Che c’entra l’amore

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CHE C’ENTRA L’AMORE

Commedia in un atto

Di VALENTINO GAVI

PERSONAGGI

ZOE, modella

SUSANNA DATI, attrice drammatica

ALDO VENTURI, giovane autore

ROMOLO RUGGERI, pittore

SALVI, studente sedicenne

Studio modesto di Aldo Venturi. Una scrivania, due librerie, sedie, ecc. Appesa al muro, sopra la scrivania, una maschera del Leopardi. A sinistra, porta che mette in una camera da letto. A destra, in fondo, porta che condurrà allo studio di Romolo e, sul davanti, altra porta. In fondo, la comune.

Aldo                              - (rovistando tra le carte della scrivania e porgendo alcuni fogli a Zoe) Questo via... Quest'altro via...

Zoe                                - (prendendo i fogli che Aldo le porge) Sta facendo proprio un ripulisti generale?

Aldo                              -  Metto un po' d'ordine... È già stanca d'aiutarmi? (Si ode suonare il campanello di casa).

Zoe                                -  Chi c'è, ora?

Aldo                              - (consulta l'orologio da polso) È quel cretino di Salvi. Speriamo che mi paghi le lezioni. Mi deve trecento lire. Ed ho bisogno di denari, oggi.

Zoe                                - (ironicamente) Capisco.

Aldo                              -  Che cosa? (Suonano ancora).

Zoe                                -  Nulla. Vado ad aprire... (Esce),

Salvi                              - (entra subito dopo seguito da Zoe che resta in disparte intenta ad osservare Aldo. Salvi è un ragazzone sedicenne cre­sciuto troppo. Aria spaurita, timido e tardo) Buon giorno, signor professore (Resta in piedi con la berretta in mano).

Aldo                              -  Buon giorno. (Esamina attentamente un manoscritto tratto da un cassetto della scrivania, tentenna, poi, con un im­provviso moto di dispetto, lo porge a Zoe) Anche questo, per favore! (Avvedendosi che Salvi è ancora in piedi, gli dice ner­voso) Faccia il piacere, si segga e posi il berretto. Anche se non glielo dico.

Salvi                              - (eseguisce frettoloso e rispettoso).

Aldo                              -  Ha il saldo delle lezioni?

Salvi                              - (si guarda fra le carte e i libri che tiene in mano)Credo di non averlo. Pagherà papà.

Aldo                              -  Bene. (A Zoe) Ha sentito?

Zoe                                - (che sta esaminando il manoscritto avuto poco prima, legge il titolo) « Il mio delirio »? La sua ultima commedia? È tanto bella...

Aldo                              -  Che serve?

Zoe                                -  La butta via?

Aldo                              -  Via.

Aldo                              - (alza le spalle contrariato e volgendosi a Salvi) Legga la versione.

Salvi                              - (apre il quaderno, poi timidamente) La versione non l'ho portata perché ...

Aldo                              - (severo) Perché ?

Salvi                              -  Ho dovuto fare la matematica.

Aldo                              -  Benone. Legga sul libro, allora. La farà qui a voce. Ha capito?

Salvi                              - (lo guarda muto con lo sguardo ebete).

Aldo                              -  Io mi domando perché  fanno studiare queste rape. Ma dica un po':  che cosa intende di fare nella vita, lei?

Salvi                              - (muto, mastica la punta della penna).

Aldo                              -  Le si è seccata la lingua? Da che cosa studia lei?

Salvi                              -  Da avvocato.

Aldo                              -  Bravo. (A Zoe) Ha sentito? Da av­vocato. E poi scriverà anche commedie che cer­tamente saranno rappresentate. (A Salvi) Vero che scriverà commedie?

Salvi                              - (ride, poi si mette a mangiare la punta della penna).

Aldo                              -  Mi faccia il piacere, non mi rovini le penne...

Salvi                              - (asciuga la punta della penna sotto l'a­scella) Sissignore...

Aldo                              -  Facciamo dunque qualche cosa. Dica la regola della formazione dei tempi.

Salvi                              - (muto).

Aldo                              -  Non la sa? Ma se gliel'ho dettata io!

Salvi                              -  Non l'ho studiata perché  a casa non ci ho capito.

Aldo                              - (sospirando) Ha ragione lei. È vero. Ma per oggi se ne vada. Non mi sento di dar lezione. Verrà domani.

