della armi atomiche. Gli isotopi radioattivi sono decaduti, non sono più un pericolo. Basta armi … fate in modo che non ne possiate costruire più … è il primo passo verso il benessere. È mai possibile che vi dobbiate uccidere l’un l’altro per inutili motivi? Perché?

Mattia:       Non lo sappiamo!

Xanto:        Sì però ragazzi: non sapete niente. Siete troppo fresconi. Vi siete lasciati sopraffare come pupazzi. Allora, se ho ben capito: voi non fate pressoché niente ma lasciate che la maggior parte degli abitanti del pianeta lavorino come schiavi senza sollevare un dito?

Pietro:        Pare di sì. (Buio).               

Scena settima

Due anni dopo

Pietro:        Che brava persona quello Xanto … eh, quando si dice scambio culturale! Ha perfin trasformato gli indagatar transumani in cameriere.

Rosa:          Possiamo dire che ha condotto la robotica verso le esigenze umane senza disfarsene.

Mattia:       Lo possiamo dire! Un fatto rimane tuttavia: da dove è venuto? Che tipo di straniero è?

Nisoli:        Guardate me lo sono chiesto ma sinceramente non ho trovato risposta.

Pietro:        Il benessere che ha portato giustifica le lacune che lo riguardano. Eravamo messi male. Benestanti solo a parole. Che senso ha essere agiati e non poter uscire liberamente di casa? Ad ogni passo si  incappava in sanzioni che non facevano altro che arricchire i soliti.

Rosa:          Senza contare i benefici intellettuali. Possiamo finalmente consultare le banche-dati pubbliche … non sai quanto c’è da sapere dell’antichità … incredibile.

Nisoli:        Chi se lo sarebbe immaginato.

Mattia:       Tutto l’occidente è in fermento e negli altri continenti le popolazioni si stanno sollevando contro i potenti organizzando sitin impressionanti. Miliardi di persone ferme in attesa che crollino i governi perché vogliono tecnologia avanzata.

Rosa:          Gli porteremo un po’ della nostra … faticherebbero di meno. Gli africani coltivano tutto a mano.

Pietro:        Certo che in questi ultimi vent’anni c’è stata un regressione tale da dover intervenire con aiuti esterni. Senza Xanto saremmo finiti malissimo. Chissà dov’è finito?

Mattia:       Mah! Sono quasi due anni che non se ne sa nulla … sembra quasi sparito.

Pietro:        L’aveva detto che si sarebbe trattenuto qualche anno qui da noi. Sarà tornato al suo paese.

Indagatar:   (Ora svolge funzioni domestiche ed ha ascoltato il discorso in silenzio). Dico parola mia: per volere di Xanto tutti uomini uguali. Niente furbi. Niente ladri. Indagatar al governo nazioni per politica equa. Termine a me conosciuto. Attendo istruzioni.

Pietro:        E chi la istruisce questa? Fate comandare le macchine ha detto.

Mattia:       Se n’è andato troppo presto.

Rosa:          Sentiamo un po’ che si dice nella capitale: oggi è una giornata speciale. … accendi. (Voce dello schermo).  “Si è insediato il governo elettronico proposto dal popolo dopo una lunga fase di preparazione. Il primo passo sarà compiuto verso il risanamento delle finanze. Come sapete già i politici elettronici non percepiscono alcunché pertanto il ricavato delle tasse sarà totalmente distribuito ai cittadini sotto forma di infrastrutture idonee. Inoltre il denaro versato nelle banche, gestite da automi, che a loro volta non percepiscono nulla, verrà investito in attività agricole, industriali e mercantili affinché gli utili possano venire distribuiti a seconda del capitale che ognuno ha messo a disposizione. L’industria, anch’essa governata da macchine, distribuirà l’intero guadagno ai lavoratori. Il ritorno alle antiche procedure di produzione darà occupazione a tutti i cittadini-lavoratori. Ma il fatto più sensazionale è che gli automi non hanno bisogno di intervento umano qualora dovessero aver bisogno di manutenzione: sono in grado di ripararsi in piena autonomia e come tutti noi sappiamo sono stati privati del senso della furbizia: è tutto!”

Pietro:        Se non sono furbi difficilmente ci faranno fessi. … Indagatar sei furba tu?

Indagatar:   Termine sconosciuto. Attendo istruzioni. Agire per benessere collettivo.

Mattia:       Mi piacerebbe sapere chi è questo Xanto!

Pietro:        Poi dicono che gli stranieri sono nocivi. Ne venissero!

Nisoli:        Non ho detto niente fin ora ma … secondo me quello …(Sussurra all’orecchio di Pietro). 

Pietro:        Ma cosa dici? … Secondo te noi avremmo bisogno di uno così per? …

Rosa:          Sapete che vi dico? Se eravamo giunti quasi al tracollo vuol dire che un po’ di colpa l’abbiamo avuta tutti.

Mattia:       Ho capito da dove viene. Papà, uno scienziato del passato aveva detto che saremmo tornati ai buoi e all’aratro solo dopo un disastro nucleare … sì è sbagliato. Non abbiamo avuto una guerra atomica totale.

Pietro:        Perché è intervenuto Xanto.

FINE

I personaggi, le situazioni e i luoghi sono del tutto immaginari, pertanto ogni riferimento alla realtà è del tutto casuale.