Facchini

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FACCHINI

FACCHINI

Manlio Santanelli

PRIMO TEMPO

PERSONAGGI IN ORDINE DI ENTRATA:

GEZIO Sulla quarantina, grosso e grasso, occhi vivaci, indole luciferina
ANTIMO Stessa età, grasso e grosso, occhi spenti, indole celestiale
IL DIRETTORE Sulla cinquantina, taglia normale, carattere oscillante tra il dispotico e il disponibile
LA CONTESSA Età difficilmente definibile, portamento nobile e sprezzante

L'azione si svolge ai nostri giorni, in un hotel di un luogo di vacanze non meglio precisato.

La hall di un albergo vecchio stile in evidente stato di abbandono...
Sulla parete di fondo, da sinistra verso destra, una veranda che affaccia su un panorama i cui contorni si percepiscono appena; l'ascensore che sale ai piani superiori e che appare fermo, con le porte semiaperte, a un metro dal suolo; una porta a vetri che da' sulla sala ristorante...
Sulla parete di sinistra, in prima quinta, l'ingresso principale con la tipica porta girevole e l'insegna "Hotel Plieskoskaja"(che noi leggiamo al contrario); accanto all'ingresso, una struttura metallica che regge le bandiere, a dire il vero un po' sgualcite, di molti paesi del mondo; in seconda quinta, un ripostiglio la cui porta e' ricoperta da un grande specchio...
Sulla parete di destra, in prima quinta, la porta che conduce all'ufficio del direttore; in seconda quinta, il banco della reception con alle spalle il pannello delle chiavi di tutte le camere...
Davanti alla veranda alcuni elementi che compongono un salottino...
Dal soffitto, al centro della sala, pende un lampadario di cristallo.

ANTIMO (Dall'interno del vano portabagagli) Che caldo boia!...Speriamo che finisca presto...
GEZIO (Seduto sulla reception, le gambe penzoloni) Presto, quanto?
ANTIMO (Come sopra) Prima dell'arrivo del lavoro, almeno...
GEZIO Perché?
ANTIMO (c. s.) Non si lavora bene, con il caldo.
GEZIO Non c'è problema, allora.
ANTIMO (c. s.) Finirà, dici?
GEZIO (Calmo) Non verrà il lavoro.
ANTIMO (c. s.) Ne sei tanto sicuro?
GEZIO Come due più due, che fa?...che fa?...
ANTIMO (c. s.) Quattro. Ma anche tre anni fa eravamo rimasti inattivi un subisso di tempo, e poi tutt'a un tratto rispuntò la clientela...Come ai bei dì che furono...
GEZIO La clientela? Una sola persona, una donna, per una sola notte.
ANTIMO (c.s.) Sempre meglio di niente.
GEZIO (Grave) La turista della morte!...
ANTIMO (c. s.) Perché la chiami così?
GEZIO Una persona che gira di paese in paese con una valigia piena di articoli da...soluzione finale...veleni, pistole, nodi scorsoi...come la vorresti chiamare?
ANTIMO (c.s.) Forse li vendeva...
GEZIO Forse. Ma quella notte almeno uno lo provò su se stessa.
ANTIMO (c.s.) Che notte! Se ci ripenso, mi corre un brivido freddo per tutto il corpo, anche qui dentro, a sessanta gradi...Non ho mai preso uno spavento simile: E la fatica, la fatica dove la metti?
GEZIO Non esagerare, adesso...Non facesti mica tutto da solo, caro il mio Antimo...
ANTMO (c.s.) Già, ma tu la reggevi per i piedi, io per la testa. E la testa, si sa, pesa molto di più...
GEZIO (Brontolando) Il direttore poteva anche darci una mano, adesso che ci ripenso...
ANTIMO (c.s.) Il direttore? Ma se aveva letteralmente perso la bussola!...Quando arrivò l'ambulanza, sulla barella si voleva stendere lui!...
GEZIO E' vero!..."Muoio", gridava. "Aiuto, muoio!" (dopo un tempo) Comunque, fossi in te non conterei tanto sull'arrivo della clientela.
ANTIMO (c.s.) Perché?
GEZIO Hotel delle tre rose!...Non andava bene, dico io? No, lui gli toglie quel nome, per mettergli questo...(indica la luminosa) Hotel Plieskoskaja!
ANTIMO (c.s.) E' il cognome di lei...
GEZIO Ma è impronunciabile! L'eventuale cliente, ancora prima di sollevare il telefono, si è già scoraggiato...E addio prenotazione!
ANTIMO (c.s.) Non ci avevo pensato...
Gezio scende dalla reception, gira dietro il banco, estrae da un cassetto un necessaire per le unghie e si accinge alla cura delle sue mani...
ANTIMO (Sempre chiuso nel vano portabagagli) Gezio!
GEZIO Oh!?
ANTIMO (c. s.) E' passata l'ora, sì o no?
GEZIO (controllando sul suo orologio) Mancano cinque minuti...
ANTIMO (c.s.) Potresti anche abbonarmeli...
GEZIO Neanche per idea!
ANTIMO (c.s.) E' una sauna, qui dentro!
GEZIO Hai perso, cosa vuoi!
ANTIMO (c.s.) Sento che sto per svenire...
GEZIO Quando svieni ne parliamo.
ANTIMO (c.s.) Da svenuto come faccio a parlare?
GEZIO (Sbuffando) Un'altra volta scommettevi in danaro.
ANTIMO (c.s.) Non ne ho. Sono al verde. Perfino la mia orina è verde, in questo momento.
GEZIO (Sobbalza) Stai pisciando lì dentro!?
ANTIMO (c.s.) Lo dicevo per spiegarti che non ho una lira.
GEZIO E allora paga la posta fino all'ultimo centesimo...di secondo.
ANTIMO (c.s.) Sei cattivo, Gezio.
GEZIO I buoni muoiono presto, Antimo.
ANTIMO (c.s.) Morirai anche tu.
GEZIO Non mi sono mai creduto immortale...
ANTIMO (c.s.) Il grasso ti arriverà al cuore!
Gezio fa un gesto di indifferenza...
ANTIMO (c.s.) Quei maledetti minuti sono passati, adesso. Apri!
Gezio controlla l'ora, poi va ad aprire...
Antimo esce sudato, con la lingua di fuori come un cane...non e' meno grasso di Gezio...
GEZIO Quando il grasso busserà alla porta del mio cuore, il tuo sarà già bello e scoppiato.
Antimo, convinto di non essere visto, fa le corna...
GEZIO (Di spalle, indovinando il gesto) Sì, illuditi di battere la scienza con la stregoneria...
ANTIMO (Davanti al ventilatore acceso) Appena viene il direttore gli chiedo se mi trasferisce. Con te non ci lavoro più. L'amicizia, non sai neanche dove sta di casa.
GEZIO Ti fai trasferire? Bravo!...E con quali mansioni, se posso chiedere?
ANTIMO Facchino. Con quali, se no?
GEZIO Scordatelo! Non sei più in grado di sollevare neanche un beauty per signora!
ANTIMO Neanche tu, però.
GEZIO Forse. Ma io non vado chiedendo trasferimenti. (Estrae dalla tasca un mazzo di carte e gli propone di "alzare")
ANTIMO Ancora!?...No, eh!...
GEZIO Dai che ti piace...
ANTIMO Ho già passato un'ora chiuso lì dentro. (Indica il vano)
GEZIO Punta un'altra cosa. E poi...puoi sempre vincere.
ANTIMO Posso. Ma intanto perdo sempre.
GEZIO (Insistente) Dai, che non resisti...
ANTIMO Sei un diavolo tentatore...
GEZIO E tu un tentato del diavolo, ammettilo...
ANTIMO E...che ci giochiamo?
GEZIO Ci giochiamo, ci giochiamo...una confidenza!
ANTIMO (Terrorizzato) No!
GEZIO Una di quelle confidenze...pruriginose...eh? Che mettono il solletico nelle braghe...Alza, dai!
ANTIMO Di mia moglie ti ho raccontato tutto...
GEZIO (Insinuante) Ma lei non è l'unica donna, in casa tua.
ANTIMO (Furbo) Ho trovato: metto come posta la storia di quella volta che sorpresi mia suocera...
GEZIO Devo giocare a perdere, dunque? (Poi spietato) Un'altra donna c'è, non fare lo stronzo!
ANTIMO Mia figlia ha quindici anni, Gezio!
GEZIO Non sono pochi, lo ammetto. Ma mi accontento.
ANTIMO E tu?...Non hai detto che cosa ti giochi tu...
GEZIO Io?...Be' io posso giocarmi tante cose, e tutte di grande interesse per te.
ANTIMO Per esempio?
GEZIO Di quella volta che aprii la valigia della contessa polacca, per esempio. La turista della morte...Che ne dici, eh?
Antimo non riesce a nascondere un vivo interesse...
GEZIO Non è una posta di tutti i giorni, riconoscilo. (Studia l'avversario, poi gli porge il mazzo di carte) Allora, vuoi alzare sì o no?
ANTIMO (Dopo un'ultima esitazione, alza) Sette!
GEZIO (Alza a sua volta) Nove! Hai perso. (Va a spegnere il ventilatore)
ANTIMO Perché?
GEZIO Fa casino. E io voglio godermi il tuo raccontino in santa pace. (Va a sistemarsi sul divanetto) Dai, attacca con la ragazzotta. Ma oh, tutto!... Non facciamo scherzi!
ANTIMO Che scherzi?
GEZIO Che sul più bello tagli con i tuoi eccetera eccetera...Quelle cose lì, e tu sai di che parlo, non le puoi ribattezzare eccetera. Hanno un nome. A volte, anche più d'uno. E io pretendo che vengano chiamate con il loro nome.
ANTIMO Sono ammessi i dialetti?
GEZIO Quando risultano altrettanto espressivi, perché no? Mi appello alla tua coscienza di giocatore, bada.
ANTIMO (Lagnoso) E la mia coscienza di padre dove la metto?
GEZIO Giocavi già, prima di spostarti. Quella coscienza, quindi, viene dopo.
ANTIMO Sei veramente infame! Sei un avanzo della società, un topo di fogna, una...
GEZIO (Ridacchiando) Che sagoma!...Un racconto, ti ho chiesto, alla fin fine. Dettagliato, questo sì... Con i particolari in bella evidenza, questo sì...Ma pur sempre un racconto. Non te la metto incinta, la tua piccina, non aver paura.
ANTIMO (Si gira attorno) Così...su due piedi...
GEZIO La lingua, devi usare, non i piedi.
ANTIMO (A disagio, si aggira per la scena) Dunque...devi sapere...come tu ben sai...
GEZIO (Perdendo la pazienza) Come so o come devo sapere?...Deciditi, o perdo le staffe, e tu sai...
ANTIMO Calmati! Non è così facile, bada...(Prende un respiro, poi) Dunque, Bruna mia moglie...quest'anno si è operata di ernia del disco...
GEZIO Ricordavo di tonsille...
ANTIMO Di tonsille l'anno scorso.
GEZIO E alle ovaie...
ANTIMO Alle ovaie due anni fa.
GEZIO E di calcoli renali...
ANTIMO Quelli, se tutto va bene, se li toglie l'anno prossimo...
GEZIO Ah sì? E che aspetti a buttarla?
ANTIMO (Sobbalza) Come lo sai!? Chi te lo ha detto, parla!
GEZIO (Sulla difensiva) Che cosa?...Perché quegli occhi, all'improvviso? Calma, Antimo...Così mi metti paura...Che cosa saprei, fammi capire.
ANTIMO (Cupo) Che volevo buttarla via.
GEZIO Nessuno. Dicevo così, tanto per dire...Una battuta, niente di più. Ma perché?
ANTIMO (Controllandosi, continua il suo racconto) Operata di ernia del disco...Due mesi di letto, s'è fatta, la poverina...Tutte le complicazioni si sono date appuntamento al suo capezzale...E io sempre accanto a lei...quando venivo via di qui...a cambiarla, a lavarla, a imboccarla...a procurarle questo o quello, secondo il capriccio del momento...Uno schifo di vita, devi credermi..."Finirà", dicevo a me stesso. "Deve finire! E quando il medico l'avrà dichiarata guarita troverò la mia pace, una buona volta!" (si terge la fronte)
GEZIO (Dopo un tempo) E come è andata a finire, poi?
ANTIMO Guarire, è guarita. Ma quanto alla mia pace...Sì, perché io mi aspettavo, come era logico del resto, che lei, Bruna, passasse dal letto alla poltrona. E' la regola. Tutte le malattie vanno a finire così...Letto-poltrona, letto-poltrona...
GEZIO Anche letto-bara, però.
ANTIMO Le malattie dalle quali si guarisce, intendo io.
GEZIO E invece?
ANTIMO E invece lei è passata dal letto alle...mie spalle!
GEZIO Alle tue spalle...come?
ANTIMO Qui, a cavalcioni. (Si tocca le spalle) La mattina che il medico le prescrisse la poltrona, lei, Bruna, mi fa: "Ho paura di mettere i piedi a terra...e camminare da sola fino a lì...Portamici a spalla, amore!"...Io le faccio notare che è un capriccio. Proprio così le dico: "Brunetta, che sono questi capricci?" "Ecco, non posso esprimerti un desiderio, che tu subito me lo bocci!" "Ma vedi, il medico ha prescritto...ha insistito..." tento di obiettare. "Sei facchino, che ti costa?" Fui punto sul vivo. Noi facchini, e tu lo sai bene, non ci devono toccare il mestiere. Neanche per scherzo. La sollevo e me la metto a cavalluccio, come una bambina...Potevo mai immaginare che assecondandola firmavo la mia condanna, non dico a vita ma quasi? Cominciò in quel punto un nuovo corso familiare, che all'inizio mi sembrò un gioco, perfino divertente. "Portami alla consolle!" Pronti!..."Vorrei scrivere a mia sorella, mettimi seduta alla scrivania!" Pronti!..."Fa caldo. Sistemami sul frigorifero, con lo sportello aperto!" Pronti!...(Cupo) Ma il più delle ore le vuole passare proprio sul mio collo. Col tempo la cosa comincia a pesarmi. E poi l'imbarazzo dove lo metti? Prova, se non ci credi, ad andare al cesso con una persona in groppa, fosse anche tua moglie!...Non ti senti libero!...(Deciso) Ma la pretesa più assurda è la partitina a scopa, dopo cena...Vince sempre lei: E grazie, da quella posizione mi vede tutte le carte!

