Retroscena

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                                      R E T R O S C E N A

                                                     

                                                                   DI

                                       

                                                    EPHRAIM     KISHON

ORIGINALE RADIOFONICO SATYIRICO

Le scene di questo originale radiofonico non si susseguono in ordine cronologico; il regista può quindi sopprimere talune o invertirne l’ordine a suo piacere, senza che né il sapore satirico né il carattere del lavoro abbiano a soffrirne.

La nota umoristica verrà accentuata se coloro i quali prendono parte all’esecuzione del presente lavoro imiteranno voci e manierismi tipici di attori – o di altre personalità note nell’ambiente del teatro – del paese in cui vene effettuata la trasmissione.

1)     MUSICA BURLESCA A BASE SI SAXOFONI, ARMONICHE A BOCCA, ECC.

2)    IL SUONO DELLA MUSICA A AFFIEVOLISCE E SI DISSOLVE IN UNO SCROSCIO DI APPLAUSI MISTI A GRIDA         

        DI ENTUSIASMO: Bravo! Bravo Podmanitzky!

3)     ANNUNCIATORE – (GLI APPLAUSI CONTINUANO COME SOTTOSFONDO) Sì, signori: siamo in teatro. Come le descriverebbero la scena nella cronaca degli spettacoli?...”Al calare del sipario la compagnia ha ricevuto un’entusiastica ovazione dal pubblico…”Emozionante, vero? Dai ministeri, dagli uffici, dai campi, dalle fabbriche, dalle botteghe – da ogni parte, centinaia di persone han preso d’assalto il botteghino per un biglietto di invito per assistere a questa première! Ed ecco qua, davanti ai nostri occhi, sotto le luci abbaglianti della ribalta l’adorato e riverito idolo del pubblico. L’attore!...Come si crogiola beato al calore del successo! e’ un re! Ha ottenuto tutto cui aspira un uomo. Celebrità! Onori! Il suo nome è famoso!...e tutti, naturalmente, si precipitano dietro le quinte per andargli a stringere la mano…(IL SUONO DEGLI APPLAUSI SI AFFIEVOLISCE E SI DISSOLVE IN QUELLO DI VOCI DI CENTINAIA DI PERSONE CHE SI RALLEGRANO CON L’ATTORE. IL SUONO DELLE VOCI CONTINUA COME SOTTOFONDO A QUANTO SEGUE)

VOCE DI DONNA                   Podmanisky!…..Podmanitsky!

YARDEN PODMANITSKY     Dica, signora…

VOCE DI DONNA                   Permetta che mi congratuli! E’ stato fantastico!

YARDEN PODMANITSKY      Le pare?

VOCE DI DONNA                    Ha superato se stesso!

YARDEN P.                              Trova?

VOCE DI DONNA                    E quel secondo atto!

YARDEN P.                               (freddo) Non son comparso nel secondo atto.

VOCE DI DONNA                    Ah!...Ecco perché ho pianto…forse.

I° UOMO                                  Signor Podmanitzky! Ci ha conquistato tutti stasera!

YARDEN P.                               Dice?

1° UOMO                                 Insuperabile! Non ho fatto che cantar le sue lodi durante gli intervalli!

ARDEN                                      Davvero?

2

I°  UOMO                Impossibile frenarsi! Zitti tutti, ho detto1 a me piace molto Podmanitzky, moltissimo!                Siete una massa di cretini. Non capite nulla di teatro! Podmanitzky è un grande attore! Ecco come l’ho definita, Signor Podmanitzky, un grande attore! L’ho dichiarato in faccia a tutti!

YARDEN P.                    (in tono acido) Grazie.

SHLOMO KINORI         Yaden!....Yarden!...Dove sei?

YARDEN P.                    Eccomi qua, caro Shlomo…eccomi qua.

SHLOMO K.                   Sei stato grande, Yarden!

YARDEN P.                     Detesto i complimenti, dimmi sinceramente la tua opinione.

SHLOMP K.                    Eccezionale!

YARDEN P.                     Il che significa….

SHLOMO K.                   Colossale!

YARDEN P.                     Continua!

SHLOMO K.                    Piramidale!

YARDEN P.                      Ancora….

SHLOMO K.                    Claustrofobico!

YARDEN P.             Che vai dicendo! Son entrato in sena con quaranta di febbre. Al terso atto, stavo svenendo.

SHLOMO K.                     No, no! Indimenticabile! Li hai divorati! Annientati! Spappolati! Tutti.

YARDEN P.                   Basta coi complimenti, non mi piacciono…Ehi! Dove scappi?...Un momento!...Aspetta, Shlomo!.......

4) IL FRASTUONO E LE GRIDA VANNO DIMINUENDO GRADUALMENTE.

ANNUNCIATORE              Ma Shlomo non vuole aspettare, il che rientra nell’ordine normale delle cose. Lo spettatore è sempre disposto a concedere una sconfinata ammirazione all’attore, ma solo in teatro, e, possibilmente, finchè ne è a debita distanza. Una volta fuori, nessuno desidera cadere fra le grinfie di Yarden Pommanitzky, neppur eper strada…

RUMORE DI PASSI AFFRETTATI – UNA PERSONA CHE CORRE

YARDEN P.     (si avvicina) Eih!....Shlomo!.....Aspetta!...(Fischia) Ho una cosa da dirti. Una cosa eccezionale!....Shlomo!....(Altro fischio) Ehi!...

SHLOMO K.                      (terrorizzato) Dio del cielo aiutami. Aiutami per carità. Fate che riesca a squagliarmela….(Grida) Taxi!....(Ma Yarden  l’ha già raggiunto)

YARDEN P.             (ansimando) Finalmente!....Hai un minuto da dedicarmi? Vieni, andiamo a bere qualcosa.

SHLOMO K.             No, grazie, grazie…farei volentieri due chiacchere con te, ma ho il taxi che m’aspetta…

YARDEN P.               Su, andiamo a bere qualcosa.

SHLOMO K.       No, non posso. Devo trovarmi un municipio, ho un appuntamento alla mezzanotte con Shulteis, il regista.

YARDEN P.               Via! Non fare il guasta feste! Sediamoci a bere qualcosa di fresco.

SHLOMO K.              Devo scappare…

YARDEN P.                Bene, bene. Siediti. Dammi tue notizie.

SHLOMO K                Shulteis a mezzanotte in punto se ne va….

YARDEN P.                 Lo so, lo so. (Grida) Cameriere!...Due tè al latte…Bollenti!

SHLOMO K.                Devo scappare…..

YARDEN P.                 D’accordo, d’accordo. Parlami di te. Mi hai visto nel lavoro di Gogol?

SHLOMO K.            Non ancora, non m’è stato possibile, ma la settimana prossima verrò senz’altro a sentirti. E ora scusami, ma ho promesso a Shulteis d’essere….

YARDEN P.        Non ho una parte importante, sai, no, decisamente non è una parte importante la mia…comunque:  è una parte!....Aspetta, ti leggo il testo. Senza mimica per cominciare….

Shlomo k.                  (terrorizzato)  No, no!

3

YARDEN           Me lo porto sempre dietro….

SHLOMO         Un altro momento, magari…ora ho questa cosa urgente da discutere…

YARDEN           Ah! eccolo qua…(legge) “Atto terzo” – “Scena seconda”. Un signore ben in arnese – sarei io – proviene dal buffet,. “Scusi, mademoiselle, a che or parte il treno per Pietroburgo? – Katherine, gentilmente: “Soltanto domattina, monsieur” – Il Signore bene in arnese: “Che peccato, mademoiselle! E’ proprio un peccato! Esce” Che te ne pare?

