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ZEEGOTT

                                                               ZEEGOTT

                                                                      di

                                                         Leonardo Franchini

©1988 - Leonardo Franchini, SIAE.

Personaggi:

[COMMENT1]                        Camelia                        antipodista       

[COMMENT2]                                    Adamo                         acrobata e fantasista

[COMMENT3]                                    Bella                             ballerina (nei sogni)

[COMMENT4]                                    Dalafat                         profeta in trasferta

[COMMENT5]                                    Embolo                                    angelo controllore

Ambiente: Il vano dalle pareti di tela che sta dietro alla scena di un varietà viaggiante evidentemente in gravi difficoltà.

L'arredamento è modesto: una o due grandi ceste per i costumi (anche dei bauli possono andare bene, ma le ceste sarebbero meglio), degli sdruciti materassi sui quali planano gli acrobati durante i loro esercizi, qualche sgabello e un paio di trespoli colorati che ricordino l'ambiente del varietà. Illuminazione conseguente. Le tele che coprono le pareti sono state rappezzate più volte, in modo piuttosto grossolano. Le uscite sono: una verso il fondo, diretta la scena del varietà. Altre due sui lati portano invece all'esterno e verso il botteghino. Comunque, queste ultime due sono piuttosto pieghe nelle quinte che vere e proprie uscite. La scena resterà identica per tutta la durata dello spettacolo, tranne gli ultimi minuti, durante i quali la scena si "rovescerà" e diventerà la scena vera e propria del varietà. Appena un po' migliore l'aspetto, ancora più spoglio l'ambiente, se si eccettuano due o tre grandi mazzi di fiori e qualche lampadina colorata per tentare di ottenere un effetto di festosità.

Epoca: indefinita, sempre attuale.

Costumi: adatti alla scena. I particolari vengono indicati alla presentazione dei personaggi.


Scena 1   Camelia

All'aprirsi del sipario si sente una musichetta tipo quelle che accompagnano gli esercizi di ginnastica alla televisione. Una voce dà istruzioni. Forse si potrebbe cercare di dare l'impressione, prima dell'apertura del sipario, che sia presente anche l'istruttore Comunque, a sipario aperto, sulla scena c'è solo Camelia, una trionfante cicciona che nel circo svolge funzioni di donna cannone e di antipodista. Il suo costume è una specie di pagliaccetto molto blousante, con calze a rete altrettanto blousanti e, badabene, i regolamentari scaldamuscoli ammucchiati sulle possenti caviglie. Se l'attrice non fosse sufficientemente rotonda, gonfiare a piacere il costume, che resterà più o meno simile per tutto il tempo.

Voce                ...e due... e tre... così... brave... ancora.... e quattro ... ancooora... e sette e otto stop! Un istante di ripouso (parla con un vistoso accento esotico)

Camelia            (ha eseguito tutti i movimenti con evidente fatica ed impegno, e si rivolge all'altoparlante dal quale esce la voce con una espressione ansiosa, quasi attendesse l'approvazione)

Voce                Brave, siete bravissime.... ora ancora in posizione... così... e uno, e due e tre, ancora una volta e uno... e due... e tre...

Camelia            (esegue, visibilmente rapita dalla ammirazione che le suscita il faticatore professionale)

Voce                Ancora, ancora, questo bisogna ripetere molto perché facci bene... uno due tre stop! Rilasciamentou...

Camelia            (lascia cadere di scatto le braccia, come distrutta dallo sforzo, è l'allieva più impegnata della classe e vuole farlo sapere)

Scena 2  Camelia e Adamo

(Entra Adamo dall'esterno, trafelato. E' vestito miseramente, ma con una certa dignità. Camelia si blocca e si tuffa sul registratore per spegnerlo mentre sta ricominciando la voce. Ma Adamo è immerso nelle sue preoccupazioni e non le bada nemmeno. Lei, tuttavia, si vergogna di essere stata colta in una situazione che evidentemente la imbarazza e si comporta di conseguenza)

Adamo             Basta. Finito. Ha detto basta, lui, di fronte a tutti. Dico, c'è bisogno di fare tutto quello scandalo?!

Camelia            Oh, beh...

Adamo             Non si è accontentato di farmelo capire in qualche modo: no, lui ha dovuto gridare alto e forte, che sapessero tutti che razza di personaggio importante è lui, e che razza di straccione sono io... Noi, per la verità, perché parlava al plurale.

Camelia            Uh, ah, ecco... eh...

Adamo             Dico: un droghiere! Un salamaio! Un venditore di carni putrefatte! Di uova marce! Di formaggi avariati!

Camelia            Io non direi....

Adamo             Cosa? Non diresti? Beh, stai a sentire: te lo dico io! Commercia roba di pessima qualità, quel pancione schifoso (Camelia mette le mani sulla pancia, come per nasconderla), e pretende anche di essere pagato subito e in contanti! Sfido io: se la gente arriva a mettere in bocca quella spazzatura che lui vende, col cavolo che poi torna a pagare!

Camelia            Ohhh... ohhhh

Adamo             Comunque, non corriamo più rischi. Ha detto basta! Più niente, se non paghiamo il conto arretrato. (Siede, sconsolato, su una delle ceste)

Camelia            Biglietti a prezzo ridotto?

Adamo             Dice che nemmeno i suoi maiali vogliono più vedere le nostre esibizioni. Maiali!

Camelia            Quindi: niente da mangiare?

Adamo             Sai benissimo come stanno le cose.

Camelia            Forse è ora di cambiare piazza.

Adamo             Uh, certo. Potremmo andare direttamente a Parigi: là c'è grande richiesta di varietà come il nostro.

Camelia            E' inutile fare il sarcastico. La mia era una proposta costruttiva.

Adamo             E sta bene. Non si può. A parte che non credo che questa baracca sopporterebbe un ulteriore trasloco, non abbiamo il camioncino.

Camelia            Come, non lo abbiamo?

Adamo             Lo trattiene il meccanico in ostaggio finché non pago il conto delle riparazioni. Mi ha anzi comunicato che ora devo aggiungere anche il costo del posto in garage.

Camelia            Uhm. Che si fa?

Adamo             Ci sono delle riserve.

Camelia            Non farmi ridere. Riserve quelle?

Adamo             L'importante è che la bambina non sappia nulla.

Camelia            Quale bambina?

Adamo             Non fare la scema. La piccola, Bella.

Camelia            Bambina quella? Da come cerchi di allungare le mani, direi che non è più tanto piccola.

Adamo             Io non allungo le mani. Qualche carezza affettuosa, di tanto in tanto. Un padre... potrei essere, per lei...

Camelia            Beh, stai attento, caro, che i papà non toccano i popò delle bambine. E nemmeno le tette. Lo dico solo a titolo informativo...

Adamo             Spiritosa. Beh, siamo d'accordo?

Camelia            Su che cosa?

Adamo             Che lei non deve saperne niente.

Camelia            Oh, figuriamoci, la povera innocente. Lei ne sa più di te. Comunque, per quello che mi importa. E poi hai ragione, ci sono delle riserve... possiamo sempre mangiare la tua giacca di pelle. Con tutto il grasso che adoperi a tenerla lustra, dovrebbe essere piuttosto nutriente.

Adamo             (scatta in piedi come una molla) No eh! Smettila! Stupida intrigante! La giacca la lasci stare, sai! E ricordati, lei non deve saperne niente!

Scena 3  Adamo, Camelia e Bella

(Entra Bella, lui si zittisce immediatamente, facendo segni a Camelia che non si mostra più di tanto colpita. Bella indossa una cosa qualunque, tipo jeans e maglietta.)

Bella                Stavate litigando per i soldi?

Adamo             Chi noi? Nooo.

Bella                Per la cena?

Adamo             Ma cosa dici? Perché dovremmo litigare?

Camelia            Già, perché mai dovremmo litigare?

Bella                Per esempio, perché il droghiere ha chiuso il credito.

Camelia            La bambina non deve saperne niente.

Adamo             Ma non ci pensa nemmeno. Anzi, mi ha chiesto se avevamo bisogno d'altro, quando sono passato da lui.

Camelia            D'altro.

Adamo             Piuttosto, tu come va?

Bella                Beh, non malaccio. Dopo quella focaccia che mi ha regalato.

Adamo             Chi?

Bella                Il droghiere. Subito dopo che ti ha mandato a quel paese.

Adamo             Come, ha accettato i biglietti a prezzo ridotto?

Bella                Oh, quelli. No, pagherà il prezzo intero, stasera, e porterà qualche amico.

Adamo             Mi sembra di non capire.

Bella                Non c'è niente da capire. Oggi si è accontentato di una carezzina sul culo. E stasera vuole la danza infuocata e la mossa.

Camelia            Sul popò. Papà sul popò.

Adamo             (infuriato) Ma sei impazzita? Quel maiale! maiale putrido come i suoi maiali putridi! Ma con chi crede di aver a che fare?

Camelia            Forse con il Varietà Viaggiante e con le sue stelle... olè!

Adamo             Non si deve permettere! E anche tu! Come hai fatto a permettergli?... Non devi preoccuparti! C'è Adamo, ci sono io che pensa a tutto! Questi non sono problemi per te... Io ho un programma...

Camelia            Alt! Non andare avanti! Conosciamo a memoria tutto il resto del discorso. Non c'è nessun bisogno di ripeterlo.

Adamo             Ma io....

Bella                Sono d'accordo con Camelia. Se vuoi posso ripeterti il resto a memoria.

Camelia            Ecco. Io vado a tenere a bada la folla al botteghino. (esce)

Scena 4   Adamo e Bella

Bella                (Si muove, cercando le proprie cose per un esercizio che intende fare. Poi rialza il coperchio di una delle ceste e si infila dietro, mal coperta, per cambiarsi. Indosserà uno sdrucito tutù. Adamo tenta, facendo finta di niente, di sbirciare, ma lei lo tiene a bada) Passami quel bastone.

Adamo             Quale?

Bella                Quello là, in fondo.

Adamo             Non lo vedo.

Bella                Per forza, finché non ti muovi.

Adamo             (si sposta, di malavoglia, nella direzione indicata, guardando qua e là. La durata della scena è strettamente funzionale al tempo che Bella impiega a cambiarsi. Quindi, le battute vanno usate solo per tenere lontano Adamo da un comodo punto di osservazione.)

Bella                (appena finito di cambiarsi)

Bene, il bastone non serve più.

(si porta vicino al mangianastri utilizzato prima da Camelia per i suoi esercizi e traffica tra le cassette finché ne trova una che la soddisfa ‑ "La morte del cigno" di Saint Saens e la fa partire. Il risultato è piuttosto gracchiante, ma lei non se ne preoccupa, e comincia a provare i passi delle ballerine "vere". Ma è piuttosto legnosa e si avverte la mancanza di una scuola. Adamo, dopo averla osservata per qualche istante, si avvia anche lui dietro il coperchio paravento e comincia a cambiarsi per lo spettacolo. Prima indosserà una specie di tuta di leopardo, da domatore o da trapezista, e sopra infilerà il classico costume da clown)

Adamo             Sei bella, devo proprio ammetterlo.

Bella                Lo so che sono Bella, mi chiamo così da anni.

Adamo             No, intendevo dire.... Sei anche brava...

Bella                (adesso è più morbida) Davvero, trovi?

Adamo             Certamente. Sono sincero, eh? Dico che sei proprio bravina. Con appena un po' di scuola...

Bella                Eh già... Se potessi frequentare una scuola... allora sarebbe tutto più facile. Per quanto... pensi che mi prenderebbero ancora alla mia età?

Adamo             Ma che, scherzi? Ma se sei ancora una bambina!...

Scena 5  Adamo, Bella e Camelia

Camelia            (entrata in tempo per sentire l'ultima battuta) Si informa la bambina che i suoi ammiratori non sono ancora pervenuti. Non c'è nessuno, però. Quindi non sono ancora gli ultimi.

Adamo             Arriveranno... arriveranno. C'è ancora tanto di quel tempo. Dopo la mia esibizione di ieri sera... (appare piuttosto orgoglioso di qualcosa che ha combinato la sera prima) Eh, si deve essere sparsa la voce.

Camelia            Già. Speriamo che non sia arrivata dappertutto. E per quanto riguarda il tempo, secondo l'orario dovremmo essere in scena fra pochi minuti.

Bella                Io sono pronta.

Camelia            Non ti affrettare. Faresti tempo a divorare un bue, se ci fosse un bue da divorare.

Adamo             Ah, ecco. Forse è meglio mangiare qualcosa, prima di andare in scena. Qualcosa di leggero, per non appesantirsi.

Camelia            E che cosa?

Adamo             Le riserve (fa un gesto come d'intesa)

Camelia            Oh, allora non c'è pericolo di indigestioni.

Bella                Camelia, prendi tu la mia parte. Io non ho fame. Ho ancora sullo stomaco la focaccia del droghiere... o cosa cavolo era.

Camelia            Oh, grazie. Volentieri. (ci ripensa) per la verità, nemmeno io ho troppo appetito. Non lo so, saranno problemi del metabolismo. No, meglio che prenda tutto tu, Adamo. Tu sei un uomo e sei quello che fatica di più, durante lo spettacolo...

Adamo             Oh... io... non ho bisogno. Per quanto, se ci fosse del grasso, mi basta poco... (esita) penso che invece Bella deva sostenersi...

Bella                Già, così mi appesantisco sui fianchi e divento più appetitosa per i salumieri. Ma insomma, vogliamo smetterla? Tutti a rimpallarsi... E' ridicolo. Un po' di egoismo, ci vuole... Come quel ladro di Ferrazzi (sta celiando, ovviamente)

Adamo             Non dovevi nominarlo!

Camelia            Già, sono d'accordo anch'io...

Adamo             Scappare con la cassa! Lasciarci qui nei guai! Un farabutto, un vero farabutto!

Bella                Sì, però...

Camelia            Eh, sì...

Adamo             Uno dei peggiori. E pensare che l'ho considerato mio amico fino all'ultimo giorno. Che non lo avrei mai creduto capace di una simile schifosa porcheria: scappare con la cassa!

Bella                Guarda che però...

Adamo             Con la baracca da riparare! Con i numeri da ricostruire! Con il camioncino dal meccanico! (a Bella) Cosa volevi dire?

Bella                Beh, niente. Non credo che Ferrazzi abbia fatto un grosso affare, con la cassa. Per quello che conteneva!

Camelia            Anche questo è vero.

Adamo             (resta per un momento perplesso) Non importa! pochi o tanti, era la nostra cassa! E' il principio che conta! (tace, poco convinto anche lui) Eh, già, povero Ferrazzi. Lontano non è andato di certo. E' che...

Camelia            Ci vorrebbe qualcosa...

Bella                (continua i suoi esercizi ‑ Camelia la imita, a tratti, da lontano ‑ non si sa quale sia la più goffa) Sì, penso anch'io che ci vorrebbe qualcosa...

Adamo             (ormai lanciato) Sì, avete ragione. Sapete qual'è il sogno che faccio sempre, da anni? Che mentre sono sulla strada con il camioncino rotto, all'improvviso atterra vicino a me uno di quei dischi, i dischi volanti, sapete?

Camelia            Sappiamo. Ma non fa niente.

Adamo             Eh, ascolta il resto: i marziani mi nominano loro ambasciatore. Così divento ricco ed importante, e tutti mi rispettano, e nessuno alza la voce con me, anzi parlano tutti sottovoce, mi dicono scusi signore...

Bella                Cosa vorresti, che venissero i marziani?

Adamo             No, ma una cosa del genere, capisci. La fortuna... Non so, il caso. Pensa, se qui vicino bucasse una ruota il grande Houdini...

Bella                Oppure Madame La Russe con i suoi colombi ammaestrati...

Camelia            E relative pulci.

Adamo             Insomma, se ci chiedesse un favore qualsiasi, finché ripara la sua roulotte bicamere triservizi... Noi gli diremmo: sì, caro amico, e lui sarebbe tenuto a fare spettacolo con noi, no?

Bella                Certamente, è nella tradizione del varietà!

Adamo             O se si fermasse un famoso prestigiatore, o un grande jongleur...

Camelia            O il furgone dei polli allo spiedo.

Bella                Un grande spettacolo!

Camelia            Una cena come si deve.

Adamo             E forse dopo ci chiederebbe di andare con loro...

Bella                Queste cose non succedono. A meno che non si chiami Zeegott.

Adamo             Che cosa stai dicendo?

Bella                Oh, non so. E' una storia che mi raccontava mia madre. Pare che in Germania ci sia un dio che protegge gli artisti viaggianti, il cui nome giusto sarebbe Zirkusgott, ma loro, quando sono proprio disperati, lo chiamano, dicono Zeegott, e...

Adamo             E....

Camelia            E non succede niente. Ho sentito anch'io questa storia. Quando viaggiavo con il circo Pfaffendickl. Avrò chiamato Zequalcosa almeno cento volte ma non ha mai risposto nessuno, all'altro capo del filo. Tuu‑tuuu.

Bella                Tuuu‑tuuu?

Camelia            Occupato.

Adamo             Eh, già...

Camelia            Bene, vado ad accogliere le folle... State pronti a scattare.

Adamo             Ecco sì, vai... che dopo l'esibizione di ieri... me la sento, me la sento che stasera c'è il pubblico. (Camelia esce) (A Bella) Naturalmente, verranno per te, per la tua bellezza...

Scena 6  Bella, Adamo

Bella                Oh, piantala subito. Per quanto mi riguarda, mi sento orribile, in questo momento. E poi, non vengono certo per la mia bellezza. Al salumiere interessa un solo particolare, di me. Bene, che schiatti, stasera avrà quello che vuole. Ballerò solo per lui... se viene. Per la sua maledetta focaccia.

Adamo             Ti prego... non fare così... vedrai, adesso cambierà ogni cosa...

Bella                E come: arrivano i marziani?

Adamo             Se penso a quel maledetto bottegaio... perché il mondo deve essere così mal diviso? Lo strozzerei...

Bella                Lascia stare, non farti venire il riscaldo, che poi stai male. Tutto sommato è divertente.

Adamo             Divertente?

Bella                Ma sì, dammi retta. Pensare che questo poveraccio starà lì a vedere te, e poi Camelia, con la lingua sempre più a penzoloni, tutto per vedere un fianco che ballonzola... Ahhh, e io che mi illudo di diventare una etoile... Non è quello che vogliono...

Adamo             (le si avvicina, con intento consolatorio) No, Bella, io....

Scena 7  Adamo, Bella e Camelia

Bella                (un po' isterica) Non toccarmi...

Camelia            (entrando in quell'istante) Accidenti... non posso lasciarvi soli un momento che cerchi di violentare la... bambina. Bel papà che sei...

Adamo             No, hai capito male... io...

Bella                Confermo. Per questa volta hai capito male.

Camelia            Beh, voi cercate di capire bene, invece: sorpresa! Il tuo bottegaio è arrivato, con qualche amico.

Adamo             Hanno pagato? Il biglietto intero?

Camelia            In un certo senso: un salame intero. Ha detto che anche lui ha i suoi metodi di scambio. Ho accettato subito.

