Un atto
di Carlo TERRON
da IL DRAMMA n. 90
del 1° Agosto 1949
LE PERSONE
IL CARCERIERE SOGNO
MEMMO VENTURA
LA VECCHIETTA dall'orologio a cordoncino
UNA GUARDIA DI CITTÀ
PRIMO DETENUTO
SECONDO DETENUTO
TERZO DETENUTO
* Tutti i diritti sono riservati all'Autore.
Nel casalingo cortile di una vecchia prigione alla buona.
(Il carceriere Sogno sta mezzo sdraiato su un seggiolone e, per terra, in circolo, i detenuti che cantano con diligenza).
La canzone dei detenuti:
Viva viva la prigione
Che ci purga dalla colpa
Che ci dà la religione
Della vera libertà
Della vera libertà...
Della veee-ra libertà.
Primo Detenuto Ecco.
Secondo Detenuto Sono versi, carceriere Sogno?
Il Carceriere Sogno Si capisce che sono versi. È una canzone in versi. Ciò è necessario per poter cantare.
Secondo Detenuto È una bella canzone. Si, sì, è una bella canzone.
Terzo Detenuto Ma è scema.
Secondo Detenuto Quello che conta sono parole da cantare. Anche detenuti come noi hanno bisogno di cantare. Tutti, nella vita, hanno bisogno di cantare ogni tanto.
Terzo Detenuto Ma è scema lo stesso. Io non ho detto che manchi il bisogno di cantare. Ho detto è scema. E mi fermo lì.
Primo Detenuto La questione è un'altra, e questi discorsi non c'entrano. La questione è che questa canzone l'ha composta per noi il nostro carceriere Sogno.
Tutti (battono le mani e gridano) Viva il carceriere Sogno.
Terzo Detenuto Io ho battuto le mani, ma è scema lo stesso.
Primo Detenuto Che ne dite, carceriere Sogno, della vostra canzone cantata da noi?
Secondo Detenuto Voi non parlate, non siete forse soddisfatto dell'esecuzione?
Il Carceriere Sogno In complesso sono soddisfatto, figlioli miei; sì, in complesso sono soddisfatto e vi ringrazio.
Terzo Detenuto Che vuol dire: in complesso? Noi abbiamo cantato la vostra canzone e voi dovete essere soddisfatto. Dopotutto, è una canzone scema.
Il Carceriere Sogno Beh... ecco...
Secondo DetenutoOh, forse, voi non siete contento di noi.
Primo Detenuto Io vi conosco, se dite così, voi non siete soddisfatto. Fate solo per non darci un dispiacere.
Il Carceriere Sogno Niente, niente, Gaspare.
Primo Detenuto Questa è la diciottesima volta che mi trovo nella vostra prigione e voi, carceriere, non dovreste trattarmi così.
Il Carceriere Sogno Hai ragione. Tu sei un affezionato cliente, Gaspare; e con te devo essere sincero.
Secondo Detenuto Dunque non siete soddisfatto?
Il Carceriere Sogno Fate cuore, amici miei. Ecco. Noto due cose. La prima è che, nell'acuto, uno ha un po' stonato.
Terzo Detenuto Chi ha stonato?
Secondo Detenuto Tu hai stonato. Hai detto che la canzone è scema perché avevi stonato. Ha stonato « il Pallido », carceriere.
Il Carceriere Sogno Stonare è lecito. C'è della gente che stona tutta la vita senza colpa e senza rimprovero.
Secondo Detenuto Sabotaggio, questo è sabotaggio!
Terzo Detenuto Non è sabotaggio perché non ho stonato.
Primo Detenuto Pallido! tu non mi conosci. Io ho avuto la insufficienza di prove ma ho strangolato mia suocera, io. Strangolerò anche te se stoni ancora la canzone del carceriere.
Terzo Detenuto Tu non mi fai paura, Gaspare.
Primo Detenuto Io faccio paura a tutti! A tutti.
(Il carceriere Sogno soffia nel suo fischietto e torna la pace).
Scusate, carceriere, è il mio vecchio sangue calabrese.
Il Carceriere Sogno Capisco, Gaspare. Scusa tu se ho dovuto usare il fischietto.
Primo Detenuto Vorrei almeno che si portasse rispetto al mio passato e se qui le vostre canzoni mi trasformano, fuori faccio paura a tutti.
Terzo Detenuto Fuori.
Primo Detenuto Fuori e dentro, Pallido, se mi dimentico che questa è la prigione del carceriere Sogno.
Il Carceriere Sogno Nessuno offende il tuo passato, Gaspare: di questo garantisco io.
