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Mario Fratti

PORNO

Atto Unico

Personaggi:

DORINE: moglie

DICK: l’attore

PAUL: il marito

Dorine è sola in casa; sta guardando la televisione.

Da una cabina telefonica vediamo Dick formare il numero; il telefono trilla nell’appartamento di Dorine.

DORINE: (sollevando il ricevitore) Pronto?

DICK     : Dorine?

DORINE: Sì…

DICK     : Sei sola? Puoi parlare?

DORINE: Chi è?

DICK     : Sono Dick.

DORINE: Dick chi?

DICK     : Dick Raffert… Non ti ricordi di me?

DORINE: (dopo una breve riflessione) Mi dispiace, no.

DICK     : Dick… Nel maggio 1986…

DORINE: Mi scusi ma come faccio a ricordare chi ho incontrato nell’ot-tantasei? E’ un nome comune. Ne devo aver conosciuti almeno dieci.

DICK     : Non come me, spero, non intimamante come me.

DORINE: Senta, io sono molto occupata e non posso…

DICK     : (interrompendo) Stai fingendo, lo so. Certo che mi ricordi… Dick, l’uomo che hai amato con tanta passione e generosità…

DORINE: (scettica, ironica) Io? Passione e generosità?

DICK     : Vuoi negarlo, adesso?

DORINE: Senta, lei ha sbagliato numero o ha voglia di scherzare.

DICK     : Mi dai del lei, adesso, dopo quel che abbiamo…

DORINE: Scusi ma io non la conosco, non ricordo, veramente!

DICK     : Nell’ottantasei… cinquantaquattresima strada… terzo piano… niente ascensore… (un silenzio).

DORINE: (che forse ricorda, ora) Terzo piano…

DICK     : Ti ricordi, adesso? Scale strette e sporche.

DORINE: (vaga) Forse, è possibile, tutto è possibile… Senta, senti, Dick, sono sposata, adesso. Un uomo che amo; siamo felici. Grazie della telefonata, buona notte.

DICK     : No, no, aspetta… Devi prima ricordare chi sono. E’ impossibile che tu mi abbia dimenticato.

DORINE: (per terminare la conversazione) Senti, Dick, ricordo tutto. Bravo! Sei stato… unico, speciale. Un vero maestro. E’ stato un gran piacere conoscerti. Ho un buon ricordo di te, un magnifico ricordo. Buona notte!

DICK     : Io non ti ho mai dimenticata.

DORINE: Ne sono contenta. Grazie del complimento. Buona notte!

DICK     : No… Devi prima dimostrarmi che almeno ricordi quel che abbiamo fatto insieme. Quelle ore preziose…

DORINE: Anni folli. Abbiamo fatto probabilmente follie.

DICK     : “Probabilmente”?

DORINE: Con certezza, con certezza!

DICK     : Dimmi quel che abbiamo fatto insieme.

DORINE: Che vuoi? La lista? Non conto, io. Non prendo appunti, non ricordo tutti i dettagli. Ti prego…

DICK     : Per esser sicuro del fatto che tu ti ricordi di me, descrivi quel che abbiamo fatto insieme con una parola sola – quattro lettere – solo quattro – una, due, tre, quattro… Facile, no?

DORINE: (riflettendo, senza capire a quel che lui allude) … E va bene. Abbiamo fatto anche quello. E adesso?

DICK     : Abbiamo fatto un … effe – i – elle – emme. Abbiamo fatto un film, insieme!

DORINE: (che ha finalmente capito) Ah. Sei tu quello che… Scusami. Non ci presentarono. Non ricordavo il tuo nome. Scusami.

DICK     : “Labbra roventi” – ricordi? Un bel filmetto. Lo avevo quasi dimenticato pure io ma oggi l’ho rivisto e… Io e te insieme… Dorine, non ho mai incontrato una donna più… sensuale di te… Generosa, appassionata, una vera campionessa… Ero eccitatissimo quando ho rivisto come tu mi…

DORINE: (interrompendo, preoccupata da questa notizia) Dove l’hai visto? Mi avevano promesso che l’avrebbero distrutto!

