Il "X" pianeta

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Madame Mnemosine diede la parola ad Erato la vecchia maestra poetessa,

IL”X” PIANETA

(Il circolo culturale di madame Mneme)

di

Giancarlo Buccheri

 

COMMEDIA

IN

DUE ATTI

Personaggi:

Lord Arthur

Lord Enrico

Il segretario

Adriano Meis

Madame Mneme

Il cameriere

La commedia “Il “X” pianeta” nasce da stati d’animo e sensazioni. In una riunione di un circolo culturale mi capitò di ascoltare la poesia di un’anziana signora, non so cosa accadde, ma i suoi versi furono in grado di trasportarmi in una dimensione diversa, al di fuori dello spazio e del tempo. Quando riebbi nuovamente “coscienza” di me, mi resi conto di non ricordare nemmeno una delle parole di quei versi. Per tutto il tempo successivo alla riunione e nei giorni seguenti cercai di  dare a me stesso delle spiegazioni  su quanto mi fosse accaduto e mi resi conto che quella  non era la prima volta che provavo quelle  sensazioni , quelle stesse  emozioni  le avevo provate   guardando un quadro in un museo.

   Una delle esperienze  che, da sempre, mi sarebbe piaciuto poter  avere è quella  di potere   udire le voci dei “grandi” del passato, certamente non tutti, ma almeno i miei “preferiti”. Nella mia fantasia l’unico modo per poter realizzare  ciò era quello di riunirli in un circolo culturale e, nel ruolo di cameriere al loro servizio,  ascoltare  i loro discorsi e poter interloquire con loro.  “Il circolo culturale di madame Mneme” , sottotitolo della commedia, era l’unico nome possibile per tale circolo.      

  In un’opera d’arte ci sono  dei “messaggi  cifrati” (archetipi: mito, religione, nascita, morte, sesso, figura paterna e materna) che riescono a raggiungere, superando la  “coscienza,” la parte più recondita del nostro “io” ; quando ciò accade si prova una sensazione  di profondo benessere.   

   Un lavoro letterario è come un capitolo del libro della vita dell’autore, in esso viene ad essere sempre “celebrato” qualcosa e in un certo senso è come se “morisse” una parte dell’autore per poi “rinascere” nella  ricerca di altri personaggi. Nel “X” Pianeta” , con sottotitolo “Il circolo culturale di madame Mneme;” si celebra l’eterna lotta dell’uomo/animale  con l’uomo/a immagine divina; l’istinto che  lotta con la  ragione. Nella vita, che è tutt’altro che una favola, il “male”  finisce per avere, sempre più,  la meglio sul “bene”, il sesso a prevalere sull’amore. L’anima dell’autore penetra come un raggio di luce un prisma ottico e ne esce separata nelle sue varie componenti,  i sei personaggi  del “Decimo pianeta” altri non sono infatti che i vari aspetti della personalità dell’autore. Temi trattati sono: la precarietà dell’esistenza e  fuggevolezza della gioventù, e ancora il bisogno di cercare risposte e conferme nel pensiero di Schopenhauer, Freud e Jung,  sull’esistenza di Dio e  dell’anima. Freud, Cassirer, ma soprattutto Jung con i suoi schemi di comportamento istintivo  portano l’autore a riflettere sulla “creatività” e sulla capacità di un’opera d’arte di superare la barriera della coscienza e dell’inconscio personale per giungere fino all’inconscio collettivo, annullando il tempo e  continuando a comunicare emozioni. Non a caso vengono riportati nel testo della commedia  diversi frammenti di opere di L. Pirandello  che, della mediazione dei simboli e del loro superamento  per giungere all’inconscio dello spettatore, è stato maestro.  Uno dei personaggi    porta un soffio di ironia e di giocosità , ma la commedia si snoda in un clima   che dovrebbe, secondo le intenzioni dell’autore, ricordare un circolo culturale dell’ ”ottocento inglese”; nonostante ciò, l’autore non può fare a meno di far emergere la sua sicilianità con tutte le contraddizioni di umore verso se stesso.

  Paolo Arena, autore della Sicilia nella sua storia e nei suoi problemi (Palermo: F. Agate Ed. 1949),    osserva che: «ogni artista siciliano, ogni filosofo, ogni scrittore è una figura tragica, un folle introspettivo, un cantante di malinconia  e desolazione che stringe il cuore in una morsa di pianto, è un investigatore senza cuore, un uomo che taglia a pezzi se stesso e gli altri, duro con se stesso e gli altri».

  Conclusioni: secondo quanto detto sembrerebbe facile“assemblare” un’opera d’arte, basta mettere dentro un po’ di sesso, un po’ di  mito….ma il discorso non è così semplice, abbiamo detto che l’uomo è un animale simbolico,   che  i messaggi all’interno di un lavoro artistico sono “cifrati” e che a decifrarli è il nostro subconscio; lo stesso autore di un’opera d’arte lavora immerso nei suoi pensieri ed è guidato in essi dal suo inconscio, per cui probabilmente non si rende conto egli stesso della “simbologia” che sta usando.

  Facciamo un esempio speculativo! Esaminiamo il racconto di Pirandello “La giara”, racconto giocoso, in alcuni momenti esilarante, quale potrebbe essere il messaggio “cifrato” che l’autore inconsapevolmente ha utilizzato? Penso che la risposta in questo caso sia semplice! La giara, oltre a contenere olio, rappresenta l’utero materno; nelle tombe del neolitico i corpi venivano chiusi in recipienti di terracotta in posizione fetale (manifesto desiderio di rinascita dell’uomo primitivo ) e sepolti in tombe scavate nella roccia calcarea. Ecco che inaspettatamente  in un racconto così allegro e gioioso emergono messaggi  di nascita, di morte, che percepisce solo il nostro subconscio.  

      


                                     

MAZARA DEL VALLO   2005

Alcuni dei  dialoghi che coinvolgono Lord Artur riferiscono il pensiero di Arthur Schopnhauer, lord Enrico è Lord Enrico Wotton del romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” di O. Wilde, da cui sono stati tratti e adattati alcuni dialoghi, gli altri inserimenti  riguardano il pensiero di vari e famosi autori che sono via via riportati nel testo. 

Primo atto

 Scena prima:

Lord Arthur: E’ arrivata una richiesta perché qui al “circolo dei nobili”, di tanto in tanto, si possano riunire i soci di un circolo culturale .

Il segretario: E le spese? Nessuno ha pensato alle spese? Noi paghiamo la nostra quota mensile, questi fantomatici artisti si sogneranno mai di contribuire?

Gli artisti, sono buoni solo a parlare, sono dei perdigiorno, degli illusi , l’unica fatica che fanno è quella di pensare…o fingere di pensare , ma questa è un tipo di fatica che  non consente una vita decorosa. Sono dei mentecatti che trovano sempre il modo di sbarcare il lunario, e sono sempre alla ricerca di prestiti e sovvenzioni  per realizzare i loro inutili progetti,  “tutta l’arte è perfettamente inutile”  

 Lord Arthur: Insomma, lo scopo di questa riunione non è certo quella di ascoltare le vostre considerazioni, voglio che ciascuno  di noi esprima il suo parere e le chiedo   di mettere tutto a verbale, in modo che poi non debba sentire le solite contestazioni  e lamentele. E poi, per quanto mi riguarda, non sono d’accordo che gli artisti siano dei buoni a nulla. Qualsiasi forma di arte è il substrato per la crescita rigogliosa di nuove scuole di pensiero.

Il segretario: Chi è il responsabile di questo circolo culturale?

Lord Arthur: Non si tratta di un responsabile, ma di una responsabile: la presidente di questo circolo culturale è “madame Mneme  “ persona di cui io personalmente ho la più grande considerazione.       

Il segretario: Non sapevo che madame Mneme  fosse ritornata in città! E’ rimasta all’estero per molti anni! Avreste dovuto conoscerla da ragazza,  era davvero molto piacevole! I segni del tempo avranno di sicuro rovinato i tratti del suo viso!

Lord Arthur: Incontrandola mi ha fatto un’ottima impressione, ha ancora un’aria piacevole e giovanile.

 Il segretario: Allora stiamo parlando di persone diverse!

Lord Arthur: Che io sappia, esiste una sola madame Mneme .  Da ragazza ha avuto un periodo difficile, ha dovuto accudire i suoi genitori per molto tempo!   La vita per tutti non è che una lotta continua per l’esistenza, con la certezza di una disfatta finale! Quando poi si deve avere a che fare con problemi economici e malattie diventa tutto drammatico.

Il segretario: Eppure, madame Mneme, nonostante tutte le difficoltà, ha affrontato la vita con  grande volontà attuando nel tempo tutte quelle che erano le sue aspirazioni artistiche!

Lord Arthur: La vita è bisogno e dolore, quando il bisogno viene soddisfatto si piomba nella sazietà, nella noia.

Il segretario: Questo può essere valido per chi trova facile dare soddisfazione ai  propri bisogni , ma vi posso assicurare che, quando i bisogni sono tanti e di primaria necessità, non si ha il tempo di cadere nella noia! E   madame Mneme  ha attraversato periodi difficili in cui non avrà, di sicuro, avuto il tempo di annoiarsi, prima la malattia mentale del padre, poi la depressione della madre e, nonostante ciò, ha portato brillantemente a fine i suoi studi di filosofia!

Lord Arthur: L’essenza dell’uomo è volere aspirare a qualcosa e l’uomo, essendo l’oggettivazione perfetta della volontà di vivere , è anche il più bisognoso degli esseri. Il dolore,  la tragedia, la fatica sono il destino di tutti gli uomini, l’infelicità la regola.

Il segretario: Siete deprimente, trasformate in tragedia ogni cosa, la vostra è una visione pessimistica della vita, alla regola dell’infelicità si contrappongono le eccezioni di momenti felici ed è attraverso questi che dobbiamo avere una visione della vita.

Lord Arthur: Vi garantisco che non si tratta di pessimismo, nessuno può negare che il destino di tutti gli uomini è una continua lotta col bisogno o con la noia e non solo con esse,  ma anche e soprattutto con gli altri uomini. La storia ci dice la vita dei popoli e non sa raccontarci altro che guerre e rivolte. Solo l’esperienza estetica, che è l’annullamento temporaneo della volontà  e quindi del dolore, può liberarci da ogni desiderio e preoccupazione. 

Il segretario: Piuttosto, vi siete premurato di verificare lo stato di salute mentale di madame Mneme? Con  i precedenti di follia nella sua famiglia, non vorrei dover avere a che fare con una psicopatica!

Lord Arthur: Tranquillizzatevi! Non c’è nulla che possa far pensare a disturbi mentali nel comportamento di madame Mneme, è tutta votata all’arte, alla poesia, i suoi lavori sono apprezzati in tutti i circoli culturali! La sua presenza  nel nostro circolo gioverà alla nostra “immagine,” la gente ci considera gli ultimi sopravvissuti di un’epoca, incapaci di adeguarci ai tempi e di apprezzare qualsiasi novità!

Il segretario: Sono tutte storie, sono…  i l l a z i o n i … in tutto quello che facciamo ci sono sempre fini reconditi, ognuno “tira acqua al proprio mulino”. Chiunque, quando ti parla, vuole da te qualcosa, anche tu che, adesso, stai perorando la causa di madame Mneme, sono sicuro che, sotto, sotto, ne avrai un ritorno.

