La Luisona
Al bar Sport non si mangia quasi mai. C’è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d’artigianato.
Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali ormai le conoscono una per una. Entrando dicono: “La meringa è un po’ sciupata oggi. Sarà il caldo”. Oppure: “ E’ ora di dar la polvere al krapfen”. Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi [...] al banco di queste paste.
Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una grande pasta bianca e nera. [...] Subito nel bar si sparse la voce: “Hanno mangiato la Luisona!”.
La Luisona era la decana delle paste e si trovava nella bacheca dal 1982. Guardando il colore della sua crema i vecchi riuscivano a fare le previsioni del tempo.
La sua scomparsa fu un colpo durissimo per tutti.
Il rappresentante fu invitato a uscire nel generale disprezzo. Nessuno lo toccò, perché il suo gesto malvagio conteneva già in sé la più tremenda delle punizioni.
Infatti fu trovato appena un’ora dopo nella toilette di un autogrill di Modena in preda a grandissimi dolori allo stomaco. La Luisona si era vendicata.
La particolarità di queste paste è infatti la non facile digeribilità. Quando la pasta viene mangiata, per prima cosa la granella buca l’esofago. Poi, quando la pasta arriva al fegato, questo la analizza e rinuncia [...] a digerirla.
La pasta, ancora intera, percorre l’intestino e cade a terra intatta dopo pochi secondi.
Se il barista non ha visto niente, potete anche rimetterla nella bacheca e andarvene.
(da S. Benni, Bar Sport, A. Mondadori, Milano 1977)