JENNY NEL FRUTTETO
TITOLO ORIGINALE: JENNY IN THE ORCHARD
Fantasia in un atto
di CHARLES THOMAS
VERSIONE ITALIANA DI LEON FINI
PERSONAGGI
LA SIGNORA CRANLEIGH
ARTHUR CRANLEIGH
THOMAS EDENFOLD
JENNY HEYCROFT
TOM EDENFOLD
Commedia formattata da
Jenny nel frutteto può sembrare " fantasia " perché è tutto un sogno, ma in realtà è soprattutto " dramma ", vale a dire lotta serrata del personaggio contro il tempo e contro l'esperienza. E se la quarantenne Jenny Cranleigh non riesce più a convincere Jenny Heycroft - cioè l'immagine di se stessa a quattordici anni - è proprio perché quest'ultima si rifiuta d'accettare di conoscere il risultato di un'esperienza che non ha avuto e di cui non ha gustato le gioie e sofferto i dolori. Sulla saggezza e sul buon senso, ha quindi la meglio il desiderio perché ognuno di noi ha bisogno di provare tutto ciò che gli altri, hanno già conosciuto.
(Il sipario lascia solo intravvedere la parte anteriore del palcoscenico scarsamente illuminata, nella quale la signora Cranleigh e Thomas Edenfold, entrando rispettivamente da sinistra e da destra, appaiono poco più che delle ombre).
La signora Cranleigh - Sei tu, Tom?
Edenfold - Certo, lo sai bene.
La signora Cranleigh - Sto sognando, non è vero?
Edenfold - Se credi sia un sogno, sì.
La signora Cranleigh - Tom, mi sembri così vecchio...
Edenfold - Anche tu.
La signora Cranleigh - Perché mi hai condotto qui?
Edenfold - Io? Sei stata tu a venire.
La signora Cranleigh - Ma dove siamo?
Edenfold - Spetta a te dirlo. E' tuo il sogno, non mio. (Le luci si accentuano e la signora Cranleigh appare: è una donna estremamente bella. Ha l'aria di essere una donna beatamente felice con uno sguardo pieno di dolcezza. E' felice come può esserlo una donna di normale intelligenza e porta i suoi quarant’anni con grazia senza forzature. Thomas Edenfold ha quarantun anni. E' un uomo di inedia corporatura con il volto che reca i segni del tempo e con un'espressione alquanto satirica. Ha gli occhiali e i capelli grigi e mostra chiaramente la sua età. Indossa un paio di calzoni grigi e una giacca sportiva. La signora Cranleigh è vestita con gusto con un abito, estivo da campagna. E' senza cappello, ma ha una borsetta).
La signora Cranleigh - (guardandosi attorno, sorpresa) Perbacco, Tom, sembra essere in teatro. Ma è un teatro!
Edenfold - Ti immaginavi spesso d'essere a teatro, non è vero?
La signora Cranleigh - E il sipario è alzato. (Dà una rapida occhiata verso la sala) Bene, sia lodato il cielo che non c'è nessuno a vederci. Di solito, quando sognavo d'essere sul palcoscenico, la sala era sempre piena zeppa e mi accorgevo che non avevo imparato una sola parola della mia parte, anzi non sapevo neppure cosa si dovesse recitare. .il' terribile.
Edenfold - Adesso sai cosa stiamo recitando?
La signora Cranleigh - Recitiamo niente.
Edenfold - Sì, stiamo recitando. Questo è precisamente il prologo. Ma non è il caso che ti preoccupi: sai la tua parte a meraviglia.
La signora Cranleigh - E come faccio a saperla se non l'ho neppur vista?
Edenfold - Ogni parola che dici sembra sia stata scritta proprio per te. Qui ci sono due sedie, come vedi, per i protagonisti. (Si scorgono due piccole modeste sedie nel centro. Ne porge una alla signora) Signora Arthur Cranleigh. (Dispone l'altra per sé a destra di quella della signora) Signor Thomas Edenfold. (Siedono).
La signora Cranleigh - Oh, Tom, di cosa stai parlando? Mi sento così stupida e impappinata... Odio questi sogni. Svegliami, oppure spiegami questa storia. Perché mi trovo qui con te? Tu appartieni al ricordo di tanti anni fa.
Edenfold - Stavi pensando a me, vero?