Lord Arthur: E’ mai possibile che si debba sempre pensare che in ogni azione che compiamo ci debbano essere sempre secondi fini o interessi personali? Non vedo proprio che  cosa potrei guadagnarci  nell’ospitare  nei nostri locali, di tanto in tanto,  i soci di questo circolo culturale.

Il segretario: E in  quale ambiente di palazzo “Parnaso” dovrebbero avvenire queste riunioni? Non penserai di concedere loro le nostre stanze?

Lord Arthur: L’ala “Elicona” del palazzo!

Il segretario: Stai scherzando?! L’ala Elicona del palazzo è quanto di più prezioso possediamo, gli arredi, almeno gli arredi dovremmo toglierli e mettere al loro posto qualcosa di meno raffinato!

Lord Arthur: Perché? Pensi che un artista non sia in grado di apprezzare antiche suppellettili e arredi preziosi ?

Il segretario: Li apprezzano eccome! Solo che tra una poesia e l’altra, tra una strimpellata e l’altra finirebbero per rovinare tutto! Dovremmo chiedere una cauzione che ci metta al sicuro da eventuali danni.

Lord Arthur: Va bene, vedremo di risolvere tutti questi problemi, in ogni caso, siamo d’accordo nell’accogliere madame Mneme e il suo gruppo? Se siamo  d’accordo è inutile procedere alla votazione, scriveremo sul verbale che la decisione è stata presa all’unanimità! Se non ci sono altri punti da affrontare, dichiarerei chiusa la seduta! Vorrei …ho preparato due righe di discorso (tirando fuori dalla tasca della giacca diversi fogli di un manoscritto e inforcando gli occhiali) per dare il benvenuto ai soci del circolo culturale di madame Mneme…e vorrei leggervi alcune parti per avere un vostro parere…

Il segretario: Sarò ben lieto, più tardi, di ascoltare quanto avete scritto, ma prima di chiudere la seduta vorrei esprimere le mie perplessità  per il nuovo cameriere che è stato assunto senza il parere favorevole di tutto il   direttivo! Non è sufficientemente adeguato, è rustico, con la divisa da cameriere sembra un villano vestito a festa,   farsi servire a modo qualcosa è più faticoso di quanto si possa immaginare.

Lord Arthur: Non agitatevi, la sua presenza è solo momentanea, non sono riuscito a trovare di meglio, il vecchio cameriere ha chiesto qualche giorno di permesso per potere sbrigare alcune sue faccende, presto sarà di ritorno. E poi, dietro alla sua rusticità vi posso assicurare che c’è il classico cervello fino dei campagnoli!

Il segretario: Se è un campagnolo dal cervello fino potremo divertirci a chiedergli qualche parere chissà che la sua filosofia non riesca ad “illuminarci”. Anzi chiamiamolo subito…chiediamogli di servirci il “tea”…(suonano il campanello di chiamata) e iniziamo con il chiedere il suo parere su qualche argomento che sia di facile comprensione, così si sentirà a suo agio! Mi raccomando, qualsiasi cosa dovesse dire, cercate di non

ridere.

Scena seconda:

Cameriere: I signori desiderano?

Lord Arthur: E’ l’ora in cui di solito prendiamo il “tea”!

Cameriere: I signori saranno subito serviti!

Il Segretario: Prima di preparare il “tea”, volevamo chiederti un parere: si parlava dei rincari dei prezzi al dettaglio, volevamo sapere cosa ne pensi?!

 Cameriere: Perdonatemi, ma non ho alcun concetto di economia, potrei dire delle sciocchezze …non vorrei che i signori ridessero delle mie argomentazioni!

Lord Arthur: Nessuno riderà di te , è importante per noi il parere della gente comune! Esprimi il tuo   in piena libertà!

Cameriere: Dietro ogni cosa c’è sempre l’interesse di qualcuno a far quattrini, di una torta  ognuno vuole sempre che la parte a lui spettante sia sempre più grossa, per cui, purtroppo, oggi si conosce il valore di tutto e il prezzo di niente! Vogliate scusarmi ..vado a preparare il “tea”. ( si allontana ed esce di scena)

Lord Arthur: Il valore di tutto e il prezzo di niente! Cosa avrà voluto dire con questa sua singolare affermazione!?

Il segretario: Forse sarebbe stato più corretto dire :  Il prezzo di tutto e il valore di niente , per cui tutto ha un prezzo e niente ha un valore . E’ sorprendente come un rozzo individuo possa…così come se niente fosse, fare simili affermazioni! Bisognerebbe impedire che fosse data a tutti la possibilità di frequentare i college,  il controllo dei popoli è sempre stato possibile grazie all’ignoranza dei popoli, se tutti studiano e si abituano a ragionare, la situazione potrebbe divenire incontrollabile, con il deprimente risultato di sentirsi dare risposte enigmatiche da un cialtrone qualsiasi! La nostra civiltà è basata sul dominio delle classi sociali più elevate  sulle masse ignoranti!

Vediamo fino a che punto arriva la sua rozza filosofia, chiediamogli cosa ne pensa della civiltà, sempre che abbia cognizione di cosa sia la civiltà!

(il cameriere rientra spingendo un carrello e si dispone a servire il” tea”)

Il segretario: Stavamo discutendo (rivolto al cameriere) sull’importanza della civiltà, il grado di civiltà e quindi la supremazia di un popolo rispetto ad un altro è, di certo, da mettersi in relazione con le conquiste nel campo della scienza  e dell’economia. Tu, cosa ne pensi!?

Cameriere: La civiltà? La civiltà è una grande cosa, ma non penso che un popolo debba misurarsi con un altro popolo in nessun’altra maniera se non nell’arte e nello sport. Eh si!…La civiltà è proprio una grande cosa …hai tutto quello che ti serve quando non ti serve! ( finisce di servire il tea e si allontana con discrezione. Prima di uscire di scena si rivolge ai signori presenti) Se posso essere utile in qualche altra cosa , sono a vostra completa disposizione.

Il segretario: Ma l’avete sentito con quale aria sputa le sue sentenze!? Un cialtrone, non è nient’altro che un cialtrone, pieno di sé e delle sue esternazioni filosofiche di “bassa tacca”.

Lord Arthur: Io invece penso che in quello che  dice ci sia la filosofia popolana del vivere quotidiano, nelle persone semplici a volte si può scoprire un mondo di verità che noi sconosciamo. Bisognerebbe consentirgli di esprimere liberamente le sue opinioni, anche se non è direttamente invitato a farlo! Tornando a quanto vi dicevo …sul discorso che ho preparato….(Torna a prendere il manoscritto e ad inforcare gli occhiali)

Cameriere: Scusate il disturbo, ma (rivolto al segretario) c’è un fattorino che deve consegnarvi un messaggio riservato!

Il segretario: Sono spiacente …ascolterò con piacere più tardi quanto avete scritto, in questo momento non mi è proprio possibile. Con il vostro permesso! (si alza ed esce di scena con aria soddisfatta)     

Lord Arthur: (rivolto al cameriere)  Non ho ancora letto i giornali del pomeriggio!

Il cameriere: Il signore sarà subito servito!  

Lord Arthur: Prima che tu vada, volevo dirti che  in qualsiasi momento  volessi intervenire in una discussione,  per esprimere il tuo pensiero, sei autorizzato a farlo!

Il cameriere:  Sì, milord, ma non vorrei che gli altri signori giudicassero i miei interventi invadenti e inopportuni.

Lord Arthur: Metterò al corrente di questa decisione tutti i soci del circolo, quindi non porti alcun problema e non esitare ad esprimere il tuo pensiero! 

Il cameriere: Bene signore, spero di non deluderla, signore.

Lord Arthur:  Vorrei …ho preparato due righe di discorso (tirando fuori dalla tasca della giacca  il manoscritto   e inforcando gli occhiali) per dare il benvenuto ai soci di un  circolo culturale….e vorrei leggervi alcune parti per avere un vostro parere…

Cameriere: Vado a prendere i giornali del pomeriggio e poi sarò ben lieto di ascoltare quanto avete scritto…. col vostro permesso. (esce di scena)

Scena terza:

Lord Arthur: ( entra in scena Lord Enrico) Enrico, ben tornato, le nostre riunioni senza di te  mancavano del solito brio, le tue capacità dialettiche  sono insostituibili. Non vedevo l’ora che rientrassi, anche per metterti al corrente ……!

Lord Enrico: Sono già al corrente, ho incontrato, entrando, il segretario del direttivo che mi ha raccontato le ultime novità.  Non conosco madame Mneme, ma sono d’accordo ad accogliere lei e il suo gruppo. Sarà l’occasione per migliorare la qualità delle nostre discussioni, la componente artistica  mancava come argomento di discussione. Sono sicuro che ne trarremo tutti un beneficio.  

 

Lord Arthur: Sai Enrico, abbiamo un nuovo cameriere! So bene che in questo non c’è nulla di straordinario, però dovresti sentirlo! Quando gli si chiede qualcosa dà sempre risposte che non ci si aspetterebbe di sentire da un individuo rozzo e privo di cultura  come lui!       

(rientra in scena il segretario seguito dal cameriere)

Segretario: Nulla di riservato! Era un messaggio di  un esponente del circolo culturale di madame Mneme. A breve sarà qui per prendere contatto con noi!.

 

Lord Arthur: A questo proposito..  ho preparato due righe di discorso (tirando nuovamente fuori dalla tasca della giacca  il manoscritto   e inforcando gli occhiali) per dare il benvenuto ai soci del circolo culturale di madame Mneme….e vorrei leggervi alcune parti per avere un vostro parere…

Cameriere: Ecco, signore, i giornali del pomeriggio!

Lord Enrico: Caro lord Arthur, sarò lieto di ascoltare, dopo, il vostro discorso, vorrei prima scambiare due parole con il nuovo cameriere. (Lord Arthur ripone nuovamente il manoscritto)  Mi è stato riferito delle tue capacità di esprimere in modo singolare e sintetico, senza troppi orpelli   e con sottili risvolti filosofici le tue opinioni. Hai frequentato il college? Non si spiega altrimenti questa tua dote!

Cameriere: Si, ho frequentato il college della natura e i miei compagni sono stati le piante e gli animali! Lor signori non immaginano nemmeno lontanamente  quante cose ci possano  essere insegnate dalla natura! «L’albero vive e non si sente: per lui la terra, il sole, l’aria, la luce, il vento, la pioggia non sono cose che esso non sia: All’uomo, invece, è toccato questo triste privilegio di sentirsi vivere, con la bella illusione che ne risulta: di prendere cioè come una realtà fuori di sé questo suo interno sentimento della vita.» (L. Pirandello)

Lord Arthur:  Con questo quale tesi vorresti sostenere? La ragione ci ha portato al progresso, possiamo fare congetture logiche e giungere alla conoscenza, un giorno riusciremo, attraverso la ragione, a strappare il “velo di Maia” che nasconde il segreto della vita!

Cameriere: La logica tende a dare un valore assoluto a ciò che è relativo! La vita non nasconde alcun segreto, la vera essenza della realtà  non è nascosta da alcun velo. Immaginate di essere soli, immersi nella natura, chiudete gli occhi e lasciate fluire le immagini…lasciate che i vostri pensieri si affaccino al “davanzale” del passato, rivedrete la vostra vita che fluttua in un’alternanza che è legata al succedersi delle stagioni! Un contadino vive in funzione delle stagioni, mentre aspetta il tempo di vendemmia, pensa già alla raccolta delle olive, ha già messo la paglia nel fienile e il frumento nel…Ora, però, scusate, ma   non ricordo più quello che volevo dire.

