PIPPO SPAMPINATO
( ‘A MINESTRA PPU JATTU )
due atti
*
2
LA MOGLIE PERFETTA
( ‘A MINESTRA PPU JATTU )
due atti
di Pippo Spampinato
Liberamente ispirati a “L’École des femmes” di Molière
PERSONAGGI
Pasquale, detto “Casto”, scapolo di anni 60, possidente.
Agnese, giovane di anni 18, allevata da Pasquale.
Orazio, giovane di anni 25, figlio di Bartolo.
Bracco, servo di Pasquale.
Bassotta, sua moglie, serva di Pasquale.
Cornelio, amico di Pasquale.
Bartolo, padre di Orazio.
LA SCENA:
Una piazza, dove in fondo c’è la casa di Agnese posta su una terrazza sopraelevata; vi si accede per mezzo di una scala esterna, all’estrema destra, con un cancello in alto. La terrazza è limitata sul davanti da una ringhiera-parapetto, dove sono appesi, all’esterno, dei supporti contenenti vasi con fiori e, sull’estremo lato sinistro, da una parte dell’appartamento di Agnese, dove c’è una finestra chiusa e sbarrata con delle tavole inchiodate. Dalla terrazza, si accede nell’appartamento attraverso un arco aperto o una porta; nella parete in fondo della terrazza, che occupa quasi metà di spazio, c’è un’altra piccola finestra, anche questa sbarrata come quella posta sul davanti; nel rimanente spazio, c’è un’altra ringhiera-parapetto sporgente sul giardino, da dove si dipartono rami e fronde di alberi. Ci sono collocate, ben visibili, due sedie e, posto in un angolo, c’è un annaffiatoio.
Al piano terra, sotto la terrazza, c’è l’abitazione dei servi, dove si accede per mezzo di due aperture ad arco, da sembrare due cucce per cani, basse e chiuse con delle rustiche porte, che hanno nella parte superiore, al centro di ognuna, un portello da dove si può sporgere la testa. Appeso al muro, tra le due aperture, pende un cartello con la seguente scritta: “ATTENTI AI SERVI “.
Sul lato sinistro della piazza vi è una casa con balconcino o portone e in fondo una strada; mentre sul lato destro vi è un’altra casa e, in prima, un’altra strada.
AI GIORNI NOSTRI
3
PRIMO ATTO
SCENA PRIMA
( Pasquale e Cornelio )
I due vengono dalla strada a sinistra.
Pasquale, che entra per primo, guarda, senza dare nell’occhio, la casa di fronte.
Porta in testa un cappello alla moda.
Lo segue Cornelio sganasciandosi dalle risa.
PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO
Ma scusa Cornelio, pirchì ti stai ammazzannu di risati?
( Sempre ridendo ) Comu pirchì?... Tu, propriu tu!...( Non può continuare per il riso ).
Ma cu ti puncìu a musca ca fa ridiri? Cu è ca ti sta cattigghiannu?
( C. s. ) Non mi pozzu tèniri… ( Si calma ) Perciò… tu, ti mariti?!
Io, io! Mi sposo tra una settimana.
E voi ca non ridu? Comu… tu, scapolo impenitente… ca hai sparratu a tutti chiddi
maritati, macari a mia; ca dicevi ca tutti i mariti sunu curnuti, senza nessuna eccezione.
E… mai e poi mai, t’avissi maritatu. Ora ci stai cascannu?!
Quali cascannu? Io, se mi maritu, sacciu chiddu ca devo fare, e sacciu, innanzi tutto a
chi devo sposare. Io sono e sarò sempre immune dalle corna.
( Scherzando ) Cchi ti facisti u vaccinu? Ah, già: ecco pirchì avi na simana ca manchi.
Unni ha statu? Scumparisti da circolazione.
Sono stato a Messina, dove ho frequentato, per sette giorni, un corso in un Centro di
Estetica.
Estetica???
Precisamente! Estetica facciale e corporale. Taliimi bene: non ti sembro cambiato?
Non sono ritornato ringiovanito?
No. Sei ritornato rincoglionito! Pirchì unu ca si voli maritari alla tua età…
Quale età? L’età non conta quannu unu si senti giovane dentro. Specialmente ora che
mi sono ringiovanito anche esternamente ( si mostra ).
( Trattenendo il riso )Esterna... Ca non mi fari arridiri cchiù assai…Ti pari ca pirchì
t’accattasti stu cappeddu, ti sei ringiovanito? Unni tu ‘ccattasti?
A Messina. In un negozio alla moda. Reparto giovane.
( Ride ) Reparto giovane!… Vah, vo’ mettiti a coppula, comu prima, ca ti sta megghiu!
Giovane, si! E non c’è nenti d’arridiri. Fussi megghiu, inveci, ca a coppula ta livassi
macari tu, accussì cangi portamento. Almenu accattatinni una nova e ti levi chista ca è
tutta ‘nsurrata e avi trentanni ca porti. ( Pausa ) Guardami bene, invece! Non ho più
rughe… Sono tutto liscio…
Stiratu.
Chi capiddi niuri…
Tinciuti.
La camminata sciolta…
Ppi primi jorna.
4
PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO
Insomma, io stesso, dopo il “corso”, non mi canusciu cchiù. Sono diventato un altro.
Tutto cambiato!
Si vidi! Macari i sintimenti ti cangiaru. Turnasti con un’altra mentalità.
No, no! La mentalità è sempre ‘a stissa.
Si ti voi maritari.
Il pensiero di sposarmi l’ho avuto sempre. Difatti ci ho pensato da un po’ di tempo.
Cchi nni sai, tu? ( Pausa ) Vah, ora mi sbuttunu…
Cchi m’ha fari vìdiri? ( Lo guarda ) Vih, ca daveru è! Si senza panza.
‘A panza è scomparsa per la dieta, a cui mi sono sottoposto, durante questi sette giorni.
Sempre nel Centro Estetico?
Propriu! Mi sentu comu ‘n carusu di vint’anni. Dicevo ca mi sbottono, nel senso che ti
svelo un segreto. Ti dicu una cosa ca non sapi nuddu. Ascuta: da alcuni anni ho allevato
‘na carusa. L’ho presa, quannu aveva quattr’anni.
Di unni a pigghiasti du vivaiu o da’ fera?
No. L’ho presa da una contadina, che, a sua volta, l’aveva avuta affidata dal padre, il
quale, poi, s’’a squagghiò e non si nni seppe cchiù nenti. La contadina era povera e non
la poteva crescere; allora la diede a me, perché io pensassi a farla crescere ed educarla.
Iù, a misi in un collegio, raccomandando alle monache di educarla all’antica e farla
crisciri ingenua e cretina; senza svilaricci niente dei segreti della vita. Ora, che è
cresciuta, me la sono ripresa. Ha diciotto anni ed è come si n’avissi sempri quattru.
E unn’è? Unni ‘a teni?
Nascosta. In una casa chiusa.
In una casa chiusa??? Cchi ci fai fari ‘a buttana?
Cretinu! Casa chiusa nel senso che nessuno ci può entrare. Di guardia ci misi due
servi, maritu e muggheri, scimuniti e cretini macari iddi, ma zotici, viddani e mastini.
Sunu comu du cani da guardia. Difatti hannu macari u nomu di cani. ‘U maritu si
chiama Bracco e ‘a muggheri Bassotta. Sono affezionati e fedelissimi al padrone e
feroci, ferocissimi verso gli estranei. Hannu l’ordine di non fari tràsiri a nuddu.
Mancu a tia?
Bestia! Iù sugnu u patruni!
Ma unn’è sta casa? Unn’è?
Sì, ca ora u diceva a tia! Accussì u sapi tuttu u paisi. Si trova nelle vicinanze, ma non
si sapi unn’è. Idda, la ragazza, non sapi il mio vero nome.
No? Non sapi ca ti chiami Pasquale? E quali nomu sapi?
Sapi ca mi chiamu “Casto”, il signor Casto. Che è, poi, il mio soprannome.
‘U peccu. Accussì ti sanu sentiri.
Precisamente! Perché sono stato e sono un uomo casto.
Ora ca ti mariti, però, stu peccu ti l’avissiru a cangiari.
Pirchì?
Pirchì sino ad ora, sei stato casto, maritannuti diventerai sicuramente “crasto”!
Non c’è stu periculu. Iù crastu, cioè becco, non ci sarò mai, perché sposerò sta carusa
che ho allevato.
Chista di 18 anni??? Allura autru ca crastu… Cchi corna ‘ntrucciuniati!
No, no! Quannu la donna-moglie non è intelligente, non è furba, non è smaliziata, ma
è, invece, ignorante, cretina e ingenua comu Agnese, corna non ne può fare.
Si chiama Agnese?
Agnese, sì! Ed è proprio un agnellino casto e puro. A proposito: to muggheri è
istruita e sperta, veru?
Che c’entra me muggheri? Vidi ca non tutti i fimmini ci fannu i corna ai mariti. Ci
sono anche le mogli fedeli.
5
PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO
Bravu! E u sai cu sunu le donne fedeli? Chiddi ignoranti, cretine, ed ingenue. Ora, sta
ragazza che io ho allevato a modo mio, è ingenuissima! Basta pinsari ca cridi che i
bambini nascono dalle orecchie.
Daveru? E’ così ingenua? Ma allura non sapi nenti sul sesso?!
Quale sesso? Cchi ti scappa da vucca? Chidda sapi sulu ca il sesso è maschile e
femminile; anzi niente sesso! Sapi ca c’è il genere maschile e il genere femminile.
Chiddu maschile termina ca “o” e chiddu femminile ca “a”.
E cridi, ppi daveru, ca i picciriddi nascono d’aricchi?
Propriu! I masculi dall’orecchio destro e i fimmini dall’orecchio sinistro.
E se per caso… ( fa un gesto effeminato ).
Fussiru comu a tia?... Do nasu! ( Pausa ) Vah, ti saluto! Mi fermu ccà, quantu passu
do nutaru… Devo concludere un affare.
Ti fazzu cumpagnia.
Grazie! Ma… mi devo fermare un poco.
T’aspettu! Sugnu sfacinnatu…
No, vattinni! Poi ni videmu chiù tardu!
Va bene! Ni videmu stasira! ( Va via dalla strada di destra ).
SCENA SECONDA
( Pasquale solo )
PASQUALE
( Dopo aver accompagnato Cornelio, ritorna al centro e colloquia con il pubblico ) Si nni ivu! Chista du nutaru è stata una scusa. Io, invece, haiu a tràsiri ccà, in questa casa ( indica la casa in fondo con la terrazza ). Chista è a casa dove ci tegnu nascosta Agnese. Veramente nto nutaru ci avissi a jri ppi daveru. Ma ci andrò dopo! Prima haiu a vidiri ‘a picciotta, la futura mia sposa. Dopu ‘na simana ca mancu, non vidu l’ura di trasiri intra e vidilla. Cu sapi comu ha passatu sti 7 jorna? Certamente senza vidiri a nuddu. Ci raccumannai a Bracco e a Bassotta di chiudiri tutto e non fari avvicinari a nuddu. ( Sale le scale e si ferma nel pianerottolo ) Ora sonu! ( Suona la campanella che pende accanto il cancello ).
SCENA TERZA
( Pasquale, Bracco e Bassotta )
Sporgendo solo la testa dal portello, delle porte delle ” cucce” a piano terra, appaiono Bracco e Bassotta.
BRACCO BASSOTTA PASQUALE BRACCO BASSOTTA
Cu è…
…Ca ci rumpi a testa?
( Dall’alto ) Bracco… Bassotta, iù sugnu! Rapiti!
A nuddu rapemu.
Ittati sangu!
Rientrano il capo e chiudono il portello.
PASQUALE
Bravi! Accussì vi cumannai! ( Scende le scale e rivolto al pubblico ) Sono stato fortunato a trovare questi due bravi servi! ( Chiama ) Braccuccio!... Bassottina!... Iù sugnu! Rapiti!
Bracco e Bassotta si riaffacciano dal portello.
6
BRACCO BASSOTTA PASQUALE BRACCO BASSOTTA
Cu siti? Cu schifìu vi canusci?!
Smammamu o frati!
Comu??? Non mi stati canuscennu?
Non mi faciti ‘ncazzari!
Sciò! Sciò! A casa!
Rientrano e richiudono il portello.
PASQUALE
(Solo) Maria santissima! Non mi stanu canuscennu… Sono davvero cambiato! Auh,certu ca sti 7 jorna nel Centro di Estetica ficiru miraculi! ( Chiama ) Bracco!… Bassotta!… Affacciativi!
Bracco e Bassotta ricompaiono come prima.
BRACCO Ancora?
BASSOTTA Camurrìa!
BRACCO Cchi c’è?
BASSOTTA Cchi vuliti?
PASQUALE Apritimi u canceddu!
BRACCO Giovanotto, vi n’ati a jri!
BASSOTTA Piccirì a casa, ca ’a mamma aspetta a te! ( Accennando il motivo di Carosone ) Passa
a casa piccirììì…
BRACCO ( Continuando sulla stessa canzone “Guaglione” ) Curri ‘nbraccio da mammà…
BASSOTTA … Ca a mammà ti può capì!
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme, come finale ) Jammi jammi piccirììì! ( Senza cantare e quasi
gridando ) A ca-sa!
Rientrano come prima.
PASQUALE
( A sé ) Giovanotto… Piccirì… Ma sugnu cangiatu ppi daveru! Comu potti essiri…dopo 7 jorna… ( Chiama a gran voce ) Bracco!... Bassotta!...
Bracco e Bassotta si riaffacciono dal portello.
PASQUALE Possibile ca non mi stati ricanuscennu? Sono io! Macari cangiatu… ma sempri iù, u
patruni!
BRACCO ( Con una larga risata )’U patruni… Iddu!... Stu vecchiu stranchillatu…Talìa Bassotta.
BASSOTTA ‘U staiu vidennu quantu è ridiculu… Tuttu ca trema e non ci la fa a stari additta.
PASQUALE Comu??? Ridiculu… stranchillatu?
BRACCO ‘U nostru patruni, il signor Casto, è molto, ma molto più giovane di vui.
BASSOTTA Non è vecchiu e arrappatu comu a vui.
BRACCO V’aviti taliatu o’ specchiu?
PASQUALE Comu???
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme) Arrappatu! Arrappatu!
PASQUALE Cchi???
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ) Stranchillatu! Stranchillatu!
PASQUALE ( A sé ) Mih!!! Mi futtèru i soldi a Missina! ( Dopo una pausa ) Va bene! Macari
accussì comu mi viditi, sempri iù sugnu, ca turnai.
BRACCO E vinistiru a cascari ccà?!
BASSOTTA ( Ridendo )Di unni turnau di l’Istituto di bellezza? Taliatilu!...
PASQUALE Proprio di ddocu turnai. Di unni mi futtèru i soldi. Ma ora sugnu ccà! Sempri iù!
Avanti rapiti!
7 |
||
BRACCO |
E cchi è cretinu? |
|
BASSOTTA |
Oppuri fa finta di non sèntiri. |
|
BRACCO |
Nuautri a nuddu rapemu! |
|
BASSOTTA |
A nuddu! |
|
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme) Sulu o’ patruni! |
|
PASQUALE |
( Arrabbiandosi ) E sugnu iù! Sugnu u patruni! |
|
Bracco e Bassotta sbruffano dal ridere. |
||
PASQUALE |
( Si toglie il cappello ) Ccà! Taliatimi senza cappeddu… Sugnu u patruni! |
|
BRACCO |
Parola d’ordine. |
|
PASQUALE |
‘A buttana di to soru! |
|
BASSOTTA |
Contraparola d’ordine. |
|
PASQUALE |
‘A scuffata di vostra matri! |
|
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme ) Iddu è, u patruni! |
|
Bracco e Bassotta aprono le porte e vengono fuori. |
||
PASQUALE |
( Rimettendosi il cappello ) Oh, finalmente! |
|
BRACCO |
( Sprofondandosi esageratamente in un inchino ) Ben tornatu! Voscenza benedica… |
|
Servitore umilissimo… |
||
BASSOTTA |
( Imitando Bracco ) M’inginocchiu ai so pedi!... Voscenza mi cumanna! |
|
Tutte e due si inginocchiano per baciargli le mani. |
||
PASQUALE |
( Staccandosi ) Basta! Basta! Datimi a chiavi ca haiu primmura di vidiri ‘a picciotta. |
|
BRACCO |
Quali chiavi? |
|
PASQUALE |
A chiavi du canceddu di dda supra ( indica il cancello ). |
|
BRACCO |
Ah! ‘A chiavi dell’appartamento da signorina Agnese?! Subito! ( Cerca nelle tasche ) |
|
A chiavi… A chiavi… Unni ‘a misi?... A chiavi… |
||
PASQUALE |
Varda ca ora non s’attrova ‘a chiavi. |
|
BRACCO |
Bassotta, vidi si ci l’hai tu. Mi pari ca a tia ta desi!... |
|
BASSOTTA |
Iù? Quannu mai? Tu, sempri, l’hai tinuta! |
|
BRACCO |
Intantu non la trovu… Adduniti! |
|
BASSOTTA |
Unni? Iù sacchetti non ci n’haiu! |
|
BRACCO |
‘Nto pettu… |
|
BASSOTTA |
Unni? Quali pettu? |
|
PASQUALE |
‘Nta stu cantaranu ca hai. Cercala! Talìa si c’è!... Spicciativi! |
|
BASSOTTA |
Non ci n’haiu! Adduniti tu! |
|
BRACCO |
Vidi tu! |
|
BASSOTTA |
Tu, tu! |
|
BRACCO |
No, tu... tu! |
|
BASSOTTA |
Tuuu!... |
|
BRACCO |
Chi è occupatu? |
|
PASQUALE |
‘U vuliti vidiri ca v’affucu a tutti dui?! ( Gridando ) ‘A chiavi!!! Datimi a chiavi!!! |
|
BRACCO |
Oh, sparti s’incazza. Chistu è u ringraziamentu. Non sulu tinemu tuttu chiuso e |
|
custodiamo la chiave… |
||
BASSOTTA |
Senza fari trasiri a nuddu… |
|
PASQUALE |
Ora a mia m’aviti a fari trasiri subito! Pirchì annunca vi muzzicu… ( Cerca di essere |
|
calmo ) Avanti!... Cuntu finu a tri. Uno!... Due!... |
8
BASSOTTA M’aspetta! Varda cchi prescia?!... Bracco, dacci ‘a chiavi e fallu trasiri. Accussì unni
si voli sdirrubbari s’asdirrubba!
BRACCO ‘Na parola! Prima l’haiu a truvari…
BASSOTTA T’aiutu iù!... Circamula!... ( Si avvicina a Bracco e lo tasta con le mani ).
BRACCO ( Solleticandosi ) No, no! Levati ca mi cattigghiu… Ferma!...
PASQUALE ( Al pubblico ) Poco fa, quannu dissi ca ci ji furtunatu a truvari sti servi, mi sono
sbagliato. Sbagliatissimo! Ci ji, inveci, malassurtatu pichì sunu bestii e cretini ca
cumma.
BASSOTTA ( Continuando, mentre Bracco si solletica di più ) ‘Nte causi… ‘Nta giacca…
Davanti… Darredi…
PASQUALE Parola mia d’onore ca vi sparu!... A tutti dui, cu ‘na badda sula…‘nto immu, ca muriti
ballannu! ( Gridando ) ‘A chiavi!!!
