L’isola

Stampa questo copione

Scena unica

L’ISOLA

di Carlo Giarletta

ATTO UNICO

Personaggi:

Vito Accorci, progettista e designer;

Lucy Ortia, progettista e fashion designer, compagna di Vito Accorci;

Marina Asanovic, performer, esponente della body-art;

Ugo Weppinar, designer.

Carlo Giarletta (Napoli – 1/11/1947)

via Santa Monica 3 – 20162 Milano

02.66102270 – 338.1051086

cgiarletta@email.it
Scena unica

    Un open space. Sulla parete in fondo, una gigantografia di spiaggia tropicale con mare e vegetazione; in prospettiva, un tabellone bianco con su scritte a stampatello maiuscolo le parole “cirrus, stratus, nimbus, cumulus, fluxus”. A sinistra, vicino al proscenio, un grosso copertone di camion colorato di bianco con un oblò di nave incorporato nel mezzo e due piccoli remi agganciati. Al centro, un carrello per la spesa ed una specie di tenda mongola che ha pareti di tela ed all’interno un tappeto ed una stuoia. A destra, un portaoggetti in bambù sul quale è posato un televisore.

    Entra Vito Acconci. E’ alto e magro, sui quarant’anni. Ha capelli lunghi,

castani ed occhi scuri. Indossa una t-shirt bianca a maniche lunghe, dei pan-

taloncini corti chiari tipo bermuda e delle scarpe da trekking con dei cal-

zettoni dello stesso colore dei pantaloni. La sua andatura è lenta, studiata.

Prende i remi, siede a terra  e mima l’azione di un vogatore.

VITO Dopo l’approdo sull’isola raccogliamo le idee di sostentamento…

     (entra nel carrello e siede all’interno dello stesso) Un mercato di spesa

     comodo, senza scossoni, trend negativi e bolle speculative.

     Arriva Lucy Ortia, un’americana di trentaquattro anni, capelli biondi

a caschetto, di statura media. Ha i lineamenti molto fini ed i suoi occhi chiari, molto vivi, esaltano uno sguardo che, a seconda delle circostanze,  sa essere dolce e penetrante. Veste con un abito lungo, scollato, a fiori, molto primaverile ed è scalza.

LUCY (briosa) Vito, dietro la parete di palmizi ho visto il tuo arrivo.

      Ti sei appallottolato come un bradipo al calore del sole. Non è stupendo

      tutto questo?! Cool dick!

VITO (mette una mano sul viso) Mi aspettavi con le strisce, in questo mera-

     viglioso e rumoroso mondo.

LUCY La vegetazione ci filtra memorie ed immagini attraverso tante dolci e

      care spie.

       L’uomo si agita e cade a terra col carrello. Striscia ai piedi della donna.

VITO Quelle spie sono preziose e abili, io no…Non riesco a disincagliare

       l’imbarcazione della mente dalle secche della deraison! (abbraccia le

  

      gambe della compagna) Perché?! Perché?!

LUCY (accarezzandolo) Non crucciarti, sono soltanto transitorie defaillances

      delle sinapsi…Il tuo brain stream riprende dopo il passaggio.

VITO Guardami, sembro catatonico.

LUCY No, Vito, no! Disperdi la cortina di nebbia, da te emana un lucore più

       intenso! Entra in me e succhia la mia linfa!

VITO (più calmo) Sei la salvezza delle mie prospettive.

      La donna improvvisa un passo di danza, si spoglia e fa roteare il vestito.

LUCY (getta via l’abito) Lancia il tuo genio con dei pugnali volanti!

      Vito annusa la veste di lei con voluttà. Poi accosta il viso a quello di Lucy.

VITO Vedo l’ammirazione dei miei occhi nei tuoi occhi. Sono grato alla prima-

      vera che indossi due volte.

      Lei ride di gioia, prende l’abito che le porge l’altro, si riveste e accende il

televisore. Va in onda un video di una performer giapponese che indossa un ki-

mono bianco e cammina in un bosco.

LUCY Mi ha ispirato Mariko. Mostra gli stimoli cerebrali trasformati in imma-

       gini fluttuanti nell’aria.

VITO Valido l’happening!

LUCY (a mani giunte) Lei non tornerà presto a prendere il thè.

VITO Assenza che accresce l’attesa della sua presenza.

LUCY (spegne il televisore) Non è andata via, la sento sfiorare la sabbia.

VITO E’ diafana tra templi e pagode, fa zampillare orgasmi nella mente.

LUCY Adesso occorre pensare agli ospiti.

       Rumore del mare in crescendo. Una voce fuori campo ripeterà fino alla con-

clusione della rappresentazione, a intervalli di tempo variabili e in maniera che diventerà ossessiva le parole “cirro, strato, nembo, ammasso di nubi, flusso e riflusso ruggente”. 

VITO Ordiniamo al capanno di Takashi tempura, sushi e sake. Per dolce,

      budino di sangue d’anatra crudo. (scherzoso) E al mondo non c’è niente

      come il suo sugo di serpente!

LUCY Sì, è un’ottima soluzione. Ci portano tutto su nuvole di rondine.

VITO L’ultima volta lo Zittel e il Rakowitz hanno gradito molto.

LUCY Anche la Papadimitriou, non ricordi?

VITO (evasivo) Ah, sì?...Non ci pensavo.

LUCY E’ global food coming soon. Piace…(la voce le trema) Certo che piace.

VITO Dovrei ricordare la strada, vado io a tracciare i segni sul notebook?

LUCY (si agita e urla) Vai, caro, vai, vaai! Attento! Aah, l’angoscia del mare!

VITO (le prende le mani) Cara, datti una calmata! Sembri una banshee!

LUCY (guarda in alto e intorno a sé) L’inquietudine mi prende in ostaggio…

       Divento vulnerabile quando entro in questo stato…Ascolta, ascolta l’acqua!