GEZIO E allora?
ANTIMO (Truce) E allora arriva inesorabile il momento in cui non la sopporto più!...Né lei né quella sua dannata mania di vivermi addosso, a tracolla, tra capo e collo...come fa quell'animale, nell'acqua del mare, con quell'altro...Come si chiamano?
GEZIO Il paguro e l'attinia vuoi dire?
ANTIMO Ecco, proprio loro. Non la sopporto anche perché mi ha fatto comprare una poltrona nuova, una "bergère"...Che sta lì, vuota, inutilizzata, senza nessun sedere disposto a occuparla. Lei, in poltrona, ci vuole stare soltanto con me di sotto. Dunque, in poltrona finirò io, io che non mi sono operato di ernia del disco, ma dopo tanti sforzi sarò costretto a farlo quanto prima...
GEZIO Un caso di moglie a carico, in pratica. E allora?
ANTIMO E allora la volta che mi chiede di essere portata in terrazza e poggiata sul parapetto...Pronti!...E la porto. E la poggio. Ma sbaglio a prendere le misure.
Tra il difetto e l'eccesso, scelgo l'eccesso. Di quel tanto che....(Si copre il volto con le mani) Dio, Dio, Dio!...Quando me ne rendo conto, la poverina penzola nel vuoto, disperatamente afferrata con tutte e due le mani ai miei capelli!...(Freddo, distaccato) Ho sempre avuto i capelli fragili, che si spezzano al minimo strattone del pettine...Quello, poi, era anche il periodo delle castagne...Tempo dieci secondi, e lei precipita in strada, e si va ad afflosciare sul selciato come un pupazzo imbottito di segatura...E io in testa non ho più neanche una ciocca di capelli da strapparmi per la disperazione!... (Si asciuga il sudore tra collo e camicia)
Dopo un tempo Gezio gli si accosta, tira fuori una pistola e gliela porge...
ANTIMO (Sobbalza) E questa da dove esce!?
GEZIO Non sono affari tuoi. Prendila!...
ANTIMO Per farne che?
GEZIO Usarla.
ANTIMO Contro chi?
GEZIO Te stesso.
ANTIMO Me stesso? Perché?
GEZIO Chi non onora i debiti di gioco...
ANTIMO Non è vero. Io ho raccontato...
GEZIO Ma non quello che ti eri giocato. Che mi frega di quella vecchia ciabatta della "tua signora"?...E' della ragazzotta, che volevo sentire.
ANTIMO (Fiero) Io non do mia figlia, la mia dolce creatura, il sangue del mio sangue, in pasto alla bavosa curiosità di un degenerato come te!...
GEZIO Ma te la giochi.
ANTIMO Ti ho raccontato una storia che non avevo mai raccontato a nessuno...
GEZIO Anche perché non è vera...
ANTIMO (Tenta una debole difesa) Chi te lo dice che non è vera?
GEZIO Non può esserlo: non hai moglie, e mai l'hai avuta.
ANTIMO Di conseguenza non ho neanche una figlia. Dunque, a che vale raccontarti di lei?...
GEZIO Intanto, esistono i figli naturali. E poi, se vale, se non vale, lascialo decidere a me che ho vinto. (Scatta) Ho vinto tua figlia, Cristo! Tua figlia!...Lo vuoi capire, sì o no?
ANTIMO Siamo due disperati, Gezio!...Due relitti umani, due vuoti a perdere, due rifiuti per i quali non conviene neanche la raccolta differenziata...Lavoro non ce n'è...Sta per arrivare il caldo bestia, quel caldo che ci farà alla griglia, come due San Lorenzi...La vita si è dimenticata di noi, anzi non sa neppure che esistiamo...Potremmo scambiarci i nomi, tu chiamarti Antimo e io Gezio, non se ne accorgerebbe nessuno...E stiamo qui a giocarci ricordi preziosi di persone che non esistono, fantasie senza né capo né coda, zavorra della mente...
GEZIO Parla per te. Intanto, io il lavoro lo avrò. Questione di giorni...
ANTIMO Come vorrei avere la tua bella certezza!
GEZIO Il direttore apre un altro albergo. E mi porta con sé. Me l'ha promesso.
ANTIMO (Minimizza) Promesse di direttore...
GEZIO Lo ha pure messo per iscritto, se lo vuoi sapere. Dunque...
ANTIMO (Sicuro) Ma devi gettar giù venti chili.
GEZIO E tu come lo sai!? (Sobbalza) Ha fatto la stessa proposta anche a te?
ANTIMO (Confermando con la testa) Soltanto che io non ci ho creduto.
GEZIO E bene hai fatto. Perché te, è sicuro che ti lascia in secco. Con me è tutto un altro discorso...Io so troppe cose sul suo conto, troppe rognette che lo riguardano...E lui questo lo sa.
ANTIMO Parli della contessa polacca?
GEZIO Conosci altre sue donne?
ANTIMO Potevi anche riferirti a Betta...
GEZIO (con disprezzo) Betta!? Ma quella era una miserabile cameriera! Che lui la chiamasse "femme de chambre", non per questo la figliola veniva promossa nobildonna...No, quello lì, come tutti gli arricchiti del resto, ha sempre sbavato per salire verso i gradini più alti della scala sociale...Gli capita a tiro una contessa, perde la bussola, è pacifico...
ANTIMO Polacca, però.
GEZIO Polacca, e allora?
ANTIMO Forse l'avrebbe preferita italiana...Contesse e buoi...
GEZIO Italiana, poteva non capitargli mai. E poi, proverbio per proverbio, "al cuor non si comanda!"
ANTIMO (dopo un tempo) Ce l'avrà ancora il palloncino che le lasciò lei, prima della disgrazia? Chissà!
GEZIO Il palloncino? Ormai è ridotto a una vescica vuota...
ANTIMO Be', a forza di attaccarglisi come a una bottiglia, l'avrà svuotato...(sorpreso) Ma tu...come lo sai?
GEZIO (prudente) Cosa?
ANTIMO Che è ridotto in quel modo.
GEZIO (tronfio) Be', Gezio non è soltanto uno specialista nell'esplorazione delle valigie...
ANTIMO Hai frugato nel suo ufficio!?
GEZIO Acqua!
ANTIMO Nel suo appartamento, allora.
GEZIO Fuochino.
ANTIMO Non capisco...
GEZIO (dopo un tempo) Nel cassetto della sua scrivania.
ANTIMO No!...
GEZIO Quando me lo sono trovato tra le mani...il palloncino, intendo...non l'ho neanche riconosciuto. "Guarda guarda!" ho detto. "Il capo adopera i profilattici colorati che si vendono nei pornoshops!" Poi mi sono ricordato dell'omaggio che lei, la contessa, gli fece...l'omaggio di quella sua...come dire?...più profonda intimità...
ANTIMO (studiandolo) Ti ci sei attaccato anche tu.
GEZIO Fossi matto!
ANTIMO Ci scommetterei...non so cosa!
GEZIO Non scommettere. Sei un perdente nato, ricordatelo!
ANTIMO Se no, perché avresti frugato?
GEZIO Come sei limitato, Antimo mio! Mi fai pena. Potrai campare novecento e un anno...dodici mesi più di Matusalemme...ti sfuggirà in eterno il piacere che si prova a mettere il muso nei segreti del prossimo...in particolare di quello femminile...per il puro gusto di mettere il muso. E poi...e poi a me la polacca mi ha sempre fatto un certo qual senso...Fin dal primo istante in cui varcò quella porta...
ANTIMO Ma se la guardavi con gli occhi della meraviglia...
GEZIO Dello spavento, vuoi dire. Aveva l'aria di essere carica di microbi fino alla punta dei capelli.
ANTIMO Perché tossiva? Tutti possono beccarsi un raffreddore, specie in viaggio.
GEZIO E' un altro genere di raffreddore, quello a cui mi riferisco. Dammi retta: la nostra nobildonna è la Bundesbank delle malattie infettive, virali ed epidemiche. Mai e poi mai respirerei l'aria che è passata per i suoi polmoni!
ANTIMO (riflettendo) Dunque...lì dentro...nel palloncino...ce ne sarà ancora?
GEZIO Di aria polacca? Un paio di tirate. Tre, al massimo.
ANTIMO Lo faresti un favore a un amico?
GEZIO Il problema non si pone.
ANTIMO Perché?
GEZIO Semplice: non ho amici.
ANTIMO E io?
GEZIO Tu!? (ghignando) Fammi ridere!
ANTIMO Lavoriamo fianco a fianco da...eh, ormai non mi ricordo più da quanti anni, tanti ne sono...
GEZIO Questo è un fatto, l'amicizia un altro.
ANTIMO Mi correggo: lo faresti un favore a un collega?
GEZIO E non ho neanche colleghi.
ANTIMO (pronto) Qui ti sbagli! Il facchino fai tu, il facchino faccio io. E poi pesiamo più o meno lo stesso...
GEZIO Il peso non è un motivo sufficiente. Se tutte le persone dello stesso peso dovessero considerarsi colleghi...(poi deciso) Ma insomma, che cosa vuoi da me? E' mezz'ora che fai il misterioso...Parla, di che favore si tratta?
ANTIMO Se mi prometti che non ti infuri...
GEZIO Avanti, sputa l'ossicino!
ANTIMO (esitante) Fammi...mettere il muso nel cassetto del direttore...
GEZIO Per quale ragione?
ANTIMO Per il puro gusto di mettere il muso.
GEZIO Non è vero. Tu non hai la stoffa di chi fa qualcosa senza un preciso tornaconto. Confessa, tu vuoi frugare tra i suoi documenti!
ANTIMO (eccessivamente enfatico) Io? Mai!
GEZIO Tu conti di trovare un appunto, un promemoria, qualcosa circa il futuro che ti aspetta...
ANTIMO E se così fosse? Cosa c'è di male nel voler sapere che fine si deve fare, di che morte si deve morire?...E' umano, pare a me. Se il destino dell'imputato è già stabilito, l'imputato avrà pure il diritto di conoscerlo. E se la sentenza che lo decreta è depositata in un cassetto chiuso a chiave, nessuno gli potrà dire: "non ti dovevi permettere di forzarlo!" Guarda che ti dico, Gezio: fosse anche sepolta in una piramide egiziana, quella sentenza, io andrei fino in Egitto e...
GEZIO Non ti scaldare il sangue in questo modo...Col caldo che fa.... Il tutto è molto più a portata di mano. (si alza) Vieni!...Seguimi, dai...
Antimo indugia, sembra aver perduto la sua bella determinazione...
GEZIO Ora te la fai addosso. Lo sapevo!...
ANTIMO Ti sbagli, volevo soltanto...(soffia)
GEZIO Grande e grosso come sei, avremo bisogno di un badile...
ANTIMO Cacciavo fuori l'aria di troppo...
GEZIO E solo un istante fa volevi arrivare in Egitto...
ANTIMO (deciso) Vai avanti, che ti seguo...
Insieme fanno per andare...ma Gezio si ferma sulla quinta...
ANTIMO Ora sei tu, a fartela addosso. Il badile servirà per te...
GEZIO Neanche per sogno! Sto pensando...che a me...non ne viene niente. Per cui...
ANTIMO Per cui?
GEZIO (con mossa da prestigiatore tira fuori le carte) ...Ce la giochiamo!
ANTIMO Oh Cristo, no!...(poi rassegnato) E va bene...(fa per alzare)
GEZIO Momento! La posta che mi gioco io la sappiamo: il cassetto del direttore. E la tua?
ANTIMO La stessa. Se vinco mi fai sbirciare. Se perdo niente sbirciatina.
GEZIO Troppo poco. Giochiamo sempre qualcosa di mio. Non ci sto.
ANTIMO Un ricordo, allora. Uno di quei ricordini...(ammicca) Eh?...Magari calo di qualche anno l'età della ragazza...A te, per quel che ne so, non darà fastidio...
GEZIO Niente ricordi, non mi freghi più.
ANTIMO E allora?
GEZIO Penitenza! (sadico) Corporale, magari: Che ne dici?
ANTIMO (implorante) No, le penitenze corporali, no!
Per tutta risposta gezio rimette le carte in tasca e torna alla reception...
ANTIMO (dopo aver rivolto uno sguardo verso l'ufficio del direttore) Che specie di penitenza?
GEZIO (spietato) Piedi in aria e testa in giù.
ANTIMO Tempo?
GEZIO Un quarto d'ora, tutto qui.
ANTIMO Ce n'è abbastanza per una congestione cerebrale.
GEZIO Forse. Ma in ogni gioco l'elemento del rischio è fondamentale.
ANTIMO Dieci minuti.
GEZIO Quindici, non un secondo di meno.
ANTIMO Contro il muro, però.
GEZIO (accondiscende) Contro il muro.
Antimo va a sistemarsi nella posizione richiesta dalla penitenza...
GEZIO E non alzi?
ANTIMO (mettendosi a testa in giu') Tanto lo so che perdo...
GEZIO Come vuoi...(siede al centro della scena e si dispone a controllare il tempo)
ANTIMO (ansimante) Fai...partire...il cronometro...
GEZIO Già fatto. Io sono leale e corretto, io. Ma bada, se cadi si ricomincia da capo.
Dalla porta posteriore entra il direttore...magro, in tight, efficiente a dispetto dei rovesci finanziari che lo riguardano... Gezio si alza di scatto e si inchina...
Il direttore fa qualche passo verso il centro della scena...
ANTIMO (sempre piu' ansimante) A che...punto...siamo?
Gezio tace...
ANTIMO Eh, Gezio?
DIRETTORE (A Gezio) Ma che fa?
GEZIO (calmo) Ha perso, signor direttore.
DIRETTORE La ragione, immagino.
GEZIO Anche quella, sicuro.
DIRETTORE Bene, gliela farò ritrovare io.
ANTIMO (sempre a testa in giù) Non fare l'imitazione di quello stronzo del direttore, non ci casco.
DIRETTORE (pronto) Ti ci faccio cascare io, coglioncino!...(e con una pedata gli falcia le braccia)
Antimo rovina a terra ai piedi del direttore...
Gezio, dal canto suo, si frega le mani soddisfatto...
ANTIMO (cercando di farsi perdonare, nota che il direttore ha una scarpa slacciata) Non si disturbi a chinarsi, illustrissimo. Provvedo io. (esegue)
DIRETTORE Bravo, provveda! (lascia fare, poi) In alto i cuori, garçons!...(trionfale) Avanza!...
GEZIO Chi, illustrissimo?
ANTIMO Chi?