Salvi                              - (contento, salta in piedi, raccoglie in fretta i quaderni dimenticando la grammatica) Così oggi non vado neppure a matematica e faccio vacanza. (È per andare via).

Aldo                              -  Dica una parola ancora. È almeno fe­lice lei?

Salvi                              -  Io? Io sissignore.

Aldo                              -  Meno male. Perché  altrimenti sa­rebbe una vera ingiustizia. Vada pure. E do­mani mi porti il saldo. Questo non è latino e se lo può ricordare.

Salvi                              - (ilare) Sissignore. Buon giorno. (Va via).

Aldo                              - (a Zoe) Auff!  Ed io dovrei continuare questa vita? (Vedendo che Zoe, rimasta in di-sparte, continua a leggere il manoscritto) Le ho detto di bruciarlo. Ho deciso di cambiar vita. E di commedie non voglio più sentire discorrere.

Zoe                                - (accennando al dattiloscritto della com­media) Le è costata tante notti di veglia...

Aldo                              -  Via, via. La bruci...

Zoe                                -  Ancora ieri n'era entusiasta... L'ho udito io parlare a Romolo di questo lavoro con tanta passione... Sembrava anzi che dovesse pre­sto farlo rappresentare... Oh! Non lo distrug­ga! Lei è nervoso... Ha visto come ha trattato quel povero ragazzo?... Non ha la testa a posto lei oggi, e domani si pentirebbe.

Aldo                              -  Appunto; siccome da un altro momento  potrei   non  avere  coraggio,   bruciamolo subito.

Zoe                                -  Le ripeto che non ha la.testa a posto, oggi…..

Aldo                              -  Può darsi.

Zoe                                - (quasi crucciata) Ed è da ieri che non ce l'ha!

Aldo                              -  Brava: si vede che è osservatrice.

Zoe                                -  Certo... e le dirò di più: ci deve essere sotto una donna!

Aldo                              - (fermandosi ad un tratto di rovistare fra le sue carte e fissando meravigliato la gio­vane) No:  questo no!

Zoe                                - (incollerita più di quanto dovrebbe) Ed io le dico di sì!

Aldo                              - (ridendo) Oh brava! Ed io che non me n'ero accorto!

Zoe                                - (stracciucchiando senza accorgersene gli angoli del copione che ha tutt'ora in mano) Una bella donna, sicuro, se le ha sconvolto così il cervello.

Aldo                              - (sbalordito) Ma... mi pare che va­neggi lei...

Zoe                                -  Nossignore.

Aldo                              -  Si può sapere che cosa c'entrano le donne col falò dei miei copioni?

Zoe                                - (ad un tratto) Dov'è stato ieri?

Aldo                              -  Ieri?

Zoe                                -  Sì, ieri sera, quand'è uscito tutto ag­ghindato? (Scorgendo una giacca su d'una se­dia) Eccolo il vestito ancora da spazzolare. (Prende la giacca, la spazzola rabbiosamente, l'annusa con una smorfia e la depone nell'ar­madio) Dov'è stato?

Aldo                              -  Ah! Ah! Ah!... Capisco ora...

Zoe                                -  Meno male. È un po' duro... il signo­rino.

Aldo                              -  Ebbene, giuro che non sono stato da una donna.

Zoe                                -  Spergiuro! Quando un giovane come lei che... ne ha pochini...

Aldo                              -  Grazie!

Zoe                                -  Forse non è vero che ne ha pochini?

Aldo                              -  Sì, sì... sarà. Ma è inutile insisterci sopra, perché  non è la cosa più piacevole.

Zoe                                -  Beh, insomma, quando un uomo come lei di sera, esce tutto lustro e un po' preoccu­pato, come assente... come in un sogno...

Aldo                              -  Ah! Ah!

Zoe                                -  Non rida, che non ne ha voglia oggi. E ciò significa che l'avventura è andata male.

Aldo                              -  Ecco, Zoe. L'avventura, chiamiamo­la così, è andata malissimo, senza che il gentil sesso ne abbia colpa. Sa, lei ch'è osservatrice, dove si reca un giovane... autore quando esce di casa insolitamente nervoso? Va da un capoco­mico che dovrebbe rappresentargli una com­media. E sa che cosa significa quando il giorno dopo butta tutto nel fuoco? Che il capocomico ha cortesemente mandato a quel paese lui e il suo copione!

Zoe                                - (rattristata) Oh! E lei... l'hanno man­dato... E chi è quel cane d'attore? Voglio an­darlo a fischiare tutte le sere...