Secondo Detenuto Avete detto: « Noto due cose ». carceriere Sogno. Stonatura è la prima; e la seconda?
Il Carceriere Sogno La seconda è che quando voi cantate « libertà » dovrebbe essere la Libertà.
Secondo Detenuto Dovrebbe essere la Libertà.
Il Carceriere Sogno Come spuntasse il sole, voglio dire: tutta una cosa nuova. Prima la malinconia o poi la gioia. Per questo ho scritto la canzone.
Secondo Detenuto È difficile.
Il Carceriere Sogno Sì. è difficile. Tanti anni che sono qui e che faccio cantare la canzone, viene il giorno che la cosa riesce: quando cantano la libertà è la Libertà: e allora la cosa è fatta. Tutti diventano leggeri... come aria, aria gentile dove prima era vento rapinoso.
Primo Detenuto Lo so, è sempre la stessa storia... Prima uno diventa stupido e poi si sente buono. Come dopo il tifo.
Terzo Detenuto Ma scemo.
Il Carceriere Sogno Forse, Pallido, per essere buoni bisogna sentirsi un po' scemi. Sentirsi: non occorre essere.
Primo Detenuto Vi dico una cosa, carceriere Sogno: se non si sapesse che c'è il vostro carcere non ci sarebbe più gusto a fare i ladri.
Secondo Detenuto E scopo. Gusto e scopo.
Il Carceriere Sogno Vi sono grato della vostra considerazione, amici miei: voi mi date molte soddisfazioni.
Primo Detenuto Proprio, carceriere Sogno; il giorno che voi moriste o andaste in pensione forse cesserei di borseggiare la gente.
Il Carceriere Sogno Ti rivedo sempre volentieri anch'io, vecchio Gaspare.
Secondo Detenuto Ma, dico io, perché non vi hanno fatto ministro, carceriere Sogno?
Il Carceriere Sogno No, no, troppo. Avrei voluto solo un carcere un po' più grande; i campi qui intorno, per esempio; ed anche il fiume dentro, e la collina col bosco e il suo roccolo in cima... anche tutta la città mi sarebbe piaciuto aver dentro... E tutti cantare la mia canzone della libertà.
Secondo Detenuto Ci sono grandi carceri, all'estero, di mille e più detenuti.
Il Carceriere Sogno Anche di più. Ma...! qui però c'è stato anche, una volta sola, un condannato a morte. Ma poi ebbe la grazia e fu trasferito.
Primo Detenuto Meritavate di più, carceriere Sogno.
Secondo Detenuto Ho sentito dire che nelle prigioni del Papa ci sono i termosifoni e l'acqua calda e fredda in cella.
Il Carceriere Sogno Non è questione di ter-mosifone, è la libertà che uno deve scoprire nel carcere.
Secondo Detenuto Non siete stato molto fortunato, ecco, con questo piccolo carcere.
Il Carceriere Sogno Beh, beh, qui veniva sempre Memmo Ventura.
Terzo Detenuto Memmo Ventura? Che fesso è Memmo Ventura?
Primo Detenuto Cristo! non sa chi è Memmo Ventura?!
Secondo Detenuto Memmo Ventura, Pallido, sapeva così bene il suo mestiere che, una volta, in un momento di distrazione, riuscì a portar via il portafoglio a se stesso senza accorgersi chi era stato.
Il Carceriere Sogno Quella là in alto, d'angolo era la sua cella. Ventisei volte ci entrò. E la ventisettesima capì che cos'era la libertà e ci venne spontaneamente, per punirsi e per non perdere la libertà. Si condannò a un anno e poi non si fece più vedere.
Secondo Detenuto Non è stato riconoscente.
Il Carceriere Sogno No, aveva scoperto che cos'è la libertà. Da allora ho sempre mantenuto quella cella vuota. La cella di Memmo Ventura Chissà...
Secondo Detenuto La tenete sempre pronta per lui!
Il Carceriere Sogno Eravamo molto amici, io e Memmo Ventura.
Primo Detenuto Si dette un anno. Furto?
Il Carceriere Sogno Non si concesse alcuna attenuante e calcolò di meritare un anno. Fu per via della vecchia dall'orologio a cordoncino. Dovete sapere che Memmo Ventura aveva una gran passione per i giocattoli e per la musica.
Primo Detenuto E per gli orologi.
Il Carceriere Sogno E per gli orologi. Diceva. « Gli orologi sono come giocattoli ». E davanti ai giocattoli non sapeva resistere. Egli era uscito da due mesi e finiva quel giorno la vigilanza speciale. Era verso il tramonto, la fine di agosto, e Memmo Ventura veniva avanti lungo il viale dei giardini pubblici. Amava il profumo dei tigli e cercava una panchina silenziosa...
