Parola d’onore!

Stampa questo copione

Parola d’Onore…. !

Quattro atti brevi di Agata Bonanno

                                       

Prologo.

La storia racconta gli imprevisti della mattina in cui la figlia di Antonio Mazza, Titty, si accinge a contrarre matrimonio con il fidanzato Alberto Indelicato.

Il racconto si svolge nell’arco di tempo di sei ore, dalle cinque alle undici, ora fissata per l’appuntamento in chiesa.

Personaggi:

Antonio Mazza                       Padre della sposa

Anna                                      Madre della sposa

Titty                                       La sposa

Orazio Indelicato                          Padre dello sposo

Carmela                                  Madre dello sposo

Alberto                                   Lo sposo

Titolare dell’Agenzia

Angelo                                   Nipote del Titolare

Il tassista

Medico del pronto soccorso

 I ATTO

La scena di ambientazione prevede per il I atto una camera da letto matrimoniale.

Antonio (guardandosi allo specchio mentre si annoda la cravatta)

- Mamma bella, non sto dentro i panni per l’emozione; non ci posso pensare. Fra sei ore accompagnerò Titty all’altare e questo vuol dire che se ne andrà di casa, che la mattina non sentirò più la sua vocetta squillante che mi saluta dicendo: “ciao  papà, ho preso una sigaretta dal tuo pacchetto!” ed è già uscita.

Non ho potuto dormire tutta la notte pensando a questo e mia moglie, che fa mia moglie? Ancora sonnecchia come se il discorso non fosse anche il suo, come se oggi fosse una normalissima giornata del nostro quieto vivere.

(Poi adagiandosi accanto alla moglie semi-addormentata, la scuote chiamandola).

- Anna, ma come puoi dormire ancora? Alzati, sono le cinque e mezza del mattino di una giornata speciale, anzi unica. La nostra Titty si sposa e io di questa giornata non voglio perdere neanche un attimo della gioia e dell’emozione che mi offre.

Anna (stiracchiandosi dentro il letto e sorridendo al marito)

- Ma guardatelo, già vestito di tutto punto alle cinque del mattino, ma dico sei scimunito?

Ti sei scordato che al nostro matrimonio io sono arrivata in chiesa prima di te e ho dovuto aspettarti un ora in macchina? Questa fregola adesso da dove viene? Con l’età è proprio vero, le donne forse diventiamo meno romantiche, ma gli uomini “è un dato di fatto” si rincoglioniscono!

Ora mi alzo gioia, cosa credi che sono emozionata meno di te io che sono quella che l’ho messa al mondo? (Poi abbracciando il marito) Eh, caro Antonio mio, è una legge di natura questa; “i figli sono pezzi di cuore ma appartengono a se stessi e se ne vanno incontro alla vita”.

Antonio

- Parole sagge moglie, ma per me è difficile; forse perché è la figlia femmina e i padri per le figlie femmine, lo sanno tutti, si farebbero ammazzare.

Si sente un pianto sommesso provenire dalla stanza accanto.

Antonio

- Anna, sono le mie orecchie o lo senti anche tu questo lamento! Oh Signore, sarà Titty che piange. E quale sposa non è presa dal panico la mattina delle nozze? Povera piccola, noi ancora a letto e lei ha bisogno di conforto, di sicurezza dai suoi genitori. Che facciamo Anna?

Anna

- Dunque è stato questo il motivo per cui al nostro matrimonio mi hai fatto aspettare un ora prima di vederti arrivare in chiesa! Hai avuto una crisi di panico!

Antonio (con voce tenera)

- Non l’hai più dimenticato vero?

Anna (abbracciandolo)

- Avevo il cuore in gola e la paura che tu non venissi più. Ma adesso non è il momento di pensarci; io sono la mamma e tu il papà di una sposa in preda al panico. Corro a consolare Titty, tu aspetta qui, queste sono cose intime tra madre e figlia; tra qualche minuto, vedrai, te la riporto con un sorriso smagliante.

Antonio

- Se non ci fossi tu Anna mia! Va bene, ti aspetto qui, ma fai presto. Lo sai, alle nove verrà il parrucchiere e poi il fotografo e poi la casa si riempirà di gente ….. Guarda, non riesco a stare neanche fermo per l’emozione, tremo tutto.

Anna esce dalla stanza e Antonio rimane solo nella camera da letto e si siede in poltrona ad aspettare. Il lamento nella stanza accanto diventa pianto e a questo si uniscono frasi concitate delle due donne. Passa qualche istante e rientrano Anna e Titty, entrambe in camicia da notte e in lacrime.

