Il ramoscello d’ulivo

Stampa questo copione

IL RAMOSCELLO D’ULIVO

IL RAMOSCELLO D’ULIVO

Commedia in un atto (20 scene) di Peppino De Filippo

Personaggi:

NICOLINO PASTIERA   (69)

PASQUALE PEZZILLO  (89)

BIAGIO SAGRESTANO  (48)

GIOVANNI DE LUCA      (18)

GIORGIO – Cameriere     (24)

MARIA PEZZILLO           (58)

TERESA SAGRESTANO  (31)

ELENA DE LUCA            (33)

ASSUNTA  - Cameriera     (23)

            SCENA – 1

    ( Maria e Assunta )

La scena rappresenta la sala da pranzo in casa del Rag. Pezzillo, arredata con eleganza e buon gusto.

MARIA                     (entrando dalla destra, ad Assunta, che apparecchia la tavola)

                                   Sei pronta, Assu’?

ASSUNTA                Tutto pronto, signurì’.

MARIA                     Te pare che facimmo ‘na bella figura?

ASSUNTA                Certamente, e ch’è, ‘o mettite in dubbio?

MARIA                     Quant’è bella sta tovaglia nova…

ASSUNTA                Bellissima! Signurì’, stanno bene chelli rrose llà ‘ncoppa? (indicando un vaso

con fiori in fondo a destra)

MARIA                     Si, si…Brava!

ASSUNTA                Chi sa ‘o signurino quanto l’avarrà pavate…!

MARIA                     Pure se l’avesse pavate diecimila lire l’una nun ce starria niente ‘e strano.

                                    Sono fiori destinati a me, nel giorno della mia festa.

ASSUNTA                Se capisce…

MARIA                     (guardando l’orologio da polso) Mo putesse pure tornarsene a’ casa il mio signor marito. M’ha ditto che me purtava ‘o vestito nuovo; già, un bell’abito

                                    ch’ ‘o vedettero ‘nsieme, e che promise di comprarmelo per il mio compleanno. Intanto, a momenti, arrivano gli invitati e io che bella figura che faccio accussì combinata…!

ASSUNTA                Si ve l’ha promesso, v’ ‘o porta; chillo, ‘o signore, ve vo’ tantu bene!…

                                    (Campanello)…’A porta. Pozz’ì arapì?

MARIA                     (Va alla finestra a sinistra e guarda fuori) Va’…Va’.

ASSUNTA                (Uscendo per la comune) Vado.

SCENA – 2

      (Maria e Pasquale)

PASQUALE             (entra dal fondo e, scorgendo Maria alla finestra, deposta la borsa ed il

giornale, in punta di piedi le si avvicina coprendole gli occhi con le mani,

la bacia sul viso)

MARIA                     Chi è? (poi, liberatasi dalla stretta di Pasquale) Ah, sei tu? Finalmente.

PASQUALE             Chi pensavi che fosse? …Scusa, cara. Solo mo’ so’ riuscito a liberarmi!

MARIA                     Se sta facendo ‘nu poco troppo opprimente ‘sta Banca.

PASQUALE             Overo !

MARIA                     (Sedendoglisi accanto amorevolmente) Pe’ causa dell’impiego nun me puo’

sta’ ‘nu mumento vicino

PASQUALE             Ma, tesoro mio, il mio non è un impiego qualunque: è un posto pieno di

responsabilità…Io pazzeo cu ‘e nummere

MARIA                     Ah, chesto faie in ufficio, giuoche ‘a tumbulella…

PASQUALE             No, vaco arriffanno…Vice-cassiere di banca è un impiego  di grande

responsabilità e lo stipendio che piglio non è indifferente…

MARIA                     Ma io pazzeo pecchè mme piace ‘e te sentere…E… ‘o vestito me l’ ‘e

purtato?

PASQUALE             Si…Cioè…

MARIA                     Ah, me l’ ‘e purtato!

PASQUALE             Veramente no…

MARIA                     Insomma, me l’ ‘e purtato si o no ?!

PASQUALE             No. T’ ‘o vulevo purta’, sennonché nel portafoglio mi erano rimaste solo

poche migliaia di lire e allora mi sono ricordato che dovevo paga’ pure le

spese di allacciamento del telefono pe’ pute’ ave’ l’apparecchio in settimana. Così l’ho pagate e fra giorni avremo anche il telefono, comme te pare?

MARIA                     (Poco convinta) Già…Ma io me penzavo…

PASQUALE             Addo’ l’avimm’ ‘a mettere? Può stare benissimo in quest’angolo…

MARIA                     ‘O che?

PASQUALE             ‘O telefono!

MARIA                     …Ah,…Si, …Miettelo addo’ vuo’ tu!

PASQUALE             (Andandole vicino) Che d’è, forse ti sei dispiaciuta che non ti ho portato

l’abito? Del resto il regalo del tuo compleanno te l’ho fatto…Non ti èbastato l’anello col brillante?

MARIA                     Si, però sapevi benissimo che d’ ‘o vestito ne avevo proprio bisogno…Ce

avevo miso ‘o pensiero…

PASQUALE             …Ed io ti ripeto che manterrò la promessa (campanello)…Per oggi pensammo a sta’ allegri…E poi quello che conta è di volerci bene…Semprepiù bene (la bacia)

MARIA                     (Imbronciata) Statte fermo!

SCENA - 3 –

      ( Maria, Pasquale e Nicolino )

PASQUALE             E pecchè?… Tu sei la mia cara mogliettina, e io te voglio bacia’ quanto

me pare e piace (l’abbraccia mentre compare sotto l’uscio Nicolino il quale,vedendo che i due si stringono, si ritira subito)

MARIA                     Ueh, ci sta Nicolino…(sciogliendosi in fretta dall’abbraccio di Pasquale)Sempe puntuale isso! …Nicolino, e che te ne vaie affa’?..

PASQUALE             (A Nicolino che non sa decidersi) Vieni, vieni…

NICOLINO               (Rifattosi sull’uscio) No, no, fate pure…Io ritorno…

PASQUALE             E che avimm’ ‘a fa, l’uovo? Trase!