(Declina la luce intorno al carceriere Sogno e ai suoi ospiti e si illumina un'altra zona del luogo dove appare una panchina sotto gli alberi)
Ecco, egli camminava colle mani in tasca e il suo cappello blu, scivoloni sulla nuca. Sputò in tondo dietro alle spalle, come era sua abitudine: e sedette sotto i tigli. Lui solo, su una panchina vuota. Una panchina verde, di legno. Tutto intorno c'erano bambini che giocavano. Sentite.
Memmo Ventura Per l'esattezza, sputai dopo che m'ero seduto. Così.
(Sputa. Fuor dello sputo, egli è comparso ed ha fatto tutto come il carceriere Sogno l'ha evocato).
Il Carceriere Sogno Scusami, Memmo Ventura; divento vecchio e la memoria mi tradisce. Del resto, ti ho sempre visto sputare in piedi.
Memmo Ventura Quella volta sputai seduto. Non so perché. Ma ora tacete; devo venire la guardia a domandarmi le carte.
Il Carceriere Sogno Tacciamo, amici miei, ed ascoltiamo.
Terzo Detenuto E chi ha parlato?
Memmo Ventura Eccola. Ha una divisa verde.
(Viene avanti una guardia di città e batte sulla spalla a Memmo Ventura).
La Guardia Documenti!
Memmo Ventura (glieli dà e poi) Soddisfatto?
La Guardia Sono in regola.
Memmo Ventura Pare che vi dispiaccia, guardia.
La Guardia Non mi dispiace. Anzi. È questa faccia che ho che fa apparire che mi dispiaccia, ma non mi dispiace.
Memmo Ventura Non è troppo simpatico, però, domandarmi i documenti proprio oggi. Ho terminato stamattina la vigilanza speciale e da oggi sono un uomo libero.
La Guardia Se vuoi, ti chiedo scusa.
Memmo Ventura Non pretendo tanto. Da una guardia non posso pretendere tanto.
La Guardia Tu mi capisci: domandare i documenti è il mio mestiere. Se non domandassi i documenti ruberei lo stipendio al Comune.
Memmo Ventura Capisco.
La Guardia Sera.
Memmo Ventura Sera.
(La guardia scompare lentamente).
Terzo Detenuto La conosco bene quella carogna lì; essa mi ha pescato tre volte. Come guardia è una brava guardia.
Il Carceriere Sogno A questo punto è venuta a sedersi sulla panchina la vecchietta coll'orologio a cordoncino.
Memmo Ventura Non subito. Venne più tardi. In questo momento essa è ancora in chiesa per le funzioni. Qui, a venti metri dal giardino, c'è la chiesa. Nel giardino c'era ancora l'afa pesante delle ore di sole e in chiesa c'era fresco, un bel fresco tranquillo. Lo sentii investirmi dalla porta poco fa, prima di venire nel giardino. Sui gradini della chiesa c'era il finto orbo che domanda l'elemosina. Stava ad occhi chiusi e un cartello attaccato sulla camicia con uno spillo di sicurezza, lo ricordo bene quello spillo: e sul cartello c'era scritto: « Cieco nato ». Per apparire cieco egli faceva il muto. Sarà passato un quarto d'ora durante il quale aggiustai la molla al giocattolo di un bambino, che si era svitata. Era uno scoiattolo di latta smaltata, marrone e bianco, bianco la pancia e il bocchino rosa; con dentro la molla. Faceva salti quasi un metro. E tornò a farli quando ebbi rimesso a posto la vite. Feci una certa fatica perché era molto piccola. Ma meritava, era un bel giocattolo. Ecco, ora può entrare la vecchietta coll'orologio a cordoncino.
Il Carceriere Sogno E difatti eccola. Viene avanti a passetti puliti, sollevando un poco la sottana, per via della polvere del viale, colla sua manina metà bianca e metà nera.
Memmo Ventura Ma sì, essa aveva i mezzi guanti di filo.
(La vecchietta coll'orologio a cordoncino è venuta ed ora sta davanti alla panchina di Memmo Ventura).
La Vecchietta Con permesso, signore.
Memmo Ventura Io, qui non dissi niente.
La Vecchietta Scusi, è libera questa panchina?
Memmo Ventura Uhm... Feci: uhm...
La Vecchietta Le dà disturbo se mi siedo qui, signore?
Memmo Ventura Ancora: uhm... Forse anche lasciai capire di no.
La Vecchietta La ringrazio, signore.
Il Carceriere Sogno Ecco, ora la vecchietta, coi mezzi guanti e l'orologio a cordoncino, siede sulla panchina, vicino a Memmo Ventura.