Antonio (alzandosi di scatto dalla poltrona)

- Che succede Titty? In nome di Dio perché piangi così? Sei presa dal panico, ma ora calmati, il matrimonio è una cosa bella bambina mia.

Titty (con la voce rotta dai singhiozzi)

- Non ci sarà nessun matrimonio papà. Alberto mi ha lasciata. Stanotte ha telefonato dicendomi che non verrà in chiesa e che anzi è stato un gentiluomo a dirmelo perché la sua famiglia voleva addirittura che mi lasciasse ad aspettare inutilmente in chiesa.

Antonio (visibilmente incollerito)

- Ma cosa dici Titty, ti ha lasciata? E cosa crede il signorino che può prendersi gioco della vita degli altri così? Io … io l’ammazzo il tuo Alberto. Non si può lasciare la fidanzata la sera prima delle nozze, e per quale motivo poi! A proposito per quale motivo?

Anna (avvicinandosi al marito)

- Calmati Antonio, Titty non ti ha ancora detto tutto.

Antonio (si lascia sprofondare stancamente sulla poltrona)

- Non mi ha ancora detto tutto? Madre bella, mi tremano le gambe, sarà meglio che mi sieda. Che devo sentire ancora?

Titty (con aria mortificata)

- Vedi papà, io negli ultimi mesi ho avuto un’avventura con un uomo sposato e sono anche incinta. Alberto questo non lo sa, però qualcuno ha informato la famiglia dei miei incontri con questo tizio e così stanotte mi ha dato il benservito. Ma io amo Alberto papà, e poi con questo bambino in arrivo cosa faccio? Sono disperata (e scoppia di nuovo a piangere).

Antonio

- Cosa fai? E tu alle sei del mattino del giorno del tuo matrimonio, hai il coraggio di raccontarmi questa storia e cosa ti aspetti che faccia io? Io ti ammazzo Titty, te lo giuro sul mio onore!

(e cerca di alzarle le mani. Poi si copre il volto con le mani scuotendo il capo).

- Il mio onore! Ma quale onore? E come può un padre che ha speso i migliori anni della sua vita a crescere una figlia e ha riposto in lei speranze e gioie, abbandonarla ora? Nubile e incinta di uno che non è il suo fidanzato! No … no … non c’è rimedio solo alla morte! Quanto è vero Iddio non permetterò che tu sia disonorata. Tu stamattina ti sposerai, parola di Antonio Mazza! Dovessi comprartelo un marito, alle undici lo sposo ti aspetterà in chiesa.

Titty

- Cosa vuoi dire papà, hai intenzione di andare da Alberto?

Antonio

- E come potrei dopo quello che mi hai detto? Troverò una soluzione, ti prometto soltanto che ti sposerai. Domani poi potrai fare quello che vuoi, separarti, non separarti, interrompere la gravidanza, ma oggi tu ti sposi. E adesso fatemi uscire e voi nel frattempo asciugate le lacrime e preparatevi per la cerimonia. Non c’è un funerale in questa casa, oggi qui si festeggia un matrimonio e … ricordatevi sempre che i panni sporchi si lavano in casa.

(Esce dalla stanza e si chiude il sipario).

II ATTO

La scena si apre all’interno di un’agenzia di servizi dove troneggia un’insegna con su scritto: “Di tutto x tutti”. Agenzia di servizi di pubblica utilità. Seduto alla scrivania il titolare dell’agenzia, un signore di mezza età.

Entra in scena Antonio Mazza.

Titolare agenzia

- Buongiorno signore, desidera?

Antonio

- Purtroppo per me non è un buon giorno ma forse lei può farlo diventare un buon giorno. Mi dica, di cosa si occupa esattamente la sua agenzia?  Ho letto l’insegna “Di tutto x tutti” e ho pensato che forse può fare al caso mio.

Titolare agenzia

- Si sieda, prego, comodo, comodo, adesso le spiego.

Vede, qui ci occupiamo di tutto ciò che la gente ha bisogno a livello di disbrigo pratiche, personali ed interpersonali.

Se le serve in tempo reale il rinnovo della patente, del passaporto; se vuole informarsi sulle più recenti opportunità di lavoro che offre il collocamento provinciale; se ha bisogno di agganci con medici specialisti per prenotare una visita urgente …. Oppure, che ne so, vuole investigare su sua moglie o sul vicino di casa, qui trova gli agenti specializzati a fornirle nel più breve tempo possibile ogni tipo di informazione.