BRACCO ( Ricordando ) Bih! Dda è! ( Indica il cancello ) ‘A lassai nta firmatura.
PASQUALE Unni???
BASSOTTA ( Guardando il cancello ) Sì, sì! Dda è! Comu mai na visti quannu sunau?
PASQUALI Non taliai. Puteva mai cridiri…
BRACCO Sarebbe bene, ad una certa età, farisi misurari a vista.
BASSOTTA Vah, vossìa acchiana… ca può tràsiri.
BRACCO ‘A chiavi ‘a trova avanti.
PASQUALE ( A Bracco ) Senti, bistiuni… ppi ora haiu primmura… Ma ricordami ca t’haiu a dari
na fraccata di lignati…
BASSOTTA Bravissimo! Bonu fa. Si li merita!
PASQUALE ( A Bassotta ) A tia, t’appennu a testa sutta ‘nta cancillata! ( Sale le scale in fretta e si
blocca sul pianerottolo ) Dicitimi na cosa, cammareri fitusi; cammareri bestii, deficienti,
cretini, ecc. ecc. Aviti fattu tràsiri a qualcunu? Agnese ha nisciutu fora? Nuddu ha taliatu
ccà supra? E idda ha taliatu a qualcunu, ddocu a sutta? ( Notando che Bracco e Bassotta
ad ogni domanda alzano la testa, riabbassandola dopo ) Pirchì calati a testa?
BRACCO ‘A stamu isannu, inveci, ppi diri di no.
PASQUALE Ma poi ’a calati.
BRACCO Certu! Avemu a ristari ca testa isata?
BASSOTTA Iù soffru di torcicollo…
PASQUALE Inveci di isari e calari a testa, diciti: sì o no.
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ) Sì!
PASQUALE ( Spaventato ) Sì???!!! Avete detto “sì”? Ha trasutu qualcunu?!... E idda ha
nisciutu?!... Ha taliatu?!
BRACCO No! Dissimu sì, ppi diri: “Sissignore”! Vossìa domanda e nuautri dicemu sì o no.
BASSOTTA Certu! Semu pronti.
PASQUALE Basta, basta! Voglio essere calmo. Non mi piace presentarmi alla mia futura sposa
‘ncazzatu e cu l’occhi di fora. Ho capito che non è entrato nessuno. averu? ( Chiede
come se già avesse avuta la risposta ) Nessuno, averu?
BRACCO Nessuno! Sulu iù e Bassotta. Bassotta è fimmina…
PASQUALE Ca no sacciu.
BRACCO Iù sugnu…
PASQUALE Bestia.
BRACCO Perciò vossìa può stari tranquillu.
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ) Nuddu ha trasutu!
PASQUALE Va bene! Vi potete ritirare! A cuccia!
Bracco e Bassotta entrano nelle “cucce”, chiudono le porte e scompaiono.
9
SCENA QUARTA
( Pasquale e Agnese )
PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE
( Apre il cancello, conserva la chiave ed entra nella terrazza ) Intanto, sta chiavi la
conservo io! D’ora in poi, apro e sfermu sulu iù! ( Togliendosi il cappello chiama )
Agnese!... Agnese!... Sono tornato… affacciati! Vieni fuori!
( Si affaccia dall’arco o porta a sinistra e viene fuori, tenendo in mano un piccolo
telaio ) Oh, siete voi mio signore? Siete ritornato finalmente! Dove siete stato in
questi giorni?
Non tu dissi?! Sono stato in campagna, ma a testa l’haiu avuta sempri ccà. Ora sono
tornato! ( Si accorge delle sedie ) Pirchì ci sunu 2 sedie? Non t’assittatu sula nta
tirrazza?
Vi aspettavo e priparai a seggia anche per voi.
Che pensiero gentile. Brava! ( Pausa ) Comu mi trovi? Comu sugnu nta facci… nella
persona… Insomma, come ti apparo? Cangiato… migliorato… Ah? Taliami: sono
diventato un altro, vero?! Taliami! ( Rimette in testa il cappello e si muove buffamente
come se facesse una sfilata di moda ) Non ti sembro più giovane assai?!...
No! Sempri u stissu!
( A sé ) Mi futtèru i soldi ppi daveru!
Con questo cappello, poi, mi sembrate più buffo! ( Ride ) Mi fate ridere!
( Togliendosi il cappello ) Mi futtèru i soldi macari ppu cappeddu! ( Ad Agnese che
continua a ridere ) Basta! Non ridiri cchiù ca u staiu jttannu! ( Con stizza, fa volare il
cappello, gettandolo nel giardino sul fondo ) Oh!... ( Dopo una pausa ) Parramu
d’autru, vah! Cchi stai facennu?
Ricamo.
Brava! Ricama e non isari l’occhi du tilaru… Pirchì ti putissi pungiri ca vugghia.
Sempri l’occhi o’ tilaru!
Lo so! Ci sto attenta a non distrarmi. Dovete sapere che stamattina, mentre ricamavo,
ho avuto un prurito all’orecchio. Ma io, per non lasciare il lavoro, non mi scafuniai
l’orecchio col dito mignolo. No!
Brava! Sempri i manu o’ tilaru e l’occhi o’ ricamu.
Così ho fatto! Veramente, dapprima, mi scantai di quel prurito all’orecchio.
Pirchì?
Madonna santa – dissi – vuoi vìdiri ca sugnu incinta?! Ma poi il prurito cessò e mi
sono tranquillizzata.
( A sé ) Oh, biniditta ingenuità! Viva l’innocenza! ( Ad Agnese ) Brava! Accussì ti
vogghiu! ( Pausa ) Ora trasatinni intra e aspettami, ca iù vaiu nto nutaru e tornu. Ti
devo fare un discorso di cose molto importanti che riguardano noi due: me e te!
Ubbidisco! Come volete voi signor Crasto.
Casto, no crasto. Cas-to! Ti l’ha ‘nsignari giustu u me nomu.
Sì, sì! E’ vero! Certi voti mi cunfunnu… Sugnu ignorante…
Nenti ci fa. Megghiu si si gnuranti. Accussì ti vogghiu! Vah, trasi intra!... Ni videmu
chiù tardu.
( Entrando ) Vi aspetto! ( Va via ).
( Avviandosi per uscire dal cancello ) Ingenua… ignorante… cretina… Quant’è
perfetta!
10
SCENA QUINTA
( Pasquale e Orazio )
Mentre Pasquale chiude il cancello, mettendosi la chiave in tasca.
Dalla strada a sinistra, entra Orazio che passeggia rivolgendo gli occhi alla terrazza.
Poi si ferma sulla sinistra.
PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE
( Scende le scale e si ferma a destra, guardando Orazio ) Cu è chiddu? Cchi fa ccà?
Non vulissi ca fussi unu ca veni a scumpòniri Agnese. ( Pausa ) Però mi pari di
canuscillu… Ma sì, iddu è, Orazio, u figghiu di me cumpari Bartolo. ( Si avvicina )
Orazio! Tu?! E comu criscisti?!
Voi signor Pasquale?! Non v’avevu riconosciuto. Avi na simana ca vi cercu…
Non ci haiu statu. Sono stato 7 jorna a Missi… in campagna. Ecco pirchì sugnu
affaratu nta facci… Tuttu lisciu… No? Non sugnu chiù colorito?… Chiù stiratu?...
No. Sempri u stissu!... Un pocu chiù pallidu. Anzi ora, dopu tantu tempu ca non
v’haiu vistu, mi stati parennu chiù vecchiu… Chiù maturu, vah!
( Piano. A sé ) Cretinu! Comu ti facisti fùttiri i soldi?!
Cchi è ca diciti?
Nenti, cosi mei! E dimmi na cosa: comu sta to patri, me cumpari?
Bene. Vi manna a salutari. Dice che verrà a trovarvi in questi giorni assieme un suo
amico che è stato in America ed è ritornato dopo 14 anni.
Mi farà tanto piacere! E tu, come mai da queste parti?
Mi vosi fari un viaggio… così, ppi passatempu.
Bravu! Addivertiti! Sei giovane e ti puoi allianari. Perciò ha statu ccà di na simana?!
Sì, sono 7 giorni.
Li hai passati bene?
Abbastanza, sì! Benissimo! Però ho speso molti soldi e ora sono all’asciutto.
Se hai bisogno di denaro, tu pozzu dari iù! Quantu t’aggiuva?
Grazie, ne approfitto!… Si mi putissivu pristari 50.000 lire… Ve li restituisce, poi,
me patri quannu veni.
Mih!... Assai su’!
Oggi a genti voli essiri pagata e… poi, le spese ci sono…
Ho capito! T’addiverti e spenni. Va bene! Non ci sono problemi. Eccoti servito! ( Prende
il portafoglio ) Haiu d’appressu propriu 50.000 lire. Sulu chisti! ( Dando il portafoglio
con i soldi ) Ti dugnu cu tuttu u portafogghiu. Tantu du portafogghiu leggiu cchi n’haiu
a fari? ( Pausa ) E dimmi: fimmini ne hai conosciute? Ccà, nta stu paisi ci sunu muggheri
una chiù tappinara di l’autra. I mariti sunu tutti curnuti pacinziusi. Avanti, parra! Cu mia
ti poi cunfidari. Già hai conosciuto a qualcuno?
Veramente, sì! Una bellissima donna.
Bravo! Non ci pirdisti tempu, ah?! E dimmi: unni sta?
Qua vicino.
Qua vicino? Aspetta ca u ‘nsertu… ‘A muggheri du farmacista… ca sta nta casina russa
all’angolo… cc’arredi!
No.
Allura a muggheri du furmaggiaru, nta casa gialla, arredi u lampiuni…
No, no! Non è ddocu a casa.
Ho capito! Nta casa rialzata, arredi a funtanella.
No.
Arredi u monumentu?
Mancu.
Di l’autru latu… arredi u bancu ‘i lottu.
11
ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO
Nemmeno.
Arredi u pedi ‘i ficu?
No.
Allura è dda casa arredi…
…i vostri spaddi.
( Girandosi verso la casa di Agnese, dove volta le spalle )Mih!!! ( Indicandola ) Chista?
Propriu! Sta casa ca tirrazza.
Sta casa??? Ca è chiusa… infirriata…
Ddocu… in questa casa vi abita una giovane accussì bedda, accussì duci, che me ne sono
innamorato subito appena l’ho vista.
Hai fatto male!
Pirchì?
Pirchì… quanu unu talìa senza essiri taliatu… Chi cosa ci ha conchiuduto? Idda ha
statu sempri cu l’occhi bassi… senza dari mai cunfidenza… Averu?
Al contrario! E’ stata lei, per prima, che mi ha fulminato con lo sguardo e mi ha fatto
capìre di essere contenta che io la guardassi.
No!
Sì, invece! E’ accussì cortese, accussì gentile, accussì disponibile, accussì…
Buttana.
Come?
Dicu: buttana da miseria! Quantu si furtunatu! Mancu u tempu d’arrivari ca i fimmini
ti cascunu ‘nte vrazza. No!... Quali vrazza?...Cchi vaiu dicennu? St’autra ci mancava!
Dico: appena tu passi ‘nta strata, i fimmini ti talianu… di luntanu. Sempri di luntanu,
averu? Idda dda supra a tirrazza…
No. Anche da vicino. Difatti, subito, mi invitò ad entrare.
Entrare???
Sì, sì, entrare!
Comu è possibile, se il padrone la tiene chiusa a chiave?
Lo so! Ha un tutore che è un orco, un tiranno, un uomo spregevole!
Veramente…
Ma con tutto ciò, lei mi ha fatto entrare a casa.
Ti rapìu?!
No lei, ma i servi. Due brave persone che avevano la chiave e mi hanno aperto il cancello.
Curnuti! Cosa fitusa! Disonesti!
Con chi l’avete?
No, nenti. Mi dolunu i caddi e smàniu.
Disonesto è, invece, ddu bestiuni del tutore ca ‘a teni prigioniera. Non vi pari? Lei è
una martire! E’ una…
Buttanella.
( Capendo male ) Non si chiama Nella, ma Agnese.
‘U sacciu.
La conoscete?
( Subito, per riparare ) No. Dico: lo so, lo immagino, quanto deve soffrire, povera
giovane, dato che quel galantuomo a teni chiusa.
Galantuomo? Quello è spregevole!
Ho detto “galantuomo”? Sbagghiai! Volevo dire: quell’uomo…
Abominevole, spregevole, innominabile…
Beh… non esageriamo…
Il suo nome è Crasto.
( Correggendo ) Cas-to. Signor Casto.
Lo conoscete?
12
PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO
No. Affatto! Penso ca avissi a fare di nome Casto.
Crasto o Casto… sempri ‘n curnutu è! Un disonesto, un uomo senza scrupoli. Ca si iù
l’avissi davanti, non so cosa gli farei. Dapprima ci avissi datu na fraccata di lignati…
( Fa mimica ) Tah! Tah!... Poi cauci e pidati… Alla fini, na bella sputazzata nta facci.
( Scansandosi e riparandosi con mimica ) Menu mali ca non ci l’hai davanti.
Come si può nascondere un fiore così bello e profumato? ( Annusa ) Oh, che delizia!
Cchi facisti ta ciaurasti macari da vicinu?
Più che vicino! Sono stati 7 giorni di felicità
Sette giorni??? Mih!!! Perciò t’hannu fattu tràsiri ogni giorno, ppi setti jorna?! ( A sé )
Uno per sette fa sette, mentre sette per uno fa sempre sette… Perciò ogni giorno ppi
setti jorna, fa sempri setti jorna… Sette per uno sette… più uno ca nni riportiamo…
( A Orazio ) Insomma ci hai trasùtu sempri! Tutti i jorna.
Anche di sera.
No! Di sera, no. E’ impossibile!
Perché?
Pirchì cu scuru ti putevi sdirrubbari…
E’ vero! Quel farabutto del tutore, ci fici tagghiari a luci, ppi farla coricare presto la sera,
appena fa buio. E dda povera figghia s’avissi a curcàri comu i jaddini.
Ha fatto bene! La sera si dorme e non si gira casa casa o’ scuru.
Iù, invece, giravu.
E comu?
Mi facevano luce i servi col lume.
( A sé ) Mih!!! Macari u pitroliu… ( A Orazio ) Ti facevunu strata, averu? Ingresso libero!
Sì! Mi facevunu entrare sia di giorno, che di sera! Appena ci davo i soldi ai servi, iddi
mi spalancavunu a porta.
Disonesti! ( Impreca in silenzio, poi per non scoprirsi, indica i piedi ) Sempri i caddi.
Ecco perché vi ho chiesto in prestito i 50.000 lire, per darli ai servi e così entrare.( Mostra
il portafoglio ) Sono questi che aprono tutte le porte!
( Cerca di riprendersi il portafoglio, ma invano ).
All’inizio, per aprirmi la strada, appi a ricurriri ad una ruffiana, dandole tanti soldi.
Non me ne pento, però, pirchì è stata molto brava.
E certu! Cchi mancunu ruffiani nta stu paisi? Allura comu facissiru i mariti ad èssiri
curnuti?
Guai se non ci fossero queste brave donne! Però, in questi ultimi giorni, si è ammalata,
mischina!
( Piano ) Ha moriri spiramu!
Ma si farà sostituire dalla sorella, che io non conosco. Spero che quest’altra possa essere
all’altezza del compito.
Non ti preoccupari. Buon sangue non mente! Essendo la sorella… ci l’havi nto sangu!
( Piano ) Famigghia disonesta!
Speriamo! Aspetto che oggi si presenta.
(Piano, a sé ) I pedi ci avissiru a ciuncari!
Intanto ci sono i servi! Costano molto, è vero! Ma aiutano. ( Pausa )Signor Pasquale,
vi lascio. Andate a casa e vi jti a riposare ca mi sembrate stanco e abbattuto, specie cu
sti duluri di caddi. Poi… siti pinsirusu… Cchi è c’aviti?
Sunu caddi mei!
Certu! Vui l’aviti a simpurtari! ( Pausa ) Oggi a jurnata sta finennu… ma dumani, se
trovo un po’ di tempo, vi vegnu a truvari. Arrividerci! ( Si avvia per uscire dalla
strada a sinistra, tenendo dietro la schiena le mani col portafoglio ).
13
PASQUALE ORAZIO PASQUALE
( In punta di piedi gli va dietro e cerca di spillargli il portafoglio, ma Orazio, prima
di uscire si blocca e si volta. Pasquale, per non scoprirsi gli spolvera il vestito ) Hai
tutti i spaddi impolverati… Unni ti frigasti?
Oh, dimenticavo: non diciti nenti di questa mia avventura. Mi raccumannu.Grazie! (Esce).
( Solo ) Ca era cretinu ca u diceva a’ genti.
SCENA SESTA
( Pasquale solo, poi Bracco, Bassotta e Agnese )
PASQUALE
( Disperandosi ) Ma cu mu fici fari a mia, d’alluntanarimi ppi 7 jorna? Cretinu! Min’aveva a jri ppi forza a Missina… Unni non sulu mi futtèru i soldi, ma ccà, mi stavunu futtènnu macari a zita. “Futtènnu”… nel senso di livarimmilla. Mi stavunu rubannu la promessa sposa. ( Riflette ) Futte… Matri! E cu sapi? ... Iddu è giovane… idda macari… ( Si calma ) Calma!... Senza agitazione… Cu Agnese haiu a parrari! Voglio sapere laverità. Tutta la verità. Nient’altro che la verità. Lo giuro! ( Si riprende ) Ma cchi staiu dicennu? Cchi giuro? Unni semu o’ Tribunali? ‘A testa staiu pirdennu. Calma!... Calma! Non ci l’haiu a dari ppi vinta. Però, giuro ca ddi du cosa fitusa e disonesti di cammareri, hannu a moriri ammazzati di me manu. ( Chiama rivolto verso le “cucce” ) Bracco!... Bassotta!... Delinquenti!... Nisciti fora!... (Sbatte ripetutamente le porte ) Unni siti?… Disonesti... unni v’ammucciati?.. Gran figghi di buttana!... Ccà… ccà vi vogghiu, al mio cospetto! Rapiti… e nisciti fora!...
Nella terrazza, vengono fuori Bracco e Bassotta,
che si sporgono dal parapetto.
BRACCO Ccà semu! Ai comandi!
BASSOTTA Sempre agli ordini e a disposizione!
PASQUALE ( Non scorgendoli ) Disgraziati… unni siti? Facitivi vìdiri… nisciti, ca vi mangiu u
ficutu! Vi spurpu a muzzicuna!...
BASSOTTA ( A sé ) Cchi niscìu pazzu?
BRACCO Cu’ cui ci l’havi? Cchi c’è?
PASQUALE ( Cercandolo ) Bracco… Braccuni, cosa fitusa!… Unni si?
BRACCO Ccà sugnu. Cchi voli? Vossìa mi si calma…
BASSOTTA Semu ccà, supra a terrazza. Vossia mi jsa l’occhi!
PASQUALE ( Si porta avanti e li scorge ) Ddocu siti… Cosa fitusa?!
BRACCO Ccà… ccà! Misi ‘o picu…
BASSOTTA …Ca travagghiamu ppi vossìa.
BRACCO Macari con un basso salario… Travagghiamu!
BASSOTTA E jttamu sangu.
BRACCO Sempri ppi vossìa.
BASSOTTA Sissignora! Sempri ppi vossìa.
BRACCO Jttamu sangu!