Memmo Ventura Ma no. Prima tira fuori un piccolo giornale: è l'« Informatore cattolico », o lo spiega bene sulla panchina per non sporcarsi la sottana.
(La vecchietta è andata eseguendo tutto quanto ha raccontato Memmo Ventura. E si è seduta)
Ora è seduta e manda un buonodore. L'odore dei cassetti del comò di mia nonna. Io dissi una cosa curiosa.
Il Carceriere Sogno Che cosa dicesti, Memmo Ventura?
Memmo Ventura Dissi: voi mandate buon odore, signora. Lei ride piano piano... dei chicchi di riso che cadono su un vetro. Così.
(Essa ride).
La Vecchietta Spigo e sapone. È spigo e sapone.
Memmo Ventura Ma sapeva anche d'incenso. E quello non lo disse. Poi cominciò ad interrogarmi sui fatti miei.
La Vecchietta È di questa città, lei signore?
Memmo Ventura Sì, sono di questa città.
La Vecchietta Non l'avrei detto.
Il Carceriere Sogno La città è piccola e la vecchia si sorprende di non conoscere Memmo Ventura.
Primo Detenuto Si capisce.
La Vecchietta Non l'ho mai visto in chiesa.
Memmo Ventura Sa, io vado e vengo e, ogni tanto, sto via qualche mese.
Il Carceriere Sogno (ridacchia) È quando lo mettono in prigione e sta qui con me.
(I detenuti, assieme al carceriere Sogno, si mettono a ridere).
Memmo Ventura Non dovete ridere, non è da ridere.
Secondo Detenuto È perché ti conosciamo.
Il Carceriere Sogno Scusa, Memmo Ventura.
Memmo Ventura Era come un giocattolo, capite; era come un giocattolo: il giocattolo di una vecchietta: nero opaco e la cuffia di pizzo grigio. E camminava sulle rotelline. Pensavo: dove avrà la molla?
La Vecchietta È bello questo giardino, è proprio bello. Fa bene, avanti di rincasare, respirare un po' di aria buona in questo giardino.
Memmo Ventura Sì, fa bene.
La Vecchietta Se non avessi un po' fretta starei sotto questi alberi anche un'ora.
Memmo Ventura Lei ha fretta, signora? Possibile che lei abbia fretta? Pensai: ha fretta; se le si rompe la molla dovrò far presto ad aggiustarla.
La Vecchietta Ho fretta perché questa sera ho promesso di fare la crema ai miei nipotini. Devo ancora passare dal lattaio a comperare il latte e le uova. E il limone. Senza la buccia di un limone grattugiata la crema non ha sapore.
Memmo Ventura Cristo! La crema. Mi sono accorto che non ho mai mangiato la crema.
La Vecchietta Non è facile preparar bene la crema. Tutti credono che sia facile ma non lo è. Pensi che bisogna cuocerla due volte; una, nel latte, le uova sbattute bene bene con lo zucchero, almeno venti minuti, e poi la farina e la scorza di limone e un pizzico di vaniglia, se si ha; e mescolare finché cuoce; col pericolo, se si cessa di mescolare, che si formino quei grumetti che rovinano tutto. Poi farla raffreddare e tagliarla in bei rombi uguali, con due punte strette e due larghe, voglio dire, e cuocerla nell'olio bollente. E qui c'è il difficile della crosticina: farle prendere da tutte le parti una bella crosticina sottile, come l'oro, che crocchi un po' sotto i denti, e senza che si bruci.
Memmo Ventura Ci mette anche la polvere di zucchero sopra?
La Vecchietta Si intende. Anche la polvere di zucchero sopra.
Memmo Ventura Mi pareva.
La Vecchietta Una bontà. Come la faccio io, una bontà.
Memmo Ventura Mi immagino.
La Vecchietta Capisco che la crema le piace.
Memmo Ventura Come faccio asapere se la crema mi piace, se non ne ho mai mangiata?
La Vecchietta Senta, se non si offende, questa sera venga da noi, gliene serberò una fetta.
Memmo Ventura In casa sua, io?
La Vecchietta Sì, abitiamo vicino, dietro la canonica: Bernardi. Legge Bernardi e tira il campanello. Viene su, mangia una fetta di crema e beve un bicchiere dì vino. Anche due se vuole.
Memmo Ventura Mi aveva invitato a casa sua, capite, a mangiar crema e a bere vino.
Primo Detenuto Sì, sì.
Secondo Detenuto Memmo Ventura non nasconde nulla della sua storia.