Antonio (tirando un grosso sospiro)

- Niente di tutto ciò, …. Mi serve un marito per mia figlia.

Titolare agenzia

- Si, trattiamo anche questo. La nostra agenzia si occupa pure di affari di matrimonio. Adesso le mostro la disponibilità che abbiamo in questo momento e pur senza volere indagare sui suoi motivi personali, la invito a esporre i requisiti desiderati in proposito e i tempi di realizzo dell’affare . (Porgendogli un modulo).

Ecco, compili questo modulo e la sua scheda con richiesta verrà immediatamente inserita nel computer e ….

Antonio (ormai fremente sulla sedia)

- Mi perdoni se la interrompo e creda, non so come dirglielo, ma ormai che sono qui tanto vale prendere il toro per le corna.  Un marito per mia figlia mi serve entro le dieci di stamattina. Il matrimonio è fissato nella parrocchia di Santa Cecilia alle undici e mia figlia ha venticinque anni. Avrà capito che sarà solo un matrimonio di copertura e sono disposto a sborsare una bella cifra; ma quando una cosa è necessaria non si può badare a spese; mi dica lei, faccia il prezzo, ho con me il libretto degli assegni ben fornito, l’unica cosa che mi interessa è che questo matrimonio oggi si faccia.

Titolare agenzia

- Accipicchia, lei mi lascia di sale non tanto per la richiesta di un marito per sua figlia, dicevo prima che questa è anche un’agenzia matrimoniale, quanto per l’immediatezza della richiesta da soddisfare. Si rende conto che sono le nove del mattino e lei mi chiede di procurarle un marito per sua figlia  in un’ora ?

Antonio

- E lei si rende conto che a casa mia in questo momento potrebbe già essere arrivato il parrucchiere che farà l’acconciatura da sposa a mia figlia ? E il fotografo ? E tutta quella marea di gente che piomba in casa della sposa ? Guardi, non posso neanche pensarci. (Poi alzandosi congiunge le mani in atto di preghiera) Lo so che per i miracoli non siete ancora attrezzati, ma provi a farlo questo miracolo per una volta, la prego, non bado a spese, ho dato a mia figlia la parola d’onore che oggi non aspetterà invano in chiesa.

Titolare agenzia

- Lei mi commuove davvero caro signore, e io voglio offrirle un’opportunità unica, da amico. Ho un nipote di trent’anni, belloccio, scapolo incallito e allergico al lavoro, si chiama Angelo. A quest’ora dorme e se siamo fortunati sarà lo sposo ideale per sua figlia. La cifra che le chiedo è irrisoria per l’affare che le propongo, diecimila euro. D’altra parte si rende conto anche lei che non sarà facile stanare dal letto uno scapolo che non ha mai pensato al matrimonio e mandarlo in quattro e quattrotto all’altare, ma può darsi che di fronte a un contrattino allettante dica di si. Allora …. prendere o lasciare.

Antonio

- Prendo, prendo, non c’è più tempo per discutere. Intanto le firmo un assegno di mille euro e vengo con lei; preleviamo il giovanotto, lo vestiamo da sposo, e lo portiamo direttamente in chiesa; poi dovrò tornare a casa e accompagnare la sposa in chiesa. Presto, dobbiamo fare presto, altrimenti non faremo in tempo per le undici.

Si alzano, escono dall’agenzia appendendo un cartello “Oggi chiuso” e cala il sipario.

III ATTO

La scena si apre stavolta all’interno di un pronto soccorso di ospedale. Adagiato sul lettino e ancora addormentato c’è Alberto che dopo aver ingurgitato una dose eccessiva di sonniferi, è stato sottoposto a lavanda gastrica.

Gli sono accanto i genitori.

Carmela (rivolgendosi al marito)

- E’ colpa tua Orazio, come hai potuto pensare di imporre a nostro figlio di rompere il fidanzamento la sera prima delle nozze ! Ecco il risultato, stavamo per rimetterci nostro figlio. Non stava a noi decidere se per una leggerezza di Titty si doveva mandare a monte il matrimonio. Stava per morire il mio bambino ! (Poi imprecando) Se gli succedeva qualcosa io ti avrei strozzato con queste stesse mani che ora pregano perché si risvegli presto.

Orazio Indelicato (seduto accanto al figlio e toccandosi il collo)

- Va bene, va bene, ho sbagliato. Ma era l’idea che mio figlio fosse cornuto ancor prima del matrimonio a mandarmi in bestia !