DICK     : E tu ti fidi di quella carogna del regista?

DORINE: Me l’aveva giurato! Qualche copia all’estero, che era impossibile recuperare. In Giappone, Hong Kong e Formosa. In America, nessuna copia! Tutte distrutte!

DICK     : Ti ho rivista mezz’ora fa e m’è tornato il desiderio. Sei stupenda, la migliore del mondo! Se sei sola, vengo a trovarti e…

DORINE: No, no! Sono sposatissima! Mio marito torna da un momento all’altro! Ti prego! Siamo felici. Non rovinar tutto con… (indugia; è indecisa e confusa) Dove l’hai visto? Dimmelo, per favore…

DICK     : Mi son goduto ogni momento, eccitatissimo. Ci metti passione vera. Tuo marito è un uomo fortunato. Fai a lui quel che facevi a…

DORINE: (interrompendo) Dove l’hai visto? L’ho perfino pagato, quel bastardo. Cinquecento dollari, perché distruggessero tutte le copie.

DICK     : Cinquecento? Ce ne dettero solo cento, per fare il film. Almeno a me. A te, quanto dettero?

DORINE: Anche a me, solo cento. Ero disperata in quel periodo. Dovevo pagare l’affitto. Poi le cose son migliorate. Adesso sto bene, son felice. Ti prego… Dimmi dove… Ho qualche soldino da parte. Lo ricompriamo…

DICK     : Insieme? Di nuovo insieme?

DORINE: No, ti prego. Il passato è passato. Son più vecchia, adesso, più saggia.

DICK     : Più esperta, forse, più appassionata, una vera donna.

DORINE: Dove? Dammi l’indirizzo. Ci passo domani e offrirò di comprarlo.

DICK     : L’ho già chiesto alla padrona.

DORINE: Che padrona?

DICK     : Del posto dove ho visto il film. Volevo la copia per me, per rivivere cento volte quei momenti. Non vuole venderla.

DORINE: Perché? Dov’è? E’ la padrona di un cinema? Forse lo pre-sentano pochi giorni e poi…

DICK     : Mi han detto che fa parte di un ciclo.

DORINE: Che ciclo?

DICK     : Un nastro che dura ventiquattro ore. Venti film messi insieme, mostrati initerrottamente.

DORINE: Dove?

DICK     : In questo locale.

DORINE: Che locale?

DICK     : Privato.

DORINE: Che è? Un cinema? Un club?

DICK     : Un club, in un certo senso; privatissimo.

DORINE: Chi ci va? Chi lo frequenta?

DICK     : (vago) Uomini e donne…

DORINE: Che tipo di donne? Perché vogliono vedere film simili?

DICK     : Non li vedono, in verità… Sono una specie di sottofondo.

DORINE: Sottofondo?

DICK     : Sfondo, mentre le coppie…

DORINE: Coppie? Che locale è? Dov’è?

DICK     : Alla quarantesima strada. Ci sono andato un paio di volte. Ed ho notato, questa volta ho notato… Quando mi son rivisto sullo schermo…

DORINE: Che schermo?

DICK     : Un video, un televideo… V.C.R. Le ho detto… (esita; si pente di aver detto tanto).

DORINE: A chi?

DICK     : … un’amichetta… Non si va soli in quei posti. Le ho detto: - Guarda là, guarda Dorine. Guarda e impara”. E devo dire la verità. Voi donne avete spirito di competizione. Ha provato ad imitarti, ha fatto del suo meglio ma nessuna è brava come te, Dorine. Ti chiami ancora Dorine o hai cambiato nome?

DORINE: (ignorando) Quel posto è quindi una specie di…?

DICK     : … pensione per… “amicizie affettuose”…

DORINE: Un bordello.

DICK     : In senso lato… Non ci sono donne. La donna te la porti tu… Loro offrono solo luci rosa, un letto, due asciugamani, il televisore che va avanti ininterrottamente… E tu eri là, fresca come una rosa, arrapata come una tigressa. Ma i gemiti che emettevi erano sul serio o per il regista? per il pubblico? Non l’ho mai capito. Non si capisce mai, con voi donne.