Lord Enrico: La vostra è una rozza forma di retorica, vorreste sostenere che l’uomo, nonostante abbia avuto il dono della ragione, dovrebbe vivere seguendo i ritmi della natura?!…L’uomo un giorno riuscirà a vincere la natura!

Cameriere: La mia non è affatto retorica, io vi sto parlando con semplicità del mio pensiero. «Sappiate che per la retorica prima nasceva il pensiero, poi la forma; il pensiero nasceva  nudo, poveretto; ed essa lo vestiva. Il vestito era la forma. La retorica, insomma, è come un guardaroba: il guardaroba dell’eloquenza dove i pensieri vanno a vestirsi. (L.Pirandello)»  Eh sì…l’uomo è un animale vestito, la società ha per base il vestiario. E il vestiario compone anch’esso, compone e nasconde. So bene che il linguaggio è come un vestito che cela alcune cose e ne mette in risalto altre! Sappiate, però, che io i miei pensieri ve li porgo nudi così come li penso!

Lord Enrico: La retorica è per voi il guardaroba dell’eloquenza, è un’immagine singolare quella che date della retorica, così per voi i pensieri fanno da manichini alla forma vestiario. E’ incredibile! …I pensieri che vanno a vestirsi, che cercano un abito bello e pronto ed  adeguato per ogni occasione .

Lord Arthur: (Rivolto al cameriere) Tra poco verrà un rappresentante del circolo culturale di madame Mneme per prendere contatto con il direttivo. Appena arriva, fatelo accomodare! (Il cameriere si allontana ed esce di scena)

Lord Enrico: Sono di ritorno da un congresso medico, ciascuno di noi dovrebbe prendersi più cura del proprio corpo, i progressi della scienza medica riusciranno   a prolungare la vita dell’uomo e la chirurgia plastica   sarà in grado di prolungare anche la nostra gioventù  in modo pressoché illimitato.

Lord Arthur: Le vostre argomentazioni,   più che sembrare  di natura scientifica, appaiono come traguardi raggiungibili solo con la fantasia!

Lord Enrico: Dobbiamo abituarci a pensare con la mente aperta ad ogni innovazione, in fin dei conti quello che fino ad ieri era fantasia   oggi è realtà! Nulla deve sorprenderci,   qualsiasi  traguardo è possibile per la scienza!

Bene, lord Arthur, sono a vostra completa disposizione per ascoltare il discorso che avete preparato  ( Lord Arthur tira  nuovamente fuori dalla tasca della giacca  il manoscritto   e inforca  gli occhiali e si dispone a leggere) 

Scena quarta:

Cameriere: Signori, è qui il signor Adriano Meis!

Lord Arthur: Accomodatevi, attendevamo il vostro arrivo! (seguono strette di mano e presentazioni)

A.Meis:  Vogliate scusare la mia intromissione, ma ho udito le ultime battute della vostra discussione, vorrei chiedere a lord Enrico: e l’anima?  Chi si prenderà cura dell’anima? Anche l’anima invecchia e resta contaminata e deturpata dal passare del tempo! Voi siete un chirurgo plastico, potete solo curare il corpo, cancellare dal corpo i segni del tempo; non mi direte, adesso, che   siete specializzato anche nella cura dello spirito!

Lord Enrico: Vi  partite dal presupposto che ciascuno di noi abbia un’anima, a me non interessa nulla della spiritualità, anzi credo che nell’uomo non ci sia nulla di spirituale, siamo solo un aggregato di cellule e  organi che sono guidati solo da una cosa: l’istinto!

A Meis: Non  avete,  di certo, un grande concetto dell’uomo. Secondo quello che mi dite non saremmo affatto dissimili dalle bestie. Questa vostra teoria non rende giustizia al genere umano. Come spiegate, allora, la bontà, l’altruismo? Molti uomini hanno sacrificato la loro stessa vita per un ideale! So bene che l’esistenza dell’anima non può essere provata in base alla scienza attuale, eppure la gente si comporta come se avesse un’anima. (Saul Bellow)

Cameriere: Anima sì….anima no…Questo è l’eterno cruccio dell’uomo. Già, nella seconda metà del secondo secolo dopo Cristo, Numenio di Apamea  sosteneva che ci fossero, addirittura, due anime: una razionale e una irrazionale. Chi gli abbia dato questa informazione però non ho mai saputo chi fosse, doveva essere uno informato!

Lord Enrico: Tutti, comunque,  sognano di andare in paradiso, ma nessuno è disposto a morire.

A. Meis: I filosofi da millenni sostengono che l’uomo, in quanto essere superiore, ha un’anima e l’anima è immortale!

Lord Arthur: Scusate se vi interrompo e  non partecipo alla vostra discussione, ma devo predisporre ogni cosa per accogliere madame Mneme. Vado a vedere cosa sta facendo in merito il segretario! Tra breve sarò nuovamente con voi. Col vostro permesso!

Lord Enrico: Prego, lord Arthur   (poi rivolto ad A. Meis)

I deboli si lasciano abbagliare dalle frottole di filosofi che tirano in ballo i principi della moralità, l’etica, la  metafisica della virtù: sono solo parole!…Esiste solo l’istinto e  la ragione è sottoposta ad esso. Siamo tutti programmati geneticamente, tutti abbiamo nel nostro corredo cromosomico le qualità che mi avete enunciato, poi  è la mente che cerca di regolare  i nostri comportamenti, ma deve “vedersela” con l’istinto, credetemi, non c’è nulla di spirituale. “Io prendo sul serio le teoriedi Darwin, e la nostra è una “specie” biologica che ha avuto una rete neurale insolitamente complessa , ciò   ci  rende diversi da tutti gli altri animali, insieme alla capacità di scambiarci segni e rumori e a una spiccata manualità che ha favorito la nostra evoluzione:” (Naturalismo: LudwigWittgenstein,  1889-1951 ) . Per me ha sensatezza solo il linguaggio delle scienze!

Cameriere: L’evoluzione ….Darwin …I più forti sopravvivono, i deboli soccombono; questo può essere vero se parliamo di animali….ma, se parliamo di uomini, sappiate che spesso i deboli hanno più spirito  e non parlo di spirito inteso come spiritosaggine, ma  come forza d’animo.

A. Meis: (rivolto a lord Enrico)  Se realmente fosse così, come   dite, la vita perderebbe tutti i suoi significati più profondi, forse non varrebbe nemmeno la pena che ciascuno di noi venisse al mondo! Quale potrebbe essere la giustificazione ?…Quale la spiegazione della nostra vita?  La religione ci pone quali esseri fatti a immagine e somiglianza di Dio  e dà un significato profondo alla nostra vita! Gli animali comunicano con dei segnali, vi sono solo sistemi ricettivi e reattivi, nell’uomo vi è un terzo sistema: il sistema simbolico. E’ innegabile che tutto il progresso sia dovuto al pensiero simbolico.«Le forme simboliche, cioè il linguaggio, la scienza, l’arte e il mito sono le “impronte” che tendono a realizzare la filosofia dell’uomo. Nulla si conosce se non attraverso la mediazione dei simboli.» (E. Cassirer, 1874-1945)

Lord Enrico: Non mi vorrete annoiare con argomentazioni come la religione…Dio…ed altre stupidaggini del genere, queste sono solo sovrastrutture mentali create dall’uomo per poter controllare l’uomo. La società, nella necessità di esercitare il suo controllo sul comportamento umano,  ha dettato le sue leggi,   la religione ha fatto altrettanto e  l’uomo ha vissuto nel terrore della società   che è la base della morale e nel terrore di  Dio, che è il segreto della religione: ecco le due leggi che ci dominano.

A.Meis: Se Dio non esiste, allora noi chi siamo?

Lord Enrico: Se vi dicessi chi siamo non mi credereste. Permettetemi, quindi, di rispondere alla vostra domanda con un’altra domanda. E, se Dio esiste, chi è?  So bene che a questa domanda non c’è risposta. In ogni caso, se Dio esistesse, bisognerebbe “eliminarlo”, almeno tutto avrebbe un senso, persino il male e il dolore.

Cameriere: Eh! Sì…la fede! La fede consiste nel credere non ciò che sembra vero, ma ciò che sembra falso al nostro intelletto (Voltaire)

Lord Enrico: Siamo solo dei “corpi”! La vita è fatta di luci e ombre, ombre a cui non sappiamo dare spiegazione, spentasi la luce, sparirà anche l’ombra!  La natura che è intorno a noi si lascia vivere, l’uomo, attraverso il lume della ragione che gli consente la percezione dei mutamenti organici dovuti all’inesorabile procedere del tempo, si lascia morire. E ci danniamo, non abbiamo pace, pretendiamo con quella “luce fioca” di illuminare “oltre”. Non ci rendiamo conto che quelle ombre sono dovute alla nostra stessa “luce”, alla  punizione di  aver avuto in dono  la ragione. Le ombre possono dissiparsi solo quando uno è morto o è divenuto matto. Può un pazzo chiedersi chi è? Può un pazzo avere concezione di Dio?…No!

Cameriere: Io penso di sì! Ti dirà che Dio è lui stesso, anche da matto riaffiora la solita mania di grandezza, «l’uomo, pur matto, è l’essere che progetta di essere Dio. (Satre) » Se colto in un momento di ragionevolezza e di umiltà, tutt’al più, ti dirà di essere Napoleone.

A. Meis: Ma allora qual è, allora, secondo voi, lo scopo della vita?

Lord Enrico: Vi partite sempre da un presupposto sbagliato, se cercate di dare un significato profondo alla vita! La vita non ha alcun significato profondo! Veniamo al mondo per un solo scopo e siamo anche in questo caso programmati per assolverlo! Veniamo al mondo solo per la continuità della specie…per la riproduzione!

A. Meis: Insomma secondo voi tutto si ridurrebbe a una serie di accoppiamenti  e di rapporti sessuali dietro cui non c’è che il nulla. Se così fosse, sarebbe deludente. Siate ragionevole, non posso credere che  pensiate realmente quello che dite!

Lord Enrico: «L’uomo ragionevole si adatta al mondo, quello irragionevole cerca di adattare il mondo a se stesso, ne consegue che il progresso dipende totalmente dall’uomo irragionevole.» (George Bernard Shaw)

A. Meis: Ma ci deve essere qualcosa di vero in tutto quello che la religione ci ha insegnato!

Lord Enrico: L’uomo ha avuto sempre la necessità di darsi importanza, di pensare pomposamente ad una sua origine divina, ma, credetemi, sono solo fantasticherie. Pensate all’immensità dell’universo e poi pensate a quanto piccolo sia l’essere umano…un microbo su di un granello di sabbia! L’unica cosa che importa è venire al mondo, restarvi il più possibile e vivere in modo pieno realizzando se stessi in tutto e per tutto senza il timore delle regole imposte da religione e società. Credo che se ognuno potesse vivere pienamente e compiutamente la sua vita , dar forma ad ogni sentimento, espressione ad ogni idea, realtà ad ogni sogno, la storia del genere umano sulla terra  avrebbe finalmente un senso .

A. Meis: Ma ci hanno sempre insegnato che i grandi eventi dell’umanità hanno la loro sede nello spirito.

Lord Enrico: Ma nello spirito, ammesso che esista, e solo nello spirito, hanno sede anche i grandi peccati dell’umanità. Credetemi, non c’è nulla al mondo oltre all’istinto della riproduzione, tutto si ferma lì, e purtroppo la fecondità è limitata solo al periodo della gioventù.