DIRETTORE (dopo un tempo, durante il quale si gode la curiosita' dei due) Ma la stagione turistica, mes amis! E con quella una schiera...che dico, una falange, una divisione di clienti!...Che senza esitare una sola frazione di istante...sceglierà...come è prevedibile...il nostro esercizio...l'hotel Plieskoskaja...il quale non ha rivali, voi lo sapete, sotto il profilo "prezzo-qualità".
ANTIMO Volesse il cielo!
DIRETTORE (contrariato) Questo è disfattismo di infimo conio, signor Antimo. E io non lo tollero, tra le file dei miei fedeli!
GEZIO (a mezza voce) Fa sempre così, illustrissimo. E' il suo ritornello...
DIRETTORE E non tollero neanche i colpi bassi tra colleghi di lavoro, signor Gezio!
ANTIMO (A Gezio) Colleghi, hai visto?
DIRETTORE (piu' trattabile) Ma, tornando a noi, bisogna arrivare preparati all'ora P.C. In perfetta tenuta fisica e morale.
GEZIO/ANTIMO (insieme) Ora P. C.!?
Direttore Ora Primo Cliente. Il momento in cui l'avanguardia della nuova ondata vacanziera varcherà quella soglia. (indica l'ingresso) A parte qualche lavoretto di manutenzione, che l'inattività prolungata ha reso necessario...
ANTIMO Manca una chiave, tra l'altro...La numero novanta...
DIRETTORE Lasci perdere le chiavi!...Voi, piuttosto...Voi, mes petites fraises...non siete come suol dirsi in gran beauté. (si accosta a Gezio) Abbiamo messo qualche chiletto, signor Gezio... O sbaglio?
Gezio istintivamente tira dentro la pancia...
DIRETTORE (Pronto) No, no, no, signor Gezio, non faccia così, la prego! Tanto, quello che entra davanti...esce di dietro! (gli da' una pacca di tale violenza da farlo vacillare)
GEZIO (ridandosi un minimo di contegno) Ho eliminato il burro dalla colazione...
DIRETTORE Bravo! Elimini anche la colazione.(ad Antimo) Ma se Sparta piange Atene certo non ride. O sbaglio, signor Antimo? (e gli fa notare che la camicia, all'altezza dell'addome, non chiude piu')
ANTIMO Ho eliminato la colazione...
DIRETTORE La dieta non c'entra un cazzo, vecchie troie!...(poi controllandosi) Pardonnez-moi! Mi sono lasciato trascinare da una foga che mal si accorda col mio grado di direttore. Ma dico quel che penso. Vi state sfasciando come barche in secca!...Più che di un dietologo, avete bisogno di un calafatore. (ridacchia maligno) Guardatevi allo specchio!...Su, guardatevi!
Con passo di automa i due raggiungono la porta specchio che chiude il vano portabagagli e si osservano tentando pateticamente di trattenere il respiro...
DIRETTORE Niente apnea, miei gentili bastardi... Abbiate almeno il coraggio di confrontarvi con il vostro reale disastro.
I due lasciano andare il respiro trattenuto...
DIRETTORE E sapete perché vi succede tutto questo? Perché non lavorate.
ANTIMO Se il lavoro non c'è, illustrissimo...
DIRETTORE (Pronto)...lo si inventa. Semplice, no? (va a sedersi sulla consierge) Divisa, per prima cosa!...Avanti, marsch! Si parte con l'esercitazione.
GEZIO (in un soffio) L'esercitazione, no!
DIRETTORE L'esercitazione sì, invece.
ANTIMO L'abbiamo fatta ieri...
GEZIO E l'altro ieri...
ANTIMO E così tutta la settimana...
GEZIO E la settimana scorsa...
ANTIMO Ogni giorno, da tre anni, la stessa storia...
GEZIO Da quando lasciò l'albergo l'ultimo cliente...
ANTIMO L'ultima. Era una donna...Quella donna!...
DIRETTORE (dopo un lieve turbamento) Tutto regolare. Ma se volete ammutinarvi, padronissimi. Saprò io prendere i provvedimenti del caso. Nel frattempo, voglio leggervi questo trafiletto...qui...in cronaca...sul giornale di oggi...(estrae dalla tasca un giornale e lo apre) "Stremati dagli stenti, in cassa integrazione da più di dieci anni, trecento dipendenti di una grossa catena alberghiera mettono in atto un suicidio collettivo gettandosi uno dietro l'altro nel magma incandescente di un vulcano in piena attività".(AULICO) Trecento Empedocli proletari: che tempi!...
GEZIO (all'altro; sottovoce) Dai con le divise, non facciamo sciocchezze.
I due, non senza fatica, indossano la divisa di lavoro...
ANTIMO Ecco fatto. Comandi pure, illustrissimo.
DIRETTORE (perfido) E la bilancia? Volete scavalcare la prassi della bilancia, o simulate un vuoto di memoria?...Nell'un caso come nell'altro si rimedia all'istante. (scende dal banco e con una pedata tira fuori dalla reception una bilancia da bagno, poi invita il primo dei due a salirvi sopra) A te!...E senza scarpe, bada!
Gezio si leva le scarpe e sale sulla bilancia con un solo piede...
DIRETTORE Niente trucchi, signorino!
Gezio monta su' anche con l'altro piede...
DIRETTORE (leggendo il peso) Centosette...e rotti. (ironico) Benone, si prospera di giorno in giorno...Giù! E avanti un altro.
Antimo sale sulla bilancia e prende a muovere le braccia a mo' di ali nell'illusione di alleggerire il carico...
DIRETTORE Ma cosa fa, l'idiota?
GEZIO Cerca di rendersi più leggero...
DIRETTORE (ad Antimo) Niente decolli, furfante! Il peso dell'aeromobile fermo sulla pista, esigo!
Antimo si blocca...
DIRETTORE Centosette.
GEZIO E rotti?
DIRETTORE Netti. (Poi, spingendolo da parte) Signori, come vedete siamo messi male, molto male. Dico "siamo" ma bisogna intendere "siete", ovviamente...Il vostro peso denuncia una condizione ben lontana da quella che richiede il mestiere per il quale siete registrati a carico mio. Io non pretendo da voi che ritroviate dall'oggi al domani il vostro peso forma....Sarebbe come puntare tutto su un miracolo. Ma rendetevi conto: un facchino che come voi già porta addosso, in tracolle di chiappe eccessive e borsoni di addome superfluo, trenta e più chili di bagaglio, non può contare su grandi energie residue per incollarsi altri carichi. Voi, con quella ignobile ciccia che avete messo, siete già facchini di voi stessi, come potete esserlo di altri!? E io, lo capirete, non posso mantenere due dipendenti la cui mansione si esaurisce nel trasportare la propria persona da una parte all'altra della casa...Per cui...(Monta in piedi sul banco della reception) ...Via con il programma internazionale!
ANTIMO Illustrissimo, no!...Sia buono, quello nazionale, almeno!...
DIRETORE Quello lo abbiamo svolto ieri. Oggi tocca all'altro.
GEZIO (ad Antimo, sottovoce) Non insistere, risparmia piuttosto il fiato per dopo...
Insieme tirano fuori dal vano portabagagli alcune valigie di varia misura e le ammucchiano sull'ingresso...stanno per caricarsele addosso, quando...
DIRETTORE Alt!...(estrae dal banco della reception alcuni lingotti di piombo, di quelli che usano i sub, e va a disporli come bisacce sulle valigie)
GEZIO I piombi no!
ANTIMO Abbia pietà di noi!...
DIRETTORE I piombi sì, invece. Altrimenti qui non si cala di un grammo. E ora pronti al mio segnale! (torna in piedi sulla reception) Cliente danaroso in arrivo...Via!...
Antimo e Gezio si caricano alcuni colli sulle spalle e sotto il braccio, e li portano dall'ingresso all'ascensore procedendo sulle punte come in una coreografia...
DIRETTORE Cliente giapponese in arrivo...Via!
Antimo e Gezio montano una parvenza di tapis-roulant usando la guida rossa che porta appunto dall'ingresso all'ascensore...antimo, all'ingresso, carica le valigie sul tappeto e Gezio, all'ascensore, le tira a se'...
DIRETTORE Cliente miserabile in arrivo...Via!...
Antimo e Gezio, a forza di calci, spostano alcuni colli dall'ingresso all'ascensore...
DIRETTORE Cliente arabo in arrivo...Via!...
Antimo e Gezio, carichi di colli, si dispongono in carovana imitando l'ondulato incedere dei cammelli...
DIRETTORE Cliente USA...Via!...
Antimo brandisce una scopa, Gezio gli lancia una sacca, antimo la colpisce spedendola verso il mucchio che si e' gia' formato accanto all'ascensore...
DIRETTORE Alt!...Per oggi può bastare.
Antimo e Gezio, esausti, si accasciano tra i bagagli...
DIRETTORE Niente debauche, piccoli testicoli da un quintale e passa!...Qui, alla verifica della bilancia dopo il trattamento. (risospinge la bilancia al centro della scena) Avanti il primo!
Gezio monta sulla bilancia...
DIRETTORE (controllando) Centocinque e...ottocento cinquanta...Bene! Tre mesi di questa musica e forse...(poi secco) Giù, e avanti il secondo!
Antimo sale sulla bilancia... Gezio, furtivamente, gli infila un piombo nella tasca...
DIRETTORE (controllando) Centonove. Benone, signor Antimo!...Incrementiamo, invece di decrementare...
ANTIMO (sgomento) Ma...come è possibile?
DIRETTORE La spiegazione c'è. Lei ha un metabolismo che viene stimolato dall'attività motoria. Si vede che i suoi tessuti adiposi, sottoposti alla fatica, anziché ridursi...come vuole la regola, nonché la decenza...restano invariati nel peso e nel volume...Quando non aumentano!...
ANTIMO Eppure ho sudato, ho perso liquidi...
DIRETTORE Di male in peggio!...Segno che la fatica la gonfia, la mette all'ingrasso. A questo punto, lei capirà, mio poco caro Antimo...le sue speranze di venire confermato nell'organico di quest'esercizio...o di altri simili...
ANTIMO (disperato) Ma io non posso...non posso perdere il lavoro!...Ho una famiglia da mantenere...Una moglie...Una figlia...E mangiano, sapesse quanto mangiano!...Senza contare che devono vestirsi. O dovrei mandarle in giro nude, mi dica lei!
GEZIO| Ecco, ecco un raccontino che ti potevi giocare!
DIRETTORE A la guerre comme a la guerre, mon petit con!
ANTIMO (comincia a perdere il controllo dei suoi nervi) Che vuol dire, parli chiaro...
DIRETTORE Quien va a Sevilla pierde la silla!...
ANTIMO Non conosco le lingue, me lo dica in italiano:
DIRETTORE Non le conosce? Una ragione di più per fare fagotto e via!...Perché io, se non lo avete capito bene, intendo rilanciare l'albergo nel giro mondiale!...Un albergo che oscurerà la fama dell'Hotel Plaza, del Carlton di Sidney!...
ANTIMO (avvilito) Come mi ritiro a casa, stasera?...Con quali parole dico alle mie donne: sono stato licenziato?...
DIRETTORE (andando verso il suo ufficio) Con quelle che ha appena usato. Farà un figurone, glielo garantisco.(esce)
GEZIO (dopo un tempo, si avvicina ad Antimo) Sparagli!
ANTIMO Cioè?
Gezio, senza parlare, gli porge la pistola...
ANTIMO Perché?
GEZIO E' uno sporco capitalista, un affamatore della classe operaia.
ANTIMO Sparagli tu, allora. Sei un operaio come me. E la pistola è tua, oltretutto...
GEZIO Già. Ma, guarda caso, il posto non l'ho perso io.
ANTIMO (prende la pistola) Non ho mai sparato, non so neanche da dove si comincia...
GEZIO (disponibile) Ti mostro tutto io. (gli prende la mano) Si punta il bersaglio...Così: Si prende la mira...Così. E poi si preme il grilletto...
ANTIMO Premilo, allora.
GEZIO (mollandogli la mano) E' un affare tuo, ripeto. Io non ci devo e non ci voglio entrare. (e si scosta da lui di qualche passo)
ANTIMO (prende di nuovo la mira, poi) Ma...si muove...
GEZIO (Calmo) Non è una fucilazione. Lui non ha nessun obbligo di restare fermo per facilitarti la vita...
ANTIMO Va dalla finestra alla scrivania.
GEZIO E tu seguilo: Dalla finestra alla scrivania.
ANTIMO E se lo manco?
GEZIO Gli avrai comunque messo una tale paura addosso, che ti riassumerà all'istante, vedrai...
ANTIMO (abbassa l'arma) Giochiamocelo a carte. Se vinco io spari tu, se vinci tu sparo io.
GEZIO Non dire sciocchezze!...Vai, coraggio...ora che volta le spalle...
ANTIMO Come con i traditori?
GEZIO Bravo, come con i traditori.
Antimo riprende la mira ma indugia ancora...
Gezio gli fischia l'internazionale...
Antimo sembra rincuorato, si irrigidisce nell'atto di sparare...
DIRETTORE (da fuori scena, gridando) Aaahhh!...
GEZIO L'hai colpito.
ANTIMO Forse. Ma non ho sparato. Come è possibile!?
Il direttore entra in scena...e' distrutto...fatica a spiccicar parola...
Gezio si fa da parte...
ANTIMO Qualcosa non va, illustrissimo?
DIRETTORE IL mio cassetto segreto...manomesso...La mia intimità violata...L'anima a brandelli, in frantumi, polverizzata...
ANTIMO Le manca del denaro?...Guardi che noi in nessun caso...Mai più, voglio dire...
Il direttore mostra il palloncino colorato ormai quasi del tutto sgonfio...
ANTIMO E allora?
DIRETTORE Non era così, giuro, l'ultima volta che...sì, che ne ho fatto uso...
ANTIMO Ma...chi potrebbe aver manomesso il suo cassetto personale...Non è blindato?
DIRETTORE Un ladro, tanto semplice! Ci sono in giro specialisti per i quali nessun blindaggio è un ostacolo.
ANTIMO Avrebbe preso del denaro...Quale specialista rischia tanto per un palloncino, che poi neanche porta via, ma si limita a sgonfiare...
DIRETTORE Domande oziose, ormai. Quel che conta è che sono stato pugnalato, a morte!...Davanti a voi, cari amici...figlioli, se mi permettete...non c'è un uomo ma una larva agonizzante, un ectoplasma, il ricordo pallescente di quello che fu un uomo...Un relitto scaraventato qua e là dai venti di un destino avverso...Quell'aria, cuccioli miei, era tutta la mia vita...Una sola boccatina aveva il potere di restituirmi ogni energia, ogni slancio nei momenti di sconforto...Io me la centellinavo con consumata sapienza...A volte mi era sufficiente controllare che fosse qui, in questo comune palloncino da domenica mattina in villa comunale...(autoaggresivo) Ah, ma me lo sono meritato!...Troppo ho presunto, da me e dagli altri, troppo!...E la presunzione mi faceva arrogante, crudele. Anche con voi. Perché vi ho strapazzati, vero, piccioncini miei?...
GEZIO Be', dolce di sale non è mai stato...
DIRETTORE (battendosi i pugni in petto) E' così, è così...E' proprio così, purtroppo!
GEZIO Non più di cinque minuti fa...
DIRETTORE (in preda a una folle eccitazione) Ma sono pentito...Di cuore!...(si lancia a baciargli la mano)
Gezio, calmo, gli offre anche l'altra...
DIRETTORE (baciandogliela) Come è vero, Dio, come è vero che bisogna incappare nella sventura per capire a fondo il male che si è fatto!...Sono un miserabile!...(a tutti e due) Ditemi, esistono uomini più miserabili di me?
ANTIMO Be', effettivamente non è facile trovarne...
DIRETTORE (ricordandosi) Su di te, Antimino, poi ho infierito in modo particolare...
ANTIMO Questo è fuori di dubbio: è arrivato a mettermi in mezzo a una strada!...
DIRETTORE Sono pronto a rimediare. Sei riassunto. Va bene?
ANTIMO (approfittandone) Fino a un certo punto. Troppo semplice, a mio parere.
DIRETTORE Che posso fare di più, dimmelo! Ah, sì!...Tu mi hai allacciato una scarpa? Io te le allaccerò tutte e due. (si getta ai suoi piedi)
ANTIMO Ma sono allacciate!...
DIRETTORE E che conta? Si slacciano e si riallacciano!...(esegue)
Antimo e' imbarazzatissimo...
GEZIO Che spettacolo penoso!...Mi viene di dare di stomaco...
DIRETTORE Penoso, sicuro. Chi non ha conosciuto quella donna non potrà mai capire...
ANTIMO La polacca?
DIRETTORE Lei!...(ispirato) Un incontro rapinoso, il nostro. Come può non accadere mai per un'intera esistenza...Un turbine, una turbina!...Un fuoco che ogni istante bruciava ettari ed ettari di pascoli dell'anima. Dell'anima mia, s'intende!...Dopo una settimana ero bell'e pronto per il manicomio. E lei imperturbabile, come lo sanno essere soltanto le nobildonne polacche: "Non puoi vivere senza di me? Finisciti!..." "Potrei vivere con te, però". "Questo mai!..." La notte che la trasportammo di corsa all'ospedale, era me che bisognava trasportare. Ero io che dovevo spararmi. Scrupolosa fino all'inverosimile, quando si accorse del mio imbarazzo...della mia inesperienza riguardo a quel gesto...volle mostrarmi tutto, per filo e per segno...Malauguratamente, aveva tolto la sicura...Passò sette giorni sospesa ad un ciglio della vita sopra il baratro della morte!...Io l'assistevo con devozione religiosa, mistica...Anche perché mi pareva di assistere me stesso, dal di fuori...E già, in quel letto di pena, a rigore, avrei dovuto esserci io. (tira un fiato) La lunga convalescenza cementò il nostro rapporto con un sentimento che in qualche caso mi si rivelò per affetto profondo...Ma, come posso dire...un tipo di affetto che prescindeva dalla mia natura maschile, quando non la negava addirittura!...Ne ebbi la conferma la volta che mi chiese a che età avevo avuto le prime mestruazioni...Lasciai all'istante la sua casa...uno chalet tra le montagne svizzere, nel quale avevo investito tutti i miei risparmi...Stavo varcando il cancello, quando mi raggiunse trafelata..."Poldo", mi disse, "aspetta!" Io non sono mai stato Poldo, voi mi siete testimoni. Eppure, in quel momento fui Poldo soltanto per lei. E mi fermai!...Aveva con sé questo palloncino...vedete...ma pieno, oh!...Gonfio e teso, quasi fino a scoppiare. "Quando ti mancherò mi potrai respirare". (scoppia in un pianto infantile, punteggiato di singhiozzi e sussulti) E adesso...adesso che mi manca...brutalmente, selvaggiamente mi manca...Adesso che la sua assenza è un buco nero nel mio cuore, che cosa potrò più respirare!?
Segue un lungo silenzio di generale imbarazzo...al termine del quale...
ANTIMO Si potrebbe provare a scriverle...
DIRETTORE Sì, con la lentezza delle poste...
ANTIMO Un fax, allora...
GEZIO O un telegramma...
ANTIMO "Aria finita, preghiamo inviare ricambio".
DIRETTORE E ugualmente non saprei come indirizzarlo. Quello chalet fu venduto...Da lei! Che è sparita senza lasciare il suo nuovo recapito. (fa qualche passo per la sala) No, cari figlioli e amati collaboratori...la mia è una situazione senza uscite. (volge lo sguardo al lampadario) Mi correggo: con una uscita obbligata. (sale su una sedia, si toglie la fascia che ha in vita e, sotto gli occhi increduli dei due facchini, la passa nel lampadario in forma di cappio, per poi infilarvi dentro la testa)
Antimo e Gezio si precipitano per fermarlo...
ANTIMO Non lo faccia, illustrissimo!
GEZIO Qualunque vita è meglio della morte...
DIRETTORE (divincolandosi) Sono un predestinato...Mollatemi! Moriturus vos salutat.
ANTIMO (cercando di dissuaderlo) Lasci perdere il sardo, e venga giù!...
DIRETTORE Lo volete capire che sono un uomo finito, inutile, superfluo, ormai!
GEZIO Non è così. C'è l'albergo. E chi, se non lei, può rilanciarlo nel giro mondiale, nel bel mondo...
DIRETTORE (sempre con la testa nel cappio) L'unico bel mondo per me, oramai, è l'altro mondo!