La signora Cranleigh - Io? E quando?
Edenfold - Avevi tagliato qualcosa da un giornale del mattino... un piccolo annunzio necrologico.
La signora Cranleigh - (sottovoce) Ah, sì... adesso ricordo. Lessi che tu eri...
Edenfold - Ora vedi però che non è vero.
La signora Cranleigh - Sì, ma è perché sto sognando.
Edenfold - Che importa? Per te sono morto da molti anni.
La signora Cranleigh - Oh, Tom!
Edenfold - Sì, è vero. E tu sei morta per me da poco.
La signora Cranleigh - Da poco?
Edenfold - Mi decisi a scrivere la mia biografia e così sei ritornata a vivere.
La signora Cranleigh - Diceva proprio così quell'annuncio. Adesso lo ricordo bene. Ero sdraiata in una poltrona nel salone dopo il tè. Ti pensavo e desideravo un'infinità di cose. Debbo essermi addormentata, e ora suppongo di essermi ridestata...
Edenfold - Oh, no. Hai fatto una grande confusione a sognare in questo modo.
La signora Cranleigh - Tom, è così bello essere di nuovo con te, che non vorrei essere risvegliata. Però ho la sensazione che le cose non vadano come in questo sogno.
Edenfold - E' vero, mia cara. Le cose non sono del tutto uguali a quelle sognate.
La signora Cranleigh - Bene, è già qualcosa sapere che sto sognando sdraiata nella poltrona del salone e che non potrà essere un sogno molto lungo, giacché il telefono è proprio alle mie spalle e alle quattro e mezzo mio marito mi telefonerà da Town. Non dovrebbe tardare, anzi.
Edenfold - Manca poco alle quattro e mezzo, ma il tempo che occorre al suono di un campanello per arrivare alle tue orecchie e svegliarti, può bastare per sognare una vita intera.
La signora Cranleigh - Io veramente spero di no. Ne ho già abbastanza così.
Edenfold - Non sognerai più. Io mi interesso solo di «Jenny nel frutteto».
La signora Cranleigh - Come mi riporti indietro! Avevo quasi dimenticato che eri solito chiamarmi «Jenny nel frutteto».
Edenfold - Ti vidi sempre nel frutteto e non imparai il tuo cognome che alla fine della seconda estate.
La signora Cranleigh - Ti facevo inorridire, ricordi, Tom?
Edenfold - Sì.
La signora Cranleigh - Ma non sempre, abbiamo goduto dei momenti deliziosi quando...
Edenfold - Oh, certo, se non fossi stata adorabile qualche volta, non mi avresti colpito tanto profondamente.
La signora Cranleigh - Ti colpii terribilmente?
Edenfold - Terribilmente e anche più; speravo che te ne saresti accorta. Si può essere molto gravemente colpiti a quindici anni, lo sai, ma si può anche passar sopra, quantunque io non avessi dato ascolto a chi mi aveva avvertito in tempo.
La signora Cranleigh - Sei ancora arrabbiato con me?
Edenfold - Non credo di esserlo mai stato; però posso ricordare d'aver sperato di vederti arrabbiata con te stessa. '
La signora Cranleigh - Lo ero, ma non abbastanza. Non sapevo che non ti avrei mai più rivisto. E quando lessi quell'annuncio sul giornale...
Edenfold - Decidesti di farla finita con te stessa.
La signora Cranleigh - Sì, suppongo sia andata così.
Edenfold - Per punirti del cattivo modo di trattarmi in quegli anni. Bene, poiché sei qua, temo sii decisa a farlo, però è perfettamente inutile, Jenny. Come la maggior parte delle ragazze, eri crudele, e come la maggior parte dei ragazzi, ero sciocco; ecco tutto. Ho spesso riso di me quando penso che volli trascorrere le mie vacanze col triste zio Edenfold per poter vedere una piccola ragazza che viveva con la nonna in una casetta ai piedi della collina, che mi dava cento sguardi corrucciati per un sorriso e che, quando cercai infine di conoscerla, in un paio di incantevoli serate mi ricambiò facendomi morire di crepacuore.
La signora Cranleigh - Che piccolo animale odioso ero! Tuttavia ti amavo, Tom. Oh come ti amavo! Mi sarei quasi uccisa quando seppi ch'eri partito.
