Cuore alla mano

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CUORE ALLA MANO

CUORE ALLA MANO

Una scena a due persone

Dei FRATELLI QUINTERO

Traduzione autorizzato di Gilberto BECCARI

PERSONAGGI

ARSENIO

INES

Cateragia per il Sito GTTEMPO

Il camerino di Ines Pereira, attrice « encan-tadora », in un teatro di Madrid. A destra, porta d'ingresso, ed a sinistra un'altra porta, di comunicazione col gabinetto di toeletta. Mo­bili civettuoli, ritratti, fiori, libri, luci ecc.

La scéna è deserta. Poco dopo alzata la tela, arriva Arsenio, un giovanotto el&gante, sfaccen­dato, che conosciamo anche noi per averlo vi­sto nei camerini di tutte le belle attrici e spe­cialmente in quello della Pereira. Indossa l'a­bito da sera.

Arsenio                         - Che fortuna! Il camerino è vuo­to! Questa commedia è un portento! Non atti­ra un'anima in palcoscenico! (Si avvicina alla portiera del gabinetto di toeletta) Si può?

(Ines parla di dentro).

Ines                               - No! Chi è?

Arsenio                         - Un amico: quello di tutte le sere.

Ines                               - Ah! Arsenio.

Arsenio                         - Arsenio... Vi è scappato di boc­ca come per dire: « E' già qui questo ronzone! ».

Ines                               - Ne più ne meno: « E' già qui que­sto ronzone! ».

Arsenio                         - E' proprio vero che non posso passare?

Ines                               - Vietato l'ingresso!

Arsenio                         - Ma neppure voi potete uscire!

Ines                               - E' naturale! Se voi non potete entrare!

Arsenio                         - Pare impossibile che dobbiate rispondermi sempre co­sì!

Ines                               - Sono molto costante nelle mie idee.

Arsenio                         - Io no. Volevo dire, anch'io. Bene, secondo i casi... Vi avverto che la portiera è tra­sparente e con la luce che c'è co­stà, si vede tutto...

Ines                               - Voltatevi da un'altra parte.

Arsenio                         - Non posso.

Ines                               - Allora fate come vi pare.

Arsenio                         - Veramente?

Ines                               - Siamo allegri, stasera?...

Arsenio                         - Tutt'altro!

Ines                               - Dove siete stato a cena?

Arsenio                         - Alla « Pena ».

Ines                               - Con chi?

Arsenio                         - Solo.

Ines                               - Che noia!

Arsenio                         - Non crediate. La solitudine non è sempre disprezzabile. Alcune volte quando ci sembra di essere più soli è quando siamo più accompagnati.

Ines                               - Come siete metafisico!

Arsenio                         - Fino a quando non comparirete continuerò così!

Ines                               - Vengo subito. (Entra. E' bellissima. Veste l'abito di scena).

Arsenio                         - Sia ringraziato Iddio! (Contem­plandola) Si spiega, si spiega., si spiega tutto...

Ines                               - Che cosa?

Arsenio                         - Si spiega il ritardo: si spiega che gli specchi cerchino di trattenervi... perfino nella luce degli specchi c'è fortuna e c'è sfortuna.

Ines                               - Me lo diceste anche ieri sera.

Arsenio                         - Può essere: ed era una verità ie­ri, come lo è stasera.

Ines                               - (gli porge la mano che égli bacia) Credevo olle non veniste stasera. Vi credevo al Teatro Reale.

Arsenio                         - Non balla l'Esparcita.

Ines                               - Ora mi spiego.

Arsenio                         - E poi sono entusiasta di questa commedia.

Ines                               - Per carità! Voi dovete essere l'uni­co. Non viene nessuno a teatro!

Arsenio                         - Appunto per questo!

Ines                               - Se vi sente l'impresario!

Arsenio                         - A parte ciò, la commedia è buo­na.

Ines                               - Che cosa dite?

Arsenio                         - Mi spiegherò: io trovo ottime le commedie che permettono alle attrici di rima­nere molto tempo in camerino.

Ines                               - Ah, in tal caso, questa è meraviglio­sa! Io, in questo atto, non ho parte che al fi­nale.

Arsenio                         - Lo so. A me, del teatro, ciò che piace sono le attrici...

Ines                               - Grazie del complimento.