PASQUALE Disonesti! Latri! Farabutti! Sanguisuga! Jù u sangu vu fazzu jttari ppi daveru!
Pigghiannuvi a timpulati e pugna ‘nto nasu!... Viniti ccà sutta, scinniti! Subito!...
Subitissimo! Ccà!... Cca sutta… ‘nfacci a mia! Quantu vi pinnu a tutti dui e vi disorsu
comu na jaddina. ( Gridando ) Scinniiiti!
BRACCO Non possiamo! Stiamo lavorando… con fatica e sudore.
BASSOTTA E non si interrompe il lavoro, macu pp’asciugari il sudore ca stamu jttannu.
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ad alta voce ) Stiamo la-vo-ran-do!
PASQUALE Lavorando??? E chi lavoro stati facennu?
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ) Ci facemu cumpagnia a signurina!
14
PASQUALE ( Trattenendo la rabbia ) Sintiti… Cuntu sinu a dui e si non siti ccà sutta… iù, v’affucu
a tutti dui assemi cu ‘n chiaccu sulu e, poi, sempri a tutti dui assemi, v’appennu a testa
sutta, ammoddu l’acqua, tinennuvi di ‘n pedi sulu.
BRACCO Ma vossìa scusa… pirchì cunta sinu a dui? Non si cunta sinu a tri?
BASSOTTA S’ha cuntatu sempri sinu a tri!
PASQUALE E iù cuntu sinu a dui! Anzi sulu a unu. Staiu cuntannu: u…
BASSOTTA M’aspetta! Quantu è priscialoru?! ‘U tempu nni l’ha dari, no? ( A Bracco ) Bracco, no
fari siddiari. Scinni!
BRACCO Iù??? No vidi com’è ‘ncazzatu? Pirchì non scinni tu?
BASSOTTA Jù scinnu dopo. Tu scinni prima.
BRACCO No. Megghiu prima scinni tu ca si fimmina. Le donne s’arrispettunu! Almenu ppi cu è
educato.
BASSOTTA Pirchì, a tia ti pari ca iddu è educatu? ‘N armali è! Talialu!
BRACCO Veru è! Avi l’occhi di fora e pari ‘n ursu. Facemu paru e sparu.
BASSOTTA Va bene! Facemu paru e sparu.
PASQUALE Miiihhh!!! Non ci resistu!... Staiu scattannu!... Disgraziati! Macari u torcicollu, mi stati
facennu vèniri. ( Grida )Scinniiitiii!
BRACCO Stamu scinnennu! Quantu stabilemu cu devi scinniri prima.
BASSOTTA ‘N pocu di pazienza! Oh! ( A Bracco ) Allura: paru…
BRACCO No. “Paru” u dicu iù! Tu dici: sparu.
BASSOTTA Nonsignore! Jù haiu dittu sempri “paru” e dicu: paru.
BRACCO E jù, “sparu” no vogghiu diri. ‘U “sparu” mi porta sfortuna. Perciò: paru…
BASSOTTA “Paru” u dicu ju!
BRACCO Jù!
BASSOTTA Jù!
PASQUALE ( Gridando a squarciagola ) Assemi!!! Aviti a scinniri tutti dui assemi! As-se-mi! Ca
v’haiu ammazzari contemporaneamente!
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ) E va bene! Scinnemu assemi! ( Si avviano per scendere, ma
trovano il cancello chiuso ). |
||
BRACCO |
Bravu! Comu scinnemu si vossia chiusi u canceddu? |
|
BASSOTTA |
Si non si fida e teni tuttu chiusu. Comu sciennemu? |
|
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme ) Comu? |
|
PASQUALE |
Abbiativi da ringhiera! Subito! |
|
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme ) Cchi??? |
|
BASSOTTA |
Ma cchi ci vutaru i sentimenti ppi daveru? |
|
BRACCO |
Cu è ca s’abbìa? Ci pari ca semu attruvati? |
|
PASQUALE |
Allura u sapiti cchi vi dicu? Acchianu jù! E appena trasu, vi sdirrubbu di ddocu supra di |
|
mala manera. Poi ridiscendo e vi pistu comu a racina. Staiu acchianannu! ( Si avvia alla |
||
scala, comincia a salire, ma inciamba ). |
||
BRACCO |
Vossìa m’acchiana… ca nuatri scinnemu furriannu du giardinu. ( Indica l’ingresso da |
|
dove erano venuti. Poi rivolto a Bassotta ) Pronta? |
||
BASSOTTA |
Pronta! |
In fretta fanno pari e dispari. |
BRACCO |
( Col pugno chiuso ) Paru… |
|
BASSOTTA |
( Col pugno chiuso ) Paru… |
|
Aprono le dita. |
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ) quattro e quattr’ottu. Vincemu tutti dui!
Si prendono per mano e scappano via.
15
PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE
( Rimessosi, dolorante sale tutti gli scalini e, dopo avere infilato la chiave, non riesce
ad aprire il cancello ) Aspittati!... Disonesti!... (Finalmente riesce ad aprire ed entra
nella terrazza ) Scumpareru!... Disgraziati!... Non li potti affirrari! ( Cerca di calmarsi )
Calma!... Mi devo calmare!… Non vogghiu ca Agnese mi vidi siddiatu. Ci devo far
capìri ca iù non sacciu nenti, accussì la sprovu e mi fazzu cuntari tutto. ( Chiama verso
sinistra ) Agnese!... Agnese!... ( Con ironia ) Agnesuccia!... Gioia!... Tesoro!
Affacciati! Nesci ccà fora in terrazza… Sempri chiusa devi stari?... Affacciati!... Affa…
( Si affaccia ) Eccomi!
Veni ccà!... Pigghiti ‘n pocu d’aria… Non è ca ha stari sempri intra… Senza vìdiri a
nuddu… Nesci! Arrichiiti!
( Si porta avanti ) Faccio tutto quello che voi volete.
Assettiti! Cuntimi tuttu chiddu ca hai fattu ‘nta sti 7 jorna quannu iù non ci haiu statu.
T’ha siddiatu, averu?
( Si siede ) Dapprima sì, poi no.
Ah! Poi no?! E cunta. Dimmi tutto, senza trascurari nenti.
Ecco: appena voi siete andato via e iù rimasi sola, mi siddiai annoiandomi assai. Poi
dopu cinque minuti successi, ppi furtuna, na cosa che mi rese felice… felicissima ppi
tutta ‘a simana che voi siete stato assente.
Dopu appena cinque minuti?
Sì! Quasi subito la vostra partenza.
E cchi successi? Racconta.
Successi che io, triste, annoiata, sola, senza fari nenti, scontenta, infelice…
‘U capì! Continua.
Mentre ero dentro e mi sentivo tanto triste, di più annoiata, molto infelice, assai…
Va bene! Dimmi u secutu. Cchi successi?
‘E successo che ho sentito provenire dalla strada un fischio melodioso di un uccellino.
Dissi: ora m’affacciu e così mi trastullo a guardarlo.
L’uccellino? Hai sentito il cinguettìo di ‘n aceddu?!... ( A sé ) Ma quantu è romantica,
ingenua… Ppi daveru una dolce bambina. ( Ad Agnese ) Perciò sentendo quel canto di
volatile, ti sei affacciata.
Sì! sono venuta qui in terrazza per vedere.
E hai visto l’uccello.
No. Non era un volatile, ma un giovane che passava ppa strata e cinguettava. Voglio
dire: fischiava.
Comu ‘n aceddu?!
Proprio! Fischiava il motivo di una canzone melodiosa. La conoscete “Dove sta Zazà”?
Chidda: ( Canta ) Dove sta Zazà?… Bellezza mia! Dove sta Zazà? Senza Isaia!… Dove
sta Zazà… Za…Za…Za…Za…Zazààà?...
( Burbero ) No!
Io sì! La cantavamo in collegio. Veramente era il padre Priore che la cantava a noi
fanciulle, quando veniva a trovarci.
Va cantava u patri Priuri???
Sì! Quel santo uomo ce la sussurrava all’orecchio, così… ( accenna ancora il motivo,
portandosi all’orecchio di Pasquale ).
( Scostandola ) Levati! Ca mi cattigghiu… Non mi interessa! ( Pausa ) Dimmi, invece,
cchi successi.
Successi ca appena mi visti, questo giovanotto, mi fece un inchino.
Un inchino?... Sempri friscannu?
16
AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE
No. Smise di fischiare. Propriu quannu arrivau a Zazà. Comu si facissi il finale con un
colpo di friscalettu e piatti ( accompagna col gesto ) Za-zà! E si inchinò. ( Si alza ed
imita ) Accussì! Io, allora, cchi faceva arristava impalata comu na scupa? No. Ci
arrispunnì con un altro inchino ( imita ). Così! Iddu rispose al mio e io risposi ancora al
suo. Poi iddu mi fici una riverenza e io… un’altra. Iddu accittau la mia riverenza e
rispose con un inchino. Io accettai macari e fici ‘n autru inchino. Iddu…
Basta! Comu finìu a riverenze e inchini?! Ristastivu piegati ppi tutta a matinata?
No. Poi abbiamo smesso pirchì si fici scuru.
Scuru???
Certo!… Calò la sera… Iù non videva a iddu, iddu non videva a mia...
( Dopo una pausa ) Senti Agnese, mi hanno riferito che questo giovane è entrato qui a
casa e ca tu, macari, ci parrasti. Ma io non ci ho creduto e scummettu ca non è vero.
Megghiu non scummittiti.
Pirchì?
Perderesti di sicuro.
Comu???
Quel giovane è salito in casa e sono 7 giorni ca veni. Ogni giorno. Senza fare un giorno
di assenza. Lo giuro!
( A sé ) ‘U fattu ca è accussì ingenua e mi sta cuntannu ogni cosa, mi smunta! Idda non
havi colpa. E’ stata coinvolta innocentemente. ( Ad Agnese ) Va bene, u facisti tràsiri…
Sempri ccà nta terrazza, averu?
Anche dentro casa. Certi siri c’era friscu…
Macari intra?! Racconta, racconta…
Il giorno dopo delle riverenze, mi venne a trovare una vecchia e mi dice: << Dio ti
benedica, bella figliola. Lo sai che cosa hai fatto? Hai fatto sanguinare un cuore >>
<< Io ho ferito qualcuno? >> dico tutta sconvolta. << Sì – dici idda – quel giovanotto
che ieri sera si trovava sotto il tuo balcone >> <<Madonna santa! – dissi io – Forsi,
quannu si fici scuru, qualchi grasta da terrazza ci cascau nta testa? >> << No. Sono
stati i tuoi occhi, come due pugnali, a ferirlo. Il tuo sguardo l’ha fatto sanguinare >>
Mi disse quella buona donna, tanto simpatica e duci quannu parrava.
Ca quali buona donna, duci e simpatica. Era donna Tudda a ruffiana! Na vecchia
puzzolente.
Non mi sembrò così. Anzi mi disse: << Bambina mia, quel giovanotto vuole essere
curato da te e vuole stariti vicino. Sono i tuoi occhi la medicina >>.
( A sé ) Ruffiana! Prima sunu l’occhi ca pugnalano e ora guariscono.
<< E’ giusto che si ristabilisca - risposi io - Pirchì non veni a truvarimi? Può venire
quannu voli. Io non desidero altro >>.
E iddu vinni?!
Sì! E l’ho guarito. Come potevo lasciarlo morire. Io che mi commuovo e piango
quannu vidu ca ci stirunu u coddu a gnadduzzu.
( A sé ) Però è innocente! A culpa ci l’haiu iù, ca lassai sta povera ingenua sula e
ammenzu ai lupi.
Che cosa avete, mi sembrate seccato.
No, nenti!... Haiu a facci scura, ppi l’aumentu di tassi. Ma dimmi cchi successi dopu,
quannu iddu, stu giovanotto, trasìu.
Tante cose bellissime. Mi diceva parole che non ho mai sentito e… mi facevano
arrossire.
Ti diceva paroli vastasi?
Non so. Mi giurava di amarmi più d’ogni altra cosa al mondo.
Per caso ti faceva, mentri parrava, anche qualche carezza?
Tante. Mi prendeva le mani, le baciava e non era mai sazio di baciarle.
17
PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE QAGNESE PASQUALE AGNESE
Ti pigghiava qualche autra cosa, oltre le mani?
( Abbassa gli occhi ) Sì!...
Sììì???
( C. s. ) Mi ha preso…
Cchi cosa???
Non lo posso dire.
( A sé ) Matri!... Scanzatini!...
Voi vi arrabbiate.
( Cercando d’ essere calmo ) Non mi arrabbio, parra!
Ecco… mi ha preso anche la… ( Si blocca ) No, no! Non ve lo posso dire. L’ha anche
baciata!
Ma che cosa?
La fi… ( Si blocca c. s. ) Voi vi arrabbiate.
( Arrabbiandosi ) Sangu di Giuda!... Mi sta, macari, furriannu a testa… Si è chiddu ca
pensu iù…
Avete visto? Voi vi arrabbiate. E ancora non sapete cosa lui mi ha preso e cosa io gli
ho dato.
( C. s. ) Cchiii??? Cchi cosa???
La fi… ( Si decide ) La figurina che voi mi avete regalato. L’immaginetta da
Madonna di Pompei. ( Lunga pausa ) L’ha voluta per forza! io non volevo dargliela,
dato che me l’avevate regalata voi. Ma lui ha insistito. Dici ca è collezionista
d’immaginette sacre.
( Dopo essersi rassicurato e asciugato il sudore ) Perciò ha baciato l’immaginetta…
‘A fuuredda da Madonna…
Sì, l’ha baciata e ribaciata. E’ molto religioso!
( Con ironia ) Cattolico Apostolico Romano!
Poi se l’ha messa in tasca.
Certo! E’ collezionista. ( Pausa ) Oltre all’immaginetta e alle mani, ha baciato altro?
Ha preteso da te qualche altro regalo?
No. Ma se me lo avesse chiesto, io, per farlo guarire, ci l’avissi datu!
Agnese, sei troppu ingenua e troppu buona. ( A sé ) Buona e bona! ( Forte ) Basta!
Non vogghiu sapìri autru. Ricordati, però, ca fari tràsiri intra a unu ca non canusci e
u stai vidennu ppa prima vota; fàrisi vasari le mani; arrialaricci immaginette da
Madonna di Pompei… è peccato. Peccato mortale!
Come mai? Sono cose belle che danno tanta gioia. Io non l’avevo mai provata tanta
felicità.
Sunu cose belle, procurano gioia, ma si fa sempri piccatu. Tranni ca unu si marita.
Se una si sposa, non si fa peccato?
No.
Allura maritatimi subito! Mi voglio sposare!
Se tu lo desideri… lo desidero macari iù! Ppi chistu turnai. Ppi parrariti.
Lo dite davvero? Mi sposate?!
Non vidu l’ura!
Grazie! Oh che gioia! Che felicità! Vi ringrazio. Maritatimi subito! Vi sarò grata per
sempre. Finalmente sarò accanto a lui!
A lui??? Lui, cui?
Quel giovanotto… che ho conosciuto e che è venuto a trovarmi.
‘N mumentu, ‘n mumentu… Quali giovanotto?
Chiddu da ‘mmaginetta. Quello che mi ha fatto innamorare. Che mi ha trafitto il cuore.
Che ha scoccato la freccia di Cupido.
18
PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE
( A sé ) Comu parra? “Trafitto, scoccato, Cupido”… Cu è ca ci ha ‘nsignatu tutti sti cosi,
sti paroli difficili? Forsi u patri Priuri, qunnu ‘i jeva a truvari ‘nto cullegiu. ( Ad Agnese )
Basta! Tu a ddu giovanotto non lo devi avvicinare più! Mancu vidillu di luntanu! E se,
per caso, avissi a tuppuliari, ci sbatti a porta ‘nta facci. Se poi iddu insiste, tu ci devi
abbiari na rasta ‘nta testa. Hai capito? L’assicutari a pitrati! ( Pausa ) Io starò
ammucciatu ppi vìdiri comu ti comporti e se fai chiddu ca ti staiu dicennu. Annunca mi
‘ncazzu ppi daveru.
Non capisco.
Mi inca… (Si blocca e a sé ) Voldiri ca sta parola, u patri Priuri non ci l’ha ‘nsignatu.
Strano! ( Ad Agnese ) Mi arrabbio forti. Hai capito? ( Lunga pausa ) In quanto a
sposarti, poi… Sposerai un altro! Chiddu ca io ti ho scelto di quannu eri di 4 anni! Ora
trasemu intra! Ubbidiente! Sciò!
( Ubbidisce e con un nodo alla gola, si avvia ).
Ricordati da rasta! Hai capito?
( Muove la testa acconsentendo e va via ).
( Solo ) Oh! Varda che bella, ci stava facennu ‘a minestra ppu jattu! ( Si avvia per
uscire dal cancello ).
SCENA SETTIMA
( Pasquale, Bracco e Bassotta )
Mentre Pasquale esce dal cancello e,
dopo averlo chiuso con la chiave, sta per scendere le scale,
viene fuori Bracco dalla sua “cuccia”.
Pasquale si blocca e si nasconde per non farsi vedere.
BRACCO BASSOTTA BRACCO BASSOTTA BRACCO BASSOTTA BRACCO BASSOTTA BRACCO BASSOTTA BRACCO BASSOTTA BRACCO BASSOTTA BRACCO BASSOTTA BRACCO
( Non scorgendo Pasquale e dopo aver guardato a destra e a sinistra, chiama verso
l’altra “cuccia” ) Bassotta!... Puoi nesciri, si nni ju!
( Venendo fuori ) Si sicuru? Chiddu, lu bestia, avi l’occhi di fora… e nni voli sfasciari
a vastunati.
Si s’arrisica a tuccarimi e mittirimi i manu di ‘ncoddu, parola mia… ( Si accorge di
Pasquale ) …Parola mia, ca ci vasu i manu!
Cchi???
I manu, i manu! Sì! Me lo merito di essere bastonato. Sono un infedele! Comu mi potti
arridduciri accussì falso; accussì Giuda e traditore? Io sono un mostro!
Ma cchi ti sta succidennu? Iddu è mostro.
( Fa segno indicando che Pasquale è nascosto ) No! Io sono mostro…
( Non capisce ) Iddu è!
Noo! Io mostro… ( indica la scala ) Mos-tro! Varda unni mostro!
Non ti staiu capennu?... A ‘mprisa ca difenni dda cosa fitusa du patruni?!... ( Si blocca
avendo capito. Difatti si gira e scorgendo Pasquale, cerca di rimediare ) Du patruni di
casa…Chiddu ca avevumu prima. Iddu è il mostro, ca nni sfrattau!
Appunto! E ora siamo venuti a stari ccà. Menu mali che abbiamo trovato un altro
padrone ca è un galantuomo.
Una perla di cristianu.
Un vero signore.
Buono, comprensivo, generoso…
Generoso, veramente, non tantu. Si iddu n’avissi datu chiù assai, nuautri non ci avissimu
cangiatu a facci.
Certu! Non bisogna essere tiranti… avari… spilorci…
( Parla forte per farlo sentire a Pasquale ) Cu paga di più, sarà servito meglio!