SHLOMO            Be’, sentiamo.

YARDEN              Che cosa?

SHLOMO            La tua parte.

YARDEN              La mia parte è questa.

SHLOMO           Tutta qua…?

YARDEN             Sì, ti piace?

SHLOMO        Be’…mica male. Certo, bisogna vederla sulla scena…Ma ora debbo proprio scappare, son quasi le dodici…

YARDEN      Ascoltami bene, Shlomo. Io, Yarden Podmanitzky, ti dico che queste poche parole rappresentano una parte – una parte brillante! Il più gran regista del mondo – Stanislavsy – disse una volta: “Non esistono piccole parti – esistono solo piccoli commediografi”. Vuoi sapere come affronto io una piccola parte come questa?...Indovina!...Come credi che faccia?...Su! sentiamo!   

SHLOMO          Il mio appuntamento….

YARDEN           Dovrò spiegartelo io, a quanto pare. Il segreto consiste nell’analisi, caro mio! Mi disse una volta il più grande regista del mondo – Stanislawsky “Sulla scena non c’è interpretazione che regga, a meno che l’attore non assimili annullandosi! (Beffardo) Non basta, caro mio, capire le parole! Capire il personaggio, bisogna…i suoi problemi…i suoi sogni…Sì! Caro mio, bisogna indovinare quel che direbbe nel sonno, sapere perfino perché dorme…Deve immedesimarsi nelle sue pene, altrimenti….tanto vale andarsene al diavolo!

SHLOMO            Bene, allora: arrivederci a presto.  

YAEDEN         Aspetta! Dove vai?...Siedi!... Quindi  ho cominciato col chiedermi: chi sei signore bene in arnese? Da dove vieni? Dove vai?

SHLOMO          In municipio.

YARDEN           Che tipo  d’uomo sarà questo signore bene in arnese’ sano di corpo e di mente, o un essere anormale?...Capisci?...Non interrompere!...E’ così, pian piano comincio a crearmelo qua …dentro di me. Richiede tempo, molto tempo! Per un’ intera settimana non ho provato assolutamente nulla. Poi, d’un tratto, mi son svegliato una mattina a mezzogiorno gridando: “E’ basso! Deve esser più basso di me! “ Di almeno venti centimetri….

SHLOMO            Alle dodici….

YARDDEN           No, venti, ho detto venti centimetri. Non discutere. O forse ti sei chiesto come faccio a…

SHLOMO            Non ho chiesto nulla, veramente.

YARDEN           Sai cosa mi disse una volta Stanislavsky? “Non tutti gli uomini alti sono attori, ma ogni attore è un uomo alto!” Capisci?...Se voglio posso diventare basso, piccolo, nano, un ninnolo da palcoscenico! E se vuoi sapere dell’altro, il mio signor ben in arnese porta gli occhiali perché è presbite! Non molto, due o tre diottrie. Non è più giovane. Ha i capelli brizzolati, soffre di reumatismi, ha la punta del naso leggermente arrossata.

SHLOMO             Senti, Podmanitzky, io devo proprio….

YARDEN         L’altro ieri, al capolinea dell’autobus, chi t’incontro’ il mio personaggio. “Ecco il tipo del signore ben in arnese di Gogol!” dico tra me. Lo seguo! Faccio tutto il tragitto con lui fino a Gerusalemme per osservarlo da vicino. Sarà ricco?

SHLOMO           Come posso saperlo! Non conosco mica tutti a Gerusalemme!

YARDEN           Non parlo di lui, parlo del signore ben in arnese. E’ ricco? no, caro mio, non è ricco! Ti sorprende, eh?  Prima ti dico che è ben in arnese, poi ti dico che non è ricco…(Grida) Siedi!...”Ecco la grandezza del nullatenente! “ come ebbe adirmi una volta  Stanislavsky! Possiede solo due stanze forse un ingresso, ma questo è tutto. E lui lo sa, caro mio, lo sa!

SHLOMO        Ti supplico, Podmanitzky…

4

YARDEN       (grida) Che che lui….

SHLOMO     (interrompendolo e elevando il tono di voce) Shulteis mi ha chiesto di non arrivare in ritardo…

YARDEN      (interrompendolo a sua volta e gridando ancora più forte) Ma tu credi che si rivolga a Katherine perché vuole veramente sapere a che ora parte il treno’…Via! Non essere ingenuo, Shlomo! Lo fa soltanto perche deve chiedere qualcosa. Deve! Altrimenti impazisce. Ecco il personaggio: tortura, sofferenze…Fino a quando può un uomo sopportarne il peso?

SHLOMO        Fino alle dodici…

YARDEN         Non ce la faccio più! Sto creandolo…Quattro mesi fa, il signore ben in arnese si è separato dalla moglie. Uno schianto. Non a vederlo, ma sapessi cosa prova qua dentro! L’adorava sua moglie. Non per la bellezza, ma aveva una femminilità! E quella sera, quando nel tornare a casa stanco dal lavoro…

SHLOMO          Come? Mi si è fermato l’orologio! Che ore sono?

YARDEN           Mezzanotte. Stanco dal lavoro sente delle voci provenire dal salotto verde. Si avvicina in punta di piedi e vede Margaretta fra le braccia di…Stanislavsky. Non dice una parola, ma mentalmente rivive la sua infanzia…Il paese dov’è nato…la scuola…il parroco rubicondo…

SHLOMO            Shulteis…

YARDEN              Va bene, rivede anche Shulteis…e le quercie che circondano il cimitero…Il guardiano gobbo…il suo primo amore, la figlia del mugniaio…Chiude la porta e sue settimane dopo, tranquillamente, senza chiasso, senza scene né niente, chiede il divorzio…

SHLOMO            Cos’è? Sempre la tua parte?

YARDEN              Certo! Ecco come so sviscerare io, la mia parte! Il piccolo Vladimir rimane con Margaretta. Un bambino pieno di complessi – non mangia, non parla – fissa soltanto gli occhi nel vuoto….

SHLOMO             (in tono quasi isterico) Molla la mia giacca!

YARDEN             Questa è la fine. Il tuo Shulteis se ne sarà andato ormai. Adesso capisci perché dice a Katherine “Che peccato! E’ proprio un peccato!”  Non alludeva al treno. “Cos’è un treno?” Come mi disse una volta Stanislavky. No, no! In questa frase è concentrata quasi tutta l’amarezza, la tragedia del povr’ uomo che lotta contro il despotismo. Capisci?

SHLOMO            No!

YARDEN            Aspetta. Adesso ti recito la parte con la mimica. Tu sei Katherine. Dunque…(Si raschia la gola - in tono affettato) “Scusi, mademoiselle; a che ora parte il treno per Pietroburgo?”…

SHLOMO         Le dodici e mezzo! Son già in ritardo! (Scappa via)

YARDEN          (correndogli dietro) Shlomo!...Aspetta, Shlomo!...Mademoiselle! Un momento!...Non ho finito!...”Che peccato! E’ proprio un peccato!...

5)  GAIO INTERLUDIO MUSICALE IL CUI SUONO VA AFFIEVOLENDOSI GRADATAMENTE.

6) ANNUNCIATORE         Due frasi banali che racchiudono un  mondo. E’ il destino dell’attore. Può accadere che al culmine delle prove, il regista – quel ciarlatano, quel mascalzone del regista – decida su due piedi di toglierle lasciando così l’attore senza la battuta più importante di tutta la commedia. Mascalzone!

