MARIA
Monogolo
Valerio Di Piramo
Ormai sono quattro anni che faccio sempre lo stesso sogno. Un prato verde, che non si vede la fine, e io che ci volo sopra, lentamente, sfiorando l’erba sotto di me; riesco a sentire anche l’odore forte della primavera, e rido, rido di gioia…poi il sole cala dietro i monti, e allora, quando tutto si tinge di rosso vermiglio, la tristezza mi entra dentro, e mi sveglio piangendo, a volte urlando…non capisco cosa sia questa cosa…non capisco…
Quando c’era Maria non sognavo mai; almeno credo, perché poi mi svegliavo, e non ricordavo nulla. Era brava, Maria: mi faceva trovare il caffè pronto, la mattina prima che andassi al lavoro, e anche il pane abbrustolito al punto giusto; e che profumo per tutta la casa!
Spalmavo il pane con la marmellata di fichi che preparava lei: a dir la verità era un po’ troppo dolce, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo…e poi metteva un po’ troppo pane ad arrostire, molto più del necessario: e allora io per il pane sì che la rimproveravo, ma così, per scherzo…facevo finta di arrabbiarmi, a volte alzavo anche un po’ la voce: ma lei lo capiva che lo facevo apposta per farle venire il broncio, quello che piaceva tanto a me, e allora giocavamo un po’, e la rincorrevo per tutta la casa, poi, quando la prendevo…che ore indimenticabili! Qualche volta mi diceva che era stanca, ma io lo sapevo che non era vero: come fai a essere stanca la mattina? Capirei la sera, ma la mattina…però il pane avanzava davvero, e bisognava buttarlo…e buttare il pane è peccato, si sa! Perché la nostra è sempre stata una famiglia religiosa: andavamo alla messa tutte le domeniche…va beh, proprio tutte tutte no…diciamo una domenica ogni tre…d’estate anche di più, ma poi, quando apriva la caccia…però almeno a Natale e Pasqua facevamo la comunione…non come certe persone che se ne fregano dei sacramenti! Magari vanno a messa due volte al giorno, e poi non si confessano mai! E non fanno mai la comunione! O magari…magari fanno la comunione senza confessarsi! Eh no, questo no…mi diceva sempre la mamma che è peccato mortale, perché si disubbedisce alla sacra bibbia. Però, a dire il vero Maria non era molto contenta di confessarsi…mi diceva che non le andava di raccontare i suoi fatti privati ad un'altra persona…ma come non ti va! Santo Iddio, non è una persona, è un prete! E poi di che cosa dovresti aver paura? Eh? Se non hai fatto niente di male, di cosa dovresti aver paura? Ne abbiamo parlato spesso, ma non sono mai riuscito a farle cambiare idea. Diceva che Don Mauro era un estraneo…un estraneo! Ci ha anche sposati! Don Mauro! Ma come un estraneo! Ricordo che una volta avemmo una discussione piuttosto accesa…volarono parole grosse…Maria mi rimproverava, diceva che non la capivo, che ero un egoista…un egoista io? Io, che ho sempre fatto tutto per lei? Che le portavo i soldi a casa, e Dio solo sa se erano sudati! E lei, che non è stata buona neanche a darmi un figlio! Eh sì, quella volta mi scappò detto…e lei cominciò a piangere, a piangere…non l’avevo mai vista piangere così…e mi disse una brutta parola…mi sentii ferito, umiliato…ma se vi dicessi come mi chiamò sono sicuro che anche voi… insomma, mi partì il braccio…così da solo, senza volere…povera Maria…le cominciò a sanguinare il naso…ma io la presi, la strinsi forte…non so come successe…ma le giurai che la amavo, la amavo…piangemmo insieme, e poi facemmo l’amore, e Maria piangeva di gioia…e tutto finì lì. Perché quando c’è l’amore si accomoda tutto…così mi diceva sempre la mia mamma. E io Maria la amavo davvero…