Edenfold - Quando partii per poco mi sarei ucciso io. Però ora ricordo poco di tutta quella storia. Sono quelle serate incantevoli che ricordo. Il tempo è stato gentile con noi. Quando l'altro giorno cominciai a scrivere di te, trovai i ricordi di quelle vacanze nell'Hampshire così deliziosi che non potevo immaginare perché non li avessi ricordati più sovente. L'estrema giovinezza può essere agonizzante, ma la particolare bellezza che le appartiene, ha la tenerezza dell'aurora, una freschezza fuggitiva, Jenny, che non può più esser riafferrata: ci rincorre quando siamo bambini, e alla prima giovinezza ci acchiappa. Per un brevissimo periodo corriamo freneticamente assieme, spalla a spalla, poi ci sorpassa e vola via. Lascia dietro di sé un'eco materiale, una tangibile bellezza del pomeriggio della vita che possiamo afferrare e stringere. Però il miracolo è cessato. Qualcuno può ricordarselo, ma solo qualcuno. Io, ad esempio, lo ricordo.
La signora Cranleigh - Anch'io.
Edenfold - Certamente, infatti sei qua. Tu sai che sono contento che l'ultimo mio scritto sia un lavoro che parla di te. Avevo l'impressione di aver compiuto un ciclo, e di finire così la mia vita nel paradiso dell'Hampshire, dove l'avevo cominciata. Ho avuto una tormentosa esistenza, per una ragione o per l'altra, ma ho avuto la fortuna, nelle mie ultime settimane, di rivivere quei giorni molto lontani in cui tu eri «Jenny nel frutteto».
La signora Cranleigh - E tu eri « Peeping Tom»
Edenfold - Ah, come detestavo quel nomignolo!
La signora Cranleigh - Te lo sei meritato.
Edenfold - Non potevo far diversamente, Jenny.
La signora Cranleigh - Mi dicesti che desideravi guardarmi sempre.
Edenfold - Esatto.
La signora Cranleigh - Ma scusa, che cosa supponevo d'essere io? Te la sentiresti di star sempre a guardarmi?
Edenfold - Potevi immaginare che una simile promessa non l'avrei mantenuta, quantunque debbo dirti che è ancora notevolmente piacevole ammirarti, Jenny... infatti, se non avevo appunto... (Si interrompe) Voglio dire, se tu non eri... (Si interrompe di nuovo) Be'...
La signora Cranleigh - Grazie, Tom.
Edenfold - E ricorda che non mi hai dato molte occasioni di far qualcos'altro, all'infuori di ammirarti: mi rimbrottavi ogni volta che parlavo; quasi tutte le volte che ci recavamo nel frutteto, mi riprendevi.
La signora Cranleigh - E piangevo quasi tutte le volte che andavi via.
Edenfold - E come mi comportavo io?
La signora Cranleigh - Oh, caro Tom, molto da stupido.
Edenfold - Supponevo d'esserlo stato. Tu eri completamente senza misericordia.
La signora Cranleigh - Lo so. Da parte mia non potevo far nulla per migliorare i nostri rapporti. Eri così lugubremente serio...
Edenfold - L'adolescenza è seria, e un ragazzo può essere già un giovane a quindici anni.
La signora Cranleigh - Ma io ero più giovane ancora.
Edenfold - Sciocchezze! Tu eri una ragazza e nessuna ragazza è mai stata tanto giovane come lo ero io a quindici anni.
La signora Cranleigh - Ricordi « Golden Treasury» e come mi insegnasti ad amare la poesia? Ero seria anch'io qualche volta.
Edenfold - Sei stata tu a farmi amare la poesia. Ricordi il fienile?
La signora Cranleigh - Il fienile... sulla collina... oltre lo stagno. Tom, pensa che avremmo potuto andarci altre sere.
Edenfold - Sì. E penso che a questo punto deve cominciare la nostra commedia. (Le luci si smorzano) Perdonami, cara Jenny, ma ora dobbiamo sgombrare il palcoscenico. (Si alzano e mentre le luci rimangono attenuate, Edenfold prende le due sedie e le rimette nella posizione primitiva. Si solleva il fondale che limitava la scena precedente e tornando ad illuminarsi, la scena rappresenta un frutteto in una tarda sera d'estate. Due vecchi alberi, due peri, carichi di frutta ancora verde pallida, spiccano in fondo alla scena, uno a sinistra, l'altro a destra. Tra i due, corre una vecchia corda che regge alcuni capi di biancheria vecchi ma ancora vivacemente colorati. Una rozza sedia di legno, ormai grigia a causa del lungo tempo che è stata alle intemperie, è posta vicino all'albero di destra. Edenfold, non appena appare la scena) Lo sai, Jenny, dove siamo ora?