Aldo                              -  Brava! La ringrazio... Ma non gio­verebbe.

Zoe                                - (accennando al copione che tiene fra le mani) Ed ha letto questo...

Aldo                              -  Così dice.

Zoe                                -  E non gli è piaciuto?

Aldo                              -  Pare. L'ha trovato ingenuo... La so­lita scusa quando si tratta di giovani. Perciò bruciamo, bruciamo, signorina.

Zoe                                -  Se proprio lo vuole... (Fa finta di but­tar sul fuoco il copione ed invece lo nasconde).

Aldo                              - (serio) E d'ora innanzi invece di commedie sa che cosa faccio?

Zoe                                -  Oh, Dio! Che cosa fa?

Aldo                              -  Il salumiere.

Romolo                         - (dal di fuori gridando) Abbon­danza! Abbondanza! Aldo: la terra promessa. (Entra. Tipo di artista, sui trent'anni, squat­trinato). Le Indie, il Perù, il Transvaal... Aldo, io mi compro un cavallo. Due cavalli, un pa­lazzo, sono Rotschild, Creso... (Cascando sul di­vano) Aldo,  io sono  anche un uomo  infelice!

Aldo                              -  Ti dà volta il cervello?

Romolo                         -  Ci sarebbe davvero da impazzire...

Aldo                              -  Beh, quietati, rinsavisci, perché  oggi non ho voglia di scherzare! (Accennando a Zoe) Prenditi la signorina, se t'occorre, e non sec­carmi.

Zoe                                - (offesa) « Prenditi la signorina »!  Non sono mica una scopa da prendere e posare.

Romolo                         -  Brava! Hai risposto bene!

Zoe                                - (sfogandosi contro Romolo) Tu taci!

Aldo                              - (a Zoe) Mi scusi. Non era per of­fenderla. Ho detto così perché  lei è la sua mo­della... Ma non badi alle mie parole oggi.

Zoe                                - (che gli si è appressata, sorridendogli) Ho voluto scherzare... (e gli stringe furtiva­mente la mano).

Romolo                         - - È sconsolante come vi perdiate in queste idiozie, invece di ascoltare le cose sbalorditive che riguardano me, la mia arte, il mio avvenire e forse anche il vostro...

Aldo                              -  Che ti è accaduto? Come mai non ti si vede da ieri l'altro?... Qualche avventura?...

 Zoe                               -  Lui? Non può essere.

Romolo                         - (a Zoe) Tu taci:  lascialo dire. 

Aldo                              -  Non ho nulla da aggiungere.

Romolo                         -  Ma possibile? Non leggete il giornale?  Ah,  gente infelice! (Ad Aldo) Sai quel mio quadro che mi hanno accettato all'esposizione?   Ebbene,   elogiato  come  un   capolavoro dalla  migliore  stampa.   Posso  considerarlo ormai venduto.  Non per  tremila,   nemmeno per quattro, nemmeno per ottomila. Aldo, sta zit­to. Troverò un mecenate, lo sa Dio chi troverò. Mi compro la motocicletta, mi compro l'aeroplano... (Abbraccia Aldo e prorompe) Aldo, ti ripeto, con tutto ciò, sono perdutamente infelice, perché  innamorato.

Zoe                                - (dà in una risata) Ah, ah! Credo in­vece che tu sia infelice perché , nonostante le lodi dei giornali, tu resterai squattrinato con la tua crosta invenduta. Vecchia storia, caro mio! Sarà meglio che ti porti la colazione... (Va via da destra).

Romolo                         -  No. Non ho appetito... Non posso mangiare... (Appressandosi ad Aldo) Sono in­namorato e così ho perduto l'appetito...

Aldo                              - (senza prestargli attenzione) Bravo. Auguri.

Romolo                         -  Sono innamorato di una donna che si ostina a non vedermi, capisci?

Zoe                                - (entra con un tavolino apparecchiato) Ecco: sfamati!

Romolo                         - (si mette  a divorar vivande).

Aldo                              - (che nel frattempo si sarà preparato per uscire) Come principio mi sembra buono...

Romolo                         - (accennando Zoe) È lei che mi tenta... Siete voialtri... Io stavo benissimo sen­za mangiare...

Aldo                              -  Ricomincerai domani. (Prende il cappello e stringe la mano a Zoe).

Romolo                         -  Che? Te ne vai? Aspetta. Debbo raccontarti una storia...