Adamo             Quanti sono?

Camelia            Dieci, forse dodici. Non li senti?

Adamo             (si sente rumore di un gruppo di persone vocianti ‑ sembra che chiamino qualcosa o qualcuno) Accidenti, vogliono me. E' ora di cominciare. Lo sapevo che ci sarebbe stata folla, questa sera. Ho il feeling del pubblico, io. (Si precipita all'apparec­chio dei suoni e mette in fretta una cassetta. Dopo qualche istante si sente, attutita dalla distanza, una delle marcette allegre che iniziano gli spettacoli di varietà. Gracchia parecchio, sia l'impianto che la cassetta sono piuttosto malconci. Poi, con un ultimo profondo respiro, si decide a varcare la soglia della scena)

Scena 8  Bella e Camelia

Bella                Andato. Poveraccio, non è cattivo. Ma mi sta sempre addosso...

Camelia            Non illuderti, lo fa con affetto paterno... lo ha appena detto a me.

Bella                Scherzi?

Camelia            Lascia andare. Ti dico che lo conosco. A lui... piacciono più... insomma, come dire, più pienotte, più... morbide...

Bella                Sarà. Preferirei che non fosse tanto paterno, allora. So badare a me stessa, in fondo.

Camelia            Oh, gli uomini. Tu non li conosci. Hanno sempre bisogno di sentirsi responsabili, importanti. Lui, poi... continuamente fra le nuvole. Le donne sono più concrete. Hai idea? Se ci fosse stato lui al botteghino, avrebbe insistito per avere i soldi del biglietto. Il principio, dice lui. E avrebbe perso questo salame. (Dalla scena arrivano fischi a raffica) Preparati, ora devi andare a calmarli... quei satanassi. Dovremmo proprio cambiare piazza, ormai qui siamo diventati uno zimbello, non uno spettacolo.

Bella                (preparandosi) Beh, lui dice che non si può. Non ho capito il perché. Ragioni tecniche, secondo lui. Probabilmente il meccanico non vorrà mollare il camioncino finché non abbiamo pagato il conto... Ci vorrebbe un miracolo, altroché...

Camelia            La bambina non deve sapere niente. Alla faccia...

Bella                Cosa?

Camelia            Niente. (sta arrivando Adamo) Forza, preparati, tocca a te. (Si avvicina alla cassetta e ne mette un'altra che fa un annuncio tipo quello delle spogliarelliste ‑ però non si sente molto, solo il suono della voce, ed una musica piuttosto intrigante, e gracchiante, che accompagna l'uscita di Bella. Al momento dell'apertura della tenda che funge da porta, si sente arrivare un boato ‑ da poca gente ‑ entusiastico.)

Scena 9   Adamo e Camelia

Adamo             (rientra trafelato e rabbioso) Le loro battute del cavolo. Dovrebbero vedere. Ma quale arte, ma quale. Questi capiscono solo due cose, nella vita: quel poco che gonfia loro la pancia... e quel poco che gonfia loro...

Camelia            (filosofa) Il salame!

Adamo             No! Dicevo: quel poco...

Camelia            (preparandosi ad uscire, mentre fuori infuria una rumba e si sentono degli olè da plaza de toros) Io, dicevo: hanno pagato con un salame: che cosa vuoi di più? Fregatene della loro arte. Quanti ammiratori sinceri hai trovato, in tutte le piazze dove ti sei esibito? Nessuno, vero? Allora, dammi retta: sii contento che apprezzino almeno le grazie di Bella e che pagano i loro salami.

Adamo             No! Non è vero? A Caltemntas, quella volta, non ti ricordi: bambini che ridevano e genitori commossi: applausi... dicevano che ero meglio di Groucho, che ero meglio di Popov, no credimi, non si può arrivare a questo punto...

Camelia            Mmmf, erano tutti ubriachi, mi pare di ricordare. La festa del patrono e contemporaneamente la cresima dei bambini. Non fa testo. Piuttosto, speriamo che Bella non si monti la testa, senti che roba! (grida dall'esterno)

Adamo             Di questo non mi preoccupo: quella ragazza è una perla. Hai visto anche tu, no, come si comporta...

Camelia            Già, già, l'ho visto... è per questo che... ma lasciamo perdere, tocca a me, adesso... (si avvicina alla uscita verso la scena, mentre la musica si sta smorzando)

Scena 10  Adamo e Bella

Bella                (entra trafelata e rossa in viso mentre Camelia esce, dandosi un reciproco buffetto) Ohhh, è fatta. Pensare che dovrò uscire ancora... No. Mi vengono i brividi. Uffa, che bovari.

Adamo             Lo dicevo giusto a Camelia: un pubblico veramente degradato.

Bella                E' che ormai ci considerano come pulci. Come vermi. Ci vedono da settimane, sempre uguali... Non si interessano più allo spettacolo. Vogliono solo vederci schiattare.

Adamo             Ma non ce la faranno, per Dio. "Deve" succedere qualcosa! Deve!

Bella                Forse un giorno si stancheranno di aspettare e bruceranno la baracca. Con noi dentro.

Adamo             Stai parlando come Camelia.

Bella                Forse perché mangio tutti i giorni quello che prepara Camelia.

Adamo             Prepara? Whaooff...

Bella                Non criticarla, lei è la più in gamba di tutti.

Adamo             Oh, in gamba. Anche troppe, di gambe. E'... piatta, malgrado le sue curve.

Bella                (prepara un materasso vicino alla uscita per il prossimo esercizio)

Adamo             Lascia stare, faccio io. Tocca a me adesso.

Bella                Allora sbrigati, che fuori stanno facendo casino.

Adamo             (si prepara vicino all'uscita ‑ con una mano tiene il materasso) Non dovresti parlare così... Offf! (Si scontra con Camelia che rientra, un po' affannata e visibilmente poco gratificata dall'accoglienza che ha avuto, mentre da fuori si sentono risate e schiamazzi derisori. Come Camelia entra, Bella cambia musica e Adamo, con un salto, esce di corsa e urlando verso la scena, con forzata allegria, trascinandosi dietro il materasso)

Scena 11  Bella e Camelia

Camelia            (si cambia la tuta, ne infila una più sgargiante e forse rattoppata; si sta preparando per l'antipodismo, cioè farà girare un oggetto con i piedi) A volte, devo ammetterlo, li trovo eccessivi anch'io.

Bella                Una volta in Spagna ho visto un combattimento di galli. Gli spettatori avevano la stessa espressione.

Camelia            (voci di derisione e fischi dall'esterno, Adamo non sta avendo successo) E' meglio che non ci pensi. Posso sempre tirargli addosso qualcosa. Potrei scagliare addosso me stessa.

Bella                Non... Non ne vale la pena. E' meglio che ti prepari, sembra che fuori vada piuttosto male.

Camelia            Sono pronta... sempre se Adamo riesce a ritornare vivo (i fischi e gli schiamazzi si fanno più forti ‑ incrocio quasi violento fra Adamo che rientra infuriato e Camelia che esce)

Scena 12  Adamo, Bella

Adamo             Io... li ammazzo!

Bella                Calmati, stanno solo scherzando. Si stanno divertendo. Senti come ridono? Sarà meglio che prepari qualcosa anch'io. (Si infila dietro la solita cesta e indossa un costumino ancora più osè. Fuori, continua la bagarre, si sente un urletto di Camelia)

Adamo             Io... io li ammazzo! (si avvicina furibondo all'uscita, appena in tempo per sbattere praticamente addosso a Camelia che rientra di corsa)

Scena 13 Bella, Camelia

Bella                (si precipita a cambiare musica ‑ i cambi di musica devono avvenire ad ogni passaggio, a cura di chi è libero in quel momento ‑ attenzione alla scelta delle musiche, che potrebbero sottolineare in maniera precisa la drammaticità delle azioni) Non dire niente!

Camelia            Volevano tirarmi addosso una sedia!

Bella                Non ci sono riusciti?

Camelia            Sono svelta come un fulmine, io. Tiè! (Fa un gesto con le braccia)

Bella                Speriamo che Adamo stia calmo.

Camelia            Oh, lui ha un istinto, con il pubblico. Lui lo chiama feeling.

Bella                Un istinto omicida. (Si sentono le urla di Adamo, da fuori, come suoni indistinti. Sembra inveire, più che divertire il suo pubblico) Meglio che stia pronta. Si sente rumore di parecchie sedie, questa volta.

Camelia            Non credo che a lui riescano a fare una cosa del gen... (urla più alte, Adamo che rientra di corsa. Appena arrivato di qua della tenda, una sedia riesce quasi a raggiungerlo, mentre Bella lo schiva per miracolo, uscendo)

Scena 14  Adamo e Camelia ‑ poi Bella

Adamo             (si sta cambiando di gran carriera, mettendosi nel suo costume da prestigiatore. Da fuori arrivano urla di approvazione entusiastica. La musica è ovviamente cambiata. Adamo mugugna rabbiosamente delle frasi incomprensibili)

Camelia            (Si mette presso l'uscita a sbirciare sulla scena. Mette una mano sulla bocca) Ehi, stanno per scendere in scena. Non credo che Bella resisterà molto di più, sei pronto?

Adamo             (esasperato) Sìiii, sìiii, accidenti, sììì!

Camelia            (allarga la tenda per far rientrare Bella, seguita dalle urla di disappunto del pubblico, non soddisfatto dalla sua esibizione troppo breve) Beh, allora... buttati!

Adamo             (parte dalla sua posizione, piuttosto arretrata, di corsa, dimostrando un entusiasmo scenico che è fatto soprattutto di rabbia e di frustrazione. Trascina, con una mano, un altro materasso, evidentemente per un altro esercizio che ha in progetto di compiere. Mentre Bella è ormai rientrata e si sposta per farlo passare, tenendo aperto il varco assieme a Camelia, lui ha un improvviso inciampo, e cade a terra, stramazzando. Urla di scherno del pubblico, che ha visto attraverso l'apertura, ma lui rimane a terra. Le grida improvvisamente si quietano. Le due donne si affannano attorno a lui, per qualche istante, inutilmente. Camelia, però, sa che lo spettacolo deve continuare, per cui con un gesto ricaccia fuori Bella ‑ grande entusiasmo del pubblico, arimusica adatta ‑ e chiude l'apertura. Poi, non vista, attacca il bouche à bouche con Adamo, con tutto il repertorio delle solite cose adatte al rinvenimento. Nessuna reazione. Dopo qualche istante rientra Bella, sfinita, e caccia fuori Camelia. Cambio di musica).

Scena 15  Adamo, Bella (poi Camelia)

Adamo             (Non accenna a riprendersi, mentre Bella si dà da fare per la rianimazione, ma senza bocca a bocca. Contrasto tra la falsa allegria esterna ed il vero dramma interno.)

Bella                (scocciata) Ma questo sta dormendo! (si guarda attorno, cercando qualcosa per agire, per fargli aria, o simili. Insomma, si affaccenda ‑ fuori è la consueta cagnara, ma un po' stanca, per temporaneo esaurimento delle forze)

Camelia            (rientra, con un gesto di "alla malora" verso il pubblico, e si precipita sul corpo)

Scena 16  Adamo, Bella, Camelia

Camelia            Ho dovuto... ballare anch'io. Ma immagina tu! Come sta? Si è ripreso?

Bella                Secondo me sta dormendo.

Camelia            Un bel momento, per fare un pisolino. Con quei disperati, là fuori. Mi chiedo se per un salame ne valga la pena. (Ad Adamo, dandogli qualche buffetto) Su, Su, bello. Dai, che sei forte come un toro. (A Bella) Beh, cosa fai, non esci?

Bella                (sembra catatonica) Che si fottano.

Camelia            (sempre intenta a rianimare il bischero) Oh, beh. Ti capisco. Solo che... beh. Accidenti, ci vorrebbe proprio... ci vorrebbe proprio, adesso...

Bella                (come sopra) Che cosa?

Camelia            Non credi che dovresti uscire? Senti che casino. No, dico, ci vorrebbe il tuo... Quello tedesco, come lo chiamavi?

Bella                Tedesco?

Camelia            Vuoi vedere che devo uscire di nuovo io? Finirò per calare di peso. Insomma, quello là che chiamiamo quando c'è bisogno, dai, ne avevamo parlato...

Bella                Ah. Zeegott.

Camelia            Ecco, quello lì, ma già... ecco che si riprende... Ehi, cosa succede?

(Mentre da fuori i fischi aumentano di intensità, e le due donne sono concentrate su Adamo (Bella in maniera meno presa) dietro di loro si rovescia una cesta e ne esce, tutto confuso, Dalafat. Subito dopo arrivano, dall'esterno, tre belle mele. Camelia ha sentito il rumore e si gira di scatto a guardare. Bella si gira con una certa lentezza, e persino Adamo alza ora la testa, incuriosito.)

Scena 17  Adamo, Bella, Camelia e Dalafat

Camelia            Ehi, che cosa fa lì?!

Dalafat              (alza le braccia in segno di difesa, senza dire nulla)

Bella                Che cosa è?

Adamo             (mugola)

Camelia            (il pubblico, fuori, rumoreggia) Dico, vuoi rispondere? Oh, cavolo. Ho capito. E' un guardone. Un vecchio sporcaccione che sta qui a vedere le ragazze mentre si cambiano!

Dalafat              Noooooo! Io...

Bella                Che si cambiano?

Camelia            Ma certo! Guardalo lì, con quel sozzo camicione e quella barba posticcia. Si capisce che si vergogna e non vuole farsi riconoscere! Sarà scappato da una casa di correzione. O dal manicomio!

Bella                Scappato?

Adamo             (Quando non lo vedono alza la testa a curiosare)

Dalafat              No. Io....

Camelia            Noi siamo qui nel casino più totale e dobbiamo anche vedere un vecchio porco che si diverte alle nostre spalle. Eh?!

Bella                Non è tanto vecchio.

Camelia            Vecchio o giovane non mi interessa. Qui lo spettacolo si vede là fuori! E pagando il biglietto!

Dalafat              No, io, ecco... sono qui... (fa gesti disperati verso le quinte ‑ il pubblico rumoreggia)

Bella                Sembra un clown.

Dalafat              Ecco, io...

Camelia            Oh, accidenti! Un clown... Ma perché non la smettono, quelli là! VA BENE, VA BENE, ARRIVIAMO! Ehi, vuoi vedere che è venuto a chiedere una mano? Beh, ma allora deve fare la sua parte. Deve esibirsi, no?

Bella                Sembra uno strano clown. O forse un jongleur.

Camelia            Qui siamo tutti matti. Io per prima, che adesso me ne vado fuori a calmare quegli assatanati. Perché tu, Bella, sembri proprio sulla luna. Beh, cerca di chiarire con questo tipo cosa ha intenzione di fare. Adamo se la caverà. (esce verso la scena, salutata da grida e da sghignazzi)

Scena 18  Adamo, Bella e Dalafat

Dalafat              (fa segni disperati verso le quinte, dove vede, o crede di vedere, Embolo. Bella lo osserva con curiosità mista a sorpresa, equivocando. Lui se ne accorge e cerca di mettere le cose a posto) Ehm, io... non è così... io credo che...

Bella                Uh, non preoccuparti. Ho girato, io. Non è lo stile solito, chiaro. Ma non mi pare male.

Adamo             (ha la faccia schifata, soprattutto sentendo la mezza approvazione di Bella. E' chiaro che per lui Dalafat è una frana; tuttavia non interviene. Non è ancora giunto, a suo giudizio, il momento di rinvenire definitivamente. Cerca di attirare l'attenzione con piccoli gemiti, ma nessuno gli bada, al momento)

Dalafat              (Continua nella sua ginnastica. Manda al suo interlocutore il messaggio mimato:"Guarda in che guaio mi hai cacciato. Me la batto subito." Poiché vede che Bella lo sta osservando ed è conscio di sembrare quanto meno originale, cerca di tenere, come si dice, i piedi in due scarpe) Non deve pensare a me come... Ecco, io non ho mai...

Bella                Oh, io non giudico. Capisco benissimo. Una gomma a terra. Può anche darsi uno spinterogeno che non fa il suo dovere. O la benzina che è finita. Le ho viste tutte. Sono nata nel varietà, io. Beh, non potevi entrare in modo più... d'effetto, ecco, d'effetto. Ma non c'era nessun bisogno.

Dalafat              (Cessa un momento la sua disperata mimica con l'invisibile Embolo perché vuole chiarire bene le cose. Gli sembra che la piega presa non sia per nulla soddisfacente) Oh, io devo chiarire una cosa . mi sembra indispensabile. Io... io non so nulla di benzina, di spinte... come l'ha chiamato?

Bella                E' questo il guaio: crediamo tutti di intendercene, ma alla fine bisogna ricorrere al meccanico. Il quale pretende di essere pagato altrimenti non molla il camioncino. No, no: io ti capisco. Ho imparato da poco anch'io il nome: spinterogeno. Non so esattamente che cosa significhi, ma lo tiro fuori ogni tanto per calmare le arie di Adamo, che quando guida sembra il corsaro nero laureato in ingegneria.

Adamo             (Sbuffa, piuttosto seccato, ma ancora si trattiene)

Dalafat              (cerca di fermare quel diluvio) No, non credo di poter seguire un simile eloquio, delle enunciazioni tanto assurde e complesse. Io devo rendere assolutamente chiaro...

Bella                (ridiventa assente e catatonica, parla come a se stessa) Oh, un clown di quelli che vanno di moda adesso, che cercano di far ridere parlando in maniera buffa... Mah, può darsi che funzioni...

Dalafat              (intimorito dal suo stesso coraggio, e dalla mancanza delle attese reazioni da parte di lei) Non so... io non vorrei...

Bella                Ed una specie di Pierrot scemo... è un miscuglio interessante ed inatteso...

Dalafat              Ma non è possibile. Ho la sensazione di essere capitato in una situazione impossibile...

Bella                Per quanto io continui a preferire il sistema tradizionale. Mi sembra più vicino al pubblico. E' come nella danza: si dice gran bene delle novità ma tutti corrono ad applaudire Giselle...

Camelia            (irrompe, seguita da risate e fischi)

Scena 19  Adamo, Bella, Dalafat e Camelia

Bella                Devo dirti una cosa.

Camelia            Purchè non sia un insulto: ho già avuto la mia dose mensile, là fuori.

Bella                E' un clown, te lo avevo detto.

Camelia            (squadra sospettosa Dalafat, che ha ripreso le sue mimiche con le quinte, visti inutili gli sforzi per farsi capire da Bella) Quello lì?

Bella                Piuttosto, come dire, moderno. Sai, la televisione li ha influenzati molto. Però non è male. Forse non chiama... la risata immediata, l'applauso...

Camelia            Oh, no. Per ridere, fa ridere.

Bella                Parla in modo strano.

Camelia            Sa anche parlare?

Bella                In modo strano, ti dico. Sai, sembra un film in costume. Non saprei l'epoca. Io non me ne intendo molto.

Camelia            Purché sia un'epoca nella quale si mangia a sufficienza.