Arsenio                         - (Si siede accanto a lei e guarda l'attrice estasiato) E' proprio eccellente questa commedia.

Ines                               - Andiamo! Non dite sciocchezze! Ne siate crudele. E' un tormento recitare comme­die come questa. Voi non sapete ciò che soffro a andare in iseena, per dire le insulsaggini e tutte le volgarità piene di pretese messe in boc­ca a questo personaggio. Noto il ridicolo che cade su di me!

Arsenio                         - Non dovevate accettare la parte.

Ines                               - Povero autore! Sarebbe morto! Cre­de di avere scritto un capolavoro. Parla di Shakespeare come di un collega. Vi assicuro amico mio, che sono ogni giorno più sazia di questa passione del teatro, di questa lotta con­tinua... In teatro sarebbe una gran cosa per me, se si potessero rappresentare sempre belle commedie, davanti ad un pubblico colto! Ma quando l'arte porta con se tutte le miserie di un affare!... (Con amarezza) Ah.

Arsenio                         - Vi ritirereste con piacere dalla scena?

Ines                               - Lo credo! Se mi toccasse il premio della lotteria!

Arsenio                         - E se vi toccasse invece un fidan­zato?

Ines                               - Questo è meno probabile del pre­mio.

Arsenio                         - Che cosa dite?

Ines                               - Le nozze sul serio, per un'attrice!... Vi pare una cosa da nulla? Gli uomini, in ge­nerale, non ci amano che per divertirsi. Fra noialtre non ci sono due storie uguali... Ma ci sono molte storie sfortunate.

 

Arsenio                         - E la vostra? ha dei capitoli dolo­rosi?

Ines                               - Parliamo d'altro!

Arsenio                         - Un tema così interessante!

Ines                               - Vi piace parlare di donne che non si sposano, perchè non trovano il fidanzato? La mia storia in realtà è questa.

Arsenio                         - Che cosa mi date ad intendere!?

Ines                               - Un fidanzato di mio gusto, si capi­sce...

Arsenio                         - Avrete un gusto molto diffìcile.

Ines                               - Sarà questo. Alle dònne che riman­gono nubili non domandate mai perchè non si sposano: la loro risposta sarà sempre la mede­sima. Invece, lo si deve domandare agli uomini, che hanno un ampio campo per scegliere.

Arsenio                         - Agli uomini?

Ines                               - Sì. E voglio domandarvelo subito, giacché vi piace il tema... Ditemi un po', si­gnor curioso: voi, giovane, bello...

Arsenio                         - Grazie, Ines.

Ines                               - Senza impegni, ricco, molto ricco, annoiato, perchè non vi sposate?

Arsenio                         - (sospirando) Ah!

Ines                               - E' così difficile la risposta?

Arsenio                         - Più difficile che tenere gli occhi chiusi davanti a voi.

Ines                               - Andiamo, rispondetemi seriamente; perchè non vi siete ancora sposato? Perchè non vi sposate? Perchè non parlate mai di sposar­vi?

Arsenio                         - Vi risponderò sul serio, con franchezza, col cuore alla mano. Non mi sposo, cara Ines, e fuggo il matrimonio come una cat­tiva tentazione perchè ho la sicurezza assoluta che ingannerei mia moglie, dopo sette giorni di matrimonio.

Ines -                             - Discorsi da ragazzi!

Arsenio -                       - E' così. Ne ho la piena sicurezza.

Ines                               - Ma così presto? Dopo sette giorni?

Arsenio                         - Anche sei!

Ines                               - - Mio Dio! Neppure una settimana di fedeltà!

Arsenio                         - Neppure una settimana.

Ines                               - Voi scherzate, Arsenio.

Arsenio                         - No; ho fatto degli esperimenti su ine stesso. Sono infedele per natura. Come chi nasce zoppo o gobbo, che non può rimediarlo!

Ines                               - E dite di non scherzare?

Arsenio                         - Vi parlo col cuore alla mano, I-n'es. Potete credermi. Sono l'incostanza in per­sona. Bisogna che io mi burli di tutte le don­ne. E' qualche cosa più forte di me. E sicco­me sono un uomo di coscienza, faccio a meno di sposarmi.

Ines                               - E che cosa chiamate coscienza?