REGISTA              (grida) Alt!...Podmanitzky!...La battuta “Scusi, Mademoiselle, a che ora parte il treno per Pietroburgo” è superflua. L’ho soppressa. Capito?

YARDEN             (triste) Sì.

REGISTA             Può andare!

YARDEN              Subito….

ANNUNCIATORE    Podmanitzky non appartiene alla categoria degli attori di primo piano. Sentiamo adesso la reazione di un veterano, di un attore più importante.

REGISTA              Alt!...Senta, Gusti: io credo che la sua clamorosa entrata sarebbe ancora più di effetto se sopprimessimo la battuta “Scusa, mademoiselle, a che ora parte il treno per Pietroburgo” – che ne dice?

VETERANO           Volentieri! Si figuri! Io non sono il tipo da fare storie per queste cose. Quando il regista propone di sopprimere una battuta, sempre pronto ad accontentarlo. In questo caso, però – sol da un punto di vista puramente emotivo – credo che sarebbe meglio dire semplicemente: “Per Pietroburgo, mademoiselle?”

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REGISTA                 D’accordo. Dica “Per Pietroburgo” – ma lo dica sussurrando.

VETERANO        Benissimo! Sussurrando così: (alza notevolmente il tono di voce) “Per Pietroburgo?...Per Pietroburgo?...Ha, ha, ha!...

ANNUNCIATORE    Prendiamo adesso il grande attore -  il “divo”.

REGISTA                  Alt!...Scusatemi tutti se sono costretto ad interrompere le prove, ma ho un’idea. Quando il Signor Bulitzer ha pronunciato poco fa la sua battuta: “Scusi, mademoiselle, a che ora parte il treno per Pietroburgo?”. Ho sentito dei brividi percorrermi la schiena. Ho provato una tale scossa che non son più riuscito a concentrarmi. E’ superfluo illustrare il gran talento del Signor Bulitzer – la sua straordinaria sensibilità e la perfetta impostazione della sua voce – tutte doti che gli hanno meritato una posizione preminente. Ciò non di meno, a mio modesto avviso, non si deve rischiare di compromettere la levità della commedia con una battuta di questo peso – poiché occorre tener conto della eventualità che il pubblico ne rimanga scosso come è accaduto a me. Chi sono io? Cosa sono per dar consigli a Elazer Bulitze. La decisione di quello che deve o non deve dire spetta al suo mirabile intuito. Signor Bulitzer, non le pare che tutto sommato, sarebbe meglio rinunciare a questa battuta?

BULITZE                    No!

REGISTA                   La battuta rimane. Proseguiamo.

7)  FRAGOROSO ACCORDO BURLESCO

8)  ANNUNCIATORE Elazer Bulitzer non ha voluto rinunciare a quella battuta perché non rientrava più in scena. Era la sua battuta di uscita. Anche i novellini sanno che tutto dipende da quel fatale ed angoscioso istante nel quale l’attore lascia la scena e sparisce dietro le quinte. Una bella uscita può procurare un applauso a scena aperta e il sabato sera, a teatro esaurito, può persino tramutarsi in ovazione. Ma una buona uscita non piove dal cielo. L’attore deve guadagnarsela perché l’autore non si preoccupa mai dell’attore. Quando entra in scena o quando esce, a lui poco importa. L’unica cosa che gli sta a cuore è il suo stupido testo – solo quello lo interessa. Non parliamo poi del regista: cerca sempre di sabotare le battute significative, perché, secondo lui, l’applauso a scena aperta “non fa che disturbare” il ritmo del lavoro! Questione di ritmo, capite? Tutte scuse dettate da pura e semplice gelosia. Quante volte, nel bel mezzo di una prova, si sente il regista che dal buio della sala urla con rabbia….

REGISTA                (urlando) Alt! Alt!....Madam Kishinovskaja!...Gliel’ho detto già mille volte; lei non deve aprir bocca. Deve uscire col suo vassoio. Niente parole! Niente fronzoli!

KISHINOVSKAJA          Scusi, mi permetta! Lo so che recito la parte di una servetta spaurita. Ma questa povera creatura avrà pure una sua sensibilità, no? Lo dice anche il testo. Io devo reagire al tono offensivo della padrona che mi rimprovera dicendo: “Etroga hai messo di nuovo troppo sale nella minestra”. Permetta.

REGISTA                No! Lei non reagire un corno! E’ una domestica senza personalità – senza coscienza sociale! Una domestica muta – sorda! Capito? Proseguiamo!

ANNUNCIATORE          E così, ad ogni successiva replica delle prova, Madam Kishinovskaja, vecchia attrice disciplinata, esce senza proferir parola, esattamente come vuole il regista. Ma, arrivata la sera della prima, al momento di ritirarsi dietro le quinte….

PADRONA               Etroga! Hai messo di nuovo troppo sale nella minestra!

KISHINOVSKAJA     Poco male! Sarà più saporita! (Lieve applauso)

REGISTA                  Maledetta!

ANNUNCIATORE    Avete inteso? Era il regista, ma non può farci nulla. Madam Kischinovskaja è quasi riuscita a procurarsi un applauso a scena aperta con la sua battuta. Sentiamola ora nella stessa scena l’indomani sera….

PADRONA                 Poco male! Sarà più saporita! Del resto, è per colpa della gente come lei se abbiamo l’inflazione in questo paese. (Risata satanica – Esce sbattendo la porta) Ho detto. (Applauso scrosciante)

ANNUNCIATORE            Avete inteso? Questa sì che è una uscita! E’ vero che è costata un esaurimento nervoso all’autore della commedia il quale ha fatto le sue rimostranze a Madam Kishinovskaja; ma il reclamo è stato respinto dal direttore del teatro: il Signor Kishinovskaja….

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9) UN GAIO BRANO MUSICALE IL CUI SUONO VA AFFIEVOLENDOSI GRADATAMENTE.

ANNUNCIATORE          Ma l’attore, dopo aver lottato contro l’autore, contro il regista, nonché contro se stesso, finisce col cadere inerme fra le grinfie dei critici…

IL REGISTA POTRA’ SCEGLIERE A SUO PIACERE UNA DELLE DUE SCENE DEI CRITICI:

 SCENA A:   IL PROCESSO DEL FORMSGGIO

 SCENA B:   YARDEN PODMANITZKY E I CRITICI

                                                                                       SCENA   A

ANNUNCIATORE             Nel suo ultimo articolo di critica teatrale J.L. Greenbotter ha scritto: “ L’abilità istintiva di Yarden Podmanitzky gli ha fatto buon gioco questa volta…” Questa volta? Ma, santo cielo, è offensivo! Sarebbe come dire che le altre volte non gli è servita a nulla! E se non bastasse, c’è stato Shmirkovitch che, sempre a proposito di Podmanitzky, s’è permesso di scrivere: “…convincente nella sua mollezza e molle nella sua persuavità…Un attore che confida troppo in se stesso. Farebbe meglio a parlar meno sulla scena..” !!!!! E tutti su questo tono! Scandaloso! Calunnie bell’e buone! Possibile che non vi sia un freno nella critica teatrale?

10) BRANO MUSICALE DRAMMATICO PIENO DI SUSPENCE

VOCE PROFONDA: “Processo del formaggio”

ANNUNCIATORE          C’era una volta e, con nostro gran rammarico, esiste tutt’ora, un certo critico teatrale più famelico e feroce di una belva. L’indomani della prima tutti aspettano di leggere il suo articolo prima di azzardare un’opinione sul nuovo lavoro. Il parere di Zalman Kunshetter era vangelo! Se scriveva che la commedia era buona, la gente si precipitava in massa a sentirla. Ma se la bocciava…povera commedia. Naufragava anche se valida. Le cose continuavano così per molti anni. Il critico criticava, il mondo teatrale fremeva incoraggiandolo a farlo peggio. Ma un giorno qualcosa accadde in casa del critico Zalman Kunshetter.