NICOLINO               (Entrando con i fiori nascosti dietro la schiena) Grazie! (Ammirando latavola imbandita) Bene, bene! Quando vedo una tavola imbandita per me é una vera gioia…Una vera delizia…Mi mette in allegria! Ohpardon…Pardon!… (Poifacendosi avanti con fare cerimonioso) Signora Maria, i miei più rispettosi ossequi e tutta la mia devozione di amico, di compagno, di fratello. Possa il vostro cuore…

PASQUALE             Bravo, bravo…Ce sta pure ‘o discorsetto d’occasione

NICOLINO               Pasqua’ e ti prego…possa il vostro cuore vivere sempre in pace…Sempre in pace…Sempre in pace…Ed il vostro cuore sempre…

PASQUALE             …In pace…Avimmo capito!

NICOLINO               E lasciami dire…Dunque, dicevo…”vivere sempre in pace e se lasventura dovesse colpire un giorno la vostra casa…cioè, se la morte vi dovesse ghermire, il mio augurio sincero,disinteressato, é quello che il vostro ultimo respiro lo possiate esalare unito al vostro caro, impareggiabile, tanto amato, indimenticabile consorte:Pasquale Pezzillo !

PASQUALE             Le esequie muoveranno alle dieci di domani dalla casa dell’estinto!…

Ma te pare che chisto è l’augurio adatto pe’ l’occasione? Ma comme ‘e ‘a scumbina’ sempe?!

NICOLINO               Ma perché, è così logico e naturale. Intanto, Signora Maria, vi prego di accettare questi pochi fiori in segno di stima e riconoscenza (glieli porge), sono modesti, lo so, ma si nota il pensiero.

PASQUALE             Ah, sono bellissimi, splendidi!

MARIA                     (Prendendo i fiori e deponendoli sgarbatamente sul mobile infondo) Grazie! (Entra a destra)

Scena – 4 –

( Pasquale e Nicolino )

NICOLINO               Pasqua’, non è rimasta contenta, che dici ?

PASQUALE             (Sbirciando i titoli del giornale)Nooo, chi te l’ha detto…

NICOLINO               No. Non le saranno piaciuti…Eppure tra i fiori c’è il particolare del ramoscello d’ulivo, l’hai notato ?

PASQUALE             Mmmm….

NICOLINO               L’hai notato ?

PASQUALE             E con questo ?…

NICOLINO               Siccome che il compleanno di tua moglie capita proprio la Domenicadelle Palme, ed allora era necessario il simbolico ramoscello d’ulivo, segno di pace,ed allora io l’ho messo…Che finezza, eh ?

PASQUALE             Già, in fatto di finezze, tu Aeh !!…

NICOLINO               Dunque a noi…(guarda la tavola stropicciandosi le mani) Tutto è pronto!

                                    Ci manca niente ?

PASQUALE             Niente

NICOLINO               A proposito, io ho fatto una cosa che ci voleva, sai ?

PASQUALE             Hai ordinato altri liquori ?

NICOLINO               No,no,no…Ho fatto la lista delle vivande (estrae un foglio e legge)

                                    Antipasto assortito – timballo di lasagnotte – pollo abburrato in casseruola con contorni diversi, come pisellini, patatine, cipolline eccetera eccetera – spigole con la maionese – insalata, radicchio o bocchette romane, o indivia o lattuga – frutta fresca – Imperial Torta nazionale 1999 – vini: Brolio rosso, Capri Scala, Sorriso d’Italia – liquori:Sambuca, Maraschino di Zara, Strega ecaffè. Comme te pare ?

PASQUALE             Nun t’ ‘e scurdato niente, sa’ !…Anzi ci hai aggiunto qualche cosa…

NICOLINO               No, no…E’ quello che si stabilì l’altra sera…Solamente, in ultimo, dopo il caffè, zuppa di lumache…

PASQUALE             E ‘nu ruoto ‘e cureniello ‘e stocco…

NICOLINO               Perfettamente ! Bravo !

PASQUALE             Sei nauseante, mi spoetizzi! Ma comme, pe’ ‘stu pranzo stai in agitazione da tre giorni, ‘a zuppa ‘e lumache ‘o ruoto ‘e stocco, …E isso approva pure…

NICOLINO               Questo cos’è, l’antipasto ? Bravo, bravo…Olive, acciughe, prosciutto…, cetriolini…

PASQUALE             Addo’ ‘e visto ‘sti cetriolini ?

NICOLINO               Ah no, pardon, pardon…sono olive giganti…, so’ ‘e tonne d’ ‘a Spagna…, che bellezza, io ce vaco pazzo (non visto da Pasquale, ne mangia alcune, gettando gli ossi a terra)

SCENA  – 5 –

      (Pasquale, Nicolino, Assunta, Biagio e Teresa)

ASSUNTA                (dal fondo) Permesso ?

PASQUALE             Che vuoi ?

ASSUNTA                Il Signor Sagrestano e la moglie (via)

PASQUALE             Avanti…, avanti…, accomodatevi…

BIAGIO                    (entra porgendo a Pasquale un ramo d’ulivo) Pace “in hoc domus” !

PASQUALE             Grazie, altrettanto a voi

TERESA                   (seguendo Biagio, anche lei con il ramoscello) Buongiorno

PASQUALE             Signora Teresa, i miei rispetti…

NICOLINO               (che nel frattempo ha mangiato altre olive, sempre gettando gli ossi sul

Pavimento) Signora Teresa, Signor Biagio…

BIAGIO                    (con tono risentito) Buongiorno

TERESA                   E Maria dov’è ?

PASQUALE             Forse sta in camera da letto

TERESA                   Vado a trovarla…Permettete (via a destra)

PASQUALE             Prego (a Biagio) Don Bia’, accomodatevi…Che d’è, nun state di buon

umore?

BIAGIO                    Nu poco nervoso!

NICOLINO               Difatti, si vede (mangia, sempre inosservato, altre olive)

BIAGIO                    (sedendosi) E quando lo volete sapere, sto proprio nervoso per colpa vostra!

NICOLINO               Per colpa mia ? (siede vicino a Biagio)

BIAGIO                     Sicuro ! Pascalino mio, questo non è un uomo; questo è un castigo di Dio!Stamattina, alle sette, mentre stevo durmenno, dopo una notte d’infernofatta cu ‘nu dolore dint’ a ‘na gamba, sento ‘o campanello d’ ‘o citofono suna’ insistentemente, ma con tanta insistenza che io ho pensato: chesta è ‘na chiamata ‘e quacche partoriente, tanto che m’aggio apparecchiato pure ‘a vorza cu ‘e fiere…

NICOLINO               Aviveve ‘a fa’ qualche saldatura ?

BIAGIO                     E che faccio, ‘o stagnaro ?                