DORINE: Che tipo di locale? Elegante? Costoso? Che tipo di clientela?

DICK     : Modesto, prezzo medio. Direttori con segretarie, donne mature con giovincelli. Mi ha sorpreso veder coppie simili. Le donne di mezza età cominciano a volere i giovani. E pagano loro per la camera. Tuo marito, quanti anni ha? Io sono ancora in gamba. Trentasei. Una notte con me, Dorine, e…

DORINE: (interrompendo) Qual è l’indirizzo preciso?

DICK     : Fra la quinta e la terza. Dammi un’altra occasione, Dorine, e…

DORINE: No. Dammi l’indirizzo preciso:

DICK     : Te lo do quando ci vediamo. Ho un’idea. Ci vediamo lì, pigliamo la stanza e… cerchiamo di ricreare il film, stessa energia, stesso entusiasmo. Sarà un’esperienza originale, unica. Quanti avranno rifatto, nella vita, davanti al video, le stesse azioni godute in un film? Quanti? Nessuno, scommetto. Una situazione unica, siamo unici, io e te! Una coppia perfetta!

DORINE: Dimentica il passato, per favore, ed aiutami.

DICK     : (galante) A tua disposizione, amore!

DORINE: Non scherzare. In nome del passato, di quel che abbiamo fatto, goduto in…

DICK     : Goduto? Godevi sul serio, allora?

DORINE: (vaga) Sì… Eravamo giovani, era un’esperienza…

DICK     : Ma mi ignoravi subito, dopo, appena finito. Perché?

DORINE: Un’abitudine… Come fanno i grandi attori. Di fronte all’obiettivo si baciano. Poi: - “Ciao, ciao!”… Come se non si conoscessero. Volevo separare la mia vita sullo schermo da quella reale.

DICK     : (con desiderio) Torniamoci adesso alla realtà. Dopo aver rivisto quel film devo riaverti, ho bisogno di te! (con desiderio) Dorine, voglio darti…

DORINE: (interrompendo, fingendo che il marito sia arrivato) Mio marito! E’ alla porta! Dammi il tuo numero, subito! Ti richiamo io, domani!

DICK     : (incerto) Ma io…

DORINE: Subito, adesso, sta entrando! Riappendo!

DICK     : (rapidamente) Il numero di casa – 242-3317!

                 (Dorine riappende il ricevitore. Dick fa lo stesso, pensieroso, riflettendo).

                 (Breve oscurità, per indicare il passare del tempo).

(Qualche giorno dopo.Dorine indossa indumenti diversi. Sta leggendo. Entra Paul, il marito. Passo lento e misurato. La fissa con odio, a lungo).

DORINE: (timidamente, gentile) Vuoi una tazza di caffè?

(Paul avanza, furioso, la fissa. Le toglie il libro. Legge il titolo. Lo getta via. Picchia sul tavolo, furioso. Distrugge con rabbia diversi oggetti.

Dorine è impaurita).

DORINE: Che è successo? Che hai? Ti hanno licenziato?

PAUL     : Magari! Così moriresti di fame! Lo meriti!

DORINE: Perché? Che è successo? Che ho fatto?

PAUL     : Tanto sei abituata, no? Quando facevi l’attrice – off off – dove ho avuto la sfortuna d’incontrarti, mi dicesti che non ti pagavano. Fame nera, no?

DORINE: Tempi difficili. Ma ti prego, calmati. Dimmi che è successo!

PAUL     : Ti vidi, la prima volta, in quella commedia… al Caffè…

DORINE: Cafè La Mama… “Madame Senator”.

PAUL     : Eri una delle puttanelle.

DORINE: Un ruolo come un altro. Vestitissima, ricordi? Era una commedia musicale, politica.

PAUL     : Politica, sì. Si parlava di come fregare il prossimo. In quali altre commedie hai… recitato?