       Il mugghiare sbocca sangue dall’anima!

VITO Il tuo analista ti ha fatto raccontare nascita e vita…Non ha mai consi-

      gliato di prestare orecchio a cupe veterosirene schizzate dal mare.

LUCY (triste)  Una volta gli ho balbettato che ti vedevo morire.

VITO (con dolcezza) Era soltanto un sogno. Rilassati.

LUCY La tua fine era preceduta dal rombo del Pacifico infuriato.

VITO (c.s.) L’oceano ci culla troppe volte per essere crudele. Ascoltami, sono

      artigiano di un canto, lanciato come un ponte verso il tuo mistero femminino.

      Pausa.

LUCY (più serena) Sì, è il quinto asso da giocare. Vedo più chiaro se riesco ad

      aprire la porta chiusa in fondo a me.

VITO Quando hai creato le giacche a vento proiettate in sacchi a pelo, sei

      venuta fuori al meglio.

LUCY (emozionata) Amo quelle estensioni di rifugi da bivacco! Così ho spa-

      lancato l’uscio finale!

VITO (le mette le mani sul seno) Il flusso della tua energia è sballo paradisiaco.

LUCY (ansima di piacere) Ah, ah, sì, sì! Dai lo stretching al top orgasmico!

VITO E il mio piacere supera la cresta delle onde.     

      Si abbracciano. L’uomo poi si allontana per uscire.

LUCY Senza di te, I’m blue. Sono un guscio di frutto di mare vuoto.   

VITO (uscendo) Il corpo è un container-feticcio. Mi palpita l’anima, accoccolata

      nel tuo grembo.     

      Voci di gabbiani. La donna entra nella tenda, ne verifica l’interno poi ritorna

                   sul palcoscenico. Mette le mani sulla ruota, la accarezza, prende un remo, lo

                   stringe al petto se lo mette in mezzo alle gambe e infine lo getta via.

                   LUCY (al pubblico) Gli oggetti parlano. Il linguaggio è la proiezione dei pen-

                          sieri di chi li incontra e sa di possederli. Un giorno camminavo da sola

                          su questo fazzoletto di terraferma, curiosavo, esploravo me stessa nel

                          percorso. Ad un certo punto vidi in un anfratto tra le rocce dell’acqua

                          che scorreva. Limpida e perentoria nella discesa…Entrai…entrai in una

                          condizione di rapimento, la mia lingua fu attratta da un risucchio irresisti-

                          bile, leccò avida il flusso…La voce del liquido era il riflesso della mia mente…

                          (guarda in alto) Oggi il sole è schivo, sembra che cerchi di ritirarsi fino al

                          profondo blu delle caverne del cielo. Prenota spazio alle nuvole precedenti

                          la tempesta, shadows, get out from my head! (sul proscenio, a braccia larghe)

                          Sono una tossica che si fa di lui! Ricorro a dei nuovi pretesti, ritocco costanti

                          ragioni, rispolvero vecchie storie. Tutto ed oltre, per tenerlo avvinto in una

                          travolgente sensazione di libertà…(mani tese al pubblico) Adesso vogliamo

                          giocare ad un gioco something stupid? Intervista per la Ortia, eh, ci state

                          dentro a cogliere battute ribattute? (ridendo) Oh, dear, non chiedo al

                          giornalista sé è embedded o free lance. Me ne sbatto. Gli dichiaro il mio

                          credo, più forte di quello di un Rastafari…(si sposta da una parte all’altra

                          per interpretare due ruoli)

                     LUCY-INTERVISTATRICE Le sue idee nascono dalla solitudine o vengono

                          fuori se lei fa parte di un’equipe?

                      LUCY-INTERVISTATA Le idee vengono portate per mano dai sogni e dal-

                          l’amore che sembra irreale.

                      INTERVISTATRICE Dunque la realtà non le smuove niente?

                      INTERVISTATA L’unica che conosce lei no.

                      INTERVISTATRICE E quale sarebbe?

                      INTERVISTATA La realtà prosaica. Non è un modo per andare lontano…

                           Mi sento un tulipano e il mio uomo è la goccia di pioggia che mi schiocca

                           dentro nella stagione secca.

                       INTERVISTATRICE Non si rimpicciolisca dietro una dichiarazione d’amore.

                          

                               Lei rappresenta ben altro, è molto quotata.

                         INTERVISTATA (ride) Ah, ah, ah, stai a vedere che adesso qualche

                               decerebrato mi crea un account per farmi diventare la calcomania di

                               una golden share!

                          INTERVISTATRICE Lei ha il dono dell’ironia. Io intendevo dire che le sue

                               opere non sono adatte al consumo di massa.

                          INTERVISTATA Vedo che è in sovreccitazione e mette in tiro degli slogan.

                               Passa dall’espresso al crack?....(Pausa.)

                          LUCY L’intervista si chiuderebbe così, per manifesta inferiorità dialettica

     del cercascoop. Ho vinto e con me ha vinto nel narcisismo anche il mio

     avatar,  il mio invisibile angelo custode. This is the end, la sottoscritta

     continua a rappresentare l’individuo ed il legame sociale che ne segna la

     condizione.

                               Rumore che dà l’idea di un galoppo di animali e musica balcanica. Entra

                           a passo di marcia Marina Asanovic. Sui trentacinque anni, bruna con i

                           capelli lunghi, occhi color cuore di papavero, è alta e formosa. Indossa una

                           sottoveste nera di chiffon, molto fine, e degli stivaletti da gaucho. Porta con

                           le mani tese una spada; assume delle pose e fa dei movimenti da antico guer-

                           riero dell’estremo Oriente, poi improvvisa un breve galoppo da ferma.