Aldo                              -  Me l'hai già raccontata...

Romolo                         -  No... Quale?...

Aldo                              -  Quella del quadro venduto...

Romolo                         -  No... Non è una storia quella del quadro... Ecco. Tu non credi al riconoscimento improvviso del valore di un artista? Tu non ammetti che in una misera casa come questa e magari in un sottoscala, possa vivere un grande pittore? E che questo grande pittore diventi improvvisamente ricco? Ah! Tu allora non hai conosciuto Armando Gobbi?

Aldo                              -  No.

Romolo                         -  Bene! Armando Gobbi era un pit­tore che, con questo cognome, era gobbo.

                                      - (Breve pausa).

Aldo e Zoe                    - (lo guardano con meraviglia, in­teressati).

Romolo                         - (consuma qualche cibo in silenzio, poi rivolgendosi ad Aldo, come per continuare) Ed ora se tu vuoi sapere l'incredibile av­ventura di Armando Gobbi prestami trecento lire...

Aldo                              - (afferra una sedia come per scaraven­targliela contro).

Romolo                         - (gli va incontro, affettuosamente) Non li hai? Pazienza. Ma prima di uscire, dim­mi: Tu che hai fatto? Hai lavorato? (Batten­dogli la mano sulla spalla) Verrà presto il tuo giorno...

Aldo                              - (nervoso) Il mio giorno? Già. Se ne parlava appunto con la signorina...

Romolo                         - (interrompendosi di mangiare) Hai notizie della tua commedia? Te la recita?

Aldo                              - (alzando le spalle) Ma non l'ha neanche letta.

Romolo                         -  La leggerà. E la rappresenterà sicuramente.

Aldo                              - (scrolla il capo con sfiducia) Non la rappresenterà.

Romolo                         -  Tu però hai il torto di offrire le commedie con grandi parti per attrici a degli attori. La protagonista della tua ultima com­media è una vertiginosa creatura di passione. Sai quale sarebbe l'interprete vera?

Zoe                                - (con un grido) Vuoi dire Susanna Dati?

Romolo                         - (accenna di sì col capo, mentre, ri­tornato al tavolino,  riprende a mangiare).

Zoe                                - (con un'esplosione di gioia) Caro, ca­ro... proprio quello che ho pensato io.

Aldo                              -  Ma siete pazzi... Pazzi e ingenui. Ma vi pare che un'attrice deliziosa come quel­la, attorniata ormai da tutti i migliori autori, legga un lavoro di Aldo Venturi, illustre ignoto?

Zoe                                -  E perché  no?

Aldo                              -  E poi non ho fortuna. Ho pubbli­cato un romanzo...

Romolo                         -  Ci sono belle cose nel tuo ro­manzo?

Aldo                              -  Sissignore. E il mio editore quando deve pagarmi se ne fila in Germania. E buona notte. Soltanto io devo pagare i debiti...

Zoe                                -  Signor Aldo. Lei è nato per la scena. Anche il suo romanzo la rivela autore dramma­tico. Non abbandoni la lotta. Basta vincere una volta. È una via crucis. Ma appunto per questo là vittoria è poi così bella. E l'arte dà tanta gioia che solo... l'amore può superarla. che c'entra l'amore?

Aldo                              - (con una scrollata, nervoso) L'amo­re... L'amore... che c'entra l'amore? (Si avvia per uscire).

Zoe                                - (timidamente) Torna tardi?

Aldo                              -  Sì, credo... Arrivederci. (Porge la mano a Romolo che intento a mangiare non la stringe e si limita a salutare con movimenti del capo. Aldo esce).

Zoe                                -  Ah! Meno male che se n'è andato! (Dopo essersi accertata ch'è veramente uscito, s'avvicina a Romolo) Senti, Romolo:  ti debbo dire una cosa grave.

Romolo                         - (continua a mangiare senza esprimere neppure un moto di sorpresa).

Zoe                                -  Ho detto grave!

Romolo                         - (sempre a bocca piena fa cenno di aver capito).

Zoe                                - (s'alza; piglia la tavola ch'è dinanzi all’uomo e la porta in un angolo).

Romolo                         -  Oh, oh! Non ho mica finito...

Zoe                                -  Siccome il cibo ti distrae al punto di non farti menomamente preoccupare di ciò che mi minaccia...

Romolo                         -  Cos'è stato?

Zoe                                -  Ecco; io sono innamorata di Aldo.