NICOLINO               Ah, fate lo stagnaro ? Io sapevo che facevate l’ostricaro…

PASQUALE             Ma comme Nicoli’, Don Biagio ostricaro ?

BIAGIO                     (A Nicolino)L’Ostetrico. E mi riferivo ai ferri chirurgici.

(A Pasquale) Dunque dicevo, m’ affaccio ‘o finestrone, miezo ambettola, e che veco ? ‘Stu bellu coso che alluccava: “Don Bia’, Don Bia’…” – Ch’è stato, quacche disgrazia ? “ – No, ve so’ venuto a ricordare che oggi siete invitato con vostra moglie a’ casa ‘e Pasqualino e ce sto pur’io… Puozza murì ‘e subbeto ! Ma comme, se vanno a sceta’ ‘a gente ‘a dint’ ‘o lietto a chell’ora ? Non perché il tuo invito a pranzo non avesse la dovuta importanza, ma – benedetto ‘o Signore – io scommetto che chillo nun ha durmuto! ‘Nquartato comme stevo, l’aggiu sbattuto ‘o finestrone ‘nfaccia cu tanta forza

(BIAGIO)                  ca se so’ rotte ddoie lastre… A chesto s’è scetata mia moglie che s’è misa

 a’ alluccà: “ Ch’ ‘e fatto, ‘e rutto ‘e lastre? Ma che te si affacciato a fa? “

–Chillo m’ha chiamato ‘e pressa Don Niculino p’ ‘o fatto d’ ‘o pranzo…

“ Tu stive facendo ‘a spia a’ cammarera ‘e rimpetto, ‘e visto che me stevo scetanno, e pe’ chiudere ‘e pressa ‘e fatto rompere ‘e lastre ! “ – Ma qua’ cammarera, qua’ spia ! Tere’ nun me fa’ ‘nquarta’ sinò scasso ‘o riesto !

“ E già, tu scasse e i’ pavo…pure facisse ‘o squarciane si nun t’avesse purtato io ‘a dote ! “ – Ma che ce azzecca sta dote. Io professo un esercito !…Io esercito una professione, nun aggio bisogno ‘e te ! A chesto: poh, nu bellu pacchero !

PASQUALE             Ma come, c’ ‘e dato nu schiaffo !?

NICOLINO               E questo nu’ sta bene, un marito che schiaffeggia la moglie…

BIAGIO                     Ma che avete capito, ‘o pacchero l’ho avuto io, e pure buono…!‘E capito che bella croce m’ha fatto fa’ chisto ?

NICOLINO               Ma io credevo che…

BIAGIO                     Ma che avit’ ‘a credere, sangue di Giuda ca quanno se tratta ‘e magna’ tenisseve ‘o curaggio ‘e scarpesà pure ‘o cadavere d’’a mamma vosta !

NICOLINO               Non esageriamo…

BIAGIO                     Esageriamo, esageriamo…!(a soggetto) Che cinismo !

NICOLINO               (girando per la stanza e continuando a mangiare olive di nascosto)Quale ciclismo ?

BIAGIO                     “Ci-ni-smo”… Non fate lo spiritoso, pecchè vuie state aparato! Io poi ho una certa età e capirai, continuare questo lavoro così impegnativo, senza orario…

PASQUALE             E voi perché continuate ?

BIAGIO                     Perché mia moglie Teresa così vuole… Dice che lei ha portato una dote, e per questo io devo lavorare…Pasqualino mio, non ne posso più ! La mia vita è diventata un inferno. Quella non è una donna, chella è ‘na strega !

                                    Quella, Teresa, si è cambiata…

NICOLINO               …’A maglia ‘e lana !

BIAGIO                     …E si è messa in testa…

NICOLINO               ‘O cappiello !

BIAGIO                     Finitela, avete capito !! …Si è messa in testa che io la tradisco con la cameriera della casa di rimpetto. Mo Pasqua’, di’ tu, sono un tale uomo io ?

PASQUALE             (distrattamente, osservando i movimenti di Nicolino) No, in verità non siete uomo…

BIAGIO                     Come, non sono un uomo !

PASQUALE             No, dicevo: non siete uomo da fare questo

BIAGIO                     Ma mo me so’ stancato e chi sa’ ca nu iuorno ‘e chiste…

PASQUALE             Nu poco ‘e pacienza, Don Bia’, pensate a sta’ allero…

BIAGIO                     Proprio così…oggi è giornata di allegria.

SCENA – 6 –

(Pasquale, Nicolino, Bigio, Teresa, Maria)

MARIA                     (dalla destra seguita da Teresa che è senza cappello) Signo’ v’è piaciuta ?

TERESA                   Ah, veramente bella !…E’ un regalo magnifico…Tiene ‘na luce chiarissima.

                                    (a Pasquale) Don Pasquali’, ho ammirato il vostro regalo

PASQUALE             (andando verso la destra seguito dalle due donne) Vi piace, Signo’ ? Avete visto i raggi ?

BIAGIO                     (andando vicino alla moglie) Che dicevi ?

TERESA                   Niente! Ch’avev’ ‘a dicere…

BIAGIO                     Signora Maria, i miei migliori auguri, e cento di questi giorni

MARIA                     Grazie anche a voi

BIAGIO                     (fregandosi le mani e andando verso la destra) Bene, bene, oggi voglio passare una giornata deliziosa ! Me voglio proprio diverti’… (scivola e cade)

NICOLINO               (lo guarda e poi va da Teresa) Signò, è caduto vostro marito!

TERESA                   E comme è caduto, accussì da ‘nu mumento a ‘n ato…

BIAGIO                     (aiutato da Nicolino e Pasquale) So’ sciuliato, me so’ ‘ntiso ‘na cosa sott’ i piedi… (si china e raccoglie) ‘O vì ccà…’n’uosso d’aulive

NICOLINO               E comme se trova ccà ? Si vede che non hanno spazzato bene stamattina

TERESA                   Eh, non spazzavano bene, quella Maria è ‘na pulitona !

BIAGIO                     A ‘n’ atu ppoco me spezzavo ‘na gamba (si pulisce)

TERESA                   Ti dico francamente, cara Maria, sto così indisposta con lo stomaco che avrei preferito digiunare tutta la giornata

MARIA                     Ma andate soggetta a ‘sti disturbi allo stomaco ?

TERESA                   Di tanto in tanto risento questo senso di nausea…

PASQUALE             Don Bia’, voi che ne dite ? Ce stesse quacche battesimo in vista ?