                           MARINA (lancia l’arma sul televisore) Chicca degli USA, mantieni sempre

                                   lo sfintere aperto!

                            LUCY Ooh, Marina, up your ass! Quando hai raggiunto l’approdo?

                            MARINA Meno di un’ora fa, sbarcata da una capace nave del Montenegro.

                            LUCY (le getta le braccia al collo) In forma ed in figura! (si stacca e la

                                   guarda compiaciuta) Cool Balkan erotic woman! Oh, suck my lips!      

                             MARINA Rallenta, frena, inchioda! Porto ancora sangue nei timpani.

                                    E’ l’eco dell’inferno delle macchine belliche nel mio paese…Recupero

                                    toni e mi ricostruisco di continuo in espressioni cinetiche d’arte.

             LUCY (le bacia una mano) Di certo amo il tuo splendore nei capelli, nel

                    seno e nei fianchi…(sensuale) Io…I‘d like being fucked!

                              MARINA (brusca) Mi togli l’aria! Sei invadente e invasore come i fottuti

                                    yankee!

                             LUCY (con voce stridula) Perché la tua lingua lancia dardi contro il

                                    mio trasporto?! Perché, perché?! Brucio, brucio!

                             MARINA (riprende la spada, con aria spavalda) Quando i top gun di

                                    merda ci volevano colpire con l’aereo invisibile, lo abbiamo abbat-

                                    tuto! (sghignazza) Ah, ah, ah! Ma non dicevano che era invisibile?!

                                    I nostri bravi miliziani l’hanno centrato quel bluff volante del cazzo!

                                    Rumore forte del mare.

                              LUCY (mani avanti e sul viso) No, no! Io…io detesto la guerra! Detesto

                                    tutte le guerre! Ancora questa furia della tempesta, noo! Basta, basta!

                              MARINA (mima l’azione che descrive) Poi la caccia al pilota, fantoccio e

                                     burattino del Poligono del buco del culo. I cani sono diventati padroni

                                     ed hanno sguinzagliato i padroni mutati in cani sulle colline…

                               LUCY Belve, nient’altro che belve negli spasimi del conflitto armato!

                               MARINA Sì, caramellina, sì! Ebbri, frementi, pazzi in pazze risate pre-

                                      gustavano la cattura. E al superstite gli avrebbero pisciato e defecato

                                      addosso, lo avrebbero ricoperto di pece e di penne…(mugolando)

                                      Brandelli d’uomo ridotto a straccio strappato morto tirato e stecchito.

     LUCY (dà calci al carrello) Via turpi immagini dai nostri schermi visivi!...

                                     (sensuale) Gioia dell’Est, non m’hai detto nemmeno se ho un taglio di

                                     capelli decente,eh? Sai, lo sai, sì, lo sai che adoro la tua lingua.

                                MARINA (chiude gli occhi) A me non piace e mi stanca…Aspettare alle

                                      fermate, negli aeroporti, per i passaporti, imbarchi e sbarchi ed in

                                      altri posti dello stesso genere di sterco. Ne ho piene le ovaie delle fot-

                                      tute liste di attesa…(stringe i pugni e grida) E mi vergogno, non lo

                                      nascondo, anche della trascorsa guerra nel mio paese! E di momenti

                                      diluiti in slavate stasi!

                                     Si mettono di fronte, danno pugni e sciabolate nell’aria.                 

                                LUCY Non lasciare che cada la conversazione…No, non farla morire.             

                                MARINA Ti aggrappi disperata. Cerchi in affanno salvezza negli altri, tu?!

                                     Tu che volevi offrire asilo ai rifugiati con i tuoi Refuge Wear?!

                           LUCY Le mie creazioni sono per l’aiuto ai derelitti, mi spingono a

                                  braccia tese, non colmano i miei vuoti.

                           MARINA (fa fare un giro di danza all’altra) Un’artista che si avvolge

                                  nell’evanescenza delle parole? Sei nelle spire del serpente del linguaggio!

                           LUCY (corre al proscenio) Ma il calore dell’uno può riscaldare anche l’altro.

                                  E il legame fisico tesse la tela di quello sociale.

           MARINA Quando ero con Ulay le voragini non sembravano profonde.

Dieci anni insieme riducono l’angoscia degli spazi. Avanti senza neanche  soffermarsi ad accorgersene, poi giù, la caduta e la fine(getta la spada).

                           LUCY Ten years after?! Ooh, passati dieci lunghi anni,why,why the cut?!

                           MARINA Necessario, inevitabile, irreversibile, sia per lui che per me…(in

                                   ginocchio) Due figure, le guardi in uno specchio e ne vedi una, dimessa.

                                   L’altra viene spazzata via come le ceneri di un defunto nella tempesta…

                                   (a cosce aperte, con la fronte e le mani appoggiate al suolo) Due entità

                                   separate da una forza che non ammette sconti, palliativi, rimedi…La   

                                   voce più potente invade l’udito, impone il nuovo, il diverso, oltre il

                                   precedente già estromesso…(batte i pugni a terra) Ti rimetti su, risorgi…

                                   Rigeneri la vita, la spalmi su altri incontri.

                           LUCY (entra nella tenda) Ho bisogno di un riparo dal mio incognito…(si

                                  sdraia e si agita) Si celano interrogativi privi di veli eppur irriconoscibili!

                                  A volte li guardo con sospetto, li temo! Sagome di feroci guerrieri mongoli

                                  generati da questa tela! Lo sgomento e la paura!!

                            MARINA Smettila! Scrollati di dosso stupide fantasie alimentate dal vento

                                   della bambinaggine!

                             LUCY (uscendo lentamente) Dammi un segno. Come fai a resistere alle

                                     ombre che calano profonde, a tremendi sibili sconosciuti, allo strisciare

                                     di invisibili presenze malefiche?!