ACCORDO MUSICALE

SIG.RA KUNSHETTER        Non prendi altro, caro?

SIGNOR KUNSHETTER       Un po’ di formaggio, magari.

SIGNORA K.                    Va bene! Prova questo. (Rumore di posate) l’ho comprato proprio stamani. E’ adatto per la tua ulcera, sai.

SIGNOR K.                          Grazie. Lo assaggio più tardi.

SIGNORA K.                       Via, Zalman! Cerca di mangiare qualcosa!

SIGNOR K.                          Va bene, va bene, cara. Lo assaggio subito….(Mette in bocca un pezzo di formaggio e lo risputa sul piatto – In torno furioso)  Cos’è?!?!

SIGNORA K                          Formaggio, tesoro!

SIGNOR K                            Formaggio, questo? E’ sapone rancido! Sa di rape marce! Chi ha avuto il coraggio di lanciare una porcheria simile sul mercato?...Ah! la “Anonima Formaggi”…Bene…Aspetta e vedrai! Domani ne parlo sul giornale. Se ne ricorderanno per un pezzo!

SIGNORA K.                          Via! Non te la prendere, Zalman…

SIGNOR K.                            (In tono minaccioso) Prendermela io? Mi fanno pena, poveretti! Qua, qua! Dammi la penna e l’acido solforico…

SIGLA MUSICALE DELLA STAZIONE RADIO.

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ANNUNCIATORE UFFICIALE DELLA STAZIONE RADIO     Nel suo articolo apparso stamattina sul “Fence” sotto il titolo  “Una sciagura nazionale”, Zelman Kunshetter scrive. “Da qualche tempo a questa parte, agli inermi cittadini del nostro paese viene propinato, sotto forma di novità, una specie di spugna giallastra la quale, non si sa bene perché, vien definita dai suoi infami produttori, formaggio! Non esistono che dei criminali capaci  di produrre un alimento simile e di lanciarlo poi sul mercato ad uso e consumo del genere umano! Ma la gente non ha perso il senso del gusto e siamo convinti che tutti boicotteranno questa ignobile merce di scarto!”

ANNUNCIATRICE       Comparsa questa aspra critica sul giornale, si riteneva che la faccenda dovesse finire così. Ma la “Anonima Formaggi” la pensava diversamente ed ha fatto causa a Mr. Zalman Kunshetter. L’opinione pubblica è assai discorde….    

VOCE A:          (Rumore di autobus come sottofondo) Mi spiace, signora, ma il Signor Kunshetter può esprimere la sua opinione su qualunque formaggio. Libertà di parola fa parte dei diritti dell’uomo. Mi lasci finire…

VOCE  B                  La questione è tutt’altra, caro signore! Qua si tratta di vedere se dobbiamo credere nella buona fede del critico o aver fiducia nel formaggio…Mi lasci finire…

VOCE  C                     Scusate se vi interrompo. Secondo me ha ragione, il formaggio….

VOCE  A                     Lo racconti a suo nonno!

VOCE  B                     Ehi!...Giù con le mani!

VOCE  C                     Somaro!

VOCE  A                     Idiota!

VOCE  B                     Cretino!

VOCE  C                     Asino!

AGENTE DI POLIZIA   (fischia) Circolare, circolare!...La discussione è chiusa. Circolare!...Kunshetter ha torto. Circolare!....

ANNUNCIATRICE     Zalman Kunshetter ha tenuto la sua conferenza al circolo degli Artisti protetto dalla polizia.

RUMORE DI FOLLA

SIGNOR KUNSHETTER      (con voce tonante) L’ho detto, lo ripeto: formaggio pessimo, formaggio ignobile! Neppure vero formaggio: Solo buchi, niente formaggio!  Cittadini liberi di questo paese: non mangiatelo!

SCROSCIO DI APPLAUSI CHE SI DISSOLVE IN BRUSIO DI VOCI – LA FOLLA NELL’AULA DEL TRIBUNALE.

ANNUNCIATORE                  Finita la conferenza, signor Zalman Kunshetter rincasò scortato dalla Polizia per evitare che  “l’Anonima Formaggi” lo polverizzasse come formaggio grattugiato. Il giorno del processo la gente fece a pugni per conquistarsi un posto nell’aula del tribunale….

CANCELLIERE TRIBUNALE         Zalman Kunshetter! Lei è accusato di calunnia. Si alzi, per favore.

GIUDiCE                                       Signor Kunshetter,  si riconosce colpevole?

SIGNOR K.                             No, Vostro Onore! Mi rammarico di una cosa sola: di non aver usato un linguaggio più violento. Ma è il mio punto debole. Non esagero mai.

GIUDICE                                       Perché ha scritto che il formaggio non è buono?

SIGNOR K.                                   Visto che Vostro Onore me lo chiede, risponderò: perché non lo è!

GIUDICE                                       Lei si intende di formaggio?

SIGNOR K.                                    Sì, ne mangio da quando avevo tre anni.

GIUDICE                                        Intendevo chiedere se ne conosce il procedimento di fabbricazione.

SIGNOR K.                                     (offeso) Col permesso di Vostro Onore, io sono un critico, non un formaggio.

GRIDO SINGOLO                         Bravo!

GIUDICE                                        Silenzio! Mi dica, Signor Kunshetter: se avesse trovato il formaggio di suo gusto, ne avrebbe scritto una critica favorevole?

8

SIGNOR K.              A chi diavolo può venire in mente di scrivere per lodare un formaggio! Non interesserebbe a nessuno.

GIUDICE                   A giudicare dalle testimonianze si direbbe che questo formaggio piace al pubblico.

SIGNOR K.         Il pubblico non capisce niente! Non sa neppure quello che gli piace o non gli piace! Il pubblico avrebbe bisogno di tornare a scuola! Alle scuole pubbliche.

GIUDICE                    E’ la sua opinione privata?

SIGNOR K.                  No! E’ l’opinione di Zalman Kunshetter!

LA FOLLA RUMOREGGIA.

GIUDICE                   (batte col martello sul tavolo) Silenzio in aula!...Signor Kunshetter, è disposto a prestare giuramento?

SIGNOR Kunshetter    Sì. “Sull’autenticità delle mie commedie, giuro che questo è un formaggio artefatto, inutilizzabile, ignobile!”

CONFUSIONE NELL’AULA

CANCELLIERE TRIBUNALE     In piedi, per favore!

RUMORE

GIUDICE                         Pronuncerò ora la mia sentenza. Condanno il critico Zalman Kunshetter a due anni di reclusione  e al versamento della somma di 15.000 sterline a favore della “Anonima Formaggi” per risarcimento danni commerciali causati dal suo articolo diffamatorio. Motivo: non esiste paese al mondo ove la legge consenta al cittadino di proclamare  pubblicamente la sua opinione su un determinato formaggio definendolo buono o cattivo a seconda del proprio gusto, poiché ciò può arrecare danno alla casa produttrice del formaggio stesso. Se ogni individuo avesse la facoltà di influenzare il pubblico facendo ricorso alla stampa per divulgare le proprie opinioni, gusti e idee personali, potrebbe venire a crearsi una situazione assurda che porterebbe inevitabilmente ad un crollo della produzione del formaggio.