19 |
||
BASSOTTA( Fa come Bracco ) Questione di soldi, è! |
||
PASQUALE |
( Si decide a scoprirsi e scende le scale ). |
|
BRACCO |
( Come se lo scorgesse ora ) Oh, patruneddu beddu. Vossìa ccà, è?! ( Si avvicina a |
|
Pasquale) Ci vogghiu vasari i manu. |
||
BASSOTTA |
Voscenza benedica. ‘U Signuri ci ha dari tanta saluti! |
|
BRACCO |
( Dopo avergli baciato le mani ) Veni ccà, Bassotta, vasicci i manu macari tu! |
|
PASQUALE |
( Schermendosi ) Non c’è bisognu! |
|
BRACCO |
Vogliamo essere perdonati. |
|
BASSOTTA |
( Dopo avergli baciato le mani ) Sapemu quantu è bonu, voscenza. |
|
BRACCO |
Buono e generoso. |
|
BASSOTTA |
Generosissimo! |
|
BRACCO e BASOTTA |
( Assieme, stendono la mano per ricevere soldi ) Grazie! |
|
PASQUALE |
( Dopo avere asciugato le mani sui vestiti dei servi, guarda il loro atteggiamento ) Cchi |
|
c’è? Oggi non è giornata di elemosina. |
||
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ritirano la mano ) Come non detto! |
||
PASQUALE |
Dunque: vi perdono e non solo per quello che avete fatto nel passato, ma anche ppi |
|
sta ‘nzunzata’nte manu ca mi facistiru ora ora. Manu non nni vogghiu vasati chiù! Vo |
||
vaviativi a n’autra banna! ( Breve pausa ) Oh! E chista è una. Seconda: vi do ordine, |
||
imperituro e categorico, di fare quello che sto per dire. |
||
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme e mettendosi sull’attenti ) Sarà fatto! |
||
PASQUALE |
Bravi! Perciò: appena si presenta ddu giovanotto… Quel giovane damerino… ddu |
|
biondino… |
||
BRACCO |
Vossìa scusa, quale giovanotto??? |
|
BASSOTTA |
Quale damino biondo??? |
|
PASQUALE |
Chiddu generoso… Chiddu ca sborsava… Chiddu ca vi dava i soldi… il liquido… |
|
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme ) Ah! |
|
PASQUALE |
Dico: appena s’apprisenta ccà, voi lo dovete mandar via. Subito! E se è necessario |
|
l’amminazzati sino a quannu si nni va. Avete capito? Senza accettare nessuna |
||
ricompensa ca iddu vi offre. Soldi da quella persona non ne dovete accettare! Dovete |
fare come vi comando, pirchì sugnu iù u patruni e sono io che vi pago.
BRACCO e BASSOTTA ( Contemporaneamente stendono la mano ).
PASQUALE (Dopo averli guardati ) Oggi non è giornata di elemosina. Quantu voti l’haiu a diri?
BRACCO e BASSOTTA ( Ritirano la mano ).
PASQUALE ( Indicando la scala ) Iù m’ammucciu ccà arredi e… vogghiu vidiri chiddu ca faciti!
Si sente venire Orazio che, fischiando,
sta per entrare dalla strada di sinistra.
Ccà è! Si sta prisintannu il giovanotto. Fate il vostro dovere!
Pasquale va a nascondersi sulla scala, mentre Bracco e Bassotta, impalati e con le braccia conserte, si posizionano, immobili, davanti le “cucce”.
SCENA OTTAVA
( Detti, Orazio e alla fine Agnese )
ORAZIO ( Viene dalla strada di sinistra e subito si rivolge a Bracco e Bassotta ) Cari amici…Carissimi e affezionati servitori… Cchi faciti misi ddocu ‘mpalati? Vo jtivi a fari na bella passiata. La serata è fresca… Vi pigghiati ‘n pocu d’aria… Vah, alluntanativi ppi na menzuredda. Comu all’autri voti. Poi, al ritorno sarete ricompensati. O’ solitu!
20
( Poiché i due non si muovono nè parlano ) Cchi vi mancau a parola? Pirchì non
parrati? ( Pausa ) Ho capito! Vuliti essere pagati prima. Ecco qua! Vi do un
anticipo… ( si fruga per trovare i soldi ).
BASSOTTA ( Stende la mano ).
BRACCO ( Dopo aver dato uno sguardo verso la scala, gliela fa ritirare, dandole una manata ).
ORAZIO ( Notando il gesto ) Cchi successi??? Non nni vuliti soldi? ( Pausa ) Ah, ho capito!
Volete un aumento. E va bene! Sia per l’aumento. Ecco qua! ( Si fruga come prima ).
BRACCO ( Stende la mano ).
BASSOTTA ( Gliela fa ritirare, come aveva fatto prima Bracco ).
ORAZIO ( C. s. ) Mi staiu sintennu pigghiatu di Turchi! ( Dopo una pausa ) Ho capito!... Non è
il momento adatto. Non siete in fase accondiscendente… Insomma siti duri! Ora, iù
mi fazzu du passi…
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme, gli indicano, con le mani, di andare via ).
ORAZIO …E ritornu! Allivoti, chiù tardu, arrimuddati… Vi passati na manu supra ‘a cuscenza…
pirchì soldi vi nn’haiu datu assai!... Nel frattempu avissi a veniri ‘a soru di dda brava
donna… Spiramu ca vi cunvinci idda! Staiu turnannu! ( Va via dalla strada di sinistra ).
BRACCO Haiu l’impressione ca soldi non ci nn’havi chiù.
BASSOTTA Accussì devi essere! ‘U vidisti comu si scamminava i sacchetti, senza nesciri nenti?!
BRACCO ‘U visti! E pirchissu dicu…
BASSOTTA …Ca avi vogghia di mòriri!
PASQUALE ( Scende le scale e si avvicina ) Bravi! Vi siete comportati bene.
BRACCO Abbiamo capito ca è senza soldi.
BASSOTTA Unu ca è fagghiu, resta a diunu!
BRACCO E ‘a putìa ‘a trova chiusa.
PASQUALE ( Assentendo ) Proprio! ( Poi, ripensandoci ) Disgraziati! Perciò si c’erunu i soldi u
faceuru tràsiri?!
BRACCO La carne è debole…
PASQUALE Iù, sta to carni mi la cucinu a focu lentu. Farabutto!
BASSOTTA Bravu! Accussì ha fari!
PASQUALE A ttia, ti mangiu i cannarini.
BASSOTTA A mia? Vidissi ca iù non ho la carne debole comu a iddu. Iù non mi cangiu chiù per il
vile denaro. Io so resistere. Io ai soldi ci sputo!
PASQUALE Iù, invece, vi sputassi a tutti dui. Disonesti!... Infedeli!... Livativi davanti l’occhi mei!
( Pausa ) Ora ci pensu iù a distrarlu e farlo allontanare! Mi vinni na bella pinsata. Mi
travestu di fimmina e fazzu a soru di donna Tudda, a ruffiana.
BRACCO Vossìa… vistutu di fimmina… ( Scoppia a ridere ).
BASSOTTA ( Ridendo anche lei ) Ssà comu a pariri beddu?...
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ) Ca non nni facissi arridiri!
PASQUALE Iù, iù! Non mi farò conoscere e cercu di cunvincillu. I ruffiani cunvinciunu sempri!
Bracco e Bassotta continuano a ridere.
BRACCO BASSOTTA BRACCO BASSOTTA
… Iddu… cu pettu…
…Cchi cianchi… Ca s’annaca…
( Muovendosi effeminato ) Oddio!... Come sono bella!...
( Alzandosi sui tacchi ) … Come sono leggera…
Tutte e due sbuffano a ridere in faccia a Pasquale.
21
PASQUALE
Cretini! Vi staiu pigghiannu a pidati. Basta!
Bracco e Bassotta ritornano seri.
BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA BRACCO PASQUALE BRACCO BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA BRACCO BASSOTTA BRACCO PASQUALE BASSOTTA BRACCO
Aiutatimi, invece a travistirimi di fimmina. Tu Bassotta, pigghimi na vesti di chidda to!
Quali vesti? Iù, chista sula haiu!
Allura spogghiti!
Cchi??? Vossìa pazzu è!
Ma cchi ci scappa da vucca? Io sono geloso!
Di cui? L’ha taliatu bona?
Macari ca è accussì… sempri me muggheri è!
Moglie e buoi dai paesi tuoi!
Appunto! Moglie… ( indica lei ) e buoi… ( indica lui ) Spogghiti e non fari ‘a difficile.
Unni, quannu?... Iù fimmina onesta sugnu!
Brava a me muggheri! Paroli santi!
Chisti sunu proposte indecenti. A me non se ne fanno!
Ma cchi ci nisceru i sintimenti?... Non ragiuna chiù?...
( Fa finta di prendere soldi dalla tasca ) Ccà ci sunu decimila lire… ‘A vesti!
( Subito comincia a spogliarsi ).
Ora stamu ragiunannu!
Dalla strada di sinistra si ode, in lontananza, venire Orazio fischiando.
PASQUALE BASSOTTA BRACCO BASSOTTA BRACCO PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BRACCO PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BRACCO
Ccà è! Sta turnannu!... Disgraziati! Tantu vi cunnucistivu ca mi stati facennu falliri il
mio piano. ( Afferra Bassotta e, con violenza, cerca di strapparle da dosso il vestito )
Dammi sta vesti… ‘Nghiappata!
( Con buffa pudicizia ) Vih!... Vih!... Gesuzzu!... Pari ca mi sta scurciannu tutta para…
Alleggiu… ca mi stanu acchianannu i caluri…
Senza fare violenza! Io sono geloso!
( Rimasta in mutandoni e corpetto, cerca di coprirsi con le mani ) Sugnu tutta na vampa!
Non mi facissi arrossire di più!
Senza esagerare, chè sono geloso!
( Mentre indossa il vestito di Bassotta ) Tu si cretinu! Oltre ad essiri orvu. Taliala!
( Rivolto a Bassotta ) Veni ccà!
( Con un grido e coprendosi con le mani sul davanti ) Noo! Le mutandine, no!
Quali mutandine? Chisti i chiami mutandine? Parunu vertuli!... ( Quasi gridando ) Veni
ccà!...
Alt! Se deve rimanere comme mammata l’ha fatta… Si paga prima! Io sono geloso!
E iù, mi sdingu a talialla! Non c’è di bisognu… può ristari com’è! Veni ccà, inveci,
abbuttunami!
Non posso.
Pirchì?
Si jsu i manu, a mia cu mi cummogghia?
A buttana di to matri! Spicciti! Prima ca chiddu veni… E, si iddu trasi, soldi non cci nni
sunu!
Abbuttunalu, prestu!
BASSOTTA ( Si avvicina e comincia ad abbottonarlo; nello stesso tempo cerca di coprirsi buffamente ).
Sta per entrare Orazio.
22 |
||||
PASQUALE |
Ccà è!... Lèvati… lèvati!... ( Si svincola da Bassotta e di corsa va ad infilarsi nella |
|||
”cuccia” di lei, scomparendo ). |
||||
Bracco e Bassotta si dispongono impalati davanti le”cucce”. |
||||
INIZIA A FARE BUIO. |
||||
ORAZIO |
( Entra ) Ancora impalati ddocu siti? Vah, ppi st’autra vota facitimi tràsiri! |
|||
BRACCO e BASSOTTA |
( Rimangono immobili ). |
|||
ORAZIO |
Ve ne resterò grato!… Voi, mi dovete capire: sono innamorato… e ho bisogno di |
|||
vedere il mio amore. Non resisto un minuto a non vedere la mia bella… a stare |
||||
lontano da lei… Illuminarmi, specchiandomi nei suoi occhi… Abbeverarmi, |
||||
succhiando la sua bocca… ( Pausa ) Certamente anche voi siete stati innamorati. |
||||
Perciò potete capirmi… ( Bassotta, quasi commossa, acconsente col capo, mentre |
||||
Bracco fa una smorfia d’indifferenza ) Al cuore non si comanda! L’amore deve |
||||
sempre trionfare… Su, lasciatevi intenerire… e facitimi tràsiri! ( Una pausa ) Sì? |
||||
Avete detto sì?! Grazie!... ( Cerca di infilarsi nella “cuccia” di Bracco, ma questi |
||||
non si scosta e fa segno di no ) No??? Allora ho capito male… Tu, Bracco si duru! |
||||
Hai un macigno ppi cori. Mentri Bassotta è gentile, tenera e comprensiva… Non è |
||||
vero? ( Si porta alla” cuccia” di Bassotta ) Tu mi fai tràsiri. |
||||
Bassotta estasiata, quardandolo negli occhi, |
||||
si sposta dalla sua “cuccia”, quasi a volerlo fare entrare, |
||||
ma dalla ”cuccia” viene fuori Pasquale abbigliato da donna, che lo blocca. |
||||
PASQUALE |
( Con voce femminile e stando accorto a non farsi riconoscere ) Cosa ci avi questo |
|||
bel giovanotto? Pirchì smania e si tormenta? |
||||
ORAZIO |
E chista cu è? |
BRACCO e BASSOTTA ( Senza parlare, fanno mimica come per dire: <<Chi la conosce?>> ).
PASQUALE ( C. s. ) Come chi sono? Sono la sorella di donna Tulla. Non mi conoscete?
ORAZIO Quali tulla e tolla? Di cu stati parrannu?
PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE
( Con la sua voce ) Di dda scuffata da ruffiana. ( Si corregge e con voce femminile )
Quella gentile mia sorella che vi portava le ambasciate.
Ah, la mezzana. Voi siete la sorella? Veramente pariti so patri.
Sono la maggiore… E somiglio a papà.
Va bene! Vi aspettavo!
Lo so! Ed eccomi qua! Sono venuta per consigliarvi. Consigliarvi meglio di mia
sorella che, alle volte, o spissu, si sbaglia a conoscere le persone. Piglia fischi per
fiaschi e la porta a mala comparsa. Difatti, quella ragazza, che lei vi ha consigliato
come zita, non è cosa per voi. E’ meglio che ve la scordate… e cangiati strata.
Ma, no! Cosa dite? Io ne sono pazzamente innamorato. Voi, invece, dovete
convincere quell’orco… quel tiranno del tutore a liberare quella dolce fanciulla.
Inoltre, dovete convincere sti du testi di burgiu, a farimi tràsiri.
( Con la sua voce ) Tu puoi scurdari!
Ma come parlate? Aviti na vuci strana.
( Rimediando con la voce femminile ) E’ un po’ di reucedine… Mi ha contagiato mia
sorella. Poi, ve l’ho detto che somiglio a papà, no? Per questo ho la voce un poco
mascolina. Dicevo: è meglio che dimenticate la ragazza… e vi nni turnati al paese…
23
ORAZIO ( Quasi burbero ) Sentite, buona donna, sarebbe bene che vostra sorella guarisca. Io
aspetto che ritorni lei! Idda, sì, ca mi capisci. Di vui non ci n’haiu di bisognu. Vi nni
putiti jri!
PASQUALE ( Piano e con la sua voce ) Iù di ccà non mi movu! ( Con voce femminile ) Ascoltatemi,
giovanotto… Io, vi posso venire padre… ( Si corregge ) voglio dire: madre, perciò vi
consiglio di lasciare al suo destino questa ragazza che avete conosciuto qui e ne cercate
un’altra nel vostro paese. Si dice: moglie e buoi dai paesi tuoi.
ORAZIO Io, invece, ho avuto la fortuna di incontrare, proprio in questo paese, la più bella e dolce
ragazza del mondo e me ne sono innamorato perdutamente.
PASQUALE Anche in altri luoghi ci sono dolci e belle ragazze.
ORAZIO No. La donna di cui sono innamorato abita qui.
PASQUALE Sentite: se proprio insistete a volere una ragazza di questo paese, potete trovarne un’altra.
Ce ne sono tante belle ragazze… dolcissime, virtuose, affascinanti, maliziosette. Potete,
per esempio, scegliere me. Io sono libera! ( Gli si avvicina con malizia ) Potrei, se volete,
cosolarvi io!
ORAZIO ( Scostandolo ) Via! Sciò! Voi, invece, vi dovete allontanare! Taliannuvi, iù, mi scordu
comu sunu fatti i fimmini.
PASQUALE Quanto siete difficile! O lei, o io, che differenza c’è? Forse un po’ di anni? Sì, è vero! Io
sono più maturo… pardon, più matura. Mi fate anche confondere… ( Si avvicina un’altra
volta) Ma… gallina vecchia fa buon brodo!
ORAZIO ( Allontanandosi ) Via! Luntanu! Vi n’aviti a jri! Non ho bisogno di voi!
PASQUALE Ascoltatemi: un nuovo amore vi darà più felicità. Ricordatevi che i frutti maturi sono i
più prelibati. ( Si avvicina seducente ) Io non sono più una ragazza… ma come donna…
ORAZIO …Siti cosa di jttari! Allontanatevi!
PASQUALE E sia! Io mi allontano. Ma anche voi, giovanotto, vi dovete allontanare da quella ragazza
che avete conosciuto in questo paese. E’ megghiu ca ve la scordate! Vedete…
ORAZIO ( Interrompendolo e rivolto ai servi ) Diciticci di jrasinni!
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme, accompagnando la parola col gesto delle mani ) Smam-ma-mu!
ORAZIO ( Supplichevole ai servi ) Sentite… Mi dovete fare entrare. Io non ci resisto! Vogliovedere il mio amore!... ( Vedendo che i servi restano impalati ) Noo? Non v’arrimuddati? E, allura, u sapiti cchi vi dicu? Iù, giru do giardinu… Sàutu e sgavìtu! ( Si avvia per uscire dalla strada di sinistra ) Ristati ddocu, non vi muviti! ( Va via ).
PASQUALE ( Appena Orazio è andato via, cerca di togliere il vestito da donna ) Matri!!! Ppi daverusàuta e trasi… ( Incitando Bracco e Bassotta ) Muvitivi!... Assicutatilu!... No faciti sautari!... ( Riesce a svestirsi e agitato si porta a sinistra, ma si blocca perchè, girandosi, vede i due che, non solo sono rimasti fermi, ma stendono la mano. Con rabbia si avvicina e cerca di afferrare quelle mani ) Vi muzzicu sti manu! Bedda matri ca mi mangiu amuzzicuna! Ve le amputo! Vi lassu cu na manu sula! Accussì, cu na sula manu davanti e senza l’autra d’arredi, vi pigghiu a cauci ‘nto culu… ( Afferrandoli e strattonandoli li fa uscire dalla strada di sinistra, prendendoli a calci ).
BRACCO e BASSOTTA ( Anche contro voglia, vanno via ).
PASQUALE ( Rimasto solo, smaniando ed imprecando, si porta ora a destra, ora a sinistra ) Cammareri insaziabili! Corrotti!... ‘A testa l’hanu sempri nte soldi. No ca fanno il loro dovere di servire senza nulla chiedere. Sempri a dumannari! Latri!... Latruna!...
( Pausa ) Parola mia, ca si u fanu tràsiri, saranno licenziati e… na fraccata di lignati aleva pilu, non ci la leva nuddu. Prima lignati, poi licenziati e, alla fine, ancora lignati!
E’ QUASI BUIO.
24
Proveniente dal giardino in fondo la terrazza, si odono le voci di Bracco e di Bassotta, che minacciano e bastonano Orazio, unitamente alle grida di dolore di questi.
Nel frattempo, nella terrazza, viene fuori Agnese; si porta al parapetto davanti, prende un vaso con i fiori e, dopo aver nascosto dentro un foglio,
lo porta al parapetto che dà sul giardino e lo lancia sotto.
Si ode un lungo e forte grido di dolore.