                              MARINA Dacci un fermo, cocca! (si alza la sottoveste) Devo sbatterti nelle

                                     pupille il mio stendardo genitale?!

                              LUCY (apre le braccia) Tua mielata gemma umida, Marinaa!

                              

                               MARINA No, merda secca, no! Fin dai tempi antichi, nella cultura

                                       della mia terra l’organo veniva esibito in battaglia dalle donne

                                       contro il nemico per distrarne l’attenzione!…(calma) Non ti consi-

                                       dero un’avversaria ma cerco di farti sputare la saliva delle paranoie.

                               LUCY Amo di te la saggezza. Ma certi uragani continuano a  squassarmi.

                               MARINA Sappiamo come ci penetra quell’invasione…Anche se dopo Ulay

                                       vedo tutto dietro lenti deformanti e mi appare soltanto merce rara…

                                       Ma ora lasciamo andare in dissolvenza questa storia ed il cumulo di

                                       ciarpame psicoesistenziale che ha catalizzato i nostri discorsi. Sono

                                       stata brutale, stronza ed assolutista con la tua sensibilità, i tuoi ane-

                                       liti, i tuoi bisogni comunicativi…Gettiamo le mie sparate nevrotiche

                                       alle onde, io voglio lavarmi coi saponi della ragionevolezza e dell’equi-

                                       librio.

                                LUCY Allora chiudiamo il capitolo dei temi similspirituali che ci deviano

                                       verso le incomprensioni ed i conflitti e vai con il concertato ridotto

                                       rendez vous!...(ride) Ah, ah! Stai pur certa che ci toccherà aspettare

                                       il perentorio immarcescibile ritardo di Ugo.

                                MARINA (batte le mani sulle cosce) Weppinar, non smentisci la consuetu-

                                        dine di prendertela comoda! E’ una sagoma che non si scompensa!

                                 LUCY Saremo un quartetto.

                                 MARINA (stupita) Come? E gli altri? Gli inviti terminano con lui?

                                 LUCY So good.

                                 MARINA Sapevo dello Zittel, del Rakowitz e della Papadimitriou.

                                 LUCY Hanno mandato dei messaggi di impossibilità. Un bimotore ha

                                        già paracadutato i loro booking di motivazioni e scuse.

                                 MARINA (insinuante) Quindi anche la Papadimitriou?

                                 LUCY Ecco proprio lei, Maria, ha comunicato che avrebbe fatto di tutto

                                        per venire domani. Studia ed elabora sui resti del party.

                                        Effetto di luce-rappresentazione di un lampo, segue un rombo di tuono.

                                 MARINA Il tuo compagno è al sicuro.

                                     LUCY (tremando) Spero, spero di sì…Oh, it’s terrific! L’avvento

                                            del maltempo mi inquieta, mi fa perdere il controllo!..Temo di

                                            non reggere! E’ la paura di quel che io stessa potrei provare!

                                      MARINA La mia è un’affermazione. Vito sta in sicurezza e piacere.

                                      LUCY Ooh, well! Ora ci sono dentro alla tua dichiarazione! Sì, il ca-

                                             panno ha il crisma ed il significato di luogo garantito.

                                      MARINA (sorridendo) Ed è un’alcova per il godimento.

                                      LUCY Scorre il piacere di essere là che dà ai partecipanti, credo.

                                      MARINA Raccogli la spada, Lucy. Non me la dare.

                                      LUCY Perché? Mi sento a disagio con un’arma.

                                      MARINA Non considerarla tale. Osservala nelle tue mani, è un

                                             mezzo di conoscenza.

                                      LUCY (prende la spada) Ho seguito la tua direttiva. Non provo alcu-

                                            na sensazione…Anzi no, non è vero…Avverto un leggero fastidio.

                                      MARINA Con la tua energia ha cambiato riflessi e colore. Il responso

                                            della mutazione indica che conosci poco e male chi credi di amare.

                                      LUCY (dissimula inquietudine) Cerco di capire qualcosa che mi viene

                                            strana ed estranea. E’ una credenza popolare?

                                      MARINA L’oggetto è magico e rivelatore. Lo hanno forgiato discen-

                                             denti dei popoli coinvolti nella guerra serbo-turca della seconda

                                             metà del milleseicento.

                                      LUCY Io non ho conoscenze allargate verso quel campo. Tu possiedi

                                             una chiave di lettura…Parlami.

                                      MARINA (tocca le mani dell’altra) Pronta di orecchie e di animo?

                                      LUCY (chiude gli occhi) Sì, ci sono tutta.

                                      MARINA Quando Vito ti stende su un comodo tappeto, il tuo corpo

                                              si sente pieno di appagamento…Eppure è inconsapevole, non

                                              percepisce verità intrinseca.

                                       LUCY (l’accarezza) Ok, ma ti prego, speak easy. Dammi chiarezza.

                                       MARINA Sarò più netta della lama…Andate con uomini e donne?  

                                  

                                LUCY Non escludiamo incontri molto brevi e occasionali.

                                MARINA Tante cose sono un riflettore di altre.

                                LUCY Solo con estranei o semisconosciuti. I sapori abbandonano

                                       subito il gusto.

                                MARINA Devo smentire, bella mia. La condizione è venuta meno.

                                LUCY Eeh?! Che significa?!

                                MARINA La relazione corre, e non è un’estranea semisconosciuta.

                                LUCY (inquieta) Ma che stai dicendo?!

                                MARINA Nessuno li ha costretti, non hanno subito torture dalla Cia

                                        o dal Kgb. Vito e Maria si sciolgono e riplasmano negli abbracci.

                                LUCY (le cade la spada dalle mani) Che?! Come?! Ma…Maria chi?!

                                MARINA Papadimitriou.

