Regali a Nelly

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REGALI A NELLY

Commedia in un atto

Di VALENTINO GAVI

PERSONAGGI

ALFREDO TORRE

NELLY

L’INCOGNITA

FEDERICO ROTA

GIORGINA

Porta comune nella parete di fondo.

Nella parete di sinistra, porta che conduce nella camera di Alfredo. Nella parete di destra, sul davanti, porta che mette nella camera di Nelly. Un piccolo paravento messo parallela­mente alla parete di destra in modo che il pub­blico veda chi vi sta dietro.

A sinistra un tavolino con un apparecchio te­lefonico. Poltrone, sedie, ecc. Eleganza.

Nelly                             - (indossa un’elegante vestaglia. E' intenta a dipingersi graziosamente gli occhi e la bocca).

Alfredo                         - (entra dal comune e si ferma a guardarla).

Nelly                             - (non s'avvede  di lui e continua la sua « toilette »

Alfredo                         - Da che col sa vesti oggi?

Nelly                             - Oh! Alfredo, sei tu?

Alfredo                         - Debbo forse ordinarti un costume da pagliaccio?

Nelly                             - Perché?  

Alfredo                         - Fai la tua figura con quel visi infarinato!

Nelly                             - Ecco, sempre brutta mi trovi…

Alfredo                         - Non soqual gusto impiastricciarti a tal segno... siede e sfoglia un giornale) Porcherie…porcherie…

Nelly                             - (lascia lo specchio e gli si avvicinai civettuola) Alfredo!

Alfredo                         - Ebbene?

Nelly                             - Come trovi il mio viso? (lo guarda e gli sorride).

Alfredo                         - Oh, affascinante!

Nelly                             - Sì, tesoro... (accostandoglisi) Ti piaccio ?

Alfredo                         - A quattro metri di distanza.

Nelly                             - Cattivo... Lo so che ti piaccio!

Alfredo                         - Allora, perché me lo domandi?

Nelly                             - Voglio che tu me lo ripeta.

Alfredo                         - Oh! no, che così non mi piaci punto.

Nelly                             - Birbante! (prendendogli il mento con un suo gesto seducente e fissandolo vicino con i dentini stretti e una grazia imperiosa) Guardami negli occhi... Come sono?

Alfredo                         - L'uno più grande dell'altro.

Nelly                             - Impossibile, (corre subito allo spec­chio) No, no... non è vero, (torna a lui e gli siede sulle ginocchia). Sentiamo... Se tu dovessi descriverli in un romanzo, come li di­resti i miei occhi?

Alfredo                         - Ma smettila... via!

Nelly                             - No, no... devi dirmelo... Qui, buono, tesoro mio... «Alta, slanciata... dagli occhi » dimmi, caro, « dagli occhi... ».

Alfredo                         - Corvini!

Nelly                             - Ma no... quello si dice per i capelli...

Alfredo                         - Ah, già... hai finito? (fa per al­zarsi).

Nelly                             - (trattenendolo) No... no... Voglio che  tu mi descriva tutta come in un romanzo... Ti aiuto ancora? « Dagli occhi neri come car­boni ».

Alfredo                         - Piuttosto fatti neri dai carboni.

Nelly                             - Sciocco! (imbronciata si allontana da lui).

Alfredo                         - (si alza con un sospiro di sollievo).

 Nelly                            - (corre dinanzi alla comune e la chiude colla sua persona).

Alfredo                         - (muove verso di lei meravigliato).

Nelly                             - Di qui non esci!

Alfredo                         - Nelly?!

Nelly                             - E' inutile... non esci!

Alfredo                         - Continua pure a impiastricciarti il viso, ma togliti di lì.

Nelly                             - Per chi mi prendi?

Alfredo                         - Ma cosa ti salta oggi?

Nelly                             - Mi salta, mi salta... che di qui non esci: ecco. Hai capito? Già... gli occhi corvini...

Alfredo                         - Be'... lasciamo passare la crisi...

(prende il giornale e siede ancora).

Nelly                             - (gli si appressa) Alfredo!

Alfredo                         - E' passata?

Nelly                             - Sì...

Alfredo                         - Allora posso andare?

Nelly                             - (scattando) Quello no. Prima dobbia­mo discorrere.

Alfredo                         - Di che?

Nelly                             - Di molte cose.

Alfredo                         - Racconta.

Nelly                             - Ecco, sempre imbronciato! Quando vai sulle furie tieni i bronci per dei secoli!

Alfredo                         - Sbrigati!

Nelly                             - (pestando un piedino) No.

Alfredo                         - (ripiglia la lettura).

Nelly                             - (gli si appressa e lo fissa).

Alfredo                         - Che c'è?

Nelly                             - Guardami.

Alfredo                         - Di nuovo?