DORINE: (correndo ad un cassetto che apre) Tutte qui, ho i programmi. (li prende, li mostra) Off off… teatrini, cantine, scuole…

PAUL     : E non ti han mai pagata, eh?

DORINE: Raramente. Gli attori non son pagati a New York, lo sai…

PAUL     : Come vivevi? Come li pagavi i conti?

DORINE: Cameriera in diversi ristoranti, ricordi? Venisti anche tu, come cliente, ai “Tre Merli”…

PAUL     : Il merlo sono io!

DORINE: Non pagasti. Fosti ospite… Mi dissero che potevi mangiare gratis, di tanto in tanto…

PAUL     : Chi?

DORINE: Il padrone.

PAUL     : Amico tuo, Amico intimo? Amante?

DORINE: Oh no! Un brav’uomo. Innamoratissimo della moglie.

PAUL     : Avevi un agente, per le tue… imprese teatrali?

DORINE: No… E’ difficile trovare un agente. Solo se sei famosa…

PAUL     : (fissandola) Peccato… (lentamente) Ti avrebbe forse trovato occasione di… fare qualche film. (un silenzio. Si fissano) Quanti film hai girato?

DORINE: (vaga, incerta) Uno… un filmetto universitario…

PAUL     : Che ruolo avevi?

DORINE: … una delle studentesse.

PAUL     : E che faceva, questa studentessa? Andava a letto col profes-sore?

DORINE: Oh no! Eravamo sei o sette, ad un “party”.

PAUL     : Che tipo di “party”?

DORINE: Una festicciuola…

PAUL     : Che tipo di “festicciuola”? Un’orgia?

DORINE: No… Ma perché mi fai tutte queste domande?

PAUL     : … Son curioso sulla tua carriera cinematografica…

DORINE: Così? Tutt’ad un tratto?

PAUL     : (rompendo un altro vaso con rabbia) Sì, sì, improvvisamente, così! Tu non me ne parli mai. Non mi racconti mai niente! Quanti uomini ci sono stati, nella tua vita? Non me l’hai mai detto!

DORINE: Decidemmo di non fare stupidi elenchi. Il mio passato, il tuo passato non contano. Siamo rinati quando ci siamo incontrati, innamorati.

PAUL     : Troppo comodo, amica mia. (correggendosi) Troppo comodo, nemica della mia vita!

DORINE: Gli uomini hanno generalmente un passato più… intenso. Decine di donne, nella tua vita, ne sono sicura. Noi, invece…

PAUL     : Noi chi?

DORINE: Noi donne. Due o tre errori. Fidanzati che ci hanno ingannate, tradite, abbandonate.

PAUL     : Quanti?

DORINE: Te lo dissi… Tre… Ma perché rivangare il passato?

PAUL     : Perché voglio sapere!

DORINE: (studiandolo) Così? Ad un tratto? Che è successo? Chi hai visto?

PAUL     : Nessuno.

DORINE: Strano… Non sei mai tornato a casa così… furioso. Devi aver visto qualcuno, dev’esserci una ragione…

PAUL     : La ragione c’è ma prima… prima voglio la verità da te! La verità più assoluta! Quanti film hai fatto?

DORINE: … solo quello… un filmetto da niente…

PAUL     : Come mai non me l’hai mai mostrato?

DORINE: E’ andato dostrutto, bruciato… Non ci sono copie…

PAUL     : Ah sì? Sei sicura? Non ci sono copie! E che ne sai? Di quel tipo di film fanno migliaia di copie! (un silenzio; si fissano) Non dici niente? Perché non mi hai ammesso che era un film pornografico? Quel tizio con te, quello con cui facevi… quelle cose, era uno dei tre fidanzati? (un silenzio).

DORINE: (fissandolo) Dove l’hai visto?

PAUL     : Visto che?

DORINE: Un film erotico dove credi di riconoscere…

PAUL     : (furioso, interrompendo) Riconoscere? Bella faccia tosta! (la insegue perché vorrebbe picchiarla) Sei lì, lì con tutto… aperto, spalancato – oscenamente!