Il Carceriere Sogno Ti capisco, sì, Memmo Ventura. Questo c'entrerà più tardi per rifiutarti le attenuanti.
Memmo Ventura Ora state attenti, allungate le orecchie. Sentite!
Terzo Detenuto Uhm...
Primo Detenuto Niente.
Memmo Ventura Certo, mica le campane.
Il Carceriere Sogno Io so cos'è.
Memmo Ventura Si sentiva appena. Ascoltate.
(Flebile flebile, un suono di carillon).
Primo Detenuto Che cos'è?
Secondo Detenuto Sì, sì...
Terzo Detenuto Io non sento un accidente.
Memmo Ventura Va bene così. Un dubbio.
Il Carceriere Sogno Sss... Un filo di musica.
Memmo Ventura Il carillon, era il carillon. Usciva dal corpo della vecchia. Essa mandava musica.
Il Carceriere Sogno La vecchia mandava musica.
Memmo Ventura Un giocattolo del diavolo. Ha sentito signora ?
La Vecchietta Ho sentito, sì, sì. Va un po' avanti.
Memmo Ventura Che cos'è? Viene da lei, viene dal suo corpo. Ancora il suo ridere minuto, a grani di riso. Ero arrabbiatissimo; bisognava, ad ogni costo, che vedessi dentro come era fatto, come faceva la molla a far suonare la musica. Mi dica subito com'è che lei manda musica o la rompo per rendermene conto io.
La Vecchietta È il mio orologio, signore. Gli altri battono le ore e il mio suona la musica. Ha battuto le sei.
Memmo Ventura E tirò fuori dal corsetto un orologio che teneva appeso al collo con un cordoncino nero.
La Vecchietta Le piace? Lo prenda in mano, signore, lo ammiri pure. (Eseguendo tutto quanto è detto).
Memmo Ventura E me lo mise in mano, così, attaccato al cordoncino.
La Vecchietta Era della mia nonna (ride) e quando morirò lo lascerò alla mia nipotina.
Memmo Ventura Quello che ho qui in mano è un orologio piuttosto piccolo e gonfio. Sulla cassa c'è il Ponte dei Sospiri a smalto e, sotto, una gondola che passa.
La Vecchietta Vuole sentire ancora la musica? Provi a far girare le sfere sulle sei e mezzo. Provi.
Memmo Ventura Provai. Così.
(Altro motivo di carillon. Più breve).
La Vecchietta A tutte le ore una musica diversa. E alle mezze anche. Ventiquattro canzoni.
Il Carceriere Sogno Memmo Ventura tace. Tiene fra le sue mani l'orologio e tace. Non trova le parole per esprimere la sua commozione davanti all'orologio musicale. Io lo conosco; è la sua vecchia passione per i giocattoli. E questa gli sarà fatale Andate avanti, signora.
La Vecchietta Viene tardi e io devo andare. Mi ridia l'orologio, per favore.
Memmo Ventura Eh?...
La Vecchietta Devo tornare a casa. Se mi ridà l'orologio...
Memmo Ventura No, no, aspettiamo che suoni la canzone delle sette, per piacere.
La Vecchietta Oh, alle sette ci dobbiamo mettere a tavola, e devo ancora preparare la crema.
Memmo Ventura Aspettiamo la canzone delle sette, le dico.
Il Carceriere Sogno E poi quella delle sette e mezzo, delle otto, delle nove. Un destino. Memmo Ventura comincia ad essere alterato. Lo sento nella voce e nelle parole.
La Vecchietta Le farò ascoltare, stasera, la canzone delle nove. Quella è la più bella. Ora vado.
Memmo Ventura Tutte le voglio sentire. Tutte.
La Vecchietta Mi lasci andare, signore.
Memmo Ventura Senza l'orologio musicale io non posso stare.
La Vecchietta La prego non mi tenga così al guinzaglio.
Memmo Ventura Privo dell'orologio musicale io non posso vivere.
La Vecchietta Non tiri così, il cordoncino si romperà.
Memmo Ventura Si romperà, sì.
La Vecchietta Mi fa paura, signore.
Memmo Ventura Mi lasci l'orologio, glielo riporterò stasera, forse.
La Vecchietta Oh, mai più. Il mio orologio musicale!...
Memmo Ventura Suo? Con che diritto lei dice suo? Suo, e vuol privarne tutti gli altri.
La Vecchietta Io ho paura e grido. Aiuto, gente!
Memmo Ventura Fatti in là, vecchia egoista.
La Vecchietta Aiuto, aiuto!
Memmo Ventura L'hai voluto, vecchia infernale!
La Vecchietta Soccorso! A me! Soccorso!