La signora Cranleigh - (sussurrando appena) Tom... è il frutteto... (Ora più forte) La casa! Tom, dove sei? (Edenfold se ne è andato) Tom, Tom! (le risponde l'eco di una voce giovanile: «Tomi... Tomi... » e Jenny Heycroft entra nel frutteto correndo da sinistra. Jenny ha quattordici anni. I suoi capelli sono in disordine e la camicetta di cotone stampato, che doveva andargli meglio un anno prima, è un po' sciupata, ma è una creatura meravigliosa, ha signora Cranleigh ritirandosi verso il proscenio, guarda la scena).
Jenny - (al centro della scena voltata a destra) Tom. Torna indietro; stavo scherzando. Ritornerò domani, di sicuro. (Si interrompe per ricevere la risposta) Lo so che ti sei nascosto qui per guardarmi, per spiarmi. (Pausa) Se non salti fuori, io ritorno in casa. (Pausa) E domani non verrò. (Pausa) E va bene così, allora. Addio, Tom. (Esce di corsa da sinistra. Tom entra da destra. Ha quindici anni e anche se porta solo dei calzoni di flanella e una camicia col colletto sbottonato, ha qualcosa che dimostra subito come il suo ambiente sia molto diverso da quello di Jenny, e che suo zio Edenfold disapproverebbe fortemente queste visite nel frutteto se lo sapesse. E' un ragazzo romantico, attivo e molto precoce).
Tom - Jenny... (S'accorge che è troppo tardi e batte il pugno sulla palma dell'altra mano) Accidenti! (Tom guarda a sinistra. Poi prende un piccolo pezzo di carta dalla tasca, lo distende e vi getta sopra uno sguardo. In questo momento si sente la voce della nonna di Jenny : « Jenny, non dimenticare di ritirare la roba stesa, vero? Più tardi, la rugiada la bagnerà», ha voce di Jenny risponde: « Va bene ». Dalla corda sulla quale è stesa la biancheria, Tom prende una molletta con la quale appunta, ben in vista, il suo pezzo di carta. Dà ancora un'occhiata a sinistra e scappa di corsa, ha signora Cranleigh si avanza sulla scena e deliberatamente, con gesto che denuncia la padronanza di chi si sente a casa propria, spicca il foglio, lo spiega e lo legge con una voce che denuncia chiaramente che sa a memoria quanto vi è scritto).
La signora Cranleigh - « Di sera nel fienile, sul colle dietro lo stagno, - dopo il calar del tramonto, io sarò sotto il tetto - a fischiare dolcemente, sicché tu sola mi senta - e mi venga ad alzare, piano piano il catenaccio. - Non parlar che sottovoce, nessuno deve sentire, - nessuno deve vederti, Jenny, andare o venire - oltre il piccolo cieco arciere che ti guiderà - e vigilerà alla porta, perché tanto io t'amo». (Resta perplessa per un attimo, poi rimette il foglio dove Tom l'aveva lasciato e si riavvicina lentamente al proscenio di destra. Jenny ritorna in scena per raccogliere la biancheria e mentre sta per ritirare il primo capo vede il foglio e lo prende. In una posizione china, quasi in ginocchio di fronte al pubblico, comincia a leggere piano, poi ripete). Jenny - «... nessuno deve vederti, Jenny, andare o venire - oltre il piccolo cieco arciere... ». Come può vedermi se è cieco? (Scuote il capo, sorride, dà un'occhiata a destra, raccoglie con tenerezza il foglio e lo nasconde nella scollatura della camicetta. Si rialza e incomincia a raccogliere la biancheria, stando sulla sinistra della scena. Si è accorta che Tom sta ritornando sui suoi passi e non vuole aver finito il lavoro prima che egli arrivi. Tom giunge quando Jenny è nel centro). Tom - (senza importanza) Ciao, Jenny.