Arsenio                         - Il fatto di non voler ingannare la propria moglie. Quanto alle altre... Voi mi comprendete... Siccome so « a priori » che es­se inganneranno me, non ho alcuno scrupolo. Ma, mia moglie!Andiamo!Non sarei chi sono !

Ines                               - Lo so, chi siete, lo so!

Arsenio                         - Un uomo integro; un uomo di coscienza, ripetq; un uomo di convinzioni ben radicate. Del resto non sono solo: la fedeltà maschile noni esiste.

Inés                               - Non esiste? Questo lo dite voi! Se così fosse e tutti la pensassero come voi, nes­suno si sposerebbe.

Arsenio                         - Nessuno! Non c'è dubbio! E se si sposano è perchè quasi tutti sono più di ma­nica larga di me, e perchè, inoltre, nel momento di sposarsi credono ad occhi chiusi: che saran­no fedeli come cani. (Riflettendo) Insomma, che io mi sappia, non conosco un marito che non inganni la moglie. Ed io non voglio entra­re in questa confraternita.

Ines                               - Che assurdità!Ve ne sono a migliaia di fedelissimi !

Arsenio                         - A migliaia? Se io ne scoprissi u-no solo lo proporrei al vostro impresario per una tournée!

Ines                               - Che cosa debbo ascoltare!

Arsenio                         - Ma ammettiamo pure che sia un'opinione mia: Non insisto. Veniamo al caso mio, nel quale nessuno può contraddirmi. Io lo so di sicuro, come se già mi ci trovassi; è fa­tale, è inevitabile; io ingannerei mia moglie... subito!

Ines                               - Arsenio!

Arsenio                         - Subito! Mi pare di vedermi sotto le spoglie di marito. La ingannerei con un'a­mica di collegio, con una vicina di casa, con la modista, con la cameriera...

Ines                               - Anche in casa!

Arsenio                         - Anche lì! Non vi ho detto che è più forte di me? E voi credete che con questa convinzione possa corteggiare una donna per farne una moglie? Dire a qualcuna di sposar­la?

Ines                               - Purché non lo diciate a me!

Arsenio                         - Perchè a voi no?

Ines                               - Dopo le vostre dichiarazioni...

Arsenio                         - Ebbene, vedete, a voi l'avrei detto volentieri, con tutto il cuore. Voi sare­ste una sposa ideale: bella, affascinante, appas­sionata, dolce, fedele, piena di cure per la sua casetta...

Ines                               - Tante grazie. E con tutte queste doti mi tradireste egualmente, vero?

Arsenio                         - Questo è indiscutibile!

Ines                               - Indiscutibile? Allora non mi convie­ne.

Arsenio                         - Purtroppo.

Ines                               - \^A.a. ragioniamo. Analizziamo. La cosa si presenta sotto vari aspetti. Carte in tavola, Arsenio. Vediamo un po', vediamo un po'... Parlerò anch'io col cuore alla mano.

Arsenio                         - Sembrerà una rosa...

Ines                               - Non è il momento dei madrigali.

Arsenio                         - Sta bene. Sentiamo che cosa mi dice il vostro cuoricino.

Ines                               - Voi mi confessate che, se non fosse per gli scrupoli della vostra coscienza, ben vo­lentieri mi sposereste.

Arsenio                         - E ve lo confermo.

Ines                               - Ebbene, vedete, pur sapendo a cosa vado incontro, non esiterei a diventare vostra moglie.

Arsenio                         - (con slancio) Oh, Ines, adorata! Andiamoci subito! Quale santa abnegazione la vostra!

Ines                               - Un po' di calma. Piano, piano; non vi riscaldate tanto! Io non sarei quella sposa esemplare che vdi avete definito poco fa, quella sposa modello, ma sarei sempre una sposa inna. morata di suo marito; una donna ferma, co­stante alla fede giurata. Perchè così come voi siete nato incostante, io sono nata con un so­gno nell'anima: quello dì dare, all'uomo che mi amasse, la mia vita intera... Siete divenuto un po' pallido...

Arsenio                         - Credo di sì.

Ines                               - Una volta sposata con voi, facciamo questa ipotesi, con voi, per il quale, lo dichia­ro, ho una speciale simpatia... Una volta spo­sata, dicevo, potrebbero venire a corteggiarmi tutti gli uomini della terra, io rimarrei sem­pre fedele a mio marito!

