Farsa
di Lucio De Felici
da COSA DITE?
Editrice Tusculum Frascati
PERSONAGGI:
Maestro
Alunno (Una donna o un uomo vestito da ragazzo)
IL SABATO DEL VILLANO
Scena: Una camera qualunque, in un paesello qualunque. Di necessario un tavolo e due sedie.
All'aprirsi del sipario il Maestro sta seduto al tavolo nell'atto di interrogare l'Alunno, possibilmente un uomo vestito da ragazzo di scuola.
Maestro Sentiamo il « Sabato del villaggio ».
Alunno Sì, signor maestro.
Maestro La sai?
Alunno Sì, signor maestro.
Maestro Tutta quanta?
Alunno Insomma... quasi tutta.
Maestro Quanto tempo ci hai messo per impararla a mente?
Alunno Due settimane.
Maestro Due settimane?! Possibile?! Chi ti ha aiutato?
Alunno (vergognosamente) Papà.
Maestro Dunque, sentiamo. Dimmi prima di tutto: chi l'ha scritta?
Alunno Che cosa?
Maestro Questa poesia, no?
Alunno Ah, sì! Giovacchino Leopardi.
Maestro Perché Giovacchino? Si dice Giacomo, hai capito?
Alunno Al paese mio non si dice Giacomo ma Giovacchino. Me l'ha detto papà.
Maestro Beh, andiamo avanti! Incomincia.
Alunno (si rischiara la voce, quindi a voce altissima)
La barzelletta vien dalla campagna
in sul calar del sole...
Maestro Che stai dicendo, stupido? Che barzelletta d'Egitto! Chi ti ha insegnato in questa maniera?
Alunno È stato papà!
Maestro Il testo non dice così. Si dice donzelletta, e non barzelletta.
Alunno Papà dice che al paese la donzelletta che viene dalla campagna la chiamano « barzelletta » perché porta in giro gli uomini.
Maestro Ma Leopardi ha scritto diversamente!
Alunno Perché Giovacchino non è mai venuto al paese mio...
Maestro Cosa significa questo?
Alunno ...altrimenti avrebbe scritto « barzelletta ».
Maestro Beh, andiamo avanti, andiamo avanti... se no divento scemo.
Alunno (recitando ad alta voce)
La barzelletta vien dalla campagna
in sul calar del sole
col suo fascio d'erba;
e reca in mano
un fazzolett di rose e di viole...
Maestro Che razza d'alunno! Chi ti ha insegnato a dire fazzolett, vorrei sapere?
Alunno Papà.
Maestro (fra sé) Che cafone! Giovacchino Leopa... Che mi fai dire! Leopardi ha scritto: « un mazzolin di rose e di viole » e non un fazzolett. Non senti quanto suona male?
Alunno Lo so, ma papà ha detto che al paese suo la « barzelletta » viene sempre con il fazzoletto in mano perché ha il naso sporco.
Maestro (le mani tra i capelli disperatamente) Basta, per carità! Andiamo avanti!
Alunno Giusto andiamo avanti! Dove eravamo rimasti?
Maestro
e reca in mano
un mazzolin di...
Alunno (correggendo) Un fazzolett...
Maestro Va bene, un fazzolett!
Alunno (c. s.)
...onde, siccome suole,
ornare ella s'appresta
dimane al dì di festa
il naso e il capoccione!
Maestro (allibito) Il capoccione? Che... che... che...
Alunno Il capoccione, sicuro.
Maestro Io... io... divento scemo.
Alunno Papà ha detto che...
Maestro Tuo padre è un somaro incitrullito!
Alunno Glielo dico io stasera a papà!
Maestro Non me ne importa niente! Perché si può sapere tuo padre ti ha insegnato a dire « il naso e il capoccione »?
Alunno Perché, al paese mio, la « barzelletta » con il fazzolett ci si pulisce il naso, poi se lo mette sulla testa ch'è grossa come un cocomero.
Maestro No, no, no... « Il petto e il crine » ...Si deve dire « il petto e il crine ». Giacomo Leopa...
Alunno (correggendo) Giovacchino.
Maestro Giovacchino, va bene, ha scritto: « il petto e il crine ».
Alunno Sarà stato così al paese suo. Se fosse però vissuto al paese mio sarebbe stato differente e la poesia ha detto papà l'avrebbe scritta in quel modo. Bisogna adeguarsi ai tempi, caro maestro.
Maestro Anche questo dice tuo padre?
Alunno Sì, sì.
Maestro Questo è il colmo, inaudito! Io impazzisco... Ecco, così si rovinano i figli, così... Ma chi è, chi è tuo padre, si può sapere?
Alunno Il sindaco.
Maestro (cambiando letteralmente tono, dopo avergli dato cinque o sei carezze) Il sindaco! Oh, certo si capisce!... Tuo padre ha perfettamente ragione... Se Leopardi... Che dico! Se Giovacchino fosse vissuto al tuo paese, non avrebbe scritto quello che ha scritto, perché la donzelletta diventa una barzelletta secondo il paese, certamente... E porta un mazzolin...
Alunno Un fazzolett!
Maestro Mi sono impaperato! Certo, un fazzolett di rose e di viole per pulirsi il naso e il capoccione!.. Tuo padre ha perfettamente ragione... Bravo, bravissimo. Dimmi, ora, la fine e puoi anche andartene via!
Alunno La fine?
Maestro Sì, insomma, proprio gli ultimi versi.
Alunno Ah, gli ultimi! Dunque... dunque...
Maestro Non te li ricordi?
Alunno Sì, sì... un momento...
Maestro Se vuoi ripassarteli, puoi andare di là!
Alunno No, no, me li ricordo! Ecco...
Maestro Con calma.
Alunno (declamando a voce stridula)
Godi, maestro mio stato soave
lezion lieta è codesta.
Altro dirvi non vo’, ma la tua festa
(con la mano fa un gesto plastico per indicare il taglio della testa)
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
Maestro Bravo. Otto.
Alunno (si alza) Grazie, signor maestro!
Maestro (al pubblico) Quattro a lui e quattro al padre! (All'alunno) E mi raccomando continua a studiare con buona volontà in modo da riuscire nella vita come riesci nella scuola. La vita di domani la costruiamo oggi. Hai capito?
Alunno Signor sì, signor maestro!
Maestro Pensa insomma che, se vuoi, puoi diventare come me.
Alunno Me ne frego, signor maestro!
Maestro E perché?
Alunno Io voglio diventare qualcuno... come papà! Non sono mica fesso!