Jenny - Ciao! (Tom si siede per terra sotto la corda; raccoglie ciuffi d'erba e si diverte a rosicchiare gli steli. Jenny continua il suo lavoro cercando in tutti i modi di far adagio).
Tom - Bene, io sono qua.
Jenny - Lo vedo.
Tom - Credevo che mi volessi.
Jenny - E cosa dovrei desiderare da te?
Tom - Non so... mi hai chiamato.
Jenny - E’ da un bel pezzo che t'ho chiamato.
Tom - Be', adesso sono qua.
Jenny - Lo vedo.
Tom - (facendo un ultimo tentativo) Cos'è che ti interessa, Jenny?
Jenny - (con leggerezza) Nulla.
Tom - Oh, Jenny! Io desidero che tu sia sempre graziosa come ieri.
Jenny - Lo sono, graziosa.
Tom - No, non lo sei. Ti diverti ad essere brutale.
Jenny - (sempre con leggerezza) Be', se non ti piaccio puoi andartene di nuovo. Io non ti trattengo.
Tom - Ma Jenny, non puoi esser seria qualche volta?
Jenny - Sì, ma non sempre. Ad ogni modo perché vuoi sempre ch'io sia seria?
Tom - Oh bella! Perché non c'è altro da fare.
Jenny - (ridendo) Oh, Tom, come sei sciocco!
Tom - Non è colpa mia... sei tu che mi rendi sciocco. (Pronuncia questa frase con molta tristezza).
Jenny - Povero vecchio Tom.
Tom - (sempre intento a succhiare gli steli d'erba) Domani ritornerai, Jenny?
Jenny - Forse.
Tom - E porterai «Golden Treasury».
Jenny - Non ho ancor detto che venga di sicuro.
Tom - Jenny, per amor di Dio, cos'è che ti interessa? (Jenny si mette a danzare attorno a Tom canticchiando un piccolo motivo e finendo di raccogliere gli ultimi capi di biancheria. Tom, sempre seduto a terra, cerca di afferrarle una mano, ma essa gli sfugge) Jenny... (Implora).
Jenny - Debbo portar dentro questa roba, ora.
Tom - Ancora un momento, Jenny... (Jenny scuote il capo e danzando si avvia verso sinistra canticchiando).
Jenny - «... Lo dirò alla mamma, quando tornerà a casa, - che il ragazzo non mi voleva lasciar tranquilla... ». (Vi è un barlume di senso artistico in Jenny che le permette di non cadere nella volgarità e rende le sue movenze molto garbate. Studia i movimenti e il tono della voce per torturare Tom che continua a rimanere di fronte a lei, corrucciato e scuro).
Tom - Ho lasciato qualcosa per te sulla corda, Jenny.
Jenny - Ebbene?
Tom - Lo rivoglio indietro, per favore. So che l'hai trovato.
Jenny - Peeping Tom.
Tom - Dammelo. (Si avvicina a lei) Su, dammelo! (Sta perdendo il controllo).
Jenny - Non strillare.
Tom - Allora dammelo.
Jenny - Supponi che non l'abbia trovato.
Tom - L'hai trovato e l'hai ancora... a meno che tu l'abbia strappato. Jenny, l'hai strappato?
Jenny - Strappato?
Tom - L'hai ancora, Jenny?
Jenny - Non intendo sentir gridare e debbo andare ora... addio... (Corre via).
Tom - Oh!... (Con fatica soffocata un altro grido, si riprende e le grida) Sta bene, Jenny... domani non è necessario che tu venga. Non verrò mai più qui! (Si incammina a grandi passi barcollando verso destra, esita un attimo, si gira e grida) Addio, Jenny. (Esce. Vi è una pausa di sospensione, poi Jenny timidamente ritorna indietro. Cerca Tom ma egli se ne è andato. Si parta al centro guardandosi attorno e incontra la signora Cranleigh che le si avvicina).
La signora Cranleigh - E' troppo tardi, Jenny, se ne è andato.
Jenny - Chi siete?
La signora Cranleigh - Non mi riconosci?
Jenny - No... però mi ricordate mia madre.
La signora Cranleigh - Sì, e quando sarò più vecchia le assomiglierò maggiormente. Posso vederla ogni volta che mi guardo nello specchio.
Jenny - La conoscete?
La signora Cranleigh - Era anche mia madre, Jenny.