                                LUCY No, no! Son of an asshole! Non è possibile, non è possibile!...Tu…

                                       sapevi?! Come l’hai saputo?!

                                MARINA Sospetti che hanno indossato l’abito della certezza.

                                LUCY Io e Vito tentavamo di nascondere soltanto gli incontri fugaci…

                                MARINA Forse certe restrizioni impediscono di farsi del male.

                                LUCY No, così! C’è tanto più di male che di bene nel non parlare!

                                MARINA Credi di saperlo adesso che lo stai vivendo. (pausa)

                                LUCY Lui, il performer della masturbazione in pubblico, che predicava

                                       di progettare la libertà! E la sacerdotessa ellenica del piffero che si

                                       muove nel rispetto delle specificità culturali, shit! Cacca ribollente

                                       di liquorosi effetti speciali sul prato dell’arte! Mi ha avvolta nelle

                                        spire di un’amicizia sporca travestita da disinteresse!

                                 MARINA E’ come aprire il vaso di Pandora dell’imprevedibile.

                                 LUCY Stanno crollando delle barricate dentro di me. Un aiuto…

                                 MARINA Il mio non varrebbe niente rispetto a quello che tu potresti darti.

                                 LUCY Non mi hai avvisata!...Niente, nemmeno un accenno!

                                 MARINA Perché farlo?! Se tu m’avessi detto che non avevo il diritto di

                                         scardinare i contrafforti che proteggono la tua intimità, io sarei pre-

                                         cipitata in uno stato di passività ed avrei assunto un ruolo di

                                         squallida ed inopportuna Cassandra.

                                   LUCY (le punta la spada contro) Ne sei veramente convinta?!

                                   MARINA Altrimenti avrei agito diversamente. (breve pausa)

                                   LUCY Qual è il mio orizzonte? Fare, non fare, ingoiare, reagire?

                                          Che responso vomiterà l’aborto, frutto dell’antica copula tra

                                          Oriente ed Occidente?

                                    MARINA Lascia stare, che tu ci creda o no.

                                    LUCY (come se vaneggiasse) Seguire la mia amica Francesca Woodman,

                                           le geometrie interiori disordinate…Iniziare le foto fantasma…Non

                                           ti ascolto più, non voglio ascoltare niente.

                                           Arriva Ugo Weppinar. E’alto, biondo-rossiccio con un viso nordico.

                                      Indossa una felpa arancione, dei pantaloncini bianchi, calzettoni aran-

                                      cione e bianchi e scarpe da calcio. Ha in mano una bottiglia e barcolla.

                                      UGO Hello, hello, Lucy! Saluto, Marina, le tue chiappe abbrunate!

                                      MARINA Olandese delirante, la tua sagoma s’inzuppa nell’alcolismo!

                                      LUCY My dear friend , Ugo, il party nascente è già cadavere.

                                      UGO Sei criptica, direi irriconoscibile con la spada in mano.

                                      MARINA Esperienze vecchie camuffate da nuove, miei cari soffici e

                                             ruvidi designers.

                                      LUCY Uhm, come non accettare che sono alle prese con una sconfitta?

                                      UGO Americana, non sei la sola! La mia Nazionale non la disdegna.

                                             Addio ai tempi di platino per i Tulipani, quando le gambe ad arco

                                             di Cruijff trascinavano il team alle vittorie.

                                       MARINA Comica vittima del football!

                                       UGO Sei tu la causa, cavallona dell’Est?

                                       MARINA Di che causa blateri?    

                                       UGO Del decesso dell’happening.

                                       LUCY No, lei mi ha messo al corrente di una situazione invalidante.

                                       UGO (beve) Gott mit uns! Scoliamo le news! Il mio cargo ha un ottimo

                                      tonnellaggio, è proprio una bella bestia corazzata contro le prepo-

                                      tenze dei mari. Quando siamo salpati da Rotterdam, abbiamo lasciato

                                      un vuoto.

                                  MARINA Come nel tuo amato container di vetro, dannato bevitore.

                                  UGO Quelli del porto non si svuotano presto, cara libidinosa nave-scuo-

                                        la della grande Serbia…Le carene delle navi oneste lacrimano.

                                   LUCY Il tempo contribuisce ad uccidermi…E Accorci ritarda…Non

                                        gli sarà successo qualcosa?

                                   UGO L’aria dietro il mio sbarco non lasciava presagire niente di buono.

                                        Già prima dell’attracco il cargo aveva sofferto.

                                    MARINA  Imperversano uragani nelle isole non distanti.

                                    LUCY No, non deve succedere! No, questo no!

                                    UGO Calma, calma, eh?! Poiché aspiro alla salvezza del vetro che mi

                                         dà salvezza, prima di essere devastati vorrei sapere di più.

                                    LUCY Di quale sapere chiede la tua sete?

                                    UGO Il mio lungo percorso merita chiarimenti e soddisfazione. Ho

                                          sofferto in duplo col mio paziente e dignitoso battellone. An-

                                          naspava, lottava, si riprendeva, ripadroneggiava l’acqua per

                                          gettare, infine, l’ancora qui al largo. Adesso scatta la trappola

                                          per topi, perché si prevede la cancellazione della convention?

                                     MARINA Spugna, ti senti sorcio nella barca di un pescatore sbronzo?

                                     UGO Tutti potremmo fare la stessa fine. Io mi adopero a cercare ap-

                                          pigli. (indica la tenda) Lo faccio pure creando tende più raffinate.

                                     LUCY Li conosco. Sono oggetti vicini al design industriale.

                                     MARINA Ho visto l’ultima in foto, Weppinar.