Carmela

- Cornuto ! E che sarà mai ? Pensi forse che la fede al dito metta il timbro alla fedeltà ? Ricordati che se una sbandata ha da succedere, può capitare prima o dopo del matrimonio. A proposito lo sapevi che secondo uno studio fatto sul calcolo della probabilità il 90 % degli uomini è cornuto ?

Orazio (toccandosi la testa)

- No, non lo sapevo e chissà come si deve sentire isolato quel 10 % in mezzo alla mandria ! E io, io in quale fascia rientro Carmela ? A questo punto abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno.

Carmela

- Non dire stupidaggini ora Orazio; quello che volevo farti capire  è che si deve lasciare libero il diretto interessato di decidere ciò che vuole. Lasciamolo perdere questo discorso, quando hai telefonato in casa Mazza per dire di Alberto, che ti hanno risposto ?

Orazio

- Titty si è messa a gridare e ha detto che correva immediatamente dal suo amore. Senti Carmela, ora che ci penso, se questo matrimonio si deve concludere, non dovremo riportare a casa il bambino ? La macchina dello sposo non è puntata per le dieci e mezza a casa nostra ?

Carmela

- Ti mangerei il fegato, ti mangerei; ora ti è venuta tutta la preoccupazione. Come ce lo  portiamo a casa il bambino se non si sveglia, lo portiamo in chiesa con l’ambulanza ?

Alberto (lamentandosi e balbettando)

- Titty, dov’è Titty ? Mamma …. Papà ….

Orazio

- Come stai gioia, ti senti di metterti seduto ?

Alberto (balzando a sedere sul letto)

- Seduto ? Ma che ore sono ! E dove siamo ?

Carmela

- Sei in ospedale caro; stanotte dopo quella discussione con tuo padre ti sei sentito male e ti abbiamo portato al pronto soccorso.

Ti hanno fatto una lavanda gastrica e adesso grazie al cielo sei fuori pericolo. Come ti senti ?

Alberto (urlando)

- Che ore sono ho chiesto ?

Orazio

- Non urlare per favore, sono le nove e trenta

Alberto

- Aiutatemi ad alzarmi, devo tornare a casa e prepararmi; presto, presto mamma, non c’è tempo da perdere.

Si sente bussare, entra Titty già vestita da sposa ma senza velo.

Titty (buttando le braccia al collo ad Alberto)

- Perdonami amore, è tutta colpa mia; se morivi ti giuro, mi sarei buttata sotto a un treno. Non mi interessa nessuno, nessuno; solo il mio Bibi è l’uomo della mia vita, quello con cui voglio costruire una famiglia.

Orazio (sottovoce vicino alla finestra)

- Certo che oggi tre persone l’abbiamo scampata bella.

Alberto perché nonostante i sonniferi si è salvato; io perché mia moglie mi avrebbe strozzato con le sue mani e Titty che finiva sotto un treno. Mi pare di leggere il titolo sul giornale: “matrimonio sfuma causando tre morti”. Mah ! che ne dite ragazzi se torniamo a casa a prepararci ?

In quel momento entra il medico.

Medico (rivolgendosi ad Alberto)

- Allora come si sente giovanotto ?

Alberto

- Sto bene dottore, anzi benissimo ora che la mia fidanzata è qui, ma la prego mi dimetta immediatamente, perché alle undici devo essere in chiesa; anzi perché non prende un permesso e viene anche lei, sarà un onore averla al nostro matrimonio !

Medico (dandogli una pacca sulla spalla)

- Firmi, firmi qui giovanotto e grazie per l’invito ma non posso lasciare il lavoro, magari mi venite a portare i confetti, va bene ?

Alberto

- Certo, ci conti.

Titty

- Allora Bibi io torno a casa, sarà arrivato il parrucchiere, ma tu stai bene amoruccio ? Ci vediamo alle undici in chiesa ?

Alberto

- Io volerò tesoro, sarò li molto prima. Ciao cipi cipi (e si strusciano il naso l’uno con l’altra)

Carmela

- A proposito ragazzi, riguardo al trambusto di queste ore, acqua in bocca. Tu Titty inventa qualcosa; che ne so, di’ che hai ricevuto la telefonata di una vecchia zia paralitica che ti voleva vedere in abito da sposa e sei andata un attimo a trovarla; oppure quello che ti pare; ma ricordatevi sempre che i panni sporchi si lavano in casa, è la ricetta base per la buona riuscita di un matrimonio. E ora andiamo a casa, andiamo tutti a prepararci.