DORINE: (calma; sa ormai che il marito ha visto quel film nel bordello) Dove l’hai visto? Mostramelo.

PAUL     : Perché? Non l’hai visto, tu? Non eri curiosa di vederti in azione?

DORINE: Dove l’hai visto?

PAUL     : “Dove”? Non è importante il dove. Ciò che conta è il fatto che il film esiste e stai ammettendo che l’hai fatto, sei tu in quella… incredibile porcheria!

DORINE: Non ammetto niente. Voglio vederlo con te.

PAUL     : Sei pazza? E’ assurdo! Io mi presento in questo posto con te, mia moglie, e… lo vediamo insieme… fra tanti…

DORINE: Tanti chi?

PAUL     : I degenerati che vanno a vedere questo tipo di…

DORINE: Solo io e te. Lo vediamo solo io e te, privatamente. (un breve silenzio; Paul è perplesso) Andiamo. Se è una che somiglia a me…

PAUL     : (di nuovo furioso) Sei tu! Sei tu! E lo sai benissimo!

DORINE: (calma, continuando) … compriamo il film, lo ricompriamo.

PAUL     : E quelli te lo vendono? Io dovrei ricomprarlo, pagare per quel che tu…

DORINE: No. Io. Dopo che l’abbiamo visto insieme, diciamo al padrone di questo locale cinematografico che – o lo vende o lo quereliamo.

PAUL     : (sorpreso) “Quereliamo”?

DORINE: Ho l’eredità di papà, adesso. Posso querelare, esigere, comprare.

PAUL     : Ma guarda che faccia di bronzo! Invece di piangere, vergognar-ti, pentirti, chieder perdono.

DORINE: Io? Di che?

PAUL     : Di quel che hai fatto! Di quel mostruoso passato! (Dorine lo fissa, calmissima):

DORINE: Andiamo a vedere questo film, prima. Poi ne parliamo.

PAUL     : (esitante) E’ un luogo deprimente, squallido. Non è per signore come te…

DORINE: Ah sì? (ironica) Uno di quei localetti scuri scuri dove vanno uomini soli e disperati a vedersi il mercato della carne!

PAUL     : Mercato della carne, proprio! Sai di quel che parlo, vedi? Quando ho visto mia moglie fare quelle orribili cose… avrei voluto ammazzarti!

DORINE  : L’hai detto a nessuno?

PAUL     : A chi? Mi vergognavo come un ladro! E la ladra eri tu! La colpevole eri tu!

DORINE: (calma, vagamente ironica) Hai detto a questa persona – a questo tuo amico – in genere al cinema si va in compagnia – gli hai detto, a questo tuo amico, che quella donna somiglia a tua moglie?

PAUL     : Mai! Una cosa simile non si dice a nessuno!

DORINE: Nemmeno al tuo amico, un amico intimo?

PAUL     : No.

DORINE: Chi è? Lo conosco?

PAUL     : No! Nessuno che conosci!

DORINE: Meglio così. Se no, avrebbe potuto pensare pure lui che l’attrice somigliasse a me.

PAUL     : Attrice? Ma che attrice? Quella era una puttanona! E come se la godeva, quella puttana, il… (fa l’atto di picchiarla, di nuovo).

DORINE: (calma) Andiamo a vedere questo film. Mi hai incuriosita.

PAUL     : Hai una bella faccia tosta. Sai perfettamente di quel che sto parlando e fingi di…

DORINE: Non fingo nulla. Ma so perfettamente di quel che stai parlando.

PAUL     : (confuso) Allora… ammetti?

DORINE: Devo prima vederlo insieme a te. Andiamo.

PAUL     : (che ovviamente non vuole andare in quella casa d’appunta-menti) Prima devi dirmi che sei tu la protagonista di “Labbra Roventi”.

DORINE: Hai visto il mio nome, nei titoli?

PAUL     : No. Mi sono sfuggiti. Non li leggo mai.