                                     UGO La mia tenda a forma di goccia, molto originale. E’fatta per essere

                                           appesa ai tronchi degli alberi…(alza la bottiglia) All’alto, al cielo, al

                                          divino, all’universo…Con la goccia rendo possibile l’aspirazione ad

                                          una vita a contatto con la natura…Meraviglioso, no!...Ma, tornando

                                          al tema, splendide donne, non ho ancora ascoltato una risposta.    

                                 LUCY Ho perso la fiducia, ecco la risposta.

                                 UGO (beve) Ortia, questo magnifico liquido ti farebbe rinascere. Vuoi?

                                       Tracanni, spacchi il culo al down, ti rigeneri e rinverdisci!

                                  LUCY (porge la spada) Ammazzatemi, voglio chiudere l’incidente.

                                        L’altra cerca di toglierle l’arma. Hanno una piccola colluttazione.

                                  UGO (da parte, con voce stridula) Buone, buone! Pazze pazze le donne!

                                  MARINA Lucy, non saremo complici con un’assurda idea autoeliminante!

                                  LUCY (grida) Non sareste complici, lo voglio ioo!!

                                  MARINA (urla) Apri la testa, slavata yankee! Parlagli vis a vis!

                                  UGO (ride) Ah, ah, è lei la professoressa! Vis a vis è l’ultimo termine che

                                         la chiappe scure lancia dalla sua “Casa con vista sull’oceano”?

                                  MARINA Ingoia piscia, Olandese volante nel cielo dell’inutile!

                                  UGO Ah, ah, ah, Asanovic, non le avrai mica propinato una delle tue

                                         storiacce, infarcite di puttanate come un fast food di Mc Donald’s?!

                                  MARINA (ride) Oh, oh, Weppinar, il cervello ti si è sciolto nello schnaps!

                                  LUCY Basta sghignazzare!..Non vi sopporto! (breve pausa).

                                  UGO Allora la storia?

                                  LUCY Fa parte della mia intimità, ma mi apro anche a te. Ugo, Vito mi

                                         tradisce…(porge di nuovo l’arma) Colpitemi, aiutatemi.

                                   UGO (a Lucy) Ehi, guy, l’hai visto con i tuoi occhi?

                                   LUCY Lo so, non l’ho visto.

                                   UGO Wow, è l’immagine ottica che riesce a ritrarre il mondo in tempo

                                         reale! Non l’hai visto e lo sai?! Come esprimere la bellezza di questa

                                         stronzata sotto forma di immagine che proietta la camera oscura della

                                          tua mente?!

                                   LUCY (lo minaccia) Non prenderti gioco del mio stato d’animo! Ti dico

                                         che lo soo! E’ cosìì! Ti taglio in due! (punta la spada contro di sé)

                                   UGO (si accuccia nella tenda) La signora della nobody art ne saprà qual-

                                          cosa. Scommetto che è stata lei a lanciare lo scoop su Accorci.

                                   MARINA Esci, figlio interrotto dei Paesi Bassi! Non coprirti di patetico! 

                                       

                            

                                   LUCY E’ quello l’oggetto testimonianza della sua insaziabilità…

                                          La tenda, la tenda!

                                   UGO (esce, in piedi) Che ha questa tenda?!

                                   MARINA E’ un suo allestimento…

                                   LUCY L’ha creata quella vacca travestita da progettista! Ho una

                                          voglia pazza di tagliarla! (dà l’arma all’altra) Tienila, è meglio.

                                   UGO Che?! La Papadimitriou?! Sarebbe lei la femme fatale?! (pausa).

                                   MARINA (guarda in alto, attorno e in lontananza) Non dovremmo

                                           perdere altro tempo e pensare a salvarci…(tiene la spada in braccio

                                           come se fosse un bimbo) I riflessi della spada sono sinistri.

                                    UGO Preferisco i luccichii delle mie bottiglie di cristallo di rocca affumi-

                                           cato. Ho una collezione mirabile, alto pregio e normale take-away.

                                    LUCY (riesce a sorridere) Sono più vere delle tue donne, Weppinar?

                                    UGO Sono incinte di whisky, cognac, gin, vodka…Quando si rompono

                                            le loro grandi acque, mi lascio inondare fino dentro al midollo…

                                            My dearest Lucy, ora prestami i lobi auricolari ed ascolta: non è

                                            credibile! Maria stappa le donne e le beve come un gourmet gusta         

                                            il vino, ha repulsione per i calici maschili. Io la ammiro, c’è gente

                                            che davanti alle lesbiche si caca addosso.

                                     LUCY Eeh?! Cosa?! Cosa?!

                                     UGO Ha delle splendide amanti. La Papadimitriou è un inno a Saffo.

                                     LUCY Oh my God! Ma…Non capisco!…Sto entrando in confusione…

                                     UGO (indica l’altra) Ecco chi ci ha provato. Dopo la sua algida per-

                                             formance con Fabre, si è liberata dal metallo della corazza ed

                                             ha sbattuto la sua nudità in faccia a Vito…

                                      MARINA Ma che dici, checca ubriaca?! Stai farneticando?!

                                      UGO Perché scuoti tanto il culo, Balkan witch?! Ti senti svelata nel

                                             nel tremore della carne?!

                                      LUCY (agitata) Chi…Chi ho davanti?! Chi siete veramente voi due?!

                                      MARINA Non credergli, Lucy, non credergli! Ugo, sei un rettile!

                                 

                                  UGO Accorci respinge Asanovic…Me l’ha confidato ed io lo conosco

                                          bene per credergli. Lei è gelosa, ha le sopracciglia che si toccano.

                                  MARINA No, bella, noo! Quest’individuo venderebbe la madre per

                                         comprare critici compiacenti e dirottare l’attenzione del pubblico

                                         sui suoi squallidi allestimenti!

                                  LUCY (si copre le orecchie) Smettetela, basta! Volete farmi impazzire?!