GEZIO Ha la testa dura!
GEZIO (annaspando) Speriamo anche il collo...
I tre, al centro della scena, sono avvinti in un solo grappolo umano...quando inattesa (e inattendibile) compare sulla soglia una figura femminile interamente vestita di nero...unica variante cromatica, un palloncino rosso, ben gonfio, che la figura regge attraverso un filo di spago...
GEZIO (Il primo a vederla) La contessa! (e si stacca dagli altri due)
La contessa fa qualche passo verso il centro della scena...
ANTIMO (abbandonando il direttore a se stesso) La contessa!...
La contessa continua ad avanzare...
DIRETTORE (lasciato solo, sta per strozzarsi. ma la fascia cede) La signora contessa!...
La contessa si gira attorno ad osservare lo stato in cui si trova l'ambiente...
DIRETTORE (rimettendosi la fascia e rendendosi piu' presentabile) Ci coglie in u momento di transizione...La stagione vera e propria non è ancora iniziata...Dunque, ne approfittiamo per qualche lavoretto di manutenzione...Garçons, riverite la signora contessa!
Antimo e Gezio si profondono in un inchino...
DIRETTORE Lavoretti, dicevo... Ma per lei, Contessa, l'esercizio è sempre in piena regolare funzione...
La contessa non gli da' ascolto e si dirige verso la reception
DIRETTORE E quale camera desidera, signora contessa? Indovino: la sua di sempre, la camera novanta!
La contessa, continuando a non badargli, cerca con gli ochi la chiave nel quadro...
GEZIO (Ad Antimo) E' quella di cui manca la chiave...
DIRETTORE Nessun problema, signora contessa: eccola!...(tira fuori dalla tasca la chiave che manca al quadro)
Antimo e Gezio si scambiano uno sguardo di intesa...
La contessa prende la chiave dalle mani dl direttore e si dirige verso l'ascensore...
DIRETTORE (umile, sollecito) Je suis desolé, madame, ma l'ascensore fa qualche capriccio...Una sciocchezzuola, ovviamente. Oggi stesso una squadra di tecnici altamente specializzati verrà a ripararlo...
Sempre ignorandolo, la contessa raggiunge l'ascensore, aggira con grazia il muro di valigie e preme il pulsante della salita...
La cabina, ferma a mezza altezza, scende docile fino al livello di terra...la contessa vi entra dentro...
La porta si richiude regolarmente..poi sul quadrante posto al di sopra del vano-ascensore vediamo accendersi e spegnersi in progressione le lucette corrispondenti ai vari piani...finche' non resta accesa soltanto quella del piano di arrivo....
sull'espressione di stupore del direttore e dei due facchini....

FINE PRIMO TEMPO

SECONDO TEMPO

Al levarsi del sipario la hall dell'albergo appare rinnovata e in piena efficienza. e' sparita quell'aria di abbandono che si respirava nel primo tempo. ora gli specchi e i cristalli risplendono, i vasi ospitano fiori freschi, sul banco della reception sono sistemati in bella mostra i giornali di tutto il mondo, un cavalletto - arredo introdotto di recente - reclamizza spettacoli ed escursioni turistiche nei dintorni. sospeso tra una parete e l'altra, si fa notare uno striscione colorato che annunzia uno spettacolo di fuochi d'artificio previsto per la sera...
L'azione comincia con un rumore assordante proveniente da una delle quinte.
Entra il direttore: e'ingrassato di almeno venti chili...
Il rumore non accenna a diminuire...

