MORTE ALL’INGLESE
Monologo
Di ALAN BENNET
Titolo originale: THE ENGLISH WAY OF DEATH
Traduzione di Adele D’Arcangelo e Francesca Passerini
PERSONAGGI
ALAN BENNET solo
Commedia formattata da
(Accento dialettale) Vediamo un po' se c'è la nostra Florence nei necrologi. Ce la mettiamo sempre, ogni (data corrente). Toh, guarda, ci sono un sacco di morti oggi... Ma pensa, cinque colonne di morti e solo sette nascite. La popolazione mi sembra un po' in calo di questi tempi. Beh, una cosa la so: quando me ne andrò voglio essere cremato. Sì, è decisamente più igienico. E poi ci sono meno chiacchiere durante il rito funebre al forno crematorio. Ci vogliono solo dieci minuti. Voglio dire, si entra e si ascolta anche della musica, il largo di Haendel o roba simile, poi il pastore dice due parole, la bara entra nel forno e tu te ne vai. E sapete, c'è sempre gente che aspetta d'entrare, è un gran via vai. Certo che però bisogna puntare la bara come un falco, se vuoi vederla entrare. La fanno sempre scivolare così in silenzio che... sshht... è andata. Lo so perché quando sono andato là per il funerale di zio Wilfred io tenevo d'occhio la bara, la guardavo fisso, ma appena mi sono voltato a scambiare due parole con la cugina Cora, accidenti, mi rigiro ed era già sparita. Ho dato fuori di matto!
Dopo alcuni giorni, poi, quando il corpo è completamente cremato, spediscono le ceneri a quelli delle pompe funebri e tu te le vai a prendere. Ma certo, non è che le prendi tutte, solo una selezione... più o meno come un portacenere pieno. Così siamo andati da Shuttleworth, quello delle pompe funebri, per mio zio Wilfred. Una specie di somaro, il vecchio Shuttlevvorth. Vado là e mi dice: «Buongiorno Mr Lightowler, è venuto per i resti del defunto?». E io: «Mi ascolti bene, bastardo di un bigotto, sono qui per le ceneri dello zio Wilfred. Veda di darmele alla svelta». Certo che, però, non sai se le ceneri che prendi sono proprio le tue. Voglio dire, come fai a saperlo? Non puoi. Voglio dire, per quello che ne sai possono anche darti delle copie bruciate dello Yorkshire Evening Post... finisce sempre così, devi sempre credere a quello che ti dicono.
Poi, quando hai queste ceneri devi decidere cosa farne. La signora Passmore aveva messo suo marito in una clessidra. Diceva: «Non ha mai alzato un dito in vita sua. Voglio proprio divertirmi a guardarlo, adesso». Oddio, non è molto ortodosso, però.
C'è un sacco di gente oggi, sempre di più, che preferisce spargere le proprie ceneri. Stanno sempre a spargere ceneri sui campi da golf. Gli piace metterle lì, perché poi l'erba viene su più verde. Mia zia Maria Alice era all'ospedale verso la fine ed ero andato a trovarla. «Walt», mi dice, «quando me ne andrò voglio che le mie ceneri vengano sparse». E io: «D'accordo». «Quando me ne andrò voglio che le mie ceneri vengano sparse lungo la spiaggia di Blackpool», mi dice. E io: «Non ti daranno mai il permesso». E lei: «Quando me ne andrò voglio che le mie ceneri vengano sparse lungo la spiaggia di Blackpool il giorno di Ferragosto». «Mi sa che ti manca qualche rotella», le dico, «è pieno di gente in quei giorni e oltretutto quelli del Comune non vorranno ceneri che svolazzano di qua e di là. Quella è una spiaggia in cui è vietato fumare!».
Ma non potevi discutere con lei, anche se in un certo senso la capivo perché non aveva mai avuto molto dalla vita, la zia Maria Alice: i giorni più felici li aveva passati su quella spiaggia ed era là che voleva ritornare. A ogni modo, io e lo zio Norris stavamo discutendo sul da farsi dopo che se n'è andata e io gli ho detto: «Beh, io non ce le voglio portare. Non ci penso proprio e basta: è contro il regolamento». E lo zio Norris, allora, con la sua solita faccia di bronzo, dice: «Avanti, mettile in un sacchetto di carta, ce le porto io». Così le ha messe in un sacchetto di carta e ha fatto un'andata e ritorno per Blackpool, proprio il giorno di Ferragosto. Camminava su e giù lungo la spiaggia, controllando il terreno, poi ha tirato fuori il sacchetto e ha cominciato a spargerle tutt'intorno fino a svuotarlo. E c'era una folla di gente che prendeva il sole e roba simile. Pensa, nessuno si è accorto di lui. Forse credevano che stava dando da mangiare ai gabbiani.
Dicevo, sui necrologi, abbiamo fatto scrivere un verso quest'anno, perché sono dieci anni che la nostra Florence ci ha lasciati. A ogni modo... (leggendo, la voce si incrina) «Lightowler Florence, spirata (giorno corrente, di dieci anni prima), figlia amatissima di Gladys e Walter Lightowler».
E il verso che abbiamo scelto è questo:
«Lungo i sentieri della memoria Le luci mai si oscureranno... Finché in cielo le stelle splenderanno Noi... ti ricorderemo».
FINE