Bella                Beh, credo che si possa provare. Credo che chiedendolo gentilmente...

Camelia            Gentilmente? Ma stai scherzando? Li senti? (Il pubblico rumoreggia) Cacciarlo subito fuori, bisogna! (Si avvicina a Dalafat, che è impaurito dalla sua aria minacciosa e cerca di scappare) Eh, no, bello mio. Se vuoi la tua parte di salame te la devi guadagnare. Là! Là fuori!

Bella                Mi sembra che voglia dire qualcosa.

Camelia            Ehi, ma parla straniero sul serio?

Dalafat              Io vorrei chiarire nella maniera più limpida ed amichevole che sono soltanto avverse circostanze quelle che mi hanno condotto...

Bella                Ecco: lo senti?

Camelia            Sì, ho capito. Fa schifo, ma non abbiamo scelta. Fuori!

Dalafat              (Ancora qualche passo indietro, nella direzione voluta da Camelia, sempre cercando di difendersi) Mi pare che un minimo di comprensione...

Bella                Prova a chiederglielo gentilmente...

Camelia            E come no? Secondo te, lui ha bussato prima di entrare? Guarda che non sono ancora convinta che non si tratti di un ladro. Questa è la sua, diciamo così, prova d'appello. Dimostri quello che è, oppure... (minacciosissima)

Dalafat              (Sempre più spaventato) Io credo che ci sia bisogno di spiegazioni... Un momento di calma...

Bella                Forse non ha torto...

Camelia            DOPO! Dopo. Adesso bisogna calmare quelli là! FUORI! (con un balzo sembra assalire il povero Dalafat, che, di schiena, esce nella scena. Fuori, il pubblico che non ha cessato di chiassare, improvvisamente si quieta. Un silenzio terribile, carico di tensione, invade per alcuni istanti l'ambiente. Poi, come da lontano, un urlo disumano... non si capisce se è il terrore di Dalafat o il grido di guerra della torma che si prepara a linciarlo. Camelia ha un gesto definitivo, come "beh, è il suo turno", e finalmente si rivolge a Bella, che non nasconde una certa partecipazione alle pene di Dalafat.)

Scena 20  Adamo, Bella e Camelia

Adamo             (rinforza il mugolio, e finalmente le due donne si ricordano di lui) Ohhhh

Camelia            Adamo! Mio dio... me ne ero dimenticata!

Bella                Ma hai sentito?

Camelia            (non dà importanza a quello che accade fuori, ormai è concentrata sul suo cocco) Ah, lascia stare, è un uomo, se la caverà benissimo. Come va?

Adamo             (fingendo di rinvenire da un mondo lontanissimo) E... lo spettacolo...

Bella                (guarda Camelia)

Camelia            (raccoglie lo sguardo, con un gesto di intesa) Ah, bene. Benissimo. Molti applausi. Sai, il clown.

Adamo             Come?

Bella                Il passante...

Camelia            Eh, già. Tu non sai niente. Dunque, eravamo disperate...

Bella                Uno che si è fermato con una gomma a terra. Sai, secondo quella che è l'usanza del varietà, eccetera eccetera...

Camelia            Insomma, pare un clown.

Adamo             Ditemi!

Bella                Ma insomma! Lo sto facendo: un clown con una gomma a terra si è fermato per fare lo spettacolo.

Camelia            Stai facendo confusione.

Bella                E' che non mi lascia parlare.

Camelia            Beh, in fin dei conti, adesso è fuori. Ha la sua dose, come tutti.

Adamo             Un clown! Che faccia ha?

Camelia            Beh, più o meno così... così... come tutti.

Bella                Piuttosto... si potrebbe dire... non male, ecco...

Camelia            Assomiglia ad un barbone.

Adamo             E' un ladro! Altro che clown!

Bella                Ma no! Se ti ho detto...

Camelia            Il salame! (parte alla ricerca del suo tesoro)

Adamo             Un ladro! Li conosco, io!

Bella                Eh, già, con tutto quello che c'è da rubare!

Adamo             Lui non può saperlo!

Bella                Sarà stato attirato dal lusso della nostra baracca!

Camelia            Ahhh... trovato! Meno male. Non è un ladro di salami.

Adamo             Cosa stai dicendo?

Camelia            Che per quanto mi riguarda, non è un ladro. Il salame c'è ancora.

Bella                Visto?

Adamo             Ti dico che è un ladro! (mentre parla, il fracasso fuori che si era mantenuto su livelli normali, aumenta all'improvviso di intensità)

Bella                Sei cocciuto!

(Dalafat rientra di corsa, guardandosi all'indietro come per schivare gli oggetti più pesanti)

Scena 21 Adamo, Bella, Camelia e Dalafat

Dalafat              (angosciato) Io.. io devo dirvi... devo dirvelo ad ogni costo. Io... io mi chiamo Dalafat, non Daniele, nemmeno lontanamente Daniele e non ho alcuna dimestichezza con le fosse dei leoni... Non credo che vorrei averla, in ogni modo e mi pare che là fuori ci sia la versione più terribile di quella che chiunque definirebbe una fossa, una vera e propria fossa dei leoni...

Bella                Oh, poverino...

Adamo             Un clown, mi fate ridere...

Camelia            Beh adesso si calmi. (Fuori, ancora grida) Beh, al diavolo! Mi pare che lo spettacolo sia stato anche troppo lungo, per un solo salame! Adesso li sistemo io, li sistemo! (Mette la cassetta con la musica della "passerella finale") Adesso è ora di finirla! Andiamo! Passerella finale!

Dalafat              Oh... no! Io là fuori non torno! Nemmeno per tutte le forze della filosofia!

Camelia            Cosa? Sbrigarsi, sbrigarsi! Se finisce la musica bisogna ricominciare. (Si sente una voce registrata che in qualche modo conclude la serata al circo. Adamo, come un cane da caccia che sente l'odore della lepre, è già pronto. Dietro di lui, Bella, in posa. Infine, Camelia) Forza, le dico!

Dalafat              No! Per mille volte no!

Camelia            (mentre gli altri già si avviano) Al diavolo! Faremo senza! (esce anche lei, con una posa acconcia. Prosegue il rumore esterno, ma di tono diverso)

Scena 22  Dalafat ed Embolo

Dalafat              (La guarda uscire attonito, quasi incredulo di essere lasciato solo. Poi reagisce immediatamente cercando Embolo. Non lo vede) Ci deve essere un'uscita, una via di uscita, intendo dire. Qui o lì. Non intendo restare un minuto di più! (Si avvia verso un'uscita esterna)

Embolo            (Gli si para davanti) Non si prevede questa alternativa. Si richiama al rispetto degli impegni.

Dalafat              Ah, ecco dov'eri. Sempre da qualche altra parte, quando c'è bisogno di te. Hai visto che cosa è accaduto? Ma ti rendi conto? Ancora un po' e mi sarei messo a piangere!

Embolo            Si discorda sull'interpretazione dei fatti. Si suggerisce di mettere a freno la fantasia.

Dalafat              Fantasia? Io? Ma se sono il più razionale... No, lascia perdere. Stava per succedere qualcosa di terribile, là fuori. Comunque, non importa. Andiamocene subito.

Embolo            Si esclude la possibilità. Si riporta al regolamento che impone precisi doveri.

Dalafat              Regolamento? Ma tu sei scemo. Io... io... ma lo sai chi sono io?

Embolo            Si ritiene di essere ampiamente documentati in proposito.

Dalafat              Beh, invece ti sbagli. Senti un po' (gli mormora qualche parola all'orecchio)

Embolo            Si era al corrente di qualcosa del genere. Si fa notare tuttavia che le sue attribuzioni attuali sono differenti.

Dalafat              Ah, io non ne so niente. Devo andarmene e non demordo.

Embolo            Si ricorda qui di seguito la descrizione come riportata dal mansionario del contratto: "Operatore artistico temporaneo di supporto".

Dalafat              Non so dove voi prendiate questo linguaggio idiota. Sembra... non so che cosa sembri. Ma ne discuteremo in viaggio. L'importante è sparire al più presto. "Operatore artistico..." Ma si può? A me?

Embolo            Si è nei più stretti termini del regolamento. Si ritiene che nei competenti dicasteri si ravvisino delle concludenti affinità.

Dalafat              Pfui al regolamento. Doppio pfui ai dicasteri competenti. Io ho degli impegni precisi. Hai idea dell'importanza della mia ricerca? Te ne voglio proprio parlare. (di nuovo mormorii all'orecchio) Sono vicino alla soluzione del problema fondamenta­le... E questi... "Operatore artistico..." Ma scherziamo? Io non sono mica un... come dicono... un clown, o forse un... ecco, un jongleur. Che cosa vuol dire?

Embolo            Si descrive senza dubbio un individuo che effettua giochi di abilità con più oggetti sferici contemporaneamente.

Dalafat              Eh? Oh. Beh, io non ne sono minimamente capace.

Embolo            Non si trova affatto il soggetto incapace di far girare delle palle.

Dalafat              Ah, era questo? Ma allora sta qui la base dell'errore. E' un evidente equivoco. Hanno smistato male la richiesta. Non era indirizzata ad uno con le mie caratteristiche.

Embolo            Non si dà il minimo errore. Si conferma l'inevitabilità della scelta.

Dalafat              Ma se risulta chiarissimo: non possono aver bisogno di me, in questa situazione.

Embolo            Si conferma: si tratta di stato di necessità. Si può soltanto accettare che in questo periodo vi è forte richiesta di jongleurs, prestigiatori e ammaestratori di colombi, mentre invece risulta assai scarsa quella di...

Dalafat              (lo interrompe, arrabbiato) Ahhh, non c'è bisogno di fare gli spiritosi: sarà una coincidenza. Ti assicuro io che in tempi normali, quelli come me, che fra l'altro sono molto pochi...

Embolo            Si trovano ad essere del tutto ignorati.

Dalafat              Mettila come vuoi! Me ne vado!

Embolo            Si esclude. Si profila piuttosto il rientro dei membri di questa comunità, e si rende quindi necessaria la mia assenza.

Dalafat              Ma no! Fermati, dobbiamo definire questa faccenda!...

(I tre eroi, rientrando, lo trovano che sta ancora facendo segni disperati verso Embolo, che ormai non si vede più)

Scena 23 Adamo, Dalafat, Bella e Camelia

Adamo             Ah, eccolo! Un clown! L'unica cosa che fa ridere è l'idea che sia un clown. Un ladro, ecco che cosa è!

Bella                Beh, ma la tua è una fissazione...

Camelia            Va bene, non è un ladro, ma nemmeno un clown, cerca di essere obiettiva.

Bella                Ma lui insiste.

Adamo             Ho i miei buoni motivi. Dovreste averli anche voi, se vedeste le cose un po' più chiare.

Dalafat              Vi prego, non litigate per me. Me ne vado subito.

Adamo             Saggia idea.

Bella                Oh, no, non è giusto. In fin dei conti ha lavorato.

Dalafat              Devo andarmene.

Bella                Fermati almeno a cena.

Camelia            Non c'è molto da mangiare. Quasi niente. Ma se proprio vuole fermarsi.

Dalafat              Mangiare? E come posso pensare a mangiare in un momento simile. E poi, è una cosa che ho dimenticato da migliaia di anni.

Adamo             Cooosa?

Camelia            Allora può fermarsi. Capperi, che dieta!

Bella                Qualcosa devi pur inghiottire. Altrimenti, come farai a riparare la ruota?

Dalafat              Devo andarmene. Mi sono fermato anche troppo.

Adamo             Giusto. Lo pensavo anch'io.

Bella                Ma no, aspetta... almeno riposati un po', prima.

Camelia            Viste le circostanze, in fondo, penso anch'io...

Adamo             (arrabbiato) Va bene. Allora me ne vado io! (si avvia, fino all'uscita, ma nessuno gli bada, malgrado si giri per vedere se qualcuno lo trattiene; allora esce bruscamente, mugugnando)

Bella                E' l'usanza del varietà, non puoi andartene così.

Dalafat              Lui (di Adamo) se ne è già andato. La legge non vale per lui?

Bella                Come? Oh, beh, non importa, tornerà.

Camelia            Chi? Oh, accidenti. Meglio seguirlo, Quando è così, tende a fare mattane. (esce)

Scena 24  Dalafat e Bella

Bella                Ma perché vuoi andartene... e poi, cos'è quella storia del mangiare?

Dalafat              E' che Embolo... Beh, perbacco, non penso che possa capire.

Bella                Non credere. Ho girato il mondo, sai? A me puoi dire tutto.

Dalafat              Tutto? Ci mancherebbe!

Bella                Se è per la ruota, non preoccuparti. Ho capito subito che non avevi nessun camioncino. E' chiaro poi che non hai mai visto un palcoscenico. Altro che comico. Ma, come vedi, ti ho tenuto bordone, con Adamo.

Dalafat              Con Adamo? Bordone?

Bella                Ma guarda, non l'ho fatto solo per te. A me non importa che tu sia un ladro. Qui non hai rubato niente e tanto mi basta. L'ho fatto più per Adamo. Quel presuntuoso. Crede sempre di avere ragione. Lui sa tutto, lui capisce tutto. Si sente il capo, l'hai notato? Invece, quando il cavaliere ci ha piantati, abbiamo deciso che saremo stati in tre: tutti uguali..., una specie di cooperativa, capisci?

Dalafat              Io non sono in grado di discutere...

Bella                Mi rendo conto. Sei stato preso quasi con le mani nel sacco.

Dalafat              Lei insiste a non capire.

Bella                Oh, no, sai. Faccio finta. Te le ho spiegate le ragioni. E poi, se vuoi saperlo, io mi fido di te. Hai la faccia onesta, malgrado tutto.

Dalafat              Malgrado tutto? Ma vuole smetterla! Ora, io dovrei parlare con...

Bella                Ma parla con me.

Dalafat              Se lo trovo. Maledetto Embolo!

Bella                E' il tuo impresario? Sei nei guai anche tu!

Dalafat              Oh insomma, la smetta!

Bella                Nervoso. Nervoso, si capisce. Beh, devi sfogarti, allora.

Dalafat              Accidenti, e ora, come me la tolgo di torno?

Bella                Non trovi che cosa?

Dalafat              Vorrei... ho... ecco, ho sete! Una terribile sete.

Bella                Ehi, questa è buona. Non avevi fame per anni, ma sete sì. Che dieta è?

Dalafat              Non si può avere un po' d'acqua? Sto veramente morendo di sete.

Bella                Vuoi mettermi alla prova, eh? E sta bene. Qui non c'è acqua. La prendiamo alla fontana, là fuori. Sono quattro passi.

Dalafat              Io non posso muovermi!

Bella                Lo vedi? L'avevo capito: vuoi vedere se veramente mi fido di te. D'accordo, ti lascio solo per un po'. Te l'ho detto: sarai anche un ladro, ma per me hai la faccia onesta. Un po' bambocciona, se si vuole. Però...

Dalafat              Ho sete!

Bella                Va bene! Vado! Che urgenza! (esce)

Scena 25   Dalafat ed Embolo

(Appena la ragazza è uscita Dalafat si mette a cercare, come un furia. Sbatte all'aria tutto, per cercare Embolo, senza avvedersi che, in uno dei suoi movimenti, l'interlocutore si è messo dietro di lui e osserva incuriosito il suo frenetico trafficare)

Embolo            (ex abrupto) Si stanno facendo esercizi?

Dalafat              (fa un salto) Eh? Ah? Ahhhh! Eccoti! Non permetterti più! mai più! Sia chiaro! Di andartene mentre io sto parlando con te. Mentre sto chiarendo i fatti. Mi hai lasciato nella...

Embolo            (lo blocca) Si tratta esattamente della situazione prevista. Si trovano riscontri precisi con quanto descritto nei documenti di missione.

Dalafat              Mi hai lasciato nella... Nella confusione più pazzesca! (esplode) Ma hai idea, una piccola, una pallidissima idea di quello che sto passando? Un ladro, ecco per chi mi hanno preso, un ladro. Dopo che sono finito nella fossa dei leoni, come il collega Daniele, ecco che mi sento dare del ladro. E non solo da quello là, bada bene, ma anche dalla... ehm... dalla... ecco, insomma, da quella lì.

Embolo            Si stanno superando i limiti della cortese conversazione.

Dalafat              Conversazione! Io sono qui che sto facendo le capriole per la disperazione e lui crede di fare quattro chiacchiere. ma dove credi di essere? Nel limbo? Beh, ti sbagli, mio caro. Spero che ora tu sia andato almeno a farti dare istruzioni corrette e che tutto sia chiaro, adesso. Bene, che cosa devi dirmi, su?

Embolo            Si conferma che gli ordini sono immutati e tassativi. Non si danno alternative possibili, per il momento, né sono prevedibili per il futuro.

Dalafat              Ma allora è una congiura! Scommetto che qui c'è lo zampino di... niente, lo so io di chi. Tutta invidia. Devono aver saputo dei miei studi. Del fatto che ho già parlato con... Oh, beh, inutile fare nomi. Ma allora, come ce la caviamo?

Embolo            Si suggerisce qualche esercizio...

Dalafat              A far girare le palle? Già. potresti insegnarmi qualcosa...

Embolo            In fondo, non si vedono speciali difficoltà.

Dalafat              Eh, proprio. Non se ne vede nemmeno una. Per esempio, tu devi rimanere nei dintorni e noi dobbiamo...

Embolo            Si esclude una presenza costante. Si dà il caso che debba seguire contemporaneamente più situazioni.

Dalafat              Oh, arrangiati. Io qui sono in stato di massimo pericolo. Potrebbe accadere la catastrofe da un momento all'altro. Ti rendi conto che questi credono, sono convinti, insomma, si definiscono artisti? Artisti? Ma vogliamo scherzare? Lo sai a che livello di rischio stiamo giocando?

Embolo            (più debolmente) Si potrebbe fare ricorso ai poteri...

Dalafat              Ecco, bravo, organizzati, fai come vuoi, ma non‑mi‑la‑scia‑re ‑so‑lo. Qui attorno, ti voglio. Se è una pazzia, va al di là dei compiti che mi sono stati... ummf... assegnati. I poteri sono una bella cosa, sta bene. Li usi tu e li uso anch'io.

Embolo            Se si riferisce proprio all'uso del soggetto...

Dalafat              Che modo di parlare... Bisogna che faccia un rapporto, al mio ritorno. No, caro, non basta. Li uso io, ma li usi anche tu. Anzi, mettiamoci d'accordo: appena io ti chiamo tu devi farti vivo. chiaro?

Embolo            Si intende chiamare in qualche modo speciale...

Dalafat              Perfettamente. Potrei... ecco: battere le mani. Quando batto tre volte le mani...

Embolo            Si rifiutano rapporti servili.

Dalafat              Come? Ah. Oh, beh. Cosa posso fare? Io escludo di mettermi a gridare... Ahhh, trovato. Levitazione. Ogni volta che entro in levitazione, tu vieni di corsa.

Embolo            Si teme che la cosa desti inopportune curiosità.