Jenny - Cosa intendete dire? Chi siete?
La signora Cranleigh - Sono la signora Arthur Cranleigh. Prima ero Jenny Heycroft.
Jenny - Ma se sono io Jenny Heycroft...
La signora Cranleigh - Lo so. Siediti qua e parliamo un poco.
Jenny - Io... io penso che dovrei andare.
La signora Cranleigh - Non puoi andare, Jenny. Non puoi fuggire da te stessa. Ora siediti qua. (Indica la sedia sotto l'albero e si siede).
Jenny - (esitante) Ma Tom...
La signora Cranleigh - Tom è andato, e non tornerà indietro questa volta. Come vedi, so tutto di te.
Jenny - Tornerà indietro e... (Si siede alla sinistra della signora Cranleigh) Come potete sapere tutto di me?
La signora Cranleigh - (adagio) Perché sei il mio passato.
Jenny - Non capisco... Non vi conosco.
La signora Cranleigh - Noi non conosciamo mai il futuro. Fra noi due c'è un quarto di secolo, però siamo entrambe la medesima Jenny.
Jenny - Non possiamo esserlo tutte due. Voi siete la signora Cranleigh, l'avete detto voi, ma io non sarò mai la signora Cranleigh.
La signora Cranleigh - Oh, sì, lo sarai.
Jenny - Non voglio. Sposerò Tom.
La signora Cranleigh - Non lo vedrai mai più, Tom.
Jenny - Basta! Non vi credo. Non credo una sola parola di quel che avete detto finora.
La signora Cranleigh - Ho le mie credenziali. (Apre la borsetta ed estrae un piccolo foglio di carta che spiega con cura perché è vecchio e logoro) Questo ti convincerà.
Jenny - (prende il foglio e legge stupita) «... Di sera nel fienile, sul colle dietro lo stagno... ». Ma questo è...
La signora Cranleigh - Sì. L'ho conservato, come vedi, tutti questi anni. Sono stata sciocca, forse, ma non potevo staccarmene.
Jenny - Ma Tom l'ha lasciato per me. E' qua... (Trae fuori il suo dalla scollatura) Eccolo!
La signora Cranleigh - Solo uno dei due è vero... il mio. (Lo prende e lo ripone nella borsetta) Tuttavia non mi credi ancora... lo vedo.
Jenny - Come posso credervi?
La signora Cranleigh - Allora ascoltami. Tu vuoi andare da Tom, vero? Ecco è proprio quello che volevo tu facessi. Ma non andrai... non puoi andare.
Jenny - Sì, posso... lo voglio... (Si accorge di non potersi muovere) No! Non posso... Siete voi che me lo impedite.
La signora Cranleigh - No, Jenny; sei tu stessa che te lo impedisci.
Jenny - Ma spiegatevi, per favore. Perché non posso muovermi? E come fate ad avere la poesia di Tom?
La signora Cranleigh - L'ho trovata sulla corda del bucato e da allora l'ho sempre avuta.
Jenny - Anch'io.
La signora Cranleigh - La tua è soltanto immaginazione.
Jenny - Immaginazione? Ma se l'ho qui!
La signora Cranleigh - Sì, perché tu sei solo immaginazione... il frutto di un sogno sciocco che sto facendo. Vorrei svegliarmi.
Jenny - Io non sono immaginazione, e credo, del resto, che siate matta. (Prende il pezzo di carta, lo ripiega e lo rimette nella scollatura. Si alza) Ad ogni modo, non potrete impedirmi di andare da Tom. Ora vado.
La signora Cranleigh - Come sarò lieta se ci riuscirai!
Jenny - (mettendosi nuovamente a sedere) Per favore, lasciatemi andare.
La signora Cranleigh - Non posso.
Jenny - Perché ?
La signora Cranleigh - Perché tu stessa non lo vuoi... perché tu puoi fare solo quello che ho fatto io, ed io da Tom non ci sono andata.
Jenny - Avreste dovuto andarci. Diversamente siete stata cattiva.
La signora Cranleigh - No, sei stata tu cattiva; sei stata maligna, e io non te l'ho mai perdonato.
Jenny - Ma se mi avete detto...