A. Meis: Se solo si potesse prolungare la gioventù!

Lord Enrico: Siete, dunque, d’accordo con me!? Non  c’è al mondo nulla che valga la gioventù!

A. Meis: Sì, sono d’accordo, come non esserlo! Penso, comunque, che la vita debba essere accettata così com’è,  la vecchiaia è un aspetto della vita e va vissuta senza rimpianti, godendo di tutto ciò che ci riserva la sorte negli ultimi anni!

Lord Enrico: Cosa credete che ci riservi la vita negli ultimi anni? Di sicuro nulla di piacevole!

A. Meis: Io mi accontento di poco, la lettura di un buon libro potrebbe essere  già sufficiente!

Lord Enrico: Avete dimenticato che con il passare del tempo, di solito, la vista non è più quella dei vent’anni!

A. Meis: La conversazione con   persone amiche, allora, potrebbe sostituire la lettura!

Lord Enrico: Siete impagabile, certamente è la vostra giovane età che vi porta a commettere simili errori di  valutazione. E poi perché accontentarsi di così poco!?

A. Meis: Adesso siete voi che commettete un errore di valutazione: vi sembra poco far quattro chiacchiere con degli amici?

Lord Enrico: Mi fate tenerezza, credete davvero nell’amicizia? Fidatevi di me che ho un’età maggiore della vostra: l’amicizia non esiste, chi vi si dichiara amico prima o poi   tradirà la vostra fiducia!

A. Meis: Insomma, non c’è nulla che io vi dica che non venga confutato, non credete proprio in nulla!?

Lord Enrico: Vi ho già detto che credo nella libertà di espressione, ciascuno dovrebbe essere libero di vivere la propria vita senza inibizioni  anche in modo sfrenato, noi siamo puniti dalle inibizioni che ci imponiamo, ogni impulso, che cerchiamo di soffocare,  diviene deleterio,   mina la nostra psiche e il nostro stesso corpo! Siete un giovane al di fuori del tempo, guardatevi intorno! Questa nostra epoca è l’epoca della libertà! Quasi tutti  hanno capito che è inutile perdere tempo, bisogna avere tutto,   subito e ad ogni costo! Godere di ogni piacere, conservare il più a lungo possibile la bellezza e la gioventù devono essere  l’unico scopo della vita e voi siete l’unico sciocco che non lo ha ancora capito!

A. Meis: Forse gli sciocchi colgono il meglio del mondo:  vivono come tutti dovremmo vivere , tranquilli, indifferenti e senza apprensioni; non fanno male ai loro simili e non ne ricevono dalle mani altrui!

Lord Enrico: Siete incorreggibile, volete farmi credere che per vivere tranquillo preferireste divenire uno sciocco, non offendetevi, ma, dicendo ciò, dimostrate di esserlo! Adesso che siete giovane e potete ancora godere dei piaceri della vita potete “atteggiarvi”, dando scarsa importanza alle mie argomentazioni! Quando sarete vecchio e il tempo avrà scavato sul vostro viso le sue orrende tracce, darete più importanza alla giovinezza; quando vi renderete conto di ciò, la vita vi sembrerà orribile.

A. Meis: Parlate come se tutto questo dovesse avvenire domani, io sono ancora giovane e ci vorranno molti anni prima che tutto quello che mi dite si avvererà. Il tempo a volte pare non scorrere mai !

Lord Enrico: La vostra è un’illusione, il  tempo passa e non torna mai indietro,  la  gioia di vivere che c’è in noi a vent’anni lentamente si spegne, si indeboliscono i muscoli, i sensi si corrompono e degeneriamo nelle orrende  immagini di noi stessi deturpate dal tempo.

A. Meis: Per quanto vi affanniate a convincermi che la gioventù sia l’unica cosa da coltivare e sfruttare a pieno,   continuo a pensare che ben altri dovrebbero essere i valori da coltivare! Del resto l’avanzare del tempo è inevitabile e non esistono rimedi contro la vecchiaia!

Voi, per quanto bravo nella vostra professione di chirurgo plastico, date alla gente, che chiede le vostre prestazioni, solo l’illusione di una rinnovata gioventù!

Lord Enrico: E vi pare poco!? Una donna dai seni cadenti e con il sedere grasso e ripugnante riacquisterà, con la mia opera, una silhouette perfetta  e potrà sollecitare giovani ventenni ad avere rapporti con lei! Si illuderà di essere ancora giovane ed attraente.

A. Meis: Quindi ho ragione io: voi vendete illusioni!

Lord Enrico: Da giovani, spesso, non si sospetta  affatto di ciò che realmente si è, e spesso la  vita va sprecata  perché nessuno ci spinge a riflettere  e perché la giovinezza dura così poco! Io consento, a chi non ha sfruttato i suoi tempi migliori per godere appieno della vita, di farlo. Rivelo a ciascuno la sua vera natura, consento a chi vive, ossessionato dal ricordo di passioni che lo spaventarono   e di tentazioni a cui non riuscì ad abbandonarsi, di potervisi abbandonare!

A. Meis: Perdonatemi, ma la vostra influenza è deleteria! Voi convincete i giovani che qualsiasi cosa essi vogliano commettere è pienamente giustificabile, anzi quasi necessaria!

Lord Enrico: Non solo i giovani, questi nella maggioranza dei casi lo hanno già capito, mi rivolgo piuttosto   a chi è più avanti negli anni, per loro la mia opera è ancora possibile! Scusate, ma non vi ho ancora chiesto di cosa vi occupate!

 

A. Meis: Vi è stato già detto che mi chiamo Adriano Meis,  e mi occupo di teatro! (A.Meis è il personaggio Pirandelliano della commedia “Il fu Mattia Pascal”, che pensa di risolvere i suoi problemi cambiando identità)

Scena quinta

Lord Enrico: Il vostro nome…Il vostro nome mi ricorda qualcosa, devo averlo letto da qualche parte! Siete un impresario, o cos’altro?

A. Meis: No! Scrivo testi teatrali! E sono qui al seguito di una compagnia che a giorni reciterà una mia commedia!

Lord Enrico: Un artista, avrei dovuto immaginarlo! Gli artisti vivono in un mondo tutto loro, anzi spesso cercano di sfuggire al mondo! Gli scrittori, poi,  sono  i drogati della parola, vorrebbero   vivere sempre in quello  stato di grazia  che loro chiamano “vena” e quando non sono in “vena” cadono in crisi di astinenza. In loro c’è il bisogno continuo di sfuggire alla realtà per vivere in uno stato pari a   quello che si può ottenere con il buon vecchio oppio.

A. Meis: Non posso darvi torto, «per sfuggire al mondo non c’è niente di più sicuro dell’arte, ma niente è meglio dell’arte per tenersi in contatto con il mondo.» (Johann Wolfgang Goethe)    Per me è il teatro ad essere la  coscienza della vita.

Lord Enrico: Perdonatemi, se ve lo dico, ma gli artisti sono davvero degli strani personaggi, sono allo stesso tempo i miei migliori e miei peggiori clienti!

A. Meis: Non vedo come ciò possa essere possibile, penso che una cosa escluda l’altra,!

Lord Enrico: Gli artisti pensano tutti di poter fare a meno di me, pensano di poter fermare il tempo attraverso le loro opere. Fissare l’attimo di una sensazione con dei versi, fissare un’immagine con i colori su una tela, ripetere all’infinito su un palcoscenico le emozioni di una tragedia: è l’ossessione della loro vita, non si rendono conto che tutto ciò è una sciocchezza; pensano attraverso le idee di “creare” nuove realtà, di acquisire una capacità che si attribuisce a un dio!

Nello stesso tempo quando la vecchiaia incombe vengono da me per un “ritocco” alle rughe che appesantiscono i tratti dei loro visi. Gli artisti temono la vecchiaia e la morte più di ogni altra cosa e più di quanto un qualsiasi essere umano tema !

A. Meis: Non mi considero un artista , il caso ha voluto   che qualcuno mi abbia spinto a scoprire  la capacità in me innata di colloquiare con me stesso, ad ascoltare le “voci” che sono dentro di me!

Lord Enrico: Come vedete qualcuno vi ha influenzato nell’attuare a pieno quella che è la vostra natura! Non vedo perché la mia influenza debba apparirvi deleteria! Comunque, tra tutte le arti il teatro è quello che più   affascina anche me, spesso la finzione del teatro è più vera della vita con tutte le sue falsità! Ed è lo spettatore ad essere rappresentato con tutte le sue debolezze , i suoi vizi e le scarse virtù!

“E poi nella realtà non avviene nulla che corrisponda rigorosamente alla logica” (Nietzsche) Credetemi, convincetevi della mia buona fede nel volervi influenzare ad abbracciare le mie convinzioni,  la mia non è affatto una cattiva influenza!

A. Meis: Per  quanto io ne sappia, non esistono buone influenze; influenzare qualcuno significa farlo pensare con pensieri che non sono i suoi, in un certo qual modo rubargli l’anima! Già, ma voi sostenete che l’anima non esiste e quindi ammettete qualsiasi tipo di influenza!

Lord Enrico: Anche la “vostra” madame Mneme  con la sua attività in questo circolo culturale esercita un’influenza sugli artisti che ne fanno parte ! Li spinge a mettere a nudo la loro interiorità, a perseguire la cultura del bello, a cercare in se stessi la spiritualità dei sentimenti! Ma credetemi, nella vita  il “marcio” si insinua in ciascuno di noi, recitare una poesia non ci migliora affatto, anche nella mente di un poeta si può trovare un altro essere insospettato in cui passione e ragione, istinto e volontà, tendenze e idealità mostrano che in noi vivono più e opposte personalità. Come dunque parlare di un’anima? Se questa esistesse dovremmo dire che in ciascuno di noi vivono e combattono tra loro più anime!

Cameriere: I signori sono impegnati in una discussione di grande “spessore” e, visto che mi avete concesso di esprimere liberamente i miei pensieri, vorrei dire la mia opinione , non tanto sul numero di anime quanto sulla sede, all’interno del  nostro corpo, dell’anima. Il discorso è semplice: se noi   incontrando un poveraccio,  che  non mangia da più e più giorni, che ci appare afflitto e sembra che la sua anima voglia sfuggire   da quel corpo  per non patire essa stessa tanto dolore, ebbene, se noi a quest’uomo offrissimo, senza badare a spese, un bel pranzo, vedremmo  in lui rifiorire il suo animo, e se, per di più, gli offrissimo un buon fiasco di vino,  potremmo persino sentirlo cantare, è logico pensare che la sede dell’anima debba di sicuro essere nello stomaco…chissà, forse nel piloro!

A Meis: Tacete! (rivolto al cameriere)  Quello che dite non fa testo né fa parte del contesto! 

 

Cameriere: Vi ricordo che sono stato invitato ad esprimere liberamente il mio pensiero, non potete affermare una cosa e poi pretenderne un’altra!

A. Meis: Lasciate perdere…(Poi rivolto a Lord Enrico) Vi stavo dicendo che  nel momento    in cui ci si accinge ad ascoltare una poesia, nel momento in cui si osserva un’opera d’arte , o quando  un  attore mette del sentimento nel recitare la sua parte, ci astraiamo totalmente, non abbiamo più la percezione del tempo, non esiste più nulla,  svaniscono tutte le nostre paure. La nostra personalità si annulla, la lotta che c’è in noi tra le nostre anime si sopisce per dare libero sfogo all’anima del sentimento.