Nelly                             - (dolcemente) No corvini, nevvero?

Alfredo                         - No, no, no... di Madonna, come vuoi, ma è finita?

Nelly                             - Sì.

Alfredo                         - Posso andare?

Nelly                             - Oh! no... la bocca, la bocca come?

Alfredo                         - Sporca!

Nelly                             - Ingrato.

Giorgina                        - (entra mentre Alfredo sta per uscire) C'è la ragazza della sarta.

Nelly                             - (le tronca con un gesto la parola).

Alfredo                         - (voltandosi di colpo) Come?

Nelly                             - (nuovo gesto nascosto).

Giorgina                        - (esce frettolosamente).

Alfredo                         - Ho inteso benissimo, sai?

Nelly                             - Cosa hai inteso?

Alfredo                         - E' per un'altra ce toilette » nevvero?

Nelly                             - Per il tuo onomastico.

Alfredo                         - Ah, sì?! Per il mio onomastico mi regali una nuova « toilette»... per te? Scher­zi, nevvero? Spero che tu voglia scherzare!

Nelly                             - Ecco che subito s'infuria.

Alfredo                         - Sai cosa debbo dirti? Che è ora di finirla... basta! basta! In questa stagione ne hai cambiate già troppe « toilettes », m'in­tendi? Ed io non son più disposto a pagare altri conti per le tue vanità.

Nelly                             - Alfredo!

Alfredo                         - A che tu t'imbelletti, ormai mi ci sono abituato, a che tu vesta elegantemente non mi ci sono mai opposto, ma che tu mi mandi in rovina, che tu mi liquidi, no, hai capito? non mi ci abituerò mai!

Nelly                             - Quando vuoi finirla...

Alfredo                         - Ho finito... ecco, sì... ho finito... A te ho detto tutto! (va all'apparecchio del te­lefono).

Nelly                             - Orso... brutto orso.

Alfredo                         - (al telefono) Mi favorisca il « tre, zero, sei ».

Nelly                             - (con un balzo) Che ne fai del « tre, zero, sei »?

Alfredo                         - Parlo io con la tua sarta.

Nelly                             - Diventi matto?

Alfredo                         - (al telefono) Pronto... sì... senta... Eh?!... Ah... Alfredo Torre... Mia moglie non ha bisogno di nessuna...

Nelly                             - (trascinandolo via) Ah, no, sai! Certe figure non le tollero, (al telefono) Mio marito è un imbecille! (tronca la comunicazio­ne) Ecco: hai sentito?

Alfredo                         - Sì! Ma lo sapevo già prima...

Nelly                             - Ed ora mi vesto ed esco.

Alfredo                         - Dove vai?

Nelly                             - A passeggio... ecco.

Alfredo                         - Tu oggi non devi uscire.

Nelly                             - Ed io esco.

Alfredo                         - Tu non esci.

Nelly                             - Esco... esco... esco... fugge via dalla porta sul davanti a destra).

Alfredo                         - Non esci! (passeggia, furibondo per la scena) Non esci!

Giorgina                        - (entra dalla comune) Signore... c'è questa busta per lei.

Alfredo                         - Una busta? Non la voglio.

Giorgina                        - E' urgente...

Alfredo                         - Non la voglio. Non accetto più cor­rispondenza. Già... in ogni busta, un conto da saldare... (a Giorgina) Cosa fai tu lì?

Giorgina                        - Aspetto i suoi ordini.

Alfredo                         - Non ho altro da dire... Non la vo­glio!

Giorgina                        - Sta bene. La consegnerò alla si­gnora... (fa per andar via da destra),

Alfredo                         - Dove vai ?

Giorgina                        - Dalla signora.

Alfredo                         - Come? Una busta indirizzata a me la consegni alla signora? Oh chi sono io?!

Giorgina                        - Scusi, signore...

Alfredo                         - Non ci sono scuse. Qui quella carta! (prende la busta). E un'altra volta che arri­va una busta per me, la respingi. Respingi tutta la mia corrispondenza. Hai capito? Ac­cetto solo le... cartoline illustrate!

Giorgina                        - Sta bene, signore.

Alfredo                         - (apre la lettera, legge svelto, ha un grido) Nooo! E' pazza...

Giorgina                        - Che succede?

Alfredo                         - Leggi, leggi qui...

Giorgina                        - (fa per avvicinarsi).

Alfredo                         - No... non leggere! Chi ti ha inse­gnato a immischiarti nei miei affari? Va via!

Giorgina                        - (via dalla comune).

Alfredo                         - Ma non è possibile... riapre la let­tera e legge forte) a Signore. Voglio conosce­re sua moglie. Lei sa che sono una donna stra­na che non resisto alle tentazioni, perciò ho deciso. Oggi la vengo a trovare a casa sua. Mi attenda. L'Incognita ». L'Incognita... La mia amante di domani viene qui... E' pazza... è pazza... suona lungamente ili panello finche entra la cameriera).