La signora Cranleigh - Ricordati che non è stata Jenny Cranleigh a trattare Tom in questo modo, bensì la piccola Jenny Heycroft, tanti anni fa. Deliberatamente l'hai offeso più volte e alla fine l'hai offeso troppo crudelmente: se ne andò perché credeva che gli avessi strappata la sua poesia. Ma non gli hai fatto il male che ti sei fatta. Tom non ritornò più.
Jenny - Ma se è appena andato via adesso.
La signora Cranleigh - In un sogno «appena adesso » può essere tutta una vita.
Jenny - Ma non sono passati che cinque minuti...
La signora Cranleigh - Son passati ventisei anni.
Jenny - Mi spaventate. Cosa volete dirmi? Cosa mi sta succedendo? Perché siete venuta qua?
La signora Cranleigh - A causa di ciò che lessi nel giornale. Sono venuta « per farla finita con me stessa », anch'egli diceva, « per punirmi della mia condotta in tutti questi anni ». Sì, è stato per questo, per punirmi... (aspra) per punirti, Jenny.
Jenny - Ma io non vi ho fatto alcun male.
La signora Cranleigh - Mi hai procurato anni d'infelicità e rovinata quella che doveva essere la parte più bella della mia vita... e mi dici che non m'hai fatto alcun male...
Jenny - Come posso avervi fatto del male, se non vi conoscevo neppure? Perché siete così crudele con me?
La signora Cranleigh - Sciocchina! Son crudele con me stessa. Non ti sei ancora accorta che tu non sei altro che una proiezione della mia memoria... il pensiero di una colpevolezza che è venuto a tormentarmi.
Jenny - Non son venuta a tormentarvi. (Si alza, muove alcuni passi, poi si volta mettendosi di fronte alla signora Cranleigh) Siete stata voi a venire da me... lo sapete. Ero abbastanza felice, prima che veniste.
La signora Cranleigh - E Tom era abbastanza felice? v
Jenny - Oh, tacete! (Si siede in terra ai piedi della signora Cranleigh) Non volevo ferirlo così profondamente. Non l'ho capito... e se voi sapete tutto di me, dovete sapere anche questo.
La signora Cranleigh - Però sei sulla strada di capire.
Jenny - Siete crudele.
La signora Cranleigh - Perché sono qua.
Jenny - Però non sembrate una persona crudele.
La signora Cranleigh - Le persone più cortesi possono essere addirittura brutali con se stesse, e spesso lo sono. Se fossi stata un po' più brutale con te nel passato, a quest'ora non sarei venuta. Sono stata troppo pietosa con te... finché ho cominciato a disprezzarti. In seguito ho cercato di perdonarti e per un po' ci sono riuscita. Ora non penso a « Jenny nel frutteto », e quando mi capita, lo faccio senza affetto. (Jenny singhiozza) Ti sorprende tutto questo? Oh, è con un profondo affetto ch'io penso al frutteto, te l'assicuro, alla nonna, a Tom, alla gioventù e alla bellezza di cui Jenny ha abusato troppo. Però di Jenny, di te, penso con collera e pietà... con disprezzo.
Jenny - Basta!
La signora Cranleigh - Non ancora. Devi ben sapere cosa hai fatto, e cosa ti attende.
Jenny - Non mi interessa sapere cosa mi attende, purché Tom ritorni. Ditemi per favore se tornerà.
La signora Cranleigh - Non ritornerà più e in seguito non vi importerà di sapere se potrà tornare o meno.
Jenny - Come fate a dir questo? Me ne importerà sempre e moltissimo. Non me ne importa niente di tutto il resto... ed è vero... è proprio vero.
La signora Cranleigh - Per ora è abbastanza vero... ma ho ancor altro da dirti.
Jenny - Non ditemi più niente... Non voglio saperne di più.
La signora Cranleigh - Devi saperne di più.
Jenny - Abbiate pietà. Sono così tristemente infelice che non posso sopportar altro. Se ho fatto del male, rimedierò, purché mi insegniate il modo.
La signora Cranleigh - Quello che è fatto, è fatto per sempre... non vi sono rimedi.
Jenny - Ma che cosa mi succederà ora?