BIAGIO                     Non dite schifezze! Pasqua’…Ah,…Ah,…Ah (ride)

NICOLINO               Che d’è, si ride mo ?…Si ride, e pecchè, pecchè ?

BIAGIO                     Mia moglie si sente male di stomaco e vuole digiunare tutta la giornata! A voi pure v’ ‘o fa ?

NICOLINO               No, no, grazie a Dio, io digerisco pure ‘e pprete !

BIAGIO                     Zotico…!

TERESA                   No, davvero, cara Maria, noi siamo qui proprio per te…Altrimenti, con questo malessere nuie ce ne stavamo a’ casa!

PASQUALE             Signora Teresa, ci dispiace, del resto fra noi ci sta una tale amicizia che potevate rimanè tranquillamente a casa vostra, veneva sulo Don Bigio

(suona il campanello a mano) Giorgio!

TERESA                   E no, caro Don Pasqualino, Stevo io a’ casa, …era sta’ pur’isso !

BIAGIO                    (Nervoso) E già,…Essa steva a’ casa, …era sta’ pur’io…

SCENA – 7 –

(Pasquale, Nicolino, Maria, Biagio, Teresa e Giorgio)

GIORGIO                 (Dal fondo a destra) Comandate

PASQUALE             Siamo pronti ?

GIORGIO                 Tutto pronto…Quando volete…

MARIA                     E fai porta’ in tavola

GIORGIO                 Subito (via)

NICOLINO               (Corre a sedersi e – per la fretta – inciampa nei piedi di Bigio)Finalmente! A tavola!

BIAGIO                     Ehhhèèè…Comme ve menate!…’A paura ca se ne fuie ‘a tavula…

NICOLINO               Scusate, Don Bia’ (sedendo) Bene, bene…Prego, un applauso alla festeggiata (tutti battono le mani) Cento di questi giorni e…mille di questi pranzi !!

MARIA                     Grazie ! (campanello d’ingresso)

NICOLINO               Signo’, facciamo girare  subito l’antipasto ?

MARIA                     (Seccata) Un momento !

NICOLINO               Quando volete…

SCENA – 8 –

(Pasquale, Nicolino, Maria, Biagio, Teresa e Assunta)

ASSUNTA                (dal fondo si dirige verso Maria) Signuri’, fore ce sta ‘a Signora Elena, l’amica vostra    

MARIA                     (a Pasquale) L’hai invitata tu ?

PASQUALE             Io? No…ma manco pe’ suonno !

MARIA                     E allora ?

NICOLINO               Signo’, se è venuta qua per mangiare, come si fa ? Noi siamo tre invitati…L’ospite è sacro ! Io specialmente poi, non posso cedere niente, perché fui il primo ad essere invitato

BIAGIO                     Siete nauseante, stomachevole addirittura !

ASSUNTA                Signurì, ch’aggi’ ‘a fa’ ?

MARIA                     E falla trasi’… (Assunta esce)

PASQUALE             Io mi domando che è venuta a fa’ ccà

MARIA                     Sarà venuta per farmi gli auguri personalmente

NICOLINO               E c’è la posta, cara Signora, c’è la posta…

MARIA                     E chella sta ‘int’ ‘o palazzo

NICOLINO               E ve faceva ‘na telefonata…

MARIA                     E il telefono non lo tengono ancora, so’ sposati da poco…

SCENA – 9 –

(Pasquale, Nicolino, Maria, Biagio, Teresa e Elena)

ELENA                     (entra agitatissima e dirigendosi verso Maria) Buon giorno cara amica mia

MARIA                     (andandole incontro)  Cara Elena (si abbracciano)

PASQUALE             (alzandosi) Buongiorno signora !

ELENA                     Signora Teresa, signor Biagio (siede dove era Pasquale e piange)

MARIA                     Elena !?

PASQUALE             Signo’ ch’è stato ?

ELENA                     agitatissima) Per poco non mi è venuta una convulsione…Ma voi stavate a tavola ?

PASQUALE             Già, oggi è il compleanno di mia moglie

ELENA                     Avete invitati

NICOLINO               Siamo tre invitati signo’, tre invitati !

ELENA                     Scusami allora Maria…Non me ne sono proprio ricordata! Nun ne pozzo chiù, quell’uomo è il mio carnefice

MARIA                     Tuo marito ?

ELENA                     Precisamente.

MARIA                     Avete litigato ?

ELENA                     E’ volgare…volgarissimo: ‘nu trappano, e tale rimarrà per tutta la vita ! Perdonami Maria, se sono venuta a disturbarti, ma tu mi sei  amica e mi devi perdonare…La mia vita è diventata un inferno !…

MARIA                     Ma comme, vuie tenite chella gioia ‘e figlio, e sulo pe’ chesto avisseva i’ d’accordo

ELENA                     E invece proprio pe’ chesto chillo me tortura ! Nun pozzo chiù asci’, nun me pozzo chiù movere…Insomma pe’ mezzo ‘e chella creatura ‘a vita mia è ‘nu purgatorio. Allora io non sono una moglie, (a Nicolino) io sono una schiava ?

NICOLINO               Signo’, l’ospite è sacro ! Ed io non so cosa dirvi…

MARIA                     Ma dimmi, sempre per la solita gelosia ?

ELENA                     Ha cominciato con le sue solite idee,…Ed io ho cercato di convincerlo, pareva pure convinto…ma quando gli ho detto che stasera avevo desiderio di uscire…”E per quale ragione ? E per quale necessità ? Il bambino a casa solo non può rimanere…”

PASQUALE             E me pare !

ELENA                     E rimaneva isso a fargli compagnia ! Invece chesto isso nun ‘o vvo’ capi’,

 - perché il signorino i divertimenti nun s’ ‘e ffa manca’- io me so’ ‘nquartata e aggio rimasto a isso e ‘o figlio !

TERESA                   Ma no, ritornatevene a casa, il bambino può avere bisogno di voi…

ELENA                     Niente, signo’, non sento ragioni, so’ decisa a tutto, anche a dividermi

legalmente!…

BIAGIO                    Parole grosse, signora mia, parole grosse…

ELENA                     (a Maria) Se poi disturbo…

MARIA                     Mano, resta pure, mi fai piacere

SCENA – 10 –

(Pasquale, Nicolino, Maria, Biagio, Teresa, Elena, Giovanni, Giorgio e Assunta)

GIOVANNI              (Entra con il bimbo in braccio) Ah ! Stai ccà…l’avevo immaginato

(tutti  si alzano e Nicolino scosta la sedia di malavoglia)

ELENA                     Che vai truvanno? Pecchè si venuto ccà ?