Pasquale, che all’apparire di Agnese, era andato a nascondersi sulla scala, assiste alla scena e gioisce.
PASQUALE Brava! Per-fet-ta!
S I P A R I O
( Fine del primo atto )
25
SECONDO ATTO
LA STESSA PIAZZA
Il mattino seguente
SCENA PRIMA
( Pasquale solo, poi Bassotta )
PASQUALE ( Solo, rivolgendosi al pubblico ) Magnifico! Stanotti potti dormiri traquillo! Oh, mi
BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA
stava finennu comu a Pacchiottu. Però l’ho vinta io! I servi, finalmente, hanno fatto il
loro dovere e Agnese si è comportata da giovane accorta, ubbidiente e fedele al suo
futuro sposo. All’uomo saggio, intelligente, maturo e spertu, che io le ho scelto e che
ancora idda non sapi cu è. Cioè: iù! ( Pausa ) Ora acchianu, la vedo e ci parru. Per
prima cosa la ringrazio perché, comu ci dissi iù, ha cacciato via il giovanotto; poi mi
ci congratulo e ci fazzu i complimenti, perché ha seguito le mie istruzioni e fu capàci
d’abbiaricci na rasta ‘nta testa; alla fine le annuncio il matrimonio, ca sarà imminente
e, ci presento il futuro sposo. Cioè: iù! Sempri iù! ( Pausa ) Sono felice! Felice, felice,
felice! ( Si avvia saltellando verso la scala, ma si blocca perchè dalla strada di destra
entra Bassotta che piange ) Cchi successi, Bassotta?
( Singhiozzando ) E certu!… C’è cu abballa e cu pinìa…( Sbotta in un pianto dirotto ).
Basta! Senza picciu! Oggi non nni vogghiu trìvulu ‘ncasa!
A vossìa no ci abbamba… ( piange ).
Cchi successi? Pirchì stai ciancennu? Cchi fu?
… Si nni sta futtennu!… Non ci interessa, averu?... Se ne frega… Non ci abba…
PASQUALE ( Quasi gridando ) Non m’abbamba! Però, se è lecito, vulissi sapiri pirchì cianci, cchi
BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA
successi e pirchì ti stai pinnannu tutta?
Na cosa a vota. Primo: cianciu ppi chiddu ca successi. Secondo: successi chiddu ca
successi. Terzo: mi pinnu… Ma pirchì mi staiu pinnannu? No. Perciò niente terzo.
Va bene! Ma cchi successi?
Vossìa u visti assira - era ammucciatu, no? - u visti ca iù e Bracco stavumu mannannu
via a ddu giovanotto e u stavumu carramannu a lignati?! ‘U visti, no?
Veramente… di unni era ammucciatu non si videva, ma ntisi i vuciati e i schigghi.
Avete fatto bene! Bravi! Avete fatto veramente bene!
Grazie! ( Stende la mano ).
Oggi cchi è venerdì?
No.
E allura niente elemosina. ( Pausa ) Perciò cchi successi?
U visti vossìa quannu a signurina abbiau ‘a rasta?
L’ho vista! E ha fatto bene. Benissimo!
Noo! Ha fatto male. Malissimo! Pirchì ci spaccau a testa. U cunsumau!... U sangu ca
scurreva a lavìna… a testa ca ci vunchiava a vista d’occhiu… ( Cambia tono ) A
propositu di occhiu… Non ci vidi bonu! Dici ca vidi tutto annebbiato. U cunsumau,
poviru figghiu!
26
PASQUALE BASSOTTA PASQUALE
Se lo è meritato. E’ stato un gesto ben fatto! Agnese ha risposto a dovere, salvando la
sua onorabilità e rimanendo intatta.
Idda intatta, mentri l’autri spaccati! Bella onorabilità: pigghiannu i’ genti a pitrati,
anzi a grastati nta testa. Diceva ca era stata educata in collegio… Haiu l’impressione,
invece, ca è stata educata ‘nta mannira, di ‘n crapàru. Cu fu stu zampirru ca ci dissi
d’abbiari rasti?
Iù! E lo spavaldo se lo è meritato.
Dalla strada di sinistra sta per entrare Orazio fischiando.
BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA
Muta, muta ca ccà è! Trasitinni, ca mi vogghiu godere da solo lo spettacolo. Via!
( Avviandosi per entrare nella cuccia ) Ca certu a iddu non ci abbamba…
Non m’abbamba! Trasi!
( Entra e scompare ).
SCENA SECONDA
( Pasquale e Orazio, poi Bracco )
ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO
( Entra allegro ) Oh, signor Pasquale, vi vedo finalmente!
Non ci fari casu… Ora ti passa. E’ ‘nte primi, ca unu no ci vidi bonu… subito dopo
ricevuto il colpo.
Staiu vinennu da vostra casa e intra non v’attrovu mai.
Da me casa? Ma iù staiu di ccà ( indica la strada di destra ). Tu stai vinennu di ddocu
( indica la strada di sinistra ). A già! Ca vidi annebbiato… Ssà cchi giru facisti!
Fici u giru largu spirannu di vìdiri affacciata dda fata. U sapìti ca turnau dd’orcu ca ‘a
teni chiusa? E, lu bestia, cridu ca sapi macari di mia e ca ni videmu. Ha datu ordine di
non mi fari tràsiri.
Veramente fa l’interessi so! Non ti pari?
Sì, ma iù ci dugnu filu da torciri. Non si misi cu mia… E videmu cu vinci. Iù a testa
ci l’haiu dura!
‘U staiu vidennu. Pari ca non ti facisti nenti. Dici, però, ca ti currìu sangu…
A cui? Di unni?
Ca da testa. Certu ca na rasta, cascata dall’alto, non è na nucidda.
Ah, ‘a rasta?! Ma no, a mmia. Iù mi canziai!
Dalla strada di destra appare Bracco.
Ha la testa fasciata esageratamente, come se nascondesse un enorme gonfiore.
Orazio lo indica.
PASQUALE BRACCO PASQUALE BRACCO PASQUALE BRACCO PASQUALE BRACCO ORAZIO
A iddu ci arrivau ‘nta testa!
( Si volta stupito ) Comu???
( Avanzando piano piano, abbassa il capo affermativamente ).
A tia?!
A mmia! A mmia!
Comu mai? Cchi ci trasi, tu?
Chiddu ca dicu iù! Cchi c’intravu? Poi era misu distanti… Vicinu o’ lampiuni… Mi
videva bene… Troppo bene!
Ma… allura, ‘ngagghiau a tia?!
Propriu ccà nto centru ( indica la testa ).
Colpito in pieno!
27
PASQUALE BRACCO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO BRACCO PASQUALE BRACCO PASQUALE ORAZIO
Pazienza! Cchi ci voi fari? Cosi ca succedunu! Certamente, ‘nto culleggiu, non è ca ci
‘nsignunu comu si pigghia a mira. Si può anche sbagghiare, no? ( Pausa ) Ma cchi ti
fici mali assai?
( Con ironia ) Noo! Cosa di nenti!... Mi fici ‘n bummuliddu ‘nta testa… ( Serio e
arrabbiato ) No sta vidennu, vossìa, cchi tummunu ca haiu ‘nta testa?! O’ spitali ci
finìu tutta ‘a garza e tutta ‘a scorta di fasci. Difatti, ficiru, subito, l’autra ordinazione
pirchì, dici, ca sugnu in fase iniziale e ancora mi devi vunghiari.
Va bene! Si dici: testa grossa, uomo intelligente. Non ti lamintari!
Si dice! Però sunu dicerie. Solo dicerie!
Certu! Unu ca u canusci… ( Pausa ) Prima o poi dovrà sgonfiare. Tempu ci voli!
Il tempo sana ogni ferita!
Intantu sugnu invalido.
Bonu, bonu… Non esagerare! E’ una piccola ferita… ‘N sgraggiuneddu ‘nta testa.
Col tempo tutto passa!
Col tempo!… Intanto, nel frattempo ca passa il tempo… ( Piano ) Iù, senza perdiri
tempu, mi rivolgo ai Sindacati e ta ‘mpuppettu! ( Lamentandosi, si avvia ed esce
dalla strada di sinistra ).
( A Orazio ) Cchi è ca dissi?
Nenti…. Forsi sta jennu a mangiari. Parrava di pulpetti.
SCENA TERZA
( Pasquale e Orazio )
PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO
Orazio, ma ‘a rasta non era diretta a tia?
Sì e no.
Cchi voli diri: sì e no?
Vuol dire che, è vero che era a me diretta, ma solo il contenuto da rasta, no l’involucro.
Non ti staiu capennu. Spiegati megghiu!
Ecco: l’involucro, cioè il vaso, che è pesante pirchì di rasta… Anzi era pesante. Poi si
fici in mille catigghi.
Certu! ‘Ntappannu supra a testa di Bracco…
Appunto! L’involucro di rasta non era diretto a me. Invece, a me era diretto solo il
contenuto; chiddu ca c’era dentro, nascosto in mezzo ai fiori.
E cchi c’era nascosto?
( Mostra un foglio scritto ) Questo! Una lettera!
Miiih!!!
Agnese, povera fanciulla tenuta prigioniera, mi voleva inviare una lettera e per non
farsi scoprire dal tutore, ca forse, lu ‘nfamiu, era ammucciatu, ha trovato lo stratagemma
di lanciarmi na rasta cchi ciuri, dove c’era dentro la lettera. Nel lanciarla ha saputo
prendere bene la mira per non colpirmi.
( A sé ) Quannu parrai di mira, mi sono ingannato. ‘Nto culleggiu ci hanno insegnato
macari il tiro al bersaglio. Brava ‘a culumbrina! ( Forte ) Perciò ti mannau una lettera
per posta floreale?!
Sì! era nascosta tra i fiori ed io, appena il vaso si è rotto…
…In mille catigghi…
…Sulla testa di Bracco…
…Ddu pezzu di tabaranu.
L’ho vista e l’ho raccolta.
Ma quantu semu sperti…
Il fatto è che io ho una buona vista.
28
PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE
No. Dicu ppi idda, ‘a carusa. Quantu è furba! Dici: ora ci la fazzu sutta l’occhi di ddu
minchiuni! Fazzu finta ca abbìu ‘a rasta ed inveci ci mannu u messaggiu.
Proprio! E’ stato così! Non è intelligente?
Spirtuna!
Ve lo immaginate comu ci arristau ddu babbeu? Comu ci pensu mi venu d’arridiri.
Non è d’arridiri? ( Ride ) Bestia… Cretinu… Ammucca lapuni… Vecchiu scimunitu…
( Serio ) Comu mai non riditi macari vui?
Non mi veni. Poi, mi fazzu quattru risati a casa. ( Piano ) Quannu mi talìu o’ specchiu.
( Forte ) E dimmi na cosa: cchi c’è scrittu nta sta littra? Cosa ti manna a diri?
Sono cose intime. Cose tra lei e me. A voi non interessa di certo.
No, no! M’interessa invece! Vogghiu diri: m’interessa… la grammatica… videmu si
cci sunu errori…
No. Scrive correttamente. Mi informa di un progetto che lei ha pensato.
Progetto? ( Piano a sé ) Cu sapi chi cosa ci macina ‘n testa? Fussi bene sapillu. ( Forte )
A me lo puoi dire, sugnu compari di to patri. Ti putissi macari suggerire… aiutare, se
per caso avissi bisognu… Parra!
Ecco! Ve la leggo. Dice così: ( legge ) << Mio adorato…
( A sé, ma forte ) Su ciaurau macari idda.
No, no! Adorato. Ca “a”.
Ca “a”? odorato ca “a”? Ma allura, qualche errore c’è! U vidi?!
Ma no! Dice: mio a-do-ra-to. No “odorato”. Mi adora, mi voli beni assai, vah!
Ah! Come un dio.
( Continua a leggere ) <<… adorato amor mio! Non so come cominciare. Sono timida
e senza malizia, ma sento che soffrirò molto se io non vi vedessi. Mi piacerebbe tanto
essere vostra. Mi dicono che tutti i giovanotti sono dei mali cristiani e che non bisogna
ascoltarli, perché ingannano le ragazze. Ma io, vi giuro, che non potrei mai pensare
questo di voi e rimango così commossa e ammammaloccuta delle vostre parole che non
posso credere siano bugiarde. Se voi mi ingannate, io ne morirei dal dispiacere. Ho tanto
desiderio di vedervi. Questa sera, al calar delle tenebre, venite nel giardino, fate 3 colpi
di tosse per farvi riconoscere. Al terzo vi aprirò. Vi aspetto! >> Che ne dite? Dove avete
sentito espressioni così di miele, così zuccherate, così dolci.
Sulu ‘nto cosaduciaru!
Come si può tenere prigioniero e ingabbiato un usignolo come lei?
Certu… facemulu vulari. ( A sé ) Ssà unni si va a tèniri.
Cchi cori havi ddu carnefici ca ‘a teni chiusa? Ddu malu cristianu… ca si mi capita
davanti… ci stiru u coddu comu ‘n gnadduzzu.
Mi staiu ricurdannu ca avissi jri a na banna. Ti salutu!
Aspittati!… Vi volevo chiedere…
Autri soldi? Non mi nni trovu chiù!
Una cortesia. Sapete, quella brava donna ca m’aiutau per il primo approccio, è morta.
Cui donna Tudda? ( A sé ) Ittàu sangu, finalmente?!
Proprio! Pace all’anima sua!
( Piano ) ‘Nto ‘nfernu si n’ha jri! Ruffiana fitusa!
La sorella non si può impegnare, essendo a lutto… Perciò ho bisogno di qualcuno che
mi fa da paraninfo. Voi…
Iù??? Propriu iù?
No. Dicevo: voi conoscete, per caso, qualcuno… che sia anche economico? Vedete, i
servi pretendono molti soldi. Io sono rimasto all’asciutto.
Comu all’asciutto? Cchi ni facisti di 50.000 lire?
Li ho dati!
A cui?
29
ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE
Ai servi.
Ci dasti autri soldi??? E pirchì?
Ecco: quannu ierisera, ‘nto giardinu, attruvai i servi ca mi sbarravunu a strata, ho fatto
un accordo con loro.
Quali accordu?
Iù ci desi i soldi e iddi ficiru finta di bastonarmi. Accussì u patruni, ddu babbeu ca era
ammucciatu, capìu ca erunu fedeli.
Fincevunu???... Ma allura i schigghi?... Si sintevunu macari di ccà.
Finti! Schigghi finti! Io sono uno specialista nta sti cosi. Si l’ammuccunu tutti.
Cretinu!… Imbecille!… Tabaranu!… Bestia!…
Chi?
Iù!
Voi?
No. Dico: iù … ti vogghiu dire “ bravo!” Avete fatto bene a fariccilla ammuccari a
ddu baccalaru du patruni. Ca è sempri imbecille… tabaranu… eccetra, eccetra. Mi
congratulo!
Grazie! Vedete, io sono…
Specialista ‘nte schigghi finti. Ho capito! Me ne sono accorto!
No. Volevo dire: io sono tranquillo ppi soldi, pirchì oggi arriva me patri. Anzi, scusati,
mi sono soffermato abbastanza. Devo andare a pigghiari o’ papà. Vi saluto! ( Si avvia
verso la strada di sinistra ).
Di unni stai pigghiannu? ( Indicando la strada di destra ) Di cca banna arriva ‘a currera.
Fazzu n’autra vota u giru largu… Videmu si vidu a fata affacciata.
( Trattenendolo ) Iù ti cunsigghiu di jri direttamenti a pigghiari a to’ patri. ‘U voi lassari
aspittannu o’ papà? Di ccà… di ccà! ( Lo spinge verso destra ).
( Svincolandosi ) No, no! Prima vogghiu vidiri a idda, poi a me patri.
Lassala jri! Vo pigghia a to’ patri!
Me patri avi vogghia d’aspittari, il mio cuore, no! ( Va via dalla strada a sinistra ).
( Solo ) Tistazza di mulu! Oltre ad essere un figlio ingrato, è ‘n figghiu di buttana! Mi
sta dannu, ppi daveru, filu da tòrciri. ( Chiama ) Bassotta!… Bassotta!... Affacciati!
SCENA QUARTA
( Pasquale, Bassotta, poi Bracco )
BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA BRACCO BASSOTTA PASQUALE
( Appare dal portello della porta della sua cuccia ) Cchi c’è?
Unni si nni jvu ddu beddu spichiu di to maritu?
Iù u lassai o’ spitali, ca ci fasciavunu a testa.
Turnau du spitali.
Ah, vinni?! E unn’è?
Scumparìu!
( Viene fuori eccitata ) Comu, scumparìu??? Lo hanno rapìto?
Cretina! Antùra era ccà e ora non c’è chiù.
Unni si nni ju? Parrassi!
A tia lu staiu dumannannu. Unni si nni ju? Forsi trasìu intra?
Impossibile! Comu ci traseva cu dda testa fasciata? Non ci avissi pututu passari. E’
megghiu ca vossìa la fa allargari ‘st’apertura!
Iù v’allargu a tutti dui ‘n’autra cosa. Ora vi n’accurgiti!
( Sentendo venire Bracco dalla strada di sinistra ) Ccà è! Ccà!
( Entra cantando l’inno dei lavoratori. Non ha più la testa fasciata ).
( Osservandolo ) Madonna santa! Miracolo! Ti sgunfiau a testa?
Comu mai? Cchi era camera d’aria?
30
BRACCO Cosi ca ponu succediri sulu a mia! Menu mali ca mi sono recato ‘nte Sindacati Riuniti…
BASSOTTA ( Lo blocca con un colpo di tosse ).
PASQUALE Unni ‘nte Sindacati???
BRACCO ( Subito ) No! Quali Sindacati?... ‘Nte farmacie. Le farmacie riunite! Chidda di don
Gisto e chidda di Vasta.
PASQUALE Si sono riunite??? Di dui ni ficiru una?
BRACCO No. Li ho riunite io. Cioè: prima ji ‘nta una, poi ‘nta l’autra. E mi fici sfasciari a testa.
BASSOTTA Sfasciari? Ancora? Autri corpa ‘nta testa?
BRACCO Sfasciare … Svolgere…
BASSOTTA Ah, ta sfasciaru!
BRACCO Sì! Ma no nel senso di sfasciari, comu mi l’aveva sfasciata a signurina ca rasta.
Sfasciari cchi manu, nel senso di svolgere, spudugghiari…
BASSOTTA Ho capito! Ti sfasciaru a testa!
BRACCO No! A testa mi l’avevunu sfasciata prima. Ora me l’hanno…
BASSOTTA …Sfasciata.
BRACCO E torna! Ma sfasciaru prima! Poi, o’ spitali, ma ‘nfasciaru e ora ma sfasciaru. Cioè…
PASQUALE ( Intervenendo ) Videmu quannu a finiti?! Bestii e ignoranti! Perciò ti facisti livari a
fasciatura… E pirchì?
BRACCO Siccome mi sinteva sguazzari a testa…
PASQUALE Ca era gazzusa.
BRACCO Propriu! Mi sinteva a testa troppu pisanti… appesantita, vah!
BASSOTTA E allura?
BRACCO Vosi constatare. ( Con altro tono ) Non s’avevunu scurdatu i ferri?!
BASSOTTA Possibile?
BRACCO Propriu! Tutti i ferri c’avevunu maniatu. Poi ti lu ricordi ca c’era ‘n firmeri ca stava
mangiannu, mentri ca iù era sutta?