Romolo                         -  Mi congratulo: auguri e figli in quantità.

Zoe                                -  Non scherzare:  ti ho detto che la cosa è grave. Anzitutto io sono per te qualche cosa di più di una qualunque modella e quindi la mia dichiarazione, se pure va lodata per la sin­cerità, ti dovrà arrecare dolore...

Romolo                         - (scattando improvvisamente) Si­curo!  È una cosa infame!

Zoe                                -  No. Non esagerare ora. Noi due non ci amiamo.   Tu  stesso  hai  confessato   poc'anzi di  essere innamorato di un'altra donna  ed io non ti ho fatto scene.

Romolo                         -  È giusto.

Zoe                                -  Dunque, ora che abbiamo superato il primo scoglio e che tu sei felice di sapermi in­namorata del tuo amico...

Romolo                         -  Felice un corno!

Zoe                                - (con una piccola carezza sulla bocca per farlo tacere) Ascoltami:   io voglio ad ogni costo farmi amare da Aldo…

 Romolo                        -  E proprio a me lo racconti?

Zoe                                -  Sicuro: tu mi devi aiutare.

Romolo                         - (alzandosi) Ah, questo poi no! Hai capito? No.

Zoe                                -  Se ti rifiuti non sarò più la tua mo­della.

Romolo                         -  Non importa. (Passeggia su e giù imbronciato).

Zoe                                -  Sai che son fatta bene?

Romolo                         -  Non importa!

Zoe                                -  Che non ti costo?

Romolo                         - (a quell'idea si ferma ad un tratto) Questo importa...

Zoe                                -  Allora buono e all'opera. M'ascolti?

Romolo                         -  Sì. (Si avvicina con una sedia al tavolo e ripiglia il pasto).

Zoe                                - (gli allontana di nuovo la tavola) Aldo ha la testa nella commedia e fintanto che non la vedrà rappresentata, non potrà ragionare d'altro. Io faccio di tutto, t'assicuro, per fargli capire che sono innamorata di lui... Inutile: non s'accorge di me. Soltanto se gli parlo dei suoi lavori, mi risponde. Oh! allora chiacchie­ra, chiacchiera fin troppo, mi confida tutte le sue ansie, le delusioni, gli abbandoni... Ed ho un bel stargli da presso e fissarlo negli occhi perché  veda che sono carina... Macché! Mi con­sidera la sua confidente: null'altro. Figurati che poc'anzi m'ha consegnato il copione perché  lo gettassi nel fuoco...

Romolo                         -  Oh, bene! Una buona idea!

Zoe                                -  Bravo! Non gli ho mica dato retta. Il lavoro è nascosto al sicuro...

Romolo                         -  Brucia,., Brucia,,,

Zoe                                -  No. Bisogna invece farlo rappresen­tare. E presto. È l'unico modo per calmare l'a­nimo suo, per fargli intendere che l'amore per l'arte è una bella cosa, ma che non è tutto. Voglio che mi veda, capisci? (Pestando i piedi) Voglio che mi veda!

Romolo                         -  Va benissimo... Ma, fargli rap­presentare la commedia,  è difficile...

Zoe                                -  Dipende da te...

Romolo                         -  Da me?

Zoe                                -  Sicuro. Tu hai nominato poco fa una bella e brava attrice: Susanna Dati. Ebbene, le farai, gratis, il ritratto. E lei, in compenso, re­citerà la commedia di Aldo.

Romolo                         -  Oh, oh! Hai più fantasia dell’autore!

Zoe                                -  Accettato?

Romolo                         -  E l'attrice, chi la pesca? Io poi ti confesso che l'ho nominata per... sentito dire. Ma non l'ho mai udita recitare e non la conosco neppure di vista.

Zoe                                - (guardando l’orologio) Ho pensato io... Anzi dovrebbe essere ormai qui e se Aldo tardava ad uscire... succedeva un bel patatrac...

Romolo                         -  E come hai potuto tu...

Zoe                                -  Zitto: un caso; una fortuna! Si tratta d'una mia amica di collegio... Sicuro, perché  io sono stata in collegio... Ebbene ieri mi sono decisa di andarla a trovare a casa.

Romolo                         -  E ti ha ricevuta?