GIOVANNI              Iesce primma ‘e mo a’casa, si no facimmo ‘e nummere ccà ‘ncoppa !

ELENA                     Niente ! Nun ce vengo !

GIOVANNI              Iesce a’ casa, si no te faccio ‘o strascino !

ELENA                     Vattenne, trappano che sì…nun ce vengo, t’aggio ditto ca nun ce vengo…

GIOVANNI              Nun me fa’ perdere ‘a pacienza …si nò,  mannaggia…

GIORGIO                 Il pranzo è pronto ! (Entra Assunta con il piatto col timballo)

PASQUALE             Nu mumento, portatelo in cucina e poi vi chiamo io (i due escono)

GIOVANNI              Ma insomma oggi me vuo’ fa fa’ na fesseria ? …Accussì se fa ‘a mamma…

Se lassa ‘o criaturo ‘e latte e se ne va !

ELENA                     Chesto te mierete ! …E poi so’ stanca, sto accisa…Ueh, ma comme te l’aggi’

‘a fa’ capi’ca io sto stanchissima !…

GIOVANNI              A si ? Scusate Don Pasqua’ (gli da il bambino) Ma insomma avimm’ ‘a fa

l’opera ccà ’ncoppa ! (Incrocia le braccia)

ELENA                     Pecchè ‘e urtato ‘o piccerillo ccà ?

GIOVANNI              E ‘o putevo fa’ schiatta’ a chiagnere a’ casa ?

ELENA                     Questo ti servirà di lezione…E poi, pur’io tengo diritto come le altre donne

 a godersi un po’ la vita ! Nun me posso sacrifica’ ‘na iurnata sana !

GIOVANNI              E si nun te sacrifichi tu che si ‘a mamma, chi s’’adda sacrifica’ ?

NICOLINO               (avanzando dal fondo) E’ giusto !

ELENA                     Vuie ‘ntricateve d’ ‘e fatte vuote… Pecchè è giusto ?…

PASQUALE             Signora Elena, perdonate Don Bia’, scusate…(gli dà il bambino) se vostro marito vo’ che            state a’ casa solamente per il bambino…

ELENA                     No, Chillo ‘o ffà pe’ me martirizza’ !

TERESA                   Ma no figlia mia, vi sbagliate…

GIOVANNI              Io ‘a voglio martirizza’ !?  Chella è essa ca parla a dispietto

PASQUALE             Don Giovanni, ma voi come uomo, cercate ‘e leva’ l’occasione…

MARIA                     Chella poi vostra moglie ve vo’ bene…

BIAGIO                    (che stava passeggiando con il bambino piangente in braccio, scivola e cade nuovamente) Aiuto…, aiuto…

NICOLINO               (accorre, guarda Biagio, poi va da Teresa) Signo’, è caduto un’altra volta vostro marito

TERESA                   Ma come, è caduto ‘n’ata vota ?

ELENA                     ‘O piccerillo, ‘o piccerillo ! (Nicolino e Pasquale aiutano Biagio, poi Nicolino prende il bambino)

NICOLINO               Don Bia’, ma che avete fatto… E pe’ fortuna che nun l’avite fatto rompere ‘a capa !…

ELENA                     Figlio mio ! Bello ‘e mamma’ soia…’A capa, ‘a capa… Puzzate scula’ ! Guardate ccà comme l’ha pigliato (prende il bambino da Nicolino e lo cheta) Ohooo…E’ bello…, è bello…

BIAGIO                    (che si è alzato e si pulisce) Pe’ miracolo nun me so’ spezzato l’osso ‘e ginocchio…

NICOLINO               E che fa, Don Biase, ‘o mettevemo dint’o brodo…

BIAGIO                    Non fate lo spiritoso ! Vulevo vede’ si capitava a isso…

TERESA                   Ma comme…Si turnato a cade’ !? Tiene ‘e gambe ‘e ricotta !…

BIAGIO                    Io me so’ ‘ntiso…

TERESA                   Ma che modo ‘e sta’ allerta… E po’ cu ‘o criaturo ‘mbraccio…Si proprio fatto ‘e pastafrolla !

BIAGIO                    Ma che pastafrolla… Ccà sta chieno d’uosse aulive !…

NICOLINO               Non dite sciocchezze !

ELENA                     (a Maria) Isso s’ adda convincere ca io nun me so’ maritata pe’ fa’’a bambinaia…

GIOVANNI              Ma chi te dice che te vo’ priva’ !

PASQUALE             Va buo’ Don Giova’, finitela e fate pace, e restate a pranzo con noi…(a Elena) Signo’

                                   se ‘o piccerillo s’è addormentato mettitelo ‘ncopp’ ‘o lietto nuosto

ELENA                     Nun ne parlammo chiù…Allora posso poggiare il bambino ?

MARIA                     Và và, fa ‘o comodo tuio…(Elena esce a destra; entra Giorgio)

GIOVANNI              (seguendo Elena) Scusate tanto signo’…

SCENA – 11 –

(Pasquale, Nicolino, Maria, Biagio, Teresa e Giorgio)

PASQUALE             Ah ! Finalmente è ritornata la calma…Beh, mettiamoci a tavola…

NICOLINO               A tavola, a tavola ! (per correre al suo posto pesta i piedi a Biagio)

BIAGIO                    Ehee…Vide a chisto, vi’ !…

GIORGIO                 (Da sotto l’uscio) Si può portare in tavola signurì ? 

PASQUALE             Si, si..E..sedie per sette !

GIORGIO                 (tra sé) 42…E io l’avevo immaginato… (A Pasquale)  Scusate, avite ave’

‘a  pacienza ‘e aspetta’ ‘nu poco, pecchè ‘o timballo l’ho fatto portare in

 caldo nel forno (via).

PASQUALE             Va be’, aspetteremo

NICOLINO               Signora Maria, intanto facciamo girare l’antipasto, vi pare ?

MARIA                     ‘Nu mumento !

NICOLINO               Va be’, va be’, lo direte voi…

MARIA                     (Dopo breve pausa e a bassa voce) Ma che belli tipi, litiga’ in casa degli altri, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.