Dalafat              Oh, ah. Oh, beh... no, senti, a loro sembrerà un saltino, nient'altro che un innocente saltino... Su dai, che non c'è tempo di pensare ad altro.

Embolo            Si crede...

Dalafat              Basta, basta discutere. Piuttosto, dovrai nasconderti...

Embolo            Non si ritiene necessario. Si è perfettamente trasparenti allo sguardo ed atoni a suoni.

Dalafat              Sei sicuro? Perché io, allora, sono visibile?

Embolo            Si tratta di necessità tecniche della missione.

Dalafat              Ah, ecco. Quindi tu sei a posto. Allora... non possono sentirti né vederti. Mentre io sono visto e sentito. Oh, bella. Bella pensata. Già, già... ma sei sicuro della cosa? Cioè, siamo sicuri che funzioni?

Embolo            Si conferma. Si sono presi personalmente gli opportuni accordi con il reparto tecnico. Si può istantaneamente verificare... (fa un gesto ‑ Bella sta rientrando)

Scena 26  Dalafat, Embolo e Bella

Bella                (Ha con sè un pesante contenitore per l'acqua) Beh, spero che ne avrai abbastanza. Se la tua sete è come la tua fame, dovrai bere un bel po', immagino, per metterti in pari... Lo vedi che sei ancora qui? (trionfante) Ecco la prova! E scommetto che non hai rubato niente!

Dalafat              (alza le braccia in segno di purezza di intenzioni ‑ come chi dispera di essere mai capito)

Bella                Non che ci fosse niente da rubare. si capisce. Ma è l'intenzione, che conta, capisci? Io... sono certa che non hai preso niente perché non volevi prendere niente...

Dalafat              (cerca di capire se la ragazza vede Embolo, tranquillamente seduto in un angolo)

Bella                Piuttosto... ti ho sentito brontolare qualcosa, prima, da fuori, sembravi eccitato. Ti succede spesso di parlare da solo?

Embolo            (adesso parla in un gramelot che dovrebbe essere la "personificazione della sua invisibili‑inudibilità" ‑ forse si può intervenire anche con le luci, ma comunque, se la vede il regista, no?) Haaii itooo eeeoooiii eeeedee ee ooo iii seeenee (= Hai visto che non mi vede e non mi sente) (d'ora in poi non si scriverà più il gramelot, per non turbare la delicata sensibilità degli artisti che vorranno senza dubbio dare prova della loro straordinaria bravura ‑ ci si limiterà <si veda la potenza di Embolo> a mettere tra virgolette <in inglese, to quote> i testi da gramelottare.)

Dalafat              (a Embolo) "Oh, cavolo, funziona" (a Bella) No, io, ecco...

Bella                Hai male di denti...

Dalafat              (a Embolo) "Lo vedi, siamo già nei guai" (a Bella) No, nooo è soltanto che...

Bella                Allora si tratta della gola. Ti ho sentito, sai? Forse è solo un po' di raucedine. per questo volevi l'acqua, allora... Bene, bevine quanta ne vuoi...

Dalafat              (a Embolo) "Però, è gentile"

Embolo            "Ci si perde in stupidaggini"

Dalafat              (a Bella) Non ho più sete.

Bella                (per un momento sorpresa) Oh, allora... tanto meglio. Qui comunque l'acqua rimane; ne potrai avere quanta ne vuoi...

Dalafat              (a Embolo, sorpreso) "non si è arrabbiata"

Embolo            (si limita a sbuffare)

Bella                Adesso spostati, per favore; altrimenti, come preparo il letto?

Dalafat              (allarmato) Il letto? (a Embolo) "Prepara il letto!"

Bella                Ma certo. Non vorrai che dormiamo per terra. Siamo gente civile, sai? (comincia trascinare in posizione i materassini che sono serviti per gli esercizi, dando alla stanza una parvenza di zona notte. Sempre parlando, successivamente accomoderà anche le coperte da cavallo, in modo da ottenere qualcosa di simile a due letti)

Dalafat              (a Embolo) "E io che faccio" (a Bella) E io che faccio?

Bella                Tu non fare nulla. Mi arrangio benissimo da sola.

Dalafat              No, intendo dire... (a Embolo) "Cavolo, aiutami"

Embolo            (Si stringe nelle spalle)

Bella                Senti, io non volevo dire niente, perché so quanto ognuno è geloso delle sue cose. Però quella gola Mi sembra che esageri, eh? Non riesci a spiccicare due parole senza fare tutti quegli altri rumori!

Dalafat              (cammina per la stanza ‑ ora finge di schiarirsi la voce, mandando messaggi disperati ad Embolo, il quale non sembra molto partecipe) "Ora questa vuole farmi dormire qui. Ma tu stai attento. Due letti. Quattro persone. Scommetto che anche tu ti rendi conto."

Embolo            "Si è al di sopra di questi problemucoli."

Dalafat              "Ma io non ho la minima esperienza in merito"

Embolo            "Si suggerisce allora di mantenersi estranei alla faccenda"

Dalafat              "Eh, già... estranei. Come se fosse facile."

Bella                (un po' materna) Allora, ti decidi?

Dalafat              (con un gesto di maledizione nei confronti di Embolo) Va... va bene. Ora bevo. (si avvicina al contenitore e cerca di versarsi dell'acqua nelle mani, per berla. Ovviamente la maggior parte va a terra. Bella, che ormai ha finito la sua funzione con i letti, lo sta osservando)

Bella                Ma lo sai... che sei un tipo strano? Ma da dove vieni, si può sapere?

Dalafat              Io... ecco... (implorante, ora verso Bella, ora verso Embolo, il quale gli gira le spalle, indifferente. Ma ecco che entra Adamo.)

Scena 27  Adamo, Bella e Dalafat

Adamo             (decisamente acido) Ah, non si può dire. E' la mia giornata, oggi. mai vista una combinazione simile. Dico, credo che ce ne siano pochi, in giro, come me: beh, uno di quei pochissimi, che gli venga un accidente, lo dovevo incontrare stasera.

Bella                Calmati, adesso. Che cosa è accaduto, veramente?

Adamo             Ehi, è ancora qui, il briccone? Ma non doveva andarsene subito?

Bella                Ma... sai, è molto stanco anche lui, poveraccio. Non è una vita facile, quella dei comici...

Adamo             Aridalli con quella storia... ti ho già detto...

Bella                Va bene, va bene. Dimmi cosa ti è accaduto stasera.

Adamo             Semplice: Sono uscito con un diavolo per capello e rientro senza più capelli; soltanto diavoli.

Bella                Ma perché, infine?

Adamo             Avevo ancora qualche spicciolo in tasca. Proprio spiccioli, ma abbastanza per una bevuta. Ero fermamente convinto... anche perché... (indica Dalafat)

Bella                (precipitosamente) Vai avanti, vai avanti.

Adamo             Quando si dice il destino... Proprio all'osteria non c'era un tizio con un mazzo di carte in mano? Ma sai, con una faccia, con una faccia: credimi... anche tu, che trovi del buono in tutti, lo avresti definito lo scemo del villaggio.

Dalafat              (durante il racconto girella attorno, per cercare Embolo, che si è nuovamente eclissato)

Bella                E allora?

Adamo             Bene, senza parlare, Mi fa vedere le carte. Io faccio il titubante, sai, con i polli è meglio farsi pregare, non cedere subito. Così lui insiste. Io cedo, facendogli vedere qualche moneta. Lui ne mette altrettante sul tavolo. Sembrava una sceneggiata. Avrei dovuto capirlo... avrei dovuto capirlo...

Bella                Da che cosa?

Adamo             Da quello che è accaduto subito: Non Mi ero quasi seduto che un gruppetto di gente si è fatto intorno a noi. Io non ci ho fatto caso, ma poi Mi sono accorto che c'era anche il tuo macellaio.

Bella                Droghiere.

Adamo             Pizzicagnolo, quello che vuoi. Se la rideva con la sua bella bocca cariata e piena di buchi. Bene, Mi sono detto, adesso gliela faccio vedere io. Ma quei figli di cani...

Bella                Che cosa hanno fatto?

Adamo             Niente. Hanno aspettato che lo scemo del villaggio Mi ripulisse, prima di scoppiare in una risata, ma una risata... la sento ancora nelle orecchie...

Bella                Povero Adamo...

Adamo             Eh, compatiscimi anche tu, adesso. Piuttosto, è ora che il tuo amico se ne vada. Io devo coricarmi.

Bella                Beh, sai. La sua roulotte... insomma... pare.. . ecco, è stato derubato...

Adamo             Cosa? Gli hanno rubato la sua pidocchiosa roulotte?

Bella                (visto che l'ha bevuta) Sì, oh, sì. Proprio così.

Dalafat              (Fa un gesto come per dire: io non centro, ha inventato tutto lei. Poi sulle battute seguenti, mimerà il suo disaccordo con quanto sta accadendo, intervenendo raramente nel dialogo. Alla fine, mimerà la sua disperazione)

Adamo             Un ladro derubato? Ahhh, questa è bella.

Bella                Non.. ti prego, smettila. Dormirà qui. (in fretta)

Adamo             E dove?

Bella                Qui... lì... insomma..

Adamo             Io nel mio letto non lo voglio.

Dalafat              (quasi in sovrapposizione) Io nel suo letto non ci vado.

Bella                Vedremo di...

Adamo             Ci sono solo due letti.

Dalafat              (ancora più preoccupato) Ci sono solo due letti.

Bella                Non è il caso di...

Adamo             Che diavolo hai in mente? Dov'è Camelia (cerca man forte)?

Dalafat              Che cosa intenderebbe fare?

Bella                Ecco, io... Ma perché dovete essere così stupidi? (entra Camelia)

Scena 28 Adamo, Bella, Camelia e Dalafat

Camelia            Perché gli uomini "sono" stupidi. ( si avvicina ad Adamo, che è rimasto piuttosto sorpreso per l'entrée, gli prende una mano, la stende e poi vi fa cadere sopra una piccola pioggia di monete, molto teatralmente. Per altro, siamo in teatro no?) Eccoti il tuo denaro, sciocco.

Bella                Ma come?

Adamo             Ma... ma..

Camelia            Se c'è chi sperpera, ci vuole anche chi recupera, non ti pare?

Dalafat              Sono d'accordo.

Adamo             Cosa c'entri tu?

Bella                Ma come hai fatto?

Camelia            Ho seguito questo furbacchione. Immaginavo che sarebbe corso ad ubriacarsi. Lui crede di risolvere qualcosa, in quel modo. E poi mi sono unita al mucchio di quelli che ridevano.

Adamo             (aggressivo) Non ti ho vista!

Camelia            Da come tenevi gli occhi bassi, lo credo anch'io. Ma non c'era bisogno. Il tuo scemo del villaggio era veramente tale.

Adamo             Ma cosa dici?

Bella                Ma se lo ha pelato?

Dalafat              Beh, ci sono diversi gradi, diverse categorie...

Adamo             Vuoi piantarla?!

Bella                Vai avanti!

Camelia            Oh, non ho fatto molto. Ho preso le carte... e lui credeva di aver trovato un'altra pollastrella. Invece, in meno che non si dica, avevo recuperato tutto e c'era la coda per farsi ripulire.

Adamo             Ma tu non sai giocare.

Camelia            Questa è un'idea tua. Ma non importa. Non ho affatto giocato. Ho soltanto cominciato a leggerle, le carte.

Dalafat              Cosa vuol dire?

Camelia            Non lo sai (insinuante)? Beh... dovresti impararlo, non si sa mai. Si guardano le carte e si legge il futuro della gente. E loro pagano.

Dalafat              (interessatissimo) Futuro? Pagano? Ma dici sul serio? E non ti tirano i sassi?

Adamo             Sassi? E da che mondo vieni?

Dalafat              (fa un gesto vago) Voglio dire: non ti sputano addosso, non ti fanno correre, non arrivano nemmeno i ragazzini con le fionde?

Camelia            No: pagano.

Dalafat              Quando dici il futuro alla gente? E ti ascoltano?

Camelia            Come... come un oracolo...

Dalafat              Che mondo... Mi sembra incredibile...

Bella                Beh, vogliamo andare a letto? Domani abbiamo due spettacoli, se non lo sapete: pomeridiano e serale.

Adamo             Oh, giusto! Io con quello non ci dormo.

Dalafat              Io vorrei sentire ancora...

Bella                Domani, domani. Domani avremo tutto il tempo. Domani ti insegnerò a jonglare. Un comico deve saper fare qualcos'altro.

Adamo             Beh, ma dove dorme lui?!

Camelia            Uomini... (sospira) Uomini. Stai buono, manzo: per questa notte farò il sacrificio di dividere il tuo pagliericcio.

Adamo             Buona questa: e lui...

Bella                Piantala: lui dividerà l'altro con me. Ma subito, perché sto morendo di stanchezza. L'ho fatto quasi tutto io lo spettacolo di stasera. Vogliamo smetterla? ( si avvia al proprio letto, imitata specularmente da Camelia. I due uomini si squadrano per un momento)

Camelia            Piantala, Adamo, e vieni a stenderti. E' inutile fare il gallo, qui non c'è nessun pollaio... (Adamo cede, e si avvia, scarruffato, al giaciglio, buttandosi giù subito e volgendo le spalle a Camelia, ostentatamente)

Bella                (con voce assonnata) Tu... a proposito... ho dimenticato come ti chiami... Hai intenzione di fissare il vuoto per tutta la notte... (Dalafat stringe i pugni verso l'alto e accenna qualche passo in un paio di direzioni. Quindi, guardandosi disperatamente attorno, accenna un saltino. Al rumore, gli altri alzano la testa. Lui finge indifferenza. ma ci riprova quasi subito, prima una, poi due, poi tre volte di seguito, con rabbiosa ostinazione. Alla fine gli altri lo guardano con aperta disapprovazione. Allora lui, mimando una impotente rassegnazione, si avvicina titubante al letto dove c'è già Bella, e si siede, voltandole la schiena, con la testa fra le mani, sconsolato. Le luci calano su questa immagine)

Scena 29  Bella e Camelia

(Nuovamente luce nella scena ‑ i materassi sono smontati dalla loro funzione notturna. L'idea dovrebbe essere che siamo al giorno dopo, un po' prima dell'inizio dello spettacolo pomeridiano. Gli uomini sono spariti.)

Bella                (affaccendata in qualche cosa, tipo rimettere ordine per lo spettacolo). Ho la testa che mi scoppia.

Camelia            Posso capirti. Non ho chiuso occhio in tutta la notte.

Bella                Nemmeno tu.

Camelia            Ma non per quello che penso io.

Bella                Proprio: non per quello che penserebbe chiunque.

Camelia            Sembrava un cane rabbioso: si è rigirato schizzando ogni volta come una molla. Ti dico: insopportabile.

Bella                Quell'altro, invece. Sembrava morto. Mi sono svegliata due o tre volte di soprassalto credendo che fosse realmente già freddo. Beh, non c'era molta differenza fra lui e un cadavere.

Camelia            Se n'è andato all'alba.

Bella                Come lo sai?

Camelia            Adamo, dicevo. Beh, per quanto anche l'altro.

Bella                Forse non proprio all'alba, ma poco dopo. Senza una parola.

Camelia            Senza una parola. Beh, non proprio, insomma...

Bella                E non sappiamo che fine abbiano fatto.

Camelia            Con il primo spettacolo che sta per andare in scena.

Bella                Come ce la caveremo? (lo dice in modo caricaturale)

Camelia            Mi sembra che tu la prenda bene. Ti va anche di scherzare?

Bella                Bene:  sono sopravvissuta ad una notte accanto alla mummia.  Tutto il resto Mi sembra relativo. Non sei d'accordo?

Camelia            C'è qualcosa di strano, in quello là. Forse hai ragione tu a dire che non è un ladro. Ma nemmeno uno dello spettacolo. E' quello strano vestito a ingannarci. Credo che... E' come se avesse negli occhi...

Bella                L'hai  notato  anche  tu?   Non avrei pensato  che lo osservassi con  tanta attenzione.

Camelia            E' per quelle cose che mi ha detto. Stamattina, prima di andarsene.

Bella                Dove?

Camelia            Subito  fuori  della baracca.  Ero andata a prendere dell'acqua per  lavarmi. Appena uscito Adamo. Mi sono trovata quel campione quasi addosso.

Bella                (sospettosa) Cosa voleva?

Camelia            Mi ha fatto ripetere per filo e per segno la storia della lettura delle carte. Poi  mi ha chiesto di descrivergli le persone che avevano pagato per avere un oroscopo.  Insomma,  non la smetteva con le domande ed allora l'ho mandato  al diavolo.

Bella                Ah. E lui?

Camelia            Oh,   non se l'è presa.  E'  partito con un sorrisetto tutto felice.  Come  un bambino che ha un giocattolo nuovo.

Bella                Per dove?

Camelia            (gesto vago) Qualsiasi posto.

(arriva Adamo)

Scena 30             Bella, Camelia e Adamo

Bella                Non sei riuscita a vedere...

Adamo             Credevo di aver trovato la soluzione.

Camelia            Credevo che fossi scappato come Ferrazzi.

Adamo             Non sono il tipo.

Camelia            Forse è perchè non c'era cassa da portare via.

Bella                Camelia!

Camelia            Oh, lui lo sa che scherzo.

Adamo             Ecco: lei scherza. Ti pare il momento di ridere?

Camelia            (strizzando l'occhio a Bella) Sono sopravvissuta ad una notte con la mummia, e tutto il resto mi sembra relativo...

Adamo             (sbuffando)   Ahh,   smettila.   Sono stato a mmmmscgew (mugugna una  parola incomprensibile)

Bella                Dove?

Adamo             Un posto,  non troppo distante.  Un po'  più grande di questo. Ci lavora la compagnia di Barbatelli,  in questo momento. Sono andato a vedere se qualcuno vuole fare qualche numero per noi.

Camelia            Tutti esauriti, immagino.

Adamo             Un  po'  meglio di qui.  Ma non troppo.  Almeno loro non hanno il camioncino pignorato.   Mi  hanno proposto di andare noi,  da loro.  Per la verità hanno proposto a me. Ma io ho detto che senza di voi non mi muovo.

Bella                Che anima generosa.

Adamo             Beh, io ho mantenuto quello che pensavo...

Camelia            Vieni al dunque.

Adamo             Partono stasera,  pare che a mgkdfhbdsm (altro mugugno) ci sia un buon teatro da  affittare. Lasciato libero perché ci sono stati problemi nella compagnia che  lo gestiva.  Ma con pubblico garantito eccetera.  Possiamo partecipare se abbiamo soldi.

Bella                Dove?

Camelia            Lascia stare. Un posto vale l'altro. Cosa hanno offerto?

Adamo             E'   un ladro ed un farabutto.  Credeva di prendermi per fame.  Mi ha  offerto mezza paga per una settimana, e poi si vede come risponde il pubblico.

Bella                Generoso!

Camelia            Tanto per sapere: tu, cosa avevi offerto a lui?