Lord Enrico: Non capisco perché insistiate nel negare che il vostro  è l’animo di un artista, in tutto quello che mi dite rivelate le vostre   tendenze artistiche, ma perdonatemi, se ve lo dico, anche   le vostre scarse conoscenze scientifiche.

A. Meis: Vi prego, prima di trarre delle conclusioni lasciatemi finire… Mi capitò di ascoltare la poesia di un’anziana signora , rughe profonde solcavano il suo viso, spesse lenti da vista l’aiutarono nella lettura dei suoi versi, nulla c’era di attraente in lei, poi quando madame Mneme le diede la parola , fu come se le muse fossero intorno a noi offrendo la Lesmosyne sgorgata dal Lete e l’oblio si impadronì delle menti. Per un breve momento fu silenzio, il tempo si fermò, la poetessa, mentre declamava, riacquistò la femminilità perduta, nessuno badò più alle sue rughe , dopo, la “memoria” riprese la parola e il tempo ricominciò a fluire.

Cameriere:  Attraverso le muse  la “memoria” diveniva accessibile agli uomini, che così possedevano la memoria su cui si fondavano il canto dei poeti, le musiche e le danze. Il concetto di memoria era inteso come il ricordo   dei miti la cui ripetizione conferiva sacralità e significato all’esistenza umana, ma la memoria rendeva anche duraturi i dolori, e per placare questa angoscia le muse offrivano la lesmosine: (cambiando il tono della voce) l’obliiio. La memoria consentiva di conoscere le primordiali esperienzedell’essere  cui era commista la moorteee, e l’obliioo coincideva con la condizione dei morti…(cambiando il tono della voce) loontaaniii dall’esisteenza terreenaaa. 

A. Meis: (rivolto al cameriere) Vi sarà stato dato il permesso di intervenire nelle discussioni, ma vi  prego di evitarci questa pantomima.

Lord Enrico: (rivolto ad Adriano Meis) Con questo, cosa volete dire? Non vorrete sostenere che la poesia possa essere in grado di fermare il tempo?

A Meis: No di certo! Nulla può arrestare il tempo , ma la poesia, così come ogni altra forma d’arte, è legata alla “memoria” di noi stessi, è il ricordo  delle cose sensibili che conferiscono sacralità e significato all’esistenza umana . L’arte è l’attività umana per eccellenza volta a comunicare i sentimenti e le emozioni. L’arte è armonia, è bellezza. «L’uomo non può svelare il suo essere se non nel linguaggio della poesia , di conseguenza il giusto atteggiamento nei confronti dell’essere è quello del silenzio per l’ascolto dell’essere. I sentimenti rivelano l’essere molto più dell’intelletto; i poeti lo rivelano meglio dei filosofi.» (Heidegger, 1889-1976)

Lord Enrico: La poesia…!   Parole senza senso, la ricerca inutile di ritmi e rime! L’amore è lo strumento attraverso cui  l’istinto può dare libero sfogo a se stesso. Arti pittoriche, musica, e tutto il resto sono solo una copia approssimativa di quanto già esiste in natura! Vi ripeto,   le vostre  affermazioni sono dettate dalle scarse conoscenze scientifiche  su come realmente sia fatta la nostra psiche! 

Scena sesta

A Meis: Voi non finite mai di sorprendermi …non mi direte che, oltre ad occuparvi di chirurgia plastica, siete anche esperto di psicoanalisi!?

Lord Enrico: Non c’è nulla di cui dobbiate restare sorpreso, il mio dovere di   medico è quello di tenermi aggiornato anche in campi che esulano dalla mia specializzazione. Sappiate, comunque, che questa scienza, la psicoanalisi può, a mio parere, essere di aiuto nella cura di molte malattie. La conoscenza della psiche di un paziente può quindi tornarmi utile….molto utile.

A. Meis: Perdonatemi, ma capisco che   ci possa essere una relazione tra la  psiche e una malattia del corpo, ma non vedo  che relazione ci possa essere con l’arte.

L’arte è solo “spiritualità,” non ha nulla a che spartire con il corpo!

 

Lord Enrico: Sappiate che in quelle  che voi chiamate opere d’arte ci sono dei “messaggi  cifrati” ,   un giovane psicologo svizzero….un certo…Carl Gustav Jung ha chiamato  questi messaggi con il nome di  archetipi (inconscio collettivo) mito, religione, nascita, morte, sesso, figura paterna e materna,  questi messaggi riescono a raggiungere, superando la  “coscienza,” la parte più recondita del nostro “io” ; quando ciò accade si prova una sensazione  di profondo benessere. Sembrerebbe che tutti noi ereditiamo biologicamente queste informazioni. Credetemi,  l’uomo non ha nulla di creativo in sé, può solo mescolare quanto già esiste! Sappiate che esiste solo lo spazio e il tempo,  poi l’intelletto, che pensa i dati sensibili, li ordina! Anche il colore di un fiore potrebbe essere nient’altro che una sequenza matematica!

(Il cameriere che sta ordinando i giornali in un portariviste, prende la parola e tra sé e sé recita la sua battuta)

Cameriere: Spazio e tempo…! La solita mania di grandezza che spinge l’uomo a rapportarsi con cose di cui non ha concezione, lo spazio e il tempo sono infiniti e la nostra limitatezza non può definire l’infinito! Se date un’occhiata all’universo da un telescopio, lo vedrete immenso, ma nello stesso tempo vi sembrerà di poterlo toccare , se però vi mettete nei panni dell’universo, che vi guarda dallo stesso cannocchiale, ma dalla parte opposta,  vi renderete subito conto di cosa siamo!

A Meis: La natura tutta ci parla di Dio, della sua grandezza; la bellezza di un fiore, anche se fosse determinata  da una sequenza numerica, dimostra ugualmente l’esistenza di Dio. La vita di ogni creatura è sacra! Anche la nostra creatività è un dono di Dio, e credetemi,  non ha nulla a che spartire con l’inconscio collettivo. Ho letto, di recente, il lavoro di un giovane autore italiano…Un racconto in cui un uomo rimaneva imprigionato in una giara, ebbene questo racconto è stato molto apprezzato dalla critica …credetemi una vera e propria opera d’arte…dovreste leggerlo per poi spiegarmi che cosa vi sia in esso che abbia a che vedere con la psicoanalisi.

Lord Enrico: Sì! Ho letto anch’io questo racconto e vi posso assicurare che l’ho trovato molto divertente, in alcuni momenti addirittura esilarante, ma anche in questo racconto c’è un messaggio cifrato…andiamo, siete stato voi stesso a dirmi che l’uomo è un animale simbolico…e non riuscite poi a vedere l’elementare simbologia che viene usata in questo racconto!

A Meis: Secondo quanto mi dite, allora  sembrerebbe facile“assemblare” un’opera d’arte, basta mettere dentro un po’ di sesso, un po’ di  mito….Perdonatemi, ma non credo, affatto, che sia così semplice.

Lord Enrico: Avete ragione, il discorso non è così semplice, abbiamo detto che l’uomo è un animale simbolico, che  i messaggi all’interno di un lavoro artistico sono “cifrati” e che a decifrarli è il nostro subconscio; lo stesso autore di un’opera d’arte lavora immerso nei suoi pensieri ed è guidato in essi dal suo inconscio, per cui probabilmente non si rende conto egli stesso della “simbologia” che sta usando.

A Meis:Ebbene!?Quale sarebbe, secondo voi, il messaggio “cifrato”…la simbologia  che l’autore di questo racconto ha  inconsapevolmente   utilizzato?

Lord Enrico: Mio giovane amico….è semplice… La giara, oltre a contenere olio, rappresenta l’utero materno; nelle tombe del neolitico i corpi venivano chiusi in recipienti di terracotta in posizione fetale (manifesto desiderio di rinascita dell’uomo primitivo ) e sepolti in tombe scavate nella roccia calcarea. Ecco che inaspettatamente  in un racconto così allegro e gioioso emergono messaggi  di nascita, di morte, che percepisce solo il nostro subconscio.

A Meis: (con l’aria di chi ha  percepito una rivelazione) La paura della morte, dunque! L’angoscia di fronte a questo inevitabile evento è, quindi, l’ossessione che strugge tutti noi …gli artisti  cercano solo di rinascere attraverso le loro opere...di “guadagnarsi” una illusoria immortalità! 

Lord Enrico: Credetemi, non c’è nulla di sacro nell’esistenza umana e nulla di trascendentale nell’arte! Gli uomini primitivi cercavano il contatto con la divinità attraverso i loro graffiti, con le loro danze, più avanti i greci lo cercarono con le rappresentazioni teatrali, con la poesia, la chiesa ripete fino all’ossessione i suoi riti, ma questo contatto, che io sappia, non è mai avvenuto! Pretendete di curare l’anima con l’arte, con la poesia, con le credenze religiose, datemi retta: nulla può curare quella che voi chiamate anima se non i sensi.

A Meis: Mi fate paura, siete un demonio, quello che dite è come un’istigazione al peccato! Se dovessi ascoltarvi, rimarrei sconvolto nell’anima e nel corpo! 

Lord Enrico: Io un demonio !? Guardate , piuttosto, il vostro Dio, e ditemi se in tutte le sue macchinazioni non vedete qualcosa di diabolico, si comporta con gli uomini come se fossero dei bambini, gli mette davanti una torta e dice: guai a toccarla, è peccato! E per di più dà allo stesso uomo gli istinti che suscitano in lui i più sfrenati desideri, poi fornisce pure il lume della ragione, ma non un lume potente che possa realmente “illuminarci”, un lumicino fioco che ci lascia intravedere solo la “torta”! Devi soffrire, dopo starai meglio! Devi morire, dopo rivivrai! Frena i tuoi istinti, porgi l’altra guancia. Io voglio stare bene adesso, voglio colpire chi mi ha colpito con una ferocia doppia. E se proprio il mio destino è quello di soffrire , vorrei essere lasciato libero di morire! No! Questo proprio non è possibile! E ti fornisce pure dell’istinto di conservazione per cui tu sei costretto a patire, vivo, le pene dell’inferno.

A Meis: Avete trasformato Dio nel più ignobile degli esseri, ogni vostra parola è una bestemmia e “dipingete” l’uomo come un essere in tutto e per tutto uguale ad un animale, avete fatto divenire lecito l’illecito, morale ciò che è immorale, avete trasformato, privandolo dell’anima, l’uomo in un fantoccio di carne, non avete alcuna cognizione del peccato!  

 

Lord Enrico: Il corpo pecca, ma una volta che ha peccato ha superato la sua colpa perché l’azione è una forma di purificazione: nulla più rimane se non il ricordo di un piacere  . «E il primato ad ogni altra pulsione istintiva  è dell’istinto sessuale.» (Sigmund Freud) Sappiate inoltre che c’è nell’uomo una crudele aggressività che rivela in lui una bestia selvaggia alla quale è estraneo il rispetto per la propria specie.

A Meis: Voi  conoscete l’animo umano e ne tentate la parte più debole!

 

Lord Enrico: Liberate l’aspetto impersonale (Id, S.Freud) che avvertite in voi e  uscite dalla prigione dell’ego! Sappiate che l’unico modo per liberarsi di una tentazione è  soddisfarla: resistete e la vostra anima si ammalerà di nostalgia per le cose che si è vietata. Date soddisfazione immediata e totale ad ogni vostra pulsione, godete di ogni piacere, anche se ciò che desiderate è al di fuori di ogni legge e di ogni principio morale. Rendetevi conto che per ciascuno di noi viene il momento  di lasciar cadere  come illusioni   le speranze che  riponiamo in gioventù  per i nostri simili, e di sperimentare quanto  la vita sia spesso resa aspra e gravosa dalla loro malvagità.  