BIAGIO                     (Con lo stesso tono, a Maria) Però Don Giovannino ‘o marito ave ragione

TERESA                   (Tono normale) E se capisce, era logico, a chi putive da’ ragione tu, a’ mugliera ? No…, sempe ‘o marito !…

BIAGIO                     Certamente, allora pecchè se tene nu figlio, ‘o marito s’adda sacrifica’ pur’isso a sta’ ‘int’ a’ casa tutto ‘a ‘iurnata !

TERESA                   E già…, tu sa’ quanto pagarrisse pe’ fa’ chello che fa Don Giuvannino se i’ te lassasse libero…pure essendo vecchio e rammollito come sei ! (Entrano Elena e il marito e seggono ai lati di Nicolino, dove Pasquale aveva fatto mettere le sedie)

SCENA – 12 –

(Pasquale, Nicolino, Maria, Biagio, Teresa, Elena, Giovanni e Giorgio)

BIAGIO                     Prima di tutto io non sono rammollito né sono vecchio…Mi hai fatto invecchiare tu…, mettiamo le cose a posto !

MARIA                     Don Bià’ quella vostra mogli ha scherzato…

BIAGIO                     Certe cose manco pe’ pazzia’ se diceno…Quando stiamo soli e va bene…

                                    Ma in presenza di persone estranee non lo tollero: perché io so’ nervoso e rispondo male

TERESA                   E rispondi !…Fai vede’ come  rispondi ? Iammo, provaci ! Stu ridicolo…

BIAGIO                     Tere’, bada come parli, e non fare la vaiassa che sei ..!

TERESA                   A me vaiassa ? Tu hai ragione che stiamo qua sopra !

BIAGIO                     La vedete la vaiassa, la vedete …?

PASQUALE             Va bene nooo… E’ cosa ‘e niente…

BIAGIO                     (Si alza) No mo basta ! Tu mi hai avvelenato l’esistenza ! Non ne posso più, signori miei, non ne posso più ! (Si allontana dal tavolo piangendo di rabbia, mentre il bambino dentro si è svegliato, Elena e Giovanni corrono dentro, Maria si alza e conforta Biagio, mentre Nicolino batte la sedia e va verso sinistra)

ELENA                     S’è scetato ‘o bambino (va dentro mentre il bambino piange)

BIAGIO                     Sta femmina me vo’ vede’ distrutto ! Nun me pozzo movere, nun pozzo respirà, controllo continuo su tutto quanto posso pensare e immaginare

TERESA                   Io ?! Sciù p’ ‘a faccia toia !…

BIAGIO                     Ma mo basta, ‘o ssa’… E’ finita !

ELENA                     (Rientrando con il bambino, seguita da Giovanni, mentre gli altri parlano a soggetto) Ohooò, ohooò, è bello è bello…, a mammà…

BIAGIO                     (Esasperato) E’finita, ti lascio, nun te voglio vede’ chiù !

TERESA                   Figurati io, và, và, e quando te ne vai ?…

BIAGIO                     Mene vaco addu fratemo a Milano e a’ casa nun ce torno chiù !

TERESA                   E io tutta mi dispero !

BIAGIO                     E lo sai perché me ne vado, lo sai perché ? Perché sei un mostro !

TERESA                   Però ‘a dote te l’ ‘e pigliata ‘a ‘stu mostro !!

BIAGIO                     ‘A dote…, chi ti sente, chi ‘o ssape che se penza. ‘a dote…3 o 4 milioni di lire, chesto è tutto…No, stasera me ne vaco, senza perdere tempo…

TERESA                   Te ne puo’ ghi’ pure ‘a mo !

BIAGIO                     A si ? E va be’, …Signora Maria, scusate e perdonate. Io me ne vaco a’ casa a fa’ ‘a valigia

PASQUALE             Ma no, Don Bia’ addo’ iate, venite accà ! (lo trattiene)

SCENA – 13 –

(Pasquale, Nicolino, Maria, Biagio, Teresa,Elena, Giovanni,Assunta e Giorgio)

GIORGIO                 (Seguito da Assunta e da Nicolino con il piatto del timballo) Il pranzo è pronto !

PASQUALE             Nu mumento ! Riportate tutto dentro !

TERESA                   Te vaie a fa’ ‘a valigia ? Vengo pur’io, io aggi’ ‘a vede’ che te porte…

BIAGIO                     Chello che me porto è tutta roba mia ! Roba mia, capisci ?!

TERESA                   Roba toia ?! E che tiene d’ ‘o ttujo, parla !

BIAGIO                     Pecchè ‘a tabacchera oro e argento, ‘o ‘mbrello cu ‘o manico d’avorio, il medaglione cu ‘a miniatura ‘e mamma’ è roba tua ?

TERESA                   Pecchè è ‘o tuio ? Disperato’ , è tutta roba mia!

BIAGIO                     No è ‘o mio, è roba mia, e primma ‘e mo, ‘o vvi’…, m’ ‘o vaco a piglia’

                                    Signora Maria…(via dopo essere di nuovo scivolato)

TERESA                   (A Nicolino che entra) Voi avete visto che mascalzone ? Voi avete visto che razza di facchino ?

NICOLINO               Voi avete visto che il timballo se n’è andato per colpa vostra ?

TERESA                   Ci vedremo, Maria, ci vedremo…Mo aggi’ ‘a correre a’ casa, aggi’ ‘a fa’ arrevutà ‘o palazzo !

MARIA                     Signo’ calmatevi…

PASQUALE             Mo state troppo agitata !

TERESA                   No, io tanno me calmo, quanno l’aggio buono scummato ‘e sanghe (via, dopo che Assunta le ha dato borsa e cappello, seguita da Maria e Giovanni)

SCENA – 14 –

(Pasquale, Nicolino, Elena, Maria, Giovanni, Assunta e Giorgio)

ELENA                     (Sedendo presso il tavolo)Ohooò, ohooò, è bello, è bello…, nonna nonna

NICOLINO               Signo’ comme ve pare ? Siete contenta ? Pe’ causa vosta è successo chestu ppoco !…

ELENA                     Pe’ causa mia ?

NICOLINO               E già, perché Don Biagio pe’ difendere ‘o marito vuoto s’è appiccecato cu ‘a mugliera…

PASQUALE             (Rimasto sotto la comune, a Maria che torna dal fondo con Giovanni) Beh?…

MARIA                     Non hanno voluto senti’ ragione…

GIOVANNI              Parevano duie pazze… (Entrano Giorgio e Assunta)

NICOLINO               Beh, del resto mo se ne sono andati; perché non pensiamo a noi… sediamoci e mangiamo e non se ne parli più (tutti seggono e Giovanni siede al posto dov’era Biagio, Elena resta dov’era cioè a lato sinistro del tavolo accanto a Nicolino)

PASQUALE             (Con tono di rimprovero a Giorgio ed Assunta) E voi che fate là impalati ?