Adamo             Più o meno lo stesso. Non gli avevo parlato della mezza paga.  Ma non c'entra. Lui non è preso per il collo come me.

Bella                Lasciamo stare.

Adamo             Un miracolo!  Ci vorrebbe un miracolo!  te l'ho detto, io.  Sai che cosa sogno sempre? Che scendono i marziani...

Camelia            Oh, no! Ancora una volta no!

Bella                Niente marziani! Lascia stare i marziani.

Adamo             Non state mai ad ascoltarmi...

(arriva Dalafat)

Scena 31           Adamo, Bella, Camelia e Dalafat

Dalafat              (ha  l'aria più distesa e meno bisbetica del solito) Buona... buona sera.  O buon giorno? Che cosa si dice a quest'ora.

Adamo             Che è un'ora schifosa come tutte. Che ci fai qui, non dovevi andartene?

Bella                Non potresti essere un po' gentile?

Dalafat              Sono venuto per lo spettacolo.

Adamo             Bene, pagherai il biglietto, come tutti.    

Dalafat              No, io...

Bella                Adamo,   non  c'è bisogno di comportarsi in questo modo.  Lui è sempre  stato gentile con noi.

Camelia            Biglietti! Bisogna che vada al botteghino.

Adamo             Ma guardalo, che aria soddisfatta! Sembra che abbia vinto alla lotteria.

Dalafat              Ecco, io...

Bella                Sembra più... come dire... non lo so. Simpatico?

Dalafat              Ecco, se mi permettete...

Adamo             A me sembra antipatico esattamente come prima.

Camelia            Beh, è proprio tempo che mi occupi dei biglietti. Due spettacoli... Chissà che ressa, al botteghino... (esce ‑ Dalafat ha effettivamente un'aria soddisfatta, sembra quello che ha in tasca le chiavi della banca)

Scena 32           Adamo, Bella e Dalafat

Adamo             (a  Dalafat)   Beh,  puoi seguirla anche tu.  Così puoi sceglierti il  posto migliore.

Dalafat              Non mi sono spiegato, io...

Adamo             Sia  ben chiaro!  Io non lavoro per mangiapane a tradimento.  Gli spettatori, pochi  o  tanti che siano,  se vogliono entrare devono pagare  il  loro bravo biglietto. Anche se credono di essere dei clowns. Clowns. Pfui.

Bella                Adamo, sei insopportabile!

Dalafat              (allarga  le braccia in segno di impotenza e poi si dirige verso una cesta dove è sistemato una specie di tavolo da trucco, e comincia, con molta compunzione, a truccarsi come ha visto fare agli altri)

Adamo             (lo osserva per un momento, esasperato) Non mi dite! Non mi dite che il nostro artista ha deciso di esibirsi!  Ma insomma:  non ti basta il successo di ieri? No, eh? Ma la vedremo! Il Varietà di Ferrazzi, che sia maledetto, ha un  piccolo  ma onesto nome nel mondo dello spettacolo!  Non ti permetterò di rovinarlo!

Bella                Adamo! Tu non farai proprio niente! Ti ricordo che i nostri patti sono chiari! Siamo tre soci,  tutti uguali!  Se lui vorrà esibirsi, lo farà.  Ieri... sarà stato un caso. L'emozione... il fatto di essere buttato fuori in quel modo... non so... comunque, tu non impedirai un bel nulla...

Adamo             Ma non capisci (implorante)

Bella                Ho capito anche troppo!

Adamo             (sbuffando) E va bene... ma tu vedrai, vedrai che roba... Basta, vado a vedere se è tutto pronto. (esce verso il palcoscenico)

Scena 33            Bella e Dalafat

Bella                (appena uscito Adamo, si precipita su Dalafat, allarmata) Senti, cosa ti salta in mente? Vuoi davvero fare lo spettacolo?

Dalafat              (sornione) Beh, come dice un mio amico, si avrebbe quest'intenzione...

Bella                Ma  non devi assolutamente ritenerti obbligato!  E poi...  non sai come è  il pubblico,  qui!  Non hai idea della cattiveria di questa gente.  Vedi,   siamo fermi  da  parecchio tempo,  perciò è finita da un pezzo  la  curiosità  e l'interesse.   Quando vengono, se vengono,  lo fanno  solo  per umiliarci. Vogliono... vogliono vederci schiattare! E tu... insomma... tu... se almeno... Aspetta!   (va in qualche angolo a frugare ‑ e ne torna trionfante, con un piccolissimo sacchetto. Ne estrae tre mele e le mostra a Dalafat) Ecco: tu sei nuovo e quindi non se la prenderanno troppo.  Sono di bocca buona.  Se solo ti riesce di tenerle in aria per due o tre volte, magari raccontando una vecchia barzelletta... Prova, prova... non è difficile...

Dalafat              (prende  le mele,  ne posa due e guarda la terza con attenzione ‑ ha terminato di  truccarsi  e  appare del tutto rilassato ‑  la mela  sembra  interessarlo parecchio.  La butta in aria,  sotto lo sguardo speranzoso di Bella, e  poi la riprende  al  volo. La pulisce nel suo camicione,  con un  gesto antico  e monellesco, poi  strizza l'occhio a Bella e l'addenta decisamente ‑ a  bocca ancora piena) Uh, buona... Erano secoli che non ne mangiavo una così buona...

Bella                Ihhhh ‑ guardalo!  Ma sei impazzito? Non ne ho altre, dove vado a recuperarlo, ora...

Dalafat              (sembra pentito della sua boutade) Oh, beh... io non pensavo... ne vuoi anche tu?

Bella                (quasi piangendo) Guardalo... guardalo... e io che mi preoccupo... Oh, ma questa è di troppo. Di troppo. Devo... devo sentire Camelia... io non so proprio...

Dalafat              Non... non piangere. Non ne mangerò più, se non vuoi. E' che... non ne assaggiavo da tanto tempo... anzi, così buone, così dolci non ne ho mai assaggiate, credo... non fare così...

Bella                Lasciami stare! Va' via!... (esce lei, di corsa)

Scena 34  Dalafat ed Embolo

Embolo            (compare appena sparita Bella ‑ cerca di avere un tono ironico) Non si hanno più notizie del soggetto da diverso tempo. Si ritiene che il soggetto abbia dimenticato le sue ansie levitatorie.

Dalafat              (serafico) Il soggetto comincia a trovare delle soluzioni ai problemi: in altri termini, grazie al mio spirito di adattamento, non è escluso... non è per nulla escluso che io riesca a compiere la missione che mi è stata così assurdamente affibbiata.

Embolo            Non sembra che il soggetto si sia esercitato granché nelle arti del varietà.

Dalafat              Non bisogna dare troppo credito alle impressioni.

Embolo            Si dubita che si voglia fare ricorso a metodiche non ammesse...

Dalafat              Mi limito a proseguire in altro modo gli studi ai quali attendevo al momento della mia... trasferta.

Embolo            Non si vedono attinenze convincenti...

Dalafat              Come no: pensaci un po' ‑ io mi stavo occupando di trovare la quadratura tra libertà di scelta e precognizione del futuro, no?

Embolo            Si ritiene che una maggiore chiarezza...

Dalafat              Oh, insomma. Giustificare perché gli oroscopi funzionano, no?

Embolo            Si tratta di vecchie sciarade filosofiche...

Dalafat              L'ho fatto solo per spiegare come io...

Embolo            Si richiama alla stretta osservanza delle norme.

Dalafat              (piccato) Non faccio praticamente altro che osservare le norme.

Embolo            Si rammenta lo scopo essenziale della missione.

Dalafat              Che è del tutto assurda, lasciatemelo dire. Ma comunque, sto cercando di cavarmela... Adesso però avrei bisogno di un paio di cose...

Embolo            Si esclude, in questo momento, la possibilità di ulteriori interventi. Si presenta la necessità di assentarsi... (esce)

Dalafat              Un presente che si assenta, un assente che si presenta... Sei imbattibile, nei giochi di parole... Ma adesso ti farò vedere io!

(entra Camelia, trafelata)

Scena 35  Dalafat e Camelia

Camelia            Bisogna prepararsi, bisogna prepararsi! Mai visto un pienone del genere! Avrò già venduto almeno trenta biglietti. No, forse trentacinque. Cosa starà succedendo? Speriamo che non vogliano incendiare il baraccone.

Dalafat              Oh, non credo. Forse vogliono divertirsi.

Camelia            (inorridita) Divertirsi? Che pervertiti.

Dalafat              (fa un risolino soddisfatto) Ho fatto un po' di promozione...

Camelia            (impegnata a cambiarsi per lo spettacolo, non ha capito bene, d'altra parte lui ha parlato piuttosto fra i denti)

Che cosa hai fatto? Beh, lascia stare. Io ho quasi finito. Sono venuta ad avvertire, giusto nel caso che decideste di non fare lo spettacolo per mancanza di pubblico. Ora è rimasta Bella, in biglietteria, e mi ha detto delle tue stranezze. Stai accorto, bellimbusto... Se stai progettando di combinare qualche diavoleria, e se pensi di metterci di mezzo quella povera ragazza, beh, te la farò pagare cara, chiunque tu sia, ladro o no.

Dalafat              Io non ho la minima intenzione...

Camelia            Ne sono contenta. Ma è bene che tu sia avvertito.

Dalafat              Spero che tutti crediate alla mia volontà...

Camelia            Qui c'è poco da credere... Bella, per qualche motivo che non riesco a capire, ha deciso di proteggerti... Bene, io la proteggerò da te, se sarà il caso, chiaro?

Dalafat              (un po' confuso) Bella... ha deciso... per me... una cosa...

(rientra Adamo, quasi di corsa)

Scena 36  Adamo, Camelia e Dalafat

Adamo             Ma cosa sta succedendo? Chi è tutta quella gente?

Camelia            Ero venuta appunto a dirtelo. Bisogna prepararsi a tutta velocità. Pare che la sezione provinciale amici del varietà si sia mossa tutta insieme.

Adamo             Non sarà invece il consorzio dei creditori?

Camelia            No: questo lo escludo. Hanno pagato tutti il prezzo intero senza nemmeno chiedere lo sconto. E sì che ne abbiamo distribuiti, di biglietti omaggio, negli ultimi tempi.

Adamo             In contanti?

Camelia            In contanti.

Adamo             Oh, perbacco, sta per accadere qualcosa di straordinario... E noi che non abbiamo altro che... (si precipita a cambiarsi) Vuoi vedere che è il segnale di una svolta? Devo pensare a un numero... Una cosa che non abbiano mai visto... Ma non è facile...

Camelia            Potremo buttare in scena il centurione, qui...

Adamo             Non fare la spiritosa.

Dalafat              (finalmente, dopo aver seguito il dialogo fra i due che lo ignoravano, facendo buffe smorfie con la faccia, decide di intervenire) Ehm... credo proprio che ho la mia parte di colpa, in tutto questo...

Adamo             Cosa? Ah, su questo sono d'accordo anch'io. Una buona metà dei nostri ultimi guai vengono da te. Beh, cerca di stare buono che qui non c'è tempo per i dilettanti. Piuttosto, Camelia, fai arrivare Bella, che deve prepararsi! Ho paura che anche per questo spettacolo dovrà fare la sua buona parte. Non vorrei che il maialaro avesse fatto propaganda...

Camelia            Ma se non l'ho ancora visto!

Dalafat              Verrà, verrà...

Adamo             (a Camelia) Vattene! Sbrigati!

Camelia            Eh, che modi! Vado, vado. (esce, afferrando il proprio costume) vuol dire che mi cambierò al botteghino!

(dopo qualche istante, mentre Adamo finisce di cambiarsi e Dalafat prova alcune espressioni mimiche facendo un discorso muto che solo lui capisce, arriva Bella, anche lei sconcertata)

Scena 37  Adamo, Bella e Dalafat

(dall'interno ‑ che naturalmente si intende il palcoscenico ‑ vengono rumori di parecchia gente, molta più del normale.)

Bella                Non ci credo. Giuro che non ci credo. Saranno già in sessanta settanta dentro, e c'è ancora parecchia gente al botteghino.

Adamo             Capperi!

Bella                Puoi dirlo (lo caccia via dal suo retrocesta e comincia a cambiarsi rapidissimamente)

Adamo             (voce più dimessa) Sei sempre convinta che dobbiamo mandare in scena quello là?

Bella                (combattuta) Beh... perché no?

Dalafat              Io credo che anch'io dovrei poter intervenire...

Adamo             Un pubblico così non lo vediamo da molto tempo...

Bella                (titubante) Non è una buona ragione...

Adamo             Potrebbe rovinare il buon effetto della tua esibizione...

Dalafat              Ma nemmeno per un momento. Ma se vi dico che sono io la causa...

Bella                Beh, ormai non c'è tempo per discutere (il rumore esterno è salito di tono e partono raffiche di applausi per sollecitare l'inizio della performance) Forza Adamo! (lei è pronta)

Adamo             (Come istintivamente, si precipita sulle attrezzature foniche per far partire le musiche iniziali ‑ nell'emozione sbaglia un paio di volte) Accidenti, mai che questo arnese funzioni come si deve... Ah, ecco! (finalmente la musica è partita)

(Arriva Camelia di corsa, è, già cambiata)

Scena 38  Adamo, Bella, Camelia e Dalafat

Camelia            Non vi dico quanti sono! Non ve lo dico! Altrimenti svenite per l'emozione e lo spettacolo non si fa!

Adamo             (agitato) Dai, sei pronta?

Camelia            C'è anche il salamaro con i suoi amici!

Bella                (eccitata) Vuoi vedere che...

Dalafat              Ne ero sicuro...

Adamo             Ah, non c'è dubbio, stavolta. E' Bella che vogliono! Beh, comunque è meglio iniziare come al solito. Non buttiamo via subito lo spettacolo! Vieni, Camelia, che dobbiamo uscire! (escono, con il consueto apparato di pose e di mosse)

Scena 39 Bella e Dalafat (Embolo sullo sfondo)

Bella                (agitata anche lei) Oh, in fondo... è sempre pubblico pagante... Non credi?

Dalafat              Cosa vuol dire?

Bella                Non sarà... dico... non sarà quello dei grandi teatri... ma in fondo viene per vedere me, non ti pare? E allora io non devo deluderlo...

Dalafat              (misterioso) Non sarà deluso...

Bella                Davvero tu lo credi? Credi che potrò farcela?

Dalafat              (come prima) Il pubblico sa cosa aspettarsi...

Bella                E' che sono così emozionata! Non mi succedeva da tanto tempo... In fondo hai ragione, mi hanno già vista ballare, quindi non dovrei, a rigore...

Dalafat              Posso uscire io, adesso...

Bella                Davvero lo faresti? Per darmi un po' più di tempo? Oh, sei un tesoro... Ma no, no... non devo lasciarmi andare... E poi, anche tu...

Dalafat              Lo faccio volentieri.

Bella                Sei... sei veramente gentile. Ma... no. No. (Fuori, i consueti fischi stanno già arrivando a livelli di guardia.) No, sono pronta... devo uscire.

Dalafat              Se così è stabilito... (segno di rassegnazione)

(per tutta questa scena Embolo, comparso sullo sfondo, ha cercato di attirare l'attenzione di Dalafat e di mandargli imperiosi messaggi che Dalafat ha però bellamente snobbato. Embolo cerca di far capire che Dalafat deve desistere dal suo piano, e diventa quasi isterico nel momento in cui quest'ultimo si offre di uscire subito, al posto di Bella. Ma Dalafat, in qualche modo, lo ignora ostentatamente e quando è costretto a vederlo, date le acrobazie del controller per richiamare la sua attenzione, gli fa dei gestacci)

Bella                (i fischi aumentati ed i rumori non lasciano dubbi) Ecco, arrivano... (si prepara con una posa tra Francesca Bertini e Josephine Baker ad uscire, mentre Camelia ed Adamo rientrano precipitosamente)

Scena 40  Adamo, Camelia e Dalafat

Adamo             Ohhhh, beh. E' andata. Se così si può dire.

Camelia            Ogni volta mi chiedo se rientrerò viva.

Adamo             Beh, non erano troppo male, in fondo. Mi sembrano meno incattiviti di ieri.

Camelia            Già, ma sono molti, molti di più.

(fuori, si sente qualche stracco applauso, poi, quasi subito, fischi e grida, forse commenti salaci. Adamo ascolta, con Camelia, mentre Dalafat ostenta un certo distacco. All'inizio Adamo sorride soddisfatto, poi ‑ imitato da Camelia ‑ comincia a preoccuparsi)

Adamo             Ehi, ma cosa succede? C'è qualcosa di sbagliato. Ma se applaudivano, prima. Oh, beh. Ma questa è proprio...

Camelia            Cosa fa, quella bambina, accidenti, ma cosa fa?

Dalafat              Forse farei bene a prepararmi...

Adamo             Io... io ci scommetterei! Sai cosa succede? Che lei si è un po' montata e fa la preziosa... Ma non si fanno queste cose, non è questo il modo...

Bella                Ma intanto la stanno linciando, là fuori...

Adamo             (torcendosi le mani) Bisognerebbe pensare qualcosa...

Camelia            Ancora?

Dalafat              Io sono pronto.

Adamo             Ma no... E poi.. perché no? per darle il tempo di riprendersi, almeno (a Camelia) falle segno di rientrare... Mandiamo fuori il cammelliere a farsi massacrare per qualche minuto. Vedrai, così lei si riprende e poi torna fuori a ricevere i giusti applausi... Forza, falle segno

Camelia            (da vicino all'uscita verso scena) Ecco, mi ha vista... Oh, meno male, è proprio sconvolta...

Dalafat              (pronto vicino alla stessa uscita) Le passerà...

Camelia            Pronto? (Dalafat assente. Bella rientra, quasi in lacrime. Dalafat le fa un accenno di carezza consolatoria, prima di uscire, con passo stranamente deciso, verso la scena.)

Scena 41  Adamo, Bella e Camelia

Bella                (con voce rotta) Ma che cosa vogliono, Dio, che cosa vogliono?

Adamo             Lo sai benissimo, bambina, cosa vogliono. Lascia che ti dica che cosa è successo: Ti sei voluta conservare, non hai concesso molto, ed ecco che il pubblico si vendica. Vuole tutto! Tutto! Insomma, che cosa ti costava fare la mossa?

Bella                L'ho fatta!

Camelia            L'hai fatta?

Adamo             Beh, sai, non basta... un po' di danza, di insomma, mi capisci...

Bella                Ma se sembravo una mignotta scatenata! Niente, ti dico, come se fossero diventati improvvisamente tutti ciechi!

Adamo             Cosa?

Camelia            Cosa?

Adamo             E adesso, che ne faranno di quell'altro?

(I due si pongono ad ascoltare, mentre bella cerca di calmarsi parlando a se stessa. Dall'esterno, contrariamente alle attese, non si sente quasi nulla. Soltanto il lieve ed accattivante gramelot di Dalafat, che sale e scende di tono e poi, un po' alla volta, qualche APPLAUSO. Le manifestazioni di approvazione tendono ad aumentare rapidamente, così come qualche grido di "bravo" e di evviva. All'interno lo stupore è enorme. Gli avvenimenti si riflettono sulla faccia dei due curiosi, e poi anche di Bella che si è avvicinata, incuriosita)

Adamo             Ma cosa dice?