DIRETTORE (sudando e smaniando) Quale diavolo satanasso ha preso la forma di una supposta e vi si è inoltrato nel didietro?!...Sono lavori da farsi a quest'ora?...(non ricevendo risposta, urla, prima rivolto a una quinta, poi all'altra) Dico a voi, genìa di sconsiderati che vivete a mio carico, mangiate il mio pane, bevete il mio vino...Caproni, arieti, tori da Novillada di Pamplona, ecco che cosa siete... Laddove, e dico laddove!, in un gioiello dell'albergheria internazionale come il qui presente (indica l'ambiente) il personale dovrebbe muoversi con la grazia della gazzella, del cerbiatto, dell'antilope...
Per tutta risposta il rumore sale di intensita'...
Il direttore si gira attorno, scorge le spine degli apparecchi infilate nelle prese e si affretta a staccarle...
Di colpo il silenzio...
DIRETTORE I rimedi drastici, occorrono con voi...Gordio, quel suo maledetto nodo e tutto il resto...
Dalla quinta sinistra appare Antimo spingendo avanti il suo aspiratore...e' dimagrito di almeno venti chili...
DIRETTORE ...Altrimenti non sentite ragione.
ANTIMO Ma è quasi mezzogiorno, illustrissimo!
DIRETTORE E con ciò? Le sembra una buona ragione, Antimo dei miei stivaletti, per svegliare la clientela tutta?
Dalla quinta di destra spunta Gezio spingendo a sua volta il proprio aspiratore...e' dimagrito anche lui di venti chili...
GEZIO La clientela tutta...Una sola persona, quella donna.
DIRETTORE Gezio, povero minerale che non sarà mai ammesso nel mondo organico!...Ma lei come può, mi domando, come può ignorare che la qualità è sempre allo stesso tempo quantità...mentre, al contrario, la quantità non è mai qualità. Quella donna contiene in sé...e le rappresenta da par suo...tutte le donne del creato. Se poi occupa fisicamente una sola camera, la numero novanta, è un dettaglio che non altera di un ette la sostanza delle cose...(enfatico) Da quando la contessa è qui non c'è angolo di questo edificio che non trasudi in qualche maniera la sua presenza...Il bar, la sala ristorante, la lavanderia...
ANTIMO La lavanderia, giusto!...Prima ci ho trovato queste...(estrae dalla tasca un paio di mutandine di pizzo nero)
GEZIO (vivamente interessato) Ecco, ecco finalmente qualcosa che posiamo giocarci!...(tira fuori dalla tasca le carte da gioco e, rivolto ad Antimo) Alza, dai...
DIRETTORE (infuriato) Chi le ha dato l'ardire...sì, l'ardire di toccare con le sue zampacce di gibbone infoiato quel...quel purissimo giglio nero...
ANTIMO Nere, sono nere. (annusandole) Quanto a profumare di giglio...
DIRETTORE (precipitandosi su di lui) Molli qui!...
Antimo si scanza con goffe movenze...
DIRETTORE La denuncio!...All'istante!...Per appropriazione indebita, furto con scasso, rapimento a scopo di estorsione, aggiotaggio, abigeato...
GEZIO (confidenziale) Non ne ricorrono gli estremi, illustrissimo. Non ho nessuna simpatia per quello là, ma obiettivamente...
DIRETTORE (pronto) ...E associazione di stampo mafioso con costui.(indica Gezio)
GEZIO (allarmato) Guardi, io....Sì, cioè no, io con lui non c'entro. Neanche con la punta di un'unghia ho partecipato...
DIRETTORE Per solidarietà di categoria, allora.
GEZIO Ammesso pure, non è un reato.
DIRETTORE Stia tranquillo, saprò io come impostare correttamente il caso davanti alle autorità competenti...
ANTIMO E poi io sono pronto a restituire queste...sì, questo giglio nero, intendo... alla legittima proprietaria...Anzi, lo faccio subito...(fa per andare all'ascensore)
DIRETTORE E' impazzito?...Per fornirle su di un piatto d'argento l'opportunità di denigrare la casa?...No, provvederò io a fargliele trovare nel punto esatto in cui le ha lasciate...
ANTIMO O perdute.
DIRETTORE E' una questione che non la riguarda. Dia qui!...(Gli sfila di mano l'indumentino e con estrema delicatezza se lo infila nel taschino di petto come se fosse un foulard. Poi con rabbia sorda) Cani rognosi!...Scontate...nel senso di "non contate"...sulla mia benevolenza!...Se non vi licenzio in tronco è perché non me lo posso permettere...Almeno finché lei, la contessa, si trattiene qui...
ANTIMO (piagnucolando) Insomma, illustrissimo, possiamo sapere dove abbiamo sbagliato?...Lei si contraddice, se posso osare...Prima sbraita che battiamo la fiacca.... poi ci blocca proprio quando stiamo per ingranare...
DIRETTORE (risentito) Io mi contraddico?...Io!?...E' lei, Antimo, che non sa come dividersi equamente tra la stupidità e la malafede! (dopo un tempo, paziente) Esistono anche lavori silenziosi, come per esempio cambiare l'acqua ai fiori...o lavare i vetri con i vecchi giornali inumiditi...o ancora oliare la porta girevole...Ecco cosa si può fare...si deve fare!...fintanto che lei, la contessa, riposa. (pausa, durante la quale si asciuga il sudore) Io torno nel mio ufficio. Non mi fate pentire di avervi graziato l'ennesima volta...
ANTIMO (docile) Vada tranquillo, illustrissimo. Se sbagliamo ancora, ci disgrazi pure...
Il direttore esce dirigendosi verso l'ufficio...
ANTIMO (seguendolo con lo sguardo) Ingrassa a vista d'occhio. O sbaglio?
GEZIO (fatale) L'amore!...
ANTIMO L'amore sciupa, per quel che ne so io...
GEZIO Chi lo esercita, non chi è costretto a desiderarlo soltanto. Prendi gli eunuchi...
ANTIMO Ma quelli non lo desiderano neppure.
GEZIO Ti sbagli. La loro, come dire'?, è una ferita sempre aperta...
ANTIMO E tu che ne sai? Sei stato eunuco, qualche volta?
GEZIO A parte il fatto che eunuchi si è una volta e per sempre...L'ho letto su una rivista specializzata, ecco perché lo so. Su, cambiamo l'acqua ai fiori...
ANTIMO A quelli pensaci tu. Io mi occupo dei vetri...
Si organizzano e cominciano ad eseguire i loro compiti...
GEZIO (Mentre provvede ai fiori, tradendo una certa tensione) Le rimette dove le ha trovate, secondo te?
ANTIMO Le mutandine?
Gezio annuisce...
ANTIMO Non credo. Qualcosa mi dice che le nasconderà....
GEZIO E dove?
ANTIMO Nel cassetto blindato, magari...
GEZIO Insieme al nuovo palloncino?
ANTIMO Magari.
GEZIO E perché?
ANTIMO Perché, cosa?
GEZIO (disturbato da quell'idea) Perché dovrebbe farlo?
ANTIMO Non lo so. Forse perché emanano...(ridendo scioccamente) aria polacca anche quelle...
GEZIO Sei un degenerato.
ANTIMO Ah, io sarei un...Fammi ridere!
GEZIO Dimagrire tanto ti ha cambiato. In peggio. Succede, sai...Si vede che assieme al grasso hai perso anche la tua ingenuità, il tuo candore....
ANTIMO Sentite da quale pulpito viene la predica...
GEZIO (ragionando) Già, ma io non mi nascondo dietro la timidezza, come fai tu...Non ho mai recitato la parte del "Casto Susanno"...E mai la reciterò. E a questo punto vuoi sapere che cosa penso?
ANTIMO (interrompendo il lavoro) Che cosa pensi, dai!
GEZIO Che quelle...quell'indumento privatissimo...
ANTIMO Mutande. Ora ti fanno paura anche le parole?
GEZIO (a fatica) Che quelle mutand...ine non le hai trovate così per caso...ma le hai (fa il gesto del furto con una mano)
ANTIMO Anche tu come il direttore? No, Gezio, ti prego...
GEZIO Ti sei trovato a tu per tu con la sua camera...della contessa, dico...hai adocchiato un cassetto...ti sei assicurato ben bene di non essere visto e...(fa lo stesso gesto con la mano) slip!...
ANTIMO Sei la solita iena!...
Gezio ridacchia irritante...
ANTIMO La risata è quella, dunque ci ho azzeccato...
Gezio prende a girare per la stanza imitando il passo sgraziato della iena e continuando a ridacchiare...
ANTIMO Sai cosa penso io, invece?
GEZIO Che cosa?
ANTIMO Io penso, penso, penso....(girando per la stanza anche lui) Penso, penso, penso...
GEZIO Questo l'hai già detto. Vai avanti...
ANTIMO Io continuo a pensare...
GEZIO Capisco. Come succede con tutte le novità, ci hai preso gusto...Non sapevi neanche di che si trattasse. Ora che lo sai...Non è la stessa cosa per quel che mi riguarda. Ho talmente pensato, nella mia vita, ho fatto tante di quelle scorpacciate di pensiero, che adesso soltanto l'odore mi dà il voltastomaco...
ANTIMO (secco) Continuo a pensare che quell'indumento femminile lo hai sgraffignato tu.
GEZIO Va' a quel paese! Chissà che cosa m'aspettavo...
ANTIMO L'hai sgraffignato tu. Come hai sgraffignato quella pistola.
GEZIO (tentando di mascherare un certo disagio) Stai dando i numeri? Ma succede, niente di grave...Ti trovi a usare il cervello per la prima volta...uno strumento per te misterioso...un Ufo atterrato all'improvviso nella tua boccia...
ANTIMO E dì che non è vero! Avanti, prova a smentirmi!...
GEZIO (paziente o fingendosi tale) Quell'arma è mia.
ANTIMO (confermando) Adesso!
GEZIO (come sopra) Da molto prima che la contessa mettesse piede qui dentro.
ANTIMO Ma è di fabbricazione polacca, guarda un po' il caso.
GEZIO E non potrei averla comprata?
ANTIMO In Polonia? Non ci sei mai stato.
GEZIO In un'armeria italiana. Bada che anche loro , i polacchi...come tutti, del resto...esportano nel settore "Spara e vinci".
Antimo lo osserva con sospetto...
Gezio e' visibilmente agitato...accende una sigaretta, poi la spegne con gesto stizzoso...
ANTIMO E siccome non c'è due senza tre, sei stato sempre tu, quella volta, a manomettere il palloncino del direttore...ciucciandoti l'ultima dose di aria polacca...e gettandolo in una crisi d'astinenza che gli stava facendo la festa....
GEZIO Che segugio!...Sherlock Holmes ti fa un baffo, a te!...(imprevedibile) Ma se ne sei tanto sicuro...(tira fuori le carte) giochiamoci tutto...
ANTIMO Tutto, che?
GEZIO La verità sulle mutandine, sulla pistola, sul palloncino...
ANTIMO Io non mi gioco un bel niente. Vado dal direttore e gli spiffero ogni cosa, io.
GEZIO (bloccandolo) Aspetta!...Il palloncino...la pistola...le mutandine nere...Non muori dalla curiosità di sapere come...Eh?
Antimo si svincola e fa per andare...
GEZIO (riacciuffandolo) Se vinci tu ti dico tutto, ma proprio tutto...
ANTIMO Io perdo sempre...No, Gezio, questa volta no.
GEZIO Allora ti parlo delle valigie. E' un argomento che ha sempre scatenato la tua curiosità, non lo puoi negare.
ANTIMO (colto di sorpresa) Le valigie...
GEZIO Le valigie, proprio così. Come le tratto, come le apro, come le richiudo senza che nessuno se ne accorga...