BASSOTTA Sì! Si stava mangiannu na bella pagnotta e lassau di mangiari ppi aiutari a fasciariti a
testa.
BRACCO Appunto! Non sulu lassau di mangiari, ma lassau macari a pagnotta supra a me testa.
Non si n’accurgeru e mi fasciaru tuttu cosi: testa, pagnotta e ferramenti.
BASSOTTA Ecco, pirchì ti pisava!
BRACCO Allura!... Cosi di l’autru munnu!
PASQUALE Va bene! Pinsamu ad altro, ora! ( Pausa ) Dunque! Voglio fare finta, comu facistivu
finta vuautri, ca siti disonesti, falsi, fegridafi…fefigradi… fedagrifi… ( A sé ) Sta
parola “fedifraghi” non mi nesci mai! ( Forte ) Sì, sì! Siti comu dissi ora ora! E siti
macari figghi di buttana, oltre ad essere avidi, sanguisuga e cosa fitusa! Dico:
vogghiu fari finta ca non è successo niente.
PASQUALE |
Muuuti!!! Però, se la cosa si dovesse ripetere… Iù, vi mangiu u ficutu, a meusa, e gli |
|
intestini, macari ca poi mi rovesciu. |
||
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme ) Quali cosa? |
|
PASQUALE |
Chidda di ieri sira, quannu vi mittistiru d’accordu e facistiru finta di pigghiallu a |
|
lignati. |
||
BRACCO |
Quali accordu? Era iddu ca si canziava… |
|
BASSOTTA |
Accordu? Quannu mai? Iddu era ca non si faceva ‘ncagghiari… |
|
PASQUALE |
( Trattenendo la rabbia ) Ho detto ca ppi sta vota, fazzu finta, iu, ca non è successo |
|
niente. Perciò, ascutatimi bene! Questa sera, quannu calano le tenebre… Insomma, |
||
quannu fa scuru; il signorino havi un appuntamentu con la fata… |
||
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme ) Cu cui? |
|
PASQUALE |
Ca signorina Agnese. E avissi a tràsiri da parti du giardinu, pirchì, dopo il segnale ca |
|
iddu ci fa, idda ci rapi. |
31 |
||
BRACCO |
Allura si ci rapi idda, nuautri siamo dispensati. |
|
BASSOTTA |
Certu! Si ci pensa a signorina… |
|
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ) Noi siamo dispensati! |
||
PASQUALE |
Vuautri siti cretini! |
|
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme ) Pirchì? |
|
PASQUALE |
Pirchì è ‘a vostra natura. ( Alzando la voce ) Vuautri non l’aviti a fari tràsiri! |
|
Ascutatimi: il segnale ca iddu ci fa, sono 3 colpi di tosse. Accussì ( Tossisce per 3 volte ) |
||
Avete capito? |
||
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme ) Sissignora! |
|
PASQUALE |
Bravi! Ora tutte e due… |
|
BRACCO |
Non erunu tri? |
|
BASSOTTA |
Avemu ad essere precisi! Due o tri? |
|
PASQUALE |
Bestie! Tutte e due vuautri! |
|
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ) Facemu 3 colpi di tussi. |
||
PASQUALE |
( Arrabbiandosi ) V’ammazzu!!! ( Grida ) Lassatimi parrari! ( Pausa ) Dunque: voi, |
|
tu e tu, vi mettete ammucciati arredi u muru e appena iddu s’avvicina e fa il primo |
||
colpo di tosse, vuautri ci ammiscati u primu colpu di lignu ‘nta carìna. Ma ppi daveru, |
||
no ppi finta. Un colpu di lignu ben assestato ‘nte spaddi. Accussì u faciti alluntanari. |
||
E se per caso si intrattiene, ci servite il secondo. |
||
BASSOTTA |
L’avemu a fari mangiari? Allura vado in cucina… ( Sta per rientrare ). |
|
PASQUALE |
Il secondo colpo di bastone! ( Impreca ) Miiihhh! |
|
BRACCO |
Mi non si altera. Abbiamo capito. Sarà bastonato a digiuno! |
|
PASQUALE |
( Dopo una pausa ) Vi devo dire una cosa importante: soldi, iddu, non ci n’havi chiù! |
|
Pertanto, vi putiti stujari u mussu e fari chiddu ca vi staiu dicennu. |
||
BRACCO |
E’ sicuru, vossìa, ca è fagghiu? |
|
PASQUALE |
‘N cannila! I soldi ci l’haiu pristatu iù, e ci tirminaru! |
|
BASSOTTA |
Pirchì non ci fa ‘n autru prestitu?! |
|
PASQUALE |
Ca era cretinu! ( Pausa ) Soldi non ci nni sunu chiù! Capito? |
|
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme ) Pazienza! |
|
PASQUALE |
Ora facciamo una prova. Una prova vera, non finta. Siti pronti? Allura: io sono il |
|
giovanotto… |
||
BASSOTTA |
Giovanotto??? Ma si è vecchiu! |
|
PASQUALE |
Ppi finta cretina! Faccio finta di essere iddu, il giovanotto. Mi avvicino… |
|
BRACCO |
Alt! N’avemu a sapìri sèntiri. S’ha fari ppi daveru o ppi finta? |
|
PASQUALE |
Ppi daveru! Ma è una prova ppi finta! |
|
BRACCO |
( Avviandosi per rientrare ) Bassotta, camina, trasemu! |
|
BASSOTTA |
( Si avvia ). |
|
PASQUALE |
Unni stati jennu? |
|
BRACCO |
Ci ritiriamo! Siamo persone serie. Non si cci può cummattiri cu vossìa! “Ppi daveru, |
|
ma è ppi finta… Ppi finta, ma è ppi daveru”… Cchi stamu facennu u jocu di 3 carti? |
||
PASQUALE |
( Gridando ) Baaasta! Senza paroli inutili! ( Pausa ) Perciò: io sono il giovanotto e mi |
|
sta vinennu a tussi. Attenzione! Primo colpo… ( tossisce, ma non riesce a fermarsi. |
||
Bassotta e Bracco gli battono, con forza, le mani sulla schiena ) Basta!... Basta!... |
||
Alleggiu!... Alleggiu!... E’ una prova!... ( Riesce a svincolarsi ) Va bene! La prova è |
||
riuscita! Ora tinivi pronti ppi stasera e ricordatevi di fare bene il vostro lavoro. Vi |
||
potete ritirare! |
||
BRACCO e BASSOTTA |
( Stendono la mano ). |
|
PASQUALE |
Cchi c’è? Cchi vuliti? |
|
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme ) Un acconto. |
|
PASQUALE |
‘Nta carina vu dugnu l’acconto! ( Strattonandoli li spinge per farli entrare nelle “cucce” ) |
|
Via!... Trasemu intra!... Sciò!... |
32
BRACCO BASSOTTA PASQUALE
( Prima di entrare ) Vossìa si deve ricordare ca chiddu di stasira è un lavoro notturno,
perciò straordinario! ( Va via ).
( Prima di entrare anche lei, ripete ) …Straordinario e notturno. Si l’ha ricordare! ( Va
via ).
Me lo ricordo! E mi ricordu, macari, chiddu di ieri sira! ( Si avvia per uscire dalla
strada di destra, ma si blocca perché si sente la voce di Agnese che chiama Bassotta ).
Si sta affacciannu chidda da littra… la letterata… la scrittrice… Videmu cchi voli di
Bassotta. ( Si porta all’angolo della strada di destra e si nasconde per non essere visto
da Agnese ).
SCENA QUINTA
( Pasquale, Agnese, Bassotta e Bracco )
AGNESE BASSOTTA AGNESE BASSOTTA AGNESE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE
( Viene fuori, si sporge dal parapetto e chiama ancora ) Bassotta!... Bassotta!...
( Esce dalla sua “cuccia”, mentre indossa un lungo grembiule, che annoda alla vita )
Ccà sugnu! Cchi voli? Mi si spiccia ca sugnu in cucina.
Mi giova un po’ d’olio. Cortesemente me lo puoi favorire?
Quali olio? U patruni mu duna cu cunta-gocci. Non ci n’è olio!
Solo un poco. Io ne ho proprio bisogno! Aspettami che ti scendo il paniere ( rientra ).
Non scinnissi nenti, ca ogghiu non ci n’è! Si jssi a frijri a ‘n’autra banna! ( Sta per
rientrare, ma scorge Pasquale che si fa avanti ) Ccà è vossìa? Sempri ammenzu i pedi?!
Ccà sugnu! E staiu vidennu quantu si aggraziata.
‘A ‘ntisi ‘a signorina ca voli l’ogghiu?
Ti pari ca sugnu surdu? ‘A ‘ntisi! Ma pirchì ci aggiuva l’ogghiu?
Pirchì po’ giuvari l’ogghiu? Ca ppi frijri! Ogni tantu a signorina tutto-fare, ci piaci
cucinarisi idda stissa. Dici ca chiddu ca cci cucinu iù non ci aggrada. Vossia non sapi
quantu è stuffusa. Iù, ca cucinu certi pietanzi d’alliccarisi l’ugna. Su ricorda quannu ci
fici assaggiari, a vossìa, a pasta o’ furnu? Com’era?
Di jttalla! Comunque, se Agnese vuole cucinare idda, lasciala fare! Una buona moglie
deve innanzi tutto saper cucinare. Così mi piace! ( Comanda ) Dacci l’ogghiu!
Noo! Non cci nni dugnu!
( Autoritario ) Ti staiu dicennu di dariccillu!
E iù dicu ca è megghiu ca non ci nni dugnu.
( Arrabbiandosi ) Ma cchi è du tò, l’ogghiu?
No, di vossìa.
E allura, se ti dicu di dariccillu, tu cci l’ha dari! E’ un ordine!
‘A responsabilità sa pigghia vossìa?
Cretina! Si sugnu iù ca ti dicu di dariccillu…
Va bene! Damicci l’ogghiu… ( Si avvia, poi si ferma ) Però fussi megghiu di no! Si
vossìa ci vuole ripensare…
No! Vo pigghicci l’ogghiu! Spicciti, ca ccà è!
Agnese viene fuori con un piccolo paniere attaccato ad una cordicella.
Pasquale si nasconde, come prima, all’angolo della strada.
AGNESE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA
( Si porta al parapetto e scende il paniere ) Bassotta, ecco il paniere!
Ma cchi è cretina? Cci lu sduvacu nto panaru? ‘U panaru spanni e u beddu ogghiu
si jetta!
( Piano a Bassotta ) Tu si cretina! Allinchicci na buttigghia.
( A Pasquale ) Veru è! ( Va a parlare con Agnese ) M’aspetta ca cci allinchiu na
buttigghia.
33
AGNESE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA AGNESE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA AGNESE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA AGNESE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA AGNESE BASSOTTA AGNESE PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BASSOTTA PASQUALE BRACCO PASQUALE BRACCO PASQUALE BRACCO PASQUALE BRACCO PASQUALE BRACCO PASQUALE BRACCO PASQUALE BRACCO
No, no! Solo un poco!
( Ritorna da Pasquale ) Non nni voli buttigghia. Solo un poco, dici.
Allinchiccinni menza.
( Ad Agnese ) Ci abbasta menza buttigghia?
Anche meno! Non mi giova per friggere.
( Si avvicina a Pasquale ) Non ci aggiuva ppi frijri, dici.
No??? Forsi cci l’ha mettiri ‘nto brodu?
( Ad Agnese ) Cchi fici brodu?
Ma no! Che brodo?!
( A Pasquale ) Niente brodo!
Sarà ca ci aggiuva ppa ‘nzalata!
( Ad Agnese ) Cci aggiuva ppa ‘nzalata?
No! Non devo condire alcunché!
( A Pasquale ) Nemmeno ppa ‘nzalata. C’haiu a fari?
Dumannicci pirchì cci giova.
Subito! Vossìa attende in linea… ( Si sposta da Agnese ) Dda… ( indica l’angolo
della strada di destra ) Da quella parte. Si vorrebbe sapere: cchi n’ha fari di l’ogghiu?
Pirchì ci aggiuva?
Devo oliare il ferro che chiude il cancello del giardino. Siccome è un poco arrugginito…
Ah, ppi rapiri u canceddu du giardinu?! Subito! ( Rientra e ritorna immediatamente con
il caratteristico recipiente di latta col beccuccio ) Eccu ccà ‘a stagnata! ( Lo mette dentro
il paniere ) Servita!
( Tira la cordicella, prende il paniere e rientra ).
( Appena Agnese scompare, si fa avanti ed investe Bassotta ) Bestia!... Cretina!... pirchì
ci lu dasti?
Ca pirchì mu dissi vossìa.
Iù ti dissi l’ogghiu…
E iù cchi ci desi vinu?
L’ogghiu ppi cucinari, no ppi svitari. Bestia!... Cretina!
Auh! Ppi cucinari o ppi svitari, sempri ogghiu è!... Vah, megghiu ca mi nni trasu! E vo
dati li cianchi! ( Va via, rientrando nella “cuccia” ).
( Solo )Ecco, cu è ca mi sta attornu!
( Esce dalla sua “cuccia” ) Signor padrone… menu mali ca u staiu truvannu ancora ccà.
Ci devo dire una cosa importante.
( A sé ) ‘N autru cci n’è! ( Forte ) Cchi c’è? Parra!
Vidissi ca ppi stasira semu o’ scuru. ‘U pitroliu tirminau!
( A sé ) Disgraziati! Datu ca ci facevunu lustru cu lumi, ppi farlu tràsiri macari di sira.
Si vossìa voli fattu il servizio notturno… Ci voli altro rifornimento di petrolio. Iù e me
muggheri, o’ scuru, ni putemu sdirrubbari. Al buio non si lavora!
Bestia! Dovete, invece, stari o’ scuru, ammucciati arredi u muru.
Io ho bisogno di un poco di luce. Si non vidu a me muggheri ‘nta facci m’impressiono.
Cretinu! Duppiu bestia! Ti devi impressionare a talialla, invece! Specialmente quannu
arridi, ccu ddi denti ca ci mancunu, fa scantari!
Va bene!... Ma per me, la sera è sempre un conforto avìri una persona accanto… Putilla
guardari… Macari nta facci, no! Ma vìdiri ca non sei solo al buio…
Cci duni a manu e ta teni stritta.
Bravu! Accussì, si idda si sdirrubba, si tira macari a mia.
( A sé ) Macari succidissi!... ( Forte ) Basta! Senza discutiri! Questo è il lavoro !
( Entrando nella sua “cuccia” ) Ca… spiramu ca nesci a luna! Però mi non si scorda…
E’ lavoro notturno! ( Via ).
34
PASQUALE
Non mu scordu! Ora m’attaccu na curdedda o’ jtu… ( Rimasto solo, parla a se stesso e con il pubblico ) Sti dui cretini di cca sutta, sunu tantu bestii, ca stasira, finisci ca ufannu tràsiri… e dda santarellina di dda supra è tanta sperta c’arrinesci, cu l’ogghiu, a grapiricci u canceddu. E allura, chi figura ci faccio? I servi cretini, a signorina sperta e iù ammucca lapuni! No, no! Bisogna impedirlo ad ogni costo! Ma comu? ( Pausa ) Mi devo spremere le meningi… ( Indicando la testa) Ccà sta tutta l’intelligenza dell’uomo. Nel cervello! In quello che c’è dentro la testa… Intanto, sta testa… a mia, mi pisa! E’ comu si ci avissi di supra, cosi ramificati. ( Pausa ) Pazienza! Però, sinu ad ora, non è successo niente di grave. Ma potrebbe succedere. E, allora, bisogna impedirlo! Comu? ( Lunga pausa ) Sto riflettendo… Forse… si stasira, invece di Orazio, mi ci prisintassiiù… Mi mettu arredi u canceddu du giardinu… e appena fa scuru… senza farimi canusciri, ci fazzu 3 colpi di tosse… ( Deluso ) No. Non può essere! Dopu u primu colpu di tussi, mi veni u catarru… e chidda mi canusci. ( Un’altra pausa ) Oppure… mentri iddu ci furrìa du giardinu… iù, ci trasu, prima, da terrazza e ci impedisco di jricci a grapiri u canceddu. Comu? Come glielo impedisco? Ci vorrebbe uno stratagemma. ( Piccola pausa ) Ho trovato! Ci dicu ca, si cci rapi u canceddu, iù sautu a ringhera e m’abbìu da tirrazza. Mi suicido, vah! Faccio finta ca per me è meglio morire, che perdere lei! Sugnu sicuru ca idda si ravvede, mi tratteni e non mi fa abbiàri. ( Pausa) E si non mi tratteni?... Non è ca iù m’abbìu… Non sugnu tantu cretinu. Però,devo faricci capire ca è ppi daveru e che sarò pronto a saltare di dda supra ( indica la terrazza ). Meglio fare prima una prova. ( Sale le scale, apre il cancello, conserva in tasca la chiave, entra sulla terrazza e si porta alla ringhiera davanti ) Spiramu ca staringhiera teni e non mi fa sdirrubbari dda sutta ppi daveru. Allora: prima scavalco con una gamba ( scavalca e poggia il piede oltre la ringhiera ). Poi… ( Ha le vertigini e rimanendo con l’altra gamba sospesa, si agrappa alla ringhiera ) Matri!... ‘A testa mista furriannu… Dda sutta, ppi daveru, cascu!... Matri!... Matri!... Matri!... Non ci la fazzu a turnari arredi… Sugnu mpudigghiatu nta ringhiera… Arristai appinnutu… ( Grida ) Aiuto! Aiuto!... ( Chiama ) Bracco!... Bassotta!... Affacciativi!... Aiuto!...
Dalle loro “cucce” vengono fuori Bracco e Bassotta.
BRACCO ( Scorgendo Pasquale ) Cchi sta facennu misu ddocu?
BASSOTTA Cchi fa l’equilibrista?
PASQUALE Facitimi scinniri… prima ca mi sdirrubbu… Datimi aiuto!
BRACCO Vossìa mi s’abbìa ca vasciu è.
PASQUALE Nooo! Quali abbiàri… Veni ccà… acchiana… e mi tiri intra. Spicciti, ca non ci resistu…
BASSOTTA ( Stendendo il grembiule ) Ccà!... Ccà!... Mi s’abbìa ca u pigghiu a volu!
PASQUALE ( Guardando sotto ) Cretina!… Unni m’abbìu?... Matri!... Non mi faciti taliàri ca a testa
mi gira…
BRACCO ( Stendendo, anche lui, il grembiule di Bassotta ) Curaggiu!… Mi s’abbìa ca u pigghiamu.
PASQUALE ( Guardando ancora sotto ) Bestii! Unni m’abbìu ‘nto mantali?
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ) Sì! Comu si fussimu i pompieri!
PASQUALE Comu i bestii ca siti! Bracco, veni ccà supra, invece, acchiana!
BRACCO ( Sale le scale controvoglia ) Acchianamu… ( Arrivato al cancello ) Ora comu trasu?
Si vossìa chiudi tuttu a chiavi?!
PASQUALE Sàuta! Spicciti ca mi stancai!...
BRACCO ( C. s. ) Ca sautàmu… ( Si dà da fare cercando un modo per poter saltare ).
BASSOTTA ( Con un grido ) Noo! Senza sautàri ca ti puoi fari mali. Io non voglio! ( A Pasquale )
Vossìa m’abbìa a chiavi ca ci rapu!
PASQUALE Cretina! Comu ti la pigghiu? Si lassu i manu da ringhiera, cascu!