Giorgina                        - (entra dalla comune).

Alfredo                         - Sei ancora qui? Corri... corri..,

Giorgina                        - (si mette a correre di qua e di là).

Alfredo                         - (dietro di lei). Ma corri una volta

Giorgina                        - (c. s.) Corro...

Alfredo                         - Va a chiamare la signora, di corsa

Giorgina                        - Se non me lo dice (corre via destra).

Alfredo                         - Non capisce nulla! (passeggia nervoso per la camera).

Nelly                             - (entra da destra ansante. E' in vestaglia) Dio mio... Alfredo, che hai? succede?

Alfredo                         - Ancora in vestaglia ?

Nelly                             - Ho deciso di non uscire. Sai che finisco sempre coll'obbedirti.

Alfredo                         - Non è vero! Tu m'avevi detto che uscivi e dovevi essere ormai abbigliata.

Nelly                             - Alfredo... che hai? Sei molto nervoso... Non ti ho mai visto così...

Alfredo                         - Ho... ho... che tu m'inganni sem­pre.

Nelly                             - Credevo di farti piacere.

Alfredo                         - Tu devi uscire, hai capito? Andare a passeggio, rimanere fuori tutto il giorno co­me avevi deciso. 

Nelly                             - Ormai è tardi per vestirmi.

Alfredo                         - Ebbene, esci così.

Nelly                             -In vestaglia?

Alfredo                         - In vestaglia.

Nelly                             - Sei pazzo?

Alfredo                         - Niente affatto. Andrai in vettura chiusa. Tutto il giorno. Non ti vedrà nessuno. Voglio che tu esca. Sei lì, pallida... sembri ammalata. Lo sei anzi. Hai bisogno di aria... Devi uscire, pigliare dell'aria.

Nelly                             - In una vettura chiusa ?

Alfredo                         - Aprirai gli sportelli. Perbacco! Se non fai del moto, muori tu. Guarda che oc­chi... Cerchiati fin qui!

Nelly                             - Ma no... Quello è il lapis.

Alfredo                         - L'aria e il sole scoloriranno anche il lapis e stasera avrai riacquistata la tua sa­lute.

Nelly                             - Io sto benissimo.

Alfredo                         - Tu devi uscire!

Nelly                             - Ed io non esco.

Alfredo                         - Tu esci.

Nelly                             - Non esco!... non esco!... non esco!...

Giorgina                        - (dalla comune) C'è una signora... Debbo introdurre?

alfredo                          - Ah! E' lei. (si lascia cadere su di una poltrona).

Nelly                             - Alfredo mio... Ti senti male?

Alfredo                         - Non ricevere nessuno, che può dar­si che muoia...

Nelly                             - Un dottore... Vai per un dottore.

Alfredo                         - Niente dottori. Non credo ai dot­tori... Manda via anche quella signora. Forse è una dottoressa. Non la voglio vedere.

Giorgina                        - No, signore. E' la sarta.

Alfredo                         - E' la sarta? (si alza e sospira). Perché non l'hai detto prima?

Nelly                             - Ti senti meglio?

Alfredo                         - Sei sicura che sia proprio la sarta?

Giorgina                        - Sicurissima.

Alfredo                         - Perché non l'hai detto subito?

Nelly                             - Stai meglio? Posso ricevere?

Alfredo                         - Sto benissimo. Ricevi... perché non dovresti ricevere?

Giorgina                        - (via).

Alfredo                         - (trattenendo Nelly) Senti, tu do­vresti andare con la sarta... vedere qualche nuovo modello.

Nelly                             - (abbracciandolo) Caro... caro... Un altro vestitino vuoi che mi faccia?

Alfredo                         - (rifacendole la voce) Sì... sì... un altro vestitino...

Nelly                             - (corre via).

Alfredo                         - Ah! ecco il mezzo per farla uscire!

Giorgina                        - (dalla comune) Posso introdurre?

Alfredo                         - (sobbalzando) Ancora gente? Ah! stavolta è lei... certo.

Giorgina                        - Signore, si sente male?

Alfredo                         - Sto benissimo.

Giorgina                        - Scusi... Cercano lei.

Alfredo                         - Non t'ho detto che non ricevo?... Soltanto le cartoline illustrate...

Giorgina                        - Non sapevo che neanche le per­sone...

Alfredo                         - Niente. Delle persone accetto solo la fotografia! (via da destra).

Federico                        - (entra dalla comune) Permesso?

Giorgina                        - (stizzita) No, signore.

Federico                        - Come? Se non ci siete che voi...