Arsenio                         - Sì?

Ines                               - Sì.

Arsenio                         - Ah, che grandezza d'animo!

Ines                               - Però...

Arsenio                         - Come?

Ines                               - Però, se ini si presentasse, per caso un cugino mio, capitano dei Lancieri della Regi­na, che si trova al Marocco...

Arsenio                         - Eh?

Ines                               - Allora...

Arsenio                         - Allora che?

Ines                               - Allora non risponderei di me!

Arsenio                         - Ines!

Ines                               - Vi parlo anch'io col cuore alla mano. Fu il primo uomo che mi fece affacciare tre­mando a una finestra, sotto la persiana, per­chè sentivo i suoi passi nella strada); fu il pri­mo uomo che raccolse per se una rosa che mi cadde dal seno; fu il primo uomo che mi parlò senza parole, senza parole che tuttavia risuo­narono nel mio orecchio...

Arsenio                         - Ah no, no!

Ines                               - Come no?

Arsenio                         - Eh no!

Ines                               - Non accettate neppure questa remo­ta probabilità di tradimento da parte mia?

Arsenio                         - Non posso accettarla!

Ines                               - Che egoista! Minacciate di tradirmi con mezza umanità, e non tollerate neppur l'ombra di un uomo che è lontano di qui... ed al quale i marocchini possono tirare da un gior­no all'altro un colpo di carabina!

Arsenio                         - Che glielo tirino subito!

Ines                               - Nossignore!

Arsenio                         - Ma guarda questo demonio di cu­gino che salta fuori quando c'eravamo già quasi messi d'accordo!

Ines                               - Molto comodo per voi!

Arsenio                         - Mi avete detto che è Lanciere del­la Regina?

Ines                               - - Sì, un Lanciere molto bello e molto buono.

Arsenio                         - E si trova nel Marocco?

INES                             - Sì, è la, all'inferno: dovrebbe essere « Melitta,

Arsenio                         - Dovrebbe essere?

Ines                               - Sì. Ma per disgrazia, non è im alcuna parte.

Arsenio                         - Come? Non esiste?

Ines                               - Non esiste! L'ho inventato io! Non si può trovare un cugino bello e Lanciere, lì per lì.

Arsenio                         - (respirando con gioia) Ah che fe­licità! Mi avete tolto di dosso non un Lanciere, ma un intero reggimento!E perchè questa bur­la?

Ines                               - Credete forse che si possano prende­re sul serio le vostre teorie amorose? No, Arse­nio, no; codeste teorie non hanno fondamento alcuno; non rispondono ad alcun palpito del cuore; sono cose di fantasia, frivolezze, spirito­saggini di cattiva lega. Il giorno in cui vi trove­rete di fronte ad una donna che sia capace di farvi innamorare per davvero, vedrete come tut­te codeste cose cadranno, andranno in fumo... se non sarete voi stesso a scacciarle... Allora sì, allora sì che parlerete col cuore alla mano; ma non più col cuore vostro, bensì con quello di lei...

Arsenio                         - (turbato) Ines, amica mia, deve essere proprio così, come voi dite, perchè co­mincio a comprenderlo... a sentirlo, quasi... Mi trovo forse davanti alla donna che potrà realizzare in me questa trasformazione, que­sto miracolo? Che mi convertirà in un uomo co­stante? Che riuscirà a farmene amare una so­la?... Mi trovo forse davanti a questa donna?

Ines                               - A queste domande, se qualcuno deve rispondere, questo qualcuno siete voi. (Si ode un campanello) Debbo andare in scena.

Arsenio                         - Non ve ne andate, ora!

Ines                               - Come posso fare? In scena devo pur andarci; ma prima vi voglio dire una battuta della commedia che stiamo provando.

Arsenio                         - Chi? Voi ed io?

Ines                               - No, in teatro.

Arsenio                         - E che c'entra, nel nostro caso?

Ines                               - Voi stesso giudicherete: a II cuore ed il pensiero vivono nell'eterna ansia di scio­gliersi. Ma la verità è una sola e risplende di luce viva, nel momento in cui il cuore pensa e la testa sente... ».

Arsenio                         - (la guarda con attenzione, estasiato. Ines, sorridendogli, va verso la porta del carne, rino, mentre cala la tela).

FINE