SIGNOR K.                    Mi oppongo! Questo non è un tribunale serio! Ha emesso una sentenza puerile a solo scopo emotivo. Sleale! Dove sono l’arguzia e la sottigliezza giuridiche. (Si ritrae dal microfono)

ANNUNCIATORE           E così ha termine “il processo del formaggio”. Da allora in poi, Zalman Kunshetter torna a scrivere le sue critiche velenose, ma…solo sul teatro! (Subentra come sottofondo un accampamento musicale). S’era accorto a sue spese che quello che è permesso sul teatro, non è permesso…sul formaggio!

GAIO ACCORDO FINALE.

                                                                                       SCENA  B

RUMORE DALLA STRADA

YARDEN                Oh! Finalmente, caro Shlomo! E’ tanto che ti cerco. Come va?

SHLOMO               Be’…si tira avanti. Ma ora vado di gran fretta….(Grido disperato) Taxi!...

YARDEN           Che fretta hai? ….Siedi, beviamo qualcosa…Cameriere!...Due tè! Dunque, racconta: come stai?

SHLOMO                Benone, grazie. Ho visto i “Cosacchi”.

YARDEN             Via, smettila! Appena incontrate un attore vi sentite in dovere di parlargli di teatro. Vi salta mai in mente che l’attore ne ha fin sopra i capelli di teatro? Credi proprio che al mondo non

ci interessi altro?

9

SHLOMO                Scusa, hai ragione. M’è venuto così….

YARDEN              Tutti uguali! Appena mi vedi per prima cosa mi dici che sono stato straordinario nella mia ultima parte! Non m’interessa! Un attore non vuole parlare sempre di sé. I complimenti  lasciano il tempo che trovano, caro Shlomo. Bene o male ho recitato la parte nei 2Cosacchi” e con ciò?

SHLOMO                 Hai recitato…nei “ Cosacchi?”

YARDEN                  Come?!...Non ricordi?

SHLOMO                 Sì, sì, volevo soltanto dire….facevi la parte di…di….

YARDEN                   Appunto!

SHLOMO                  Bravissimo. Meraviglioso.

YARDEN                    Non ricominciamo, Shlomo! Lascia stare il teatro, te l’ho detto.

SHLOMO                   Sì, sì mille scuse….(Pausa) Sta arrivando l’estate, eh?

YARDEN                     Già! E come ti è sembrato il lavoro?

SHLOMO                    Che lavoro?

YARDEN                      I “Cosacchi”.

SHLOMO                  Ah! ottimo! Perfino Gamzu (Nome del critico più noto del paese in cui viene effettuata la trasmissione) non ha trovato  nulla da ridire.

YARDEN                     Gamzu? e chi è?

SHLOMO                   Come? Il famoso critico, non lo conosci?

YARDEN                   Saran vent’anni che non leggo una critica teatrale, caro mio. A che mi serve’ a leggere delle sciocchezze e farsi il sangue amaro. Arrabbiature inutili, caro mio! Appena vedo un articolo sul teatro, mi affretto a buttar via il giornale!

SHLOMO                  Hai ragione, lo riconosco….

YARDEN                   A chi lo dici! Prendi Ginzenstein del settimanale dello Spettacolo, per esempio, pare che nella recenzione dei “Cosacchi” parlando del secondo atto, quando io verso le ultime gocce d’acqua senza mostrare che son effettivamente le mie ultime gocce, abbia scritto che ho recitato in modo sublime.

SHLOMO                  Acqua?

YARDEN                   Non ti ricordi quando verso l’acqua?

SHLOMO                  No….Sì….Oh! Magnifico!

YARDEN                Perfino David Steiner del “Daily News” lo ha ammesso. Ma con ciò? Cosa vuoi che interessi a Yarden Podmanitzky di sentirsi dire e ridire che sa recitare? Parliamo d’altro, mio caro.

SHLOMO                D’accordo. Hai letto della scoperta per sfruttare l’energia del sole? Ti rendi conto quali orizzonti apra per l’umanità?

YARDEN                     Sì. Trovi anche tu che non ho recitato con sufficiente calore nel terzo atto, alla morte del duca?

SHLOMO                  Quale duca?

YARDEN                   Il duca.

SHLOMO                 Sì, sì. Sei stato bravissimo, chi può aver detto il contrario?

YARDEN                   Pesach Zeligan, del “Daily Worker”. Ma se anche tu mi hai trovato scialbo, dimmelo francamente.

SHLOMO                  Sei stato formidabile.

YARDEN                    Hai presente la scena della congiura?

SHLOMO                  (nervoso) Quale congiura….

YARDEN                    Quella contro il cardinale.

SHLOMO                   (borbottando) Già, il cardinale…Ottima scena.

YARDEN                Quando, ritto in piedi, immobile, guardo in silenzio. Martedì scorso, alle quattro e trenta alla radio, ha parlato di questo mio sguardo, Raphael Kirshmer. Ha detto…Aspetta: me lo sono scritto sul taccuino…(fruscio di pagine. Legge)  “…uno sguardo che conteneva disperazione profonda, ammantata di infinita tristezza…” Guardami così. (Pausa) Lo trovi davvero disperato?

SHLOMO                     Sublime!

YARDEN                      Uffa! Basta con i complimenti! Voglio una critica sincera. Anche contraria, non imposta. Dimmi: qual è, secondo te, la mia scena migliore?.

SHLOMO                       (balbetta) Quale…? E’…è…dififcile a dirsi. Sei stato stupendo in tutte…

10

YARDEN                Va bene. Ma qual è la migliore?

SHLOMO        (balbetta) Lo sai cosa? Tu mi enumeri tutte le tue entrate in scena, e io ti dico quale preferisco.

YARDEN                  Va bene. Quella del pianto isterico. (Piange)

SHLOMO                 Isterico?

YAEDEN                   Ma come! Non hai capito quando piango così?

SHLOMO                 Ah! sì!...Travolgente!

YARDEN                  Poi le scene sul mio letto di morte, dilaniato dai rimorsi…quella alla fine del secondo atto, quando perdo l’equilibrio per afferrare quella vipera. 

SHLOMO                 Una vipera?

YARDEN                    Che c’è di strano?

SHLOMO                  (precipitosamente) Sì, sì. È proprio la scena che mi ha fatto più impressione. Mi sono venuti i brividi nel vederti alle prese con la vipera!

YARDEN                     Era il simbolo della rivoluzione, non capisci.

SHLOMO                    Certo, certo, ma sei stato insuperabile.

YARDEN                     Lo so. Eppure, ci crederesti? Nel suo articolo sul “World live”, Shmerkervich scrive “Nella scena quando perde l’equilibrio la voce di Podmanitzky ha mancato di tono. Che ne dici?

SHLOMO                    Shmerkervitch è un critico da quattro soldi.

YARDEN                    La verità, caro mio, è che quello mi odia da diciassette anni perché, diciassette anni fa,  gli dissi che aveva un’ulcera. Da allora mi ha sempre perseguitato. Ricordi, no, quello che dico prima della rivolta dei morti?....(Declama)  “…travolti dalla foga di cotanta fatica, ignari di tutto, procedono sorreggendosi a vicenda come stanchi nuotatori e terminano a loro arbitrio”. A questo punto è sempre un trionfo. Ebbene, sai cosa ha detto Shmerkervitch? Yarden Podmanitizky è un gran gigione. (Urlando) Hai capito?

SHLOMO                Sì, sì!...Ma calmati. Una sola cosa conta: che nei Cosacchi sei un colosso…un gigante!