DORINE: Non hai rivisto il principio, dopo lo shock, per curiosità, per vedere qual’era il nome dell’attrice?

PAUL     : No… è uno di quei locali dove… il film non si può rivedere subito… E’ un nastro V.C.R. che dura ventiquattro ore.

DORINE: (fingendosi sorpresa) Ventiquattro ore? A che ora l’hai visto, tu? Torniamo verso quell’ora e lo vediamo dal principio. Con i titoli, i nomi.

PAUL     : Non ricordo…

DORINE: All’ora di pranzo? Lasci spesso l’ufficio per un paio di ore…

PAUL     : Forse…

DORINE: Andiamo all’ora di pranzo, allora. (prende il giornale; consulta gli orari) Come si chiama quel cinema? E’ vicino al tuo ufficio?

PAUL     : Non sono nell’elenco quei localetti osceni.

DORINE: A che indirizzo?

PAUL     : (vago) Una stradetta vicino alla terza Avenue.

DORINE: Cinquantesima? Quarantesima? Trentesima?

PAUL     : (vago)  Fra la cinquantesima e la trentesima.

DORINE: Verso la quarantesima?

PAUL     : Pressappoco.

DORINE: E va bene. Andiamoci.

PAUL     : (cercando di evitare) Guarda, se ammetti che… eri tu, in quel film, e mi dici che ti vergogni, ti sei pentita…

DORINE: (fermamente) Non ammetto. Non mi vergogno. Non sono pentita. VOGLIO PRIMA I FATTI. Controlliamo i fatti.

PAUL     : (nuovamente furioso) Io t’ammazzo! Voi donne siete incredibili! Anche quando siete colpevoli, colte con le mani nel sacco o in questo caso con… - lasciamo perdere -, voi donne riuscite a cambiar le carte in tavola. Quasi quasi sto diventando io, l’accusato!

DORINE: Esattamente.

PAUL     : Che vuoi dire?

DORINE: Niente…

PAUL     : No, spiegati.

DORINE: Solo che non si accusa il prossimo senza le prove.

PAUL     : Più prove di così? Nessuno ha mai avuto prove come le mie! Sono prove “cinematografiche”. Dettagli incredibili – primi piani da capogiro.

DORINE: Bene. Andiamo a vederli, allora.

PAUL     : (fingendo di soffrire) Non posso, non posso… Soffrirei troppo… E’ uno spettacolo disgustoso. Non posso rivederlo ma son pronto a perdonarti se…

DORINE: Perdonarmi di che?

PAUL     : Di quell’orribile passato! Dovrei torturarti, ammazzarti, cacciarti di casa ed invece son qui che…

DORINE: Che?

PAUL     : Che devo quasi chieder scusa.

DORINE: Se non si hanno le prove, si deve chiedere scusa.

PAUL     : (incredulo, sbalordito) Tu parli sul serio. Dovrei chiederti scusa, io?

DORINE: Proprio così.

PAUL     : Di che?

DORINE: Lo sai.

PAUL     : Ma di che parli?

DORINE: Chiedi scusa e forse, se ti vedo sincero, ti perdono, io. Son pronta a capire.

PAUL     : (furioso) A morire, vuoi dire?

DORINE: “Capire”, ho detto. Noi donne sappiamo capire e perdonare.

PAUL     : (esplodendo) Sfacciata! Spudorata! Puttana! Prima fai cose simili, in film visti da milioni di persone. Le tue intimità esposte al mondo, per sempre, e poi mi domandi di chiederti scusa! Questo è il colmo! Fuori! Fuori di casa mia!

DORINE: (calmissima) Sì, me ne vado. (indossa una giacca; prende la borsa, pronta ad andar via; parla poi lentamente, con estrema chiarezza) Io ti ho… “tradito”, come dici tu, anni fa, prima di incontrarti. Tu mi hai tradita…OGGI.

                 (esce, lasciandolo sbalordito).

PAUL     : (a sé stesso, incredulo) OGGI? E COME FA A SAPERLO?

Immobilità – oscurità – sipario