Zoe                                -  Con gioia, con grande gioia. Mi ha abbracciata; mi ha chiesto mille cose. E che facevo, e perché  non mi ero fatta mai viva. Io le espressi le mie felicitazioni per la sua car­riera artistica... Tu avessi udito quanti lagni! «Prim'attrice!  mi disse,  sì, prim'attrice da un mese. Ma se tu sapessi quali soddisfa­zioni le mie! Vedi, ieri sera ho dato la mia serata d'onore. Ebbene! Mezzo teatro e neppu­re una corbeille. Solo un mazzo di rose che uno sconosciuto mi ha lanciato da una barcac­cia di proscenio... ». Io, naturalmente, friggevo a quelle parole. Finalmente sbottai:  « Ho ca­pito. Tu mi vuoi parlare di crisi teatrale e così mi chiudi la bocca per un favore che volevo chiederti ». « Un favore?  mi chiede lei sor­ridente.  Ma tutto ciò che vuoi, mia buona Zoe ». Allora le parlai di Aldo, le dissi che era un giovane di grande ingegno legato a te da fraterna amicizia...

Romolo                         -  Come? Anche di me le hai par­lato?

Zoe                                -  Oh, certo. Vuoi che mi dimentichi di te? Le ho detto che son la tua modella, no?

Romolo                         - (incuriosito) E lei? E lei?...

Zoe                                -  Mi ha risposto: «Tu t'interessi più dell'autore che del pittore... ».

Romolo                         -  Vedi, che figuracce mi fai fare!

Zoe                                -  No. Ascolta, caro. Io ho tanto par­lato e insistito da farmi promettere che leggerà la commedia di Aldo. «Vieni a trovarmi, le ho detto.  Ti presenterò Romolo Ruggeri, un grande pittore... ».

Romolo                         - (fa un profondo inchino).

Zoe                                -  « È tanto buono, -  le ho detto, -  è tanto bravo »,

Romolo                         - (nuovo inchino).

Zoe                                -  Ho aggiunto: «Vedrai. Ti farò fare un bel ritratto! ».

Romolo                         -  Ma sei pazza?

                                      - (Si sente suonare il campanello dell'uscio).

Zoe                                -  Zitto. È lei...  (Corre via ad aprire).

Romolo                         - (si aggiusta dinanzi allo specchio).

Susanna Dati e Zoe       - (entrano insieme dalla comune).

Romolo                         - (appena vede Susanna Dati, l'ele­gantissima attrice, per poco non casca dalla commozione).

Zoe                                -  Ti presento la signorina Susanna Dati di cui ti parlai. (A Susanna) Il pittore Romolo Ruggeri. (Convenevoli).

Romolo                         - (sempre emozionato) Oh! ma io la conosco... sono un suo grande ammiratore...

Susanna                         -  Grazie. (Siede). In quale parte mi ha veduta?

Romolo                         -  L'ho vista, ricordo benissimo, l'ho vista per la prima volta mentre sorbiva una tazza di caffè al « Savini ».  Era  deliziosa.

Susanna                         -  Ah, ah! Come complimento, per un'attrice, non è tanto lusinghiero...

Zoe                                - (dando un pizzicotto a Romolo) Ma se l'hai applaudita tante volte a teatro...

Romolo                         -  Sicuro, anche a teatro...

Susanna                         -  Io la conosco invece per la sua fama di pittore.

Romolo                         -  Solamente?

Susanna                         -  Certo...

Romolo                         -  Come successo, per un corteggia­tore non c'è male...

Zoe                                - (che s'è allontanata per rovistare in un cassetto, chiama a sé in disparte Romolo, per dirgli piano) La vuoi smettere di fare lo stupido?

Romolo                         - (piano, disperato) Ma sai chi è la tua attrice? È la donna per cui... mi lasciavo morir di fame!

Zoe                                -  Ora pensa a farle il ritratto. È una buona occasione per conquistarla.

Romolo                         -  È vero. Sei intelligente.

Zoe                                - (che ha trovato il manoscritto, a Susan­na) Senti, cara, ti consegno subito il lavoro, perché  non vorrei  capitasse prima  l'autore.

Susanna                         - (lo piglia e l'osserva) Lo leggerò volentieri.

Zoe                                -  Ricordati che hai nelle mani la vita d'un uomo...

Susanna                         -  Dio mio. E chi è?

Zoe                                -  Il commediografo.

 Romolo                        -  Ah, ah, ah!

Zoe                                -  E non ridere, idiota!

Susanna                         -  Per carità! Tu metti a ben dura prova la mia coscienza...