Il Carceriere Sogno E, come vedete, Memmo Ventura strappa il cordoncino dal collo della vecchietta, le dà uno spintone e scappa coll'orologio musicale in mano. Non lo si vede più perché è già fuggito dal giardino.
Primo Detenuto Memmo Ventura era fatto così.
Terzo Detenuto Memmo Ventura era una carogna.
Secondo Detenuto Memmo Ventura era un poeta ecco che cos'era!
Terzo Detenuto Uhm!...
Il Carceriere Sogno Ascoltate: la vecchia piange curva sulla panchina. Essa è triste e spaventata. Accorre gente a consolarla. Viene la guardia in bicicletta. È stato Memmo Ventura a chiamarla. Passandole davanti in fuga le ha detto: c'è una vecchietta laggiù che ha bisogno di voi, guardia.
La Guardia Che ha questa signora da piangere?
La Vecchietta Aiuto, signora guardia. Un uomo mi ha rubato l'orologio. Un orologio musicale.
Terzo Detenuto Voglio testimoniare anch'io per aiutarlo nelle indagini. Alle sei e mezzo suona il brindisi della « Traviata », guardia.
Il Carceriere Sogno Non è ben fatto. Pallido.
La Guardia Ditemi signora: è stato quel tipo che era seduto qui e poco fa correva?
Terzo Detenuto È stato lui, guardia. È una guardia furba questa guardia.
La Vecchietta Sembrava un'onesta persona.
La Guardia Voi tornate a casa signora e quel gaglioffo lo ripesco io.
Terzo Detenuto Se non fossi qui prigioniero e come spettatore vorrei accompagnarla a casa io, la vecchietta.
Il Carceriere Sogno Non occorre, essa abita vicino, Pallido. La brava guardia monta in bicicletta e, bruciando la strada, insegue Memmo Ventura mentre la vecchietta, senza cordoncino e senza orologio e con un livido al collo, torna a casa piangendo.
La Vecchietta Il mio orologio... il mio orologio... rivoglio il mio orologio.
(E scompare. Cresce la luce sul gruppo dei detenuti e del carceriere e va lentamente declinando sulla panchina).
Il Carcerare Sogno Memmo Ventura continua a scappare. Per sfuggire alla cattura egli attraversa mezza città.
(Per un momento ricompare Memmo Ventura).
Memmo Ventura Volevo dire una cosa.
Terzo Detenuto Guardia, Memmo Ventura è di nuovo qui.
Primo Detenuto Finiscila, Pallido.
Il Carceriere Sogno Non è qui. Egli seguita a scappare e finché scappa ha questo pensiero fisso che vorrebbe dire. Parla Memmo Ventura.
Memmo Ventura Questo: certo essa non poté preparare la crema quella sera e cuocerla due volte. Non poté. Mi capite?
Il Carceriere Sogno Ti capisco, sì, Memmo Ventura.
Memmo Ventura Frattanto io continuo a fuggire. (Via).
Il Carceriere Sogno Va, va, Memmo Ventura. Seguitò a correre e pensò di rifugiarsi nel carcere dove nessuno lo avrebbe cercato e dove sapeva di avere un amico. Con permesso.
(Si alza e va a mettersi sotto il muro di cinta, dall'altra parte).
Primo Detenuto Dove andate?
Il Carceriere Sogno Egli è già dall'altra parte, tutto trafelato. Ora sta scalando il muro per saltar dentro. Avvenne in questo punto. Cominciava a far sera.
(Si mette rasente il muro e attende un po' finché Memmo Ventura compare sulla cima. E quando spicca il salto lo aiuta) Sta' attento a non romperti una gamba.
Memmo Ventura Eccomi.
Il Carceriere Sogno Il tuo modo di presentarti non è molto in regola colla procedura, amico mio.
Memmo Ventura Nascondetemi, carceriere Sogno, nascondetemi subito.
Il Carceriere Sogno Sei tutto sudato, Memmo Ventura. Piglierai una polmonite. To', mettiti la mia giacchetta. E l'aiutai ad indossarla.
Memmo Ventura Mi va un po' stretta questa giacchetta. Zitto! Sentite i passi. I passi, di là dal muro.
Il Carceriere Sogno Io non sapevo niente. Ed ora egli me lo dico.. A proposito, li sentite voi?
Primo Detenuto Sì, lì sentiamo.
Secondo Detenuto Su e giù, su e giù.
Il Carceriere Sogno Non su e giù, avanti e indietro.
Terzo Detenuto Ma che importa sentire i passi?
Memmo Ventura È la guardia.
Terzo Detenuto Ah, bene. Ora ti arresteranno.