Camelia            Non si sente bene, da qui dietro. Sembrano discorsi senza senso.

Adamo             Ma se tutti applaudono da spellarsi le mani.

Camelia            Già, è questo il mistero.

Bella                (avvicinandosi) Che cosa succede, lo stanno uccidendo?

Adamo             Altroché... (apre un po' l'apertura e si sentono aumentare gli applausi e gli evviva, che prendono un tono cadenzato ed imponente. Su questa "musica", Dalafat, a marcia indietro e braccia alzate per ringraziare il suo pubblico, rientra. Si ferma qualche istante sulla apertura e poi, mantenendo le braccia alzate, si gira di novanta gradi mostrando la sua faccia soddisfatta ai tre che lo guardano, basiti. Alla fine, lascia cadere le braccia facendo una smorfia come per dire "Avete visto come è facile, in fondo?")

(I tre gli fanno ala, mentre lui, con ostentata calma, si dirige verso la sua cesta da trucco. Si gira a sorridere e su questo cala il

                                                                                                                           S I P A R I O


                                                             Secondo atto

Scena 1 Adamo, Dalafat, Camelia e Bella

Adamo             (la situazione è identica a quella lasciata alla fine del primo atto ‑ Adamo ha l'aria particolarmente sorpresa) Ma che cosa può essere accaduto?

Bella                (è combattuta ‑ umiliata dal recente insuccesso suo, ma sollevata perché invece Dalafat è riuscito a farcela) Allora era un trucco, il tuo, uno scherzo?

Camelia            Ih, deve essere stato un trucco veramente fantastico, se ha inchiodato in quel modo i bricconi.

Adamo             Ma nooo, no. Io credo di sapere che cosa è accaduto, ha semplicemente raccontato qualche barzelletta che non conoscevano. Oppure, imbranato com'è, ha fatto un paio di ruzzoloni e quelli li hanno presi per buoni...

Bella                Non credo. Quelli erano applausi veri... non come...

Adamo             (cerca di distrarre l'attenzione da Dalafat) Oh, non cominciare, sai? Guarda che è stato tutto un caso. Colpa tua in un certo senso.

Dalafat              (esce finalmente dal suo stato di beatitudine ‑ sorride) Beh, anche colpa di Camelia...

Camelia            (lo guarda in modo strano) Potrebbe essere, sì, potrebbe essere...

Adamo             (a Bella) Prima non ho insistito, perché mi sembravi abbattuta, ma adesso devo proprio dirtelo: hai buttato via questa occasione. Dico: erano venuti tutti Per te, non avevano occhi che per te... E tu, invece...

Bella                (si sta rapidamente costruendo una giustificazione psicologica) Beh, sai, forse hai ragione. Ho voluto... forse ho creduto che si potesse fare una cosa di qualità un po' migliore, visto che c'erano, ma invece...

Camelia            Io non sono del tutto convinta che le cose siano andate così. Ho l'impressione invece... (guarda Dalafat)

Dalafat              (fa un cenno di finta modestia) Non badate a me...

Bella                Ti dico di sì invece. Guarda. (canticchia la musica che accompagnava la sua esibizione) Ho cominciato così... (si tratta di una performance sottilmente, ma non tanto, erotica; Dalafat la guarda prima curioso poi chiaramente in stato di agitazione, infine con sintomi di debito d'ossigeno. Graduare la faccenda opportunamente) poi...

Adamo             Sì, questo è giusto...

Bella                Ecco, quando cambia... io ho pensato di fare questo... invece avrei dovuto fare questo... (insomma, si è capito dalle didascalie precedenti)

Camelia            Le luci!

Bella                Può darsi... No! Hai ragione, ecco, le luci!

Adamo             Ah, lascia stare. Le luci vanno benissimo. Tu hai dimenticato una regola fondamentale: bisogna dare al pubblico esattamente quello che vuole. Dai retta a uno che ha vent'anni di scena sulle spalle.

Dalafat              Ho... devo... ho bisogno di aria. (esce)

Scena 2   Adamo, Bella e Camelia (Embolo sullo sfondo)

Bella                (occupata di se stessa) Beh, vedi, non sono sicura che tu abbia ragione. Credo che invece il pubblico... insomma, deva venire sorpreso...

Camelia            Sorpreso: per esempio con qualcosa di molto strano.

Adamo             Strano come?

Camelia            Non so: ad esempio, leggendo le carte più grandi dell'universo.

Bella                Cosa vuoi dire?

Camelia            Carte grandi come le persone... Ahhh, ma io sto fantasticando.

Bella                Vuoi dire che "lui" (riferito a Dalafat)... potrebbe aver recitato un ruolo straordinario?

Camelia            Non voglio dire niente. Ho parlato a vanvera.

Adamo             Certo che ha parlato a vanvera. Cosa vuoi che abbia fatto?

Bella                (esplode) Tu... tu! E' solo l'invidia che ti fa parlare. Ma come! E' capitato nel momento in cui tu avevi pensato bene di darti malato, mentre fuori il pubblico ci stava letteralmente massacrando! Lo abbiamo mandato al macello e lui non ha detto una parola. Non ha chiesto niente! Niente! E oggi, oggi, mentre io come una stupida volevo fare arte a colpi di sedere, lui ha ottenuto il più grande successo da quando esiste la compagnia di Varietà Viaggiante del cavalier Ferrazzi, che sia maledetto! E tu stai lì a scaricare la tua bile, la tua meschina invidia su questo povero... povero cristo, che non ha altre colpe se non quella di essere capitato per sbaglio qui, dove tu credi di essere una specie di dittatore!

Adamo             (sconvolto da quella valanga) Ehi, un momento, io ho solo detto...

Camelia            (a Bella) Non mi pare il caso di scaldarsi tanto. In fondo...

Bella                In fondo? E' la prima persona gentile che ho incontrato da anni.

Camelia            Gentile? Non mi sembra, se ricordo bene.

Bella                Ricordi male! Appena arrivato era nervoso, si capisce, avrei voluto vedere te, in quel casino. Ma poi... pensaci bene: non ha detto una sola parola, e mentre quello lì (Adamo) si faceva in quattro per mandarlo fuori dei piedi, lui stava pensando a come conquistare il pubblico.

Camelia            Solo il pubblico?

Adamo             (sbotta anche lui, adesso) Già, solo il pubblico? Mi pare che abbia ottenuto qualche risultato anche in altre direzioni. Guarda che gli applausi che ha preso lui arrivano diritti dai fischi che hai ottenuto tu!

Camelia            E pensare che sembrava così svanito. Anche adesso, quando è uscito...

Bella                Accidenti? Svanito?

Adamo             Come sempre.

Camelia            No, anche di più.

Bella                (improvvisamente preoccupata) Ma dove è andato?

Adamo             Fuori. Lo hai visto anche tu. Ha brontolato qualcosa.

Bella                No, io non ho sentito. Stavo pensando al mio numero e...

Embolo            (in tutta questa scena compare e scompare fra le quinte, dalle porte, insomma da tutti i possibili ingressi. Diventerà particolarmente divertente se, muovendosi con sufficiente velocità, sembrerà saltar fuori nello stesso tempo da punti molto distanti fra loro ‑ eventualmente aiutarsi con un macchinista che faccia da controfigura ‑ facendo smorfie fra il desolato e l'arrabbiato. Sta cercando anche lui Dalafat ma, come tutti, non lo vede)

Camelia            Ma sarà andato a fare quattro passi per calmarsi. Sembrava sconvolto.

Bella                Ma se prima era tutto felice...

Camelia            Ho idea che gli sia successo qualcosa...

Bella                Cosa? Accidenti, andiamo a cercarlo! Starà male!

Camelia            No, non intendevo questo. Pensavo piuttosto...

Bella                Ma parla, maledizione. Sembra che tu abbia un rospo nello stomaco!

Camelia            (scrolla le spalle) No, no, è solo una mia fantasia... Almeno credo...

Bella                Basta! Andiamo a cercarlo! (Esce per prima)

Adamo             Ma non ne vale la pena... Ha già dimostrato di essere come le monete false... torna sempre indietro...

Camelia            Smettila ‑ è meglio fare come dice lei...

Adamo             Ma che cosa le è preso?

Camelia            Una brutta malattia... una brutta malattia. Contagiosa. E meglio che andiamo a tenerla d'occhio. (Esce anche lei, seguita subito da Adamo, che sbuffa)

Scena 3  Embolo e Dalafat

Dalafat              (entra quasi subito dopo che gli altri se ne sono andati, mentre Embolo, uscito allo scoperto, lo sta cercando dentro le ceste, negli angoli eccetera ‑ scopre anzi Embolo in atteggiamento di ricerca e lo sorprende) Beh, hai perso le ali?

Embolo            Oh, si rivede finalmente il soggetto... E si nota che ha acuito la tendenza ai futili sarcasmi.

Dalafat              Oh, non ho voglia di polemizzare. Ho un problema importante di fronte al quale sono disarmato. Che cosa ne sai del cuore che brucia?

Embolo            (sembra sorpreso ‑ ma poi si riprende con molta rapidità) Si può finalmente dar conto delle critiche alle ricerche teoriche effettuate in ordine alla coesistenza fra libertà e prevedibilità delle azioni umane...

Dalafat              Fermo fermo fermo! Non hai capito. Ho un problema più urgente. Si potrebbe forse definire un guaio. Dobbiamo concentrarci su quello.

Embolo            (con una smorfia, riprende la sua trattazione) Prevedibilità, si diceva, che non ha alcuna relazione di necessità, né si trovano applicabili teorie fisiche più o meno confortate da riscontri sperimentali e comunque soggette, per loro stessa natura, alla fallibilità di ogni conoscenza limitata dai sensi.

Dalafat              Sensi! Lo vedi che ti stai avvicinando? Lo posso dire alto e forte! Sono decisamente in una situazione che non era stata prevista dai miei corsi di aggiornamento, né ante né post, se mi capisci, ragione per la quale bisogna che trovi un rimedio altrimenti corro il rischio di compiere passi falsi... E tutto questo deriva dalla vista, oh, la vista, dall'udito, certo, insomma da tutto il me stesso che è in condizioni di percepire...

Embolo            (alza la voce) Né si deve sopravvalutare la necessità o addirittura la cogenza di trovare una soluzione all'ipotizzata discrasia, della quale si tende in linea principale a negare l'esistenza.

Dalafat              Ehi, l'hai proprio imparata tutta a memoria. Riconosco lo stile. Bene, puoi dire da parte mia alla cricca dei servi del regime che è accaduto qualcosa di nuovo, e che la discussione è per il momento accantonata. Aggiungi anche che quello che mi capita darà loro motivo di sbrodolare sentenze per almeno tremila anni solo per trovare una buona definizione di base. Ma per il momento...

Embolo            Si ribadisce inoltre il richiamo al rispetto delle normative in vigore per quanto attiene all'uso dei poteri incompatibili con la natura umana, potendo ogni abuso generare incomprensioni e conseguenze non facilmente controllabili...

Dalafat              Alt! Ti dico, alt! Altro che abusi! Qui siamo di fronte a poteri dei quali non abbiamo la minima percezione. Ma cosa vuoi che sia la mia capacità di snocciolare con un minimo di precisione quello che accadrà nei prossimi due o trecento anni, di fronte alla rivoluzione che si sta combattendo nel mio cuore? Non capisci che sono saltate in un attimo costruzioni che avevano fondamenta nell'infinito?...

Embolo            (Finalmente colpito) Non... non si ritiene chiara la definizione...

Dalafat              E' sufficiente che tu mi ascolti un minuto. Sono tormentato da uno sconvolgimento che avevo in un primo luogo attribuito a digestione difficile. Ma poi mi sono reso conto che non tocco cibo da tanto tempo che una simile evenienza è del tutto impossibile. Bene, nella passeggiata che ho fatto prima, ho cercato di capire; e mi sono dovuto arrendere all'evidenza... quando la vedo mi sento fisicamente sollevare come nella levitazione, eppure ho i piedi ben saldi per terra, quando sento la sua voce si eclissano di fronte a quella armonia tutte le legioni di cori angelici che tu riesca ad evocare, e quando potessi toccarla... oh, non riesco ad immaginare nuvola altrettanto lieve, mela altrettanto liscia, fiamma altrettanto bruciante ed acqua di ruscello altrettanto fresca che le mie dita potessero sfiorare...

Embolo            Si tende a credere... (inghiottisce) a delle esagerazioni...

Dalafat              Al contrario... La mia lingua, sempre così pronta, non riesce che minimamente a descrivere l'onda che avvolge, il vento che turbina, i colori che si intrecciano e le linee che cadono e risorgono nelle geometrie universali, e che tutte si intrecciano in disegni che io posso soltanto intuire, ma non descrivere ed afferrare...

Embolo            Si ha l'impressione che la situazione richieda consulti e provvedimenti urgenti, non compatibili con le limitate risorse di una missione che era prevista come del tutto temporanea e priva di particolari...

Dalafat              (un po' sconsolato) Già, ed è per questo che ho bisogno di te, amico mio. Devo trascorrere ore ed ore a parlarti di lei, a descrivere ogni minuto dettaglio del turbine che mi ha afferrato. Devi starmi vicino ed ascoltarmi, e di niente altro ti prego, perché soltanto parlandone riuscirò forse a capire ‑ ma non credo a guarire ‑ il male che mi ha colto e che mi costringe ora ad una strana gioia, ad un folle piacere del mio essere insano...

Embolo            Non... non si può accedere ad un simile desiderio... si deve invece procedere con ogni urgenza (allontanandosi) ad interrogare le superiori istanze (Dalafat fa il gesto di trattenerlo, ma è comandato da un potere che lo distrae, in qualche modo) e ad organizzare, se sia possibile, ancora possibile, le difese contro lo strano male... (è uscito ‑ Dalafat lo segue con i gesti, ma si abbandona poi in un angolo della stanza, a riflettere, quasi nascosto. tanto che Bella, entrando, subito non riesce a vederlo)

Scena 4   Dalafat e Bella

Bella                Dove si sarà cacciato? Ma come può essere così stupido... Ho cercato dappertutto...

Dalafat              (si gira a guardarla, con sussulto ‑ il suo movimento è avvertito da Bella, la quale, dopo l'esitazione ed il sollievo di un solo istante, si precipita verso di lui)

Bella                Ohhhh, finalmente. Ma dove ti eri cacciato? Abbiamo messo sottosopra ogni strada, per cercarti...

Dalafat              Dovevo fare... una passeggiata...

Bella                Non ti senti bene?

Dalafat              Bene? Non so... è difficile dire... Ma credo di sentirmi bene, sì, veramente bene...

Bella                (gli si avvicina e gli circonda le spalle con un braccio ‑ lui ha reazioni ‑ forse vorrebbe fare di più ma non è ancora il momento) Ma lo sai che sono stata veramente in pensiero? Non puoi capire in che tormento mi sono trovata...

Dalafat              Tormento... Credo di capire la parola... e anche...

Bella                (Fraintende) Oh, certo, anche Adamo e Camelia, certamente, anche loro... tutti noi, eravamo in pensiero...

Dalafat              (deluso) Tutti... in pensiero...

Bella                Ma io... più di tutti.

Dalafat              (rincuorato ‑ allunga una mano come per toccarla ‑ vaga con la mano lungo le linee del suo corpo, esitante, e poi si ferma sul dorso di una mano, con una lievissima carezza) Mi sento... mi sento strano. (si affretta ad aggiungere) Bene, bene. Ma... strano. E' come se molte cose stessero accadendo in questo momento, cose alle quali non ero preparato...

Scena 5  Adamo, Bella e Dalafat

Adamo             Ahhhhh! Qui, qui dentro! Altro che lontano, fuggito, malato. Qui a strusciare! Bene, se era soltanto questo che volevi, non avevi che da dirlo, anche se avrei pensato a te come ad una ragazza più sincera e seria...

Bella                Ma che cosa credi?

Adamo             Non c'è nulla da credere! Basta guardare! Non occorre aggiungere proprio niente! Noi tutti in giro a cercare qua e là, mentre tu eri qui a bamboleggiare con un finto clown tagliaborse con qualche vecchia barzelletta da raccontare...

Bella                Sei... sei un... Non capisci nulla! (A Dalafat) Diglielo, diglielo anche tu a questo... Malalingua, perfido intrigante!

Dalafat              (si svincola dolcemente da Bella ‑ sembra attonito, guarda Adamo senza particolare espressione, soprattutto senza l'odio o il rancore che dovrebbero animarlo, e dopo qualche esitazione, si dirige verso la scena) Devo.. riflettere..., devo... prepararmi...

Bella                Ma lo spettacolo... Manca ancora molto tempo...

Adamo             (sarcastico) Già, lo spettacolo. Proprio di quello si preoccupa, lui. E poi, chi vuoi che venga? Non mancava nessuno al matinée.

Dalafat              Non è questo... Ma verrà molta gente... moltissima... molta più di quella che abbiamo già visto... (esce)

Scena 6  Adamo e Bella

Bella                Aspetta, ascolta...

Adamo             (la trattiene) Ma lascialo andare! Lascia che corra dal suo pubblico. Se ha scoperto di essere un artista, beato lui, lascialo nella sua illusione. Ma ne ho visti troppi, in tanti anni, prendere per buona la follia di un matinée.

Bella                Ma prima mi aveva detto di sentirsi...

Adamo             Di sentirsi male?

Bella                No, al contrario, di stare bene. Ma in modo strano...

Adamo             Classico. E' un classico. Una sbornia da applausi. Adesso lui crede di essere in cima la mondo.

Bella                (perplessa) Credi?

Adamo             Ne sono certo al cento per cento.

Bella                Oh, Adamo, io non so mai come comportarmi con te.

Adamo             Mi conosci da anni. Ti ho mai ingannata?

Bella                No, non è questo. Però alle volte...

Adamo             Lascia stare. Conosco bene le cose, io. Ma non hai visto come ti guardava?***

Bella                E' proprio questo, io credo che lui mi guardasse...

Adamo             E non ti vedesse nemmeno! In questo momento lui è concentrato su una sola cosa: se stesso. Crede che quel piccolo momento di follia, quella irripetibile combinazione di casi, sia la regola. Crede che il prossimo applauso gli sia dovuto.

Bella                Veramente?

Adamo             Non ho il minimo dubbio. Sapessi quanti ne ho visti... E tu, confessalo, tu forse stavi per prendere una... una sbandatina. Così, colpita dalla stranezza dell'individuo, forse all'inizio ti faceva pena, poi questo improvviso successo ‑ anche se non ne vedo ragioni, in realtà ‑ e forse ti sei illusa che anche lui...

Bella                Beh, no... Però, a dire il vero...