Romolo                         -  Ma lasciamo il commediografo e parliamo invece della bella attrice. Quando avrò la fortuna di poterle fare il ritratto?

Susanna                         -  Sono per lei anche domani!...

Romolo                         -  Grazie; domani, allora: l'attendo nel pomeriggio di domani.

Aldo                              - (entra improvvisamente e, dinanzi alla visitatrice inaspettata, resta meravigliato e con­fuso. C'è un senso d'impaccio in tutti, che Su­sanna Dati sa presto vincere e, sorridendo, al nuovo arrivato:)

Susanna                         -  Scommetto che è l'autore!

Zoe                                -  Le presento la signorina Susanna Dati, attrice...

Aldo                              - (baciando la mano alla Dati) La co­nosco benissimo. Soltanto... Questa inverosimi­le visita... mi sorprende...

Susanna                         - (in tono scherzoso) Sono sempre stata curiosa di penetrare fra le mura ove si compie il sacro lavoro  delle muse...

Aldo                              -  Ma avrete trovato, chi sa?, giardini incantati,  fantasie,  suoni  di arpe e  di  cetre...

Susanna                         - (ridendo) No, no... (Si siede).

Aldo                              - (che la guarda attentamente e la con­sidera) Ma io non riesco a persuadermi che Susanna Dati sia qui, nella mia stanzetta. A proposito, come fate a sapere che io sono uno scrit­tore?

Susanna                         -  Oh, Dio! E voi come sapete che io sono un'attrice?

Aldo                              -  Ma io vi ho udita a teatro e ammi­rata in molte vostre interpretazioni... Ciò è na­turale. Chiunque guardi al teatro con un po' di passione, non può fare a meno di ricordare e... d'amare una giovane attrice vicina ormai alla gloria...

Zoe e Romolo               - (non riescono a nascondere il loro disagio fra quei due).

Susanna                         -  Grazie. Ma non vorrete mica cre­dere che soltanto gli autori si interessino delle nuove attrici. Anche queste, guardano ai gio­vani d'ingegno dai quali attendono le opere migliori...

Romolo                         - (senza parere, piano piano si mette in disparte, finché, non visto, scompare da una porta di destra).

Aldo                              -  Nessuna attrice mi ha mai così in­coraggiato. Grazie.

Susanna                         -  Debbo aggiungere che già da tem­po conosco il vostro animo...

Aldo                              - (stupito) Conoscete il mio animo?

Susanna                         -  Oggi è il giorno delle sorprese, vero? Ebbene sì, vi dico che vi conosco nel vostro intimo. (Ride, osservando lo sbalordi­mento di lui). Sono misteriose le mie parole? Allora vi dirò. Lessi l'anno scorso, in un pe­riodo di convalescenza, un vostro romanzo...

Aldo                              - (contento) Ah! L'unico mio volume.

Susanna                         -  Ebbene il vostro libro ha eser­citato su di me una viva suggestione...

Aldo                              - (lusingato) Vi ringrazio.

Susanna                         -  No, non è un complimento. (Scherzando) Voi, si capisce, con la vostra va­nità d'autore crederete ora chi sa che cosa! In­vece no. Siete tutt'altro che perfetto. La for­ma, buona, ve lo concedo, ma la vostra tecnica di romanziere è rudimentale, ancora primitiva. Siete un selvaggio con molto ingegno. Va bene?

Aldo                              - (continuando lo scherzo) Per l'inge­gno, sì; per il selvaggio...

Susanna                         - (ride) Quello che mi è piaciuto, di cui voi non avete nessun merito, ve lo dico subito, è una pura coincidenza. La vostra pro­tagonista ha con me stessa una tale affinità spi­rituale che, leggendo, mi domandavo se per magnetica virtù vi è stato concesso di penetrare il mio io più segreto.

Aldo                              -  Davvero?

Susanna                         -  Così è... Credevo di leggere le mie confessioni. Fin nell'espressione avete certe volte indovinato me stessa. Questa parentela spirituale mi ha indotta ad accettare con entu­siasmo la proposta della mia amica Zoe. (Cinge con un braccio alla vita la modella rimasta lun­gamente presente e muta, come una cosa inu­tile).

Zoe                                - (cerca di svincolarsi).

Aldo                              - (l'osserva un istante, poi, accorgendosi che Susanna ha in mano il copione della sua commedia, esclama) Ma questa commedia io la credevo distrutta dal fuoco.

Zoe                                - (timorosa) Sono io... che l'ho sal­vata...