ANTIMO (dopo un tempo) Lascia perdere...Forse una volta, ma adesso...(sfugge alla presa dell'altro)
GEZIO (a mal partito, tenta l'ultima mossa) Non sono contenitori di oggetti, preziosi o di nessun valore...Soltanto gli stolti lo possono pensare...(spiritato) Le valigie, di qualunque forma, di qualunque peso, sono sepolcri, urne votive, arche perdute...
Colpito dalle parole di Gezio, Antimo si ferma restando di spalle...
GEZIO (che ha raggiunto il suo scopo, piu' tranquillo) Ah, se il mio crimine si limitasse a sottrarre qua e là uno slip, una pistola...Sarei un ladruncolo come tanti, felice, senza sapere che cos'è l'angoscia...E invece no, sono incatenato anima e corpo al mio destino di profanatore di valigie, bauli, ventiquattrore, e tutto senza scopo di lucro...E' il mio karma...il percorso che devo compiere su questa terra prima di poter essere ammesso ad una forma di vita superiore...
ANTIMO Anche arancione, adesso!...
GEZIO Arancione, perché no. Se questa è la definizione giusta, vada per arancione. (esaltato) Avrei potuto essere idraulico, falegname, pittore di stanze, carpentiere navale...Avevo davanti a me tutti i mestieri che la vita mette a disposizione di chi ha voglia di lavorare...Perché avrei scelto questo mestiere di merda, se no? Rispondi!
ANTIMO Perché il tuo quoziente di intelligenza non ti permetteva di meglio.
GEZIO Perché nessun altro mestiere mi avrebbe consentito di restare solo, accanto a delle valigie!...(avanza verso il punto della scena in cui ha visualizzato l'oggetto del suo desiderio) Lei, la valigia, è là, piena, soda, rigonfia di quel gonfiore che anche le strutture rigide non riescono a tenere nascosto del tutto...Come una gravidanza colpevole, che hai voglia di fasciarla in abiti risicati, di due o tre taglie più piccoli...prima o poi si impone all'attenzione di tutti...Dice: o mi prendete in considerazione o peggio per voi, tanto io procedo per la mia strada e me ne frego!...(si passa una mano sulla fronte) Ma io straparlo e perdo il filo...(prende un fiato) Lei, la valigia, è là....che mi chiama...mi attira...mi calamita...Io sono risucchiato da quell'appello, mi afferro con tutte e due le mani al buon senso, lo imploro di intervenire, di comandarmi di non cedere...Niente: il buon senso non si fa trovare in casa, nella mia testa, dico...Cedo. Ma in realtà ho già ceduto ancora prima di tutto questo. Si tratta soltanto di riconoscerlo, di smettere di fingere con me stesso...(febbricitante) MI avvicino a lei...(fa due passi in avanti) Trattenendo il respiro, ne valuto le dimensioni, il volume...Mentalmente moltiplico base per altezza per larghezza...Ma non ne ho bisogno: misurasse anche un solo centimetro cubo, la mia febbre non calerebbe di una linea!...No, se la squadro con gli occhi è soltanto per evitare la mortificazione di aprire le braccia troppo, o troppo poco...A quel punto, con una delicata pressione della mano destra...(mima l'azione) mentre la sinistra corre dietro a fare da rete...a proteggerla da una eventuale caduta....la porto in posizione orizzontale...E fin qui è tutto di una semplicità assoluta: io fremo dal desiderio di aprirla...devo, devo sapere se anche lei, come tutte le altre, si lascerà aprire da me...se anche con lei la mia abilità avrà ragione della resistenza che ogni valigia rispettabile deve pure opporre, almeno soltanto per forma, a chi insiste per aprirla...La testa mi scoppia, la vista mi gioca brutti scherzi, vedo le immagini sovrapporsi e poi scomporsi in mille frammenti, come se lo schermo degli occhi finisse in mille pezzi.. Sono in preda ad una tempesta di sensi, ciascuno in guerra con gli altri, ma tutti insieme alleati per sospingermi in braccio alla gioia pura, assoluta, quella per cui uno può dire a se stesso: che fortuna essere nati!...(si fa spettrale, allucinato) E un istante dopo, più niente...Finito, finito, finito!...Gli indumenti che contiene la valigia...gonne, camicie, calze, scarpe, cinture, guanti, magliette e...sì, voglio dire tutto quanto serve a coprire il corpo di una donna....perché attenzione: io apro soltanto le valigie delle donne!...all'istante prendono l'aspetto...l'apparenza polverosa....l'odore ...di un corredo funebre...Di quelli che nell'antichità avevano la funzione di accompagnare il defunto durante il suo viaggio nell'aldilà...Io non sto frugando nella vita della proprietaria di quella valigia, sto frugando nella sua morte!...(si copre il viso con le mani) Allora mi dico: non ha senso, stai delirando, Gezio!...La proprietaria è viva, e in buona salute...e fra un istante sarà qui, a prendere possesso della sua camera...ti darà una buona mancia, perfino!...Non serve. Quegli oggetti freddi, vuoti, disabitati...stanno davanti ai miei occhi, a dichiarare senza mezzi termini che la persona a cui appartengono vi è entrata dentro, vi ha sostato, e poi se ne è uscita per non tornarvi mai più!...(piange sommessamente)
ANTIMO (dopo un tempo) Tu soffri sul serio...Mi dispiace, mi dispiace tanto, sai!...
GEZIO Soffro, soffro...Ma è soltanto colpa mia, purtroppo...
ANTIMO E io che ti ho sempre considerato un'anima nera, un essere privo di scrupoli...
GEZIO Lo vedi?...Lo vedi che nella vita ci si può sempre ricredere?..
ANTIMO Mi sento in colpa...
GEZIO Lo vedi che non esistono verità che non possano essere smentite dai fatti?
ANTIMO Lo vedo, lo vedo...(poi si dirige spedito verso la porta del direttore) Con permesso.
GEZIO (interdetto) Dove vai?
ANTIMO Tutto come prima.
GEZIO E perché?!
ANTIMO Perché, perché, perché...
GEZIO Parla, avanti!
ANTIMO Perché non mi convince affatto.
GEZIO Che cosa?
ANTIMO Quello che hai appena finito di raccontare.
GEZIO Non ti convince? Come, non ti convince?
ANTIMO Ci sono molti conti che non tornano. Uno: sentimenti così...complicati, in una carogna come te..."Voglio questo, me lo prendo", è il tuo motto.. "Non me lo lasciano prendere, me lo prendo con la forza". Tu sei uno che va al sodo, non ti ci vedo, non ti ci vedo proprio alle prese con tutti quei rompicapo...Due: hai tirato fuori quel tuo racconto... un racconto che ti sei ben guardato dal farmi prima...proprio quando mi stavo precipitando dal direttore...Ecco qua.
GEZIO Tre? Non ti vorrai fermare a due!...
ANTIMO Niente affatto. Tre: noi ci giochiamo soltanto racconti di fatti che non sono veri...Perché tu, proprio tu, che in testa a tutte le tue doti hai collocato la menzogna, dovresti all'improvviso cambiare le regole del gioco...
GEZIO Non stavamo giocando. Tu, almeno, ti sei rifiutato...
ANTIMO (deciso) Quattro...
GEZIO Ancora?!
ANTIMO E che? Prima due non ti bastavano, ora quattro sono troppi...Quattro...
GEZIO Sei senza pietà.
ANTIMO Quattro...
GEZIO Mi vedi uno straccio...Perché mi si scorticava l'anima, prima, mentre cercavo di sputare un rospo di quella portata...E continui a sospettare di me...attribuendomi una malafede che forse un tempo, non lo nego...ma adesso...dopo certe cose che sono successe...adesso è tutto diverso...Dio soltanto sa quanto è diverso...
ANTIMO (condiscendente) D'accordo: dimagrire ti ha cambiato, in meglio, magari. Si vede che assieme ai venti chili hai perso anche una certa dose di quella tua carognaggine...Si vede che era proporzionata al peso...
GEZIO (mesto) E pensare che ti ho considerato un amico. Sempre!
ANTIMO Mai!...Ero io, tutt'al più, che mi illudevo di poter contare sulla nostra amicizia.
GEZIO Un collega, allora.
ANTIMO Nemmeno. Io ho sempre camminato sul filo del licenziamento. E tu, in tutto questo, non ti lasciavi scappare una sola occasione per mortificarmi. "Due lavoratori, uno col posto sicuro, l'altro più fuori che dentro, non possono considerarsi colleghi in nessun caso". Così dicevi.
GEZIO Non è vero, non dicevo così.
ANTIMO Testuale, invece.
GEZIO E se è vero, scherzavo.
ANTIMO Scherzavi con la morte. Con la mia morte!
Gezio scoppia a singhiozzare....
ANTIMO Sei cambiato, non c'è che dire. E sappiamo anche da quando.
Gezio smette di piangere e gli rivolge uno sguardo interrogativo...
ANTIMO Da quando è ricomparsa quella persona lì.
GEZIO La polacca?...(poco convincente) Ah, questa sì che è bella!...La più bella degli ultimi tempi.
ANTIMO Soltanto in una cosa sei rimasto lo stesso: non vuoi mai riconoscere la verità.
GEZIO (simulamdo una spavalderia che non possiede) Per tua norma e regola quella maledetta creatura non occupa un millimetro quadrato del mio pensiero...Guarda che ti dico: c'è, non c'è, per me è del tutto indifferente. Anzi, prima se ne va al diavolo, prima mi sentirò tranquillo.
ANTIMO Segno, allora, che non ti è affatto indifferente.
Gezio lo guarda un istante, poi riprende a piangere...
ANTIMO Cristo, come sei ridotto!
L'altoparlante diffonde a tutto volume una polacca di Chopin...
DIRETTORE (entrando trafelato) Signori!... mezzogiorno, signori...Mezzogiorno!
ANTIMO (sollevando gli occhi al cielo) Oh, miseri noi...Non era meglio il cannone?
DIRETTORE (sullo slancio) Mezzogiorno, e qui siete ancora così indietro, razza di poltroni usciti da una scuola per bradipi. Correre, correre, o sul prossimo stipendio me ne trattengo due!
Antimo e Gezio si attivano per sgomberare la sala dagli attrezzi delle pulizie...
DIRETTORE (affannando) Fate sparire tutto, compreso i vostri stomachevoli corpaccioni...
ANTIMO (operando) Quando era grasso lui...
La pulsantiera dell'ascensore si illumina in successione discendente...
Il direttore e' scosso da un vistoso tremore...
Gezio si asciuga gli occhi con una manica, poi estrae dalla tasca un pettinino e con malcelata vanita' si sistema i capelli...
DIRETTORE (frenetico) E' lei!...Vi venga una dissenteria acuta e cronica!...L'avete svegliata prima del tempo. Ora sarà intrattabile, più del solito. Mi infilerà sotto il torchio della sua irritazione, nella gogna dei suoi sarcasmi, nello stivaletto malese del suo disinteresse, nella Vergine di Norimberga del suo disprezzo senza possibile redenzione. Iddio mi protegga!...
ANTIMO Non si faccia pecora!...E' il modo migliore per risvegliare il lupo che sonnecchia nel nostro prossimo.