Giorgina                        - Ho l'ordine di non ricevere.

Federico                        - E' impossibile. Alfredo mi riceve sempre. Forse non mi avete annunciato.

Giorgina                        - Sì, sì... non mi ha voluto ascoltare, è andato sulle furie e mi ha piantata in asso. Ne ho basta di strapazzate... Se crede lasci la sua fotografia o scriva il suo nome su di una cartolina illustrata. E ripassi un altro giorno. (via dalla comune).

Federico                        - (solo) Ma cosa dice quella ragazza... la mia fotografia? Il mio nome? E' pazza...

Nelly                             - (entra da destra, in abito da passeggio, elegantissima) Oh! signor Federico, come sta?

Federico                        - Grazie. Bene, signora.

Nelly                             - Come mai qui solo? E' forse uscito mio marito?

Federico                        - No, è in casa, ma non mi vuol ri­cevere.

Nelly                             - E' impossibile.

Federico                        - Così mi disse la cameriera.

Nelly                             - Oh! Quella è poco intelligente. Non bisogna badarci. Mio marito forse ha dato quell'ordine essendo un po' indisposto. Ma per lei no, certo.

Federico                        - Grazie. Lei usciva, signora? Sono giunto importuno.

Nelly                             - S'immagini. Uscivo per far piacere a mio marito. Mi trova pallida... vuole che pi­gli dell'aria...

Federico                        - Sta benissimo.

Nelly                             - Eppoi esco anche per delle compere. Per un regalo, capisce, un regalo di Alfredo!

Federico                        - Sempre sposini...

Nelly                             - Oh sì! Ci vogliamo un gran bene... E la sua signora?

Federico                        - A casa... E' sempre molto occupa­ta, con quella passione che non l'abbandona per il suo lavoro... In questi giorni le sono giunti dei modelli da Parigi e le clienti si af­follano, capisce? E lei bisogna si trovi in casa.

Nelly                             - Chissà che bei cappellini avrà rice­vuto.

Federico                        - Tutto quello che la moda di questo anno ha suggerito di migliore.

Nelly                             - Però lei è cattivo, signor Federico. Ha sposato e non ci ha mai presentata sua mo­glie.

Federico                        - Avevo appunto pensato di farla venire qui oggi.

Nelly                             - Intanto è venuto solo.

Federico                        - L'ho preceduta. Non deve tardare a giungere.

Nelly                             - Verrà? Oh, che gioia!

Federico                        - Ma lei deve uscire...

Nelly                             - No, no... Non ho nessun impegno urgente (si toglie il cappello). Uscirò do­mani...

Federico                        - Mi dispiace darle tanto disturbo.

Nelly                             - Un vero piacere... un vero piacere... Avverto subito Alfredo. Perdoni... via da destra).

Alfredo                         - (entra con un'esclamazione di meraviglia) Tu? Federico! Oh! grazie, (l'abbraccia) Grazie di essere tu... di essere un uomo, capisci?

Federico                        - Sono proprio io, e non mi volevi ricevere.

Alfredo                         - Ma no. E' la mia cameriera che è un'oca. Non capisce niente... Ma tu, caro Fe­derico, come stai?... Lascia che ti guardi... Hai una cera... Che ti è successo?

Federico                        - Cose gravi. Mia moglie non mi ama abbastanza.

Alfredo                         - Oh! di già?

Federico                        - Non mica che m'inganni, ma ha mutato. S'è tutta dedicata al suo lavoro e di me quasi più non si cura. Ed io ne soffro perché avrei bisogno ora più che mai di ve­dermela attorno gaia, spensierata... a chieder­mi con un bacio una nuova veste...

Alfredo                         - Taci... ti prego, taci...

Federico                        - Perché?

Alfredo                         - Ciò che tu dici è incredibile. Come? tua moglie non s'è lasciata prendere dal fasci­no del lusso e ti lagni? Io non la conosco, ma posso affermarti che tu hai una moglie ideale, capisci?

Federico                        - Ma io l'amo e vorrei...

Alfredo                         - Basta, basta! non ne parliamo...

Federico                        - Parliamone invece. Tanto più che oggi verrà qui. L'ho pregata di venire perché tu la conosca.

Alfredo                         - Lei qui oggi? No, senti, Federico, mi spiace, ma oggi proprio non posso. Ho degli impegni delicati...

Federico                        - Via! Non vuoi sacrificare due ore alla mia felicità?

Alfredo                         - Cosa vuoi che faccia per la tua fe­licità?

Federico                        - Ho pensato a tutto. Mia moglie vie­ne qui, tu con una scusa qualsiasi rimarrai solo con lei. Io mi nasconderò in un posto da potervi udire... ecco            - (indica il paravento) dietro a quel paravento, uscirò solo quando l'avrai convinta...