35
BASSOTTA Allura arresta ddocu, appinnutu! ( Avviandosi per rientrare nella sua “cuccia”)
Bracco, seguimi! Lassilu appinnutu, comu ‘n passuluni! ( Via ).
PASQUALE Nooo! Veni ccà… pigghiatilla, tu, da sacchetta…
BRACCO ( Nel frattempo, poichè il cancello non era chiuso a chiave, è entrato) Unn’è misa?
PASQUALE Ccà… ‘nta sta sacche… ( Realizza ) Com’è ca trasisti?
BRACCO ‘U canceddu era apertu.
PASQUALE Apertu???… Mi scordu sempri di chiudillu!
BRACCO ( Avviandosi per uscire ) Allura, poi, u chiudi vossìa?!... Iù u lassu apertu…
PASQUALE Disgraziatu!... Ti nni stai jennu?! Aiutami a passari nta terrazza. Veni ccà!
BRACCO ( Ritorna e aiuta Pasquale a riportarsi sulla terrazza ) Ma cu ci lu fa fari a vossìa di
sautàri a ringhiera?
PASQUALE ( Rimessosi )Vuleva fari na prova…
BRACCO Quali prova?
PASQUALE Sunu cosi mei! O megghiu: Non sunu cosi mei! M’aveva scurdatu ca soffru di vertigini.
BRACCO Vossìa s’ha ricordare ca è macari grannuzzu…
PASQUALE Va bene, va bene!... Niscemu, ora! ( Spinge Bracco fuori dal cancello ed esce) Quantu
chiudu, prima ca mu scordu. ( Chiude il cancello, conserva la chiave e segue Bracco,
che è già sceso dalle scale).
BASSOTTA ( Riaffacciandosi dalla “cuccia” ) Bracco, trasi intra! Dato che non si fida, lassilu
sospeso… ( Si accorge che Pasquale sta scendendo le scale ) Comu??? Lo hai salvato?!
BRACCO Ho il cuore tenero…
PASQUALE ( Portandosi avanti ) ‘Na vota m’abbrancicava comu ‘n jattu… Ora, invece… BRACCO e BASSOTTA (Assieme ) Si non era ppi nuautri… ( Stendono la mano ). PASQUALE ( Stringe loro la mano ) Grazie!... Grazie!... A cuccia, ora. Via!
BRACCO e BASSOTTA ( Delusi ritirano la mano, entrano nella loro “cucce” e scompaiono ). PASQUALE ( Solo ) Ca menu mali ca mi tiràu… Mi puteva rumpiri u coddu…
SCENA SESTA
( Pasquale e Orazio )
ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO
( Entra dalla strada di sinistra ) Signor Pasquale, a voi cercavo! A casa non v’attrovu mai!
Si sugnu ccà!...Ma cchi veni da me casa? Iù staiu di ccà! ( Indica a destra ) Ah, già!
Facisti u giru largu!
No. Sta vota non ci ji a vostra casa. Ji, inveci, a ‘ncuntrari a me patri.
‘U truvasti?
Purtroppu! ( Pausa ) Mi veni, macari, di cianciri.
Pirchì?
Voli ca mi nni tornu o’ paisi.
( Contento ) Allura… parti?!
Accussì voli u papà.
( Piano ) Ma varda cchi bella pinsata ci vinni o’ papà!
Ma iù non sugnu daccordu. Non posso fari chiddu ca voli farimi fari. Specialmente ora
che ho conosciuto a sta gioia di carusa. E’ inutile che insiste, non posso obbedire! I patri,
certi voti, non sono comprensivi e non capiscono che i figli hanno altre esigenze.
Cchi cosa ti voli fari fare to patri?
Mi voli fari maritari ppi forza a na carusa ca iù mancu canusciu.
Comu… comu… quantu sentu? Perciò to patri ti voli fari maritari a una du to paisi?
Accussì voli u papà!
( C. s. ) Ma varda cchi bella pinsata ca ebbi u papà!
Non è du me paisi. E’ a figghia di st’amiricanu, amicu so.
36
PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE
Americana? Magnificu! Capaci ca ti nni vai in America cu idda. Bravo! Ti la devi
maritari! To patri ha avuto una bella pinsata. ( C. s. ) Ma varda cchi bella…
( Interrompendolo ) Quali bella? Me patri voli a me rovina. Io amo un’altra!
Ti disamuri! Cchi voi mettiri un’americana cu chista di ccà? Chista è ingenua…
E’ accorta!
Babbasunazza…
E’ intelligente!
Scarsulidda nta facci…
E’ bellissima!
( A sé ) Ha vinciri sempri iddu! ( Forte ) Vidi ca l’americani sunu ricchi!
Quando c’è l’amore, il denaro non conta.
Non è vero! Tu, per esempio, addumanni sempri soldi. E iù non ti nni dugnu chiù!
Ma io, i soldi, da voi li ho voluti in prestito. Sarà mio padre a restituirveli.
Ca spiramu! Intanto, to patri, se tu non ubbidisci, non ti duna mancu na palanca, e ti
disereda.
E’ vero! Mi ha minacciato di farlo.
Hai visto? Ti cummeni ubbidire e pigghiariti in sposa a carusa ca ti voli dari to patri.
E Agnese?
Te la devi scordare! Anzi, ti n’agghiri in America, luntanu da circolazione! Ascutimi:
è megghiu ca ti nni vai!
Sì!... Mi nni vaiu!
Oh!
Ritornu ni me patri e videmu si u pozzu cunvinciri.
( A sé, forte ) Mih!!! A testa ci l’havi dura!
Me patri, averu?
No, tu!
Vado! ( Si avvia per la strada di sinistra ) Videmu si u pozzu arrimuddari! ( Va via ).
( Solo ) Parola d’onuri, ca cu ‘n pugnu ‘nta testa, a iddu ci arrimuddassi a midudda!
SCENA SETTIMA
( Pasquale e Agnese )
Nella terrazza viene fuori Agnese.
Pasquale, subito, si accosta al muro, sotto il parapetto, per non farsi vedere.
PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE
Si sta affacciannu a fata… Videmu cchi voli fari.
( Va a prendere l’ annaffiatoio, posto in un angolo della terrazza e si porta ad annaffiare
i fiori nei vasi che sporgono dal parapetto, bagnando, inavvertitamente, Pasquale ).
( Staccandosi dal muro ) ‘U bagnu mi facisti! Cchi modu è d’annaffiare i fiori, senza
guardari sutta nta strata?!
Oddio! Voi? Non vi avevo notato. Perdonatemi, sono stata imprudente.
Non si annaffiano i fiori a st’orario! Lassa perdiri!
Avete ragione! Il fatto è che mi annoio e volevo prendere, anche, un po’ d’aria.
Veni ccà, allura, scendi! Facciamo due passi, che ti devo parlare.
( Lascia l’annaffiatoio ed in fretta va al cancello, ma lo trova chiuso ) Ma è chiuso!
Come faccio ad uscire?
( Prende la chiave e la mostra ) Ccà c’è a chiavi! ( Sale le scale ) Stu canceddu si rapi
solamente di fora, mentri u canceddu du giardinu si rapi di intra. Non è veru?
Non vi capisco.
Ca… mi capisciu, iù! ( Apre il cancello ).
37
AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE
( Esce subito, quasi ad investire Pasquale ) Grazie!... Ah, sono stata liberata! ( Scende
le scale e si porta alla piazza saltellando di gioia ) Sono libera!... Libera!... Libera!
( Andando ora a sinistra, ora a destra ) Quanto è bello potersi muovere di qua… e di
qua… Svolazzare libera e felice di andar dove si vuole… Non essere costretta a
rimanere chiusa… non essere legata. Bando a tutte le catene! La vita è bella allor
quando si vive; e liberi da far quel che si vuole! ( A Pasquale ) Venite, signor Pasquale,
scendete queste scale! Vi cale o non vi cale? Attento a non far male… nel scendere le
scale. Si scende e non si sale!
‘U sacciu! Staiu scinnennu!... ( A sé ) Ma cchi parra in puisia?
Su fate presto! ( Saltella ) E gioite con me di questa libertà!
( A sé ) Ma cchi pigghiau u volu? E cu ci l’ha ‘nsignatu tutti sti paroli?
Venite, su! Scendete in fretta e saltellate pure. Viva la libertà!
( Scende piano le scale ) Na parola, è! Quannu unu soffre di reumatismi…
( Si muove girandogli attorno ) Libertà!... Libertà!... Libertà!...
Veni ccà!... Veni ccà!... Veni ccà!... Senti!… Ferma! A testa mi stai facennu furriari.
Allura, senti: ti ho liberata…
Grazie! Mi avete liberata!
( Si corregge ) Voglio dire: ti ho fatto uscire…
Grazie! siete stato buono a farmi uscire finalmente!
Noo! Staiu sbagghiannu a parrari. “Liberare” e “Uscire” non sono le parole giuste. Cchi
t’haiu tinuta ‘ncatinata oppure chiusa? No! Perciò non mi devi ringraziare. Ti fici
scinniri ccà sutta nta strata… perché passiannu passiannu, ti devo dire due parole. Du
paruleddi ‘nt’aricchia. M’ascuti?
Sì, parlate. Sono tutta orecchie. ( Spaventatissima ) Oddio! Cosa ho detto? Oddio! Oddio!
Cchi dicisti? Cchi fu?
Ho detto << orecchie… tutta orecchie per voi >>. No, no! Ho sbagliato… Mi sono
confusa… Non volevo!... Le mie orecchie sono già impegnate. Tutte e due per un altro
uomo che io amo. Amo con tutto il cuore.
( A sé ) Ma quantu è scunchiuruta?! ( Forte ) Proprio di questo t’haiu a parrai! Di stu
giovanotto, stu don Sucasimula, ca tu dici di essere innamorata.
( Si avvicina ) Ah! Allora parlate, che io vi ascolto volentieri. Ditemi di lui. Sarà per me
una gioia! Mi sorridono gli occhi e mi batte forte forte il cuore.
A mia mi veni, invece, ‘n duluri ccà, nta vucca di l’arma. Mi doli a testa e… mi la sentu
pisanti.
Se vi sentite male, vi potete ritirare nella vostra casa a riposarvi. Io rimango ancora un
poco qui, sperando che lui passi da questa strada. Così potrò incontrarlo.
Difficili è! Chiddu fa sempri u giru largu.
Chissà se viene! ( Si porta a guardare nella strada di sinistra. Dopo un poco si allontana
ed esce ).
Veni ccà! Piccola tappinara! Signori mei haiu adduvatu a serpi ‘n casa! ( Si accorge che
Agnese non c’è ) Agnese!... Agnese!... Unni si nni ju? ( Corre alla strada di sinistra )
Non c’è! Si nni scappau!... ( Agitato ritorna sui suoi passi, va alle cucce e chiama )
Bracco!... Bassotta!... Subito, nisciti fora!... Assicutatila!... Affirratila, prima ca
s’alluntana!... Acchiappatila!... Pigghiatila!... Bloccatila!... ( Si dispera perché le porte
son chiuse ) Braccu… Braccuni!... Unni si?... Bassotta!... Disgraziati! … Sulu mi
lassastiru?! Nisciti fora… e purtati na corda… na catina… i manetti… L’avemu
attaccari… ‘ncatinari… E comu fazzu?... ( Si porta nuovamente alla strada di sinistra )
Cretinu ca sugnu! Babbeu! Comu ti la facisti scappari?! ( Pausa ) Matri!... Mi staiu
sintennu mali… U cori… U cori… Aihai!... Aihai!...
38
Dalla strada di destra appare Agnese.
AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE
Cucù!
( Si spaventa, poi si gira ) Matri!... Ccà si?! Unni ti nni jsti?
( Si porta avanti ) Ho fatto il giro dell’isolato.
Macari tu?! Allura viziu aviti!
Mi è venuta una gran voglia di correre.
A mia, invece, mi stava vinennu un infarto.
Ve lo detto di andarvi a riposare. Mi sembrate pallido. Io rientrerò piu tardi. Voglio
ancora aspettare. Aspetto e spero!
Tu speri, mentri iù mi disperu! Però devo dirti na cosa. Dunque: come ti sei comportata
in questi ultimi giorni, non è bene, anzi è male. Malissimo! Quel giovanotto t’inganna e
vuole approfittare di te.
Non è vero. Mi ha detto che mi vuole sposare. E siete stato voi che avete detto di non
essere “peccato” quando ci si sposa.
D’accordo! Però sono io che ti voglio sposare. Te l’ho fatto capire, no?
Voi???
Sì, io! Proprio io!
A me, sembra, lasciatemelo dire, molto più adatto lui. E’ giovane, bello, alto, biondo,
aitante…
Aiutante di cui?
No. “Aitante”, gagliardo, robusto, di bell’aspetto, virile, passionale…
( A sé ) Ma cu ci l’ha ‘nsignatu sti paroli? ( Forte ) E mu dici accussì nta facci?
Perché non dovrei? E’ la verità!
Sfacciata! Prima di parrari ‘nta stu modu, si ci ha pinsari du voti. E poi t’ha livari stu
pinseri da testa e lo devi allontanare.
Come si può allontanare quello che ti dà gioia?
Ma a mia non ci hai pinsatu? Non hai pensato ca mi facevi mali?
No. Non lo sapevo. Che male vi ho fatto?
Comu?... Io ti ho allevata… Mi sono preso cura di te di quannu avevi 4 anni… T’haiu
crisciutu cu l’occhi… Ti ho dato una cultura… Ho speso tanti soldi…
Orazio ve li restituirà!
Ca comu… Ancora staiu aspittannu i 50.000 lire. E haiu l’impressione ca mi futtìu.
In quanto alla cultura. Tutto quello che so di bello e di armonioso, l’ho imparato da lui
e gliene sono grata.
( Cambiando atteggiamento ) Agnisuzza… vah, facemu paci! Ppu passatu mittemucci
na petra supra… ‘U senti?
No! Io pietre, da sopra, non ne lancerò più. Mi è molto dispiaciuto per Bracco. Voi non
lo sapete, ma il povero servo, senza volerlo, è stato coinvolto.
Lo so e l’ho visto: con l’involto… ‘nta testa, ca pareva un fachiro indiano. Tutto ci
ammugghiaru: testa, firramenti e pagnotta. Sunu cosi so, però. Cosi ormai già passati.
Dobbiamo pensare, invece, al presente. Difatti, io dimentico tutto quello che è stato per
il passato. E sai perché?
Perché?
Perché ti amo.
No!
39
PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE
Sì, Agnese, ti ho sempre amato di quann’eri nica nica. Non c’è un amore come il mio.
Amore di lungo corso! ‘U stai vidennu ca iù ci passu supra a tutto quello che hai fatto
contra di mia…Non ti basta sta prova? Cosa pretenni di più? Vuoi ca mi strappo i capiddi
e diventu tignusu? ( Piano a sé ) Peggio è! Poi non ci piaciu completamente. ( Forte )
Vuoi ca mi pinnu tuttu… Ca m’ammazzu? ( S’ inginocchia davanti ad Agnese ) Sono
pronto a morire per te! Ti giuro ca ti starò sempre vicino e t’accarizzu… giorno e notte,
notte e giorno, sempre! ( Le prende le mani ) Ti baciuccherò, ti còccolo, t’alliccu, ti…
( Si stacca, facendolo finire a terra ) Basta! Questi vostri discorsi non mi dicono niente.
Mi sembrate ridicolo!
( A sé ) Certu ca quannu unu è innamorato addiventa riddiculu ppi daveru!
Alzatevi!
( Cerca a fatica di alzarsi, ma rimane in ginocchio ) Na parola è!
Orazio, con solo due parole mi ha subito convinto ( si avvia alla scala ).
Aspetta!... Veni ccà, aiutami! Non mi lassari accussì.
Alzatevi da solo!
Avvicinati, invece! Ti devo dire altre parole d’amore. Macari ca restu accussì… ( A sè
)
Mi sta parenu di essiri ‘nta chiesa. Quantu sugnu cretinu! ( Forte ) Ascoltami… Io ti staiu
pregando inginocchiato ai tuoi piedi, pirchì vulissi ca tu ti scurdassi e lassassi perdiri a
ddu giovanotto scunchiurutu e sbarbatello, e vuliri bene a mia che sono un uomo
saggio… equilibrato…posato… “posato” nel senso di essere persona seria e no nel senso
di esseri pusatu ‘nterra, comu ora…
( Si trova già nella terrazza e si sporge dal parapetto ) E’ inutile che sciorinate il vostro
rosario di parole sciocche e senza senso. Io non vi ascolterò Nel mio cuore, ricordatelo,
c’è posto solamente per lui! Scusate, mi ritiro! ( Entra in casa ).
( Solo ) Faciti bene ai porci! ( Rimane in ginocchio ).
SCENA OTTAVA
( Pasquale e Cornelio, poi Agnese )
Dalla strada di destra entra Cornelio.
CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE
( Meravigliato alla vista di Pasquale ) Pasquale!… Cchi stai facennu, ddocu, misu in
ginocchio???
( Inventando ) Nenti… Mi stava dicennu le preghiere. ( Fa il segno della croce ) Amen!
Ho finito! Veni ccà, aiutami a susirimi.
( Aiutandolo ) Ti metti a priari… ‘nta strata???
Che ci fa? Dio è in ogni luogo! Perciò, iù, passannu di sta strata… mi sono ricordato ca
stamattina non avevo ancora detto le preghiere…
E t’inginocchi ‘nta strata?
‘Nta strata! ‘Nta strata!... Auh! Unni mi vogghiu inginocchiari, m’inginocchiu! Non
sugnu patruni?
No. Si curiusu, inveci! Ppi priari ci sunu i chesi, mentri i strati sevunu per camminare.
E allura, camina! Vattinni ca iù m’haiu a firmari ccà.
Macari iù. Staiu circannu na casa… Dici ca si trova in questa piazza.
Quali casa?
Na casa unni ci sta una bellissima giovane furastera. ( Guarda la casa in fondo ) Voi
vìdiri ca è chista?! Sì, sì! c’è a terrazza… Chista è!
Cu è ca tu dissi?
40
CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE PASQUALE PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE
Orazio, u figghiu di Bartolo, to compari. E’ ccà! L’ho incontrato, ppi cumminazioni,
vicino a me casa. U sai ca stintai a canuscillu? Si fici un giovanotto… Un bel giovanotto.
‘U sacciu! Ci siamo già incontrati. ( A sé ) E fussi statu megghiu di non avillu ‘ncuntratu!
Me muggheri, appena u visti, rimasi meravigliata di comu criscìu. Non ci livava l’occhi
di ‘ncoddu… Su taliava tuttu… macu ci pareva veru. L’aveva lassatu carusiddu… Ora si
fici omu… E cchi uomo!
E perciò… ci piacìu!
Ti dicu ca si fici un bel giovanotto…
A to muggheri… ca i giovanotti ci piaciunu…
Granni Diu, comu crisciunu i carusi! Viva la gioventù!
Ca… non tantu. Speci quannu ci rumpunu i sacchetti.
I giovani portano sempre allegria! Questa sera Orazio cena a me casa.
‘U mmitau to muggheri?
Certo! appena u visti.
Non su fici scappari.
Propriu! Iddu, d’apprima, non vuleva accettare, ma me muggheri ha insistito di vulillu…
Stasira?
Sì, sì! Stasera, sul tardi.
Scummettu ca tu, stanotti dormi fora.
Com’è ca u sai?