Memmo Ventura No, non mi arresteranno. Mi inseguono, carceriere Sogno; la guardia mi vuole ammanettare.
Il Carceriere Sogno Ssst. Ho l'impressione che ora la guardia parlerà.
Voce della Guardia Ehi, della prigione, ehi!
Il Carceriere Sogno Chi va là? Chi parla?
Voce della Guardia La forza.
Il Carceriere Sogno Felice notte alla forza.
Voce della Guardia Avete visto un uomo scappare?
Memmo Ventura Salvatemi, fate che non mi pigli.
Il Carceriere Sogno No, guardia: non ho visto uomini scappare.
Voce della Guardia Era Memmo Ventura.
Il Carceriere Sogno Ah, Memmo Ventura. E che ha fatto?
Voce della Guardia Ha rapinato una povera vecchietta del suo orologio musicale. Mi era parso proprio che si fosse rifugiato lì.
Il Carceriere Sogno Quale volete che sia il ladro inseguito che si rifugia in carcere?
Voce della Guardia Ben detto, carceriere. Buona notte.
Il Carceriere Sogno Buona notte alla forza.
Terzo Detenuto No, no, così non va bene. Lo avverto io. Guardia!...
Primo Detenuto Ssst. Vuoi far silenzio, delatore?!
Secondo Detenuto Hai fatto bene ad imbrogliarlo, Gaspare.
(Azione).
Il Carceriere Sogno È tutto vano: il Pallido non può modificare in alcun modo quel che è avvenuto. Ormai è così, per sempre. Anche la mia è stata una frase stupida: « quale volete che sia il ladro inseguito che si rifugia in carcere? » ma nulla la può cambiare. Senza quella Memmo Ventura non può andare avanti e rispondermi.
Memmo Ventura Io sono Memmo Ventura, Voi mi dovete tener nascosto. Se mi pigliano mi mettono in carcere.
Il Carceriere Sogno Ci sei, Memmo Ventura.
Memmo Ventura Ci sonoma non mi ci hanno messo. Anche tu, carceriere, ci sei ma non ti ci hanno messo. Ci sono per restar nascosto. Se mi mettono dentro mi tolgono la libertà. LA LIBERTÀ. Io non voglio perdere la libertà.
Il Carceriere Sogno E come farai a conservare la libertà?
Memmo Ventura Non facendomi pigliare. Restando qui, nascosto.
Il Carceriere Sogno In carcere.
Memmo Ventura In carcere. Ma colla mia libertà.
Il Carceriere Sogno Ti scopriranno; nella mia casa ti scopriranno.
Memmo Ventura Non starò nella tua casa.
Il Cameriere Sogno E dove starai?
Memmo Ventura Mi metterai nella cella di rigore.
Il Carceriere Sogno Ti scopriranno nel corridoio.
Memmo Ventura Non verrò mai nel corridoio.
Il Carceriere Sogno Ti scopriranno nel cortile.
Memmo Ventura Non verrò nel cortile. Starò sempre nella cella.
Il Carceriere Sogno La segregazione cellulare. Tu vuoi fare la segregazione cellulare.
Memmo Ventura Ma con la mia libertà. Perché non mi piglino. Con la mia libertà.
Il Carceriere Sogno Ho capito. Sono tuo amico e ti aiuterò.
Memmo Ventura Lo sapevo.
Il Carceriere Sogno Tu piangi, Memmo Ventura. Sono lacrime, queste, Memmo Ventura piangeva.
Primo Detenuto Memmo Ventura piangeva?
Il Carceriere Sogno Sì, Memmo Ventura piangeva.
Memmo Ventura E poi c'è un'altra cosa: devo punirmi. Ho rubato un orologio a una vecchia e devo punirmi. Giacché sono venuto in carcere per non perdere la libertà voglio approfittarne per espiare la mia colpa. Espiare e restar libero. Mi condanno a un anno.
Il Carceriere Sogno Mi pare troppo, Memmo Ventura.
Memmo Ventura Io so quel che ho fatto. Non è troppo
Il Carceriere Sogno Non essere esagerato: concediti qualche attenuante. La forza irresistibile per esempio. So io la tua passione per i giocattoli. Puoi arrivare alla forza irresistibile.
Memmo Ventura Nessuna attenuante. Portami in cella di rigore prima che vengano e mi mettano in carcere.
Il Carceriere Sogno Andiamo, Memmo Ventura.
Memmo Ventura L'orologio musicale mi terrà compagnia. Ventiquattro canzoni al giorno per un anno.
Il Carceriere Sogno Andiamo dunque. Un momento che lo porto in cella di rigore.
Memmo Ventura No, carceriere Sogno, non tenetemi per il braccio. Sono un uomo libero. E « andiamo » devo dirlo io.