                                  UGO (a Lucy) Lasciati avvincere dall’amore di Vito. I tuoi promontori 

                                          a punta di capezzolo sono le rigogliose sorgenti per dissetarlo.

                                  MARINA (si getta ai piedi dell’altra) Siamo noi, io e la mia spada tre-

                                          pidante che ti adoriamo, dolcissima American Beauty! Perdonami,

                                          ho mentito, ho inventato tutto per allontanarti dal tuo compagno!

                                          (cerca di abbracciarla) Ti volevo solo per me! Solo per me!

                                          La Ortia si divincola e scappa gridando. Mentre esce, incontra Vito

                                          che sta sopraggiungendo. Si abbracciano.

                                   LUCY Perché ci hai messo tanto?! Ho visto aprirsi una voragine davanti

                                          al cammino della mia attesa!

                                   VITO (respira con affanno) Prima che io lo avessi raggiunto il capanno

                                          di Takashi era già diventato uno dei centri di raccolta per i derelitti

                                          delle isole vicine flagellate dalle intemperie…(si stacca dall’abbraccio)

                                          La nave che stava portando qui la Papadimitriou e la sua amica

                                          Yannatou è affondata…Non ci sono superstiti.

                                    LUCY Oh, Maria Maria! God save her soul!

                                    MARINA (cupa) Forse sono stata io quella che l’ha uccisa di più.

                                    UGO Porca puttana astemia che bevve, mille anni diavolo nella coppa!

                                          Le previsioni dicevano che le perturbazioni sarebbero arrivate come

                                          cavalli alati e non come razzi Kassam!

                                    VITO Avevano preparato anche temaki e gunmaki, ma l’organizzazione

                                          per i party è stata azzerata e trasformata. Ci siamo dati una mossa ed

                                          abbiamo creato dei team per gli aiuti, assistenza medica, spirituale ed

                                          alimentare…Sono venuto a chiamarvi…(a Ugo e Marina) Ci avevano               

  

                                     avvisato con Messenger che eravate arrivati.

                               LUCY (a Vito)  Mi sento una caccola per quello che ho pensato di te.

                               VITO Non voglio sapere, non mi interessa niente che non sia la nostra

                                     prossima spedizione…Metteremo un segno di lutto nella tenda.

                                MARINA (in ginocchio, rivolge la spada contro di sé) Io vi amo nel

                                      corpo laido e nell’anima lacerata. Sprofondo negli angoli più oscuri

                                      e cerco di venirne fuori. Accettate i miei tormenti prima della fine.

                                UGO (sbandiera la bottiglia) Io sono forte dei miei amori liquidi! (ride)

                                      Ah, ah, ah, non posso esistere senza l’ossigeno della risata!

                                      Rumori del vento e del mare in tempesta in crescendo.

                                LUCY Oh, look at me! Il mio io diviso si sta ricomponendo nella propria

                                       immagine, eppure la primavera sta scivolando via dalle mie stagioni…

                                MARINA (c.s.) Da un po’ di tempo faccio un sogno ricorrente. E’angoscio-

                                        so…Mi trovo in un immenso parco cosparso di uomini e donne nudi

                                        dipinti di bianco, obbligati a restare immobili per recitare la parte di

                                        statue. Anch’io sto recitando la stessa parte e so che se mi muovo arri-

                                        vano delle gravissime punizioni, perché il nostro proprietario e signore

                                        ci osserva. Il freddo mi sale dai piedi che poggiano sul marmo gelido

                                        del piedistallo, le foglie autunnali si posano sul mio braccio sollevato

                                        dal corpo, eppure sto ferma. Quando, ormai sfinita, sono sul punto

                                        di cedere, mi sveglio. Sono uno straccio madido di sudore e pieno di

                                        paura, perché capisco che non si tratta di un sogno ma della mia realtà…

                                        Weppinar prende un foglio di carta bianca ed un pennarello da una

                                        tasca dei pantaloncini, disegna una croce e la mette davanti alla tenda. 

                                 VITO (accarezzandola) Alzati, Marina, non c’è perdono, non esiste la con-

                                        danna. L’ultima risorsa è il sacrificio per i disastrati. Scolpiranno

                                        testimonianze ma noi ci annulleremo presto.

                                  MARINA (in piedi) Aspettate, aspettate! Perché presto?! Forse avremo

                                        ancora qualcosa da dare!                       

                                  UGO Sembra tutto disconnesso, il sangue scorre all’incontrario.

                                  LUCY Sento che perderò il sorriso dell’ombra di Mariko…(tende le brac-

                                        cia) La vedo e il suo allontanarsi non lascia presagire un ritorno.

                                   VITO Non siamo altro che isole alla deriva in una debole corrente artistica.

                        Subiremo l’oblio del tempo. Ma sappiamo che ora ci tocca la

                                        possibilità di un riscatto umanitario. Ci attendono! Coraggio,

                                        andiamo subito!

                                 LUCY Sì, sì! Hurry up, facciamo presto!

                                 MARINA (getta via la spada) E’meraviglioso! Sto provando il senso

                                        della catarsi, la sento che si sviluppa e cresce in me! (alza le braccia)

                                        Il cavallo della mia anima diventa bianco e rompe le briglie!...Ma una

                                        voce cresce,  mi sta assordando!

                                        Si mettono tutti in posa come se stessero per iniziare una corsa, ma

                                  restano sul posto, bloccati nei movimenti. Rumori di vento e mare in

                                  tempesta, ululati di sirene di navi e voci umane che gridano.

                                  UGO (lancia in aria la sua bottiglia) Brindiamo alla nostra fine nei

                                         bicchieri di un rinnovamento!

                                  MARINA(si stacca dagli altri, sempre più agitata) Non la udite, non potete,

     non potete! E’ la prerogativa per le mie orecchie....Sono stanca, sono   

     sfinita, sto morendo, me lo ripeto e me lo ripete!