DIRETTORE Ma cosa ne sa lei, povero decerebrato, povero menomato nella materia grigia, di lupi, di pecore, di prossimo nostro...Sparisca, si dilegui, si nebulizzi o ci penso io!...
Antimo esce facendo spallucce...
GEZIO (avvicinandosi al direttore) Se vuole, emerito, me ne occupo io...
direttore Mai più!...Non ammetto ostilità rissose all'interno del personale...
GEZIO Non mi riferivo a lui...
DIRETTORE A chi, allora?
Gezio indica l'ascensore....
DIRETTORE Se la vede, in che senso?
GEZIO Le corna...sì, dico il toro...provo ad affrontarlo io.
DIRETTORE Tu?...Tu?...(sta per saltargli al collo ma si controlla) Nobile slancio di abnegazione servile. Potresti posare per un monumento al "Facchino Ignoto"...Ma....sempreché non sia dettato da un fine che non riesco a intravedere...assolutamente superfluo, o mio squallido aborto che rispondi al nome di Gezio...(fatale) I cimenti che la sorte...buona o cattiva che sia, non sta a noi dirlo...dissemina sui nostri passi, ahimé, non ce li può risparmiare nessuno. Ma ora vada via anche lei, o la caccio a pedate...E badi bene, di scarpe calzo il quarantaquattro!
Gezio sgattaiola via appena in tempo per risparmiarsi un calcione...
Un istante dopo si apre l'ascensore e ne viene fuori la contessa...
La misteriosa creatura femminile indossa un abito bianco molto fasciato, stile musical americano anni Cinquanta, che alle braccia si arricchisce di merletti e piumaggi, tanto da suggerire l'idea di due ali...
DIRETTORE (a fior di labbra, quasi piegandosi in due) Signora contessa!...Mi auguro che abbia riposato bene...
CONTESSA Ho sognato la guerra.
DIRETTORE La guerra, signora contessa!? Che guerra?
CONTESSA Spari, frastuoni di carri armati, di mezzi cingolati in fuga, rombi di aerei in picchiata, comandi smozzicati, sirene di Croci Rosse, invocazioni disperate...
DIRETTORE (quasi tra se') Gli sconsiderati aspirapolvere di quei due!...(umiliandosi) Deve perdonare, signora Contessa, rimettere a noi i nostri, sì, i nostri peccati...(ancora verso la quinta) Ah, scellerati!...(poi a lei) Per quanto abbia imposto a tutta la casa il più scrupoloso silenzio...(sempre alla volta dei due) Dio Pantocratore vi stratuoni e vi strafulmini...(a lei) ...pur tuttavia qualche fruscio, qualche scricchiolio ci è scappato, non lo nego...E lo stesso Iddio, che non mancherà di punire i reprobi, sa bene se era nelle mie intenzioni procurarle un motivo di incubo...
CONTESSA Incubo?...Ma se non c'è sogno migliore, per me, di un bel conflitto a fuoco! Al risveglio mi sento ritemprata, rigenerata...
DIRETTORE Be', io di guerre proprio non gliene posso offrire. Mi auguro, piuttosto, che vorrà gradire il programma di fuochi d'artificio che ho predisposto in suo onore, signora contessa...(indica lo striscione sulla parete)
CONTESSA Per quando?
DIRTTORE Per stasera, madame.
CONTESSA Dunque non mi riguarda.
DIRETTORE Non la riguarda?
CONTESSA Confermo quanto appena detto: non mi riguarda. Lascio l'albergo nel pomeriggio...
Il direttore ha come un mancamento...
CONTESSA E poi odio, aborrisco e vitupero i fuochi d'artificio. Come tutti gli artifici, del resto. Non c'è ombra di verità, in quel genere di esplosioni. La polvere da sparo che non lascia vittime sul campo è un controsenso. Un vino che non ubriaca che vino è, risponda!...A me i fuochi pirotecnici interessano in una circostanza soltanto: quando assieme a loro salta in aria anche il fuochista. Almeno lui, diamine!.. Lei, Poldo, mi può garantire uno spettacolo simile? In caso positivo, resto.
DIRETTORE (rivolto verso la quinta) Gezio!...Antimo!...Mai che si possa far conto su quei due!...(poi, rivolto alla contessa, allargando le braccia) Temo proprio di non poterla accontentare...
CONTESSA (dopo averlo osservato a lungo) Poldo, ma lei perché si ostina?
DIRETTORE Ad amarla, contessa?
CONTESSA A vivere.
DIRETTORE (a disagio) Be', come dire...ci ho fatto l'abitudine.
CONTESSA Le abitudini si smettono, anche. Con un piccolo sforzo, un briciolo di volontà...
Il direttore tace interdetto...
CONTESSA Dunque, se ho ben capito, la sua non è un'abitudine, è un vizio.
DIRETTORE Ho il vizio di vivere, lo confesso. Ma vede, signora contessa...
CONTESSA Io posso aiutarla a liberarsene.
DIRETTORE Conosce un metodo efficace?
CONTESSA Efficaci, i metodi lo sono un po' tutti. Devono anche essere belli formalmente, lì è il punto. La componente estetica è fondamentale. Prenda il vizio, che so, del fumo...Le sembra valido, da un'angolazione estetica, quel rimedio che suggerisce di sostituire una caramella ad ogni sigaretta che il fumatore vorrebbe accendere? Che risultato si ottiene, per questa via? Che diminuiscono i fumatori e aumentano i succhiatori. Ecco qui.
DIRETTORE Concordo pienamente con lei. Un autobus pieno di succhiatori...Ma vede, stimata signora contessa....coloro che decidono: "da questo momento niente più tabacco", se poi malauguratamente non resistono al sano proposito, possono sempre riprendere a fumare...
CONTESSA Mi rendo conto. Il suo cervellino di tapiro...
DIRETTORE Tapiro, madame?
CONTESSA Che fa, si risente? E dire che l'ho paragonata ad un animaletto graziosissimo, dovrebbe esserne fiero...
DIRETTORE (Assentendo) Tapiro, a servirla.
CONTESSA ...Il suo cervellino di tapiro, dicevo, già sta elaborando il suo bravo concettuzzo..."Una volta che mi sono sbarazzato della vita, se me ne tornasse la voglia, la tentazione di ricominciare...?" E' così, tapiro mio?
DIRETTORE Lei ha centrato il problema, signora contessa.
CONTESSA (invasata) E la reincarnazione? Non tiene conto di questa immensa, straordinaria opportunità?
DIRETTORE (intenzionato ad assecondarla) La reincarnazione, senz'altro!...Ma, se posso osare, non esiste nessuna certezza in proposito...Sarebbe un po' come giocare in borsa acquistando un titolo non quotato, e dunque....
CONTESSA (guardandolo con disprezzo) Nei suoi panni, di così mediocre fattura e qualità...e, sia chiaro, non mi riferisco all'abito che indossa, che comunque non è tagliato un granché...
DIRETTORE (a disagio, si da' una sistemata alla giacca) Be', sa, negli ultimi tempi ho messo qualche etto...
CONTESSA Nei suoi panni, dico, non sottovaluterei la prospettiva della reincarnazione...Al contrario, mi ci aggrapperei come ad un'ancora di salvezza, alla cintura di un paracadute...Rifletta, Poldo! Uno della sua...portata...ne avrebbe tutto da guadagnare. Altro giro, altra corsa, come suol dirsi...E, francamente, peggio di come le è andata in questo giro di vita...
DIRETTORE Non mi ribassi a tal punto, madame! Non è giusto. Sono pur sempre il direttore di questo esercizio turistico...(indicando l'ambiente)...che è stato e rimane uno dei migliori della zona, dopo tutto...Mi poteva capitare, ad esempio...
CONTESSA Ad esempio?
DIRETTORE (si gira attorno, poi) Di essere facchino, ecco. Come uno di quei due...
CONTESSA Non si monti la testa, Poldo. Lei porta un peso ben più schiacciante di quelli che il destino ha riservato a quei due...
DIRETTORE (pronto) E' vero, è vero: il mio disperato amore per la signora contessa!
CONTESSA (calma) La sua stupidità, intendevo io.
DIRETTORE Se amarla è segno di stupidità...
CONTESSA (leggermente spiazzata) Ah, ah, geniale!...Adesso il tapiro comincia a prendere confidenza con le analogie, i sillogismi ed altre simili astuzie del ragionamento...
DIRETTORE L'evoluzione della specie, madame...Anche noi creature inferiori, talvolta...
CONTESSA Certo. E non sarò io a mettere i bastoni tra le ruote dei vostri penosi tentativi di evolvere. Ma posso risparmiarmi un simile spettacolo. E' un mio diritto. O intende negarmelo?
DIRETTORE Per carità!...
CONTESSA (si avvia all'ascensore) Mi mandi allora qualcuno dei suoi sherpa. Per il bagaglio. Subito!...
DIRETTORE (dolente) Vuole proprio?
CONTESSA Non pretenderà che mi incolli addosso il quintale e passa dei miei effetti personali!...
DIRETTORE No, dicevo...è davvero decisa a lasciare l'albergo?
La contessa conferma con un vezzoso quanto provocatorio gesto del capo...
DIRETTORE E se anticipassi il mio programma pirotecnico? Era dedicato a lei, in effetti...
CONTESSA In tal caso anticiperei in proporzione la mia partenza.
DIRETTORE (rassegnato) Sia fatta la sua volontà!...Ha preferenze? Sui due porteurs, intendo...
CONTESSA (con un certo interesse) Quel tipo dagli occhi vispi come vespe...Qual'è il suo nome?
DIRETTORE Gezio. Ritengo che voglia riferirsi a lui. L'altro è già tanto se ha gli occhi...
CONTESSA Quello lì. Con lui ho iniziato un certo discorsetto che non vorrei lasciare così, a metà...
DIRETTORE (allarmato, tra se') Un certo discorsetto?...(a lei) Che discorsetto, se è lecito...?
CONTESSA Non è lecito. Io vado. Non mi costringa a richiamare.
DIRETTORE Sarà come lei desidera, signora contessa. Non dubiti. Neppure per un istante!..
La porta si chiude, la contessa entra nell' ascensore, la pulsantiera luminosa segnala l'ascesa della cabina ai piani superiori...
DIRETTORE (davanti alla porta dell'ascensore, a mezza voce) Come lei desidera, o mia dea...In quale altro modo potrebbe essere?...(poi, urlando verso la quinta) Gezio!...Infame subalterno!...
GEZIO (accorrendo) Ha chiamato, Somma Sapienza?
DIRETTORE (con calcolata affabilita') Ho chiamato, certo, ma non era il caso che ti precipitassi così tanto...Dio non voglia, un ginocchio che cede, un inciampo, una scivolata...Non posso neanche pensarci!
GEZIO (Sorpreso) Perché?
DIRETTORE E non ci arrivi da solo?
GEZIO Veramente, no.
DIRETTORE Ma perché tengo alla tua incolumità anche di più che al bene della vista!
GEZIO Mia?
DIRETTORE Mia. Altrimenti, che merito ci sarebbe?
Gezio appare interdetto...
DIRETTORE E, trovandoci in argomento, facciamo due chiacchiere, amato ragazzo. Vuoi? Da padre a figlio.
GEZIO (pronto) Sono orfano, Eccelso.
DIRETTORE Meglio!...Cioè, la cosa mi addolora profondamente. Ma a tutto c'è rimedio: ti adotto io. Da questo momento hai in me il tuo padrino. E dimmi, Geziolino, cosa ti piacerebbe fare? Andiamo, parla.
GEZIO In questo momento?
DRETTORE Nella vita. Pensi mai a qualcosa di cui preferiresti occuparti, al posto delle mansioni che svolgi per obbligo?
GEZIO Devo essere sincero, non capisco.
DIRETTORE Andiamo, non puoi restare facchino in eterno.
GEZIO Non mi allontani dalle valigie, la prego!
DIRETTORE (non rileva) Avrai una famiglia, no?...Pensa alla tua famiglia.
GEZIO Sono solo al mondo.
DIRETTORE Abbiamo dei doveri anche verso noi stessi. Tutti, nessuno escluso.
GEZIO (cauto) E...allora?
DIRETTORE E allora il tuo direttore ti viene incontro offrendoti un lavoro più qualificato.
GEZIO Solo a me, o anche a quell'altro?
DIRETTORE Quell'altro? Che vada in malora, quell'altro! Solo a te, solo a te. Non gradiresti, magari, curare i rapporti con le agenzie estere?
GEZIO Non ho lingue straniere, in bocca.
DIRETTORE (conciliante) Sarà pensiero loro parlare la tua. Un'attività di prestigio, Geziolino. (scandendo bene) In-ter-na-zio-na-le!
Gezio non reagisce...
DIRETTORE E' poco, me ne rendo conto. Allora ti faccio economo. Baderai tu alle spese necessarie per mandare avanti quest'esercizio. Terrai tu i conti. E le chiavi di tutto.
GEZIO Be', le chiavi per me non sono mai state un problema. (si corregge) Voglio dire che non ho di queste ambizioni.
DIRETTORE Bada, nessun economo è mai morto povero. E' ancora poco? Ti faccio direttore, allora. Non mi dirai che un posto di tanto prestigio sia da disprezzare...Sarai direttore. Andato?
GEZIO E lei, supremo? Che cosa sarà, lei?
DIRETTORE Superdirettore. Ma, se non ti va, apro un altro albergo e lascio questo interamente nelle tue mani.
GEZIO (guardandosi le mani) E io...dovrei fare qualcosa, io?
DIRETTORE Come?
GEZIO In cambio, dico.
DIRETTORE Be', ça va sans dir.
GEZIO Ah!
DIRETTORE Si tratta di una sciocchezzuola, una minuzia, via!
GEZIO E sarebbe?
DIRETTORE Sarò breve, succinto e compendioso. La contessa, qualche minuto fa, ha fatto un accenno...ma soltanto un accenno, eh!...ad un certo discorsetto che avrebbe avviato con te, e che le premerebbe di non lasciare in sospeso...
Gezio si pone sulla difensiva...
DIRETTORE Caro collega...ti posso già considerare tale...Lei mi dovrebbe illuminare un tantino in proposito. Non pretendo, oh!, che mi sciorini punto per punto, e con dovizia di particolari, la materia...Basterà che lei, stimatissimo direttore, mi dia qualche spunto...che mi metta sulla buona strada. Saprò io figurarmi il seguito...
Per tutta risposta Gezio si avvia all'ascensore...
DIRETTORE E adesso dove vai!?
GEZIO (secco) A caricare.
DIRETTORE Che cosa?
GEZIO Il bagaglio della contessa...
DIRETTORE Ti sottrai, eh, carogna! Dunque, tra voi due c'è del losco, del laido, del lubrico...E del lussurioso, magari!...
GEZIO (munendosi di un carrello) Non mi trattenga, Divino. Il dovere mi chiama.
DIRETTORE (furibondo) Ti chiama lei, maledetto!
GEZIO Sempre il dovere, comunque...
DIRETTORE Tu adesso parli!...Che c'è stato tra te e quella donna...quella nobildonna, intendo!? Avanti, sputa fuori la squallida verità!
GEZIO Niente, Augusto. (fa qualche passo, poi) Ma anche se ci fosse stato qualcosa, intanto perché dovrebbe essere squallida? E poi, certo, non sarei tenuto a dirlo a lei!...
DIRETTORE E allora considerati licenziato. Con effetti immediati, anzi retroattivi. A risalire fino al tuo primo giorno di servizio. Mai assunto!...Sei rovinato, bastardo!...Finirai a dormire sotto i ponti. Anzi, sopra, che è più scomodo e pericoloso.
GEZIO Come crede. Termino comunque la mia giornata, se permette. (va all'ascensore)
DIRETTORE Ma io vaneggio. Figuriamoci!...Una gentildonna, di sangue blu oltre tutto...Una creatura superiore, un'anima vibratile come quella, esporsi al rischio di una letale contaminazione con una larva, un celenterato, un esseroide...un oggetto semovente che soltanto una perniciosa tendenza a generalizzare porta a definire "uomo"...Un relitto che il fiume dell'esistenza ha scaricato alla prima ansa, per non affrontare la vergogna di portarselo fino alla foce...Una...
GEZIO (non reggendo oltre) "Hai gli occhi vispi come vespe!", mi ha detto. E sorrideva...
DIRETTORE (come fulminato) Hai avuto un "affaire" con lei, pulviscolo!
GEZIO Sorrideva. E dal sorriso è passata al riso. Una risata trascinante, come...come...(cerca un'immagine che non trova) Come la sua risata. Altro non so dire.
DIRETTORE Vi siete visti!...E' questo il certo discorsetto!...E dove, dove, parla!
GEZIO Su, nella lavanderia.
DIRETTORE (tra se') Lavanderia, lavanderia...Chi l'ha nominata, poco fa?...E a che proposito?...
GEZIO Io salivo a prendere i pezzi di ricambio dell'aspiratore...Lei passava di lì per andare sul solarium...
DIRETTORE (sussultando) La lavanderia, certo! Le mutan....Il giglio nero!...(si scaglia contro di lui) Infame!...Hai osato profanare quella creatura sublime, quella cherubina...quella...
GEZIO (in un'impennata di fierezza) Anche io ho i miei quarti di sublimità...Sono un facchino, se lo ricordi!...Il mio è un mestiere antichissimo...Nel medioevo appartenevamo alla nobile "arte della spalla"!...E in molti Comuni avevamo il nostro seggio nelle pubbliche assemblee. Se profanazione c'è stata, è più giusto dire che ci siamo profanati a vicenda. "Io profano te, tu profani me..."
DIRETTORE (dopo un silenziO) E io ti sparo!...(corre a cercare la pistola ma non la trova...dalla quinta) Dov'è?!...Dov'è la mia pistola!?...Qui dovrebbe stare...è il suo posto, l'ho sempre tenuta qui....(portando la voce) Aspetta, tu!...Faccio in un lampo, vengo e ti sistemo per l'eternità...(eccitato) Ah, ah, ti sparo e ti risparo. Un lavoretto come si deve!...Ma dove sta, dove sta!?...(ricomparendo) Perduta!...In tal caso dovrò fare la denunzia ai carabinieri...
GEZIO (tranquillo) Vedrà che esce, prima o poi...
DIRETTORE Non c'è, non c'è!...Ho frugato in ogni angolo del...So io di che cosa.
GEZIO La cerchi meglio, prima di fare la denunzia. Sono rogne da niente...
DIRETTORE Bene, non ti sparo. Ti strangolo. Con queste mani. Morire, muori lo stesso.(fa per scagliarsi su di lui, quando squlla il telefono della reception)
DIRETTORE (terrorizzato) Lei!...Sarà furibonda...(risponde) No, signora contessa...non abbiamo chiuso...é tutto in pieno svolgimento...(pausa) Un istante e sarà da lei. (pausa, poi con voce sofferta) Sì. Quello dagli occhi vispi come vespe, non dubiti...Abbiamo testé rivisto la sua carriera...Ma ora ogni cosa è sistemata...Sta salendo, infatti. (posa il ricevitore, poi a Gezio) Ancora una mezz'ora di vita. Approfittane, goditela tutta!...
Gezio scompare in ascensore assieme al carrello...
DIRETTORE (rimasto solo, continua a cercare la pistola) E se l'avessi, così, temporaneamente, posata qui?...(non la trova) No, l'avrò tolta dal suo solito posto, e ora non ricordo dove l'ho messa, non ricordo proprio...
ANTIMO (facendo capolino dalla quinta) Altissimo!...
DIRETTORE Cosa c'è?
ANTIMO Se mi accosto non mi morde?
DIRETTORE Mordere!?...(mesto) Non vedi che in un sol colpo mi sono caduti tutti i denti !
Rassicurato, Antimo gli si avvicina...br> Il direttore continua la sua ricerca...
ANTIMO Cerca qualcosa?
DIRETTORE La pistola. Aiutami, dai...
ANTIMO Chi è che l'ha persa!...
DIRETTORE Io. Chi altri, se no?
ANTIMO (rimediando) Giusto, solo lei può averla persa. Se gliela trovo, mi promette che non la userà?
DIRETTORE Contro di te, no. Te lo prometto.
ANTIMO E' già qualcosa. (finge di cercare, poi) Posso farle una domanda?
DIRETTORE Personale?
ANTIMO Personale:
DIRETTORE Aumenti di stipendio, zero assoluto.
ANTIMO Personale per lei, signor direttore, non per me. Posso?
DIRETTORE Dipende. Parla, comunque.
ANTIMO Cosa l'attrae, in quella donna?
DIRETTORE (sospende la sua meccanica ricerca e, come incantato) Quella donna...Ah, quella donna!
ANTIMO La polacca. (si corregge) Sua Signoria, la contessa polacca.
DIRETTORE Cosa mi attrae? Il mio autolesionismo, credo. Anzi ne sono certo.
Antimo appare interdetto...