                                    A chi aspettate ?

GIORGIO                 Attendiamo ordini

PASQUALE             E non lo vedete che ci siamo seduti ?

NICOLINO               E non lo vedete che siamo pronti ?

GIORGIO                 Allora posso portare  ?

PASQUALE             E quando, Giorgio?

NICOLINO               E quando, Giorgio, Gio’ ? (Giorgio e Assunta escono, a soggetto)

SCENA – 15 –

(Pasquale, Nicolino, Elena, Maria e Giovanni)

ELENA                     (Dopo una breve pausa) Chillu povero Don Biagio mi faceva pena…

GIOVANNI              Effettivamente chillo ha passato ‘o guaio !

PASQUALE             Ma isso ‘o sapeva…Chi ce l’ha fatto fa’… Sulo sulo puteva sta ‘n grazia ‘e Dio !…

NICOLINO               Invece s’è miso vicino chillu surdatone !

PASQUALE             Intanto là pure va a ferni’ ca se vattono…

GIOVANNI              Eh, ma pe’ me ‘a peggio l’ave Don Biase (durante questi discorsi Elena cerca di tranquillizzare il bambino, che piange, mentre Nicolino sbuffa)

PASQUALE             Chillo ‘o vero ‘a lassa e se ne va…E fa buono pecchè chella è ‘o vero insopportabile

ELENA                     Ohooò, ohooò, è bello, è bello…, Mamma mia e che ‘nziria ch’ha pigliato !

GIOVANNI              Ma pecchè chiagne ‘stu criaturo ?!

ELENA                     E chi ‘o ssape ? (il bambino strepita addirittura) No, no…, è bello, è bello…(si alza e passeggia per la scena) Gesù. Gesù, comme se fa russo ! …E che sarrà ?

GIOVANNI              (alzandosi e andandole vicino) E forse nun avrà digerito buono chillu litro e miezo ‘e latte che l’avimmo dato stammatina…

NICOLINO               E chi ve l’ha fatto fa’… (tutti, tranne Nicolino, si alzano e vanno vicino ai due)

PASQUALE             Ce vulesse ‘na pumpetta d’uoglio e cammumilla…

MARIA                     Mi dispiace Elena, ma nun ne tengo cammumilla…

ELENA                     (Mentre il bambino piange fortissimo) Uh, mammamia…, comme se tira ‘e gambetelle…, core mio…, figliu mio bello !…

GIOVANNI              E iammoncenne a’ casa…Nun perdimmo tempo…Chiammammo ‘o miedeco…Don Pasqua’, scusateci, ma è impossibile restare…Lle po’ veni’ quacche riscenziello !

ELENA                     (Avviandosi verso la comune, accompagnati da Pasquale) No ! No ! ‘O rescenziello no !!…(Giovanni e Maria escono)

SCENA – 16 –

(Pasquale, Nicolino, Maria e Giorgio)

PASQUALE             Mamma mia…E che stunamiento…Cose ‘e pazze…

GIORGIO                 (Entrando) Il pranzo è pronto, posso servire in tavola ?

PASQUALE             Un momento ! Faciteme arrepusa’ nu poco ‘e ccervelle…

GIORGIO                 Come volete voi

PASQUALE             Gesù, cose ‘e pazze…

NICOLINO               Proprio ! Te l’ho detto tante volte, caro Pasqualino, tu non devi invitare mai nessuno…Stiamo così bene noi tre solamente… (dopo una pausa)

                                    Beh, nun ne parlammo chiù, mangiamo noi belli quieti quieti…(A Maria)

                                    Signo’…Signo’…

MARIA                     (Seccata) Che volete ?

NICOLINO               (Timido) Possiamo far girare l’antipasto ?…

MARIA                     (Di mala grazia) ‘Nu mumento ! (Pausa da rispettare) Tutto questo ch’è succiso. Caro signor marito, tutto pe’ causa tua !

PASQUALE             Per colpa mia ? E io mo che ce traso ?

MARIA                     E se capisce ! Se tu non invitavi a Don Biase cu ‘a mugliera, tutto chesto nun sarria succieso, ‘e capito ?

PASQUALE             (Dopo aver guardato Nicolino) E che c’entra…Don Biagio e la moglie hanno litigato perché Elena e suo marito hanno dato lo spunto ! Piuttosto tu, mia cara, dovresti evitare certe amicizie ! Quante volte ti ho detto che quei due non mi piacciono (batte la mano, mentre Nicolino sbuffa ripetutamente e platealmente)

MARIA                     (Inviperita) Ueh, chella è ‘na bona guagliona e tu nun tiene niente ‘a dicere. Solo perché a te non va a genio, io nun l’aggi’ ‘a tratta’ ? (Guardando Nicolino) Sopporto io tante stupide amicizie…

PASQUALE             E già, perché io per te non rappresento niente, io sono zero !

MARIA                     No, mo nun cagnà ‘e carte in tavola, so’ io ca nun so’ niente pe’ te, perché un marito, quando sa che sua moglie ci tiene per un’amicizia, certi ccose nun ‘e penza ! ‘E capito ?

PASQUALE             Beh, siente, si tu tiene voglia ‘e t’appicceca’ io no, io voglio sta quieto !

NICOLINO               Noi vogliamo mangiare !

PASQUALE             Però voglio essere rispettato ! Elena e ‘o marito qua non ci verranno più ! Non capisco perché devi essere così egoista !

MARIA                     Siente, nun parla’ di  egoismo, perché tu sei il re degli egoisti, tu hai fatto sempre questo e…Nun me fa’ dicere chello ca nun voglio di’… (va verso  destra)

PASQUALE             (Seguendola) E pecchè, che tiene ‘a di’ ? Parla, che tiene ‘a di’… Proprio tu che sei una capricciosa insopportabile !

MARIA                     E tu sei un egoista indisponente !

PASQUALE             Mari’, finiscila, se no, sangue di Giuda… (escono seguitando a gridare)

SCENA – 17 –

(Nicolino, Pasquale, Maria, Assunta e Giorgio)

NICOLINO               (Al colmo dell’ira, gridando forte verso destra) Questa è n’indecenza ! Questa è una porcheria, l’ospite è sacro ! E’ sacro !