Alfredo                         - Di che?

Federico                        - Le parlerai di me, le dirai ch'io la adoro, che fa male a trascurarmi, che ho tan­to bisogno del suo affetto...

Alfredo                         - Ma che ti salta? Perché proprio io debbo fare quello? Parlale tu, che sei suo ma­rito.

Federico                        - No, no, vedi... Io non ho la forza... Tu devi aiutarmi.

Alfredo                         - (tra se) Fra poco sarà qui la mia Incognita. Dio, che imbrogli! (a Federico) Credi, è ridicolo ciò. Rimandiamola ad un altro giorno... Tanto più che vorrà cono mia moglie. E non c'è... ha dovuto uscire urgenza...

Federico                        - E' in casa.

Alfredo                         - Come lo sai tu?

Federico                        - Ho parlato con lei ora.

Alfredo                         - Che ti ha detto?

Federico                        - Mi disse che era tutta felice di conoscere mia moglie e che l'avrebbe at Non esce più.

Alfredo                         - No... Non è vero... Dimmi che è uno scherzo...

Federico                        - Ma che hai?

Nelly                             - (entra da destra) Sei qui? Ti cercavo...

Alfredo                         - Ah! Ancora qui! (si lascia cadere su di una poltrona) E' finita!... E' finita!

Nelly                             - Alfredo!

Alfredo                         - Sei tu la causa dei miei mali. colia tua disobbedienza.

Nelly                             - Ma...

Alfredo                         - (scattando) Non ci sono ma! Voglio che tu esca... Lo voglio! (le indica la portai destra con un gesto imperioso e rimane così comicamente, anche quando Nelly è uscita),

Nelly                             - Sta bene... via da destra).

Alfredo                         - (rimane fermo, rigido, col suo braccia teso).

Federico                        - Sei rimasto di sasso? (fa per smuoverlo).

Alfredo                         - (c. s.) No, sta fermo... Guarda se è andata via...

Federico                        - (apre l'uscio di destra e guarda fuori, poi:) Sì, sì... non c'è nessuno.

Alfredo                         - (riprende la posizione normale) Al­lora posso muovermi. Sai, di solito Nelly sta ad origliare dalla fessura dell'uscio per sapere se sono realmente infuriato.

Federico                        - Non ha torto, poverina. L'hai trat­tata così male!

Federico                        - Taci tu, che sei la causa di tutto. Sei sposato da un anno e non mi hai presen­tato tua moglie mai. Avevi tempo domani, dopo domani, dieci, venti anni fino al giorno che morrai, per presentarmela... No! Hai scelto proprio oggi che mia moglie doveva uscire e che io avevo impegni...

Federico                        - Sei poco gentile...

Alfredo                         - Tu non puoi capire. Vieni qui e ascoltami.

Federico                        - Cosa c'è?

Alfredo                         - Siedi.

Federico                        - (siede).

Alfredo                         - (gli siede vicino)

Federico                        - Tu?!

Alfredo                         - Cioè... Sto per avere un'amante.

Federico                        - Ah!... Ah!... Ah!...

Alfredo                         - Ridi?

Federico                        - (c. s.) Me lo dici così... con una faccia da idiota...

Alfredo                         - Ti prego di non insultarmi ad alta voce. Ascolta. Fra dieci minuti, fra un'ora, avrò un'amante.

Federico                        - Ah!... Ah!... Ah!...

Alfredo                         - Forse che non posso avere un'aman­te io? Sono brutto?

Federico                        - Chi è costei?

Alfredo                         - Ma!

Federico                        - Dove l'hai conosciuta?

Alfredo                         - Sei troppo curioso. L'ho conosciuta per caso... Mi è piaciuta, l'ho seguita... l'ho fermata... le ho fatto una dichiarazione...

Federico                        - E lei?

Alfredo                         - Mi ha chiesto: « E' ammogliato? ». Dalla domanda ho capito subito che mi amava.  Non ti pare? Ho risposto: « No! ».

Federico                        - E lei?

Alfredo                         - Lei ha detto: « bugiardo! » così con un accento come a dirmi: «t'adoro! ». Poi ha aggiunto: « Credo che lei perderà del tempo inutilmente ».

Federico                        - Ah!... Ah!... Ah!...

Alfredo                         - Non ridere. Con una donna non bi­sogna mai badare alle parole, ma all'accento.

Federico                        - E l'accento com'era?

Alfredo                         - Così, senti... (fa una voce svene­vole, si contorce come per imitare la voce e il gesto dell'Incognita). «Temo che lei perderà il suo tempo ». Allora io di colpo le ho chie­sto il nome: «Almeno il suo nome mi dica, che lo porterò scolpito nel cuore...».

Federico                        - Ebbene?