YARDEN                  Lo so. Ma quello che ha scritto Gamzu!

SHLOMO                Non ricordo, esattamente.

YARDEN        Guarda. (Estrae dalla tasca un album) Io ritaglio tutte le critiche e le appiccico su quest’album…Aspetta do un’occhiata all’indice…Gamzu, pagina 63…(Sfoglia le pagine) “I Cosacchi”. Mi ha dedicato esattamente due righe e tre parole, delle quali una è soltanto “oppure” quindi non conta. Mentre a Honigan, che a dire di tutti non poteva recitar peggio, ha dedicato, ben sei righe e, non basta: conclude l’articolo citandolo tra i responsabili di aver assassinato la commedia. Ora, dimmi un po’. Me lo merito?

SHLOMO               A proposito. Cosa ne pensi del lancio dei missili sulla luna?

YARDEN                La scena in cui, piangendo sul passato, cado riverso sulle rovine dell’altare, mi procura sempre ovazioni entusiastiche, o per lo meno mormorii di ammirazione. Meno il lunedì che è una serata fiacca. E allora, perché, mi domando, Kobravitch s’è sentito in dovere di scrivere sul “Cerchio” che io faccio troppo assegnamento sulle sue capacità e dovrei imparare a parlar meno sulla scena?...Perchè? Perché?

SHLOMO                   Non so. Lascia perdere i critici.

YARDEN                    (con voce strozzata) Impossibile! Nessuno può essere mai sicuro di sé! Prendi, per esempio, il caso della strabica…

SHLOMO              Già!   E’ stata bravissima.

YARDEN            No. Parlo di una spettatrice. Alla fine di ogni prima si precipita nel mio camerino. Mi bacia, mi abbraccia e, in tono di adorazione, mi dice sempre: “Incredibile! Incredibile!”

SHLOMO            Chi è?

YARDEN              Non so, è strabica, e dopo la prima dedi “Cosacchi”….

SHLOMO             Non è venuta?....

YARDEN               E’ venuta, ma non mi ha detto: “Incredibile! Incredibile! “ Ma’ha soltanto baciato. Perché?

SHLOMO             Forse era afona.

YARDEN               Credi?.....

SHLOMO              Ne sono certo.

YARDEN                Può darsi. Comunque, Rappaport ha scritto sul “Daily Express” che sono stato persuasivo nella mia debolezza e debole nella mia persuasività. Cosa vuol dire?

11

SHLOMO             Per me è un complimento

YARDEN               (con voce tonante) Esattamente il contrario! E’ un feroce attacco alla mia personalità!

SHLOMO              Ma…..

YARDEN               Non cercare di scusarlo. Se mi capita a tiro…sai che cosa faccio?

SHLOMO             No….

YARDEN               Lo strozzo!...Con queste mani. Così!....

SHLOMO             (con voce soffocata) No!...Podmanitzky….

YARDEN               (senza mollare la stretta)  Prendi, maledetto!...(Recita) “Arrenditi, codardo! Disonorato sarai per sempre! Dell’infamia il marchio porterai, mostro esaltato! E ognuno saprà dei peccati tuoi, oh! Despota!

SHLOMO               (riesce a liberarsi dalla stretta e scappa) Signore onnipotente!...Taxi!....Taxi!...

YARDEN                (grida con disprezzo) Vigliacco! Va pure dai cattolici! Vi disprezzo tutti!

GAIO ACCORDO FINALE

11 ANNUNCIATORE        Nemici, nemici dappertutto. Dove può trovare pace un attore? In casa sua?

12  TRILLA IL TELEFONO

ATTORE                     (al telefono) Pronto!...Parla Yarden Podmanitzky.

VOCE                          (al telefono)  Sono Rockfeller. Come va, mio caro? So ricorda di me?

ATTORE                      Non…molto…bene….

VOCE                Come mai? Una volta lei ha conosciuto mio fratello. In famiglia ci assomigliamo tutti. rockfeller, il milionario.Adesso ricorda?

ATTORE                       Certo!...Come…come sta?

VOCE                            Bene, grazie.  Mi piacerebbe sentire la sua nuova commedia.

ATTORE                        Naturale!

VOCE                             Potrei avere un biglietto d’invito?

ATTORE                         Mah….

VOCE                              Pronto? Pronto. Due posti, ai centrali se possibile. Okay?

ATTORE                          Volentieri…ma..vede…ecco, io non ho i biglietti.

VOCE                               E dove sono?

ATTORE                          Al botteghino del teatro.

VOCE                             Poco male. Le mando subito il mio autista così può consegnarli due righe di suo pugno per ritirarli.

ATTORE                          Non c’è tempo. Sto partendo per Gerusalemme.

VOCE                       Poco male. Il mio autista la seguirà in macchina fino a  Gerusalemme. A che albergo scende?

ATTORE                           Non so ancora.

VOCE                         Poco male. Appena arrivato mi mandi un cable col suo indirizzo. A mie spese beninteso.

ATTORE                             D’accordo. E dove devo mandarlo?

VOCE                               Per bacco!...Non è così semplice. Mi sposo fra un’ora e chissà dove andrò a finire…Sa cosa? Rimando il matrimonio! Lei mi telegrafa a casa e io le mando l’autista a Gerusalemme.

ATTORE                      Perfetto. Ma …Signor Rockfeller, e se rifiutassero di consegnare i biglietti all’autista senza un mio biglietto?

VOCE                                  Ha ragione. Come può farmi avere questo biglietto?

ATTORE                              Semplicissimo. Se non sbaglio, lei abita accanto alla caserma dei pompieri?

VOCE                                  Sì.

ATTORE                              Benissimo. Io do fuoco al mio appartamento e quando arrivano i pompieri chiedo a uno di loro di portarle il biglietto.

VOCE                                 Perfetto! Dia fuoco, subito!

ATTORE                             Okey…Aspetti, però…sono rimasto senza fiammiferi in casa….

12     

VOCE                              Che disdetta! Gliene mando una scatola col mio elicottero?

YARDEN                          Mi rincresce, ma ormai devo partire.

VOCE                               Come facciamo?

YARDEN                          Ho un’idea!

VOCE                               Dica!

YARDEN                          Si comperi i biglietti, Signor Rockfeller.

VOCE                               Cosa?...comprare i biglietti?...No! troppo complicato!....

13 MUSICA BURLESCA

14 ANNUNCIATORE       Neppure a casa sua un attore è lasciato in pace! Ma questo è niente in confronto al Sindacato dei macchinisti dietro le quinte! Sarà la sua morte. Guardatelo, povero Yarden, tutto stravolto. Eppure non ci sono premi in vista; ha gli occhi cerchiati, la pelle tesa, l’aria disfatta….

ANNUNCIATORE              Cos’ha, sembra stanco, signor Podmanitzky? Cos’è accaduto?

YARDEN                             Mundek!

ANNUNCIATORE               Prego?

YARDEN                             Mundek,  sarà la mia morte!

ANNUNCIATORE              Chi è Mundek?

YARDEN                        Scherza? Non sa chi è Mundek? E’ il macchinista – vecchia volpe, colonna dei sindacati – un veterano! Se un giorno mi trovate moribondo sappiate che è colpa di Mundek!

ANNUNCIATORE           Santi numi!