                  LUCY (cercando di raggiungerla) Marina! Marina!

                  MARINA (prende la spada) Stai lì, American Beauty, al tuo posto!

                         Gli uomini si avvicinano alla Asanovic, ma lei li blocca con un

                   gesto imperioso. Vito, Ugo e Lucy restano nella posizione di prima.

                   MARINA (in ginocchio) Il proprietario e signore ritorna, mi osserva,

                           sono uno straccio madido di sudore…(ansimando) E’ la mia realtà…

                           La mia unica realtà…Le gravissime punizioni sono…Sono la mia

                           liberazione…(si punta l’arma nel petto e si ferisce).

                          Gli uomini prendono in braccio la Asanovic. Rumori, suoni e voci

                   diventano assordanti come l’urlo di disperazione di Lucy e cessano subito

         di colpo. Al calare delle luci in scena, Acconci e Weppinar, seguiti a breve

         distanza dalla Ortia, portano velocemente fuori Marina.                          

                          

                                   

                                                                       


                SINOSSI

                       L’azione si svolge su un’isola immaginaria del Pacifico. In scena

                  ci sono riproduzioni di composizioni, istallazioni, oggetti, modelli

                  che rappresentano dei simboli e degli esempi riconducibili alla video-arte,

                  al design ed all’architettura moderna. E’ stato ideato un fantomatico party,

                  al quale dovranno partecipare soltanto i quattro protagonisti. La realizza-

                  zione del rendez-vous non avverrà per una serie di malintesi, impedimenti

                  e di inconvenienti, causati soprattutto dagli uragani che imperversano nelle

                  zone vicine. Nel finale, una delle donne, quasi assumendo la veste di capro

                  espiatorio o agnello sacrificale, tenterà il suicidio. Gli altri, per una sorta

                  di riscatto morale personale, cercheranno di andare a compiere un’azione

                  umanitaria di soccorso.

                   

               

                  Maggiori dettagli sui personaggi:

                  

                  Vito Accorci (contraffazione del vero nome VITO ACCONCI), statunitense,

                   poeta, artista visivo, videomaker, bodyartist, progettista d’architettura e

                   d’arte pubblica. Durante una mostra, si cela al di sotto di una rampa in

                   legno sulla quale si aggira il pubblico e si masturba mentre la sua voce

                   sale a intervalli dal sottosuolo.

                  Lucy Ortia (contraffazione del vero nome LUCY ORTA), inglese, si

                  muove tra arte, architettura e fashion design. Una sua opera sono i

                  Refuge Wear (abiti rifugio), pezzi o creazioni come ricoveri in tessuto

                  sotto forma di abiti. Habitat portatili per nomadi, sacchi a pelo mobili

                  polifunzionali per la sopravvivenza dei senza tetto.

                  Marina Asanovic (contraffazione del vero nome MARINA ABRAMOVIC),

                  serba, nativa di Belgrado. Fotografa, performer, artista visiva, bodyartist,

                  designer. Tra le sue tante opere, viene citata “La casa con vista sull’oceano”.

                  Ugo Weppinar (contraffazione del vero nome DRE’WAPENAAR),

                  olandese, crea oggetti vicini al design industriale. Tende raffinate la cui

                  funzione consiste nel favorire processi di aggregazione, o assecondare lo

                  svolgimento dei riti più quotidiani. La sua tenda per albero, a forma di

                  goccia, è fatta per essere appesa ai tronchi degli alberi e rende possibile

                  l’aspirazione a una vita a stretto contatto con la natura.

                  Mariko Mori, citata da Lucy e Vito, è un’artista visiva, bodyartist, designer

                  e performer giapponese. Andrea Zittel, Michael Rakowitz, Maria Papadi-

                  mitriou, Ulay e Jan Fabre, nominati dai protagonisti, appartengono alle

                  stesse categorie e correnti artistiche. Francesca Woodman era una foto-

                  grafa, Savina Yannatou è una cantante.

                  Tempura, sushi, sake, temaki e gunmaki sono cibi giapponesi.

                 Traduzioni delle espressioni usate

                Cool dick!= cazzo, che figata!; brain stream= corrente cerebrale; global food

                coming soon= cibo globale che viene (fornito) subito; trip=viaggio (mentale);

                stretching= strappo; get out shadows from my head= uscite fuori ombre dalla

                mia testa; something stupid=qualcosa di stupido; dear=caro; account=lista,

                conto; golden share=azioni privilegiate, quotate; this is the end=questa è

                la fine; embedded= coinvolto, legato, implicato; free lance= reporter, giorna-

                lista libero; up your ass= su il tuo culo; suck my lips=succhia le mie labbra;

                after ten years=dopo dieci anni; why the cut=perché il taglio; terrific=terrifi-

                cante; speak easy=parla chiaro; son of an asshole=figlio di un buco di culo;

                shit= merda; team=squadra; notebook=taccuino; happening=riunione, incontro;

                my dear friend= mio caro amico; Gott mit uns= Dio sia con noi; God save her

                soul=Dio salvi la sua anima; news= (ultime)notizie; down= giù; vis a vis= faccia

                a faccia; guy= ragazzo, ragazza; my God= mio Dio; schnaps= liquore;

                gourmet= raffinato intenditore di vini e di cibi; nobody art=arte di nessuno;

                take away=porta via; my dearest=mio carissimo; I’d like being fucked=vorrei

                essere scopata; scoop=colpo giornalistico; balkan witch=strega balcanica;

                american beauty=bellezza americana, una varietà di rose; look at me=guardatemi;

                hurry up=su, presto.

               

                Nota sul tipo di recitazione: il recitativo dovrebbe oscillare tra il secco,

                                                             il sognante, il mistico ed il delirante.