Poi, sul finire dell’estate, una sera che eravamo tornati da una splendida giornata passata sulla spiaggia, mi venne una voglia così forte di fare l’amore come non l’avevo mai avuta…raggiunsi Maria in cucina, e la baciai; lei mi guardò in modo strano, e mi disse “No amore, ti prego, stasera no….” No?!? Ma come no! E dai, che ne hai voglia anche tu! Lei continuava a divincolarsi e a spingermi, ma io lo sentivo che ne aveva voglia, e allora le dissi di smetterla di fare la difficile, e che eravamo marito e moglie, e che lei mi apparteneva! E anche questa volta mi scappò la mano…allora si fermò, piangendo…ma io le asciugai le lacrime, e anche quella volta facemmo l’amore. Però da quella volta…da quella volta era come se qualcuno avesse alzato un muro tra me e Maria. Lei era diventata seria, era sempre triste…non era più la Maria di sempre, quella allegra, spensierata, quella delle corse sulla spiaggia. Da allora Maria…Maria non mi ha più capito. Io la amavo, ma tutte le volte che volevo fare l’amore dovevo insistere, e insistere…sempre di più, sempre di più…Maria diceva di calmarmi, e io ci provavo, vi giuro che ci provavo…ma santo iddio, come faccio a calmarmi quando sai che hai ragione ma non puoi fare nulla? Quando ti sembra di parlare al muro? Eh? Come fai a calmarti? Poi…poi arrivò quella sera maledetta. Suonarono alla porta, e quando aprii mi trovai davanti due carabinieri che mi portarono via, come si fa con un delinquente qualsiasi…io urlavo CHE COSA HO FATTO? EH? CHE COSA HO FATTO? MARIA! CHE SUCCEDE MARIA? Ma lei stava là, rannicchiata sulla poltrona, piangendo e singhiozzando. Poi uscii di prigione, e mi dissero che non mi dovevo più avvicinare a casa mia, e che mia moglie mi aveva denunciato, e che se non ubbidivo avrei passato molto tempo in galera. Mi aveva denunciato! Mi aveva denunciato! E per cosa? Per qualche schiaffo e qualche urlo? Ma che dite? Non è possibile! Volevo parlare con Maria. Volevo che fosse lei a dirmi che mi aveva denunciato, volevo guardarla negli occhi, volevo perdonarla…sì, volevo perdonarla! Non importa se mi aveva fatto del male…l’amavo troppo, e l’avrei perdonata. E allora una notte presi il coraggio tra le mani e andai a casa nostra. Non la trovai: una vicina mi disse che era andata da sua madre. Sua madre! Quella donna così piena di sé, che giudicava tutto e tutti, che sembrava avere sempre la verità in tasca…e che non mi poteva soffrire! Negli ultimi tempi poi si era messa di traverso tra me e Maria…diceva che ero un violento, e che non meritavo sua figlia…. TROIA! Tu dici a me che non merito tua figlia? Tu, che non sei stata capace neanche di tenerti un marito? Sai che ti dico? Ha fatto bene ad andarsene! Ha fatto bene! Insomma, andai a casa sua. La porta era chiusa, ma io sapevo dove mia suocera nascondeva la chiave, e passai dal retro. Le trovai tutte e due lì, sedute sul divano del salotto…mi fermai a guardarle a lungo, senza che loro mi vedessero… sembravano serene, e ridevano, ridevano guardando la televisione. Poi, quando mi videro, smisero di ridere, si abbracciarono e cominciarono a urlare di andarmene, cominciarono a piangere e dissero che avrebbero chiamato la polizia. In quel momento capii che la mia Maria non esisteva più. Quello che successe dopo non lo ricordo. So solo che dopo, quando fu tutto finito, mi sedetti proprio sul divano, in mezzo a loro, col braccio che mi faceva un male d’inferno, guardando quella statuetta di bronzo stretta tra le mani che sembrava mi volesse parlare…
Ora…ora sono di nuovo in prigione, e sono ormai quattro anni che faccio sempre lo stesso sogno. Voglio continuare a sognare, perché è così bello. Mi sento leggero, leggero…
Volo sopra un prato verde, che non si vede la fine, lentamente, sfiorando l’erba sotto di me…riesco a sentire anche l’odore forte della primavera, e rido, rido di gioia…poi il sole cala dietro i monti, e allora, quando tutto si tinge di rosso vermiglio, la tristezza mi entra dentro, e mi sveglio piangendo, a volte urlando…e non riesco davvero a capire cosa sia questa cosa.