Il Cameriere: Eh…La psicanalisi…l’uomo non conosce se stesso se non attraverso la psicanalisi…E pensare che per qualcuno «la psicanalisi è quella malattia mentale di cui ritiene essere la cura!» (K.Krauss)

 .

Lord Enrico: Le leggi della religione, al giorno d’oggi, appaiono anacronistiche,  sono nate nella notte dei tempi,  partorite dalle menti di uomini primitivi che non   sapevano spiegare nulla  di quanto avevano intorno e davano significati religiosi a qualsiasi cosa! Si dice che io menta sempre, ma, visto che voi volete andare oltre la “superficie” ed intendere a tutti i costi i significati dei “simboli,” vi racconterò una storia: l’uomo viveva felice  nel giardino dell’Eden posto all’estremo orientale  del mondo (I greci ponevano all’estremo occidentale e notturno del mondo un giardino sacro a Zeus, custodito dalle delle Esperidi e dal serpente Ladone) e ciò che guidava tutti gli atti della sua vita era l’istinto, poi commise  la leggerezza di voler rubare, dall’arbusto che ardeva senza mai consumarsi, il fuoco dell’onniscienza (Prometeo rubò a Zeus il fuoco per darlo agli uomini) e fu punito, la punizione fu la possibilità della “conoscenza”  , attraverso essa l’uomo si roderà in eterno il fegato, come Prometeo, legato alla rupe, nel tentativo di dare una spiegazione a cose che non può spiegare! Il vostro buon Dio, lassù  sghignazza per la  sua diabolica punizione. Ditemi, se avete “inteso”, chi è più subdolo io  o il vostro Dio che  parla di perdono, ma che non sa perdonare?!

A.Meis: Vi sbagliate, quella non fu una punizione perché insieme alla conoscenza fu data anche la coscienza in modo che l’uomo potesse combattere contro le creature della notte che aleggiano nel suo  inconscio.    …… la storia dell’uomo è incominciata con un atto di disobbedienza , Adamo ed Eva stavano dentro la natura come il feto sta dentro l’utero della madre, ma il loro atto di disobbedienza ha scisso il legame originario con la natura e li ha resi “individui”, il peccato “originale” lungi dal corrompere l’uomo , lo ha anzi reso libero; è stato  esso  l’origine della sua storia . L’uomo ha dovuto abbandonare il paradiso terrestre per imparare a dipendere dalle proprie forze e diventare pienamente umano. E  come ci insegna il delitto di Prometeo (“Colui che sa prima” o “prima del tempo”)  che ruba il fuoco agli dei  e pone le fondamenta dell’evoluzione umana , come ci insegna il cammino storico dell’uomo, l’uomo ha continuato ad evolversi mediante atti di disubbidienza.

Cameriere: Eh…sì! Una persona cresce e diventa libera mediante atti di disubbidienza; libertà e capacità di disobbedire  sono inseparabili. Tutti i politicanti parlano di libertà, ma tutti i governi avversano la capacità di disubbidire o con la forza o con la persuasione .

Lord Enrico: In pratica Dio abbandonò l’uomo a se stesso, in un’eterna lotta con se stesso! Libero, ma solo, libero, ma bisognoso di tutto,    alla mercé della natura selvaggia che lo circondava e all’ostilità dei propri simili.

A   Meis: Il vostro è un istinto di morte, un istinto di odio e di distruzione; io preferisco credere in un istinto di vita, e di  creatività!

Fine del primo atto.

sipario

SECONDO ATTO

(Entra in scena Madame Mneme insieme a lord Arthur, Adriano Meis le va incontro )

scena settima

A Meis: Signori, ho l’onore di presentavi Madame Mneme, anche se credo che non abbia bisogno di presentazioni, sarete, di certo, tutti a conoscenza di quanto incisivo sia il suo impegno nell’arte, nella poesia e   quanto le stia a cuore l’esperienza estetica dei soci del suo circolo culturale.

Lord Arthur: Cara M. Mneme, appena ho saputo del vostro rientro in città ho subito pensato che avreste avuto bisogno di una sede adeguata  per le vostre riunioni, spero che questa volta la vostra permanenza sarà più lunga.

M. Mneme: Caro Lord Arthur, quanto tempo è passato…Sappiate che in tutto questo tempo mi è mancata la vostra dialettica, eravate il mio interlocutore preferito. Con voi tutte le discussioni sull’arte, sulla poesia, sul teatro, erano stimolanti, le vostre opinioni, le vostre affermazioni mi sono rimaste impresse nella memoria. Ricordo ancora le vostre “massime” nei riguardi di un’opera d’arte: «L’apparire ordinato nell’opera è il bello. La bellezza è una delle maniere in cui è presente la verità (Martin Heidegger).» E sappiamo tutti che la bellezza non si discute, non possono esserci opinioni discordanti su ciò che è bello! Oh Lord Arthur…sono proprio felice di essere qui …sono passati tanti anni, ma sembra proprio che tutto questo tempo non sia passato affatto!

Lord Arthur: Cari amici, ho l’onore di presentarvi Madame Mneme… il dottor Enrico, si occupa di chirurgia plastica ed è un luminare nel suo campo………i membri del direttivo; ci siamo sentiti   tutti onorati e concordi  nell’ospitare i soci del vostro circolo culturale nei locali di palazzo Parnaso, e speriamo che il vostro ritorno sia definitivo. 

M. Mneme: Purtroppo questo non è proprio possibile, io e il mio gruppo ci fermeremo qui solo per il tempo necessario per preparare la  rappresentazione del testo teatrale  scritto dal signor Adriano Meis!

Lord Arthur: Mi spiace di sentire che vi separerete nuovamente da noi, mi era stato detto che vi sareste ristabilita nuovamente qui!

M.Mneme: In questa città sono veramente poche le persone che apprezzano le mie capacità artistiche, ma sappiate che sono in un numero di gran lunga inferiore le persone che io stimo. All’inizio della mia carriera artistica diedi da leggere alcuni miei lavori  a  persone che consideravo amiche, il massimo  dei commenti   si limitò ad un “credevo peggio,” uno di loro arrivò persino a chiedermi se prima di scrivere qualcosa   esponessi   la testa ai raggi del sole.

Lord Arthur: Avete ragione ad essere stizzita, ma dovete avere un po’ di comprensione, la gente di una piccola cittadina di provincia si dibatte nella noia,  e l’unico “piacere”  non è certo quello di sottolineare i momenti positivi della vita degli altri!   

M. Mneme: Le persone che ho dovuto frequentare negli ultimi anni della mia permanenza in questa città  trovavano interesse solo a far quattrini, sì… erano proprio e rimarranno dei  “personaggi da quattro soldi”. La prosopopea, la voglia di “apparire” a tutti i costi e l’intrallazzo sono la loro vera natura.

Lord Artuhur:   Avete ragione, questo è un posto strano, è una terra strana, la gente, che sembra così aperta e gioviale, in realtà  è  diffidente verso i propri conterranei ed è più disponibile per chi viene da fuori!  Nel tempo si sono selezionati i caratteri ereditari peggiori, compreso i “geni”  che riguardano il nostro proverbiale “fatalismo” ma è un posto di cui non puoi più fare a meno, soprattutto se ci sei nato!

M.Mneme: E’ vero non si può fare a meno di questa terra, è paragonabile ad un deserto con il vento che fa mutare l’aspetto delle dune, qualcuno ha detto che «è una terra che appare uguale a se stessa nel tempo e nello spazio ma nel tempo e nello spazio è sempre diversa» , farei volentieri a meno, però,  dei miei conterranei che la rendono così desolata.   Un giorno, penso che   mi ritirerò  nella mia casa in campagna per  dedicarmi alle mie cose , ai miei lavori ….e cercherò di evitare       questa gente che la  Domenica indossa la maschera del perbenismo bigotto e si percuote il petto , per poi  tutta la settimana  riprendere le consuete “abitudini” !

Lord Arthur: Comprendo l’amarezza che vi pervade, ma gli artisti, se non vogliono essere scambiati per selvaggi, di tanto in tanto devono apparire in pubblico.

M. Mneme: Chiamate pubblico una massa di  critici e criticoni, mi interessa poco il giudizio di costoro. I critici con le  loro parole cercano  di dar libero sfogo al loro desiderio di “apparire” ,  lo fanno a spese di chi si mette in gioco con i propri lavori  e di solito non sono mai d’accordo tra loro, a me basta essere in accordo con me stessa! I criticoni e le donnette  da “cortile”  beh ! Penso che  non meritino alcuna considerazione!

Ameis: La gente è uguale dovunque, tutti sottolineano i comportamenti di tutti, ma nessuno è disposto a mettere in discussione i propri. La perfezione sta solo dalla loro parte!

Cameriere: Come si dice…chi è senza peccato scagli la prima pietra. L’importante è la “facciata,” dietro poi se ci sono i comportamenti più ignobili che importa! «Quell’uomo!? Persona rispettabilissima! Eppure in un momento di debolezza  ha rubato…S i s s i g n o r i!  Ha rubato! Egli stesso si chiede: come ho potuto fare questo!?( L. Pirandello)» Però sotto, sotto si compiace di aver rubato senza che nessuno lo scoprisse; quell’altro teneva una corrispondenza  a spese dell’ufficio in cui lavorava ssst.. nessuno deve saperne  niente, e quello ancora …aah quello,…quello è colluso con la chiesa, scusate, ma il termine colluso potevate evitarlo, dico e ribadisco colluso, le sue raccomandazioni sono una garanzia, ha costituito una piramide mafiosa con alla base il favoritismo.

Quell’altra, a guardarla sembrerebbe una monaca laica, ma è di una cattiveriaaa. Così ogni giorno questi bravi cittadini nei loro “circoli”,  dove ogni cosa è impregnata dal fumo,  commentano gli avvenimenti, «forse cercando di dimenticare che nel preciso istante in cui stanno parlando di questo  o di quell’altro la moglie gli fa le “corna” con il migliore amico di famiglia (L.Pirandello: “La Morsa)», o i figli si “impasticcano” per il disgusto di avere a che fare con un “simile” genitore”!

Lord Arthur: «Quanto più è difficile la lotta per la vita , e più sentita in questa lotta la propria debolezza, tanto maggiore si fa poi il bisogno del reciproco inganno. La simulazione della forza, dell’onestà , della simpatia, della prudenza…. sono una forma di adattamento, un abile strumento di lotta, (L.Pirandello)» ma attenti a non lasciar cadere la maschera,  la personalità che faticosamente cerchiamo di costruirci…la facciata, tutte queste forme fittizie  crollerebbero miseramente.

Lord Enrico: E gli altri, tutti gli altri, quelli che della “facciata” hanno fatto una ragione di vita, saranno lì, pronti ad assalirti.

A Meis: Quello che conosciamo di noi non è che una parte, una piccolissima parte, spesso ci ritroviamo a fare ragionamenti  ai limiti della coscienza, a compiere azioni che non penseremmo mai di essere capaci di compiere ad avere delle premonizioni sconvolgenti ed è proprio in quei momenti che non riusciamo a controllare le nostre emozioni, a tenere in piedi la “facciata” che ci eravamo costruiti!

  

M. Mneme: Ed ecco che tutti ci affanniamo a nascondere quella che è la nostra vera natura, e siamo così convinti della nostra “apparenza” che finiamo per crederla vera: così ci crediamo “severi”, “buoni”, “generosi”, nascondendo   a noi stessi , ma soprattutto agli altri, di essere, forse,  proprio il contrario di quello che vorremmo far credere di essere.