Susanna                         -  Ed ha fatto bene, così avrò il piacere di leggerla e, spero, di poterla rappre­sentare...

Aldo                              - (a Susanna) Voi mi riempite l'animo di speranza e di gioia. Ma se proprio volete leg­gere qualche opera mia vi darò un altro copio­ne... Non questo. (A Zoe) Ha fatto male, lei, signorina, a conservare questa detestabile cosa...  (Si alza, va al tavolino e non trova ciò che cerca). Eppure avevo lasciato il copione in questo cassetto...

Zoe                                -  Mi perdoni. L'ho tolto io per timore ] che lo distruggesse.

Aldo                              - (duramente) Sia cortese d'andarlo a j riprendere. È quello che vorrei far leggere alla signorina Dati...

Zoe                                - (va via a malincuore da destra).

Romolo                         - (spinge la testa da una fessura della porta e spia non visto).

Susanna                         - (appena soli) Ma voi eravate in barcaccia di proscenio l'altra sera.

Aldo                              - (annuisce sorridendo).

Susanna                         -  E mi gettaste un fascio di rose sul palcoscenico!

Aldo                              -  Precisamente...

Susanna                         - (dolcemente fissandolo) I primi fiori gettati sulla mia strada d'attrice... Sapete che mi hanno fatto tanto pensare e che li conservo tutt'ora?...

Aldo                              -  È da molto tempo che vi ammiro in silenzio, anche se voi v'accorgeste di me l'altra  sera soltanto... Ed i miei pochi fiori sono ben i povera cosa...

Susanna                         - (mettendogli un dito sulla bocca) Zitto, che io li adoro!  (Ad un tratto) Perché  non  venite  domani   a   casa  mia   a  leggermi il   lavoro ?

Aldo                              -  Sei voi permettete...

Susanna                         -  È un piacere che vi chiedo. (Gli dà un biglietto) Eccovi l'indirizzo. Venite nel pomeriggio.

Romolo                         - (dal suo nascondiglio, tra sé, minac­cioso) Nel pomeriggio? Ah! la vedremo!

Zoe                                - (entra, seguita da Romolo) Ecco il copione,

Susanna                         -  Grazie. (Lo prende) Ed ora bi­sogna che me ne vada, per non giungere in ri­tardo alla recita. (Ad Aldo) Voi rimanete?

Aldo                              -  Anch'io debbo uscire...

Romolo                         - (tra se) A momenti mi vendico!

Susanna                         -  Allora potete accompagnarmi?

Aldo                              -  Con tutto il piacere...

Romolo                         - (piano) Ora mi vendico! (Forte) Signorina, vi attendo dunque domani nel po­meriggio per il ritratto!

Susanna                         - (ha un moto di dispetto, poi) Scusate, mi ricordo ora che domani ho la prora d'una commedia nuova...

Romolo                         -  Vi attendo lo stesso. A che ora finirete?

Susanna                         -  Non so dirvi. (Fissando con intenzione Al­do) Dipenderà dal... capo­comico. (Saluta e va via se­guita da Aldo).

Zoe e Romolo               - (rimasti so­li, si guardano attoniti senza parola).

Zoe                                - (scoppiando improv­visamente in singhiozzi) È finita... è finita...

Romolo                         - (scuotendosi) Finita? Ti sbagli, cara. Co­mincia ora, invece... Comincia ora...

Zoe                                -  Che cosa?

Romolo                         - Diamine la carriera di Aldo Mauri, com­mediografo. (Scorge un libro sulla scrivania e, come per distrarre Zoe, chiede) Che cos'è questo?

Zoe                                - (l'osserva e piagnu­cola) La grammatica... Se l'è dimenticata il Salvi, l'a­lunno di Aldo.

Romolo                         - (rifacendo comi­camente la voce di Salvi) Me la sono scordata... (Sfo­glia il libro e ne viene fuori una busta) E questa? (L'a­pre e vede che contiene tre­cento lire).

Zoe                                -  Il saldo delle le­zioni...

Romolo                         - (intascandole) Ah! gliele avevo appunto chieste in prestito. Vestiti... stasera si fa baldoria. (Fa­cendo l'atto di alzare un bicchiere e prendendo inve­ce il calamaio di Aldo) Per la carriera del nostro com­mediografo: Urrà!

Zoe                                - (risponde) Urrà (e cade piangendo, fra le brac­cia di Romolo).

FINE