Adamo             Non negare. Non serve. Conosco la natura umana. Ebbene, ti posso garantire che a lui non importa nulla di te. Non ti vede nemmeno. Vuole soltanto utilizzarti. Non so come sia capitato qui, e per quale motivo, ma sono certo di una cosa: non aveva mai visto una scena in vita sua. Se ha incontrato un pubblico, non è stato certamente dalle tavole di un teatro. Ma poi, grazie alla tua ingenuità, alla tua insistenza, si è trovato in una situazione che gli è piaciuta. L'applauso, credimi, è come una droga. Quando lo hai assaggiato non ne puoi più fare a meno. Ed ora pensa solo a quelli: ed è disposto a qualsiasi compromesso, anche a farti credere chissà che cosa, pur di poter restare ancora lì... sulla scena...

Bella                Ma se proprio lui aveva detto...

Scena 7  Adamo, Camelia e Bella

Camelia            (arriva in quel momento con aria lugubre) Beh, non l'ho trovato, ma di segni in giro ne ha lasciati anche troppi. Non so se sia un bene od un male.

Bella                Cosa dici?

Adamo             (fa cenno a Bella di stare zitta)

Camelia            Da un certo punto di vista non dovrei lamentarmi di sicuro. A quanto pare, stasera avremo un pubblico straboccante. In paese non si parla d'altro. Il Mago, lo chiamano. Ma è una faccenda strana, morbosa.

Adamo             Pubblico? Stasera?

Camelia            Oh, sì. Non c'è dubbio. E credo che nessuno porterà salami. Dicono che... che indovina il passato e sa prevedere il futuro. E senza le carte. Con chissà quali magie.

Bella                Magie?

Camelia            Proprio così. La gente pare impazzita. Sembra impossibile come tutti siano immediatamente disposti a credere ad un ciarlatano...

Bella                Camelia! Aspetta: anche tu leggi le carte. Lo hai fatto anche quando...

Camelia            Lascia stare. Quella è professione, non c'entra. E' come jonglare, come far saltare i cani addestrati. Ma in questo caso, invece...

Adamo             (trionfante) Ecco, lo vedi?

Camelia            Avevo sentito dire... avevo sentito dire che chiunque arrivi a predicare qualche stramberia, qualsiasi cosa che possa sembrare magica, ha subito un seguito, ma non ci avrei mai creduto...

Adamo             Come no? Non ricordo dove l'ho letto. Ma c'era un tizio, da qualche parte, che ha addirittura avvelenato tutti i suoi seguaci. E un'altro che li ha convinti a seguirlo per andare ad ammazzare le attrici... Datemi retta. Qui bisogna fermarlo, prima che sia troppo tardi.

Bella                Davvero sono accadute queste cose?

Adamo             Se te lo dico io!

Camelia            Ne ho sentito parlare anch'io... Però...

Bella                Mi fa impressione. Avvelenati tutti?

Adamo             Tuttissimi. Anche i bambini, capisci, i bambini!

Bella                I bambini... Ma lui... Non riesco a crederlo.

Adamo             Sentite, ecco che cosa faremo: senza farci sentire, filiamo subito via e andiamo da Barbatelli. In pratica siamo già d'accordo, basta che io gli dica di sì.

Camelia            Barbatelli? Non è quello al quale volevi offrire....

Adamo             Ma sì, lo sai benissimo.

Bella                E lo spettacolo?

Adamo             Non l'hai capito? Non ci sarà nessuno spettacolo. La gente che viene non si interessa né a me, né a Camelia e neppure a te. Vogliono soltanto sentirsi raccontare in quale momento avverrà la fine del mondo e su quale monte devono ritirarsi per scampare al nuovo diluvio universale.

Bella                Però... Può darsi che... Io, io l'ho sentito parlare in modo strano, come se raccontasse qualcosa a se stesso. O come se pronunciasse delle formule...

Camelia            E' possibile. Ma c'è un problema: da quello che ho sentito in giro, stasera ci sarà il più grande incasso che i Varietà Riuniti Ferrazzi e Barbatelli abbiano mai sognato di fare, anche insieme. In fondo, siamo stati noi a dare a questo individuo la possibilità di mettersi in mostra con tutta quella gente.

Adamo             Nessun problema. Aspettiamo che siano entrati tutti, lo mandiamo in scena e poi filiamo.

Bella                Non è leale!

Adamo             Ah, e lui? E' leale, avvelenare tutti quei bambini? Bella, dammi retta. Seguiamo il mio semplice piano e saremo tutti più tranquilli, poi.

Bella                Ma, e il teatro viaggiante?

Camelia            Questo baraccone? Niente di più facile che crolli, sotto la pressione del pubblico.

Adamo             Così risolve in maniera definitiva ogni problema. E poi, Bella, ti faccio una promessa. Con tutti i soldi che ricaveremo, ti farò iscrivere ad una scuola di danza. Una seria. Vedrai, sarà fantastico: con le tue doti naturali ed un po' di scuola, diventerai una stella. Una stella, ti dico!

Camelia            Beh, vedi di non esagerare. Sarebbe già sufficiente che non venissimo impacchettati dalla polizia. Sai, le nuove missioni non vengono viste tanto di buon occhio, in fondo. Ma adesso...

Adamo             (colpito da un'idea) Zitta! Adesso dobbiamo assecondarlo... farlo stare tranquillo... Perché io...

(entra Dalafat, piuttosto concentrato)

Scena 8  Adamo, Bella, Camelia e Dalafat

Dalafat              (Non si accorge che i tre si sono completamente ammutoliti e che lo fissano; è tutto preso dal suo problema) Ecco, pensavo che per lo spettacolo di questa sera... (Guarda Bella timidamente) Una cosa straordinaria, potrebbe essere veramente una cosa straordinaria... Non so... luci... fiori

Bella                (ingelosita e convinta che ormai lui sia un vanesio) Eh, già... una cascata... magari un grande scalone e molte paillettes...

Dalafat              Mi rendo conto che così, di fretta... No, pensavo... Forse dei fiori... Qualcosa per rendere più vivace... In realtà ne ho già parlato...

Adamo             Ne ha già parlato! (Dà di gomito a Bella)

Dalafat              Oh, sì, sarebbero d'accordo... Il fioraio, anche il meccanico, ha detto subito di essere d'accordo. Insomma, ci riconsegna volentieri il camioncino, è disposto ad aspettare...

Adamo             Sicuro. Aspetta sempre, lui.

Dalafat              Insomma, dovreste, voi due (Adamo e Camelia) andare a prendere queste cose, ma presto Perché ormai non manca molto al prossimo spettacolo...

Adamo             Non credo che sia necessario. Con il successo che stai avendo con il tuo numero, cosa vuoi che aggiungano quattro fiori e un paio di riflettori in più?

Dalafat              (per una volta, un po' caparbio, ha uno scopo da raggiungere) No, invece. Credo che faccia una grande differenza. Perché stasera farò una cosa differente, molto differente... Stasera dovrebbe nascere... Nascerà una stella...

Bella                (acida, ma lui non lo rileva) Siamo lanciatissimi... Dovremo ingrandire il nome sui manifesti...

Dalafat              Temo che se non avrò quello che ho chiesto non potrò fare nulla...

Camelia            L'incasso! Andiamo (tira per una manica Adamo)!

Adamo             Oh, beh, tanto vale accontentarlo. Bella, vieni anche tu.

Dalafat              (trattiene Bella che si sta già avviando) No... lei no. Deve... aiutarmi qui..

Adamo             Aiutarti? Ma che cosa hai in mente...

Dalafat              (insiste) E' necessario per lo spettacolo. Altrimenti...

Camelia            (ad Adamo) Piantala! Andiamo! (Escono, sia pure con Adamo riottoso ‑ da qualche parte riappare Embolo, piuttosto teso)

Scena 9  Bella, Dalafat ed Embolo

(in questa scena ricompare il gramelot e il doppio linguaggio ‑ come prima, verranno messe tra virgolette le frasi da tradurre)

Bella                Beh, allora sentiamo quale aiuto vuole il grande incantatore.

Dalafat              (evidentemente imbarazzato) Ecco, io avrei deciso... insomma...credo che sia arrivato il momento... (ad Embolo, che fa segni disperati) "Ma che cavolo vuoi, non vedi che sono in un momento difficile?"

Bella                Stai di nuovo sbrodolando. Cosa credi, di incantarmi con qualche formula magica?

Embolo            "Si invita il soggetto a fermarsi, a fermarsi subito. Si sta facendo una grandissima sciocchezza. Adesso tutto è chiaro."

Dalafat              "Stai zitto" (A Bella) Non è facile da dire, ecco tutto. Io... io mi sento come un... come un ragazzo... e tutto è confuso... ma anche molto chiaro..

Bella                Io non direi proprio.

Embolo            "Il soggetto è stato colpito da una malattia gravissima. Una delle più perniciose. Si deve assolutamente dare ascolto"

Dalafat              "Non hai idea di che effetti meravigliosi abbia questo male. Altrimenti ti faresti contagiare subito." (A Bella) Ecco, non so... forse dovrei dirlo in un modo speciale... Ma non ho esperienza... Io vorrei...

Bella                Forza! Che cosa vorresti?

Embolo            "Si è in piena follia. Ci si espone a rischi gravissimi."

Dalafat              Io vorrei che stasera,..

Bella                Ma è un'agonia, con tutto quel gorgogliare, poi...

Embolo            "Si nota chiaramente, a lei non interessa. Si raccomanda vivamente di lasciar perdere tutto e di andare via. Si hanno le necessarie autorizzazioni."

Dalafat              Io... vorrei che stasera tu fossi la stella dello spettacolo.

Bella                (sarcastica) E come? Annunciando le previsioni del tempo?

Dalafat              (non raccoglie) No... Danzando.

Embolo            (Fa un salto. Ha capito dove vuole andare a parare.) "Si ritiene il soggetto impazzito! Si sta per compiere un palese, pazzesco abuso di potere; una infrazione mostruosa!"

Bella                (per un istante colpita) Co.. come? Danzando?

Dalafat              Nella maniera più bella e più sublime. Con una musica stupenda.

Bella                Ma come potrei?

Embolo            "Si impone un arresto immediato! Si vede il disastro imminente! Si utilizzano mezzi proibiti"

Dalafat              "Ma non dire sciocchezze. Li ho imparati direttamente da Ciaikovski. E' tutto assolutamente in regola" Basterebbe una parola... Una parola...

Bella                Ma questa... sarebbe una magia...

Embolo            "Si tratta di magia, magia nera, cacchio! Si compie una truffa per sorprendere una povera ragazza! Si è turpi e malvagi!"

Dalafat              Una.. dolcissima... magia. La magia di una parola...

Bella                Non ... ci credo... Ma sarebbe... bellissimo...

Dalafat              Devi provare... "fatti i cavoli tuoi" Vedrai, non sarà difficile...

Embolo            "Si crede che questo sarà difficilmente perdonato! Si vede profilarsi l'ombra di una dura condanna!"

Bella                Davvero? Potrei provare davvero? Ma io... la scuola...

Dalafat              La scuola... è quella del sentimento...

Bella                Allora... (fa per sparire dietro la solita cesta per cambiarsi, ma è presa da una improvvisa timidezza) No... andrò di là... farò presto...

Scena 10  Dalafat ed Embolo

Embolo            (adesso che non c'è lei parlano in chiaro, molto rapidamente) Si compie una porcheria!

Dalafat              Non è vero. Mi limito ad usare la tecnica. Me l'ha insegnata Ciaikovski stesso. Con la consulenza di Balanchine.

Embolo            Si nega che una simile possibilità funzioni. Si rammenta che la tecnica è del tutto transitoria! Si useranno invece poteri affidati per ben altri scopi, in totale dispregio del regolamento!

Dalafat              E va bene! Mi metteranno in castigo! Ma adesso, lasciami fare.

Embolo            Si sottolinea che questo è solo l'inizio della catastrofe! Si è certi che il soggetto non riuscirà a trattenersi dall'esternare il nucleo vero della sua malattia, e si informa nel modo più categorico che non appena quella parola ‑ amore ‑ sarà stata proferita il soggetto verrà ricacciato a forza nel suo originario stato mortale! Perdendo ogni potere ed ogni effetto dei suoi poteri!

Dalafat              Non c'è bisogno che lo dica. Lo capirà comunque.

Embolo            Si ribadisce: tutto sarà perduto! Tutto!

Dalafat              Tutto l'ho perduto per colpa vostra! Tutto non l'ho mai avuto Perché me l'avete impedito! Tutto sto per averlo, ora! E adesso: piantala!

(rientra Bella, timida, e si ferma sulla soglia, nel suo costumino rattoppato)

Scena 11  Bella, Dalafat ed Embolo

Bella                Io dovrei... che cosa dovrei fare?

Dalafat              (mentre Embolo si strappa i capelli, Dalafat sorridendo si muove verso di lei) Nulla... è facile... lasciati andare... (fa un gesto all'aria, mentre comincia a suonare un famoso pezzo a solo per ballerina ‑ "La morte del cigno" oppure un assolo di "Giselle" o del "Lago dei cigni" ‑ ma senza rumori molesti, il suono deve essere eccellente)

Bella                (come per magia, come se fosse tirata da fili invisibili, comincia a danzare in modo stupendo, molto diverso dai legnosi tentativi che aveva messo in mostra precedentemente. Nel contempo, la sua faccia, prima preoccupata e perplessa, si distende in un sorriso, non appena si rende conto che tutto le sta riuscendo in maniera meravigliosamente facile)

Dalafat              Così... così... è... incantevole...

Bella                (sempre ballando) E' vero... è vero... è... meraviglioso...

Embolo            (fa segni disperati per attirare l'attenzione di Dalafat, ma quest'ultimo non ha la minima intenzione di distrarsi. Allora cerca qualcosa per risvegliarlo dal suo stato di trance, frugando furiosamente un po' dappertutto)

Bella                Ma davvero... è così semplice.. così naturale... e tutto... tutto... per me... per te...

Dalafat              (disegna con le braccia il ritmo della musica, come un direttore d'orchestra)

Bella                Quanto durerà, quanto durerà?

Dalafat              Per sempre... Sei felice?

Bella                Sì, non potrei esserlo di più... Ma dimmi ‑ devi dirmelo ‑ (continua a danzare) Perché, Perché lo fai...?

Dalafat              Lo sai, ormai l'hai capito...

Bella                Oh, sì, sì , ma voglio che tu me lo dica... e ti risponderò allo stesso modo...

Dalafat              Non devo

Bella                Dimmelo

Dalafat              (mormorando, mentre la musica si fa più forte, ed Embolo sembra impazzito nella sua ricerca e nei suoi gesti per fermare Dalafat) Non mi è permesso dirtelo...

Bella                Più forte, non sento...

Dalafat              Perché deve essermi vietato?

Bella                Non riesco a sentirti, questa musica è sublime...

Dalafat              Perché... Perché...

Bella                Ora, ora comincio a sentirti... e anch'io...

Dalafat              (inebriato) Perché... Perché...(in crescendo)

Bella                (sempre danzando) Sì, sì.... sìììì....

Embolo            (finalmente ha trovato qualcosa ‑ una delle famose mele con le quali Dalafat avrebbe dovuto esercitarsi a jonglare ‑ e, colmo di disperazione, la tira con una certa forza addosso a Dalafat)

Dalafat              (sorpreso ‑ afferra la mela, la guarda stupito, e dopo una breve esitazione, la assaggia appena) Io ti...

Bella                Io tiiiii

Dalafat              IO TI AMOOOO!

(Quasi immediatamente cessa la musica, come su un disco che abbia perso giri fino a spegnersi. I movimenti di Bella, contemporaneamente, da fluidi che erano, ritornano rapidamente meccanici, goffi, legnosi)

Embolo            (cade a terra, con le mani nei capelli. Poi, lentamente, si trascina fuori dalla scena)

Dalafat              (E' in preda ad una visibile disperazione)

Bella                (E' rimasta alla frase che stava pronunciando "io ti..." e, mentre si rende conto di quello che sta succedendo, la sua espressione si cambia in una smorfia di orrore. Mormora, più che dire, in crescendo) Io ti... io ti... IO... IO TI ODIO!!!

Dalafat              (imita Embolo, crolla a terra, con la testa fra le mani)

Scena 12 Adamo, Bella, Camelia e Dalafat

Adamo             (entrando) Tutto fatto. Accidenti, però, ho messo un piede in fallo... Ahi, che male...

Bella                (Guarda anche lui con odio, da terra)

Adamo             Beh, cosa fai lì? Potresti darmi una mano. Non riesco nemmeno a muovermi. Ehi, il nostro eroe sembra tutto concentrato.

Camelia            (entrando) Tutto fatto... i fiori sono in scena. E c'è una coda impressio­nante al botteghino. E veramente un assalto. Ma te ne dovrai occupare tu, Bella, Perché, io mi sono lussata una spalla. Ohi che male.

Dalafat              Cosa?... La coda... Ma io...

Adamo             Abbiamo fatto tutto come ci hai chiesto. Stasera avrai il tuo trionfo. Mi spiace di non poterti aiutare, ma non riesco nemmeno a camminare. Vabbè che tu farai tutto da solo, si capisce... Vado a dare un'ultima controllata (si avvicina all'uscita verso la scena, ma si ferma ad osservare quello che succede ‑ ha un sorriso perfido)

Dalafat              (afferra due o tre oggetti qualsiasi e si rivolge a Bella, cercando di fare qualcosa di con gli oggetti) Bella, io....

Bella                (gli volta sdegnosamente le spalle) Devo andare al botteghino... (molto acida e velenosa ‑ ma anche lei si ferma a vedere quello che accade, proprio sul limite dell'uscita)

Dalafat              (disperato, umiliato, sconfitto, si rivolge a Camelia) Camelia... tu... te ne prego... vorrei... vorrei imparare a leggere la mano...

Camelia            Cooosa?

Dalafat              La mano, le mani... di tutti... tu lo sai... me lo hai detto... ti prego... insegnami...

Camelia            (lo guarda intensamente ‑ lo vede, finalmente, così umile, così abbattuto, così uomo. Lo prende dolcemente per un braccio e lo sospinge in un altro angolo, forse dove c'è più luce, ma non importa. Il movimento ha un valore simbolico. Lui sembra quasi inchinato dinanzi a lei) Ti... ti svelerò il segreto...

Dalafat              Camelia...

Camelia            Ascolta: se vuoi leggere la storia di un uomo, da ieri a domani.. non guardargli le mani, ma il volto: lì è tutto scolpito. Speranze, pensieri, passate avventure, tristezze future. E negli occhi è nascosto il destino. Poi, solo dopo abbassa lo sguardo e segui le valli, i sentieri ed i colli scavati dagli anni. Ed è allora che la mano aprirà il suo segreto. Ma... ricorda... Non tutto potrà essere svelato. Se dentro il passato tu troverai segni di di trascorsa miseria, puoi dirlo; di gloria finita, accennarlo; se la mano paffuta ed il volto disteso parleranno ai tuoi occhi di vita serena, sii pronto al sorriso. Ma se tu, nel fondo della nera pupilla vedrai presagi di dolore e di morte, il tuo compito sarà di mentire. L'uomo conosce il contratto, la condanna che lo segue ogni giorno. Conosce il destino: ma da te non lo vuole sapere ‑ tu parla soltanto di giorni felici, di figli e nipoti fiorenti, di mense abbondanti, di risa, di liete brigate... E' questa la mano che tu leggerai... Non ho altro da dirti. (Si allontana da lui, faticosamente, come se invece di essersi liberata, si fosse caricata di un grande peso)

Dalafat              (rimane fermo, colpito, a riflettere. Poi si muove, lentamente, e va verso l'uscita palcoscenico, sfiorando Adamo, senza guardarlo. Mormora) Devo... devo trovare me stesso...