Escono tutti dalla scena e si chiude il sipario.

IV ATTO

Il sipario si apre con due allestimenti di scena. In fondo al palcoscenico un murales che raffigura la facciata principale di una chiesa con la porta spalancata (questa scena è momentaneamente al buio). Lateralmente al palcoscenico il murales di una strada trafficata e la figura di un taxi all’interno del quale sono seduti un tassista e dietro Antonio Mazza. (Questa scena invece è perfettamente illuminata).

Il tassista (in sottofondo rumore di traffico)

- Dove la porto signore ?

Antonio (guardando l’orologio)

- Via delle rose numero trenta; per favore percorra strade che le sembrano meno trafficate, sa ho una certa premura.

Il tassista (guardando il cliente dallo specchietto)

- Farò il possibile per accontentarla.. Complimenti è molto elegante ! Va a un appuntamento galante ?

Antonio (prendendo il cellulare e componendo il numero di casa con rumore amplificato)

- Beh, più che un appuntamento galante è un appuntamento importante. Vado a casa e mi dispongo ad accompagnare mia figlia all’altare.

(Poi prendendo il cellulare)

 Pronto Anna ! Tutto risolto cara, sto ritornando a casa, siete pronte ? Titty è già pettinata ? (Pausa) - Come ? Ma cosa stai dicendo ? Aspetta, aspetta, me lo dici dopo; finite di prepararvi, io sto arrivando.

Poi rivolto al tassista (mentre si asciuga il sudore dalla fronte)

- Mi scusi , c’è un cambiamento di rotta.; per il momento non andiamo più in via delle rose, ma deve accompagnarmi in piazza Dante, però per favore faccia presto.

Il tassista (incuriosito)

- Piazza Dante ? E’ dall’altra parte della città. Mi faccia pensare un attimo …Se prendiamo da corso Indipendenza e ci portiamo sul viale Mediterraneo forse arriviamo abbastanza presto. Ma sono indiscreto se le chiedo cosa è successo ? La vedo visibilmente affannato.

Antonio (sudando copiosamente e parlando a bassa voce)

- Vuoi vedere che in questa stramaledetta giornata piena di complicazioni adesso devo dare spiegazioni anche al tassista ? (poi rivolgendosi al tassista)

- Non è successo niente, mia moglie mi ha ricordato una cosa da dire al parroco che celebrerà il matrimonio e quindi devo andare un attimo in chiesa. Tutto qui.

Il tassista

- Vedrà che ce la facciamo, però mi scusi se glielo dico, perché non gli telefona ? Ha il cellulare !

Antonio (scocciato)

- A chi dovrei telefonare ?

Il tassista

- Al parroco no ? Avrebbe risparmiato tempo e soldi, anche se ciò va a mio discapito.

Antonio (arrabbiatissimo)

- Mi scusi, ma lei perché non si fa i fatti suoi e pensa a guidare ? Mi porti dove le ho chiesto di andare  e cioè in piazza Dante.

Il tassista

- Va bene, Va bene, faccia come vuole; però se non arriva in tempo ad accompagnare sua figlia all’altare non dica che è stata colpa mia; comunque siamo arrivati, ecco piazza Dante. Sono venti euro.

Antonio

- Lei continua a non voler capire; io sbrigo una cosa in chiesa e torno subito; dopo mi deve accompagnare a casa mia e quindi deve aspettare qui.

Il tassista

- Come vuole, l’aspetto, ma l’avverto che il tassametro gira e girando il tassametro aumentano gli euro.

Antonio

- E lo lasci girare il tassametro ! Sapesse che giramento ho io, potrei fare il giro d’Italia ! E poi di cosa si preoccupa …  oggi sono nello spendere, cosa vuole che siano una decina di euro in più !

Il tassista

- Contento lei …. A dopo allora !

A questo punto la scena con l’immagine della strada e del taxi si oscura e si illumina quella con la chiesa.

Davanti la porta della chiesa c’è il nipote del titolare dell’agenzia, vestito da sposo, con un bouquet di fiori in mano.

Antonio (parlando sottovoce a se stesso)

- Sia lodato il cielo, Alberto non è ancora arrivato !

Poi rivolgendosi al giovane presente:

- Meno male, sono arrivato in tempo, c’è un cambiamento di programma. Vede signor Angelo, non ho più bisogno del favore che ho chiesto a suo zio, si insomma lei è libero, non occorre più che sposi mia figlia. Anzi la prego, prenda questo assegno di tremila euro che le ho preparato e si allontani il più presto possibile prima che arrivi il fidanzato di mia figlia.