Alfredo                         - « Incognita! » mi ha risposto.

Federico                        - Ah!... Ah!... Ah!...

Alfredo                         - Si vede che non sei profondo. Se mi avesse detto senz'altro mi chiamo Nini, Lilì, Fifì... non mi sarei entusiasmato. Invece quell'« Incognita » voleva dire... Io sono una per­sona per bene, una donna maritata, e non posso dirle subito il mio nome.

Federico                        - E poi?

Alfredo                         - Il « flirt » è continuato... Da due mesi ci amiamo ma... niente!

Federico                        - Una conquista... originale.

Alfredo                         - Per questo mi piace. Tutte le volte che insistevo su certi argomenti, sai cosa mi rispondeva? «No! Non sarò vostra fintanto che non avrò conosciuta vostra moglie e non mi sarò accertata che non l'amate...». Ebbe­ne, oggi, lei, la mia Incognita... viene qui!

Federico                        - Viene qui?

Alfredo                         - L'aspetto da un istante all'altro. Ho fatto di tutto per far uscire mia moglie, per trovarmi solo... Perché non succedesse nes­sun « patatrac » sono arrivato ad ordinarle un nuovo abito... Ed ora, sul più bello, capi­ti tu a trattenerla. Capisci cos'hai saputo fa­re? Bel servizio! Già... non mica per te, sai, ma se c'è una persona che ti rompa le sca­tole è sempre... un amico.

Federico                        - Grazie.

Alfredo                         - Non l'ho detto per te... Ti ho av­vertito prima.

Giorgina                        - (annunziando) La signora Rota!

Federico                        - Mia moglie! Ti prego... Convincila tu... Grazie... Grazie... (Si nasconde dietro il paravento ed è in vista del pubblico).

Alfredo                         - Cosa debbo dire a costei ?

Giorgina                        - Posso far passare?

Alfredo                         - Sì, avanti.

Giorgina                        - (introduce l'Incognita e via).

Federico                        - (rimane dietro il paravento).

L’Incognita                   - (entra. Elegante).

Alfredo                         - (ha un movimento di sorpresa, vacilla, sta per cadere... Tra sè) La mia Incognita è sua moglie!

Incognita                       - Signore...

Alfredo                         - Signora... Inchinandosi indietreg­gia fino al paravento. Piano a Federico). Sei certo che sia tua moglie?

Federico                        - Certissimo.

Alfredo                         - Chi l'avrebbe mai pensato... Con un nuovo e più profondo inchinò). Signora...

Incognita                       - Signore...

Federico                        - (tra sè) Non sanno dire altro?

Alfredo                         - Se vuole accomodarsi...

Incognita                       - (un po' incerta e meravigliata) Grazie.

Alfredo                         - Forse ha molta premura?

Incognita                       - No, affatto... siede).

Alfredo                         - (rimane in piedi imbarazzato).

Incognita                       - Non siede lei?

Alfredo                         - Sa... Credevo che avesse premura...

Incognita                       - Le ho detto di no.

Alfredo                         - E' vero... (siede).

Incognita                       - Dunque?

Alfredo                         - (dopo una pausa) Bel tempo oggi... Tempo da passeggiate...

Incognita                       - Forse voleva uscire?

Alfredo                         - No, dico per lei... La vedo così pallida... Sembra che non stia bene... Una pas­seggiata le sarebbe di ristoro.

Incognita                       - Sto benissimo... Sono sempre pal­lida io.

Federico                        - (tra sè) Non hanno altro da dire?

Incognita                       - (dopo una pausa) Che ne pensa di questa visita della...

Alfredo                         - Ssss!

Incognita                       - ... della sua Incognita?

Alfredo                         - (copre la parola « Incognita » con un improvviso tossire).

Incognita                       - Ha la tosse?

Alfredo                         - Ho la tosse.

Incognita                       - Così... all'improvviso.

Alfredo                         - Soffro il fumo del sigaro!

Incognita                       - Ma qui non fuma nessuno.

Alfredo                         - E' nell'ambiente. Mia moglie fuma molto.

Incognita                       - Il sigaro?

Alfredo                         - Tutto il giorno. Il sigaro, le siga­rette, la pipa...

Incognita                       - (dà in una risata) Ah! ah! ah!...

Alfredo                         - No, la pipa no! (tra se) Chi l'a­vrebbe mai pensato...

Federico                        - Ma non sanno dire altro?

Incognita                       - Non mi aspettava oggi, nevvero?

Alfredo                         - (cerca con i gesti di farle capire che non sono soli).

Incognita                       - (guarda attorno seguendo i gesti di lui, senza capire).

Alfredo                         - (c. s.) Capisce?

Incognita                       - (c. s.) Io no.

                                     

Federico                        - Neanch'io.