Scena 13  Adamo, Bella e Camelia

Adamo             (a Camelia) Sembrava... sembrava una formula magica...

Camelia            (stancamente) Lo è. In un certo senso. Si dovrebbe svelare solo la notte di Natale, ad una persona della quale si possa avere la massima fiducia.

Adamo             E lui?

Camelia            (solleva le spalle, con indifferenza)

Adamo             Ti sei lasciata nuovamente commuovere da quel buffone. Per fortuna ci ho pensato io, a sistemare tutto. Ho fatto quello che dovevo, da bravo cittadino.

Bella                (Si aggira per la stanza, cercando qualcosa. Infine trova una vestaglietta per coprire il costumino che le è rimasto addosso. Nel sollevarla, rotola fuori la terza mela. Lei la afferra meccanicamente e la soffrega sulla stoffa, per pulirla. Poi la porta alla bocca, ma prima di addentarla, fa la domanda ad Adamo. La risposta la colpirà, e per questo metterà, sempre meccanicamente, la mela in tasca) Cioè, cosa hai fatto?

Adamo             (virtuoso) Ho avvertito la polizia. Che stasera si sarà uno strano incontro, qui. Forse messe nere, forse pornografia. Chi lo sa. Così si occuperanno di tutto loro.

Bella                La polizia?

Camelia            Adamo... Povero Adamo... Non eri mai arrivato così in basso. Un collega... tradire un compagno di lavoro.

Adamo             (si ribella) Un compagno di lavoro? Quello? Ti sei proprio lasciata infinocchiare...

Bella                (quasi a se stessa) Uno che promette e non mantiene...

Camelia            Forse Perché non può. Forse Perché non gli è rimasto più nulla da promettere.

Bella                Certo che però. la polizia... Anche a me non sembra una cosa ben fatta...

Adamo             Donne... sentimentali... Pensa piuttosto che fra poche ore sarai ricca, che potrai pagarti le lezioni di ballo, altro che promesse... E la polizia...

Camelia            Ormai non ha importanza. Troveranno solo un poveraccio che cerca di leggere la mano, se non ha capito... O i volti, se è riuscito a capire...

Bella                Che schifo, però la vita... Le illusioni durano un attimo, le delusioni, per sempre...

Adamo             (guarda la scena) Dai, su svelte, che sta rientrando...

Scena 14 Adamo, Bella, Camelia e Dalafat

Dalafat              (rientrato, si guarda attorno ‑ sembra rassegnato, ma non del tutto infelice) Sono pronto.

Adamo             Beh, io devo proprio andare. In bocca al lupo.

Dalafat              Grazie.

Camelia            Nient'altro... ricorda... nient'altro.

Dalafat              Camelia... grazie.

Bella                Io devo proprio andare al botteghino. Altrimenti succederà un guaio. Ma poi... non credo che ci sarò...

Dalafat              Capisco... non c'è bisogno. Hai già fatto abbastanza. Ti.. sono molto grato... di tutto.

Bella                Grato?... Non vedo proprio... Ahh, lasciamo stare, (Si gira, mette meccanicamente la mano in tasca, tira fuori la mela, fa per addentarla, ma poi rinuncia ancora una volta, rimettendola in tasca. esce, come tutti gli altri. Adamo rimane solo in mezzo alla scena, poi esce per ultimo)

SIPARIO

(Cambio di scena ‑ durante il quale si svolge un dialogo fra Dalafat ed Embolo, per forza di cose in qualche posto che si possa immaginare come intermedio fra lo spogliatoio e la scena, mentre la scena stessa viene modificata.)

(La scena interna al sipario sta cambiando: ora la scena del teatro vero corrisponderà a quella del teatro immaginario ‑ e gli spettatori immaginari saranno quelli reali presenti in sala. La nuova scena è tuttavia molto spoglia, come si immagina quella del Varietà Viaggiante del Cavalier Ferrazzi.

Solo, a testimonianza dei recenti cambiamenti voluti da Dalafat, ci saranno delle composizioni di fiori finti, vistosamente finti, ma di un certo effetto. nel tempo che si cambia la scena, c'è un dialogo "esterno", davanti al sipario o in qualche altro posto visibile al pubblico)

Embolo            Si insiste. Si ribadisce che, malgrado la gravità delle infrazioni commesse, si è ottenuto un ulteriore, piccolo spazio di manovra. Nelle istanze competenti si è disposti a transare su una adeguata penitenza, seguita dalla completa reintegrazione nelle cariche e nei poteri, Si richiedono in fondo delle condizioni minimali, minimalissime: il disconoscimento della riprovevole dichiarazione precedente e la mela.

Dalafat              Non sono in eccellenti condizioni di spirito, lo ammetto. Ma immagino che tutto questo sproloquio voglia significare che dovrei rimangiarmi di aver detto a Bella che l'amo.

Embolo            Si conferma. E la mela.

Dalafat              Non posso, perché sarebbe falso.

Embolo            Ma si vede benissimo che lei è ormai del tutto disinteressata alla faccenda, che la ripudia, che non ne vuol sapere.

Dalafat              Per un istante mi ha amato anche lei.

Embolo            Si tende a pensare che si trattasse di altro, e non d'amore. Ma anche, ammesso e non concesso, se si trattasse d'amore, non si vede alcuna ragionevolezza nel barattare un istante d'amore con una eternità di saggezza e di perfezione.

Dalafat              Sono d'accordo. E' del tutto irragionevole. Amico mio, è meravigliosa­mente irragionevole. Pensa, barattare l'eternità contro un istante. Però pensaci bene: sia l'istante che l'eternità sono grandezze non misurabili. perciò in fondo si equivalgono. Dillo ai miei ex colleghi, quando li rivedrai. Cerca di spiegare come in un istante possa essere contenuta tutta l'eternità. E racconta loro come non serbo alcuna gratitudine, per quello che mi hanno rubato fin da bambino, e che mi hanno restituito, per pura coincidenza, soltanto ora... Oppure non dire niente, se è troppo difficile...

Embolo            Si renda almeno la mela...

Dalafat              Ma di quale mela parli? Io non so niente di mele.

Embolo            Si tendono a riutilizzare elementi simbolici consolidati, a volte...

Dalafat              Non riesco assolutamente a seguirti.

Embolo            Si era aggiunto al corredo di questa sfortunata missione un completo di tre mele...

Dalafat              Oh... aspetta... Ma non saranno state quelle con le quali Bella doveva insegnarmi a... fare degli esercizi...

Embolo            Si era effettivamente prevista una simile possibilità, e si era provveduto a che le mele favorissero la riuscita di tale impresa... Ma non solo. Le mele dovevano anche avere altre implicazioni simboliche...

Dalafat              Ohh. ohhh... ohhhhh (risata amara, rotta) Non dirmi che siamo ancora a quei giochini. Oh, questa non me la sarei aspettata. Lo giuro. Non dirmi... insomma, credo di averle mangiate. Credo proprio di averle mangiate ...

Embolo            Due, non più di due sono state mangiate. Se ne è tenuta una contabilità precisa. Mentre si conferma che la terza ha la proprietà...

Dalafat              No... non ci credo. Lasciami indovinare: vuoi dire che la terza mi restituirebbe i poteri e tutto il resto?

Embolo            (imbarazzato) Si teme... Si teme proprio di sì. Chiunque ne mangiasse...

Dalafat              Ah, lo si teme, eh? Bene. Non preoccuparti. Non ho intenzione di cercarla. Non sono più interessato. Ricordati: istante ‑ eternità... istante ‑ eternità... Bene, ora lasciami lavorare. Senza i tuoi famosi poteri, ho paura che mi verrà una bella fame, tra poco...

Embolo            (mentre Dalafat se ne va) Si suggerisce... si prega di attendere, di ripensare... c'è ancora tempo... ci sono ancora possibilità...

Dalafat              (fa un cenno con la mano, è sicuramente un saluto, e scompare fra le quinte, mentre nasce una musica, a sipario chiuso. La musica è come quelle di prima, che presentavano gli spettacoli del Varietà, ma forse un po' più vivace e più triste. Comunque, sentire gli esperti in proposito)

R_

Scena 15  Dalafat, solo

(sempre a sipario chiuso, si sentono degli applausi, registrati, come quelli che concludevano la prima rappresentazione trionfale di Dalafat. Se si innescano quelli della platea vera, aprire il sipario ‑ altrimenti farli sparire prima di aprirlo. Al centro della scena, Dalafat, in gesto piuttosto guittesco di saluto al pubblico. prova quasi subito ad assumere un'aria vagamente ieratica, a concentrarsi, ma il risultato è miserevole ‑ ha il vuoto in testa. Anzi, i suoi sforzi si traducono in buffe smorfie che strappano qualche risatina al pubblico. Quindi...)

Dalafat             (ha deciso ‑ prenderà in giro il pubblico, si trasformerà in un buffone ‑ in fondo, il profeta dice la verità con molta serietà, mentre il buffone la dice ridendo. La differenza è solo concettuale) Eh ‑ ha ‑ he ‑ (gesti ieratici ‑ concentrazione) Esempio di futurologia poliennale: (nuovi gesti, smorfie, giochi) eh‑ha‑hehe‑ fra dodici anni e cinque mesi esatti finirà... (musica apocalittica, se cè) IL MILLENNIO! (Calcolare i tempi giusti in relazione alla serata della recita, correggendo giorni e mesi ‑ questo testo viene scritto il 31 luglio 1988)

(aspetta di avere l'applauso, che probabilmente non verrà. Se ci fosse comunque, lo fa cessare con un gesto secco, come a dimostrare che queste profezie sono robetta, per lui. Può fare di meglio)

Esempio di previsione multimensile: (scegliere un avvenimento ampiamente pubblicizzato dai giornali ‑ incontro politico, campionato di calcio, matrimonio reclamizzato eccetera, ‑ calcolare i giorni ed i mesi che mancano, e farlo diventare l'oggetto di questa "profezia" con un adeguato apparato di ha‑he‑he‑ha, e così via. Il pubblico probabilmente resterà un po' perplesso, o perché siamo ancora nei termini del possibile. La successiva "profezia", invece, dovrebbe chiarire ogni dubbio)

Esempio di previsione nell'ambito di due passaggi solari sopra il nostro meridiano: domani al Cinema Ariston proiettano.... (vedere il programma variando il nome del locale e del film concordemente con la realtà riportata dai giornali).

(Se c'è stata una sufficiente preparazione, a questo punto dovrebbero esserci delle belle risate ‑ quindi l'attore che interpreta Dalafat potrà lanciarsi, visibilmente soddisfatto, in "profezie" sempre più strane ‑ farmacie di turno, scioperi dei servizi pubblici, insomma, tutto l'apparato delle cose che un giornale pubblica per il giorno dopo. Usare ad libitum, secondo la sensibilità del pubblico. Lo scopo è quello di ottenere delle risate. Subito dopo, però, si rientra nel racconto, con un mezzo particolare: informando il pubblico di quello che i giornali stamperanno il giorno dopo. C'è il sistema, e la sua ancora scarsa diffusione permetterà, per qualche tempo, di farlo funzionare. I giornali, per evidenti motivi di stampa e scrittura, sono attrezzati per pubblicare le notizie che arrivano in redazione fin verso le dieci di sera. La gente, invece, può conoscere, attraverso il telegiornale delle otto ‑ più tardi, se è a teatro, non può arrivare ‑ le notizie fin verso le sei/sette del pomeriggio. Ci sono quindi avvenimenti fra le sette e le dieci non "coperti", che si possono però ottenere facilmente con il Televideo, su un qualunque televisore. In questo modo, gli spettatori, finché non si rivela il trucco, dovrebbero avere l'illusione che Dalafat, in qualche modo, riesca davvero a prevedere il futuro.)

(Comunque, il gioco non dura ‑ Dalafat se ne rende conto e decide di affrontare direttamente il pubblico. Leggerà la mano. Se l'attore se la sente, potrà farlo con spettatori veri. Altrimenti, organizzarsi con macchinisti, sarte, direttori di scena, addetti alla biglietteria eccetera. Dalafat scende e, parlando si dirige verso i personaggi che ha scelto, oppure organizzato)

Ma in realtà, queste previsioni, queste profezie, non interessano nessuno, tanto che sono riportate da qualsiasi giornale. Ognuno di noi, amici, ha una storia irripetibile e unica, che è la sola ad essere veramente importante. Ed è su questa storia che il Varietà Viaggiante del Cavalier Ferrazzi si impegna a dimostrarvi l'esistenza dei fluidi magnetici e delle interazioni bioniche che consentono di leggere passato presente e futuro con la massima facilità...

Ecco, lei signore, per esempio. E' così gentile da prestarmi la sua mano, no, la sinistra per favore. Ecco, bene così. Non importa se non è in luce. Io sono in grado di leggere il futuro anche con il metodo Braille. Ma probabilmente preferisce avere qualche notizia sul suo passato, prima. Ebbene, da quando è nato lei è già stato sbattuto qua e la per il mondo più volte, pensando ogni volta che fosse l'ultima, ma in realtà, anche adesso sta pensando che forse non potrà fermarsi. Non mi chieda di specificare di più, lei sa benissimo di che cosa parlo e non sarebbe delicato che io spifferassi i suoi fatti personali qui di fronte a tutti. Passiamo ora al reparto futuro: stia molto attento a quello che fa, domattina, perché in quell'incontro che sta per avere metterà in gioco più di quanto pensa, e forse più di quanto è disposto a rischiare.

(può fare un paio di queste sparate. Potrebbe essere interessante leggere la mano di una donna come se fosse quella di un uomo, e viceversa. Ora però cominciano i mormorii di disapprovazione del pubblico che pensa che la cosa sia durata anche troppo. Dalafat, intuendolo, si rivolge a tutta la platea, restandovi anche lui)

Sì, avete ragione, signori... non è quello che avevo promesso... ma questo, ormai, è il solo possibile, l'unico profeta, del Varietà Viaggiante del Cavalier Ferrazzi... ex profeta, devo dire, perché ho barattato tutto, i miei studi, le mie ricerche, la mia saggezza, i miei poteri... (si commuove) in cambio di un istante, di uno straordinario istante, e lo rifarei, signori, lo rifarei, credetemi, perché in realtà quell'istante brucia ancora qui dentro come un fuoco ruggente, perché nei secoli della mia storia, non c'era mai stato nulla, nulla di paragonabile, nulla... Lo rifarei, lo rifarei, lo rifarei....

Scena 16  Dalafat, Camelia e Adamo

(si scatena una musica, come quelle delle prime esibizioni dei nostri eroi. Dalafat si guarda attorno, sorpreso. Cambiano le luci e, dall'ingresso in fondo, entrano Camelia e Dalafat, come ci immagina che facessero nelle loro esibizioni del primo atto. Sono tornati, hanno capito che il collega non andava lasciato solo, che il Varietà Viaggiante del cavalier Ferrazzi è la loro vita, alla quale sono condannati e senza la quale non saprebbero andare avanti ‑ Danzano in maniera buffa, rivolti a Dalafat, che ha capito anche lui, ed ora li guarda con un sorriso un po' triste. La musica cala un po' di volume)

Dalafat              Grazie... grazie amici miei. Non dovevate... Siete tanto buoni... ma lo sapete... ormai... Il profeta ha perduto, e così il suo cuore... Vi ringrazio, Vi ringrazio...

Camelia            Dovere! Se ne è convinto anche lui? Ma pensa te! Chiamare la polizia: ma sei un collega! E questo... è il "nostro" spettacolo!

Dalafat              La polizia? (sorpreso e forse un po' spaventato) Ma io... questo non lo aspettavo... Non saprei cosa fare...

Adamo             (virtuoso ‑ sempre danzando, come del resto Camelia) Ormai sarà qui... Ma non c'è problema. Sistemerò tutto io. Dirò che si è trattato di uno scherzo...

Dalafat              Oh, in fondo, non ha importanza... Perché voi... amici, siete tornati... Invece lei...

Adamo             (fa un gesto di impotenza) Abbiamo cercato di convincerla, ma lei...

Camelia            Era troppo arrabbiata con te. Troppo...

Dalafat              Non ha più importanza, ormai. Niente più ha importanza. La polizia... sarà una liberazione... (si sentono forti colpi all'esterno dellla scena ‑ se possibile dall'esterno della sala. Spariscono improvvisamente le luci.)

Scena 17  Dalafat e Bella

(improvviso, totale silenzio e buio. Spariscono, nel buio, Camelia e Adamo. Subito dopo, una musica dolcissima ‑ quella sulla quale Bella era riuscita, grazie ai poteri di Dalafat, a danzare così meravigliosamente. Anche Dalafat si gira a guardare, stupito, ma lui è giù nel buio, con tutta la platea. Una luce si accende su un particolare: in un qualche posto, che sia ben visibile per tutti, si vede lo sdrucito tutù delle prove di Bella, e, accanto, una mela mezza morsicata ‑ la famosa terza mela. Ormai la mela l'ha mangiata lei. Si spegne questa, e se ne accende un'altra ‑ forse un seguipersone, che centra su Bella, già sul palcoscenico in posa per cominciare la sua danza. Oppure, potrebbe anche attraversare la sala, secondo quanto sembri meglio al regista. Dopo qualche minuto di danza, Dalafat risale quasi in trance sul palcoscenico e si inginocchia, come davanti ad una apparizione. Bella, sempre danzando, gli si avvicina, e, muovendosi con la musica, si inginocchia di fronte a lui. I due si avvicinano. Bacio liberatore, nella musica. Buio.)

Scena 18  Tutti quanti

Dopo il buio precedente, per l'ennesima volta ritmata musica del varietè, per richiamare gli applausi. Attorno a Bella e Dalafat danzano, ringraziando, Camelia ed Adamo. Da qualche parte sbuca anche Embolo, che ha in mano la mela smangiucchiata e cerca di tirare Dalafat per una manica. Ogni tanto, però, ringrazia anche lui. Dalafat non cede, alzandosi vicino a Bella e inchinandosi al pubblico con lei.

                                                                                                                     SIPARIO FINALE

Nota dell’autore :

“sarebbe bello che pagaste i diritti d’autore, come previsto dalla legge; sono modesti e me ne arriva circa il 65%, fra tasse e trattenute. Ma se proprio non volete, almeno mandatemi un manifesto con le vostre firme ed un pensiero. Lo conserverò con piacere come ricordo. Grazie in anticipo, Leonardo”

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