YARDEN                          E’ un omone. Lento, goffo e cocciuto. Come diavolo sia finito a lavorare per il teatro, non lo so. Lui, Mundek, si considera il fondatore del teatro. Ora, non mi prenda per un reazionario, la prego.  Io ho sempre avuto un gran rispetto per i lavoratori, fin da bambino. Ma questo Mundek fa impazzire! Se c’è una persona che può dire di aver tuta Israele ai suoi piedi, guarda, sono io – Yarden Podmanitzky. Ebbene, qua in teatro è proprio nel mio teatro, questo Mundek mi tratta come una comparsa qualunque…Si immagini che quando nell’ “Enrico II” di Shakespeare, ritto accanto al letto di morte di mio padre, che ho avvelenato io stesso.  Poco prima  poco prima pronuncio il mio grande monologo: “Coscienza mia portami consiglio! Una corona di delitti cinge il mio capo, nelle mie vene scorre sangue maledetto. Sofferenza eterna è l’eredità che mi aspetta…” Proprio in quel momento in cui tutto il pubblico pende dalle mie labbra, Mundek si alza di scatto sotto il mio naso, da dietro il fondale, dice forte ai trova roba…

MUNDEK                       (vocione roco) Si fa un pokerino, ragazzi.

YARDEN                         Per lui solo il poker conta. E lo dice così forte che lo sentono persino in loggione. Ora mi dica lei come è possibile buttarsi tormentato dai rimorsi, e il cuore infranto,  sul corpo del proprio padre, avendo sott’occhio Mundek e compagni che giocano a poker seduti sui cannoni di ribelli? Cosa diavolo farebbe lei?

ANNUNCIATORE              Lo farei smettere di giocare.

YARDEN                             Lei, caro mio, è come un bambino, o un critico. Crede davvero che si possa parlasre con Mundek? Oni sera porta con se la sua cena: pane, salciccia e due grosse cipolle crude. A metà del secondo atto, come saprà, io ho la scena d’amore con la principessa, e quando cado in ginocchio e le consegno le chiavi della città, quel disgraziato si mette a sgranocchiare le sue cipolle. Neppure un reattore farebbe tanto chiasso! Senza parlar della puzza, le cui zaffate arrivano fin sulla scena! L’ho scongiurato di non mangiar quelle maledette cipolle durante la scena d’amore. Sa cos’ha risposto? Che l’unica soluzione era quella di spostare la scena d’amore ad un altro atto. “Secondo te” gli ho chiesto “le tue cipolle sono più importanti della mia scena d’amore?...

MUDEK                                 Ma certo!

YARDEN                  Sentisse come si muove dietro le quinte. Un carro armato, un pachiderma! Il palcoscenico trema tutto. Una sera, esasperato, mi permetto di rimproverarlo: “ Vuoi smetterla di pestare a questo modo, quando si recita?”

MUNDEK                             Vuoi smetterla di darmi ordini a questo modo?

13

YARDEN                          Perdo la pazienza. “Insomma!” gli dico “Chi è più importante qui, tu o io?” Mi chiede quanto guadagno. Io gli dico 300 sterline, perché mi vergogno di dirgli che guadagno meno.

MUNDEK                           Io ne becco 320 senza gli straordinari; importante, tu!

YARDEN                             Solo agli straordinari pensa quella gente. S’attacca a tutto pur di ottenere un aumento di salario. Cosa farebbe le con un tipo simile?

ANNUNCIATORE             Ma …non saprei….

YARDEN                          E io sì, forse? E’ un essere primitivo e il potere che ha è spaventoso. Se il siparista è malato, Mundek lo sostituisce. Le lascio immaginare quel che succede! Ricorda alla fine del primo atto quando affronto mia madre, impazzita dal dolore, e dico: “Fiamme purpuree lambiscono la volta del mio cuore, o madre! Donna passionale che la luce mi desti, eccoti di fronte colui che ha ucciso lo sposo tuo!”. In altre parole è il punto cruciale in cui appar chiaro che ad assassinare il crudele re dei Gallesi, son stato io, suo figlio. Ebbene, proprio nel momento in cui elevo il tono di voce e attacco con: “Fiamme purpuree…”, Mundek comincia a calare il sipario. Per quanto affretti al massimo la mia cadenza, arrivato a “donna passionale” il sipario è già sceso. E il pubblico rimane perplesso senza sapere chi ha ucciso mio padre. ogni volta ho una crisi! Poi mi riprendo e grido inferocito a Mundek: (Voce tonante) “Cos’hai fatto?”.

MUNDEK                    Non urli così, Podmanitzky, siamo in teatro.

YARDEN                      Hai calato il sipario prima della fine del mio monologo!

MUNDEK                  Era ora. Troppo lunga la commedia. Abbiamo anche cominciato in ritardo. Scusi se glielo dico, ma stare ad ascoltare per ore e ore quelle chiacchiere….

YARDEN                      Chiacchiere! Disgraziato! Ogni parola di questo lavoro è stata scritta da Shakespeare!

MUNDEK                 Per me poteva scriverle il Presidente….Sono trentasette anni che faccio questo mestiere e se Mundek le dice che certe battute si posson tagliare, si fidi.

YARDEN                     Avevo già deciso di lasciare il teatro, poi mi son detto: “ No! Non la spunti, Mundek! Con me non la spunti!” E così, sa che cosa ho fatto?

ANNUNCIATORE            Ha preso dei tranquillanti!

YARDEN                   No. Sono andato dritto dal direttore, senza appuntamento. “Senta, direttore” gli ho detto “io non faccio mai storie per delle piccolezze, ma se continua così si rassegni all’idea di perdermi.” Gli ho raccontato per filo e per segno come si svolgono i fatti ogni sera. Come, per esempio, alla fine del terzo atto, quando gli spiriti delle mie vittime si aggirano in silenzio attorno al patibolo; non c’è volta che Mundek non si metta a giocherellare con le chiavi della macchina per farci far presto. Oppure accende una sigaretta quando c’è buio in scena.

MUNDEK                        Ehm….

YARDEN                        E non è tutto! Durante gli intervalli va a leggere quei maledetti giornali sportivi seduto sul mio trono regale. E usa la mia corona come portacenere; così che un giorno mi sono ritrovato coperto di fumo tra le risate del pubblico. Era troppo! E gli ho detto: “Io sono il re, somaro che non sei altro! Un re, hai capito?”.

MUNDEK                      Un re!....Pffff! lei è Yarden Podmanitzky, un gigione qualsiasi. Quando mai s’è visto un re fare l’attore?

YARDEN                    Lavora da trentasette anni in teatro, dice lui, e non ne capisce un’acca! Dico al direttore: “O Mundek o io”. Lui cerca di calmarmi:….” Son cose che passano” mi dice “ Mundek non è eterno. Son dettagli insignificanti….” Ma poi, messo con le spalle al muro, dichiara che l’unica soluzione è che me ne vada io…Capisci?

ANNUNCIATORE          Sì. Che l’hanno liquidata.

YARDEN                         “Bella roba, gli rispondo!” Lui spiega che non c’era altra via di uscita, perché liquidare Mundek significherebbe lo sciopero di tutti i macchinisti della nazione. Mundek, per di più, mi ha visto entrare in direzione e deve aver capito che c’ero andato per lamentarmi di lui, perché l’indomani son successe cose inaudite. Ricorderà, immagino, la scena del giuramento, al principio del primo atto, quando io ergo sul catafalco degli assassini di mia sorella e maledico i bizantini? In quel momento decisivo, le luci dovrebbero andare affievolendosi gradatamente mentre io, in pieno assetto regale, vengo trasportato dal palcoscenico girevole verso sinistra. Ed ecco che, orrore e raccapriccio, il palcoscenico si mette invece a girare verso destra! Che poteva mai aspettarsi una cosa simile, dopo che ogni sera aveva sempre girato

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verso sinistra? Ho perso l’equilibrio, son caduto e, scettro e corona, tutti gli attributi regali sono rotolati per terra. Impossibile ritrovarli nella completa oscurità che avvolgeva ormai la scena. M’è costata due giorni di letto questa storia. E ancora adesso, il solo pensare a Mundek mi fa tremare le gambe.