La signora Cranleigh - Sarai infelice per un periodo di tempo che ti sembrerà lunghissimo. Domani andrai ancora al fienile e ti porterai « Golden Treasury », ma non troverai Tom. Indugierai molte sere nel frutteto, sperando, disperando e sperando ancora, ma non lo rivedrai. Alla fine saprai che le sue vacanze sono finite, e che se ne è andato. Quando le mele saranno raccolte e le foglie cadute, quando le serate saranno tristi e noiose alla fine dell'autunno, ti sentirai terribilmente sola. L'inverno ti sembrerà eterno. Poi verranno le vacanze di Pasqua e le estive, passeranno anche queste, ma non ci sarà più Tom. Rimarrai così con la nonna fino a diciott'anni, quindi la nonna morirà e tu non andrai più nel frutteto. Andrai a Londra con la zia Bertha e potrai alfine salire sul palcoscenico, come hai sempre sognato. Non avrai dei grandi successi, ma la tua grazia ti assicurerà il lavoro e conoscerai molte persone. A diciannove anni incontrerai un uomo che ti farà dimenticare del tutto Tom. Non voglio dirti il nome, perché non riesco a pronunciarlo, però la tua amicizia per lui sarà l'ultima follia, poiché sarai infelice come poche ragazze possono esserlo. In un modo o nell'altro lo sopporterai, e infine te ne sbarazzerai. A ventiquattro anni incontrerai un avvocato, Arthur Cranleigh, più vecchio di te di quindici anni, forse un po' presuntuoso ma molto gentile e garbato, molto persuasivo, come tutti gli avvocati, e quindi ti persuaderà anche a sposarlo. Al momento delle nozze hai venticinque anni. (Durante questa conversazione, la luce si smorza leggermente e il fruttetto viene inondato dai colori del tramonto).
Jenny - No!... Piuttosto voglio morire.
La signora Cranleigh - Non puoi nemmeno morire, Jenny, poiché io non son morta.
Jenny - Oh, non... non torturatemi più.
La signora Cranleigh - Ancora un poco. Ti ho detto che sono venuta perché avevo letto qualcosa sul giornale. (Apre la borsa e ne trae un piccolo ritaglio) Ecco cosa ho letto. (Legge) « Si comunica la morte di Thomas Edenfold, il celebre romanziere e commediografo, all'età di quarantun anno. Il signor Edenfold, morto nella sua casa di Hampstead, stava lavorando alla sua biografia, quando spirò ieri allo scrittoio. Lascia la vedova e una figlia, Jenny».
Jenny - Allora non c'è più speranza...
La signora Cranleigh - (con gentilezza) Sì, guardami. Ti sembro molto disgraziata? Sono quello che si dice «una donna felice», cosa che la maggior parte delle donne non sono, ed ho più di quanto merito: ho un marito affezionato e fortunato e gli sono molto devota; ho tre figli, tre tesori; una casa adorabile; un grande amore della vita dalla quale mi aspetto ancora molte cose. Come vedi, possiamo sopravvivere a molte delusioni che lì per lì paiono irrimediabili.
Jenny - Per ora non lo so, ma non voglio sopravvivere. Oh, non posso... non posso resistere. (E' completamente abbattuta. Per un istante la signora Cranleigh la guarda, poi china il capo quasi volesse raccogliersi per pensare se la sua opera sia finita. Si alza e si va a inginocchiare dinanzi a Jenny, gettandole le braccia al collo).
La signora Cranleigh - E' fatto, Jenny. Non hai più da soffrire, perché ho già sofferto io per te. Ora piangerai, poi ti addormenterai, non qui nel frutteto, e ti sveglierà il telefono... (si alza) fra venticinque anni. (La signora Cranleigh è uscita e già si sente, molto piano e lontano, il trillo di un telefono. Le luci si affievoliscono e per alcuni istanti ]enny resta a terra, piangendo desolatamente. Quindi si alza sulle ginocchia guardando a destra).
Jenny - Tom... Tom... Oh, ritorna, Tom! Se ne è andata ora, Tom. Forse non è nemmeno venuta-Forse ho sognato. Tom, non sarò più crudele con te, giuro che non lo sarò... purché tu ritorni. Io non voglio altri, solo te... Non sposerò mai un presuntuoso vecchio avvocato... Non lo voglio, non lo voglio... non lo voglio... (Cade a terra mentre le luci si smorzano ancora; i suoi singhiozzi si confondono col suono del telefono che poco alla volta li soffoca, diventando sempre più forte e insistente. Improvvisamente torna la luce e rivela il sipario abbassato. Siamo nuovamente svegli).
FINE