Alfredo                         - Qui siamo in... (indica tre colle dita).

Incognita                       - (che non capisce) - In casa sua.

Alfredo                         - Brava! E lei è venuta qui per...

Incognita                       - Per parlare con sua moglie.

Alfredo                         - Ha avuto una bellissima idea!

Incognita                       - Ma a lei secca un pochino...

Alfredo                         - (tra se) Altro che pochino! (All'In­cognita) Oh... un vero piacere.

Incognita                       - Sa che le farò fare delle spese?

Alfredo                         - Anche lei?

Incognita                       - Dovevo trovare un motivo per ve­nire da sua moglie.

Alfredo                         - E l'ha trovato?

Incognita                       - Certo. Io... sono modista.

Alfredo                         - E vuol vendere dei cappelli a mia moglie...

Incognita                       - Precisamente. L'inviterò a vedere dei modelli. Così io avrò il piacere di cono­scerla e lei... di farle dei regali.

Alfredo                         - Farle dei regali? Il piacere sarà tutto mio! (Una pausa)

Incognita                       - Allora?

Alfredo                         - Ecco.

Incognita                       - Che cosa?

Alfredo                         - Così... come dice lei.

Incognita                   - Niente altro?

Alfredo                         - Ha forse qualche impegno?

Incognita                       - Sa che è molto strano? Si direbbe che mi vuol mandare via ad ogni momento…..

Alfredo                         - Le pare... (Una pausa).

Incognita                       -In realtà non credevo che lei si trovasse tanto imbarazzato.

Alfredo                         - Sono così timido...

Incognita                       - Davvero?

Alfredo                         - Non vede come sono rosso in viso

Incognita                       - Sì, un pochino, ma è il suo colorito naturale...

Alfredo                         - Pare... Lo crede lei. Invero si è che ho sempre vergogna!

Federico                        - Che razza di discorsi sta facendo!

Incognita                       - S'io credessi invece che lei si tro­va sui carboni accesi?

Alfredo                         - E' vero!

Incognita                       - Ebbene, mi chiami sua moglie e vedrà che tutto andrà bene.

Alfredo                         - Si... gliela chiamo  - (fa per uscire di destra).

Federico                        - (lo richiama, piano) Alfredo, ti prego, parlale di me.

Alfredo                         - Ah! m'ero dimenticato (Ritorna dall 'Incognita).

Incognita                       - Ebbene? sua moglie?

Alfredo                         - Debbo parlarle!

Incognita                       - Meno male. Dica.

Alfredo                         - (non sa come incominciare e tace imbarazzato).

Incognita                       - Dica.

Alfredo                         - Ecco...

Incognita                       - Coraggio, non si fermi.

Alfredo                         - Le dirò...

Incognita                       - Che cosa?

Alfredo                         - Le debbo dire... indietreggia fino al parapetto e rivolto a Federico, piano:) Suggeriscimi tu.

Incognita                       - L'ascolto.

Federico                        - (suggerisce) Signora...

Alfredo                         - (acquistando energia, grida) Si­gnora!...

Incognita                       - (con un grido di spavento) Che c'è... Dio mio!

Federico                        - (c. s.) No, così forte!

Incognita                       - Che cosa?

Alfredo                         - Volevo dirle « Signora... » così, dolcemente, per metterla sull'avviso per parlare...

Incognita                       - Mi ha fatto tanto spavento...

Alfredo                         - (a Federico) Suggerisci...

Federico                        - (suggerisce) Signora...

Alfredo                         - (più moderato) Signora...

Incognita                       - Questo me l'aveva detto ormai.

Federico                        - (c. s.) Lei ha un marito...

Alfredo                         - (energico) Lei ha un marito!

Incognita                       - Certo. Ne debbo avere una doz­zina?

Alfredo                         - E' vero. Basta uno...

Federico                        - (suggerisce) Un marito che è una perla.

Alfredo                         - (che capisce male) ... Purché non lo perda.

Incognita                       - (ridendo) Ma cosa sta dicendo?...

Federico                        - (ripete) ... che è una perla!

Incognita                       - Io? Grazie del complimento.

Federico                        - (ripete ancora, esasperato) No. Suo marito è una perla.

Alfredo                         - Sicuro. Anche suo marito è una perla. Sono due perle!

Incognita                       - Signor Alfredo!... (Ride).

Federico                        - (suggerisce) Suo marito non è più giovane.

Alfredo                         - Suo marito è vecchio ormai...

Incognita                       - Ma no.

Alfredo                         - E' decrepito!

Incognita                       - Ma no...

Federico                        - (c. s.) Ha bisogno di essere amato.

Alfredo                         - Ha un'età insomma che ha bisogno di essere amato, accarezzato... viziato...

Incognita                       - Signore!