Il Carceriere Sogno È giusto, Memmo Ventura, è giusto. Vado e torno.
(Dileguano il carceriere e Ventura. Silenzio. Si ode scorrere un grosso catenaccio e si torna a illuminare maggiormente la zona dei detenuti).
Secondo Detenuto Hai sentito, Pallido: il rumore del catenaccio della cella di rigore. Egli è entrato in segregazione.
Terzo Detenuto Ho sentito. Ma doveva mettercelo la guardia, dopo il processo.
Secondo Detenuto La ragione è che tu non capisci niente. Pallido.
Primo Detenuto Questo era Memmo Ventura!
(Ritorna il carceriere Sogno).
Il Carceriere Sogno Ho rinchiuso Memmo Ventura nella cella di rigore come ha deciso lui. Memmo Ventura stette là. Senza far rumore, senza accendere la luce, senza metter fuori il naso. Per un anno. Col suo orologio musicale. Dodici mesi dopo, un quindici di agosto, verso sera, chiamò. Mi disse: « apri ». Uscì come un re. E so ne andò. Memmo Ventura era rimasto libero ed aveva espiato. Egli aveva compreso cos'è la libertà. Anche la colpa aveva compreso cos'è; e la punizione. Punizione e liberi. Ecco. Questo. E anch'io compresi meglio, dopo. Ecco perché vorrei tutti, tutta la città dentro al mio carcere. Sono grato a Memmo Ventura.
Terzo Detenuto Carceriere Sogno, scusate se ho stonato la vostra canzone. Non lo farò più. Voglio dire: cercherò di non farlo più.
Il Carceriere Sogno Ti ringrazio, figliolo.
Primo Detenuto Era abile Memmo Ventura. Difficile pescarlo.
Il Carceriere Sogno Mah!... Era Memmo Ventura, ecco.
Secondo Detenuto È venuto buio.
Terzo Detenuto Si fa tardi.
Primo Detenuto Vi dispiace, carceriere Sogno, di rinchiuderci nelle nostre celle?
Il Carceriere Sogno Sempre nelle vostre celle, volete andare. Stiamo ancora qui un poco, per favore. Presto la luna scivolerà giù dal muro, nel cortile, e allora il grillo comincerà a cantare.
Terzo Detenuto Cantano i grilli?
Il Carceriere Sogno Sì, Pallido, cantano.
Terzo Detenuto Finora m'era parso solo che facessero il rumore antipatico di una sega senza fiato.
Il Carceriere Sogno No, no, cantano.
Primo Detenuto Ma se non tacete non lo potremo udire.
(Tacciono. Nel silenzio si ode squillare la campanella del cancello).
Secondo Detenuto La campanella del cancello.
Primo Detenuto Chi sarà?
Terzo Detenuto Un nuovo detenuto a quest'ora?
Il Carceriere Sogno A qualunque ora esso è sempre il benvenuto. Vado ad aprire.
(Va. Si sente il cancello cigolare ed appare Memmo Ventura. Tiene in mano una carta)
Memmo Ventura?!
Memmo Ventura Sì, sono io. (E gli dà la carta).
Il Carceriere Sogno E che cos'è questa carta?
Memmo Ventura Un ordine di arresto.
Il Carceriere Sogno Per te?
Memmo Ventura Per me.
Il Carceriere Sogno Firmato Memmo Ventura. Ma non è regolare.
Memmo Ventura È regolare, carceriere Sogno. Solo così è regolare.
Il Carceriere Sogno Come mai?
Memmo Ventura Ho rubato una palla a un bambino. Questo è soltanto l'ordine di arresto. Uno di questi giorni mi farò il processo e mi darò quello che è giusto.
Il Carceriere Sogno Ti farai, tu?
Memmo Ventura Va bene così. Questa volta mi concederò le attenuanti. Forse mi condannerò a tre mesi. Era un bambino ricco e aveva altri giocattoli.
Il Carceriere Sogno Benvenuto nel nostro carcere, Memmo Ventura.
Primo Detenuto Salute, Memmo Ventura.
Secondo Detenuto Ciao, Memmo Ventura.
Memmo Ventura Salute, amici.
Terzo Detenuto Piacere di fare la vostra conoscenza.
Memmo Ventura Questa è l'ora del grillo. Stiamo zitti e ascoltiamo il grillo.
Terzo Detenuto Poi canteremo la vostra canzone, carceriere Sogno.
Memmo Ventura Ssst... La luna ha gettato la camicia nel cortile. Zitti. Eccolo.
(Nel liquido silenzio lunare, lo zirlio di un grillo).