Cameriere: Tutti mascherati, sembra proprio il carnevale di Rio, peccato che non ci siano le ballerine e che invece  siamo tutti  in corsa verso un unico “destino”, ma lì, proprio lì, in vista del “traguardo,” potrà capitare di vedere il “buono” incattivirsi, il “coraggioso” divenire vile, l’ateo diventare di punto in bianco credente.   

 

Lord Enrico: Ho come l’impressione di avervi conosciuta, ma non riesco a ricordare dove e in quale occasione!

M. Mneme: E’ impossibile, sono rimasta all’estero per molti anni, avrete incontrato, di sicuro, qualcuno che mi somiglia…però, a guardarvi bene, anch’io ho la stessa impressione …come di una fisionomia già vista! Ora ricordo!  Durante il mio soggiorno a Parigi incontrai (soprappensiero) …Pensate era anche lui un  dottore …che vi somigliava in modo impressionante.

Lord Enrico: Sono stato a Parigi, ma non ricordo di aver mai conosciuto nessuno che avesse il vostro nome, e il vostro è un nome che difficilmente si dimentica!

Lord Arthur:  Il segretario del direttivo vi mostrerà le stanze che abbiamo destinato per le riunioni del vostro gruppo, io vi raggiungerò tra qualche istante! (Madame Mneme e il segretario del direttivo si allontanano ed escono di scena)

Scena ottava

Lord Enrico: La vostra madame Mneme …adesso ricordo, l’ho conosciuta diversi anni fa, ero in visita al sanatorio mentale di Parigi e lei era una paziente del professor Husserl, affetta da turbe mentali parossistiche con sdoppiamento della personalità.

A.Meis: State scherzando!? Di sicuro la confondete con qualcun'altra, conosco M. Mneme da diversi anni e vi posso assicurare che non ha mai dato segni di alcun disordine mentale!

Lord Enrico: Sono più che sicuro che fosse lei, allora si faceva chiamare Lady Mens

Cameriere: (con aria pensierosa)

Lady Mens…vuol dire mente !…Mente, ha origine dalla parola latina mens, ma significa anche mentire!

Lord Enrico: Pensate, sosteneva che l’umanità fosse il risultato di incroci con materiale genetico di esseri giganteschi provenienti dal pianeta Nibiru … un pianeta che secondo lei avrebbe un’orbita   fortemente eccentrica e che sta per tornare vicino alla Sole e quindi alla terra.     ..Figurarsi!

 

Cameriere: Grande popolo i Sumeri!…  Pensate che  rappresentavano nei loro bassorilievi il sistema solare con dieci pianeti e il decimo era appunto Nibiru. 

(Esce di scena)

    

Lord Arthur: Ho letto qualcosa in merito, anche nelle sacre scritture si parla  di leggendari giganti chiamati “Nefilim” discesi dal cielo e accoppiatisi con le femmine della razza umana (Genesi). Il ricordo di un’antica progenie dell’uomo dall’aspetto e dalla dimensioni di gran lunga superiori alla media, dunque, non è relativo solo ad antiche tradizioni popolari, ma si ritrova anche nei miti ed è comprovato da ritrovamenti archeologici. Un femore di dimensioni enormi è conservato al Mt Blanco Fossil Museum del nuovo mondo, le americhe, per intenderci, anche in Francia  vicino a Vichy, furono trovate ossa umane gigantesche.

Lord Enrico: Vi stimo troppo per credere che stiate parlando seriamente, non potete fare simili affermazioni,  questi sono discorsi che può fare solo un visionario, discorsi che  non hanno nulla di attinente alla realtà.

Lord Arthur: Vi posso assicurare che quanto affermo è reale, certo non mi sognerei mai di sostenere che questi esseri possano provenire da questo fantomatico pianeta! Penso, piuttosto, che questa progenie di giganti possa essere stata la base per le credenze mitologiche che si riallacciano ai Titani e alle loro leggendarie gesta!

Cameriere (rientra in scena) Scusate il disturbo, ma c’è un vostro paziente che chiede di voi!

Lord Enrico: Scusatemi, tra un momento sarò nuovamente con voi! Comunque, se fossi in voi L. Arthur cercherei di non perdere di vista Madame Mneme ,  se avesse una crisi potrebbe rivelarsi pericolosa per sé e per gli altri!       

A.Meis: Vi garantisco che Madame Mneme non ha mai avuto crisi di alcun genere! Il suo pensiero è sempre stato lucido, niente può far pensare che la sua mente sia minata dalla follia.

Lord Enrico: Col vostro permesso (Lord Enrico saluta ed esce di scena)

Lord Arthur: Prego, lord Enrico! (Poi rivolto ad A.Meis) Spesso chi è folle maschera molto bene la sua follia, difficilmente un occhio inesperto può rendersi conto che chi è di fronte a lui è matto. Adesso tacete, Madame Mneme sta rientrando in questa stanza, non vorrei che avesse sentore dei nostri discorsi per due motivi: il primo è che se nulla di quanto ha affermato lord Enrico è vero, la poverina con i suoi trascorsi familiare ne avrebbe a soffrire.

A.Meis  E il secondo motivo?

Lord Arthur: Il secondo motivo è che, se invece dovesse essere tutto vero, cioè che è pazza, potrebbe mettersi sul chi va là, e per noi diventerebbe più difficile scoprire la verità!

(Rientra in scena Madame Mneme insieme al segretario)

M.Mneme: Che meraviglia lord Arthur, le stanze che ci avete riservato sono quanto di più lussuoso ci sia mai stato messo a disposizione! Gli arredi, poi, sono davvero preziosi, è un privilegio poterne usufruire!

Il segretario: Il privilegio è nostro nel potervi ospitare!

Lord Arthur: La notizia del vostro ritorno, mi  ha riportato indietro nel tempo, al periodo felice della gioventù e al ricordo dei sinceri vincoli  di amicizia che mi legavano a vostro padre! Non ho potuto fare a meno di predisporre tutto quanto in mio potere per rendere il vostro soggiorno quanto più possibile gradevole!

M.Mneme: Vi sono grata per le vostre premure!  Volevo dirvi…Quell’uomo che si fa chiamare lord Enrico …sono riuscita finalmente a ricordare chi è, era ricoverato al sanatorio mentale di Parigi, pensate… sosteneva di essere la reincarnazione del Demonio!

Lord Arthur: Perdonatemi, se ve lo domando, ma voi come mai vi trovavate al sanatorio mentale?

M. Mneme: Facevo volontariato, dopo quello che successe ai miei genitori, trovavo giusto dedicarmi a quei poveri infelici!

Il segretario: Avendo conosciuto la vostra famiglia, non dubitavo affatto della vostra sensibilità e del vostro altruismo. Perbacco! Vostra madre era una santa donna, ma voi ricordate in tutto e per tutto la bontà d’animo di vostro padre!

A: Meis: Non credo affatto nell’esistenza del Diavolo, ma, se  esistesse,  lord Enrico ne sarebbe un’ottima “versione”. Ha cercato di convincermi in tutti i modi di vivere la mia vita in modo sfrenato, senza badare ai freni inibitori della  “ragione” , ma dando libero sfogo alle pulsioni dell’inconscio  che non conosce né giudizi di valore , né il bene e il male, né la moralità!

 M. Mneme: Pensate,  sosteneva di essere a conoscenza  del terzo segreto di Fatima, secondo il quale, presto…molto presto, ci sarebbe stata una perdita del credo religioso,  perché l’umanità si sarebbe resa  conto  della sua non unicità nell’universo!   

Lord Arthur: Non penso che sostenere la nostra non unicità nell’universo possa essere motivo di disordine mentale. L’universo è infinito e in esso è probabile che, così come ci sono miliardi di stelle come il nostro sole, ci siano anche pianeti in cui i fattori ambientali hanno reso possibile il formarsi della vita.

M.Mneme: Per di più, nelle sue farneticazioni, durante le fasi di sdoppiamento della sua personalità, diceva di discendere direttamente dai Nefilim: esseri provenienti da un pianeta di cui non ricordo il nome!

Lord Arthur: Nibiru, il pianeta di cui parlate si chiama Nibiru!

Il segretario: Figurarsi! Nibiru ….più che sembrare il nome di un pianeta, sembra il nome di una tribù di trogloditi!

M. Mneme: Lord Arthur, non mi direte che anche voi credete a fantasticherie del genere.

Lord Arthur: Io non so fino a che punto queste possano essere giudicate quali affermazioni dettate dalla fantasia , sono solo a conoscenza del ritrovamento di tavolette sumere nelle quali il sistema solare era rappresentato con dieci pianeti!

M. Mneme: Non capisco come possiate dar credito   alle presunte conoscenze tramandataci da un popolo le cui credenze erano basate su fantasie e superstizioni!

Lord Arthur: Mi dispiace dovervi contraddire, ma studi recenti confermano che il “decimo” pianeta esisterebbe davvero e questi studi  non solo confermano la sua esistenza, ma confermano anche il periodo di rivoluzione intorno al  Sole, che i Sumeri avevano calcolato in tremila e seicento anni!

Cameriere: Come abbiano fatto non è dato saperlo …certo, se fosse vero,…dovevano avere degli informatori molto…molto informati! 

Il segretario: Non mettevi anche voi ad esternare idee balzane! Chi diavolo pensate che potesse informarli? I Nefilim in persona? 

A. Meis : La cosa è alquanto strana, lord Enrico è un fermo assertore delle teorie evoluzioniste di Darwin, se esistessero altre “presenze” nell’universo  e se queste avessero interagito in qualche modo con il genere umano, bisognerebbe riscrivere tutti i testi di scienze dell’evoluzione e tutti i testi di religione!

Lord Arthur: Se volete sapere qual è la mia opinione, credo che quelle di Darwin siano teorie applicabili in modo assoluto solo agli animali, per quanto riguarda l’uomo ci sono ancora molti dubbi da chiarire…dubbi che probabilmente non riusciremo mai a chiarire!

Cameriere: (con aria misteriosa) A meno che  “qualcuno” un giorno non  venga a chiarirci tutti questi   dubbi!

Il segretario: Se non volete passare per visionario lasciate perdere,  non dite più simili eresie!

M Mneme: Perdonatemi ma tutti questi discorsi non hanno alcun fondamento logico, solo una mente malata può fare simili affermazioni!

Lord Arthur: Non sono del tutto convinto di quanto affermate, pertanto vi citerò alcuni passi delle sacre scritture:…(Con Enfasi) «(Genesi) Gli uomini che “caddero” sulla terra, videro che le donne della razza umana erano belle, si accoppiarono con esse e ne ebbero una discendenza» …

A Meis:  (con aria incredula) Così, secondo voi, potremmo tutti discendere non solo dagli scimpanzé, ma anche da  questi uomini che caddero sulla terra!?

M.Mneme: Quelle che dite sono assurdità! Le sacre scritture sono criptate e devono essere correttamente decodificate! In ogni caso vi posso assicurare che lord Enrico è malato! Ricordo che diceva che come medico si sarebbe specializzato in una disciplina che gli sarebbe tornata utile per procacciare le anime dei suoi pazienti a questi esseri, attraverso l’istigazione al peccato della vanità. Se non ricordo male, mi avete presentato Lord Enrico come un luminare nel campo della chirurgia plastica !? Sappiamo tutti che, la maggior parte delle volte, chi si sottopone ad un intervento del genere non lo fa per bisogno, ma per soddisfare la propria vanità!