DIRETTORE Sai che si intende per autolesionismo, cher ami...Non lo sai?
ANTIMO Autolesionismo? Non è quella pista che c'è in tutti i luna park?
DIRETTORE Luna park?...Ah, tu intenderesti dire...l'autoscontro!...(ride, poi tenero) Oh, animula vagula blandula...Che Iddio ti conservi tanta purezza di cuore!...Vedi, caro il mio Antimino...Noi esseri umani siamo fatti di tanti aggregati di cellule, nonché di energie che sovrintendono a quegli aggregati. A volte queste energie si ammalano...e smettono di seguire correttamente il loro compito...Ecco, a un dipresso, quello che avviene dentro di me. Io so che non è giusto, lo so benissimo...Ma una voce oscura, misteriosa, sibillina, ad ogni pié sospinto mi consegna uno di quegli aggregati e mi dice:" Io mi allontano, pensa tu a disgregarlo. Bada, quando torno voglio trovare un lavoro ben fatto!" (lo guarda) E ora dimmi che hai capito.
ANTIMO Che lei vuole morire, signor direttore. Non è così?
DIRETTORE Più o meno.
ANTIMO Un mio amico ferroviere, ogni volta che un treno gli passava davanti, faceva gli stessi pensieri. "Ora mi ci butto sotto!"...Una vita d'inferno!...Anche perché prestava servizio in una stazione di grande traffico, uno snodo nazionale.
DIRETTORE (interessato) E ci si buttò, poi?
ANTIMO No.
DIRETTORE Meno male.
ANTIMO Ma alla lunga dovette lasciare quel posto. Passò in una fabbrica di carne in scatola. Il trasferimento, purtroppo, non servì a guarirlo. Ogni volta che doveva manovrare la gigantesca macchina tritacarne dello stabilimento, ecco lì quei pensieri...
DIRETTORE E come è andata a finire, poi?
ANTIMO Una mattina prese servizio, e la sera, a fine turno, alla porta non lo videro uscire. Non se ne seppe più niente. Lei consuma carne in scatola, eccellenza?...
DIRETTORE Qualche volta, perché?
ANTIMO Si chiamava Agenore, il mio amico...
DIRETTORE Santi del paradiso, Antimo!...Che storia terribile...e proprio oggi...!
ANTIMO Era un uomo tenerissimo, glielo assicuro.
Segue un silenzio imbarazzante, poi Antimo si dirige verso l'ascensore...
DIRETTORE Sali? E dove vai?
ANTIMO Alla camera "novanta".
DIRETTORE Dalla contessa? Perché?
ANTIMO Gezio può aver bisogno di un'altra spalla.
DIRETTORE (sincero) Dio sa con quanto piacere ti lascerei andare! Ma lei è stata categorica: lui e nessun altro. (sospirando) Occhi vispi come vespe!...(notando la sorpresa di Antimo) Resta. Sei più utile qui. Dimmi un po'...non sei stanco di portare valigie?...
ANTIMO Che altro dovrei portare?
DIRETTORE (paterno) Figliolo, la vita non si esaurisce nel trasporto di qualcosa da qui a lì, o viceversa. Ci sono altri mestieri, anche all'interno dello stesso esercizio commerciale…
ANTIMO Ad esempio?
DIRETTORE I rapporti con le agenzie straniere. O l'economato. La Direzione, volendo.
ANTIMO (pronto) Di quelle mutandine non so niente! Io le ho soltanto trovate, eccellentissimo. Come ho già dichiarato...
DIRETTORE (scattando) Hai origliato, canaglia!...
ANTIMO (poco credibile) No, no, lo giuro...
DIRETTORE E allora come ti è saltato in mente di...
ANTIMO Mi sono gettato a indovinare, e....
L'ascensore si illumina segnalando la discesa della cabina...
DIRETTORE Eccola!...Ora dovrò essere bravo, tanto bravo da non sprofondare nell'abisso che i suoi occhi, ignorandomi, spalancheranno sotto i miei piedi!...
ANTIMO Direttore, non ho molta pratica della materia, lo confesso. La mia è una vita semplice. So che i fiori non si mangiano e i prosciutti non vanno messi nei vasi. Ma, per quel che posso, mi creda, sono a sua disposizione.
DIRETTORE Sei un caro ragazzo, Antimo. Ma che consigli potresti darmi?
ANTIMO Provi con la carta più alta. Io perdo sempre, ma non è detto che lei...
DIRETTORE La carta più alta? Che dovrei fare, non capisco...
ANTIMO Andare incontro alla Contessa con un mazzo di carte, e invitarla ad alzarne una. Deve prima stabilire la posta, però...
Dall'ascensore esce Gezio, carico di bagagli fino all'inverosimile...
L'uomo attraversa la scena ansimando sotto il peso...
DIRETTORE Ben gli sta!
ANTIMO Piange...
DIRETTORE Il lavoro non è una festa, si sa..
ANTIMO Ma lui ormai non piange solo durante il lavoro. Anche nelle pause, quando mangia, o beve, o dorme...Piange sempre!
DIRETTORE Gli saranno venuti alcuni nodi al pettine della coscienza.
ANTIMO E' cambiato, questo sì. E molto anche!...
DIRETTORE Tutti siamo cambiati. (fatale) Tranne lei!...Immutabile, lei. Nei secoli fedele. A se stessa!...
GEZIO (uscendo di scena) Berto, mi ha chiamato. Tutto il tempo!...E io: "Sono Gezio, signora contessa, non mi riconosce?" "Ti riconosco, sicuro che ti riconosco, Berto."(esce dalla porta principale)
Antimo fa per seguirlo...
DIRETTORE Dove vai?
ANTIMO A dirgli qualcosa. Ha un'espressione che non mi convince...
DIRETTORE Perché, ne ha mai avute di convincenti?
ANTIMO E se fa una sciocchezza?
DIRETTORE Chi, quello lì?...E' una tale pellaccia...Ci vuole ben altro!...
GEZIO (Rientrando senza bagaglio, ovviamente, e con lo sguardo da invasato) Facchini!...L'arte della spalla, nel medioevo...un seggio nelle assemblee...E poi...e poi ogni valigia è un'arca...Ma soltanto se appartiene a una donna!...Allora quel profumo che un istante prima invitava la carne a sognare, avvolge lo spirito in una notte opaca, priva della trasparenza del sogno!...Manomettevo le valigie, nella mia arte, sissignore...Mai a scopo di lucro, però! Chi non mi crede sia dannato in eterno. Come non vorrei esserlo io!...(esce dalla quinta)
DIRETTORE (puntuale, ad Antimo) Che ti dicevo?...Un losco figuro, che alla prima occasione sbatterò fuori senza pietà.
ANTIMO Se ha problemi di esubero, direttore, mi offro al suo posto.
DIRETTORE Perché?
ANTIMO Lui non può sopportare disgrazie, in questo momento.
DIRETTORE Ma io lo sbatto fuori perché è un losco figuro. L'esubero non c'entra.
ANTIMO (insiste) Ho qualcosa di losco anch'io, volendo...
DIRETTORE Insomma!...Che cosa è questa nobiltà d'animo, questo spirito di sacrificio. Vi siete sempre detestati...
ANTIMO Solidarietà medievale...L'arte della spalla...Il seggio...
DIRETTORE No, io sbatto fuori proprio lui; Ci mancherebbe!...
Dalla quinta proviene uno sparo...
DIRETTORE Che cos'era?
ANTIMO Qualcosa mi dice che si è sbattuto fuori da solo. (va a controllare)
DIRETTORE (verso la quinta) Ognuno è arbitro della propria partita, e può fischiarne la fine quando crede. Non sono affari miei, dunque.
ANTIMO (dalla quinta) Lo sono, invece. La pistola è la sua, eccelso.
DIRETTORE (sobbalzando) La mia!?...Ecco perché non la trovavo!...Un ladro con tanto di matricola...Lo farò mettere dentro, parola mia!
ANTIMO (rientrando) Dentro una bara, mi auguro. E' così che si usa, in questi casi.
DIRETTORE (timidamente) Morto?
ANTIMO Dalla testa ai piedi.
DIRETTORE Ne sei sicuro?
ANTIMO Non ho mai visto uno più morto di lui.
DIRETTORE Ha lasciato qualcosa?
ANTIMO Il suo cadavere.
DIRETTORE Di scritto, voglio dire.
ANTIMO (estrae un biglietto) "Smetto di vivere per smettere di piangere. Ad Antimo destino il mio mazzo di carte. Amen!"(mostra le carte con gesto automatico)
DIRETTORE Che stai pensando?
ANTIMO Non è vero che se ne vanno sempre i migliori. Lui, onestamente, era il peggiore di noi.
DIRETTORE Io, comunque, non ne ho colpa. E' stata lei, la contessa!...(sempre piu' convinto) Ma sì, certo, chi altri se non lei!...Ecco, ecco il senso del "discorsetto avviato"...
ANTIMO Lei crede...?
DIRETTORE Non "credo", ci giurerei. E io che avevo immaginato chissà quali scenari pompeiani...Lo avrà invitato a smettere, a togliersi il vizio...
ANTIMO Il vizio? Di che cosa?
DIRETTORE DI vivere. Ci ha provato anche con me. E Dio mi è testimone di quanto sappia essere convincente, quella donna!...
ANTIMO Che ne facciamo? Lo porto qui?...
DIRETTORE Perché?
ANTIMO Bisognerà comporlo...
DIRETTORE (Sobbalzando) E' andato in pezzi!?
ANTIMO Comporlo sul letto. Una camera ardente, esimio, non si nega a nessuno.
DIRETTORE Bisognerà prima avvertire le autorità. E' morto di morte violenta.
ANTIMO (va al telefono) Che numero hanno?
DIRETTORE Chi?
ANTIMO Le autorità.
DIRETTORE Dopo, dopo, semmai...
ANTIMO Perché non ora, illustre?
DIRETTORE Aspettiamo che sia partita la Contessa, magari...
ANTIMO (scuotendo la testa) Lei la ama ancora!...Io le sbatterei in faccia, senza tante delicatezze, gli effetti disastrosi del suo passaggio su questa terra...
DIRETTORE L'amo. Anche più di prima!
ANTIMO L'autoscontro, capisco.
L'ascensore si presenta al piano e la porta si apre...
Appare la contessa: e' in abito da viaggio, un abito improntato ad una certa praticita', che tuttavia non rinunzia alle consuete ali...
DIRETTORE Vedo che non ha cambiato parere, signora contessa.
CONTESSA Neanche tu, Poldo. Sei ancora qui, tra i vivi...
DIRETTORE Ma ho riflettuto a lungo su quanto lei mi ha detto. Antimo può testimoniare...
ANTIMO Tutto vero. Come l'acqua che scorre dai rubinetti. Quando non ce la tagliano...
CONTESSA In compenso, ha anticipato il suo spettacolo. Ho udito come uno scoppio, poco fa. Cos'era, una prova di quei fuochi artificiali?
DIRETTORE (a disagio) Be', di artificiale non c'era granché.
ANTIMO Niente, se posso immischiarmi. Tutto molto naturale.
DIRETTORE (con voce di circostanza) Abbiamo appena avuto una disgrazia. Il nostro amato, insostituibile...
ANTIMO (si accoda) ...Impareggiabile...specchio di ogni virtù...monumento al dovere...
DIRETTORE ...Colonna dell'istituzione alberghiera...superiore, nel sopportare le fatiche; allo stesso Ercole...è morto lasciandoci un vuoto incolmabile...
ANTIMO E pensi, contessa, è diventato tutte queste belle cose appena morto. Un istante prima era un farabutto.
Il direttore cerca di farlo tacere...
CONTESSA E come ha fatto? Perché se l'è sbrigata da solo, ritengo. Che mezzo ha adoperato?
ANTIMO Una pistola, signora contessa.
CONTESSA Calibro?
DIRETTORE Nove, se è quella che dico io.
CONTESSA In bocca?
ANTIMO Alla tempia.
CONTESSA (contrariata) Avrà schizzato dappertutto!...
ANTIMO Neanche un po'. Si è sparato attraverso il casco della moto. E' rimasto tutto dentro.
CONTESSA (esperta) Bravo. Bravo. Ha fatto tesoro delle mie raccomandazioni, vedo. La componente estetica....Il suicidio come una delle belle arti!...(avviandosi verso l'uscita) Adieu, mes chers amis...
DIRETTORE Se ne va, allora...Senza neanche lasciarmi il palloncino, questa volta...
CONTESSA (si ferma) Giusto. (estrae dalla borsetta un palloncino sgonfio e glielo porge)
DIRETTORE Ma è...sgonfio!
CONTESSA E allora? Gonfiatelo da te, Poldo.
DIRETTORE E l'aria polacca?
CONTESSA L'aria polacca!...(ride) Povero bambinone afferrato alle favole per non precipitare nella vita!...(smette di ridere) Quei palloncini li ho sempre fatti gonfiare dal benzinaio più vicino. (fa per uscire di nuovo)
DIRETTORE (sconvolto) Dal benzinaio...più vicino...Dunque, io avrei respirato...mi sarei alimentato...No, non ci credo! Lei mi canzona per infierire ancora di più sul mio cuore già tanto provato...
CONTESSA Non crederci, Poldo. Liberissimo!
DIRETTORE Quell'aria era la sua...L'ho riconosciuta sempre. Era l'aria dei cieli puri che lei, signora contessa, ospita nei suoi polmoni...Io ci sentivo dentro la struggente malinconia delle immense distese della sua terra, i canti popolari, l'eco della grande anima polacca che non si arrende, che combatte per la sua indipendenza fino alla morte...
CONTESSA (secca) E quando il benzinaio era stanco, un colpetto di aria compressa...
DIRETTORE (furibondo) Ma che donna è, lei!...Un mostro, ecco: una creatura venuta al mondo per la rovina del genere umano! Ce l'ha un cuore?...Io dico di no, lei è nata senza cuore!...
CONTESSA (dalla soglia, evocativa e misteriosa) Il cuore l'avevo, alla nascita: Ah, se ce l'avevo! Un cuore pronto a battere per un destino simile a quello di tutti voi...L'imene, non avevo!...Quel velo che la natura prevede, a fragile baluardo della innocenza femminile. Succede. Raramente, ma succede. I medici mi smentiscano!...
Antimo e il direttore appaiono disorientati...
CONTESSA (venendo al centro della scena) Quando ero ormai alla soglia dell'adolescenza, i miei genitori ritennero giunto il momento di mettermi a parte di quella singolare condizione. Dovetti deluderli, perché alle loro parole rimasi del tutto indifferente. Anzi!...Mi veniva di pensare alla sorpresa...al disappunto...all'incredulità dell'uomo a cui un giorno avrei fatto a mia volta una simile rivelazione. L'idea mi eccitava perfino!...(ride) Che beffa sublime!...Che sberleffo al bigottismo maschile, a quella matassa di pregiudizi raggomitolata anche nella mente dell'uomo più spregiudicato...(di colpo seria) Poi cominciai a suicidarmi. A tentare il suicidio, intendo. Una, due , tre...tante volte!...Non ero portata per un atto simile. Non ne avevo il talento. Ben presto mi resi conto che ero molto più brava nel suggerirlo agli altri. L'istigazione: ecco il mio vero talento!...Non tutti quelli che cominciano a dipingere sono nati per la pittura...Molti di loro, più tardi, esprimono il meglio di sé criticando l'opera degli altri pittori... indicando loro delle soluzioni che quelli non immaginano neppure. Cominciai a girare il mondo...E imparai a distinguere tra uomo e uomo. Tutti siamo dei potenziali suicidi. Ma soltanto pochi di noi hanno la capacità di tradurre quella potenza in atto. E pochissimi, poi, nel rispetto di un codice estetico, di cui il vero suicida non può e non deve fare a meno. Ah, il suicidio: questo giallo perfetto, che riassume in una sola emblematica figura il carnefice e la vittima...quest'appendice della Creazione che conferisce all'uomo il diritto di contestare il suo Creatore, restituendogli un dono di cui non sa che farsene!...
Segue un lungo silenzio...poi...
DIRETTORE (ecitatissimo) Io non le obbedirò! Se lo levi dalla testa!...Non le darò questa soddisfazione, dovessi morire, non gliela darò!...(esce precipitosamente)
ANTIMO (fa per fermarlo) Signor direttore...
CONTESSA (calma) Lascialo andare...Ribellioni del genere mi sono molto familiari...
ANTIMO E' che lo spettacolo, di là, non è proprio il più indicato...
CONTESSA Dipende dai punti di vista. Io sostengo il contrario.
Dalla quinta proviene un secco colpo di pistola...
CONTESSA Che ti dicevo?
ANTIMO (correndo dentro) Dio mio, cosa ha fatto, signor direttore...
Rimasta sola, la contessa va allo specchio a controllare pettinatura e trucco...
ANTIMO (rientrando) Ha schizzato dappertutto...
CONTESSA Un uomo mediocre...ed eccone la prova!...
ANTIMO E' stata la sua maniera di ribellarsi a lei, signora contessa...
CONTESSA Non così quel Gezio...Occhi vispi come vespe!...
ANTIMO Lo ha chiamato con il suo vero nome...
CONTESSA Non sbaglio mai un nome, dopo! (fa per andare)
Antimo la raggiunge...
CONTESSA Cosa vuoi, caro?
ANTIMO Ecco, gentile signora...Mi stavo chiedendo...Due su tre...Come mai?
CONTESSA Come mai, cosa?
ANTIMO Come mai non convince anche me?...Mi ha dimenticato...
CONTESSA Dimenticarti? Ho una memoria di ferro, io.
ANTIMO Allora non mi ritiene degno, ho capito. Ha ragione, sono molto inferiore a quei due...Ma con un po' di sforzo...
CONTESSA Ti sbagli, Casimiro. Non sei né inferiore né superiore...
ANTIMO Alzi una carta, allora. Se vince lei, mi riserva lo stesso trattamento degli altri. Ci sta?...Tanto, io vinco sempre...
CONTESSA (alzando una carta) Sette!
ANTIMO (come sopra) Dieci!...Com'è possibile!?...
CONTESSA (avviandosi verso l'uscita) E' mia abitudine lasciar sopravvivere qualcuno. Perché possa farmi da storico, raccontare agli altri...Adieu, mon petit chou!...(esce)
Uscita la contessa, Antimo si aggira spaesato per la scena, poi va al telefono...
ANTIMO Polizia?...C'è stata una disgrazia...Anzi due, ce ne sono state. Potrebbe essercene una terza. Ma ora, così, su due piedi...non glielo posso assicurare...Dipende dal funzionamento di certe micce...Albergo Plieskoskaja, certo...(posa, poi a passi lenti va alla reception, estrae da un cassetto una candela, l'accende ed esce sulla veranda)
Un istante piu' tardi dalla veranda giungono i bagliori e gli scoppi di una batteria di fuochi d'artificio...
La scena va lentamente al buio...cresce, al contrario, l'intensita' dei fuochi...

FINE