GIORGIO                 (Entra seguito da Assunta con il timballo, mentre dalla destra si sente rumore di roba che va in frantumi) Ma che è successo, che se sta scatenanno lloco dinto ?

MARIA                     (Entra dalla destra agitatissima) Che bellu compleanno, overamente bello ! Me lo voglio ricordare finchè campo !…

PASQUALE             Nicolino, hai sentito che ha detto ?

MARIA                     Avete sentito pure voi ! Bene, mo che avete sentito, ve ne potete pure andare (esce a destra)

SCENA – 18 –

(Pasquale, Nicolino, Assunta e Giorgio)

PASQUALE             (Agitatissimo, passeggiando avanti e indietro) Ma tu vide a me che m’ha da succedere…

NICOLINO               E chello che succede a me nisciuno ‘o vede ? Senti, caro Pasqualino, io ti sono amico e ho il dovere di farti comprendere ca chello che hai fatto non è bello. Siente a me, chiama tua moglie, cerca di calmarla, poi sediamoci e mangiamo, vedrai che mangiando mangiando passa la collera

PASQUALE             Ma che stai dicendo ? Che cosa dici ? Vuoi mangiare ? Sentiamo, perché dovresti mangiare ?

NICOLINO               Perché…Perché…

PASQUALE             Avanti, dì… perché ?!...

NICOLINO               Perché ieri sera mi sono purgato, e… ‘e capito ?…

PASQUALE             Ma vai al diavolo, nun me rompere ‘e scatole pure tu ! Per te non esiste altro che ‘o mangia’…,’O mangia’…Sei indecente ! Faie avuta’ ‘o stomaco ! Va’, va’, va a te sfama’ a’ taverna e a’ casa mia nun te fa’ vede’ chiù !

NICOLINO               Piano…Piano, non è il caso di riscaldarti tanto con me. Per sfamarmi non ho bisognosi venire a casa tua o alla taverna come dici tu…Ma me ne vado e non mi vedrai più ! (Si alza, poi, attratto dall’odore del timballo, resta)

Mi hai chiamato ?…

PASQUALE             No,  non ti ho chiamato. Anzi quando lo vuoi sapere,  nun veco l’ora ca te ne vaie…

NICOLINO               Me ne vado ! Certo che mene vado…

PASQUALE             Meno male ! Sia lodato il Cielo! (Passeggia nervoso poi vedendo Giorgio e Assunta) E voi che fate qua ? State qua per sentire i fatti dei padroni ?

ASSUNTA                Signuri’ io…

PASQUALE             Silenzio ! …Pettegola !

ASSUNTA                Io pettegola ?

PASQUALE             Si voi, e non aggiungete altro se volete rimanere al mio servizio, altrimenti non ci penserò sopra due volte e vi licenzio !

ASSUNTA                Signurì ma io…

PASQUALE             Basta così ! Siete licenziata !… Io non ho bisogno di tanta servitù. Ma che tengo ‘a Corte ‘e Francia ?! (Pausa, mentre lui passeggia e Nicolino è intento a scacciare le mosche dal timballo) A te Giorgio…

GIORGIO                 Comandate

PASQUALE             Dirai a mia moglie che questa sera non sarò in casa (via)

SCENA – 19 –

(Nicolino, Maria, Assunta e Giorgio)

GIORGIO                 Va bene

MARIA                     (Entra dalla destra con cappello e borsa in mano) Assu’, dirai a mio marito che questa sera non sarò in casa ! (via)

SCENA –  20 –

(Nicolino, Assunta e Giorgio)

ASSUNTA                Va bene

GIORGIO                 Cos’ ‘e pazze !…

ASSUNTA                ‘Overamente cose ‘e pazze !…

GIORGIO                 (Indicando il pranzo) Guardate llà, guardate ! ‘Nu pranzo sprecato !

NICOLINO               Sprecato ?! Comme ‘e ditto ? Sprecato ? Titò, qua si deve mangiare !…

                                   ‘E capito !… Ccà s’adda mangia’ ! E mangeremo noi, alla faccia loro…

Prendi qua, unisci l’uno e l’altro, mettici ‘n atu ppoco ‘e formaggio e poi me lo servi !

GIORGIO                 Subito…

ASSUNTA                Oh…, ma che ha vuluto dicere ‘o padrone  cu chillu “ti licenzio”  ?  Ma che se crede ‘e me pute’ licenzia’ senza ragione ?

GIORGIO                 Chillo ha ditto che nun tene bisogno ‘e tene’ ‘a Corte ‘e Francia, e nun ‘o può da’ tuorto pecchè chello che fai tu ‘o pozzo fa’ benissimo io sulo

NICOLINO               Giorgio !

GIORGIO                 Vi servo subito (fa per andare)

ASSUNTA                Aspetta ‘nu poco, “servo subito”, sicché aggi’ ‘a essere licenziata io ?

                                    Oh… e pecchè io e no tu ?

GIORGIO                 E pecchè me n’avess’ ‘a i’ io ? (Incrociando le braccia) Sentimmo, pecchè ?

NICOLINO               (Dando i piatti ad Assunta) Assu’  ti prego…

ASSUNTA                Dateme ccà !

GIORGIO                 Io vulesse sape’ dint’ a ‘sta casa tu che ce staie a ffa’…

ASSUNTA                No Tito’ ‘o superchio si tu, pecchè io ‘a mesata m’ ‘a fatico !

GIORGIO                 Si, t’ ‘a fatiche…, arrubbanno ‘ncopp’ a’ spesa!

ASSUNTA                A me ? Puozz’ jtta’ ‘o vveleno ! Tu si stato capace ‘e te vevere tutt’ ‘o liquore!…

GIORGIO                 E che ne saie ca so’ stat’io,  m’ ‘e visto ? Buciarda! Tu t’ ‘e arrubbato nu paro ‘e cazette d’ ‘a signora…

ASSUNTA                Ueh, fennescela o io, femmina e bona, te ‘ntorzo ‘e mmole !

GIORGIO                 A chi ? Io mo me scordo ca songo nu galantommo e te mengo ‘nu piatto ‘nfaccia…

ASSUNTA                A chi ‘o mine ? Famme vede’ ! …(Si azzuffano)

NICOLINO               Ehèèè….Basta !! Basta !!! L’ospite è sacro ! E’ sacro !! (Finale a concerto).

SIPARIO