ANUNCIATORE          Una persona come lei, Signor Podmanitzky, dovrebbe ignorare le piccinerie di un uomo meschino. Non prenda nota di Mundek, e vedrà che tutto andrà bene.

YARDEN               Senta cosa mi è capitato ieri sera. Per la prima volta in vita sua, quel toro di Mundek Ha pensato bene di ammalarsi e non è venuto al lavoro. C’era un tale silenzio dietro le quinte che io, abituato ormai a tutti quei maledetti passi da pachiderma, voce di orco, sgranocchiamento di cipolle, non riuscivo più a concentrarmi. E cosa successe? Arrivato al momento di pronunciare il mio grande monologo, comincio così:  “Coscienza mia portami consiglio – si fa un pocherino, ragazzi? Una corona di delitti cinge il mio capo…” Per fortuna nessuno si è accorto dell’aggiunta. Il che va attribuito al gran genio di Sahekespeare. Ma per me è stato un vero colpo, le garantisco! Ho scoperto che senza Mundek  non posso fare niente…Maledetto! Speriamo che guarisca presto!

BRANO DI MUSICA ROMANTICA

16)  ANNUNCIATORE          Il teatro continua. Morta una commedia se ne fa nascere un’altra! E questa volta si tratta di novità assoluta, di serata di gala, col fior fiore della società. Prima di rappresentarla nella capitale, verrà data in provincia.

VOCE  A                                Abbiamo recitato nella sala dell’istituto culturale del paese. Ambiente piccolo, ma molto piacevole. Pubblico entusiasta. Chiamate su chiamate. Non ci lasciavamo più andar via.

VOCE   B                                  Che tipo di pubblico era?

VOCE  A                               Come sarebbe a dire “che tipo di pubblico? Di pubblico ve n’è un solo tipo: quello che viene a teatro. E, se vuoi saperlo, il vero pubblico è il pubblico di provincia. Non quello snob di della città.  Gente semplice, che conta, amico mio. Son sicuro che dopo un successo simile in provincia, avremo un esaurimento in città.

ANNUNCIATORE                  A volte però una commedia può andar male anche in provincia.

VOCE    A                               Cosa credeva? Che sarebbe piaciuto?...In provincia?

VOCE    B                               Perché no? Anche quello di provincia è pubblico.

VOCE    A                               Andiamo. Provinciali senza cultura. Cosa vuol che capiscano di teatro? Gentuccia semplice. Se avessimo avuto successo, sarei molto preoccupato sulle possibilità di riuscita in città. Ma un fiasco in provincia è un successo garantito in città.

17) MUSICA TIPO FANFARA CHE SI DISSOLVE IN APPLAUSI.

ANNUNCIATORE                  (applausi in sottofondo) La serata di gala è finita. Il pubblico sta battendo le mani. Applauso fiacco, per adesso, perché ancora nessuno ha capito se il lavoro gli è piaciuto o no. Gli attori sono già allineati sul palcoscenico in attesa che venga alzato il sipario. Da un lato si tiene Zelig, il siparista che ha studiato due anni l’arte fomentare gli applausi.

COMMENTATORE SPORTIVO   (gli applausi continuano come sottofondo. Il commento vien fatto nello stile di quello di una partita di calcio)  Il sipario si alza. Il coro degli angeli saluta inchinandosi…Applauso fiacco…Avanza Danton Robespierre, il rivoluzionario che ha tagliato la testa al re. Ringrazia. Applauso poco nutrito. Avanza ora Madame Recquemieux, la favorita del re. L’applauso assume  una certa consistenza…Buon segno! Il siparista congeda il coro che intralcia i movimenti degli altri…Sospinge in primo piano Filippo il giullare di corte…Il trucco funziona: l’applauso si fa più nutrito….Vediamo ora Luigi Ventesimo e Santa Bernadette…si presentano  in coppia. Applauso frenetico! Il siparista conta fino a dieci…Dà il via all’Angelo della morte: il beniamino del pubblico. L’Angelo della morte si inchina: applauso fragoroso….Atmosfera di gran successo. il siparista dà il segnale…Il siparista conta…

SIPARISTA            Uno! Due! Tre!....Su!

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COMMENTATORE SPORTIVO   Sul secondo tempo il siparista cambia tattica…Gli attori si presentano in coppia. Filippo con Dnaton Robespierre…Applauso nutrito…La coppia si ritira..Ecco Luigi Ventesimo con Madame Rocquemieux…L’applauso non tende ad aumentare…IL siparista si affretta a mandare Santa Bernadette come rinforzo…Tutti e tre ringraziano con un profondo inchino…L’applauso diventa un po’ più nutrito…Non abbastanza però…E’ il momento di ricorrere all’Angelo della morte…Eccolo che avanza. Ringrazia. L’applauso assumme proporzioni soddisfacenti…ma certi bisbigli poco rassicuranti fanno capire che è meglio non abusare dell’Angelo della morte. Il sipario cala…

SIPARISTA          Uno! Due! Tre!  Su!

COMMENTATORE SPORTIVO    Bisogna accettare i tempi…Al’angelo della morte compare alla ribalta con Luigi Ventesimo…Gli applausi dalle prime file cominciano a rarefarsi…Molti si avviano già verso l’uscita. Il siparista ricorre a vere acrobazie…Abbraccio fra Luigi Ventesimo e l’Angelo della morte. L’applauso riprende un po’ più di vigore…Filipon si toglie la parrucca, fa un grande inchino…E’ veramente grottesco1 ma, no…l’applauso diminuisce..Ecco l’angelo della morte che bacia la mano a Madame Recquelieux…Applauso anemico…Il tempo stringe…

SIPARISTA           Il regista in scena!  Presto!

COMMENTATORE SPORTIVO     La compagnia è al completo: Il regista al centro…Applauso decisamente nutrito, Finalmente!...Tutti si inchinano. Il regista abbraccia l’Angelo della morte…Applauso fortissimo…Occorre un nuovo elemento…Il compositore dell’accompagnamento…Avanti, maestro! No1 il siparista lo trattiene mentre sta per balzare in primo piano perchè vuol prolungare l’attesa…

SIPARISTA            Un momento, maestro…Uno! Due! …Tre! – Avanti maestro!

COMMENTATORE SPORTIVO    Il maestro si precipita al suo posto in prima fila…Discreto applauso…Il regista stringe la mano al maestro. Applauso scrosciante…Il maestro…bacia la mano a Luigi Ventesimo! S’è sbagliato!...Applauso delirante!...Il siparista sfrutta la buona occasione e dà il segnale di calar il sipario…solo a metà. Il sipario si alza nuovamente…a ritmo accelerato, si susseguono: giullare…Madamme…Regista…Re…Bernadette…Robespierre….Maestro…Angelo!...Applauso fiacco…sempre più fiacco…Vogliono andarsene a casa…Re – Regina – maestro…qualche applauso sporadico…Madame Rocquemieux…Non ci sono più che i suoi parenti ad applaudire…Filipon si esibisce con una capriola…due sole persone battono le mani…Angelo della morte …Niente…Fine…Sipario.

                                                                            M U S I C  A      F I N A L E