Angelo

- Allontanarmi con tremila euro ? Ma lo sa che ha una bella faccia tosta a volermi liquidare così ? Non ci penso nemmeno ! Lei ha firmato un contratto col quale si è impegnato a versare la somma complessiva di diecimila euro subito dopo il matrimonio con sua figlia e con la clausola che qualsiasi impedimento alla riuscita dell’affare, non avrebbe modificato il prezzo di accordo. Figuriamoci poi se l’impedimento viene proprio da chi ha proposto l’affare !

Antonio (paonazzo per la rabbia)

\ Io la denuncio, lei è un mascalzone e un profittatore !

Angelo (sferrandogli un pugno)

- Mi denunci, se vuole, andremo in tribunale, ma intanto io di qui non mi muovo, caro signor lei ! E badi a come parla !

Antonio (con l’occhio tumefatto e dolorante)

- Ecco l’assegno di novemila euro e adesso se vada, se no la prendo a calci !

Il giovane se ne va e Antonio si dirige verso il taxi.

Si oscura l’immagine della chiesa e si illumina quella della strada e del taxi.

Antonio (rivolgendosi al tassista)

- Sono qui, ho perso poco tempo, adesso mi accompagni a casa all’indirizzo di prima. (Si lascia sprofondare sulla poltrona del taxi).

Il tassista (guardandolo nello specchietto)

- Ma che le ha fatto il parroco ? Lei è in condizioni pietose, si direbbe che abbia fatto a pugni. Mi dica la verità, è per la storia dell’organo vero ?

Antonio (distratto)

- Ma di che organo parla ? Mi lasci in pace !

Il tassista

 - Lo so come vanno queste cose, certi preti sono rigidi e se sanno che i fidanzati non sono, come si potrebbe dire, puri …. decidono di celebrare il matrimonio senza musica. Però, arrivare a prenderla addirittura a pugni, deve essere proprio un tipo duro questo parroco, e poi vanno a predicare il perdono !

Antonio

- Senta, lei deve smetterla di fare supposizioni e di chiedermi cose, ha capito ? Sono le dieci e quarantacinque e io fra un quarto d’ora devo essere sorridente e rilassato con mia figlia al braccio vestita da sposa; quindi si occupi della guida.

Il tassista (sottovoce)

- Accidenti quanto è scorbutico !

Antonio 

- Ecco via delle rose, sono arrivato a casa finalmente. Quanto le devo ?

Il tassista

-  ho Glielo avevo detto che il tassametro girava ! Sono cento euro.

Antonio

- Tenga i cento euro e ascolti il mio consiglio. In futuro se vuole continuare bene la carriera di tassista (urlando) si faccia i fatti suoi ! !

Il tassista

- Va bene, va bene, ascolterò il suo consiglio, ma adesso mi permetta di farle gli auguri e …. vedrà che alla fine il parroco si convincerà a far suonare l’organo. Sarà una bella cerimonia. Allora buon giorno e di nuovo tanti auguri.

Si spegne la luce sulla scena della strada e del taxi e si accende quella sulla chiesa.

Davanti alla chiesa questa volta ci sono Alberto, vestito da sposo e con un bouquet di fiori e i suoi genitori, Orazio e Carmela.

Dalla porta laterale del palcoscenico si avvicinano alla chiesa Titty al braccio di Antonio e Anna dall’altra parte.

Alberto (sorridendo)

- Mi sento così debole mamma, mi gira la testa, non riesco a stare in piedi. Non capisco se è per l’emozione o perché sono come un sacco vuoto.

Carmela

. Su, su bambino mio, guarda stanno arrivando, sorridi, c’è la tua Titty.

Antonio (quasi trascinato dalla figlia)

- Non correre Titty, fammi assaporare i primi momenti belli di questa giornata. Sei così bella, o papà, e io sono felice, felice, felice !

Dalla chiesa proviene la musica da matrimonio.

Antonio accompagna davanti alla chiesa la figlia.

Alberto le offre il bouquet di fiori; poi Antonio prende per mano la moglie.

Antonio (alla moglie sottovoce)

- Cara Anna, mi avevano detto che il giorno del matrimonio di una figlia è una grande emozione, ma parola d’onore, se dovessi raccontare a qualcuno ciò che è successo in queste sei ore, chi mi potrebbe credere ? Solo a te lo racconto moglie mia, più tardi, quando torniamo a casa !

F I N E