Federico                        - (c. s.) Esageri.

Alfredo                         - Sì, lo so... forse esagero. Ma è perché conosco suo marito, so che l'ama, che l'adora... che sarebbe tanto felice di essere contraccambiato, e invece lei lo trascura... sta bene, per il dovere... Ma dovrebbe capire che il primo dovere per una moglie è quello di illudere il marito di essere da lei amato.

Incognita                       - Io lo rispetto... Sono onesta...

Federico                        - (suggerisce) Non basta...

Alfredo                         - Non basta!

Incognita                       - Che debbo fare?

Alfredo                         - E chi lo sa?

Incognita                       - Come?

Alfredo                         - (dà uno sguardo dietro il paravento).

Federico                        - (gli fa dei grandi gesti per ricordargli l'abbigliamento).

Alfredo                         - (ripete i gesti esagerandoli e senza ca­pire che significhino).

Incognita                       - Non capisco.

Alfredo                         - Si deve...( c. s.).

Incognita                       - Ho capito! Avere un figlio...

Alfredo                         - Sicuro...

Federico                        - (esasperato) No! (suggerisce). Cura nell' abbigliarsi...

Alfredo                         - E per ciò bisogna vestirsi...

Incognita                       - Per avere un figlio?

Federico                        - (esasperato) No!

Alfredo                         - Volevo dire che per piacere ai pro­prio marito bisogna vestire elegantemente.

Incognita                       - Questo non è un complimento.

Alfredo                         - Oh, lei è elegantissima... ma biso­gna chiedere di più... domandargli un nuovo abito ogni giorno, mandarlo in rovina... li­quidarlo...

Federico                        - (c. s.) No... no...

Alfredo                         - Per modo di dire, s'intende. Solo in tal modo il marito sarà un buon alleato an­che se lei avesse un amante.

Federico                        - (c. s.) Cosa bestemmi?

Alfredo                         - Anche questo, s'intende, per modo

di dire.

Incognita                       - (ostile) Dunque, lei mi consiglia di amare molto mio marito?

Alfredo                         - Sicuro.

Incognita                       - (irritata, allontanandosi verso sini­stra) Oh! questo da lei... non me l'aspet­tavo!

Alfredo                         - (lasciando il paravento e seguendola) Sì, sono io che dico questo perché... perché... (improvvisamente piano) Dietro il paravento c'è vostro marito!

Incognita                       - (che capisce) Oh! Perché non me l'avete detto prima?

Alfredo                         - Non potevo, ci udiva.

Federico                        - Che dicono ora piano?

Incognita                       - (forte) Sta bene signore... io se­guirò i suoi consigli. Ma deve sapere che lo amo realmente mio marito...

Incognita - Alfredo       - (si baciano).

Federico                        - Dio, come sono felice!

Incognita                       - Forse non mi son fatta capire, ma rimedierò... (Si baciano ancora).

Federico                        - Dio come sono felice!

Nelly                             - (entra da destra vestita da passeggio. Vede i due in colloquio intimo, fa per preci­pitarsi, ma Federico (l'afferra per il vestito e la trascina dietro il paravento perché non interrompa la scena. Trattenendola) E' mia moglie.

Nelly                             - (esasperata) Me ne infischio!

Incognita                       - (continuando) D'ora innanzi sarò tenera... affettuosa... Accarezza Alfredo).

Alfredo                         - Sì... così... così...

(In quel mentre Federico e Nelly lottando investono nel piccolo paravento, lo rovesciano).

Nelly                             - (all'Incognita) Che cosa confabulava lei, signora, con mio marito?

Incognita                       - (calma) Con suo marito si parlava di mode.

Alfredo                         - (subito) Si combinava di farti un regalo.

Nelly                             - (improvvisamente giuliva) Davvero! Oh! perdoni...

Incognita                       - Lei deve sapere che mi son giunti bellissimi modelli da Parigi e suo marito…

Alfredo                         - (interrompendola) Te li regalo tutti

Nelly                             - Tutti? O che bellezza!

(Le due donne proseguono il discorso andando verso la comune).

 Federico                       - Grazie, Alfredo.

Alfredo                         - Figurati!

Federico                        - Peccato, sul più bello è giunta tua moglie!

Alfredo                         - Proprio sul più bello.

Federico                        - Ma verrai a casa mia... Domani potrai continuare...

Alfredo                         - Continuare? Ah no!... tra sé, rivolto al pubblico). No, no. Niente amanti. costano... troppi regali a mia moglie.

Federico                        - Ebbene, che pensi?

Alfredo                         - Domani, ecco, non verrò da te... ho impegni.

Nelly                             - (ritorna sola. dalla comune, corre nelle braccia di Alfredo, esclamando:) Grazie, grazie, Alfredo: ti adoro!

FINE