Intuito.
Veru è! Domattina prestu m’haiu a truvari a Leonforte, perciò è megghiu ca partu
stasera. Me lo ha consigliato anche mia moglie.
( A sé ) Sbagghiava chista?! Però, forse è megghiu ca Orazio si distrae. ( Forte ) Ma
scusami, cchi è u fattu della giovane furastera?
Orazio si è innamorato di una giovane ca sicuramente sta ccà ( indica la casa di Agnese ).
E siccome sono nati dei contrasti…
Con la giovane?
No. Col tutore. Dici ca è un vecchio bacucco.
Cchi nni sai, tu?... U canusci?
No.
E allura… Taliiti u to immu!
Ora, siccomu quella santa donna di donna Tudda, ca ci purtava qualche ambasciata, è
morta. Pace all’anima so!
( Piano ) O’ ‘nfernu ha bruciari! ( Forte ) L’hai canusciuta, macari tu, a donna Tudda?
Me muggheri! Ogni tantu, mischina, aiutava a me muggheri, ppi faricci qualche
servizio…
‘U servizio a tia, tu faceva! ( Non visto da Cornelio, fa le corna ) Un bel servizio!
Certu... per riflesso, anch’io ero servito!
A dovere! ( Rifà le corna ).
Perciò, comu ti dicevu: Orazio mi ha pregato se io potevo essergli utile…
Tu? M’aveva parsu to muggheri.
No, no, io! Per farlo avvicinare a questa casa e alla giovane.
Ma pirchì non ti fai i fatti to’? Avvicinari? Cchi devi avvicinari? Pensa, chiuttostu, a non
fari avvicinari a nuddu a to casa e a to muggheri.
Quannu si può fare una buona azione…
Non t’impuniri i corna di l’autri… ( Piano ) Ti bastunu i to’! ! ( Forte ) Andiamo!…
Camina… t’accumpagnu a casa. A ‘stura to muggheri ti sta circannu…
No. Quali circannu. Anzi fu idda a dirimi d’alluntanarimi ppi na para d’uri. Certi voti,
ci pigghia u duluri di testa… e voli ristari sula in casa.
A tia, a testa non ti doli?
41
CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO PASQUALE CORNELIO
No. Pirchì?
Non ta senti pisanti?
No.
E… certu! Oramai c’ha fattu u caddu.
Ma cchi dici? ‘U caddu nta testa??? Iù, u caddu cci l’haiu nte pedi… e certi voti mi
doli… Specialmente quannu cangia u tempu.
Mentri nta testa c’hai…
Cchi c’haiu? Nenti!
A tia, ti pari.
Ah!, sì! Haiu stu pinseri d’aiutari ad Orazio. Pirchistu vinni ccà.
Hai vistu ca qualche cosa l’hai nta testa?! Però fussi megghiu di livaritillu stu pinseri.
Veramente… u picciottu, su merita di essiri aiutatu. Perciò…
Dalla terrazza viene fuori Agnese.
Pasquale se ne accorge e, subito, allontana Cornelio.
PASQUALE
Veni ccà... veni ccà!... ( Tira Cornelio verso la strada di destra e assieme scompaiono ).
Agnese, prende l’annaffiatoio, si porta al parapetto,
e continua ad annaffiare i fiori che aveva tralasciato.
Dopo un poco, dalla strada di destra ritorna Pasquale, si affaccia con cautela,
e rimane fermo all’angolo della strada, per non essere visto da Agnese.
AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNESE
( A sé, parlando forte ) Madonna santa!... Quantu è longa sta jurnata… Non scura
mai! ( Una lunga pausa. Poi, come se recitasse Shakespeare ) <<Vieni dolce notte;
vieni amorosa e accigliata notte, dammi il mio Romeo…>> Cioè: il mio Orazio…
<<Presto, o notte, tu che proteggi l’amore, serra bene le tue cortine, perché si
chiudano finalmente gli occhi del giorno…>>.
Ma unni semu o’ tiatru??? Cu è ca c’ha ‘nsignatu a ricitari? Mah!?... Sta vota appi ad
essiri a Superiora, oppure a Matri Batissa, quannu jeva a truvalle.
( Continuando c. s. ) <<O Romeo, Romeo, ma perché sei tu Romeo? Rinnega tuo
padre, rinuncia al tuo nome…>> Fatti chiamari Orazio e… <<Silenzioso e furtivo…>>
- girannu du giardinu - <<possa correre tra le mie braccia>>. Tossisci, Amor mio;
tossisci 3 volte. Al secondo, io ti aprirò!
Mih!!! Cci rapi prima! O’ secunnu! Certu… ci fricàu l’ogghiu…
( Finisce d’annaffiare e con un lungo sospiro ) Ah!... Non passa mai il tempo! Quann’è
ca fa scuru?... Non ci resisto ad aspettare la sera. ( Dopo una pausa, guardando il cielo,
invoca ) << Luna… pallida luna… >> quann’è ca spunti? ( Arrabbiata ) Quannu?
Quannu?...
Ca luna s’ha sta pigghiannu…( Si decide a portarsi avanti, facendosi vedere da Agnese ).
( Scorgendolo ) Voi??? Da dove spuntate?
D’arredu a cantunera. Inveci da luna spuntai iù!
Perché vi nascondete?
Non ero nascoto. Mi stava facennu du passi cu ‘n amicu.
Voi siete stato nascosto dietro l’angolo a sentire tutti i miei pensieri. Vi sembra giusto?
Siete un maleducato!
E’ vero! Ho ascoltato... Ma senza volere.
Avete fatto male! Meritate una punizione.
Si tu ti scordi a ddu giovanotto, accetterò qualunque punizione e farò qualunque
penitenza.
( Con tono di comando ) Inginocchiatevi!
42
PASQUALE AGNESE PASQUALE AGNSE PASQUALE AGNESE PASQUALE
N’autra vota?! ( Inginocchiandosi ) Ca pazienza! Ccà sugnu: penitente ed implorante.
Allora, ti dimentichi di ddu giovanotto?
Della vostra impertinenza, sì! Ma di Romeo, mai!
Romeo??? ‘N autru cci nn’è?
Mi fate confondere! Volevo dire Orazio. Lo amerò sempre!
Mih, cchi testa! ( Cerca di alzarsi, senza riuscirci ) Veni ccà, scinni!... Parramu…
Vi lascio, invece! Ho da fare in giardino. ( Va via e rientra in fretta ).
( Solo ) Ancora fricannu ogghiu?!… Si cci putissi livari dda stagnata…
Dalla strada di destra rientra Cornelio.
CORNELIO PASQUALE CORNELIO
( Mentre entra ) Pasquale… ma cchi mi lassasti sulu?! Mi pareva ca eri appressu di
mia… Unni si? ( Scorgendolo in ginocchio ) N’autra vota in ginocchiu???
Mi ricordai ca aveva satatu l’atto di dolore… e mu staiu dicennu ( fa finta di pregare e
si batte il petto, poi ) Veni ccà, dammi na manu... ( Aiutato da Cornelio, riesce ad
alzarsi ) Ti lassai pirchì mi crideva ca ti nni stavi jennu a casa.( Volendolo allontanare )
Megghiu t’arritiri, ca to muggheri t’aspetta. Vah, ti salutu!
Ancora è prestu pp’arritirarimi… Me muggheri mi dissi di stari fora na para d’uri.
SCENA NONA
( Detti e Orazio, poi Bartolo )
ORAZIO CORNELIO ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE CORNELIO ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO BARTOLO PASQUALE BARTOLO CORNELIO BARTOLO CORNELIO BARTOLO CORNELIO
( Viene dalla strada di sinistra ) Oh, signor Cornelio… vostra moglie mi ha pregato
di dirvi, qualora v’incontrassi, che potete ritirarvi.
Grazie! Sei stato a me casa?
Sì.
Tutto fatto?
Sì!... Cioè: no. Non sono stato… Passavo di dda…
E ti firmasti un poco. Non è vero?
Sono passato e basta!
Hai fatto male! Era giusto salutare la signora…
Orazio, cchi è chista a casa? ( Indica ).
Esatto! E voi, signor Pasquale, vi trovo ancora qui?! Vengo dalla vostra casa…
( Indicando a sinistra ) Sempri di ddocu?!... Iù staiu di ccà! (Indica a destra ).
Sì, è vero! Ma sono venuto prima…
Facennu u giru largu.
Appunto! M’a fici di cursa, mentri me patri sta vinennu di ddocu. (Indica la strada di
destra ) Vinnimu a circarivi a casa, iù e u papà, ma non ci siti mai!
Macari iù vosi fari u giru largu… Difatti, sugnu ccà!
( Indicando la strada di destra ) Ecco u papà! ( Se ne sta in disparte a guardare la
terrazza ).
( Entra e va incontro a Pasquale ) Compare! ( Si abbracciano ) Quant’avi ca non nni
videmu! Comu siti?
‘N pocu ammaccatu…
Bonu vi trovu!
( Si avvicina ) A mia non mi stati canuscennu? Don Cornelio, sugnu!
Don Cornelio? Certu! Ora vi staiu canuscennu ( Si abbracciano ).
Iù, non canuscì a vostru figghiu e vui non canuscistiru a mia.
Dapprima non mi ricordai. Mi ricordu, inveci, di vostra moglie. Comu sta?
Bene.
43
PASQUALE CORNELIO PASQUALE BARTOLO CORNELIO BARTOLO PASQUALE CORNELIO PASQUALE BARTOLO PASQUALE BARTOLO ORAZIO PASQUALE BARTOLO CORNELIO PASQUALE BARTOLO PASQUALE BARTOLO PASQUALE BARTOLO PASQUALE BARTOLO PASQUALE BARTOLO CORNELIO BARTOLO PASQUALE CORNELIO ORAZIO BARTOLO PASQUALE
Sciacquatunazza! Sempri a stissa: ( Piano ) buttana.
Cchi dicisti? Non ti ‘ntisi.
Dicu: Buttana da miseria! E’ sempri a stissa to muggheri; u tempu ppi idda pari ca
non passa mai.
Macari vui, compari siti sempri u stissu.
No, no! Iddu è, invece, ringiovanito. Difatti si voli maritari!
Bene! Vi decidistivu finalmente! Meglio tardi che mai!
Forsi, ppi mia, è chiù giustu diri: Megghiu mai che tardi! Unu, nta sti cosi, ci avissi a
pinsari quannu è giovane.
Comu fici iù!
Appunto! E facisti bellu rinescitu.
Veni ccà, Orazio! Senti o’ compari. ‘U vidi quantu è saggio?! Il matrimonio è bene
farlo quando si è giovane.
E unu s’avissi a maritari a chidda ca ci dici u papà. Non è veru, cumpari?
Santi paroli! Iddu dici, invece, ca non si voli maritari.
No, papà. Al contrario! Iù non mi vogghiu sposare chidda ca mi voi dari tu. Voglio
sposare, invece, colei che amo.
Non è giusto! Ubbidire a to patri è per il tuo bene… e ppi chiddu di l’autri! Scusate se
m’intromettu, cumpari, ma…
Anzi dovete farlo! Videmu si a vui v’ascuta.
( Piano a Pasquale ) Di cchi ti ‘ntrichi? Pensa al tuo matrimonio… Pensa ai fatti to’.
( Piano e a sé ) Propriu a chistu staiu pinsannu. ( Forte ) Giovanotto… tu, t’ha
maritari a chista ca dici to patri. A figghia di st’amiricanu. Ca è una bella ragazza,
intelligente, sperta, virtuosa… Non è vero, cumpari?
Se lo dite voi, io ci credo! Solo voi potete dirlo che la conoscete. Io, ancora, non ho
questa fortuna. Il mio amico, don Gaspare, l’americano, verrà più tardi a trovarvi e
ringraziarvi di tutto ciò che avete fatto per lui.
Iù? Cchi cosa ho fatto? Niente! Staiu sulu circannu di cunvincillu. Ma mi pari ca havi
a testa dura.
Voi, cumpari, inveci, avete fatto molto! Allevare una giovane dall’età di 4 anni; da
quando è stata abbandonata. E’ cosa assai ammirevole!
Com’è ca u sapiti? Cu vu dissi?
L’americano. Lui sa tutto e vi è riconoscente.
Cchi stati dicennu, cumpari? Cchi c’entra America?
Il padre, questo mio amico, è stato costretto a farlo. Problemi assai gravi l’hanno
costretto a partire precipitosamente in America e lasciare la figlia, orfana di madre e
di appena 4 anni, qui in Sicilia, affidandola a quella contadina dalla quale, voi, l’avete
presa e allevata come una figlia vostra.
( A sé, molto stupito ) Agnese???
Ora, potendo ritornare dall’America, ha cercato la figlia e ha saputo che si trova da voi,
già grande e ben cresciuta. Sono passati 14 anni.
( Piano a Pasquale ) Si tratta di chidda ca è ingenua?
So che è bella, ricca e virtuosa. Ecco perché insisto a volerla dare in sposa a mio figlio.
Sarebbe per lui una fortuna. Si chiama Agnese, mi sembra. Non è vero?
Sì… Agnese è il nome ca mi fu detto dalla contadina. Però… iù mi staiu sintennu
pigghiatu di Turchi.
Mentri iù non staiu capennu nenti!
( Pur rimanendo in disparte, ha ascoltato ) Agnese? Il suo nome è Agnese?
Dove abita? Dov’è che la tenete?
( Afflitto e ormai sconfitto, indica la casa in fondo con la terrazza ).
44
ORAZIO BARTOLO PASQUALE ORAZIO PASQUALE ORAZIO PASQUALE CORNELIO BARTOLO CORNELIO PASQUALE ORAZIO CORNELIO PASQUALE
( Con un grido di gioia ) E’ lei!!! Agnese! Dunque la giovane che io dovrei sposare… è
lei!?! La figlia del tuo amico… è lei? Proprio lei: Agnese?! La fata dolce e bella che io
amo?! Papà, io sono contento… felice! La sposo volentieri! Quann’è ca mi fai maritari?
( A Pasquale ) Avete visto? Prima o poi i figli ubbidiscono. E forse chistu, cumpari, è
tutto merito vostro.
( Abbassa il capo in silenzio ).
( Si avvicina a Pasquale ) Ma allora… eravate voi il signor Crasto?!
( Con un fil di voce corregge ) Casto… Casto!
Come mai?
E’ il mio soprannome. ‘U peccu: Cas-to!
Proprio! Ccà, a tutti ci mittemu il soprannome, a secondo quello che fanno o chiddu ca
sunu. Per esempio: “’U sciancatu”, pirchì zoppica; “’U querciu”, pirchì è orvu di ‘n
occhiu, “U babbaleccu”, pirchì tartaglia, ecc. ecc. A iddu “’U castu”, pirchì è casto,
cioè ancora schettu.
Paese che vai, usanze che trovi!
Sulu iù non haiu peccu.
( Piano ) In compensu havi i corna. Non havi peccu, ma è beccu!
Voi non avete alcun soprannome?
No. Mi sannu sèntiri col mio vero nome: Cornelio.
Per lui, u peccu non è necessario.
SCENA DECIMA
( Detti e Agnese, poi Bracco e Bassotta )
Agnese si affaccia sulla terrazza.
Orazio la vede e si precipita per le scale.
ORAZIO PASQUALE BARTOLO CORNELIO BARTOLO CORNELIO PASQUALE CORNELIO
( Grida ) Agnese! Amore mio! Ci sposiamo! ( Entra dal cancello e va ad abbracciare
Agnese, che ricambia ).
Cchi lassai u canceddu apertu?!
( Dopo aver guardato i due sulla terrazza ) Vardati, cumpari… Vardati comu sunu
abbracciati! Vuol dire ca si amano veramente. Non vi pare?
Sembrano du palummeddi. E fa piacere a guardalli. Un bel quadretto!
( Avviandosi per la scala )Permettetemi… vogghiu abbracciari la mia futura nuora! ( Sale,
entra sulla terrazza e va ad abbracciare Agnese, poi lui, lei ed Orazio, vanno dentro e
scompaiono ).
( Nel frattempo si avvicina a Pasquale ) Perciò… è chista a casa chiusa?!
Era chiusa!
( Dopo una pausa ) Caro Pasquale… te lo dico per esperienza: il modo più sicuro per
evitare chisti, ( fa le corna ) è chiddu di non si maritari!
Si aprono contemporaneamente le porte delle”cucce” e
appaiono Bracco e Bassotta.
PASQUALE CORNELIO PASQUALE
Ora è tuttu spalancato!
Megghiu è, Pasquale!... Accussì a casa pigghia aria. Si rinova… ed entra ventu di
gioventù! ( Pausa ) Vah, iù m’arritiru… Cridu ca i du uri passàru e me muggheri
m’aspetta. ( Avviandosi per la strada di destra ) Pazienza... “C’est la vie”! ( Va via ).
( Osservando Bracco e Bassotta, rimasti impalati davanti le”cucce” ) Bracco, Bassotta,
avvicinativi! Vi devo dire una cosa.
45
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme, si portano avanti e stendono la mano ).
PASQUALE Ho detto: vi devo dire, no dare.
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme ) Abbiamo sentito male.
PASQUALE Stuppativi aricchi e ritirati sta manu!
BRACCO e BASSOTTA ( Ritirano la mano ).
PASQUALE Dunque: date le circostanze… Per come si sono messe le cose e ppi chiddu ca sta
succidennu, vi devo dare…
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme, stedono nuovamente la mano ).
PASQUALE ( Dopo averli guardati ) Aricchi l’aviti stuppati, ma non dovete avere prescia e m’aviti
lassari finiri di parrari. Perciò ritirati sta nanu! |
||
BRACCO e BASSOTTA |
( Ritirano la mano ). |
|
PASQUALE |
Allora: date le circostanze… ecc. ecc. Io, vi devo dare… ( parla veloce, poiché i due |
|
stanno per stendere la mano ) …una brutta notizia! ( Pausa ) Brutta per voi, ma bella |
||
ppi mia! La notizia è, ca non haiu chiù bisogno di voi! |
||
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme ) Noo? |
|
PASQUALE |
No. Finalmente mi nni potti liberare! Pertanto siete licenziati! |
|
BRACCO e BASSOTTA ( Assieme, rassegnati e, dopo essersi guardati, stendono la mano ). |
||
PASQUALE |
Senza buon’uscita! |
|
BRACCO e BASSOTTA |
( Assieme ) Senza??? Nuatri ni nni jemu nte Sindacati Riuniti! ( Si avviano |
e, cantando l’inno dei lavoratori, escono dalla strada di sinistra ).
PASQUALE ( Rimasto solo ) Iù, inveci, mi nni vaiu a casa… sulu ! ( Sta per avviarsi verso la strada di destra, ma si blocca e ritorna al centro, rivolgendosi al pubblico ) Mi nni staiu jennutranquillo, pirchì sacciu ca i Sindacati Riuniti non ci sunu. Si sono sciolti! Perciò, i servi parrunu ammàtula e diciunu minchiati! Mentri i corna ci sunu. Vero è! Ci sono stati e ci sarannu sempre! Ma ppi cu si marita! Iù, ppi sta vota, ma sgavitài! ( Dopo una pausa ) Vi salutu! ( Va via, mentre cala il…
SIPARIO
FINE DELLA COMMEDIA
Pippo Spampinato. Via XVIII Traversa, 46 – 95032- BELPASSO ( CT ).
Tel. 095/ 91 20 24 – Cell. 347-14 93 411.