Se fossi in voi, cercherei di non perderlo d’occhio!

Il segretario: Tutti questi strani discorsi   mi hanno messo di pessimo umore. Madame Mneme, avevate promesso di farci ascoltare alcune poesie, solo così forse potrò risollevare lo spirito!

M. Mneme: Allora vi prego di scusarmi, vado a  prepararmi, più tardi vi reciterò come promesso alcune poesie che ho riscoperto dopo tanti anni nei miei libri di scuola .  

Il segretario: Vi  faccio strada fino alle vostre stanze. Col vostro permesso(Rivolto a lord Arthur e ad A. Meis)  

Scena nona

Lord Arthur: (Con un inchino, bacia la mano di madame Mneme) Vi prego, andate pure! E.. a presto!

(il segretario e M. Mneme escono di scena)

A. Meis: (Rivolto a Lord Arthur) Dovreste premurarvi di tenere sotto controllo Lord Enrico, per quanto mi riguarda  cercherò di fare altrettanto con Madame Mneme.

Cameriere: Sarebbe opportuno chiedere consiglio ai medici del locale manicomio, chissà che non ci suggeriscano qualcosa in merito1

A.Meis: Siete matto anche voi? Non faremmo altro che scatenare uno scandalo! Dobbiamo agire con prudenza!

Lord Arthur: Per “tagliare la testa al toro” sarà bene spedire un cablogramma al sanatorio mentale di Parigi  e chiedere ai responsabili notizie sia di M.Mneme o Lady Mens  che di Lord Enrico, è evidente che uno dei due mente!

A. Meis: Potrebbero essere tutti e due a mentire.

Lord Arthur: Scriverò subito pregando il direttore del sanatorio di inviarci immediata risposta telegrafica. (Si siede e scrive il testo del telegramma) (poi rivolto al cameriere) Recatevi subito all’ufficio postale e spedite questo cablogramma e attendete la risposta .

Cameriere: Sì, signore, subito signore, ma  c’è un’altra eventualità:  potrebbero essere tutti e due a dire la verità?

Lord Arthur: Cosa vuoi dire, che sono entrambi matti da legare?

Cameriere: Non solo…non solo. Questa teoria del decimo pianeta mi affascina! Del resto , mi è sembrato di capire dai vostri discorsi che anche voi non escludete la possibilità che i Nefilim possano esistere realmente!

A.Meis: Non sarai diventato matto pure tu? Sono solo storie strampalate, e perdonatemi se ve lo dico, Lord Artur, immaginate da cervelli altrettanto strampalati!

Lord Arthur: I miei discorsi erano, dunque, così convincenti ? Sappiate che il mio unico scopo era quello di vedere le reazioni di M. Mneme!

Cameriere: Vi ricordo che molti studiosi hanno avuto in passato intuizioni che agli occhi di conservatori bigotti sono sembrate strampalate, ma che poi si sono, puntualmente, rivelate giuste!

Lord Arthur: In questo momento è importante avere al più presto notizie da Parigi, quindi recatevi all’ufficio postale,  spedite il cablogramma ed attendete la risposta.

Cameriere: Sarete subito servito , col vostro permesso. (prende il telegramma ed esce di scena)

A. Meis:  Spesso la scienza ufficiale è  frenata   nel fare ipotesi azzardate! Chissà? Se i Sumeri e gli antichi Greci erano a conoscenza dell’esistenza del pianeta Nibiru e un giorno questo pianeta fosse veramente scoperto, potrebbe essere, dunque, vero anche quello che questi antichi nostri progenitori affermavano in merito ai Nefilim!

 

Lord Arthur: Adesso siete voi  che  state perdendo il lume della ragione!? 

A Meis: Ma tutti i vostri discorsi sulle sacre scritture allora?…Gli uomini caduti sulla terra…Erano tutte vostre fantasie?

Lord Arthur: Niente affatto…nelle sacre scritture si parla veramente di quanto vi ho detto e di molte altre cose che però non hanno ancora trovato la giusta interpretazione!

A Meis : Devo complimentarmi con voi per la vostra abilità, eravate riuscito a convincermi che quanto affermavate rispondeva tutto a verità!.

Lord Arthur: Tacete, mi sembra di aver udito la voce di madame Mneme

(Rientra in scena Lord Enrico insieme a Madame Mneme e al segretario)

M. Mnene: Vorrei recitarvi alcune poesie, sono di  antichi autori che dialogavano tra loro con la poesia. Non vi annoierò,  una  è brevissima ,   tutte  sembrano   poesie di   autori contemporanei.

Lord Arthur: Saremo felicissimi di ascoltarvi, sarà un po’ come tornare ai vecchi tempi!

M Mneme: Oh, lord Arthur, vorrei dedicare a voi la mia recitazione per manifestarvi tutta la mia gratitudine . Solo voi, quando tutti gli altri, i cosiddetti “amici”, si sono defilati, mi siete rimasto vicino aiutandomi a superare i momenti più difficili della mia vita, senza il vostro conforto sarei di sicuro impazzita!

Lord Arthur: Dovete avere un po’ di comprensione, è nella natura umana banalizzare le difficoltà della vita degli altri, purtroppo dobbiamo renderci conto che siamo soli di fronte a eventi luttuosi e malattie.

M.Mneme: A voi che invece mi siete stato vicino dedico questa mia recitazione!

(si dispone alla recitazione, schiarisce la voce)

«Subito a me sulla pelle scorre sudore senza fine

E resto sconvolto nel vedere il fiore della giovinezza 

Insieme piacevole e bello.

 Magari durasse più a lungo.

Invece è come un sogno fuggevole

La preziosa giovinezza:

e la dura e deforme vecchiaia

sta subito sospesa sopra la testa ,

insieme ostile e obbrobriosa ,

che rende irriconoscibile l’uomo

e spandendosi dappertutto

rovina gli occhi e la mente!»

(Mimnermo)

 

(I presenti applaudono con eleganza)

M. Mneme: Quest’altra poesia che vi reciterò è dello stesso poeta. Ascoltate…. (si dispone a recitare la poesia, reclinando il capo e portando il dorso della mano alla fronte)

 

«Oh! Lontano da morbi e da funeste angosce,

sessantenne mi colga il dì fatale.»

(Mimnermo)

(i presenti applaudono con eleganza)

M. Mneme: E sentite cosa risponde invece …un poeta a lui amico e con il quale era in forte polemica per il  pessimismo che caratterizzava la sua poetica!

«Sessantenne mi colga il dì fatale.»

Codesto verso toglilo, ti prego, dammi retta,

non mi invidiare se la penso meglio,

cambia, dolce poeta, le parole e canta:

«ottantenne mi colga il dì fatale»

 (Solone)

 M. Mneme:Le prime due poesie sono di Mimnermo, l’altra è invece di Solone, entrambi poeti del VII secolo in Grecia.  Le opere di Mimnermo sono caratterizzate da una sorprendente “modernità”  e da  uno struggente pessimismo,  tema costante è la brevità e la  precarietà dell’esistenza , ma anche la forza dolce ed irresistibile dell’amore e le gioie della vita. Un aspetto significativo della personalità di Solone  è, invece, la positività, l’ottimismo e l’equilibrio con cui sa affrontare i vari aspetti dell’esistenza.

(I presenti applaudono con eleganza)

Madame Mneme: Allora, cosa ne dite? Pensate che queste poesie possano riscuotere apprezzamenti tra  i soci del vostro circolo?

Lord Arthur: I nostri soci sono tutti degli estimatori dell’arte in generale ed apprezzano molto l’arte antica, sarà un successo e poi la vostra recitazione è  sublime.

Il segretario: (Rivolto al pubblico a bassa voce) Successo? Un successone, bene che vada faranno gli scongiuri! E io che volevo risollevare lo spirito!

Madame Mneme: Bene,  vado a preparare tutto, voglio che la serata sia perfetta! Lord Enrico, vi prego,    mi aiuterete nell’organizzare la “scaletta” delle recitazioni ?

Lord Enrico: Sarà per me un onore, sono a vostra completa disposizione! Col vostro permesso!

(Escono di scena)

scena decima

(Il cameriere rientra in scena)

Lord Arthur:  (rivolto al cameriere) Avete portato la risposta che attendevo?

Cameriere: Ecco, signore, la risposta che attendevate!

Lord Arthur: (Apre il cablogramma legge silenziosamente, poi a bassa voce) Non sapremo mai la verità!

A.Meis: Che notizie ci date?

Lord Arthur: Pessime! Tutti i documenti relativi al periodo in cui M. Mneme e lord Enrico erano a Parigi sono andati distrutti in un incendio.

A.Meis: Orbene, ma i medici ricorderanno pure qualcosa?

Lord Arthur: Dei medici, il primario è morto in un incidente e il suo collaboratore si è trasferito nel “Nuovo Mondo”, nelle Americhe per intenderci.

A Meis: Sarà bene andare a cambiarci d’abito, tra poco incominceranno ad arrivare gli ospiti della serata e  sarebbe indecoroso accoglierli con un abito da pomeriggio!

 

Lord Arthur: Il discorso ….santo Dio ho dimenticato di   leggere a qualcuno il discorso di accoglienza che ho preparato per i soci del vostro circolo culturale!

Cameriere: Datemi la minuta, lo leggerò io mentre voi andate a cambiarvi d’abito, vi dirò poi le mie impressioni.   Se fossi in voi, comunque, non mi preoccuperei più di tanto. Un discorso è un discorso e potete stare sicuro che quando lo leggerete …riscuoterà  grandi apprezzamenti….

(rivolto al pubblico)  Soprattutto tra quelli che non ne ascolteranno nemmeno una parola!

(Escono tutti di scena tranne il cameriere che  approfittando del fatto che rimane da solo nella stanza, si siede in una poltrona che è disposta   con lo schienale rivolto  al pubblico).

(Rientrano in scena Lord Enrico e Madame Mneme)

Lord Enrico: Sono andati via tutti, pensa, io stesso ho suggerito a Lord Arthur di tenerti sotto controllo perché sapevo che eri pazza!

Madame Mneme: Perché, io no!? Anch’io gli detto di te. Figurati, gli ho detto che ti credevi il Demonio! Tanto sapevamo tutti e due che non avrebbero mai potuto scoprire nulla! Piuttosto, secondo i calcoli, quando il pianeta Nibiru sarà in vicinanza della Terra ?

Lord Enrico: Presto, molto presto! Dopo più di mille anni si renderanno conto che ciò che ci hanno tramandato i Sumeri risponde perfettamente a verità! Prima lo vedranno con i loro rudimentali strumenti di osservazione e i governi potranno ancora mentire sui “Nefilim” poi sarà visibile ad occhio nudo!

Madame Mneme: Quante anime sei riuscito a procacciare ai “nostri amici”

Lord Enrico: Molte! Moltissime! La mia opera diventa sempre più facile, la gente si lascia corrompere senza porre alcuna resistenza , e poi la maggioranza è già all’ultimo stadio di corruzione! (Escono di scena)

Cameriere: Volevate sapere la verità, che ci crediate o no per noi la verità è questa!  Si, questa! Ma quale?   

Chiude il sipario
Fine

            

                             

                     

                        di

                        Giancarlo Buccheri

 

e-mail giancarlo.buccheri@tiscalinet.it

tel 0923651619

La commedia è regolarmente registrata alla S.I.A.E. sezione qualifica D.O.R. posizione 129648

                          Mazara giugno 2005